Il mistero di Traverse Town

di Prince Lev Swann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricognizione a Traverse Town ***
Capitolo 2: *** Il Compositore ***



Capitolo 1
*** Ricognizione a Traverse Town ***


Quel giorno Roxas e Xion erano in ricognizione in un nuovo mondo. Era una città notturna, con tanti palazzi e case in stile vittoriano. Si trovavano nel Primo Distretto, costituito principalmente da una piazza, i cui colori dominanti erano il rosso e il marrone, con alcuni lampioni, un ristorantino e due portoni che portavano in altre zone della città. Da una scalinata si raggiungevano i due negozietti del Primo Distretto: quello di oggetti e quello di accessori. Infine c’era un’officina, accessibile anche dal negozio di accessori, e una casetta, con vari tipi di orologi in legno. In effetti, non  ci sarebbe stato nulla di strano, se la città non fosse stata completamente disabitata. Controllarono, per sicurezza, anche le poche case accessibili. I mobili erano impolverati e c’era odore di chiuso.
Xion sospirò: “Ma chi ci abita in questo mondo? Perché ci hanno mandati qui, se non c’è nessuno?”
Era accaduto spesso, rifletté Roxas, che nei mondi da loro visitati la gente non andasse spesso in giro, sempre per paura di essere attaccati dagli Heartless, ma in questo mondo non c’erano nemmeno quelli.
“C’è troppa calma, perché non ci sono Heartless?” chiese, più a sé stesso che all’amica. Si trovavano nel Terzo Distretto.
“Sarà perché qui non c’è nessuno, a parte noi, ovviamente”.
Comunque, fecero il loro dovere e seguirono le istruzioni, esaminando la Città: c’erano in tutto tre distretti, e una stradina sul retro di un albergo del Secondo Distretto, ovviamente vuoto. Una caverna nel sistema fognario portava a una casetta completamente vuota e buia, su una superficie circondata da acqua, all’interno di un grande spazio chiuso simile a un laghetto. Un’uscita conduceva al Terzo Distretto, raggiungibile anche dal Primo e dal Secondo Distretto.  “Pare che questo mondo sia il luogo dove finiscono le persone il cui mondo è stato distrutto” rivelò Xion infine.
“Te l’ha detto Saix?”
“No, io… mi sembra di esserci già stata, ecco!”
Rimasero in silenzio per un po’.  Com’era possibile, se era la prima volta che visitavano quel mondo? E probabilmente l’ultima, aveva detto Saix…
“Be’, Saix ci ha detto di esaminare quanti più posti possibili, e noi l’abbiamo fatto. E qui non c’è nessuno. Andiamocene”.
Xion esitò, poi parve illuminarsi. “Torniamo un’ultima volta al Primo Distretto… Voglio controllare una cosa”. 
“Va bene, ma perch…”
“Di là” lo interruppe Xion, indicando il portone più alto, sotto una grande scritta: “Il Primo Distretto”.
Aprirono il portone, attraversarono un vicolo d’intermezzo  e ne aprirono un altro. Entrarono.
C’era un’aria strana. Un venticello prima assente e la luce di un lampione che si spegneva in intervalli di qualche attimo davano alla piazza vuota un’atmosfera leggermente inquietante. Poi un rumore fortissimo invase la quiete e tutto tremò. Si aspettava un Heartless gigante, invece davanti  loro c’era un individuo incappucciato. Più o meno della sua statura, era vestito come i membri dell’Organizzazione con l’unica differenza che aveva delle fiamme viola sulle estremità delle maniche e alla base del soprabito nero. Era comparso al botto, uscendo da un corridoio oscuro.  Alzò il capo. Al posto degli occhi, sotto il cappuccio c’erano solo due scintillati punti rossi.  “Eh!?” esclamò Roxas avvicinandosi di pochi centimetri.
“Chi sei tu? Che cosa vuoi?” urlò Xion. Aloni di oscurità viaggiavano come folate di vento attorno all’essere.  Questo sparì all’improvviso e ricomparve dietro di loro. Evocò una sorta di spada nera, e la puntò contro Roxas. Il ragazzo evocò il keyblade. Iniziarono a combattere. Il nemico era velocissimo, poteva sparire e riapparire in un altro punto. Ma non attaccava più di tanto fisicamente. Si limitava a spedire raggi rosso fuoco contro Roxas.  Poi, improvvisamente, gli si materializzò davanti. Solo in quel momento Roxas si accorse che Xion era scomparsa. Fece appena a tempo a girare la testa per cercarla che dall’essere con gli occhi rossi partì una violentissima raffica di vento; questa spedì Roxas contro la nuda parete accanto al ristorante… sarebbe andato a sbattere…

Ma non fu così. Si ritrovò a terra, in un luogo sconosciuto, steso a terra. Aveva oltrepassato un portone che prima, ne era sicuro, non c’era. Si alzò rapidamente e fu colpito dalla consapevolezza l’essere era sparito, e insieme a quello Xion. Doveva cercarla, subito. Se non l’avesse trovata avrebbe chiamato Axel e l’avrebbero cercata insieme. Ma non ebbe il tempo di fare un passo che perse l’equilibro, gli si chiusero gli occhi e svenne.
Si risveglio su un letto di in una stanza dell’alberghetto. Accanto a lui era seduta… “Xion!” disse e alzò la schiena di scatto.  “Non sei scomparsa! Che sollievo… avevo paura che…”
“Ssh!  Non agitarti e stai tranquillo” disse la ragazza rifacendolo stendere. In piedi, appoggiato al tavolo della stanza, c’era un ragazzo trasandato, magro, con una camicia bianca senza maniche e dei pantaloni scuri, con una ribelle chioma bionda.
“Ciao”, disse con fare amichevole. “Il mio nome è Joshua”.

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Capitolo 2
*** Il Compositore ***


Ci volle un po’ per far riprendere Roxas dal piccolo shock di quella giornata. Joshua, il ragazzo biondo, e Xion gli avevano raccontato cosa era successo dopo che Roxas era svenuto. Un amico di Joshua, Neku, ragazzo riservato ma nel profondo amichevole,  aveva preso con sé Xion mentre Roxas e il tizio misterioso combattevano, e l’aveva portata al sicuro. Era arrivato proprio dal luogo in cui Roxas era finito prima di cadere a terra, che a quanto pareva portava in arie della Città più nascoste rispetto a quelle che avevano visitato: Fountain Plaza, il Quarto e il Quinto Distretto.
Spiegarono che Neku aveva sentito il botto dall’altra parte della parete e aveva svelato, toccando uno dei mattoni, la porta che conduceva al Terzo Distretto dove si trovavano i due ragazzi e il tipo incappucciato.
“Nessuno prima di noi aveva mai scoperto il resto della città… Quando il nostro mondo è scomparso noi ci siamo ritrovati qui, e qui siamo rimasti, mentre tutte le persone provenienti dagli altri mondi si sono ritrovati nell’altra parte della città, quella che conoscono tutti” disse loro Joshua quando raggiunsero finalmente Fountain Plaza. Era una zona molto grande, ricca di graffiti sulle pareti, con una monumentale fontana dorata a un’estremità. Una viuzza portava in un altro spazio sul quale si affacciava l’ufficio postale, di un rosso acceso, e scoprirono presto che l’interno si trovava quasi completamente sottoterra. Proprio l’ufficio postale si ricollegava di nuovo al Primo Distretto, tramite la particolare cassetta della posta che si poteva spostare per aprire un passaggio. Dietro la fontana c’era un grande portone che portava al quarto distretto, ricco di piccoli edifici dai tetti color blu scuro e ricco di luci decorative, dai mille colori. Era su più livelli e per questo tra le case c’erano due lunghe scalinate. Attaccato alla struttura affacciata sullo spazio più esteso del distretto c’era un enorme pallone a forma di stella, sul quale c’era scritto a grandi lettere scarlatte: Fourth Dicstrict.
“Di qua si raggiunge il Quinto Distretto”, disse Joshua entusiasta, indicando un altro grande portone. Entrando, si ritrovarono in un altro posto molto appariscente: evidentemente più piccolo del precedente, lo stile era lo stesso, ma come nel Quarto il colore dominante era il blu qui regnava il fucsia, e al centro del complesso edilizio c’era un giardino chiuso e coperto da un tetto trasparente, dalla forma rettangolare.
“E… di un po’, Joshua, come mai voi siete qui se tutti i mondi sono ritornati alla normalità e se questo non è il vostro mondo di origine?” chiese Roxas.               
“A questo non posso rispondere con sicurezza”, rispose Joshua. “Vedete, noi  per molto tempo abbiamo vissuto qui senza neanche avvicinarci al Primo, al Secondo e al Terzo Distretto, perché non ne conoscevamo l’esistenza. Quando Neku ha scoperto il passaggio per il Primo Distretto, molto tempo fa, ormai, fece appena in tempo a vedere quelle persone che poco dopo furono proprio trasportate via… E riportate  ai loro mondi, suppongo. Lui è corso ad avvertirci, perché ha pensato che saremmo potuti andarcene anche noi, ma solo da quella parte, come gli altri. Comunque, quando siamo arrivati erano spariti tutti. La cosa strana è che anche da noi ci sono sempre stati gli Heartless, e infatti erano loro che noi combattevamo, da quando siamo giunti qui, quindi non capivo perché noi non siamo tornati al nostro mondo di origine come tutti gli altri…”
“Ma adesso non ci sono Heartless” scandì Xion. “Da nessuna parte”.
Joshua aprì bocca, ma fu Roxas a rispondere per primo: “Gli Heartless non hanno motivo di attaccare qui, mi hanno detto che prima la situazione era davvero peggiore, gli Heartless erano devastanti perché volevano ottenere i cuori dei mondi…”
“Precisamente” disse Joshua, entrando nel giardino interno, seguita da Xion, Roxas e Neku.
“Solo poco fa ho cominciato a temere seriamente che il fatto che noi non siamo tornati nel nostro mondo di origine non sia dipeso affatto dalla nostra posizione nella Città di Mezzo, come pensava Neku” continuò il ragazzo. “Come vi ho detto prima, noi non siamo proprio – ecco – vivi. Siamo persone morte che hanno un’altra possibilità, in parole povere… Una possibilità per tornare indietro, traguardo che solo uno può conquistare. Naturalmente questo non vale più per me; io sono il Compositore, tutti gli altri sono giocatori…

“Quindi immaginate: un gruppo di persone già morte ma che hanno un’altra possibilità, che vivono in un mondo parallelo a quello reale… Se il loro mondo viene distrutto dall’Oscurità, cosa succede a queste persone? Non possono diventare Heartless… L’oscurità non ha lo stesso tipo di potere su di loro. E quindi questi ragazzi, come tanti individui vivi di altri mondi, finiscono qui”.
“Voi però non siete capitati nella stessa zona di mondo… “, rifletté Xion. “Siete finiti in Fountain Plaza, mentre tutti gli altri, presumo, si sono svegliati nel Primo Distretto. Questo, forse, perché voi non siete persone normali, e quindi qualche forza superiore potrebbe aver ritenuto opportuno separarvi dagli altri, che sono mortali. Era così anche nel vostro mondo d’origine, o sbaglio, vivevate separati?”
“No, hai proprio ragione” rispose Joshua sorridendo. “Sono felice di vedere che state capendo…”
“Ma non è tutto”, intervenne finalmente Neku. “L’incappucciato, quello con gli occhi rossi, non è la prima volta che si fa vedere”.
“Quello con cui ho combattuto prima? C’entra con tutto questo?” chiese Roxas.
Neku annuì in risposta.
“Già…” cominciò Joshua. “Quel tipo c’entra tutto. Non è la prima volta che si fa vedere, e ogni volta provoca una scossa di terremoto”.
“State parlando di quell’incappucciato?” disse qualcuno alle loro spalle. A parlare era stata una ragazza magra dai capelli rossi, come quelli di Neku, in parte coperti da un grande cappello marrone, con una corta gonna gialla, alti stivali, un top arancione e una camicetta dello stesso colore della gonna. Stringeva un pupazzo a forma di gatto nero.
“Oh, ciao Shiki”, salutò Joshua. “Ragazzi, lei è Shiki, la partner di Neku, nel gioco… Shiki, loro sono Roxas e Xion, dicono di essere in ricognizione qui”.
“Voi siete con lui, con quel tizio spaventoso? Siete vestiti allo stesso modo…” chiese la ragazza.
“Oh no, ho anche combattuto contro quel tipo” rispose Roxas subito. Ma Shiki non sembrava convinta, e fece una faccia strana a Joshua, poi guardò per un attimo Neku, che era tranquillamente appoggiato al muro con la testa fra le mani.
“È davvero strano… Ogni volta che sento quella scossa è come se mi venisse più sonno di prima”, disse quest’ultimo.
“Anche tu!?” esclamò Shiki, portandosi le mani alla bocca.
“Allora non sono l’unico” disse Joshua.
Roxas, però, era sicuro di non aver sentito niente, a parte lo spavento e alla sorpresa, quando si era verificato il fenomeno; guardò con sguardo interrogativo Xion e dalla sua espressione capì subito che l’amica pensava la stessa cosa.
“Davvero strano… è come se stessimo gradualmente cadendo nel sonno” disse Joshua, toccandosi il mento. Poi i suoi occhi s’illuminarono. “Roxas, Xion, dovete andarvene, subito!” esclamò preoccupato. “Se non lo fate, rischiate di rimanere bloccati…”
Roxas e Xion incrociarono i loro sguardi. Cosa aveva, d’un tratto, spaventato in quel modo Joshua? E perché l’Organizzazione li aveva mandati lì? Prima che potessero rispondere, Joshua parlò di nuovo:
“Credo che questo mondo stia cadendo nel sonno”.

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