POSSIAMO SCEGLIERE IL NOSTRO FUTURO

di amorisegreti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Perchè mi hai aiutato? ***
Capitolo 3: *** QUATTRO MESI DOPO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


~~vita è tutta questione di fortuna, ad alcuni la fortuna arriva sotto forma di una mano
Tesa, di una via di scampo. Ci sono persone però a cui, la fortuna non viene offerta su un vassoio d’argento, persone che finiscono nel posto sbagliato al momento sbagliato.
mi chiede mia madre mentre parcheggia l’auto nel vialetto d’ingresso.
Non rispondo, osservo le foglie volteggiare ovunque le porti il vento, non hanno controllo sul percorso della loro vita.

Distolgo lo sguardo dalle foglie e lo punto su di lei. Mi aggrappo alla maniglia dello sportello e mi sale un groppo alla gola.
< Non ho alcuna intenzione di intrufolarmi in una festa di liceali, e non sono certo dell’umore per ascoltare le chiacchiere di Brooke sulla borsa di studio ottenuta da Travis.>
Con aria rassegnata apro lo sportello e  mi avvio lungo il vialetto < altri due giorni soltanto e sarò al college, e niente di tutto questo avrà importanza> mi ripeto sottovoce.
Le finestre illuminate risaltano sullo sfondo grigio del cielo; uno striscione con su scritto < congratulazioni> è appeso sopra l’ingresso del portico. Alla famiglia di Travis Owe piace sempre dare spettacolo, sembrano la famiglia perfetta ma io non credo nella perfezione. Hanno organizzato questa festa per festeggiare il diploma dell’ultimogenito Trevis e la sua borsa di studio per l’università del Wyoming ottenuta grazie al football. MI avvicino al portico e noto Alessia la ragazza del festeggiato che sorseggia un bicchiere di vino insieme ad altri ragazzi.
Evito le scale e cambio bruscamente direzione prima che mi insulti, mi sposto verso il giardino con passo incerto  sperando di passare inosservata in mezzo alla calca, trovare  mio fratello e andarmene il prima possibile.
< e non provare a dirmi che è stato un incidente>
Sento una voce, uno schianto improvviso e uno scricchiolio come di ossa che si spezzano.
Mi giro di scatto, appena in tempo per vedere il pugno del signor Owe prendere centrare Travis in pieno viso, lo colpisce ancora e non si ferma nemmeno quando Trevis si accascia al suolo. Reagisco senza riflettere e mi lancio di corsa verso i due con un solo scopo in testa: porre fine a quel dolore.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere le vostre considerazioni
BACIONI
 

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Capitolo 2
*** Perchè mi hai aiutato? ***


~~
Le nocche del signor Owen sono lacere e gocciolano sangue sul cemento davanti alla dèpendance. Travis è a terra, sulla guancia ha uno squarcio profondo come una fessura nella corteccia di un’ albero. Ha il labbro spaccato e la pelle imbrattata di sangue.
Socchiude gli occhi su di me e io mi affretto subito a indicare un punto alle mie spalle.
< In cucina c’è qualcuno che la sta cercando.>
Dico al signor Owen.
< avevano bisogno di aiuto per ……. Non ricordo cosa>
< e tu chi diavolo sei? >
< Giorgia Rence>
Rispondo tranquillamente. Ha l’alito che puzza di alcool.
Il suo sguardo si sposta sulle mie scarpe consumate e sulla felpa nera con le fibbie. Sembro una senzatetto, ma è quello che voglio passare inosservata.
< ah si sei la figlia dell’allenatore Rence, non ti avevo riconosciuto con questa poca luce.>
Abbassa lo sguardo sulle nocche sanguinate e poi lo punta di nuovo su di me.
< Ascolta Giorgia non era mia intenzione, è stato un’incidente>
< ok>
< vado a lavarmi> borbotta, poi si avvia con passo oesante verso la porta sul retro tenendo la mano ferita dietro la schiena.
Mi concentro su Trevis , riuscendo a liberare un sospiro che mi era rimasto intrappolato in gola.
< Tutto bene?>
< sto bene.> Mi risponde con voce aspra e sgarbata, così penso sia meglio avviarmi verso casa pronta per levare le tende.
< Perché l’hai fatto?> mi grida dietro nel buio.
Mi fermo sul bordo del prato e mi volto a incontrare il suo sguardo.
< ho fatto quel che avrebbe fatto chiunque>.
< No non è vero> dice accigliandosi.
Io e Travis siamo andati a scuola insieme fin dall’asilo. Purtroppo questa è stata la conversazione più lunga che abbiamo avuto da quando più o meno in  prima media mi hanno etichettato come la sfigata della classe. Quando le nostre famiglie cenano insieme lui fa finta di non conoscermi.
< Hai fatto quel che quasi nessuno avrebbe mai fatto>.
È il classico ragazzo di cui tutte le ragazze si infatuano e di cui mi sono infatuata anch’io, quando ancora non vedevo l’altro sesso come una minaccia. Ha i capelli biondi arruffati, il viso ( quasi sempre) perfetto e gli occhi verde smeraldo.

Mi gratto la fronte, un gesto tipico dettato dal nervosismo.
< Non potevo semplicemente girare i tacchi e andarmene, non me lo sarei perdonato.>
< Non devi parlarne con nessuno, ok? Era ubriaco e …… sta attraversando un brutto momento. >
Mi mordo le labbra incerta se credergli o no
< D’accordo se è questo che vuoi>
< è questo che voglio> ripete in tono sostenuto.
< Giorgia……. Giorgia ti chiami vero? Me lo faresti un favore?>
Mi dice mentre mi avvio verso casa.
Gli lancio un’occhiata voltandomi < certo>
< Nel bagno al pian terreno c’è un kit di pronto soccorso e nel freezer del ghiaccio, me li prenderesti?>
Ho un disperato bisogno di andarmene ma la sua voce è più che convincente.
< Si>
Stringo i gomiti al corpo sperando che nessuno mi tocchi e mi addentro nella calca ma vengo fermata da Brooke Owen, la madre di Travis, sta chiacchierando con altre persone
< Giorgia mamma è con te?>
< Sta in macchina, mi ha mandato a prendere mio fratello, l’ha visto?
< forse si, forse no> davanti a lei c’è una bottiglia di vino vuota quindi decido di spostarmi immediatamente. Trovo mio fratello e li dico di raggiungere mamma omettendo la parte di Travis.
Dopo prendo il ghiaccio e il kit e raggiungo Travis.
< ehi.>
Travis spunta fuori dalla stanza in fondo ; si è tolto la camicia e si preme la guancia con un asciugamano sporco di sangue.
< hei hai preso tutto?>
Io chiudo la porta e li passo il kit.
< Non mordo Giorgia, non c’è bisogno che fissi il muro>.
Costringo i miei occhi a guardarlo e poi non riesco più a staccarli dalle numerose cicatrici che li segnano il petto.
< Forse ci vorranno dei punti per quel taglio sotto l’occhio, non ha un bel aspetto>
< si rimarginerà, riesco a , gestire le cicatrici, specialmente quelle esterne.
Capisco cosa voglia dire dal profondo del cuore. Raccolgo La garza ne strappo una parte prendo il cerotto dal kit. Poi scacciando dalla mente tutti i momenti che mi terrorizzano, avvicino le dita alla sua guancia.
Travis rimane immobile mentre io li sistemo la benda sulle ferite. Tiene gli occhi fissi su di me, corruga la fronte e trattiene quasi il respiro quando metto il cerotto.
< Mi permetto di insistere sui punti>.
Chiude il kit e pulisce una goccia di sangue caduta sul coperchio.
< Hai visto mio padre dentro casa? >
< No tranquillo. Devo andare, mia madre mi sta aspettando. Sicuro di stare bene?>

si affretta ad aggiungere. Mi fermo con la mano sulla maniglia. Mi sento male all’idea di lasciarlo ma sonpo troppo vigliacca per restare.
< Per cosa?>
Medita sulla risposta per un’eternità e alla fine sospira.
< Per avermi portato il kit e il ghiaccio>
< figurati>

< si penso anch’io>. In realtà  non credo che ci sarà juna seconda volta.

 


ANGOLO DELL’AUTRICE
Spero che vi piaccia questo capitolo. Per il prossimo almeno una recensione per farmi capire se vi interessa la storia o no,
BACIONI

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Capitolo 3
*** QUATTRO MESI DOPO ***


~~Appena mi avvio verso il vialetto di ghiaia, il
Cellulare mi squilla nella tasca.
- Sto arrivando- rispondo.
- tuo fratello è qui fuori, ha bisogno di andare a casa. Fra otto ore dovrà essere all’aeroporto-
Affretto il passo.
- Scusa ho perso tempo, sarò li tra trenta secondi-
Chiudo la comunicazione mentre raggiungo il cortile.
Alessia, la ragazza di Travis , è sotto il portico intenta a chiacchierare con Caleb. Lo stomaco mi si contrae e  mi ritiro fra le ombre degli alberi con la speranza di non essere vista.
- Oh mio Dio, quella non è Giorgia Rence? Cosa cavolo ci fai qui? Non sei mica come quei tipi che bazzicano i cimiteri.-
Accelero il passo e inciampo su una pietra.
- Oppure stai scappando via dalla mia fetta di torta?-
Mi grida sarcastica
- Quale delle due, andiamo non vuoi dirmelo?-
- Piantala, avrà le sue buone ragioni per scappare- sogghigna Caleb.
L’allusione maligna ottiene l’effetto voluto: scappo via.

         4 MESI DOPO
Spesso mi chiedo cosa sia a spingere le persone ad agire. Se è un’ istinto inculcato nelle loro menti alla nascita o se lo apprendono nel corso degli anni.
- Dio oggi sembra la città degli imbranati- dice SETH
- Fai meno il presuntuoso. Solo perché abbiamo deciso di frequentare il semestre estivo insieme e sappiamo già orientarci nel campus non significa che siamo migliori di loro- lo riprendo scherzosamente
- Diciamo che noi siamo matricole più alte in grado-
Continuo a sorseggiare il mio caffelatte soffocando un sorriso.
- Sai bene che non esistono matricole più alte in grado- dico.
Ho conosciuto SETH il primo giorno all’università del Wyoming. La nostra incapacità nel comprendere i numeri è stato un’ ottimo argomento per avviare la conversazione e da allora la nostra amicizia ha continuato a crescere. Gli voglio bene perché è la prima persona con cui mi sento a mio agio per raccontargli i miei segreti, ma forse è perché Seth capisce cosa si prova ad essere feriti dentro e fuori.
Lui nota il mio sguardo triste e cerca di tirarmi su di morale.
- Sei molto più felice di quando ti ho incontrato- dice.
- Vorrei che potessi sentirti così con tutti, Giorgi, che la smettessi di nasconderti-
- Vale anche per te- gli faccio notare.
- Che ne dici ci intrufoliamo in una delle visite guidate e  spiazziamo la guida?- mi propone.
- Tu si che sai come farmi felice- dico con un grande sorriso suscitando la sua gioia.
Ci avviamo lungo il marciapiede in direzione della sede centrale. C’è confusione nell’aria mentre studenti e genitori tentano di orientarsi. Nel caos generale sento una voce.
- Attenta-
Alzo la testa di scatto, appena in tempo per vedere un ragazzo correre nella mia direzione con le braccia in alto, pronto per afferrare la palla al volo. Mi investe in pieno e una fitta lancinante si diffonde nel braccio e mi mozza il respiro
- Levati subito- riesco a dire, dimenandomi per scrollarmelo di dosso
- Sono mortificato, non ti avevo visto- dice alzandosi frettolosamente.
- Travis?-
Agrotta la fronte.
- Ci conosciamo?-
Ha una cicatrice sotto l’occhio sotto l’occhio destro e mi chiedo se sia un segno rimastogli da quella notte.
Avverto una punta di delusione all’idea che non si ricordi di me. Mi rialzo in piedi e strofino via erba e polvere.
- Mmm…… no scusa,  ti ho scambiato per qualcun altro-
- Ma hai detto il mio nome giusto?-
C’è una nota di dubbio nella sua voce.
- Aspetta ci conosciamo, non è così?-

 

ANGOLO DELL’AUTRICE
Sono tornata con un nuovo capitolo. Vi prego fatemi sapere le vostre considerazioni sono super curiosa.
BACIONI

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