You came into my crazy world.

di a crazycotton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addicted to you ***
Capitolo 2: *** Lovers on the sun ***



Capitolo 1
*** Addicted to you ***


You came into my crazy world.

 

“I don’t know just how it happened,

I let down my guard […]

I’m addicted to you,

Hooked on your love,

Like a powerful drug

I can’t get enough of.

Lost in your eyes.”

Addicted to you – Avicii

 

 

“Dottoressa Cormier, un paziente chiede di lei. L’aspetta in sala visite.”

La donna alzò lo sguardo ed annuì, costretta ad interrompere sul più bello la lettura di un interessante articolo di immunologia.

Una volta uscita dal suo studio si diresse verso il Pronto Soccorso con passo spedito, nonostante l’infermiera non avesse accennato ad alcuna urgenza.

E spalancata la porta la vide.

Cosima Niehaus le stava sorridendo, salutandola con la mano sinistra.

Ossia quella non avvolta confusamente da una benda.

“Buongiorno!” esordì la mora “Mi scusi se mi sono permessa di farla chiamare, ma oramai sono diventata un habitué del posto.”

Ed era vero.

Quella era praticamente la quarta volta in un mese che si incontravano avendo la ragazza avuto, nell’ordine: caduta in moto con relative abrasioni, mal di testa insopportabile, caviglia slogata.

“E ora?” pensò Delphine, disperata.

“Ci vediamo di nuovo signorina Niehaus. Cosa è accaduto stavolta?” le chiese, mantenendo un tono gentile ed avvicinandosi per visitarla.
“Ehm… Mettiamola così, gli acidi di un laboratorio chimico non dovrebbero venire a contatto con la pelle.” Rispose semplicemente la ragazza con i dreadlocks.

“Con quale sostanza è venuta in contatto di preciso?” domandò il medico, rimuovendo con cautela l’unico strato di garza sterile.
“Acido solforico. Non diluito ovviamente. Ho sciacquato con acqua e bicarbonato di sodio, poi l’ho coperta con quella.” Disse indicando la benda “Ma non aveva un bell’aspetto.”
“E immagino bruci.” Aggiunse la bionda “Questa è un’ustione di secondo grado, seppur lieve.” Continuò, esprimendole il suo parere.

“Sì, anche.” Fu costretta ad ammettere la paziente, non riuscendo più a trattenere una smorfia di dolore.
“Okay non si preoccupi, il tempo di registrarla e recuperare il necessario, poi mi occuperò personalmente della medicazione. Ça va bien?” L’ultima frase in francese le era completamente sfuggita di bocca.

Era troppo intenta a guardare la ragazza negli occhi.
Chiaroscuri di verde e marrone.

Così ipnotici.

“Cioè mi scusi volevo dire… Va bene?” aggiunse imbarazzata, distogliendo velocemente lo sguardo.

“Beh, sì, certo. Grazie, davvero.” Esclamò l’altra, riprendendo in parte possesso della propria esuberanza.

Cinque minuti dopo Delphine rientrò nella sala, trovando la paziente coricata sul lettino per le visite. Il braccio sano era poggiato sopra la fronte, forse a cercare di sottrarsi al fastidio della luce.

“Signorina Niehaus.” Chiamò con voce flebile la francese, facendola ridestare in un battibaleno.

“Oh scusi, stavo provando a rilassarmi un po’. E per favore, mi chiami Cosima.” Rispose la giovane, mettendosi in posizione seduta. La dottoressa Cormier sorrise di rimando ed annuì.

“Mi porga la mano, Cosima.” Le disse.

Iniziò dunque a disinfettare la bruciatura e una volta finito la ricoprì con garza grassa.

“Dovrá avere cura di cambiare la medicazione ogni giorno, dunque fra qualche giorno tornare per almeno un controllo. Questo invece è il foglio di dimissione.”

La mora assentì, osservando insistentemente prima il bendaggio, poi la pagina stampata.

Solo osservandola, Delphine intuì immediatamente vi era una qualche domanda che le frullava per la testa. “Dubbi?” domandò, incapace di lasciar correre.

Cosima si sistemò gli occhiali.

“Oh nulla. Non vorrei essere invadente. È che… Volevo chiederle se per caso potessi avere il suo numero, o un biglietto da visita, nel caso si presentasse qualche problema…”

Ma ancora prima che l’immunologa potesse dare risposta, riprese il suo discorso “… E nell’eventualità che una sera in cui è libera volesse uscire con me.”

Sorpresa.

Di certo la bionda non si aspettava una proposta del genere. Possibile che l’interesse della donna le fosse sfuggito? O lo aveva solamente ignorato?
“Oh. È che io veramente non… non ho mai…” tentò di spiegare, ritrovandosi a gesticolare furiosamente.

Nuovamente fu Cosima a riprendere le redini della conversazione “No no va bene, tu non sei gay. E io tendo a saltare a conclusioni affrettate. Sono una completa idiota, mi spiace.” Dichiarò, con un sorriso stampato sul viso nonostante tutto.

Mi è davvero dispiaciuto?

Questo il martellante pensiero che occupava la mente della dottoressa, ancora immobile mentre la mora aveva già iniziato a raccogliere le sue cose.

“A-aspetti Niehaus.” Esclamò improvvisamente, dirigendosi di slancio alla scrivania.

Un attimo dopo le stava porgendo un foglietto.

Il suo numero di cellulare era scritto con la grafia più elegante e comprensibile possibile.

“Mercoledì finisco il turno alle nove.”
Questa volta fu la mora ad essere piacevolmente stupita.

“Non Niehaus. Solo Cosima.” Ribadì, sfiorandole lievemente la mano nell’afferrare il pezzo di carta.

Incroyable.

“Delphine. Enchanté.”

 

 

° ° ° ° ° ° °

 

Vorrei solo ringraziare chi ha letto fino alla fine questo piccolo esperimento AU (la prima per me), nato semplicemente dalla mia astinenza di Orphan Black. *_*

Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Lovers on the sun ***


Lovers on the sun.

 

Let’s light it up, let’s light it up
Until our hearts catch fire

We're burnin' up
We might as well be lovers on the sun

Lovers on the sun – David Guetta

 

 

“Okay scimmietta, ammetto che forse costruire castelli di sabbia vicino a dove giocano a beach volley non sia stata una delle mie scelte migliori.”

Un attimo prima Cosima e Kira stavano ammirando la loro costruzione, pensando via via ai dettagli da aggiungervi.

E un attimo dopo un pallone verde e rosa era piovuto dal cielo, distruggendo buona parte del lavoro.

Una ragazza bionda facente parte del gruppo di amici si era immediatamente avvicinata per scusarsi e recuperare la palla, ma invece di ricominciare a giocare, aveva fatto un cenno a un certo ‘Paul’ ed era tornata indietro.

“Ehi, mi spiace davvero molto per il tuo castello di sabbia.” esordì, accovacciandosi a terra a fianco delle due.

Cosima recuperò gli occhiali alla sua destra, mettendo finalmente a fuoco colei che aveva di fronte.
Okay mi ricredo, ho fatto un’ottima scelta.

“Non devi essere triste, tanto ora ne facciamo uno molto più bello!” disse la bambina, quasi a consolarla.

“Mi sembra abbiate talento effettivamente. Sono Delphine, tu come ti chiami?”

“Kira.”

“Un bellissimo nome. Ehm, è tua…”

La mora si accorse solo allora che, finalmente, la donna le stava rivolgendo la parola.
“Oh n-no. Io sono…”

“Zia Cosima.” rispose Kira per lei, alzandosi poi per andare a riempire di acqua il suo secchiello.

“La ragazza ha già spiegato tutto.” affermò l’interpellata, accompagnando la frase con un movimento della mano.

E con uno dei suoi migliori sorrisi.

“Forse dovrei passare meno tempo al microscopio e più ad allenarmi a beach volley.” affermò Delphine sistemandosi una ciocca di capelli.

“Per lavoro o studio?” le domandò la ragazza con i dreads.

“Sto per terminare il mio dottorato in immunologia. Studio le relazioni fra ospite e parassita.”

“Oh figo, figo. Io faccio Evo-Devo.”

La bionda esibì una faccia perplessa, tuttavia in un momento riuscì a trovare il collegamento che le mancava.
“Biologia Evolutiva dello Sviluppo.” esclamò, quasi a chiedere conferma.

“Sì, è come la chiamiamo qui.” le spiegò Cosima “Comunque se vuoi qualche pomeriggio possiamo disperarci assieme sui libri. O ancora meglio, posso darti qualche lezione di pallavolo!”

“Perché no?” disse Delphine, mordendosi inconsciamente il labbro inferiore.

“Ehi Cormier! Noi torniamo al campus!” urlò lo stesso ragazzo di prima.

Interrompendo sfortunatamente il loro gioco di sguardi.

“Mi reclamano. È stato un piacere conoscerti. C-cioè, conoscervi…” balbettò l’immunologa indicando Kira, la quale stava ritornando dalla riva.

Un sorriso così dolce che per poco Cosima non sprofondò nella sabbia.

“Già, totalmente. Ci si incontra in giro allora.”
Assurément*.”

 

 

“Io e zia Cosima ci siamo fatte una nuova amica.”
“Ah davvero? Molto bene.” rispose Alison, prestando però ogni briciolo della sua attenzione a cospargere la bambina di crema protettiva.

“È bella?” domandò Felix a bruciapelo, sollevando gli occhiali da sole.
Kira annuì.

“E la zietta non ci ha ancora provato con lei?” continuò, voltandosi con un’espressione divertita verso la scienziata.

“Molto simpatico.”

Beccata in pieno.

“Ho capito, risposta affermativa. Buono a sapersi.” concluse l’uomo, ritornando tranquillamente a prendere il sole.
Cosima si sistemò sotto l’ombrellone, recuperando la sua copia de “L’origine delle specie” di Darwin.

Mi sa che in questi giorni verrò in spiaggia più spesso.

 

 

 

*Sicuramente

 

 

° ° ° ° ° ° °

 

Non pensavo di trasformare questa one-shot in una raccolta, ma poi nuove idee di AU mi sono saltate per la testa, così ho pensato fosse inutile pubblicarle separatamente.
Che dire, spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Se l’ispirazione si farà sentire magari aggiungerò qualcos’altro! :D
Bye!

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