Così Clichè

di DisneyStar022
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cavaliere dall'armatura brillante ***
Capitolo 2: *** Jack Brewer ***
Capitolo 3: *** Notte Titti ***
Capitolo 4: *** Benvenuta al WTF cafè! ***
Capitolo 5: *** Non ho una cotta per te, capito!? ***
Capitolo 6: *** I'm a Barbie girl ***
Capitolo 7: *** La vendetta di Jack ***
Capitolo 8: *** Le due settimane più lunghe della mia vita! ***
Capitolo 9: *** Sorprese inaspettate ***
Capitolo 10: *** Carote ***
Capitolo 11: *** A che cosa servono gli amici? ***
Capitolo 12: *** Spiegazioni e interruzioni ***
Capitolo 13: *** Jack, lo strambo ***
Capitolo 14: *** Ti prego, fa che Jack stia bene... ***
Capitolo 15: *** Stupida psicologia del piffero! ***
Capitolo 16: *** Un film con gli amici ***
Capitolo 17: *** Quasi ***
Capitolo 18: *** Le azioni parlano più delle parole ***
Capitolo 19: *** Il compleanno di Brody ***
Capitolo 20: *** Mai ubriacarsi alle feste... ***
Capitolo 21: *** Se fosse lui? ***
Capitolo 22: *** Nuove rivelazioni ***
Capitolo 23: *** Momenti ***
Capitolo 24: *** La storia di Jack ***
Capitolo 25: *** Credo proprio di essermi innamorato di te ***
Capitolo 26: *** Missione Jace ***
Capitolo 27: *** Cambiamenti ***
Capitolo 28: *** Quello che davvero voglio sei tu ***
Capitolo 29: *** Così Clichè ***



Capitolo 1
*** Cavaliere dall'armatura brillante ***


*In corsivo ci sono i pensieri del personaggio*

Kim pov:

Ha un coltello in mano?! Cazzo!
Vuole uccidermi?
Ho fatto un passo indietro, cercando di aumentare la distanza tra lui e me.
Chi è? Non ne ho idea.
Erano le otto e mezza di sera e stavo tornando a casa dal negozio di alimentari, per andare a comprare qualche dolcetto da mangiare. Mia mamma mi ha detto più volte di non andare in giro a quest’ora, soprattutto in quelle zone di periferia pericolose, dove appunto il negozio era situato. Ma ho deciso di andarci lo stesso, tanto ci avrei messo solo 10 minuti.
Sulla via del ritorno a casa, dopo pochi minuti, ho notato questo ragazzo che mi stava seguendo. Ho iniziato a camminare un po' più velocemente per allontanarmi, e improvvisamente ha gridato “FERMATI!”. Mi sono girata e ho notato che aveva un coltello in mano.
Oh. Mio. Dio. Perché io? Dovrò morire così giovane?
Ci sono tante cose che non ho ancora fatto. E la mia mamma e il mio papà? Oh Dio, sto davvero mangiando l’ultimo pezzo di cioccolato di tutta la mia vita?
"Non ti muovere". Disse con un tono pericoloso.
La sua voce mi suonava così dura e lucida. Non riuscivo a vedere il suo volto, perché era troppo buio, e non c'erano lampioni nella zona.
Deglutii con difficoltà. Che cosa voleva da me?
"Non ho nulla di valore. Ho speso tutti i miei soldi in caramelle e non ho gioielli.” Volevo solamente scappare da quella situazione.
"Sta zitta!" Gridò. "Non voglio i tuoi soldi o le tue cose."
Alzò il coltello e lo puntò verso di me “Voglio te.”
“Beh… onesto” Ho detto con sarcasmo e me ne sono subito pentita. Io e la mia dannata boccaccia. Il suo corpo si irrigidì di colpo e iniziò a stringere ancora più saldamente il coltello.
Quel tipo ha un coltello, vuole ucciderti e tu pensi pure di essere sarcastica. Buon lavoro Kim.
Fece un passo avanti ed io feci un passo indietro. Ho iniziato a sudare, mi sentivo davvero troppo spaventata.
"Non ti muovere troia!" Ha gridato.
E da quando sarei pure una troia? Cavoli, nessun rispetto.
"Pe-perché? Perché vuoi me?" Chiesi mentre lui continuava a camminare verso di me e io continuato a camminare all'indietro.
C'era un po 'di luce adesso e ho potuto vedere il suo volto. Era un tipo strano, i suoi vestiti erano un po’ strappati, e sembrava che non facesse il bagno da giorni. Non l'ho mai visto prima.
Beh, mi sembra ovvio, chi è che va a fare amicizia coi maniaci raccapriccianti?
Fermati testa stupida! Questa è una situazione di vita o di morte.
Lui sorrise diabolicamente. "Perché tu sei bella."
I miei occhi si spalancarono. Lui-? Vuole st-stupr ... oh Dio, non riesco nemmeno a dire la parola.
Cosa devo fare? Che cosa devo fare?!
Diventare un ninja!
Zitta.
Beh...comunque... Ha un coltello! E’ in vantaggio!
Bene, quindi potrei proprio…emh, INIZIARE A CORRERE!
Mi sono girata e ho iniziato a correre. Non c'era nessuno in giro, solo una strada vuota. Dove sono tutti?! So che questa zona è un po’ deserta, ma davvero non c'è una stramaledetta persona qui in giro?
"FERMATI! Dove cazzo vai?" Ha gridato. Sentivo i suoi passi pesanti dietro di me. Ho corso più veloce che potevo.
Momento cultura generale:
In ogni storia, ogni film, la ragazza guarda indietro il ragazzo che la insegue e cade per terra. Morale della favola: non guardare indietro durante un inseguimento. Ma essendo noi esseri umani stupidi, ci ascoltiamo? Ovviamente no.
Così mi sono voltata per vedere quanto il ragazzo fosse vicino a me e indovinate cosa è successo? Sono inciampata.
Mi sembra giusto.
Appena mi sono scontrata con la terra fredda, il ragazzo si è avvicinato a me. Ho cercato di rialzarmi per ricominciare a correre, ma lui mi ha affermato le mani.
"Dove vai bella?” Avvicinò il suo coltello al mio collo.
Poi la situazione iniziò davvero a peggiorare. Stavo per essere violentata. Mi sono guardata intorno, non c'era nessuno. La strada era vuota. Sudavo e tremavo al tempo stesso, il cuore mi batteva fortissimo. Le lacrime scivolavano dai miei occhi. Sbattere le palpebre non serviva a niente, neanche la promessa fatta a me stessa di non piangere. Non voglio mostrarmi debole.
Non posso correre, la sua presa è così stretta che mi fa male alle braccia. Cosa devo fare? Oh dio. Perché io? Perché?
"Lasciami andare!" Ho detto con una voce forte, beh, forte quanto ho potuto. La mia voce era tremolante a causa della paura.
Il ragazzo sembrò arrabbiato di colpo.
"Senti tu, possiamo sbrigarci con questa cosa? E’ inutile che provi a scappare. In giro non c'è nessuno. Nessuno ti potrà aiutare, quindi basta, se non vuoi che ti faccia davvero male. " Ha detto con freddezza. Stavo respirando pesantemente, ma dovevo dargli ragione. In giro non c’era nessuno. Nessuno che potesse aiutarmi.
Le lacrime erano di nuovo nei miei occhi, avevo la gola secca. Sta davvero accadendo tutto questo?
Kim, urla!
Il ragazzo iniziò a sbottonarmi la camicetta.
URLA!
E ho urlato a squarciagola, ma subito il ragazzo mi coprii la bocca.
"Non urlare troia!" Gridò.
Improvvisamente, ho sento qualcuno strapparmi via da quel maniaco. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo che mi teneva con le sue braccia. Non riuscivo a vedere il suo volto, ma potrei dire che mi stesse guardando negli occhi.
Eccolo. Il mio eroe.
“Ti sta dando fastidio?" Ha chiesto il mio eroe.
"Ha l’aspetto di un rapporto d’ amicizia?" Gli ho chiesto con sarcasmo. Beh, era abbastanza stupido, ma comunque era il mio eroe.
Improvvisamente, siamo entrambi stati spinti all'indietro ed io caddi per terra. Alzai lo sguardo, il mio eroe stava attaccando quel bastardo maniaco.
Non avevo mai visto una vera e propria scena di lotta, solo qualche volta nei film. Di solito assisto a risse fuori da scuola tra bulli, ma questa non centrava proprio niente con le risse da scuola. Tremavo, e non riuscivo a stare in piedi.
Il mio salvatore tirò un pugno in faccia a quel maniaco, facendogli perdere sangue dal naso. Il mio eroe stava vincendo. Speravo di poter tornare finalmente a casa. Ma ancor di più, speravo che il mio soccorritore non si facesse troppo male.
Punteggio attuale: 1-0 per il mio eroe.
L’ eroe era riuscito a far cadere per terra il ragazzo, e potevo sentire i suoi grugniti di dolore. Appena l'ho visto ferito, lì a terra, mi sono sentita un po’ più sicura.
2-0 e il maniaco è ancora in svantaggio!
Il tipo ha cercato di rialzarsi, ma il mio soccorritore gli ha tirato un calcio fortissimo nello stomaco, mettendolo al tappeto.
“Ben fatto!" Ho gridato euforica. L’ eroe si girò verso di me, anche se non riuscivo a vedere bene la sua faccia, mi sembrava che mi stesse guardando perplesso.
"Stai bene?" chiese preoccupato.
"Sì sto bene. Grazie". Dissi con un piccolo sorriso. Lui si limitò ad annuire.
“E tu? Sei ferito?" Chiesi sperando che stesse bene.
Potrei dire che stesse scuotendo la testa. "Sto bene!" Ha detto.
"Chi sei?" Ho domandato. Non potrei mai ringraziarlo abbastanza, se non fosse stato per lui… Non volevo pensarci.
Il cavaliere dall'armatura brillante." Rispose con tono scherzoso. Anche se non vedevo il suo viso, mi è sembrato che stesse sorridendo.
Che idiota. La gratitudine che provavo era inspiegabile, ma perché non dovrebbe dirmi il suo nome?
Veramente stupido.
Vorrei poter vedere la sua faccia.
“E tu? Chi sei?” Mi ha chiesto.
"Bob il costruttore". Ho risposto.
Lui ridacchiò. “Così, abiti qui vicino?"
"Sì, proprio dietro l'angolo." Risposi.
Avrei potuto raggiungere casa, se non fossi inciampata.
"Dovresti tornare a casa, adesso." Ha detto.
"Già ... sul serio, non me lo dici chi sei?" Gli ho chiesto.
Si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio. "No, se continui a chiedermelo."
Deglutii rumorosamente, era molto vicino a me.
Ho fatto un in passo indietro. "Io dovrei andare." Ho detto. Mi sono voltata e ho iniziato a camminare verso casa. Dopo pochi passi mi sono fermata, mi sono voltata, era ancora lì che mi guardava.
"Grazie." Dissi piano, lui annuì e ho continuato verso casa mia. Ho aperto la porta di casa e ho guardato la strada in lontananza.
Era ancora lì. Il cavaliere dall'armatura brillante. Ho sorriso pensando a quel ragazzo misterioso.
Ma scherzi a parte, perché cavolo ho detto Bob il costruttore? A cosa stavo pensando? Scossi la testa.
Entrai in casa. "Kim perché ci hai messo così tanto tempo?" Domandò la mamma, uscendo dalla cucina.
“Emh, ho camminato…lentamente….” Ho detto incerta, cercando di scappare verso la mia camera.
"Dove stai andando? Vieni a cena prima. E’ pronto." Ma proprio non potevo, non riuscivo ad avere fame dopo quello che è successo pochi minuti fa. Volevo solo farmi una doccia e andare a dormire.
"Mamma non ho fame. Ho mangiato un sacco di cioccolato." Le ho detto. Non posso dirle la verità. Non posso dire a nessuno la verità. Non riuscirei a parlarne.
"No Kim! Ora vieni subito a cena! Sennò non ti farò mangiare mai più cioccolato! MAI PIU'!" Mi ha minacciato, però sapevo che non era davvero arrabbiata.
Ho fatto un respiro profondo, poi sorrisi, cercando di mascherare le mie vere emozioni.
"Mamma! Ti prego, sono piena. Nel mio piccolo stomaco non c'è più posto". L’ ho supplicata mentre facevo una faccia da cucciolo. La mamma sospirò. Non sa dire di no a questa faccia.
"Va bene." Ha detto scuotendo la testa nella sconfitta. Ho finto un sorriso e mi sono trascinata pesantemente su per le scale, e poco dopo mi feci una doccia. Mentre mi lavavo i miei capelli, le immagini di questa sera mi balenavano nella memoria. Dopo aver finito, mi misi il pigiama, poi andai a letto.
Che cosa sarebbe successo se quel forestiero non fosse venuto in mio soccorso?
Non volevo pensarci. Sono riuscita a trattenere le lacrime davanti a quello psicopatico, perché non mi piace piangere davanti le persone, tuttavia, ora che sono sola, ho iniziato a pensare agli eventi di questa sera. Ho pianto per ore, allagando il cuscino.
Una volta, finito di piangere, mi sono asciugata le lacrime. Alla fine ho capito: questa notte sono stata molto fortunata.
Dopo tutti questi pensieri, mi sono addormentata pensando al mio principe azzurro.

FINE CAPITOLO

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Capitolo 2
*** Jack Brewer ***


Ecco il secondo capitolo :)

*In corsivo= i pensieri di Kim*

KIM’S POV:
A scuola faccio parte dei popolari e sono una cheerleader.
Dai, no. Sto scherzando.
Non centro davvero nulla con le persone 'IN' della scuola, sinceramente, non ne voglio neanche far parte. Non che detesti le cheerleaders, è solo che faccio schifo a ballare e probabilmente anche a parlare, con quella voce stridula che mi ritrovo… Non è il mio genere. Gli sportivi e le cheerleaders non mi danno fastidio. Beh, nessuno mi da fastidio, sono gentile e cerco di aiutare sempre tutti.
"Hey Kim." Qualcuno ha detto dietro di me. Mi voltai per vedere Eddie in piedi con uno sguardo pieno di speranza sul suo volto. Eddie era abbastanza conosciuto a scuola, si può dire che fosse un popolare, ma non era arrogante, bensì sempre molto gentile con me. Era un tipo calmo e a volte troppo distratto. ”Ciao Edd. Come stai?" Ho chiesto, chiudendo il mio armadietto.
"Sto bene. Uhm Kim, posso chiederti un favore?" Ha detto.
Sembrava preoccupato.
"Cioè?" Chiesi.
"In realtà, dovrei andare ad un appuntamento con Sophie, ma sta mattina i miei genitori mi hanno detto che devono andare da qualche parte e quindi oggi pomeriggio devo stare a casa con mia sorella. Ma io davvero non voglio annullare l'appuntamento con Sophie, quindi mi ero chiesto se sta sera potresti fare da babysitter? " Chiese nervosamente.
Eddie, è “purtroppo”, il mio vicino di casa, un fastidioso vicino di casa a volte. Di solito, quando i suoi genitori sono fuori città, cioè un sacco di volte, organizza delle feste. Quel genere di feste che finiscono alle sei del mattino. Musica ad alto volume, adolescenti ubriachi, aria che puzza di vomito e di alcol. Insomma un ambiente perfetto per il sonno.
Non ho risposto subito, perciò continuò a pregarmi. "Per favore, Kim, farò tutto quello che vuoi!”
C’ho pensato… tanto sta sera non ho nulla da fare. "Va bene." Ho detto, mentre Eddie sorrideva, i suoi occhi si illuminarono.
"Grazie, sei fantastica." Ha detto raggiante verso di me. No, sono Kim.
"A che ora devo venire?" Gli ho chiesto.
"Sette e mezza? Non farò tardi. Grazie." Ha detto camminando via.


"Hai pianto?" Alzai gli occhi per vedere Jerry, un mio compagno di classe. I miei occhi devono essere ancora un po’ gonfi per tutto il pianto di ieri sera.
"Sì... Ho scoperto che in realtà Babbo Natale non esiste." Dissi con una faccia triste. Non avevo intenzione di dirgli la verità, non mi sento di condividere l'incidente con nessuno.
“Lo sai che non apprezzo il sarcasmo." Jerry rispose, poi mi guardò. Ci siamo seduti in classe. Lo ignorai e gli chiesi "Hai visto Grace, oggi?"
Grace è l'altra mia migliore amica. Jerry ed io siamo amici da quando eravamo piccoli, mentre ho incontrato Grace 2 anni fa a scuola, quando l'avevo salvata dal finire in punizione.
"No... Deve essere da qualche a fare rissa con qualcuno." Ha detto e ci siamo concentrati sulla lezione.
Jerry è una sorta di vip, è conosciuto in tutta la scuola, ma a lui non frega niente della popolarità. Ho passato così tanto tempo con lui, e sinceramente, non mi servono altri amici. E' proprio passando tanto tempo con lui, che ho capito delle cose. In realtà, Jerry è un bambinone, ma è anche un ragazzo molto dolce. Lo adoro. Grace, d'altra parte odia i fighetti della scuola. In realtà lei odia proprio tutti, tranne me e Jerry. Grace è una delle ragazza più carine della scuola, ma nessuno osa avvicinarsi. Diciamo che fa largo uso di pugni e calci, e se non le vai troppo a genio, non ci pensa 2 volte prima di farti finire in infermeria.
Amici strani lo so, ma io non sono da meno.
La giornata è andata come al solito. Stavo camminando fuori dalla mia classe, quando qualcuno mi afferrò la mano e cominciò a tirarmi nella direzione opposta.
Alzai gli occhi per vedere Grace.
"Grace! Cosa stai facendo?" Chiesi confusa mentre lei continuava a tirare.
"Vieni e poi ti spiego." Ha detto con urgenza. C'era qualcosa di veramente urgente, e Grace sembrava preoccupata.
"C'è stata una rissa tra alcuni studenti della nostra scuola e con quelli di un altro liceo. Jerry ha cercato di fermare la rissa, ma è stato spinto e coinvolto nella lotta. Credo si sia fatto molto male." Ha spiegato mentre correvamo per i corridoi. Abbiamo raggiunto la parte anteriore della scuola.
La Seaford High School, la nostra scuola, e la Swotmore High School erano rivali. Rivali in ogni cosa, dal mondo accademico allo sport. Tutto. E spesso c'erano risse tra studenti.
Questo mi ricorda la lotta di ieri, quando stavo per ... Scossi la testa.
Non è il momento giusto per pensarci ....
Ho notato subito Jerry, era disteso a terra e il suo naso sanguinava e aveva il labbro spaccato. Corsi da lui.
“Merda! Jerry, Stai bene?" Ho chiesto chinandomi verso di lui.
“Sto benissimo, non vedi?” Ha detto con sarcasmo. "Idiota". Mormorai sottovoce.
"Un semplice no mi bastava." Ho detto mentre lo fissavo. Mi guardai intorno, uno o più ragazzi erano rimasti feriti, ma non mi sembravano così gravi quanto Jerry. Ho visto Eddie parlare con due ragazzi, dalla scuola rivale. Stavano discutendo, forse per fare pace.
Abbiamo aiutato Jerry ad alzarsi, in modo che potessimo portarlo in infermeria.
"Ehi, amico." Qualcuno lo chiamò da dietro di noi. Mi voltai per vedere Eddie e un altro ragazzo con cui stava parlando in precedenza. Jerry lentamente girò la testa "Sì?"
“Jack è qui per chiederti scusa.” Ha chiarito Eddie ed ho visto Jack sorridere, ma non è stato un vero e proprio sorriso, suonava più o meno come un "se devo proprio".
"Ti sei fatto davvero male?” Ha chiesto Jack.
"Un po'". Jerry ha prontamente risposto, poi si lasciò fuggire una smorfia di dolore, aveva davvero una brutta ferita al labbro.
"Non fare la fighetta. Andrà tutto bene.” Commentò Jack sogghignando.
L’avevo intuito, questo Jack deve proprio essere uno stupido…
Eddie si è rivolto verso Jack, sembrava leggermente arrabbiato. “Avevi promesso di non-", ma prima che potesse continuare a parlare, Grace tirò un calcio a Jack, che perse l'equilibrio e cadde a terra.
"Non scherzare con nessuno dei miei amici, stronzo. Altrimenti ti strappo via quel pene di 2 cm che ti ritrovi e te lo faccio ingoiare.” Disse. Jack sembrò arrabbiarsi veramente.
"Senti, io normalmente non faccio a botte con le ragazze, ma prova a ridire qualcosa, e ti faccio vedere come con un pugno ti faccio finire su Marte!" Jack urlò alzandosi, guardava minacciosamente Grace. Eddie lo tirò indietro.
Prima che Grace potesse dire o fare qualsiasi altra cosa l'ho tirata verso di me. "Smettila, lascia perdere." Se si immischia nuovamente in una rissa sarà sicuramente sospesa. Ha già ricevuto 3 avvertimenti dalla preside. Cercai di calmare Grace, dopodiché ci siamo avviati verso l’infermeria per Jerry.

...
Suonai il campanello della casa di Eddie e lui ha aprì la porta dopo un paio di secondi.
"Hey Kim! Ancora grazie mille." Ha detto con un sorriso enorme. "Mia sorella è in salotto. Se hai bisogno di qualcosa o se ci sono problemi mi chiami, ok?"
"Certo." Ho risposto con un sorriso. Mi incamminai dentro casa, mentre Eddie camminava verso la sua auto.
“Uh Kim?" Ho sentito la voce insicura di Eddie da dietro, e mi voltai.
"Sì?" Ho chiesto corrugando le sopracciglia.
"Ti sembro okay?" Ha chiesto timidamente.
Meh. Fa un po’ cagare quella giacca….
"Sì... Stai molto bene." Ho detto con un sorriso, aveva davvero un aspetto gradevole e decente, inoltre a Sophie piace molto Eddie, perciò non le avrebbe importato più di tanto del suo aspetto. Lui sorrise e continuò fino alla sua auto.
Sono entrata dentro casa chiudendo la porta. Sentivo la musichetta della sigla di un cartone animato in TV. In punta di piedi, mi avvicinai al salotto, dove Sarah era seduta sul divano, con la bocca spalancata e un pacchetto di orsetti gommosi in mano.
Oh mio Dio! Amo gli orsetti gommosi!
Ignorando la mia voglia di andare a strappare gli orsetti gommosi alla bambina, mi avvicinai dietro di lei silenziosamente, dato che non mi aveva ancora notato. Mi chinai un po’, iniziandole a fare il solletico. Lei si lasciò sfuggire un grido di sorpresa e si mise a ridere in modo incontrollabile.
Si voltò e rimase a bocca aperta. “Kim!” Mi sorrise abbracciandomi.
“Ciao Sarah! Come stai?” Le ho chiesto abbracciandola anch'io.
"Sto bene." Disse con la sua voce da bambina. E' adorabile.
“Allora, vogliamo giocare o guardare la TV?" Le ho chiesto, raccogliendo dei giocattoli dal pavimento.
"Giochiamo." Ha detto saltando sul divano.
"Va bene, a cosa vuoi giocare?" Ho chiesto con accento simpatico. Sai, di solito si parla così ai bambini piccoli e adorabili, proprio come Sarah.
“Nascondino!" Ha detto e battendo le mani.
“Che bello il nascondino, forza conto io.” Ho detto. Sarah iniziò a correre in giro cercando un nascondiglio.
“Uno, due, tre…” Mi veniva da ridere, è davvero una bambina carinissima.

* Più tardi *

“No ma cosa fai?! Non guardare indietro! No!" Ho gridato scuotendo la testa con delusione. Tom aveva catturato Jerry.
Sarah ed io avevamo giocato praticamente tutta la sera a nascondino, poi aveva bevuto il suo latte, ed ora stavamo guardando Tom&Jerry. Sarah mi aveva offerto i suoi orsetti gommosi. Brava ragazza. E adesso stavamo ridendo dell’enorme bernoccolo di Tom, causato da Jerry.
Il campanello suonò improvvisamente. Guardai l'orologio: erano solo otto e cinquanta. Eddie è tornato molto presto, spero che sia andato tutto bene.
Ho aperto la porta. Ed ho visto Jack. Mi guardò confuso, e sono abbastanza sicura di aver assunto anch'io lo stesso sguardo sbalordito.
"Sei la ragazza di Edd?" chiese a caso. COSA?
"Beh ciao anche a te e no, non lo sono." Ho risposto con sarcasmo. Lui alzò un sopracciglio.
"Che ci fai qui, allora?" Ha chiesto. Oh, sto solo derubando questa casa.
Ma prima che potessi rispondere, mi fece un’altra domanda. “Dov'è Eddie?” In tasca. Sembrava abbastanza irritato.
"Sono qui per fare da babysitter alla sorella di Eddie, e lui è uscito per un'appuntamento." Ho risposto semplicemente.
Borbottò frustrato qualcosa tra i denti, che non riuscii a capire. Ho iniziato a chiudere la porta.
"Hey". Ha messo la mano sulla porta per fermarmi. Aveva uno sguardo infastidito sulla sua faccia.
"Sì?" Chiesi, alzando un sopracciglio. Che cosa vuole?
"Dovrei rimanere qui stasera, quindi su, spostati.” Ha detto.
"Aspetta. Non posso farti entrare, Eddie non mi ha detto che stava aspettano ospiti. Non posso mica lasciare che una persona a caso entri." Ho spiegato.
Jack sospirò, tirò fuori il cellulare dalla tasca e chiamò qualcuno, Eddie, credo.
“Ehy, non è colpa mia se non sono in casa, la tua babysitter non mi lascia entrare." Mi guardò mentre parlava al telefono. Qual è il suo problema? Non ho detto niente di male, sto solo cercando di proteggere Sarah e me stessa. E' una cosa così sbagliata? Che Idiota.
Mi passò il telefono.
"Pronto?"
"Si Kim, mi dispiace ma ho dimenticato di avvisarti di Jack. Dovrebbe stare da me stanotte. Fallo entrare e scusalo, oggi è di cattivo umore.” Mi ha chiarito Eddie.
"Okay, nessun problema." Ho detto e ho ridato il telefono a quel coglione. Ha rimesso il cellulare in tasca, poi mi guardò.
"Hai intenzione di farmi entrare adesso?" Ha chiesto sarcasticamente.
Nah, preferisco che rimani col culo qui fuori.
I miei occhi si spalancarono e mi coprii la bocca con le mani. Mi sono appena resa conto di averlo detto ad alta voce. Ops.
Jack mi guardò infastidito per un secondo, poi mi fece subito un sorriso compiaciuto.
Mi spostai con leggerezza e lui entrò. Con il ghigno ancora al suo posto.
Volevo lamentarmi.
Eddie è meglio che tu torni a casa il più presto possibile, se non vuoi vedere il mio lato omicida.

Fine del capitolo

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Capitolo 3
*** Notte Titti ***


 

KIM’S POV:
Tornai dentro casa, Jack era seduto sul divano con Sarah in grembo.
"Sì? Davvero? Non ti preoccupare, la prossima volta picchio tuo fratello se non vuole giocare con te." Ha detto mentre sorrideva. Lei sorrise e lo abbracciò.
“Grazie Jackie. Sei il migliore!" Lei rispose, saltandogli in grembo, continuando a sorridere ampiamente. Lui sorrise e alzò lo sguardo verso di me.
"Chi è lei, Sarah?” Chiese Jack, mentre puntava il dito verso di me. Alzò lo sguardo e si accorse che ero lì.
"Oh!Lei è Kimmy!La mia vicina di casa e anche la mia best friend forever!”
Ho sorriso, Sarah è l'unica che mi chiama Kimmy, aww troppo carina questa ragazza.
"Oh. Bel nome Kimmy." Jack ha detto sorridendo verso di me. Che idiota.
“E’ Kim." Ho detto mentre lo fissavo, incrociando le braccia.
"Non sono così stupido.” Mi ha risposto a tono. Non si direbbe…
Lo ignorai e guardai Sarah.
“Dai su, a letto." Ho detto dirigendomi verso di lei per prenderla in braccio. Lei si aggrappò alla maglietta di Jack e mise il broncio. "No, peeerfaaaaaaavoooreee Kimmy. Non voglio dormire."
Oh Dio, no, non il broncio. Ora so cosa prova mia madre.
"Va bene, ma solo per mezz'ora e poi a nanna." Ho detto con voce severa. Lei sorrise e annuì.
"Batti il cinque ragazza. La babysitter è una credulona". Jack mi strizzò l'occhio. Strinsi gli occhi verso di lui.
… 

“Kimmy, posso avere un po’ d'acqua?" Chiese Sarah. Annuii e andai in cucina. Ho versato dell'acqua nel bicchiere. Poi per sbaglio nel richiudere la bottiglia, mi è scivolata di mano e si è rovesciata inesorabilmente sul pavimento.
Cazzo.
Sono andata prima a dare il bicchiere d'acqua a Sarah, pianificando di asciugare in secondo piano il casino che avevo appena fatto.
Jack si alzò e si diresse verso la cucina.
Dopo che Sarah ebbe finito di bere, tornai in cucina per pulire il disordine. Entrai in cucina, Jack stava per prendere una bottiglia dal frigo. Proprio quando stavo per avvisarlo del pavimento bagnato, scivolò e cadde come un pero.
“Che male, porco …!”
Per quanto ho cercato di controllarmi, non riuscivo più trattenere le risate. Di solito in una situazione del genere, mi precipito verso il ferito per chiedere se sta bene. Ma vedere la sua faccia idiota di fronte a me, era impagabile, non ho potuto fare a meno di ridere.
Jack alzò lo sguardo.
“Spiegami, cos'hai da ridere?" Mi chiese fissandomi. Rido per la tua faccia da scimmia.
Scossi la testa, cercando di controllarmi. "Niente ... s-stai bene?" Chiesi. Si alzò con l'aiuto del tavolo e si strofinò il culo.
"Sto bene." Ha detto aspramente e tornò in soggiorno. Mentre lo guardavo passare davanti a me, ho cercato di falsificare la mia faccia in modo che il mio enorme sorriso venisse cancellato, ma è stato un triste tentativo. Quando lui tornò in salotto, mi misi a sghignazzare mentre ripulivo il disastro. 

Sono tornata dalla cucina e mi sono seduta accanto a Sarah, che era impegnata a guardare Cartoon Network. Dopo pochi minuti, Jack si alzò di nuovo per tornare in cucina. Era tornato con una coca cola in mano.
"Merda"
Sarah ed io ci siamo voltate verso Jack, ho portato la mia mano alla bocca per cercare di trattenermi dal ridere. La coca cola di Jack si era aperta, e si era rovesciata tutta sulla maglia. Bad boy, brutta giornata.
"Jackie ha detto una brutta parola!" Sarah rimproverò Jack. Lui la guardò.
"Uh, mi dispiace Sarah." Disse, poi tornò a guardarsi la maglietta. Si alzò, si tolse la giacca che aveva, dopodiché si tolse anche la maglia. Istantaneamente mi sono girata per continuare a guardare la tv, ma non ero in grado di concentrarmi, cercai di voltarmi un attimo verso di lui. Aveva le spalle larghe e degli addominali ben definiti. Aveva un paio di cicatrici sul suo petto, forse a causa della lotta di oggi a scuola; i miei occhi si spostarono dal petto allo stomaco e rimasi a bocca aperta. Jack ci guardò e si schiarì la gola.
Alzai gli occhi verso di lui.
"Siete a bocca aperta, eh?" Ha detto con un sorrisetto.
"C-cosa ti è successo?" Ho chiesto intendendo la grossa ferita che aveva sulla pancia.
Bastava guardarla, per dire che era profonda. Molto profonda. Abbassò lo sguardo e si irrigidì. Sembrava pensieroso.
“Niente." Disse e si voltò. La ferita era recente, come se, se la fosse procurata ieri o forse oggi... Che sia dovuta agli scontri tra studenti? Non penso. Le risse a scuola non sono così violente, e poi dal modo in cui mi ha risposto, significa che deve essere successo qualcosa di grave, ma ho lasciato perdere. Infondo, perché dovrebbe dirmelo?
Esattamente! Ora smetti di sbavare.
Ho sospirato. 
"Va bene Sarah, ora a letto e niente broncio sta volta." Ho detto severamente, e la presi in braccio. Questa volta non rifiutò, credo che fosse veramente stanca.
"Notte Jackie." Disse sorridendo a Jack stancamente. Venne verso di noi e le baciò la fronte.
"Notte Sarah." Disse e le sorrise, scompigliandole i capelli. Lei ricambiò il sorriso.
L’ho portata al piano di sopra, in camera sua e le ho messo il pigiama. Dopo pochi minuti si era già addormentata nel suo lettino.
...

Ero seduto sul divano in salotto, a mangiare patatine e a guardare il programma tv più noioso del mondo. La WWE. Come si può guardare questa roba? Voglio dire… seriamente? Wrestling? Persone che si prendono a calci e pugni, che si lanciano addosso anche sedie. Ma poi si vede anche che è tutto finto. Bah.
"Possiamo guardare qualcos'altro?" Ho chiesto a Jack, seduto sull'altro divano, mentre guardava la lotta intensamente. Lui mi guardò e scosse la testa.
"No."
Sospirai. Ho aspettato alcuni minuti, cercando di trovare un passatempo, ma niente.
Idea.
"Possiamo guardare qualcos'altro?" Ho chiesto di nuovo. Jack si voltò verso di me.
"Non ti ho appena detto di no?"
"Possiamo guardare qualcos'altro?" Ho richiesto nuovamente. Lui mi guardò infastidito; poi la sua espressione sul suo volto cambiò. Aveva finalmente capito che stavo cercando di infastidirlo per fargli cambiare canale.
“E va bene, qual è la parola magica Kim?" Ha detto sogghignando. Oh la parola magica è: coglione!
Sospirai.
"Possiamo per favore guardare qualcos'altro?" Dissi sottolineando il per favore.
Lui sorrise.
"No".
Mi fulminò con lo sguardo. Continuare ad infastidire è il mio obbiettivo.
"Per favore?"
Nessuna reazione.
"Abbastanza per favore?"
Nessuna reazione.
"Jack, per favore?"
Nessuna reazione.
"Jack?"
Nessuna reazione.
Bene, l'hai voluto tu.
Ho preso un respiro profondo “Jack, Jack, Jack, Jack, Jack, Jack, Jack, Jack, Jack, Jack, Jack!"
"COSA?" sembrava super infastidito ed incazzato.
Missione compiuta.
Ho fatto un dolce sorriso. "Per favore, possiamo guardare qualcos'altro?" Ho detto ancora una volta, sperando che fosse l'ultima. Lui si voltò e sospirò.
"Va bene..." Mi lanciò seccato il telecomando. Sorrisi nella vittoria.
Feci zapping tra i canali, ma non ho trovato nulla di carino.
Questo programma è troppo noioso. Questo è brutto. Questo parla solo di politica. Cos'è sta roba? Ewww che schifo.
"La smetti?" Jack alzò la voce, sembrava particolarmente irritato.
“Di fare cosa?" Ho chiesto innocentemente.
"O ti accontenti di un canale o mi riprendo il telecomando."
Mi strinsi nelle spalle. Ho continuato a cambiare canale, fino a quando non ho trovato quello che stavo cercando. Cartoon Network.
"Oh mio Dio, Tom e Jerry… il film?!" Ho detto con gli occhi spalancati, questo è assolutamente il mio giorno fortunato!
Ho sentito Jack lasciarsi sfuggire un sospiro.
...
"Oh no!" Jack ed io abbiamo gridato all'unisono.
"Vedi l'ho detto che Jerry veniva catturato. Stupido Jerry!" Jack ha detto seccato.
Dopo pochi secondi Jack continuò la frase "Pff, non che mi interessi, io non guardo le cose da ragazzina come i cartoni animati, io sono un vero duro."
Jack stava guardando i cartoni animati con più attenzione rispetto a prima, di quando stava guardando la WWE.
"Non dire che Jerry è stupido. E’ il migliore. Vince sempre alla fine." Gli dissi incrociando le braccia.
“Quindi è il tua cotta segreta?” Jack mi chiese alzando un sopracciglio.
"Cosa? No! E’ solo il mio personaggio preferito perché è intelligente… uhm intelligente e simpatico, bello, insomma-“
"Ho capito, ho capito." Ha detto.
"Già così… qual è il tuo personaggio preferito dei cartoni animati?” Chiesi a caso. Volevo fare un po’ di conversazione.
Esitò "Nessuno".
"Oh, andiamo, ci deve qualcuno. Qualcuno che adoravi da piccolo.” Ho insistito.
"Va bene, ma non dirlo a nessuno." Ha detto in tono d'avvertimento.
"Te lo prometto." Dissi annuendo.
“Probabilmente, Leonardo delle Tartarughe ninja e… Titti." Ha detto, schivo.
Scoppiai a ridere. "Oh mio dio. Jack, il duro… adora Titti?!" Ho continuato a ridere ignorando il suo sguardo assassino.
"Se lo dici a qualcuno-"
Lo interruppi.
"Morirà dal ridere?" Ho continuato a ridere.
"Mi è semblato di vedele un gatto...eh Jackie, l'hai visto anche tu?" L'ho preso in giro ridendo più forte di prima.
La porta d'ingresso si aprì.
Abbiamo visto Eddie entrare, con un piccolo sorriso sulle labbra.
Poi vedendomi sul divano che ridevo come una matta, rimase confuso. Era confuso. Potrei dire molto confuso. Jack si alzò e rimase in piedi come se nulla fosse accaduto. Alzai un sopracciglio. Si, è un duro.
“Hey Edd.” Jack ha detto mentre camminava verso Eddie.
“Hey bro" Rispose lui. Si salutarono come fanno i ragazzi di solito.
Rimasi accanto a Jack, di fronte ad Eddie.
"Hey Eddie come è andato l'appuntamento?" Chiesi sapendo già la risposta, dal suo grande sorriso.
“Molto bene." Disse sorridendo ampiamente.
Jack fece schioccare la lingua.
“Ho già intuito cosa hanno fatto.” Ha detto. Ignorandolo feci un sorriso verso Eddie.
"Va bene, così adesso me ne vado, si… ehm, Sarah dorme sana e salva nella sua stanza." Ho detto e mi avvicinai alla porta.
“Notte Kim, e grazie ancora." Eddie ha detto alle mie spalle. Mi voltai.
"Nessun problema.” Sorrisi.
"Notte Jerry!" Jack ha detto sorridendo verso di me, mentre Eddie sembrava confuso.
Sorrisi.
"Notte Titti". Ho detto con un occhiolino e uscii di casa prima che Jack mi potesse strangolare.

Fine del capitolo.

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Capitolo 4
*** Benvenuta al WTF cafè! ***


Kim Pov:
“E tu sei una verruca sul culo di una scimmia". Gridò Grace.
Jerry e Grace stavano litigando.
Qual è il motivo?
Boh! So soltanto che adesso si stavano prendendo in giro, gridandosi addosso cose infantili.
"T-tu sei ..." Jerry stava pensato qualcosa di offensivo da dire.
"Tu sei un ornitorinco nato nella merda di vacca!" Jerry ha detto incrociando le braccia, soddisfatto. Grace alzò un sopracciglio e si mise a ridere.
"Wow, ragazzi siete così innovativi." Ho detto e proprio in quel momento suonò la campanella.
"Va bene ragazzi, ci vediamo più tardi." Li ho salutati prendendo la mia roba dall’armadietto. Tuttavia, nessuno di loro mi rispose, erano entrambi troppo occupati a litigare.
"Oh, ci sono! Tu sei una mosca, una mosca che mangia la merda dei maiali." Sentii esclamare Grace.
“Stai dicendo che la cucina di mia madre è paragonabile alla merda di maiale?" Jerry chiese offeso.
Scossi la testa. Le persone più strane che mai.
 

MATEMATICA - Modo legale per abusare della mente dei poveri studenti.
Detesto matematica. La detesto ancor di più a causa dell'odioso prof che ce la insegna.
Ero seduta nella mia classe, chiedendomi perché bisognasse trovare il valore di X e Y. Voglio dire, sono solo povere lettere dell'alfabeto, sono felici così come stanno.
"Kim". Qualcuno sussurrò dietro di me. Mi voltai per vedere Eddie. Tornai a guardare l'insegnante e ho notato che stava scrivendo qualcosa sul registro.
"Che cosa?" Sussurrai indietro.
"Vuoi venire oggi al WTF?" Ha chiesto. Il WTF è una caffetteria, un luogo di ritrovo per i popolari.
"Perché?" Ho chiesto confusa.
Perché avrebbe dovuto chiedere a me di andare ?
“Beh, oggi vorrei ritrovarmi lì con la compagnia e anzi vorrei portare anche Sophie. Ma lei non vuole venire, dice che non conosce nessuno. Quindi, perché non vieni tu…”. Ha detto con un altro sguardo implorante. Sophie non era popolare, e ovviamente si sarebbe sentita a disagio tra i popolari.
Non potevo dire di no. Non ho mai detto di no a nessuno. Stupida me.
Annuii e lui sospirò di sollievo.
"Kim ed Eddie, c'è qualcosa che volete dire anche alla classe?" L'insegnante ci ha rimproverati infastidito. Dimmi come ci è riuscita sua madre a creare un volto così disgustoso?!
Odiavo questo prof con tutto il mio cuore. Così arrogante. Ed è anche l'unico prof che si lamenta coi miei genitori. E di cosa poi?
Lo guardo come se volessi prenderlo a pugni in faccia. Giuro che prima o poi lo faccio.
Abbassai lo sguardo e lui continuò a insegnare la sua noiosa lezione.

...
Erano le 17:00 e stavo sdraiata sul mio letto, stanca, dalla lunga giornata di scuola. Ho sentito un bip dal mio cellulare.
Presi il telefono, era un messaggio di Eddie.
'Passo a prenderti alle 6'.
Cazzo, Eddie.
Ho un'ora per prepararmi. Ho fatto subito una doccia.
Dopo circa mezz'ora, sono uscita dal bagno con addosso l’accappatoio, solo per fermarmi davanti all’armadio e domandarmi “Come cazzo mi vesto?”
"Non ho niente da mettermi!"
Mi sono messa a scavare tra i vestiti.
Perché non andare vestita così come siamo?
Sono in accappatoio testa stupida!
Ho finalmente deciso: classici pantaloncini di jeans ed una maglietta bianca.
Non mi degno nemmeno di truccarmi, mi lascio anche i capelli sciolti.
Cinque minuti dopo ero fuori casa, Eddie mi stava aspettando in macchina.
WTF arrivo...
 

Oh è stata una pessima idea. Perché diavolo sono venuta qui?
Oh dio.
Ero fuori dal bar e potevo già adocchiare da lì un sacco di adolescenti intenti a bere diversi alcolici.
"Questo posto non ti sembra un po’ losco?" Mi ha chiesto Sophie.
Noi due eravamo fuori dal locale, mentre Eddie era un attimo al telefono.
"Non me la sento d'entrare." Borbottai.
"Mi dispiace che tu sia venuta qui a causa mia."
"Tranquilla." Dissi con un piccolo sorriso.
"Vogliamo entrare, signore?” Eddie è arrivato prendendo a braccetto Sophie. Era un grande giorno per lui, oggi Eddie doveva annunciare, al suo gruppo di popolari, della sua relazione con Sophie. Sophie invece aveva un po’ paura di incontrare nuova gente.
Entrati dentro, si potevano notare ancor di più le tavolate piene di bicchieri e di adolescenti poco lucidi.
Wow, che posto accogliente...
Seguivo Eddie che ci stava portando al suo tavolo, mentre mi guardavo in giro un po’ preoccupata.
Il posto aveva le luci soffuse, non riuscivo a riconoscere tutti i volti, molti però erano studenti della nostra scuola.
"Ciao ragazzi." Eddie ha salutato il gruppo. Mi guardai intorno e riconobbi subito Jack. Lui mi guardò e mi fece l'occhiolino.
Tutti risposero al suo saluto.
"Ragazzi, questa è Sophie, mentre questa è Kim." Ci ha presentato al gruppo.
“Kim, Sophie, questi invece sono Brody, Milton, Dana e Samantha." Tutti ci hanno sorriso, o almeno la maggior parte di loro ha sorriso. Ricambiai anche io.
“Beh, ormai è ufficiale, Sophie è la mia ragazza." Disse Eddie sorridendo ampiamente, mentre Sophie stava arrossendo come un semaforo.
Ci siamo seduti.
"Che ci fai qui Jerry?" Jack chiese sogghignando, sorseggiando il suo drink. Non mi ero nemmeno accorta di essermi seduta vicino a lui.
"Oh, niente Titti, ho deciso di fare un salto al WTF...". Risposi mentre sorridevo, sapevo che lo infastidiva chiamarlo in quel nome.
"È meglio che la smetti di chiamarmi così."
"Muahahahahaaa Mai!!!!"
"Jack conosci questa bella ragazza?" Chiese un ragazzo che Eddie presentò come Brody. Arrossii un po' al suo commento.
"Già." Jack rispose semplicemente.
Brody venne a sedersi vicino a me, sulla sedia vuota di Sophie. Lei ed Eddie si erano allontanate un attimo.
“Ehilà, io sono Brody, è un vero piacere conoscerti” Disse sorridendo ampiamente verso di me.
"Kim". Ho risposto con un sorriso.
"Smettila di disturbare questa povera ragazza, Brody”. Intervenne Samantha mentre spingeva via il ragazzo dalla sedia.
 

Un'ora dopo stavo morendo di risate con questi nuovi ragazzi. Sam, Brody ed io ci stavamo divertendo a fare commenti stupidi sulla gente che passava in locale e sui camerieri che lavoravano qui.
"Hey, Facciamo un lip sync. Bisogna inventarsi il dialogo che stanno avendo delle persone in base a quello che sembrano star dicendo." Mi propose Sam puntando il dito verso un ragazzo e una ragazza, che stavano parlando.
“Va bene, faccio il ragazzo.” Ho detto alzando la mano.
"E io la ragazza." rispose Sam.
La ragazza sembrava stesse ascoltando molto attentamente le parole del ragazzo, così ho iniziato a imitare una voce maschile.
"Guarda che io sono il padre del bambino.”
Mi sono interrotta, la ragazza sembrava star rispondendo.
"Che cosa?! Io non sono nemmeno incinta." Sam rispose sincronizzandosi con le labbra della ragazza.
“No tu, sono io quello incinta!". Ho continuato e tutti sono scoppiati a ridere. Eravamo abbastanza allegri, forse merito di qualche drink.
“...Stai cercando di sembrare simpatica?" Dana ci ha interrotti con tono bisbetico. Si, l’avevo notata, è stata l’unica che durante la mia permanenza al tavolo non mi aveva mai rivolto la parola, anzi più volte mi aveva osservato con modo di fare altezzoso.
“Dai, non fare la stronza Dana. Ci stiamo divertendo. Anzi dovresti aver finito di tentare di provarci con Jack, no? Meglio se te ne vai a casa” Sam mi ha difeso. Effettivamente Dana è stata tutta la sera vicino a Jack, cercando di parlarci, ma lui l’ha semplicemente ignorata.
Fissò Sam con uno sguardo pieno d’odio, mi lanciò un ultima occhiataccia prima di alzarsi e di dirigersi fuori dal locale.
"Qual è il problema? Perché mi odia?" Ho chiesto a Sam. Tutti lì erano gentili.
“E’ fatta così. Ignorala." Mi ha rassicurato Sam.

...
"Sei qui per la prima volta?” Mi ha chiesto Jack.
"Già." Ho risposto.
Lui sorrise. "Non sei di casa in luoghi come questo, eh?"
"Sì, e sinceramente non c'è nulla di così interessante in questo posto." Risposi.
Persone che si ubriacano, ragazzi che fumano… cosa c'è di così divertente?
"Sei proprio una noia Kim.” Mi rinfacciò Jack. Ah beh, buono a sapersi.
Non ho voluto ribattere dopo quel suo commentino odioso.
Guardai verso l’orologio, erano già le 21:00.
Diedi un rapido sguardo alla gente che avevo attorno.
"Ehi, sai dove sono Eddie e Sophie ?" Ho chiesto a Jack. Dovevo tornare a casa.
"Saranno fuori da qualche parte… a fare qualcosa." Rispose.
AAAAH e va bene, tornerò a casa a piedi.
"Va bene ragazzi, io devo andare." Ho detto alzandomi e abbracciando Sam.
"Dov'è il mio abbraccio?" Brody si mise a fare il broncio. Mi misi a ridere.
“Penso che Jack te ne voglia dare uno." Ho commentato raccogliendo il cellulare dal tavolo.
Brody si voltò immediatamente verso Jack con un sorriso enorme.
"BROO!" Ha urlato saltandogli sopra le ginocchia. Ci siamo messi tutti quanti a ridere.
"Scendi stronzo!" Jack ha spinto via Brody facendolo cadere. Mi misi a ridere e salutai tutti.
Questo posto non era così male.
 

Stavo camminando lentamente, godendomi la brezza e la vista di giovani coppie e di coppie meno giovani, ugualmente innamorate. Si baciavano, si sorridevano a vicenda...
I bambini erano in giro coi loro genitori, si sentiva riecheggiare il suono di qualche risata, di qualche pianto di bambino. Sorrisi. Amo la mia città, amo questo posto.
Questo meraviglioso momento fu interrotto dal motore ruggente di una moto accanto a me. Guardai verso la mia destra e vidi un ragazzo sulla moto. Si era fermato lì.
Mi è salito un attimo di terrore, la mia mente mi ha riportato a quella sera… oh no, un altro molestatore...?
Guardai avanti, cominciando a camminare più velocemente.
"Kim!" Il tipo in moto mi ha chiamato.
Ma che?
Ho iniziato a camminare più velocemente.
"Smettila Kim!"
Non l'ho fatto.
Improvvisamente la moto ha accelerato e si è fermata davanti a me. Solo a quel punto l’uomo in sella, si è slacciato via il casco.
Jack.
Ho sospirato di sollievo.
"Sei un idiota! Mi hai spaventato!" Gli ho detto arrabbiata. Lui sorrise vagamente.
"Perché sei a piedi? Non hai la macchina?” mi ha chiesto.
"Riesci a vederla da qualche parte?" Ho risposto a tono. "Eddie mi ha accompagnato qui, ma non l'ho trovato da nessuna parte, mi tocca tornare a casa a piedi." Ho spiegato.
"Sali su."
"Che cosa?" Chiesi confusa.
"Sali. Su. La. Moto. Kiiiiiim". Jack sillabò lentamente tutta la frase, proprio come se fossi un alunno di prima elementare.
"No, grazie. Mi faccio una passeggiata.” Non mi sento troppo a mio agio sulla sella di una moto.
"Perché?" chiese alzando un sopracciglio. Prima che potessi rispondere, ha continuato.
“Guarda che io non me ne vado senza di te.” Disse sorridendo troppo dolcemente. Sospirai. Non avevo scelta.
Sono salita esitante sulla sua moto, appoggiando le mani sulle sue spalle.
Lui mi passò il casco.
"Oh no, grazie, non voglio rovinarmi i capelli." Ho detto agitando la mano verso di lui.
Jack si voltò e mi guardò con un'occhiata tipo ‘stai scherzando, vero?'
"Mh?" Chiesi confusa.
Lui scosse la testa e mi infilò il casco.
"Ma scusa, e tu? Cosa ti metti?" Gli ho domandato. Senza rispondermi, è tornato a guardare la strada davanti, nel mentre aveva riacceso anche il motore.
"Ti conviene tenerti stretta. Non troppo ovviamente, so di essere bello e affascinante, ma insomma, tieni a bada gli ormoni.”
"Ti piacerebbe. Dai forza muoviti, devo tornare a casa.” Lo sentivo ridacchiare.
E siamo partiti.
Mi sentivo... non lo so! Non so come descriverlo. Sentivo solo il vento, l’aria fredda e la velocità supersonica.

 
"Siamo arrivati." Ho sentito Jack. Volevo strangolarlo, ma non riuscivo nemmeno a muovermi.
Sono finalmente scesa dalla moto. Cercando di far funzionare i muscoli rigidi. Mi girava la testa e mi aggrappai al braccio di Jack.
Ho chiuso un attimo gli occhi. Dopo alcuni secondi, li ho riaperti. Jack mi stava guardando preoccupato.
"Stai bene?" chiese a bassa voce.
"Non farmi questa domanda! Stavi pensando di uccidermi?" Ho chiesto furiosamente.
Si mise a ridere.
Jack aveva guidato facendo delle curve assurde e anche alla massima velocità. Penso che l'ago abbia superato i 200 km/h.
"Sembra che tu abbia visto un fantasma, Jerry." Ha detto. Sempre con sto’ soprannome?
"I fantasmi sono meglio, fidati."
Lui ridacchiò.
"Lo sai, sei l'unica ragazza a cui ho chiesto di fare un giro in moto con me"
"Fortunate le altre ragazze, povera me."
“Sei così con tutti, o solo con me?" Jack chiese fingendo di essere infastidito dalle mie parole.
Ho iniziato a camminare verso cancello. "Solo con te Titti. Sentiti speciale."
Lui sbuffò.
Mi voltai e lo salutai, lui annuì in risposta, si mise il casco e si allontanò.
 

Fine del capitolo.

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Capitolo 5
*** Non ho una cotta per te, capito!? ***


 

KIM POV:
"Take me by tongue and i'll know you." Ho cantato a pieni polmoni, con gli auricolari nelle orecchie.
Mi stai uccidendo con quella voce orribile!!!!
"Kiss me til you're drunk and i'll show you..."
Voglio ucciderti con un pugnale!!! Voglio ucciderti con un pugnale!!!!
"Moves Like Jagger, OH YEAH moves like Jagger..." Dimenticai la melodia della canzone. Gettai gli auricolari per terra e feci un assolo strimpellando una chitarra immaginaria.
"Tesoro..." Ho sentito la voce di mia mamma dietro di me. Mi voltai e la vidi che mi guardava con gli occhi spalancati, ma con un piccolo sorriso strano sul suo volto.
"Ehi, mamma!" Ho detto, cercando di sistemarmi i capelli scompigliati
Imbaraaaazzoooooooo...
"Stai bene?" chiese lei, preoccupata.
"Sì perché?"
Esitò un attimo. “Oh, ti muovevi come una stampatrice...". Ridacchiò poi.
Mi sono offesa.

"Mamma stavo ballando!"
"Sì, come no... danza tribale, vero?" Ha chiesto sarcasticamente.
"MAMMA!" Ho detto infastidita. Nessun apprezzamento per il vero talento!
Lei rise. "Va bene, va bene. Ma abbassa un po' la voce." Ha riferito mentre se ne andava.
Mi lasciai cadere sul letto controllando il cellulare, 1 nuovo messaggio: Sam.
Ci eravamo scambiati il numero di telefono al WTF e dal quel giorno abbiamo continuato a scriverci.
'Cs oggi alle 7' mi ha scritto.
Ho subito risposto di no. Una volta al mese c'è la prestazione di alcune band nella piazza del centro commerciale. Queste band sono composte per lo più da giovani ragazzi che aspirano a diventare dei cantanti o cose del genere. Non ci sono mai stata, se devo dire la verità. Jerry mi aveva invitato un paio di volte, ma ho rifiutato, anche perchè a Grace non interessano queste cose.
Il mio telefono cominciò a squillare, Sam mi stava chiamando.
"Ehi, Sam!" Risposi alla chiamata.
"Ora mi dici perchè non vuoi venire al Cs?" Ha chiesto.
"Perché non voglio." Ho risposto semplicemente.
"Non fare la bambina, Kim. Dai, ci divertiamo un po'!" Piagnucolò. Ora chi è fa la bambina?
"No Sam, non ho voglia di andarci." Ho detto di nuovo.
"Ci sei mai stata?”

“No.”

“...Dio!" Esasperata riattaccò la chiamata.
Strano.
 

...
"Tesoro, perché non mi hai detto che dovevi uscire?" Mia madre mi chiese entrando in camera mia.
"Perché? Io non devo ...?"

Dovevo uscire? Dove?
"Pensavi che mi sarei opposta? Tranquilla, puoi sempre uscire con le tue amiche! Basta che torni a casa prima del coprifuoco, va bene?" Disse sorridendo.
"Mamma, cosa cavolo stai dicendo? Io non devo andare da nessuna parte." Ho detto confusa.
"Non devi? Ma giù una certa Samantha ha detto che entrambe dovevate andare al Central Square. Ti sta aspettando al piano di sotto." Ha risposto confusa. Avevo capito tutto.
Sam sei una bambina!
Sono corsa al piano di sotto facendo dei passi pesanti, c'era lì Sam che mi aspettava sorridendo.
"Mi era sembrato di dirti che non sarei venuta." Ho incrociato le braccia.
Cercò di fare uno sguardo innocente.
"Oh, ma io speravo che saresti venuta comunque. Non volevo andarci da sola..." disse con un finto tono rassegnato, assicurandosi anche che mia mamma fosse lì per ascoltare.
"Gli altri?" Dissi aggrottando le sopracciglia.
"Loro non so se vengono." Disse guardando mia madre di nuovo.
"Kim cara, perché non vai con lei? Tanto oggi non hai niente da fare." Mia madre ha detto sorridendo verso Sam che annuiva su e giù.
Ho sospirato "Va bene..." Il volto di Sam si illuminò di colpo.
"Preparati. Dobbiamo essere lì per le sette e sono già le sei e venti." Disse spingendomi al piano di sopra.
Gemetti ma mi incamminai comunque al piano di sopra, mi cambiai in velocità.
"Ciao mamma". Le diedi un bacio sulla guancia.
"Kim, cerca di tornare presto, domani c'è scuola." Lei disse, cercando di essere severa. Annuii e uscii con Sam dietro di me.
"Andiamo a sbattere la testa yeee..." Urlai con falsissimo entusiasmo, Sam si mise a ridere.
 
"My dream is to fly, OVER THE RAINBOW, so high!!" Ho urlato a squarciagola.
Non credevo che fosse così divertente questo evento!
Le band sono effettivamente brave! Non era una cosa terra-terra fatta male, sembrava a tutti gli effetti un piccolo con concerto con tante giovani band. Ogni volta che il presentatore presentava un nuovo gruppo, mi saliva una scarica di adrenalina. Stavo saltando, ballando, ridendo, cantando, e saltando di nuovo.

Sembravo una bambina iperattiva... e avevano suonato solo due gruppi.


...
"Va bene pubblico, siete pronti per accogliere l'ultima band?" Il presentatore fomentava la platea.
La folla applaudiva, mentre il gruppo saliva sul palco. Il cantante sembrava familiare, forse qualcuno della scuola. Guardai più attentamente.
Il pubblico rimase in silenzio per un istante ed io, ovviamente, ho scelto proprio quel momento per urlare.
Tutti quanti si voltarono verso di me, ho cercato di nascondermi dietro il ragazzo alto proprio davanti a me . Mi sono voltata verso Sam, sembrava più imbarazzata di me. Fortunatamente ad un certo punto un membro della band ha incominciato a dire qualcosa e l'attenzione di tutti è tornata verso il palco. Grazie a dio.
Bel modo per mettersi in imbarazzo da soli...
Il rossore in viso pian piano scomparve e fu proprio in quel momento che i membri della band cominciarono a diventare più familiari: erano nientemeno che Jack, Eddie, Brody, e Milton.
Mi girai verso Sam e lei mi sorrise.
Jack era il cantante, ma aveva anche una chitarra. Eddie era il batterista, Brody stava al basso e Milton alla tastiera. Aprirono con una canzone molto ritmata ed io ne ho approfittato per ballare in mezzo alla folla.
 
La serata si è conclusa, dopo l'ultima band, tuttavia io ero ancora in modalità iperattiva.
"E' stava una bella serata, vero?" Sam mi chiese sorridendo.

Mi sono divertita davvero molto.
Sorrisi anch'io. "E'. Stato. Fantastico!" Ho detto con entusiasmo.
"Non sapevo che Jack sapesse cantare!" Ho detto saltando come un bambino. Sam rise.
"Sì, ha una voce molto bella". Rispose.
Ho notato il gruppo che veniva verso di noi, Jack mi stava osservando e io mi ritrovavo lì con un sorriso ampissimo che partiva da un orecchio e finiva nell'altro.
"Kim, hai assunto della droga?" Chiese, guardandomi in modo adorabile, era divertito ma anche confuso.
I miei occhi si spalancarono...
Aww, Kimmy una nuova cotta?!
"NO!" Ho quasi gridato, stavo effettivamente rispondendo alla domanda del mio cervello. Tutti mi guardarono straniti.
"O-kay... stavo solo... scherzando."

Okay. Forse sono un po' troppo iperattiva oggi...
"Ehy, Kimmy!" Brody mi riportò alla realtà.
"Ehi... Brody" Ho detto sorridendo. "Non chiamarmi Kimmy".
"Ti è piaciuto il nostro spettacolo?" Chiese mentre camminavamo verso l'area parcheggio. Prima che potessi rispondere, Sam mi interruppe.
"Oh, non chiederlo nemmeno. Stava letteralmente saltando come un bambino di quattro anni a cui hanno regalato un pacchetto di orsetti gommosi!"
 

...
Siamo rimasti un po' là fuori a chiacchierare, davanti al parcheggio.

Tutti erano abbastanza scioccati, non si aspettavano che fosse la mia prima volta al Cs.
Brody, Milton e Sam se ne andarono per primi.

Io invece dovevo aspettare Eddie per tornare a casa e anche Jack. A quanto pare, doveva rimanere a casa di Eddie per qualche settimana.
Stavamo per entrare in auto quando il telefono di Eddie squillò, ci fece cenno di aspettare un minuto.
"Sophie!" Io e Jack sospirammo all'unisono, siamo scoppiati a ridere. Entrambi ci siamo appoggiati alla macchina di Eddie, eravamo avvolti da un silenzio confortevole.
"Non pensavo sapessi cantare. Sei più di un classico dure arrogante, sai?" Ho detto dopo un po' rompendo il silenzio.
Lui alzò un sopracciglio. "Duro arrogante?"
"Sì! Sai, i classici cattivi ragazzi.. quelli che si comportano da duri ma che sono molto carini, affascinanti e-" mi bloccai improvvisamente.

Mi sono appena accorta di avergli dato del carino... davanti a lui...uh, oh.
"Pensi che io sia carino?" Chiese divertito. Io arrossii.

Senza rispondergli, sono andata verso Eddie.
"Sì cucciola tranquilla..." Parlava al telefono. Mi avvicinai a lui.
"Senti la tua cucciola non scappa se non le parli per 10 minuti. Devo tornare a casa!" Ho detto infastidita e ho sentito Jack che ridacchiava. Eddie mi guardò stordito.
"Uhm Sophie. Parliamo dopo. Ti amo tanto!" Eddie ha riattaccato la chiamata.

Mi sedetti nei posti dietro, cercando di non guardare Jack.
Dopo 5 minuti di guida, Eddie mi ha chiesto "Che ti succede Kim? Tutto bene?"
Jack ridacchiò. Stupido mostro ridacchioso.
"Zitto e guida!" Ho detto guardando impassibile fuori dal finestrino.
"Penso che Kim abbia una cotta per qualcuno." Jack ha detto sogghignando.
"Senti tu" Gli ho detto colpendogli la spalla. Mi guardò un attimo. "Non ho una cotta per te, va bene? Tieniti le tue fantasie per te." Ho detto.
"Perché ti comporti così Kim? Dovresti stare più rilassata" Eddie ha detto sorridendo.
"Stai zitto e guida!" Strillai mentre incrociavo le braccia, Jack rise di nuovo.
 
Eddie si è fermato davanti a casa sua parcheggiando l'auto, io invece ho letteralmente fatto una corsa per scappare a casa.
Perché? Perché gli ho detto che lo considero carino?
Non avevo nemmeno notato quanto fosse carino, fino ad oggi. Sul palco, sembrava una vera celebrità. Ed ora che ci stavo riflettendo meglio, aveva effettivamente degli occhi molto belli, di un profondo e bellissimo color cioccolato, un bel viso e sorriso caloroso e...
Oh Signore...
Sono corsa al piano di sopra con mille pensieri in testa.
Mi sono messa il pigiama e mi sono seduta sul letto, quando sentii un bip dal mio cellulare. Un numero sconosciuto, chi sarà?
Non sognarmi troppo, Jerry! ;) - Jack
Non gli ho nemmeno chiesto da dove cavolo avesse preso il mio numero, mi avrebbe sicuramente risposto con sarcasmo.
Ti piacerebbe Titti!!
Ho risposto, stendendomi a letto, stanca dagli eventi di questa sera mi sono addormentata.


Fine del capitolo.

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Capitolo 6
*** I'm a Barbie girl ***


KIM POV:

Era passata una settimana di scuola frenetica ma divertente, Sam era diventata davvero una buona amica, capitava che parlassimo tutti i giorni.
Inoltre, cosa molto importante, sono riuscita ad ignorare Jack per tutta la settimana. E' stato abbastanza difficile considerando che ormai abita con Eddie, ma ho fatto del mio meglio.
"Kim!" Ho sentito mia mamma che mi chiamava dal piano di sotto. Ero nella mia stanza, mentre cercavo di finire quei maledetti compiti. Si può sapere chi li ha inventati?!
"Sì mamma?" Gridai.
"Emh, per favore, puoi venire al piano di sotto?" chiese lei. Ho sospirato, ho bisogno di una pausa per allontanarmi da questa tortura.

Sono scesa al piano di sotto, in cucina.
"Puoi andare da Wendy a consegnarle questo pacco?" Chiese lei, porgendomi una scatola.
Wendy era la madre di Eddie. Mia mamma e la mamma di Eddie erano abbastanza amiche, anche perchè sia mio padre che il padre di Eddie non passavano molto tempo a casa: entrambi lavorano in marina.

Si può dire che entrambi si trovassero 'sulla stessa barca' (appunto...). Le nostre famiglie sono abbastanza unite. Mamma e la signora Wendy passavo molto tempo insieme a chiacchierare e qualsiasi altra cosa facciano le madri.
"Va bene." Presi la scatola e mi diressi verso la casa affianco.
Suonai il campanello e dopo pochi secondi Jack aprì la porta. Sorrise appena mi vide.
"Oh beh, ciao gattino." Ha detto e io lo guardai confusa. Gattino? Un nuovo soprannome? E poi ho capito.
Indossavo un top nero e dei pantaloncini rosa abbastanza ridicoli del pigiama con i gattini!
Perché io? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?!
Ho ignorato il suo sguardo divertito. "C'è qualcuno in casa oltre a te?" Chiesi. "In particolare la signora Wendy?"
Lui scosse la testa, ancora sorridendo. "No, è uscita circa un'ora fa."
Annuii. "Beh, le puoi dare questo e dirgli che è da parte di mia mamma?" Gli ho chiesto.
Sorrise più ampiamente, e scosse la testa. "Perché non sistemi il pacco da qualche parte ed io trasmetto il messaggio?"Disse dirigendosi nella direzione opposta, cioè verso il divano.
Camminai pestando i piedi, mentre lui era disteso sul divano. Oh Dio, come avrei voluto... buttarlo in piscina dal secondo piano. In una piscina vuota però.
Sono andata in cucina ed ho appoggiato il pacco sul tavolo , quando ho sentito la voce di Sarah e un piccolo sorriso apparve sul mio volto. E' così carina con la sua voce da bambina... Aspetta, Sarah stava parlando con qualcuno?La mamma di Eddie era a casa? La macchina di Eddie non era nel vialetto, quindi so per certo che lui non c'era.
Strinsi gli occhi. Se quello sfigato mi ha raccontato una bugia, io lo appendo a testa in giù.

Ho iniziato a incamminarmi silenziosamente al piano di sopra, ho potuto risentire la risatina di Sarah. La porta della sua camera era leggermente aperta e sono riuscita a vedere effettivamente Sarah e la signora Wendy che stavano giocando insieme.
Che idiota, buono a nulla, racconta menzogne... semplicemente coglione!

Entrambe si stavano divertendo, perciò me ne sono andata senza disturbare. Sono scesa per le scale pianificando di uccidere quel mostro.
Lui era ancora seduto lì, come se fosse a casa sua.

Avrei voluto strozzarlo e appenderlo a testa in giù, ma alla fine non ho fatto nulla. Non è che sia così violenta, ma quando qualcuno mi dà sui nervi...
Mi sono fermata davanti a lui, comprendo lo schermo della tv. Ho poi incrociato le braccia mentre lo fissavo male.

Lui semplicemente mi guardò incuriosito con un sorriso stampato sulla bocca.

Rimasi ancora lì impassibile e lui passò a farmi uno sguardo annoiato.
"Così sei noiosa Kim. Anzi, quando fai così non sei per niente carina." Disse incrociando le braccia dietro la testa.

Accidenti, quei muscoli...
CONCENTRAZIONE KIM!
Sono tornata alla realtà. "Tu...brutto... stregone! Mi hai mentito!" Gridai.
Lo so, non è un buon insulto...
"Stregone?" chiese alzando un sopracciglio divertito. Oh, pensi che tutto questo sia divertente?
"Sì, stregone! Hai qualche problema? Perché mi hai mentito?" Gli ho chiesto, solo per vedere sulla sua faccia, di nuovo, quel maledetto sorriso. La mia rabbia è salita a livello 10.
"Oh, sai, una certa persona sta ignorando la sua cotta, così ho pensato che in questo modo avremmo avuto un po' di tempo per parlare." Ha detto facendo l'occhiolino.
Questo ragazzo è... non ho parole.
Ho chiuso gli occhi e ho preso dei bei respiri profondi per calmarmi.
"Okay, Jack." Ho detto con calma, facendo del mio meglio per non ucciderlo. "Perché pensi che io abbia una cotta per te? Perché io di certo non ce l'ho!"
"Beh, perché tu pensi che io sia carino, affascinante e cose del genere."
"Non volevo dire questo, tu per me sei meno attraente dello 0,01%." Ho detto.
Qualcuno per favore mi uccida .. per favore!
"Tranquilla Kim, è normale sentirsi dire quello che si è." mi ha risposto con un certo tono di saccenza.
"Sta zitto!"
Lui sorrise.
"Bene, e allora perché ti sei messa a sbavare quando mi sono tolto la maglietta?" Chiese.
"Ma che cavolo dici. Stavo solo guardando la ferita che avevi sulla pancia, a proposito, è guarita?" Ho chiesto, ricordandomi di come si irrigidì alla mia richiesta di spiegazioni. Mi chiedo ancora come se la sia procurata.
"E allora perché ti preoccupi di me?" Ha detto ancora sogghignando.
Mi lamentavo. "Davvero? Potrebbe il tuo ego diventare ancora più grande?"
Mi fece l'occhiolino.
 
...
Sono di nuovo al WTF.
Non avevo intenzione di venirci... ma, grazie a Sam...
 
Sam, Brody ed io ci siamo seduti al nostro solito tavolo, gli altri dovevano ancora arrivare.
"Così Kim. Qualcuno ha attirato la tua attenzione?" Brody mi ha chiesto gesticolando verso un gruppo di ragazzi seduti più in là.

Ho arricciato il naso. "No."
"Quindi...nessuna cotta?" La mia mente ha pensato subito a Jack, ma scossi la testa.
"No!"
Brody mi stava guardando con fare dubbioso "Sei sicur-"
Ma prima che potesse finire la frase, Jack, Milton e Dana si unirono a noi.
Jack mi fece l'occhiolino e mi fulminò con lo sguardo. Ha detto a Brody che ho una cotta per lui?! Mi vendicherò.
 
"Scusi, posso avere un cosmopolitan?" Chiesi.

Questa sera il WTF aveva organizzato una specie di “pista da ballo”, era insomma una serata un po' speciale. Io e Sam stavamo ballando come matte, Brody stava flirtando con ogni ragazza del locale, Milton era tranquillo al tavolo e Dana ci stava provando con Jack.

Jack invece era stranamente era di buon umore. Stava sorridendo...
 
"Ehilà bellezza!" Qualcuno ha detto dietro di me. Mi voltai per vedere un ragazzo visibilmente ubriaco, che mi stava guardando in maniera viscida. Lo ignorai ed continuando a bere il mio drink. Che diavolo voleva?
"Aww, qualcuno mi sta ignorando?" Ha detto avvicinandosi. Riuscivo a sentire un tanfo di alcol provenire da quelle parole.
Lo ignorai di nuovo, maledicendo la persona che non mi stava facendo bere. Si avvicinò ancora di più.
Ho incominciato a camminare verso gli altri, ma il ragazzo ubriaco mi afferrò un polso e mi tirò verso di lui.
"Dove stai andando?" Ha chiesto sorridendo, tirandomi molto vicino a lui.
"Lasciami andare!" Gli ho detto con fermezza, cercando di liberarmi dalla sua presa. Ha messo l'altra sua mano introno alla mia vita, spiaccicandomi contro di lui. Avevo il viso sopra il suo collo, lo spinsi via con tutte le mie forze ma ovviamente non erano sufficienti, la sua presa era molto stretta.
Le persone che erano lì non facevano nulla, probabilmente non ci avevano neanche notato, eppure tutto stava accadendo contro la mia volontà...
Improvvisamente, ho sentito qualcuno tirarmi via da lì. Qualcuno si era messo tra me e quel ragazzo. Jack Brewer.
Jack teneva la mano sulla spalla del ragazzo, non in modo amichevole direi. "Sta lontano da lei." Ha detto.
Non riuscivo a vedere la sua espressione, perché ero in piedi dietro di lui, ma la sua voce era piena d' avvertimento. Il ragazzo ubriaco, anche se nel suo stato da brillo, sembrava terrorizzato. Annuì e si allontanò.
Jack si voltò, ancora fissando il ragazzo ubriaco. Poi i suoi occhi si rivolsero verso di me, pieno di preoccupazione "Stai bene?"
Ero un po' stordita, nel vedere quello sguardo. Non mi aspettavo così tanta preoccupazione da lui, ho sempre pensato che Jack fosse semplicemente un cattivo ragazzo che non si preoccupa degli altri. Un carino ed affascinante cattivo ragazzo...
Mi guardò come se stesse aspettando la mia risposta, tornai alla realtà ricordandomi della domanda.
Annuii. "Sì, sto bene!" "Doveva essere ubriaco." Ho detto.
Jack fece un sorrisetto. "Lo penso anch'io."
Abbiamo incominciato a camminare verso gli altri.
"Grazie." Ho detto sorridente, felice del fatto che lui era lì al momento giusto. La situazione mi ha dato un senso di déjà vu. Ricordandomi del principe azzurro.
Jack sorrise, in modo adorabile.
Mise casualmente il braccio sulle mie spalle, sembrava come se fossimo migliori amici da una vita e ci avvicinammo verso il gruppo. Ovviamente tolse il braccio prima di poter essere visibile a qualcuno dei suoi amici.
Oh pensa alla reputazione? Coglione.
 
...
JACK POV:
"Ow, si può sapere chi l'ha lanciato?!" Gridò l'insegnate, un gessetto l'aveva colpito sulla nuca.
Si guardò intorno, ma il suo sguardo era puntato su di me e il mio gruppetto.
"Lo so che è stato uno di voi." Ha urlato. Sorpresa sorpresa!
"Sono stato io." Ho detto alzando la mano. Lui mi guardò.
"Un giorno verrai espulso, Jack Brewer!" Ha detto con rabbia.
Sorrisi.
Questo prof mi odiava davvero. Beh comunque anche lui si meritava il mio odio. Voglio dire, un pessimo insegnate di biologia. Che si aspettava?
"Ehi fra, se continui così verrai espulso prima di Tommy Wolf, e tu sai cosa ha fatto alla Harrison" Brody mi ha sussurrato da dietro. L'insegnate continuò a fissarci per qualche istante, poi al suono della campanella si allontanò di corsa verso l'ufficio del preside. Bah, non me ne frega.
 
Eddie e Brody sono i miei migliori amici. Sapevano tutto di me ed io sapevo tutto di loro. Anche Milton era un mio caro amico, ma non così stretto. Lui è uno un po' particolare che se ne sta sulle sue.
Anche Sam è una carissima amica. Brody e Sam sono amici d'infanzia, e beh è diventata una del gruppo senza problemi. E' molto simpatica e solare, si diverte insieme a noi a combinare stupidaggini e casini.
Dana era un'amica di Sam, e all'inizio di tutti noi, non era male come ragazza. Poi un giorno non so cosa le sia successo ma ha iniziato a montarsi la testa ed è diventata una bisbetica egocentrica. Ormai sta antipatica a tutti, ma almeno abbiamo la decenza di non cacciarla dal gruppo.
Ha anche una cotta per me. Dio. Faccio del mio meglio per dimostrargli che non mi interessa, ma lei proprio non ci arriva.
 
"I'm a Barbie girl, in the Barbie world ..." Stava squillando il telefono di qualcuno. Ridacchiai.
Qualche bimbo con la suoneria delle Barbie.
Alzai lo sguardo per vedere Brody, Milton e Sam che mi fissavano, tutti con i loro cellulari spenti in mano.
In quel momento ho capito che era il mio telefono che stava squillando.
Sono io il bimbo? Come cazzo è successo?!
Ho tirato fuori il cellulare per vedere chi mi stava chiamando, Kim. Ho subito rifiutato la chiamata.
I miei amici incominciarono a ridere, e così ha fatto tutto il resto della classe. Fissai ognuno di loro. Quando fui interrotto dalla vibrazione del cellulare che avevo in mano. Un messaggio di Kim.
'Com' è la suoneria? :)'
Mi ha cambiato la suoneria...
Le ho semplicemente risposto"Tu considerati morta Kim!"


Fine del capitolo.

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Capitolo 7
*** La vendetta di Jack ***


 

JACK POV:
Ora, tutto quello che devo fare è saltare da questo balcone all'altro lì davanti e sarò arrivato.
Camera di Kim.
Devo vendicarmi per quel piccolo incidente con la suoneria. Voglio dire, è stato imbarazzante. Bene, Kimmy fra un po' scoprirai la mia vendetta!
Non è niente di che, solo uno piccolo scherzo, abbastanza per farla incazzare.
Stavo sorridendo diabolicamente mentre raggiungevo il suo balcone. Stare a casa di Eddie era finalmente utile a qualcosa. Cioè, ovvio, gli sono molto grato perché mi fanno stare da loro, ma casa sua è un po' noiosa. Sarah è l' unica fonte di intrattenimento. Ed Eddie?

E' tutto un:
'Sì piccola, stavo mangiando.'
'No cucciola, non ti sto ignorando.'
'Sì amore, facevo il bagno.'
'Sì tesoro, ti amo anch'io.'
Cioè davvero? Dal momento in cui l'ho visto rientrare a casa, dal suo primo appuntamento, sapevo che non valeva più la pena chiamarlo uomo.
Parlando di quel giorno, mi ricorda Jerry e Titti. Dio! Perché gli ho detto che mi piaceva Titti? Ma poi, che c'è di male se mi piace? Titti è giallo, e a me piace il giallo. Giuro che se i miei amici scoprono di questa cosa, io uccido quella ragazza.
Concentrazione Jack, concentrazione!
Ero arrivato davanti alla porta del balcone, volevo provare a tirare lentamente giù la maniglia, sperando che la porta non fosse chiusa. Era aperta. Che stupida ragazza!
Entrai e la vidi sdraiata sul letto che dormiva. Con la bocca aperta, e i capelli sul viso. Attraentissima si si... Spero proprio che Sarah non la veda così in questo stato, verrà segnata a vita probabilmente.
Ho preparato la mia vendetta, pensando alla faccia che farà quando scoprirà tutto.
* 3 ore più tardi *
"JACK BREWER! Esci fuori da quella cavolo di stanza! SEI MORTO! Giuro che ti ammazzo!"
L'ho sentita urlare dal suo balcone.
Missione compiuta!
 
Kim POV:
I miei denti erano... VIOLA!
Quel figlio di pu...
Ha messo del colorante viola nel mio dentifricio. Questa mattina ero così assonata che non mi sono messa a guardare lo spazzolino o il dentifricio, ho solo messo tutto in bocca. Solo alla fine quando mi sono specchiata l'ho notato: i denti viola. Tadan!
Voglio dire, andiamo, chi si aspetterebbe mai del colorante viola nel dentifricio?!
Voglio assolutamente tirargli un pugno in faccia!
"JACK! Vieni fuori? O devo venirti a prendere tirandoti per le orecchie!" Gridai. Stavo continuando ad urlare, e quel maledetto ragazzo dormiva come un dinosauro.
Finalmente ho visto la tenda del suo balcone muoversi e dopo un po' ha aperto, con il suo così-famoso sorriso stampato sulla faccia e... giustamente a torso nudo. Dannazione perché deve essere così... perfetto?!
La ferita che aveva sulla pancia sembrava guarita, ma la cicatrice era ancora lì. Si estendeva dallo stomaco fino al ventre. Non riesco a smettere di chiedermi come abbia fatto a procurarsela e quanto male debba fare.
"Kim, per favore smetti di sbavare. E' solo mattina presto, controlla gli ormoni!" La voce di Jack mi riportò alla realtà. Guardando il suo volto mi tornò immediatamente la rabbia. Mi fulminò con lo sguardo, mentre continuava a sorridere.

"A proposito, bei denti!" Ha detto ridendo.
"Sei un idiota! Come hai potuto farmi questo? Non sai quanto vorrei strangolarti!" Gridai.
La gente per strada che passava di lì, continuava a guardarci. Beh, che me ne frega?! Ho viola i denti! Questa situazione non potrebbe essere più imbarazzante.
Jack sospirò.

"Kim..." disse a bassa voce, sembrava proprio volesse scusarsi.
Trattenni il respiro e aspettai.
"...Hai i denti viola!!!" Scoppiò a ridere.
"E' la mia vendetta! Dovrebbe risolvere la tua bravata." Disse scrollandosi le spalle.
Forse me lo meritavo? Siamo pari adesso.
Sospirai. "Quando e come hai fatto ad entrare in camera mia?"
"Beh intorno alle 3 di notte." Rispose, passandosi una mano tra i capelli. Oh aspe, i miei capelli disordinati del mattino...
"Uhh COSA?Le 3:00?! Ma se ti avessero visto? Ti avrebbero potuto arrestare!" Gridai.
"Nessuno riesce ad arrestarmi!" disse facendomi un occhiolino.
Scossi la testa e improvvisamente mi sono ricordata di una cosa importante.
"Come vado a scuola?" Ho chiesto esasperata. Non voglio andare a scuola così, mi prenderebbero in giro tutti, ma tipo per il resto della mia esistenza.
"In auto". Rispose con sarcasmo.
"Molto divertente."
Si strinse nelle spalle. "Non andare!" Come se avessi scelta...
Sbadigliò. "Vado a dormire. Devo alzarmi e andare a scuola tra un'ora. Comunque tranquilla, tra un po' quel colorante andrà via." Ha detto andandosene.
Sospirai e lo guardai entrare nella sua stanza.
 

...
Ho sospirato, che cosa faccio per tutto il giorno?
Ero seduta nel mio salotto, facendo zapping tra i programmi in tv e mangiando naturalmente del cioccolato. Mi annoiavo a morte, non sapevo proprio cosa fare... Molto deprimente...
Alla mamma ho semplicemente detto di avere mal di testa, così sono rimasta a casa. Nel frattempo avevo maledetto Jack in tutte le lingue che conosco, che apparentemente sono solo l'italiano e l'inglese.
Ho sentito un bip dal mio cellulare, un sms!
Il mio telefono stava sul comodino, dall'altra parte del divano. Ovviamente invece di alzare il culo per arrivare lì, come una persona normale, io ho deciso di 'allungarmi' cercando di prendere il cellulare con i piedi, una volta preso, ho piegato le ginocchia per portare il telefono alle mie mani. Infine, ho alzato un pugno in aria come segno di vittoria.
"Sì Ninja Kim, buon lavoro!" festeggiai.
"Non sarebbe stato più facile alzarsi, e prendere il telefono?"
Ho sentito una voce in direzione delle scale, ma non ho visto nessuno.

Mi sono spaventata. Non dovrebbe esserci nessuno a casa, la voce sembra essere venuta fuori dal nulla.
Quando è semplicemente apparso Jack. Mi ha fatto prendere un colpo, tanto che ho perso l'equilibrio e sono caduta... per terra.
"Ahi!"
Jack scoppiò a ridere e non ho potuto fare a meno di arrossire. Parlando di cose imbarazzanti.
Mi alzai, cercando di non mostrare che fossi dolorante. Lui rise e mi fulminò con lo sguardo.
"Che ci fai qui?" Chiesi.
"Dovresti essere a scuola. E... come hai fatto a entrare in casa mia? DI NUOVO!" Era in piedi vicino alle scale quando l'ho visto, e le scale erano un po' più in là, dietro il divano.
"Stupido balcone!" Dissi.
Nota mentale a sé - Avviso Importante: ricordare di tenere le finestre chiuse.
"Che ci fai qui?" Ho ripetuto la mia domanda.
"Ti faccio un po' di compagnia." Si strinse nelle spalle.
Era la mia occasione per fargli un sorrisetto. "Aww, ti sono mancata troppo Titti?"
Si avvicino a me, aprì la bocca per parlare, ma la richiuse.
Poi continuò a fissarmi... a guardarmi... guardarmi.... Va bene, la cosa si fa inquietante.
Distolse lo sguardo. "No!" ....Finalmente?
"Bugiardo bugiardo!" Gli dissi prendendo il cellulare e controllando il messaggio, era di Grace. Stavo per aprire l'sms, quando qualcuno bussò molto forte alla porta.
Jack mi guardò e alzò un sopracciglio.
Ci siamo diretti verso la porta, e lui fece gesto di restare dietro di lui. Aprì lentamente la porta...
C'era Grace. Molto molto furiosa.
Un'espressione confusa attraversò il suo viso mentre guardava me e poi Jack, di nuovo me e poi Jack di nuovo.

Poi mi sono ricordata che lei non sapeva dell'amicizia tra me e lui,cioè aspe circa amici. Gli ho visti guardarsi male a vicenda.

Beh, la prima volta che si sono incontrati non è andata proprio bene...
"Emh, Grace... Jack..." Ho detto, goffamente tentando di mantenere la pace.
Lei mi guardò e poi strinse gli occhi verso di noi.
"Che stavate facendo voi due? E' il tuo nuovo fidanzato?" lei sbottò.

I miei occhi si spalancarono.
"COSA? NO!" Gridai.
Lei alzò un sopracciglio.
"No, Grace! Di cosa stai parlando?" Ho detto. S'è ovviamente sbagliata di brutto.
Ho avuto il coraggio di guardare Jack che stava guardando Grace con gli occhi spalancati, e la bocca un po' aperta. Era scioccato quanto me.
"Allora, lui che ci fa qui?" chiese lei.
"Beh, lui... era solo …" Va bene, non sapevo cosa stesse facendo o che ci faceva qui.
"Dovrei andarmene." Ho sentito dire a Jack. Lo guardai.
"Sì, si dovresti". Grace ha risposto sgarbatamente. Senza dire nulla, Jack uscì.
Mi voltai verso Grace e lei mi guardò con uno sguardo che diceva 'Dimmi tutto, e se ti manca una virgola, sei morta.'
Sospirai.
Le ho spiegato tutto. Di come ho incontrato Jack a casa di Eddie e poi del WTF, Sam e Brody, lo scherzo della suoneria di Jack, la sua vendetta e che non c'era assolutamente niente tra di noi.
Lei rise. "Va bene, gli do ragione. Te lo dovevi aspettare."
"Grace! Dovresti odiarlo, non essere dalla sua parte!" L'ho colpita col cuscino del divano.
"Va bene, lo odio. Quel figlio di puttana!"
"Beh, però non è così male, sai ..." le dissi. Non era così male Jack, aveva anche un bel lato dolce. Come ho potuto vedere.
"Kim, non ti sto dicendo che non puoi essere amica di Jack. Puoi sceglierti gli amici che vuoi. E' che per me Jack è solo un gran coglione. Lo detesto, e continuerò a pensarlo, è stata la mia prima impressione su di lui. Se mi dici che non è così male, allora forse non lo è. E boh, alla fine ti ci devi trovare bene tu... se ci tieni così tanto a lui... " mi ha risposto Grace.
Ha per caso intuito che mi piace? Pshhhhh, ma per favore!
Sorrisi. "Va bene, Grace. Comunque, ti ho detto che non c'è niente tra noi. Siamo a malapena amici."
Lei annuì. "A proposito, eh mi dispiace per prima... scusa ero incazzata..."
"... è stato imbarazzante." Ho continuato, scuotendo la testa.
"A proposito, perché eri incazzata?" Ho chiesto.
"Ah si... sono stata sospesa." Mi ha risposto come se niente fosse.

Beh, in realtà per lei non era chissà che. Alla fine veniva sospesa spesso. Tuttavia il padre di Grace ha un buon rapporto col preside, quindi ha la protezione dall'espulsione praticamente.
"Che cosa è successo?"
Un' espressione arrabbiata era di nuovo sul suo volto.
"Ho picchiato Drake Parcker." Lei disse incrociando le braccia con rabbia.
"Cosa gli hai fatto?" Chiesi.
"Non molto. L'ho preso a calci... e forse, gli ho anche morso il braccio..." Si strinse nelle spalle.
"Gli hai morso il braccio?" Mi misi a ridere.
Questa è la mia Grace. Una bastarda, ma dolce e premurosa quando si tratta di persone importanti per lei.


Fine del capitolo.

 

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Capitolo 8
*** Le due settimane più lunghe della mia vita! ***


KIM POV:

"Kim, ecco qui." Ha detto la mamma servendomi un piatto di pancakes.
"Grazie mamma".
Adoro i pancakes. Anche se tutto questo era un po' sospetto, di solito mia madre non mi prepara mai i pancakes di sua spontanea volontà.
Nel portarmi il piatto, ne approfitta per sedersi accanto a me.
"Kim cara, devo parlarti..." mi ha detto con tono di voce serio.
In genere quando qualcuno ti dice che 'deve parlarti', significa che vuole rompere con te. Tuttavia mia mamma non può rompere con me, quindi non ho idea di che cosa mi dovesse dire.
"Cosa c'è mamma?" Chiesi.
"La mamma di Eddie ha intenzione di far visita a suo marito, così pensavo di andare anch'io a far visita a papà. Sai prima che riparta per una nuova spedizione. Così, abbiamo pensato di andarli a trovare per qualche giorno, prima che ripartano." Ha spiegato.
"Va bene! Mi manca tanto papà. Quando andiamo?" Ho chiesto, mangiando un boccone.
Lei annuì. "No Kim, vado solo io da papà." Disse.
"Ma se vai solo tu, io cosa faccio?" Ho chiesto.
"Beh, vedi, io e la mamma di Eddie abbiamo pensato che tu potessi andare a casa loro, così potresti badare anche a Sarah..." Continuò.
Devo rimanere lì? NO!
"Perché? Starò bene a casa mia! Io non voglio stare lì." Mi lamentai. Beh, non voglio davvero restare lì, da sola con Eddie e Sarah.
Preferisco stare libera a casa mia. Così posso fare quello che voglio: tipo posso mangiare qualsiasi cosa all'orario che voglio, dove voglio, posso cantare e ballare per tutte le stanze, girare in pigiama... Invece a casa di qualcuno, beh non puoi. Non sei libero.
"Kim, è solo per due settimane. E poi lo sai che se ti lascio da sola non mi sento tranquilla, se invece c'è qualcuno... e poi qualcuno dovrà pur fare da babysitter a Sarah. Capito? " Disse piano. Mamma sapeva che non mi piaceva l'idea di stare fuori casa.
Sospirai. Credo che farei meglio ad andare lì. Eddie non riesce a prendersi cura di Sarah per due settimane, non ci riesce nemmeno per un'ora!
Annuii. "Va bene, quando parti?"
"Dopo domani." Disse sorridendo dolcemente verso di me. Annuii di nuovo.
"Oh e, a casa di Eddie ci sarà anche Jack." Disse sorridendo ampiamente.
Jack? Ci sarà anche lui?...
"MAMMA! Stai lasciando tua figlia con 2 ragazzi molto strani per due settimane da sola?! Che razza di madre sei?" Ho chiesto, scuotendo la testa.
"Lo so, ma se dici che sono strani, tu sarai l'unica normale... potrai dettare le regole." Ha detto.

Un sorriso malizioso apparve sul mio viso. Le mie parole preferite: Io e dettare le regole...muhahhahaha!!!!!!
 
Era Martedì e mamma e la signora Wendy stavano prendendo le loro ultime cose prima di andare. Io avevo già preparato le cose più importanti e mi ero già spostata nell'altra camera degli ospiti a casa di Eddie, dato che in una c'era già Jack.
Mamma mi stava spiegando per la quinta volta una lista di cose da fare e cose da non fare, che sembrava infinita. Eddie era felice che ci fossi anch'io così lui avrebbe potuto passare più tempo con Sophie, dato che io mi prendevo cura di Sarah.
"La mia piccolina!" Disse mia madre abbracciandomi.
"Allora, per la sesta volta, ..." Continuò il resto delle regole.
"Mamma! Starò bene!" Ho detto. Stava ripetendo la lista per l'ultima volta... spero. Alla fine quella era solo una lista di regole, ormai bruciata nella mia memoria.
Jack sorrideva, perché Eddie stava praticamente impazzendo per tutte le raccomandazione di sua madre.
Mia mamma poi è andata da Jack e lo ha guardato con uno sguardo materno. "Non cacciatevi nei guai. Non fate cose stupide. E prenditi cura delle ragazze. D'accordo?"
Sorrisi all'espressione scioccata sul viso di Jack, che alla fine si addolcì. Poi sorrise e annuì.
Finalmente, dopo un milione e uno di avvertenze, che includevano tutti noi tranne Sarah, le mamme se ne andarono.
Tutti e tre ci sedemmo sul divano, con la testa che esplodeva di raccomandazioni.
Dopo alcuni minuti di silenzio...
"Che ne dite di guardare un film?" Eddie ha chiesto, e andò a scegliere un DVD, io sono andata a preparare dei popcorn.
 
"E' tuo marito, stupida! Lui ti ama. Vai con lui!" Ho detto lanciando i popcorn contro lo schermo della tv. Tiravo su col naso, asciugandomi le lacrime, quando Eddie e Jack scoppiarono a ridere... ancora una volta.
Stavamo guardando The Vow.
Non c'era nulla di divertente in questo film, ma a quanto pare le mie lacrime portavano la gioia sui volti di quei trogloditi.

Ogni volta che una lacrima scendeva dal mio viso o ad ogni minimo rumore nasale, loro semplicemente scoppiavano a ridere.

Eppure questo film racconta di una storia d'amore, ed è estremamente triste.
"Stai piangendo sul serio?" Jack chiese, continuando a ridere.
"Sei per caso cieco Jack?" Ho risposto con più sarcasmo di lui . Quei due risero ancora più forte.
Gemetti prendendo il telecomando, stoppai il film.
"Qual è il problema, ragazzi?" Ho detto guardando entrambi. "Che cosa c'è di così divertente?"
"Il tuo volto?!" Jack rispose. Fissai entrambi e loro stettero in silenzio.
"Non voglio finire di vedere il film con voi." Ho detto infastidita.
Scherzi a parte, questo film è così sentimentale e drammatico e invece boh, loro lo trovano 'divertente'. Idioti.
"Va bene, va bene. Non diremo nulla adesso. Ma perché piangi?" Eddie chiese confuso.
"Non stai guardando il film Eddie?" Gli ho chiesto.
"Lo stavo guardando, ma... non c'è niente di così triste." Si strinse nelle spalle.
"Invece è molto triste, Eddie. La moglie di questo tipo, ha perso la memoria e non ricorda più niente della sua vita, non si ricorda di aver sposato questo tipo e non lo ama neanche più, ma il marito cerca lo stesso di farle tornare la memoria. E' così toccante, e per di più è basato su una storia vera!" Ho spiegato.
Jack ed Eddie strinsero le mani al petto, facendo finta di essere tristi e singhiozzanti, poi fecero una voce femminile, fin troppo acuta "E 'così commovente."
Si sono guardati a vicenda, e hanno ricominciato a ridere.
Stupidi ragazzi insensibili!
Ho sospirato, queste saranno le due settimane più lunghe della mia vita.


Fine del capitolo.
 

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Capitolo 9
*** Sorprese inaspettate ***


Kim POV:
Bussai alla porta della stanza di Jack e lui aprì dopo pochi secondi.
Mezzo nudo, ovviamente senza maglietta, con quei capelli castano scuro sul viso, ancora tutto assonato.
"Che cavolo vuoi?" Ha chiesto seccato, l'ho svegliato presto evidentemente.
Chiusi gli occhi, spingendo verso di lui il piatto con la colazione.
"Perché hai gli occhi chiusi?" Jack chiese.
"Ho...sonno ....?!" non riuscivo a pensare a una risposta peggiore?
Lo sentii ridacchiare.
"Apri gli occhi Kim."
"E tu mettiti una maglietta." Ho insistito. Se nel mondo fossero tutti come Jack, l'industria delle magliette andrebbe in fallimento...
"Perchè? Ti distraggono i miei addominali?" ha chiesto scherzosamente. Potrei scommettere che sul suo viso perfetto ci fosse uno dei suoi sorrisi.
"No, mi preoccupo solo dei miei occhi ancora vergini."
Mentalmente mi sono schiaffeggiata, davvero, ho detto una cosa così stupida. Prima che potesse dire qualcosa sul il mio commento, ho spinto verso di lui il piatto . "Prendi, ti ho portato la colazione."
Con mia sorpresa, non mi disse nulla. Prese il piatto e poi ebbi quella strana sensazione di essere osservata. Sono rimasta comunque con gli occhi chiusi.
Dopo pochi istanti mi ridiede il piatto, mi sono quindi girata, ancora con gli occhi chiusi. Nel girarmi, ho sbattuto contro qualcosa di duro.
Il petto di Jack Brewer. Come diavolo ha fatto a spostarsi così velocemente?
La giornata non poteva andar peggio.
Aprii gli occhi e lui mi fulminò con lo sguardo, poi una cosa fredda mi bagnò i capelli. Mi ci volle qualche instante per realizzare: mi aveva versato in testa il bicchiere di succo di frutta che gli avevo portato per colazione. Rimasi stordita, cercando di comprendere ciò che era appena accaduto.
Guardai verso di lui, e lui, come al solito, aveva quel fastidioso sorriso incollato sul suo volto.
"Ma che cazzo!?" Rimasi lì, con il succo che colava dai miei capelli.
"Mi hai svegliato presto." Si scusò.
"E tu mi versi in testa un bicchiere di succo?!? Perché ti ho svegliato presto?! Per tua informazione io ti ho portato la colazione!"
Lui annuì distrattamente.
"Beh sì, crepa!" Gli ho detto tirandogli un calcio negli stinchi.
"Ahi! Perché devi essere così violenta?" Si lamentava.
Tolsi i capelli bagnati dal succo che avevo in faccia, e lo guardai minacciosamente. "È meglio se cominci a correre Brewer!"
Gli ci volle un momento per elaborare, e poi si mise a correre.

Ho aspettato giusto due secondi, poi ho iniziato ad inseguirlo. Siamo corsi al piano di sotto.
"Rinuncia Kim, non riesci a prendermi!"
In realtà non volevo sprecare tutte le mie energia della mattina per una stupida corsa, quindi correvo normalmente, aumentando solo a volte la mia velocità. Lui corse in cucina e io lo seguii.
"Muahahaha." Ho detto perché non aveva altra via d'uscita.
"Forza, vieni a prendermi" Jack ha detto con sarcasmo.
"Sta zitto!"
Mi lanciai verso di lui, ma persi l'equilibrio. Scivolai contro di Jack, creando un' effetto domino.
Insomma, siamo entrambi scivolati.
Sono caduta sopra di Jack, col mio viso nel suo collo.
"Kim, puoi aprire gli occhi."
Alzai gli occhi per vedere Jack sdraiato sul pavimento ed io ero sopra di lui. Mi fissava, ed io avevo perso i miei occhi nei suoi. Ma il suo sguardo non durò a lungo, subito fu sostituito da quel 'fottutissimo ghigno'. "Confortevole?"
Subito mi ricordai della posizione e arrossii.
Jack ha iniziato a ridacchiare "Aww, Kimmy sta arrossendo?"
Mi rialzai subito.
"Jack? Kim?" Ho sentito la voce di Eddie, che ci guardava con occhi spalancati.
Lo guardai. Eddie era lì con uno sguardo divertito sul suo volto.
"Mi dispiace, ho disturbato ragazzi?"
Avevo la voglia di buttare Eddie in un pozzo senza fondo.
"No. Io... Lui... Sono caduta, e anche lui..." prima che potessi continuare con quello che stavo cercando di dire, Jack mi interruppe.
"Nah, Kim stava solo dando sfogo alle sue fantasie." Mi strizzò l'occhio ed Eddie se ne andò confuso.
Le mie fantasie? Che idiota!
Ho preso una pera dalla ciotola di frutta sul tavolo, con quella colpii Jack alla nuca.
"Ahi. Che cazzo Kim?"
Mi strinsi nelle spalle. "Niente, stavo solo dando sfogo alle mie fantasie."


...
Sarah stava poco bene, credo avesse un po' d'influenza. Non sapevo che farmaco darle, non sapevo se fosse allergica a qualcosa.

Ho deciso di chiedere ad Eddie, prima di adottare qualsiasi provvedimento, così bussai alla porta della sua camera, ma me ne pentii subito.
Potevo sentire dei 'lamenti' provenire dalla sua stanza...
Oh dio!
Eddie e Sophie? Erano lì dentro?
Merda, merda, merda! Cosa devo fare?
Vattene idiota!

Mi voltai, ma prima che me ne potessi andare, la porta si aprì. Merda.
Mi voltai lentamente, aspettandomi di vedere Eddie o Sophie mezzi nudi, o in accappatoio, ma incredibilmente vidi Jack.
"Tu?" Rimasi senza fiato.
Prima che potesse rispondere, Eddie si avvicinò a Jack, i miei occhi si spalancarono.
"Voi due? Che facevate...?! ...Oh mio Dio!" Mi coprii la bocca e spalancai ancor di più gli occhi.
"Kim, pensi di riuscire a terminare una frase?" Jack ha detto infastidito dalla mia reazione.
"Uhm, quei rumori?" Non sapevo come spiegare questa cosa. Dovrei semplicemente chiederglielo?
Si guardarono sbalorditi. "Rumori?"
Poi si girarono verso di me.
"NO!" dissero all'unisono.
Mi scappò una risata, mentre loro si riprendevano dallo shock.
"Vuoi dire che non stavate?" Gli indicai muovendo il dito verso di loro.
"Che stai dicendo Kim. Stavamo guardando un film." Jack ha spiegato.
"Grazie a Dio!" Ho sospirato di sollievo.
"Come puoi pensare che noi?" Eddie ha chiesto.
"Mi dispiace, non credevo guardaste film... porno... assieme?!"
"Ah volevi unirti?" Jack chiese mentre sogghignava.
"No, grazie." Ho detto fissandolo.
Mi voltai per andare al piano di sotto.
"Che cosa volevi, comunque?" Eddie mi fermò.
Oh, è vero mi ero quasi dimenticata del motivo per cui ero andata lì. Ma probabilmente avrei fatto prima a chiedere alla signora Wendy, ne sa molto di più di Eddie.
"OH, umm volevo solo dirti ... Uhhh... Ricordatevi di usare le protezioni." Gli strizzai l'occhio e vidi i loro volti inorriditi.
Muahahahaaaa.
Ma sul serio, questi due sono gay?


...
Jack ed io eravamo andati a fare la spesa, mentre Eddie era a casa con Sarah.
Adesso eravamo in farmacia, stavo cercando degli integratori per Sarah. E' stata bene dopo il farmaco, ma sua madre mi aveva consigliato di prenderle delle vitamine, dice che all'asilo è periodo di influenze.

Beh, meglio prevenire che curare.
E parlando di meglio prevenire che curare...
"Ehi Kim, ti potrebbe servirebbero questi?" Jack chiese porgendomi una scatola. L'ho presa senza pensarci due volte.
Preservativi...
Mi fulminò con lo sguardo e sorrise.
"No, non mi servono. Forse te ed Eddie ne avrete bisogno." Ho detto lanciandogliela addosso.

Naturalmente lui riuscì a schivare la scatola, purtroppo colpì un ragazzo dietro di lui che se ne stava in piedi.
La mia fortuna e le mie figure di merda.
Il ragazzo raccolse la scatola da terra e guardò verso la direzione del lancio, naturalmente guardò verso di me.
"Ottima scelta". Disse passandomi vicino, per poi allontanarsi.
Sono diventata letteralmente di colore rosso, Jack invece era scoppiato a ridere.
Dopo pochi minuti, Jack infierì "Ti piace il gusto della fragola, Kim?"
"No, mi piace il cioccolato."
Ma poi capii di che cosa stava parlando.
"Sta zitto!"
Rise e fece l'occhiolino.
Ugh, allontaniamoci da questo soggetto...

...
Come ogni domenica, oggi c'erano le performance delle band al Cs, ed io ci sono ovviamente andata. Ormai ci avevo preso l'abitudine. Ho anche chiesto a Grace se voleva venire con me, ma mi ha detto di no, non aveva voglia. Jerry invece non poteva, aveva una partita di basket.

Siamo tutti arrivati con mezz'ora di anticipo.
"Ehi Kim, tu sai cantare?" Chiese Sam, mentre eravamo seduti in una sorta di backstage.
"Oh Dio, no! Non farla cantare. E' uno strazio." Jack ha risposto prima che potessi aprire bocca per parlare.
La mia risposta sarebbe stata la stessa, ma perché l'ha detto lui?
Incrociai le braccia un po' offesa "Mi hai sentito cantare?"
"Moves like Jagger, Oh yeah moves like Jagger." Jack ha imitato la mia esibizione nella mia stanza dell'altro giorno con una voce da ragazza, fin troppo acuta.
La mia bocca era spalancata per lo shock.
Nota mentale a sé: se si è in casa, chiudere BENE tutti i balconi e controllare tutte le finestre.
C'era anche Eddie quel giorno?
Dissi per sbaglio quella domanda ad alta voce, Jack rispose: "Sì, c'era anche Eddie quel giorno." E tenetevi forte signore e signori, mostrò quel suo maledetto ghigno.
Arrossii e mi coprii il viso con le mani. Dio, che imbarazzo.
Tutti risero.
"Tranquilla Kim, non tutti sanno cantare." Sam ha detto ridacchiando. Sospirai e strinsi gli occhi verso di Jack che stava continuando a ridere.
Di tutte le cose che avrebbero potuto dire su di me, questa era una di quelle più imbarazzanti. Non canterò mai più, lo giuro!

Le performance delle band sono state migliori dell'altra volta. Saltavo come un bambino di due anni.
Brody mi mise il suo braccio intorno al collo. "Salti sempre così, Kim?" mi chiese. Sorrisi. Abbiamo raggiunto il parcheggio, proprio come l'ultima volta e abbiamo chiacchierato per qualche minuto, poi Brody, Milton e Sam se ne sono andati.

Eddie e Sophie sicuramente avevano un appuntamento, dato che oggi non si sono parlati troppo al telefono.
Avevo ragione.
"Uh Kim?" Eddie.

"Devo andare ad un appuntamento con Sophie, e non vorrei fare tardi, quindi puoi tornare a casa con Jack? Per favore?" chiese con gli stessi occhi imploranti che aveva di solito con me quando aveva bisogno di un favore.
Sospirai e annuii. "Va bene." Lui sorrise e si diresse verso la sua macchina.
Mi voltai e mi avvicinai a Jack. Aveva già capito che dovevo tornare con lui.
"Con che mezzo torniamo a casa di Eddie?" Ho chiesto nervosamente, sperando di non conoscere la risposta.
Lui sorrise... si va in moto.
"No, grazie vado a piedi." Gemetti, sapendo che comunque era troppo distante per tornare a casa a piedi.
"Paura Kim?" mi chiese. Sapevo che mi stava prendendo in giro solo per farmi salire sulla moto.
"Non ho paura!" Ho detto incrociando le braccia. Lui sorrise e accarezzò la sella della sua moto.
"Va bene..." mi arresi.
Lui cercò qualcosa in tasca.
"Cavolo, ho dimenticato le chiavi dentro, aspettami qui un attimo." Ha detto correndo verso il backstage.
Aspettai nel parcheggio appoggiata con la schiena vicino alla moto.
Era un po' inquietante, se devo dire, tutto era buio e da lontano si vedevano soltanto delle fioche luci lampeggianti. Come in quei film horror o di fantascienza con gli alieni, che rapiscono le persone...
Ti stai spaventando da sola, Kim!
"Kim Crawford?"
Mi girai per vedere chi mi stava chiamando.
Un ragazzo, probabilmente della mia età, mi guardava con un sorriso stampato sulla faccia.
Non ho idea di chi fosse, e Dio, come lo sapeva il mio nome?
"Sì?" Chiesi.
Sto per essere uccisa?
Sorrise. Era un ragazzo abbastanza grosso, anzi il fatto che fosse uno sconosciuto lo rendeva pericoloso. Di certo era uno a cui non mi sarei mai avvicinata.
Lui tese la mano.
"Ciao. Sono Jace... Jace Brewer."


 

Fine del capitolo

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Capitolo 10
*** Carote ***


Attenzione: Capitolo molto imbarazzante! :D


Kim POV:
Jace Brewer? ...Brewer?
Come Jack Brewer?
Era il fratello di Jack? Jack aveva un fratello?
Ho guardato Jace con attenzione, non era così simile a Jack. Aveva sì un corpo muscoloso e ben piazzato sotto quella maglietta, e forse si il suo sguardo... sembrava quello di Jack. Era un bel ragazzo, a guardarlo bene.
Ma lui non era come Jack.
Jack è un bastardo, coglione e tutto il resto ma con un lato dolce, e Jace sembrava uno di quei 'ribelli', senza regole.
Una mano che si muoveva davanti alla mia faccia mi fece tornare alla realtà, ricordandomi che Jace aveva teso la mano.
"Sei il fratello di Jack?" uscì dalla mia bocca.
Improvvisamente smise di sorridere, il volto era vuoto, senza nessuna emozione. Incrociò le braccia e mi guardò con una faccia vuota.
"Circa..."
Circa suo fratello?
"Che cosa significa-"
"Che cazzo ci fai qui?" Mi irrigidì sentendo la voce di Jack.
Quando è arrivato? Lo guardai e i miei occhi si spalancarono.
Ho detto che Jace sembrava pericoloso? Dimenticate quello che ho detto.
Jack in quel momento era la definizione di pericoloso. Sembrava essere pronto ad uccidere, così tanto odio nei suoi occhi, freddezza e ostilità. Non lo avevo mai visto così prima. Le sue mani erano strette a pugno, e il suo viso era contornato di odio puro.
Jace si rivolse a Jack incrociando le braccia.
"Ciao anche a te fratello". Jace ha rotto il silenzio. Ho potuto sentire il veleno nella sua voce alla parola fratello.
Il corpo di Jack era completamente ripieno di rabbia e furore.
Ho guardato entrambi. Che diavolo faccio?
"Non saluti?" Jace alzò la voce, ma Jack continuò a fissarlo. "Va bene, per rispondere alla tua domanda, sono in un luogo pubblico. Mi è permesso andarci.” Disse Jace e in ogni parola ha mantenuto il controllo delle sue vere emozioni.
Jack chiuse gli occhi e prese dei respiri profondi, cercando di controllarsi. Quando li riaprì, era rilassato, ma la durezza nei suoi occhi rimase, e le sue mani erano ancora strette a pugno.
"Vaffanculo Jace. Non voglio vedere la tua faccia."
"Perché fratello? Perché lei ama la mia faccia più della tua?" Jace ha detto.
Lei?
Jack continuò a fissare Jace, ma sta volta nei suoi occhi, invece di rabbia ho potuto vedere il dolore e la tristezza. Jace guardò soddisfatto la reazione di Jack. Jace poi guardò verso di me con un piccolo ghigno.
Mi girai per vedere Jack che stava camminando verso la sua moto, e io semplicemente lo seguii. Il suo volto era solo una espressione vuota. Nessuna emozione. Mi porse il casco proprio come l'ultima volta, l'ho preso senza dire una parola.
Nel frattempo, un milione e uno di domande diverse mi danzavano in testa, ma ho tenuto la bocca chiusa.
Arrivammo a casa in cinque minuti alla velocità folle di Jack.


... 
Camminai in camera mia. Avanti e indietro, avanti e indietro. Continuando a pensare alla conversazione che Jack e Jace avevano avuto.
In che senso Jace ha detto che Jack era 'circa un fratello?'
Perché Jack era così arrabbiato nel vederlo?
Come faceva Jace a sapere il mio nome?
E la soprattutto la domanda più importante che non avrebbe mai lasciato la mia testa: chi è questa lei?
 
Senza pensarci due volte, sono andata nella stanza di Jack. E come la persona scortese che sono, entro senza bussare.
"Jac-merda, mi dispiace." Mi voltai e chiusi gli occhi coprendoli con la mano. Quando entrai nella sua stanza, Jack stava uscendo dal bagno con solo un asciugamano avvolto intorno alla vita.
Visione celestiale... Pervertita!
Lo sentii ridacchiare leggermente. "Non sono del tutto nudo, Kim".
Potevo sentire la tristezza nella sua voce. Il normale Jack arrogante mi mancava.
"Comunque sei quasi nudo."
Lo sentii ridacchiare un po ', ma non come al solito. Non era la vera risata di Jack Brewer. Era un po' un falso forzato, che mi preoccupava.
"Ti puoi girare." Ha detto dopo pochi istanti. Mi voltai lentamente e aprii gli occhi ancora più lentamente per controllare se stava dicendo la verità.
Indossava una maglietta e dei jeans.
Sospirai in una delusione. Arrossii ai pensieri perversi della mia mente, e Jack mi guardò confuso.
Senza dire una parola, si diresse verso il suo balcone e lo seguii.

Si è seduto per terra e ho fatto così anch'io, sedendomi accanto a lui.
"Stai bene?" Gli chiesi dolcemente.
Lui si limitò ad annuire.
"Vuoi parlarne?"
Fece un profondo respiro e scosse la testa.
Dopo un po' di silenzio abbastanza imbarazzante, non sapendo che fare, mi alzai, ma lui mi afferrò la mano. "Dove stai andando?"
Le scintille e il calore attraversavano la mia mano, ma ho dovuto ignorarle per riuscire a rispondere.
"La mia stanza".
"Siediti". Ha detto tirando un po' la mano, mi sono riseduta.
Siamo rimasti lì con nient'altro che silenzio... Volevo romperlo, ma non sapevo come.
"Ehi, sai una cosa?! C'è una ragazza che conosco, che mi ha detto di avere una cotta per te." Ho detto a caso.
Non ho idea di che cosa io stia dicendo.
"Sì?" Jack ha chiesto un po 'di diverto.
"Già."
"Chi è?" ha chiesto. Non lo so.
"Uh, non posso dire il suo nome. Ho giurato di mantenere il segreto." Ho detto cucinando la storia.
Perché devi sempre parlare di sciocchezze Kim?
"Io conosco il suo nome." Jack.
"Davvero? Chi?"
"Kim Crawford." Ha detto, con un po 'di sfrontatezza.
"Io?" Chiesi.
Lui annuì.
Dopo pochi minuti ho detto "Forse".
Jack mi guardò. "Forse?" chiese alzando un sopracciglio.
"Già. Forse ti trovo carino. Naturalmente se non sei gay." Ho detto sul serio.
Jack mi guardò offeso.
"Io non sono gay."
"Mmmh mmmmh." Dissi annuendo con la mia testa.
Mi lasciò andare la mia mano, facendomi sentire vuota.
"Te lo dimostrò se vuoi." Poi incominciò a sbottonarsi i jeans.
I miei occhi si spalancarono, ma li ho subito richiusi.
"Che cosa stai facendo, Jack?"
"Ti dimostro di non essere gay." E poi ho sentito la zip dei pantaloni scendere.
Oh mio Dio!
"No, no, va bene, sono d'accordo, tu non sei gay."
Ho sentito il suono della zip salire.
Aprii gli occhi lentamente ... molto lentamente. Sospirai di sollievo nel vedere i suoi pantaloni zippati e abbottonati.
Che spavento.
Alzai gli occhi per vedere Jack che sorrideva adorabilmente. "Sei così carina Kim."
Arrossii al suo commento e prima che potessi dire qualcosa, ha continuato.
"E sei d'accordo adesso? Che non sono gay?" Chiese socchiudendo gli occhi.
Ho annuito vigorosamente. "C-certo."
"Ed ho un bel e lungo... che?" Ha detto sogghignando.
"Che?" Chiesi confusa. Alzò il sopracciglio istintivamente.
Ho capito. Oh merda!
Jack mi guardò in modo serio e poi la sua mano afferrò la zip dei suoi pantaloni.
"NO, NO, NO, NO, NO! Va bene, va bene lo dirò!" Ho detto e si fermò.
"Hai un bel e lungo... che..." Ho detto con una faccia disgustata.
Jack fece un sorrisetto. "Bene. Che cos'è?"
Ho spalancato i miei occhi alla sua domanda e subito la sua mano raggiunse la zip dei pantaloni.
"Aspetta!" Urlai.
"Dillo".
Gemetti.
Chi è questo tizio? Un maniaco?
"Okay, allora uh ... hai un bel e uh ... l-lungo …" è tutto così imbarazzante.
Jack fece un cenno con la testa di incoraggiamento. Idiota!
"Bel e lungo..." ripetei. "Carota!"
"Carota?" Jack chiese e scoppiò a ridere.
Gemetti per l'imbarazzo.
Non mangio mai le carote!
Ho sorriso un po ', rendendosi conto di aver appena fatto ridere questo povero e pervertito ragazzo...


Fine del capitolo.
 

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Capitolo 11
*** A che cosa servono gli amici? ***


Kim POV:
Era Martedì e mi annoiavo tantissimo. Avevo già finito tutti i compiti da fare, Sarah era dai nonni, Eddie non era a casa (probabilmente era con Sophie), mentre Jack era semplicemente uscito come ieri.
Tra me e Jack è rimasto tutto come prima, niente di speciale, neanche dopo quella sera... Dio, ogni volta che mangerò le carote penserò a quella sera.
Come dicevo, ieri Jack è uscito. Se ne è andato al mattino presto ed è tornato la sera tardi, con un occhio nero.
Per tutta la notte ho continuato a domandarmi come cavolo avesse fatto. Che cosa gli era successo? Una lotta con Jace? Ne dubitavo, probabilmente Jace non gli avrebbe fatto solo un occhio nero.
In questi giorni poi, non ha nemmeno parlato con Sarah, neanche prima di partire per stare un po' dai nonni.
Insomma ora che tutti erano da qualche parte, non avevo niente da fare.
D'improvviso mi squillò il telefono, guardai chi fosse: Jerry. Un sorriso apparve sul mio volto.
"Jeeeeeerrrryyyyyyyyyy!" Ho risposto.
"Esattamente, l'unico ed inimitabile Jerry."
"Oh, giusto, tu hai un ego delle dimensioni di un brontosauro." Ho risposto con sarcasmo.
Lui ridacchiò.
"Allora, ti sono mancato?" ha chiesto.
Jerry era stato via tutta la settimana con la sua squadra di basket, per un torneo fuori città
"Stai scherzando? Quando non c'eri ho fatto festa tutti i giorni." Ho scherzato. Adoro Jerry. Siamo migliori amici da quando eravamo all'asilo.
"Sì, come no. Kimmy che organizza una festa, buona questa!".
"Non chiamarmi così!"
"Ti va bene Kimmuccia?" Mi ha chiesto prendendomi in giro.
"Zitto e vieni qua piuttosto, così se continui posso pure prenderti a calci.” Ho detto con avvertimento.
Lui ridacchiò.
"Va bene, arrivo tra 10 minuti."
"Aspetta. Aspetta. Aspetta. Non venire a casa mia, vieni a casa di Eddie." Dissi ricordandomi dove mi trovavo.
"Eddie? Perché?" chiese confuso.
"Vieni e basta, che poi ti spiego." Ho detto riattaccando la chiamata.
 
Jack POV:
"Ehi bro, non avevi smesso di fumare?" Eddie mi ha chiesto.

Eddie, Brody, Milton ed io eravamo seduti nel nostro posto preferito: in cima ad una collina, verso la periferia di Seaford. Da qui si poteva vedere tutta la città. E' un posto così tranquillo.
"C'è nessuno?" Eddie agitava una mano davanti alla mia faccia.
"Che ti succede?" Chiese Milton.
Ho scosso la testa. "Niente."
"Centra qualcosa con una ragazza?" Brody mi ha chiesto agitando le sopracciglia su e giù.
Ho raccolto il primo sassolino che ho trovato vicino a me e gliel'ho scagliato contro. "No idiota."
Riuscì a schivarlo.
"Ehi, no alla violenza".
Scossi la testa. Per Brody, tutto ha che fare con le ragazze.

E' un farfallone, se vogliamo dirlo in modo poco offensivo, sempre se riesca a trovare una ragazza che non lo prende a pugni.

Di solito, ci prova con tutte, e fa sempre la stessa fine: scaricato, se la tipa dice di no; picchiato, se ci prova con una che ha il fidanzato e a terra dolorante, se la ragazza dice di no e sa dove mirare...
"Cos'hai allora?" Milton mi ha messo una mano sulla spalla.
Sospirai.
"Ho incontrato Jace." Ho detto, riempiendo di odio i polmoni alla pronuncia di quel nome.
"Jace?" Eddie e Brody dissero all'unisono.
Annuii.
"Quello stronzo." Brody disse, passandosi una mano tra i capelli, stava cercando di controllare la rabbia.
Milton è stato l'unico intelligente che mi ha effettivamente chiesto "Quando? Che cosa è successo?"
Ho spiegato tutto quel che era successo quella sera: il discorso tra me Jace.
"Bro, perché non me l'hai detto? Ero solo al piano di sotto." Eddie mi disse.
Sapeva che non mi piaceva stare da solo quando succedono cose simili. Stare da solo mi deprime ancor di più.
Avrei chiamato Eddie per bere un pochino o cose del genere, ma Kim era lì. C'era qualcosa nella sua presenza che mi ha fatto calmare e non volevo che se ne andasse. Poi quando le ho afferrato la mano, ho potuto sentire del calore, un torpore? Ho dovuto ignorare quelle sensazioni. Questo genere di cose accade solo nei film, e non volevo crederci, ma quando le ho lasciato la mano, mi sono sentivo effettivamente vuoto.
Questo mi ricorda le carote.
Sorrisi tra me e me ricordandomi della sua espressione. Era adorabile.
"Stai sorridendo?" Brody ha chiesto incredulo, facendomi tornare alla realtà.
Mi sono reso conto di non aver ancora risposto alla domanda di Eddie, ho fatto finta di aver scelto di ignorarla e basta.
"Taci! Allora," misi il braccio sulla spalla di Eddie. "Come va con la tipa?" Ho chiesto per prenderlo in giro. Ha capito che mi stavo riferendo alla sfera intima.
Sapevo già che Eddie e Sophie non avevano fatto chissà che.

Per Eddie, Sophie è stata una delle sue prime cotte, insomma per lui è una ragazza speciale.
Eddie strinse gli occhi verso di me e mi diede un pugno abbastanza forte sulla spalla.
Brody fece finta di essere scioccato. "Che cosa? Non l'avete ancora fatto? Va tutto bene lì sotto Eddie?"
Io e Milton ridemmo.
"Stronzo!" Eddie ha detto attaccando Brody. Hanno incominciato a stuzzicarsi e a colpirsi.

Ne ho approfittato per prendere la bottiglia di birra che stava bevendo Brody.
Dopo aver bevuto un sorso, ho chiesto a Milton se ne voleva un po'.
Milton era timido. Quel tipo di ragazzo sensibile, ma con un lato ribelle.
Un rossore apparve sul suo viso, poi mi guardò con uno sguardo che diceva 'forza, passa qui la bottiglia'.
 
Kim POV:
"Jerry mettimi subito giù!" Gridai.
"Chiedimi scusa."
Avevo chiamato Jerry 'atleta'. Si, come quell'etichetta che mettiamo agli sportivi popolari a scuola. So che lo infastidisce essere chiamato così, anche se è praticamente un asso della sua squadra di basket. A Jerry da solo fastidio essere etichettato. Preferisce autodefinirsi una persona normale. Né un popolare, né uno sportivo. Semplicemente... Jerry.

Dopo che l'avevo chiamato in quel modo, mi aveva preso in braccio.
Stava andando nella mia stanza, mentre si guardava attorno.
"Perché dovrei scusarmi? Tu sei un atleta. "
Dopo le mie parole, il suo passo è cambiato.

C'era un rimbalzo fatto apposta, che mi faceva sobbalzare ad ogni passo. Praticamente una tortura, avevo tutto il peso del mio corpo sulla sua spalla e ogni volta che rimbalzavo quest'ultima andava a conficcarsi nel mio stomaco.
"Smettila!" Gridai schiaffeggiandoli la schiena.
Lui continuò.
"Va bene Jerry, non sei un atleta." Ho detto.
Mi fece cadere sul letto. "Bene."
Scossi la testa. "Ma Jerry, perchè sei cambiato? Sei proprio diventato come uno di quelli: stupido ed arrogante."
Adoro Jerry. Ma c'è una cosa che incomincio a detestare di lui. Sfrutta la popolarità e bravura per provarci con le ragazze. E dopo qualche settimana che ci sta assieme, lui la lascia. Perchè conosco un sacco di ragazzi che fanno così? Che divertimento c'è?
"Perché non ti fidanzi sul serio?"
"Non ho trovato 'ancora' quella giusta". Ha detto facendo le virgolette con le dita alla parola ancora.
"Allora, perchè non aspetti di trovare quella giusta, piuttosto che andare in giro e provarci con tutte quante?"
Sospirai.
Jerry si sedette accanto a me mettendo il suo braccio attorno alle mie spalle.
"Ma Kim insomma, devo pur provare varie ragazze per trovare quella giusta, no?" si strinse nelle spalle.
Lo guardai come se fosse pazzo.
"Atleta". Mormorai.
"Che cosa?"
Scossi la testa. "Niente."
Strinse gli occhi verso di me. "Mi hai appena chiamato di nuovo in quel modo?" Chiese Jerry, con un ghigno malvagio sul volto.
Scossi la testa e mi allontanai un po' da lui.
"Sì, che mi hai chiamato così." Ha gridato iniziandomi a farmi il solletico.
Oh Dio, io odio il solletico.

Sono la persona con la pelle più delicata al mondo.
"No, no, no!" Ho urlato, ma lui ha continuato. Ridevo così forte che quasi non riuscivo a respirare. Stavo letteralmente per morire.
"SMETTILA!" Cercavo di spingerlo via, mentre morivo lentamente.
E poi, in qualche modo sono riuscito a spingerlo via. Siamo entrambi scoppiati a ridere.
Ci siamo guardati un attimo negli occhi. I miei occhi dicevano 'vendetta'.

Gli sono saltata sulla pancia per tenerlo fermo e per fargli solletico. Insomma doveva patire almeno il doppio di quello che ho provato io!

Ma proprio in quel momento ho sentito la porta della mia camera aprirsi. Alzai gli occhi per vedere...
Jack.
"Ciao." Ho detto timidamente guardando Jack che mi fissava senza alcuna emozione. Dopo qualche secondo alzò un sopracciglio, seguii il suo sguardo. Non ci volle molto per capire, tutta questa sua reazione fu per colpa di Jerry...
Ho guardato di nuovo Jack per vederlo chiudere la porta con più forza del previsto.
Tornai a guardare Jerry, alzò le spallucce con nonchalance.
Tornammo entrambi a sederci sul letto normalmente, ne approfittai per tirargli un pugno nella spalla.
"Ahi! Perché l'hai fatto?!"
"Per il solletico."
Jerry sospirò. "Sai, mi manca quella ragazzina."
"Quale?"
"Quella ragazza che si divertiva ad improvvisare concerti alle recite di Natale..."
Non ha fatto in tempo a finire la frase che io mi sono coperta le orecchie con le mani, sapevo già che episodio della nostra infanzia Jerry voleva raccontare. Ed infatti incominciò a cantare a pieni polmoni imitando la mia voce, ricordandomi di quella volta che durante la recita scolastica alle elementari cercai di rubare la scena... in maniera abbastanza patetica.


Fine del capitolo.

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Capitolo 12
*** Spiegazioni e interruzioni ***


Kim POV:
Jerry ha cercato di farmi togliere le mani dalle orecchie, ridendo e continuando a cantare.
Abbiamo continuato a ridere.
Era bello, sembrava che fossimo tornati bambini. Un tipico momento Jerry&Kim. Dopo tutti questi giorni stressanti: pieni di compiti a casa, Jack, mi manca mia madre, Sarah... mi serviva una pausa.
...
"Jack". Ho urlato bussando alla porta per la quinta volta. Perché non la vuole aprire? Non ho idea del perché io continui a bussare...
Apri la porta, che ti costa idiota?!
Ho continuato a bussare.
Bussare. Bussare. Bussare. Bussare. Bussare. Bussare. Bussare.
"Che diavolo vuoi?" Ha detto mentre finalmente apriva la porta.
"Orsetti gommosi". Ho risposto immediatamente.
Ok, risposta sbagliata.
Ha iniziato a chiudere di nuovo la porta.
"Aspetta. Aspetta. Aspetta. Aspetta."
"Che vuoi?" chiese infastidito.
"Perché non volevi aprire la porta?" Chiesi incrociando le braccia.
"Non volevo e basta." Ha detto infastidito.
Il suo volto era vuoto.
"Va bene, allora io-" Ho fatto finta di guardare dietro di lui preoccupata.
"Che c'è?" Chiese mentre si girava, ho sfruttato l'occasione per entrare nella sua stanza. Mi lasciai cadere sul suo letto, con un sorriso che esclamava 'vittoria'.
Jack si fermò dopo la porta e con le mani suoi fianchi mi guardò con aria molto seria.
"Kim seriamente, non voglio infastidire il tuo fidanzato, quindi esci di qui."
Ho un fidanzato?
"Chi?" Chiesi confusa.
"Il tuo ragazzo, ora esci." Ha detto fissandomi.
"Aspetta, io non ho un fidanzato."
"Ah ieri ti ho visto con quel ragazzo e sembravate... andare molto d'accordo."
"Mh?" Ho ripensato. "Jerry!" Me e Jerry?!? Pff...
"Non ho un fidanzato Jack! Jerry era venuto a trovarmi. Siamo amici d'infanzia." Risposi sulla difensiva.
"Sì, come no, che ci facevi su di lui, allora?" chiese alzando un sopracciglio.
Distolsi lo sguardo nervosamente. Ok, questa è una buona domanda.
"Gli stavo facendo il solletico." Ho chiarito.
"Non stavi?"
Scossi la testa.
"Bene, ora esci comunque dalla mia stanza.” disse incrociando le braccia. Oh, quei muscoli...
"Mi annoio". Ho messo il broncio.
Lui serrò la mascella. "Niente broncio."
"Perché?"
"Perché lo dico io."
"Mh."
Ci fu silenzio per un istante. Jack mi guardò un attimo, poi tornò con lo sguardo verso il pavimento.
"Non hai intenzione di andartene, vero?" Jack chiese alzando il sopracciglio.
"Esatto".
Sospirò e si diresse verso l'altro lato del letto, si stese accanto a me rivolto verso il lato opposto.

Mi sono guardata attorno, nonostante fosse in questa camera da diverso tempo, non c'era praticamente nulla di suo. Sul comodino che avevo in parte c'era solo una bottiglietta d'acqua e una vecchia bajour.

Dopo diverso silenzio imbarazzante mi girai verso il suo lato del letto. C'era un taccuino nero sotto il cellulare di Jack. L'avevo già visto altre volte, quel libricino. Jack lo porta ovunque. Mi chiedo cosa ci sia scritto lì dentro. Sembra una agenda? Ci scrive gli impegni? E' così impegnato?
Un sorriso malizioso apparve sul mio volto. Era arrivato il momento di scoprirlo.
Lentamente, mi sono avvicinata a Jack, il suo calore corporeo filtrava nel mio, e molto più lentamente di prima, mi misi in ginocchio, piegandomi in bilico su di lui. Mi mancava veramente poco per arrivare al suo telefono.
Improvvisamente, mi sono sentita afferrata, mi ci volle un attimo per capire cosa fosse successo.

Mi sono resa conto di beh, di trovarmi sotto di lui.
Calore e scintille attraversavano le parti del mio corpo che toccavano il suo. Alzai lo sguardo. I suoi occhi erano del più bel color cioccolato che io avessi mai visto.
"Jack". Sono riuscita a parlare.
"Sì?" I suoi occhi non lasciavano i miei.
"Sei pesante." Ho detto con un sorrisetto.
Strinse gli occhi. "Io non sono pesante."
Accennai col capo. "Uhh, sì che lo sei."
Si mosse un po', ma la sua presa era ancora stretta a me.
I nostri sguardi si incrociarono di nuovo, e questa volta non sono riuscita a muovermi, parlare, o respirare. Non riuscivo a distogliere lo sguardo.
I suoi occhi erano così intensi, così appassionati. Mi ero persa, persa in quei bellissimi occhi. Ero così persa che ad un certo punto sono riuscita a sentire solo un lieve ronzio.
"Kim?" Ha sussurrato Jack con voce roca.
"Sì?" Mi uscì un filo di voce.
"Il telefono squilla."
"Ok." Ho detto, non volendomi allontanare da lui.
Un piccolo sorriso strisciò sul suo volto e ripeté "Kim, il telefono squilla, rispondi."
Sono tornata alla realtà.
"Uh, che cosa?"
Lui sorrise. "Il telefono". Indicò la mia tasca.
"Oh, il telefono. Sta squillando."
Si mise a ridere. "Già."
La presa di Jack si allentò e lui si allontanò. Immediatamente ho avvertito la perdita di calore. Avevo freddo. Abbassai lo sguardo verso il mio telefono che stavo tirando fuori dalla tasca.
"Emh... rispondo un attimo." Dissi sorridendo e indicando il mio telefono nervosamente.
Jack mi guardò, scosse la testa e andò verso la porta.
Ho guardato il mio cellulare. Jerry.
Stavo per rispondere, quando Jack tornò indietro.
"Kim?"
"Sì?"
"Hai davvero degli occhi bellissimi." Disse sorridendo, guardandomi in modo adorabile.
Anche tu.

Volevo dirglielo, ma lui si voltò ed uscì dalla stanza, prima che potessi aprir bocca.
Ho sorriso. Il telefono continuava a squillare inesorabilmente.
"Pronto?"
"Ehi, perché non rispondevi? Dov'eri?" Chiese Jerry.
"In paradiso..." risposi assorta ignorando la sua domanda.
Cosa sarebbe successo se Jerry non mi avesse chiamato? Ci saremmo baciati?
Volevo che mi baciasse? Ovvio!
Gemetti. Non saprò mai che cosa sarebbe successo...
Pessimo tempismo Jerry! -.-


Fine del capitolo!

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Capitolo 13
*** Jack, lo strambo ***


Kim POV:
Volevo uccidere Jack. Strangolarlo! Buttalo fuori dalla finestra! Appenderlo a testa in giù!
Quel ragazzo è incredibile! Un minuto prima è tutto bello e sorridente, mi dice che ho degli occhi bellissimi, e il minuto dopo non mi considera e sta il più lontano possibile da me. Ho provato a parlare con lui ben 3 volte questa mattina. La prima volta mi ha totalmente ignorato, la seconda volta mi ha solo guardato male, e la terza mi ha risposto con tono seccato "Non riesci proprio a farti gli affari tuoi?"
Che diavolo di problema ha questo tizio?
Aspetta, no! Che diavolo di problema ho io? Perché continuo a parlargli?
Ho preso dei respiri profondi per calmarmi, dopodiché ho iniziato a sorseggiare un bicchiere d'acqua.

Sono uscita dalla cucina nel momento esatto in cui Jack entrò.

Mi guardò per un istante ed io strinsi gli occhi verso di lui, Jack ignorò il mio sguardo, e andò verso il frigorifero.
Stronzo.

Dio, se ero arrabbiata.

Ho camminato a passo molto pesante fino al piano di sopra.


...
Sono tornata in cucina ed ho visto Eddie e Jack che parlottavano mentre mangiavano delle patatine al formaggio. Eddie mi sorrise e sorrisi anch'io, ma Jack non mi guardò neanche. Niente di nuovo...
"Ehi Kim, perchè non vieni a fare un giro con noi?." Se ne è uscito Eddie dopo un po 'di silenzio molto imbarazzante. Cooosa?
Lo guardai confusa. "Uhm?"
"Voglio dire, emh, uscire con noi. Così, per cambiare un po', per non fare la stessa e solita routine: scuola-casa, casa-scuola, sta diventando noiosa" Ha detto.
Prima che potessi rispondere, gli occhi di Eddie si illuminarono. "Dai! Dovresti proprio venire con noi!"
Jack scosse la testa. "No, lei non viene."
Il mio stomaco si strinse con tristezza per la sua reazione improvvisa.
Incrociai le braccia. "Grazie per avermi invitato Eddie." Ho detto sorridendo. "Ma, io sono di troppo... magari un'altra volta." Ho guardato verso il basso per nascondere il male che mi avevano fatto le parole di Jack.
"Oh, ignora Jack, è un idiota." Eddie ha cercato di rincuorarmi.
"No, davvero. Non ho voglia di uscire."
Eddie sospirò e fissò Jack per un momento, Jack guardò Eddie con frustrazione.
Ho continuato a fare ciò per cui ero scesa, evitando totalmente Jack.

Nel frattempo Eddie si era alzato, ed era uscito dalla cucina.
Sentii sospirare Jack. "Eh va bene! Puoi venire con noi."
Ero così arrabbiata con lui, che non ho nemmeno pensato due volte prima di parlare. "Non mi serve di certo il tuo permesso per uscire."
Mi sono subito sentita in sentita in colpa. Sono stata troppo diretta? Il mio senso di colpa non è durato a lungo, è stato cancellato completamente da quel fastidioso sorrisetto di Jack.

Io sono incazzata e lui sorride?
Un vero... ugh... idiota.
"Carina". Ha detto.
Cominciò a ridacchiare.
"Sei carina quando fai il gattino arrabbiato." Ha detto sogghignando.

(MC: con ''gattino'' Jack fa riferimento al capitolo 6, quando Kim indossava i pantaloncini del pigiama coi gattini)
Perché continua a fare così?
Un minuto prima mi odia e adesso pensa che io sia carina?
Arrossii al suo commento inaspettato e lui ridacchiò.
"Jack Brewer mi ha fatto un complimento?" Chiesi.
"Già." Ha risposto. "Non ti ci abituare, sarà anche uno degli ultimi."

"Come se avessi superato te stesso con questo complimento."
Avevo preso una cosa dal frigo, e mi stavo voltando verso di lui, pensando che fosse ancora seduto al tavolo col suo sorriso beffardo.

Invece nel voltarmi, ho scoperto a mio malgrado che era lì.

Mi sono scontrata, ancora una volta, con il petto di Jack Brewer.

Mi ha afferrato per la vita.
"Gattino..." Dio, non dirmi che questo è il mio nuovo soprannome.
"Preferisco Jerry." Ho detto tra me e me.
"Va bene Jerry." Jack ha detto guardando verso di me.
L'ho detto ad alta voce?
Ho detto ancora una volta, tra me e il mio cervello.

"Sì, lo hai detto ad alta voce." mi ha risposto Jack guardandomi intensamente.
Istintivamente ho chiuso gli occhi. Non so cosa fare, ogni volta che ci guardiamo negli occhi, non riesco a distogliere lo sguardo.
Restammo lì per qualche secondo. Le sue mani erano ancora intorno alla mia vita e le mie mani erano sul suo petto.
Aprii gli occhi e il mio sguardo andò prima alle sue labbra e poi ai suoi occhi.

Le sue labbra si trasformarono in un sorriso.
Ho cercato di fare qualche passo indietro, evitando di guardarlo in faccia, anche perché ora il mio viso è probabilmente tutto rosso.
Lui ridacchiò. "Tranquilla Kim. Sono Jack Brewer, dopotutto."
Sospirai. Potrebbe il suo ego diventare ancor più grande? Perchè è così fottutamente sicuro di sé stesso?
Lo ignorai.
"Allora vieni con noi?" mi ha chiesto.
"No".
Lui afferrò la mia mano, e mi tirò verso di lui. Ero spiaccicata sul suo petto. Potevo sentire il suo cuore battere forte. Eravamo così vicini.

Dio solo sapeva quanto avrei voluto baciarlo in questo momento.
"Kim, per favore, vieni con noi?" disse a bassa voce, guardandomi intensamente.
"Con un solo 'per favore' non riesci a convincermi, lo sai?" Ho detto scherzosamente.
Lui mi teneva stretto con entrambe le sue braccia intorno alla mia schiena "E' già tanto se te l'ho detto una volta, Jerry."
Mi misi a ridere.
"Va bene, va bene, smetti di piagnucolare Titti! Visto che non riesci a stare senza di me." Sospirai pesantemente. "Verrò".
"Bene." Disse sorridendo un po '.
Anche se era sorridente, qualcosa in lui mi diceva che non era molto contento che venissi anch'io.


...
"Ma che problema ha, scusa?" Ho chiesto a Brody che aveva il suo braccio intorno alla mia spalla. Appena sono scesa dalla macchina, Jack è diventato di nuovo strano.
Non ero sicura di dove fossimo andati, ma sapevo che era un po 'più fuori città.
Jack stava camminando davanti a me. Brody era accanto a me, Milton dall'altra parte, ed Eddie era dietro di me.

Erano le mie guardie del corpo.
"Ignoralo. E' strano." Brody ha risposto annuendo verso Jack.
"Dimmi qualcosa che non so." Ho detto.
Jack si fermò e mi guardò male, e mentre si è rivoltato per continuare a camminare io e Brody ridacchiammo.
Camminammo per altri 10 minuti. Mi è sembrato di riconoscere il suono di motori. C'erano delle auto?

"Dove stiamo andando?"
Avrò fatto questa domanda ormai un centinaio di volte, ma nessuno mi ha mai risposto.

Ho messo il broncio incrociando le braccia. Brody mi sorrise.
Jack era davvero molto teso, come se dovesse uccidere qualcuno... Ripeto: dove stiamo andando???
La piccola strada, dove adesso stavamo camminando portava ad un enorme stadio, dove si poteva sentire la gente che urlava e applaudiva.
"Assistiamo ad una partita di calcio?" Chiesi confusa.
Brody semplicemente sorrise e scosse la testa. "Hai la pazienza di bambino".
Siamo entrati attraverso delle piccole porte e ho sentito il rumore di applausi ed urli molto più forti. Dopo essere entrata, ho capito dove mi trovavo.
Un motodromo.
Mi voltai verso i ragazzi. "Guardiamo una gara?"
Loro annuirono. Penso possa essere divertente.

Cioè non sono mai andata a vedere una cosa del genere dal vivo, ma mi ricordo di come papà seguisse la MotoGp e di quelle volte che mi fermavo a guardarla con lui.
Brody rise "Ti piacciono le moto?"
Ho annuito, molto emozionata. "Certo!"
Tutti i ragazzi, tra cui Jack, si sono messi a ridere.
"Hey Jack, dai vieni! E' quasi il tuo turno." Un uomo di circa trent'anni chiamò Jack. Jack annuì e si voltò di nuovo verso di noi.
"Devo andare, ragazzi, ci vediamo dopo la gara."
"Dove vai?"
"Vado a prepararmi."
"Aspe... sei tu che partecipi?" Ho chiesto a Jack con gli occhi spalancati.
Lui sorrise. "Proprio così."
Poi mi guardò serio. "Resta con qui con con gli altri e non andare in giro da sola. Va bene?"
Mi sorrise dolcemente "Va bene papà."
Strinse gli occhi verso di me, poi ha scambiato qualche parola con Eddie e gli altri.
"No davvero, resta insieme agli altri." Disse severamente.

Mi guardò un istante, poi si voltò e se ne andò.
 
Mi sono girata verso Brody e gli altri ed improvvisamente ci fu uno schianto. Guardai in direzione del rumore, la pista.
Due moto si erano appena scontrate, letteralmente una accartocciata sull'altra.
Sbaglio, o Jack è andato in direzione della pista?
Senza pensarci due volte ho incominciato a correre nella stessa direzione in cui prima è andato Jack.
Sentivo Brody ed Eddie che chiamavano il mio nome, ma gli ho ignorato continuando a correre finchè non ho visto Jack.
Se ne stava fermo in piedi davanti alle due moto che si erano appena scontrate.
"Jack!" Gridai e corsi da lui.
Mi guardò, scioccato e sconvolto. "Kim, che ci fai qui? Dove sono gli altri?"
Avevo troppo poco fiato per rispondere "Sta zitto idiota! Hai visto che cosa è successo?"
"Tranquilla, gli incidenti qui sono di casa, è normale che accadano durante prove e allenamenti." Ha detto scrollandosi le spalle come se stessimo parlando di uno che è appena inciampato sui lacci delle scarpe.
"E tu vorresti gareggiare lo stesso?" Lo guardai ancora una volta con gli occhi spalancati. Non riesco a immaginare che una cosa del genere possa capitare a Jack.
Ho detto che adoro le moto? Non è affatto vero!
"Kim, mi alleno quasi tutti i giorni." Ha detto.
Lo guardai con preoccupazione. "Ma. Se. Se ti succede qualcosa?"
Mi guardò dolcemente.
"E allora? Non importa a nessuno! Se succede qualcosa, succede. Potrò morire o farmi male. Ma qualunque cosa succeda. Non importa." Ha detto con durezza.
Crede davvero che a nessuno importi di lui? Perché dovrebbe pensare una cosa simile?
Prima che potessi dire qualcosa, lo stesso ragazzo di prima, chiamò di nuovo Jack "Jack, sei il prossimo! Farete una prova a tempo su questo pezzo di pista. Il ragazzo con cui corri oggi è nuovo, ma è abbastanza bravo. Se stai molto attento riuscirai a vincere senza problemi." Gli diede una pacca sulla schiena. Jack annuì e sorrise con fiducia.
"Ma Jack-" Stavo iniziando a protestare quando sono stata interrotta da una voce.
"Guarda chi c'è! Il mio fratellone e la sua amichetta." Mi voltai per vedere Jace Brewer con il casco sotto braccio e quel famoso ghigno, marchio della famiglia Brewer.
Nessuno potrà mai sorridere come Jack, lui è così carino.
Aspetta, che cosa?
Kim, sta zitta!
Jack si mise accanto a me.
"Kim vai devo prepararmi, starò bene." Disse accennando qualcosa dietro di me. Ho guardato indietro per vedere Eddie, Brody e Milton che mi aspettavano in piedi.
Annuii nervosamente verso di Jack.
"Esatto, preparati a perdere fratello!" Jace gridò.
Aspetta, ma gareggiano uno contro l'altro?
Le mani di Jack erano strette a pugno. Fece un respiro profondo e si voltò verso di me.
"Kim vai!"
Annuii di nuovo, non potevo fare altro che girarmi e camminare verso i ragazzi. Sospirai.
Dio, ti prego, fa che Jack non si faccia male...


Fine del capitolo.

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Capitolo 14
*** Ti prego, fa che Jack stia bene... ***


Kim POV:
Mai nella mia vita sono stata così ansiosa.
"Kim, rilassati! Jack è un professionista." Brody cercò di tranquillizzarmi, ma non serviva a niente. Tremavo di paura, nella mia testa ripetevo solo una cosa: per favore, fa che Jack non si faccia male.
"Kim, tranquilla, ti verrà un infarto. Prendi qualche respiro profondo." Eddie continuò.
Come facevano ad essere così calmi?
Come si potevano aspettare che io calmassi?
E se succede qualcosa a Jack?
E se l'ambulanza non va a soccorrere Jack in tempo?
E se anzi, l'ambulanza è bloccata all'ingresso per colpa di una stupida macchina parcheggiata? Vedrò Jack morire agonizzante sull'asfalto?
Kim, sei ridicola.
Ho seguito il consiglio di Eddie, ho chiuso gli occhi, facendo dei respiri profondi. Il mio cuore batteva così forte che sarebbe potuto uscire dal mio petto, andarsi a fare un giro per il centro e bere un caffè al bar.
 
Improvvisamente, la piccola folla in cui stavamo incominciò ad urlare e a fare il tifo. Verso la linea di partenza ho potuto vedere Jace e Jack sulla propria moto. Jack guardava tra il pubblico con sguardo sicuro, fino a quando il suo sguardo si incrociò col mio, mi fece un sorriso e poi si mise il casco.
Jack e Jace erano pronti, aspettavano solo il colpo di pistola per partire.
Io invece, volevo solo fermare la corsa e trascina Jack via da lì, ma sapevo che non sarei mai riuscita a farlo.
Ho incrociato le dita. Era tutto quello che potevo fare.
Improvvisamente ci fu un forte colpo di pistola e la gara iniziò.
La maggior parte delle persone faceva il tifo per Jack, credo percé Jace fosse nuovo qui.
Mi sono concentrata solo su Jack.

Aveva affrontato tutte le curve della pista senza problemi, a gran velocità. Jace non era così distante da Jack, anzi in realtà gli era praticamente accanto.
Un po' più avanti c'era una curva un po' più stretta delle altre, tenevo le dita incrociate così forte che ormai avevo i polpastrelli viola. Non so perché, ma avevo il costante pensiero che potesse accadere qualcosa a Jack.
Guardai verso Brody, stava ridendo. Anche gli altri sembravano divertirsi.
"Possiamo fermare tutto?" Gli chiesi implorante. Voglio dire, ci deve essere un modo.
Anche se erano a metà, non potevo fare a meno di sentire quella nervosa sensazione nello stomaco.
Brody si mise a ridere. "No Kim, non possiamo fermare la gara. Ma, non ti stai divertendo?"
Divertirmi? Mi sto pisciando addosso per la paura.
Sentii una mano sulla spalla, mi voltai: Milton. Mi guardava con un piccolo sorriso.
"Va tutto bene Kim, lo so che sei preoccupata. Lo sono anch'io. Però, non possiamo fare niente". Disse a bassa voce.
L'ho guardato negli occhi e si era preoccupato anche lui, non tanto quanto me, ma comunque interessato.
Ho guardato verso la pista. Jack e Jace avevano appena superato una curva e improvvisamente la moto di Jace tamponò quella di Jack, colpendo il suo pneumatico posteriore.
Merda...
Jack ha perso un po' l'equilibrio, ma in qualche modo è riuscito a stare in piedi. Stessa situazione per Jace . Sospirai di sollievo. Era così vicino dal finire per terra. Entrambi rallentarono un istante e poi tornare ad accelerare.
Ancora?? Ma sono pazzi?!
Ho chiuso gli occhi. Avevo ancora quella orribile sensazione nelle viscere, so che succederà qualcosa di brutto. Come faccio a ignorare le mie sensazioni?
"Kim, non ti preuccupare. Mancano poche curve, poi la gara è finita." Ho sentito dire da Eddie e mi girai verso di lui.
Annuii "Per fortun-"
Quando un forte rumore, non mi fece finire.
Il mio cuore si è letteralmente fermato. Mi è sembrato che per un attimo il mondo si fosse congelato.
No, per favore, no!
Ho sentito qualche mormorio dal pubblico.
Lentamente, mi girai, con la paura di vedere quella scena.
I miei occhi si spalancarono. Entrambe le moto erano per terra sull'asfalto. Mi guardai intorno, non riuscivo a vedere Jack o Jace. Un sacco di persone accorsero intorno all'incidente; credo che fossero i paramedici.
Ancora una volta senza pensarci due volta, ho incominciato a correre verso l'incidente. Ho corso più veloce che potevo.
Un uomo della sicurezza, bloccava la porta d'ingresso alla pista.
Corsi davanti a lui. "Allora, prima che tu me lo dica, so che non posso entrare, ma..." Ho pensato alla prima scusa da dirgli "Il mio... Il mio ragazzo si è appena fatto male, devo entrare".
"Mi dispiace signora, non posso farla entrare, non si preoccupi, sono sicuro che il suo ragazzo starà bene. Lo attenda fuori.” Ha risposto così, come se non fosse accaduto nessun incidente.
Dannazione!
"Guardi, è meglio che mi faccia entrare o se ne pentirà." Dissi dandogli un chiaro avvertimento.
Mi guardò divertito. "Come ho detto signora: non posso farla entrare, e non c'è nulla di cui io mi debba pentire."
L'hai voluto tu, signor sicurezza!
E poi ho fatto una cosa che nessuno si aspetterebbe mai da Kim Crawford. Gli ho tirato un calcio, lì dove non batte mai il sole.
Spero che abbia già avuto dei figli, perché da come si è accasciato a terra con uno sguardo dolorante, sembrava che non ne potesse più avere...
"Scusi!" Ho gridato mentre correvo via.
 
Mi guardai intorno, solo per cercare una faccia a me conosciuta.
"Pare abbia delle costole rotte." Ho sentito qualcuno gridare.
Merda!
Stavo per correre nella direzione in cui ho sentito la voce, ma poi l'ho visto.
Jack.
Se ne stava lì con aria preoccupata, ma la cosa più importante per me era che lui si trovava lì. Vivo e vegeto.
"Jack". Dissi piano, lui non sentì, era preoccupato e concentrato sui medici. Rimasi lì a guardarlo, solo per assicurarsi che fosse completamente a posto. A parte un taglio sul viso, sembrava stesse bene.
Incapace di controllare le mie emozioni, corsi verso di lui abbracciandolo fortissimo. Lo abbracciai come se non ci fosse un domani, come se la mia vita dipendesse da questo.
Per un attimo sembrava quasi sconvolto, ma poi si è lasciato andare e mi abbracciò. Mi ha tirato verso di lui, portandomi ancora più vicino.
Poi ho capito.
Ho capito che ho bisogno di lui nella mia vita...
Dopo un po', ho fatto un passo indietro e Jack mi guardò.
Dolcemente, con i pollici mi asciugò le lacrime, che erano cadute dai miei occhi, senza che io me ne accorgessi.
"Stai bene?" Rimasi senza fiato.
Qualcuno stava parlando di costole rotte...
Lui sorrise e annuì. "Sto bene."
Stavo per chiedergli delle costole rotte, quando ho sentito un gemito straziante.
"Dannazione, sta attento! Non sai che ho le costole rotte, cazzo?!" Jace sibilò. Poi ho capito che era di Jace che stavano parlando.
Mi dispiaceva per Jace, ma preferisco che si faccia male lui, piuttosto che Jack.
Jack guardò Jace. Era sinceramente preoccupato. Uno dei ragazzi che stava portando Jace su una barella, guardò Jack con un cenno di familiarità, lui annuì.
Dopo che portarono Jace in ambulanza, Jack mi afferrò la mano e mi tirò con lui.
"Andiamo via, forza!"


...
Dopo tutti quegli eventi, il pomeriggio si trasformò in sera, e poi in notte. Credo di essermi addormentata sulla via del ritorno a casa, ho sentito un paio di braccia forti alzarmi.
"Jack?" Ho chiesto.
"Sì?"
Mi rannicchiai più vicino a lui.
"Sai una cosa?"
"Che cosa?" chiese.
"Sei carino sulla moto." Ho detto, senza nemmeno pensarci due volte, ormai oggi ho sempre usato questo metodo...
Lui ridacchiò. "Lo so, sono Jack Brewer. Sono sempre carino."
"Mmhmm." Gli ho risposto assonnata.
Mi appoggiò sul letto della mia camera.
"Buona notte Kim." Disse sorridendo in modo adorabile.
"Buona nn-" Non riuscii a finire la frase che ero già nel mondo dei sogni.


Fine del capitolo.

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Capitolo 15
*** Stupida psicologia del piffero! ***


Jack POV:
Sono entrato nell'ospedale sperando che non fosse sveglio.
"Scusi?" Ho chiamato l'infermiera alla reception. "Jace Brewer, per favore."
"E' un familiare?" chiese lei.
Annuii. "Fratello".
"Va bene." Abbassò lo sguardo. "Stanza 204".
Presi l'ascensore e andai al secondo piano.
Speravo con tutto il cuore che Jace non fosse sveglio. Non voglio che sappia della mia visita. E cosa più importante, non voglio che sappia che sto pagando io le cure ospedaliere, non so come la prenderebbe. Mi fermai davanti alla stanza, in quel momento uscì Randy.
"Ehi, è sveglio?" Chiesi.
Randy scosse la testa, mi rilassai.

Randy è uno dei migliori amici di Jace.
"Va bene, ecco i soldi." Dissi porgendogli una busta col denaro. "Se c'è bisogno di qualcosa in più, fammi sapere."
Lui annuì. "Comunque, Jace stà diventando sospettoso. Continua a chiedersi da dove io tiri fuori i soldi."
Sospirai. Prima o poi l'avrebbe scoperto.
"Lascia che si chieda i suoi perché, mi inventerò qualcosa." Risposi.
Randy annuì.
"Grazie". Gli ho dato una pacca sulla schiena.
Randy mi ha sempre aiutato con mio fratello, dovevo tutto a questo ragazzo.
Camminai fuori dall'ospedale.
 
Presi un respiro profondo, mi preparavo per entrare...
Nella stazione di polizia.


...
Kim POV:
Mi sono svegliata ancora con la sensazione di stanchezza e poi mi sono ricordata di ieri sera: la corsa, l'incidente, l'abbraccio con Jack e poi di Jace. Devo essermi addormentata durante il ritorno a casa, non mi ricordavo di essere tornare nel mio letto.
Uscii dalla mia stanza e mi fermai davanti alla porta di Jack, valutando se bussare alla porta o no.
E se lui pensa che io sia troppo appiccicosa o cose del genere? Soprattutto dopo che l'ho abbracciato ieri... ma anche lui mi ha abbracciato... Forse, però mi ha abbracciato solo perché ero lì e la situazione... non lo so.
Qualunque cosa pensi quel tizio, meglio se me lo dice in faccia.
Proprio mentre stavo per bussare ho sentito qualcuno parlare alle mie spalle. "Non c'è."
Mi voltai per vedere Eddie in piedi vicino alle scale che mi guardava divertito.
"Va bene?" Ho detto confusa. Ero confusa dall'espressione sul suo viso, e cominciai a camminare verso la mia stanza.
"Quindi Kim?"
"Sì?" Chiesi alzando un sopracciglio.
Perché mi fissa in quel modo?
"Ti piace qualcuno?"
"No!" Ops, troppo veloce!
Eddie sorrise. "Sei sicura? Nessuno in particolare?" disse mentre puntava il dito verso la stanza di Jack.
Ho semplicemente scosso la testa "No!".
Kimmy lo sai che non si dicono le bugie.
"Oh, bene allora. Beh sai, c'è questa ragazza che piace a Jack-"
"A Jack piace qualcuno?" Ho praticamente gridato. I miei occhi si spalancarono per il mio tono, era pieno di rabbia e gelosia.
Dal volto di Eddie, avevo compreso che ormai per lui la situazione era chiara. Mi sorrise, ed ora non c'era modo di negarlo.
"Va bene, mi piace..." Ho detto con un filo di voce.
"Scusa? Non ho sentito..." Eddie inclinò la testa.
Oh, ma che razza di psicologia del piffero sta usando?
"Mi piace Jack Brewer!" Ho quasi gridato.
"Awwww. Finalmente!" Eddie ha detto.
Fottiti stupido...
 
Jack POV:
"Mi piace Jack Brewer!" La sentii gridare e mi bloccai.
Piaccio a Kim? Mi ama? Sì, tempo fa aveva detto che mi trovava carino e cose ma... non so.

Eddie guardò verso la mia direzione, sapeva che ero lì, per questo ha chiesto a Kim di ripetere la frase ad alta voce.
Corse nella sua stanza sbattendo la porta. Evidentemente per l'imbarazzato di averlo confessato ad uno come Eddie.

Ero felice che non mi avesse visto.
Finalmente sono riuscito a camminare verso il piano di sopra in camera mia. Eddie si avvicinò a me, sorridendo.
"Allora, Jaaaaaaaaaaack?"
"Sì Ed?" Ho chiesto come se nulla fosse appena successo.
Mi guardò serio.
"Amico, che cazzo vuoi?" continuai.
"Non fare finta di nulla, lo so che l'hai sentita!" disse incrociando le braccia.
"Infatti, l'ho sentita. Ma non importa." Ho detto freddamente, senza alcuna emozione, anche se quello che aveva detto Kim in qualche modo era riuscito a scaldarmi il cuore.
Cazzo, è così carina.
"Bro, inutile che dici così. Ti conosco troppo bene, ti piace Kim."
"No, non mi piace. Ora lasciami in pace." Gli ho detto, mentre ho cercato di chiuderlo fuori dalla stanza.
"Va bene. Aspetta. Aspetta. Aspetta." Eddie mi ha fermato.
"Che vuoi adesso?" Ho chiesto irritato.
"Se non ti piace, allora voglio che tu mi aiuti."
"Ti devo aiutare?" Chiesi, alzando un sopracciglio.
"In realtà... aiutare Brody. Sai gli piace Kim, e lui le vorrebbe chiederle di uscire e-"
Lo interruppi. Mi sentì improvvisamente carico di rabbia. Prima che Eddie potesse continuare lo afferrai per la maglietta.
"Senti, di' a Brody di starle lontano. Amico o no, non ci penserei due volte prima di riempirli la faccia di pugni."
Eddie sorrise, mi sono appena reso conto di aver avuto un attacco di gelosia.
Cosa?
"Penso di aver fatto il mio lavoro. Ora vado. Bye bye". Eddie ha detto facendomi l'occhiolino, per poi andarsene.
Come cazzo è successo?
Oh, ma che razza di psicologia del piffero ha usato?
Mi sedetti sul letto con le mani sulle tempie.

No. No può succedere. Kim merita di meglio. Io non sarò mai in grado di darle il tempo e l'amore che merita. Non sono il tipo per lei. La mia vita è incasinata e non voglio che lo sia anche per lei. Non sono un bravo ragazzo, invece lei è così dolce e innocente e voglio che rimanga tale. Ho un sacco di cose di cui preoccuparmi... come Randy o Jace. E poi c'è anche lei.
Scherzi a parte? Come è potuto succedere? Io stesso mi ero giurato che nella mia vita non mi sarei mai innamorato...
e invece adesso...
Non ha importanza, nulla può accadere tra di noi.
Basta ignorare Kim d'ora in poi.
Sospirai. E' una cosa difficile, ma dovrò farla.
"Perché anche tu mi piaci troppo Kim..." ho detto sottovoce in modo che nessuno mi potesse sentire.


Fine del capitolo.

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Capitolo 16
*** Un film con gli amici ***


Kim POV:
Non posso credere di aver detto ad Eddie che mi piace Jack.

Ho ammesso i miei veri sentimenti per la prima volta, ed è anche stata la prima volta che ho realizzato effettivamente la cosa. Sono stata finalmente sincera con me stessa.

Spero soltanto che Eddie sappia tenere la bocca chiusa.
Che reazione avrebbe avuto Jack sapendo della mia cotta per lui? Si sarebbe arrabbiato? Mi avrebbe ignorato? E se gli piaccio anch'io? Scossi la testa.
Nah, ci potrebbero essere tutte le possibilità del mondo, tranne quella che anche Jack potesse avere una cotta per me.
Gemetti. Mi verrà un' aneurisma cerebrale.
Mi lasciai cadere sul letto, massaggiandomi la testa.
Ho sentito il mio telefono vibrare, c'era un messaggio di Sam.
"Ho per sbaglio cancellato il numero di Eddie, puoi dirgli tu che per il film, io e gli altri ci ritroviamo da lui verso le 6 e mezza?"
Guardai l'ora: erano le quattro e mezza.
Perché Eddie non mi ha detto che Sam e gli altri sarebbero venuti sta sera a guardare un film? Stronzo.
 

...
Due ore più tardi, tutti erano già arrivati. Abbiamo ordinato la pizza e stavamo cercando di decidere che film guardare.
"Kim, perché non vai a chiamare Jack?" Eddie mi propone alzando un sopracciglio e sorridendo leggermente.

Jack era stato nella sua stanza praticamente tutto il giorno. Si è chiuso lì dentro senza dire niente a nessuno e senza farsi vedere.
"Okay." Ho detto andando al piano di sopra per chiamarlo. In realtà ero anche curiosa di sapere perché non voleva farsi vedere. Ho bussato alla porta e ho aspettato che aprisse.
Aprì la porta, ma non appena i suoi occhi si posarono su di me, il suo volto divenne vuoto. Senza alcuna espressione.
"Ehi, tutti ti stanno aspettando." Ho detto con un tono di disagio. Dopo ieri sera, questa era la prima volta che parlavamo faccia a faccia.
Pensa che io sia troppo appiccicosa?
Lui non rispose. Fece un passo fuori dalla stanza, chiuse la porta e incominciò a scendere le scale.
Questo idiota, poco di buono mi sta ignorando? Mi spiace. Non te lo permetterò.
L'ho seguito al piano di sotto. Lui ha salutato tutti ed Eddie mi sorrise. La mia risposta fu semplicemente un volto vuoto.
 
"Bene! Visto che dite che sono l'ospite che non fa mai niente, oggi farò qualcosa! Scelgo io il film da vedere!" Brody disse inserendo il dvd nel videoregistratore. Lo guardammo male.
"Allora, ci serviranno dei pop-corn e la piz-." Brody non ha finito di parlare che suonò il campanello.
"La pizza è arrivata!" Sam ha urlato mentre saltava giù dal divano per aprire alla porta. Mi alzai e andai in cucina a preparare i pop-corn.
Non so dove stessi guardando, ma mi sono scontrata contro qualcosa.
Ma chi è che mi sta sempre in mezzo ai piedi?
La schiena di Jack Brewer, che altro?
"S-scusa." Mormorai. Mi guardò per un secondo e poi si girò, prendendo le lattine di coca cola dal frigorifero.
Strinsi gli occhi alle sue spalle.
Sono stufa di questo maledetto ragazzo lunatico.
"Allora Jack, che cosa hai fatto tutto il giorno?" Ho chiesto colloquialmente. Lui non mi rispose semplicemente.
Mi avvicinai a lui ticchettando la sua spalla col dito. Si voltò verso di me e alzò un sopracciglio.
"Mi stai ignorando?"Chiesi.
"Non è ovvio?" Rispose sgarbatamente.
Anche se, sapevo già la risposta, il suo modo di dire così sgarbato mi tagliò come un coltello.
"Perché?" Chiesi incrociando le braccia, cercando di controllare l'emozione nella mia voce.
"Non sono affari tuoi." Ha detto finendo di prendere le lattine dal frigo.
Stava per allontanarsi da me, quando dalla mia bocca uscirono delle parole. "Oh, beh alla fine è il tuo lavoro ignorarmi, scusa se te lo domando, ma dove hai preso la laurea?" Ho detto, ancora cercando di controllare le miei emozioni.
Mi guardò.
"Senti, non voglio parlare con te. Va bene?" disse e se ne andò di fretta.
Che cazzo? Perché non vuole parlarmi?
Sentivo le lacrime agli occhi, ma mi sono rifiutata di piangere per una cosa così stupida, e per qualcuno di così stupido.
Lascia che quell'idiota marcisca da solo. Non mi interessa un cazzo di lui!
Ho continuato a preparare i popcorn, pensando a tutto, tranne che a Jack. Ho anche canticchiato una canzone a caso, giusto per calmarmi.
Tornai verso i divani, evitando completamente Jack, sedendomi accanto a Sam.

Brody cliccò 'play' e il film iniziò.

Il film si rivelò essere 'Amici di letto'.
Tra quello che ho potuto capire: un film in stile Brody...
Questo tizio è un pervertito..
Beh, guarda il lato positivo.
Cioè?
Non ha messo un film porno!
Come se questo film avesse tematiche differenti... -.-
E' imbarazzante! Cioè, questo film l'avevo già visto, ma con Grace. Non con quattro ragazzi super pervertiti.
 
Circa dopo una mezz'ora di film sarei voluta sparire. Ma nessun altro sembrava lontanamente a disagio.
Anche se la mia mente continuava a pensare a quello che Jack mi aveva detto in cucina, non ho potuto fare a meno di ignorare le scene dove i protagonisti del film facevano...emh, cose da innamorati...
Jack non mi ha mai guardato durante il film, neanche una volta. Non so il perché ma mi sentivo male, anche se so che non dovrei sentirmi male per una cosa così stupida.


Fine del capitolo.
 

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Capitolo 17
*** Quasi ***


 

Kim POV:
Mi sono svegliata la mattina successiva con il suono del mio telefono che stava squillando.
Ho afferrato il cellulare dal comodino e ho risposto alla chiamata senza vedere neanche chi fosse.
"Pronto?" Avevo la voce un po' rauca di mattina.
"Buongiorno tesoro." Ho sentito la voce di mia madre dall'altra parte.
"Hey mamma, come stai?" Ho chiesto, sedendomi poi sul letto mentre mi toglievo le ciocche di capelli dal viso.
"Io sto bene, tu?" chiese lei.
"Sto bene."
"Okay, sai ti chiamavo soltanto per dirti che la signora Wendy ha deciso di fermarsi un altro po' di giorni, così ho deciso di fermarmi un altro po' qui anch'io...Ti va bene? No, perché se vuoi posso tornare a casa anche prima."
"No mamma, va tutto bene. Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi." Ho detto, cercando ti tenere gli occhi aperti.
"Grazie! Sei una figlia meravigliosa. Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anch'io mamma! E di' a papà che mi manca da matti." Ho detto e riattaccando la chiamata.
Stavo quasi per stendermi di nuovo sul letto quando il rumore di un motore d'auto finì di svegliarmi. Gemetti. Chi è che fa casino a quest'ora!?
Mi alzai e andai verso la finestra. Attraverso il vetro ho visto Jack che lavora alla macchina di Eddie. Sembrava che la stesse riparando o cose del genere.
Questo mi ha ricorda ciò che mi ha detto ieri notte Grace.
L' avevo chiamato dopo che tutti se ne erano andati.

Mi aveva suggerito un metodo che potrebbe aiutarmi per la questione di Jack che mi ignora: la gelosia.
Grace mi ha spiegato come nessun ragazzo al mondo a cui piace una una ragazza può resistere a quella sensazione. E' il modo migliore per sapere come si sente anche lui.
La parte più difficile sarà trovare un ragazzo che mi aiuti a farlo ingelosire.
Allora ho deciso di chiamare Sam e le raccontai tutto. Lei, naturalmente, non fu sorpresa della mia confessione.

Come se lo sapesse già, e quando le chiesi come faceva a saperlo, lei rispose "...la prima volta che vi ho visti insieme, mi sembravate perfetti..."
Pfff, ma per favore. Eddie avrà sicuramente aperto bocca!
Comunque, siamo finalmente giunti alla conclusione che Brody era il ragazzo perfetto per questo lavoro. Gli abbiamo parlato del piano e lui sembrava molto felice di aiutarmi.
In poche parole, oggi Brody sarebbe venuto a casa di Eddie e avrebbe incominciato a flirtare con me davanti a Jack, e poi vediamo come va...

... 
Mentre aspettavo che Brody arrivasse, ho fatto una doccia e mi sono messa dei vestiti decenti.

Continuando a guardare fuori dalla finestra, ho notato come in giardino ci fossero dei fiorellini appassiti, e in quel momento mi sono tornate in memoria tutte le raccomandazioni sull'innaffiare le piante della signora Wendy. Nella rassegnazione e speranza che quei fiorellini potessero tornare come una volta, mi sono messa ad annaffiare le piante.
Beh non avevo nient' altro da fare!
Fuori in giardino c'era ancora Jack che stava lavorando alla macchina di Eddie. Lo ignorai, così come mi avevano detto di fare Grace e Sam.
Ero persa nei miei pensieri mentre canticchiavo una melodia a caso, quando, mi sono girata e mi sono scontrata contro qualcosa... Jack. Tendo a scontrarmi con lui molto volte, se non l'avete notato.
Ma questo ragazzo non ha nient'altro da fare, invece di starmi sempre tra i piedi?!
Guardai verso di lui e i nostri occhi si incrociarono per un attimo, poi lui abbassò lo sguardo, verso la sua maglietta.
Davvero? Jack sta indossando una maglietta? E' caduta la Madonna dal cielo per caso?!
Seguii il suo sguardo e feci un passo indietro, i miei occhi si spalancarono. Quando mi sono scontrata con lui, accidentalmente l'avevo bagnato con l'annaffiatoio che avevo in mano, e adesso aveva la maglia e i pantaloni bagnati.
Oh no, sono morta. Io sono morta. Sono morta.
Aspetta. Aspetta. Aspetta... tecnicamente se lo merita.
Jack mi guardò e fece un passo in avanti.
Ok, sono di nuovo morta, morta, morta...
"M-mi dispiace, non l'ho fatto apposta." Sono riuscita a parlare ma lui ha continuato a guardarmi.
"Meglio che sia come dici". Ha detto con sarcasmo.
Prima che potessi rispondere, improvvisamente Jack mi strappò dalle mani l'annaffiatoio.
L'ho guardato nei suoi bellissimi occhi color cioccolato.
Una sua mano andò attorno alla mia vita, con l'altra mano teneva l'annaffiatoio molto vicino a me.

"Jack! Lasciami andare!" La sua presa era stretta.
Mi tirò ancora più vicino a lui, poi mi guardò un attimo negli occhi. Chinò la testa ed ho potuto sentire il suo respiro sul mio collo.
"La vendetta è un piatto che servito freddo!" Mi sussurrò in un orecchio.
Ho provato a spingerlo lontano da me, non sapendo che cosa avesse in mente, poi ho potuto sentire dell'acqua gelida che mi bagnava i capelli.
"Jack!" Ho gridato, mentre continuava a versarmi addosso l'acqua dell'annaffiatoio.
Ho cercato di spingerlo via, ma che cavolo, questo tizio è inamovibile. E' fatto di puro acciaio.
Sono finalmente riuscita a liberare un braccio dalla sua presa, così con la mano riuscii a inclinare l'annaffiatoio verso di lui. Questa volta fu Jack a inzupparsi dalla testa ai piedi.

Scoppiai a ridere alla sua espressione scioccata.
"Hai proprio ragione Jack!La vendetta è piatto che fa servito freddo... gelido in questo caso!" Ho detto ridendo.
Ho potuto vedere un sorriso tra le sue labbra, ma ha fatto del suo meglio per cancellarlo.
Che problema ha?
La sua presa si allentò, ho cercato di scappare ma lui ha continuato a tirarmi verso il suo petto. Ancora una volta, alzai lo sguardo verso di lui.
Ormai mi ero abituata al freddo dell'acqua, ma avevo ancora dei brividi.
Jack fece cadere l'annaffiatoio sull'erba che ormai era più bagnata di noi.
Ho visto il suo sguardo andare verso le mie labbra e poi ho sentito un calore e un rossore strisciare sulle mie guance.
In quel preciso momento, avrei voluto solamente baciare quel maledetto ragazzo!
Una sua mano si è avvicinata al mio viso, nel gesto di una dolce carezza.

Mi ha poi spostato una ciocca di capelli bagnati dal viso. Ancora una volta i suoi occhi andarono alle mie labbra e poi ai miei occhi, ho fatto anch'io la stessa cosa.
Si sporse in avanti ed io mi sono preparata per il bacio tanto atteso. Il mio cuore batteva forte. Ed io avrei voluto solament-
"KIM!" una voce ci colse di sorpresa. Abbiamo fatto entrambi un passo indietro. Mi voltai verso la voce, volevo guardare lo stronzo che aveva appena interrotto il mio bacio.

Eccolì lì.

Brody ed Eddie che ci raggiunsero con dei sorrisi più ampi della loro faccia.
Brody che cazzo! Ti ho aspettato per tutto il tempo, e arrivi proprio adesso! -.-
Brody si avvicinò a me e mi strinse in un forte abbraccio.
Ho visto la faccia di Jack molto confusa, gli avrei voluto spiegare tutto ma mi sono ricordata del nostro piano.
"Che ci fai qui?" Jack ha chiesto sgarbatamente.
"Niente, dovevo vedermi con Kim."
Sono sicura che ha interrotto il bacio apposta... Grrrrrrrr!!!!!
"Brody possiamo parlare?"
"Certo tesoro." Tesoro?! Puah che schifo!
Lo afferrai per il colletto della camicia e lo trascinai dietro di me puntando verso la porta d'ingresso, ignorando lo sguardo confuso di Jack.
"Perchè diavolo l'hai fatto?" Ho chiesto a Brody mentre incrociavo le braccia e lo fissavo con rabbia.
"Che cosa?" Brody ha chiesto innocentemente.
"Sapevi che io e Jack ci stavamo per baciare. Perché diavolo ci hai interrotto?" Gli urlai a bassa voce per evitare che Jack mi potesse sentire.
Lui sorrise. "Davvero? Vi stavate per baciare? Non lo sapevo!" Disse per finta e mi fece l'occhiolino.
Non ho idea da dove mi sia arrivata tutta questa rabbia e violenza, ma la concentrai tutta su una cosa...
Lo schiaffo che tirai a Brody. Sulla sua testa bacata.
"Ahi Kim!" Brody ha urlato tenendosi la mano sulla testa.
A quell'urlo straziante, arrivò Mr. Ignoratore...
"Che è successo? Tutto bene?" Jack chiese.
E prima che Brody potesse rispondere, lo interruppi "Sta bene! Ha sbattuto la testa contro la porta, per sbaglio." Strinsi i denti "Emh... sì... devo stare più attento!" Mentì anche Brody
Lo fissai.
Tu. Stupido interruttore di baci.
Tornai a guardare Jack e sospirai: Che (quasi) bacio!


Fine del capitolo!

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Capitolo 18
*** Le azioni parlano più delle parole ***


 

Kim POV:
"Questo piano non sta funzionando molto bene..." Ho detto con tristezza. Per me e Brody era molto difficile cercare di far ingelosire Jack.

Solo qualche volta ho visto sul suo volto un po' di irritazione e frustrazione, ma a parte questo, nulla.
Non ha mai reagito.
Io mi aspettavo che Jack incominciasse a prendere a pugni Brody o semplicemente che mi prendesse e mi portasse via dalle grinfie di quest'ultimo o... anche qualcosa di banale con frasi del tipo:lei è mia, stalle lontano. Ma Jack non ha mai reagito in questo modo, neanche una volta.
"Tranquilla Kim, vedrai che alla fine Jack verrà da te strisciando." Brody ha cercando di confortarmi.
Sospirai. "Spero tu abbia ragione..."
"Allora, dove ti devo accompagnare?" Chiese Brody sorridendo.
Sono stata quasi tutto il pomeriggio a casa di Brody, ora eravamo nella sua macchina e mi stava riaccompagnando a casa. Solo che io avevo bisogno di comprare delle cose al supermercato.
"Mi puoi lasciare al supermercato, devo comprare un po' di roba."
Circa 5 minuti dopo, mi trovavo davanti al supermercato. Entrai per vedere qualcosina da comprare.

Mezz'ora dopo avevo quasi finito, mi mancavano soltanto gli orsetti gommosi.
"Hey Kim." Ho sentito qualcuno che mi chiamava dietro di me.
Era una voce che ricordavo vagamente, mi girai per vedere Jace Brewer.
"Tu?" Ho chiesto sorpresa. L'ultima volta che l'ho visto è stato il giorno della gara, quando è stato portato in ambulanza dai paramedici.
Mi guardò divertito per qualche motivo. "Ti ricordi di me, vero?" disse.
Accennai col capo.
Si mise a ridere "Che c'è? Hai paura?"
Emh, forse un pochetto...
"No, perché?"
"Sembri spaventata." Ha detto socchiudendo gli occhi e facendo dei passi avanti verso di me.
Immediatamente ho fatto un passo indietro.
"N-No, per niente, sto bene." Ho balbettato ed ho incominciato a camminare verso la cassa.

Non conoscevo bene quel ragazzo. Ma dal modo in cui Jack reagiva ad ogni suo incontro, mi bastava come raccomandazione per stargli lontano.
Ho pagato la mia roba e sono uscita dal negozio.


"Hey Kim."
Gemetti. Chi cazzo mi chiama sta volta? Mi voltai e sobbalzai spaventata. Jace era lì, praticamente alle mie spalle. La mia nuova ombra?
Nel sobbalzare, ho quasi perso l'equilibrio, ma Jace è riuscito a tenermi in piedi avvinghiando un suo braccio attorno alla mia vita.

Cadde fuori qualcosa dalle borse della spesa, ma io non me ne accorsi nemmeno. In quel momento ero tra le braccia di Jace, e non ho potuto fare a meno di guardarlo nei suoi occhi, così simili a quelli di Jack.
Cosa di 'sono fratelli' non ti è chiaro?
"Kim?" Ho sentito qualcuno dietro di me.
Accidenti, quante diavolo di persone mi hanno chiamato oggi!?
Mi guardai attorno staccandomi da Jace che mi fece un sorrisetto.
Poi dal nulla, spuntò Jack Brewer che si mise tra me e Jace.
"Jack?" Chiesi confusa. Ma come? Come ha fatto a spuntare dal nulla?
"Ciao Jack." Ho sentito dire da Jace, ma non riuscivo a vederlo in faccia, avevo Jack davanti.
Jack era teso, e le sue mani erano strette a pugno lungo i fianchi.
"Sta lontano da Kim." Ha detto con fermezza.
Dovrei avere paura? Questi si prendono a mazzate!
"Interessante." Disse Jace. "Jack Brewer possessivo e geloso per una ragazza, non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadere."
Jack rimase a guardarlo.
"Beh..." Jace cominciò. "Comunque eri l'ho incontrata. Se ti può interessare."
Jack si bloccò.
"Sei andato lì?" Jack chiese con voce dura. Sapevo che stava cercando di controllarsi.
Guardai verso di Jace, era molto tranquillo "Già. Non ha chiesto di te. Neanche una volta, sai?" ha detto sorridendo.
Stanno parlando di quella lei? Chi diavolo è? Dannazione! Chiamatela per nome questa povera donna!
Invece di essere più arrabbiato, Jack si rilassò e si scrollò le spalle in segno di rinuncia, come se fosse appena stato sconfitto. Mi sentivo stordita, perché era una cosa che non mi aspettavo.
Ho guardato il volto di Jack e invece di vedere rabbia non ho trovato nessun'altra emozione. Il suo volto vuoto, privo di qualsiasi sentimento. E' stato qualcosa che mi ha fatto quasi piangere.

Anzi forse non era così vuoto, si vedeva il male e il dolore che quelle parole avevano provocato.
Non avevo mai visto Jack in questo modo, sconfitto e distrutto.

Anche, quando abbiamo parlato sul balcone quella notte, non era così.
Ho continuato a guardare Jack che stava evitando di incrociare il suo sguardo col mio, poi ho sentito il telefono di qualcuno squillare.
Jace tirò fuori il cellulare dalla tasca. "Beh, devo andare. Ci vediamo in giro fratello." Disse sorridendo e poi guardò verso di me.
Dopo che Jace si allontanò, tornai a guardare Jack e gli misi una mano sulla spalla "Stai bene?"
Mi guardò per un attimo, i suoi occhi erano tristi, ma lui annuì comunque. "Andiamo."
Ho raccolto la spesa, rimettendola apposto nelle borse e lo seguii. Chiedendomi ancora una volta chi fosse questa misteriosa lei. E soprattutto perchè Jace la dovesse citare ogni volta e al perchè Jack si sentisse così male.


...
Ero seduta sul letto della mia stanza, pensando a tutte le cose più stupide che avrebbero potuto far ridere una persona. In quel momento volevo assolutamente tirare su il morale a Jack.
Stavo pensando a dei modi per rincuorarlo. Non riesco proprio a vederlo triste. Mi fa venir voglia di piangere.
Frustrata, dal fatto che non mi venivano in mente barzellette decenti, decisi solamente di andare nella stanza di Jack e improvvisare.
Arrivai davanti alla sua porta, dimenticando ancora una volta le buone maniere, entrai così senza bussare. Mi guardai intorno, la stanza e il bagno erano vuoti.
Che fine ha fatto Jack?
E se era così tanto depresso che...
Improvvisamente, notai una figura in piedi sul balcone. Sospirai di sollievo.
L'ho raggiunto e mi sono fermata lì in piedi, dietro di lui.
"Jack?" Ho detto a bassa voce, lui si voltò e mi guardò dolcemente.
"Sto bene."
Scossi la testa. "No, che non stai bene."
Mi guardò un attimo scioccato e poi si voltò verso il giardino.
"Jack... se vuoi, puoi parlarne con me. Non fa bene tenersi tutte le cose imbottigliate dentro." Ho detto mettendomi al suo fianco.
"Lo so Kim..." Sospirò. "Il fatto è... che non so cosa dire."

Il suo sguardo si posò su di me. Aveva l'aspetto di un bambino sperduto nel bosco.

Lo guardai negli occhi, non vedevo altro che tristezza e dolore. Poi ho fatto l'unica cosa che mi è venuta in mente.
L'ho abbracciato.
Ho abbracciato Jack Brewer.
Si irrigidì per un istante al mio tocco, probabilmente non si aspettava quel mio gesto. Alla fine si rilassò e si lasciò andare. Le sue braccia mi tenevano strette al suo corpo.
Nascosi il mio viso nel suo collo e lui mi abbracciò più stretto.
Sarei voluta rimanere così per sempre. Non lo so, ma stando tra le sue braccia, mi sentivo bene, al caldo e al sicuro. E in quel momento non c'era bisogno di parlare.


Fine del capitolo.

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Capitolo 19
*** Il compleanno di Brody ***


Kim POV:
"Cazzo. Dove ho messo il telefono?" Ho sentito qualcuno sussurrare.
Che cazzo?
"E' nella tasca idiota!" Un'altra voce sussurrò.
Che sta succedendo?
Cercai di tornare a dormire, ma quelle voci fastidiose me lo impedirono. Inoltre, sentivo uno strano peso sullo stomaco.
Che mattinata sgradevole!
Lentamente aprii gli occhi, e le voci fastidiose divennero sempre più chiare: Eddie e Brody.
Che cazzo ci fanno nella mia stanza?
Volevo alzarmi e gridargli contro varie bestemmie e parolacce ma mi uscì soltanto un "Si può sapere che cazzo state facendo?"
Mi fissarono scioccati per un istante, poi si guardarono divertiti con uno sguardo d'intesa.
"Che cosa state facendo voi due, piuttosto? " Eddie ha chiesto sottolineando qualcosa vicino a me.
Guardai alla mia sinistra del letto e i miei occhi si spalancarono. Mi resi conto che Jack era sdraiato accanto a me e il peso che sentivo non era altro che il suo braccio che giaceva sul mio stomaco.
Gridai e saltai giù dal letto.
Lo so, lo so, non è la reazione migliore, ma che cosa avrei dovuto fare? Ero scioccata!
Jack alzò la faccia dal cuscino sentendomi urlare, si guardò attorno con espressione confusa, ma adorabile.
Aww e' così carino di prima mattina!
"Ma che cazzo?" gemette per essersi svegliato così.
"Che ci fai in camera mia?" Uscì dalla mia bocca.
Mi guardò per un momento, probabilmente stava pensando a ieri sera, poi sorrise.
"Buongiorno principessa, ma questa è la mia stanza. " Ha detto.
Che cosa?
Mi guardai intorno e notai di essere nella stanza di Jack, ciò mi fece tornare la memoria.
Ci siamo abbracciati!
Abbracciati per tutto il tempo. Come se la nostra vita dipendesse da questo, nessuno dei due si voleva staccare dall'altro.
Per tutto il tempo non abbiamo parlato. Non c'era bisogno di parlare.
Poi, di ieri sera non mi ricordo più nulla. Neanche di come ho fatto a finire nel letto di Jack.
Arrossii rendendomi conto di aver dormito una notte con lui nello stesso letto.
Poi sentì qualcuno schiarirsi la gola. Mi girai per vedere Eddie e Brody che sogghignavano.
Guardai verso di loro. "Voi due! Avete scattato una foto di noi due che dormivamo assieme?" Ho chiesto minacciosamente mentre facevo un passo verso di loro.
La frase sembrava aver attirato l'attenzione di Jack. "COSA?"
Eddie e Brody spalancarono gli occhi, rendendosi conto che li avevo appena scoperti.
"Hey. Hey. Hey". Brody disse schioccando le dita. "Oggi non mi puoi picchiare, è il mio compleanno!"
Mi bloccai un attimo. "E' il tuo compleanno?" Ho chiesto sbalordita.
Lui annuì e sorrise.
"Perché non mi avete avvertito prima?" Chiesi.
"Beh, sai, mi puoi ancora fare gli auguri..." disse, e mi guardò speranzoso.
Gli sorrisi. "Buon compleanno Brody". Ho detto abbracciandolo.
Mi abbracciò anche lui . "Grazie Kim, se mi abbracci sempre così, vorrei che ogni giorno fosse il mio compleanno." Ridacchiò.
"Idiota!" Gli ho tirato uno schiaffetto leggero sul braccio.
Lui rise e indicò qualcuno dietro di me. Mi voltai per vedere Jack alzarsi dal letto con aria seccata.

Mi voltai verso Brody, mi sorrise e indicò di nuovo Jack e poi me.
Poi ho capito quello che mi stava cercando di dire.
Jack stava diventando geloso... il piano stava funzionando... o almeno... spero.
Jack si avvicinò a Brody. "Buon compleanno". Disse con tono seccato.
Sorrisi sapendo che era geloso... o almeno, lo speravo.
"Grazie". Brody disse sorridendo, sapendo che il piano stava funzionando alla grande.
"Sono venuto ad invitarvi e poi vi ho trovato qui." Ha detto puntando verso il letto in cui abbiamo dormito.
Jack lo guardò male e Brody stette zitto.
"Va bene, va bene." Alzò le mani in aria. "Il party è all'Hype."
"Ma, non è il locale dei genitori di Sam?" Chiesi.
"Sì, proprio quello. Vi aspetto lì alle nove, non mancate!"
Annuii "Certo che no!"
Annuì anche Jack.
Poi guardai in direzione di Eddie con un grande sorriso sul mio volto. "Eddie?"
"Sì Kim?" Chiese esitante, notando il mio sorriso non proprio naturale.
"Oggi è per caso anche il tuo compleanno?"
"Noo...?" Disse trascinando la risposta.
"Bene, allora, penso che dovresti cominciare a correre." Ho detto con calma.
Mi guardò incerto per un momento, poi scappò fuori dalla stanza.
Aspettai due secondi, e poi, incominciai a rincorrerlo.


...
"Finalmente! Ci avete messo 3 anni per arrivare!!" Ci accolse Brody quando arrivammo all'Hype.
"Kim". Eddie e Jack dissero all'unisono.
"Hey! Io ero pronta e vi stavo aspettando!" Mi sono difesa.
Jack. "Contaci."
Mi fulminò con lo sguardo e poi si strinse nelle spalle.
Sam mi venne incontro correndo e mi abbracciò. "Ce l'hai fatta! Ormai temevo che un ufo vi avesse rapito!"
Sorrisi.
"Forza ragazzi, tutti a tempo di festa!" Brody ha detto con entusiasmo.
Siamo tutti entrati. C'era una sala preparata tutta per noi, e dentro c'erano già degli amici di Brody.
Mi sono guardata intorno, alcuni di loro mi fissavano, ma gli ho ignorati.
"Ecco il suo drink." Sam mi venne vicino con un bicchiere in mano.
Scossi la testa. "No, grazie. Non ho intenzione di bere sta sera."
"Su bevi, non è tanto alcolica." Disse Sam ridendo.
"Oh." Ho afferrato il bicchiere.
 
Mi sedetti ad un tavolo e poco dopo sentì qualcuno sedersi accanto a me... Jack, che mi continuava a fissare.
"Che c'è?" Chiesi confusa. Cosa ho fatto di sbagliato?
"Non dovresti indossare certe cose" ha sputato fuori.
Guardai i miei vestiti e poi di nuovo verso di lui. "Indosso dei jeans." Dissi mentre lo guardavo sbalordita.
"Il top". Rispose.
"Che cazzo? Che c'è di sbagliato nel mio top?" Chiesi. Non gli ho dato neanche il tempo di rispondere. "E perché te ne importa, comunque?" Scossi la testa. "Sei ridicolo".
Mi alzai e mi allontanai da lui. Si comportava come un pazzo. Chi è lui per dirmi cosa devo e cosa non devo indossare? E perché cavolo gliene importa? Io sono vestita in modo adeguato, e se lui pensa che io mi vesta in modo inappropriato, beh voglio proprio sapere cosa dovrebbe dire di Dana!
 
Mezz'ora dopo stavo felicemente sorseggiando la mia bevanda con Sam ignorando completamente Jack. Improvvisamente sentii un braccio andare intorno alla mia vita.
Alzai gli occhi per vedere Jack.
Lo guardai, alzando un sopracciglio interrogativamente.
"Guardati intorno Kim...tutti i ragazzi ti stanno fissando..."
Che cosa?
Mi guardai intorno, vidi quasi tutti gli amici di Brody che mi guardavano con occhi da pervertiti.
"Ma che..."
"Intendevo questo prima, conosco gli amici di Brody, non sono molto affidabili. Stai attenta, va bene?"
Sorrisi timidamente e annuii.
Poi ho sentito il suo telefono vibrare nella tasca. Tirò fuori il cellulare, per vedere chi lo stesse chiamando. Imprecò sottovoce. Poi mi guardò.
"Io esco un attimo. Tu resta con Sam ed Eddie."
Misi il broncio, ma annuii comunque.
 
Jack POV:
"Sì?" Ho risposto al telefono.
"Di nuovo Jace, scommetto"
Ma che cazzo, sempre lui!
"Cosa? Perché? Non ha abbastanza soldi?" Ho chiesto frustrato.
"No, non è una questione di soldi." Fu la risposta.
"Allora?"
"E' entrato a far parte di un gruppo e ora lavora per loro."
Dannazione.
"Ti chiamo più tardi." Ho detto riattaccando la chiamata.
Dannazione. Ho fatto di tutto per far tenere Jace fuori dai guai e ora, ricomincia. Come se niente fosse. E per qualcun'altro.
Mi passai una mano tra i capelli.
Che cazzo faccio adesso?
Improvvisamente sentì qualcuno chiamare il mio nome. Mi voltai per vedere Brody che correva nella mia direzione.
"Jack!"
"Sì?" Chiesi.
"Uhm, beh... in realtà." Disse con esitazione. "Vedi... Ehm, io... ecco..."
"Bro, sputa il rospo!" Ho urlato irritato.
"Kim è po' ubriaca..."
"COSA?"
"Sì..." disse un po' imbarazzato. "Però non sta facendo nulla di male, è... divertente anzi." Ha cercato di compensare.
"Sta zitto cazzo! Fammi strada!" Ho detto. Fino a quanto potrò ancora gestire questa serata?
Sarà una lunga notte...


Fine del capitolo.

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Capitolo 20
*** Mai ubriacarsi alle feste... ***


Attenzione: Scrivendo questo capitolo sono morta di imbarazzo, mettendomi nei panni di Kim...


Jack POV:
Sono rientrato nel locale.
Brody non stava scherzando quando mi disse che Kim era divertente. Stava, letteralmente, intrattenendo tutte le persone invitate al compleanno di Brody. Se ne stava in centro alla pista da ballo, seduta a gambe incrociate con le mani giunte sopra la testa.
Mi feci strada tra la massa di persone, tutti quanti stavano ridendo.
Quando riuscii a mettermi in prima fila, Kim mi notò.
Si girò verso di me e mi guardò con un grande sorriso.
"Jack Brewer!" disse stringendo gli occhi verso di me. Alzai un sopracciglio.
"Che c'è?" Ho chiesto guardandomi attorno, tutti ridevano.
"Mi puoi fare un piacere?" Kim chiese incrociando le braccia.
"Cosa vuoi?"
Si alzò e si fermò di fronte a me. "Pipì!"
E tutti a ridere.
Alzai le sopracciglia. "Che cosa?"
"Ho detto pipì." Lei rispose con un sorrisetto.
"Che?"
Scosse la testa. "Ho sempre voluto vedere un ragazzo che fa la pipì in piedi. Mi domando come riescano a farla in questo modo." Disse lei, con un'espressione confusa ma adorabile sul viso.
"Kim, che schifo!" Sam disse ridendo, mentre la guardava.
"E va bene..." Kim gemette e mise il broncio.
Poi si voltò e sorrise. "Miltoooooooooooon". L'espressione di Milton cambiò da divertimento a paura.
"Sì?" ha chiesto.
"Mi puoi fare un piacere?" Kim chiese dolcemente.
"Non farò pipì." Disse cercando di essere più serio possibile.
"Oh no, tu non devi fare pipì." Disse e si avvicinò a lui, gli afferrò la mano tirandolo e portandolo in mezzo alla pista.
"Mettiti a gattoni, a quattro zampe." Ha detto.
"Che cosa? Perché?"
"Fallo, per favore!" Ha detto facendo la faccia da cucciolo.
Milton era un bravo ragazzo e alla fine cedette alle richieste assurde di Kim.
Io ed altre persone ridemmo per la strana posizione che aveva assunto.
Kim sorrise, ad un tratto saltò sulla schiena di Milton e si mise a sedere lì. Milton, non riuscendo a tenere il peso di Kim si spiaccicò a terra e Kim scoppiò a ridere.
"Ehi, ma?” Milton gridò. Stavamo tutti ridendo per la sua espressione scioccata.
Naturalmente Kim rideva dieci volte più di noi.
"Sei così divertente!" Kim rideva così forte che aveva le lacrime agli occhi.
Lei rise.
E rise.
E si mise a ridere...
Ancora e ancora.
Poi si alzò e baciò Milton sulla guancia. "Sei carino." Ha detto scappando in un'altra sala.
Per qualche motivo, avrei voluto prendere a pugni Milton.

Aveva il volto tutto rosso per l'imbarazzo, e si era divertente...ma, sono comunque incazzato con lui!
Wow Jack, così tanto possessivo?!
Scossi la testa e tutti quanti seguirono Kim.
"WOW!" Gridò Kim in cima alle scale, mentre io ero dietro di lei.
Si era aggrappata alla balaustra come se la sua vita dipendesse da questo, poi guardò giù verso le scale. "Sono nello spazio."
Tutti scoppiarono a ridere ed io sorrisi. Per lei le scale erano lo spazio. Questa ragazza è troppo adorabile.
"Si muove tutto!" Ha detto fissandomi con un sorriso enorme.

Fece un passo avanti e quasi inciampò, ma sono riuscito a prenderla per la vita.
"Attenta." Dissi piano.
Kim alzò lo sguardo verso di me, i suoi occhi brillavano. Sorrise. "Grazie."
Ho sorriso.
Poi provò a fare un altro passo in avanti, ma tornò subito indietro. "Oh no! Ho paura di schiantarmi sul pianeta Terra e di morire!" Disse con paura.
Non ho potuto fare a meno di ridere, e poi la presi in braccio in stile sposa.
Lei rimase a bocca aperta e nascose il viso nel mio collo, mentre strillava. Camminai al piano di sotto e mi fermai. Kim mi guardò. "Non siamo morti?"
Mi misi a ridere. "No."
E poi Kim tornò felice. "Va bene, ora mettimi giù!" Disse ridacchiando.
La misi giù e corse verso il tavolo col catering. Non ho idea di dove stesse guardando, ma si scontrò contro una colonna del locale.

“Ahi.” Si massagiò la testa con la mano.

"Oh mio Dio! IRON MAN!" Urlò abbracciando la colonna.
Tutti risero. Kim era troppo divertente da ubriaca. Intrattenimento perfetto.
Sorrise alla colonna e incominciò a correre intorno al tavolo.
"Amico, questa ragazza è epica!" Brody si mise a ridere.
"Hai perfettamente ragione, non ho mai riso così tanto!" continuò Eddie.
Proprio in quel momento Kim si fermò davanti a noi con una posa da supereroe.
"Suuuuuuperrrrrrrmaaaaaaaan!" Urlava mentre continuava a girare intorno al tavolo.
Mi misi a ridere e scossi la testa, mentre mi avvicinavo a lei. La presi in braccio.
"Penso che ora sia meglio andare a dormire." Ho detto.
"Nooo, la kryptonite, nooooooo!" Urlò lei.
Per quanto avrei voluto vederla fare altre cose assurde, adesso aveva bisogno di dormire o si sarebbe messa a vomitare, è il caso di dire che la festa è finita.
"Noooo!" Disse con il broncio più adorabile del suo viso. Avevo l'istinto di baciarla, si in quel preciso momento, ma sono riuscito a controllare i sentimenti. Senza rispondere, la presi in braccio allo stesso modo di prima, e uscii dal locale per andare a casa di Sam.
Abitava proprio lì affianco dato che il locale era dei suoi genitori, e gli avevo chiesto se Kim poteva dormire sta notte da lei. Non so se sarebbe riuscita ad arrivare a casa.
"Hey! Mettimi giù! Mettimi giù! Brutto Hulk cattivo!" Mi urlava, ma non l'ho ascoltata.
 
Sam mi aveva detto di portare Kim, nella camera degli ospiti.
La appoggiai sul letto. "Io non voglio dormireeeeeeee!" piagnucolò.
Ecco qui Sarah Junior!
"Dai, hai bisogno di riposare."
Sospirò. "Va bene."
Ho visto che incominciava a chiudere le palpebre.
Sorrisi e mi voltai per uscire dalla stanza
"Jack?" Chiese Kim improvvisamente.
"Che c'è?" mi girai, guardandola confuso.
"Puoi venire qui un momento?"
Mi avvicinai al letto e mi misi in ginocchio con il viso molto vicino al suo. Mi guardò negli occhi, poi avvicinò le labbra al mio orecchio.
"Buonanotte." Sussurrò, e mi baciò sulla guancia.
Una sensazione di calore attraversava il mio corpo, poi guardai verso di lei, aveva chiuso gli occhi per dormire, con un piccolo sorriso sulle labbra.
Sorrisi e le baciai la fonte.
Mi stavo davvero innamorando di questa ragazza.


Fine del capitolo!

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Capitolo 21
*** Se fosse lui? ***


Kim POV:
Qualcuno mi sta martellando la testa? Penso di morire.
Si penso che morire sia la scelta migliore in questo momento.
Ho cercato di aprire gli occhi, ma la luce nella stanza era troppo forte.

Gli ho subito richiusi. Dopo un po', li ho riaperto solo per richiuderli quasi istintivamente.
Ma che cazzo?
"Sofferente?" Chiese una voce incredibile.
Alzai un tantino la schiena cercando di sedermi, mentre facevo una smorfia per il dolore molto forte alla testa. "Merda!"
"Oh no! Kimmy ha appena detto una brutta parola." Jack mi prese in giro.
Lentamente aprii gli occhi mentre mi strofinavo una mano sulla testa.
E poi vidi ciò che si trovava davanti a me. Jack Brewer, col suo volto divino che sogghignava.
Dio, giuro che diventa sempre più carino!
"Dove sono?" Chiesi confusa.
"A casa di Sam." Rispose Jack.
"E che ci fai qui a quest'ora?"
"E' mezzogiorno." Rispose incrociando le braccia.
"Che cosa?" Guardai scioccata la sveglia che era sul comodino, aveva ragione. Come è successo? Non ho mai dormito così tanto.
"Ti ricordi qualcosa di ieri?" Mi ha chiesto. Lo guardai confusa.
Perché dovrei ricordarmi qualcosa di ieri? Stranamente, non mi ricordo nulla. Non mi ricordo neanche di essere andata a letto.
"Noo...?" Ho detto interrogativamente cercando di pensare a ciò che è successo ieri.
Jack fece un sorrisetto. "Hai bevuto."
"COSA?" Gridai. Poi una strana sensazione mi colpì come un pugno nello stomaco.
"Oh, Dio!" Un' immagine sfocata passava nella mia mente, mi ricordo solo un paio di cose, ad esempio io seduta in mezzo alla pista da ballo. Non ero sicura di quello che avevo fatto.
Anzi non mi ricordo quasi niente. Non so neanche se le cose che mi ricordo le abbia fatte veramente o se siano solo un sogno.
"Ti prego, dimmi che non ho fatto nulla di stupido!" Gli chiesi, sperando in una risposta positiva.
Lui sorrise. "Beh, se secondo te usare Milton come sedia e fare finta di essere Superman, non è stupido. Allora no, non hai fatto niente di stupido."
I miei occhi si spalancarono. "Non è vero!" Dissi scuotendo la testa.
Non avrei mai potuto fare quelle cose... avrei potuto?
Si strinse nelle spalle. "Beh, allora perché avrei dovuto inventarmelo?!"
Strinsi gli occhi verso di lui. Stava sicuramente mentendo.
"Bugiardo". Ho detto e lui rise.
"Credi davvero che ti possa mentire?" Jack.
"Non lo so... Ma... Sta zitto! Ho mal di testa!"
Gemetti, mentre spiaccicavo il mio viso sul cuscino.
Jack, nel frattempo, era uscito dalla stanza ed era tornando con una compressa di Moment Act.
Beh, gentile da parte sua...
"Grazie." Ho detto e ho ingoiato la pillola.
"Io adesso devo andare, Sam è di sotto e dovrebbe prepararti la colazione. Ti conviene mangiare qualcosa, così poi ti senti meglio." Jack mi spiegò.
Sorrisi. "Va bene." Ho detto cercando di alzarmi dal letto.
Guardai Jack, mi fissava e i nostri sguardi si incrociarono. Mi piace guardarlo in quei bellissimi occhi profondi.
All'improvviso un'immagine di ieri sera balenò nella mia mente.
Ho baciato Jack!
Sulla guancia, ma comunque l'ho baciato.
E poi lui mi baciò la fronte. La mia memoria era offuscata, ma mi ricordo che era accaduto tutto... per davvero.
Le mie guance si tinsero di rosso e Jack mi guardò confuso. "Perché stai arrossendo?"
"Oh, niente..."
Lui sorrise. "Pensieri impertinenti Kim?"
Mi fulminò con lo sguardo. "Sta zitto!"
Jack uscì ridendo.
Ho aspettato un po', poi sono scesa al piano di sotto, pensando al bacio.


...
"Muoviti! Ho fame e mal di testa!" Mi lamentavo per l'ennesima volta mentre aspettavo la mia colazione.
"Smettila di lamentarti Kim, è quasi pronto." Ha detto Sam.
Sospirai.
"Sai, non riesco ancora a smettere di ridere per le cose che hai fatto ieri. Giuro che devo farti ubriacare più spesso, non mi aspettavo che fossi così divertente Kim". Sam mi disse ridendo un po'.
Poi mi raccontò, per filo e per segno, tutto ciò che è accaduto ieri.
Sono letteralmente morta di imbarazzo. Soprattutto quando Sam mi raccontò della mia richiesta a Jack.
Io che chiedo a Jack di fare pipì... davanti a me...
Wow Kim, solo wow.
"Uff, io non mi ricordo nulla!" Ho detto.
Poi Sam mi portò il piatto con la colazione.
Finalmente!
Deglutii tutto a velocità folle mentre Sam mi guardava ridacchiando.


...
Quando ho finito di mangiare, io e Sam siamo usciti. Mi doveva riaccompagnare a casa. Quando, ho sentito una voce che mi chiamava.
Mi voltai e vidi una figura che sogghignava.
Jace Brewer.
"Tu?" Ero confusa.
Come fa questo ragazzo a trovarmi sempre? E perché sente ogni volta il bisogno di dover parlare con me? Non voglio parlare con lui! Non voglio un altro Brewer! Mi basta Jack!
Lui sorrise. "Beh, vedo che non sei felice di vedermi!"
"Cosa vuoi Jace?" Sam parlò per me. Nei suoi occhi ho visto rabbia.
Jace si mise a ridere. "Oh quindi anche la mia ex-fidanzata è una tua amica, Kim?"
La mia bocca si spalancò. Ex- fidanzata?
Ho guardato Sam, sembrava fosse pronta a prendere a calci Jace.
"Perchè cazzo non te ne vai da qualche altra parte?!"
"Oh, si me ne stavo per andare..." Sorrise. "...però, volevo solo dirvi di fare attenzione: delle belle ragazze come voi non dovrebbero andare in giro da sole, da queste parti poi, e fin troppo pericoloso."
Lo guardai confusa. Perché avrebbe dovuto avvisarci? Sapevo che Sam abitava fuori città, ma non così tanto. Non era una brutta zona.
"Fatti gli affari tuoi." Sam rispose.
"Ohi, calmina, vi sto solo avvisando. Kim dovrebbe. Non è vero, Kim? Quella notte, quando quello sconosciuto..." Mi fissò negli occhi, poi guardò il terreno. "Non importa, devo andare." Ha detto mentre se ne andava da qualche parte.
Non mi interessava dove stesse andando. La mia mente era bloccata in un unico pensiero.
Quella notte.
Non dimenticherò mai quella notte... il mio principe azzurro?
No...
Sarebbe potuto essere...
Jace?


Fine del capitolo!

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Capitolo 22
*** Nuove rivelazioni ***


KIM POV:
Mai nella mia vita sono stata così confusa per qualcosa.
Situazioni così difficili e confuse non le ho mai avute.
Stupidi fratelli Brewer!
Come faceva Jace a sapere di quella notte?
Escludo che sia il tipo inquietante, perché l'ho intravisto, e non sembrava a che vedere nulla con Jace.
E poi, non c'era nessun altro quella notte, il posto era completamente deserto.
A meno che Jace...

lui...

lui era il ragazzo che mi ha salvata?
Non so perché, ma mi pare assurdo pensare che Jace mi abbia salvato.
"Vuoi dirmi cosa succede in quella testolina?" Sam chiese riportandomi alla realtà.
Ero in auto con Sam, mi stava accompagnando a casa.
Sospirai. "Niente ..."
"Ha che fare con quello che ha detto Jace, vero?" chiese lei, guardandomi per un attimo, per poi tornare a guardare la strada.
I miei occhi si spalancarono e il mio battito cardiaco aumentò. Lo sapeva?
Se sapeva di quella notte, significava che lo sapevano tutti!
Non voglio che lo sappia l'intero mondo!
"D-di che stai parlando?" Chiesi esitante.
"Su di me e il fatto che ero la ex di Jace..." Ha detto e ho potuto sentire il dolore nella sua voce. Sapevo che era una storia finita male.
Anche se ero sollevata dal fatto che Sam non sapesse di quella notte, ero curiosa di sapere cosa è successo tra lei e lui.
"Sì, stavo pensando a questo." Ho mentito.
Sam sospirò. "Lo so, avrei dovuto dirtelo, ma non ho voglia di pensare a lui. Anche se è passato molto tempo, mi fa ancora male." Ha detto con tristezza.
Non mi importava di quanto fossi curiosa, non volevo che Sam stesse male, così ho messo le ho messo una mano sulla spalla. "Sam va tutto bene, se non vuoi parlarmene, non importa! Ma sappi che io ci sarò sempre, se ne vuoi parlare..."
Lei mi guardò e sorrise tristemente. "Lo so, ma..."
Mi strinsi nelle spalle, non sapendo cosa dire o fare.
Poi Sam incominciò a parlare.
"...Ero a una festa con Brody quando ho incontrato Jack ed Eddie. Non conoscevo molte ragazze, così sono rimasta con Brody tutto il tempo. Più tardi in quella notte, avevo bevuto un po' più del solito. Non riuscivo a trovare Brody da nessuna parte, conoscevo pochissime persone, e non ne trovavo nessuna, allora per calmarmi un po' sono uscita fuori dal locale per prendere una boccata d'aria. Ed è lì che ho visto il più bel ragazzo che avessi mai visto nella mia vita. Mi sentivo subito attratta da lui, ma il mio lato sobrio decise di non andare a parlargli e di evitarlo. Camminai verso la mia auto, fino a quando lo stesso ragazzo si avvicinò a me insistendo sul fatto che voleva accompagnarmi a casa. Rifiutai, lui insistette, dicendomi che era rischioso guidare nel mio stato... "
Un piccolo sorriso strisciò sul volto di Sam. "Quello era il giorno in cui ho incontrato il ragazzo più dolce della terra, Jace Brewer. Fu solo più tardi che scoprii che era il fratello di Jack, ma nessuno sembrava importarsi di lui. Jace non andava a scuola, frequentava delle lezione private da casa, ma nonostante questo, da quella notte che ci siamo incontrati lui mi ha continuato ad accompagnare a scuola e a casa mia. Passavo tutti i miei fine settimana con lui. E lui era tutto ciò che una ragazza poteva chiedere da un ragazzo. Mi faceva ridere, passavamo molto tempo assieme, e posso dire con tutta onesta che quelli erano i giorni più belli della mia vita."
"Cosa è cambiato?" Chiesi.
Sam rimase in silenzio e il suo piccolo sorriso scomparve. "Mi sono innamorata. Raccontare a Jace di essermi innamorata di lui è stato lo sbaglio più grande della mia vita, perché dopo di questo se ne è andato. L'ho perso. Jace è cambiato. Lo sentivo distante. Non ci siamo visti per settimane, e quando ci incontravamo non avevamo molto da dirci. Lui non era più il mio Jace. E poi, mi ha lasciato sola. Non so dove fosse andato, ma era introvabile. Jack non lo sapeva. L'ho sempre aspettato, ma non è più tornato. E dal vederlo tutti i giorni si trasformò, a vederlo per poche ore a settimana, ad aspettare mesi per vederlo, e alla fine se ne è persa ogni traccia... "
Sam si fermò davanti al semaforo rosso e sospirò. "Ed ora è tornato."
Molto strano, non avrei mai detto che Sam potesse essere la ex di Jace. In un certo senso, Sam non sembra una di quelle ragazze col cuore spezzato e una storia triste. Era sempre così felice e piena di vita, non l'avrei mai detto.
Comunque da quello che ha detto Sam, Jace non sembrava quello cattivo.
Riuscii a guardarla negli occhi. Sembrava avesse ancora un debole per Jace. E che l'amore per lui non era ancora completamente sbiadito. Non credo che lo sarà mai.
"Dove stiamo andando adesso?" Chiesi per uscire dal discorso.
"A casa tua?!" Mi guardò confusa.
"No."
Sam mi guardò in modo strano.
"Andiamo in gelateria!" Proposi urlando come un bambino di quattro anni.
Sam rise e puntò gli occhi al cielo...


...
Ottimo, semplicemente fantastico! Tornare a casa a piedi in un giorno così caldo...
Ero in gelateria con Sam, quando le arrivò una chiamata da sua madre, aveva forato una gomma ed era scappata da lei per aiutarla.

Beh, ora non ho nessuno che mi accompagni a casa.
Ho provato a chiamare Eddie e Jack, ma nessuno di quei due troglodita mi aveva risposto.
Avrei voluto chiamare mia madre, ma ehi, non so più che fine abbia fatto.
Perchè deve ancora tornare? Quei due, belli, che si divertono mentre la loro figlia fra un po' sviene sull'asfalto a 400° centigradi!
Praticamente, i miei meravigliosi amici mi hanno dato buca e dei miei genitori non ho notizie.
Sono. Incazzata.
Questo caldo mi fa diventare psicopatica.
Attraversai il mercatino del centro che c'era quel giorno e mi sedetti su una panchina.
Mi facevano male le gambe, stavo letteralmente sudando come un maiale e-
"Ti serve un passaggio?"
Le quattro parole più belle del dizionario.
Dio benedici la persona che mi ha pronunciato questa frase.
Mi voltai per vedere chi fosse questa persona straordinaria, riconobbi degli occhi color cioccolato molto famigliari...
Jace Brewer.
"Tu!" Sospirai. Davvero Dio? Davvero?
"Io." Sorrise "Allora, ti serve un passaggio?"
Scossi la testa. "No." Non conoscevo bene questo ragazzo. So solo che è il fratello di Jack e l' ex di Sam... ma ora dovrei sapere anche, che è quello che mi ha salvata.
"Aspetta! Non dire niente!" Lo fermai mentre stava per aprire bocca.
Mi guardò con aria interrogativa.
"Ti volevo dire grazie." Ho detto.
"Grazie per cosa?" Sembrava confuso.
Stupido!
"Per avermi salvata."
Ora sembrava più confuso di prima.
"Non ti seguo..." Disse incerto.
Sospirai. "Per avermi salvato quella notte, idiota!"
E infine uno sguardo confuso tornò nei suoi occhi.
Questi fratelli Brewer...
Lui incrociò le braccia e sorrise. "Cosa ti fa pensare che sia il ragazzo che ti ha salvata, e non quello che ha cercato di approfittarsene? "
Il mio cuore rallentò all'accenno del ragazzo raccapricciante e alle sue intenzioni, ma cercai di non pensarci.
"Purtroppo per te, ma io ho visto la sua faccia e non assomigliava minimamente a te. Anzi direi che era tutto il tuo contrario."
Jace ridacchiò scuotendo la testa.
Sorrisi, e presi un respiro profondo. "Però, sinceramente grazie. Te lo devo."
Jace aprì la bocca, ma la richiuse, si leccò il labbro, riflettendo se parlare o no.
"Beh... sputa il rospo!" Ho detto impaziente.
"No sono quello che ti ha salvata."
"Eh?"
"Non sono stato io..."
Lo guardai confusissima "Cosa?"
"Jack ti ha salvata."
I miei occhi si spalancarono. Jack?
"...Era da un po' che uscivo con questa ragazza. Mi piaceva davvero. Dato che era speciale, ho pensato di iniziare dalle basi con lei. Prima sono diventato un suo buon amico e poi dopo qualche mese, dato che le cose andavano bene... beh le ho chiesto un appuntamento. Quella sera avrei dovuto avere quel fantomatico appuntamento. Mi ero preparato e tutto, e stavo andando verso casa sua, quando la vidi parlare davanti alla porta di casa con un ragazzo. Quei due sembravano molto in sintonia ecco, fammela raccontare così. In quel momento il mio cuore si spezzò letteralmente. Mi sentivo tradito e incazzato. Non c'ho visto più, accecato dalla rabbia. Andai in giro per le strade di quel quartiere buio e vuoto, probabilmente avevo bevuto un po'... vidi la prima ragazza, che poi saresti tu...e ho cercato di approfittarne. Semplicemente avevo voglia di far soffrire a caso un altra persona, almeno quanto stessi soffrendo io in quel momento. Poi è arrivato Jack, la lotta... la fine tanto la conosci... allora, la storia risponde alle tue domande? " Jace finì cercando di essere fiero di sé stesso.
In primo momento, la storia raccontata da Jace era difficile da mandar giù, ma alla fine cercai di arrivarci.
Jack era quello che mi aveva salvata! E' lui il mio principe azzurro.
Pensai alla lotta tra Jack e Jace.
Quindi Jack si è fatto male... per colpa mia?
Una lampadina si accese nel cervello.
"La cicatrice sulla pancia...!" Guardai Jace scioccata.
Lui annuì. "Sì, visto quel coglione che si è fatto per te?!"
Deglutii.
Mi sono sempre chiesta come abbia fatto a procurarsi quella cicatrice, e solo ora scopro che è colpa mia.
Presi un respiro profondo. "Va bene....grazie per aver detto la verità, avresti potuto prenderti il merito, ma non l'hai fatto."
Jace si strinse nelle spalle. "Ehi, non sono così male dopotutto."
"Mh, più o meno, ma per me rimani un cretino!” Ho detto scherzosamente.
"Ehi, aspetta, mi hai chiamato cretino?" Ha chiesto, divertito.
"Sì e non farmi usare altre parole, siamo in un luogo pubblico" Ho detto fissandolo. Jace aveva lo sguardo un po' intimidatorio , ma in fondo l'ho trovato molto simile a Jack, e anche da quello che mi aveva detto Sam, non sembrava così spaventoso.
Solo una cosa ora non mi tornava, perchè Jace ama citare una certa lei, e perchè Jack si sente così male nel sentirla nominare.
Questo mi ricorda...
"Hey! Perché sei gentile con me e non con tuo fratello?" Le parole uscirono dalla mia bocca senza riflettere.
Jace distolse lo sguardo e sospirò. "Jack ti ha mai detto qualcosa circa sul nostro passato?"
"No...?" Ho detto confusa.
"Beh, io e Jack abbiamo una situazione complicata, è tutto quello che posso dirti, per ora."
"E per quanto riguarda la tua 'ex-fidanzata'?"
Jace si irrigidì all'accenno di Sam.
"Quale?" Ha chiesto sorridendo.
"Oh, quindi stai dicendo che ne hai avute tante?"
Si strinse nelle spalle "Troppe da contare."
Non ci credo.
"Beh, io sto parlando della migliore che tu abbia mai avuto, Sam."
Serrò la mascella, non era arrabbiato, semplicemente sembrava non volerne parlare.
"Perché l'hai fatto Jace?" Chiesi. "Sam non ha fatto nulla di male, si stava innamorando, sei tu il mostro orribile che l'ha lasciata tutta sola! Perchè l'avresti fatto?"
Ho visto i suoi occhi annebbiati di ricordi, rimase in silenzio.
"Non..." Disse, poi mi guardò.
"Non lo sai? Scusa fai le a caso?" Chiesi.
"No... senti Kim, è una storia complicata. Ora va a ringraziare il tuo ragazzo per averti salvato."
"Ragazzo? Jack non è il mio ragazzo!"
"Lo so, lo so." Disse. "Ma penso di conoscere abbastanza mio fratello. " Mi fece un occhiolino.
Arrossii un po'. "Idiota."
"Aw, sbaglio o Kimmy sta arrossendo?" Mi prese in giro.
Wow, questi fratelli Brewer sono davvero simili!
Mi fulminò con lo sguardo e ridacchiò. "Bye-Bye futura cognata, mi aspetto dei nipotini!" Disse e scappò via prima che potessi dire qualcosa.
Sorrisi. Chi si aspettava che Jace fosse così simpatico?!


...
Entrai nel cortile di Eddie, ho subito intravisto Jack.
A petto nudo, che lavorava alla sua moto.
Lo fissai per qualche istante, pensavo a quanto avevo bisogno di questo ragazzo nella mia vita. E' divertente. Alla fine avevo bisogno di lui ancor prima di conoscerlo. Se non fosse venuto quella notte, non so cosa sarebbe successo.
Dal primo giorno in cui ho incontrato Jack, qualcosa in lui mi aveva intrigato. Qualcosa in lui mi diceva che era diverso.
Visto che era senza maglietta, riuscì a vedere la sua cicatrice.
Dimenticai tutto e corsi verso di lui. Senza alcun preavviso, lo afferrai e lo abbracciai, quasi facendolo cadere.
"Woah!" La sua mano andò intorno alla mia vita per bilanciarsi, ma io ho continuato a stringerlo forte.
"Kim?" Ho sentito Jack parlarmi a bassa voce, non ho risposto, ho continuato ad abbracciarlo come se la mia vita dipendesse da questo.

Ed era vero.
Lui mi abbracciò, senza dire una parola.
Dopo un po' ho fatto mezzo passo indietro, continuando a stare vicino a lui. Lo guardai negli occhi.
"Grazie."
Sembrava confuso. "Per cosa?"
Ci risiamo...
Sorrisi. "Per avermi salvato quella notte."
"Chi te l'ha detto?"
"Jace."
C'era un po' di durezza nei suoi occhi. "Hai parlato con lui?"
Annuii.
Prima che potesse dire altro, gli misi un dito sul ventre, mentre tracciavo la cicatrice.
"Mi dispiace." Deglutii.
"Oh, tranquilla. Va tutto bene! Se devo dirti la verità mi piace, mi fa sentire più virile." Disse sorridendo con orgoglio.
Risi.
"Grazie Jack." Ho detto sul serio. Dovevo tutto a questo ragazzo.
Sorrise dolcemente. "Nessun problema, Bob il costruttore."
Mi misi a ridere, ricordando ciò che gli dissi quella notte.
"Oh certamente, signor cavaliere dall'armatura brillante."
Lui sorrise. "Lo so. Sono fantastico."
Lo guardai male.
"Ehi Kim, sei tutta sporca d'olio." Mi disse, guardai verso la mia maglia. C'era una piccola macchia d'olio, devo essermi sporcata mentre abbracciavo Jack, lui stava lavorando alla moto ed era un po' sporco d'olio.
"Di che stai parlando Jack?"
Proprio in quel momento sentii qualcosa di appiccicoso e bagnato sui miei capelli che mi gocciolava sul viso. Mi tolsi i capelli bagnati da davanti alla faccia.
"Ma che cazzo?" Alzai lo sguardo e vidi Jack sorridere con una bottiglia di olio per motori in mano. "Sei così... morto!" Ho urlato, dimenticandomi del principe azzurro.


Fine del capitolo.

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Capitolo 23
*** Momenti ***


Kim POV:
"Hey Eddie?" L'ho chiamato mentre stava per entrare in camera sua. Io e Brody avevamo studiato quasi tutto il pomeriggio. Se ne era andato circa un'ora fa. Ed ora mi annoiavo.
Eddie si voltò. "Sì, Kim?"
"Sai, fra quanto torna Jack?" Chiesi.
Eddie si appoggiò allo stipite della porta e sorrise. "Perché? Non sai stare senza il tuo amore?"
L'ho guardato male, come per prenderlo a pugni.
Quando improvvisamente, la porta di casa si aprì e Jack entrò.
"Ecco, è arrivato il tuo principe azzurro." Disse Eddie mentre lo fissavo.
Jack si avvicinò e ci guardò confuso.
Prima che potessi parlare, Eddie doveva aprire la sua boccaccia. "Oh, niente, Kim mi ha appena chiesto quando saresti tornato, si vede che sente la tua mancanza..." Disse mentre entrava nella sua stanza, prima che potessi strangolarlo. Ha avuto solo fortuna.
Idiota!
Jack mi sorrise, "Ti sono mancato?"
"Ti piacerebbe!"
Si avvicinò a me. "Davvero? Allora perché stavi chiedendo di me?"
"Io... io... io non... stavo solo..." Balbettai nervosa, in cerca di una scusa.
Si chinò vicino al mio orecchio e mi sussurò "Sembri nervosa."
Grazie mille Capitan Ovvio!
Mi guardò negli occhi.
Deglutii. "Io... ehm... devo andare..." dissi mentre mi voltai per andare.
Perché cavolo quello sguardo mi rende così nervosa?
All'improvviso Jack mi afferrò la mano e mi tirò verso di lui. Quel suo tirare improvviso mi fece cadere sul suo petto e l'unica cosa che mi impediva di cadere era il suo braccio intorno alla mia vita.
Lo guardai ancora una volta in quei bellissimi occhi. Lui ricambiò lo sguardo, anche lui sembrava provare un vortice d'emozioni.
Poi la sua espressione dolce cambiò in una maliziosa.
"Kim, ti conviene dirmi la verità."
"Quale verità?" Chiesi confusa.
"Che ti sono mancato." Lui sorrise.
"Nei tuoi sogni Brewer!"
"Lo sai che se non mi dici la verità, io conosco comunque un modo per fartela dire." le sue parole mi dicevano che mi sarebbe accaduto qualcosa.
"Davvero? Come?" Chiesi, sfidandolo.
Ero molto consapevole della nostra vicinanza, e al momento, le scintille attraversavano il mio corpo, ma questo non mi ha impedito di sentirmi nervosa per quello che mi avrebbe fatto.
"Me lo hai chiesto tu, eh!"
E poi ha iniziato a fare la cosa che detesto più di tutte.
Ha iniziato a farmi il solletico.
Solo Dio sa quanto odio il solletico.
"No, no, no, no, no Jack smettila!" Ho urlato, ma lui ha continuato a farmi il solletico, mentre mi dimenavo come un pesce fuor d'acqua.
"Dillo".
"Fermo! Per favore smettila!" Lo supplicai tra una risata e l'altra. I fianchi mi facevano male dal ridere.
"Se non mi dici la verità io non la smetto."
Ha iniziato a solleticarmi più forte, ho cercato di spingerlo via, ma non serviva a niente.
"Va bene, va bene mi sei mancato! Mi sei mancato!" Ho urlato.
Jack finalmente mi lasciò andare, e sospirai di sollievo.
Dio, ero così vicina alla morte.
Ancora una volta, la sua mano andò intorno alla mia vita, tirandomi ancora verso di lui, con la mia schiena contro il suo petto. Il suo respiro, molto vicino al mio collo, mi fece venire la pelle d'oca.
"Lo immaginavo." Mi sussurrò vicino al collo.
 
...
"Pronta?" Mi chiese Sam, aspettandomi vicino la porta.
"Sì, andiamo."
Era Domenica pomeriggio e stavamo andando a guardare i ragazzi che si esibivano al Cs.
In 15 minuti, eravamo già lì, e stavamo entrando nel backstage per salutare Brody e gli altri.
Quando un ragazzo ci passo vicino, e ci fece un occhiolino.
Sam mi sussurrò "Beh, era carino!"
Mi misi a ridere e guardai dietro di me, nella direzione del ragazzo.
"Uhm sì, ma non è il mio tipo." Ho detto.
"Davvero? Chi è il tuo tipo, allora?" Chiese.
"Smettila!" Le dissi.
"Perché? Che cosa ho detto? ...Comunque tu, a chi stavi pensando?” Dalla sua espressione, ho capito che sapeva a chi stessi pensando.
"Ad Edward Cullen, a chi altro?!" Ho detto scherzando.
"Dio, che schifezza Twilight." Fece una faccia disgustata, e poi ci mettemmo a ridere.
 
Entrammo dietro le quinte e vedemmo i ragazzi.
Jack si accorse subito di me e mi fece un occhiolino.
Arrosii, ricordandomi di prima.
"Ciao ragazzi!" Sam disse ad alta voce, gli altri ci salutarono.
"Quando suonate?" Ha chiesto.
"Oggi ci esibiamo prima, ci dovrebbero chiamare da un momento all'altro." Eddie rispose.
Proprio in quel momento squillò il telefono di Jack. Guardò il nome sullo schermo e si irrigidì.
"Ragazzi, devo rispondere." Disse dirigendosi fuori.
"Basta che non ci metti tre ore, fra un po' ci chiamano." Brody ha detto.
Jack annuì e se ne andò.
Proprio mentre usciva dalla stanza Eddie mi chiese. "Kim puoi portagli la chitarra? Così se ci chiamano e lui sta ancora parlando, almeno è già pronto."
Perché io?
Brody mi consegnò la chitarra di Jack e mi fece l'occhiolino.
Camminai fuori, e mi fermai un po' più indietro rispetto a Jack.
"Che cosa? COME?!" Jack stava gridando.
"Stava bene questa mattina, ed ora? Tutto d'un tratto?" Sentivo del panico nella sua voce.
Che stava succedendo? Con chi stava parlando?
"Cerchi di aiutarla il più possibile! Arrivo tra 5 minuti." Disse chiudendo il cellulare.
"Jack?" Dissi piano. Non mi aveva ancora notato.
Jack si voltò.
"Kim..." Deglutì. "Io... devo andare. Di' ai ragazzi che suoneranno senza di me." Disse e incominciò a camminare verso la sua moto.
"Jack! Fermo!" Gridai. Jack era sconvolto, triste, ma sembrava avere anche tanta... Paura.
Era in preda al panico, ed io non l'avrei mai lasciato da solo in quello stato.
"Vengo con te". Ho detto raggiungendolo.
"Che cosa? Kim... no."
"Jack, io vengo con te. Fine!" Ho detto.
Mi guardò per un attimo e poi annuì.
Chiamai un tipo che lavorava al Cs, e gli affidai la chitarra. Poi, corsi verso la moto di Jack.
 
Non sapevo dove stessimo andando, ma, quando Jack parcheggiò davanti alla stazione di polizia, mi venne un colpo.
Che cosa ci facevamo qui?
Prima che potessi chiederlo a Jack, lui entrò di corsa ed io lo seguii.
Era la prima volta che entravo nella stazione di polizia, e non ho mai pensato di avere un motivo per entrarci.
Rimasi accanto a Jack, che chiese notizie di questa lei, ad un poliziotto.
Prima che l'altro potesse rispondere, un altro tizio chiamò Jack.
Mi voltai per vedere un medico, che camminava verso di noi.
"Rudy!" lo chiamò Jack. "Come sta?" Chiese con ansia.
"Tranquillo, è ancora stabile. La stiamo portando all'ospedale proprio adesso." Il medico spiegò.
"Basta che tu faccia tutto il possibile per farla stare bene." Jack implorò.
"Faccio solo del mio meglio, ragazzo." Mise la mano sulla spalla di Jack e si allontanò.
"Jack?" Gli chiesi.
Guardò verso il basso.
Mi fermai davanti a lui e gli misi le mani sulle guance. "Jack, guardami."
Lentamente alzò gli occhi, e l'unica cosa che c'era sulla sua faccia era paura.
Non ha detto nulla. Semplicemente era lì, che mi guardava.
"Vuoi parlarne con me?" Ho detto. Doveva farlo. Tenersi tutto dentro peggiora le cose.
Jack tentò di aprir bocca. "Se succede... se le succede qualcosa... io... io..." Sembrava aver paura di continuare la frase.
"Chi Jack? Di chi stai parlando?" Chiesi. Ero assolutamente iperconfusa.
Mi guardò negli occhi e deglutì.
"Mia madre".


Fine del capitolo!

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Capitolo 24
*** La storia di Jack ***


Kim POV:
"T-Tua madre?" Chiesi scioccata.
Lui deglutì e annuì.
Lo fissai per non so quanto tempo. Ero confusa. Cercavo di dare un senso a quello che mi aveva detto.
La sua mamma.
Sua madre era in prigione...
Perché?
E' di lei che Jace parla sempre?
"P-perché?" Ho chiesto, lo fissava con gli occhi spalancati. Il fatto che la propria madre stia in prigione non credo sia una cosa facile da accettare.
Jack distolse lo sguardo. Ho capito che fosse un argomento difficile.
Ho messo una mano sulla sua spalla. "Jack?"
Lui non mi ha risposto.
Gli misi i palmi delle mani sulle guance. "Jack, guardami."
Ha cercato di mantenere il suo sguardo basso. Jack aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui sfogarsi, e io sarei tanto felice di essere quel qualcuno.
"Dai sono qui... dimmi tutto." Ho detto, sperando di farlo parlare. Alzò lo sguardo. Il dolore e la tristezza nei suoi occhi mi avevano fatto venir voglia di piangere, ma dovevo essere forte.
Deglutì a fatica, ma non distolse lo sguardo.
"Lei-"
"Jack". Qualcuno lo interruppe e ci girammo per vedere un medico.
"Va tutto bene?" Chiese Jack preoccupato.
"La stiamo trasferendo ora all'ospedale."
Jack annuì. "Va bene, ci vediamo lì." Ha detto e incominciò a correre verso l'uscita.
"Jack". Lo chiamai.
Si girò verso di me.
"Vengo con te".
Non avevo intenzione di lasciarlo andare da solo. Potrei sembrare testarda, ma so che lui ha bisogno di qualcuno in questo momento.
Jack fece un respiro profondo. "No Kim, non voglio coinvolgerti in questo. Chiama Eddie e dirgli di accompagnarti a casa, io dovrei tornare tra un po'..." Disse e si allontanò.
Niente da fare, io vengo con te!
Incominciai a correre, cercando di seguirlo.
"Jack!" Gridai di nuovo raggiungendo la sua moto. Mi guardò infastidito.
"Puoi fare tutto quello che vuoi, io non ti lascerò andare da solo." Ho detto incrociando le braccia.
"Kim, non ho bisogno del tuo aiuto." Jack mi ha risposto bruscamente.
Non so perchè, ma quel suo tono mi ha fatto davvero male. Odio quando mi parla in quel modo, ma so anche, che ora è sconvolto ed ha risposto così solo per convincermi a non venire.
Lui salì sulla moto, accendendo il motore. Mi precipitai a salire anch'io, gli misi le mani sulle spalle.
"Che cazzo?!" chiese con frustrazione, girandosi verso di me.
"Shhh ho delle abilità da ninja, non farci caso!" Ho detto con sarcasmo. "Forza, andiamo!"
Jack scosse la testa e borbottò qualcosa tra i denti.
L'ho ignorato, lui partì a gran velocità.
 
Grazie alla velocità folle di Jack, siamo arrivati in ospedale anche prima dell'ambulanza.
Quest'ultima arrivò dopo pochi istanti, una folla di medici accorse vicino all'ingresso del pronto soccorso. Jack corse verso il dottore di prima.
"Rudy, che cosa è successo?" ha chiesto.
"Non lo so. Dobbiamo farle ora le analisi. Ma non preoccuparti, nulla di grave." Ha detto e si precipitò vicino alla barella con la madre di Jack.
Durante tutto quel trambusto sono riuscita ad intravvedere il suo volto. Sono rimasto sbalordita di quanto Jack assomigli a sua madre.
Degli infermieri portarono via la donna in una sala.
Guardai verso di Jack. Lui si passò una mano tra i capelli e sospirò rumorosamente. Anche se cercava di calmarsi, si vedeva che era molto preoccupato.
Mi fermai di fronte a lui, continuò ad ignorarmi. Guardava ovunque tranne me, così ho fatto l'unica cosa che mi è venuta in mente in quel momento.
L'ho abbracciato.
Nessuna quantità di parole si può paragonare ad un abbraccio, inoltre sapevo che in questo momento era esattamente ciò di cui aveva bisogno.
Dopo un po', Jack si lasciò andare.
Siamo rimasti così abbracciati per non so quanto tempo, poi decisi di staccarmi.
Lo guardai nei suoi bellissimi occhi.
"Vuoi parlare con me?" Chiesi dolcemente.
Fece un respiro profondo. "Vieni..." Mi prese per mano, camminammo fuori dall'ospedale.
Ho fatto del mio meglio per ignorare le scintille che attraversavano la mia mano.
 
Ci siamo seduti fuori, su una panchina dell'ospedale, nessuno di noi aveva ancora detto una parola. Stavo per dire a Jack che se non se la sentiva di parlare, non era importante, quando improvvisamente aprì bocca "Lei non lo amava."

"Mio padre... Mia madre non l'ha mai amato, lei amava il fratello di mio padre, ma fu costretta a sposare mio padre lo stesso, obbligata da mio nonno. E non so il perché. Mia madre ha iniziato ad odiare quell'uomo, ma alla fine in qualche modo si arrese. Dopo due anni di matrimonio, sono arrivato io, e l'anno successivo mia madre era incinta di nuovo... ma non di mio padre".
Fece un respiro profondo. "A quei tempi, non capivo nulla. Avevo solo un anno. Ma avevo in qualche modo intuito che mio padre se ne fosse andato.”
Rimasi senza fiato.
Continuò. "Ero troppo piccolo per dare importanza a un fatto del genere. Anche perché avevo un'altra famiglia. Mia madre si sposò con la persona che amava veramente, e allora arrivò Jace. L'hanno voluto chiamare così, Jace, un nuovo Jack. Nemmeno il padre di Jace mi ha mai considerato come un figlio... in realtà non sono mai stato considerato un figlio... per nessuno, nemmeno per mia madre. Ho iniziato a notare la differenza con cui ci trattava, facevano di tutto per lui, ma non per me, non si sono mai interessati a quello che facevo, per i miei voti, la scuola o altro. Nessuna. Ma in realtà, nulla di tutto ciò mi ha toccato veramente. Avevo Jace. Avevo un fratello. Anzi, io e Jace eravamo molto più di due banali fratelli. Condividavamo tutto, e facevamo tutto assieme. "
Un debole sorriso appare sul volto di Jack.
"Eravamo sempre lì, l'uno per l'altro. Ma quando Jace compì 14 anni, suo padre morì, un incidente stradale. A mia madre si spezzò il cuore, ma decise di andare avanti da sola.... per Jace. Ricordo che ogni giorno piangeva. Aveva bisogno di conforto, ma non voleva il mio. Ogni giorno cercavo di aiutarla, ma ha sempre respinto il mio aiuto." Jack chiuse gli occhi e cercò di calmarsi.
Avvolsi le mie braccia sulle sue spalle, e mi appoggiai con il mento.
"Le cose incominciarono a cambiare. Jace ed io stavamo crescendo. Stavamo iniziando a prendere strade separate, sentivo che lui mi stava nascondendo qualcosa. Di solito, ci dicevamo tutto, col tempo invece Jace sembrava sempre più distante. Un giorno, tornando a casa ho trovato la polizia che circondava il giardino di casa. Un ufficiale trovò nella camera di mia madre dei sacchetti che contenevano... beh, droga."
Spalancai gli occhi, non sapendo cosa dire.
"Così l'hanno arrestata e messa in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti. Sono rimasto scioccato. Come poteva mia madre fare una cosa del genere? Ho suggerito a Jace di indagare, di scoprire chi l'aveva incastrata, sapevo che mia madre fosse innocente. Jace si oppose. Avevo capito la verità."
Gli occhi di Jack ora fumavano di rabbia. "Tutti quei sacchi di roba, erano di Jace, mia madre si era solo presa la colpa per tutto. Ho provato a dimostrare la sua innocenza, ma ho scoperto che... beh che in realtà, aveva iniziato lei a fare uso di varie sostanze. Il motivo per finisce spesso in ospedale è in realtà questo." Ha detto passandosi una mano tra i capelli.
Presi un respiro profondo, Jack è riuscito veramente a tenersi dentro tutto questo?
Jack si alzò improvvisamente. "E' tutta colpa mia! Non sono riuscito a badare a mia madre in quel suo periodo di depressione... o Jace, non sono riuscito a capire su che brutta strada si stesse incamminando."
Rimasi senza fiato di nuovo. "Che diavolo dici Jack?" Dissi alzandomi.
"Ascoltami, tutto quello che è successo non è affatto colpa tua! Non essere stupido! Non sentirti in colpa! Tu hai fatto tutto quello che potevi, anzi per me hai fatto anche troppo forse... La colpa è di Jace e di tua madre, mica tua! Sono loro che hanno fatto quelle scelte. Tu eri solo un ragazzino, come puoi pretendere di portarti sulle spalle quel peso di responsabilità? Anzi in verità, sono solo che orgogliosa di te, hai fatto fin troppe cose per tua madre, ma è lei che non ha mai voluto accettarle. Dovresti essere fiero di te stesso. Ti sei dimostrato più adulto di tutti gli altri." Ho finito con un piccolo sorriso.
Improvvisamente ho sentito una sensazione di calore. Jack mi stava abbracciato, come se la sua vita dipendesse da questo.
Pochi minuti dopo si staccò e mi guardò negli occhi. L'intensità del suo sguardo mi aveva fatto sciogliere il cuore.
Il suo braccio era introno alla mia vita, mentre con l'altra mano stava spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Per tutto il tempo, i suoi occhi non hanno mai smesso di guardarmi.
E poi, per una frazione di secondo, il suo sguardo cadde alle mie labbra, poi di nuovo ai miei occhi.
"Kim, posso baciarti?"


Fine del capitolo!

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Capitolo 25
*** Credo proprio di essermi innamorato di te ***


Kim POV:

I miei occhi si spalancarono alla sua domanda.
Deglutii, e senza pensarci due volte, annuii.
Non c'era nulla in questo mondo, che mi avrebbe fatto rispondere 'no' alla sua domanda. Soprattutto, dopo tutte quelle volte che ci mancava davvero poco per baciarci...
E anche se fuori, davanti all'ospedale, non è forse il luogo più romantico per un primo bacio, non importava. Sapevo che almeno era con la persona giusta.
Jack, dopo la mia risposta, incominciò a chinare il capo verso di me per baciarmi. Le farfalle all'interno del mio stomaco sono, letteralmente, esplose.
Chiusi gli occhi, e avvicinai le mie labbra alle sue e-
"Tonight, we are young..."
Ci siamo allontanati uno dall'altro per quel rumore improvviso, poi ho capito che era il mio cellulare che stava squillando.
Nota bene: tenere perennemente in silenzioso questo maledetto congegno!
Ho visto Jack passarsi una mano tra i capelli, in segno di frustrazione.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca e risposi senza neanche vedere chi fosse.
"Pronto?" Nessuno poteva essere così incazzata come me in questo momento. Chiunque mi abbia interrotto la pagherà. Sì la pagherà! Oh, come la pagherà cara!
"Kimberly Ann Crawford! Che diavolo ci fai in giro a quest'ora della notte?" Una voce urlò dall'altro capo del telefono, avevo capito chi fosse.
"Papà?"
Oh merda!
"Bingo!" Ha detto con sarcasmo.
"Papà! Io... Emh... sono-" Balbettavo. Io sono morta.
"Non voglio spiegazioni ora. Ovunque tu sia, non mi interessa cosa tu stia facendo, voglio che torni a casa. ADESSO!" Mi urlò super incazzato.
Guardai l'orologio, era mezzanotte passata. Oh cazzo!
"Ehm si, si arrivo subito". Ho detto in fretta.
"Meglio che sia così." Mio padre riattaccò la chiamata.
Guardai verso di Jack e arrossii un po', ricordandomi di ciò che stava per accadere. Grazie mille papà!
Mi lamentavo. "Io... Devo andare..."
"Ti accompagno a casa?"
Scossi la testa. "No, non serve... piuttosto rimani qui con tua madre"
"Sì, perché secondo te ti lascio tornare a casa da sola, a quest'ora?" Ha detto camminando verso la sua moto.
"Ma-"
"Dai vieni!" Mi interruppe.
Idiota!


...
Circa 10 minuti più tardi, Jack si fermò con la moto davanti casa mia.
Scesi dalla moto goffamente, mentre giocherellavo con una ciocca di capelli, non sapevo bene che fare.
Imbarazzo...
"Ehm... io... devo andare..." Dissi indicando casa mia.
Imbarazzo al quadrato...
Jack non disse nulla.
"Ciao..." Dissi voltandomi.
"Kim". Jack mi chiamò dopo pochi passi.
Mi girai e guardai verso di lui.
"Grazie." Mi disse con un piccolo sorriso e sapevo perfettamente per cosa mi stava ringraziando.
Annuii con un piccolo sorriso.
Jack mi guardò dolcemente, mentre mi chiedevo a che stesse pensando. Poi si mise il casco e si allontanò a gran velocità sulla sua moto.
Mi voltai verso casa, presi un respiro profondo, preparandomi per l'ira di mio padre che mi stava aspettando...


...
"Chi è quel tizio che ti ha accompagnato a casa in moto?"
"Jack."
"Jack chi?"
"Jack Brewer."
"Quanti anni ha?"
Prima che potessi rispondere, mia mamma ridacchiò. "Caro, non sei un detective. E questo non è un interrogatorio."
Mio padre guardò mia madre e poi tornò con lo sguardo verso di me. "Che stavi facendo con lui?"
"Papà!" Mi lamentavo. "Per la terza volta, sua madre non si è sentita bene e sono andata all'ospedale con lui."
Questa è stata la prima domanda di mio padre, appena messo piede in casa. Poteva benissimo dirmi qualcosa tipo 'Oh, ecco la mia piccolina.' o 'Guarda come è cresciuta mia figlia!'o qualsiasi altra cosa. Insomma non mi vede da un sacco di tempo. Invece no. Niente di tutto questo.
Sono stata invece attaccata dalle sue domande. Che cosa stava cercando di fare?
"Papà? Stai cercando di fare il padre severo e iperprotettivo? Beh se è così, fa schifo." Ho detto e subito mi coprii la bocca, rendendomi conto di aver appena detto tutto ad alta voce.
Mia madre mi guardò. "Kim Crawford!"
"Mi dispiace." Mormorai.
"...Mi piacerebbe incontrarlo." Papà ha detto all'improvviso.
"Eh?"
"Voglio incontrare questo Jack. Tua madre dice che è un bravo ragazzo." Ha detto.
Papà e Jack? Deglutii. Non mi suona come una buona idea.
"Ma-"
"Niente ma, voglio incontrarlo..." Ha detto ostinatamente. "…Anche se, mi sembra un po' uno di quei teppistelli poco di buono-"
"Papà!"
Alzò le mani in alto. "Scusa, scusa, mi ero dimenticato di quanto fossi scontrosa."
"Ehi, io non sono scontrosa". Mi difesi sentendomi offesa.
Papà si mise a ridere. "Sì, sì".
Si alzò, si avvicinò a me abbracciandomi. "Più tardi dobbiamo fare un discorsetto sui ragazzi, abbiamo un bel po' da recuperare..."
Sorrisi.
Non so come faccia a stare così tanto tempo senza mio padre...


...
Mio padre mi stava raccontando un po' delle sue avventure in missione, di cosa aveva fatto e cose del genere. Avrei voluto ascoltarlo un altro po' ma ero davvero tanto stanca, sono andata così a mettermi il pigiama. Adoro quando la mia famiglia è finalmente al completo, cioè quando c'è anche mio padre, davvero mi manca così tanto quando non c'è.
Una volta messo il pigiama, andai in camera mia.
Mamma mia, sono davvero stanca morta!
Mi distesi sul letto, quando sentii il mio cellulare vibrare. L'ho raccolto dal comodino per vedere un messaggio da parte di Jack. Un piccolo sorriso apparve sul mio volto.
'Apri la porta del balcone -Jack'
Guardai il mio telefono confusa. Apri la porta del balcone? Perché mi dovrebbe chiedere una cosa del genere? Ha in mente un altro scherzo?
Mai fidarsi troppo di Jack...
Il mio telefono vibrò di nuovo, un altro messaggio di Jack.
'Smetti di fissare il telefono e aprimi la porta! -Jack'
I miei occhi si spalancarono leggendo quel messaggio.
Jack era qui?
Guardai verso il balcone e vidi una figura in piedi lì davanti. Corsi davanti alla porta-finestra e la aprii ancora con il cellulare in mano.
"C'è voluto tanto?!" Disse Jack appena ho aperto.
"Credevo volessi farmi qualche scherzo." Mi difesi mentre incrociavo le braccia.
Lui alzò un sopracciglio.
"Aspetta." Ho detto, realizzando la cosa. "Che ci fai sul mio balcone?" Chiesi.
Non serviva chiedere come ci fosse finito qui, era abbastanza evidente che ci fosse arrivato tramite il balcone della casa di Eddie.
Si strinse nelle spalle. "Nulla."
Lo guardai.
Poi sospirai. "Come sta tua mamma?"
L'espressione di Jack cambiò in una preoccupata. "Meglio, credo. E' ancora sotto osservazione."
Annuii, e gli presi la mano per dargli coraggio.
"Tranquillo, andrà tutto bene." Dissi piano, guardandolo negli occhi, lui ricambiò lo sguardo.
Lentamente con la mano, che io gli stavo tenendo, mi tirò verso di lui e l'altra sua mano andò intorno alla mia vita. Per tutto questo tempo i nostri occhi erano bloccati a guardarsi intensamente.
Continuò a tirare fino a quando il mio corpo fu vicino al suo.
Il mio cuore batteva così forte, come se avessi appena finito di correre una maratona. Iniziai a respirare pesantemente.
L'intensità del suo sguardo mi aveva fatto letteralmente scogliere il cuore.
Posai le mie braccia sulle sue spalle, non sapendo che fare con loro. Jack si chinò, avvicinandosi a me. Le nostre labbra erano ormai a pochi centimetri e sapevo benissimo quello che stava per accadere. Chiusi gli occhi e Jack si chinò di più verso di me.
E un attimo dopo, le sue labbra erano sulle mie.
La sensazione, in quel momento, nel momento esatto in cui le nostre labbra sono entrate in contatto era inspiegabile. Una strana sensazione attraversava il mio corpo. Il mio cuore stava quasi per uscire dal petto, da quanto batteva forte. Ho smesso letteralmente di respirare.
Le nostre labbra si muovevano in perfetta sincronia e in pura beatitudine.
Il momento più bello.
Avvolsi le mie braccia intorno al collo di Jack, proprio in quel momento sentii il mio telefono vibrarmi tra le mani. L'ho buttato prontamente giù dal balcone, facendo attenzione a non allontanare le mie labbra da quelle di Jack.
Lui ridacchiò attraverso il bacio. Mi ha fatto sorridere. Il telefono probabilmente aveva colpito un gatto o qualcosa del genere, sentimmo un forte miagolio.
Ma nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.
Il bacio fu dolce, innocente, e tutto ciò che una ragazza vorrebbe dal suo primo bacio.
E poi finì. Troppo presto per i miei gusti.
Tirammo indietro i nostri visi.
Ero troppo timida per guardare verso di lui, così mi misi a guardare il pavimento. Dopo pochi istanti, Jack mi mise un dito sotto il mento e mi fece guardare verso di lui.
"Kim". Disse, mentre mi fissava negli occhi.
Lo guardai speranzosa.
Jack aprì la bocca un paio di volte, ma poi la richiuse. Poi finalmente chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
Aprì gli occhi e mi guardò.
"Kim, credo proprio di essermi innamorato di te."


Fine del capitolo!

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Capitolo 26
*** Missione Jace ***


~Kim POV:
Ero sdraiata sul mio letto, a giocare con i miei capelli con un enorme sorriso stampato sulla faccia, mentre canticchiavo una melodia a caso.
Ero la cosa più felice del mondo. Stavo provando quella bellissima sensazione di quando la persona che ti piace, ricambia i tuoi sentimenti. Beh, si, teoricamente Jack ha detto che 'crede' di essersi innamorato di me...
Ma non importa!
Sono innamorata di Jack Brewer e lui mi ama! Fine.
Sorrisi.
Mi sentivo così piena di energie.
Non capisco perché abbia cercato di nascondere la mia cotta per così tanto tempo. Alla fine, ho sempre avuto la sensazione che per Jack non fosse solo un'infatuazione. Non poteva essere semplicemente la solita cotta che ti viene per un compagno di classe. Questa volta sentivo che fosse amore. Amore vero.
E ieri, quando Jack ha confessato i suoi sentimenti per me, mi sentivo al settimo cielo. Sono rimasta scioccata con la bocca aperta per non so quanto tempo, ma quando finalmente sono riuscita a realizzare e dirgli che provavo lo stesso sentimento, il suo telefono ha deciso di squillare.
Avrei volentieri buttato anche il suo telefono giù dal balcone, ma purtroppo era un medico dell'ospedale che lo stava aggiornando sulla situazione di sua madre...

Sto davvero incominciando ad odiare i cellulari.
Approposito!
"Il mio cellulare!" Gridai.
Era ancora in giardino da qualche parte.
Sono scesa dal letto correndo verso il giardino, alla ricerca del mio amato cellulare.
L'ho finalmente ritrovato, dopo circa un'ora, in un cespuglio, sano e salvo. Ero sorpresa, credevo si fosse rotto, o almeno crepato un po' lo schermo, invece non aveva neanche un graffio. L'ho acceso per controllare, avevo una chiamata persa: Sam.

Improvvisamente mi sono ricordata del mio piano, e del fatto che dovevo parlare con una persona. La mia unica domanda ora era: dove cazzo si trova adesso?


...
Entrai nel motodromo, ricordandomi il fatto terrificante che era successo la scorsa volta. Mi guardai intorno per cercare una persona in particolare, ma c'erano soltanto un paio di meccanici che sistemano delle moto.
Decisi comunque di fare un giretto, per vedere se era lì da qualche parte.
Ugh.
Mi sentivo un po' a disagio, ero l'unica ragazza lì in mezzo.
Accidenti, che fine hanno fatto tutte quelle motocicliste fighe che si vedono nei film?
Andai verso la pista pensando di controllare nei box. Ho anche pensato di chiedere a qualcuno, ma non lo so, non sembrava ci fosse gente che potesse aiutarmi.
Continuai a camminare, guardandomi attorno. Dove diavolo si è ficcato?!
"Ehi tigrotta." Sentii qualcuno dietro di me.
Mi voltai.
"JACE!" Sospirai di sollievo. Seriamente, perchè i Brewer devono dare soprannomi casuali?
"Che ci fai qui?" Mi chiese.
"Oh, niente. Sono venuta qui per farmi dare soprannomi casuali." Dissi incrociando le braccia.
Lui ridacchiò.
Ho notato che Jack e Jace hanno le stesse abitudini, era sorprendente e inquietante allo stesso tempo.
"Volevo parlare con te." Continuai.
Lui incrociò le braccia e mi guardò divertito, ma quando vide il mio volto serio, la sua espressione cambiò.
"Non voglio parlare di lei." Jace ha risposto a denti stretti, poi si voltò e si avviò nella direzione opposta alla mia.
"Jace!" L'ho chiamato seguendolo. "Perché non vuoi parlarne?"
Jace continuò a camminare, aumentando il suo passo. Dannazione, che ragazzo testardo! Ma io non ti lascerò scappare tanto facilmente. È tutto così chiaro: Sam prova ancora dei sentimenti per Jace, e anche Jace, dal modo in cui reagisce ogni volta che gli parlo di Sam, si vede che prova ancora qualcosa. Sono sicura che stia semplicemente nascondendo i suoi sentimenti.
"E' perché ti piace ancora?" Ho chiesto.
Lui si fermò.
Il suo corpo era teso. Rimase lì per un momento e poi si voltò verso di me con un'espressione infastidita.
"No, non mi piace."
"Ooooh, sì invece che ti piace!" L'ho preso in giro.
Rimase in silenzio e continuò a fissarmi.
Scossi la testa. "Non mentire, fai l'uomo."
Lui sorrise leggermente. “Io sono un uomo."
"Un po' di cicatrici e graffi sul corpo non fanno di te un uomo." Dissi.
Strinse gli occhi verso di me.
Mi venne in mente un'idea. In realtà una vecchia idea, un clichè: la stessa psicologia che ha usato Eddie per me. Spero che Jace sia così stupido da cascarci.
Oh, ma chi voglio prendere in giro? Certo che è così stupido.
"Sei sicuro che non ti piace più Sam?" Chiesi.
"Sì, ne sono sicuro"
Annuii e applaudii con falso entusiasmo. "Perfetto! Lo dirò a Brody!" Dissi e mi voltai
"Aspetta." Jace mi fermò. Sorrisi tra me e me sapendo cosa stava per succedere, mi voltai verso di lui.
"Sì?"
"Perché dovresti dirlo a Brody?" chiese lui, mentre mi guardava incuriosito.
Yeah! Sta funzionando.
"Oh, beh Brody mi ha supplicato di chiederti se per caso ti piacesse ancora Sam, sai, per essere poi sicuro di poter provarci, uscire insieme e-"
"A Brody piace Sam?" Jace mi interruppe prima che potessi finire la frase. Vidi le sue mani strette a pugno.
Sorridi Kim, te lo meriti, sei un genio!
"Già." Ho detto innocente.
"Non erano solo migliori amici o roba del genere?" Mi ha chiesto.
"Oh, beh ma le cose cambiano. E poi secondo me 'un ragazzo e una ragazza non possono essere solo amici' " Ho detto sogghignando, spero di far ingelosire Jace.
Jace se ne stava lì, con la sua faccia da scimmia mentre cercava di nascondere le sue emozioni.
Poi annuì. "Fantastico."
Che cosa?! Ha appena detto 'Fantastico'!?!?!?!
No!!! Avrebbe dovuto dire: 'Nessuno può toccare la mia ragazza' o cose simili.
Sigh, un altro piano fallito...
Eddie hai delle idee pessime!!!
"... Vuoi venire?" Ero così persa nei miei pensieri che non ho sentito quello che Jace mi stava dicendo.
"Mh? Scusa, ero distratta..."
"Sto andando in ospedale per mia madre, vuoi venire? C'è anche il tuo ragazzo."
Arrossii, aww Jack il mio ragazzo, accennai col capo per confermare.
Non avevo parlato con Jack per tutto il giorno. Stava in ospedale per sua madre e semplicemente non volevo disturbarlo.
Dopo circa 20 minuti Jace stava parcheggiando davanti all'ospedale.


Fine del capitolo.

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Capitolo 27
*** Cambiamenti ***


~Kim POV:
Seguii Jace dentro l'ospedale. Odio gli ospedali, hanno quell'aria così deprimente. Insomma se posso, evito di entrarci. Per me è così da sempre. Ad esempio una volta quando ero piccola mi sono fratturata il braccio, i miei genitori hanno dovuto trascinarmi dentro l'ospedale a forza.
E se un giorno, dovessi diventare un medico, cosa impossibile. La prima cosa che farei sarebbe quella di verniciare tutto l'ospedale con colori allegri tipo come il rosa, l'azzurro, il verde... il rosa...
"Kim".
Sentii qualcuno chiamarmi e vidi Sam appoggiata alla parete, accanto alla stanza della mamma di Jack.
"Hey Sam. Tutto bene?" Le ho chiesto.
Lei annuì, poi lanciò un'occhiataccia a Jace che era in piedi dietro di me.
Ah questi due devono, quanto sono innamorati...
Proprio in quel momento vidi la porta della stanza aprirsi e Jack uscì. Sembrava esausto, come se non avesse dormito per tutta la notte. Volevo tanto andare ad abbracciarlo, volevo dirgli che sarebbe andato tutto bene e che io ero qui per lui...
Sei sempre stata così premurosa, Kim?
"Il medico sta prelevando del sangue, servono altri controlli." Ci ha informato Jack. Mi guardò un istante ed io gli sorrisi.
Si avvicinò a me, guardando in basso, sembrava non volesse incrociare il mio sguardo.
"Kim, emh, devo parlarti."
Oh no, non queste parole... 'Devo parlarti'.
Non sono di certo di buon auspicio. Ho iniziato ad avere paura.
"Sì?" Chiesi un po 'esitante.
"Emh, sai quello che ti ho detto ieri...?"
'Credo di essermi innamorato di te'.
Il mio cuore incominciò a battere più velocemente mentre un rossore copriva la mia faccia.
"Beh, lascia perdere..."
Che cosa? Che cosa vuol dire lascia perdere?
"C-cosa?" Chiesi confusa, mentre mi batteva il cuore all'impazzata.
Jack esitò un attimo, poi prese un respiro profondo. "Dimentica quello che ti ho detto. Non volevo dirlo. E se quello che ho detto ti ha fatto pensare che ci potrebbe essere qualcosa di più nella nostra amicizia, beh non è vero. Scusa non volevo darti un'impressione sbagliata".
Che diavolo sta dicendo?!
No, è un errore!!! Jack che stai blaterando?
"Jack, ma-"
"Mi dispiace Kim. Mi dispiace davvero." Ha detto con uno sguardo di scusa. Ma nessun'altra emozione era sul suo volto. Niente.
Non sapevo cosa pensare. Non sapevo cosa fare.
Tutto ad un tratto? Dal nulla?
Avevo la mente confusa, le lacrime incominciavano a cadere dai miei occhi.
Non sapendo cosa dire, annuii e poi feci l'unica cosa che mi venne in mente. Uscii dall'ospedale a passo veloce, cercando di non far notare quanto male mi aveva fatto Jack.


Fine del capitolo.

 

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Capitolo 28
*** Quello che davvero voglio sei tu ***


~Jack POV:
La vidi scappare e dovetti trattenermi, avrei tanto voluto trascinarla vicino a me e abbracciarla, ma dovetti lasciarla andare. Ho dovuto farlo. Dovevo lasciarla. Non avevo altra scelta. Forse si, sono stato un po' troppo duro con lei, ma credetemi, ho passato tutta la notte a pensare un modo per rimanere con Kim, ma non c'era nient'altro che potessi fare.
L' amavo.
Non mi sono solo innamorata di lei, io la amo con tutto il mio cuore.
"Jack, Cristo, hai fottutamente perso la testa?!?!?" Jace mi gridò con rabbia. Il suo tono mi ha fatto ricordare quanto sono idiota.
Non avevo voglia di ascoltare uno stronzo come lui che mi faceva una predica, so già di aver perso la cosa più importante della mia vita.
"Fatti gli affari tuoi." Ho sputato fuori con arroganza.
"Cerca di riflettere un attimo. Sai che cazzo di stronzata hai appena fatto?" ha chiesto.
Sospirai lasciandomi cadere sulla prima sedia. "Lo so." Mi passai una mano tra i capelli. So quello che ho fatto. Me ne pentirò ogni singolo giorno della mia esistenza, ma so che sto facendo la cosa migliore per lei.
"Jack è inutile che fai quella faccia da cucciolo smarrito. Sei un fottuto idiota!" gridò ancora una volta e questa volta mi arrabbiai anch'io. Mi alzai e mi diressi verso Jace. Lo afferai per il colletto della camicia.
"Smettila! Cazzo, so quello che ho fatto! Ma pensi che l'abbia fatto di proposito?! Pensi che fosse quello che volevo? NO! Non è quello che voglio! E' stata una decisione difficile, ma dovevo farlo. NON avevo altra scelta, fidati Jace non avrei mai fatto una cosa del genere di proposito!" ho detto, sfogando tutta la mia rabbia su di lui.
Sospirai e gli lasciai il colletto della camicia.
"In che senso non avevi altra scelta?" Chiese Jace.
"Che ragazza vorrebbe stare con un tipo come me? Jace, lo sai. Non sono proprio una persona normale con una vita semplice. So che Kim mi ama e mi accetta per quello che sono, per quello che ero e per quello che sarò, ma pensi che Kim si meriti tutti i casini e i guai che sto passando? Dopo tutto, tu hai fatto la stessa cosa per- " Mi fermai quando vidi Jace guardare Sam.
"Beh... hai capito che intendo..." continuai.
Jace si passò una mano tra i capelli.
"Vuoi scherzare Jack? Questa sarebbe la tua ragione? Ma c'è un cazzo di neurone dentro quel cervello?" Jace mi chiese e io lo fissai.
Chi si crede di essere?
Lui sospirò e scosse la testa.
"Jack, so quanto sei testardo, quindi non ti farò nessuna predica. Anche perché sarei il fratello minore, ma comunque, Kim non è mica stupida. Sa valutare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Lasciale il tempo di decidere cosa vuole, fino ad allora goditi il fatto che tu la ami e che anche lei ti ama, e soprattutto non fare il mio stesso errore. Non lasciarla andare. Potresti accorgerti che lei è effettivamente la cosa migliore che ti sia mai capitata nella vita e magari è anche una soluzione a tutti questi problemi. Te lo dico per esperienza." Ha detto, ancora una volta, guardando Sam che era seduta un po' più in là su una sedia nel corridoio.
Jace è il più grade coglione di questo mondo, però... quello che ha detto è vero. Vero come il fatto che lui prova ancora dei sentimenti per Sam e Sam lo stesso. Non posso fare il suo stesso errore.
Un piccolo discorso illuminante dalla persona più inaspettata, wow non me lo aspettavo.
Credo di aver capito il concetto, anche Jace era più che convinto del suo discorso.
"Va a riprenderti la tua ragazza" Ha detto.
"Lo farò."
Lui annuì, poi si avviò verso Sam.
"Hey Jace". Lo chiamai.
Si voltò.
"Grazie fratellino".
"Sì, sì, non ti aspettare che ti abbracci come ai vecchi tempi." Sorrise.
Come fa ad essere contemporaneamente così saggio ma anche così stupido?!?
"Perchè dovrei volere un tuo abbraccio quando ne posso avere uno da Kim?!".
Lui rise ed io uscii fuori.
Saltai sulla moto e partii a gran velocità, volevo andarmi a riprendere la mia ragazza.

Kim POV:
Confusa? Sì.
Ferita? Al di là della disperazione.

Perchè Jack vuole dimenticarmi e lasciarmi perdere? Voglio dire... che diavolo di problema ha quel ragazzo?
'Lascia perdere.'
Proprio così me lo doveva dire?
Ero a letto nella mia stanza, a guardare per l'ennesima volta 'La memoria del cuore' assolutamente mentre scofanavo una vaschetta di gelato.

Che altro potevo fare? Avevo già pianto un sacco e i miei occhi erano gonfi. Inoltre mi sentivo così stupida.
Perché sono scappata? Sarei dovuto rimanere lì. Avrei dovuto chiedere a Jack il perché di tutto questo, poi aspettare una sua risposta stupida e a quel punto schiaffeggiarlo... e magari poi abbracciarlo...
"Ugh!" Lasciai cadere con violenza il contenitore di gelato sul comodino. Mi distesi sul letto, coprendomi il viso con un cuscino.
Chi si crede di essere? Prima dice di amarmi e poi mi dice di lasciarlo perdere. Vai all'inferno Jack Brewer!
Sentii bussare alla porta di camera mia. Andate via tutti, voglio stare da sola!
"Sì?" Ho detto comunque.
Mia madre aprì la porta. "Tesoro, stai bene?" disse con una voce piena di preoccupazione.
Sospirai e mi tolsi il cuscino dalla faccia. "Sì, sto bene."
Mia madre entrò e si sedette affianco a me. "Se vuoi, puoi parlarne con me."
Sapevo che potevo, ma ero così confusa, e poi mi faceva troppo male parlarne.
"...no..." Dissi.
Mia madre sorrise. "Va bene. Se non vuoi parlarne con me puoi parlare con Sam o Grace."
Mi sedetti anch'io accanto a lei.
"No mamma, vorrei parlare con te, ma non so cosa dire. E' tutto così complicato." Ho detto.
"Beh, allora, comincia dall'inizio..." Mi guardò.
Sospirai e incominciai a raccontare.
Le raccontai tutto, tranne della notte in cui stavo per essere violentata, non volevo spaventarla. Ma del resto le raccontai tutto, come: quando ho fatto la babysitter a Sarah e di come quella sera incontrai Jack, i nostri piccoli momenti 'romantici', i nostri scherzi e le nostre vendette, le corse in moto, di lui che mi ignorava, Jace, cercare di far ingelosire Jack, e poi la sua confessione di ieri sera. E anche di come mi ha spezzato il cuore proprio questo pomeriggio.
Mentre raccontavo, mi sentivo felice e depressa al tempo stesso. Tanti bei ricordi, eppure così dolorosi, tutto quello che ho passato con Jack non tornerà mai più indietro.
Mia madre mi abbracciò.
"Beh dai, alla fine, Jack è un ragazzo tanto carino." Ha detto ridendo.
"Mamma! Ti sei per caso dimenticata di essere sposata?"
"Assolutamente no! Tuo padre rimarrà l'uomo più affascinante di sempre per me." Ha detto e ho visto l'amore nei suoi occhi.

"Tesoro, so che ti senti confusa, triste, ferita, e tanto altro... Ma se Jack ha fatto così ci sarà un motivo, valido o non. Se lo ami, aspettalo."
Sospirai rendendomi conto che aveva ragione. Jack non è proprio un coglione. Questo lo so. Se ha fatto così ci sarà un motivo, però io vorrei scoprirlo...
Le sorrisi. "Grazie mamma, ti voglio bene!" E l'abbracciai.
Aww tipico momento madre-figlia. Mi ha fatto stare bene.
Dopo l'abbraccio la mamma è tornata in cucina a finire di preparare la cena.

Mi sono seduta sul letto pensando a cosa mi aveva appena detto mia madre, quando il mio telefono vibrò. Un messaggio di Jack...
Apri la porta del balcone- Jack
Grande, perché è qui? Non mi ha già fatto male abbastanza? Cosa vuole?
Un senso di déjà-vu balenò nella mia mente ricordandomi dell'ultima volta. L'ultima volta che Jack mi aveva chiesto di aprire la porta del balcone, quella volta del bacio...
Dovrei aprire la porta? Potrei benissimo lasciarlo lì fuori. Sospirai. Per quanto lo odio ora, dovevo dargli almeno la possibilità di parlarmi.

Aprii la porta.
Eccolo lì.
"Kim". Sussurrò.
Appena vidi la sua faccia, la tristezza si fece da parte lasciando posto alla rabbia. Tutto quello che mi aveva detto mia madre sembrava dimenticato. Mi sentivo solo infuriata.
"Che ci fai qui?" Ho chiesto, mantenendo la mia voce priva di emozioni.
Sembrava un po' scioccato dal modo in cui mi stavo comportando.

"Io ... io... Kim, mi disp-"
"Non dire che ti dispiace Jack. E' inutile..." L'ho interrotto, poi presi un respiro profondo.

"Va bene, ma perché lo hai fatto? Perché mi hai mentito? Perché Jack? Perché l'hai fatto? Prima mi dici che mi ami e poi-"
Jack mi interruppe. Si avvicinò a me, poi mi prese le guance con le mani.
"Kim, io non ti ho mai mentito." Disse guardandomi negli occhi.
Aspetta, che cosa?
Feci un passo indietro per allontanarmi da lui. Chiusi gli occhi e scossi la testa.
"Smettila Jack! Tu vuoi solo giocare con i miei sentimenti." Stavo quasi per rimettermi a piangere.
Jack scosse la testa. "Kim non è vero niente, lasciami spiegare un attim-"
"No, Jack lasciami in pace. Voglio restare da sola..." Dissi, mentre mi stavo girando per rientrare in camera.
Ma Jack mi afferrò il braccio e mi tirò verso di lui. Proprio mentre stavo per gridargli contro cose, mi mise un dito sulle labbra per zittirmi.
"Kim ora ascoltami." Prese un respiro profondo.

"Kim, non voglio giocare con i tuoi sentimenti, o almeno, non ho mai avuto intenzione di farlo. Tutto ciò che ho fatto non l'ho fatto per farti stare male. Ciò che ho detto ieri, era vero. Non ti ho mai mentito. Ed è per questo che per me è difficile amarti Kim. Le due uniche persone che amavo nella vita non mi volevano bene... Quello che ho detto prima, ha fatto male anche a me. Avevo paura che prima o poi sarebbe successa la stessa tra di noi. Anche se mi ami ora, magari non mi amerai in futuro, è solo una mia paura. E poi Kim, tu ti meriti molto di meglio. La mia vita è incasinata e non voglio che i miei problemi diventino anche i tuoi... " mi spostò una ciocca di capelli che avevo sul viso dietro l'orecchio. "Kim, tu sei dolce e innocente e voglio che rimani così."
"E quindi per questo tu mi lasci?" Chiesi. "Hai mai pensato a quello che voglio io Jack? Lo sai come mi sento? Hai continuato a chiederti cosa meritavo o alla cosa migliore per me, senza tenere conto di quello che volevo io. Di quello che voglio veramente."
Il mio volto era tra le sue grandi mani.

"Non ho mai voluto farti del male Kim, e mi dispiace. Riesci a perdonarmi?" disse guardandomi implorante.
Ora chi può dirgli di no?
Mi lamentavo. "...Va bene, ma devi comprarmi del cioccolato per tutto il resto del mese. E si, intendo proprio tutti i giorni!"
Sorrise. "Ah povero me."
Gli tirai uno schiaffo sul braccio e lui rise.
"Allora, tua mamma pensa che io sia carino?" chiese.
Rimasi senza fiato.
"Jack Brewer! Quando smetterai di spiarmi??! Questa è violazione della privacy!"
Si strinse nelle spalle e si sedette sul pavimento con la schiena appoggiata al muro. "Ah interessante." Disse con falso entusiasmo.
Che ragazzo stupido!
Mi sedetti accanto a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Kim..."
"Mmmh?"
"Che cosa faresti se ci fosse una ragno enrome vicino al mio piede?" mi ha chiesto.
Fui presa dal panico. I miei occhi si spalancarono e mi alzai subito da terra. "COSA? Dove?! JACK UCCIDILO! UCCIDILO ADESSO!!!" Ho urlato.
Odio i ragni, con tutto il cuore, mi disgustano. Fanno schifo. Sono orribili. Perché esistono?
Abbassai lo sguardo e vidi Jack che stava ridendo fortissimo, sembrava che stesse per sputare un polmone.
"Beh, dove cavolo è il ragno?"
Jack cercò di calmarsi dal ridere, prendendo respiri profondi "Quando... ho detto.... del... del ragno vicino al mio piede... Io... semplicemente ti stavo domandando... hahahaha. Ti ho solo domandato cosa avresti fatto, non ho detto che fosse effettivamente lì. Ahahahah."
Feci una smorfia.

Contate sempre su Jack se volete rovinare un momento romantico... -.-'

Comunque, alla fine, quella sera nessuno dei due ha confessato l'amore verso l'altro. Non ce lo siamo detto direttamente, però è come se lo avessimo sempre saputo. Tanto c'è tempo per dirsi tutte quelle cose da innamorati. Per ora, sono felice. Sono felice insieme a questo stupido ragazzo che se ne sta seduto sul pavimento a ridere per la mia paura di un ragno immaginario...


Fine del capitolo.

 

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Capitolo 29
*** Così Clichè ***


Kim POV:
Non è un segreto il fatto che amo ridere e non è segreto nemmeno il quanto sia facile farmi sbellicare dalle risate. D'altra parte quando si tratta di autocontrollarmi e di trattenere le risate... beh, si, in questi casi faccio estremamente schifo.
Questo era uno di quei momenti. Uno di quei momenti in cui stavo allenando gli addominali, cercando di contenere le mie risate.
Perché?
Beh, perché mio padre sembrava un poliziotto sotto copertura mentre tentava di fare domande senza senso a Jack. Chissà che razza di piani avesse in mente...
Jack era seduto accanto a me, mamma e papà erano di fronte a noi.
La stanza era silenziosa, solo ogni tanto si sentivano i respiri profondi che prendavamo io e mia madre per cercare di non scoppiare a ridere.
Papà si schiarì la gola per la terza volta. "Allora umh... cosa ne pensi della squadra di calcio della scuola?" chiese a Jack.
Probabilmente mio padre stava facendo quelle domande a Jack per cercare di capire che razza di ragazzo fosse ma... boh, davvero. Sembrava un interrogatorio svolto da un agente sotto copertura. Erano domande senza senso, non so che informazioni stesse cercando di ricavare mio padre, è solo che poste così a caso beh... erano così divertenti.
Ho chiuso gli occhi portando la mano sulla bocca.
Va bene Kim.
Controllati, controllati, controllati, controllati.
Non ridere, non ridere, non ridere.

Cercavo di non guardare mia madre perché sapevo che incrociando il suo sguaro col mio ci saremmo messe a ridere.
Guardai verso di Jack. Non l'avevo mai visto così a disagio e così imbarazzato, tuttavia aveva comunque quell'aspetto da arrogante fiducioso con l'ego grande come un Brontosauro sovrappeso.
Jack guardò un attimo verso il basso "Uh, beh... penso che siano molto bravi."
Mio padre annuì e rise un po' in modo bizzarro. "Bene, umh e le cheerleaders? Devono essere molto carine... cioè, secondo te sono carine?"
Okay, dove vuoi arrivare papà??
Io e mia madre scoppiammo a ridere.
"Okay questa domanda era epica!" esclamai ancora ridendo.
Mio padre mi lanciò un'occhiataccia. "...ragazzi andate pure a divertirvi... non dovevate andare da qualche parte?" Disse mio padre quasi imbarazzato prima di alzarsi e di dirigersi verso il salotto.

Si fermò un attimo a metà strada e guardando Jack "Non trattare male mia figlia, per tua informazione ho una collezione di armi da fuoco..." Lanciò un'occhiataccia a Jack.

"Divertitevi". Ha spiccicato ormai in salotto.
Scoppiai ancora a ridere. Jack aveva una faccia quasi impaurita ma cercava di sdrammatizzare ridendo... con scarsi risultati...
"...simpatico tuo padre..." Disse passandosi una mano tra i capelli.
Mi misi a ridere.
"E' stata la cosa più divertente del mondo. Mio padre sembrava tipo che lavorasse nella FBI! Ahaha, so che mio padre tende a diventa un detective quando c'è da 'investigare' sul mio nuovo ragazzo ma questa volta... hahah, ha superato sè stesso." Dissi ridendo.
Sì, ragazzo. Jack è il mio ragazzo.
Qualche settimana fa io e Jack ci siamo fidanzati. Da qual momento tutti i miei giorni sono diventati belli, divertenti, da vivere al massimo... sì i giorni migliori della mia esistenza. Non è cambiato molto il rapporto tra me e Jack: siamo semplicemente gli stessi, scherziamo, ridiamo, ci prendiamo in giro... l'unica grande differenza è che lui adesso è il mio fidanzato...
Non c'è stata nessuna di quelle grandi dichiarazioni d'amore tutte sdolcinate, semplicemente, un'altra notte Jack è saltato sul mio balcone, ci siamo seduti lì e lui... beh lui mi ha semplicemente chiesto di essere la sua fidanzata. Niente di che, ma non puoi pretendere troppo romanticismo da un tipo come lui...
O posso?? MMMH...
Comunque, l'ho apprezzato.
Apprezzo anche il fatto che tra noi non siamo troppo romantici. Mi piace il nostro rapporto tra scherzi e prese in giro, non riuscirei mai a immaginarmi Jack tutto sdolcinato. Che schifo, mi salirebbe il diabete. Penso comunque che sia più bello così, possiamo essere noi stessi, siamo semplicemente spontanei.
"Okay ragazzi, vi lascio soli. Kim, fammi sapere quando torni a casa sta sera." Mia madre mi ha riportato alla realtà. Ero persa nei miei pensieri...
Annuii. "Va bene mamma".
Si rivolse a Jack. "Buona fortuna." Disse facendogli l'occhiolino.

Jack sorrise.
Dopo che mia madre uscì dalla stanza, mi girai verso Jack.
"Di che parlava mia madre?" Gli chiesi confusa.
Fece le spallucce "Nulla."
"Jack, non puoi mentirmi."
"Non ti sto mentendo."
"Sì invece".
"No invece."
"Sì inve-"
Prima che potessi finire di parlare mi ritrovai le labbra di Jack sulle mie.
Subito dimenticai di cosa stavamo discutendo... o dove eravamo. I baci tra me e Jack sono così passionali. Tutti i suoi baci mi fanno letteralmente sciogliere.
E poi finì anche questo, troppo presto per i miei gusti.
"Ora stai zitta?" Mi chiese.
"No, questo è barare!" Gli ho tirato uno schiaffo sul braccio.
Lui sorrise. "Shhh lo so, ma ora devo andare. Ci vediamo dopo?"
Annuii. "Certo, come al solito."
Era Domenica e Jack suonava al Cs.

Jack incominciò a prepararsi per andare via, era voltato di schiena quando arrivai da dietro in punta di piedi e gli scompigliai i capelli. Si girò verso di me, con lo sguardo che diceva 'lo-sai-che-mi-vendico?' "Kim, lo sai che ti odio quando mi scompigli i capelli?"
Sorrisi. "Lo so."
Mi guardò un altro po', poi mi fece cenno verso la porta. Doveva scappare via verso il Cs. Mi avvicinai a lui, volevo accompagnarlo fino al cancello in giardino. Lui camminava come una persona normale, io invece lo seguivo con il mio passo speciale rimbalzato e molleggiato. Jack mi guardò come se venissi da Giove, in realtà mi guarda spesso così.
Ero di qualche passo davanti a lui, così mi venne in mente di fargli uno scherzetto. Proprio mentre passava accanto a me, ho subdolamente messo il piede in fuori per fargli uno sgambetto.

Mi aspettavo che cadesse rovinosamente per terra, invece Jack ha semplicemente evitato il mio piede. Mai una gioia. Volevo vedere la sua faccia spiaccicata al suolo.

Jack mentre evitata il mio piede con nonchalance, ha attorcigliato il suo braccio intorno ai miei fianchi, tirandomi poi verso di lui.
Lo guardai sbalordita e confusa per un istante. Piano fallito miseramente!
"Cosa pensavi di fare gattino?" Chiese Jack, col suo viso a pochi centimetri dal mio.
Mi venne da sbattere le palpebre un paio di volte, lui sorrise.
Scossi la testa, eliminando tutti i pensieri ormonali che attraversano la mia mente. Nooo Kim, cattiva!
"Uhm, niente?" Ho detto insicura.
Lui ridacchiò. "Sei nervosa?"
Strinsi gli occhi verso di lui. Stupido ragazzo presuntuoso!
Mi staccai da lui, facendo qualche passo indietro, mantenendo una distanza di sicurezza da lui. Ah, ora si che mi vengono in mente scuse migliori!
"No." Ho detto restituendo il sorriso mentre incrociavo le braccia.
Lui aggrottò la fronte. "Umh okay, se lo dici tu..." Si strinse nelle spalle, quasi con un broncio sul viso, distolse lo sguardo. "Io vado." Disse aprendo il cancelletto allontanandosi.

Che comportamento infantile! ...senti chi parla...

Chiusi gli occhi sorridendo. Poi riaprendoli mi venne un colpo: Jack Brewer era davanti a me. Ma non era uscito? Come...come ha fatto? E' un alieno?
Neanche il tempo di sapere come avesse fatto ad apparirmi lì davanti, che, mi trovavo tra le sue braccia. Non potevo fare a meno di guardare i suoi bellissimi occhi marroni.
Mise il suo viso vicino al mio. "Vedi di non staccarti più da una delle mie prese, gattino."
E poi le sue labbra si spiaccicarono sulle mie, dandomi un bacio che mi fece fare il giro del mondo.

 

...
Scesi le scale guardando male Sam, che invece sembrava orgogliosa.
"Perché mi hai fatto vestire così? Dobbiamo andare al Cs, non ad un matrimonio." Ho detto guardandola male.
Di punto in bianco la mia cara amica Sam, ha fatto irruzione in camera mia. Mi ha ha costretto a vestire elegante e mi ha riempito di trucco. Voglio dire, andiamo solo al Cs, che problema ha? Sì ok, solo per il fatto che è mia amica ne deve avere tanti.
Mi sorrise dolcemente. "Eheheheh... niente."
Mia madre mi guardò con gli occhi spalancati. "Wow, tesoro sei bellissima."
Sorrisi un po', non mi vesto mai così tanto elegante e lo stesso il trucco. Ora avevo tutte queste cose addosso e mi sentivo strana.
"Ovvio che è bellissima, l'ho truccata e vestita io!" Sam aggiunse.
Sospirai. "Vogliamo andare al Cs? O stai aspettando che si unisca a noi la regina Elisabetta?"
"Andiamo." Sospirò Sam.


...
Dopo venti minuti eravamo arrivate nella piazza principale del centro commerciale. A quanto pare questa sera si esibiva una band abbastanza famosa e quindi c'era un po' più di gente del solito.
Sam mi guardava ogni tanto, sorridendo come una pazza, il che, onestamente, ha iniziato a farmi insospettire.
"Perché mi guardi così?" Ho chiesto, mentre stavamo aspettando il prossimo gruppo.
Lei sorrise. "Niente."
Prima che potessi chiedere altro, un altro gruppo salì sul palco: quello di Jack, Brody, Eddie e Milton.
Presero posto sul palco, Jack era davanti con la sua chitarra in mano.
"Salve a tutti." Ha iniziato a parlare. La folla era lì ad ascoltarlo.

"La prossima canzone è dedicata a qualcuno..." I suoi occhi cercavano qualcuno, poi mi trovò.
"Qualcuno di speciale." Disse guardandomi.
Il mio cuore cominciò a battere fortissimo. "Kim, questo pezzo è per te."
(M/C: La canzone è "I think about you" di Ross Lynch, Austin&Ally. Non fate domande, mi era venuta in mente solo questa canzone romatica, dai su, alla fine è molto bella...)

“Last summer we met.
We started as friends.
I can't tell you how it all happened.”

I suoi occhi non lasciavano i miei. Mi sentivo come se ci fossimo solo noi due. La folla di persone era semplicemente sparita.
“Then autumn, it came.
We were never the same.
Those nights everything felt like magic.

And I wonder if you miss me too...
If you don't, here's the one thing
That I wish you knew...”

Oh mio Dio! Non riesco a respirare... letteralmente.
“I think about you, every morning
When I open my eyes.
I think about you every evening
When I turn off the lights.
I think about you, every moment,
Every day of my life.”

Respira Kim... Respira!
“You're on my mind,
All the time,
It's true.”

Una lacrima scivolò dai miei occhi. In quel momento, non mi interessava se piangevo davanti a così tante persone. Non aveva importanza. Nulla aveva importanza. La cosa importante per me in questo momento era quel dannato ragazzo.
“I think about you, you you, you you.
I think about you, you you, you you.”


I nostri sguardi non si lasciarono mai. Non sapevo cosa stesse succedendo là fuori nel mondo, quello che sapevo è che mi stavo avvicinando a lui.
“I think about you..uu...
I think about you, you...ooh

I think about you, every morning
When I open my eyes.
I think about you every evening
When I turn off the lights.
I think about you, every moment,
Every day of my life.
You're on my mind,
All the time,
It's true.”


In quel momento ero sul palco, con tutta la gente che ci guardava. Ma non ci ho fatto caso, il mio sguardo era puntato sempre sulla stessa persona.
“I think about you, you you, you you.
I think about you, you you, you you...”


Finì la canzone e ci fu silenzio per un'istante. Il mezzo minuto più bello della mia vita. Solo nei miei sogni, avevo immaginato una cosa del genere... ma questo... tutto questo... era reale.
La folla scoppiò in un rumoroso applauso.
Jack mi sorrise.
"Sei così dolce Jack."
Si sporse in avanti. "Solo per te".
Sorrisi.
La sua espressione dolce cambiò, diventò serio. I suoi occhi bruciavano di passione.
"Ti amo Kim."
Migliaia di farfalle svolazzarono nel mio petto, mi sentii il cuore gonfio. Riuscii a vedere nei suoi occhi la sincerità e la genuinità con cui disse quest'ultima frase.
Mi morsi il labbro, cercando di non sorridere. "Sicuro di essere Jack? Sei troppo dolce per essere lui." Gli chiesi prendendolo in giro.
Sembrava un po' nervoso. "Come?"
Mi misi a ridere e scossi la testa.
Guardai Jack negli occhi. Gli dissi le quattro parole che volevo dirgli dal profondo del mio cuore.
"Anche io ti amo."
Appena le nostre labbra entrarono in contatto, tutto il resto sparì. Semplicemente c'eravamo solo noi due...
La brava ragazza e il cattivo ragazzo...
Così Cliché :D


FINE.

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