Firsts

di Mokona_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time...Jellal have protected Erza ***
Capitolo 2: *** The first time...Erza have got jelous ***
Capitolo 3: *** The first time...Erza and Jellal have slept together ***
Capitolo 4: *** The first time...Jellal's rage have burst ***
Capitolo 5: *** The first time...Sorcerer have spotted Jellal and Erza ***
Capitolo 6: *** The first time...Erza have lost hope ***
Capitolo 7: *** The first time...Erza have been banded from the kitchen ***
Capitolo 8: *** The first time...Jellal have proposed ***
Capitolo 9: *** The first time...Jellal have got a fever ***
Capitolo 10: *** The first time...Sieg have seen Erza ***
Capitolo 11: *** The first time...Erza have refused a strawberry cake ***
Capitolo 12: *** The first time...Jellal have seen Erza blushing ***
Capitolo 13: *** The first time...Jellal and Erza have had an argument ***
Capitolo 14: *** The first time...The guild have seen the scariest duo ***
Capitolo 15: *** The first time...Jellal and Erza have destroyed their room ***
Capitolo 16: *** The first time...Jellal have recovered Erza's injuries ***
Capitolo 17: *** The first time...Jellal have changed his hairstyle ***
Capitolo 18: *** The first time...Mira have made a Jerza plan ***
Capitolo 19: *** The first time...Erza have cried for Jellal ***
Capitolo 20: *** The first time...Erza have coocked chilli for Jellal ***
Capitolo 21: *** The first time… Jellal and Erza have kissed under a mistletoe. ***
Capitolo 22: *** The first time… Jellal have dreamed Erza ***
Capitolo 23: *** The first time...Mikoto have stopped a fight between Nashi and Gale ***
Capitolo 24: *** The first time...Erza and Jellal have read a fanfiction ***
Capitolo 25: *** The first time...Jellal and Erza have cuddled under the blanket ***
Capitolo 26: *** The first time....Jellal and Erza have held hands ***



Capitolo 1
*** The first time...Jellal have protected Erza ***


The first time…
Jellal have protected Erza    
                                  
 

 
 
Jellal aveva sempre avuto un istinto protettivo particolarmente acuto nei confronti di Erza.
Non voleva che nessuno le si avvicinasse con cattive intenzioni, per questo cercava di non lasciarla mai, e di intervenire ogni volta che capiva non sarebbe riuscita a cavarsela da sola.
La prima volta che Jellal aveva protetto Erza risaliva a quando erano ancora bambini, prigionieri nella Torre del Paradiso.
La bambina quel giorno era particolarmente debole, per questo l’altro non le aveva tolto gli occhi di dosso per un secondo; così fu subito pronto a reagire quando la vide inciampare, mentre trasportava un carico fin troppo pesante per lei.
Corse subito da lei, più veloce della guardia che si stava avvicinando minacciosa, con una frusta in mano, mettendosi davanti alla bambina.
“Non toccarla!” Urlò Jellal, con quanto fiato aveva nei polmoni.
L’uomo davanti a lui scoppiò in una grassa risata, ma decise di premiare il coraggio del bambino: in frustate.
Jellal però quasi non sentì dolore;
in fondo, era tutto per proteggere la sua Scarlet.




Angolina di Mokona_
Buonsalve, gilda!
Innanzitutto vorrei ringraziare moltissimo tutte quelle che sono passate a recensire nell'ultima fic: grazie mille, davvero <3 Un grazie anche a chi, zitto zitto, mi segue e mette tutte le mie fic tra le preferite/seguite/ricordate.
E quindi, come promesso, sono qui con un'altra jerza. Questa è cortissima, ma ci saranno shot più lunghe. Se si va (ma tanto lo farò uguale) inserirò anche i miei adorati jerza babies. Se avete idee per i nomi (anche se più o meno dovrei averli), o anche per "prime volte" che vi piacerebbe leggere (disse, pur avendo già fatto un elenco con più di cento punti), non esitate a chiedere. Ma non offendetevi se non scrivo, dipende tutto dall'ispirazione.
Un'ultima cosina: sul mio tumblr--->
http://m-okona.tumblr.com/ diffonderò i miei jerza feelings con le mie fanart. Ieri ho pubblicato un Natsu, ma sto lavorando su un paio di fanart rigorosamente jerzose -risata malefica-
Riguardo gli aggiornamenti...Non so quanto spesso aggiornerò. Se lo farò, probabilmente sarà di giovedì, per un rito secondo cui se pubblico una jerza giovedì, nel capitolo di venerdì ci sarà jerza. Don't judge me.
E yeee, ho fatto un angolo più lungo della fic, quindi vi saluto (ricordandovi che una recensione, magari anche corta, mi fa più che felice).
Kiss
Mokona_

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Capitolo 2
*** The first time...Erza have got jelous ***


 -questa fic si ambienta dopo i GMG; seguendo il mio headcanon secondo cui jelly aveva slavato il re, o aveva fatt qualcosa per cui lui e il resto di Crime Sorcier erano stati assolti. Non ci sono spoiler, potete tranquillizzarvi, è tutto frutto della mia mente bacata.-



The firs time…   
                    Erza have got jelous
                                    
 

 

 
Erza digrignò i denti, e corrugò le sopracciglia.
Finalmente Porlyusica e Wendy avevano finito di sistemarle le ferite più gravi e, ora che finalmente era legalmente libero, aveva tutte le intenzioni di trascorrere un po’ di tempo insieme a Jellal, senza doversi più nascondere.
Si era quindi diretta verso la tenda in cui sapeva di trovare il mago…Solo per non riuscire neanche ad entrare.
Già, perché la tenda era piena di ragazzine saltellanti e urlanti; la maga colse degli stralci dei loro gridolini:”Kyaa! Jellal-sama è così figooo!!!”, e “è bellissimo averlo qui, ora potremmo spupazzarlo e fangirlare a più non posso!!”.
Le due che avevano osato pronunciare quelle parole avvertirono un brivido lungo la schiena; quando si voltarono trovarono davanti un’Erza circondata da un’aura maligna, che emanava istinti omicidi da ogni poro.
Non c’è bisogno di dire che da lì a cinque secondi dopo mancavano due ragazzine dal gruppo.
La maga, intanto, era a dir poco infuriata.
Qualcosa di indistinto si muoveva nel suo stomaco, procurandole il forte desiderio di fare strage di tutte le ragazzine che si trovavano nell’area di un chilometro.
Chi diavolo erano loro per “spupazzare” il suo Jellal?
E la sua rabbia aumentò quando intravide l’interno della tenda: quelle ragazzine si gettavano letteralmente addosso al suo Jellal, incuranti delle ferite, dei suoi deboli tentativi di protesta (era troppo malridotto per riuscire a scrollarle di dosso con la forza) e approfittando del suo essere così gentiluomo da non mandarle tutte rudemente a quel paese.
Il fuoco di rabbia cieca che aveva iniziato a bruciare in Erza divampò.
Quello era il suo Jellal, suo, e di nessun’altra!
Si ex-quippò nell’Armatura del Purgatorio, e con un grido di battaglia si buttò nella tenda, facendo strage di tutte quelle che le si pararono davanti.
Quando riuscì finalmente a cacciare via dal mago anche le più tenaci, sotto lo sguardo a dir poco gioioso di Jellal, che aveva visto il suo arrivo come quello di un angelo venuto dal cielo per liberarlo dall’inferno nel quale era stato cacciato, si rivolse alla folla che si era formata:”Questo –urlò- è il mio uomo!” Asserì, puntando la spada contro le ragazzine.
“Che nessuno provi più a toccarlo, o assaggerà l’ira di Titania!”.
Quando il gruppo si allontanò Erza, soddisfatta, si rivolse verso il suo Jellal.
Gli avvolse le braccia intorno al collo, catturando le sue labbra in un focoso bacio, tutt’altro che sgradito.
Quando un gemito si levò da Jellal nel momento in cui la maga gli morse il labbro superiore più forte del dovuto, arrivando persino a farglielo sanguinare, Erza disse:”Questo è per esserti lasciato circondare da un gruppo di ragazzine idiota senza riuscire a liberarti.
E questo…
Si sporse, fino a coinvolgerlo in un altro bacio, ancora più passionale del precedente.
Quando la mancanza d’aria li costrinse a separarli, Erza concluse la frase, soffiandogli sulle labbra: ”è perché sei mio.”.
 


 



 
 
Angolino di Mokona_
Buonsalve gilda!
Ma quanto amo questi due. Non riesco a smettere di fangirlare al solo pensiero. E che bello vedere che qualcuno -a parte me- pubblica qualcosa su di loro! Sì, non è neanche una ff jerzosa alla settimana, lo so, ma...ricordo tempi bui quando avevo trascorso la scorsa estate e inverno con un totale di....5 ff jerzose al massimo. giuro.
E niente. Ho così tanti jerza feelings....E non riesco a smettere di scrivere su di loro. Alias aspettatevi un aggiornamento in tempi brevi. E per tempi brevi intendo dire che aggiornerò domani (se voltee) o al massimo sabato. Posso dire una cosa che non c'entra nulla? Sono follemente innamorata del Baskerville Old Face. L'ho detto. Il mio problema in verità è che sono ossessionata da pandora hearts, e i baskerville...ah, i baskerville 
♥  Il fatto è: a voi non dispiace questo font, vero?
Ok, la smetto.
O forse no. Volevo solo dire che ho sempre una gran voglia di descrivere una Erza jelosa del suo jelly (?), quindi ve la riproporrò spesso. E...mi sono divertita un sacco a descrivere le fangirl. Non è mia intenzione insultare nessuno, sarei stata la prima a cercare di spupazzarlo amorevolmente 
♥ 
Nello scorso capitolo mi sono dimenticata di ringraziare chi mi ha dato l'idea per iniziare questa raccolta: quindi grazie mille, helly <3
Ora probabilmente ho finito.
Ricordate di incrociare le dita pregando ardentemente che ci sia jerza, domani.
Una recensionuccia me la lasciate?
Kiss
Mokona
_

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Capitolo 3
*** The first time...Erza and Jellal have slept together ***


 


 
 
The first time...                          
            Erza and Jellal have slept together
 
 

 
 

Era dura, per loro, sopravvivere.
Malmenati, sfruttati, senza cibo né acqua a sufficienza.
Non potevano riposarsi se troppo stanchi, né avere del tempo per guarire se malati.
La loro vita era appesa ad un filo, che sembrava farsi più sottile giorno dopo giorno; che speranze potevano avere, loro, piccoli bambini, quando persino i più grandi soccombevano per la troppa fatica, o per le malattie che si diffondevano a causa delle condizioni di pessima igiene, della scadente (per non dire assente) alimentazione, senza parlare delle cure che avrebbero dovuto avere in seguito alle numerose ferite procurate durante il lavoro?
Certo, avevano la speranza.
Jellal provvedeva sempre ad animare i suoi amici, a non lasciare che nessuno di loro perdesse di vista la luce: sapeva che cedere al buio era il primo passo verso la sconfitta. E non voleva perdere i suoi amici: loro dovevano fuggire, essere liberi, divertirsi insieme.
Aveva a cuore ognuno dei suoi compagni, e faceva del suo meglio per alleviare la vita di ognuno; attraverso le parole, ma anche aiutandoli se ce n’era bisogno, coprendoli se stavano male, facendo il lavoro anche al loro posto. La fatica era ripagata dai loro sorrisi, e dalla luce della speranza che vedeva nei loro occhi.
Voleva proteggerli, ad ogni costo. C’era però un luogo in cui non gli era permesso accedere: il mondo dei sogni; Jellal sapeva che una dei suoi compagni in particolare di notte aveva gli incubi, ma proprio non sapeva come aiutarla.
La prima volta che nella notte venne svegliato da un respiro affannato e leggeri gemiti, si limitò ad ascoltare, sollevato dal fatto che, anche nel buio, l’aveva vista agitarsi per un po’, ma calmarsi subito.
La seconda volta, pochi giorni dopo, sentì che non riusciva a trovare pace; la sentiva lamentarsi, e soffriva per lei. Quindi cacciò un urlo, svegliando tutti, dicendo che aveva sognato che uno scarafaggio gigante con i baffi, vestito da re, lo inseguiva. Tra le risate generali, notò che anche sul volto della sua amica si era formato un sorriso: questo per lui era abbastanza.
La terza volta, Jellal decise di muoversi; non poteva svegliare di nuovo tutti i suoi compagni, ma non sarebbe riuscito a passare la notte immobile, sapendo che lei non trovava pace.
“Erza” La chiamò quindi piano, dopo aver attraversato l’ambiente stretto in cui dormivano, ed essersi accucciato affianco a lei.
“Erza, svegliati, stai facendo un incubo” La chiamò di nuovo, scuotendola leggermente, fino a quando l’altra non aprì gli occhi; vide che alcune lacrime le avevano rigato il volto.
“J…Jellal?” Lo chiamò lei, confusa. Il bambino le sorrise, sollevato.
“è successo qualcosa?” Chiese l’altra, lo sguardo impaurito. Lui scosse la testa, dicendo:”Va tutto bene? C’è qualcosa che ti preoccupa?”.
Lei distolse lo sguardo, senza rispondere.
Jellal rimase fermo per qualche secondo, sperando che cambiasse idea.
Era arrabbiato, perché avrebbe voluto poter entrare nei suoi sogni, e sconfiggere chi li tormentava.
Dopo un po’ fece per andarsene, ma venne fermato; una mano della bambina lo tratteneva per la maglietta.
“Jellal…” Sussurrò piano, tanto che l’altro quasi faticò a sentire le parole successive:”Rimarresti con me? Per favore?”.
Le gote del bambino si tinsero istantaneamente di rosso; mentre ringraziava il buio che li avvolgeva, si sistemò affianco a lei. Dopo un attimo di esitazione, decise di avvolgere le braccia intorno a lei, come a proteggerla. Erza, dal canto suo, seppure incredibilmente imbarazzata, non riusciva a non trovare quell’abbraccio e quel calore confortevole e rassicurante. Appoggiò la testa al petto dell’altro senza pensarci, lasciandosi cullare dal suo respiro.
Fu forse questa inaspettata ma tutt’altro che sgradita vicinanza a spingerla a mormorare:”Ho paura, Jellal.”. Lui non rispose, ma capì che la stava ascoltando.
“Ho paura…per te.”
I muscoli del bambino si irrigidirono, e lui la guardò, confuso, ma lei teneva lo sguardo fisso sul suo petto, e le sue mani gli stringevano la maglietta.
“Tu…Ti impegni sempre a proteggerci, e a sollevarci il morale, ma…Cosa succederebbe se tu perdessi la speranza? Tutti noi perderemmo la nostra luce, e allora…” Non concluse la frase, ma l’altro capì ugualmente. Le presa intorno a lei si fece inconsapevolmente più serrata.
“Jellal, tu pensi davvero che riusciremo a scappare?”.
Al bambino iniziò stranamente a far male nel petto, quando vide che l’altra stava piangendo.
“Erza.” La chiamò, abbassandosi fino a far toccare le loro fronti; iniziò a guardarla negli occhi, deciso, cercando di trasmetterle la sua sicurezza:”Noi riusciremo a scappare, Erza -disse- Un giorno usciremo da qui, e potremo vivere la vita che vogliamo. Dobbiamo solo avere fiducia nel futuro”. Un sorriso affiorò sulle sue labbra.
“E non devi preoccuparti per me. Finchè voi sarete al sicuro e felici, non c’è modo che io perda la mia speranza!
Mi basta vedere il tuo sorriso per credere nel futuro.” Concluse, senza smettere di sorridere. Credette di vedere le guance di Erza arrossarsi, ma non ne era sicuro.
La bambina ricambiò il sorriso, poi nascose il volto nel suo petto.
“Grazie, Jellal.” Sussurrò.
Rimasero abbracciati, contenti di essere l’uno vicino all’altra.
Molte altre volte capitò che Jellal, appena tutti gli altri si erano addormentati, sgattaiolasse per arrivare vicino a Erza, e dormire insieme a lei.
Ed Erza smise di avere gli incubi.  





Angolino di Mokona
Buonsalve, gilda!
Ed eccoci di nuovo qui con un altro capitolo. Sono stata traumatizzata da un certo capitolo di 11mila parole di una meravigliosa long jerzosa, che però l’autrice tende a riempire di angst, rompendo il mio cuore in mille pezzi. Voglio essere riempita di fluff, io.
Tutto questo per dire che sono così traumatizzata che non so neanche che scrivere.
Mmm….visto che lo scorso capitolo era corto, questo dovrebbe essere un po’ più lungo, contente? Spero vi sia piaciuto *w*
Grazie a tutte, davvero <3
Kiss
Mokona_

 

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Capitolo 4
*** The first time...Jellal's rage have burst ***


 

The first time….
          Jellal’s rage have burst             

 

 

 

 

Jellal era sempre stato una persona calma.
Era sempre stato tranquillo, sapeva gestire quasi sempre al meglio le proprie emozioni.
A differenza di tipi focosi, come Natsu, o Gajeel, il mago sapeva controllarsi, facendo prevalere la sua fredda logica su gioia, rabbia, o dolore.
Se non molti possono dire di aver visto espressioni diverse rispetto all’impassibile maschera che il mago indossa per la maggior parte del tempo, pochissimi lo hanno visto perdere sul serio il controllo.
E quasi nessuno vuole parlarne.
Accadde un giorno in cui Erza e Jellal erano andati in missione insieme.
Il rapitore della figlia del sindaco di una città poco lontana si era rivelato essere una vecchia conoscenza di Jellal: un mago oscuro, superstite di una gilda che Crime Sorciere aveva distrutto, che aveva tutte le intenzioni di vendicarsi dell’ex-ricercato.
A dispetto dell’apparente debolezza, il criminale era riuscito a mettere in difficoltà entrambi i maghi di classe S, arrivando persino a ridurre in fin di vita Erza.
Ma fu quando il mago oscuro iniziò a fare insinuazioni su di lei, parlando poi della gioia che avrebbe provato nell’ucciderla lentamente dopo averla torturata e umiliata in tutti i modi possibili che la rabbia di Jellal esplose: il mago perse il controllo e si avventò sull’avversario, riducendolo a sua volta in fin di vita, arrivando a distruggere, peraltro, l’intera foresta dove si stava svolgendo lo scontro, e buona parte della città.
Erza stessa affermò, in seguito, di non aver mai visto l’altro arrabbiarsi così tanto.
Jellal, dal canto suo, non ha nessun rimpianto.
Perché nessuno, nessuno, si sarebbe mai più permesso di fare illazioni, né prendere neanche lontanamente in considerazione di fare del male alla sua Scarlet.

 

 

 

 

Angolino di Mokona
Buonsalve, gilda.
Il fatto è che domani non so se potrò aggiornare, e l'assenza di jerza qui e nel fanom inglese mi sta uccidendo, letteralmente, quindi eccomi qui.
Non sono molto convinta di questa cosa, ma vabbè...Sono sempre indecisa, non so mai quale prima volta scegliere ç_ç
Siamo al quarto capitolo, che bello *w*
E io amo dal più profondo del cuore tutti quelli che seguono, preferiscono, ricordano, o semplicemente leggono..e soprattutto quelle che prendono il disturbo di recensire, non sapete quanto mi fate felice..Quindi, grazie <3
Se domani riesco a connettermi vi lascio una shottina jerzosa, che mi sta supplicando di non essere lasciata a marcire nel computer come le altre.
Ora, voi che spero sarete così gentili da recensire, mi fareste un piccolo favore? Ditemi un numero da 1 a 116.
E dopo quest'ultimo angolo di pazzia vi lascio, altrimenti va di nuovo a finire che lo spazio degli scleri diventa più lungo della flashina.
Kiss
Mokona_


 

 

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Capitolo 5
*** The first time...Sorcerer have spotted Jellal and Erza ***


 
The first time…
           Sorcerer have spotted Jellal and Erza                
 
 
 


Erano ormai mesi che Sorcerer pedinava Erza Scarlet.
Da quando l’avevano intervistata, e lei, alla domanda:”Tra te e Ichiya c’è un rapporto che va ben oltre un’innocente amicizia, vero?” aveva risposto insultando il mago di Blue Pegasus e urlando:”Quella nullità non è neanche lontanamente paragonabile al mio uomo!”, i migliori paparazzi erano stati immediatamente inviati a pedinarla.
Senza successo.
Da tempo cercavano di seguire ogni suo movimento, senza però raggiungere risultati apprezzabili: c’erano volte in cui la maga scompariva, e nessuno, neanche in gilda, sapeva (o, più probabilmente, voleva),dire che fine avesse fatto.
Successe una sera d’autunno.
Ancora una volta i paparazzi avevano perso di vista la maga.
Uno di loro, stanco di essere preso in giro e desideroso di allontanarsi dalla solita confusione della gilda, era andato nel piccolo giardino nel retro, sapendo quanto raramente fosse frequentato.
Per questo si ritrovò del tutto impreparato, quando sentì due voci parlare piano tra loro.
E quasi rischiò di farsi scoprire a causa dello shock, quando si accorse che una delle due apparteneva guardacaso ad Erza Scarlet.
Il paparazzo era riuscito a nascondersi al volo dietro una pianta, anche se non abbastanza vicino da riuscire a sentire cosa si stessero sussurrando i due, né a capire a chi appartenesse la seconda voce, un caldo baritono mai sentito prima.
Quando riuscì a sistemarsi in modo da avere una visuale accettabile, l’inviato rimase a dir poco scioccato.
La tanto temuta Titania aveva un’espressione dolce e occhi pieni di amore, mentre girava la testa sul petto del suo interlocutore, che la teneva stretta tra le braccia, visibilmente muscolose anche sotto le bende, per guardarlo meglio.
Pur non riuscendo a distinguere il suo volto a causa dell’oscurità della notte, il paparazzo potè comunque notare lo scintillio negli occhi dell’uomo di Erza, e il suo sorriso, che si ampliò nel momento in cui la maga alzò appena la testa per far incontrare le loro labbra.
L’inviato riuscì a strappare qualche scatto, prima che i due si accorgessero della sua presenza, e che la sua vita fosse messa seriamente in pericolo.
Inutile dire che il giorno dopo tutta Magnolia parlava della relazione tra Erza Scarlet e il misterioso Mistgun.





Angolino di Mokona!
Buonsalve! Innanzitutto vorrei ringraziarvi e riempirvi di cuori e nutella <3 Siete fantastiche, vi voglio un mondo di bene <3
Grazie soprattutto a chi l'ultima volta mi ha consigliato i numeri...Ora: ho fatto un elenco numerato di tutte le prime volte che mi sono venute in mente, ma non so mai quale scrivere...se però qualcuno mi dice un numero mi viene l'ispirazione e pato come un treno. Lo so, è strano. No, non vi dirò se e cosa ho scritto, mi dispiace. Però se mi faceste il favore di darmi altri numeri sarei davvero contenta.
Ah, se avete delle richieste, prime volte che vi piacerebbe vedere...chiedete pure, ma non aspettatevi niente, sono totalmente in balia dell'ispirazione.
E perdonatemi se faccio la cattiva ragazza e non passo a recensire come dovrei. Sono pessima, davvero, scusate.
Spero che questa fic vi sia piaciuta *w* Non sapevo cosa pubblicare, ho il cuore troppo spezzato causa morte di un tizio che faceva parte di un OTP e conseguenti fan-art che mi spezzano il cuore. perchè, marco, perchè??? non puoi lasciare jean da solo!!!
Ci sentiamo presto, spero, dovrei pubblicare una shottina alla quale non va di marcire nel pc, e mi sta chiedendo di essere pubblicata...(?) e mi sembra che questo spazio abbia sempre meno senso, mi chiedo come facciate a seguirmi, davvero.
Kiss
Mokona_

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Capitolo 6
*** The first time...Erza have lost hope ***



The first time…
               Erza have lost hope                                
           
 
 

 
La speranza.
Una parola vuota, per la maggior parte di loro. Prigionieri, schiavi di qualcuno che neanche conoscevano. L’unica cosa di cui erano a malapena consapevoli era lo scopo per cui, ogni giorno, dovevano soffrire le pene dell’inferno: resuscitare il grande Zeref.
Lì, dove c’era chi più aveva bisogno di amore, sicurezza, conforto, crescevano, sempre più forti, rabbia, rancore, odio. Se però alcuni avevano rinunciato anche a sperare, per qualcuno, in particolare un piccolo gruppo di bambini, la “speranza” era l’unica cosa alla quale aggrapparsi: la fiamma che li alimentava, senza la quale, molto probabilmente, nessuno di loro sarebbe riuscito ad andare avanti. C’erano momenti in cui, grazie alle parole di nonno Rob, e alla fervida immaginazione tipica dei bambini, che riuscivano a vedere la luce anche nel buio più profondo, questa fiamma cresceva fino a diventare un fuoco; purtroppo, però, a volte anche il fuoco più luminoso veniva spento.
Fu quello che accadde, un giorno, alla piccola Erza, nominata “Scarlet” dal suo amico Jellal. Quest’ultimo, insieme a lei e ai loro amici Wally, Sho, Simon e Miliana, avevano tentato più volte la fuga, ma, purtroppo, senza risultato.
Quando, ancora una volta, i bambini vennero colti nel tentativo di fuggire, le parole della guardia che malamente li riportò nella loro cella colpì particolarmente la bambina chiamata Erza Scarlet, molto più delle percosse e delle frustate a cui era ormai abituata:”Siete solo degli sciocchi illusi! Non assaporerete mai la libertà, e rimarrete schiavi in questa torre per sempre, per servire il grande Zeref!”.
La bambina si era rintanata in un angolo, le braccia intorno alle ginocchia, assente. Non piangeva, a differenza della maggior parte dei suoi amici, al contrario di come avrebbe fatto di solito. Perché le parole dell’energumeno, per quanto orribili, in quel momento le sembravano terribilmente vere.
A che pro continuare a provare, e soffrire? Erano solo bambini, e il mondo era troppo grande, troppo crudele, per loro.
Era vero, quindi? Sarebbero rimasti lì per sempre, prigionieri, senza un briciolo di felicità?
Una lacrima solitaria le solcò la guancia; mentre il suo cuore si faceva freddo, anche i suoi occhi diventavano progressivamente vuoti.
“Erza.” Sentì che qualcuno la chiamava.
Jellal, Simon, e tutti i suoi amici si erano raccolti attorno a lei:”Forza, Erza, vedrai che prima o poi ce la faremo.” Disse Simon, rivolgendole un sorriso sincero.
Sho e Miliana annuirono convinti, anche se Erza notò che anche i loro occhi erano gonfi, e le guance ancora bagnate. La bambina non aveva però il coraggio di guardare colui al quale era più legata, Jellal: come poteva, quando era sicura che lui le avrebbe letto dentro, e capito che aveva perso la speranza?
Poi, però, lui la chiamò di nuovo, questa volta prendendo le mani nelle sue. Ed Erza, senza sapere che il suo volto si era fatto dello stesso colore dei suoi capelli, lo guardò: a differenza degli altri non sorrideva, anche i suoi occhi erano lucidi, e le sopracciglia profondamente corrugate. Capì che si sentiva colpevole per quello che era successo; quello che disse, però, impegnò troppo la sua mente per farle notare che più di tutto era preoccupato per lei.
“Non arrenderti, Erza. Tu sei più forte, non devi perdere.
Non perdere la tua speranza.”.
Solo in quel momento le lacrime iniziarono a fuoriuscire senza sosta, mentre la bambina gettava letteralmente le braccia al collo di Jellal, sotto lo sguardo stupito di tutti.
Erza era la prima a non sapere se le sue erano lacrime di tristezza, sollievo, rabbia o gioia.
 
La fiamma della speranza di Erza Scarlet era forte, e così sarebbe sempre rimasta.
C’erano comunque momenti in cui qualcuno, un nemico, o una particolare circostanza, riusciva a soffocarla.
Una fiamma muore, se non alimentata, se lasciata sola.
Jellal sarebbe sempre stato colui che la alimentava
Non avrebbe mai permesso che si spegnesse.






Angolino di Mokona:
Buonsalve, gilda!
Non ho tanto da dire, a parte il fatto che il mio cuore scoppia di jerza feelings, che ho tanto bisogno di jerza, e che non riesco a smettere di fangirlare per questa meraviglia qua. Sto spammando? Sì, mi sa di sì. Ma è troppo bella per non essere spammata, provate a fermarmi, e attraverserò le fiamme dell'inferno nel nome del mio OTP. Detto questo, correte a leggere, preferire, recensire e amare quella fic, perchè è davvero una delle fanfiction jerza più belle che io abbia mai letto (e parlate con una che ha letto tutte le jerza del fandom italiano, e quasi tutte quelle del fandom inglese).
Detto questo. Spero che la shottina vi sia piaciuta ^^
Con le ultime frasi mi riferivo alla mania di Jelly di non salvare Erza ogni tre secondi come Natsu fa con Lucy; se ci fate caso interviene solo quando Erza ha perso la speranza, o proprio non riesce a vincere (mi riferisco a quando si era arresa con Azuma, e a -SPOILER-  quando era convinta di morire contro i draghetti...in entrambi i casi si era arresa, giusto?). Perchè sono convinta che Jellal ponga un'enorme fiducia in Erza, e quindi non intervenga nei suoi affari se non strettamente necessario. Quanto li amo <3
Ok, ho sclerato abbastanza!
Ci vediamo la prossima settimana! o anche prima, se volete.
Kiss
Mokona_

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Capitolo 7
*** The first time...Erza have been banded from the kitchen ***




The first time...
       Erza have been banded from the kitchen

 
 


 
Jellal era un ottimo cuoco.
Erza aveva potuto appurarlo in quei mesi successivi al loro matrimonio, quando erano finalmente andati a vivere insieme.
E, con sua sorpresa, era stato Jellal ad appropriarsi fin da subito dei fornelli, nella grande casa che condividevano.
Aveva dimostrato di saperci fare: era un cuoco provetto, avrebbe potuto benissimo essere messo al pari di tanti cuochi famosi a Magnolia.
"Pensi davvero che fosse stata Ultear a cucinare, durante la latitanza?" Aveva chiesto a Erza, ridacchiando, vedendola sorpresa "E poi, ora ho a disposizione molti più ingredienti.".
Certo, Ultear non sembrava proprio una di quelle donne che si sarebbero messe pazientemente a cucinare; le veniva ancora da ridere per quella volta in cui Jellal le raccontò che quando la sua vecchia compagna di gilda aveva provato a preparare qualcosa di commestibile, visto che non riusciva a seguire le ricette e stava bruciando tutto, a detta sua perché gli ingredienti erano scadenti, aveva distrutto la cucina per dispetto. Mentre Meredy...Oltre alla pazienza, la giovane maga era dotata anche di un'affatto modesta dose di entusiasmo, ma ciò non le aveva impedito di ottenere lo stesso risultato della madre.
C'era anche da dire che, in qualche modo, il grembiule da cucina contribuiva a rendere Jellal particolarmente irresistibile, motivo in più per lasciargli la più completa libertà.
E le torte.
Quelle che all'inizio erano state una sorta di "terzo incomodo", che avevano provocato tra i due più di un litigio, erano diventate il piatto forte del mago; ed Erza, già follemente innamorata del dolce, aveva scoperto che le torte alle fragole preparate dal suo Jellal erano quelle che preferiva, persino rispetto a quelle della migliore pasticceria di Magnolia; e se le era difficile stare senza il mago, sicuramente non sarebbe più riuscita a vivere senza le sue torte.
Una sera, mentre il mago stava preparando per l'appunto una delle sue torte, aspettando che il resto della cena cocesse al punto giusto, Erza ebbe l'idea di aiutarlo: certo, anche lei cucinava, ma spesso, come quella sera, era l'altro ad insistere per voler preparare da solo il pasto per entrambi.
Il mago stava aggiungendo gli ultimi ritocchi in panna, prima di rimettere la torta in frigo, mentre aveva delegato ad Erza il compito di dedicarsi alla cottura del pollo al curry.
Quando però Jellal posò la torta, e si voltò verso di lei, Erza non riuscì a fare a meno di notare che suo marito era coperto di schizzi di panna da capo a piedi.
Fu così che iniziarono i problemi.
Perchè Erza non resistette al richiamo della dolcezza della panna, né al sapore dolce e morbido della pelle di Jellal.
Ma la situazione precipitò quando, una volta finito, anche se l'altro ,cogliendo al volo le sue intenzioni, le stava già intimando di smettere, Erza decise di non averne abbastanza. Quindi, dopo aver eliminato quel fastidioso elemento costituito dal tessuto che le impediva di raggiungere la pelle di Jellal nel modo in cui voleva, lo coprì letteralmente di panna, in modo da dover affrontare una pulizia tanto più impegnativa quanto minuziosa. Non che all'altro, nonostante quelle che avrebbero dovuto essere proteste, dispiacesse più di tanto.
Purtroppo, però, entrambi erano così distratti e impegnati da non accorgersi del fumo proveniente dalle pentole. E neanche che alcune stavano per scoppiare.
Il fumo raggiunse quindi un lachryma-sensore, che attivò una leggera scarica d'acqua per spegnere un presunto incendio; all'acqua si aggiunse poi il curry, che invase completamente l'ambiente, e un odore penetrante di bruciato che rimase per settimane.
 
Fu così che Jellal bandì Erza dalla cucina.
 
 
 
Almeno però la torta alle fragole si era salvata.






Angolino di Mokona_
Buonsalve! Mokona sta morendo di sonno perchè stanotte non ha dormito, quindi non si dilungherà molto.
Ultimamente sono poco ispirata, ma ho così tanti jerza feelings che muoio dalla voglia di scrivere qualcosa. Sarà anche che in shinjeki no kyojin stanno morendo uno dopo l'altro tutti i miei personaggi preferiti, ma vabbè.
Spero che la fic vi sia piaciuta!
Ci vediamo la settimana prossima! o anche prima, se mi va
Kiss
Mokona_

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Capitolo 8
*** The first time...Jellal have proposed ***


 


 

The first time...

         Jellal have proposed

 




 

 

"Ne, nonno Rob, ci spieghi cos'è il matrimonio?". L'anziano Rob, che spesso dava spiegazioni ai suoi piccoli amici riguardo gli argomenti più disparati, spalancò leggermente gli occhi, sorpreso.
"A cosa è dovuta questa domanda, mia piccola Miriana?". La bambina, sorridendo, rispose:"Ho sentito altri amici più grandi parlarne, prima, e mi chiedevo che volessero dire.".
Nonno Rob guardò con affetto tutti i bambini che gli stavano intorno: Sho, Miliana, Wally, Simon, la piccola Erza e Jellal lo fissavano, aspettando la sua spiegazione. Il bambino con il tatuaggio, Jellal, che forse in parte già sapeva quello che avrebbe detto, lanciava ogni tanto uno sguardo furtivo alla sua amica dai capelli rossi, arrossendo subito e sbrigandosi poi a rivolgere la sua attenzione al pavimento o al soffitto.
Fu proprio guardando Erza che Nonno Rob iniziò a spiegare, cercando di essere più chiaro possibile:"Sapete, bambini, quando due persone si vogliono veramente molto bene, e desiderano rimanere insieme per tutta la vita, allora decidono di sposarsi.".
"Nonno Rob, ma perchè-" La domanda di Wally venne interrotta da una guardia, che prontamente rovinò quel piccolo momento di quiete e calore familiare che erano riusciti a costruire, costringendo tutti a ritornare a lavorare.
E, se qualcuno si mostrò scocciato, qualcuno arrabbiato e altri ancora tristi, il vecchio Rob venne colpito dall'espressione di Jellal: il bambino sembrava molto concentrato, profondamente perso nei suoi pensieri. Chiedendosi cosa stesse pensando, l'anziano si diresse verso le cave, che lo aspettavano.

 

 

 

Jellal rimase molto silenzioso nei giorni successivi. Davanti agli altri cercava di comportarsi naturalmente, ma c’era qualcuno che aveva capito che qualcosa non andava. Uno era il vecchio Rob, che aveva imparato a conoscere i suoi giovani amici forse meglio di loro stessi; l'altra era la piccola Erza, particolarmente affezionata e vicina a Jellal.
Un giorno la piccola bambina, vedendo il suo amico visibilmente turbato e nervoso, gli chiese cos'aveva che non andava. Lui non rispose, ma la guardò negli occhi, e le chiese di andare con lui nel loro rifugio: era una piccola grotta vicina a una delle cave, grande appena da far stare entrambi seduti all’interno; era situata in un punto nascosto, e spesso si rifugiavano lì, per sfogarsi, ascoltarsi, o, più semplicemente, trascorrere un po' di tempo insieme.
Quel giorno, però, Jellal doveva fare qualcos'altro.
Qualcosa di estremamente più importante.
Guardava Erza con sguardo deciso, anche se lei vedeva che un leggero velo di paura li copriva.
"Erza, ho una cosa importante da dirti - Così iniziò il bambino - E' una cosa importante, e vorrei che mi ascoltassi attentamente.
Ricordi qualche giorno fa, quando nonno Rob parlava del matrimonio, e del fatto di passare tutta la vita con la persona alla quale voglio più bene?" Il volto di Erza, mano a mano che Jellal parlava, si faceva sempre più rosso. E il luccichio negli occhi dell'altro non aiutava.
"Ecco...Tu sei la persona alla quale voglio più bene, e vorrei davvero passare il resto della mia vita insieme a te.".
Il cuore di Erza saltò un battito, mentre sentiva le mani di Jellal prendere le sue, e il suo cervello cercava di assimilare le parole appena pronunciate dal suo migliore amico.
E, mentre il volto di entrambi raggiungevano le sfumature del rosso più intenso, jellal chiese:"Erza, so che adesso siamo piccoli, ma, un giorno...Vorresti sposarmi?".
Erza non ebbe bisogno di pensare; aprì la bocca, per rispondere.
E fu in quel momento che qualcuno li chiamò.
"Erza, Jellal, dove siete? Le guardie ci stanno cercando, se non ci rimettiamo subito al lavoro passeremo dei guai seri!".
I due si affrettarono a tornare alle loro ingiuste attività, i volti ancora rossi.

 

Mentre correvano, però, Erza volle comunque sussurrare la sua risposta.

 

 

Solo molto tempo dopo scoprì che Jellal aveva sentito il suo “Sì”, e l’aveva conservato nel cuore;

e che era stato proprio pensando a quel “Sì” che un giorno, su un’anonima spiaggia, le aveva detto di avere una fidanzata.










Angolino di Mokona_
Allora. Vorrei specificare un paio di cosine: innanzitutto in questa fic Jellal e Erza si piacciono molto, sono molto affezionati l'uno all'altra, anche se ancora non comprendo appieno il sentimento dell'amore, parole che non mi sembra proprio di aver usato, se l'ho messa mi sono sbagliata. Quindi, pur non comprendendo appieno ciò che provano l'uno per l'altra, nella loro innocente ingenuità capiscono di essere legati all'altro in modo speciale; Jellal non capisce ancora cose "grandi" come il matrimonio, ma gli basta sapere che è il modo migliore per legarsi a Erza per volerla sposare, e Erza, cotta com'è del nostro Jelly, non esita a dire sì, perchè è ancora bambina, e non pensa neanche tanto a tutte le conseguenze. E' un'idea che ho avuto sempre in mente, un'headcanon che mi ha sempre ispirato e che non vedevo l'ora di scrivere, quindi eccolo qua, spero vi piaccia e di non essere andata troppo OOC. a me sembra sempre di fare tutti OOC, ma voi mi dite di no, quindi dovrei levare l'avvertimento?? ma io non me la sento, Erza è super OOC!!!!
Non so perchè e non so se anche voi avete questa sensazione, ma ogni volta che scrivo qualcosa sulla Torre del Paradiso mi viene da scrivere a mo' di fiaba XD Sarà l'influenza di Land of Stories...(pubblicità time: è un libro meraviglioso anche per bambini, di Chris Colfer, compratelo! Scusate lo spam!)
Comunque.
Com'è andata a scuola?
Spero meglio che a me, i prof hanno iniziato subito a spiegare e per domani devo già fare una versione di latino
TT_TT Ma è solo il primo giorno, che diavolo.
Tanti saluti, penso che il carcere presto non mi concederà più ore d'aria! -ma no, troverò il modo di farmi sentire-
Kiss
Mokona_


 

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Capitolo 9
*** The first time...Jellal have got a fever ***


 


The first time…..                                                                       
                 Jellal have got a fever
 



 

 
La prima volta che Erza si prese cura di un Jellal malato risaliva ai tempi in cui il fuggitivo non si era ancora unito a Fairy Tail, in una di quelle occasioni in cui Crime Sorciere faceva visita alla gilda; occasione non rara, da quando Jellal aveva finalmente accettato i sentimenti suoi e di Erza.
I tre non sapevano però che girava una strana epidemia, per cui chiunque fosse stato colpito sarebbe stato costretto a letto per giorni, senza alcuna possibilità di muoversi.
Né avrebbero potuto immaginare che i malati, invece di starsene a casa, andavano in giro per la gilda a diffondere germi, neanche fossero pagati per farlo. Ma, in fondo, stiamo parlando di Fairy Tail.
Fu così che Ultear seguì Meredy a casa di Juvia, e Jellal…Beh’, il criminale venne costretto ad andare a casa di Erza.
La maga scoprì che quando il suo amico d’infanzia era malato, tre dei tratti del suo carattere aumentavano a dismisura: la sua cocciutaggine, la sua depressione, e soprattutto la sua estrema affettuosità.
Poté appurare il primo aspetto già in gilda, mentre cercava di convincerlo a riposarsi, e lui invece insisteva con i suoi “Sto benissimo”. Ci volle l’azione combinata di Mira, Laxus e Erza, coronata dalle parole del Master per convincerlo ad andare a casa della maga dell’ex-quip; nonostante tutto, giunti a metà strada, forse resosi conto del luogo in cui stava andando, Jellal cambiò improvvisamente idea, dicendo che poteva benissimo andare in uno dei rifugi vicini di Sorciere (il più "vicino" distava due giorni di cammino), e a quel punto Titania decise di fargli amorevolmente perdere i sensi. Il fuggitivo si svegliò solo quella sera nel letto della sua maga.
Erza si rese conto del secondo mentre gli misurava la febbre e gli preparava qualcosa di caldo, e lui, con il volto rosso, si scusava per il disturbo creato: in quel momento la maga lesse nei suoi occhi tutti il dolore e i sensi di colpa, quel solito velo di tristezza fattosi più spesso, come quando era perso nei suoi pensieri e rimuginava sulle sue colpe; Erza si stupì nel vedere addirittura i suoi occhi farsi acquosi, fatto quantomai raro; era forse la malattia a renderlo più vulnerabile ai fantasmi del passato?
Fortunatamente, la maga aveva la cura anche per questo.
E fu quando si chinò su di lui per catturare le sue labbra in un bacio che venne a conoscenza del terzo aspetto
Jellal, invece di limitarsi a rispondere al bacio, come avrebbe fatto di solito, la tirò a sé, approfondendo lo scambio, cercando qualcosa di più.
E se Meredy ci mise poco a guarire, prima di ripartire Jellal volle prendersi cura di Erza, dal momento in cui anche lei si era ammalata, per colpa sua.
Una volta tanto, però, la cosa non gli pesava molto.










Angolino di Mokona_
Salve a tutti! Non avevo voglia di aggiornare, ma...Vi voglio tanto bene, e quindi ho aggiornato lo stesso <3 Volevo avvisarvi che probabilmente il giorno in cui aggiorno -sono pigra, e non ho voglia di trovare sinonimi, scusatemi- cambierà, non appena ci daranno l'orario definitivo...Insomma per non avere problemi vedrò quale giorno avrò meno compiti da fare, in modo da non abbandonarvi (?)
Scoppio di feelings, ma questa non è una novità.
Voglio della jerza.
Perdonatemi se sto sparando un mucchio di cavolate senza alcun senso, ultimamente sono particolarmente depressa, e la depressione mi fa diventare stupida (???)
Intanto vi ho (tecnicamente li ha preparati Erza) preparato dei biscotti, per ringraziarvi, perchè siete assolutamente adorabili, e vi amo tantissimo <3







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Capitolo 10
*** The first time...Sieg have seen Erza ***






The first time...                            
            Sieg have seen Erza







 
 
Non c'era alcun modo di sbagliarsi.
Era lei.
Gli avevano detto che una ragazza era riuscita a raggiungere il rango S a soli quindici anni. Non era riuscito a trattenersi dall'andare a vedere chi fosse, anche se sapeva che, prima o poi, l'avrebbe incontrata al fianco di Makaron. Ma mai, mai si sarebbe aspettato di vedere proprio lei.
La seguiva da lontano, spiandola, nascondendosi dietro le grandi colonne del corridoio.
Erano passati quattro anni, era cambiata molto: aveva lasciato crescere i capelli scarlatti, che ora le coprivano quasi tutta la schiena. Al posto degli stracci c'era quella che aveva tutta l'aria di essere una pesante armatura; i suoi occhi erano duri, decisi, totalmente diversi da quelli della bambina impaurita e indifesa che aveva cacciato dalla sua vita.
Che avesse dimenticato tutto, e fosse riuscita a tagliare con il passato?
La risposta gli arrivò spontanea, non appena l'ebbe osservata meglio.
No, ovviamente no.
Lesse nei suoi occhi, seppure ben nascosti, dolore, paura; capì che l'armatura che indossava serviva ad isolarsi dagli altri. E se un sorriso crudele gli attraversò il volto, al pensiero dei modi in cui avrebbe potuto sfruttarla, una parte di lui, capendo quanto doveva aver sofferto, e quanto probabilmente stava ancora soffrendo, non riusciva a smettere di provare dolore, voglia di aiutarla, come era solito fare in passato; rimorso.
Mise a tacere quella parte più profonda, così come fece con quel calore nel petto e quella voce che gli sussurrava "è diventata bellissima".
Improvvisamente, provò nei confronti della ragazza un odio cieco: era sempre riuscito a controllarsi, a far prevalere l'oscurità su quella minima parte di Jellal che rimaneva.
E ora, chi diavolo era quella stupida ragazza per mandarlo così in confusione?
Cercò di recuperare la calma, ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
E, improvvisamente, per la prima volta dopo anni, Sieg ebbe paura.
Perché il suo animo era in tumulto, e il battito del suo cuore non sarebbe dovuto essere così accelerato.
Si voltò; in fondo, non c’era ancora bisogno di rivelare la sua presenza.
E scappò.











Angolino di Mokona_
Trullallero trullallà. Buonsalve. No, non sono morta,  e sì, questa flash fa schifo, in effetti non piace neanche a me, perchè a dirla tutta odio sieg (insomma, sì, se non conto tutta quell'aria super mega ultra sexy che fa venire voglia di stuprarlo) con tutto il mio cuore, davvero, non lo sopporto. Non mi aspetto che vi sia piaciuta, a me proprio non piace insomma, mi piace anche meno di tutte le altre, quindi...molto, molto male? 
Avevo letto che Erza era diventata maga di classe S a 15 anni in una delle interviste nel manga italiano...non ho tempo di controllare (ho provato su ft wikia, senza risultati), ma non mi sembra di sbagliare...chiedo perdono se invece come al solito la mia memoria ha fatto cilecca.
Risponderò alle vostre meravigliose recenzioni, che scaldano così tanto il mio piccolo piangente rotto cuore da fangirl. E ieri è finito Free, e proprio non riesco a riprendermi, è stata un episodio davvero meraviglioso. Domenica finirà shingeki no kyojin, e...no. non voglio. non posso accettarlo.
Sono troppo depressa persino per continuare a sclerare, sto proprio messa male.
corre a prendere la nutella. ora va meglio.
Ciao.
Kiss
Mokona_

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Capitolo 11
*** The first time...Erza have refused a strawberry cake ***





The first time….

       Erza have refused a strawberry cake





 

Quel giorno pioveva.
La gilda era tranquilla: Natsu e Happy erano in missione, Gajeel era in infermeria a causa delle ferite riportate nel suo ultimo scontro, con Levy a tenergli compagnia. Lucy chiacchierava allegramente con Cana, mentre Gray e Juvia facevano colazione insieme.
Erza e Jellal, che si era finalmente unito a Fairy Tail insieme a Meredy e Ultear, avevano preso il loro tempo per svegliarsi, e arrivare insieme in gilda.
Il sorriso di Mira si allargò nel vedere che le loro mani erano intrecciate: da quando si erano ritrovati, non si erano più allontanati. Mentre Jellal andava in biblioteca, come al solito, per prendere qualche libro, Erza si sistemò vicino al bancone, iniziando a parlare del più e del meno con Mira.
Poco dopo il mago tornò, si unì a loro, e fece la sua solita ordinazione: un caffè forte per lui, e una fetta (o più, a seconda della giornata) di torta alle fragole per la sua Scarlet.
Ma quel giorno, per la prima volta, Erza lo fermò.
Con occhi confusi poggiò un a mano sul braccio del marito, dicendo:”Oggi non mi va la torta alle fragole.”. Se Jellal e Mira caddero per terra, per poi alzarsi a fatica con volti terrorizzati, quando la gilda vide la scena e si informò sul perché del loro comportamento, calò un silenzio affatto consono, che riempì la struttura di un’aria carica di tensione.
“Erza, sai cosa hai appena detto? Sei sicura di sentirti bene?” Domandò subito Jellal, prendendole una mano, il volto ridotto a una maschera di pura preoccupazione.
“Sto bene –rispose lei, la fronte corrugata, confusa tanto quanto gli altri- Solo…Non so, mi sento strana.
E improvvisamente anche solo il pensiero di torta alle fragole mi nausea.”.
La gilda raggelò. Quale oscuro maleficio era sceso sulla maga? Insomma, lei era Erza Scarlet, la persona che riusciva a mangiare anche decina di torte intere senza mai essere sazia.
Persino Mavis e Makaron fissavano increduli la maga, cercando di capire cosa avesse.
Fu Lucy la prima a capire tutto, e a rompere il silenzio che li avvolgeva.
“Ho capito!” Esclamò infatti, gli occhi che le si illuminavano.
Rivolse un sorriso a trentadue denti prima a Erza, poi a jellal.
Il suo sguardo si poggiò poi nuovamente sulla rossa:”Puoi stare tranquilla, Erza, non penso che tu sia vittima di una qualche magia oscura…” Tutti tirarono un sospiro di sollievo, ma la tensione nell’aria non accennò a diminuire; nessuno riusciva a capire perché Lucy sembrasse scoppiare di felicità.
“Ricordo una volta in cui parlai con mia madre –iniziò a raccontare la maga degli spiriti stellari, quasi saltellando in preda all’euforia sotto gli sguardi confusi dei compagni- Eravamo in giardino, stavamo bevendo del thè. Mi disse che lei amava moltissimo il thè, e che non poteva fare a meno di berlo ogni giorno.
E mi disse anche che c’era stata una sola volta in cui non le andò di prenderlo…”. Lasciò che tutti pendessero dalle sue labbra, poi, prendendo un respiro profondo, annunciò:”Era stato quando aveva scoperto di essere incinta!”.
Silenzio.
I volti di Erza e Jellal si tinsero all’unisono di rosso.
Si guardarono, e sulle loro labbra si andò formando un sorriso.
Boati di gioia scossero la gilda, mentre tutti si accalcavano per congratularsi con la coppia.
Come al solito, la giornata si concluse con un party alla Fairy Tail.





 


 

 

Angolino di Mokona_
Salve. Non mi posso dilungare e ho riguardato solo una volta, perchè devo staccare e perchè sono una sfaticata, perdonatemi. Se fino ad ora le fic hanno seguito più o meno mie headcanon....non so se il primo (la prima, per me) jerza babies sarà frutto di una qualche scappatella o se questi due adorabili bastardi riusciranno a resistere fino a quando jelly &co. saranno liberi, e quindi teoricamente dovrebbero riuscire a trattenersi almeno fino al loro matrimonio.
Quanto amo questi due bambini.
E ho già iniziato a scrivere una fic per hallowen!
Ok, basta con gli scleri, devo davvero andarmene.
Pregate con me che domani mashi-trollmaster-sensei ci regali un po' di jerza -o che almeno faccia comparire jellal, visto che, anche guardando il contesto, NON CI STAREBBE AFFATTO MALE, ECCO.-
Kiss
Mokona_

 

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Capitolo 12
*** The first time...Jellal have seen Erza blushing ***





The first time…
           Jellal have seen Erza blushing

 






 
Nella Torre del Paradiso i bambini lavoravano spesso in stretti tunnel, in una forzata condizione di stretto contatto. Erano bambini, certo, quindi non se ne preoccupavano più di tanto. Di certo, però, non era bello lavorare in uno spazio talmento angusto da non avere neanche spazio per muoversi, con le narici piene dell'odore di sudore, umido, roccia, sangue. Uno di loro, Jellal Fernandes, era probabilmente l’unico a preferire quel tipo di lavoro: nonostante l’aria consumata, l’ambiente sporco e stretto, quello era uno dei pochi modi per poter stare in stretto contatto con i suoi amici, tenerli d’occhio, parlare con loro senza essere sgridato, poiché le guardie erano troppo grandi, e di sicuro non avevano alcuna intenzione di entrare in quei cunicoli così angusti, cupi, in quanto illuminati solo da fioche lanterne, così diversi dalle camere spaziose e comode in cui erano abituati a vivere. Ma c’era anche un altro motivo per cui a Jellal non dispiaceva troppo svolgere quelle mansioni: un ricordo.
Aveva da pochi mesi conosciuto una nuova bambina, Erza “Scarlet”, come lui l’aveva chiamata, per via del colore dei suoi capelli.
Un giorno Jellal ed Erza si ritrovarono a scavare vicini, cercando di ampliare il tunnel ancora troppo stretto per gli schiavi già adulti. Si stavano raccontando delle loro vite prima di essere catturati, quando, improvvisamente, la terra iniziò a tremare violentemente sotto i loro piedi; prima che uno dei due potesse capire qualcosa, si ritrovarono entrambi a terra, l’una sopra all’altro.
Dopo pochi secondi di confusione totale, Jellal cercò di muoversi, scoprendo così di essere bloccato da qualcosa. Aprì gli occhi, e scoprì che quel “qualcosa” era semplicemente Erza: evidentemente la bambina gli era caduta addosso in seguito alla scossa. Jellal la vide alzare lentamente la testa, leggermente confusa, cercando di metterlo a fuoco, e capire cosa fosse successo: si rese conto della posizione in cui si trovava, in cui si trovavano, e si affrettò ad allontanarsi.
E, in quel momento, Jellal lo vide: quell’adorabile rossore tingere le guance sporche della bambina, abbinandosi perfettamente ai suoi capelli scarlatti; non ebbe modo di incrociare lo sguardo di Erza, in quel momento fisso per terra, ma riuscì comunque a notare nei suoi occhi una luce mai vista prima.
Mentre si chiedeva cosa fosse quel calore che gli invadeva il petto, il bambino balbettò un “Di niente” in risposta alle scuse dell’amica, che ancora teneva gli occhi puntati sul pavimento.
Se solo li avesse alzati per guardare Jellal, avrebbe scoperto che la sua faccia era ancora più rossa della sua.










Angolino di Mokona_
Buonsalve, gilda!
Sì, oggi aggiornamento di sabato. Scuola. Non fatemi aggiungere altro.
E sì, capitolo decisamente cortino, sono circa 400 parole...ma voi mi perdonate, perchè sono carina e coccolosa, perchè questa settimana ho già pubblicato una shottina, perchè sto scrivendo tante cose che spero di poter pubblicare al più presto e perchè ho raggiunto la mia 400esima storia, vero? (l'ultima non c'entra niente, ma vabbè)
Ma parliamo di cose importanti: sto davvero odiando mashima per tutto il fanservice che sta mettendo. Sul serio, quando è troppo è troppo, non se ne può più, nell'ultimo capitolo sono state dette cose importanti, e tutto avrebbe avuto più valore, se non fossimo stati bombardati di continuo con lati a, b, c, d, e, f, g, e tutto l'alfabeto, ecco.
Mokona se ne va, sperando che il capitolo, per quanto piccolo, vi sia piaciuto.
Dovevo anche dire un'altra cosa importante, ma me la sono scordata. Accidenti.
Forse era che adoro tantissimo le vostre recensioni, mi fanno sorridere, sciogliere e mi fanno venire voglia di scrivere...grazie, sul serio <3 Sì, dovevo dire questo, ma c'era un'altra cosa...che scommettete che appena pubblico mi viene in mente? -.-"
Kiss
Mokona_

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Capitolo 13
*** The first time...Jellal and Erza have had an argument ***


 

The first time….

             Jellal and Erza have had an argument




 

 

La prima volta che Erza e Jellal litigarono fu per una cosa stupida.
Jellal si era ammalato, aveva la febbre; quando succedeva, sapeva diventare l’uomo più cocciuto del mondo.
“Sto bene -ripeteva- Voglio solo andare in missione.”. Erza, però, non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare. Non con una febbre da cavallo che gli rendeva difficile persino stare in piedi, e che lo avrebbe sicuramente fatto ammazzare dal primo mago oscuro che incontrava.
“Ho distrutto da solo intere gilde oscure in condizioni peggiori di questa!” Cercava di convincerla. “E Ultear e Meredy te lo lasciavano fare?” Aveva chiesto allora lei, diffidente.
“Oh, no.
Scappavo e compivo il mio dovere prima che riuscissero a fermarmi via link sensoriale.” Replicava lui, con una nota di orgoglio, senza dire che poi era costretto a rimanere per settimane a letto a causa delle ferite quasi mortali.
Ma Erza, seppure intenerita, non lasciava che si muovesse dal letto.
Era stato quando Jellal aveva iniziato a fare “i capricci”, insistendo probabilmente fin troppo, che erano passati dal:”Non fare il bambino” al “So cavarmela da solo!” per arrivare ad un sano e liberatorio:”Farò quello che cazzo mi pare!” e “Massì, vai a farti ammazzare!”.
Quello che probabilmente però nessuno dei due si aspettava, era che la questione finisse a suon di spade: davvero Erza e Jellal iniziarono a combattere, volteggiando l’uno intorno all’altra, attaccando, parando e schivando. Riuscivano a prevedere ogni mossa dell’altro, in questo modo, non riuscivano a ferirsi.
Erza doveva effettivamente ammettere che i riflessi di Jellal erano buoni, anche se non le era sfuggito il fatto che si stancasse molto più velocemente.
Andarono avanti per un po’, distruggendo buona parte del mobilio e qualche vaso antico, fino a quando un ultimo colpo non li costrinse ad una vicinanza troppo esigua per non essere colmata.
Il conflitto si risolse tra gli “scusa” e “ti amo, ho fatto l’imbecille” nella camera da letto, tra lenzuola, carezze e baci.








Angolino di Mokona_
Buonsalve.
Sì, questa volta aggiorno prima, che domani ho assemblea d'istituto -aka: sessione di scrittura di 5 ore di fanfiction e disegno fan art-. Sto iniziando a chiedermi dove siano tutti i capitoli che ho scritto per questa raccolta...me ne mancano pochi, e poi li ho finiti. Non è vero, in verità ne ho pronti un sacco, ma visto che prima li scrivo a mano, non ne ho copiato praticamente nessuna sul pc da qualche mese a questa parte...e questo è un problema. Questa flash è super-vecchia, btw. Sì, fatti completamente arrandom.
Me ne vado, prima di sparare altre cavolate.
Ah, comunque questo è una mia specie di headcanon, per cui ogni volta che jelly e erza litigano finiscono prima per combatterre, poi...a lavorare sul progetto dei 30 jerza babies? E perdonatemi la brevità del capitolo...datemi un po' di tempo, e probabilmente pubblicherò qualcosina.  Spero. sta lavorando da un secolo su una specie di mini long, deve finire una shot jerza crossover con snk, e anche la fic per halloween, e vorrebbe avere una giratempo per fare tutto.
La verità è che se non fosse per la scuola passerei il mio tempo a disegnare e scrivere, lasciatemelo dire.
E lasciatemi dire anche che se mashima non se la smette con tutto questo fanservice si ritroverà nei guai, ecco. -chi ha letto l'ultimo capitolo mi capisce-
Eeeee...niente. Ciao.
Kiss
Mokona_


 

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Capitolo 14
*** The first time...The guild have seen the scariest duo ***


 



The first time…

               The guild have seen the scariest duo

 




 

Gray e Natsu stavano combattendo al centro della gilda.
Era normale.
Lo avevano sempre fatto, e continuavano a farlo, anche dopo che si erano entrambi sposati, e Gray e Juvia avevano avuto un figlio: forse nulla avrebbe impedito loro di litigare e finire per lottare ogni mattina.
Forse.
Accadde infatti, quella tranquilla mattina d’ottobre, che Gray, dopo aver lasciato Juvia a chiacchierare con Jellal e Erza, lasciando che suo figlio e la bambina dei due maghi di classe S facessero amicizia, iniziò la solita scaramuccia con Natsu. I due non si aspettavano certo che, nella foga della lotta, un tavolo venisse involontariamente spedito proprio verso Jellal, Erza, e la loro bambina.  Suddetto tavolo venne completamente polverizzato dall’ex-criminale molto prima che potesse avvicinarsi alla sua amata famiglia.
Un silenzio inconsueto calò sui presenti, mentre Erza consegnava sua figlia nelle braccia di Mira, e lei e suo marito si alzavano.
L’intera gilda venne coperta all’istante da un clima di terrore profondo, mentre i due si avviavano con sguardo assassino verso Natsu e Gray.
I malcapitati si ritrovarono a terra, tant’era la pressione magica che li opprimeva. Una sola frase uscì, quasi sussurrata, dalla bocca di Jellal:”Io e Erza pensiamo che abbiate bisogno di capire che i bambini devono stare attenti a non coinvolgere gli altri nei loro giochi pericolosi.”.
Fu così che Natsu e Gray passarono un mese ad un indesiderato stretto contatto, nell’infermeria della gilda, senza però la possibilità di potersi azzuffare.
E ci volle un altro mese prima che dimenticassero l’accaduto, e iniziassero nuovamente a litigare; fuori dalla gilda, ovvio.
Nessuno però biasimò o rimproverò Jellal e Erza, anzi, al contrario Mira si congratulò con loro, mentre il Master aveva dato loro un cenno d’approvazione.
A dire la verità, però, anche se le loro azioni fossero costate loro un miliardo di Jewels, non se ne sarebbero minimamente curati.


Nessuno faceva del male alla loro bambina.










Angolino di Mokona_
Sì, sono di nuovo io. A parte il fatto che sono una cretina, oggi ho aggiornato due volte perchè entrambe le flash sono molto cortine, quindi...si compensano? boh, lasciatemi perdere. Se qualcuno si è perso qualcosa, probabilmente è perchè non ha visto la fic che ho pubblicato qui. Ecco, niente.
Ho introdotto la mia adorata jerza baby!!!! =D Ci voleva, no? ;) Scherzi a parte, si dovrebbe chiamare Mikoto (nome dato alla prima jerza bby dalla mia OTP queen). E avete presente il fatto che faceva amicizia con il figlio di Gray e Juvia? Ecco, il figlio di Gray e Juvia dovrebbe chiamarsi Gale (questo nome gliel'ho dato io per tutta una serie di perchè decisamente troppo lunga da spiegare), e quando lui e Mikoto cresceranno si innamoreranno e si metteranno insieme, perchè io li shippo e ho già tutti i miei headcanon in mente, così come ho in mente tutta la prossima generazione di fairy tail, con rispettive ship che devono prendere il largo -risata malefica-
Volevo dirvi una cosa: innanzitutto vi voglio davvero un sacco di bene, non so come facciate a sopportarvi.
E poi volevo dirvi che se vi piacerebbe leggere di una qualche prima volta in particolare...non esitate a chiedere! Non scrivo smut -questo non vuol dire che non scriverò qualcosa sulla loro prima volta, tranquille, lo farò, prima o poi-, ma per il resto sono aperta a qualsiasi proposta! Poi però, insomma, sono completamente schiava dell'ispirazione, quindi non vi assicuro nulla.
Scusatemi.
Kiss
Mokona_

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Capitolo 15
*** The first time...Jellal and Erza have destroyed their room ***




The first time…
        Jellal and Erza have destroyed their room.




 

Avevano esagerato.
Avevano decisamente esagerato.
 
 


Fu il mal di testa a svegliare Jellal, quel mattino. Il mago aprì gli occhi, ma impiegò non pochi minuti per mettere a fuoco il volto di Erza, illuminato dai timidi raggi dell’alba. Il mago ancora una volta non riuscì a fare a meno di paragonare la sua bellezza a quella di un 'angelo. Ma, in fondo, per lui Erza rappresentava proprio questo: un ‘angelo inviato dal cielo per guidare lui, il demone peccatore, attraverso il sentiero che conduceva alla luce, senza avere paura di quanto l’oscurità in cui si era immersa l’avrebbe macchiata. Come si era lasciata ancora una volta macchiare la scorsa notte, a giudicare dall’assenza di vestiti di entrambi e dall’aria completamente stravolta della sua Scarlet, la stessa che probabilmente doveva avere lui.
Dopo averle lasciato un leggero bacio sulla fronte Jellal si tirò su lentamente, cercando di ignorare le fitte di dolore alla testa, e di schiarire le idee. Si accorse così dello stato più che pietoso in cui si trovava la loro camera.
O meglio, quello che sarebbe dovuta essere la loro camera: il grande armadio di Erza era rovesciato, così come la libreria, tutti i libri preferiti di Jellal sparsi per il pavimento. L’ex-criminale rabbrividì nel rendersi conto che alcuni erano completamente distrutti, le pagine che coprivano il pavimento di marmo. A far loro compagnia le piume di quelli che erano i loro cuscini, le cui federe, completamente lacerate, pendevano dal lampadario.
Ignorando l’insistente domanda “E quelle come diavolo sono finite lì?!” il mago si voltò verso Erza, iniziando a scuoterla nel tentativo di svegliarla. Sospirò irritato, quando lei mugugnò un “Solo altri cinque minuti”, e si voltò, dandogli così le spalle. In qualunque altra situazione l’avrebbe lasciata dormire, o quantomeno avrebbe trovato un modo dolce per svegliarla; ma, per Mavis, nella loro stanza sembrava essere passato un tornado.
Il mago decise quindi di ricorrere ai vecchi, infallibili metodi. Si chinò verso di lei, sussurrandole piano nell’orecchio: ”Mira è andata a prendere la macchina fotografica.”. Titania si alzò di scatto, tirando a sé il lenzuolo, e guardandosi attorno terrorizzata, quasi avesse visto un fantasma. Jellal non poté fare a meno di sorridere comprensivo, al pensiero di tutte le volte che erano stati interrotti, disturbati o svegliati dai flash dell’albina, che non aveva nemmeno tenuto in considerazione l’idea che, volendo creare un album fotografico “della sua nave preferita” (così l’aveva definito), avrebbe invaso la privacy dei due. Perché alla fine “meritava pure un premio per aver fatto loro raggiungere quei risultati.”. Pur ammettendo che avesse ragione, ciò non avrebbe impedito a Jellal e Erza di rimanere traumatizzati a vita, come era di fatto accaduto.
Il mago venne riportato al presente dai lamenti della sua Scarlet, che si reggeva la testa con le mani: evidentemente anche per lei il risveglio doveva essere stato tutt’altro che indolore.
“Erza, cos’è successo ieri?”
La maga guardò Jellal con occhi confusi e ancora impastati dal sonno, ma riuscì a biascicare: ”Jellal…Che…Come…Che giorno era ieri?”.
L’ex-fuggitivo sgranò gli occhi, ma non ci mise molto a capire che, in fondo, dovevano pur incominciare da qualche parte: cercò quindi di scendere dal letto.
Ma il pavimento arrivò troppo presto sotto i suoi piedi, quindi inciampò, e cadde. Si accorse così che, oltre agli altri danni, in qualche modo il loro letto era stato sfondato, per cui le gambe che prima lo reggevano giacevano ora sul pavimento, spezzate, anche loro coperte di piume.
Imprecando, il mago barcollò con passo incerto verso un paio di pantaloni, e dopo averli indossati si mise alla ricerca del calendario che una volta era appeso al muro: ovviamente non si trovava più al suo posto. Lo trovò per terra, sommerso da una pila di vestiti. Dovette faticare non poco per riuscire a mettere la vista a fuoco, e annunciare: “Ieri era il giorno del nostro anniversario.”. Una nuova fitta di dolore colpì la testa di Jellal, che finalmente iniziò a ricordare qualcosa: anniversaio. Festeggiamenti. Vino.
Tanto, troppo alcool e vino.
Mentre i pezzi della sua memoria tornavano ad allinearsi, Jellal si rese conto chi era stato l’autore di un tale disastro.
E, guardando Erza, capì che anche lei stava ricordando.
Ricordando della loro malsana idea di concludere la cenetta romantica per festeggiare il loro anniversario con un brindisi, che si era presto trasformato in un “diamo fondo a tutte le scorte di alcool della casa”, e la successiva, inevitabile e interminabile sessione di sesso selvaggio che aveva comportato la distruzione della loro camera.









Angolino di Mokona_
Jelly. Erza. Cosa diavolo avete combinato???? Seriamente, come hanno fatto a distruggere la loro stanza? Io boh, certa gente...Non chiedetemi da dove sia uscita questa fic. Non lo so. E, dai, concedetemi l'entità esagerata dei danni, in fondo stiamo parlando di Jellal e Erza, e questo è Fairy Tail
Una cosa: ho notato che i capitoli in cui Jelly e Erza puffeggiano (?) sono quelli più letti.
You naughty girls.
Ok, devo andarmene, perchè ho un sacco di cose da fare. E per un sacco di cose da fare intendo dire che devo assolutamente fare una certa fan art jerzosa per halloween. Ho anche scritto una shot -che shot non è, sembra non finire mai- sempre jerzosa per halloween, solo che non ce la farò a finirla per domani, quindi aspettatevela...l'1? massimo il 2. Perdonatemi.
E perdonatemi anche gli eventuali errori in questa shottina, ora non ho tempo di ricorreggerla, ho seriamente troppo poco tempo, poi semmai ripasserò. E scusatemi anche se non ho risposto ad alcune vostre recensioni, recupererò anche quello il prima possibile.
Scappo, pregate che l'ispirazione mi assista, e che mashi-trollmaster-sensei faccia apparire jelly nel capitolo di venerdì.
Kiss
Mokona_

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Capitolo 16
*** The first time...Jellal have recovered Erza's injuries ***




The first time…
               Jellal have recovered Erza’s injuries




 

 
“Ahi!”.
“Aspetta, Erza, ti ho detto di non muoverti!”.
“Ma fa male!”.
Jellal non poté fare a meno di corrugare le sopracciglia dispiaciuto nel vedere due gocce di lacrime formarsi agli angoli degli occhi di Erza. Ma, prima di bendarla, lui doveva pulirle la ferita, almeno un po’. Ed era stata una fortuna, per loro, che Erza si fosse fatta male giusto prima di ricevere quello che chiamavano “pranzo”: almeno in quel modo aveva potuto usare la sua acqua per sciacquare via lo sporco.
Ancora una volta maledisse la Torre e i suoi tunnel scoscesi e pieni di buche, perfetti per inciampare e ferirsi contro le dure rocce. Quello che di fatto era accaduto ad Erza: la bambina era caduta, procurandosi così un taglio troppo profondo per essere ignorato, quindi Jellal, pur non potendo procurarle cure adeguate, stava cercando di fare il possibile per aiutarla.
“Scusami, Erza, ma ripeto che devo pulirti la ferita, prima di bendarti.” Le spiegò nuovamente, accennando a quella specie di sacco che avevano avuto la fortuna di trovare, da cui avrebbero ricavato delle strisce alla bell’e meglio con cui fasciare la parte lesa della bambina.
Erza tirò su con il naso, annuendo, e porgendogli la gamba ingiuriata.
“Scusami.” Sussurrò, poco dopo.
Jellal alzò lo sguardo, inclinando la testa da un lato, confuso. “Se non mi fossi fatta male in questo momento avresti potuto riposare –spiegò lei- e poi, hai dovuto rinunciare alla tua dose d’acqua, e io invece di ringraziarti non faccio altro che lamentarmi.” Aggiunse, mentre i suoi occhi si facevano sempre più lucidi. Senza esitare, Jellal le prese il volto fra le mani, asciugandole le lacrime che avevano iniziato a rigarle le guance.
Le rivolse un sorriso a trentadue denti, ed esclamò: “Ti ho già detto anche questo, no? Non c’è alcun problema, sono felice di poterti aiutare.
Io sono qui per te.”.










Angolino di Mokona_
#ouch.
Non so voi, per me questa fanfiction fa malissimo.  Per l'ultima frase, sì.
Btw.  Siete andati a Lucca? Divertiti? Tutto bene? -come farsi i cazzi della gente-
Ok, questa è tutta invidia perchè io non sono potuta andarci, quindi spero che almeno qualcuno si sia divertito.
Avevo detto che avrei pubblicato una shot per Halloween, vero? No, non mentivo. Solo che sono stata presa da interrogazioni ecc e visto che scrivo a mano prima di copiare a pc è successo che la shot è kilometrica, e non so quando riuscirò a finirla.
Ma arriverà, prima o poi.
Ah, scusate se aggiorno oggi, ma avevo l'interrogazione di latino, che per fortuna non è andata malissimo. Accidenti, quanto straparlo.
Sto cercando canzoni jerzose, o che quantomeno mi ricordino la jerza. In verità ho la playlist piena di canzoni assolutamente jerzose, ma....oh, beh.
Parlando di jerza -perchè, a volte parlo d'altro? lol- NON VEDO L'ORA CHE ARRIVI JELLY NELLA NUOVA SAGA.
INSOMMA, ANDIAMO, ORMAI E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO.
E VOGLIO CHE LUI E ERZA COMBATTANO INSIEME, E SUCCEDA QUALCOSA STILE CHAP 264 MA PIU' APPROFONDITO, ECCO.
SPOILER E amo follementissimamente Jackal <3 <3 <3 <3 <3
E dopo quest'ultimo sclero vi saluto, vi voglio tanto bene <3
Kiss
Mokona_

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Capitolo 17
*** The first time...Jellal have changed his hairstyle ***


The first time…
            Jellal have been forced to change his hairstyle
            Jellal have changed his hairstyle

 
 

 


“Una fidanzata?”.
“Una fidanzata.”.
“…Una fidanzata. Davvero ha detto di avere una fidanzata?”.
“Esattamente.”.
“…è davvero un idiota.”.
“Più di quanto tu possa mai immaginare.”.
“Allora servirà che qualcuno lo rimetta in riga.”.
I volti di Mira e Ultear vennero attraversati da un ghigno malefico: in un modo o nell’altro, sarebbero riuscite a ficcare un po’ di sale in zucca a quei due cretini.
 
 
 

Jellal deglutì.
Alzò una mano con l’intenzione di passarsela tra i capelli, ma si fermò, non appena sentì sui polpastrelli quel gel freddo e rigido che copriva i capelli solitamente morbidi e disordinati. Quindi sospirò, maledicendo Mira e Ultear. Prendendo coraggio, e pregando che sarebbe andato tutto bene, che Erza non sarebbe scoppiata a ridergli in faccia vedendolo, bussò alla porta che aveva di fronte. Augurandosi nuovamente di non essere troppo ridicolo, rispose con un semplice “Sono io.” Quando Erza chiese chi fosse, per poi aprirgli la porta.
Ma, ovviamente, la maga non poteva far finta di nulla.
No, senza alcun dubbio Erza non poteva non rimanere senza parole di fronte a un Jellal tirato completamente a lucido, con camicia, cravatta, mazzo di fiori e capelli tirarti ordinatamente all’indietro grazie a quantità industriali di gel.
“…Jellal?” Chiese quindi, insicura, con lo sguardo di chi pensa di star sognando.
Il mago annuì, completamente a disagio, una singola goccia di sudore freddo che colava lungo la fronte.
“Posso parlarti?” Domandò, forse per sviare l’attenzione dell’altra.
Erza annuì, ancora allibita, scostandosi per lasciarlo entrare nella sua stanza, chiudendo poi la porta dietro di sé.
Il criminale prese un respiro profondo: a quel punto non poteva più tirarsi indietro.
Si voltò quindi verso la maga, e le porse i fiori: “Sono qui per scusarmi, Erza.”.
“Scusarti? –ripeté la rossa, improvvisamente guardinga- Jellal, se è di nuovo per tutte quelle fandonie sul-”
“N-no, non è quello che pensi.” Si affrettò ad interromperla lui, aggiungendo mentalmente un “probabilmente”.
“Mi volevo scusare per….Q-quel giorno.”.
Sperò che Erza capisse al volo; ma, vedendo la sua espressione confusa, si vide costretto ad aggiungere: “Sulla spiaggia.”.
“…Oh.” Fu il singolo commento della maga. Un silenzio imbarazzante e carico di ricordi si dilatò fra i due, fino a quando Jellal non si schiarì la gola, annunciando: “Scusami, Erza, ti ho mentito.
Non ho una fidanzata.” O, almeno, non una cosciente di esserlo.
Erza dovette trattenersi dallo spalancare la bocca: davvero si era vestito di tutto punto, era riuscito chissà come ad ordinare i capelli (impresa che fino ad allora aveva considerato impossibile, a dirla tutta), le aveva portato dei fiori solo per…Quello? Una bugia messa a nudo nel momento in cui enunciata?
Così Erza scoppiò a ridere.
Davvero, quell’uomo non avrebbe mai smesso di stupirla. Parlando di Jellal, il povero malcapitato spostava ora il peso da un piede all’altro, lo sguardo basso e il volto rosso, completamente a disagio, reprimendo l’impulso di scappare e raggiungere un’isola isolata dal resto del mondo in cui trascorrere il resto della sua miserabile vita.
“Lo so, sono completamente ridicolo, non c’è bisogno di farmelo notare.” Borbottò quindi, senza nemmeno accorgersene.
Ed Erza, asciugando le lacrime dovute al troppo riso, si avvicinò a lui e prese i fiori, concedendosi qualche secondo per ispirarne il delicato profumo. Portò poi la mano libera ad accarezzare la guancia del giovane, e, con il sorriso ancora sulle labbra, sussurrò dolcemente: “Non sei ridicolo. Un pochino, magari. Più che altro sei estremamente adorabile. Anche se rimani comunque molto sexy.”.
Erza ridacchiò nuovamente sentendo la sua guancia farsi più calda, probabilmente a causa della quantità esagerata di sangue che in quel momento stava fluendo verso la testa del mago.
Sperò che Jellal sarebbe riuscito a resistere un altro po’.
Si sporse verso di lui, per lasciargli un leggero bacio pericolosamente vicino alle labbra.
“Grazie.” Mormorò, guardandolo negli occhi, che quel giorno avevano un’insolita sfumatura bluastra.
Erza si concesse qualche altro momento per osservare il volto imbarazzato dell’altro, che sembrava star combattendo con se stesso per qualcosa. Non si era nemmeno accorta che la mano prima appoggiata sulla guancia di Jellal era stata circondata da quelle più grandi del fuggitivo.
Jellal, al termine di quella furiosa battaglia interiore, si decise finalmente a chiedere: ”M-ma…Tu…Non preferisci questa pettinatura rispetto a quella che ho di solito, vero?”.



 






Angolino di Mokona_
Scusatemi, fa tanto schifo. Lo so. Non infierite. Il fatto è che neanche avrei dovuto aggiornare, questa settimana, perchè non avevo voglia, perchè sono depressa perchè non sono andata alla premiere di catching fire come avrei dovuto, e per altre cose di cui non ho voglia di parlare, uffa.
Ah, questa cosa è ambientata probabilmente all'inizio dei gmg, boh, non so. Vabbè.
Meno male che c'è mashi che pubblica jelly, anche se con pettinature altamentissimamente improbabili <3
Perdonatemi ancora se questa flash è quello che è, mi rifarò la settimana prossima -spero-
Kiss
Mokona_

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Capitolo 18
*** The first time...Mira have made a Jerza plan ***






The first time….
            Mira have made a Jerza plan




 
 
 



No, non era possibile.
Non potevano andare Avanti in quel modo.
Quella fottutissima tensione sessuale tra quei idioti avrebbe fatto vomitare qualcuno, prima o poi.
Mira guardò quasi con odio Jellal e Erza, entrambi rossi in volto, balbettare frasi sconnesse; dopo l’esplosione provocata da Natsu, in mezzo al trambusto generale, la maga aveva visto Erza alzarsi da Jellal e scusarsi con lui, mentre il mago recuperava in fretta bandana e copricapo. Doveva essere assolutamente successo qualcosa di imbarazzante, ne era certa. Come se per lei vedere prima Jellal palpeggiare “per sbaglio” la sua amica e poi osservarli percorrere insieme lo Scivolo dell’Amore, con Erza che, avendo perso il bikini, si avvinghiava ancora di più a lui, non fosse già stato abbastanza da sopportare. Aveva detto diverse volte ad Erza di farsi avanti, ma lei no, continuava a farsi scudo con argomentazioni assurde in cui lei riusciva solo a cogliere indistintamente le parole “luce”, “buio” e “dobbiamo aspettare”.
Ma cosa diavolo c’era d’aspettare?
Si amavano, lo capiva chiunque da un miglio di distanza! Perché non si muovevano a coronare il loro sogno d’amore? Lei voleva diventare zia, per amor di Mavis!
“Mira nee-san, cosa c’è?” Le domandò Lisanna; non si era neanche accorta di star facendo il broncio.
“Quei due.” Spiegò funerea, accennando alla coppia. Lisanna sospirò sconsolata, scuotendo la testa: “Non hanno fatto alcun progresso, vero? Forse avrebbero solo bisogno di una spinta nella giusta direzione…”.
Eccola.
Fu in quell’istante che un’idea colpì Mira con forza.
Il volto della modella venne trasfigurato da un ghigno diabolico.
Ringraziò con un abbraccio la sorella, e poi corse via: aveva un piano da portare a termine.
 
 
Si era messa d’accordo con Ultear (con la quale aveva inaspettatamente instaurato una nuova ma profonda amicizia).
Aveva adocchiato la preda.
L’aveva avvicinata e ingannata.
La stava portando nella sua trappola.
Perfetto.
“Allora, di cosa volevi parlarmi?” Mira sorrise gentilmente in risposta alla domanda di Erza, invitandola ad entrare nella porta da lei indicata. Titania, seppur confusa, varcò la soglia. Ciò che vide la lasciò pietrificata, dando così il tempo a Mira di chiudere dietro di lei la porta a chiave.
“Mira?! –la chiamò la maga, iniziando a tempestare la porta di pugni- Cosa diavolo hai in mente?”
“La risposta alla tua domanda sta entrando in questo momento!” Rispose allegramente l’albina.
Al che Erza sentì un’altra porta aprirsi, e Jellal venire buttato dentro senza troppi complimenti.
“Ul, che cazzo...?!” Le parole gli morirono in gola, quando vide Erza.
E il posto in cui era stato chiuso dentro.
“Mira, giuro che appeno esco da qui ti ammazzo!” Urlò allora Titania, preparandosi a distruggere la porta.
“Kansou!” Enunciò, pronunciò, preparandosi a sfoderare la sua Heaven's Wheel Armor.
Non successe niente.
“Mi dispiace, Erza, ma non potete usare la magia, lì dentro.” Spiegò allora Mira.
Cosa?
“E le porte sono indistruttibili, e noi siamo le uniche ad avere le chiavi – rincarò la dose Ultear, ridacchiando- ma divertitevi pure senza preoccuparvi, le pareti sono insonorizzate. Noi intanto andiamo ad organizzare il vostro matrimonio!”.
Allora Erza e Jellal si guardarono. Deglutirono all’unisono, volgendo poi lo sguardo verso la stanza.
Perché ad aspettarli c’era un grande letto a baldacchino e del sakè pregiato, il tutto illuminato da sole candele, ed immerso in un miscuglio di aromi che, ne erano sicuri, di certo avrebbe minato la loro lucidità.
Ma, sul serio, quali erano le ragioni per cui fino a quel momento si erano tenuti lontani?
Davvero a nessuno dei due in quel momento veniva in mente.
E per quanto ancora avrebbero potuto continuare a farsi del male?
Sarà per colpa di quei pensieri, o dell’ambiente circostante, sta di fatto che i loro corpi vennero improvvisamente spinti da una forza misteriosa in seguito alla quale le loro bocche si trovarono; e, ormai, il più era fatto.
 
Quando, il mattino dopo, Mira e Ultear entrarono nella stanza, trovarono Jellal e Erza nel letto, abbracciati, una singola coperta a coprire i loro corpi nudi; i volti di entrambi erano sereni.
Davvero Mira non aveva mai visto un’espressione più felice di quella che aveva sul volto Erza in quel momento. E, a giudicare da come si era messa a singhiozzare Ultear, mentre blaterava cose come “Sei un idiota” e “Perché hai continuato a farti del male per così tanto tempo, quando potevi essere felice con lei?” anche per Jellal probabilmente quello era il momento più bello della sua vita.
Soddisfatta, con un sorriso a trentadue denti sul volto, Mira richiuse la porta.
 
Missione compiuta.










Angolino di Mokona_
Buonsalve, gilda.
E sì, sono qui, anche se tipo in ritardo. Tipo perchè davvero mi sa che ogni settimana aggiornerò quando mi pare o simile, scusate la mia scostanza beh, ok, la verità è che sinceramente è già un enorme miracolo che io sia riuscita a pubblicare il 18esimo capitolo in diciotto settimane.
Ma parliamo di cose importanti: PERCHE' NON SALTIAMO DIRETTAMENTE ALLA PARTE IN CUI CI SONO JELLAL E ERZA, SI? e questo piccolo scleruccio è per l'ultimo capitolo di ft, che rispetto alla saga dei giochi si sta riprendendo, ma comunque voglio jerza.
Risponderò a tutte le recensioni il prima possibile, è che ultimamente causa scuola sto avendo davvero poco tempo, e tra le varie week di varie OTP non sono riuscita a fare nulla...
Vorrei precisare una cosa: tutti i capitoli di questa fic non sono headcanon. Sì, insomma, mentre mi piacerebbe che alcune cose siano andate veramente così, per altre...boh, giusto per jerzare. E se jelly e erza avessero dovuto fare quello che devono fare avrei preferito che succedesse come qui come fare pubblicità ad altre fanfiction con nonchalance.
Approfitto per ringraziare tutte le meravigliose persone che mi seguono e che perdono tempo a recensire <3
Vi amo tutti, sul serio <3 -sparge nutella e jelly-coockies-
Kiss
Mokona_

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Capitolo 19
*** The first time...Erza have cried for Jellal ***




The first time…
             Erza have cried for Jellal
 

 




 
Sangue.
Tanto sangue.
Colava lungo il suo braccio, bagnava quella leggera e sporca stoffa che la copriva.
Guardava quel liquido viscoso che le scivolava viscido sulle mani.
Scarlatto.
Lo stesso colore dei suoi capelli.
Il suo respiro si fece irregolare.
Sentì le lacrime salirle agli occhi.
Un urlo le salì alla gola.
Era colpa sua.
Sentì qualcosa di caldo scorrerle lungo le guance.
Bruciava.
“Non piangere, Erza.” La voce di Jellal era roca, e le sembrò distante: strano, considerando che, non avendo la forza di reggersi in piedi, si era completamente appoggiato a lei.
“Va tutto bene” Lo sentì sussurrare, mentre una mano le accarezzava i capelli.
No, non andava tutto bene.
In verità, non andava bene proprio niente
Perché era colpa sua se lui era lì, pieno di sangue, in fin di vita.
Perché se lei fosse stata più forte, lui non l’avrebbe aiutata, e non avrebbe preso il suo posto quando stava per essere portata via.
Perché se non fosse stato per lei, Jellal in quel momento non sarebbe stato ridotto ad una massa grondante di sangue a suon di frustate, abbandonato contro di lei.
L’unica cosa che poteva fare, in quel momento, era stringere Jellal più forte a lei.
“Ma non fa così male” La convinzione con cui quelle parole vennero pronunciate fu contraddetta dalla fiacchezza del tono della sua voce. Erza spostò la testa dall’incavo del collo dell’altra, in cui si era rifugiata a piangere fino a quel momento, per guardarlo negli occhi: anche sul volto c’erano diverse ferite, e gli occhi arrossati erano circondati da vistose occhiaie.
“Jellal, non hai bisogno di fingere di stare bene” Lo rimproverò, corrugando la fronte. L’altro in risposta scosse leggermente la testa, biascicando: “Non sto mentendo, sarebbe stato molto peggio se avessero preso te.”.
Gli occhi della bambina si riempirono nuovamente di lacrime.
Ma certo, doveva immaginarlo. Per lui la cosa più importante era che i suoi amici stessero bene.
Ma perché non riusciva a capire che lei non poteva stare bene, sapendo che lui soffriva a causa sua?
Non riuscendo ad esprimere con le parole quello che provava, Erza iniziò a singhiozzare più forte.
Jellal, dispiaciuto, la strinse con le piccole braccia, sperando di calmarla.
Le lacrime di Erza, però, non smettevano di scendere.
“Jellal…-sussurrò la bambina fra i singhiozzi- ti prego, dimmi che non morirai.
Promettimi che non ci lascerai, che rimarrai sempre insieme a me.” Jellal, seppure stupito dalle domande dall’improvviso cambiamento di discorso, non esitò nel prendere il volto dell’altra tra le mani, appoggiando poi la fronte alla sua.
Ignorando il sussulto sorpreso della bambina, le asciugò gentilmente le lacrime, e sussurrò: “Calmati, Erza: non vi abbandonerò mai, e rimarrò al tuo fianco, per sempre.
E’ una promessa.”
 





 
 
Angolino di Mokona_
Salve, lì.
Boh, questa flash è vecchissima, sarà una delle prime che ho scritto, e davvero non riesco a capirla. Insomma, pensavo che avevo scritto qualcosa sul colore dei capelli di Erza, e invece…che diavolo ho scritto??? Vabbè, se piace a voi va bene.
Ancora una volta, scusatemi, scusatemi tantissimo se non ho ancora riposto alle vostre meravigliose recensioni, ma davvero ho pochissimo tempo ultimamente. E ci tengo a dire che odio il liceo classico, ecco.
Perdonate Mokona che sta un po’ in crisi perché ultimamente non riesce più a scrivere e disegnare, ma che vi vuole tanto bene <3
Kiss
Mokona_

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Capitolo 20
*** The first time...Erza have coocked chilli for Jellal ***


The first time…
         Erza have coocked chilli for Jellal





 
 
Jellal rabbrividì, scuotendo con violenza la testa per librare i capelli disordinati da un po’ dell’acqua che li impregnava. Era stata davvero una pessima idea, la sua, quella di ignorare gli avvertimenti di Erza e non prendere un ombrello: così in quel momento era bagnato come un pulcino, appena tornato da una missione, davanti alla porta di casa. Sperando che Erza non si sarebbe arrabbiata troppo (cosa tra l’altro alquanto improbabile, visti i suoi sbalzi d’umore dovuti alla gravidanza, bussò alla porta.)
Con suo sommo stupore, quando lo vide Titania si limitò a scoccargli un’occhiataccia, prima di scostarsi per farlo entrare. Gli lasciò un veloce bacio a fior di labbra, per poi prendergli il mantello: “Va’ a farti una doccia veloce, la cena è quasi pronta.” Disse gentilmente. Jellal rispose al suo sorriso, cercando di trattenersi dall’abbracciarla (non poteva inzuppare pure lei) e ancora una volta ringraziando Mavis per avergli fatto incontrare un angelo così meraviglioso.
La maga sospirò, dirigendosi verso la cucina, e chiedendosi se anche la creatura che portava in grembo quando le avrebbe disubbidito avrebbe avuto la stessa colpevole faccia da cucciolo bastonato di quell’adorabile testone di suo marito.
 
 
Jellal stava finendo di asciugarsi i capelli quando Erza lo chiamò per la cena: mentre scendeva le scale, cercò di capire a quale piatto corrispondesse quello strano e forte profumo che riempiva la casa. Per qualche motivo aveva una brutta sensazione.
Iniziò a pensare che probabilmente la moglie aveva di nuovo provato una di quelle ricette prese da chissà dove, provenienti da chissà quali eremi paesini; l’ultima volta che aveva cucinato Jellal si era visto costretto a mangiare quelle che alla fine si erano rivelate essere cavallette fritte. Il mago rabbrividì al pensiero.
Ma questa volta non poteva aver preparato nulla di troppo eccessivo, in fondo era incinta, no?
Rassicurato da quest’ultimo pensiero Jellal entrò in cucina, dove trovò un’Erza che agitava maracas nella sua direzione, un pesante poncho e un sombrero abbinato: “Questa sera si mangia messicano!” Annunciò, con un sorriso entusiasta in volto. Jellal la fissò corrucciato per qualche secondo, e solo quando l’altra l’ebbe rassicurato che lei avrebbe mangiato qualcosa di più leggero e salutare per lei e il loro bambino (o bambina) si lasciò andare a una risata; smise di ridere, però, quando Erza aggiunse: “E visto che io non posso mangiare queste cose, nella tua porzione ho messo dose doppia di peperoncini.”.
Jellal deglutì.
Peperoncini.
Era ovvio, era cibo messicano, e vedeva Guacamole, Enchiladas e Burrito, non doveva aspettarsi altro che peperoncino e salse piccanti ovunque.
Ma il peperoncino….Troppo peperoncino…
Jellal deglutì nuovamente, ma subito dopo cercò di sorridere in modo convincente, quindi si mise a sedere. Iniziando a mangiare, subito sentì la bocco andargli in fiamme. Non aveva mai avuto problemi con il peperoncino…Almeno, non fino a quel giorno. Al pensiero, il boccone che stava ingoiando gli si bloccò in gola, e dovette farsi violenza per non sputarlo.
“Jellal, tutto bene? Non ti piace? Hai uno strano colorito…” Gli chiese allora Erza, preoccupata, vedendo il volto del marito farsi verdastro. Il mago scosse la testa, rivolgendole un sorriso convinto, senza accorgersi di star sudando freddo:”No, è tutto buonissimo.”. Ed era vero: Erza era una cuoca eccellente, ma lui non riusciva proprio a sopportare quell’abnorme quantità di salse piccanti. Allo stesso tempo, però, non voleva far dispiacere l’altra: conoscendola, era sicuro che avesse passato tutto il pomeriggio a cercare di preparare quella cena, e non voleva in alcun modo rendere vano il suo lavoro. Tuttavia non passò molto tempo prima che Jellal posasse le posate, il volto che ormai aveva perso totalmente il suo colorito originale: “Scusami, Erza. Non ce la faccio.”.
“Cosa?” Chiese allora la maga, convinta di aver fatto qualche disastro.
“Sono…I peperoncini.” La maga sbattè un paio di volte le palpebre: in fondo, Jellal non aveva mai avuto problemi a mangiare piatti con il peperoncino.
“E’ il troppo peperoncino –spiegò allora lui- non riesco a mangiarne così tanto…E’-….M-mi ricorda troppo un certo episodio, che…”.
Erza osservò preoccupata l’altro, che sembrava avere serie difficoltà nel trovare le parole giuste.
“Oh, al diavolo –esclamò infine il mago, prima di nascondere il volto dietro una mano- E’ per quel giorno al Dai Matou Enbu.”.
Titania spalancò gli occhi: erano passati anni, e lui ancora non aveva superato quel trauma? Non riuscì a trattenere una risata.
“E perché non me l’hai mai detto?” Chiese quindi, cercando di contenersi, e non farlo sentire più a disagio di quanto non lo fosse già.
“…Mi vergognavo.” Rispose lui, lo sguardo fisso a terra.
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Erza scoppiò a ridere, mentre la tonalità del colore di Jellal dal verde si stava velocemente trasformando in rosso.
Quasi non si sentì neanche in colpa per l’espressione mortificata e abbattuta dell’altro.
Quasi.
E va bene, non avrebbe più cucinato piatti a base di peperoncino.
 




Angolino di Mokona_
Buonsalve.
Sì, sono viva.
La scuola.
Non ce la posso fare.
Martedì interroga biologia, mercoledì abbiamo la simulazione della terza prova con verifica di fisica, inglese, storia e filosofia (anche se facciamo il quarto), venerdì verifica di ginnastica (teorica…compatitemi), sabato verifica di italiano. E con tutta probabilità il 21 parto per andare giù a Napoli dai nonni. E questi sono i motivi per cui la prossima settimana o non aggiorno, o aggiorno in ritardo.
Ora, riguardo la fic qua sopra…non mi piace per niente come mi è venuta, soprattutto la parte finale.
Ma è un headcanon che adoro, quindi niente. Oh, e mi sono anche fatta la cultura sulla cucina messicana. Yay (?)
Ora, visto che fa schifo e che la scorsa settimana non ho aggiornato, ecco qua sotto….un bonus! –spara i coriandoli (?)-
Insomma, un seguito (più o meno) di questo capitolo. Che mi è venuto almeno un po’ meglio, perché sapete che adoro scrivere dei miei adorabili jerza babies.
 
E ora, avanti con il bonussss!!!! (????)
 




 
 
 
 
The first time...
     Erza have recovered Jellal’s injuries

 
 




“Ahi.
Ahi, ahi, ahi! Erza, aspetta, fa male!”.
“Jellal, sei una femminuccia.”.
“Sta’ zitto, Wally!”.
“Jellal, vuoi stare un attimino fermo, per favore?”.
Il bambino incrociò le braccia, mettendo il broncio.
Certo, per loro era facile parlare: loro non avevano uno stupidissimo sassolino conficcato nel ginocchio!
E di certo non avrebbe mai voluto fare quella figura proprio davanti a Erza; ma era stata la bambina ad insistere nel voler essere lei ad estrarre il sassolino.
Strinse gli occhi, Jellal, mentre sentiva Erza tentare nuovamente nell’impresa. Digrignando i denti, riuscì a borbottare: “Non siete costretti ad assistere, sapete?” Sapeva che l’avrebbero ignorato, quindi fu più che grato a nonno Rob, quando lo sentì dire, dall’altra parte della piccola cella, a voce abbastanza alta per essere sentita da tutti i bambini: “Oh, che storia buffa mi è venuta in mente!” Naturalmente, un secondo dopo si erano radunati tutti intorno a lui. Certo, tutti tranne Erza e Jellal, l’una troppo concentrata nel suo compito, l’altro troppo preso dal dolore lancinante al ginocchio. Come diavolo era possibile che quella cosina così piccola facesse persino più male delle frustate delle guardie? Chiedendosi quando quel supplizio sarebbe finito, continuava a stringere i denti; Erza dovette chiamarlo più di una volta per fargli aprire gli occhi. Quando lo fece, il bambino visualizzò un piccolo sassolino sporco e insanguinato sulla mano di Erza. Il bambino tirò un sospiro di sollievo, suscitando così una risatina da parte dell’altra.
Un broncio infantile si appropriò nuovamente del volto di Jellal. Erza lo trovò troppo carino, e non riuscì a non arrossire, perdendosi in chissà quali fantasie. Fu riportata alla realtà dalle parole di Jellal: ”Grazie mille, mi hai salvato la vita.”.
Erza sorrise.
Si sporse verso di lui, e poggiò le sue labbra sulla sua guancia.
Dopo qualche secondo si allontanò, sussurrandogli: “Era per ringraziarti per l’altra volta.”.
Jellal non fece in tempo a registrare ciò che era appena successo, che Erza già corsa verso i loro amici.
Il bambino si toccò la guancia nel punto in cui aveva sentito le labbra dell’altra.
Capì che si riferiva a quando l’aveva bendata.
Sentì il volto stranamente in fiamme, e una sensazione di calore nel petto.
Sorrise.
In fondo, era valsa la pensa sopportare tutto quel dolore.
Avrebbe aiutato Erza ogni volta che ne avrebbe avuto bisogno.
Per sempre.
 

 





 
Angolino di Mokona_(2) (???)
Ecco, non ho scritto cavolate. A volte, (E LO DICO PER ESPERIENZE PERSONALI, CHE CAVOLO) le piccole piccole ferite fanno molto, molto più male di grandi botte o simile. Fino a un certo punto, ma vabbè. Secondo una mia personale riflessione è perchè il dolore è concentrato su un singolo punto, quindi si sente di più, Oh, vabbè, scusate se ho scritto cavolate troppo grandi. Ma dai, è ft, posso. (???) Meglio che me ne vado a studiare, va'. -.-
Ciao.
Kiss
Mokona_

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Capitolo 21
*** The first time… Jellal and Erza have kissed under a mistletoe. ***







The first time…
       Jellal and Erza have kissed under a mistletoe.

 






 
 
“Siamo in trappola.”.
“Mmm.”.
“Potresti anche evitare di rispondermi per monosillabi.”.
“Forse.”.
Erza si voltò verso Jellal, che aveva lo sguardo terrorizzato puntato sul pavimento, una goccia di sudore freddo che gli colava lungo la guancia.
“Sai che dobbiamo farlo.” Jellal non si mosse, ma Erza vide i suoi occhi spalancarsi, e le sue labbra che si aprivano per far uscire un sussurro a denti stretti: “E sarebbe carino da parte tua prestare più attenzione alla scelta delle parole, Scarlet.” Titania, facendo finta di non aver sentito, tornò a domandargli: ”E mi dici perché diavolo continui a fissare il pavimento?”.
L’altro sospirò, poi rispose: “Sto pensando a come uscire da questa situazione. E poi, forse, se non li vedo posso astenermi.”.
“Jellal, non si tratta di vederli, ma di averli sopra di te. È inutile che cerchi di trovare scappatoie, sai che non ce ne sono. Ed è inutile anche che cerchi di convincerti del contrario, sei sempre stato un pessimo bugiardo, lo sai.”.
Jellal deglutì a vuoto, cercando di recuperare la calma, mentre la sua mente allineava velocemente i pezzi che li avevano portati in quella situazione: siccome Natale era vicino, Ultear e Meredy l’avevano convinto ad accompagnarle al party che Fairy Tail aveva organizzato. Avevano incontrato Mira, Laxus e Erza fuori dalla gilda; Mira aveva iniziato a parlare di questa nuova sala da ballo, di cui, a quanto pareva, né Erza né Laxus avevano mai sentito parlare. Quando erano arrivati davanti alla porta lui e Erza erano stati spinti dentro la stanza. Avevano sentito la chiave che girava nella serratura per bloccarli all’interno. E avevano visto che la “nuova sala da ballo” non era altro che una semplice stanza, con un camino in cui ardeva un fuoco scoppiettante, un grande divano, un piccolo tavolino su cui erano poggiati una bottiglia di vino e due bicchieri. Il vero problema però era il soffitto.
Il soffitto era interamente coperto di vischio.
Li avevano fregati, di nuovo.
“Insomma, Jellal- lo rimproverò nuovamente Erza- Non è che…Noi…non ci siamo già baciati.” Sussurrò, il tono della voce che diminuiva ad ogni parola. Finalmente Jellal si voltò, ma era Erza che in quel momento stava fissando il pavimento, il volto rosso e gli occhi lucidi.
Al diavolo.
Lasciando che il suo istinto prendesse il sopravvento (accadeva fin troppo spesso, negli ultimi tempi) Jellal si avvicinò a lei, portando le dita sotto il mento per farle alzare lo sguardo, affinché i loro occhi s’incontrassero
“Scusami, Erza –mormorò, con voce roca- E’ solo che ho paura. Ultimamente tendiamo sempre a perdere il controllo della situazione…E non penso che in un’occasione del genere riuscirei a trattenermi, sul serio.”.
Il suo volto si avvicinò inconsapevolmente a quello della maga, che sorrise: “Non devi farlo.”.
Fu lei ad azzerare la distanza tra le loro labbra, alzandosi in punta di piedi.
Le labbra di Jellal erano anche meglio di come le ricordava: morbide, dolci, calde, si modellavano perfettamente sulle sue, catturandola in un universo sconosciuto, ma che desiderava esplorare con tutta se stessa. Non si accorse che le mani di Jellal erano affondate nelle ciocche di capelli scarlatti, a stringerla il più possibile a sé, né che le sue stesse mani stringevano con forza i capelli bluastri del mago. Il bacio, diventando sempre più passionale, li travolse al punto da farli perdere l’equilibrio. Si ritrovarono a terra, l’uno sopra all’altra, le loro lingue che combattevano ancora in una battaglia per la dominanza, le bocche che schioccavano. Si separarono solo quando l’aria li costrinse a farlo. Si separarono un poco, per perdersi negli occhi dell’altro: passione, dolore, voglia di recuperare il tempo perduto, rimpianto, amore. E fu pieno di quell’amore che Jellal si appropriò nuovamente delle labbra di Erza, facendole sue, dicendole tutte quelle cose che le sole parole non sarebbero mai state in grado di esprimere. Furono nuovamente assorbiti dalla loro personale battaglia, che ancora una volta di concluse senza un chiaro vincitore. Le labbra di Jellal però non abbandonarono la pelle di Erza: iniziò una scia di baci languidi lungo il collo, mordendo e succhiando, motivato dai gemiti che uscivano dalle labbra dell’altra, desideroso di lasciare segni che indicassero che lei era la sua Scarlet, sua e di nessun altro. La passione lo stava divorando, e lui, questa volta, non aveva intenzione di opporsi. Lasciò che la sua fame lo consumasse, mentre le sue labbra venivano attratte nuovamente da quelle di Erza: in quel momento, saziare il loro amore era l’unica cosa che importava. Jellal guardò Erza: la trovò scombussolata, rossa in viso, le labbra umide e gli occhi supplicanti, i capelli che le fiammeggiavano attorno in una cascata scarlatta. Gli ricordò un angelo, e si rese conto che sarebbe sempre stato l’unico a poterla ammirare in quel modo. Forse distratto da quel pensiero, non si accorse che il suo angelo gli aveva ormai già tolto la maglietta, e aveva ribaltato la loro posizione, in modo da mettersi sopra di lui: era il suo turno di divertirsi con lui. La maga fece scorrere quindi le labbra sul suo petto, accarezzando gli addominali scolpiti, lasciando vagare le mani sul suo corpo. Jellal, lasciando prevalere quel suo lato più masochista, la lasciò fare, almeno fino a quando lei non iniziò ad accarezzargli il cavallo dei pantaloni. Con un movimento fulmineo si portò nuovamente sopra di lei, premurandosi di bloccarle le mani. Ignorando le proteste della sua Scarlet, si sporse verso il suo orecchio, iniziando a mordicchiarlo, e sussurrandole piano: “Sei sempre sicura?” Interpretò il ringhio che ricevette in risposta come un “sì”.
Un sorriso gli increspò le labbra e, mentre i loro vestiti venivano gettati sul pavimento e le loro bocche si univano, i due amanti intrapresero il loro personale viaggio verso l’oblio: i loro cuori si unirono nuovamente in uno.
 
 
 
 
 
“A-ah! Ho vinto io!”
“Tch.”
“Te l’avevo detto che non si sarebbero limitati al bacio.”
“Non pensavo che quella testa di cazzo di Jellal si sarebbe mai spinto più in là della prima base, a dire il vero.”
“Ma insomma, Laxus, che brutto modo di parlare del tuo migliore amico.”
Mira e Laxus camminavano in un corridoio deserto della gilda, dopo aver controllato che il loro piano aveva funzionato.
Non che avessero mai avuto dubbi.
“E poi non è che questa sia la loro prima volta.”
“Cosa?”
“Jellal non ti ha detto niente?”
“L’ho detto, io, che è una testa di cazzo.” Mira ridacchiò, pensando che Jellal l’indomani avrebbe passato un brutto quarto d’ora.
“Bene –annunciò poi la maga, battendo le mani, e fermandosi all’improvviso- Direi che è il momento che qualcun altro goda dei benefici del vischio.”.
Laxus non fece in tempo a chiedere spiegazioni che si vide trascinato in una stanza pressoché identica a quella in cui avevano rinchiuso Jellal e Erza.
Un ghigno si formò sul suo volto, mentre vedeva Mira gettare la chiave in un punto impreciso della stanza.
In fondo, era giusto che anche loro due avessero la loro parte di divertimento.
 
 
 





Ad Amor.
Perché mi sopporta sempre, ed è davvero un tesoro <3

Buon Natale <3
E anche perché avrei dovuto farle un disegno ma non ho avuto tempo ma ssshhh, non diciamo niente.
 

 
 
 



Angolino di Mokona_
BUON NATALE!
Buon Natale a tutti!

-scuote la testa-
Non so cosa ho scritto, sul serio.
Quando avevo scritto questa fanfiction avevo la febbre alta, diciamo che era come se fossi ubriaca. Ma ricordavo che era carina. Ecco, quando l’ho copiata, avevo i brividi. Dall’orrore, o simile, perché, dai, è tipo la prima volta che pubblico qualcosa di così rating arancione, e….brr. Non lo so, non mi convince per niente. Del tipo che mentre scrivevo commentavo, e uscivano cose del tipo “Le labbra di Jellal erano anche meglio di come le ricordava: morbide, dolci, calde, si modellavano perfettamente sulle sue, catturandola in un universo sconosciuto, ma che desiderava esplorare con tutta se stessa. (OMG ERZA L’ESPLORATRICE NON CE LA POSSO FARE CHE SCENETTA DIVERTENTE MI E’ VENUTA IN MENTE.)”
Dai, su, non si può scrivere una fanfiction in questo modo, penso che se ricevo una bandierina rossa mi divertirò ad insultare la mia stessa fic con il recensore. –scuote la testa- Comunque, prima o poi dovrò pubblicare non so come una fic con tutti i miei commenti –sì, sono tutti tipo questo qua sopra, rendono la fic comica che è una cosa impressionante-, penso che morireste dalle risate. L'unica cosa che mi piace è la parte LaMi in fondo. Perchè li shippo tantissimo, quindi ve li riproporrò di continuo, esatto. Mi dispiace per chi non li shippa.
Ok, ora, parliamo delle cose importanti.
1-sto disegnando una doujinshi jerza tema natale, ma non ho fatto in tempo a completarla, uffa. Cheer me up.
2-voglio iniziare ad aggiornare ogni due settimane. No, inizierò ad aggiornare ogni due settimane. Questo perché voglio finire di scrivere e iniziare a pubblicare una long, di cui si spera pubblicherò un capitolo ogni mese, più o meno. E scriverò probabilmente capitoli più lunghi per la raccolta, quindi, ecco, tranquille, avrete la vostra dose di jerza.
Buon Natale di nuovo, vi voglio un mondo di bene <3
Kiss
Mokona_
 





Ps:ho riletto solo una volta perché ho sonno ed è alquanto tardi, ma…ecco, niente, in tempo breve rileggerò e ricorreggerò. Ciao.

Pps: se non si nota abbastanza Mokona è strana oggi. Ma non ha fatto uso di droghe o di sostanze illegali, per chiarirci, e le sconsiglia e condanna duramente. Dai, non sprechiamo la vita in queste cose, fanno male.  Invece, MUORIAMO APPRESSO LE FANFICTION DISTRUGGI-FEELINGS.
se ne esce dall'aggiornamento della long della sua OTP queen in cui viene ucciso uno dei suoi personaggi preferiti. La mia OTP queen è una stronza, già già.
 

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Capitolo 22
*** The first time… Jellal have dreamed Erza ***





The first time…
             Jellal have dreamed Erza



 
 
 
Era coperta di sangue.
Tanto, troppo sangue.
La guardia, sopra di lei, rideva, brandendo la frusta: era pronta a colpire di nuovo.
Le sue urla riempirono di nuovo il piccolo, cupo ambiente in cui erano stati portati. Le grida strazianti di Erza rimbombarono nuovamente contro le pareti rocciose.
Simon e tutti i loro amici cercavano di ribellarsi, ma erano fermati da un’altra guardia.
Un altro colpo, un altro grido salì dalla bambina.
Jellal correva verso di lei, ma non riusciva a raggiungerla.
Erza piangeva, e lui non poteva aiutarla.
Lui continuava ad urlare, sperando che almeno le sue parole riuscissero a raggiungerla, senza essere apparentemente udito da nessuno.
Poi però Erza voltò la testa verso di lui, per poterlo guardare: non piangeva più.
Un sorriso leggero le increspò le labbra.
Pur da lontano, Jellal riuscì a sentirla sussurrare un addio.
 
 
 
 
 
Jellal si svegliò urlando, alzandosi di scatto. Anche altre persone avevano iniziato a muoversi attorno a lui, e lo osservavano con occhi pieni di pietà, altre erano rimaste distese: non era e non sarebbe stata l’ultima volta in cui qualcuno si sarebbe svegliato urlando preda degli incubi. In fondo, l’inferno in cui vivevano non ispirava certo sogni pieni di arcobaleni che si affacciavano su prati fioriti pieni di unicorni.
Simon e Wally gli si erano già avvicinati, e gli stavano chiedendo se andasse tutto bene. Lui annuì, cercando di asciugare le lacrime e calmare il respiro affannato. Certo, sarebbe stato tutto più semplice se le immagini del recente incubo non avessero continuato a perseguitarlo, ripetendosi spietatamente, senza pausa, nella sua mente.
E soprattutto se, dopo che Wally e Simon se ne erano andati, lasciandogli una pacca alle spalle, una voce più gentile non l’avesse chiamato da dietro. E se da una parte Jellal non voleva mostrarsi in quello stato, così debole e vulnerabile, dall’altra il desiderio di vedere Erza, di assicurarsi che quello che aveva visto era effettivamente stato solo frutto della sua immaginazione, era troppo forte per essere ignorato. E vederla lì, davanti a lui, i dolci occhi cioccolato ancora impastati dal sonno, ma sinceramente preoccupati per lui, così diversi da quelli vuoti che aveva visto nell’incubo, così vivi, fu forse troppo per il bambino. Jellal iniziò a piangere più forte, senza rendersene conto, e senza capirne il motivo; l’abbracciò stretta, circondandola con le ancora piccole ma forti braccia, come se fosse la sua ancora di salvezza.
Perché era il suo sorriso ad illuminare il nero delle sue giornate, i suoi capelli a colorarle. Perché se era riuscito ad andare avanti fino a quel momento, a sopravvivere in quell’inferno, a mantenere viva la sua speranza, era perché lei era sempre stata al suo fianco, sostenendolo, riempendo le sue giornate.
Perché non riusciva ad immaginare cosa avrebbe fatto come avrebbe potuto avere la forza di continuare a combattere, se lei l’avesse abbandonato.
Jellal la strinse più forte a sé, perché non poteva fare altro. Ed Erza ricambiò l’abbraccio, accarezzandogli dolcemente i capelli, come a consolarlo.
“Erza –mormorò lui a un certo punto, con voce roca- Puoi rimanere insieme a me, questa notte? Per favore.” La bambina ringraziò il buio che copriva il rossore sulle sue guance, pensando che, anche se avesse voluto rifiutare, di certo, di fronte a quegli occhioni acquosi e quello sguardo triste da cucciolo bastonato che il bambino le stava rivolgendo in quel momento, non ci sarebbe mai riuscita. Si limitò quindi ad annuire, sdraiandosi vicino a lui e accovacciandosi al suo petto, usando il suo braccio come cuscino. Desiderava sapere cosa aveva sognato il suo amico, ma allo stesso tempo non voleva forzarlo. Ma fu proprio lui a farle intuire la natura delle immagini che lo tormentavano: “Non lasciarmi mai, Erza.” Sussurrò infatti, la voce ancora roca.
La bambina alzò la testa per guardarlo negli occhi, che erano ancora rossi dal pianto. Appoggiò la fronte sulla sua, e con voce gentile promise: “Ma tu lo sai già, Jellal, noi rimarremo sempre insieme, non importa cosa accadrà. Io non ti abbandonerò mai.”.
Jellal le sorrise, un sorriso stanco, gentile, triste, e la strinse a sé.
Non avrebbe permesso che le facessero del male, che quel sogno diventasse realtà.
Sarebbe rimasto insieme a lei, e l’avrebbe protetta.
Per sempre.

 
 






Angolino di Mokona_
Buonsalve, fandom!
Ecco, volevo augurare a tutte voi meravigliose, meravigliose persone, un buon anno <3
Quindi ho deciso di aggiornare e pubblicare questa fanfiction, già.
Auguro a tutti un meraviglioso 2014, che tutti i vostri OTP diventeranno canon, che tutti i vostri personaggi preferiti che sono morti resuscitino, che troviate l’amore, che stringiate nuove amicizie e consolidiate le vecchie, che riusciate ad andare a tutti i festival del fumetto che ci saranno (?)
E preghiamo insieme per jelly e erza, ne hanno bisogno.
INSOMMA, MA AVETE VISTO L’ULTIMO CAPITOLO? QUANTO ERA ASYUXBUNGUIMJOIHJOCHSGNIHJAXNUKHLRICYNOIFUYDCIOAXFMJXDIKFILAERHUCPXIKLGACMPFSX JELLAL NELL’ULTIMO CAPITOLO. E ERZA CHE AOCFMHAXIOGCHAKOSGKICHOPSJHMISFHPORJFIJAMOCIRUKHJEOPXHMAOIENM  IO MUORO.PREGHIAMO INSIEME PER LORO, VI PREGO, E MI RIVOLGO ANCHE A VOI CHE MAGARI NON AVETE LETTO LE SCAN.
Vi lascio con il mio primo sketchino jerza, che ho disegnato alle 4/5 di stamattina, dopo tornata dal cenone XD





Ancora buon anno, spero che continueremo a divertirci e fangirlare insieme <3 E oh, ne approfitto per ringraziarvi, non so come farei senza voi che continuate a supportarmi <3
Buon 2014!
Kiss
Mokona_

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Capitolo 23
*** The first time...Mikoto have stopped a fight between Nashi and Gale ***





The first time….
             Mikoto have stopped a fight between Nashi and Gale







 
 
 
“Stupido ghiacciolo.”
“Chiudi quella fogna, piccola fiammiferaia.”
“Non vedo l’ora che venga l’estate, almeno così potresti sciacquarti dai coglioni.”
“Ma vaffanculo, testa di cazzo.”
“La sconfitta brucia, eh?”
“Ora hai veramente rotto il cazzo, fiammifero!”
“Fatti avanti, cubetto di ghiaccio dei miei stivali!”
Erza sorrise, nostalgica. Alla fine, dopo eterni punzecchiamenti, insulti e litigi, eccola: la prima, vera rissa della nuova generazione. Sentì Jellal ridacchiare accanto a lei, e seguendolo sguardo di suo marito notò che Lucy e Juvia, sedute dando le spalle ai figli, avevano entrambe il volto nascosto tra le mani: ”Cosa abbiamo fatto di male? Non gli abbiamo noi quel linguaggio!” Le sentì lamentare.
Accanto a loro, Makaron singhiozzava convulsamente, biascicando frasi sconnesse su quanto fosse diventato vecchio, mentre Mira, asciugando anche lei qualche lacrima, gli dava gentili pacche consolatorie. Erza si voltò nuovamente verso i due piccoli combattenti, notando che avevano ormai distrutto gran parte dei tavoli; e che Natsu e Gray facevano il tifo dai due lati opposti della sala, senza perdere l’occasione di insultarsi pesantemente: “Forza, Nashi! –così incitava la figlia il Dragon Slayer- Fagliela vedere, a quella stupida massa di ghiaccio!” Al che Gray rispondeva: “Lascia parte le buone maniere, Gale! Non ti trattenere solo perché è una ragazza! Fai vedere chi è l’uomo qui!”.
Erza si chiese se sarebbe stato opportuno fermarli, quando un tavolo volò verso di loro, prontamente polverizzato da Jellal con un pigro gesto della mano.
“Non hai intenzione di fermarli?” Le chiese il mago, come leggendo nella sua mente, dopo essersi avvicinato a lei, e averle avvolto un braccio intorno alla vita. Ed Erza, sistemandosi meglio nel suo abbraccio, spiegò: “Mi dispiacerebbe interromperli in questo modo…D’altra parte, non posso lasciargli distruggere la gilda.”.
Ma non ci fu bisogno del suo intervento; perché in quel momento Mikoto rientrò in gilda, di ritorno da una commissione che i genitori le avevano assegnato (o meglio, che Erza le aveva assegnato: le torte alle fragole non erano mai abbastanza, per nessuna delle due), e non si aspettava certo una sedia volante a colpirla in pieno volto, così da far cadere lei…e buona parte della cinquantina di torte che stava trasportando.
Un insolito silenzio calò quindi in gilda, mentre un’aura malefica tanto nuova quanto familiare portava il terrore nei presenti. Nashi e Gale smisero improvvisamente di combattere, un rivolo di sudore freddo lungo la schiena. Erza sorrisa fiera, vedendo la sua primogenita urlare ai due malcapitati di smetterla di comportarsi da idioti immaturi.
“E’ proprio identica a te.” Le sussurrò Jellal, anche lui con un ampio sorriso sul volto.
“Sì, ma i capelli e il tatuaggio sono i tuoi.” Ribatté allora la maga, senza distogliere però lo sguardo dalla figlia. Il suo sorriso si fece ancora più ampio nel sentire Nashi e Gale riprendere senza saperlo le stesse parole con cui Gray e Natsu si scusavano con lei, tra “A-aye!”e “Da oggi in poi saremo amiconi!”.
Le generazioni cambiano, ma Fairy Tail sarebbe rimasta sempre la stessa.
 
 

 



Angolino di Mokona_
Scusatemi, scusatemi tantissimo.
Ieri sera, qualcuno mi ha fatto notare che erano quasi tre settimane che non aggiornavo.
Chiedo umilmente perdono, spero che non abbiate sentito la mia mancanza coro di “In effetti senza di te stavamo meglio”
Sssscleri apparte. Eccoli, un paio di babies!!!! Sono pochi, rispetto a tutti quelli che ho in mente, se vi va piano piano ve li presenterò tutti, se vi va XD Eeee….qua sotto c’è anche uno sketchino-ino-ino che avevo fatto, perché mi diverto a disegnarli. Sono ancora tutti in fase di ideazione, soprattutto mikoto, che non mi piace. L’unica cosa che ho bene in mente è il suo carattere, mannaggia. Btw, nello sketch sono già ragazzi, ma nella fic sono ancora bambini bambini, potete deciderla anche voi la loro età, per quel che mi riguarda. Mi sto dimenticando di dire qualcosa, ma davvero non so cosa.
Boh…Mokona è super-impegnata con la scuola e super depressa (il che fa davvero schifo, uffa.), e davvero ultimamente non ho voglia di fare niente…insomma, abbiate pietà. Risponderò anche a tutte le vostre meravigliose recensioni che mi fanno tanto piacere perché afhuioxmasniodufchmaoiusxhma, prima o poi.
E prima o poi dovrò anche togliermi questo vizio di parlare troppo in quello che dovrebbe essere un “angolino” dell’autrice
Kiss
Mokona_
 


Ora, ora, ecco some babies c: Mikoto mi è venuta tanto male, perdonatemi.
Fun facts: mi sono divertita un sacco a colorare, perchè stavo affianco a delle mie amiche durante un'ora libera, e una continuava a dirmi:"Ma come colori questo??? Nooo, che stai facendo, stai rovinando tutto!" e poi finivo e lei era tipo O_____O e io ridevo....ma è stato fantastico quando ho colorato la giacca di Gale, e lei diceva:"Ecco, guarda, sembra che sta facendo linee a caso, e poi tira fuori un capolavoro" e io:"No...In verità mi sono scocciata e non ho voglia di impegnarmi..." Alla fine però ho deciso di salvare il salvabile per farla contenta XD
Ok, la smetto di straparlare. Di nuovo, questi sono sketch, le versioni finali arriveranno, prima o poi.


ma guarda, il foglio è anche storto. perdonatemi.


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Capitolo 24
*** The first time...Erza and Jellal have read a fanfiction ***


 

Ok, prima di leggere, vi prego di non giudicarmi troppo male…non sono impazzita, non più del solito.
C’è una ragione per la cosa che state per leggere. Sì, spaventatevi, non sarà una cosa piacevole. Per niente, mi dispiace.
Arrivate alla fine, e tutto vi sarà chiaro. Capirete leggendo.
Oh, e scusatemi in anticipo, a volte sono davvero stronza. Non odiatemi, ricordatevi che sono carina e coccolosa per il 77% del tempo. Il numero è buttato l’ ad cazzum canis solo per tirare fuori il sette.
 




The first time....
               Erza and Jellal have read a fanfiction






 
 
Perfect by nature.
Icons of self-indulgence.
Just what we all need,
More lies about a world that...

...never was and never will be.
Have you no shame? Don't you see me?
You know you've got everybody fooled.



Cammino lungo la strada deserta come il Sahara, i miei rossi capelli fluttuanti al vento primaverile, illuminata solo dalla luce tenue dei lampioni. Cammino a passo veloce, non volevo che  qualcuno mi vedesse, non vestita in questo modo: lavoro in un Maid cafè, e oggi c’era un evento in cui tutte le cameriere si sono vestite da gattine, me compresa ovviamente, solo che quando mi stavo cambiando per andarmene una ragazza mi era andata addosso versando tutto il tè che stava bevendo sui miei vestiti, così  io, ho dovuto tenere quello da gatta, che scopre troppo, ma fortunamente ho anche il giubbotto addosso, e non si vede troppo.
Ero quasi arrivata a casa, quando, vidi una figura incappucciata ferma vicino a un palo mentre smessaggiava sull’I-phone 5.
Cercando di ignorarlo, non gli rivoglo lo sguardo, ma continuo a camminare dritta, per non attirare la sua attenzione: mi ero fermata a lavorare fino a tardi, e non volevo attirare attenzioni indesiderate.
Fortunatamente non sembrava che quel cupo individuo era interessato, quindi ho continuato a camminare più tranquilla, facendo finta di nulla.
 
POV esterno
L’individuo incappucciato trasali riconoscendo la figura che camminava a testa bassa verso di lui. Tiro fuori il cellulare per fingersi impegnato, ma in realtà osservava attentamente ogni suo movimento, e soprattutto la sua figura, che trovava infinitamente attraente. Senza farsi notare, scivolò nell’ombra e inizio a seguirla da lontano, aspettando il momento giusto per attaccare la sua preda.
 
POV Erza
Sono quasi arrivata a casa, per questo sono sollevata, perché non è successo nulla di male.
O almeno così mi sembrava.
Proprio quando penso che ormai ero al sicuro, una mano mi afferra rudemente il polso, mi sento trascinare vers un buio vicolo vicino, provo a urlare, ma il mio aggressore mi tiene una mano sulla bocca, così non posso farlo. Mi sento sbattere violentemente contro il muro, e sento il corpo dell’uomo premere contro il mio.
“Salve, dolcezza” Mi dice.
Riconosco questa voce.
Sento che l’uomo allenta la presa, lascia che io gli scopra il cappuccio: vedo due occhi dorati come il miele che mi fissano con intensità e desiderio, semi-coperti da ciocche bluastre; sotto l’occhio sinistro (n.d.a. o era il destro?) c’è uno strano tatuaggio scarlatto, proprio come i miei capelli.
Jellal.
 
POV Jellal
Quando l’ho vista, non sono riuscito a trattenermi: avevo riconosciuto il vestito da gatta, e anche solo immaginarmi il sotto mi ha spinto ad avvicinarla: non è colpa mia, se va in giro così poco coperta, no?
Comunque l’ho presa, e l’ho spinta nel vicolo, sai, per aver un po’ di privacy…Non volevo farle del male, volevo solo divertirmi un po’ con lei, come facevamo spesso, in passato, ed ero convinto che lei non avrebbe avuto niente da obiettare.
“Ciao, dolcezza” le sussurro quindi in un orecchio, e lascio che mi cali il cappuccio. Quando mi riconosce, però, non è contenta, come mi aspettavo. Che strano.
“Jellal”…Dio, quanto mi piace quando dice il mio nome.
“Jellal, lasciami!” No, aspetta, che?
“Perché? Non vuoi divertirti un po’ con me?” Chiedo
“Cosa cazzo stai dicendo? Smettila di scherzare, lasciami andare!” continua ad urlare lei, al punto che sono costretto a metterle di nuovo una mano sulla bocca.
“Ssh, non vorrai che gli altri ci sentano, no? Fai la brava bambina, ed andrà tutto bene.”
POV Erza
Non mi aspettavo che fosse Jellal, non sapevo come comportarmi.
Jellal.
“Perché lo stai facendo, Jellal?” Chiedo, anche se so già la risposta.
“Cosa stai dicendo? Non è neanche la nostra prima volta, no?”  No, è vero, non lo sarà. Ma non posso farlo, era già abbastanza difficile dimenticarlo senza che lui spuntasse all’improvviso cercando di avvicinarsi a me.
“Ti ho lasciato, tu sai perché, e ora non dovresti neanche essere qui” Provo a dire allora, ma lui si fa più vicino, e riesco a vedere meglio i suoi perfetti occhi, che incatenano con una forza misteriosa i miei ai suoi
“Ma se non ho neanche iniziato?” Sussurra languidamente lui, che finalmente poggia le sue labbra alle mie…Mi fa schiudere le labbra, così inizia una battaglia per la dominanza fra le nostre lingue, e io non posso fare altro che soccombere davanti al suo potere.
Quando l’aria ci costringe a separarci, riesco a dire:”Jellal, non posso, non voglio, tu sei fidanzato, hai Lucy, e anche io…”
Lui mi impedisce di parlare chiudendo la mia bocca con la sua, poi si stacca e con un sorriso maligno dichiara:”Chi se ne frega di quella puttana? Volevo solo vedere com’era a letto, Laxus mi aveva parlato molto bene di lei.”
A quelle parole non ci vedo più, la rabbia monta dentro di me con la forza di mille soli: alzo la mano per dargli uno schiaffo, non può parlare male così della mia amica, non è un oggetto, né tantomeno io sono un suo giocattolo che può usare quando vuole solo per soddisfare i suoi bisogni, ma lui la blocca, poi prende anche l’altra, e con l’altra inizia a percorrere le forme del mio corpo.
Sento le lacrime formarsi agli angoli degli occhi, ma non risco a dire nulla, perché lui mi stava ancora tappando la bocca.
Chiudo gli occhi, ripensando a come le cose tra noi erano crollate
 
 
**_-flasback-_**
Eravamo ancora alle superiori, io e Jellal, amici d’infanzia, eravamo felicemente fidanzati da molti anni; un giorno però ero andata a casa sua per fargli una sorpresa, perché lui era malato e non era venuto a scuola, allora volevo andare a vedere come stava, anche se non l’avevo avvisato, ma quando sono entrata….o scoperto che era con Lucy! Li avevo visti chiaramente, erano sul divano, allora avevo urlato a Jellal che mi aveva tradito, ma lui non sembrava nemmeno sentirisi in colpa per quello che aveva fatto, anzi mi aveva biasimato perché li avevo interrotti.
Da quel giorno l’avevo lasciato, ma lui non aveva mai smesso di girarmi intorno, e io in verità non l’avevo mai dimenticato, quindi mi era difficile stargli lontano. Quando aveva detto che sarebbe partito per andare in un’altra scuola lontana da qui, un anno fa, in qualche modo ero stata sollevata, e poi ero riuscita a farmi una nuova vita: mi ero fidanzata con Gray, e tutto andava bene, avevo anche fatto pace con lucy, e avevo capito che non era colpa sua, ma di Jellal. Nonostante tutto, però, non riuscivo a dimenticarlo, ma non l’avevo più chiamato, fino ad oggi.
 
**_-fine flaschnack-_**
 
“Jellal, lasciami!” Ripeto, ma lui al contrario si avvicina di più. Pensavo che negli ultimi anni sarebbe cambiato, ma non in pegio, e invece eccolo qui, che mi bacia con forza, contro la mia volontà, e a un certo punto mi toglie il giubbotto, e inizia a guardarmi con occhi pieni di lussuria, e…….-
 
 
 
“Mira, che cosa stai leggendo?”
Mira chiuse all’improvviso la rivista in cui si era persa completamente, guardandosi spaventata intorno.
Vide con orrore che era stata Erza a porle la domanda, e cercò di nascondere il giornaletto dietro la schiena, iniziando a sudare freddo: ”N-non stavo leggendo niente.” Disse, cercando tirare fuori il migliore dei suoi sorrisi; la maga però aveva dovuto aver capito che stava effettivamente nascondendo qualcosa, perché corrugò le sopracciglia. Ad un suo sguardo, Jellal, ormai membro di Fairy Tail da anni, e da pochi mesi marito della famosa Titania, andò dietro l’albina: intuendo che avrebbe cercato di sfilarle la rivista, Mira si voltò verso di lui, rendendosi conto troppo tardi che in questo modo sarebbe stata Erza ad avere libero accesso al giornale. Sfilatoglielo di mano, quindi, la maga dell’ex-quip ne osservò la copertina, sotto lo sguardo pietrificato dell’amica, che era stata nel frattempo bloccata da Jellal, e quindi impossibilitata dal raggiungerla.
”Jellal, vieni qui, in copertina ci siamo noi!”.
L’ex-fuggitivo, corrugando le sopracciglia, confuso, si diresse verso la moglie, senza lasciare però libere le mani di Mira; lessero insieme, a grandi testate sulla copertina:
Numero speciale per celebrare la jerza week!
Si festeggia con il pieno di fanfiction sulla vostra regina di spade e re di cuori preferiti!
Con le fronti sempre più corrugate, Erza e Jellal si rivolsero uno sguardo confuso, prima di guardare l’albina: “Mira…-le chiese Erza- questi dovrebbero essere…?”
Con un sospiro, sconfitta, l’albina iniziò a spiegare: ”Jerza è il nome con cui le vostre fans indicano la vostra coppia; allo stesso modo, qualcuno vi ha affibbiato i soprannomi di Regina di spade e Re di cuori”.
Erza e Jellal spalancarono la bocca.
Sapevano di avere delle fans, ogni membro di Fairy Tail ne aveva, ma…Jerza?
“E’ un fenomeno diffuso anche con altri membri, Mira?” Chiese Jellal, la faccia di uno che aveva paura di sapere la risposta.
“Oh, sì –rispose prontamente Mira- E voi in verità non siete neanche la ship più famosa, anche se fate parte dei big four –NaLu, Gruvia, Gale e Jerza, appunto-, se però vi può consolare le fan che vi hanno come OTP sono sicuramente le più devote, oltre ad essere quelle che naturalmente hanno sofferto e soffrono di più, perché tutto il fandom sembra ignorarvi, e nessuno scrive fanfiction o pubblica fanart su di voi, e quando ci sono, raramente sono decenti.”.
A quel punto Erza e Jellal erano rimasti veramente senza parole.
Ship?
Big Four?
Fandom?
Non riuscivano sinceramente ad avere la minima idea di cosa Mira stesse dicendo, ma avevano paura di chiedere ulteriori delucidazioni. Video Mira nascondere il volto diventato improvvisamente rosso fra le mani (Jellal era stato così pietrificato da dimenticarsi di impedirle di muoversi), e davvero non ebbero coraggio di chiedere altro.
Solo in seguito si sarebbero resi conto che cedere alla curiosità e addentrarsi in quel mondo a loro totalmente estraneo e assurdamente pazzo era stato un grave errore: mano a mano che sfogliavano, le loro facce assumevano coloriti che andavano da un rosso intenso al blu al verde, mentre Mira li osservava impotente imprecare “Io non farei mai qualcosa del genere!”, “Ma come diavolo gli è venuto in mente!”, “Sono tutti pazzi!” o addirittura “Come facevano a saperlo?”.
La loro faccia sembrava essere tornata di un colore normale, quando entrambi si pietrificarono davanti a una pagina; sporgendosi verso di loro, Mira si rese conto che si trattava proprio della storia che stava leggendo fino a quando non l’avevano interrotta.
No.
Non potevano leggere quell’aborto della natura.
Si gettò su di loro, ma era troppo tardi: purtroppo, avevano già letto e si erano già traumatizzati abbastanza, lo capiva dalle loro facce.
E dal fatto che, all’improvviso, Erza lanciò la rivista in aria sotto gli sguardi basiti dei presenti, per poi ex-quipparsi e ridurre il tutto in mille brandelli; Jellal, invece, la faccia di uno che aveva visto un fantasma, si premurò di far esplodere tutti i frammenti rimasti, dal primo all’ultimo, come fossero appartenuti alla cosa più disgustosa che avesse mai visto, e avesse quindi voluto farli sparire dalla faccia della terra.
Il tutto sotto le facce basite del resto della gilda, stupita per il loro strano comportamento, e quella disperata di Mira, la quale non fece in tempo a riprendersi, che fu assalita da Erza: ”Mira, dimmi immediatamente il nome di chi ha osato infangare in quel modo il nome di Jellal e il mio, devo ucciderla. Subito.”
I deboli tentativi dell’albina di spiegarle che era tutto anonimo non sembrarono calmare Titania, che stava accumulando attorno a sé un’aura sempre più preoccupante.
Jellal, al contrario, era in ginocchio davanti al mucchietto di polvere, che stava iniziando a dispendersi a causa del vento causato dalla moglie, apparentemente in profonda contemplazione. Quando Mira lo chiamò per essere aiutata si alzò, e con sguardo tanto arrabbiato quanto addolorato si avvicinò a Erza, la fece voltare verso di lui, e le afferrò le spalle: ”Erza –iniziò a dire, lo sguardo più serio che mai- So che in passato ho sbagliato, ma non farei mai e poi mai-”.
“Jellal –lo interruppe la moglie- Davvero pensi, anche lontanamente, che potrei mai credere che faresti qualcosa del genere?”.
Il mago deglutì: conosceva bene lo sguardo che gli rivolse Erza, e fu solo grazie ai pronti riflessi che riuscì ad evitare il fendente della spada appena evocato dalla maga che, afferratolo per il colletto, lo guardava con uno strano intento omicida, più arrabbiata di prima: “Non paragonarti a quel…quell’essere schifoso! -urlò-tu non sei così! Prima il Consiglio, ora quel coso che ti descrive in quel modo! Tutti ti dipingono come uno stronzo, quando la verità è che sei un galantuomo, sicuramente più gentile di scimmie maleducate senza un minimo di cervello o sensibilità come Natsu e Gajeel!”
Si sentì un “Ehi!” di sottofondo, che però venne completamente ignorato.
Mira la vide abbassare lo sguardo, e pensava si stesse mettendo a piangere; non riusciva a capire perché Jellal, ripresosi dallo shock iniziale, sembrava trattenersi dal ridere. Capì quando Erza sollevò la testa: non stava piangendo, semmai era più arrabbiata di prima.
“E poi non permetterei mai a nessuno di trattarmi in quel modo! Devo trovare chi ha scritto quell’orrore e ucciderlo!” Detto questo, armatasi di buona volontà, uscì, anche senza la minima idea di chi dovesse inseguire, trascinando Jellal dietro di sé, che sembrava indeciso se essere divertito dal comportamento di Erza o arrabbiato con l’autore di quell’atrocità.
Mira sorrise, sollevata: era andata meglio di quanto avrebbe potuto sperare.
“Anche loro hanno scoperto di quelle tue…fan…qualcosa?” L’albina ridacchiò, annuendo alla sorella.
“Non l’hanno presa malissimo –disse, osservando la gilda mezza distrutta dal passaggio dei due-, la prima reazione di Gajeel era stata andare in bagno a vomitare, Lucy invece la prima volta che ne aveva letta una era addirittura svenuta…L’unica che l’abbia presa veramente  bene era Juvia, era così felice di vedere che così tanta gente voleva vederla con Gray!” Esclamò, lo sguardo sognante.
Lisanna ridacchiò, per poi osservare: ”Solo Erza e Jellal, però, sono arrivati a distruggere la rivista in questo modo.”
“L’hanno completamente annientata, in effetti.” Concordò la sorella, guardando il punto in cui prima si trovava l’oggetto colpevole; sopra il legno bruciato dalla magia di Jellal, però, ormai non c’era più nulla.
“Non posso certo biasimarli: quella era di sicuro una delle storie più disgustose che io abbia mai letto, certa gente non sa davvero che farsene del proprio cervello.” Sputò Mira, lo sguardo diventato improvvisamente quello di una pazza assassina.
Lisanna, una goccia di sudore freddo che le colava lungo la schiena, abbozzando un sorriso stirato, le chiese, dopo che la sorella si era calmata: “Tu invece come fai ed essere così calma? Quando Natsu aveva cercato di bruciarlo, tu eri andata su tutte le furie.”.
Mira si esibì in un sorriso soddisfatto, voltandosi verso il bancone: “Proprio grazie a quell’incidente con Natsu, sono diventata più previdente.”.
Indicò quindi a Lisanna uno scomparto sotto il bancone, dove la ragazza trovò una copia identica e immacolata della rivista; Lisanna guardò stupita la sorella, per poi scuotere divertita la testa.
“Va bene che alcune storie fanno schifo, ma molte sono indiscutibili capolavori!” Esclamò Mira con fervore, convinta delle sue parole. La sorella non poté far e altro che continuare a ridacchiare; anche dopo che tutte le coppie si erano formate, proprio quelle che lei aveva deciso, e proprio come aveva sperato, non aveva smesso un solo momento di essere felice per loro, né di aiutarli nei loro momenti di difficoltà, o di preparare di continuo quei suoi piani malefici in grado di metterli in imbarazzo.
Non sapeva dire cosa la rendesse tanto felice, né lo sapevano gli altri.
Il sorriso che aveva sul volto, però, mentre leggeva quella rivista cui era così tanto affezionata, era sincero.
Lisanna scosse nuovamente la testa, mentre vedeva la sorella riporre con cura la rivista nel suo nascondiglio, e guardare con affetto i compagni; improvvisamente si illuminò, e le disse, entusiasta: “Ne, Lisanna…Si sta avvicinando l’anniversario di matrimonio di Levy e Gajeel! Dobbiamo assolutamente preparare qualcosa, non possiamo permettere che trascorreranno una serata tranquilla, non credi?”.
La maga annuì convinta, il sorriso sul volto, prima di mettersi a programmare con la sorella maggiore l’ennesimo piano malefico.
Non sarebbe mai cambiata.
 







 
 
 
Angolo Mokona_
….
....
....
PESCE D’APRILE!
-inizia a scappare-



…Anche se non dovrei scusarmi per gli scherzi che faccio (dovrei?) SCUSATEMI, SCUSATEMI TANTISSIMO. E’ stata una faticaccia assurda scrivere, nonché un dolore inimmaginabile, non avete idea di quanto mi stesse piangendo il cuore, mentre scrivevo.  So che molte di voi avevano già capito cosa avevo in mente dal titolo, ma leggere non dev'essere stato facile comunque. Però, scherzi a parte, dovevo farlo. Ho visto questa cosa, e non sono riuscita a trattenermi. Prima di dilungarmi nell’attacco alle violence jerza, vorrei dire che QUESTA FF NON E’ RIFERITA A NESSUNO IN PARTICOLARE, non avevo in mente nessuno, mentre scrivevo. Non pensate che sia rivolta a voi, in verità cose del genere si trovano più nel fandom inglese.
In verità, nel fandom inglese si trovavano (ora, fortunatamente, non se ne vedono più) valanghe di violence jerza. Senza alcun senso. NON SI FA. CAZZO, NON SI FA.  PER AMOR DI MAVIS, E’ COME ISTIGARE GLI STUPRI, E’ GIUSTIFICARLI, E’ RENDERE DUE PERSONAGGI MERAVIGLIOSI UN CRETINO PIU’ DELL’ALTRA. Perché diciamocelo, il nostro dolce Jelly diventa uno stronzo di prima categoria (quell’essere  non è jelly, al massimo potrebbe essere Jelly posseduto da Zeref o Sieg, ma sicuramente non il jelly gentile che tutte amiamo <3 Insomma, che è un po' pervertito e bastardo si sa, e sono convinta che quando si lascerà andare sarà anche capace di fare un po' lo stronzo, ma...no.) e Erza non sono così! Insomma, Erza sembra Bella di Twilight (senza offesa), nel senso che sembra non saper prendere decisioni coerenti davanti a quello che le piace, perchè bla bla bla, quando la nostra Erza  risolverebbe con qualche mossa di karate e via. Ma insomma.  Il fandom inglese, purtroppo, non ha regolamento (o così sembra, a giudicare dagli orrori che girano), il nostro fortunatamente sì. Quindi, spero di non vedere mai ff del genere, in cui viene usato uno stupro che cerca di essere esaltato e giustificato in tutti i modi possibili e immaginabili, qui. Se ne vedrò (e se ci sarà non mi scapperà, ho letto- e continuerò a leggere- tutte le fanfiction jerza del fandom. Tutte.), mi premurerò di segnalarle fino a quando non verranno cancellate, perché non si fa.  Cito testualmente dal regolamento “è vietato giustificare o esaltare in qualunque modo lo stupro.”. Vi prego, non fatelo. Mi fido di questo fandom, siete tutte estremamente dolci e simpatiche, ma non si sa mai, ecco.
Ho scritto davvero un poema, ma stavolta non mi sento in colpa, erano cose che dovevo dire.
Scusatemi ancora per il colpo, spero che non ce l’abbiate con me, e che passiate una bella giornata  ^^ Diciamo che per farmi perdonare ficco una drabble piena di fluff, che effettivamente nell’obbrobbrio qui sopra (non parlo solo della fanfiction nella fanfiction, il resto non mi è piaciuto come mi è venuto, soprattutto la fine, scusate) di jerza non ce n’era tanta, ok?
V1 Am0 TanT1Xx1M0 M1e_PaxX01di!!!111!!11
Ok, scherzo. Mammamia che fatica scrivere in quel modo.
Kiss
Mokona_

 






 
Erano lì, stesi l’una stretta all’altro, sull’erba fresca, godendo semplicemente della reciproca compagnia.
Nonostante Porlyusica avesse loro vietato severamente di allontanarsi troppo dall'infermeria, temendo che le loro ferite avrebbero potuto riaprirsi, avevano voluto raggiungere quella collina e stendersi all'ombra di quel grande albero, solo loro due, lontano da tutti.
“Mi sembra ancora che sia tutto un sogno.” Disse Jellal, baciando la fronte dell'altra. Le sorrise dolcemente, ricordando com’erano arrivati a quel punto: la lotta contro Tartaros, il loro Unison Raid, Lahar che perdonava ufficialmente sia lui che Meredy.
Era stato tutto un sogno, da allora: un meraviglioso, indimenticabile sogno, in cui aveva potuto unirsi a Fairy Tail. Ma, soprattutto, accettare e donare il proprio amore alla donna che aveva sempre amato.
Jellal sentì Erza ridacchiare, e farsi più vicina a lui, per poi dire: “Allora non lascerò che nessuno ci svegli.”

 



Sono solo 99 parole, ma non riuscivo a trovare la drabble e non so perché l’avevo scritta in inglese con una scrittura incomprensibile e ho faticato un sacco per capire la mia pessima scrittura e tradurla, quindi apprezzatela. Sospetto che sia la punizione per il mostro qui sopra.

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Capitolo 25
*** The first time...Jellal and Erza have cuddled under the blanket ***





The first time….
        Jellal and Erza have cuddled under the blanket
 







 
Faceva freddo.
Troppo, troppo freddo, per I suoi gusti.
Erza starnutì, aprendo lentamente gli occhi, guardandosi quindi intorno. La gilda taceva.
Sarebbe potuto sembrare strano, se non fosse stata notte fonda. La maga rabbrividì ancora, maledicendo il freddo che l’aveva svegliata, lasciando vagare lo sguardo su Juvia, che si era addormentata accoccolata al petto di Gray (rigorosamente nudo, nonostante la bassa temperatura), Natsu, che stringeva Lucy a sé anche mentre dormiva, con Happy sopra di loro, e…Quella che dormiva vicino a Laxus era davvero Mira? I pensieri di Erza vennero interrotti da un altro starnuto. Titania prese mentalmente appunto di portare il doppio delle coperto la prossima volta che avrebbero avuto la malsana idea di fare un party in inverno. Scartò subito l’idea di ex-quipparsi con qualcosa di più caldo: anche il solo accumulare magia avrebbe potuto mettere all’erta alcuni maghi (anche se la maggior parte di loro era completamente fuori gioco a causa dell’alcool), senza contare i Dragon Slayer, che erano particolarmente sensibili a qualsiasi cambiamento; inoltre, il bagliore provocato dall’incantesimo non sarebbe sicuramente passato inosservato. Sospirò, perdendosi nella quiete notturna, disturbata solo dal regolare e più o meno sommesso russare di alcuni membri, pensando a una soluzione.
“Non riesci a dormire?”
Il sussurro di Jellal arrivò inaspettato vicino al suo orecchio, e se non fosse stato per la mano del mago che le aveva prontamente tappato la bocca, Erza si sarebbe lasciata scappare un urlo.
“Sono solo io.” Sussurrò lui, ridacchiando divertito dalla sua reazione esagerata. Ringraziando silenziosamente il buio che nascondeva il rossore fattosi prepotentemente strada sulle sue guance, la maga ricordò che sì, anche Crime Sorcier era stata invitata ad unirsi alla festa. E che lei e Jellal avevano speso la serata chiacchierando tranquillamente del più e del meno, continuando a pretendere di non essere più che buoni amici, sotto lo sguardo assassino di Mira.  Erza si voltò verso l’altro, in ginocchio davanti a lei, chiedendogli: “E tu come mai sei sveglio?”. Lui si limitò ad alzare un libro, gli occhi che scintillavano nell’oscurità della notte: "Levy mi ha prestato un libro veramente interessante, avevo intenzione di finirlo prima di domani.”.
Titania fissò il mattone nella mano dell’altro: “Come fai a leggere al buio? E non hai freddo, vestito in quel modo?” Domandò, notando con sguardo critico che l’altro indossava solo una maglietta leggera. Il fuggitivo non parlò, ma le prese una mano; Erza lasciò che l’aiutasse ad alzarsi, e lo seguì docilmente attraverso la gilda affollata, cercando di non inciampare, e di non lasciarsi troppo prendere dalle loro mani intrecciate. Perché la mano di Jellal era grande, calda, e sentirla stringere la sua le dava un senso di sicurezza; in qualche modo le ricordava quando erano ancora bambini, e Jellal le prendeva la mano per tenerla vicina a sé, non perderla anche in mezzo a tutta la gente, o condurla dove voleva lui, per mostrarle un pezzo di cielo, qualcosa che non si aspettava, uno spiraglio di luce in mezzo all’oscurità.
Jellal si fermò solo a qualche metro di distanza da dove si erano alzati, vicino a quello che Erza riconobbe come il divano davanti al grande camino in cui ancora ardeva un po’ di brace. Invece di andare a sedervisi, però (Erza notò solo in quel momento che era occupato da Gajeel e Levy), si accomodò per terra, contro lo schienale, avvolgendosi in una coperta e facendole segno di sedersi affianco a lui.
La maga deglutì, prima di metterglisi affianco, Subito Jellal avvolse un braccio intorno a lei, coprendola così con la calda coperta. La maga sentì così il calore di quest’ultima e del corpo dell’altro che la riscaldava.
Il fuggitivo quindi aprì il libro, e vi avvicinò una mano; richiamando una minima quantità di magia, creò una piccola fiamma, che illuminava la pagina quel tanto che bastava per essere letta. Titania gli si accoccolò inconsciamente contro, per avvicinarsi a quella fonte di luce e iniziare a leggere insieme a lui. Non ci mise molto a riconoscere quel libro: Levy l’aveva prestato anche a lei, poche settimane prima, ed era riuscita a divorarlo in pochi giorni, e quello era uno dei punti di maggiore suspance.  Persa nella lettura, non si era accorta che Jellal aveva smesso ormai da minuti di leggere, preferendo invece fissarla: aveva il naso rosso, in contrasto con il viso pallido.
Titania sussultò, quando sentì la sua mano essere avvolta nuovamente da quella dell’altro: “Sei gelida.” Mormorò Jellal.
La maga, forse per il sonno, lasciò che le parole precedessero un qualsiasi pensiero logico: “E’ perché tu ti sei rifiutato di scaldarmi.”.
Non appena si rese conto di quello che aveva detto, strinse più forte la mano di Jellal, probabilmente temendo che quest’ultimo si sarebbe allontanato.  Ma il fuggitivo, al contrario, la strinse di più a sé: “Perdonami, Erza.” Sussurrò, la voce rotta.
La maga voltò la testa verso di lui; guardò per qualche istante quegli occhi, in quel momento lucidi, che non avevano il coraggio di cercare i suoi, prima di sporgersi verso di lui, e lasciargli un leggero bacio pericolosamente vicino alle labbra.
“Non fa niente –lo rassicurò- Ora sei qui con me, no?” Gli rivolse un sorriso timido, al quale Jellal, gli occhi spalancati per la sorpresa, rispose solo qualche secondo dopo, annuendo. Erza quindi, stanca, appoggiò la testa alla spalla dell’altro, pensando di riprendere a leggere; venne però colta dal sonno, e chiuse gli occhi, senza accorgersi che Jellal le aveva lasciato la mano per iniziare ad accarezzarle dolcemente i capelli. Solo quando fu sicuro che Erza si fosse addormentata promise in un sussurro: “E non ti lascerò più; rimarrò al tuo fianco, per sempre.”.
 








 
Angolino di Mokona.
Ciao.
Sto pensando adesso che inizio l’angolo sempre con delle scuse, quanto sono pessima XD Scherzi a parte, ho davvero tanto da fare, anche con la scuola, perdonatemi se non ho ancora riposto a tutte le vostre meravigliose recensioni e non sono puntuale con gli aggiornamenti. Anche in queste vacanze ho dovuto fare un mucchio di giri, e solo questi ultimi giorni sono riuscita a trovare un po’ di tempo per me, e aggiornare. Sperando che questa valanga di fluff vi faccia piacere. Principalmente è dovuta a questo manga, che ho letto oggi su consiglio di un’amica, e….il mio cuore. Rotto. In mille pezzi. Quel manga è tanto bello quanto doloroso. E il fatto che i protagonisti mi ricordino tremendissimamente Jelly e Erza non aiuta. Sono solo 8 capitoli, è un volume unico, lo consiglio vivamente, è davvero bello.
Scleri vari a parte, si sta avvicinando la jerza week, che sarà dal 26 maggio al 2 giugno. Io sarò in gita e probabilmente non avrò internet né il tempo di aggiornare né fare nulla sto nel panico più totale, e potete votare i prompt qui. Yay.
Vado a fanartare genderbender jerza.
Spero che la fic vi sia piaciuta, e che passiate una bella serata/nottata/giornata/quelcheè <3
Un grazie enorme a tutti quelli che mi sopportano <3
Kiss
Mokona_
 

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Capitolo 26
*** The first time....Jellal and Erza have held hands ***




The first time...
Jellal and Erza have held hands










"Jellal, ho paura.
Ho paura.".
Erza si avvicinò inconsapevolmente al bambino affianco a lei, vedendo la guardia avvicinarsi. Jellal le si fece più vicino, e sussurrò:"Traquilla Erza.".
Anche la sua voce, però, tremava leggermente; probabilmente nessuno avrebbe potuto notarlo, a parte lei.
Quella notte Jellal l'aveva svegliata, e l'aveva fatta uscire da quel cunicolo nascosto che solo loro conoscevano (pianificavano di usarlo per scappare, prima o poi), quindi l'aveva condotta atraverso i vari tunnel per trascinarla in uno stretto buco che dava sul mare. Nessuno a parte loro, piccoli bambini, avrebbe potuto accedervi: il tunnel era troppo stretto e basso per un adulto, quindi probabilmente tutte le guardie si erano limitate ad ignorarlo, senza pensare che qualcuno avrebbe mai potuto usarlo.
Così avevano passato la notte a guardare le stelle, insieme.
Jellal le aveva raccontato di come gli uomini riuscissero ad individuare le più strane figure unendo quei puntini luminosi, quasi fosse un gioco. Loro stessi si divertirono a inventare nuove costellazioni, che chiamarono con i nomi dei loro amici.
Il bambino inoltre le raccontò molte storie legate alle stelle; la sua preferita, però, era sicuramente quella di Orione*.
Erano rimasti fuori a lungo, l'uno seduto affianco all'altra nella freddo oscurità della notte,
facendo tesoro di ognuno di quegli istanti che sapevano loro così tanto di libertà, fino quando non avevano visto il cielo iniziare a farsi più chiaro.
Stavano tornando nella loro cella il più silenziosamente possibile, quando avevano sentito i passi pesanti di una guardia dirigersi proprio verso di loro.
E non c'erano posti dove nascondersi.
Erza e Jellal si guardarono intorno, alla disperata ricerca di un qualsiasi cosa che potesse aiutarli. Fecero qualche passo indietro, ben consapevoli che quel corridoio era troppo lungo perchè lo ripercoressero all'indietro prima che lei svoltasse l'angolo e li scoprisse. Rimasero quindi fermi, la paura che impediva loro persino di respirare.
Quando infine intravidero i contorni della figura corpulenta della guardia
resi infinitamente più inquietante dalla tremolante luce della lampada che reggeva stagliarsi contro la parete, , qualcosa scattò nell'animo di Jellal: prese la mano dell'amica, tirandola dietro di sè.
Non avrebbe permesso che le facessero del male.
La guardia comparve da dietro l'angolo; si avvicinava verso di loro con passo lento, strascicato, quasi non li avesse affatto visti.
Barcollava persino, notò Jellal. Mano a mano che si avvicinava, riuscirono a vedere che aveva gli occhi chiusi.
Cosa...?
L'uomo continuava a camminare, imperterrito, senza dare il minimo segno di vita. Il bambino spinse quindi contro la parete Erza, senza parole tanto quanto lui. La guardia li superò, diretto chissà dove, ancora nel mondo dei sogni.
I due bambini si guardarono, lo stupore che riempiva i loro occhi. Poi, un sorriso increspò le labbra di Erza, e si ritrovarono da un momento all'altro a dover soffocare le risa.
Jellal strinse la mano della bambina, facendole segno di fare silenzio, così che potessero finalmente ritornare alla loro cella. Mentre camminavano, Erza notò che la mano di Jellal era più grande della sua; ed era anche calda, tanto calda.
La proteggeva, come d'altronde il bambino aveva sempre fatto, fino a quel momento.
Ed era bello sentire le loro mani intrecciate. Sì era decisamente una bella sensazione, ed Erza sentì improvvisamente il desiderio che quel contatto così nuovo non finisse mai.
Quasi avesse sentito i suio pensieri, Jellal non la lasciò andare, nemmeno quando si accucciarono nel posto dove dormivano di solito. Ad Erza di certo non dispiaceva; si accoccolò quindi contro di lui, come spesso faceva, concentrandosi sui respiri profondi dell'altro, iniziando a scivolare nel mondo dei sogni.




 

"Mi dispiace, Erza. Avrei dovuto farti fuggire, probabilmente, affrontare la guardia da solo.
Ma...Quando ho preso la tua mano, era così piccola, e così fredda. Non volevo lasciarla, dovevo protegerti, rimanere al tuo fianco. Non volevo che ti allontanassi.
Non capisco...Il mio cervello mi diceva che dovevo dirti di andare via, ma non sono riusito a farlo. Non è strano.
Argh, non capisco più niente, ultimamente...Però sai, Erza, almeno ho capito una cosa.
Voglio rimanere al tuo fianco, e proteggerti, ".





Erza socchiuse gli occhi.
Oramai si era fatta l'alba, e le guardie avevano iniziato a sbattere le spade contro le sbarre di ogni cella per svegliarli, come al solito. La prima cosa che Erza vide fu il volto di Jellal, profondamente addormentato. Sentì che le loro mani erano ancora intrecciate.
Nella sua mente iniziò a farsi strada lo strano sogno che aveva fatto quella notte, qualcosa su Jellal che diceva che l'avrebbe sempre protetta. Per qualche motivo, sentì il sangue salirle alla testa.
Per distrarsi scosse gentilmente le spalle dell'amico:"Jellal! Jellal, svegliati, dobbiamo andare!".
Il bambino si svegliò lentamente, stropicciandosi gli occhi; di solito era uno dei primi a svegliarsi, ma stare sveglio quasi per tutta la notte era stato più pesante di quanto avesse previsto.
"Erza...? Perchè sei tutta rossa?".
La bambina non si aspettava quelle parole, e si tocò istintivamente il volto, quasi a coprirlo.
Jellal ridacchiò debolmente, prima di alzarsi, tendendole la mano:"Andiamo?".
Erza sorrise mentre l'afferrava, certa che avrebbe fatto di tutto per non lasciarla mai.







*non ho resistito. Riferimento a una delle mie long preferita, questa. Leggetela tutta, è uno spettacolo, non fermatevi al primo capitolo. E preparate i fazzoletti.




Angolino di Mokona_
Hella.
Sì, è un seccolo che non aggiorno, lo so.
Se pubblico questo capitolo è solo perchè mia moglie (lei) mi ha gentilmente fatto notare che non aggiorno da aprile, e mi sono sentita incredibilmente in colpa. Quindi ecco un po' di fluff per cercare di rimediare.
E...boh, scusate, è veramente tanto che non mi faccio sentire, ma vi ringrazio per le recensioni (a proposito, meno due per arrivare a cento, qui...ora farò tanto la mendicante, ma se ci arrivo preparerò assolutamente qualcosa per voi. Ma non fidatevi, sono un essere ignobile XD), e vi assicuro che in queste settimane mi rifarò sicuramente viva. E per farmi sicuramente viva intendo dire che dovrete sorbire me e le mie shot per la jerza week perchè, anche a costo di pubblicare l'ultima il 25 maggio prossimo, riuscirò a scriverle e pubblicarle tutte.
Comunque scusatemi tanto, davvero.
E'...un periodaccio, se devo dirvi la verità. A tratti sono ispirata, il problema è che non mi piace quello che scrivo, e non mi piace come lo scrivo. ew. Però aspettatevi una long, possibilmente in tempi brevi.
Non ce l'abbiate troppo con me.
Fanart di scusa?
Ok, vado a sotterrarmi arrandom, non so cosa farmene della mia vita XD
Voi....ehm...scrivete tante jerza e fangirlate e mangiate tanta nutella, ok?
Kiss
Mokona_

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