Quello strano sentimento di Lely1441 (/viewuser.php?uid=26394)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo - Finale ***
Capitolo 1 *** Capitolo primo ***
Quello strano sentimento
L’urlo
della sirena dell’ambulanza che si stava affievolendo
nella strada, si fece ben sentire in quell’angusto
appartamento della 54ª
Avenue, svegliando le due coinquiline.
-
Winry, tocca a te fare la colazione oggi, alzati, forza.
-
Dammi un attimo, Riza…
La
donna, ormai in piedi, osservò per qualche momento
l’amica rivoltarsi nelle coperte, e con un grugnito sollevare
il lenzuolo sopra
la testa e rimettersi a dormire.
“Ancora
questa storia?”
-
Winry… Winry!
Niente.
La ragazza era entrata in uno stato vegetativo, e
per farla alzare ora non sarebbe bastata l’intera fanfara
della banda cittadina
schierata sotto la loro finestra per le prove generali.
La
stanza da letto era un vero bugigattolo: lo spazio
bastava a malapena per i due letti, e per un cassettone che aveva la
duplice
funzione di armadio e scrivania. I letti erano muniti di rotelle,
così da
poterli spostare per riuscire ad aprire la porta del bagno (bagno! Un
altro
stanzino dove entravano appena e per grazia divina i servizi e il tubo
della
doccia), che era bloccata dall’intelaiatura del letto di
Winry, oppure per
mandarli nella direzione opposta per aprire la finestra.
Quindi,
se Winry non si alzava, Riza non sarebbe riuscita ad
entrare in bagno, né tanto meno sarebbe riuscita a far
circolare un po’ d’aria
(certo, un po’ inquinata per il traffico della
città, ma sempre ossigeno era)
nella camera.
Rifletté
sul da farsi, e con uno scatto deciso afferrò le
coperte e le strappò di dosso dall’amica,
aspettando pazientemente la sua
reazione.
Vide
il corpo raggomitolato rabbrividire impercettibilmente,
e un piede muoversi involontariamente, per poi rimanere immobile
qualche
secondo, rigido come quello di un morto.
Poi,
l’urlo.
-
Riza! Ma sei pazza? Lo sai che non devi svegliarmi così,
accidenti!
-
Niente storie. Alzati e prepara la colazione, io intanto
mi lavo.
Winry
continuò a borbottare contrariata, mentre si sollevava
sbadigliando con malagrazia e si avviava riluttante verso
l’altra stanza, che
fungeva da cucina.
-
Certo che sei proprio una carogna! Sai quanto lavoro, un
po’ di rispetto, insomma! Se rientro a casa tardi la sera,
non è colpa mia! Che
stanchezza…
Riza
si affacciò dalla porta.
-
Sei tanto stanca, ma hai ancora abbastanza fiato in corpo
per lamentarti, vero?
Ridendo,
schivò la pantofola che l’avrebbe sicuramente
centrata, se i suoi riflessi fossero stati più lenti.
Afferrò
i letti, prima uno e dopo l’altro, e li spostò
velocemente verso la finestra, liberando quei 50 centimetri
che
rendevano l’abitare lì ancora possibile.
Mentre
si lavava (con l’acqua ghiacciata, tanto per
cambiare) ripensò con un vago senso di nostalgia a tutti i
suoi piani futuri,
che invece di avvicinarsi, sembravano allontanarsi ogni giorno di
più.
Afferrò
il fine asciugamano e se lo avvolse intorno al
corpo, uscì, spostò nuovamente i letti, questa
volta verso la parete del bagno,
e aprì la finestra.
“Il
giorno in cui queste rotelle si bloccheranno, saremo
veramente nei guai”.
Raccattò
i vestiti di Winry sparsi sul minuscolo fazzoletto
di pavimento che rimaneva sgombro dal mobilio, e glieli
sistemò sopra il comò,
mentre afferrava un semplice abito da uno dei cassetti e lo indossava.
In
cucina, trovò l’amica bellamente appollaiata su
una
sedia, in pigiama e con una tazza di caffè fumante in mano,
e prendendo in mano
un biscotto, le si sedette accanto.
-
Allora, oggi quali sono i nostri programmi?
-
Io oggi devo andare da Jack a sistemargli il locale, e
stasera tardi ho le prove. Tu?
-
Io devo fare le pulizie da uno dei soliti ricconi, ne avrò
fino a tardi, credo.
-
Comincio a non farcela più, Riza. Insomma, guarda in che
razza di appartamento viviamo! Perché non ne prendiamo uno
nuovo, eh?
L’altra
sospirò.
-
Per l’ennesima volta, noi
non possiamo permettercelo. Vuoi diventare
un’attrice famosa? E allora devi
pagarti gli studi, non puoi prenderti la libertà di buttare
soldi all’aria in
questo modo! E poi, a me non sembra ci sia niente di male in questo
appartamento, è piccolo, ma dignitoso.
-
Certo, quindi se esci con un uomo, ti faresti
riaccompagnare fin dentro, vero?
Riza
si alzò e cominciò a sparecchiare il suo piatto.
-
Il problema non sussisterebbe. Non c’è nessun uomo
con cui
vorrei uscire, adesso, e anche se fosse, di sicuro non mi farei
scortare fino a
dentro casa, sai?
Winry
la osservava scioccata.
-
Cioè, e mi vuoi far credere che finora non hai mai
frequentato nessuno? Sono due anni che viviamo qua!
Riza
ricambiò la sua occhiata sconvolta con una esasperata.
-
Cielo, Winry, non sono come te! Quanti uomini vedi che
possano essere considerati decenti qui nei dintorni? Sono tutti come il
garzone
del fornaio, dai!
-
Ehi, non mi toccare quel ragazzo! E’ pure carino…
Sei te
che non hai buon gusto, non te ne va bene uno! Sai come
finirà? Che a forza di
stare da sola diventerai talmente spietata e disumana che nessuno ti
vorrà! Una
zitella inacidita, ecco il futuro che ti aspetta!
Proprio
mentre una replica incandescente stava per arrivare,
qualcuno bussò alla porta, costringendo le due a una tregua
momentanea.
-
Arrivo!
Winry
afferrò la tavola che usavano come tavola da stiro e
che bloccava orizzontalmente la porta, e la sollevò,
chiudendola dentro un
apposito scaffale.
-
Buongiorno vicine!
Era
appena entrato un uomo alto, dai capelli scuri e gli
occhiali. Le due ragazze si guardarono un attimo, prima di riprendere a
discutere, ignorandolo a bella posta.
-
Guarda che io non ho nessun bisogno di un uomo, per
sentirmi felice! Anzi, avrei da preoccuparmi anche di una persona in
più, e non
ne ho alcuna voglia!
-
Quindi ti vuoi ritrovare a sessant’anni
a giocare a bridge con le tue vicine zitelle,
a spettegolare sulla figlia di tal dei tali, e senza avere la gioia
della luce
di un nipotino?
-
Winry, ti rendi conto che siamo partite dal fatto che io
non voglio andarmene di qui, e tu sei finita a pronosticarmi una vita
da brivido?
L’altra
la guardò trionfante, e agitò l’indice
nella sua
direzione.
-
Ah-ha! Hai visto che l’hai ammesso? “Vita da
brivido”!
Vedi che neanche tu ne sei felice? E poi… Maes, quello era
il mio caffè,
mollalo giù!
L’uomo
le fissò laconicamente, prima di finire la tazza.
-
Be’, visto che voi eravate troppo prese dal vostro
dibattito, mi sono servito da solo. Tanto ero sicuro che le mie adorate
vicine
mi avrebbero sicuramente offerto un caffè, quindi
perché scomodarvi?
Riza
alzò le spalle, mentre tornava in camera per
pettinarsi. Winry invece non smetteva di osservare l’uomo con
astio.
-
Primo, Maes: non dare così per assicurato il fatto che un
giorno “le tue care vicine” non possano smettere di
trovarti anche solo
minimamente sopportabile, e non ti facciano fare un bel volo dal quinto
piano;
secondo: era il mio caffè mattutino, e quello è
intoccabile, sono stata
abbastanza chiara?
-
Sì, sì… Comunque sono
d’accordo con Winry, Riza! – e qui
alzò un po’ la voce per farsi sentire anche
nell’altra stanza
-
Ah davvero?
La
ragazza era scettica, di solito nelle discussioni
difendeva sempre Riza, non lei.
-
Ma certo! Che cosa c’è di meglio di un bel
matrimonio, per
portare felicità e letizia nella vita di una coppia, e che i
figli saprebbero
solo intensificare? Ragionate: trovare qualcuno che cucini per te, lavi
per te,
ti rammendi i calzini, ti svegli con amore la mattina, che ti aspetti a
casa
come se il tuo ritorno dal lavoro fosse l’evento
più lieto di tutta la
giornata…
-
Una scimmia ben ammaestrata, insomma. Non sarò mai una
moglie-schiava, Winry, scordatelo.
-
Ma Riza, non intendevo questo, lo sai benissimo!
-
Tu no, certo, ma hai visto con quale chiarezza il nostro amico ha esposto
la situazione.
Winry
gettò uno sguardo di puro odio a Maes, prima di
tornare a parlare.
-
Non avrai mica intenzione di dare ascolto a questo tizio,
vero? Insomma, dai! Temo anch’io per la poverina che se lo
sposerà,
figuriamoci, ma questa è soltanto la sua opinione, mica
quella di tutto il
mondo!
Riza
riapparve, con in mano un’ultima forcina, che le
serviva per tenere su i capelli nella complicata acconciatura che si
era
fissata sul capo.
-
Si dia il caso che lui,
sia un esponente dell’altro sesso, Winry, quindi a meno che
non voglia sposare lui, o comunque
qualcun altro del suo
stesso livello, penso proprio che lascerò che la vita vada
come vada.
-
Parlate pure come se non ci fossi, eh!
-
Ma Riza!
-
Basta. Ora vado al lavoro, non ne voglio sapere più nulla
di questa idea bislacca di farmi accasare con qualcuno, ok? E
soprattutto, noi non cambieremo appartamento.
Riza
afferrò la borsa ed uscì di casa, Winry la
inseguì sul
pianerottolo, e sporgendosi dalla ringhiera delle scale, le
urlò dietro:
-
Come vuoi, Riza, ma ricordati che verrà il giorno in cui
ti pentirai di quello che hai detto, stanne certa!
L’altra
rise e le fece “ciao” con la mano dalle scale.
-
Maledizione a quella testa dura!
Si
richiuse la porta dietro la schiena, e notò che
l’uomo le
stava anche addentando la sua brioche.
-
Tu! Brutta razza di parassita che non sei altro,
sanguisuga, Caino, schifoso voltagabbana, fuori di casa mia!
Immediatamente!
E
sbattendo con malagrazia il vicino fuori dall’abitazione,
ripensò con nostalgia ai bei tempi passati, quando la sua
unica preoccupazione
era quella di scegliere il colore degli elastici per i codini.
Riza
stava percorrendo la 63ª strada, quando adocchiò un
chiosco di giornali, e decise di fermarsi ad acquistare una rivista per
Winry.
Non avrebbe sopportato di vederla di cattivo umore anche al suo
ritorno,
discutere con lei richiedeva un dispendio di energie non indifferente.
Posò
la sua grande borsa-valigetta sul marciapiede, e si
chinò sulla fila di periodici davanti a lei.
Roy
camminava in tutta fretta: il suo amico dava già fuori
di testa per un ritardo di dieci minuti, figurarsi per uno di
mezz’ora.
Così,
troppo preso dai suoi pensieri, non notò l’enorme
borsa che spiccava davanti ai suoi occhi, e ci inciampò
sopra, cadendo sul
marciapiede e sbattendo un gomito per terra.
-
Ma si può sapere chi è quell’idiota che
molla una borsa
incustodita in mezzo alla strada?
Sbraitò,
mentre si massaggiava la parte lesa.
-
Signore, si è fatto male? Mi dispiace, l’avevo
lasciata lì
per pochi minuti, credevo che chiunque riuscisse a vederla…
Roy,
ancora borbottante, alzò lo sguardo, per trovarsi
davanti una donna. Una bella donna. Una possibile preda. E visto che il
suo
istinto da galantuomo aveva sempre e comunque la meglio, si
affrettò ad alzarsi
e a rassicurarla.
-
Ma no, ma no, è tutta colpa della mia sbadataggine, scusi
lei, anzi… In fondo non mi sono neanche fatto male!
-
Meglio, allora.
La
donna sconosciuta sorrise, e a Roy si strinse qualcosa
dalle parti dello stomaco.
-
Stava acquistando qualcosa?
-
Mmh? Ah sì, una rivista per una mia amica, vorrei farmi
perdonare, più o meno…
Roy
la osservò come inebetito, mentre la successione dei
rapidi sorrisi dell’altra lo stordivano sempre più.
-
Signore, perdoni la maleducazione, ma proprio non posso rimanere.
Scusi ancora, e arrivederci!
Solo
allora l’uomo si riscosse, e cercò di salvare il
salvabile.
-
Ma per restare in tema, anch’io vorrei farmi perdonare!
Che ne direbbe se le offrissi qualcosa da bere, laggiù
c’è un bar…
-
Mi dispiace veramente, ma ho molta fretta, vede…
-
Insisto. Vede, è giusto a due passi da qua, la vede
quell’insegna?
Dicendo
così, si era voltato, per indicarle il cartello alle
sue spalle, e in quel frangente di secondo Riza prese la decisione di
andarsene. Non poteva essere in ritardo sul lavoro, quindi si
mimetizzò alla
folla e scomparve.
Quando
Roy si voltò, al suo posto non trovò altro che un
fiume umano che risaliva il marciapiede.
Note finali:
Liberamente tratto dal film del 1965 "Quello strano sentimento", regia
di Richard Thorpe.
Ehm.
Ok, non è niente di che, lo ammetto =____=
Però l’idea mi piaceva, e ho deciso di buttarmici
di petto, e be’, pazienza, ho
sempre il tempo di migliorare.
Ho
deciso di pubblicare questo, al posto dell’aggiornamento di
“Ferro e Fuoco”, quindi dovrete accontentarvi fino
alla prossima settimana XD
Ora
vado, kissoni e un ringraziamento a tutti coloro che passeranno
di qui ^^
Lely
P.S.
Shatzy, credo che il bicchiere di thè dove affogare me lo
porgerai tu stessa, ora XD
|
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Capitolo 2 *** Capitolo secondo ***
Quello strano sentimento
- Ahahah! E così sei
inciampato su una borsa per terra, che
idiota! Anche un cieco l’avrebbe vista, solo tu non ci sei
riuscito!
Roy fissò per un
breve attimo l’amico, prima di ribattere.
- Parli così
perché sei così basso, che una borsa di quelle
misure ti sarebbe arrivata direttamente all’altezza degli
occhi, e allora sì
che sarebbe stato impossibile non notarla.
La faccia dell’altro
diventò granitica, e poi paonazza.
- Cosa? Chi hai chiamato il
granello di sabbia che non si
noterebbe neanche con una lente d’ingrandimento potenziata al
massimo?!
- Mmh, fammici
pensare… Tu forse?
E mentre l’altro si
lanciava nella sua solita serie di
turpiloqui, Roy prese l’agenda e cominciò a
sfogliarla distrattamente. L’amico
smise di blaterare e lo fissò preoccupato.
- Stavo
dimenticando… Roy? Hai presente la scommessa con
Bradley?
Gli occhi di Roy scintillarono.
- Ma certo! Il mio aereo parte
esattamente fra sei ore, come
potrei dimenticarlo? Sud, spiagge, belle donne…
- Ecco…
Quando l’amico
deglutì nervosamente, allargando con due dita
il colletto della camicia, Roy gli gettò una lunga occhiata
inquisitoria.
- Edward, se mi devi dire
qualcosa, parla e basta.
- Ha vinto. Ha semplicemente
vinto. E’ riuscito a vendere
più mie sculture di te, praticamente tutte, tranne quelle
nel tuo appartamento,
ovvio. Be’, ti ha lasciato un biglietto nella scrivania, mi
ha detto di fartelo
leggere.
- Stai scherzando, spero.
- Riguardo il biglietto?
- Ovviamente no, sul fatto
delle sculture.
Ed sospirò.
- No, quello è tutto
vero, purtroppo per te.
Roy scattò verso la
scrivania e aprì in fretta il primo
cassetto. Sopra ai vari documenti sparpagliati qua e là,
troneggiava in bella
vista una cartolina, che ritraeva una bella ragazza abbronzata intenta
a
ballare, agghindata con ghirlande di fiori. La voltò e
trovò un messaggio.
“Mio
caro, non sai
quanto mi dispiaccia lasciarti qui e farmi un viaggio fino in Polinesia
a tue
spese, ma sai come funziona: vince il migliore. Tante grazie anche da
parte di
mia moglie e di mio figlio!
À
bientôt!
King
Bradley”
E se si guardava meglio,
nell’angolo spuntava un disegno
infantile, di sicuro opera del piccolo Selim, il figlio del
“nemico”: tre
figure, tutte intente a salutarlo con la mano con un sorrisone che
usciva
addirittura dal cerchio del viso.
Quando si dice,
“oltre al danno, la beffa”.
Roy si sedette sulla poltrona,
affranto, portandosi le mani
al volto mentre cercava di assorbire il colpo. Aveva anche
già chiamato la
ditta per avere una cameriera che gli tenesse d’occhio la
casa! Avrebbe dovuto
richiamare e disdire il tutto, nel pomeriggio.
Sentì qualcosa
sfiorargli il naso, e togliendo le mani dal
viso vide l’amico che gli tendeva beffardamente il suo
fazzoletto da tasca, un
ghigno inquietante scolpito sul volto.
- Casomai tu voglia piangere un
po’. Sai, non mi sembra
proprio il caso di offrirti la mia spalla…
Roy afferrò il pezzo
di stoffa, e con un ghigno di rimando,
gli rispose:
- Tienilo per offrirlo ad una
ragazza, casomai tu ne riesca
a trovare una, fagiolo.
- Brutto bastardo che non sei
altro! Figlio di…
“Starò
via per le
seguenti due settimane. Scusate il disordine, spero che riuscirete a
pulire tutto
ugualmente!”
Riza infilò la copia
di chiavi, che le era stata data dalla
ditta, nella toppa della porta di uno degli appartamenti al secondo
piano di un
edificio della 58ª strada, e rimase allibita dal disordine. Il
caos regnava
sovrano: vestiti buttati alla rinfusa, bicchieri su bicchieri ammassati
in ogni
dove, non c’era un solo angolo sgombro. Sollevò
cautamente per un orlo
un’assurda sottoveste femminile.
“Però,
questo qui si diverte alla grande! Guarda che razza
di festino… Ma non si vergogna?”
Dopo essersi messa il vestito
da lavoro, si portò le mani ai
fianchi, si arrotolò le maniche fino ai gomiti e prese un
gran respiro.
- Diamoci da fare!
Alle otto, aveva ormai finito
di lavorare. Si guardò
soddisfatta in giro, e verificò che tutto fosse in ordine.
Sorrise e si preparò
per tornare a casa. Aveva fatto presto, e così poteva
preparare qualcosa di
buono per Winry quando fosse tornata la sera, visto che non era
più riuscita ad
acquistare niente al chiosco di giornali. Ripensò per un
attimo all’uomo con il
quale si era scontrata e scosse la testa, divertita.
Ma si poteva sapere da dove
usciva certa gente?
Alle otto, aveva ormai finito
di lavorare. Se ne andò
dall’ufficio, e appena fu in strada chiamò un taxi.
- Mi porti
all’imbocco della 58ª, per favore.
- Subito, signore.
Si sistemò
più comodamente sul sedile posteriore, e osservò
pigramente le luci della città proiettarsi sui vetri
dell’auto. Chiuse gli
occhi, pensando che, una volta a casa, gli sarebbe toccato chiamare
l’impresa
per disdire la richiesta, e saldare il conto della giornata.
Cominciò poi a
riflettere su ben altro, quando una frenata improvvisa lo fece andare a
sbattere contro il sedile davanti.
- Ma cosa fa, è
impazzito?
- Mi scusi, questo pazzo
è uscito improvvisamente
dall’incrocio, non so proprio cosa gli sia preso! Ho appena
fatto in tempo a
frenare!
Scesero dall’auto,
tassista e passeggero, e si diressero
arrabbiati verso l’altro taxi con cui si erano scontrati.
- Si può sapere
quale razza di ubriaco ti ha dato la
patente, pezzo d’imbecille?
Allora smontò anche
l’altro guidatore, sputando una serie di
insulti verso il suo oculista, e la persona che trasportava
arrivò quasi subito
al suo fianco.
- Che mi venga un colpo, lei
è la donna di stamattina!
Riza guardò
disorientata l’uomo davanti a sé. E sì,
ad
osservarlo bene, poteva riconoscere l’uomo che aveva preso in
pieno la sua
borsa, quella mattina.
- Ah, buonasera! Mi dispiace
rincontrarla in una simile
situazione…
- In effetti, sembra proprio
che lei attiri disgrazie, cosa
ne pensa?
Riza si guardò
intorno, con evidente voglia di andarsene.
Insomma, chi l’aveva detto che doveva essere proprio lei la
calamita di
sventure? Erano in due, dopotutto!
- Però questa volta
non le permetterò assolutamente di
andarsene e piantarmi in asso come ha già fatto, sa?
Riza chiuse gli occhi,
maledicendo per un attimo tutti i tassisti
e gli incroci della città. Lo fissò dritto negli
occhi e parlò lentamente,
casomai l’altro avesse problemi di udito.
- Scusi, ma non posso proprio.
Vede, devo tornare…
- No no no! La obbligo a venire
con me! Signori miei, vi
lasciamo alle vostre beghe, ecco qui i soldi della corsa di entrambi.
E dicendo così,
prese il portafoglio e porse delle banconote
ai due uomini, che non avevano ancora finito di ingiuriare i relativi
parenti
dell’altro. Poi, afferrò per il braccio Riza e si
diresse verso un marciapiede,
mentre le macchine continuavano a sfrecciare loro intorno.
Decisamente, quel tipo aveva
problemi di udito.
- Posso almeno sapere dove mi
sta portando?
- Conosco un ristorante cinese
qui vicino, posso offrirle la
cena e sdebitarmi per questa mattina, che ne dice?
Riza non rispose, certa che
qualsiasi protesta potesse
presentargli, non sarebbe servita a nulla. Valutò anche di
mentirgli, dicendo
che in realtà una sua amica stava molto male ed era in
ospedale, e lei doveva assolutamente
andarla a trovare (e in
quel preciso momento Winry, alle prese con una battuta particolarmente
difficile, starnutì, beccandosi i rimproveri del regista) ma
il tempo di aprire
la bocca, e si ritrovò davanti alla porta del famoso
ristorante, “La Muraglia Cinese”.
L’interno era molto particolare, grandi lampioni rossi
illuminavano l’ambiente,
e sui muri spiccavano dei dipinti di stile orientale. Riza si
soffermò a
guardare una pittura raffigurante una giovane donna attorniata da
grandi
uccelli, mentre Roy si dirigeva verso il bancone, dietro il quale ad
accogliere
i clienti vi era una ragazza dai capelli neri e gli occhi a mandorla.
- Un tavolo per due, vero?
In tutta risposta,
l’uomo sorrise con fare rassicurante e si
riavviò i capelli. La ragazza lo guardò
interrogativa, ma non avendo risposta,
inarcò le sopracciglia e chiamò un cameriere.
- Lo prenderò per un
sì… Ling, per favore, puoi venire?
Dopo appena alcuni secondi si
presentò un ragazzo alto, con
i capelli legati in un codino dietro la testa e un’aria
allegra.
- Hai chiamato, Lan Fan?
- Sì. Un tavolo per
due ai signori, grazie.
- Subito!
Il giovane fece strada
attraverso la selva di tavolini che
occupavano la sala, e si fermò davanti ad un tavolo
già apparecchiato, protetto
da un separé dall’ambiente intorno.
- Tornerò fra cinque
minuti a prendere le ordinazioni.
E con un ultimo sorriso se ne
andò. Roy scostò la sedia, facendo
accomodare Riza, per poi sedersi di fronte a lei e afferrare con un
gesto
deciso il menu.
“Chissà
quante volte si sarà trovato in questa situazione”
pensò Riza, con un velo di disillusione.
Non le piaceva essere
lì, ma visto che l’altro aveva
insistito tanto, riteneva che farsi offrire una cena non sarebbe stato
così
male. Almeno se lo sarebbe tolto di torno una volta per tutte. O
almeno, così
sperava.
Il ragazzo tornò
quasi subito, e ordinarono. Poi, iniziarono
a parlare del più e del meno. Si presentarono, e Riza venne
a sapere che
l’altro era uno stimatore e venditore di opere
d’arte, e che lavorava in un
lussuoso edificio poco lontano da dove era andata a lavorare lei la
mattina.
- E lei, invece? Mi dica, che
lavoro fa?
Riza venne colta in castagna.
Cosa poteva inventarsi, ora? Roy
si accorse del suo tentennamento, e le propose d’indovinarlo.
- Mi lasci indovinare, non me
lo vuole dire! Va bene, allora
procederò a caso! Quante domande mi mette a disposizione?
- Una decina, direi. Meno una,
questa. Ah, e per inciso… Non
è detto che se anche lei indovini, io le dirò se
la sua intuizione è giusta.
- Perfetto.
Chiamò il cameriere,
affinché gli portasse nove bastoncini.
Li prese, e iniziò le sue domande, mentre Ling, dietro al
separé, terminava di
preparare un altro tavolo.
- Dunque…
E’ una libera professionista?
Riza sorrise. Sarebbe stato
facilissimo, a questo punto.
- Se si può dire
così, sì… Lavoro per una ditta, ma
sostanzialmente io e le altre ragazze non ci incontriamo mai.
Sia Roy che il giovane ragazzo
cinese tesero le orecchie.
Roy afferrò un bastoncino e lo spostò di lato.
- Perfetto… Ancora
otto, quindi. Le piace quello che fa?
Riza ci rimuginò un
po’ sopra.
- Diciamo che lo faccio per
necessità. Il lavoro non mi
entusiasma molto, ma è l’unica cosa che posso fare
per mantenervi, fino a che
non riuscirò a debuttare sul palco.
- Ed è brava in
ciò che fa?
- Nessuno dei miei clienti si
è mai lamentato.
Il giovane cameriere si
sedette, mentre ascoltava
interessato la conversazione. Roy prese un’altra bacchettina
e la tolse dal
mucchio.
- Lavora in casa?
Riza rise di gusto e
ripensò alle energiche pulite ai
fornelli che l’aspettavano una volta tornata nel suo buco di
appartamento.
- In quelle degli altri,
certamente. Anche se mi tocca far
qualcosa anche da me, ma questo solo privatamente, fuori dal lavoro.
- Si occupa del…
Benessere degli altri?
- In un certo senso,
sì.
- Capisco…
Ling deglutì, e si
riavviò nervosamente il ciuffo di capelli
davanti al viso. Si poteva sapere che razza di gente frequentava il
locale di
Foo?
- Ha mai fatto questo lavoro
anche prima?
- Facevo qualcosa a casa mia,
ma mai più del necessario. Non
sono una maniaca, dopotutto.
“Dell’ordine”,
pensò immediatamente dopo. Eppure, gli altri
due avevano capito tutt’altra cosa.
- Come viene considerato questo
lavoro dagli altri? Per
esempio, da me?
Riza ci rifletté
qualche minuto.
- Direi molto utile.
Praticamente, do una mano alla gente.
- E c’è
molta competizione?
- Un po’. Ma io
svolgo bene quello che mi è richiesto,
quindi sono chiamata spesso dal principale.
A quel punto, Ling si
alzò e si diresse tremando verso la
cucina.
- Ling, che succede?
- Foo… Io non sapevo
ci fossero simili donne che vanno in
giro così, come se niente fosse… E che potessero
entrare così in questo locale!
- E mi dica, per lavorare, ha
bisogno che i clienti siano
con lei?
- Assolutamente no. Anzi,
devono essere via, lavoro
completamente sola.
Roy tirò un sospiro
di sollievo.
- Ci rifletterò
sopra, e le saprò dire. Bene, la
riaccompagno a casa, a questo punto, cosa ne dice?
- Oh, non si disturbi,
chiamerò un taxi…
- Ma per nulla al mondo! Venga!
La afferrò per un
braccio – Riza cominciava ad averne
abbastanza di essere scarrozzata in giro senza potersi ribellare
– dopo aver
lasciato delle banconote sul tavolo, e uscirono quasi di corsa nella
via
affollata. Roy chiamò un taxi e si rivolse allegramente a
Riza:
- In quale strada abita?
Riza sbiancò, e in
mente le ritornò ciò che le aveva detto
quella mattina Winry, sul fatto che non avrebbe mai avuto il coraggio
di
portare un uomo in quella casa. Quindi si inventò
lì per lì una grande
frottola.
- Ehm… Alla
58ª Avenue, grazie.
- Oh, ma che coincidenza!
Riza lo guardò
sospettosa, mentre entravano in macchina.
- Come, scusi?
- No, niente…
Prima avrebbe verificato il suo
indirizzo, e poi le avrebbe
detto che abitava anche lui nella 58ª Avenue.
- Può anche
lasciarmi qui, sa?
- Ma no, insisto per
accompagnarla fin sopra.
Riza stava rischiando di essere
arrestata per aggressione.
Non aveva mai provato tanta voglia di strozzare qualcuno, veramente.
Anche se in realtà,
tutta la colpa era sua. Si era inventata
di abitare nella via dell’appartamento dove aveva lavorato la
mattina, e non
era riuscita a scollarsi l’uomo di dosso neppure davanti al
portone principale
del palazzo.
Pensò che era nei
guai, in guai seri, mentre salivano
insieme le scale dell’edificio.
“Non sapevo abitasse
qui anche lei… Tanto meglio, nulla di
perso, tutto di guadagnato!”
Eppure si bloccò
quando vide Riza infilare le chiavi nella
serratura di una porta. La porta del suo appartamento.
Intendo,
dell’appartamento di Roy.
“Ma che
diamine…?”
Attenzione attenzione!! Prima
di proseguire, leggete questo:
Si avverte la gentile clientela
che l’11 giugno coinciderà
con il RoyAi Day, e tutti coloro che sono interessati
all’evento sono pregati di
partecipare, postando qualcosa con tema RoyAi su EFP esattamente
l’11 c.m. ^^
Grazie per la cortese
attenzione, ci scusiamo per l’eventuale
disturbo^^
Note finali:
Ling! Mio adorato Ling!! *si
riprende* Ok, scusate XD
Tanto tornerà ^^
Comunque, come vedete altro
capitolo da dementi XD Le dieci
domande mi hanno messa in crisi, spero comunque di essere riuscita a
rendere
l’idea che dava il film (su quel pezzo sono morta XD). Shatzy
è testimone della
mia crisi ù_ù
Questo capitolo era incentrato
quasi unicamente (tranne per Ling!!
*____*) su Roy e Riza, vedremo nel prossimo tornare alcuni personaggi ^^
XD Ok, ora passo ai
ringraziamenti personali ^^
Shatzy: Shore!! La
descrizione dell’appartamento ha fatto
morire anche me XD *animo sadico* Io spero che i personaggi continuino
ad
essere IC fino alla fine ç____ç Maes
continuerà a rompere le scatole, sì XD Ok,
vado, che altrimenti qua faccio notte, e devo ancora finire quella
stramaledetta ricerca XD Grazie di tutto, kissoni!!
Sisya: Gemy, sei
stata puntualissima, scherzi?? Poi il tuo
commento mi ha fatto tanto tanto piacere >.< Ti adoro
anch’io ^^ E
lasciar lì Roy come un idiota è piaciuto troppo
anche a me *____* *le gemelle
si guardano complici* Anch’io mi aspetto molto RoyAi da
questa ff, ovvio X°°°D
Grazie mille di tutto ^^
Kissoni!!
Alyah: Spero
veramente che l’una non peggiori l’altra
X°°°D
Bisogna dire però, che Riza ha già inventato una
panzana degna di Winry, quindi
non si sa mai
XD
*Accarezza Winry sulla testa* Quando hai definito Roy
mandrillo… *rotola* Sei
una grande!! XD Kissoni!!
Valy88: Valeeeee!!
No, il ragazzo del fornaio non era Ed XD
E sinceramente, neanche mi interessa sapere chi era *spietata con i
personaggi
che non le servono* Ma Ed c’è, Winry
c’è… Chissà ^^ XD
Felicissima che ti sia
piaciuta ^^ Adoriamo tutte Maes, già già XD
Grazie di tutto ^^ Kissoni!!
The_Dark_Side: Con
il lavoro di Pretty Woman ci sei andata
vicina, però, perché a Roy sembrava proprio
quello all’inizio XD Ovviamente,
non lo è XD Il film non era malaccio, diciamo che era il
classico film da
casalinghe disperate X°°°D Sono sadica, ma non
quanto l’Arakawa, quindi ho
intenzione di far mantenere Hughes vivo e vegeto fino alla fine,
tranquilla ^^
Grazie mille! Kissoni!!
Siyah: Felice di
sapere che ti piaccia, dammi notizie anche
per questo capitolo ^^ Kissoni!!
E per ultimo, come sempre, kissoni
a tutti!!
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Capitolo 3 *** Capitolo terzo ***
quello strano sentimento 2
Quello strano sentimento
- Tutto bene?
Roy si riscosse dai suoi
pensieri, che ora focalizzavano la
loro essenza sul fatto che:
a. Si trovava davanti a casa
sua;
b. Si trovava davanti a casa
sua, con una bella donna;
c. Si trovava davanti a casa
sua, con una bella donna, che
stava cercando di spacciargli casa sua per la propria.
No, e che diamine, che
confusione!
Riza stava sostenendo
– proprio in quel momento, con la
serratura che era appena scattata dentro la porta, aprendola
– che la casa di
Roy fosse la sua.
Si domandò per
qualche istante, spaesato, se fosse capitato
per un caso malaugurato della sorte in un universo parallelo, oppure se
stava
subendo una qualsivoglia forma di vendetta divina nei suoi confronti.
Portandosi una mano al collo,
si tastò velocemente l’aorta,
fingendo di aggiustarsi il colletto, giusto per verificare che fosse
ancora
vivo, e il pulsare che sentì sotto il pollice gliene diede
conferma.
Non si trovava in un limbo
allucinogeno, evidentemente, di
conseguenza non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
E gli chiedeva pure se stava
bene?!
- Sì,
credo… Mi scusi, può ripetermi il suo cognome, le
dispiace?
Riza gettò una breve
occhiata sul cartello posto al di sopra
del campanello, accanto a lei, prima di rispondere decisa:
- Mustang, perché?
- Certo che è
buffo…
- Come?
Roy tossì, per poi
aggiungere:
- No, niente, intendevo
dire… Io invece faccio di cognome
Biffrey, ecco.
Riza annuì, e cadde
un silenzio imbarazzante.
- Be’, allora la
lascio! Torno a casa.
- Va bene. Ancora grazie, e
buonanotte.
Roy si avviò per le
scale, poi sembrò ripensarci e tornò
indietro.
- Domani sera, alle 8,
verrò qui e la porterò a cena.
E senza ammettere repliche di
nessuna sorta, scese le scale.
Riza entrò in casa, contò silenziosamente fino a
60, e poi aprì la porta. Si
guardò in giro speranzosa, e percorse il pianerottolo ora
buio, fino a
raggiungerne la fine. E lì si scontrò contro
qualcosa, o meglio, qualcuno.
Roy infatti aveva sceso i primi
due piani, e poi era
risalito silenziosamente, attendendo che lei tornasse sui propri passi.
Non
aveva dovuto aspettare molto, e quando aveva sentito che lei accostava
la
porta, aveva sorriso.
Esattamente come aveva previsto.
Quando gli cadde letteralmente
addosso, era già pronto ad
attutirle la caduta con il suo corpo. Accese l’interruttore
della luce alla sua
sinistra, e Riza si divincolò dalla sua presa, imbarazzata.
- Ancora qui?
Domandò con un
pizzico di acidità, prima di sospirare e
chiedergli scusa. Dopotutto, non era colpa sua se lei
non si trovava a casa sua, ed era stata costretta ad inventare
tutta quella sceneggiata.
Per un certo verso, ovviamente.
- Sì, mi si era
slacciata una scarpa, e allacciarla al buio
non è una delle cose più semplici a questo mondo,
ci ho impiegato un po’.
Invece tu, cosa ci fai qui?
Riza notò il cambio
di persona, ma decise di non dire nulla,
impegnata com’era a cercare una scusa. In un miracoloso
flashback si ricordò della
bottiglia di latte vuota che stazionava da tutto il giorno davanti
sull’uscio
dell’appartamento accanto.
- Mi sono ricordata di quella
– e così dicendo, indicò il
suddetto contenitore, che sembrava guardarli perplesso – e mi
sembrava buona
cortesia non lasciarla fuori in quel modo, il garzone domani potrebbe
inciamparci sopra, dopotutto.
Roy pensò per un
attimo a Tom, il fattorino della latteria
sotto casa, e scoppiò a ridere. Era un omone alto due metri
e con la parlata di
uno scaricatore di porto. Il pensiero di ciò che avrebbe
potuto dire in una
circostanza del genere era estremamente esilarante.
- Ottima idea, veramente
ottima. Quindi suppongo che dopo
che avrai spostato la bottiglia, te ne tornerai dritta in casa, vero?
Riza per tutta risposta
afferrò l’oggetto e lo collocò
più a
destra. Poi si diresse verso l’appartamento, e prima di
rientrare, e sbattere
la porta con uno schianto, disse:
- Esatto. Buonanotte, allora.
Roy aspettò che
uscisse dalla sua visuale, prima di iniziare
a ridere di gusto. Appena si fu calmato, scese le scale fischiettando,
con le
mani in tasca e tutta l’intenzione di andarsene a dormire a
casa di Edward, per
quella sera.
Riza aveva deciso di passare la
notte lì. Non sapeva perché,
ma uscire di nuovo le sembrava una pessima idea. Come minimo, se lo
sarebbe
trovato nuovamente davanti.
Si guardò intorno, e
decise che se proprio doveva
trascorrere in quel luogo le ore seguenti, tanto valeva farlo per bene.
Andò in
bagno, e aprì il rubinetto dell’acqua calda della
vasca. Sentiva il bisogno
fisico di un bel bagno, ora.
- Winry, ti giuro, non ho mai
dormito su un letto più
comodo!
Winry staccò la
cornetta dall’orecchio e la guardò sospettosa,
prima di rispondere.
- Riza, siamo sicuri che stia
parlando proprio con te? Non
so, magari hai una qualche gemella malvagia nascosta nel mondo, a cui
hai
rubato l’eredità, e che ora sta cercando di
vendicarsi, e che ha seppellito la
vera Riza in un qualche scantinato buio e maleodorante!
- Il film di ieri sera ti ha
fatto male, smettila di dire
assurdità. Comunque, basta che mi porti un cambio decente e
il pigiama.
L’amica
sbuffò.
- Va bene, va bene. Arrivo. Ma
ti ricordo che stai
infrangendo la legge. Credo si chiami appropriazione indebita o
qualcosa del
genere.
Winry mise giù il
ricevitore, decidendo in quel momento che
avrebbe almeno approfittato di un bagno in quella casa, memore della
doccia
ghiacciata che si era appena dovuta sorbire.
- Sei un idiota, amico mio, un
completo idiota.
- Ok, ho capito. Allora, posso
restare qui, per stanotte?
Ed si fissò a lungo
le unghie, con interesse. Roy sbuffò
rumorosamente.
- Guarda che solitamente sono
le donne a fare le preziose,
sai?
- Io non faccio il prezioso.
Sto solo assaporando il
momento.
Chiuse gli occhi e sorrise
soddisfatto.
- Dopo anni e anni di soprusi,
ho finalmente la possibilità
di prendere la mia rivincita.
- Patetico.
- Ti sei visto allo specchio
prima di venire qui, scusa? Ti
ricordo che io una casa ancora ce l’ho, e non devo umiliarmi
proprio davanti a
nessuno.
- Quanto la fai lunga. Allora?
Edward si scostò
dalla porta sorridendo.
- Prego, il divano è
sempre libero.
Mentre tornava in camera per
prendere dei lenzuoli e una
coperta, a Ed venne in mente una cosa.
- Roy, ma scusa, e se si
trattasse di una ladra?
L’amico scosse con
decisione la testa.
- No, questo lo posso negare
con certezza.
- Sarà…
Le risate che mi farò se domani dovessi trovare la
casa svaligiata e tutto messo a soqquadro…
I due si guardarono per un
momento, impallidendo.
- Le sculture!!
- Avevi ragione, Riza, in
questo materasso è proprio comodo…
Winry si era infilata sotto le
coperte, nella parte sinistra
dell’enorme letto matrimoniale, la sera prima, e non si era
più schiodata da
lì.
Erano anni che non dormivano
così bene.
- Lo senti questo?
Le due chiusero gli occhi, con
una smorfia soddisfatta.
- Sì… Il
silenzio…
Niente sirene per la strada,
niente urla della padrona del
condominio, nessun Maes che sbraitava fuori dalla porta…
- Che pace!
Rimasero svariati minuti
così, assaporandosi quel breve
momento di tregua.
- No, dico, hai lasciato le mie sculture nella stessa casa che
è stata presa di mira da una
pazza sbucata dal nulla?
Roy era infastidito.
- Ti prego di non trarre
conclusioni affrettate sul suo
conto.
- Si tratta di appropriazione
indebita! Hai capito? Io una
così la chiamo solo ladra!
- E si può sapere
perché finché si trattava di casa mia, mi
canzonavi, e ore che si parla delle tue sculture fai tante storie? E
comunque,
ci dovrò uscire stasera, entrerò un attimo in
casa e controllerò, più semplice
di così!
- Speriamo in bene…
- Ehi, Riza! Sai che il
proprietario di questa deve essere
un fantino?
Riza si affacciò
dalla porta del bagno e fissò l’amica, seduta
a gambe incrociate sul letto.
- Come, scusa?
- Guarda qua!
E nel dirlo, le
sventolò sotto al naso uno dei foglietti che
aveva trovato dentro al comodino.
- Te lo leggo: Angie, una
facciata angelica che nasconde un’anima
da vera furia; Jasmin, parte piano, ma ha una grande resistenza sul
terreno;
Alexiel, aspetto mite e grazioso, ma sa darsi da fare, se
vuole…
Le due si guardarono in faccia,
e poi scoppiarono a ridere.
- Chiamalo fantino! Questo
è un maniaco!
- Sai io invece cosa ho trovato
ieri, pulendo?
Riza aprì
l’anta dell’armadio. Sul piano inferiore del
mobile facevano bello sfoggio di sé tre statue, tutte di
fattura gotica, che
guardavano le due intruse con aria accusatoria, e Winry per un momento
si sentì
addosso la pelle d’oca. Riza scosse la testa, divertita.
- Sono orribili, non
è vero? Mi chiedo chi possa essere quel
pazzo che le comprerebbe…
Non aveva ancora finito di
parlare, che l’amica si era
fiondata ad osservare meglio le figure.
- Scherzi? Secondo me valgono
tantissimo…
Riza scrollò le
spalle, dubbiosa.
- Sarà, ma io le
trovo agghiaccianti. Quasi quasi le butto…
- Non capisci nulla di arte,
tu, e non sono neppure tue…
Comunque posso chiederti una cosa? Quando verrà qua Roy,
cosa farai? Non puoi
farlo entrare, si capisce subito che questo è
l’appartamento di un uomo!
- Significa che non lo
farò venire dentro. Che problema c’è?
Alle otto precise, suonarono al
campanello.
- Buona fortuna!
Sussurrò Winry
all’amica, vedendola prendere la borsa e
avviarsi verso la porta. Quel pomeriggio erano tornate a casa e avevano
preso
qualche cambio, giusto lo stretto necessario per
qualche giorno.
Appoggiò un orecchio
alla porta, e origliò la conversazione.
Riza stava stoicamente vietando di far passare l’uomo,
lamentandosi del
disordine dell’inefficienza di certe cameriere. Winry sorrise
e si buttò sul
letto, parlando fra sé.
- Già, non riusciamo
a farle uscire dalla vasca…
Note
finali:
Altro capitolo di transizione, che volete farci, era necessario, mi
scuso XD A
quanti chiedono del pair EdWin, rispondo: vedrete XD Io ho trovato
interessante
il fatto che sia Ed che Winry corrono sulla stessa lunghezza
d’onda: entrambi
parlano di appropriazione indebita, entrambi apprezzano le opere di Ed
XD Vabbè,
finito qua XD
Ringraziamenti
personali:
Sisya:
Sì, se non
infilo sempre il mitico Brad da qualche parte non sono contenta XD Mi
ha fatta
sbellicare il tuo commento, gemy XD Le parti riguardanti Roy,
più che altro X3
Certo che si merita tutto quello che sta passando, sono una scrittrice
sadica e
senza cuore, ci sguazzo dentro ai suoi guai XD Ling e Lan
Fan… Torneranno anche
nel prossimo capitolo, visto? ^^ Per lo meno Ling XD *nasconde la gemy
meglio
dentro al trolley* Pronte a partire? Si vaaaaaaaa!!! *partono per la Francia*
Grazie come sempre!! Kissoni!!
Shatzy:
Mami! ^^
Lo so, ancora non si è entrati nel vivo della storia, eh?
^^” Basta che aspetti
martedì prossimo comunque, o chissà, magari prima
^^ Tanto non ho più obblighi
di tempo, se ne voglio pubblicare uno in mezzo, lo faccio!! *totalmente
resa
pazza dal tempo libero* Ling è il famoso immigrato
clandestino, che è sbarcato
con un barcone, ricordi? XD Se mi entrerà,
inserirò anche la sua storia X3 E la
long-fic continua, povera me XD Grazie mille!! Kissoni!!
The_Dark_Side:
Ling originariamente avrebbe dovuto essere un barista, ma credo che la
scelta
del ristorante cinese sia molto più azzeccata XD (E
ringraziamo gli scleri con
Shatzy per questo XD) Be’, la povera Riza si sta cacciando in
un guaio sempre
più grosso, vero? ^^ *felicissima* Anche perché
Ed è sull’orlo della denuncia
XD Spero che anche questo capitolo ti piaccia ^^ Grazie e kissoni!!
Valy88:
Avevi
capito perfettamente X°°°D Sono malvagia, lo so
XD Con questa EdWin… Ma voi
abbiate fede, no? X3 Maes dovrebbe ricomparire presto, se non nel
prossimo
capitolo, sicuramente in quello dopo. *pregusta già la
scena* Cuggy, spero
tanto che la storia continui a piacerti, il tuo parere per me
è importante ^^ A
presto!! Kissoni!!
Siyah:
Mi fa
piacere che abbia apprezzato il collegamento scultore-alchimista ^^
Originariamente era un pittore, ma sinceramente non me ce lo vedevo
proprio…
Poi mi sono ricordata una scena del manga, quando è stato
costretto a riparare
mezza città, e nell’aggiustare un balcone, gli era
venuta fuori una mostruosità
unica, mezza gotica mezza dark XD Riza è troppo innocente,
non ci ha pensato
minimamente al fatto che ciò che diceva potesse venire
frainteso XD Per
l’EdWin, ho risposto sopra XD Ancora grazie, kissoni!!
Grazie a quanti hanno letto.
Kissoni!!
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Capitolo 4 *** Capitolo quarto ***
quello strano sentimento 2
Quello strano sentimento
- Di nuovo qui?
Roy sorrise. L’aveva
riportata al ristorante cinese, quella
sera.
- Be’, si mangia
bene, in fondo. E poi, visto che è andata
bene la prima volta, potrebbe andar bene anche la seconda, no?
Roy evitò di
aggiungere che quel locale, essendo stato
aperto da poco, era uno degli unici in città a non conoscere
il suo “passato”
da donnaiolo. Presero nuovamente posto al tavolo della sera
precedente, sempre scortati dallo stesso cameriere, che sembrava
guardarli nervosamente,
con un sorriso in volto abbastanza tirato ad accompagnarlo. I due non
si
accorsero del suo strano comportamento, quindi non se ne fecero un
problema, o
anche se se ne accorsero, decisero di non darci molto peso. Ordinarono
e
intanto che aspettavano gli ordini, ripresero la conversazione del
giorno
prima.
- Allora, ha più
pensato al lavoro che potrei fare, signor
Biffrey?
Roy sorrise, pensando alle
soluzioni che aveva formulato
nella sua testa. Dopotutto, lui non sapeva che aveva davanti la sua
cameriera.
- Ho pensato a qualcosa,
sì, ma nulla di certo. E poi, dammi
del tu, ti prego.
- Va bene… Ti va di
espormi qualche idea, allora?
Roy sorrise, e
incominciò il suo elenco.
- Be’, abbiamo
l’ammaestratrice di leoni del circo, la
panettiera… La giornalista, addirittura.
- Addirittura! E la maestra
d’asilo no?
Roy sembrò pensarci
un po’ su, e poi aggiunse:
- Effettivamente, rientrerebbe
anche quello. E avrei anche un'altra domanda per lei: è
anche una brava casalinga, oltre che ammaestratrice di pantere?
- Ma non erano leoni? Comunque
sono brava nelle faccende domestiche, dopotutto...
Riza rise al pensiero, proprio
mentre Ling serviva la prima
portata.
- Tu mi porti a casa tua, e io
ti faccio vedere cosa so fare
con un aspirapolvere.
Risero, mentre Ling impallidiva
e scattava verso le cucine.
- Per il lavoro mi dispiace, ma
devo mantenere il segreto
professionale.
Roy la guardò
scandalizzato.
- Non sarai mica una suora,
vero?
- Aggiungilo nella lista,
accanto ad ammaestratrice di pulci.
- Foo!
Foo guardò il
ragazzo piagnucolante e scosse la testa.
- Cosa c’è
ancora, Ling?
- I tizi dell’altra
volta! Ci sono ancora! E fanno dei
discorsi strani!
Foo lo guardò male.
- Clienti. Si chiamano clienti.
E ti ricordo che il cliente
ha sempre ragione, cosa che tu, in quanto cameriere, non hai mai. Anzi,
dubito che l'avresti in ogni caso...
Ling non raccolse la
provocazione, e continuò, nel suo tono
lamentoso:
- Foo, ti prego, va’
a darci un’occhiata!
Il vecchio sospirò,
si asciugò le mani sul grembiule e se lo
tolse, passandolo al ragazzo.
- Continua tu, e vedi di non
combinare disastri.
Afferrò le portate
per il tavolo, e uscì dalla cucina,
mentre Ling guardava inorridito il mestolo che aveva in mano e il fumo
che
cominciava ad uscire dalla pentola.
- Per un breve periodo ho
lavorato anche nell’orfanotrofio
qui vicino, prima che chiudesse e lo spostassero.
- Davvero?
- Sì. Poveri
bambini, ricordo ancora una piccolina che mi
saltò in braccio gridando: “Mamma!”,
mentre le altre operatrici cercavano di spiegarle
la verità…
Riza si interruppe, mentre
cercava un fazzoletto per
asciugarsi l’angolo degli occhi, e Roy glielo porgeva.
- Grazie…
Non fu l’unica ad
aver bisogno di un fazzoletto. Foo afferrò
un tovagliolo da un tavolo vicino e si soffiò forte il naso,
appena fu uscito
dalla loro visuale, scandalizzando un altro paio di clienti che
l'avevano visto. Tornò in cucina, e trovò tutto
che bruciava. Si riprese in fretta e
cercò di rimediare ai danni.
- Allora, Foo? Non è
forse come ti dicevo io? Sono dei pervertiti!
Il vecchio lo guardò
con l’aria di un assassino e gli diede
un pugno sulla testa, e mentre l’altro piagnucolava, disse:
- Pezzo d’idiota! Non
vedi che è una delle dame di carità? Ma io mi
domando come possa dare in sposa mia nipote a un
imbecille simile… Lan Fan, la prossima volta sceglitene uno
migliore!
La risposta giunse soffocata,
dalla sala accanto, mentre Ling andava a deprimersi in un angolo.
-Stanne certo, nonno!
- Accomodati pure,
fa’ come se fossi a casa tua…
Roy si fermò, e
ridacchiò fra sé. Chissà, magari Riza
avrebbe fatto veramente come se
fosse
stata a casa sua.
Riza si sedette sul
divano, mentre Roy andava a recuperare una bottiglia di vino dal mobile
dei
liquori, insieme a due calici. La donna aveva visto troppi film insieme
alla
sua amica per non sapere cosa stesse per succedere, ma non era neanche
troppo
preoccupata. Attualmente, era questa
la cosa che più le dava pensiero, proprio il non
preoccuparsene.
Si guardò in giro,
curiosa. Quella casa aveva qualcosa in
comune con quella del fantomatico signor Mustang, se lo sentiva. Poi,
riuscì a
capire perché.
- Roy?
L’uomo riapparve
improvvisamente, e si sedette sorridendo
accanto a lei, cominciando a versarsi il vino.
- Sì?
- Volevo chiederti…
Hai anche tu opere del genere?
Roy fissò la
scultura fatta da Edward, posata in bella vista
su un tavolino (non che ci fosse da stupirsi: erano effettivamente a
casa
Elric) e nascose un sorriso dietro al bicchiere.
- Be’, sì.
Sai, come stimatore d’arte per me è quasi
d’obbligo tenere qualche opera degli artisti emergenti in
casa.
Riza annuì,
sorseggiando il vino, e lo scoprì
inaspettatamente forte, non come quei rimasugli di botte che si
trovavano in
giro.
- Comunque perché me
lo chiedi? Hai già visto da qualche
parte le sue opere?
- Ne ho qualcuna giusto in
casa, ma pensavo di buttarle via,
sono talmente brutte… Roy, cosa succede?
Il tono allarmato
dell’altra era dovuto al fatto che Roy si
stava strozzando ed era piegato in due. Riza si chinò
accanto a lui e gli batté
rapida una mano sulla schiena, cercando di aiutarlo.
- Tutto bene?
Sussurrò, appena
vide che la crisi era passata. Roy girò
appena il volto e si trovò a pochi centimetri di distanza da
quello di Riza. Si
guardarono qualche attimo, incerti. A Riza si era acceso un campanello
in
testa, ma vuoi il vino, vuoi qualcos’altro, non riusciva a
muovere neanche un
muscolo, totalmente persa negli occhi scuri dell’altro. Roy
si avvicinò,
lentamente, verso il suo viso, mentre le passava una mano dietro la
schiena.
Doveva ammettere che quella donna gli piaceva davvero.
- Roy, ancora qua?
I due si bloccarono, mentre Roy
chiudeva gli occhi e
lanciava tutti gli anatemi possibili contro l’amico. Riza si
voltò sorpresa, e
vide un ragazzo biondo, non molto alto, chiudere la porta e, dopo aver
sceso le
scale, gettare il soprabito sull’appendiabiti. Non si erano
accorti del rumore
della serratura. Ed si bloccò nel notare che insieme
all’uomo c’era anche una
donna, e si scusò imbarazzato. Poi sembrò
accorgersi di qualcosa, e diventò paonazzo.
- Roy, si può sapere
come ti viene in mente di portare qui…
Roy nel frattempo si era
ripreso velocemente ed era già
accorso a salvare la situazione.
- Edward, amico mio! Ma che
razza di ospite che sei! Fa’
come se fossi a casa tua!
- Ho tentato…
Rispose l’altro,
arrabbiato, mentre Roy cercava di
rimediare.
- Sì…
Posso offrirti un bicchiere di latte?
Ed sbiancò, per poi
diventare, se possibile, ancora più
livido. Riza li osservò perplessa, mentre uno sbraitava
ancora più forte e
l’altro lo portava in cucina.
- Ed, per favore!
Disse Roy appena fu certo che
Riza non potesse più sentirlo.
Edward sembrò quasi sputargli le parole in faccia.
- Per favore cosa,
esattamente? Non penserai che io ti lasci veramente casa mia, e per quella donna, per giunta!
Roy decise di sfruttare
l’unica cosa che potesse convincere
Edward.
- Ho quasi finito
l’indagine, Ed. Sto cercando di recuperare
le statue, quindi, per favore, lasciami lavorare! Cosa credi che
penseranno
l’insegnante e tuo fratello se non gliele mostrerai?
Edward assunse un colorito
cadaverico, mentre ripensava alla
sua maestra. L’avrebbe fatto a fette, cosparso di miele e
lasciato in preda agli orsi. E questo è solo un gentile
eufemismo.
- In questo caso,
sì… Ma avrei preferito chiamare la
polizia, lo sai. Questo è solo per farti un piacere, va
bene? Ricordati che sei
in debito con me. Ancora.
Roy sorrise mentalmente, mentre
batteva una mano sulle
spalle dell’altro.
- Certo, Ed… Ora,
prendi le tue cose e vai in albergo, ok? È
tutto a mio carico, naturalmente.
Edward lo guardò in
tralice, prima di rispondere.
- Oh, ma questo era ovvio. Ci
mancherebbe altro.
Afferrò il bicchiere
accanto a sé, Roy se ne accorse
troppo tardi e cercò di impedirglielo, ma l’altro
aveva già cominciato a bere.
Si allontanò in fretta, prima che Ed sputasse tutto contro
il muro e lo
guardasse, talmente sconvolto da non riuscire neanche a parlare.
- Be’, ho comprato un
po’ di latte oggi, e me n’ero versato
un bicchiere, prima…
- Andrò
nell’hotel più caro della città, anzi,
dell’intero
Stato!
Con gli occhi spiritati, Edward
afferrò la porta della
cucina e se la sbatté dietro sé, andando a
recuperare quello che gli serviva
per passare una notte in albergo.
- Allora vi auguro una buona
serata!
Detto questo, Edward se
n’era andato, e Roy si accasciò sul
divano, sfinito. Riza lo guardò interrogativa.
- Ma che razza di amico
è? Si comportava come se fosse stato
lui il padrone!
Roy scoppiò in una
risata isterica.
- Lascialo perdere, quello
è uno zingarello. Va e viene
nelle case altrui come se fossero le proprie, si sente un vagabondo, e
si
comporta di conseguenza. A volte si lega una fascia intorno alla vita,
rimane a petto nudo e si mette persino a ballare e a suonare il
tamburello!
Risero tutti e due, mentre Roy
si sistemava meglio sul
divano. Improvvisamente, si ricreò l'atmosfera di poco
prima, e Riza arrossì,
imbarazzata.
- Roy, non stasera…
Credo che quel vino fosse un po’ troppo
forte…
Roy la guardò per
qualche istante, prima di chinarsi su di
lei, e lasciarle un leggero bacio sulla fronte. Si alzò e le
porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
- Vieni, ti accompagno a casa.
- Allora, come è
andata?
Winry era tornata in casa
Mustang dopo il lavoro, per
aspettare Riza e sentire il resoconto della serata, che non la
lasciò molto
soddisfatta (lei aveva sperato in qualcosa di più
succulento).
- Quindi avete appuntamento
anche domani, eh? Ma dimmi, come
farai se vorrà entrare?
Riza si fece pensierosa,
finché non trovò la soluzione.
- Winry, è ora di
mettere le sottane a questo appartamento!
Note
finali: Capitoletto
corto, ma io direi che cominciamo ad avviarci sulla buona strada, voi
che ne
dite? ^^ Un’ulteriore precisazione: quando parlano,
né Ling né Foo né Lan Fan
usano le ‘l’ al posto delle ‘r’
semplicemente perché ho voluto rendere più
scorrevole il discorso. Sul manga ritengo sbagliata la scelta di
mettere a
volte le ‘l’ e lasciare le ‘r’
negli altri casi, a me viene solo il mal di
testa =___= Mettessero almeno solo le ‘l’! Sarebbe
più facile =_______=
Ringraziamenti
personali:
Shatzy:
Secondo
me è sfiga. Dico di voler aggiornare prima di
martedì, e mi parte il modem
X°°°D Roy e Riza sono sempre carini, ma in
questo capitolo li ho adorati
>////< *ancora in brodo di giuggiole, anche se non hanno
combinato niente, alla fine* Eh
vabbé,
l’intenzione in fondo c’era, no? XD Passando a
Winry… Ehi, le amiche non
servono forse a dirti: “Sì, è ora che
ci mettiamo a dieta” per poi svuotarsi un
intero barattolo di Nutella il pomeriggio, infischiandosene di quello
che hanno
detto solamente poche ore prima? *L’ha fatto veramente, la
sua migliore amica
continua a riderci sopra, sottolineando la profonda
coerenza di Lely* Mica tutti abbiamo una forza di volontà di
ferro, accidenti
XD Io vado mami, alla prossima ^^ Kissoni!!
Valy88:
Ed ecco
la famosa cena! Ed il ancor più celeberrimo dopocena
*sghignazza, è ancora su
di giri* Certo che Roy è rimasto al gioco! Altrimenti che ci
facevo io qui? XD Che
poi stamattina, passando l’aspirapolvere in camera dei miei
(e io non ci faccio
cose strane XD), come un vero genio mi sono fatta cadere addosso la
stufetta
elettrica (quella vecchia, pesante quanto un tir) e mi ha preso in
pieno il
piede. Come reazione, prima sono balzata sul letto afferrando le
coperte per
non urlare e maledicendo tutto quello che potevo, poi ho ripensato a
Riza, e mi
sono messa a sghignazzare.
Non sono normale, vero? XD
Cuggy, grazie come al solito XD Kissoni!!
The_Dark_Side:
Clou
si scrive clou, tranquilla XD *Ha controllato XD* Se Edward nel
capitolo
precedente aveva qualcosa di isterico, chissà come
è sembrato in questo X°°°D Hai
anche tu il lievissimo sospetto che
se fosse capitato a lui, Ed avrebbe chiamato proprio tutti, eh?
Aggiungici
anche il corpo di guardia della regina d’Inghilterra,
Scotland Yard, il protettorato
svedese in Perù e la portinaia Debora XD *ripensa ad Aldo,
Giovanni e Giacomo
sulla pubblicità* Decisamente, decisamente XD Grazie mille,
kissoni!!
Red
Robin: Povera
Winry, non è la ragazza più stupida del mondo XD
Per ora ancora non si vede
traccia dell’EdWin, tu continua a seguire e vedrai ^^ Questa
fanfic è piena di
doppi sensi, accidenti XD Però lo stesso film lo era, e alla
fine mi ci diverto
anch’io XD Alla prossima, grazie mille! ^^ Kissoni!!
Sisya:
Gemy
adddorrrrrata!! Le “conoscenze”, come le chiami tu
(io preferisco definirle
parassiti, zecche o pulci a dir si voglia, che si attaccano e ti
succhiano il
sangue, sono orribili e non riesci più a levartele di dosso
XD Definizione
azzeccata, invero XD) sono toccate anche a me, e ti pregherei di non
sghignazzarci sopra, per me è già abbastanza
tragico e demoralizzante ç____ç Gemy,
se morirò nell’impresa (di togliermi le zecche
X°°°D) ti supplico di difendere
il mio onore, e accollarti la responsabilità di vendicarmi
u_u Io prometto di
stare più attenta, giurin
giuretto XD Kissoni!!
Siyah:
Winry è un
mito, lo so XD E non mi hai rotto affatto con l’EdWin,
figurati ^^ Hai parlato
di organizzare un pigiama party a casa di Roy, eh? *riflette* Dacchio,
mi ha
fregato una scena!! >_<
*Lely e Siyah si precipitano a casa Mustang, buttandosi
allegramente nelle braccia di Roy* Tu leggi nel pensiero, non
c’è altra
spiegazione XD Chissà che non lo metta veramente, il pigiama
party… ;-) Ora
chiamo Maes, gli dico di aggiungersi a noi, che ne dici? XD (No Maes no
party,
questa era geniale XD) Alla prossima, kissoni!!
|
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Capitolo 5 *** Capitolo quinto ***
quello strano sentimento 2
Quello strano sentimento
- Buongiorno!
Riza entrò nel
piccolo negozio dove tante volte era passata
davanti, senza mai fermarsi, in tutti quei mesi. Era la bottega di un
rigattiere e, a dispetto di quello che poteva suggerire
l’esterno, una volta
entrati ci si trovava in un ambiente piuttosto ampio e curato. La merce
era
disposta ordinatamente sugli scaffali e gli armadi aperti, e vi era
veramente
di tutto: da elettrodomestici, a vestiti, a gioielli (quelli conservati
con
riguardo dentro una teca di vetro sotto al bancone).
Aspettò educatamente
che si presentasse qualcuno per
servirla, e nel mentre si guardò in giro, finché
un colpo di tosse non la fece
voltare verso l’alto bancone, allarmata. Per qualche secondo
non notò nulla,
poi scorse un filo di fumo salire verso l’alto.
Pensò ad un principio di
incendio e si sporse preoccupata per controllare, ma con sua grande
sorpresa
trovò solo una vecchietta che si era appena accesa la sua
pipa.
Nonostante lo stupore iniziale,
riacquistò in fretta il suo
autocontrollo, e chiese gentilmente se fosse lei la proprietaria.
L’altra annuì
e non diede cenno di voler aprir bocca, se non per emettere il fumo che
aveva
aspirato in precedenza. Riza attese che l’altra dicesse
qualcosa, ma si rese
ben presto conto che se non avesse preso lei in mano la situazione, non
avrebbe
cavato un ragno dal buco. Posò l’apposita custodia
di abiti sul piano davanti a
sé e vedendo l’occhiata della vecchia,
cominciò:
- Vorrei lasciare qui queste
giacche e pantaloni, ma ho una
richiesta da farle: è molto probabile che le rivoglia
indietro, quindi potrebbe
non venderle prima di due settimane?
La vecchia non rispose,
limitandosi ad afferrare uno
sgabello e a salirci sopra, per riuscire ad aprire
l’involucro di stoffa
chiara. Esaminò con occhio critico gli indumenti ed
espirò l’ennesima boccata
di fumo, prima di risponderle.
- Sono di ottima
fattura… Si tratta di una vendetta, vero?
Riza sbarrò gli
occhi, sorpresa.
- Non capisco di cosa stia
parlando!
L’altra si
limitò ad osservarla attentamente, proprio come aveva
fatto poco prima con le giacche, poi scese dallo sgabello e scomparve
dietro il
bancone, prima di riapparire nuovamente con una cassetta di ferro
stretta fra
le dita energiche. Tirò fuori diverse banconote, e le
contò mostrandogliele. Riza
era sbalordita dalla cifra secondo lei eccessiva.
Con un ammiccamento,
l’anziana signora aggiunse una
banconota in più al mucchio e le disse, con aria complice:
- Fagliela pagare, a quel
bastardo, mi raccomando. Torna
quando vuoi, te le terrò per un mesetto.
Riza accennò un
segno di consenso, sempre più sbalordita, ed
uscì dal negozio. Al suo interno, la vecchia
continuò a fumare pensierosa,
riflettendo a quanto i tradimenti cominciassero a diventare
più frequenti.
Sperava solo che gliela facesse pagare come lei aveva fatto anni prima
con
Dominique, il suo vecchio fidanzato. Sorrise al pensiero e
portò in magazzino i
vestiti abbandonati sul bancone, continuando a ridacchiare piano fra
sé e sé.
Il piano di Roy era perfetto:
presentarsi davanti a casa di
Riza – sua, si corresse
mentalmente –
un’ora prima, così che lei non avrebbe potuto
lasciarlo fuori sul pianerottolo
come le altre volte, e fosse costretta a farlo entrare in casa. Una
volta dentro,
avrebbe con un pretesto controllato le sculture in camera sua e
rassicurato
così Edward per qualche altro giorno.
Portò le lancette
del suo orologio avanti di un’ora – cosa,
infatti, meglio di un orologio guasto avrebbe avvalorato la sua tesi?
– e suonò
il campanello, una volta davanti al suo appartamento.
Non dovette aspettare molto,
prima che Riza apparisse
davanti a lui, sorpresa.
- Sono venuto a prenderti!
Annunciò, con un
sorriso raggiante. Lei lo guardò perplessa.
- Ma non era per le otto?
Lui parve confuso quanto lei e
consultò il suo orologio da
polso come da copione, e rispose:
- Infatti… Non sono
le otto, ora?
Riza osservò il
quadrante, e capì.
- Probabilmente si è
rotto… Dovevo uscire per fare la spesa,
ma se nel frattempo vuoi accomodarti…
Roy, con la domanda
già sulle labbra, si fermò interdetto.
Era stato così facile? Riza rise davanti a
quell’espressione e si fece da
parte, invitando con un ampio gesto della mano a farsi avanti. Mentre
si
richiudeva la porta dietro di sé, riprese il discorso.
- Comunque non ti sei accorto
che doveva essere ancora
presto? Fuori c’è ancora luce, era impossibile che
fossero già le otto, non
trovi?
Lui non rispose, troppo intento
ad osservare il suo
appartamento, o meglio, quel che ne rimaneva. Ad un certo punto, non fu
nemmeno
così sicuro che quella fosse casa sua, in fondo. Troppo
femminile, decisamente
troppo femminile. Osservò con stupore sempre crescente il
salotto – il suo salotto
– e Riza, fraintendendo il
suo atteggiamento, commentò divertita:
- Mi sono arrangiata da sola,
se aspettavo la cameriera…
- Vedo…
Roy non aggiunse altro, e
continuò ad osservarsi intorno. A
Riza sembrò quasi un rapace a cui erano stati sottratti i
piccoli e che li
stava cercando.
- Senti, come già
detto, devo uscire un attimo a far
compere, ti dispiace aspettarmi?
Colse la palla al balzo: era
un’occasione perfetta per
controllare lo stato delle sculture dell’amico.
- Certo, certo… Vai
pure, ti aspetterò qui.
Riza gli sorrise, e per un
momento a Roy si seccò la lingua
contro il palato. Mentre la osservava uscire, si diede mentalmente
dell’imbecille: ormai se n’era accorto, stava
rischiando di innamorarsi sul
serio. Fortunatamente, neppure per un attimo lo sfiorò
l’idea di eliminare
quello strano sentimento che provava verso Riza. C’erano
delle difficoltà in
mezzo, sciocchezze per lui, come ad esempio il fatto di non sapere chi
fosse
veramente, ma non gli importava poi così tanto. Non si
chiamava Edward Elric,
in fondo. E poi, aveva frequentato talmente tante donne, da saper
riconoscere
che quella sensazione non era comune. Trascorse così vari
minuti immerso nei
suoi pensieri, tanto che sobbalzò quando sentì
suonare alla porta. Aprì, e si
trovò davanti il commesso della lavanderia, che come ogni
giovedì era venuto a
ritirare i vestiti da lavare.
- Ah, Jean, oggi non…
Si fermò, e
rifletté. Aveva un unico cambio a casa
dell’amico, e l’altro l’aveva giusto
indosso. Ormai era tempo di cambiarsi.
- Aspetta, Jean, ti do questi,
tanto che ci sono, di là ne
ho altri. A proposito, - proseguì mentre imperterrito si
spogliava – come è
andata a finire poi con quella ragazza… Come si chiamava?
Mary?
- Marylouise. Semplicemente,
non è andata.
Roy guardò
esasperato il ragazzo, e gli passò la camicia.
- Non puoi continuare
così. Devi trovarti una donna, e
presto, pure!
Jean ridacchiò
amaro.
- Certo, e lo dice lei, che non
ha neppure bisogno di uscire
in strada, per trovarsene tre?
Roy ridacchiò,
mentre ripensava a Riza e al loro
incontro-scontro in strada, e ammiccò.
- Sai cosa? Forse ho trovato
quella definitiva, amico mio…
E gli lanciò i
pantaloni, mentre l’altro cominciava a ridere
di gusto, incredulo.
- Certo, certo.
- Se non ci credi,
fa’ pure. Però è vero. Questi li voglio
puliti entro sabato, li passo a prendere io.
- Capito tutto, Capitano.
E facendo scherzosamente il
saluto militare, Jean Havoc se
ne andò, continuando a ridere di gusto.
- E comunque è: Agli
ordini, Capitano!
Il ragazzo non si
voltò neppure. Roy sentì la sua risata
spegnersi nella tromba delle scale, prima di decidere di chiudere la
porta e di
dirigersi, semi-nudo, nella sua camera da letto. Per fortuna quella era
rimasta
uguale, sicuramente Riza non aveva pensato di farlo entrare fin là dentro,
pensò divertito. Notò una
cosa per terra, e pensò di sbirciarci dentro: era la grossa
borsa bianca contro
la quale era andato a sbattere qualche giorno prima, la fatal borsetta.
Trovò
la sua lettera per l’impresa di pulizie e il biglietto che
aveva lasciato per
la cameriera il giorno prima del suo presunto viaggio. Sorrise, mentre
tutti i
nodi venivano finalmente al pettine. Udì suonare
un’altra volta e la voce di Riza
chiedergli di aprirle. Ripose in fretta e furia la borsa dove
l’aveva trovata e
aprì l’armadio per prendere dei vestiti, ma rimase
scioccato nel constatare che
era pressoché vuoto. Schiuse anche l’altra anta, e
vide le tre statue, che
sembravano volerlo prendere in giro, con la loro aria seria.
Andò nel panico
quando sentì Riza chiamare più forte
dall’esterno: che figura avrebbe fatto se
l’avesse scoperto praticamente nudo in camera da letto? Lei
non sapeva che
quella era casa sua, come faceva a spiegarglielo? Avrebbe sicuramente
frainteso.
Afferrò in tutta
fretta un giaccone invernale regalatogli
tempo addietro, e che si era ripromesso di non mettere mai per quanto
era
ridicolo, aprì la finestra e salì sulle scale
antincendio, facendole in tutta
fretta per arrivare il prima possibile in strada e alla cabina
telefonica più
vicina.
Correndo, si fece largo
sgomitando tra la gente sul largo
marciapiede, e si ficcò dentro la cabina telefonica,
passando davanti ad una
grassa signora che stava per entrare, ignorando le sue proteste.
Afferrò la
cornetta, ma si accorse di non avere soldi con sé,
così aprì la porta a vetri e
prese dalle mani della donna la monetina che stringeva.
- Un piccolo prestito, mi scusi!
La donna spalancò
gli occhi e boccheggiò, contrariata,
mentre un’altra donna si aggiungeva alla coda e osservava la
scena. Roy compose
in tutta fretta il numero dell’amico, sapendo che era
già tornato dall’albergo
dove aveva alloggiato – rabbrividì, pensando al
Plaza Hotel, l’albergo a cinque
stelle che Edward aveva scelto – e pregando con tutto il
cuore che si sbrigasse
a rispondergli.
- Pronto?
- Finalmente! Edward, ho
bisogno che tu mi venga a prendere.
- E perché?
Roy alzò gli occhi
al cielo, sbuffando. Intanto, la coda
fuori dalla cabina aveva incominciato ad ingrossarsi, mentre la donna,
oltraggiata, si lamentava con una voce da bovino mentre si accingono a
squartarlo.
- Ma sì, vi dico, mi
ha rubato la mia monetina, quel
birbante!
Una donna molto anziana si mise
vicino a lei, e gracchiò:
- Come, le ha rubato un
diamante?
Un agente si
avvicinò e la massa di comari inviperite lo
assalì e lui capì solo ciò che
l’acuta vocetta dell’ultraottantenne gli disse
urlando nell’orecchio.
- Agente, quell’uomo
le ha rubato un diamante!
- Come? Be’,
basterà aspettare che esca.
La folla belò
soddisfatta, vedendolo che accarezzava piano
l’impugnatura del manganello appeso alla sua cintura.
- Edward, ti supplico! Fiondati
qui senza fare tante storie
e portami qualche vestito!
- Dove sei?
Roy sospirò di
sollievo.
- Davanti a casa mia, non farai
fatica a riconoscermi, sono
in mutande. Sbrigati, per favore.
Riattaccò che
l’amico ancora se la stava ridendo della
grossa, e si voltò per uscire. Solo allora notò
la confusione che regnava fuori
dalla cabina e il robusto agente della polizia che lo stava aspettando.
Impallidì e pensò a qualche altra possibile via
di uscita, ma visto che la cosa
non era in alcun modo fattibile, si rassegnò ed
aprì la porta a vetri, come un
condannato a morte che si dirige verso il patibolo.
- Agente, posso aiutarla in
qualche modo?
L’agente Breda
gonfiò il petto per mettere meglio in mostra
il distintivo che riluceva sulla camicia.
- Questa signora l’ha
accusata del furto di un diamante. È
vero?
Sia Roy che la donna lo
guardarono allibiti.
- Ma non è
assolutamente vero!
- Io ho detto che mi ha rubato
una monetina, cos’è, non ci
sente?
L’agente li
fissò per un attimo, senza dire nulla. Poi
diventò paonazzo ed esplose.
- E lei mi ha fatto venire qui
per il misero furto di pochi
cenz? No, dico, come se non avessi cose più importanti da
fare che stare ad
ascoltare i deliri di una vecchia pazza!
Per un attimo, il
silenziò regnò sulla folla. Poi iniziarono
a strillare tutte insieme, sbraitando offese come un gregge
particolarmente
rumoroso di pecore, incominciando una filippica sulla
gioventù da correggere e
sulla polizia che non faceva mai il suo dovere. La massa si strinse
attorno al
malcapitato Breda, che nel frattempo tuonava tutto il suo sdegno, e Roy
decise
che quello fosse il momento migliore per svignarsela.
Ed ora, per la gioia di voi
lettori, ho lo schizzo di una
delle statue di Ed!!
Ovviamente (e sottolineo
ovviamente XD) non è opera mia,
bensì di una mia amica che vuole rimanere anonima,
e che ringrazierò ancora per gli anni a venire XD Mi ha
tolto dall’impiccio, e
l’ha disegnato al posto mio ^^ (Grazie grazie
grazie… XD)
Ecco qua!! Tanto per la
cronaca, non sono alte quanto potete
immaginare, altrimenti nell’armadio non ci sarebbero mai
entrate XD
Le
ormai celeberrime statue di Edward Elric!
Ringraziamenti
personali:
Red
Robin: Oh
be’, nelle cucine di quel ristorante accade di tutto, fidati
u_u Povera Winry,
la odi così tanto, dunque! XD Mi sa che non leggi il manga,
sull’anime non
l’hanno caratterizzata molto bene, in effetti (più
che altro la doppiatrice,
aveva una voce tremenda, a mio parere =_____=) E gridiamo tutti un
bell’evviva
per la grandiosa idea di andarsene nell’hotel più
caro! XD Lo avrei fatto
anch’io, naturalmente. Anzi, esiste qualcuno che non
l’avrebbe fatto? XP Grazie
mille e kissoni!!
The_Dark_Side:
Ehhhhh,
in realtà è Ling il vero protagonista della
storia ù_ù Dal prossimo capitolo,
spedirò Roy a fare il fattorino al ristorante cinese e
adotterò Ling come
personaggio principale della storia, che ne dici? XD Ovviamente
scherzo,
altrimenti mi taglierei io per prima le mani XD Il tuo riassunto sulle
case mi
ha fatta sbellicare, mica mi ero resa conto di essere arrivata ad
incasinare in
questo modo la storia X°°°D Ti ringrazio
moltissimo per tutto ^^ Kissoni!!
Valy88:
Tu adori
Ling in questa storia? Ma non va
mica
bene, devi adorarlo sempre! XD Ed
che
beve latte a tradimento… Ti dirò, è
una scena che ho sempre sognato di fare! *ride
sadicamente* E Roy… A scrivere di casa sua trasformata in
quel modo, ho goduto
da matti (Senza contare la scena di lui in mutande XD) XD
Kukuku… Ma quanto
farò penare i nostri maschietti? X3 Spero ti sia piaciuto
anche questo ^^
Grazie mille! Kissoni!!
Shatzy:
Capitolo
migliore quello scorso? E questo? Roy in mutande!! Roy in mutande!!!
Non puoi
essere rimasta indifferente, ormai ti conosco
X°°°D Ti piace troppo poco XD La
frase dell’aspirapolvere l’ho presa “para
para” dal film, il genio è il
regista, non io XD Il matrimonio doppio, o triplo, eh? Ehhhh *afferra
la pipa
lasciata da Pinako e inizia ad aspirare con aria seria, prima di
soffocare e
cominciare a tossire* Cough cough… Sì,
ecco… Chiedi tutto alla zia Pinako, io
non so nulla! XD Roy
ci tiene a Riza, dici? Non so nulla! X3 *fischietta allegramente* La
scena più…
Più! L’ho messa ^^ Ma nei prossimi capitoli XD Grazie di tutto
(e sai bene di cosa)!
Kissoni!!
Lady
Greedy: Io
amo il principe demente, s’era notato? XD Fosse solo
perché è demente… Ma quel
nick mi dice qualcosa, per caso è un qualche riferimento
specifico? XD Spero
che continuerai a seguire la storia, io sono qui ad aggiornare ogni
martedì
(incidenti del modem a parte XD). Kissoni!!
Siyah:
No, non
morire, altrimenti non saprai mai come va a finire questa storia!!
*passa un
respiratore a Siyah* XD Davvero ci sono persone capaci di farlo anche
con
l’aspirapolvere? O_o *Osserva l’aspirapolvere che
ha usato solo poco prima e
rabbrividisce* Ehm… Sorvoliamo sull’argomento,
va’ XD Senti, se io tornassi a
casa e invece dei miei mi aprisse Orlando Bloom, gliela cederei senza
tanti
problemi XD Per poi sistemarmi in pianta stabile in giardino *___*
Fossi in Ed,
sarei andata nell’unico albergo a 7 stelle esistente, mi
sembra stia in Arabia,
ma non vorrei dire cavolate XD Però anche lui non si
è fatto molti problemi,
vero? XD Grazie e kissoni!!
Sisya:
Ancora tre
giorni e torni a casa gemy, non vedo l’ora!! Ling e Lan Fan
si sposano… E certo
che si sposano, la mia vena RoyAi colpisce sempre, cosa credi? u_u Non
sono
forse la coppia RoyAi di Xing per eccellenza? XD Io spero solo di non
essere
andata troppo OOC con Riza, mettere dei personaggi in una AU e
rispettarne il
carattere è dannatamente difficile >_< (Ed
è qua che la mami si è
dimostrata bravissima ^^) Ma prima o poi le sculture di Ed ci finiranno
in
pattumiera, gli farò far un volo XD Vado a montare
l’amaca (Dolce far niente!!
XD), alla prossima gemy! ^^ Grazie e kissoni!!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo sesto ***
quello strano sentimento 2
Quello strano sentimento
Riza, dopo averlo chiamato
più e più volte, appoggiò i
sacchetti della spesa per terra e cercò le chiavi di casa
nella borsa. Entrò e
perlustrò con lo sguardo l’appartamento, non
trovando traccia dell’uomo da
nessuna parte.
“Avrebbe
almeno potuto avvertire
che se ne sarebbe andato…”
Mancava ancora
mezz’ora alle otto, così decise di iniziare a
prepararsi e di chiamare Winry.
Si stava sistemando gli
orecchini quando sentì suonare e
sospirò, pensando a chissà quale scusa colossale
avrebbe dovuto sorbirsi come
giustificazione.
Mai abbastanza colossale, si
ripromise subito. Ma quando
aprì la porta e si trovò davanti un mazzo enorme
di fiori l’irritazione svanì,
per fare spazio alla sorpresa.
- E questo cosa sarebbe?
La faccia di Roy
spuntò sopra alle corolle e rispose,
confuso:
- Ci sono rose, calle
e…
Riza sorrise.
- Non intendevo questo.
Volevo dire: cosa significa?
Si fece da parte, invitandolo
silenziosamente ad entrare.
- Be’, volevo
scusarmi. Mi sono ricordato che in tutti
questi giorni non ti ho mai portato un omaggio floreale, mancanza
gravissima da
parte mia. Così, prima che tu rientrassi, ho pensato di fare
uno scappone dal
mio fioraio di fiducia, ma ho avuto un piccolo contrattempo e ho dovuto
cambiarmi, così ho ritardato. Mi scuso per questo, non era
mia intenzione farti
aspettare.
Riza decise che, dopotutto, non
era poi così colossale come
scusa. Roy, ringraziando mentalmente Edward che era riuscito a rendersi
utile
una volta tanto, si diresse con fare sicuro verso la credenza del
salotto,
chinandosi per tirarne fuori un grande vaso di vetro. A quel punto,
Riza sentì
che qualcosa non andava e assottigliò gli occhi, prima di
capire.
- Roy, perdonami, ma potresti
gentilmente spiegarmi come
facevi a sapere che là dentro c’era un vaso?
Roy si spostò in
cucina, dandole le spalle, e riempì
velocemente il recipiente d’acqua, mentre malediva mutamente
sé stesso e la
vecchia fiamma che gliene aveva fatto dono.
- Be’, di solito
tutte le donne tengono in salotto un vaso
per queste situazioni. Lì oppure in uno scaffale della
cucina.
E lui ne sapeva abbastanza di
quelle locazioni, visti i suoi
precedenti. Riza lo osservò muoversi in quella cucina con
assoluta
disinvoltura, e per un attimo le si strinse il cuore, pensando a come
sarebbe
stato vederlo così per sempre, ed al fatto che quella
sarebbe stata l’ultima
volta che avrebbe potuto farlo. La settimana era ormai giunta al
termine, e la
mattina dopo avrebbe dovuto disfare tutto il lavoro fatto in
quell’appartamento, e chiuderlo definitivamente. Oltre a dire
addio a Roy
quella sera stessa, ovvio. Non voleva farlo, eppure non vedeva altre
vie,
credeva che una volta saputo chi fosse in realtà, sarebbe
stato lui a lasciarla.
Era una situazione che le provocava molto sofferenza e, come si dice:
via il
dente, via il dolore.
Anche se credeva che quel
proverbio fosse assolutamente
sbagliato, almeno preso in quel contesto. Si appoggiò
mestamente allo stipite
della porta mentre i brutti pensieri continuavano a perseguitarla,
così decise
di mettere fine al silenzio.
- Allora, che si fa stasera?
Roy, totalmente
all’oscuro dei propositi che si agitavano
nell’altra, finì di sistemare i fiori e si
voltò verso di lei, con un sorriso
sul volto che morì all’istante quando
riuscì a vederla per bene.
- Cosa c’è?
Domandò Riza
preoccupata, guardandosi allarmata il vestito.
Aveva deciso, su consiglio di Winry, di indossare un corto abito
azzurro, con
la gonna a sbuffo e le spalline fini. Aveva poi portato indietro le
ciocche
davanti al viso, facendo così sfoggio naturale della linea
del collo perfetta,
messa ancora più in risalto dai sottili e lunghi orecchini
dorati fissati ai
lobi. Roy notò con un certo imbarazzo come fosse bella e
ringraziò il fatto di
non essere ancora un adolescente impacciato, altrimenti sarebbe
arrossito come
una ragazzina.
- Nulla… Ti
sta… Ti sta veramente bene, ecco.
La donna esaminò la
sua aria turbata per poi riportare l’attenzione
sul proprio abito.
- Posso sempre cambiarmi, non
c’è nessun problema…
Roy posò il vaso che
continuava a tenere tra le mani sul
ripiano vicino a sé e si appoggiò sul lavello,
facendole segno di avvicinarsi.
Riza obbedì incerta e sgranò gli occhi quando le
braccia dell’altro l’avvolsero
in un abbraccio, e avvampò quando sentì il suo
respiro fresco accanto al viso,
mentre le sussurrava:
- Sei semplicemente stupenda, e
credo sia giunto il momento
di sperimentare una cosa che volevo provare da un po’.
Si scostò dal suo
orecchio, e la fissò con quei suoi grandi
occhi neri, aspettando un segnale di assenso. Per tutta risposta, Riza
chiuse i
suoi e rimase in attesa.
Quando le loro labbra si
incontrarono, le venne naturale
schiudere immediatamente la sua bocca ed assaporare quella
dell’altro. Sapeva
di buono, ed era totalmente diverso da tutto quello che aveva mai
provato in
precedenza. Stesso dicasi per lui, d’altro canto. Era
abituato a consumare in
fretta i preliminari per passare subito al ‘dopo’,
ma ora era più che mai
deciso a prolungare il più possibile quell’attimo.
Sentì le mani di Riza
cingergli il collo, e approfondì di più quel
bacio, stringendola con più forza
contro il suo petto e facendo aderire perfettamente i loro corpi.
Iniziò ad
accarezzarle piano la schiena con una mano, mentre con
l’altra cominciava a
giocherellare con i piccoli ciuffi di capelli alla base della sua nuca,
e sentiva
un lento fremito attraversarle la spina dorsale, lo stesso che stava
sconvolgendo i suoi sensi. Si staccò lentamente,
impiegandoci un po’ per farlo
perché ogni volta che si ordinava mentalmente di
riprendersi, la sua parte
irrazionale urlava tutto il suo disappunto e riportava le sue labbra su
quelle
dell’altra. Ma, complice la mancanza di ossigeno, alla fine
ci riuscì,
continuando comunque a tenerla stretta. La osservò per
qualche istante, poi
chiuse di nuovo gli occhi e appoggiò la sua fronte contro la
sua clavicola,
sorridendo. Riza si lasciò avvolgere dal suo profumo e dalla
percezione dei
suoi capelli che le pizzicavano il collo, mentre entrambi cercavano di
riprendere
almeno vagamente coscienza di loro stessi.
- Sono un idiota.
- Perché?
Riza si distanziò il
giusto necessario per costringerlo a
guardarla negli occhi e stette in attesa. Roy protestò con
un mugugno
contrariato e lasciò scivolare la sua fronte lungo il suo
petto, per nulla
turbato. Lei allora si mise a ridere e Roy con lei, e si decise
finalmente ad
accontentarla, rizzando la schiena. Rimase incantato a guardare il suo
sorriso
e i suoi occhi brillare e le baciò improvvisamente una
tempia.
- Domani ti dirò il
motivo per cui credo di essere un totale
imbecille, comunque non è nulla di importante, te lo posso
assicurare. Nulla di
così importante, comunque.
A quel
‘domani’, il sorriso di Riza si tirò
dolorosamente.
Non avrebbero visto nessun domani insieme, ma non poteva di certo
dirglielo.
- Aspetterò
allora…
Rimasero abbracciati
così ancora un po’, mentre lui
continuava a cullarla dolcemente, e i rumori della notte cominciavano a
far
pian piano capolino da fuori. Poi Roy la lasciò
improvvisamente e disse, con
aria allegra:
- Be’, che ne dici di
andare?
Riza annuì
sorridente e si avviarono. Lo prese a braccetto quando
arrivarono in strada e Roy gongolò interiormente: ormai era
sicuro di essere
veramente innamorato di quella ragazza.
- Ma chi si rivede! Roy!
I due si girarono, incontrando
così un gruppetto ben nutrito
di persone. Roy sorrise leggermente teso ma salutò tutti con
un ampio gesto del
braccio, mentre si premurava di fare le dovute presentazioni.
- Complimenti per la scelta,
amico mio.
Uno degli uomini della
compagnia lo affiancò, e Roy si
irrigidì.
- Kimbly, che piacere rivederti.
L’altro
ridacchiò, aggiustandosi la sciarpa immacolata sopra
il vestito bianco e rimase ad osservare la ragazza che veniva rapita
dalle
altre donne lì presenti.
- Sappiamo entrambi che per te
non è un piacere, tu e i tuoi
dannati modi da gentleman non cambierete proprio mai…
Commentò serafico,
indirizzando un sorriso ad una delle
donne del gruppo, che lo guardava affascinata.
- Senti da che
pulpito…
Ribatté Roy,
tranquillo. L’altro lo fissò per un attimo, e
il suo ghigno si allargò.
- Touché.
Allora, quella
è la tua nuova gemma?
- Non è roba per te,
lasciala stare.
Kimbly sorrise di nuovo, e
stavolta Roy si ricordò
improvvisamente perché lo odiasse così tanto. Non
riusciva mai a capire cosa
volesse veramente, ma soprattutto cosa sarebbe arrivato a rischiare per
ottenerlo.
- Come preferisci. Mary,
tesoro, smettila di importunare la
nostra bella signorina!
Roy lasciò che
l’altro si infilasse nel gruppo e tornasse
dalle sue donne, che sembravano essersi tutte innamorate di Riza.
All’improvviso una di loro se ne uscì fuori con
una trovata per lui assurda.
-Ho un’idea! Erano
secoli che non ci incontravamo tutti
insieme, che ne dite di andare a casa di qualcuno e organizzare una
bella
festa? Roy, che ne dici di casa tua?
L’uomo
sbiancò, pensando a tutte le implicazioni della
frase.
- No, sto… Sto
ospitando un amico, non credo che sarebbe
d’accordo…
Un coro di proteste
partì dal gruppo, e Riza si guardò in
giro.
- Be’, che problema
c’è? Vi invito io a casa mia!
Roy si chiese per
l’ennesima volta chi diamine avesse ucciso
nella sua vita precedente per meritarsi tutto questo.
Winry passeggiava su e
giù per la minuscola cucina,
tormentandosi le mani, mentre Maes guardava disinteressato la tavola
vuota.
- Ti prego, calmati. Vedrai che
non sarà nulla di grave!
- Nulla di grave?!
La ragazza sembrò
esplodere improvvisamente. La loro amica
aveva detto che entro la mezzanotte sarebbe tornata o che comunque si
sarebbe
fatta sentire. E si sa, Riza Hawkeye era un orologio svizzero in quanto
ad
orari.
- Sono ormai le due! Nulla di
grave? Nulla di grave?!
- Sembri una madre
apprensiva…
Winry si fermò nel
mezzo della stanza e lo guardò
ferocemente.
- Ora io e te andiamo a
cercarla.
Afferrò il suo
cappotto da dentro un armadietto e afferrò
per il colletto il povero Maes che quasi si strozzò, nel
tentativo di
trascinarlo fuori di lì.
Tentativo. Ci riuscì
eccome, invece.
Poco dopo, sospinti dalla foga
della ragazza, si trovarono
davanti alla porta dell’appartamento dove Roy aveva detto di
vivere (Riza aveva
segnato l’indirizzo su un foglietto, giorni prima, che era
rimasto ancora sul
mobile della cucina da allora), ovvero la casa di Ed il quale, come
giustamente
ogni artista il sabato mattina alle due, dormiva della grossa nel suo
letto,
approfittando della calma apparente sopraggiunta con l’uscita
serale
dell’amico.
Winry prese un grande respiro,
e premette il campanello.
Aspettarono un po’, prima che un uomo in vestaglia aprisse la
porta e li
guardasse confuso. A quel punto la ragazza non ci vide più.
- Tu, lurido verme! Non hai
aspettato nulla per portartela a
letto!
E gli sferrò un
pugno.
- Winry, l’hai
ammazzato.
La ragazza si
massaggiò la mano soddisfatta rivolgendo uno
sguardo a Maes, inginocchiato accanto al ragazzo svenuto.
- Spero proprio che non muoia
per così poco.
Winry si concesse il lusso di
guardare meglio il ragazzo, e
constatò che i conti decisamente non le portavano.
Ricordiamo che lei non aveva
mai avuto modo di vedere in faccia Roy, ma ne aveva parlato spesso con
Riza. E
non le risultava che fosse biondo, anzi. E neanche che fosse
più basso di lei,
a dirla tutta.
Di colpo si sentì
mancare.
- Maes!
L’uomo riemerse da
una stanza.
- Riza qui non
c’è…
- Maes, via via via!
Afferrò
l’uomo per una manica e scappò, lasciando la porta
aperta e il corpo dello sconosciuto riverso a terra.
Intanto che correvano come due
disperati lungo le strade
frequentate, Winry pensò con un vago di senso di panico che
quella era la volta
in cui Riza si sarebbe finalmente decisa a farla fuori.
Riza si voltò sul
fianco e rimase ad occhi chiusi qualche
istante, prima di rendersi conto che c’era qualcosa che non
le portava. Tastò
le coperte sulle quali era sdraiata e spalancò gli occhi,
rizzandosi
immediatamente a sedere.
- Ben svegliata.
Socchiuse gli occhi e intravide
nella poltrona accanto al
letto un viso familiare.
- Roy! Che ci faccio qui?
Ascoltò il silenzio
nella casa e si alzò in piedi, aprendo
la porta e constatando che non era rimasto nessuno.
- Gli altri?
Roy si avvicinò da
dietro e le prese una mano.
- Sono andati tutti via da un
po’.
L’uomo le
passò una mano intorno alla vita e appoggiò una
guancia contro la sua.
- Capisco…
Riza gettò
un’occhiata all’orologio da polso da Roy e
sgranò
gli occhi.
- L’una e mezza?
Scherzi, vero?
L’altro
ridacchiò piano.
- A quanto sembra hai il sonno
pesante.
- Roy…
- Mmh?
Riza si scostò
gentilmente dalla sua presa e lo guardò negli
occhi.
- È tardi, se non
torno subito la mia amica si preoccuperà.
Roy sospirò forte e
la lasciò.
- Vieni, ti riaccompagno a casa.
Alla fine erano andati a casa
di Ed per la festa – e Roy
aveva dovuto promettere mare e monti per far tacere l’amico
anche per quella
volta – e l’artista se n’era andato a
dormire in bagno, dentro la vasca
precisamente, perché era l’unico luogo della casa
decentemente insonorizzato.
Verso l’una se n’erano andati via tutti, e Roy
aveva trasportato Riza nella
camera da letto, sedendosi poi sulla poltrona accanto, rimanendo a
fissarla a
lungo. Erano usciti all’una e mezzo, e alle due e mezzo Winry
e Maes avevano
fatto irruzione a casa di Edward. Alle tre Roy era rientrato, e aveva
trovato
l’amico con un enorme bistecca cruda sul volto, che grugniva
contrariato contro
i pazzi che giravano a certe ore e sul fatto che la polizia non fosse
più
quella di una volta. Ma Riza? Riza appena tornata a casa aveva subito
chiamato
Winry per rassicurarla, e trovandola un po’ strana a dirla
tutta, e la mattina
seguente, con la morte nel cuore e la borsetta in mano, era tornata
nella
bottega della vecchietta per riprendere le giacche, sistemare
l’appartamento e
farla finita con quella messinscena. Era tuttora indecisa su come
avrebbe
lasciato Roy (il suo lato più vigliacco le consigliava di
sparire e basta,
mentre la maggior parte di se stessa le urlava di non andarsene, di
trovare un
modo per non farlo) ma
stava procedendo
per gradi. Quindi, il rigattiere prima di tutto.
Entrò nel negozio
come sempre pieno di fumo, ma stavolta non
attese e guardò subito sotto al bancone, trovandovi, proprio
come si aspettava,
la vecchia Pinako.
- Buongiorno, sono tornata per
le giacche.
La vecchietta la
guardò intensamente.
- Lo lasci o torni con lui?
Un velo di tristezza
passò sul sorriso di Riza, e Pinako non
attese una risposta, scendendo con un sospiro dallo sgabello.
- Sai, sono proprio contenta
che non torni con quel fetente.
Ora che sono sicura che non lo vedrai più, posso anche
fartela vedere.
La negoziante sparì
dietro la porta del magazzino, tornando
subito dopo con la merce in una mano e una foto nell’altra.
- Ecco, guarda qua.
Riza non era molto interessata
ad una foto del vero
proprietario dell’appartamento, ma la determinazione della
vecchia le fece
prendere in mano l’immagine incriminata e rimase allibita.
Davanti a lei campeggiavano Roy
Biffrey, anzi, Roy Mustang, e altre due donne, al tavolo di un
ristorante.
“Quell’impostore!”
La vecchietta rimase a
guardarla per un po’, prima di espellere
una boccata di fumo.
- Non è che quel
bastardo ti ha messa incinta, vero?
Riza sobbalzò,
asciugandosi velocemente gli angoli degli
occhi.
- No, no… Senta, ho
cambiato idea, tornerò a ritirare tutto
domani.
Lasciò i vestiti sul
bancone e afferrò in fretta e furia i
soldi e la foto, aprendo la porta e uscendo quasi di corsa.
- Fagliela pagare a quella
carogna!
Le urlò dietro la
vecchia, prima di vederla sparire. La
ragazza tornò indietro e le rispose:
- Ci può giurare,
signora. Ci può giurare.
E se ne andò
definitivamente. La vecchietta prese un’altra
boccata dalla pipa e si rimise a sedere.
“Capirai se non
è incinta”.
<
Note
finali: Innanzitutto,
chiedo venia per il ritardo immenso. Ma primo, non avevo voglia di
scrivere
questo capitolo *evviva la franchezza XD* (il penultimo, sfido chiunque
a farlo
a cuor leggero =____=) e secondo, quando ce lo avevo finalmente pronto,
il
modem ha deciso di abbandonarmi per giorni e giorni. Abbiate
pietà di una
povera sventurata, costretta ad usare un Internet Point per pubblicare
XD Vi
annuncio che partirò il 27, fra pochi giorni, alle 5 di
mattina ( =_____= ) e
starò via tre settimane, quindi cercherò di
pubblicare l’ultimo capitolo prima
di assentarmi. Non vi prometto nulla però, dipende tutto
dalle mie “conoscenze” XD
Inoltre mi scuso immensamente
con tutte le persone che non sono riuscita a commentare, soprattutto
alla gemy.
Mi dispiace veramente,
veramente tanto. Cercherò di rimediare appena torno,
prometto.
Ho sputato zucchero nello
scrivere questo capitolo, quindi
chi osa solo lamentarsi del fatto che l’abbia terminato
così verrà fatto a
pezzettini e dato in pasto ai pescecani ò.ò Tanto
per essere sicura che
recepiate il messaggio ^^
Anche se dispiace pure a me, in
fondo, molto, molto in fondo…
Ma almeno ho avuto la soddisfazione di scrivere una parte veramente
RoyAi,
finalmente, anche se è stato difficile buttarla
giù. Avevo messo come
sottofondo Favola dei Modà, continuavo a fissare il display
con un sorriso
ebete e intanto ondeggiavo pericolosamente sulla sedia, una trance
più che
riuscita X°°°D Il mio primo bacio degno di
nota… Che emozione XD (Anche se più
lo rileggo, più mi sembra insulso XD *si costringe a
smetterla di rileggerlo
per l’ennesima volta e si schiaffeggia*)
Per la descrizione
dell’abito di Riza, mi sono dovuta
sforzare, e spero di non essere risultata ridicola =_____= Ora capisco
ancor
meglio quel certo qualcuno che ritardò tanto un capitolo
perché non riusciva a
scrivere una descrizione secondo lui adatta. Gomen (_ _)
Mi scuso anche per
l’inserimento di Kimbly, non credo che piaccia
a molti… *si guarda imbarazzata i piedi* Però ci
stava bene… Ed è anche uno dei
pochi cattivi che mi piaccia… L’assassino vestito
di bianco! Il gentiluomo
psicopatico! *torna in sé*
Ho allungato qui
perché non posso rispondere ai commenti
personali, l’html l’ho messo a casa (per inciso,
ora sono a casa XD) e quindi chiudo
qua.
Spero che vi sia piaciuto, e
nel caso non ci possiamo
risentire, auguro a tutti voi un buon proseguimento di vacanze ^^
Un ringraziamento speciale va a
mia madre (per una volta
tanto quella biologica XD), senza la quale non sarei qua, e alla mia
splendida
famigghia, che posso torturare comunque anche senza Internet *guarda
sadicamente il suo cellulare* (Scusa Vale, aggiungi tutto alla mia
lista di
debiti X°°°D) e anche a Siyah e ad Alyah (a
proposito, come sono andati gli
esami? ^^).
Un abbraccio enorme anche a
Rob, che non so se passerà di
qua, ma io ci spero, così potrò comunicarle che
la missiva da Pinz*** è
arrivata sana e salva una settimana dopo XD Le Poste fanno schifo,
l’ho sempre
detto XD
Cavolo, mi sembra un addio
^^” Su su, al prossimo capitolo
^^
Kissoni a tutti!!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo settimo - Finale ***
quello strano sentimento 2
Quello strano sentimento
- Winry!
L'amica, sdraiata sul letto a
leggere, sobbalzò, preoccupata
dal tono di voce irato che aveva usato l'altra.
- Sì?
Rispose, cercando di utilizzare
una risposta neutra. Era
sicuramente venuta a conoscenza del pugno allo sconosciuto. Non importa
in che modo,
tanto Riza veniva sempre a sapere tutto.
Riuscì ad avvertire il gelo che
emanava ancora prima di vederla entrare nella camera da letto di Roy
Mustang,
afferrare il cassetto del comodino e rovesciarlo sul letto. Si chiese
se per
caso ci fosse un oggetto contundente nascosto in un possibile doppio fondo
ma
decise che se così fosse stato l'avrebbe sicuramente
scoperto in una delle tante
“incursioni” fatte in quella casa e si
tranquillizzò.
- Ehm, Riza?
L'amica la ignorò e
cominciò a rovistare fra i biglietti
contenuti nel cassetto.
- Riza, si può
sapere che diamine stai facendo?
Per tutta risposta, Riza
afferrò la borsa e ne tirò fuori
una foto, gettandola contro Winry.
- E ciò
significherebbe...?
Riza la guardò con
occhi fiammeggianti.
- Era dentro una delle giacche
del proprietario di questa
casa.
Winry annuì senza
troppa convinzione.
- E sai chi è?
- No.
- È Roy. Roy
Mustang. L’uomo con cui esco. Il proprietario
di questa casa.
L'amica la fissò a
bocca spalancata per qualche secondo
mentre elaborava il concetto e Riza afferrava i foglietti dirigendosi
verso il
telefono.
- Fico!
Winry quasi si
ammazzò scapicollandosi verso il
salotto.
- Riza, che vuoi fare ora?
La trovò con la
cornetta appoggiata sulla spalla, mentre
componeva il numero e chiamava il primo numero della lista.
- Gliela farò pagare
a quel verme... Mi ha presa in giro, ti
rendi conto? Chissà quanto si sarà divertito a
partecipare a tutta questa
sceneggiata!
Winry la guardò
incredula.
- No, dico, tu gli freghi la
casa, lui ha pure la gentilezza
di non fare storie se gli usi troppo il bagno e ti lamenti pure?
- Quel disonesto…
Dovrà maledire il giorno in cui ha
incontrato Riza Mustang!
L’altra
la fissò esterrefatta.
-
Tesoro, ti rendi conto di quello
che hai appena detto? Di che cognome hai usato?
Riza la zittì con un
cenno del capo, mentre dall'altra parte
del filo qualcuno sollevava la cornetta e rispondeva.
- Buongiorno, qui è
la segretaria del signor Mustang. Mi ha
pregato di avvertirla che organizzerà una festa in maschera
stasera. Come? Ah,
mi dispiace per il poco preavviso, ma è stato tutto deciso
in fretta e furia.
Il tema della festa?
Riza guardò negli
occhi Winry e proclamò:
- I marciapiedi di Parigi.
- Eddai, vieni! Magari trovi
anche il tuo vero amore!
Roy sghignazzò
mentre si sistemava meglio la cravatta ed
Edward lo guardò malissimo.
- Guarda che ho cose migliori
da fare che venire ad una
stupida festa. E poi, il mio vero amore è il mio lavoro.
Si sistemò meglio
sulla poltrona e continuò lo studio del
marmo davanti a sé. Roy afferrò un completo
dall’armadio del ragazzo e glielo
gettò addosso.
- Dovresti avere più
amici, sai? Ti aspetto fuori, sbrigati.
Toccava all’agente
Breda quella sera il pattugliamento della
58ª Avenue e, tanto per la cronaca, era di pessimo umore.
Stava
melanconicamente pensando al sandwich che il collega Falman era
riuscito a
vincergli qualche ora prima insieme al turno serale, manco a dirlo,
quando all’improvviso
notò un certo movimento alla fine della via. Tre ragazze,
vestite solo con
delle vestaglie bordate di pelliccia (che non lasciavano poi troppo
all’immaginazione) stavano tranquillamente risalendo la
strada, ridendo e
chiacchierando come se nulla fosse. L’agente Breda
pensò per un attimo alla
faccia che avrebbero fatto le vecchiette che lo tormentavano sempre a
vedere
quell’esempio di “indecenza” e
“volgarità” del secolo, e subito dopo
alla
faccia dei suoi compagni di lavoro. Sghignazzò di gusto e si
sistemò meglio all’interno
della cabina di sorveglianza.
“E poi Vato ha anche
il coraggio di dire che la sera non accade mai
nulla…”
- Capo, che sta succedendo?
Chiese Fury,
all’ennesima coppia di finte (ma questo loro
non lo sapevano) meretrici di Babilonia che vedevano passare e che
faceva loro
l’occhiolino.
- Non lo so, ma la cosa non mi
dispiace affatto. Vai a
comprarmi una ciambella e un caffè, qua la vedo
lunga…
Il ragazzo che vigilava insieme
a lui sospirò e si aggiustò
gli occhiali sul naso.
- Capo, non può bere
in servizio…
Però uscì
dopo pochi secondi e andò alla caffetteria più
vicina, rassegnato come sempre a fare ciò che
l’altro ordinava. Nel frattempo
l’agente Breda afferrò il telefono e compose il
numero della centrale.
- Pronto, Vato? Hai presente la
scommessa di stasera? Non
hai idea di cosa stia succedendo…
- Roy, sei sicuro che sia qui?
L’altro si
voltò con un sorriso sicuro.
- Ma certo, vuoi che non
riconosca il mio appartamento?
Edward fissò assorto
tre donne che lo guardavano dall’alto
di una delle finestre dell’edificio e ammiccavano verso i due
uomini.
- Ma casa tua è
sempre così affollata?
Domandò mentre
risalivano le scale e sentivano le risate riempire
l’androne con il loro suono cristallino.
- Edward, è una
festa, non so se ti rendi conto del
significato della parola.
Ed fece spallucce, ma quando
Roy aprì la porta preferì
tenersi in disparte.
- Festa, eh?
L’urlo delle donne
presenti li assordò e stordì, e mentre
venivano portati dentro da decine di mani, inguantate e non,
l’ultima cosa che
ebbe il modo di pensare Ed fu, per l’ennesima volta in quei
giorni:
“Roy Mustang
è un emerito cretino”.
- Ma sì, Vato! Ti
dico che ci deve essere un congresso!
L’agente Breda si
fermò il giusto necessario per addentare
il suo dolce e annegare il boccone con un sorso di liquido bollente.
- E sì che tocca
arrestarle! Ho già subito le prime
lamentele dalla vecchietta del secondo piano, presente quella del gatto
insopportabile? Ecco, quella. Tecnicamente è disturbo della
quiete pubblica,
meglio arrestarle ora che per atti osceni, no? Sembra che ci sia un
congresso
internazionale poi, ne ho già contate cinquanta…
In quel momento Fury
tornò, di corsa e con gli occhiali
appannati, e aprì la porticina della cabina.
- Capo, stanno tutti al terzo
piano, nell’appartamento di un
certo Roy Mustang.
- Però, questo
signor Mustang sa come divertirsi… Come dici,
Vato? Una pattuglia?
L’agente
fissò pensieroso la finestra del terzo piano.
- No, Vato. Qua tocca
noleggiare un autobus, te lo dico io.
- Cosa diamine sta succedendo?
Roy si guardò
confusamente in giro, e riconobbe parecchi
visi a lui conosciuti… Anzi, tutti. Si rese conto con orrore
che si trattava di
tutte sue vecchie fiamme. Edward stava cercando inutilmente di
liberarsi di
tutte le mani che lo stavano accarezzando e con uno scatto rabbioso si
portò
alla schiena di Roy.
- Siamo accerchiati, che si fa?
L’uomo in un altro
tempo avrebbe riso del linguaggio
militaresco di Ed, ma in quel contesto non ci fece minimamente caso.
- Proporrei di scappare, se
solo ci fosse una via d’uscita…
- Roy!
Si voltarono simultaneamente
verso la voce che avevano udito
e, sopra le innumerevoli teste femminili che li accerchiavano, videro
Riza beatamente
appoggiata allo stipite della porta, con un sorriso angelico ad
illuminarle il
volto.
- Riza, potresti gentilmente
darmi una spiegazione e mandare
via tutte le signorine qui presenti?
Si guardò intorno e
vedendosi totalmente assediato, decise
di correggersi.
- Be’, magari prima
mandarle via, eh?
Riza dal canto suo sorrise
ancora più angelicamente e
afferrò la maniglia della porta.
- Credo che Lei sia
più abituato a trattare con queste
gentili signorine, cosa ne dice, signor Mustang?
Roy fece per controbattere,
quando si rese conto del valore
effettivo di quella frase. La guardò sconvolto e la donna,
sempre sorridendo,
chiuse la porta della camera da letto senza aggiungere altro.
- Ed, sono nei casini.
Edward si divincolò
dalla presa di una donna particolarmente
tenace.
- Oh, non me ne ero proprio
accorto! Sai Roy, non me ne importa nulla. L’importante
è che
non entri io nei tuoi affari.
Il lungo silenzio
dell’altro lo portò a voltarsi per
guardarlo in faccia.
- L’hai messa incinta.
- Ma sei pazzo?!
Edward ci rimuginò
un po’ sopra.
- Hai messo incinta
un’altra e lei l’ha scoperto.
Roy sbuffò e si
liberò della presa di una delle donne lì
intorno.
- Ma per favore, ti sembro il
tipo?
- Non devo rispondere, vero?
Ridacchiò Edward,
prima di tornare serio.
- Ok, i giochi sono finiti.
Toglimi da questo pasticcio,
ora.
- Perché secondo te
se l’avessi potuto fare prima, non avrei
già liberato entrambi?
Rimasero in silenzio per un
po’, mentre la massa umana
impediva ad entrambi di muoversi e giungere ad una qualsiasi postazione
di
soccorso – porta d’ingresso, telefono, anche il
bagno andava bene giunti a
questo punto – e cercare così di risolvere il
problema.
- Ma si può sapere
cosa diamine hai combinato per farla
arrabbiare tanto? Ci ha letteralmente gettato in pasto ai leoni!
- Ed, lascia stare. Veramente,
lascia perdere…
- Riza, ma che stai facendo?
Riza si lasciò
cadere con un sospiro sul largo letto
matrimoniale che le aveva ospitate tutte le sere di quella settimana.
- L’ho lasciato in
balia dei pescecani, non si capiva?
Winry roteò gli
occhi al cielo e aprì la porta di una
fessura, per sbirciare attraverso la stanza.
E quello che vide non le
piacque per niente.
- Riza!
- Che c’è,
Winry?
L’altra si
voltò con gli occhi sbarrati.
- C’è il
tizio del pugno!
Roy riuscì
finalmente ad infiltrarsi nella camera da letto
seguito a ruota da Edward e trovò due donne nella stanza.
Ignorò la prima, mai
vista prima, e si diresse con passo sicuro verso Riza – ora
che non era più
impacciato da tutte quelle donne se lo poteva anche permettere il passo
sicuro,
già -.
- Ho come
l’impressione che tu debba spiegarmi qualcosa, che
ne dici?
Riza fissò i suoi
occhi nocciola in quelli scurissimi
dell’altro e fece per aprir bocca.
- Tu!
Sobbalzarono tutti e tre per
l’urlo di Edward. Winry imprecò
sottovoce, prese un grande respiro e si voltò sorridente
verso il ragazzo.
- Ehilà! Tutto bene?
Quanto tempo!
Ed aprì e richiuse
parecchie volte la bocca, troppo
oltraggiato per proferir parola.
- Ehi, prendetevi una camera
voi due, che noi dobbiamo chiarire.
Edward si voltò
paonazzo verso l’uomo e Winry cercò con gli
occhi Riza, che alzò le spalle, senza smettere di guardare
Roy.
- Vieni di qua.
Winry prese per mano Ed e lo
trascinò fuori dalla camera,
suscitando un coro di urletti estasiati al loro passaggio. Roy si
sedette
sull’orlo del comò e si ficcò le mani
in tasca.
- Allora?
Riza gli diede
un’occhiata penetrante, e si appoggiò
all’anta chiusa dell’armadio.
- Allora cosa, signor Mustang?
- Lo so, ho sbagliato a non
dirti da subito chi fossi, ma
precisiamo che i bugiardi in questa faccenda sono stati due.
- Sì, ma io
l’ho fatto in buona fede!
- Non è diverso da
quello che ho fatto io.
Riza lo guardò con
sguardo fiero.
- È del tutto
differente. Tu mi hai ingannata per i tuoi
scopi!
- Cosa? Non è
assolutamente vero!
La donna parlò con
tono scettico e per un attimo restarono a fissarsi, poi Roy
sospirò.
- E se ti dicessi che ti amo?
Proprio in quel momento un
rumore li fece immobilizzare
entrambi. Si guardarono per un rapido frangente di secondo e Roy
aprì la porta.
- Oh no…
Dall’altra parte
della stanza, degli agenti stavano portando
via in massa le donne presenti.
- Siete tutti in arresto! Vi
ricordo che tutto ciò che
direte potrà essere usato contro di voi…
Riza si affiancò a
Roy e guardò la scena con gli occhi
sbarrati. L’uomo l’afferrò per le spalle
e le disse:
- Lasciatelo dire: sei entrata
nella mia vita come un
ciclone. Ma di sicuro quello avrebbe fatto meno danni di te.
- Ma si può sapere
cosa diamine ti ho fatto?
- A parte tirarmi un pugno nel
cuore della notte, intendi?
Winry tirò un grosso
sospiro e alzò gli occhi al cielo.
- Cielo, ragazzo mio, quanto la
fai lunga!
- E lei cosa vuole? Ma chi le
ha chiesto nulla!
La donna che era intervenuta
ridacchiò.
- Tesoro, siamo ammassati qua
dentro peggio di un carro-merci,
come vedi ignorarvi è pressoché impossibile.
Edward si guardò
intorno. Erano stipati in un cellulare
strettissimo, per portare via tutti alla centrale c'erano voluti ben
quattro furgoncini. Nella confusione avevano perso di vista Roy e Riza,
ma al momento
questo era l’ultimo dei pensieri di Ed; era ben deciso a
denunciare Winry una
volta arrivati alla stazione di polizia.
- Che vergogna per il grande
Edward Elric essere arrestato
come un comune criminale…
- E che, volevi pure le sirene
in grande stile?
Sghignazzò
un’altra delle donne che lo attorniavano. Invece
Winry sembrava essersi immobilizzata.
- Come hai detto che ti chiami,
scusa?
Ed sbuffò chiudendo
gli occhi e si portò le mani dietro alla
testa, appoggiandosi alla parete del furgone.
- Edward Elric.
- Ma allora sei tu il genio
delle sculture! Sai che sono
stupende? Dico davvero!
Edward aprì gli
occhi sbalordito e si trovò davanti la
ragazza in preda all’estasi. Il suo orgoglio maschile ebbe
una rapida impennata
e si trovò a pensare che magari la denuncia poteva
aspettare…
- Riza, mi hai perdonato o no?
Riza lo guardò per
molto tempo, prima di sorridere tra sé e
sé e distogliere lo sguardo.
- È da quando siamo
qua dentro che fai così! Mi vuoi
rispondere o no?
L’altra non diede
risposta e si limitò a volgere lo sguardo
verso le altre donne presenti. Roy però improvvisamente fece
un sorriso furbo.
- Se vuoi servirti del cognome
Mustang in base stabile, io
sono qui.
Riza si voltò
sorpresa e lo guardò per un attimo spaesata.
- Come?
- Attenta tesoro, è
una proposta di matrimonio questa.
Anch’io ci sono rimasta fregata, so cosa significa.
Si voltarono entrambi verso la
donna che aveva parlato, e
Riza scoppiò a ridere.
- Grazie del consiglio, ma
credo proprio che accetterò la
sfida.
- Dici sul serio?
Roy la fissò
profondamente, e Riza ricambiò lo sguardo con la
stessa intensità.
- Sì. Riza Mustang
non fa mai nulla per scherzo, sbaglio?
- Allora ti auguro tanta
fortuna, con questo libertino ne
avrai veramente bisogno cara, fidati.
Quando gli agenti aprirono gli
sportelli laterali, il
furgone risuonava ancora delle risate di una giovane donna.
- Ma sì, ti dico! Il
mondo non è più quello di una volta!
La vecchietta
appoggiò il suo bicchiere d’alcolico sul
tavolo e fissò il cameriere severa.
- Ormai le ragazze rimangono
incinte così, peggio che se
avessero una bacchetta magica! E quel che è peggio,
è che la maggior parte
delle volte vengono pure tradite dai propri compagni! Sedotte e
abbandonate,
ecco cosa sono.
Un giovane ragazzo
passò davanti al bancone e si inserì
nella discussione.
- Be’, dipende anche
da loro, eh. Foo ti ha raccontato
di quella strana donna che è entrata qua dentro?
Il vecchio alzò gli
occhi al cielo e si scostò giusto in
tempo per evitare lo strofinaccio lanciato dalle cucine dalla nipote, e
che
invece prese Ling in pieno.
- Ma cosa ho fatto ora?
Piagnucolò il
ragazzo, togliendosi lo straccio dalla testa.
- Vedi di farla finita con
questa storia, fra un po’ anche i
muri cadranno perché si saranno stufati di sentire i tuoi
deliri!
La voce di Lan Fan giunse forte
e chiara dal locale dietro
di loro. Ling raccattò le nuove ordinazioni e
sparì borbottando tra i tavoli,
mentre Foo e Pinako ridevano forte.
- Lascialo perdere, ha confuso
una delle donne della
beneficenza con una donnaccia…
- Quel ragazzo ha le idee non
troppo chiare, eh?
- Comunque mi stavi dicendo di
questa ragazza… Poi che ha
fatto?
- Ah, non ne ho la
più pallida idea. Le ho dato la foto e
lei è sparita. Spero solo che gliel’abbia fatta
pagare sul serio!
Calò il silenzio per
qualche attimo, mentre Foo finiva di
pulire i bicchieri e li appoggiava sul bancone.
- Eh, non
c’è più religione a questo mondo!
Sentenziò la donna
dopo qualche secondo, guardando il bicchiere come se dentro ci
fosse stato un grande ragno peloso.
Chissà, magari ci
vedeva riflesso sopra il volto di Roy.
- Buonasera!
Foo diede una rapida occhiata
alla porta d’ingresso e
ridacchiò.
- Speriamo che Ling non si
accorga di chi è appena entrato. C’è la
donna della
beneficenza.
- Ah, davvero? Fammi vedere...
Pinako si voltò con
un sorrisetto stampato sul volto, che le
morì appena vide la giovane coppia che era appena entrata.
- Ma quello è il
bastardo!
Scivolò
giù dall’alto sgabello e si diresse arrabbiata
verso
Riza e Roy.
- Ehi, giovanotto!
Roy la guardò
sorpreso, le sorrise e si abbassò, portandosi
all’altezza della vecchia.
- Sì?
- Questo è per la
ragazza ed il bambino!
Pinako gli sferrò un
cazzotto degno dei migliori pugili
dell’epoca e lo stese. Guardò con un sorriso
d’intesa Riza e tornò al bancone,
massaggiandosi le nocche della mano con aria soddisfatta. Riza si
inginocchiò
preoccupata accanto a Roy.
- Roy, tutto bene? Ti ha fatto
male?
L’uomo si
toccò scioccato il viso, gemendo appena quando
premette il punto dello scontro con il pugno dell’altra.
Guardò Riza in viso, e
disse:
- Sai, credo di essermi
sbagliato. Tu sei molto, molto
peggio di un ciclone.
Fine
Note finali:
L'ultimo capitolo
ç________ç
Ci ho messo un po' a postarlo
perché come tutti sapete ero
in Francia *si vanta ancora una volta mentre tutti sbuffano annoiati
mormorando: Sì, sì, lo sappiamo, lo sappiamo* XD
e non mi è stato facile
trovare il tempo di scriverlo. Che volete, il potere dei saldi
è
impressionante! O_O
XD
Ok, scherzi a parte, torniamo a
noi ^^
Ho già a buon punto
la nuova song-fic per Ferro e Fuoco,
credo che ne scriverò al massimo altre due e
porrò la parola fine anche a
quella ^^ (Finalmente, aggiungerei XD)
Poi mi ritirerò in
silenzio stampa per un po', a meno di non
essere colpita da un'ispirazione improvvisa e incontrollabile di tanto
in
tanto, con la quale vi assillerò XD
Ora passo ai ringraziamenti
personali ^^
Shatzy:
Mami!!
Uffa, mi hai rovinato tutto con la storia: eh, ci saranno i chiarimenti
e
l'happy ending... Una vuole mantenere un minimo di suspance, pensa di
esserci
riuscita, e poi scopre che non è vero! XD Ovviamente sto
scherzando ^^ Sono contenta
che il bacio ti sia piaciuto ç_____ç In questa
fanfic ho spostato la mia ira
funesta su Ed invece che su Roy, è un grosso passo in
avanti, a mio avviso XD
Spero tu abbia gradito anche il finale, ci tengo veramente al tuo
giudizio ^X^
A presto mami, e grazie di tutto, per tutto
^^ Kissoni!!
Valy88:
Cuggy,
sono felice che il capitolo ti sia piaciuto XD Hai visto come ho
evoluto la
faccenda di Ed e Winry? XD Eh, lo so, il mio animo EdWin ogni tanto
trionfa ^^
Ma sono anche perfida, quindi quei due non avranno vita facile
(più che altro
non l’avrà Ed XD). Maes è una sagoma,
dovunque lo piazzi è fantastico XD Cuggy,
ti trovi l’aggiornamento giusto per quando torni, sei
contenta? XD Ok, basta,
sappimi dire cosa pensi della fine ^^ Kissoni!!
The_Dark_Side:
Tesoro! ^^ Non ero morta, no XD E pure te mi vai a pensare alle cose
zozze, che
pervertita ù_ù *dà il cinque a Raky*
Ma come, non ti piace Kimbly? ç________ç
Dai, è uno psicopatico, ma a me piace perché dice
sempre le cose come stanno ^^
E’ odioso, ti verrebbe da ammazzarlo, spaccargli qualcosa in
testa… Eppure ha
qualcosa, quell’uomo *rimugina* Saranno i vestiti bianchi, io
adoro il bianco
XD A presto figliola, tu poi dimmi cosa ne pensi ^^ Kissoni!!
RobyLupin:
Rob!!
ç________ç *si commuove* No, non me
l’aspettavo che passassi, sarò sincera XD E
la cosa mi ha fatto molto piacere, ovvio ^^ Allora, io non capisco come
faccia
a piacerti questa storia, ma andiamo avanti, te sei strana e basta, non
ci
provo nemmeno a giustificare ‘sta cosa XD Ah, e poi dal
cinese ci sei più andata
per fare discorsi strani davanti ai camerieri? Io sì, ma
tanto erano
cinesi-francesi, non ci capivano comunque XD L’aggiornamento
appena tornata
(oh, vabbé, non proprio appena,
ma si
fa quel che si può XD) l’ho fatto, quindi metti a
posto quel plastico che gira,
non serve. Non stavolta, almeno XD Grazie di tutto, al solito ^^
Kissoni!!
Red
Robin: Spero
non ti sia strozzata con saliva per la scena EdWin XD Suvvia, sono
andata
leggera, dovresti essere ancora viva ^^ Spero ti sia piaciuto anche
questo
capitolo, le passeggiatrici di Parigi sono un tema veramente
particolare XD Non
rinnegarmi Ed per quelle statue, ognuno fa i suoi sbagli XD Alla
prossima e
grazie, kissoni!!
Siyah:
Sono
felice che adori quella pazza di Winry, e quello sfigato di Ed, e Roy e
Riza,
perché li adoro anch’io XD Spero che
l’afa sia passata, il cervello sia ben
collegato e che abbia trovato qualcosa per far tacere tua sorella
(magari una
bella fanfic XD). Ed ecco qua terminato tutto, spero ti sia piaciuto
anche l’ultimo
capitolo ^^ Grazie mille e kissoni!!
Un ultimo ringraziamento a
tutte le persone che hanno inserito
questa storia tra i loro preferiti, ovvero: Aleteia,
Alyah,
Blacklight,
damy,
keiko
93, linkarella,
Marie16,
miettajessica,
Miranda,
Mrs
Mustang, Neverwinter,
RobyLupin,
Suzuna,
The_Dark_Side,
valy88
e Yuki_Cross,
a tutti
coloro che mi hanno aggiunta ai loro autori preferiti e anche a tutti i
lettori
silenziosi ^^ Spero che anche voi abbiate un’accoglienza
così calorosa per una
vostra futura storia ^^ Mi sono divertita molto con questa storia, mi
auspico
che per voi sia stato lo stesso, vi adoro tutti! ^X^
Alla prossima, gente, e come
sempre, kissoni!!
Lely1441
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