Double thoughts

di Ayame Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Double thoughts 4. ***
Capitolo 2: *** Double thoughts 5. ***



Capitolo 1
*** Double thoughts 4. ***


Ciao a tutti!
Prima che iniziate a leggere, dovete sapere che i primi 3 capitoli
di Double thoughts si trovano qui [
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2045441 cap.6-15-16]
perchè è collegato cronologicamente a Double face. [D: che casino che sto facendo con queste storie]
Comunque... se vi interessa potete leggere solo queli 3 e venire qui a leggere il 4. U-U

Vi avviso che è mpreg ^_^

 

"Non sapevo nulla di Nicola, quella era la verità."



Anche se era solo l'inizio dell'autunno, io ero l'unico vestito come se fosse l'era glaciale.

Sospirai annoiato dai soliti sguardi dei paesani, stringendo di più le borse che avevo in mano.

-Ignorali Noire. Ti aiuto con quelle borse? Sembrano pesanti.- sentii una voce alle mie spalle e mi fermai notando il mio vicino di casa, Fergus. Era un uomo sulla trentina, corti capelli castani e occhi neri, che ti guardano sempre con gentilezza.

-Fergus, sono incinto, non disabile, dannazione.- sussurrai iniziando a camminare di nuovo, questa volta con lui accanto.

Lui era l'unico che sapeva della mia situazione.

Tre mesi fa, quando ero appena arrivato qui,lui e suo figlio di 6 anni mi accolsero con le braccia aperte e cercò subito di farmi abituare e integrarmi nella nuova città.

Putroppo però, lui era un dottore e notando che avevo spesso vertigini o nausea iniziò a farmi sempre più domande. Lui era uno di quei che sapevano dell'esistenza dei vampiri e in un momento di depressione gli raccontai perchè ero venuto qui.

Inizialmente ovviamente non ci credette, e arrivò persino a ignorarmi finchè non fui d'accordo di fare una radiografia in totale segreto nella sua clinica.

-Mi togli una curiosità?- chiese e io annui già sapendo che me ne avrei pentito. -So che qui fa più freddo, ma davvero devi indossare sempre questo cappotto quando esci?-

Sospirai per l'ennesima volta e mordendomi un labbro gli risposi sussurrando:

-Sta iniziando a notarsi troppo.-

-Notarsi? Che cos... Ah...- rispose mentre iniziò a fissarmi l'addome quasi cercando di esaminarmi.

-La smetti? Mi stai facendo un buco nella pancia con quello sguardo.- gli dissi e lui iniziò a ridacchiare.

Dopo qualche minuto di camminata iniziammo a scorrere le nostre case e il figlio di Fergus, Denis, correrci incontro.

Aveva gli stessi occhi di suo padre ma i capelli rossi, presi dalla madre, la quale purtroppo se n'era andata qualche mese dopo aver dato vita a lui.

-Ciao, papà!- urlò correndo verso di noi e mi sorpresi quando si fermò proprio davanti a me con le mani tese. -Ciao Noire, posso aiutarti?- cercai subito di ripostare ma appena aprii la bocca disse qualcosa che mi lascio di sasso. -Portare molto perso farà male sia a te che al bebè.-

Lanciai uno sguardo furente a Fergus, non riuscendo a credere a cosa aveva detto suo figlio.

Era solo un bambino, certe cose ancora non le capiva, si doveva sempre stare attenti a cosa gli si insegnava.

Lo guardai e quando notai il suo sorriso a trentadue denti e le mani tese gli detti una delle mie borse e ridacchiai quando Denis si mise acanto a noi, cercando ti tenere il passo con la nostra camminata.

-E quando te l'ho chiesto io mi hai subito rifiutato...- borbottò il più grande ma non gli prestai attenzione, lo fulminai soltanto con lo sguardo.

-Fergus, sei davvero così stupido? Perchè gli hai detto che sono incinto? E contro natura, quando sarà più grande e se ne renderà conto, rimarrà traumatizzato! Pensa di più prima di...-

-Noire.- la dolce voce di Denis mi fermò le parole in gola e spostando lo sguardo verso di lui, notai che il suo sorriso non era ancora sparito. -Ormai so come si fanno i bambini, so che solo le femmine possono fare figli, e so pure che tu sei un'eccezione e perciò ho promesso che mi prenderò cura di te e del bambino.-

Ancora con gli occhi sgranati per colpa delle parole di un bambino di 6 anni, vidi il padre poggiargli la mano sulla testa, copiando il sorriso che il figlio aveva stampato sul volto.

Questi erano i miei vicini, e davvero non sapevo come ringraziarli per la compressione e la dolcezza con cui mi trattavano. Sentivo quasi di non meritare di stare accanto a queste persone che mi avevano capito anche se tutto in me sembrava fuori dal normale.

Quando ero giù di morale, cosa che succedeva spesso, erano loro che mi facevano tornare il sorriso, con una torta o una battuta, erano sempre pronti a dissipare ogni mio dubbio e pensiero triste.

Da quando me ne ero andato, non era passato un solo giorno in cui non pensavo al padre del mio bambino. Anche se Croiss mi telefonava e una volta si era persino teletrasportato per verificare lo stato del bambino, non avevo mai avuto il coraggio di chiedergli di Nicolas.

Non sapevo nulla di lui, se lavorava ancora al palazzo o se si fosse scelto una strada nuova, nulla.

Ma mi andava bene così.

Non volevo che si sentisse obbligato a stare con me, volevo che fosse lui stesso a scegliere cosa fare con la sua vita. Lo avevo tenuto fin troppo accanto a me senza che lui abbia mai ribadito.

Era meglio così, era questo che volevo credere.

-Siamo arrivati, dagli la busta, Denis.- disse ad un tratto una voce accanto a me e solo allora realizzai che eravamo davanti al mio portone di casa.

-Grazie piccino.- dissi prendendo la busta dalle sue manine e salutandoli aprii il portone mentre loro andarono nella casa accanto alla mia.

Vivevo nella periferia di Brooks, una piccola città dove mi avevo comprato anche una casa.

Non era molto grande, ma quanto bastava per due persone.

Avevo un piccolo giardino di fiori davanti, che curavo nel mio tempo libero, mentre dietro avevo uno spazio libero dove avevo intenzione di far mettere un'altalena e altri giochi per l'aperto. La casa era a due piani. La cucina, abbastanza piccola dato che non avevo doti culinarie ed ero sicuro che per la maggior parte del tempo sarà intoccata, era al primo piano, insieme al salotto, mentre al secondo c'erano due stanze e un bagno.

Era molto diverso da quello a cui ero abituato ma mai avevo pensato di cambiare quella casetta anche se non assomigliava per niente al palazzo enorme dove abitavo prima. Perchè quella casa l'avevo mobilata io e comprata con i miei soldi, era proprio come sognavo di vivere quando ero adolescente e odiavo tutti quei servi e stanze talmente grandi che anche se c'erano dieci persone dentro sembrava vuota.

Sospirando entrai in casa, andando direttamente in cucina a mettere le buste con la spesa.

Avevo preso perlopiù roba congelata perchè persino quella era migliore delle cose che cucinavo io. Da quando avevo scoperto che il bimbo che portavo in grembo era un umano immortale avevo iniziato a mangiare pasti da umani e bevuto meno sangue, anche perchè ora non avevo da dove e dovevo sempre comprare quello sintetico. Persino ora avevo in bocca quel odioso sapore metallico, molto scadente rispetto al sangue vero, al sangue di...

Scossi la testa accendendo la tv in salotto, tanto per avere un po' di rumore.

Misi tutto al suo posto e prendendo un cappuccino e il cesto di frutta con me, mi misi sul divano davanti alla tv, intenzionato a stare lì per tutto il giorno, ma quando sentii il cellulare vibrare in cucina stavo quasi per iniziare a bestemmiare.

Mi alzai di nuovo, mettendo una mano sotto al, ormai evidente, pancione e andai a prendere il cellulare.

“Noire, tutto bene?” chiese allarmato il mio vicino dall'altro capo del telefono appena risposi.

-Si, ero in salotto.- dissi tornando sul divano iniziando a mangiare l'uva mentre ascoltavo Fergus.

“Senti, mi sono dimenticato di chiederti se ti va di uscire stasera con me e Denis. La domenica è il mio unico giorno libero e siccome tu non esci quasi mai e Denis vuole andare al cinema, possiamo cenare noi due da qualche parte mentre lo aspettiamo.”

Era vero che non uscivo molto ma solo perchè non volevo che la gente si insospettisse.

-Non so, Fergus. La pancia si nota parecchio anche sotto le decine di maglie che indosso, non mi va proprio di stare sulla bocca di tutto il paese.-

“Giuro che è l'ultima volta che ti chiedo di uscire. Voglio che ti stia con me mentre Denis è al cinema. E poi sarà notte, non si vedrà molto.”

Sbuffai ormai sapendo quanto poteva essere testardo quando voleva, quindi alla fine decisi di uscire sperando di non pentirmi.

 

-Noire!- urlò Denis appena mi vide chiudere il portone e venne subito da me ad abbracciarmi, mettendo la testa sulla mia pancia.

Quel bambino riusciva a farti sorridere dal nulla e speravo davvero che sarebbe stato un buon amico per il mio bambino.

-Andiamo, che tuo padre ci aspetta alla macchina.- dissi scompigliandogli i capelli.

-Sapevo che saresti venuto con noi.- disse l'altro mentre mi misi sul sedile posteriore.

Mi passai una mano tra i capelli biondo scuro, ormai un po' troppo lunghi per i miei gusti, quando Fergus accese la macchina andando verso il centro.

-Noire.- mi chiamò il bambino davanti a me e solo allora mi resi conto che ero stato tutto il tempo a fissare fuori dalla finestra.

-Dimmi.- gli risposi con un sorriso e vidi il piccolo torturarsi le manine prima di girarsi verso di me con la testa.

-Hai pensato a un nome per lui?- mi chiese fissandomi la pancia e vidi dallo specchio che anche Fergus stava sorridendo.

-A dire la verità no, ho ancora un po' di tempo.- gli dissi poi mi avvicinai di più a lui. -Vuoi che ne troviamo uno bello insieme?-

-Dici davvero?- chiese e quando annuii quasi quasi iniziava a saltare sulla sedia.

Non sapevo come mai, ma Denis aveva iniziato a essere davvero attaccato al mio piccino, anche se non lo aveva nemmeno visto e questo suo affetto non faceva che rallegrarmi.

Dopo qualche minuto e altre decine di domande da parte del piccolo, Fergus parcheggiò la macchina andando con suo figlio, che si era incontrato con un compagno di scuola, a prendere i biglietti per il film.

Io rimasi fuori, stringendomi nel cappotto, non solo per il freddo ma anche per far si che non si notasse la pancia.

Osservai parecchie persone sovrumane che passavano di là, ma nessuno aveva capito chi ero, in fondo il viso del Re dei vampiri era sconosciuto a molti, dato che di solito lui stava al palazzo o comunque in Europa.

-Andiamo a mangiare anche noi qualcosa.- disse il mio vicino di casa camminando verso di me, ora da solo.

Iniziammo a girare per il centro alla ricerca di qualche ristorante più buio, o che comunque desse più privacy, quando la voce di Fergus mi fece trasalire.

-Va tutto bene?- chiese e quando notò il mio sopracciglio alzato continuò. -Intendo dire che ormai la nausea ti è passata, no? Senti qualche fastidio o ti fa male?-

Sorrisi indicandogli una pizzeria poco più in là, alla quale avevamo deciso di cenare.

Il posto era abbastanza bello, anche se meno frequentato quella sera. Ci eravamo messi in un angolo, lontano dalle finestre e solo dopo che avevamo deciso che tipo di pizza prendere gli risposi.

-Si, ora va tutto bene. Anche se non so cucinare il cibo non mi manca se è per questo che sei preoccupato.- ma proprio mentre finii la frase, sentii qualcosa muoversi nella mia pancia e sorpreso dal movimento del mio bambino iniziai a passare la mano in cerchio sopra l'addome ormai gonfio.

-C'è qualcosa che non va?- sussurrò allarmato Fergus dall'altra parte della tavola.

-Ma no, ho ricevuto un piccolo calcio. Ero solo sorpreso perchè di solito è molto tranquillo.-

Dopo poco erano arrivate anche la nostra pizza e mentre stavamo mangiando sentii gli occhi di Fergus su di me.

Era chiaro che voleva chiedermi qualcosa ma si tratteneva.

Qualcosa di molto personale.

Sospirai ingoiando il pezzo di pizza che avevo in bocca poi lo guardai serio.

-Puoi chiedermi quello che vuoi, Fergus. Ne hai il diritto dopo che hai accettato di essere amico di questa sottospecie di mostro col pancione.-

-Andiamo Noire, non essere così drammatico. Sono un medico e ne ho visto di tutti i colori e sai che non sei il primo vampiro che incontro. Sei una persona davvero forte, e davvero ti stimo per quello che fai, ma a volte mi chiedo... dov'è il padre del bambino?-

A quelle parole sgranai gli occhi, per poi abbassagli subito sulle mie mani che avevano iniziato a sudare solo alla parola “padre” e il dolore che sentivo sempre all'altezza del petto sembrò intensificarsi.

Fergus aveva capito che era successo qualcosa, dato che vivevo da solo, ma non mi aveva mai chiesto niente e non sapeva quanto gli ero grato.

Volevo ricordarmi di Nicolas il meno possibile anche se non ci riuscivo.

-Lui... non lo so.- risposi sinceramente.

Non sapevo nulla di Nicolas, quella era la verità.

-Noire?-

-Io, come credo che hai capito, sono scappato da lui. Insomma, ha lasciato incinto un uomo, come potevo spiegarglielo? È difficile da accettare e poi mi sa che non mi ama nemmeno. Piuttosto che sentire le sue parole, rimanere col cuore infranto e demoralizzarmi, preferirei crescere mio figlio lontano da lui, anzi, senza che nemmeno sappia che ne ha uno.- risposi dando un morso al pezzo di pizza che avevo nella forchetta.

Il viso dell'umano non mutò, ma abbassò gli occhi sul piatto tagliandosi un pezzo anche lui.

-Noire, sei davvero un pessimista.-

-No, Fergus. Sono realista. Se mi amava lo avrei capito in tutti questi cento anni che è stato con me.-

L'uomo si bloccò a mezz'aria guardandomi sorpreso.

-Cento anni? Cavolo...- disse soltanto poi con un sorriso continuò. -Ah beh, alla fine se hai bisogno di qualcosa ci sono io.-

Gli sorrisi, essendo certo che le mie gote avevo preso un piccolo rossore.

Era da secoli che non mi facevo un amico, da quando avevo ricevuto la carica del Re e ora che finalmente ero libero, mi sentivo più felice, potevo finalmente essere più me stesso e non un Re rigido e calcolatore che doveva pensare al bene di migliaia di vampiri.

Solo verso le dieci e mezza eravamo usciti dalla pizzeria, dirigendoci verso il cinema, dato che il film di Denis sarebbe finito in un paio di minuti e non volevamo farlo attendere.

Mi girai con la testa verso il mio vicino di casa, notando che anche lui si stava stringendo nella giacca, cercando un po' di calore.

-Menomale non sono solo io a sentire freddo.- dissi ridacchiando alla sua vista. -Senti, Fergus...- iniziai a dire ma proprio in quel momento un uomo alto quanto l'umano, ma più muscoloso, con cortissimi capelli neri e occhi dello stesso colore, passò accanto a noi, girando la testa verso di me per due secondi prima di continuare la sua camminata.

Il respiro quasi mi si mozzò in gola e mi fermai terrorizzato, incapace di scordarmi quei occhi penetranti che in solo due secondi erano riusciti a farmi battere il cuore come un tamburo.

Girai la testa di scatto alla sua ricerca, stringendo con le mani tremanti il cappotto lungo i fianchi. Alla fine mi girai del tutto ma non vidi proprio nessuno dietro di noi che poteva assomigliare alla persona che era appena passata.

-Noire? Ti senti bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma.- mi disse Fergus posando una mano sulla mia spalla e notai il suo sconcerto quando si rese conto che stavo tremando. -Noire?- chiese ancora quando vide che continuavo a cercare tra la gente.

-Ora ho anche illusioni.- sussurrai e cercai di rassicurare il mio vicino con un sorriso ma si vedeva che non c'ero riuscito molto. -Scusa Fergus, mi sembrava di aver visto una vecchia conoscenza. Ora andiamo a prendere Denis.- dissi soltanto iniziando a camminare con lui accanto a me.

 

Per tutto il tragitto verso casa fui distratto, non riuscivo proprio a non pensare a lui.

Dire che Fergus iniziava a preoccuparsi era poco, ma cercai di rassicurarlo dicendogli che domani mi passerà tutto, ed era quello che speravo che succedesse.

Dopo averli salutato e ringraziato per la serata, entrai in casa con la sola intenzione di bere un tè, farmi un bel bagno caldo e dormire fino al pomeriggio.

Misi l'acqua a bollire quando udii il campanello suonare. Sapendo che non poteva essere altro che Fergus, mi incamminai verso la porta ma proprio allora il mio piccolo decise di darmi un calcio non proprio leggero.

-Ahi, prima eri tanto tranquillo.- dissi iniziando a massaggiarmi la pancia a aprii la porta a Fergus proprio quando aveva suonato per la seconda volta. -Fergus, potevi anche chia...- ma quando mi scontrai con due paia di occhi neri penetranti il mio cuore smise di battere per un secondo.

-Buonasera.-

-Nicolas?-

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Capitolo 2
*** Double thoughts 5. ***


"Chi ti ha stretto tra le braccia? Chi è stato con te? Chi ti ha dato un figlio?"

 

 

Non so per quanto tempo restai a fissarlo, ma quando mi resi conto che proprio lui era davanti a me iniziai a indietreggiare coprendomi la pancia con le braccia quasi per istinto.

-Cosa ci fai qui?- chiesi cercando di apparire il più impassibile e arrabbiato possibile, cosa che non mi riuscì molto perchè la mio voce tremò leggermente.

Era così strano vederlo dopo mesi, con addosso vestiti moderni e casual, e non aveva più i capelli blu, ma neri come i suoi occhi che non mi avevano lasciato nemmeno per un secondo. Sentivo il cuore battermi in gola e un strano calore sbocciare nel petto per poi espandersi in tutto il corpo.

Lo vidi inarcare un sopracciglio alla mia domanda ma non mi rispose, solo mi sorrise abbassando lo sguardo reggendosi allo stipite della porta e solo allora mi resi conto quanto veramente mi era mancato.

Nicolas non sorrideva spesso, non sembrava il tipo allegro, ma infondeva calore e pace, era... dolce e mai come in quel momento avrei voluto saltargli tra le braccia.

Ma sapevo che non potevo.

Volevo una vita lontana da lui e da tutta quella sofferenza che mi provocava solo stargli vicino.

Avevo sentimenti così contrastanti che non sapevo nemmeno io cosa fare.

-Dio, quanto volevo rivederti.- sussurrò e solo allora mi ricordai che solo un persona sapeva dove abitavo, persona che ora avrei voluto veramente strozzare anche se era il mio zio.

-Cosa vuoi Nicolas?- gli chiesi di nuovo e mi sorpresi persino io del tono rabbioso con cui l'avevo detto.

Alzò di nuovo lo sguardo quasi al rallentatore e vidi in quei occhi neri una sfumatura di ira e di solitudine che mi lasciò perplesso.

-Perchè te ne sei andato?- mi chiese e a quel punto sbuffai, alzando gli occhi al cielo, stufo di non ricevere risposte.

-Perchè mi andava. Sul serio Nicolas, cosa vuoi?- domandai ancora stringendomi nelle spalle per il freddo che veniva da fuori.

-Umh, possiamo parlare?-

-E ora che stiamo facendo?- gli risposi con lo stesso tono di prima ma mi girai, andando in cucina quando sentii l'acqua bollire. -Vieni e chiudi la porta.- continuai e sperai con tutto me stesso di non aver appena fatto un grosso sbaglio.

Sentii la posta alla mie spalle chiudersi mentre preparai il tè anche se ora non ne avevo più voglia.

Sentivo gli occhi di Nicolas sulla schiena e un strana scossa mi attraverso il corpo ma cercai di ignorarlo più che potevo.

-Siediti.- gli dissi dandogli ancora le spalle. -Ne vuoi uno anc...- ma non riuscii a finire perchè ricevetti un piccolo calcio dal mio bebè e sorrisi massaggiandomi lentamente il pancione.

-Fai il bravo, ok?- sussurrai andando a mettere due tazze sul tavolo quando incontrai gli occhi sgranati del altro vampiro. -Dannazione.- dissi ricordandomi che c'era anche lui lì e cercai di sfuggire a quello sguardo quasi terrorizzato, ma andai a sbattere contro uno degli armadi della cucina.

-Sei...- disse senza riuscire a finire la frase e sentii il mondo crollarmi addosso dalla consapevolezza che lo avrei disgustato. Io ero abituato a pensare a uomini incinti sin da piccolo, era il mondo storto in cui vivevo, ma agli occhi degli altri sarei parso quasi... abominevole. E sapevo che se era quello che pensava Nicolas in quel momento il mio cuore sarebbe andato in pezzi, non avrei sopportato l'idea che lui mi odiasse.

Misi entrambi le mani sulla pancia, cercando di calmarmi, quando sentii un tanfo sordo che mi fece trasalire.

Nicolas era in piedi, con un pugno sul tavolo, e mi guardava con così tanta rabbia che mi lasciò di stucco, ma quando prese ad avvicinarsi cercai di appiattirmi contro l'armadio dietro di me.

Ero stato il Re, ero forte e determinato, ma non quando si trattava della mia vita privata. E anche se il quel momento sarei potuto anche allontanare Nicolas, il mio corpo non voleva muoversi, incatenato dalla furia con cui quei occhi neri e profondi mi guardavano.

-Chi è stato?- e io non capii nemmeno a cosa si riferiva quando me lo chiese a solo un soffio dal mio viso.

Era così vicino, tanto che bastava un solo piccolo movimento in avanti e le nostre labbra si sarebbero toccate, ma ero come paralizzato, il cuore mi batteva all'impazzata sia perchè sentivo il corpo dell'altro vampiro sia perchè ero quasi spaventato dalla sua reazione. E la cosa era che veramente non capivo cosa gli aveva provocato questa ira.

-Noire!- quasi urlò e questa volta davvero sobbalzai ancora senza dire niente. Il respiro mi si fece più affannoso quando notai che la testa di Nicolas si avvicinò ancora solo per metterla sulla mia spalla. -Noire.- sussurrò questa volta quasi addolorato e io restai lì, il mio cervello non dando nessun segnale di cosa avrei dovuto fare.

Ma Nicolas era accanto a me.

Lo stesso Nicolas che era stato accanto a me per anni, che mi aveva protetto e stretto a sé molte notti e il mio cuore sembrava così leggero nel saperlo di nuovo lì.

Mossi una mano mettendola sulla sua testa, stringendo di poco i cortissimi capelli sulla sua nuca.

-Noire.- disse di nuovo e la tensione andò via del tutto e a quel punto cercai di calmarmi. -Mi sei mancato così tanto.- sussurrò e sentii una stretta al cuore. -Davvero... io... t-tu, perchè te ne sei andato senza dirmi niente? Noire...-

Mi morsi un labbro senza sapere cosa digli.

Il mio nome sulle sue labbra faceva così male, perchè si poteva leggere benissimo l'angoscia con cui lo pronunciava.

-Mi dispiace.- sussurrai soltanto sfiorandogli con incertezza i corti capelli.

Sentii un nodo formarsi nella gola quando le sue mani si strinsero nella mia maglia andando a sfiorare i miei fianchi.

-Chi è stato?- chiese di nuovo ma questa volta il tono era più dolce, quasi stanco e implorante e capii cosa intendeva.

Chi ti ha stretto tra le braccia? Chi è stato con te? Chi ti ha dato un figlio?

Non sapevo cosa fare, cosa dire o come comportarmi.

Volevo dirgli tutta la verità, perchè ero davvero esausto di dover fuggire e tenere tutto dentro di me ma non volevo vedere le conseguenze che ciò avrebbe comportato.

Con un sospiro, spinsi Nicolas lontano da me e solo allora notai i suoi occhi arrossati, quasi privi di vita e la esaurimento sul suo viso. Sembrava un'altra persona rispetto al uomo apatico che mi era stato dietro per decenni.

-Noire...- mormorò cercando di accarezzarmi il viso ma mi sottrai subito, e quasi me ne pentii quando lasciò cadere la mano con un debole sospiro.

E quando mi sguardo dritto negli occhi sentii qualcosa spezzarsi dentro di me.

Misi le mani sulla mia pancia e prima ancora di pensare le parole lasciarono la mia bocca senza che me ne accorga.

-Sono incinto in cinque mesi, Nicolas.-

Il viso del altro vampiro, da prima incerto, si trasformò in puro stupore e iniziò a indietreggiare aprendo la bocca per poi chiuderla di nuovo, quasi non sapendo cosa dire.

Mi strinsi nella spalle, mordendomi un labbro, aspettando una reazione, qualunque cosa, ma Nicolas stava ancora a due metri di distanza da me guardandomi come se avesse visto un fantasma.

-Vuoi d-dire...- iniziò lui finalmente capace di emettere qualche suono.

Dire che ero terrorizzato era poco.

-Si, Nicolas. Non sono stato con nessun altro, lo sai benissimo. Cinque mesi fa ero ancora con te.- dissi abbassando lo sguardo contento che almeno la mia voce era ferma perchè sentivo tutte le ossa tremare.

Volevo solo scappare nella mia stanza e chiudermi lì per sempre.

Mi veniva da maledirmi per la mia codardia, perchè diavolo, in tutta la mia vita non avevo avuto paura di perdere qualcuno come allora.

Sentivo come poco a poco tutto quello che temevo si stava realizzando e volevo soltanto implorare qualcuno di farmi tornare indietro nel tempo.

-M-Ma non sei un puro sangue... C-Cioè tu... n-non sapevo che...-

-Non sapevo nemmeno io che sarei potuto rimanere incinto, eppure è successo anche se sono mezzo sangue. Non sarei dovuto essere capace di avere un bambino, se non sono puro, non è normale, Nicolas! Sono un uomo che ha un bambino da un altro uomo... è... abominevole per quelli che sono stati umani. È disgustoso per quelli che non sanno come funziona la famiglia di altro rango dei vampiri. Dovevo andarmene, volevo allontanarmi perchè... non volevo ripugnarti perchè porto in grembo tuo figlio. Un figlio che forse nemmeno volevi, un figlio che ti avrebbe legato a me per sempre.- spiegai chiudendo gli occhi quando li sentii pizzicare e un silenzio opprimente si instaurò nella stanza.

Stavo per crollare, ne ero sicuro e non sapevo nemmeno come avevo fatto a restare in piedi per tutto quello tempo.

Solo dopo qualche minuto sentii Nicolas sussurrare il mio nome e solo allora aprii gli occhi, il cuore che mi batteva nella casa toracica così forte quasi da mozzarmi il fiato.

Sgranai gli occhi incredulo, fissando Nicolas mentre si avvicinava a me e mi prese dolcemente la mano, mettendola sulla sua guancia, ritrovandomi ad asciugargli con il pollice le lacrime che erano iniziate a scorrergli sul viso.

-Sei talmente idiota.- iniziò e io non dissi niente, solamente lo fissai in quei occhi talmente neri e lucidi che sembravano trapassarmi l'anima. -Ti amo Noire. Ho iniziato ad amarti da quando ero soltanto un ragazzino, giurando che avrei messo la mia vita a tua disposizione. Io vivo per te e se credi che il fatto che sei rimasto incinto posso disturbarmi ti sbagli di grosso. Questo ha soltanto fatto si che l'amore che provo crescesse ancor di più. Amerò e proteggerò entrambi con tutto il mio essere. Non so nemmeno spiegarti il sollievo che sento in questo momento, solo il pensiero che stai per avere mio figlio, che potrei avere una famiglia, mi fa tremare dalla felicità. Solo, Noire, non mi abbandonare mai... Ti prego, lasciami di nuovo nella tua vita...- e quando lo strinsi a me, sentendo le sue labbra sulle mie, sorrisi per la prima volta da quando avevo lasciato il palazzo.

 

Non mi sento molto soddisfatta di questo capitolo, perchè c'è uno tsumani
di sentimenti qui xD Prima rabbia, poi paura, sollievo e amore(?)
Non so voi ma non mi piace quando ci sono così tanti emozioni in un solo capitolo >.<
Mi viene voglia di urlare: "Oh, andiamo, ma ti decidi una volta cosa provi!"
Vabbè, almeno ora si sono rincontrati 'sti due idioti!

Aspetto con ansia un vostro parere ^_^

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