Asobi no Ame di BluRei (/viewuser.php?uid=38714)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capter 1 ***
Capitolo 2: *** Capter 2 ***
Capitolo 3: *** Capter 3 ***
Capitolo 4: *** Capter 4 ***
Capitolo 5: *** Capter 5 ***
Capitolo 1 *** Capter 1 ***
Eccomi
qui, come durante ogni torrida estate, sul muretto che guarda il mare
davanti a casa mia per godermi la frescura della notte.
Cosa
vi posso dire, pensando e guardando il mare mi sono tornate in mente
tre brevi racconti che ho scritto anni addietro. Li ho riletti e
siccome non voglio apportare modifiche, non che non ce ne sia bisogno,
ma preferisco lasciarli così, ho deciso di condividerli con
voi come piccoli racconti estivi…
Il
racconto che ho deciso di pubblicare per primo si intitola "Asobi no
Ame", l'ho scritto nel 2002 e faceva parte di un esercizio di scrittura
che abbiamo fatto nel primo club del racconto che io e alcune amiche
avevamo creato.
Vostra……………………BluRei!
1°
Caro Saturo ,
in nome della nostra
vecchia amicizia ti chiedo un grosso favore, come già ti
avevo accennato quest’estate ho bisogno di dare alla mia
piccola Ame un po’ di tregua. La mia bambina si prende cura
di sua madre dall’età di dodici anni e adesso
anche i suoi voti a scuola ne risentono tanto che ha smesso di
frequentarla per prendersi una pausa dice, ma io lo so che lo fa per la
madre. Così vorrei che tu la ospitassi per qualche tempo a
casa tua. Ti prego di ringraziare tua moglie ed i tuoi figli per la
cortesia che mi state facendo e per il disturbo che vi può
arrecare l’arrivo di un’altra persona in casa
vostra.
Continuandoti a ringraziare
e ricordandoti l'invito a trascorrere le vacanze estive con la mia
faiglia, ti mando i miei più sinceri saluti,
Hideki Akimoto
Avevo
sedici anni appena compiuti quando conobbi la famiglia Sawa. Il capo
famiglia, Saturo Sawa, era un uomo di mezza età, alto,
brizzolato e con un po’ di pancia. Somigliava molto a mio
padre. Yumiko, la moglie, non dimostrava affatto i suoi quasi
cinquant’anni, era bella e giovanile. Bassa, come quasi tutte
le donne giapponesi della vecchia generazione, ma snella ed elegante.
Sembrava una geisha in movimento. La famiglia era composta anche da due
figli. Uki²
e Shun. Entrambe molto carini. Occhi e capelli neri, naturalmente, ma
Shun, rispetto al fratello minore aveva un fascino particolare.
Portava, con molta disinvoltura, i capelli lunghi fino alle spalle e
vestiva sempre in modo molto elegante e raffinato. Insomma, era proprio
un bel ragazzo! Era estate e loro sarebbero rimasti a casa nostra per
due mesi. Papà ed il signor Sawa erano amici dai tempi
dell’università e soci in affari. Li aveva
invitati a casa nostra per le vacanze perché, questa
è la versione ufficiale, loro vivevano lontano dal mare.
Adesso so qual’era il vero motivo, presto sarei andata a
vivere a casa loro.
Si,
devo ammettere che l’idea di avere degli ospiti, soprattutto
cinque persone, si cinque, perché si erano portati dietro
anche un amico del figlio maggiore, in un periodo per me tanto
fastidioso come l’estate, non mi fece fare i salti dalla
gioia, anzi, dopo che me lo disse tenni il broncio a mio padre per tre
giorni interi. Non più di tre giorni resistevo a non parlare
con il mio adorato papà perché, dopo che la mamma
si era ammalata, lui era il mio unico confidente ed amico.
Odiavo
questo mio lato del carattere, ma quando arrivarono, li accolsi come
ogni ospite giapponese avrebbe fatto, un grosso inchino ed un sorriso a
mille denti. Dopotutto loro non aveva colpa, né della
decisione di papà, né della mia ritrosia nei
confronti della stagione in corso. Caldo e sudore, per me
l’estate era solo quello!
Bastò
uno sguardo e fui subito colpita dalla serenità e
dall’amore che si respirava all’interno del loro
nucleo familiare. A me la serenità mancava già da
molto tempo.
Iniziò
tutto quando avevo dodici anni, al ritorno dalla scuola, mamma e
papà mi fecero sedere in cucina e mi comunicarono che presto
avrei avuto un fratellino. Subito non fui felice, come avrete capito
con accolgo molto bene le novità, ma col tempo, e parlando
con la mamma, capii che quel bambino non avrebbe preso il mio posto ma
bensì avrebbe reso più felici tutti noi. Quando
giunse il momento della sua nascita, tutto era pronto ed io non stavo
più nella pelle, non vedevo l’ora di diventare la
sorella maggiore i un bel fratellino. Ma purtroppo gli avi non vollero
dare a mio padre la gioia di avere un figlio maschio. Dopo due giorni
dalla nascita, Yu, questo era il nome che avevo scelto per lui,
morì a causa di una malformazione al cuore. Da quel giorno
la mamma, piano piano, cominciò a chiudersi sempre
più in se stessa fino a quasi non parlare più con
nessuno. L’unica che può entrare nel suo mondo,
sono io. La sua bambina, la sua dolce Ame. Si siede accanto a me per
pettinarmi i lunghi capelli e sorride. Quello è
l’unico momento in cui io e mio padre possiamo vedere il suo
dolce sorriso di madre.
Non
perché cercassi particolarmente la sua compagnia, ma
perché a causa della malattia della mamma e della mia
ritrosia nei confronti del mare, passavo molto tempo in casa, passavo
molto tempo con il figlio minore dei Sawa, Uki. Anche lui non amava
particolarmente l’estate.
Oltre
ad essere nati lo stesso giorno, ci accomunavano tante altre cose,
primo fra tutte il fatto di essere nati nella stagione delle piogge. La
mia mamma, dice che mai nome fu più azzeccato del mio, Ame.
Mentre mi spazzola i capelli, l’unico suo vero momento di
lucidità, mi racconta di quando ero piccola. Dice sempre che
quando pioveva, io volevo stare vicino alla finestra e che mi
addormentavo con il suono delle gocce che battevano sui vetri. Inoltre,
anche Uki ha sedici anni, ama il cibo cinese, il nostro colore
preferito è il blu e siamo due amanti della natura. Come ho
già detto abbiamo molte cose in comune, ma io, io non avevo
occhi che per Shun, il fratello maggiore. Solare, sempre sorridente ed
elegante, insomma, non avevamo niente in comune, ma non riuscivo a
pensare ad altri che a lui.
A
lui piaceva passare molto tempo sulla spiaggia con il suo migliore
amico, Taiyoo. Le ragazze li seguivano come le falene seguono la luce e
loro si pavoneggiavano, consapevoli della loro bellezza e
dell’effetto che questa ha sulle ragazzine. Io, invece, non
facevo altro che piangere perché lui neanche mi notava. Le
mie lacrime si versavano come gocce di pioggia sulle foglie. Lui era
troppo lontano da me e dal mio mondo. Io, scura in un mondo oscuro ed
imperfetto. Loro, belli, simpatici e con un futuro brillante davanti.
Mio
padre aveva deciso! Così, qualche mese dopo, mi ritrovai a
casa dei Sawa, triste e spaesata. Li conoscevo poco e il ricordo della
loro pace e serenità mi rendeva difficile credere che sarei
stata capace di ambientarmi tra tanta composta felicità.
Ero
convinta di dover convivere con una sana invidia a causa della
splendida vita che quella famiglia viveva, ma quando arrivai da loro
quello che trovai non fu un ambiente idilliaco, la vita mi riservava
ancora delle amare sorprese. L’ombra della morte si era
insinuata in quelle vite.
___________________________________________BluRei
Spero che
l’inizio di questa storia vi sia piaciuta. Lo so è
un po’ triste ma ……….ditemi
se vale la pena di leggere il seguito. Non ho molto tempo e non vorrei
sprecarlo per qualcosa che non vi piace.
1:
“Asobi no Ame” vuol dire “Il gioco di
Ame” oppure “Il gioco della pioggia”.
Più avanti capirete il gioco di parole.
2: Uki,
stagione delle piogge.
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Capitolo 2 *** Capter 2 ***
Asobi no Ame
-Capter
2-
Arrivai
a casa dei Sawa nel primo pomeriggio. E subito iniziò la
danza degli inchini. Gli diedi il regalo che i miei genitori si erano
raccomandati tanto di non rovinare durante il viaggio e poi risposi a
tutte le loro curiosità. Perché non volevo andare
più a scuola, come mi sentivo a prendermi cura di mia madre
da sola, ecc…Tutte domande alle quali non avevo alcuna
voglia di rispondere. Avevo deciso di vivere quella costrizione come
una vacanza, ma i signori Sawa non avevano la stessa intenzione.
Volevano
psicanalizzarmi!
Se
non fosse stato per Uki avrei girato le spalle e sarei scappata nel
bosco, ma per fortuna non ce ne fu bisogno, il figlio minore di quella
famiglia perfetta mi si avvicinò e, con un gran sorriso, per
cambiare discorso, cominciò a parlarmi. Si, mi parlava senza
tenere conto di quello che i suoi genitori volevano scoprire.
“Tuo padre ha ragione! L’autunno ti rende
più carina.” Adesso ditemi voi: dovevo restare
seria e continuare a rispondere a quelle domande insidiose dei Sawa,
oppure sorridere e prendere la palla al balzo per cambiare discorso?
Beh, io optai per cambiare discorso e comincia a parlare con lui.
“Mi ricordo di te. Sei stato gentile a passare
così tanto tempo con me al mare.” I suoi genitori
capirono, perché smisero di fare domande e ci invitarono a
fare una passeggiata nel bosco.
Osservai
tutto con l’appetito di chi non mangiava ormai da giorni.
Abitavamo vicino al mare da due anni perché l’aria
salmastra sembrava fare bene alla mamma, ma io soffrivo. Il mare in
tempesta è bello da vedere, ma non c’è
paragone con il verde dei boschi e l’odore della pioggia che
bagna la terra e la vegetazione. In quel posto aveva piovuto da poco,
lo sentivo dall’odore e chiedendolo ad Uki ebbi la conferma.
Mi guardava come se fossi un’aliena, perché io
correvo in ogni dove, saltavo ed odoravo ogni albero e ciuffo
d’erba. Guardavo tutto rapita, come in un sogno. Il verde era
così verde ed il cielo era così, così
cielo. Azzurro come l’acqua, azzurro come i miei occhi!
Blateravo
ormai da ore quando mi resi conto che c’era qualcosa che non
andava. Avevo fatto il mio dovere, presentazione, inchini ed avevo dato
anche il regalo, ma qualcosa mi sfuggiva. Cosa? Lui sicuramente,
guardandomi, capì. Capì che avevo qualche
incertezza e mi parlò.
“
Immagino
che ti stia chiedendo dove sia mio fratello?” Si, me lo stavo
chiedendo e questo faceva di me una persona orribile! Lui era
così gentile con me. Ed io invece non vedevo l’ora
di poterlo rivedere. Del resto avevo accettato di fare quel viaggio
proprio con l’obiettivo di rivederlo. Di rivedere Shun, il
suo sorriso ed i suoi modi gentili. Gentili e indifferenti.
Indifferenti a me ed a tutte le ragazzine della mia età. I
ragazzi cercano sempre quelle più grandi, è una
realtà ben conosciuta!
Non
avrei dovuto essere così curiosa. Sarebbe stato meglio non
sapere la realtà! Man mano che sentivo le parole uscire
dalla bocca di Uki cercavo di estraniarmi sempre più.
Perché non pioveva? Perché l’acqua non
poteva cadere dal cielo per cancellare tutta quella tristezza! La
storia che mi
raccontò era triste e incomprensibile.
Perché tanta ingiustizia? Dopo essere tornati da casa mia,
Shun e Tayoo, il suo migliore amico, continuarono
le loro vacanze frequentando discoteche e locali notturni. Come tutti i
ragazzi della loro età erano a caccia di emozioni forti e di
ragazze. Ma una di quelle sere fu fatale. Incontrarono due ragazze e
passarono la sera in discoteca con loro. Verso le quattro del mattino,
le ragazze decisero di tornare a casa. Tayoo voleva restare a ballare
ma Seya decise che sarebbe stato più opportuno accompagnare
le ragazze a casa. Pioveva, forse avevano bevuto troppo, fatto sta che
la macchina finì fuori strada e Tayoo e le due ragazze
morirono sul colpo. Shun, lui, per sua sfortuna, furono queste le
parole che usò suo fratello, rimase vivo. Si rupe gambe e un
braccio ma gli fu risparmiata la vita. ormai dovreste conoscermi e
sapere che non avrei non potuto fare quella domanda.
“Perché, per sua sfortuna?”. Chiesi con
grande naturalezza.
Ossessione
fu la parola che descrisse perfettamente la condizione di Shun. Non
usciva più dalla sua stanza. Non era rimasto più
nulla di quel ragazzo solare e spensierato che avevo conosciuto. Non si
faceva più la barba e si lavava poco, inoltre non mangiava e
non parlava più con nessuno. Se lui avesse dato retta
all’amico e fossero rimasti a ballare, non sarebbe successo
nulla. Era questo pensiero che lo torturava giorno e notte.
“Ogni tanto io lo vedo, affacciato alla finestra, ci spia con
le lacrime agli occhi”. Quelle parole mi toccarono
l’anima. Perché un ragazzo così giovane
era costretto a spiare la vita attraverso un vetro? Perché
doveva spiare la gioia attraverso un vetro? Dovevo tornare a casa!
Volevo rivedere il suo sorriso! Dovevo aiutarlo. Avrebbe sbirciato
anche me da quella finestra? Dovevo saperlo!
Appena
tornammo a casa ebbi la possibilità di restare sola in casa.
La famiglia andò a fare compere. Mi invitarono ad andare con
loro, ma io ormai avevo ben altro di cui occuparmi. Dovevo salvare
Shun. L’altro lato di me, il mio opposto. Lui il sole ed io
la pioggia! “Ame, tesoro, è giusto che noi ti
avvertiamo, perché potresti metterti paura” mi
dissero prima di uscire, “…vedi, quando piove,
Shun comincia a fare come un pazzo. Urla e lancia degli oggetti. Oh,
non esce dalla sua camera, quindi non può farti niente, ma
è giusto che tu lo sappia”. Ringraziai con un
inchino, per me quella notizia non era un problema, io sono abituata
alle persone che cambiano il loro umore repentinamente. La mamma lo
fa spesso. Lei però, quando piove è felice.
Perché si ricorda di me!
Mentre
li salutavo, in cortile, guardai verso l’alto per vedere il
cielo. Quello era il periodo delle piogge, ed io aspettavo
l’acqua come un pesce rosso nella sua vaschetta. Guardai il
cielo, ma vidi lui. Shun osservava la sua famiglia con occhi
infinitamente tristi. Anche la mamma, a volte, sta immobile, senza
parlare e con gli occhi lucidi. Ma basta che io abbia bisogno del
suo aiuto per farla risvegliare dal torpore che la pervade. Forse, se
anche Shun
si fosse sentito indispensabile per qualcuno sarebbe tornato a vivere.
Presi il coraggio a due mani, come si suol dire, e bussai alla sua
porta. Uki aveva ragione. Se lo avessi incontrato per strada, non avrei
riconosciuto in quella larva umana il mio bellissimo Shun. Il ragazzo
dagli occhi gentili ed il viso sorridente. Sempre elegante e profumato.
Mi feci forza e lo invitai a passeggiare con me, la scusa fu, che avevo
paura di perdermi nel bosco. Forse, anzi, sicuramente lui vide lo
stupore e l’amarezza dipinti nei miei occhi e
sentì la pietà nelle mie parole così
mi rispose a tono. Con la voce più fredda e crudele che
avessi mai sentito mi intimò di uscire dalla sua stanza.
Cominciai a tremare ma obbedii al suo comando. Mi voltai di scatto ed
uscii dalla sua stanza. Corsi in giardino, non avevo paura, volevo solo
che piovesse. Un po’ di pioggia per pulire ogni cosa. Un
pò di pioggia per pulire il mio cuore.
Plin,
plin,
plin, plin,
plin
E
piovve! Piovve a dirotto. Cominciai a piangere perché
nessuno avrebbe potuto vedere le mie lacrime, la mia adorata compagna
le avrebbe nascoste. E poi, poi cominciai a giocare. Gioco spesso
sotto la pioggia. Danzo e parlo con lei. Mia madre me lo ha
insegnato. “Parla con lei, Ame. Gioca con la pioggia. Lei non
ti spintona, non vuole i tuoi giocattoli più belli, lei non
ti tradisce, lei non disillude le tue aspettative, perché
è solo pioggia!”. Si, aveva nascosto le mie
lacrime la mia amica pioggia, ma a chi le aveva nascoste? Forse a me,
ma non a lui. Non a Shun.
Shun,
che dalla sua finestra osserva il mondo e vive la vita! Improvvisamente
sentii aprire il portone, ormai ero fradicia, come al solito il mio
ombrello giaceva inutilizzato per terra, ed il gelo si stava
impossessando del mio corpo. Mi voltai lentamente e lui era li.
“Ame, torna a casa. Oramai è buio e la temperatura
si sta abbassando. Se non ti asciughi prenderai un malanno. E poi, tra
poco torneranno i miei genitori e se ti vedono in quelle condizioni
penseranno che sei un po’ pazza. Come me.”
Ho
ancora il suo sorriso stampato davanti agli occhi. Mi guardava dalla
sua finestra, e quando si era reso conto che avevo bisogno di lui era
venuto ad aiutarmi. Quando finii di fare la doccia, scesi in cucina,
avevo voglia di qualcosa di caldo e, e lui era li. Era in cucina e mi
aveva preparato una tazza di cioccolato caldo.
Una
volta che avevo fatto il primo passo, non potevo certo tirarmi
indietro,
così feci un altro passo. Osai! “Anche secondo te
sono strana? Si, perché gioco con la pioggia!”,
sapete cosa mi rispose? Anch’io fui sorpresa, “Con
un nome come il tuo non puoi fare altrimenti! E non fare caso a chi
pensa, o dice che sei strana. Al mondo siamo tutti diversi, ed
è proprio questo il bello del fare nuove amicizie. Poter
incontrare sempre persone che hanno qualcosa da insegnarci.”
Avevo voglia di piangere, ma non lo feci. Non volevo che lui pensasse
di aver sbagliato nel dirmi quelle cose. Anche perché non lo
aveva fatto! Mi limitai a sorridere e a ringraziarlo perché
le sue parole mi avevano rincuorato. “Tutti gli uomini sanno
dare consigli e conforto al dolore che non provano¹”.
Non
disse altro, ma per me fu chiarissimo. Nessuno può
confortare un dolore che non ha provato come nessuno può
confortare se stesso. C’è sempre bisogno di un
amico accanto che ci tolga dal cuore la tristezza e che ci aiuti a
vivere malgrado la vita! Fino all’ora di cena restai in
camera mia. Pensando a lui ed alle sue parole mi addormentai. Fu
verso le nove che qualcuno bussò alla mia porta. Era Uki, mi
urlò di alzarmi e di scendere in cucina. Shun aveva
preparato la cena
ed era seduto a tavola con tutta la famiglia. Scesi di corsa. Non so
cosa lo avesse spinto, ma era li, e questo mi bastava. I suoi genitori
non dicevano nulla, ma la signora Yumiko aveva gli occhi pieni di
lacrime ed io li osservavo. Forse avrei potuto rivedere il sorriso su
quegli occhi di ebano.
______________________________BluRei
estate…
nota:
1:
questa frase è di William Shakespeare
Grazie per le tante
letture, non me le aspettavo. Ed ora un ringraziamento particolare a
chi a recensito:
Celestellina:
no, non scherzavo affatto. E' un vecchissimo lavoro ed avevo paura che
non sarebbe piaciuto...sai gli amici ti fanno i complimenti ma tu come
fai a sapere se piacerai ad altri? Mi fa molto piacere averti trovato
presente anche in questa storia...non eri ancora arrivata e
già mi spronavi a continuare...grazie! Ho cambiato solo
stile di questa storia...c'erano dei dialoghi che ho trasformato sotto
forma di narrazione per fare qualcosa di diverso...al tuo occhi di
lince non sfugge niente. Grazissimo per averla messa tra i preferiti...
Sheila:
Spero di aver sedato la tua curiosità...la storia continua
ad essere triste...se ti va seguila ma non ti deprimere...mi
raccomando...Per quanto riguarda il seguito di Idol devi aspettare dopo
l'estate...io ho bisogno di climi temperati per creare...devi dire
grazie che ho scritto tanto fino a pochi mesi fa, altrimenti adesso non
leggeresti neanche "Cuori di cristallo"...abbi pazienza...sei sempre la
solita! (Io ho aspettato invano la tua recensione al capitolo otto?
Adesso aspetta tu!) ihihihihihih!
Lametta:
Paragonarmi a Banana Yoshimoto è troppo...però
è vero l'atmosfera un pò ricorda le sue
opere...anche se io mi sono ispirata all'atmosfera dell'OAV di Oniisama
e...di Riyoko Ikeda...Grazie per i complimenti e per aver recensito
così velocemente io proprio non ci credevo. Quando ho visto
il nome di una nuova lettrice mi è preso un colpo. Se il
seguito ti piace continua a leggere e fammi sapere...fammi sapere anche
se c'è qualcosa che non va....
Lar185:
Grazie per i complimenti, sono contenta che anche tu abbia usato un
pò del tuo tempo per leggere e recensire una mia storia...lo
ritengo importante e prezioso...fammi sapere...
Kaoru:
lo sapevo che non ce l'avresti fatta ad aspettare...sei sempre la
solita...però vedo che stavolta ti è sfuggito
qualcosa...aiaiaiai stai invecchiando...grazie per aver fatto una
recensione doppia e per aver incitato gli altri a recensire...Vuoi
forse formare un fanclub? So che tu conosci già questa
storia quindi ti ringrazio per averla comunque letta ed accolta con
tanto entusiasmo...A quando una tua originale?
BabyzQueeny:
Adori il mio modo di scrivere? Tu mivuoi uccidere...questo è
un complimento che lascia senza fiato. Io, da parte mia, me lo prendo
tutto e continuo a scrivere cercando di non deludervi...grazie...
E un grazie a sasamy
che in silenzio, perché? Perché? mi segue sempre.
p.s.
Ho un indizio per
tutte voi: nei paragrafi trovate nascosto il titolo di ogni
capitolo…nelle vostre recensioni provate a
rispondere………………
Come si intitolano
il 1° ed il 2° capitolo?
p.s. 2°
Siccome ho un dubbio vorrei chiedere a voi che leggete se vi appare il
titolo dell'opera in grande con una decorazione di foglie in toni blu,
accanto. Qualcuno mi ha detto che nel suo computer non compare e
siccome l'ultimo capitolo conterrà una illustrazione devo
sapere se ne vale la pena. Cioè se voi la vedrete...Grazie!!!
|
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Capitolo 3 *** Capter 3 ***
Asobi no Ame
Alla sua
famiglia non seppi cosa
dire. Tutti erano convinti che fossi io il motivo del cambiamento di
Shun, ma come potevo credere ad una cosa del genere? Com’era
possibile che un essere tanto insignificante quanto me, lo avesse
potuto riportare alla vita. Raccontai dell’accaduto, del no
secco che aveva risposto alla mia richiesta di uscire, ma non
cambiarono la loro posizione. Del resto, come posso biasimarli, se io
trovassi una cura per la malinconia di mia madre non me la lascerei
scappare!
Shun, però, disilluse
tutte le
nostre aspettative. Con lui si facevano un passo avanti e due passi
indietro. Come vi ho già detto, era cominciata la stagione
delle piogge e quindi, quasi ogni giornata era uggiosa e questo si
rifletteva sul suo umore. Pranzava e cenava con la famiglia, e questo
era il passo avanti, ma non parlava con nessuno. A dispetto di quello
che pensavano gli altri, non lo faceva neanche con me!
Oziai per più di tre
settimane, passavo le mie giornate correndo sotto la pioggia e facendo
lunghe passeggiate con Uki, ma presto lui dovette ricominciare la
scuola. Ed io? Cosa avrei dovuto fare io? Inutile dire che i signori
Sawa non potevano permettere che un talento come il mio fosse sprecato,
così la signora Yumiko cominciò a darmi lezioni
di grammatica, storia, geografia ed inglese, sul tavolo della sua
cucina. La mattina studiavo, verso le undici mi mandava in camera mia
con degli esercizi da svolgere, così lei poteva cucinare, e
nel pomeriggio…e no…di pomeriggio ero libera di
vagare per i boschi! Mai avrei accettato di restare rinchiusa in casa
durante la stagione delle piogge!
Badavo sempre a guardare verso
la finestra della stanza da letto di Shun, ma lui si nascondeva dietro
le tende scure. Però, in fondo al cuore, sapevo che era
lì e che mi stava guardando. Mi guardava, e cercava di
vivere la mia vita stramba attraverso i vetri opachi e gelidi di quelle
finestre, senza sbarre ma ugualmente capaci di imprigionare. Era una
mattina di novembre quando restai in casa da sola perché la
signora Yumiko doveva uscire per fare la spesa. Mi aveva lasciato degli
esercizi di geometria, si perché con il passare dei mesi le
lezioni si erano evolute verso materie più difficili, io ci
capivo poco, così, forte della mia caparbietà,
mista ad incoscienza, andai nella sua stanza per chiedergli aiuto. Non
ci crederete, ma, mi fece sedere alla sua scrivania e mi
spiegò gli esercizi. Presi quel gesto come un piccolo passo
avanti ed osai ancora di più. Scordandomi completamente che
presto sarebbero arrivati i passi indietro! Tutti i pomeriggi andavo
nella sua stanza con la scusa di farmi spiegare qualcosa. Anche la
più semplice!
Ignoravo il motivo, ma piano
piano, quelle visite divennero sempre più confidenziali. No,
no, lui non mi parlava delle sue cose intime. Ero io ad aprirmi a lui.
Completamente. Come un girasole si apre al sole, così io,
esponevo le mie ferite al suo sguardo cinico ed indifferente.
Nel frattempo, non mi accorgevo
che, accanto a me, c’era qualcun altro che mi osservava. Che
guardava, con occhi sinceri ed innamorati i miei giochi sotto la
pioggia, ma io ero troppo cieca ed assorta nella mia battaglia
personale contro l’indifferenza, per rendermene conto.
Combattevo contro la freddezza che mi veniva rivolta ma, a mia volta la
propinavo ad un’altra persona. Si può essere
più ciechi? Si!
Ovunque io andassi lui mi era
vicino. Ormai non riuscivo quasi più a passeggiare da sola
nel bosco. Non che questo fosse un grande problema, perché
lui, un po’ come tutti quelli nati nella stagione delle
piogge, era taciturno. Se io non gli rivolgevo una domanda, oppure non
davo segno di voler intavolare una discussione, lui mi camminava
accanto in silenzio, contemplando i colori autunnali della natura ed i
suoi profumi persistenti.
Avevo capito che dietro quei
silenzi c’era qualcosa di più. Sono un
po’ lenta, si, ma non stupida! Nessun ragazzo, per quanto
taciturno ed amante della natura, passa le sue giornate accanto ad una
ragazza, stramba per giunta, senza provare qualcosa per lei. Ma io lo
ignoravo, se fossi stata tanto brava a far finta di niente, forse anche
lui si sarebbe convinto dell’inesistenza di quel sentimento!
Ma la pensavo così
solo perché quelle emozioni non erano le mie! Se fosse stato
Shun a provare per me quell’indifferenza che io riservavo ad
Uki, cosa avrei fatto? Forse non avrei potuto più arrestare
le mie lacrime.
Esitai quando mi fece quella
domanda: “Stasera dei miei amici hanno organizzato una festa,
vuoi venire con me?”. Non c’era nulla di male!
Andare ad una festa con lui non voleva certo dire che stavo
incoraggiando i suoi sentimenti per me! Ma poi, anche i suoi genitori
mi comunicarono che quella sera sarebbero usciti. Sarei rimasta da sola
in casa con Shun. La decisione fu facile da prendere.
Solo
che a pensarla così non ero l’unica, Uki, mentre
tornavamo dalla solita passeggiata, mi si avvicino, e , con sguardo
pietoso: “Resti per stare da sola con Shun, vero?”.
Il sangue mi si gelò nelle vene. Ero davvero così
trasparente? Questo vuol dire che anche Shun se n’era accorto?
"Ho capito già da
qualche tempo che lui ti piace. Da come lo guardi e da come ne parli.
E’ normale, lui è bello, elegante e carismatico,
però, voglio che tu sappia che io vedo in te, una persona
bella, elegante e carismatica. Mi piaci Ame!”
Mormorò quelle parole tutte d’un fiato e poi corse
verso casa.
Un fratello. Era questo che
vedevo in Uki! Piansi per lui, perché sapevo cosa volesse
dire amare senza essere ricambiati, amare senza essere visti. La
pioggia cominciò a cadere ed io iniziai la mia danza. Avevo
l’ombrello, ma ormai dovreste sapere quale fu la sua fine. Lo
gettai per terra e cominciai a danzare. Giravo…giravo
e…giravo. Fino a far inzuppare, dalla mia gelida amica,
persino le mie ossa.
Non ricordo cosa successe. La
mia solita crisi mistica. Quando riaprii gli occhi ero riversa per
terra, un piede mi si era incastrato in una radice, la caviglia mi
faceva male e sentivo freddo. Sono queste le sensazioni che ricordo!
Era quasi buio quando vidi una
figura corrermi incontro. Non aveva ancora smesso di piovere. Ma lui,
preoccupato, venne a cercarmi nel bosco. Quando il fratello giunse a
casa senza di me, non gli diede peso, ma quando cominciò a
piovere, e vide, che dopo ore, io ancora non tornavo, corse fuori a
cercarmi. Un altro miracolo direte voi. Si, un miracolo. E non fu
l’ultimo!
Un sogno! Non poteva essere che
un sogno. Mi prese in braccio e mi riportò a casa. Fu molto
gentile, mi aiutò a salire in camera, a cambiarmi e mi
curò la caviglia con del ghiaccio e della pomata. Mi
portò anche il the, ma non fu questo a stupirmi.
“Sei molto alta per la tua!”. Sapete cosa vuol
dire? Vuol dire che lui mi osservava. Non guardava solo quello che
facevo, ma com’ero. Mi venne un dubbio. Forse aveva fatto
quell’osservazione perché gli ero sembrata
pesante. Non potei fare a meno di domandarglielo! “Se
consideri l’altezza, il tuo peso è giusto! Sono i
tuoi capelli che pesano tanto!”. Sorrise. I suoi occhi
d’onice si illuminarono e tutto il suo viso
avvampò d’emozione. “Lo so che sono
troppo lunghi, ma sono l’unica cosa che lega ancora mia madre
alla realtà. Lei spesso si perde. Non si ricorda
dov’è, chi è, e neanche chi siano le
persone che le stanno intorno. Così, io mi avvicino, le
porgo la spazzola e lei, sorridendo, comincia ad intonare una
ninna nanna che mi cantava quand’ero piccola.”
Rimasi immobile ad osservarlo perché mi piaceva vedere
quegli occhi pietosi. Gli unici occhi pietosi che adoravo! Ma
lui prese il mio silenzio per un’arrabbiatura e ricomincio a
parlarmi. “Mi piacciono i tuoi capelli! Soprattutto quando
sono bagnati! Sono come il cielo di notte. Mi piace anche come
vesti.” Non ci potevo credere e glielo dissi. “Mi
prendi in giro? Io in confronto a te sembro una stracciona. Non bado
mai molto a quello che indosso. Mio padre dice sempre che vivo fuori
dal tempo” No, non si stava prendendo gioco di me, era
sincero. Il suo sguardo me lo confermò, e le sue parole lo
sottoscrissero. “ I tuoi vestiti dicono che sei una ragazza
ricca di vita, di fantasia, che sei dolce e gentile. È vero,
sei fuori dal tempo. Come hai detto tu, io ero sempre elegante, ma i
miei vestiti ed il mio modo di vivere non facevano altro che gridare il
vuoto che avevo dentro.” Restammo in silenzio a contemplare
quelle parole che ancora vibravano nell’aria. Era dunque
questo che pensava di se stesso?
Kyoto mi era sempre piaciuta, ma
quando i signori Sawa decisero di andarci in vacanza per il fine
settimana, divenne la mia città preferita in assoluto.
Decisero di partire, perché Shun ormai sembrava stare
meglio, conversava con tutti tranquillamente, ed anche le sue crisi
dovute alla pioggia erano svanite. Solo non voleva uscire. Non aveva
nulla da raccontare al mondo, ed il mondo non aveva bisogno di lui. A
tutti noi, bastava questo!
I
fatti che accaddero durante l’assenza dei signori
Sawa, subito mi sembrarono senza via d’uscita. Un eterno
dolore. Piansi infinite lacrime, ma adesso, a mente fredda, mi rendo
conto che furono solo degli stupidi eventi che portarono tutti noi a
ciò che siamo oggi!
______________________________BluRei
estate…
Scrivo
questa nota per rispondere un po’ a tutte le vostre
affermazioni. Come ho già detto nel primo capitolo, questo
lavoro è stato fatto molti anni fa ed era un compito del mio
club di scrittura. Le regole per scriverlo erano tante: dovevo riempire
solo venti pagine di quaderno (quindi non c’era modo di
sviluppare per filo e per segno le vite dei personaggi oppure di
allargare la trama); dovevano esserci cinque personaggi secondari e due
protagonisti, una poesia scritta di proprio pugno
ecc…ecc…ecc… Per scriverlo sono stata
ispirata da uno dei miei OAV preferiti, Oniisama e…, dove la
pioggia e la tristezza la fanno da padrone. Capisco che i personaggi vi
sembrino già visti o conosciuti perché un
po’ tutti i ragazzi dei manga sono carismatici, carini e
dannati come Shun, e tutte le ragazzine sono ingenue, simpatiche e
carine come Ame. La difficoltà del creare questa storia non
stava nella trama. Cioè nel creare una storia nuova e
sbalorditiva, ma nel riuscire a scrivere qualcosa di buono ed
interessante, seguendo tutte le regole che ci eravamo poste. Prima fra
tutte la lunghezza! (O cortezza che dir si volgia!) Vi assicuro che
è difficile scrivere qualcosa di interessante in venti
pagine, perché non sono poche, ma non sono neanche tante.
Come ho già detto, non volevo stupire nessuno, ma solo
condividerla con voi. Per questo avevo il dubbio sul continuarla o
meno, ma visto che vi è piaciuta adesso non ho dubbi. La
finirò. Tanto mancano solo due capitoli.
E adesso,
cominciamo con i ringraziamenti:
BabyzQueeny:
Come hai potuto leggere in questo capitolo, si, le cose a
casa Sawa cambiano in fretta e continueranno così fino alla
fine. Grazie per aver cominciato a leggere anche questa mia storia e
per l'apprezzamento che dimostri di continuo.
Celestellina:
Sono contenta che le mie idee ti siano piaciute e che hai
partecipato al concorso: Indovina anche tu i titoli nascosti di Asobi
no Ame. (scherzo, non c'è alcun concorso. primo
perchè non saprei cosa mettere in paòio e secondo
perchè non saprei come farvi arrivare il premio.
Però potreste sempre farmi una richiesta per scrivere una
storia. Qualcosa che ti piacerebbe leggere) Ma bando alle ciance...tu
mi vuoi morta! Ti sembrano frasi da citare quelle? Quando l'ho letta
non credevo ai miei occhi. Ti ringrazio infinitamente per il
complimento, ma come ti ho detto, tu sei l'artefice di buona parte
della mia ispirazione. ho una domanda da farti...mi fido e ci tengo al
tuo giudizio...mi è stato detto che i tempi verbali del mio
racconto, anche se non sono sbagliati, sono traballanti e che rendono
la storia strana. Tu che ne pensi?
Eylis: Questa
è una recensione alla quale rispondo con molto piacere.
Primo, non ti odio per l'osservazione che hai fatto sul titolo. Come
potrei odiare qualcuno solo perchè corregge un mio errore?
Mi sa che forse hai ragione tu, non sono sicura neanche io, ho trovato
questa frase su un giornale che parlava di manga e l'ho usata...non
posso dirti altro, ma accetto una chiarificazione da chiunque ne sappia
di più. Questo però non vuol dire che
cambierò il titolo. L'opera è già
scritta e finita da anni...non si finisce mai d'imparare, giusto? Credo
che questo sito mi piaccia proprio per questo...scrivendo in
continuazione e leggendo i vostri pensieri e consigli, posso crescere
come scrittrice. Ed è solo questo che mi importa. Quindi,
tra noi è tutto come prima, anzi ti apprezzo molto! Ci tengo
anche a sapere se in seguito la mia idea continuerà bene
senza sembrare forzata...(intendo il titolo nascosto). Per quanto
riguarda i tempi verbali, sono dovuti al fatto che Ame parla con noi,
oggi, e ci racconta di quello che le è successo in passato.
Devo confessarti che a me piace scrivere in questo modo, e che
è la prima volta che qualcuno mi fa un appunto del genere.
Se vuoi e puoi, leggi le altre mie storie e fammi sapere,
perchè sei un critico molto attento!
Kikkina90:
*o* *o* *o*!!!! Ho le stelline negli occhi, non ti sembrano
troppi tutti questi complimenti? Sappi però che li apprezzo
molto. Soprattutto sono contenta che ti sia piaciuta la mia
interpretazione della frase di W. Shekaspeare. E' vero, Ame mi somiglia
molto, anche se io non prendo le cose così a cuore come lei!
sono molto più celebrale...a volte è un difetto,
ma scrivere mi aiuta, come dici anche tu, ad imparare a provare alcuni
sentimenti. le descrizioni che ti piacciono sono le uniche cose che ho
aggiunto, come ho scritto più sopra, avevo poche pagine a
disposizione e dovevo essere stringata, ma adesso mi sono data alla
pazza gioia! Vale anche per te la domanda che ho fatto a Celestellina.
Quella sui tempi verbali. Anche tu se vuoi puoi esprimerti su quello
che vorresti leggere, visto che hai vinto il concorso!
ihihihihihih!!!!!!!
Lametta: Grazie per i tanti complimenti
e per aver continuato a leggere e recensire. per quanto riguarda Shun
credo di aver risposto all'inizio, ma mi piacerebbe sapere
qual'è il personaggio di cui parli tu. Forse lo conosco
anch'io e mi sono lasciata ispirare...Fammi sapere cosa pensi di questo
capitolo...
Sheila84: Niente!
Tu non hai vinto niente! Non sei neanche libera di scegliere una storia
che vorresti leggere! Primo perchè so che diresti: "il
seguito di Idol", e secondo perchè tu ed io abbiamo un
contenzioso ancora aperto...quindi non vinci niente! Grazie comunque
per i complimenti e fammi sapere quando ti sei appassionata
così interrompo anche questa storia!
Ihihihihihihihih!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Kaoru:
Ho vinto qualche cosa? Niente, niente. Stupidottera quello
che ti è sfuggito sono i titoli nascosti! Stai propiro
invecchiando! Grazie per i complimenti!
Lar185:
Vi avevo chiesto se ne valeva la pena e voi avete risposto
calorosamente, come potevo non continuarla. Spero che questo capitolo
ti piaccia. Grazie anche a te per i complimeti!
Ringrazio
anche tutti quelli che leggono senza recensire, perchè?
perchè? E a tutti quelli che hanno messo “Asobi no
Ame” tra i preferiti:
- Celestellina
- Sheila84
-
Sasamy (Vedo con piacere che
mi segui sempre. Fammi sapere anche il perchè!),
- _BiMbA_
- Kaoru.
Cucciola
Laprinc, dove sei? Fammi saper se questa storia ti piace.
Scusatemi
se ve lo chiedo ancora, ma si vede il titolo “Asobi no
ame” con intorno delle foglie nelle tonalità dei
blu? E’ necessario che lo sappia perché devo
aggiungere un disegno alla fine. Grazie!
ciaociao
|
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Capitolo 4 *** Capter 4 ***
Asobi no Ame
-Capter
4-
Appena
i signori Sawa furono abbastanza lontani, Uki cominciò
subito a parlare di feste e divertimento, ma io avevo già
dei piani ben precisi: trascorrere tutto il mio tempo libero accanto
a Shun! No, non ho sbagliato, non volevo dire, con Shun,
perché io non stavo con lui, gli stavo solo accanto. A volte
neanche parlavamo. Stavamo seduti in silenzio e fissavamo il mondo
dalla sua finestra.
Shun
fu irremovibile. In casa non si sarebbero tenute feste! Lui non era in
vena di festeggiare e poi, i suoi genitori non avrebbero gradito. Non
immaginavo che potesse essere così rispettoso. In fondo
sarebbe stata una piccola festa tra adolescenti, ma non ci fu modo di
convincerlo. Ed io ne fui contenta! Una scusa in meno da inventare per
rifiutare l’invito di Uki.
Ogni
giorno cercavo di convincere, Shun ad uscire con me, ed Uki a farmi
uscire da sola. Le mie passeggiate nel bosco continuarono, era
l’unico momento in cui riuscivo a stare sola con me stessa e
a pensare al mio “non rapporto” con Shun. Mi ero
convinta di essere speciale per lui e cercavo un modo, uno qualsiasi,
per farmi aprire il suo cuore.
Benché
io avessi questa convinzione, lui non si era mai espresso al riguardo.
Uki mi aveva confessato apertamente i suoi sentimenti: “Mi
piaci.”. Ma Shun, lui cosa mi aveva detto? Che gli piacevano
i miei capelli e che sono una ragazza ricca di fantasia!
Nient’altro! Lui mi considerava una ragazzina. Unica si,
strana anche, ma una ragazzina.
I
giorni si susseguivano tutti uguali ed io avevo quasi perso la
speranza. Come potevo competere con un ricordo tanto persistente ed un
senso di colpa che si attacca nelle viscere e non ti da modo di vivere.
“Non
puoi continuare a vivere chiusa in quella stanza. Tu ami passeggiare e
vivere all’aria aperta. Lui è un egoista! Dovrebbe
pensare anche al tuo bene. Come puoi essere innamorata di un uomo che
ti ignora?”
Ogni
sua parola arrivò alle mie orecchie come una sferzata
d’acqua gelida. Come pioggia d’inverno. Sapevo che
aveva ragione, io non avevo nessuna speranza di essere amata da lui, ma
come potevo rinunciare? Il certo per l’incerto! Uki, al posto
di Shun! Facile da dire ma difficile da accettare! Difficile da far
ammettere al mio cuore caparbio e cieco.
Aveva
accettato di parlare con me, ed era uscito dalla sua stanza dopo. Per
venirmi a cercare era anche uscito di casa. Mi aveva portata in salvo
in braccio e poi mi aveva fatto dei complimenti. I primi che ricevevo
da un ragazzo. Cioè, i primi che ricevevo da un ragazzo che
mi piaceva veramente! Come potevo rinunciare al suo sorriso ed ai suoi
modi gentili? A quell’aria assente e lontana che mi era
rimasta dentro e che aveva colmato la mia anima?
Mi
ero convinta che mancasse poco. Ancora qualche passo e sarei riuscita a
toccare il suo cuore ferito. Ancora qualche passo, e avrebbe teso le
sue mani verso me! Ma poi accadde quell’imprevisto. Un altro,
l’ennesimo della mia giovane vita. Shun sentì una
delle tante conversazioni tra me e suo fratello.
Era
destino che andasse così!
Io
ed Uki parlavamo sempre di tante cose: della scuola, delle prossime
vacanze, dei suoi amici, delle feste alle quali andava la sera, del
bosco e dei miei giochi con la pioggia. Allora perché lui
aveva dovuto sentire proprio quella conversazione? “Immagino
che non vorrai venire con me neanche questa volta, ma, visto che domani
tornano i miei genitori, potresti fare un eccezione?”
“Oggi
è l’ultima volta che posso stare da sola con Shun,
e proprio non me la sento di lasciarmi scappare questa occasione. Sento
che sono vicina ad arrivare al suo cuore”
“Non
mi aspettavo una risposta diversa. Volevo solo che tu sapessi che ci
tengo ancora a te. Ad averti accanto. Ma se tu pensi che non riuscirai
mai a guardarmi come guardi lui”. “No,
mai!”
Osservò
i miei occhi per un lungo e interminabile istante. Avevo calpestato i
suoi sentimenti e non si può essere felici passando sopra
alla tristezza di chi ci sta accanto! E questo Shun lo sapeva bene! Il
suo migliore amico era morto, come poteva gioire della vita? Ne ebbi la
conferma l’indomani mattina.
Non
badai ai sentimenti di Uki, e diedi per scontato quelli di Shun, e
questo fu l’inizio della fine. Salii in camera di Shun nel
primo pomeriggio. Il cielo si era già preparato al peggio.
Una tempesta si stava avvicinando minacciosa. Io ero convinta. Volevo
uscire sotto la pioggia con lui! Volevo renderlo partecipe
della mia passione. Volevo che mi stesse accanto senza abbandonarmi mai
più.
“Ti
ho già detto che non voglio uscire! L’altra sera
avevo un valido motivo, oggi no!”…“Cosa
vuol dire che non hai un valido motivo? Tu ed io non siamo un motivo
più che buono? La mia e la tua felicità, non sono
un valido motivo? Il nostro amore”…“IO
NON VOGLIO E NON POSSO ESSERE FELICE!”…
“Allora fallo per amore
mio”…“Ame, io non ti amo!”
“Io
non ti amo!”, quelle parole furono difficili da accettare, ed
ancor più lo fu la sua indifferenza davanti alle mie lacrime
ed alla mia disperazione.
Andai
in camera mia e cominciai a distruggere tutto quello che mi capitava a
tiro. Pazza! Sembravo una pazza. Qualcosa dentro di me si era spezzato.
In quel momento mi sembrava di riuscire a capire i sentimenti di mia
madre. Niente sarebbe mai più tornato come prima. Prima
dell’estate. Prima del mio arrivo a casa dei Sawa. Prima di
Uki e prima di Shun. Poi, improvvisamente, arrivò lei. La
mia amica. La pioggia. Pronta a risollevarmi ed a ridestare la mia
ragione. Corsi fuori e…e poi non ricordo più
nulla!
Mi
piacerebbe raccontarvi che Shun corse fuori dalla sua stanza
infischiandosene delle sue stupide regole e della sua testarda
solitudine, ma questa volta lui non lo fece. Fu Uki che mi
trovò e mi riportò a casa. Dalla mia stanza li
sentivo urlare. Sentivo che stavano litigando a causa mia. Cercai di
nascondere la testa sotto il cuscino. Ma quelle voci, squillanti ed
angeliche, mi raggiungevano, implacabili e crudeli. “Se fossi
al tuo posto, io farei qualsiasi cosa per lei. Ma lei vuole te, e tu
cosa fai? La respingi. La fai piangere. Mi fai una rabbia! ”.
“ Non puoi prendertela con me per questo. Io l’ho
rifiutata, se la vuoi, prenditela! ”. “ Shun, ti
odio! Hai sempre avuto tutto nella tua vita, ma per te, tutto non
è mai abbastanza e continui a commiserarti. Forse Tayoo
aveva più diritto di te di vivere! ”
Orribili.
Quelle parole erano orribili. Due fratelli non dovrebbero mai arrivare
a parlarsi in quel modo. Purtroppo, i genitori di Shun ed Uki
arrivarono proprio in quel preciso momento, ed io non posso proprio
biasimarli per la decisione che i signori Sawa presero dopo aver
sentito pronunciare quelle parole dai loro figli.
________________________BluRei
estate
Beh, siamo quasi
giunti alla fine di questa storia. Il prossimo sarà
l’ultimo capitolo. Voglio cominciare a ringraziare tutti
quelli che hanno letto questa storia e che mi hanno spinta a
continuarla. Non pensavo che avrebbe avuto tanto successo. Grazie di
cuore!
BabyzQueeny:
Tu sei sempre molto gentile, positiva e prodiga di complimenti...Grazie
dal profondo del cuore...anche se la leggessi solo tu la
continuerei...come si può deludere un lettore tanto solerte?
Non voglio che tu abbia brutte sorprese ma questo purtroppo
è il penultimo capitolo, ma non ti preoccupare ho
già pronta un'altra storia che spero vorrai leggere. Un
bacione!
Laprinc:
gioiello mio...benarrivata, lo sai che mi mancavi? Mi sono detta: alla
mia principessa questa storia non è piaciuta. Non ti
preoccupare non ho nulla contro di te, e che l'estate mi rende
insofferente e "scuzzunaria". Sapevo che i pensieri di Shun,
sull'apparire ti sarebbero piaciuti....adesso pazzerella mia goditi il
seguito...però non so se saprò stupirti!
Celestellina:
Addirittura hai fatto un hit parade...questa tua consuetudine, che
molte hanno seguito, mi rende molto felice. Sono contenta di riuscire a
scrivere qualcosa che resta nella mente di chi legge. ti è
piaciuta l'idea che ho avuto per la K? Non sai quanto è
stato difficile questo capitolo dal titolo chilometrico....Passiamo
adesso alla tua risposta sul problema scorrevolezza...intanto ti dico
che sei stata, non solo chiarissima, ma anche professionale. Devo dirti
che non mi aspettavo un'arringa tanto infuocata e
tecnica...complimentissimi ed ancora grazie...Davvero hai pensato alla
mia storia mentre eri in vacanza? E' un grande onore...Ma veniamo
adesso alla tua richiesta...paza, paza, paza....mi hai messo nei guai.
Io sono giappone dipendente...ma le sfide mi piacciono e l'accetto
volentieri. Non ho ancora nessunissima idea, ma va bene! Mi dispiace
che tu non riesci a vedere le immagini cercherò di metterle
nel mio accaunt così le vedrai...ci tengo!
Sheila84:
E' vero, non ci può essere un lieto fine per tutti...mi fa
piacere che la mia storia ti piaccia e che le mie regole, che tu hai
deliberatamente ignorato, ti abbiano fatto mangiare il fegato. In
verità ad oggi, il contenzioso è
finito....accidenti...devo trovarne un altro...altrimenti come
sopravvivo senza prenderti in giro?
Lametta:
Devo dirti che neanche io ho capito bene la piccola, lunatica Ame...ed
è colpa mia, perchè a causa delle regole,
peraltro imposte da me, non ho avuto modo di sviluppare il carattere
dei personaggi al meglio...ma la sfida è questa...piacere
anche senza avere tutto chiaro e sotto controllo. Purtroppo il
personaggio di cui parli non lo conosco ma cercherò di
documentarmi. Grazie per aver continuato a leggere la mia storia e per
le recensioni
Kaoru:
Come tu ben sai i ragazzi romantici mi piacciono e ne ho un esempio in
casa quindi la mia fantasia viene alimentata di continuo...Grazie...ma
come fai a non perderti niente anche quando sei in viaggio? E'
vero...dove il cuore vuole trova luogo...
ireat:
ma grazie...ma sei sicura di quello che hai detto? Una che scrive
poesie come le tue non può invidiare nulla...sei un genio!
Devi sapere che il club esiste ancora...si evolve, si trasforma, cambia
nome ma esisterà finchè io avrò
intatte le mie facoltà mentali! Anzi...sto pensando di
portarlo all'interno di EFP...vedremo. Mi raccomando, fammi sapere se
il seguito di piace...
ciaociao
|
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Capitolo 5 *** Capter 5 ***
Capter
5
Abbracciai
la signora Yumiko a lungo, e lei mi baciò piangendo. Capivo
il suo tormento. Non voleva sbarazzarsi in quel modo di una ragazzina,
che per giunta aveva la madre malata, ma non poteva neanche permettere
che i suoi figli si odiassero a causa di una estranea. Si, capivo il
suo tormento, ma non potevo fare a meno di lasciarmi colmare dalla
disperazione. Le lasciai due lettere, e le chiesi di darle a Shun ed
Uki. Volevo salutarli, ma non volevo che leggessero nei miei occhi la
tristezza. Quella tristezza di cui loro erano artefici.
“Shun,
non dimenticherò mai la dolcezza dei tuoi occhi. Avevi
ragione. Credevo di poterti consolare e darti conforto. Ma io non ho
mai provato un dolore come il tuo e quindi non sono capace di aiutarti.
Sono stata insensibile ed egoista. Se puoi perdonami. Però
una cosa voglio dirtela, la morte di Tayoo non è colpa tua.
Come non è colpa del mio fratellino se mia madre si
è ammalata! Le cose capitano, e bisogna andare avanti. Tutti
soffrono, e tutti si nascondono. Mia madre si è nascosta nel
silenzio e nell’indifferenza, tu lo fai dietro una finestra,
in una stanza buia e vuota ed io, io mi lascio nascondere dalla
pioggia, che come un’amante complice, sottrae alla vista
degli altri, le mie lacrime, salate e calde, mutandole in acqua
ristoratrice. Ma la pioggia cessa Shun, ed io devo tornare a vivere
nella mia realtà. Anche tu un giorno dovrai abbandonare
quelle stanze. Incontrerai gli occhi sognanti di una donna e li
seguirai. Posso solo rammaricarmi di non averti saputo mostrare i miei
occhi sognanti e di non essere io quella donna”
“Oggi
vado via, ma non voglio che tra noi tutto finisca. Sei stato un amico
prezioso. Grazie per le splendide passeggiate nei boschi. Grazie per
aver saputo ascoltare in silenzio la mia malinconia. Grazie per aver
tentato di farmi ragionare. Ma Amore è un dio impietoso, e
non ti da modo di pensare, di scegliere o volere. Sei un amico! Lo so
che queste parole possono arrivare al tuo cuore come una pioggia gelida
e crudele, ma sappi che per me la definizione di amico è
sempre stata preziosa. Uno dei termini più belli, che vuol
dire complice, compagno e sostegno! Ed è questa la parola
che vorrei usare quando parlo e penso a te. Ancora, ancora ed ancora,
in futuro e per sempre”.
Beh,
adesso sono a casa mia. Mia madre continua a spazzolarmi i capelli e a
sorridermi di tanto in tanto. Io so, che in quell’unico
momento, il ponte tra me e lei si costruisce, così noi due
torniamo ad essere madre e figlia. Un semplice gesto, niente di
più! Allora perché io non sono riuscita a trovare
quel gesto con Shun, a costruire quel ponte?
I
pensieri che affollano la mia mente sono sempre gli stessi ma non posso
lasciarmi portare alla deriva. Non posso abbandonarmi a ricordi
disperati. Posso solo amare i miei genitori e lasciarmi amare. Forse un
giorno anch’io incontrerò due occhi innamorati,
sinceri e pronti ad amarmi incondizionatamente! Ma adesso, adesso so
solo amare lui. Il mio Shun dagli occhi d’ebano. Duri e
tristi. Il mio Shun dal cuore di cristallo e ghiaccio.
Non
voglio continuare a riempirti di parole altisonanti e pensieri cupi,
mio caro diario, quindi è meglio che io faccia una pausa.
“Oh,
Shun, entra pure. Certo che Ame è in casa! Ma cosa ci fai
qui? Quando sei arrivato?” “Un’ora fa.
Posso vedere Ame?” “ Certo! E’ in camera
sua, vado a chiamartela. Da quando è tornata cerca sempre un
motivo per andare a scrivere sul suo diario. Aspettaci in salotto.
C’è mia moglie ma non ti
infastidirà”
“A
me, cosa ci fai nascosta sulle scale? Sotto c’è il
figlio maggiore dei Sawa che cerca di te.”
“L’ho visto papà. Ma io non so se sono
pronta a parlargli” “Figlia mia,
cos’è successo?”
“Ma
tu sei Shun vero? Il figlio maggiore dei Sawa. Mia figlia parla spesso
di te e dei tuoi occhi tristi” “Si signora, sono
io” “Non potrei confonderti con
nessun’altro. Ame ha ragione! I tuoi occhi sono tristi. Ti
prego, ama la mia bambina. Lei ti adora. Forse può sembrare
un po’ strana, ma è solo colpa mia. E’
cresciuta senza l’amore della sua mamma. Io come balia le ho
dato la pioggia e come compagna la depressione” “Ma
cosa dice signora. Ame le vuole molto bene e sa che anche lei gliene
vuole” “Lo so, lei mi ama, ma io non ho fatto il
suo bene”
“E’
vero che Ame può sembrare strana, ma io non la vedo
così! Per me lei è unica!”
“Figliola,
è vero quello che sta dicendo la mamma? Tu ami quel
ragazzo?” “Si papà, io lo amo ma, lui
non prova gli stessi sentimenti per me!” “Da come
sta parlando non sembra”
“Io
vorrei provare a renderla felice. Ma non so se ne sono capace e quando
ho scoperto che anche mio fratello prova gli stessi sentimenti ho
provato a farmi da parte. Pensavo che lui potesse riuscire ad amarla
più di me. Ma poi quando è andata via ed ho letto
la sua lettera il cuore mi si è rotto in mile pezzi. Non
potevo credere alle parole che mi aveva scritto ma poi, mio fratello mi
ha dato la sua lettera ed allora ho capito. sono venuto a cercarla
ma” “Ragazzo mio, non sei tu che puoi controllare
la sua felicità. Solo lei può decidere di
esserlo. Se impariamo ad accontentarci di quello che la vita ci da, e
non stiamo sempre sul chi va la, pronti a rimbrottare e rinfacciare,
allora saremo felici.” “Allora lei
perché no riesce ad essere felice, signora?”
“Perché non riesco ad accontentarmi solo della
splendida figlia e del meraviglioso marito che la vita mi ha dato. Come
vedi, loro non hanno colpa! Non possono fare nulla per rendermi felice,
perché io non voglio essere felice. Posso pettinarti i
capelli?” “Certo signora!”
“Non
è possibile. La mamma ha parlato con Shun!”
“Adesso anche lui resterà per sempre nella sua
memoria. E forse grazie alle sue parole tornerà da noi! Su,
dai! Smettiamola di piangere e andiamo in salotto. Va da lui. Ti sta a
spettando!”
E’
stato bellissimo! Shun non ha avuto bisogno di spiegarmi nulla. Solo un
lungo e tenero bacio. Aveva trovato dentro di se la forza per fare quel
piccolo gesto. Ci eravamo incontrati, aspettati, persi, nascosti ed
alla fine, capiti! Siamo subito usciti per fare una passeggiata e
parlare un poco. Abbiamo portato con noi l’ombrello,
perché il tempo non prometteva nulla di buono. Ma forse
è inutile dirvi che fine ha fatto il mio ombrello, non
appena le prime gocce si sono posate sui nostri visi….
-
fine -
______________________BluRei
estate
Ed
eccoci arrivati alla fine di questa mia piccola storia. Spero di non
aver deluso nessuno. Fatemi sapere…ci tengo ed ormai
dovreste saperlo…Sono recensioni dipendente!
Troverete
le risposte alle recensioni di questo ultimo capitolo nel mio prossimo
racconto estivo: “Baciami…”,
anche questo è composto da pochi capitoli il cui motivo
portante sono le quattro stagioni e stavolta non parla di ragazzi
Giapponesi. Se vorrete leggerlo ne sarò felicissima!
BabyzQueeny:
Come vedi il finale non è triste per niente, spero ti sia
piaciuto...tutte le cose che ho detto le penso sempre grazie,grazie
grazie...alla prossima
Celestellina:
mi fa piacere riuscire a far entrare nella tua casa i sentimenti e le
ambientazioni di Asobi no Ame...le condizioni climatiche di cui
racconto sono quelle a me più affini e sono contenta di
riuscire a farle amare ed immaginare. Si, questo era l'ultimo, spero ti
sia piaciuto il finale e la mia decisione di non perdermi in smancerie
e di lasciare che sia il lettore ad immaginare le parole ed i
sentimenti dei due personaggi. Trovo che questo non detto sia in
armonia con lo stile della storia dove nulla viene veramente sviscerato
ma dove i sentimenti sono comunque in ogni rigo che scrivo...fammi
sapere!
Kaoru: lo so,
lo so, questo caldo è insopportabile ed avvilente...sapevo
che le atmosfere di Asobi no Ame ti sarebbero piaciute...grazie per i
complimenti e per definirti una mia fan...ormai siete tante che usate
questo termine e non so se me lo merito ma mi fa piacere...
Laprinc:
è vero, Shun può sembrare freddo ed insensibile
ma lui stava solo cercando, con modi un pò rozzi, di
avvicinare Ame a suo fratello...comunque spero che il finale ti sia
piaciuto e che vorrai seguire la mia prox storia..."Baciami"
Kikkina90:
è inutile essere disinvolte! Io me ne sono accorta, ma sei
perdonatissima, perchè capisco che nella vita ci sono mille
impegni, anzi grazie perchè mi dedichi il tuo tempo. Ma
veniamo alla storia...come avrai letto in questo cap (se non l'hai
ancora letto fermati e continua dopo) Shun ha trovato la forza di fare
il passo successivo, di liberarsi dei sensi di colpa ed è
andato a cercarla...le sue intenzioni non erano malvage, è
solo un ragazzo un pò maldestro. Spero che il finale ti sia
piaciuto...chiedo anche a te il tuo parere...ho voluto non descrivere
nei minimi particolari il finale per lasciarlo alla vostra
interpretazione....penso che sia in tema con tutto lo stile della
storia...fammi sapere...spero vorrai seguire anche la prossima storia
breve: "Baciami"
Ringrazio di cuore tutte le
ragazze che mi hanno seguita e recensito fino a qui: BabyzQueeny,
Celestellina, Sheila84, Kikkina90, Laprinc, Kaoru, Ireat, lametta,
lar185, Eylis.
Ringrazio chi ha messo
questa storia tra i preferiti: _BiMbA_,
Trappy, sasamy, (siete
ancora in tempo per farmi sapere il vostro parere)
Kikkina90, Sheila84, Kaoru, Laprinc, Celestellina.
E
grazie a tutti quelli che hanno soltanto letto...
ciaociao
|
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