Uncontrollable Desires

di Sunrise19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Motivazione ***
Capitolo 2: *** Cattivo tempismo! ***
Capitolo 3: *** Sorpresa! ***



Capitolo 1
*** Motivazione ***


Angolo della traduttrice:
Spero che questa storia vi piaccia! A me fa impazzire da quand'è uscita ahahah e spero che faccia lo stesso effetto a voi!

Iniziamo col primo capitolo, a breve arriveranno gli altri :)
 


Mei si prese il suo tempo mentre camminava lungo il corridoio. Guardando i suoi stessi piedi, pensando a cosa dirgli. Un sorriso si sviluppò sulle sue labbra, sarebbe stato interessante, lui soffoca sempre quando lei chiede di parlargli. Sorpassò la camera di Thran e Ahito; non sentendo voci, suppose che Ahito stesse dormendo, e che Thran stesse probabilmente parlando con Clamp.

Raggiunse la camera di D’Jok e Micro-Ice. Mei prese un lungo, profondo respiro prima di alzar la mano, esitò qualche secondo, giusto abbastanza perché Micro-Ice aprisse la porta nel momento in cui lei agitò la mano. Lui saltò sorpreso ma recuperò presto. Si passò una mano dietro la testa mostrando il suo imbarazzo per essersi spaventato. Ciò la fece sorridere, cosa che Micro-Ice contraccambiò con entusiasmo.

“ Oh, ciao Mei “

“ Ehi Micro-Ice, non avevo intenzione di spaventarti. Sono qui per vedere D’Jok, è dentro? “ La mano di lui aveva lasciato il retro della sua testa e stava guardando oltre la sua spalla dentro la stanza. Si girò verso di lei con un ghigno ambiguo sul suo viso.

“ Certo, è solamente in bagno, uscirà tra un attimo. Devo andare; devo incontrare Yuki giù nell’atrio. Abbiate una bella conversazione! “ La sorpassò velocemente senza un’altra parola. Mei lo guardò per un momento, prima di scuotere la testa smarrita. Entrò e chiuse delicatamente la porta dietro di lei. Vagò per la stanza, guardando i poster di Warren; il giocatore dei Lightnings e l’idolo di D’Jok. Si sedette sul suo letto e sfogliò qualche rivista che si trovava sul suo comodino. Poi sentì la voce di D’Jok.

“ Micro-Ice! Ora ti uccido! Hai usato tutta l’acqua calda, ancora! “ Mei si alzò quando sentì la porta del bagno aprirsi velocemente e dei piedi bagnati avvicinarsi. Lui girò l’angolo. “ Micro… Oh, Mei non ti aspettavo “

“ Posso notarlo “ sogghignò Mei non appena notò la sua voce di qualche ottava più alta rispetto al normale. Le sue guance bruciavano di un rosso acceso. Era bagnato fradicio mentre se ne stava al centro della stanza, creando una pozza e fissando il pavimento a disagio.

“ Volevi… “ D’jok si schiarì la voce, trovando nuovamente il suo tono normale. “ Volevi vedermi? “ Mei gli si avvicinò attentamente finchè era pochi centimetri lontana. Lui non si allontanò, ma deglutì profondamente. Facendola sorridere ancora di più.

“ Si volevo, ma vedo che sei un pochino… “ Lo guardo dall’alto al basso. “ Occupato “ Lui annuì leggermente prima di rispondere.

“ Micro-Ice ti ha lasciata entrare? “

“ Si. Perché, non ne ha il permesso? “

“ Si l’ha, solo che poteva informarmi ecco tutto “

“ Non mi è permesso vederti in topless? “ Lei si imbronciò leggermente. Lo stava prendendo in giro e le piaceva. Non gli aveva mai detto una cosa simile prima. Lui sembrò preso alla sprovvista inizialmente ma recuperò in fretta.

“ Topless va bene, ma topless con solo un asciugamano addosso, non così tanto “ La guardò come se stesse aspettando che gli piombasse addosso ma non lo fece. Lei avrebbe aggiunto ingredienti prima di prendersi una fetta della torta. Alzò una mano abbastanza lentamente. Lui immediatamente azionò le proprie mani per tenere più stretta la parte superiore dell’asciugamano. Ma Mei raggiunse solo il suo viso e accarezzò un lato della sua guancia prima di poggiare la mano sul suo petto. Lui si rilassò un po’.

“ Non ti preoccupare non farò niente di drastico “ Lei mosse l’altra mano e la rese parallela alla prima. Giocherellò con i peli al centro del suo petto. Mei lo guardò in viso quando lo sentì schiarirsi la gola. I loro nasi quasi si toccarono quando alzò la testa per guardarlo faccia a faccia. Poteva sentire i suoi leggeri respiri sfiorarle il viso.

“ Quindi qual è il verdetto? “ Lei lasciò il silenzio uscire, come se stesse pensando duramente alla sua risposta.

“ Ho visto di meglio “ Gli occhi di lui si socchiusero alla risposta.

“ E’ così quindi “ Parlò lui a denti stretti, lei stava arrivando a quel che voleva. Le mani di Mei viaggiarono gradualmente lungo il petto di D’Jok, verso le sue costole e poi tornando ancora al suo stomaco. Lui tremò ai delicati movimenti. Mei non guardò le sue mani; invece fissò il suo viso, guardando la sua espressione cambiare mentre lei tracciava cerchi distrattamente intorno all’addome. Lui tremò qualche volta di più; facendo chiudere i suoi occhi inconsciamente e diventare più pesante il suo respiro. Mei fu sorpresa a quel che lei stessa stava facendo ma non poteva farne a meno, così continuò più veloce. Lei non voleva che qualcosa accadesse, voleva solamente parlargli, e si era appena resa conto che questo era un buon modo per ottenere la sua attenzione. Così, molto lentamente, abbassò le mani ulteriormente. Continuava a guardargli il viso, mai allontanando il suo sguardo da quello del ragazzo.

Improvvisamente il respiro del ragazzo si fermò e gli occhi si spalancarono, come se la sua coscienza fosse appena stata presa a calci. Lei sentì entrambe le mani del ragazzo attorno ai suoi polsi, tenendoli leggermente lontani, ma abbastanza vicini affinchè le sue unghie potessero solleticargli la pelle dello stomaco. Lui inghiottì profondamente, preparandosi a parlare ma Mei lo fece per prima. Parlò tranquillamente, continuando a guardarlo.

“ Mi dispiace, non avevo intenzione di far qualcosa… Puoi lasciar andare le mie mani per favore? Prometto che le terrò lontane, onore di scout! “ D’Jok sorrise e lasciò andare i suoi polsi; lei portò le sue mani dietro la sua stessa schiena. Lui non raccolse l’asciugamano, per qualche ragione sapeva che lei non avrebbe guardato. Invece lei si alzò in punta di piedi, fermandosi proprio pochi centimetri lontana dalle labbra del ragazzo. Anziché baciarle, portò la bocca al suo mento, piazzando delicati baci lungo la strada, e seguì la linea che portava alla sua gola dove il suo pomo d’Adamo tremò e poi andò lungo la sua mascella dolorosamente piano. Rosicchiò leggermente il suo orecchio provocandogli brividi lungo la spina dorsale. Lui rabbrividì  ai suoi movimenti, dandole l’incentivo di cui aveva bisogno. Lei tornò indietro lungo la guancia e aleggiò proprio sopra le sue labbra, aspettando. Lui chiuse gli occhi e coprì lo spazio tra di loro, ma le labbra della ragazza non erano lì. Si era spostata con un ghigno furbo esteso sulle sue gloriose labbra.

“ Ah ah ah “ La ragazza posizionò il suo dito indice sulle labbra di lui. “ Non ancora, ho bisogno di parlarti ricorda. Vieni nella mia stanza tra un’ora circa, è importante, okey? “ D’Jok non poteva parlare con il suo dito sulla bocca. Anche se l’indice non ci fosse stato, non sarebbe stato capace di parlare in qualsiasi caso, quindi si limitò ad annuire.

 

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Capitolo 2
*** Cattivo tempismo! ***


Angolo della traduttrice:
Secondo capitoloo! ahahah pensavo di metterci meno ma la scuola mi ha tenuta impegnata. Però finalmente eccolo, la storia inizia a svilupparsi!
Ricordo che è solo una traduzione, ogni parola non appartiene a me ma all'autrice originale della storia, di cui potete trovare il link sul mio profilo.
Buona lettura! :D

 



D’Jok rimase lì, a fissare il soffitto. Non era sicuro di quanto tempo fosse passato, ma sapeva che non era rimasto lì a lungo, forse quaranta minuti, più o meno. Non aveva nemmeno qualcosa di particolare in mente; passava solamente a un soggetto differente ogni pochi secondi, tenendolo perso nei pensieri. Beh, quella non era l’intera verità, la sua mente andava ad un certo qualcuno, ma lui la forzava a pensare ad altre cose. Sentì il rumore della porta, ma non fece alcuno sforzo per alzarsi. Sapeva chi fosse senza guardare. Micro-Ice fischiettò una canzone stonata mentre si buttava pesantemente sul letto opposto a quello di D’jok. “ Quindi com’è andata la tua chiacchierata con Mei, sono sicuro che voi due avevate molto di cui parlare “ Rise a sé stesso, aspettando che D’Jok gli desse contro come fa sempre, ma non sentì una sbirciata. Si alzò dal letto e si diresse verso D’Jok e gli passò le mani davanti alla faccia. “ Terra chiama D’Jok, vieni D’Jok. Ehi D’Jok, cosa succede, stai bene? “ Micro-Ice gli prese la spalla e gliela scosse vigorosamente.

“ Cosa? “ Gli occhi di D’Jok sbatterono velocemente, come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno. Si mise seduto lentamente, massaggiandosi il retro della sua testa. Sembrava completamente sveglio ora.

“ Amico, ti eri completamente isolato per un- “

“ Che ore sono? “ Micro-Ice apparì confuso alla domanda, come se fosse stata chiesta in un’altra lingua.

“ Sono circa le otto e un quarto, perché che fretta c’è? “ D’Jok saltò giù dal letto prendendo il primo paio di jeans e maglietta che vide. Saltellò su una gamba mentre infilava l’altra nei jeans. Quasi cadde mentre cercò le sue scarpe. Ne aveva trovata una ma non riusciva a trovare l’altra. Si buttò a terra per cercare la scarpa sotto il letto, sospirò con sollievo quando la trovò. Micro-Ice era rimasto a guardarlo tutto il tempo. La sua bocca si spalancò e uno sguardo perplesso si diffuse sul suo viso. “ Dov’è il fuoco? Seriamente, perché tanta fretta? “

D’Jok si fermò brevemente per controllarsi allo specchio. Sapeva di non essere bellissimo, ma sapeva anche di non essere brutto. Se qualcuno come Mei lo guardava tutti i giorni allora non doveva essere così male. Raggiunse di fretta la porta, ma trovò Micro-Ice a bloccargli l’uscita. “ Micro-Ice spostati, sono abbastanza di fretta! “

“ Beh questo è ovvio! Lo chiederò per la terza volta dove stai andando così di fretta? “ D’Jok sospirò con irritazione e si strofinò la lunghezza del suo viso con una mano, trascinando il suo mento con un po’ di esagerazione.

“ Sto andando alla camera di Mei, mi ha chiesto di essere lì circa venti minuti fa. Ora se non ti dispiace “ Fu sul punto di sorpassarlo ma Micro-Ice non si sarebbe spostato.

“ Pensavo aveste parlato- “

“ Micro-Ice spostati, ora! “

“ Okey okey, non fare ritorcere le tue mutandine!* “ Micro-Ice finalmente si spostò. D’Jok era già a metà corridoio quando chiuse la porta. Stava pensando quale strada fosse la più veloce per arrivare giù, quando qualcosa gli spuntò per la mente. Fece un’inversione a U verso la stanza di Thran e Ahito. Il suo pugnò picchio contro il metallo della porta. Thran aprì la porta entro pochi secondi dalla bussata. “ Ehi Thran, ti dispiace se uso il vostro balcone per un secondo “ D’Jok entrò prima che rispondesse.

“ Eh, certo D’Jok…” Thran seguì D’Jok “ Non hai intenzione di buttarti, vero? “ D’Jok si girò quando lo chiese e rise senza controllo.

“ Certo che no! La vostra camera è direttamente sopra quella di Mei, giusto? “

“ Si, lo è, ma perché non usi semplicemente le scale? “ D’Jok aveva raggiunto la ringhiera del balcone. Si gettò su di essa e si affacciò all’esterno, verso Genesis Stadium. Non osò guardare giù ancora.

“ Perché questa via è più veloce “ Voltò la testa per dare a Thran un sorriso rassicurante. Scivolò dalle sbarre lentamente, portando il suo piede su una piccola sporgenza per tenersi in equilibrio. Girò lentamente il suo corpo, verso la stanza, e iniziò a calarsi attentamente sull’altro balcone sotto. I suoi  piedi penzolarono per un secondo prima di capire che poteva piazzarne uno attentamente sulla barra sotto di lui. D’Jok guardò verso l’alto tra le barre dei balconi e gli mostrò i pollici in alto. “ Va tutto bene Thran, grazie. Ci vediamo domani. “ Lasciò le mani dalle sbarre e cadde per il resto del percorso. Si ricompose velocemente; guardò velocemente verso la camera di Thran, ma era andato via. Non diede a ciò un secondo pensiero. Guardò cautamente dentro la camera di Tia e Mei ed eccola lì, a guardare dentro il suo guardaroba dandogli la schiena. Tia non si vedeva da nessuna parte, probabilmente era nella camera di Rocket, come di consueto. Lei era sempre lì la notte da quando era tornato.

La porta scorrevole del balcone era già parzialmente aperta, abbastanza perché lui potesse passarci. Questo gli diede un vantaggio; non aveva bisogno di preoccuparsi a cercare di non far rumore. Scivolò dentro piano attraverso la porta aperta. Mei stava ancora guardando dentro il suo guardaroba, fischiettando senza ritmo a sé stessa e parlando ad alta voce chiedendosi cosa mettere. Lui notò solo allora che lei era solo nei suoi indumenti intimi. Non era un così grande shock, l’aveva già vista in bikini, e così anche metà della Galassia nei suoi spot televisivi. Ma ancora lui non poteva far smettere i suoi occhi di vagare sul suo corpo perfetto, a soli due passi lontano. Lui quasi rise al pensiero che entrambi sembravano prendersi alla sprovvista ultimamente. Lui fece un altro passo verso di lei; era solo un passo lontano ora, abbastanza vicino per allungarsi e toccare la sua perfettamente morbida pelle. Ma non lo fece; lei si voltò nello stesso minuto in cui i suoi piedi si sistemarono. Lei saltò quando lo vide, e automaticamente si toccò il cuore che batteva velocissimo nel suo petto.

“ D’Jok! Cosa stai facendo qui, come sei entrato? “

“ Anche per me è un piacere vederti! “ D’Jok alzò la sua mano senza fretta e intrecciò le dita con quelle di Mei senza pensare a quel che stava facendo. Ora sapeva come lei si fosse sentita prima.

“ Scusa, è che mi sono spaventata, ecco tutto. Ma seriamente, come sei entrato qui? “ D’Jok rise leggermente a sé stesso prima di rispondere.

“ Sono venuto attraverso il balcone… “ Mei spostò la testa lentamente da una parte all’altra. “ Non apparire così scioccata! “

“ Non sono scioccata sono sorpresa “

“ Come se ci fosse così tanta differenza “ Il sorriso di D’Jok si ampliò, stavano parlando più facilmente di quando si sarebbe aspettato, e dopo quel che era accaduto prima pensava che le cose potessero essere un po’ goffe tra loro. La mano destra di Mei si alzò e atterrò delicatamente sul petto del ragazzo, mimando la mano contro il suo, ma lei lasciò un dito giocare liberamente con l’emblema della sua maglietta.

“ Certo che c’è, ora se non ti dispiace mi piacerebbe vestirmi “ Lei spinse leggermente contro il suo petto spingendolo all’indietro gradualmente. “ Puoi sederti sul mio letto, non impiegherò nemmeno un minuto “ D’Jok sospirò per enfatizzare e camminò a fatica verso il letto di Mei e sì sdraiò sulla schiena.  D’Jok sentì Mei ridere silenziosamente. Non ci volle molto prima che sentisse il letto abbassarsi lievemente. Si sedette; lei era di fronte a lui con una gamba incrociata sul materasso, si era messa un paio di jeans aderenti e una canotta stretta.

“ Dov’è Tia? “

“ Dove pensi che sia? “ D’Jok si strofinò il retro della testa timidamente.

“ Credo fosse una domanda stupida. Quindi, di cosa vuoi parlarmi? “ Le guance di Mei improvvisamente arrossirono alla sua domanda. Lui si chiede cosa fosse così scomodo che aveva chiesto da farla arrossire.

“ Beh prima di tutto… “ Lei non lo guardava mentre parlava; guardava le sue stesse mani, che stavano giocherellando con la coperta sul piumone. “ Voglio scusarmi per prima, ero fuori dall’ordine e non avrei dovuto portarti in quella situazione! “ D’Jok sentì la sua bocca aprirsi, era felice che lei non lo stesse guardando ora. Non sapeva cosa dire, quindi non disse niente. Fortunatamente lei continuò dopo una piccola pausa.

“ Quello non era tutto ciò di cui volevo parlarti, noi non abbiamo parlato opportunamente per secoli, con tutta la GFC che va avanti ci siamo a malapena detti “ ciao “ l’un l’altro. Ti guardo ogni tanto e sembri completamente perso, preoccupato anche. Volevo solamente parlarti da sola, senza interruzioni “ Lei lo stava guardando ora; l’espressione della ragazza era vuota, lo guardava solamente, aspettando.

“ Mi dispiace… “ Quello era tutto ciò a cui lui poteva pensare di dire, non sapeva cos’altro avrebbe potuto eguagliare ciò che lei aveva appena detto. Ora era lui quello che guardava la coperta del letto.

“ Per cosa sei dispiaciuto? “ La domanda lo fece guardare in alto. “ Non è colpa tua, non è colpa di nessuno, siamo stati entrambi impegnati, e questo è totalmente comprensibile. Voglio solamente parlarti “ Lei gli sorrise, un sorriso che saldava il cuore, di quel tipo che appare solo quando sei sul punto di ridere. D’Jok rispecchiò il suo sorriso. Poi entrambi risero, solo per un momento, ma parve più lungo. Allentò qualsiasi tensione rimasta, se ce ne fosse stata una.

“ Ho paura, Mei. Cosa succede se perdiamo? Voglio dire i Lightnings, Mei, e nelle semifinali? “ Mei trovò la mano di D’Jok e intrecciò le dita con le sue, con la stessa mano accarezzò la sua mascella, pur sempre collegata a D’Jok.

“ Ti preoccupi troppo, lo sai questo. Andremo bene, nessuno avrebbe mai pensato che saremmo arrivati così lontani; siamo una squadra piena di sorprese “

“ Sai che Maya ha avuto una visione riguardante la partita, lei pensa che accadrà qualcosa di brutto “

“ Cosa pensi? “ D’Jok allontanò lo sguardo per un momento, solo per pensare a quel che stava per dire.

“ Non lo so, credo di avere un po’ di dubbi riguardo la partita, ma continuo ad aver l’intenzione di giocare, non ti preoccupare “ Mei accarezzò il retro della mano di D’Jok con il pollice. Lei sembrava stesse meditando su qualcosa. D’Jok non si sentiva più nell’umore di parlare, ora lei sapeva perché era stato distante ultimamente, e lui non aveva nient’altro da dire. Il ragazzo alzò la sua mano libera e l’avvolse attorno il retro del collo di Mei e la portò vicina cosicché le loro fronti si toccassero. Lei non fece resistenza, lui pensò che anche lei avesse finito di parlare. Entrambi chiusero gli occhi e sospirarono contemporaneamente, risero al loro perfetto tempismo. Mei sfregò il suo naso leggermente contro quello di D’Jok, lo sentì tremare al suo tocco. Che le ricordava…? I suoi occhi si spalancarono, ma fece troppo tardi, le labbra di D’Jok erano già sulle sue. Il bacio iniziò delicato, tenero anche, ma presto D’Jok ci diede dentro, il bacio divenne più appassionato. Lui si sedette inginocchiato, così Mei non ebbe altra scelta se non quella di sdraiarsi. Beh, lei avrebbe potuto probabilmente fermarlo, se avesse voluto. Le loro mani non erano più intrecciate; invece le mani di Mei erano perse nei capelli di D’Jok, avvicinandolo. D’Jok tenne le mani sui suoi lati, così poteva tenersi sopra di lei. D’Jok era abbastanza vicino ora; lei poteva sentire il ruvido tessuto dei suoi vestiti contro i suoi. Lui continuò a baciarla entusiasticamente. Non l’aveva mai baciata in questo modo prima d’ora; era così nuovo per lei, per entrambi.

D’Jok ora si stava tenendo appoggiato con una mano, come lasciò l’altra mano vagare lungo la spalla di Mei, giù per quel lato fino alla vita per finire alla sua coscia. Lui inaspettatamente alzò la sua gamba facendole formare un angolo. Lei ansimò leggermente alla sua azione, facendo ridere D’Jok durante il loro bacio. Lui continuò a massaggiare la sua coscia facendola premere contro il suo fianco. Mei non potè far altro che avvolgere la gamba attorno alla sua, portandolo ancora più vicino. D’Jok rise ancora, questa volta alla sua impazienza. Lei gli diede una stretta giocosa al braccio, avvertendolo. D’Jok continuò a baciarla, ma stava iniziando ad ammorbidire il suo tocco. Le morsicò lievemente il labbro inferiore, prima di staccarsi lentamente, rendendolo impossibile per Mei. Lei seguì le sue labbra provando a prolungare il bacio, ma le labbra del ragazzo non rimasero ferme troppo a lungo, lui trovò il suo collo abbastanza presto. Il collo di Mei sembrava inarcarsi automaticamente al suo percorso di baci mentre si avvicinavano alla clavicola. Poi entrambi si irrigidirono sul posto. Sentirono la porta della camera aprirsi. D’Jok non aspettò un altro secondo; scese da Mei e dal letto in pochi secondi. Iniziò a mettersi a posto i vestiti e i capelli di modo che non sembrasse così agitato. Mei fece lo stesso, si stava sedendo ora cercando di apparire normale. Tia apparì da dietro l’angolo e si fermò a guardare la scena davanti a lei. Mei sedeva a gambe incrociate sul suo letto, le sue guance un po’ rosse e D’Jok era in piedi di fianco al letto con le sue mani saldamente nelle sue tasche.

“ Mi dispiace ragazzi, sto interrompendo qualcosa? Volete che me ne vada? “

“ No! “ Entrambi dissero all’unisono il che li fece arrossire ancora di più, se questo fosse anche solo possibile.

“ Va tutto bene Tia, stavo proprio per andarmene in qualsiasi caso “ D’Jok camminò verso Tia e si avviò alla porta, ma si fermò dopo pochi passi e girò sui tacchi. Stava camminando indietro verso il letto di Mei. Posizionò una mano sotto il suo mento e lo alzò lievemente; portò la sua testa in basso e piazzò un morbido bacio che a malapena le toccò le labbra. Lui non disse un’altra parola andò solamente verso la porta ancora, ma questa volta se ne andò. La faccia di Mei era vuota ma rossa come le rose. Tia solamente guardò con assoluta curiosità.





* Traduzione letterale di un’espressione inglese che significa “ Non irritarti/ Non arrabbiarti “

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Capitolo 3
*** Sorpresa! ***


Angolo della traduttrice:
Terzo capitolo! Questo segna un punto importante nella storia, che per un certo verso si può dire sia già arrivata a metà. Ma è bella lunga, questa parte, e anche gli altri due capitoli non saranno mica da ridere ahahah. E poi, succedono così tante cose!
Mi scuso per l’infinità di tempo passato dall’ultimo aggiornamento, ma ho in corso anche un’altra traduzione ( che considero anche più difficile sotto certi aspetti ahah ) e poi, beh, ho idee varie e mie a cui pensare, non solo alle storie degli altri ahah :)
Ricordo che è solo una traduzione, ogni parola non appartiene a me ma all'autrice originale della storia, di cui potete trovare il link sul mio profilo.
Buona lettura! :D

 
 



“ Quand’è stata l’ultima volta che hai chiamato il tuo agente, Mei? Tu devi avere una massa di registi che ucciderebbero per averti nelle loro pubblicità! “ Mei guardò da qualsiasi parte tranne che verso sua madre. La stanza era riempita dai suoi compagni di squadra e dai loro genitori, tutti sorrisi e abbracci. L’ultima persona che guardò fu D’Jok, che sembrava trovarsi in un profondo abbraccio con la madre adottiva, Maia.

La voce di sua madre, sfortunatamente, tornò a risuonarle nell’orecchio. Odiava quando faceva così. Tristemente, lei faceva sempre così, la comandava da ogni parte, quindi potreste pensare che ora lei ne fosse abituata? Sua madre ancora non lasciava perdere la cosa del “ Mei dovrebbe essere un’attaccante “, ma era determinata a  far di lei una star in breve tempo. Mei sorrise leggermente tra sé e sé, stava pensando alla frase preferita della madre, “ una ragazza bella come te non dovrebbe giocare ad uno sport come il calcio “. La ripeteva sempre.

“ Mei, perché stai sorridendo, non ho detto niente di lontanamente divertente? “ Mei tornò alla realtà e guardò riluttante sua mamma; erano della stessa statura, entrambe alte e magre.

“ Niente, io- “

“ Per il momento lascia sola la ragazza, Christina. Gli Snow-Kids hanno appena vinto le semifinali, non possiamo almeno dire ’congratulazioni’ prima di tutto il resto? “ Mei guardò suo padre, era sempre dalla sua parte, cercava sempre di aiutarla, anche se questo non funzionava molto bene; per la maggior parte delle volte, rendeva solamente sua mamma peggiore.

“ Grazie papà! “ La farneticazione continuò solamente.

“ Sono così orgogliosa di te D’Jok! Tu non sai com’ero preoccupata per te durante l’intero corso della partita “ Maia stritolò D’Jok, come se non avesse più l’intenzione di lasciarlo andare.

“ Maia… mi stai soffocando… ho bisogno di respirare” Lei lo lasciò velocemente.

“ Oh, mi dispiace” D’Jok non riusciva a credere alla loro fortuna, stavano per andare alle finali, ancora. Cosa che non era mai accaduta prima. La prossima sfida sarebbe stata da vincere. Guardò brevemente oltre la spalla di Maia verso i suoi amici e compagni di squadra: avevano tutti sorrisi sul loro volto, una risata scappava di tanto in tanto.  Poi cercò qualcuno in particolare, Mei. Indossava un vestito blu a lunghezza ginocchio; tutti erano vestiti bene per l’occasione. Anche D’Jok aveva fatto uno sforzo indossando camicia e cravatta. Lui tenne lo sguardo sul suo viso; il solo guardarla gli migliorava così tanto la giornata. Se non fosse stato per lei, non avrebbero mai segnato il primo goal. Non le aveva parlato dalla partita. Voleva così tanto solamente correre da lei e alzarla tra le sue braccia e ridere alla loro fortuna, ma lei era con i suoi genitori. La guardò attentamente ancora un momento; lei era l’unica nella stanza senza un sorriso sul viso. Mei gli aveva riferito il fatto che sua madre la controllasse sempre, lui non aveva mai capito davvero.

“ D’Jok, non hai ascoltato una parola di quello che ho appena detto, vero? “ D’Jok ritornò a guardare Maia,  con un bizzarro ghigno sulle labbra. Si strofinò il retro della testa timidamente.

“ Mi dispiace, sono stato un po’ distratto”

“ Ho visto ” Maia accennò leggermente nella direzione di Mei.

“ Pensi che potrei parlarle per un po’, non sembra così felice come dovrebbe essere “ Maia mise le mani sui fianchi fingendo fastidio, ma presto un gran sorriso comparve sulle sue labbra.

“ Certo” D’Jok avvolse Maia in un altro stretto abbraccio, questa volta era lei quella che non riusciva a respirare.

“ Grazie “ La lasciò delicatamente e iniziò a dirigersi verso Mei e i suoi genitori. Maia lo seguì immediatamente dietro. Raggiunsero Mei e i suoi genitori con pochi passi, D’Jok ricevette qualche congratulazione lungo la strada. Non appena Mei colse il suo sguardo e vide che si stava dirigendo verso di lei si rallegrò, anche se non troppo, non voleva che i suoi familiari si facessero certe idee. Mei notò la madre di D’Jok seguirlo dietro. Lei fece a Mei un occhiolino incoraggiante.

“ Mamma, papà, mi piacerebbe farvi incontrare il capitano della squadra D’Jok e sua mamma Maia “ Il padre di Mei porse la mano e se le strinsero ma sua mamma sorrise solamente, o fece quel che si supponeva dovesse essere un sorriso.

“ E’ un piacere incontrarvi entrambi, io sono Michael e questa è mia moglie Christina “ Questo fu lo spunto di Maia, mirò prima alla madre di Mei bombardandola di domande sulla partita, su di Mei, su di lei in generale, mentre D’Jok si muoveva sempre più vicino alla ragazza in modo che potesse sussurrare tranquillamente nel suo orecchio.

“ Vuoi fare una passeggiata? Mia mamma terrà i tuoi genitori occupati “ Lei lo guardò con sorpresa nei suoi occhi mentre lui la squadrò di rimando, poi lei annuì entusiasta. Lui intrecciò le dita con quelle di lei, e poi catturò lo sguardo di Maia e le fece l’occhiolino, lei in cambio annuì. Lui iniziò a camminare all’indietro lentamente, con Mei che lo seguiva. Avevano ancora le mani annodate leggermente insieme. D’Jok presto trovò l’uscita della stanza senza troppe interruzioni. Entrambi sospirarono con sollievo una volta saputo che erano in salvo. Un piccolo risolino uscì dalle labbra di Mei. D’Jok si voltò per guardarla, le loro mani non erano più unite.

“ Sei pazzo, lo sai! Se mia mamma avesse notato ciò che stavi facendo saresti morto, ora si starà immaginando il peggior scenario “ Entrambi continuarono giù per il corridoio. Mei camminava lentamente mentre D’Jok passeggiava all’indietro di fronte a lei.

“ Qual è il peggior scenario? “ D’Jok inclinò un po’ la testa chiedendole ciò, un sorriso iniziò a formarsi sulle sue labbra. Le guance di Mei diventarono di un rosso rosato, guardò velocemente i suoi piedi per nascondere la reazione, ma non fece abbastanza in fretta. D’Jok rise tra sé e sé e si girò per il verso giusto, prima di raggiungere l’ascensore. Premette il bottone e si posizionò contro il muro.

“ Quindi, dove stiamo pianificando di andare in qualsiasi caso? “ D’Jok la guardò senza espressione per un secondo. Poi sorrise con un sorriso abbagliante, Mei sentì una divertente sensazione nelle gambe, lui non aveva mai sorriso in quel modo prima.

“ E’ una sorpresa! “ Le porte dell’ascensore si aprirono mentre lui rispondeva. Questo gli parlò, indicando loro il livello in cui si trovavano. D’Jok fece un cenno a Mei di andare per prima.

“ Grazie “ D’Jok la seguì subito dopo.

“ Prego “ Mei si girò di fronte a lui. Il ragazzo abbassò la testa cosicché le sue labbra fossero solo pochi centimetri distanti da quelle di lei.

“ Ora chiudi gli occhi “ D’Jok si ritrasse e mise la mano davanti ai pulsanti dell’ascensore, non realmente sopra uno in particolare. Mei lo guardò con aria interrogativa. “ Ti ho detto che è una sorpresa, ora chiudi gli occhi” Mei sospirò in segno di sconfitta e incrociò le braccia per enfasi. D’Jok si limitò a ridere delle sue azioni. Non parlarono durante la sorprendentemente lunga corsa dell’ascensore. Mei non riusciva a capire se stesse andando su o giù. Oppure entrambi, le loro stanze erano circa a metà strada. Non riusciva nemmeno a sentire D’Jok respirare, si chiese se fosse ancora lì, ma per qualche ragione sapeva che lo era. Poi suonò il campanello dell’ascensore, ma la voce della donna non parlò a loro questa volta. Mei sentì la calda mano di D’Jok attorcigliarsi alla sua, lui le disse solo di tenere gli occhi chiusi e iniziò a condurla fuori dall’ascensore. Mei suppose che dovessero trovarsi all’esterno, si sentiva leggermente più freddo dov’erano ora; notò anche una combinazione di odori che salirono su per il naso. Fiori di ogni genere, ne era sicura, ma non riusciva a pensare ad un posto di Genesis Stadium che avesse fiori, eccetto ovviamente, per il negozio di fiori. Poi Mei improvvisamente si imbatté in lui.

“ Scusa. Posso aprire gli occhi ora? “

“ Si, ora puoi aprire gli occhi “ Mei poteva sentire il sorriso nella sua voce. Quando aprì gli occhi, si trovò di fronte a D’Jok le mani ancora nelle sue. Era anche accecata da una luminosa luce che li circondava. Era notte su Genesis Stadium ma in qualsiasi posto fossero erano completamente circondati da una luce che rimbalzava su ogni specie di fiore e albero a cui Mei potesse pensare, creando un magnifico arcobaleno di colori che rifletteva sulla sua pelle e su quella di D’Jok. Era il più bello spettacolo che avesse mai visto, ed era ovunque.

“ Dove siamo? “ Il sorriso di D’Jok era ancora più abbagliante di quanto non lo fosse mai stato, ciò spinse il cuore di Mei a correre e le sue gambe a sentirsi come gelatina, ancora,

“ E’ la cima dell’hotel. Ti piace? “

“ Mi piace… “ Mei fece un passo avanti chiudendo lo spazio tra di loro e portò le braccia attorno al suo collo. “ Come non potrebbe “ Gli diede un leggero bacio sulle labbra, e poi si allontanò. “ Grazie per questo, non so per quanto ancora avrei potuto ascoltarla “

“ Non era così difficile notare che non ti stessi divertendo. In qualsiasi caso di cosa stava parlando di così male? “ Mei prese a braccetto D’Jok e iniziarono a girare per il meraviglioso giardino sul tetto.

“ Solo riguardo al mio agente e- “ D’Jok si fermò un secondo per guardarla.

“ Pensavo avessi licenziato il tuo agente? “ Mei vide dolore nei suoi occhi, lei sapeva che non avrebbe più visto quest’emozione passato un minuto, ma ancora la feriva vederne anche solo un po’.

“ L’ho fatto, ti avevo promesso che l’avrei fatto, ma mia mamma non è al corrente dell’intera situazione. Lei continua a pensare che io abbia un agente. Perché dovrebbe saperlo comunque? Non sono affari suoi” Lui sorrise alla sua risposta, lei sospirò con sollievo, Mei non voleva rovinare l’atmosfera facendo arrabbiare D’Jok. Lui abbassò la testa affinché le loro fronti si toccassero. Nessuno di loro parlò, non ne avevano bisogno. Una campanella suonò improvvisamente da qualche parte su Genesis Stadium indicando il tempo. D’Jok fu il primo a parlare.

“ Penso che dovremmo andare. Tua mamma inizierà ad immaginare il peggio “ Entrambi risero tranquillamente. D’Jok prese nuovamente la mano di Mei, e la guidò verso l’ascensore. Premette il bottone per dire all’ascensore dove andare. Non dovettero aspettare molto; la voce ancora non parlò loro. D’Jok lasciò la sua mano e fece una specie di inchino.

“ Dopo di lei, mia signora “ Mei stette al gioco e esagerò una cortesia.

“ Molte grazie, signore “ Mei entrò e si appoggiò contro la parete di fondo dell’ascensore. D’Jok si avvicinò a lei e mise entrambe le mani ai suoi lati. Abbassò la testa di modo che il naso e le labbra ammirassero il suo collo. Lei si irrigidì lievemente a causa delle sue azioni, facendolo ridere contro la sua pelle.

“ D’Jok… non penso- “ D’Jok premette l’indice contro la sua bocca, fermandola dal continuare la frase, e poi abbassò le labbra alle sue. Iniziò gentilmente, rimuovendo le mani dai lati affinché potesse accarezzare il suo viso delicatamente. Lei sembrò lasciarsi andare per un momento, mostrando che ci stava dando dentro. Afferrò la sua camicia all’altezza della vita e lo tirò più vicino. Lui tracciò il percorso del suo labbro inferiore con la lingua, e approfondì il bacio. Mei portò le mani nei suoi capelli, incoraggiandolo. Le mani di D’Jok iniziarono a vagare verso il basso dal suo viso ai fianchi, fino alle cosce. Si abbassò un po’ momentaneamente interrompendo il bacio ma tennero i loro occhi bloccati l’uno sull’altro. Fece scivolare le mani attorno alle cosce e la tirò su, tenendola bilanciata sulla barra che si trovava attorno l’interno dell’ascensore. Appena lui ebbe finito Mei lo tirò più vicino ancora, usando le gambe, avvolgendole attorno la sua vita. Le mani afferrarono la parte davanti della sua camicia, mentre lui continuava verso il basso fino alle sue cosce, giocando con l’orlo del suo vestito. Portò l’abito leggermente più in alto sulle gambe, lei non lo fermò, ma lui non voleva spingerla, così rimosse le sue mani dal petto, che ritrovò nudo, e portò le sue mani ai lati della sua testa e iniziò a lasciarle una scia di baci lungo il collo. Questo si arcò verso di lui dopo ogni bacio, diede a lui i brividi il poter sentire il suo battito del cuore correre. Poi l’inaspettata voce dell’ascensore risuonò, dicendo loro che erano arrivati al piano che volevano. Mei rise sotto il continuo baciare di D’Jok.

“ Vuoi salire ancora? “ D’Jok si staccò da ciò che stava facendo e la guardò, lei era raggiante.

“ Non penso che sia necessario! “ Una voce severa parlò da dietro. D’Jok guardò come la faccia di Mei si trasformò da felicità assoluta a puro orrore nell’arco di pochi secondi. Lei rimosse le sue gambe immediatamente e scese dalla barra aggraziatamente. Iniziò a mettere a posto il suo abito quando gli sussurrò qualcosa.

“ D’Jok, la tua camicia” Questo lo portò fuori dal suo piccolo sogno ad occhi aperti, non si era ancora girato per vedere chi fosse, ma ne aveva abbastanza idea. D’Jok armeggiò lievemente con i bottoni della camicia ma trovò un altro paio di mani ad aiutarlo. Abbandonò presto il tentativo e lasciò che Mei gliel‘aggiustasse; lei lo guardò per tutto il tempo, uno sguardo di disappunto nei suoi occhi, e anticipazione. Quando finì, lei lasciò le mani appoggiate al suo petto per pochi secondi prima di alzarsi in punta di piedi per dargli un lieve bacio sulle labbra. Poi camminò attorno a lui e, presumibilmente, fuori dall’ascensore. D’Jok contò fino a dieci prima di girarsi per trovarsi davanti la madre di Mei, con una faccia furiosa. D’Jok deglutì profondamente e iniziò a camminarle oltre, quasi credendo che non avesse intenzione di dirgli nulla, finché gli prese il braccio.

“ Non sei abbastanza buono per mia figlia, lo sai questo? Lei farà strada velocemente e non ha tempo per piccoli intoppi lungo il percorso. Questa è la sua ultima stagione come giocatrice di football e lei sa che- “ D’Jok voltò la testa verso di lei.

“ Lei vuole? Capisce quello che intendo?  Le hai mai chiesto quello che lei vuole? “ Mandò un ovvio sguardo al suo braccio, che ancora teneva una stretta al suo. “ Ora, se potessi rimuovere la mano, è tardi e sarà un gran giorno domani” Si fissarono per un momento, e D’Jok notò qualcosa della madre di Mei che gliela ricordò, la sua determinazione. Christina tirò via la mano riluttante. D’Jok continuò a camminare giù per la sala, quando sentì il suo nome essere chiamato. Si fermò e si girò per dare un’altra occhiata alla madre di Mei.

“ Non sei abbastanza buono per lei, D’Jok, non sei stupido, ti getterà da parte come un vecchio calzino. La vostra piccola avventura è finita. “ Lei sorrise un po’ all’ultima parte. D’Jok sentì la rabbia iniziare a crescere; poteva sentire il respiro cercare di uscire. Si formò sulle sue mani leggermente; guardò in alto per vedere una piccola espressione di paura sulla sua faccia, come avrebbe tanto voluto farla stare zitta, ma quello sguardo di paura fu abbastanza soddisfacente. Si rigirò prima che potesse accadere altro.

D’Jok non riusciva a dormire nemmeno un po’, quello che aveva detto la madre di Mei lo aveva davvero irritato. Sapeva che Mei potesse essere dura a volte, ma era cambiata. D’Jok veramente credeva che a lei importasse di lui, ma si era sempre chiesto perché una ragazza come Mei potesse essere così interessata in un ragazzo come lui. D’Jok si stese sulla schiena e contò al ritmo del russare di Micro-Ice. Niente avrebbe potuto mai disturbare Micro-Ice mentre dormiva, nemmeno un terremoto l’avrebbe svegliato. D’Jok si stava quasi addormentando quando sentì un leggero bussare, non ci pensò finché venne ancora, questa volta più forte. Veniva dalla porta. D’Jok saltò giù dal letto, confuso, chi sarebbe venuto a far visita a quell’ora. Aprì un po’ la porta cigolante, proprio abbastanza per vedere che colei che aveva alla bussato alla porta era Mei. Lei si guardò in giro freneticamente, sussurrando sottovoce. D’Jok non riuscì a distinguere bene cosa.

“ Mei, cosa fai sveglia a quest’ora? Che ore sono comunque? “ La testa della ragazza si voltò di scatto quando sentì la sua voce, un sorriso si formò sulle labbra. Alzò l’indice alle labbra, facendogli capire di far silenzio, e poi infilò le dita nel piccolo spazio per aprire la porta velocemente.

“ Sono le tre. Andiamo prima che ci scoprano “ D’Jok non dovette essere convinto; lei non era esattamente vestita con i pantaloni larghi della tuta e la canottiera, beh non aveva i pantaloni della tuta almeno.

“ Aspetta, devo chiudere la porta” Mei lo guardò da sopra una spalla.

“ Beh muoviti, vuoi che Aarch ci scopra? “ D’Jok chiuse la porta più velocemente e silenziosamente possibile.

“ Non ti preoccupare; non è mai in piedi alle tre del mattino. Non penso che qualcuno sano di mente sia sveglio alle tre del mattino. “

“ Beh se non vuoi andare avanti ad ascoltare Micro-Ice russare tutta la notte, allora, ad ogni modo, sii mio ospite” Lui non si preoccupò di risponderle, aveva dato un punto perfettamente valido, quindi le gesticolò di condurlo per la strada. Finirono davanti alla stanza sua e di Tia. D’Jok si sporse vicino a lei per sussurrarle nell’orecchio, usando la sua mano libera per togliere i capelli sciolti che coprivano il suo collo.

“ E Tia? “

“ E’ nella camera di Rocket questa notte, le ho detto che volevo parlarti, così che fosse più disposta a darci un po’ di spazio “ Mei entrò, lasciando la mano di D’Jok e andando sul lato del letto in cui si aveva una lampada e la accese. D’Jok non potè far nulla che sentire un po’ di disappunto; sapeva che avessero bisogno di parlare, ma… Mei si sedette sul letto e picchiettò lo spazio accanto al suo, indicando a D’Jok di sedersi di fianco a lei. D’Jok si trascinò sopra e crollò sul petto sul letto di fronte a lei, lei gli diede un cuscino per farlo sentire meglio. Mei fu la prima a parlare.

“ Ho sentito quello che ti ha detto “ Questo lo scioccò per un momento. Perché non aveva detto nulla prima? Lui si era preoccupato tutta la notte sul come dirle di sua madre, ed ecco qui lei, senza quasi un’espressione in faccia. Lo guardò solamente, non lo fissò, cercò solo una reazione. Lei portò una mano alla ricerca della sua, che trovò, giocherellando nervosamente con un angolo del cuscino.

“ Odio mia madre! Lei non ha il diritto di dire quelle cose a te. Ho dovuto controllarmi al massimo per non saltarle addosso e urlarle contro” Non lo stava guardando più e tolse la mano dalla sua, la fregò nervosamente tra i capelli. “ Mi dispiace. E’ tutto quello che penso di poter dire. Non posso controllare mia madre, ma lei pensa di poter controllare me… “ Le parole di Mei furono quasi un sospiro; D’Jok poteva sentirla, ma solo questo. Si mise sulle ginocchia e si sedette più vicino a lei; portò la mano destra leggermente sotto il suo mento e lo alzò delicatamente di modo che lei non avesse altra scelta se non quella di guardarlo.

“ Non sono arrabbiato con te, quindi non arrabbiarti con te stessa per questo. Hai ragione, non puoi controllare tua madre ma non devi nemmeno ascoltarla, sei abbastanza grande da fare le tue scelte “ Un sorriso di formò sulle labbra della ragazza.

“ Da quand’è che sei così intelligente? “

“ Ho i miei momenti. Tu non pensi che io sia solo di bell’aspet- “ Le labbra di Mei fermarono D’Jok dal dire di più. Posizionò entrambe le mani ai lati del viso del ragazzo. Questa volta era lei a controllare il bacio, a differenza di tutte le altre volte, e a D’Jok non sembrava importare nemmeno. Ma apparì determinato a continuare a parlare tra le sue morbide labbra.

“ Pensavo… stessimo… solo parlando” Mei non poté fare a meno di ridere staccandosi di qualche millimetro dalle sue labbra, prendendolo in giro mentre lui riprovava a catturarle le labbra.

“ E a volte, non sei così intelligente “

“ Oh, ah ah “ Mei fece scivolare le mani verso il basso dal suo collo al suo petto e iniziò ad aprirgli la camicia angosciosamente piano; non si era cambiato i vestiti che indossava prima. Lei non guardò a quel che stava facendo; continuò solamente a prenderlo in giro, cercando di allontanare la sua attenzione da ciò che faceva. Lui le lasciò credere che ce la stesse facendo, quindi portò maggior attenzione al suo collo e iniziò a baciarlo con morbidi baci a farfalla, posto in cui lei sembrò essere davvero sensibile, dato che una risatina le sfuggì dalle labbra.

La camicia di D’Jok ora se n’era andata, buttata da qualche parte sul pavimento. Erano ancora faccia a faccia sulle ginocchia e non si stavano più baciando, a malapena si muovevano. Stavano tenendo solo le loro fronti appoggiate l’una all’altra, le mani di D’Jok sulla sua vita e quelle di Mei sui suoi viso e collo.

“ Mei, io- “ Lei posizionò il dito indice leggermente sulle sue labbra, fermandolo a metà frase.

“ Lo so, mi sento allo stesso modo “ D’Jok seguì il corso dell’orlo della sua canottiera, aspettando per un avvertimento, ma non ne ottenne nemmeno uno. La alzò delicatamente in alto e sulle sue braccia, che lei alzò per rendergli la cosa più facile. Solo allora lui si rese conto che lei non aveva nulla sotto. Rimase senza parole per un momento; lei lo guardò, c’era un timido ma giocoso sguardo nei suoi occhi. Lui portò fuori la mano lentamente e toccò la pelle della sua clavicola, lei tremò sotto il suo tocco.

“ Le tue mani sono fredde “

“ Scusa “ Alzò un po’ la mano, e aspettò il suo permesso per continuare. Lei annuì, e sorrise con un sorriso rassicurante e mimò con la mano la sua, iniziando dal suo petto. La pelle della ragazza era come marmo, dura ma liscia da toccare. Lui scese lentamente sul petto, fermandosi per un momento, prima di muovere la mano verso lo stomaco. Mei stava portando entrambe le mani su e giù per il suo stomaco, giocando con le onde create dai muscoli. D’Jok continuò a vagare con la mano attorno alla sua vita fino alla schiena, e portò l’altra al suo viso e iniziò a baciarla ancora. Abbassò la ragazza lentamente e si mise sopra lei. Iniziò a baciarle la faccia, poi il collo e più in basso, tormentandola andando il più piano possibile. Il suo nome fuggì dalle sue labbra in una voce roca, facendolo fermare. Tornò su fino al suo viso senza fretta, le labbra appena sopra la sua pelle. Si sporse per baciarla, ma si tirò via non appena lei si avvicinò.

“ D’Jok, mi stai uccidendo “ D’Jok le sorrise, una sfumatura scherzosa nella sua espressione.

“ Allora sto facendo il mio lavoro nel modo giusto “ La guardò per un momento, uno sguardo serio nei suoi occhi. “ Sei sicura di volerlo fare? “

Mei sembrò essere presa alla sprovvista dalla domanda, ma recuperò velocemente con un sorriso allettante e portò una morbida mano sulla sua guancia.

“ Certo che voglio “ D’Jok non poté fare a meno di sorridere. La stuzzicò e continuò a baciarla appassionatamente.

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