Nella prossima vita.

di Iry_kun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il quinto membro. ***
Capitolo 2: *** Il primo progetto ***
Capitolo 3: *** Free ***
Capitolo 4: *** Vanità, Dolore e Ricordi ***
Capitolo 5: *** Debolezza ***
Capitolo 6: *** Legami ***



Capitolo 1
*** Il quinto membro. ***


Questo silenzio…

Lo percepisco… il vento ha cambiato direzione… tra poco sarò libera.

 

Il quinto membro

 

Il gruppo avanzava lentamente sotto la calura del sole. Il vento soffiava docile, non sembrava un ambiente montano. Solo il panorama confutava ulteriori ipotesi. Lontano all’orizzonte brillava un mare azzurrino, verdognolo laddove la sabbia cedeva il  passo alla terra e alle numerose querce. Di lì a salire la vegetazione aumentava, intervallata di tanto in tanto dalla nuda roccia. Nella terra era stata scavata una via abbastanza irregolare, però ampia e utile per arrivare in cima senza arrampicarsi. Dall’altro lato del monte il paesaggio cambiava, lasciando spazio a un grande dirupo scosceso che dava poi ad altre montagne.

Sasuke avanzava in testa.

-         Quanto ancora dobbiamo camminare?!- sbottò Suigetsu.

-         In cima alla montagna si trova il tempio, o almeno le sue rovine. Sotto le rovine troveremo quello che ci serve.- rispose acida Karin – Ma per quale motivo abbiamo bisogno di un ulteriore compagno? Un team normale è formato da quattro membri!- aggiunse sempre più inacidita.

-         Ci serve. In quattro contro l’Akatsuki avremmo vita difficile…-

-         Ma Sasuke!-

-         Basta Karin, non voglio discutere ulteriormente.-

Il discorso finì lì e i quattro compagni continuarono ad avanzare verso la cima. Fu una buona mezz’ora di cammino prima di arrivare alle rovine di un vecchio tempio. I vari pilastri erano semidistrutti e ingialliti, il tetto inesistente. I rampicanti governavano ormai incontrastati sulle macerie.

-         Ripetetemi cosa stiamo cercando!- disse Suigetsu, già molto irritato dalla faticosa scarpinata.

-         È il progetto precedente al segno maledetto. Prima dell’utilizzo di Jugo, Orochimaru aveva solo bisogno di trovare un altro corpo che lo potesse contenere e, naturalmente, lo aveva selezionato tra i migliori. Non so per quale motivo il progetto non sia stato mandato avanti… forse l’attrattiva del segno maledetto era maggiore!- confermò la ragazza, ancora alle prese con le erbacce più insidiose.

I ragazzi si osservarono intorno alla ricerca di una qualche entrata per un qualche indefinito luogo ma non trovarono indizi. La zona sembrava deserta, a parte le macerie e gli alberi che si ostinavano a crescere anche laddove era meglio lasciare il posto all’erbetta.

Il più alto dei tre appoggiò una mano sulla terra calda, quasi carezzando l’erba. Fu un attimo e lo si vide sfondare il suolo con un pugno per poi rialzarsi e osservare dall’alto l’ampio solco che aveva aperto una via per dei cunicoli sotterranei. Il polverone alzatosi si diradò in poco.

-         La prossima volta avvisa prima di farmi venire un colpo!- sbraitò il ragazzo dai capelli azzurrini e una grossa spada sulla schiena, probabilmente anche molto pesante.

-         Ottimo lavoro.- annuì Sasuke

I quattro si gettarono nel fosso senza pensarci troppo, atterrando leggeri e alzando un'altra nuvola di polvere.

Si stanno avvicinando!... sento l’aria! Aria fresca! Ancora poco… ancora…

Un rumore di catene attirò l’attenzione del gruppo. Iniziarono a camminare lentamente, tendendo bene le orecchie in attesa di altri suoni. Di nuovo un cigolio di catene.

-         Sicuri che non stiamo cercando un fantasma?- chiese Suigetsu.

-         Non abbiamo molte informazioni, tentare non costa nulla.- ribadì il capogruppo.

-         Tsk! Sissignore.-

Passarono cinque minuti e il gruppo ancora non aveva avuto successo nella ricerca. L’aria si faceva sempre più pesante e il cammino più faticoso.

-         Karin?-

-         Sento la presenza di un Chakra, ci stiamo avvicinando…-

-         Se, come no, a fidarsi di te vagheremo tutta la notte!-

-         Vaffanculo Suigetsu!-

Sono in quattro…

Le catene cigolarono ancora, ma questa volta il suono era più forte.

Sasuke prese a correre e senza esitazioni il resto della compagnia lo seguì. Aveva localizzato il rumore! Finalmente sarebbero arrivati alla meta.

Un lieve sorriso apparve sul volto del ragazzo dagli occhi neri. Il sorriso di chi sa di aver vinto.

In un attimo si ritrovarono in un salone circolare e pavimentato. Alte colonne di cobalto mantenevano quello che era una volta il soffitto.

Il cigolio questa volta fu limpido.

Dall’altra parte della sala vi era un piccolo rialzo sul quale sostava una figura minuta, raccolta su se stessa. Dal muro dietro l’essere spuntavano lunghe catene arrugginite e nere come le colonne. Queste percorrevano gran parte del rialzo per poi arrivare alla figura. Da lontano non era possibile capire se questa fosse legata dalle catene o solo in prossimità del loro apice, ma probabilmente la prima possibilità era quella più veritiera dato che a ogni oscillamento di quell’essere minuto era possibile sentire il cigolio che li aveva portati fin lì.

Nel buio di quella sala un'unica voce ruppe il silenzio.

-         Benvenuti all’inferno. Dite le vostre ultime parole perché questa sarà la vostra tomba.-

Fine del primo capitolo, mi auguro che sia stato gradito^^Credo che l'introduzione sia una mezza schifezza (azzarderei anche "intera") ma non ci posso fare nulla u.u é la prima fic che scrivo che non sia una one-shot e mi auguro un buon risultato. Nel prossimo capitolo verrà svelato il nuovo componente del team Hebi! Mi raccomando, non mancate xD

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Capitolo 2
*** Il primo progetto ***


Il primo progetto

 

Una voce bassa aveva proferito parola. Era roca, come se da tempo non parlasse ( e da altrettanto non vedesse l’acqua). Le catene urtarono e graffiarono il pavimento, rimbombando nella sala mentre la figura si alzava. Il buio non permetteva di coglierne i tratti, sono un contorno scuro in una chiazza nera.

-         Il maestro dov’è?- chiese.

-         Orochimaru è morto! Non sei aggiornato vedo!- sghignazzò Suigetsu.

-         Non mi rivolgere la parola sudicio essere!- digrignò la figura.

-         Ma come…!- stava per aggiungere altro ma venne fermato dalla mano di Sasuke.

Il ragazzo si diresse verso il centro della sala cercando di aguzzare la vista.

-        Ho ucciso io il tuo maestro!-

Ci fu qualche attimo di silenzio in cui l’entità nell’ombra parve assaporare l’aria soffocante che aleggiava attorno ai ragazzi.

-         Sa-su-ke…-

-         Come fai a conoscermi?-

-         Naturale… se io sono qui a marcire, in gran parte è colpa tua!- soffiò. La voce non sembrava alterata, eppure la tensione aumentava, sicché anche Suigetsu si mise in posizione d’attacco, pronto ad ogni evenienza.

-         Sei il primo progetto di Orochimaru vero?! Il corpo che avrebbe contenuto la sua anima…- strillò da lontano Karin, quasi nel panico.

Fu un attimo che la figura tanto esile e minuta fece uno scatto in avanti fino quasi a sfiorare il viso di Sasuke, le mani alzate a mostrare gli artigli acuminati e gli occhi illuminati da un moto d’ira violento. Il gesto, però, morì prima di essere compiuto.

Le catene sussultarono e la figura dovette arrestarsi, ancora ansimante per lo sforzo.

-         Orochimaru ti ha lasciato qui a marcire! È lui che ti ha imposto dei sigilli! È lui che, quando non ha avuto più bisogno di te, ha pensato che non ci fosse neanche il bisogno di ucciderti…- continuò calmo il ragazzo, osservando il barlume negli occhi della figura, ora lievemente illuminata da una vaga luce filtrata da qualche crepa.

-         Tu sei suo allievo! Sei della sua stessa pasta!- mugugnò di risposta.

-         Io posso liberarti.-

-         Non mentire!- fu un ringhio.

-         Io posso.-

La figura smise di agitarsi e distese le braccia lungo il corpo. Era più bassa del suo interlocutore e i capelli erano lunghi e cespugliosi.

-         Liberami Sasuke. Donami la libertà.- disse con calma, la voce non tremava più per la rabbia.

-         Ti libererò, ma voglio che tu ti unisca al mio team.-

-         Era un trucco allora!?-

-         Cosa ci perdi? Finalmente uscirai da qui…-

-         Ma non sarò libera!-

“Libera”… solo in quel momento Sasuke si accorse che aveva davanti una ragazzina colma di rancore. Una ragazzina, non un uomo. Cosa ci poteva mai fare Orochimaru con il suo corpo? Forse  aveva sbagliato persona.

-         Ah ah- una risata ruppe il silenzio che si era venuto a creare. Era stata lei! – Fino ad ora non avevi capito che fossi una ragazza?! Tale maestro tale discepolo, anche Orochimaru è sempre stato abbastanza stupido- rise

-         Leggi il pensiero?- domandò, sorpreso dall’acume della ragazza.

-         No, niente di simile. Sono solo una persona sveglia…- chiarì di malavoglia.

-         Liberami! Liberami e verrò con la tua squadra. Sono stanca di questo luogo… liberami.- l’ultima fu quasi una preghiera muta.

Sasuke osservò ancora un attimo la ragazza e poi sfoderò la spada appartenuta una volta al suo maestro.

-         Le donne non portano nulla di buono!- gracchiò da lontano Suigetsu.

La ragazza probabilmente lo sentì, perché gli lanciò un’occhiata fredda per poi rivolgersi di nuovo verso chi la stava per liberare.

Un fendente netto e le catene si sciolsero, scivolando via come serpenti.

-         Ora portaci fuori da qui.- aggiunse Sasuke.

-         Con sommo piacere…- biascicò di risposta.

Così dicendo la figura sgattaiolò agile verso l’uscita del salone, sorpassando il resto del gruppetto che ancora confabulava. Percorreva velocemente le vie, senza osservarsi troppo attorno, e annusando di tanto in tanto l’aria. Ci vollero solo tre minuti per ritrovarsi davanti al buco che Jugo aveva aperto precedentemente.

-         Non c’erano altre uscite?! Questa la potevamo trovare anche da soli!- si lamentò il ragazzo dai capelli chiari, lunghi fino alle spalle.

La ragazza davanti a lui lo squadrava, ponderando se fosse giusto o meno rispondergli. Lo osservava dall’alto in basso, per quanto la sua statura non le permettesse grandi risultati.

-         Le altre uscite sono state chiuse.- concluse

Il ragazzo rabbrividì al pensiero che, prima di aprire quell’uscita, la persona davanti a lui era stata letteralmente sotterrata viva.

Nell’arco di poco furono tutti fuori e finalmente la luce investì i loro visi. Solo la nuova arrivata ebbe qualche difficoltà in più a esporsi al sole, ma dopo qualche attimo ce la fece.

Aveva lunghi capelli cespugliosi, di un colore indefinibile a causa della sporcizia che la avvolgeva. La pelle era tutta macchiata, a tratti tendente al marrò, a tratti grigiastra. Probabilmente un tempo non era stata una persona gracile, ma ora l’unica cosa che la sorreggeva era la pelle. Un'unica tunica lercia le copriva il corpo, arrivandole fino alle ginocchia.

-         Bleah!- mugugnò Karin

-         Donna, non azzardare troppo con quella lingua o una di queste mattine ti ritroverai senza.- aggiunse calma.

-         Eh eh, però sei simpatica!- ridacchio Suigetsu -qual è il tuo nome?- pareva intenzionato a voler dimenticare l’insulto che gli aveva rivolto quando ancora erano nella sala. In fondo era legata e sotterrata, non sarebbe stato strano essere di malumore.

La ragazza si osservò attorno cercando lo sguardo del capo, come a chiedere assenso per dare una risposta. Sasuke fece cenno con la testa.

-         Michiyo- rispose secca.

-         Perfetto Michiyo, sono sicuro che sarai più di compagnia che quest’altra qui!-  aggiunse indicando Karin che gli rivolse un gesto di stizza.

Rimasero lì ancora poco, per godere degli ultimi raggi del sole che ormai lasciava il posto alla sera. Si accamparono nella foresta, riparati dalle fronde degli alberi per passare la notte e per cibarsi. Il quinto membro era stato reclutato.

Aria… non la ricordavo così… limpida?

Angolo posta

 

alice brendon cullen _ La mia prima e unica lettrice!!! xDDDD Ti sono immensamente grata e spero che continuerai a seguirmi, grazie per i complimenti u.u Spero che la storia prenda man mano una strada sempre più interessante >.> e spero non sia la mia ultima fic xD

 

Grazie anche a chi ha letto e non recensito ^^ alla prossima >.>

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Capitolo 3
*** Free ***


L’erba è umida… da quanto tempo non dormivo sull’erba…

 

Mi alzai di scatto, sudata in viso, e osservai il cielo. Era mattina presto e le stelle ancora non erano scomparse.

Attorno era tutto lussureggiante e verde; le querce e i faggi facevano una pigra ombra contro i raggi mattutini. Non ero l’unica ad essere sveglia. Non lontano il ragazzo-montagna osservava un albero un po’ più spoglio degli altri.

Ragazzo-montagna… già! Anche da lontano pareva quasi più grosso dell’albero che osservava. Io non ero mai stata particolarmente alta, ma ero si e no quanto una sua coscia.

Lo guardavo leggermente disgustata, ma forse era il sapore del terreno umido che mi dava quell’aria.

Sasuke non c’era o, perlomeno, io non lo avevo visto. Karin dormiva ancora… non so cosa mi fermò dallo strozzarla già di buon ora. L’avevo appena conosciuta e avevo capito che se ne avessi avuto opportunità sarebbe stata la mia prima vittima.

Fortunatamente, dopo averla redarguita, non aveva più fatto commenti sul mio aspetto, ed io, essendo una persona misericordiosa, avevo evitato di rivolgerle la parola. Probabilmente la mia misericordia sarebbe durata molto a lungo, pur di non parlarle. Solo la sua voce mi faceva accapponare la pelle… a proposito di pelle, era da tanto che non vedevo il colore della mia pelle, eppure non la ricordavo così. Dovevo assolutamente farmi un bagno!

Con questo pensiero avanzai verso il ragazzo montagna, ma dovetti fermarmi quando il mio piede cozzò contro qualcosa steso per terra. Era Suigetsu, l’idiota che ieri mi aveva fatto venire mal di testa. Lo osservai ancora un attimo dormire e poi ci passai sopra.

Sentii un urlo e qualche imprecazione ma non mi fermai.

-         Ehi, Jugo?- chiesi

Il ragazzo montagna si voltò ad osservarmi. Sembrava una persona tranquilla.

-         Si?- mi rispose.

-         Dov’è Sasuke?-.

Non l’avessi mai detto! Solo pronunciare il suo nome fece svegliare l’oca che prima, sempre misericordiosamente, avevo evitato di strozzare.

-         Buon giorno Michiyo!- strillò acuta, aggiustandosi i capelli sconquassati.

-         Muori!- si, dissi proprio così, ma la ragazza non si scompose troppo.

-         Di buon umore già dal mattino!- sghignazzò l’idiota che prima avevo accuratamente scamazzato.

Se il “buon giorno” si vede dal mattino, quella giornata era da seppellire.

-         Posso sapere soltanto dove è andato Sasuke?!- chiesi, sull’orlo di una crisi di nervi.

Stare soli per molto tempo non fa bene, perdi la calma che serve per avere delle relazioni sociali e diventi isterica.

-         Sono qui!-

Mi voltai e lo vidi. Veniva da una via più scura, dove la luce era parata quasi completamente dalle folte fronde. Si muoveva senza fretta, gli occhi vuoti che non fissavano nulla in particolare. Mi venne voglia di strozzarlo, ma forse questo era dovuto alle mie manie omicide.

-         Grazie dell’aiuto, uomo-montagna!- dissi rivolta a Jugo. Non so che espressione fece perché in quel momento ero occupata a dirigermi verso il ragazzo dai capelli corvini.

-         Di cosa hai bisogno?- mi chiese.

Ah, sapessi! Mi prende in giro forse?!

-         Una giornata di libertà è tutto quello che ti chiedo.-

-         Non posso.-

-         Perché?-

-         Durante il giorno si cammina.- mi rispose tranquillo.

Effettivamente rimasi abbastanza stupita da quella risposta. Non mi aveva detto ( come avevo già pensato) di non poter essere sicuro che, se mi avesse lasciata andare, sarei tornata.

Beh, forse non era proprio della stessa pasta del mio ex maestro.

-         Verrà con te anche Suigetsu…- aggiunse.

Se prima avevo pensato anche solo per un nanosecondo di sorridere e ringraziarlo, arrivati a quel punto il massimo che avrebbe ricevuto da me sarebbe stata una pedata!

Calma, ci vuole calma! In fondo non è così grave come può sembrare… se ci rifletti bene è meglio portarsi dietro uno scemo che qualcosa tipo montagna, o, peggio ancora, quell’indefinibile entità chiamata Karin.

Non obbiettai.

Facemmo colazione e nell’arco di pochi minuti eravamo tutti pronti per partire. Non conoscevo la destinazione, ma non ero neanche abbastanza curiosa da chiederlo. Per me l’unica cosa che importasse davvero era il pensiero di una prossima libertà.

Quando il maestro ancora mi faceva visita per istruirmi ( una mia personale richiesta, ammetto) la geografia era sempre stata la materia che più odiavo. Fortunatamente però la memoria non mi aveva abbandonato e ricordavo ancora le locazioni di vari villaggi.

Il mio obbiettivo era proprio uno dei villaggi!

Mentre ancora il mio sguardo vagava assente, Suigetsu aveva deciso di interrompere i miei pensieri per aggiornarmi su cose che lui reputava “fondamentali”.

-         Le tracce dell’Akatsuki ci portano nel paese del fuoco, anche se non crediamo che abbiano un covo lì. Per ora sarà quello il nostro obbiettivo.- sorrise.

Forse non era carino notarlo, ma aveva i denti da squalo.

Non risposi, non ce ne era il bisogno.

Passammo il resto della giornata a marciare, in quel momento eravamo ancora nel paese dell’Erba e sempre lì fummo anche a fine marcia, quando ormai era sera.

Sasuke da lontano mi fece cenno. Finalmente era il mio momento.

Mentre il resto del gruppo si occupava di accendere un piccolo fuoco per arrostire la carne della selvaggina, io mi allontanai silenziosamente. Suigetsu mi vide e mi venne incontro.

-         Non mangi? Che ti costa aspettare un attimo?- chiese in tono un po’ seccato.

-         Stasera mangerò un piatto decente…- dissi, senza aggiungere altro.

Non demorse e continuò a seguirmi, forse attratto dall’idea di un pasto differente dal solito.

Non sarebbe stato di certo lui a rovinare il mio primo attimo di libertà! Corremmo in direzione nord-ovest per una buona ventina di minuti finchè i nostri occhi riconobbero i contorni di una cittadina bianca, protetta da alte mura e con due sole entrate che chiudevano al crepuscolo per riaprire all’alba.

Naturalmente non era nei miei piani entrare dalla porta, non sono tanto prevedibile!

-         Perché vuoi entrare?!- mi sbraitò il compagno che mi portavo appresso.

-         Smettila di lamentarti, se non vuoi venire tornatene indietro!-. Certe volte quel ragazzo era proprio insistente, ancora non capivo la sua utilità ai fini di una missione.

Scalai velocemente il muro di cinta e nell’arco di poco fui dentro. Il piano è iniziato!


Angolo posta

Prima di ringraziare volevo avvisare che il cambio di tipo narrazione era premeditato, dato che la nostra protagonista è entrata in scena ho preferito esporre il suo punto di vista… ed ora via con i ringraziamenti^^

alice brendon cullen: sono felice che tu abbia continuato a leggere la fic, mi fa molto piacere che venga apprezzata uhn u.u Arigatoo Gozaimasu °.°

 

MilleFoglie: ma cheeere, non fa nulla se conosci solo sasukkia, a me fa piacere che tu leggi le mie fic e al più presto ti posto quella su beach uhn u.u

 

Taila: felicissima che anche tu abbia commentato, significa che alla fine non sono proprio una pippa uhn, arigato… anche se credo che tu scriva meglio uhn u.u

 

Un grazie anche a CHIHIRO e a Missy_loves_blizzard che anno aggiunto la fic tra i preferiti^^


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Capitolo 4
*** Vanità, Dolore e Ricordi ***


Vanità, Dolore e Ricordi.

 

Il villaggio era piccolino visto dall’interno. C’erano diverse casette sparse, separate in due file dalla via principale. In fondo a tutte queste casette c’era una costruzione un po’ più grande. Una villa situata sull’unico rilievo presente, dominava tutti gli altri edifici.

Era quella a cui puntavo.

Senza batter ciglio iniziai a correre a perdifiato verso quell’abitacolo. Suigetsu mi seguiva a tre metri di distanza, osservandosi intorno per prevenire agli eventuali attacchi. Io ero troppo euforica per pensare agli attacchi.

La villa aveva un giardino esterno sorvegliato da due guardie che facevano la ronda. Non mi ci volle una gran fatica per scavalcare il muretto ed tuffarmi tra le aiuole ben curate. Suigetsu iniziava a dare segni d’escandescenza, ma non mi avvicinai troppo per evitare di ascoltare cosa mi volesse dire.

Aspettai tranquilla che le guardie voltassero l’angolo e sparissero dietro la casa per infiltrarmi velocemente da una delle finestre più basse. L’aprii e scivolai dentro, facendo cenno al babbeo che mi portavo appresso di seguirmi.

Non capivo come facesse ad essere così lento.

-         Cosa diamine stai facendo?!- mi sussurrò quando fu più vicino.

-         Come,non lo hai ancora capito? Mi sto intrufolando in una villa, mi pareva ovvio.- certo che ero proprio perfida! Come mi divertivo a prenderlo per i fondelli.

-         Non intendo questo e tu lo sai!- digrignò.

-         Ti do’ un compito, dovrai sorvegliare che non venga nessuno mentre io lavoro! Chiaro?- in fondo non era così stupido, almeno questo l’avrebbe saputo fare.

Non mi rispose e io lo presi come un si. Era la prima volta che entravo il quella casa, ma sapevo dove andare. Sapevo chi abitava lì e conoscevo a memoria la suddivisione base delle stanza di una famiglia della bassa aristocrazia. Era tutto molto semplice.

Ai piani bassi la servitù, ai primi piani la famiglia.

Salimmo quindi al piano superiore, avanzando con cautela ed evitando le poche guardie che giravano. Davanti a me si apriva un corridoio sul quale si affacciavano numerose porte. Silenziosamente mi avvicinai alle prime tendendo l’orecchio per percepire i minimi rumori.

Nulla. Avanzai, le orecchie tese al massimo. Alla terza porta riuscii a riconoscere un respiro ovattato di un dormiente. Mi avvicinai poggiando la testa sul legno scuro. Suigetsu mi osservava senza capire che stessi facendo, forse pensava che fossi uscita pazza, ma io credevo di esserlo già da tempo.

Mi ci volle un minuto per concentrarmi, non dovevo pensare a nulla.

Piccole vibrazioni raggiunsero le mie tempie e il respiro che percepivo divenne un suono forte e preciso, come il battito di un orologio. Era leggero.

-         Perfetto.-

-         Cosa è perfetto nella tua mente?!- bisbigliò il ragazzo.

Solitamente non me lo sarei permesso, ma quella volta mi lasciai scappare un sorrisetto divertito. Sapete quando non fai mai una cosa, e poi se ti capita di farla la gente vi guarda strana, con gli occhi sbarrati?

La stessa cosa fece quell’idiota, fortuna che scivolai velocemente nella stanza, chiudendomela dietro e intimandogli ancora una volta di fare la guardia.

L’interno era tutto nell’oscurità, solo una finestra illuminava uno squarcio di camera in cui spuntava un angolo del letto sul quale riposava una figura abbastanza minuta.

Mi avvicinai per accertarmi delle mie ipotesi. Davanti a me c’era una ragazzina dai capelli neri che riposava beatamente. Questa era la camera della figlia del proprietario.

La osservai con calma, ma non mi ci rispecchiavo minimamente. Forse anche il suo carattere sarebbe stato utile, ma di certo non potevo svegliarla e chiederle di fare quattro chiacchiere. Eppure il mio maestro mi aveva sempre detto che io ero nata qui e che i miei genitori mi avevano abbandonato. In fondo era plausibile l’idea che Orochimaru mi avesse mentito. Non so per quale motivo ma sentii dolore allo stomaco, come una tenaglia che mi stava stritolando le budella dall’interno. Anche il cuore faceva male, come se non battesse più regolarmente… forse ero malata, o forse l’aria pulita mi faceva male.

Camminando per la stanza mi avvicinai a un comodino bianco sul quale era posata una piccola cornicetta con una foto. La presi per portarmela sotto il naso, ma anche a quella distanza ciò che vedevo era poco. Tenendola stretta in pugno mi diressi verso una porticina che si trovava dallo stesso lato del letto, l’aprii silenziosamente ed entrai. Un odore di fresco mi pervase e capii di trovarmi nel bagno personale della ragazzina. Senza paura chiusi la porta dietro di me e accesi la luce. Mi ci volle qualche secondo prima che i miei occhi si abituassero e poi volsi di nuovo lo sguardo verso la foto.

Era un quadretto di famiglia normalissimo, i genitori dietro e la bambina davanti. L’uomo aveva due grossi baffi marrò e pochi capelli sulla nuca, la donna non era particolarmente bella, i capelli raccolti in una crocchia e lo sguardo fiero. Non era neanche brutta ma non mi interessava particolarmente. Stando ai racconti del mio ex maestro l’uomo sarebbe dovuto essere mio padre e la donna la sua seconda moglie, in tal caso non si trattava neanche di mia madre quindi era inutile studiarla nei particolari. La bambina infine era solo un po’ più piccola della ragazzina che giaceva ora nel letto, forse la foto era di qualche anno fa dato che mostrava si e no una decina di anni.

Mi rivolsi di nuovo all’uomo. Abbastanza alto, diciamo nella media, gli occhi piccoli e scuri. No. Non poteva essere mio padre. Alzai lo sguardo che andò a parare su uno specchio sopra il lavandino. I miei capelli erano ridotti a una melma irriconoscibile. Li toccai e quando la mia mano si posò su di essi notai che era quasi dello stesso colore. Che figura raccapricciante, in fondo Karin non aveva torto.

Voltai per rivolgermi altrove eppure mi fermai prima di uscire. Ormai ero dentro, perché avere fretta. Mi tolsi il lurido straccio che avevo addosso ed entrai nella vasca da bagno in marmo, aprii la doccia e mi misi sotto l’acqua scrosciante osservando il colore che assumeva dopo aver scivolato sul mio corpo. Allungai quindi una mano in direzione dei vari saponi e afferrai il più vicino, svuotando completamente il contenitore e riversandomelo addosso per poi strofinare osservando come veniva via la sporcizia. Ripetei l’operazione altre tre volte, ogni volta con un sapone diverso per poi passare ai capelli che mi occuparono più tempo del previsto. Passò così una buona mezz’ora prima di uscire dalla vasca grondante di acqua. Questa volta mi fermai nuovamente a osservare il mio riflesso nello specchio, togliendo con la mano l’alone di vapore che lo aveva appannato. La mia pelle era bianca, la maggior parte delle chiazze era sparita, persistevano solo alcune che ormai si erano radicate nella carne, mentre i capelli fradici ricadevano lungo il viso, erano color miele quasi come i miei occhi. L’idea di essere, come tutte le ragazze, una stupida vanitose mi fece venire le contorsioni e per poco non sfondavo lo specchio presa da un attacco di pazzia. Fortunatamente mi calmai prima che fosse troppo tardi, sostando in piedi davanti con le braccia pendenti lungo il corpo completamente nudo e lo sguardo vacuo.

Uscii dalla stanza da bagno, addosso solo un leggero kimono bianco, preso dal bagno stesso, e con fare felino mi aggirai in camera alla ricerca di qualche armadio con dei vestiti decenti… ne trovai tre. Stupide ragazzine viziate, hanno anche la comodità di tre armadi… ti ci infilo io in un armadio e ti ci lascio finchè non crepi!

Certe volte mi stupisco dei miei attacchi d’ira…

Angolo posta!

 

Taila: sono felice che Michiyo ti piaccia, ha il mio stesso caratteraccio xD Il tuo commento mi rende molto felice, forse davvero non sono da scartare come scrittrice u.u Grazie per aver aggiunto la storia ai preferiti *_*

 

Hayate95: grazie per aver commentato, sapere di essere apprezzata da qualcuno rallegra lo spirito^^

 

Grazie anche ai seguenti per aver messo la mia ficcy tra i preferiti u.u :

-         areon

-         kla_cat92

-         Kyuubi_95

-         SpadaccinodellaNebbia

Se ho dimenticato qualcuno perdonatemi u.u

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Capitolo 5
*** Debolezza ***


 

Debolezza

 

Mentre ancora mi aggiravo in una stanza sentii dei mugolii e mi girai verso il letto a baldacchino. La figurina al suo interno si stava agitando, forse era meglio azzittirla. Con tale intento nella testa mi avvicinai alla sponda del letto e quella si voltò verso di me. La luce della luna, proveniente dalla finestra, mi illuminava le spalle, quindi non credo avesse visto il mio volto.

-         Chi sei?- mi domandò.

Che ragazzina idiota, vedi una persona in camera tua e la prima cosa che fai è chiederle chi è?! In fondo mi sa che faccio un favore ai tuoi uccidendoti.

-         Sono lo spirito della Luna e scendo ogni tremila anni per punire le bambine cattive!- dissi atona, certe volte ho proprio delle idee divertenti.

-         Sei venuta a punire la mia sorellina?- mugulò

Ma tu pensa… certo che sei proprio idiota. Perché se dovevo punire la tua sorellina che ci facevo qui? Chiedevo informazioni?!

-         Signorina della luna, perdoni la mia sorellina, è ancora piccola. Non era vero quello che ho pensato ieri, io non voglio che muoia…- singhiozzò.

Che esseri orribili, augurarsi la morte di un parente… non sono nemmeno degni di morire per mano mia. Si consumeranno da soli, rosi del loro stesso odio..

-         Allora torna a dormire.- conclusi

La ragazzina si voltò e io rimasi ad osservarla finchè, cinque minuti dopo, il suo respiro si fece di nuovo regolare.

Ritorniamo al guardaroba! Aprendolo non vidi altro che un ammasso di roba su roba. La mia vista è buona al buio, ma il quel coso c’era più roba che in tutta la casa… forse se l’avessi rinchiusa nell’armadio sarebbe morta soffocata!

… Devo smetterla di pensare alle possibili morti di persone che non uccido, ci perdo solo tempo!

Iniziai così a tirare fuori della roba, ma per la maggior parte si trattava di vestitini non molto idonei. Dopo un poco ne scorsi uno che aveva il pantalone abbinato sotto la gonna larga e lo tirai fuori. La gonna era invero un pezzo unico con la maglietta che aveva le maniche lunghe. Con le unghie tagliai sia la gonna che le maniche ottenendo un risultato abbastanza soddisfacente. Presi e misi addosso. Ora si che sembravo un'altra persona. Che strano effetto che mi faceva… però per fortuna quella ragazzina aveva la mia taglia, o forse io ero talmente magra che sarei entrata anche nella testa di un ago.

Non rimasi però altro tempo a rifletterci e mi diressi verso l’uscita.

Nemmeno riuscii ad aprire completamente la porta che Suigetsu mi saltò addosso cercando di strangolarmi. Fortunatamente un calcio ai gioielli ( sempre che ne avesse) lo fermò di botto.

-         Non credevo potesse essere tanto facile stenderti, Suigetsu.- bofonchiai.

-         Michiyo?!-

-         No, sono lo spiritello della Luna… che ti sei fumato in mia assenza?- dissi fredda, voltandomi e continuando a camminare nel corridoio.

-         Io… tu, ma come…?- continuava a fissarmi con l’aria da pesce lesso.

-         Hai bisogno di un dizionario?! Muoviti, vuoi mangiare o no?!-

-         Siamo venuti fin qui solo per prenderti dei vestiti?- intervenne lui shockato.

Io mi voltai di scatto e misi la mia mano attorno al suo collo, mozzandogli il respiro.

-         Con chi credi di avere a che fare?!- sibilai prima di lasciarlo andare.

Tossicchiò un po’ ma non obbiettò ulteriormente, né io mi voltai di nuovo per vedere se stava bene.

Poi gli indicai una delle scale che scendevano e gli dissi di andare in quella direzione per la cucina, oltre alle solite raccomandazioni per non farsi vedere.

Nel caso l’avessero scoperto avrebbe dovuto uccidere i possibili testimoni.

Mentre lui scendeva  io mi misi alla ricerca del’armamentario del signore. Ogni casa aristocratica aveva una “stanza delle armi”, e se il signore era particolarmente patito, queste erano di ottima fattura e sempre affilate. Girovagai  tra le stanze fino a trovarla. Su tutte le pareti erano esposte numerose spade, katane, archi e moltissime altre armi.

Quella che mi colpì di più fu un piccolo tanto, dal manico dorato come il fodero.

Lo presi e lo misi alla cintola. Stavo per scendere nelle cucine a rifocillarmi quando le mie orecchie udirono ciò che meno mi poteva far piacere.

L’allarme.

Stupido di un Suigetsu, manco mangiare sai!

Mi precipitai di corsa uscendo dalla porta e subito davanti a me si pararono due guardie. Estrassi il pugnale con estrema velocità e sgozzai le due persone che mi stavano davanti, correndo verso le scale. Le scesi in pochi secondi, saltando la maggior parte dei gradini e atterrando agilmente. Con la coda dell’occhio vidi l’inutile spada del mio altrettanto inutile compagno.

-         Suigetsu che diamine combini?!-

-         Non è colpa mia! Filiamo!- mi strillò lui, acchiappandomi per un braccio e tirandomi via.

Uscimmo in giardino e a passi svelti superammo anche le mura di cinta della città. Era ormai notte inoltrata quando giungemmo nei pressi del nostro accampamento.

-         Suigetsu sei un idiota! Un completo imbecille! Ma come accidenti fai?!- ero nervosa… molto nervosa.

-         L’ho capiti sai!- ribatté lui con acidità.

Era la prima volta che mi rispondeva a tono. Ci rimasi lì per lì, fermandomi a osservare il vuoto.

La mia “contemplazione del nulla” fini in poco dato che un rumore fece voltare Suigetsu verso di me.

Il rumore fu pressappoco “grrrr” e proveniva direttamente dl mio stomaco, vuoto perché un certo demente non mi aveva dato il tempo di approfittare della situazione.

Suigetsu non rise di me, anzi si avvicinò e cacciò dalla tasta un panino all’olio e un formaggio incartato.

-         Li ho presi prima di fuggire… pensavo che ti saresti arrabbiata per non aver potuto mangiare nulla.-

Io continuavo ad osservarlo imbambolata. Il mio stomaco si lamentava ma il mio cervello non poteva accettare quel cibo, misero bottino di una caccia fallita. Se fossi stata ancora più affamata di quanto ero in quel momento avrei mangiato direttamente quello stupido essere che mi sostava davanti, almeno avrei liberato il mondo da una calamità naturale…

Anzi a pensarci probabilmente mi avrebbero premiata e sarei diventata una personalità importante. I miei pensieri vennero però fermati dal ritrarsi del braccio del ragazzo.

-         Se non vuoi accettarli allora muori di fame!- aveva ribattuto irritato.

Purtroppo allo stomaco non si comanda ( è un mio nuovo detto) e quindi fermai la sua mano per farmi dare i panini, allungandogli l’altra. Lui la osservò un attimo e poi vi pose il cibo. Ci sedemmo lì e rimase ad osservarmi mentre consumavo il mio misero pasto.

Non avevo mai mangiato con ingordigia, neanche quando per molto tempo la mia bocca non aveva toccato cibo. L’avevo sempre considerata una debolezza questa dipendenza da un oggetto così materiale.

Alzai lo sguardo notando subito che il ragazzo continuava a fissarmi e quando incrociò i miei occhi mi lanciò un sorriso, sempre con i suoi lunghi denti aguzzi.

Non ricambiai, mi aveva fatto girare le scatole più del dovuto in una sola notte.

-         Non mi trattare così! Suvvia siamo compagni!- aveva interrotto il silenzio.

Io non feci altrettanto.

-         Peccato, mi eri sembrata una persona simpatica…- concluse abbassando lo sguardo e sospirando, senza, però, togliersi un ché di divertito dal volto.

Io non risposi, tanto per cambiare. Era stato tutto fin troppo umiliante… una giornata da dimenticare…

Angolo posta!

 

Promise: Sono molto felice che la fic ti sia piaciuta e grazie per averla aggiunta ai preferiti^^

Taila: Sono compiaciuta che questo capitolo ti abbia sorpreso e ti assicuro che non avrebbe problemi a rinchiudere la ragazzina nell’armadio u.u” Non ti preoccupare, Karin ha trovato pane per i suoi denti ( pane al cemento, s’intende u.u)

 

Un grazie a  Targul che ha aggiunto la fic ai preferiti ( ringrazio ovviamente tutti gli altri, ma dato che anche alcuni che commentano aggiungono ai preferiti li ringrazio una volta sola quando rispondo al commento u.u)

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Capitolo 6
*** Legami ***


Quella mattina si alzarono tutti di buon ora. Fu un evento eccezionale, di fatto Sasuke se lo annotò sull’agenda.

… Mi avete creduta davvero?! Beh, scherzavo. Per quanto gli individui che mi fanno compagnia possano essere demenziali, fortunatamente non arrivano ancora a questo punto.

Comunque sia quella mattina a Karin stava per venire un infarto, e mi compiaccio che la causa massima fossi io. Quando mi vide in faccia aprì la bocca a mo’ di pesce lesso ( anzi, più simile a una saracinesca che si apre) e mugugnò diverse frasi sconnesse.

Sasuke ( non so perché, ma, certe volte, mi viene voglia di chiamarlo “Sasukkia”… meglio che non lo venga a sapere!) non notò nulla, o almeno fece finta di non notare. Il ragazzo montagna mi salutò ( una cosa normalissima ma mi andava di citarla) e l’idiota compagno di ventura mi sorrideva continuamente tipo “idiota compagno di ventura”, appunto.

-         Questa volta continuiamo in direzione nord-ovest. Tra una ventina di minuti di marcia dovremmo incontrare un villaggio. Due di noi lo oltrepasseranno da fuori mentre gli altri dall’interno per fare alcuni rifornimenti. Preferirei non vi faceste notare.- sibilò, la maggior parte della raccomandazione fu per Suigetsu.

Giustamente io mi alzo dopo aver dormito per tre ore circa e questo babbeo di un capo mi dice che devo ritornare dove già sono stata stanotte. Bene, se mi avvisava prima mi accampavo lì.

Fa nulla…

Ci mettiamo quindi in marcia, dopo una spartana colazione, e arriviamo alle mura della città in breve. Qui Sasuke si occupa di fare le divisioni.

-         Karin e Suigetsu andranno per fuori. Noi proseguiamo all’interno.-

Ok, ammetto che quando ho saputo che dovevo tornare lì dentro mi è venuto un colpo. Mi sono guardata i vestiti e poi ho lanciato un’occhiataccia a Suigetsu che era troppo impegnato per captare la mia richiesta di aiuto ( come se davvero fosse abbastanza intelligente da captarla quando non è occupato poi…).

-         Preferirei fare la strada esterna con…- guardai i due tizi e presi un forte respiro- S… Suigetsu.- che schifo, solo pensare di passare altro tempo con quell’idiota mi aveva fatto venire i crampi allo stomaco. Però meglio lui che l’altra ( alla cui vita stamani non avevo potuto attentare perché ero troppo stanca).

Suigetsu mi tirò a se, voltandomi poi verso Sasuke e carezzandomi la testa come si fa a un cane.

-         Si, siamo grandi amici noi!- canticchiò.

La pietà Divina gli concesse ancora qualche attimo di vita, giusto il tempo che l’altro gruppo fosse sparito dietro le mura della città, dopo di che mi sarei vendicata. Naturalmente sarebbe stato un “normalissimo” incidente.

Il ragazzo moro ci guardò. Mi osservò come se mi scrutasse dentro… che fastidio! Quasi un prurito su tutto il corpo!... No, forse quello era perché Suigetsu era troppo ( e sottolineo “troppo”) vicino. Speriamo non contagi cose come “l’idiozia acuta”.

-         Come preferite.- concluse calmo.

Karin zampettò felice dal suo capitano adorato, lanciando mi poi un’occhiatina e sorridendo furbetta.

-         Non sforzare troppo il tuo cervello, se si surriscalda saltiamo tutti in aria!.- digrignai io facendola diventare leggermente verde in volto, un colore che le dona, sembra un alieno.

-         Smettetela e muovetevi.- concluse Sasuke, alzando i tacchi e addentrandosi nella città, seguito dal resto dei babbei.

Suigetsu non mostrò di volersi allontanare da me e iniziò a sogghignare.

-         Non credevo ti fossi affezionata così tanto!- rise.

Io gli presi il braccio e con un abile mossa spiattellai lui e la sua inutile spada per terra.

-         Per questa volta ti lascio vivere perche sono Misericordiosa! Stammi ancora così vicino e ti sbudello!- alè, ecco mostrata la mia docile natura.

L’idiota mugugnò per poi alzarsi e iniziare a camminare. Per fare tutti il giro della città ci sarebbe voluta circa un ora se non di più, per fortuna era piccola!

-         Perché hai voluto prendere la strada più lunga?- mi domandò.

-         Idiota, credi che lo faccio perché mi diverto?! È pericoloso per me passare dentro la città, ieri sera sia io che te siamo stati visti in faccia, mi pare inutile rischiare.-

-         Ah! Me ne ero scordato!- ridacchiò- Ma perché sei voluta entrare in quel palazzo?-

-         Non sono affari tuoi!-

-         Come sei acida! Suvvia, siamo compagni!-

-         Smettila con questa farsa. Io e te non siamo compagni.- questa volta ero davvero incavolata.

Non avevo accettato di intraprendere con loro questo viaggio perché mi sentissi sola. No. Io miravo solo ed unicamente alla mia libertà. La libertà non permetteva di avere legami.

Ci furono diversi attimi di silenzio. Gli attimi si prolungarono poi in minuti e nulla sciolse più quella quiete se non un ultimo sussurro.

-         Capito…-

Durante tutto il resto del tragitto non parlammo né ci guardammo ( o almeno io non lo guardai ma di lui non posso dire altrettanto).

Angolo Posta

Taila: Grazie per aver seguito la mia ficcy fino a questo punto e scusa se ho ritardato di un'anno quasi l'invio del continuo, per motivi vari (tra cui anche l'assenza della voglia di postare xD) e spero che leggerai anche questo nuovo chappy

Anzi, mi scuso con chiunque mi avesse aggiunto ai preferiti e ha notato che la fic non andava avanti. Prometto che cercherò di rimediare!!!

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