La bambola di porcellana

di lillilola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa devo fare con te? ***
Capitolo 2: *** Chi devi salvare? ***
Capitolo 3: *** I ricordi di cui non parli ***
Capitolo 4: *** Le ferite che possiedi ***
Capitolo 5: *** Le compere segrete. ***
Capitolo 6: *** Le notti che passi con me. ***
Capitolo 7: *** Agorafobia. ***
Capitolo 8: *** Piccoli passi. ***
Capitolo 9: *** Perché mi chiami bambolina? ***
Capitolo 10: *** Elizabeth. ***
Capitolo 11: *** Reginette, orsi buoni e cattivi ***
Capitolo 12: *** Nel mio regno comando io. ***
Capitolo 13: *** Il mio lieto fine ***
Capitolo 14: *** Colpe e cause. ***
Capitolo 15: *** Frammenti di storia. ***
Capitolo 16: *** Non fidarti di me ***
Capitolo 17: *** The eyes don't lie ***
Capitolo 18: *** Segreti ***
Capitolo 19: *** Il lupo perde il pelo ma non il vizio ***
Capitolo 20: *** Non spezzarmi il cuore ***
Capitolo 21: *** I cambiamenti che portano alla fine - THE END ***



Capitolo 1
*** Cosa devo fare con te? ***


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CAPITOLO 1: CHE COSA DEVO FARE CON TE?
 

Ma perché devo andarci io se era lui che voleva il latte al cacao?
Se quello stupido di Luke aveva le stesse voglie di una donna incinta al sesto mese, perché dovevo andare io, alle due di notte per di più, a prendere del cazzo di latte al cacao?
Glielo davo io il latte al cacao a quel maledetto che non si sa come è riuscito a convincermi!
Lui e quei suoi stupidi occhioni azzurri!

Si strinse nel suo cappotto mentre l’aria fredda usciva dalla bocca.
Svoltò l’angolo e si avviò nel grande viale che portava all’unico market aperto notte e giorno.
Nella strada si sentivano solamente i suoi passi, anche perché alle due di notte non era molto frequentata la città, il silenzio era spezzato solamente da qualche auto di passaggio.
Affrettò il passo, raggiunse presto il market, e in un lampò fu già sulla strada di ritorno con una scorta di latte al cacao per circa un mese.
Mentre malediceva in tutti i modi possibili Luke, si fermò davanti alla vetrina del negozio sportivo e restò a guardare un attimo le Clarks verdi, non si accorse di un altro rumore di passi.
Passi disperati di una corsa altrettanto tale.
Una fugace toccata di spalle, gli fece alzare lo sguardo dalle scarpe e posare sul riflesso impresso nella vetrina della persona che si trovava alle sue spalle.
Era il riflesso di una ragazza, e per poco quel riflesso non gli fece prendere un infarto.
Si voltò, e constatò che effettivamente era una ragazza, ma non restò a guardarla per molto , credeva fosse una fan un po’ impazzita che voleva un autografo e una foto.
 - Aiutami – sussurrò tremante.
Capì che non era un fan quando la guardò negli occhi disperati, e notò la mano che aveva appoggiato alla sua spalla tremare.
I vestiti strappati e il livido che gli circondava il polso bastava a concludere il quadro generale della situazione.
Che cosa devo fare con te?
Gli occhi che si trovava di fronte emanavano terrore e disperazione, erano così terrorizzati, che fecero venire paura anche a lui.
 
 
Si sedette al tavolo affianco a Michael.
 - Credi che abbia fatto la cosa giusta? – chiese titubante.
Il moro annuì.
 - Si, hai fatto la scelta giusta per una volta – sorrise mentre prendeva in giro l’amico.
Si alzò.
 - Ho provato a farle mangiare qualcosa, ma mi rivolge solo uno sguardo vuoto – diede una pacca sulla schiena di Ashton – credo che dovremmo chiamare la polizia – .
 - Lo faremo domani mattina. Ora vai a letto, ci penso io a lei – disse Ashton alzandosi e andando verso la dispensa.
Prese un pacco di biscotti, e si diresse in salotto .
La vide esattamente dov’era un’ora prima, rannicchiata nell’angolo con la testa che poggiava sulle ginocchia.
Tremava ancora.
Prese una coperta che si trovava sul divano e andò verso di lei.
Le sfiorò la spalla e lei alzò la testa.
 - Tieni – le passò la coperta – così non avrai freddo –.
La ragazza non aveva proferito parola fino a quel momento, sembrava essere rimasta nel suo incubo personale.
 - Grazie – sussurrò prendendola e avvolgendosi lentamente.
Ashton sorrise e le passò un biscotto, che venne rifiutato.
 - Va tutto bene? – le chiese mangiandosi il biscotto.
Va tutto bene?
Ma sono un cretino patentato, potrebbe appena essere stata violentata o qualsiasi altra mostruosità e le chiedo se va tutto bene?
Ma sono davvero un emerito imbellice .
Lei non gli rispose e abbassò lo sguardo.
 - Come ti chiami? – le chiese .
Non alzò nemmeno lo sguardo verso di lui.
 - Nikki – sussurrò.Ashton sorrise sapendo di aver appena dato un’identità alla ragazza.
 - Mi chiamo Ashton – era contento di sapere che la ragazza parlava.
Era meno contento dello sguardo sempre pietrificato che aveva, più la guardava più si sentiva lui di averle fatto qualcosa di male.
 - Ho paura – la sentì sussurrare a fior di labbra.
Ashton annuì e le si avvicinò.
Si mise al suo fianco e le prese una mano.
 - Nessuno ti farà più del male adesso. Sei al sicuro – aver visto questa frase milioni e milioni di volte alla tv, non aveva lo stesso effetto che c’era nel dirla.
Perché non potevi sapere se lei era davvero al sicuro, l’unica cosa che sapevi è che non le avresti fatto del male.
 - Non chiamate la polizia per favore – divincolò la mano da quelle di Ashton.
 - Perché ? – chiese curioso e spaventato.
Lei non rispose .
La conversazione si concluse così, perché Nikki si addormentò.
Il respiro leggero e regolare fece sentire meglio Ashton, che la prese in braccio e la portò a letto, così che potesse stare comoda.
Cosa devo fare con te?
La lasciò nella sua stanza e lui andò sul divano, ma mentre percorreva il corridoio trovò Calum a guardarlo strano.
 - Che c’è? – chiese seccato dallo sguardo dell’amico.
 - Sei andato in bianco vedo – disse ridacchiando.
Ashton sbuffò.
 - Vedi di essere gentile con lei domani mattina – si girò verso la porta chiusa – era terrorizzata quando l’ho trovata –
Calum non capì quello che intendeva dire l’amico.
 - Stavo tornando a casa, e poi è arrivata lei. Ho visto il terrore nei suoi occhi Calum. Non so che cosa le sia successo, ma ho dovuto aiutarla – spiegò .
Adesso sembrò capire, anche se Ashton aveva spiegato l’accaduto un po’ alla rinfusa.
Fortunatamente Calum era abbastanza intelligente da capire cosa intendeva dire il suo amico.
 - Quindi abbiamo una probabile vittima di chissà che cosa nella tua camera che dorme? – Ashton annuì – oh, ottimo allora – tornò in camera sua .
L’aveva presa con filosofia, ora bisognava vedere come l’avrebbe presa Luke,  ma di certo non avrebbe dato di matto.
Almeno lo sperava, visto che con Luke non si poteva mai sapere.
Si andò a mettere sul divano e si addormentò poco dopo.
 
 
Il mattino seguente fu svegliato da Luke che gli saltò addosso come un cane in calore.
Tra poco gli avrebbe scopato la gamba.
Dallo spavento cadde dal divano.
 - Che cazzo fai Luke? Sei impazzito? Vuoi un pugno? Vuoi essere scopato violentemente da Calum? – gridò con intenzioni poco amichevoli nei confronti del biondo.
Il biondo lo squadrò e rise.
 - Hahahaha no. Dov’è il mio latte? –
 - Ti dirò io dove lo metto il tuo cavolo di latte. Te lo metto nel CUL..- venne interrotto da una voce femminile.
 - Buongiorno – sussurrò Nikki.
Michael e Luke la guardarono, mentre Calum appariva con un pancake nel piatto.
 - Hai fame? – chiese gentile.
Lei fece segno di no.
Si stropicciò un po’ gli occhi e le maniche della felpa le scivolarono fino ai gomiti scoprendo dei lividi pesanti che aveva sui polsi. Li coprì subito sperando che non fossero stati notati dai presenti.
Calum e Ashton furono gli unici ad averli visti.
Luke era troppo impegnato a capire chi fosse, e chi di loro se la fosse portata a letto, mentre Michael era ancora troppo assonnato per riuscire ad accendere il cervello.
Ashton si sentiva responsabile per quella ragazza che sembrava pericolosamente debole e ferita.
A passi incerti la vide andare verso di lui, e gli accennò un sorriso.
Si alzò in fretta da terra spostando Luke, o meglio lanciandolo via.
 - Grazie. Credo che ora dovrei andarm..-
 - E dove? – chiesero all’unisono Calum e Ashton.
Abbassò lo sguardo.
Michael si risvegliò dal suo stato vegetale e si guardò attorno; non capiva che stava accadendo.
 - Che succede? – bisbigliò a Luke che se ne stava ancora a terra.
Probabilmente cercava di unirsi all’arredamento.
 - Non lo so. Ma credo che sia stato Ashton a portarsela a letto. Ha scelto bene - .
Maniaco.
Il moro sapeva che non era andata esattamente così.
Andò verso di loro prima che Luke potesse fare altri apprezzamenti sulla ragazza.
Vide Nikki fare più volte cenno di no mentre Ashton le parlava sottovoce.
Non aveva mai visto l’amico così preoccupato, ma d’altronde era preoccupato anche lui, visto che non tutti i giorni capitava di ritrovarsi una ragazza probabilmente vittimi da qualcosa in casa.
Anche se, probabilmente, era davvero una vittima, lo si intuiva dagli occhi spaventati che ancora aveva e dagli sguardi bassi di paura, come se ancora pensasse di non essere al sicuro.
Calum gli impedì di interrompere la discussione di cenni e sussurri tra Ashton ed Nikki.
 - Calum che cosa fai? – chiese confuso.
 - Ti impedisco di  interrompere. Parla solamente con Ashton , e ci parla pure poco, quindi evito che tu la faccia restare in silenzio –
Annuì leggermente infastidito.
Insomma tutti volevano sempre parlare con lui, perché lei no?
 - Cosa le sta dicendo? – chiese curioso.
 - Sta cercando di convincerla a rimanere qui ancora per un paio di giorni. Non credo che abbia un posto dove andare –
Calum sembrava pensieroso, almeno più pensieroso del solito.
 - Che cosa ti turba? –
Il moro sospirò.
 - Le ho visto i polsi. Credo che sia stata legata per molto tempo, e in modo molto stretto – decretò a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.
Michael lo sguardò stupefatto.
Probabilmente quelli ai polsi non erano gli unici lividi che aveva sul corpo.
 - Quel pancake è per me? – chiese Michael indicando il piatto che teneva in mano Calum.
Calum lo guardò e ridacchio prima di annuire.
 - Certo Miky. solo per te – gli spiaccicò il piatto in faccia con tanto di pancake .
Scoppiarono tutti a ridere.
Anche Ashton ed Nikki che avevano finito di parlare.
Nikki sorrise per la prima volta da quando era lì.
Ashton se ne accorse e fece il pollice in su ai due che avevano tenuto uno spettacolino comico, che sarebbe finito in tragedia probabilmente.
 - È meglio se ci spostiamo – sussurrò a Nikki.
La portò vicino a Luke che continuava a fissarla dalla sua posizione supina a terra, mettendola in imbarazzo.
 - Smettila di fissarla –
 - Ma.. io non capisco che cos..-
Michael apparve con una bomboletta di panna spray.
 - Stronzetto vieni qui. Ti infilo la panna in un posto dove non batte il sole! – gridò avventandosi sul povero Calum che scappando inciampò sulla carcassa di Luke ancora a terra, perché troppo pigro per alzarsi.
 - Intendi il naso, vero? – chiese Luke un po’ dolorante.
Nikki allargò il sorriso.
 - Non esattamente biondino! – gridò Michael afferrando Calum per l’elastico dei pantaloni del pigiama, lo guardò dritto negli occhi – pagherai per ciò che hai fatto al mio bellissimo viso – agitò un po’ la panna e gliela spruzzò per tutto il viso.
Luke li affianco ne approfittò; rubò la panna dalle mani di Michael e se la spruzzò in bocca.
 - Buompa la pfanna – disse sorridendo mentre la panna gli colava fino al mento.
Ashton guardò la scenetta, e poi guardò la ragazza che sorrideva contenta.
 - Non è una cattiva idea restare qui dopotutto non credi? – chiese gentilmente.
La ragazza annuì lentamente.
 - Mi dispiace che tu dorma sul divano – sussurrò – non voglio disturbare più di quanto non faccia già-
Michael la guardò stupefatto dopo aver sentito quelle parole.
Sembrava una bambola di porcellana ora che la guardava con più attenzione.
Era ora di darle una scossa.
La perse in braccio all’improvviso.
 - L’unico disturbo che dai è quello di non parlare con noi – disse facendola girare mentre la reggeva.
Era così leggera.
Più leggera di quanto pensasse, e sentire la sporgenza delle sue ossa nel bacino non aiutava.
 - Anche lei vuole della panna! – gridò portandola nella mischia.
Ashton lo guardò spaventato.
Come poteva non rendersi conto della fragilità di Nikki? L’avrebbe uccisa lui con la sua delicatezza da mandria di elefanti impazzita!
Luke si alzò da Calum, e spalmò un po’ di panna in faccia anche a Nikki, che invece di sembrare terrorizzata come Ashton si aspettava, rideva contenta.
Michael la rimise giù mentre Luke si divertiva a fargli i baffetti di panna sul viso.
 - Molto sexy. Arrrgh – disse ridendo mentre continuava la sua opera – sei l’uomo più sexy che io abbia mai visto –
Forse fu solo Calum a sentire nella risata di Nikki qualcosa di triste.
Molto triste.
Si fermò un attimo a guardarla, e anche gli occhi nonostante avessero preso un po’ di vita e lasciando andare via un po’ di terrore, erano quelli di una ragazza triste e ancora spaventata.
Ashton sembrava terrorizzato.
Guardava Nikki tra i suoi amici e pensava che da un momento all’altro uno di loro per sbaglio potesse farle del male e distruggerla in mille pezzetti.
Come una bambola di porcellana.



Sono di nuovo qui piccoli pasticcini miei. 
Lo so che avevo detto che non pubblico una storia in un fandom in cui ho già pubblicato, ma mi sono trovata molto bene qui.
Insomma, nesuno mi ha minacciato di morte, insultato, minacciato di nuovo e cose simili.. almeno non ancora.
Comunque TA-DAAAN **  sono tornata per rompervi un pò le scatole *si guarda attorno e vede un pò di gente con i forconi*.. So che in realtà non mi fareste mai del male. Già certo, come no. 
Per chi invece è la prima volta che legge una storia scritta da me ho un consglio : SCAPPA! SCAPPA!! SCAPPA!!! SEI ANCORA IN TEMPO.
Volevo chiarire una cosa, ho messo come avvertenza contenuti forti, non perchè ci saranno delle scene dettagliate di abusi, violenza, razzismo e cose simili, ma perchè se ne parlerà un pò più avanti (sempre se non cambio la storia all'ultimo, in quel caso toglierò le avvertenze), ed è per evitare che magari a qualcuno dia fastidio come cosa.
Allora questo è il primo capitolo *yeeee*, spero vi piaccia, e in caso ci fosse qualcosa che non va AVVISATEMI, perchè è un esperimento sullo scrivere in terza persona, visto che di solito scrivo principalmente in prima, quindi essendo un esperimento, ed essendo fatto da me sopratutto non è perfetto... anzi il contrario probabilmente.
Quindi in caso facesse particolarmente schifo, e leggendolo vi pervade solamente la voglia di suicidarvi o di strapparvi gli occhi (che scenario tragico accidenti), DITEMELO, così elimino subito la storia prima che possa fare ulteriori danni a chi legge. (In questo caso chiedo scusa).
Spero vi piaccia comunque ciambelline mie. (Per chi non lo sapesse io chiamo i lettori con i nomi dei cibi, è una cosa affettuosa <3 ) 
Per chi invece continua a voler leggere cose scritte da me, sappia che gli voglio bene <3 
Lily**
 

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Capitolo 2
*** Chi devi salvare? ***


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Capitolo 2: Chi devi salvare?

Dopo il casino della mattina, ovviamente toccava al più maturo di loro pulire.
E quello più maturo era Calum, per sua sfortuna.
Se non ci fosse stato lui probabilmente sarebbero vissuti in un porcile, condividendo il letto con palle giganti di polvere come nella pubblicità.
Sospirò mentre toglieva la panna dal divano.
Ashton era in casa, e stava bazzicando in cucina alla ricerca di qualcosina da mangiare.
Nikki si stava facendo una doccia.
Calum si diresse verso la cucina alla disperata ricerca di qualcuno che gli desse una mano con tutto il casino che avevano fatto, lo vide mentre se ne stava seduto sull’isola della cucina.
-Mi dai una mano? – chiese supplicante.
Ashton lo guardò e fece una smorfia.
-No. Sei bravissimo anche senza di me -  .
Calum stava per prendere la scopa e mettergliela dove non batte il sole, ma sentì la porta del bagno aprirsi e entrambi guardarono uscire Nikki avvolta nell’accappatoio blu di Michael.
Era più grande di lei di diverse taglie.
Rivolse a entrambi uno sguardo vuoto, sembrava volesse chiedere qualcosa quando aprì leggermente le labbra, invece si limitò a serrarle di nuovo e a restare ferma nel corridoio abbassando lo sguardo.
Ashton le si avvicinò.
Aveva capito che nonostante prima stesse ridendo, non era ancora in grado di superare lo shock.
-Parlami – le disse mettendole gentilmente una mano sulla spalla.
Nikki alzò gli occhioni neri verso i suoi azzurri.
-Non so dove sono i miei vestiti – sussurrò.
Ashton non capiva perché aveva ancora così paura di proferire parola con lui.
Certo per ora era l’unico con cui aveva parlato, ma ancora faceva fatica, lei non chiedeva mai nulla, abbassava lo sguardo indecisa sul da farsi.
La pelle era così pallida che sembrava porcellana, e il respiro così leggero che sembrava non esserci.
Sembrava non essere in vita, eppure “parlava” e camminava.
-Non devi avere paura di parlare – le disse accompagnandola in camera.
-Non riesco a evitarlo – sussurrò mentre prendeva i suoi vestiti che Calum aveva lavato.
Calum passione casalinga insomma.
Prese i jeans e li guardò un attimo.
Avevano uno strappo di dieci centimetri sulla coscia circa.
-Ieri non ho fatto in tempo a chiedertelo, sei ferita? – chiese notando anche lui lo strappo sui jeans.
Non rispose e si sedette sul letto.
Alzò lentamente l’accappatoio fino al ginocchio e poi si fermò .
-No – disse ripensandoci e lasciandolo scendere di nuovo.
Ashton si arrabbiò.
Non capiva questa ostilità nell’evitare di dargli un minimo di fiducia.
Si irritava nel vedere che non riusciva a parlargli, o semplicemente a dire qualcosa di diverso da un monosillabo.
Si sedette affianco a lei sul letto.
-Devo sapere se sei ferita – cercò di essere gentile, anche se in quel momento il silenzio di Nikki lo irritava tremendamente.
Non gli avrebbe mai fatto del male, ma in quel momento mentre lui si preoccupava per lei, e lei che continuava a non rispondere evitando qualsiasi tipo di aiuto gli fece perdere per un attimo di secondo il lume della ragione.
Attimo che fu fatale per entrambi.
Gli portò una mano alla spalla e le fece stendere di colpo sul letto, le alzò la parte di accappatoio vicino al ginocchio e vide un taglio ancora fresco da ieri.
Non sanguinava, ma c’era, e sembrava essersi infettato.
Nikki si portò di scatto le mani sul viso per proteggersi mentre le lacrime iniziarono a scendere.
-Mi dispiace di non essere ciò che vuoi. Mi dispiace- iniziò a dire tra i singhiozzi – Non volevo disubbidire – continuò tra le lacrime.
Ashton si alzò di scatto dal letto.
Alla fine era lui che aveva rotto la porcellana della bambola.
Calum entrò di corsa attirato dai singhiozzi.
Vide Nikki con le braccia che cercavano di coprire la faccia mentre piangeva e diceva cose che per loro non avevano alcun senso, sembrava essere entrata in un incubo mentre diceva quelle cose.
Ashton era terrorizzato.
Come ho potuto fare una cosa simile?
Calum le andò dolcemente vicino e la fece sedere, le appoggiò la testa sulla sua spalla e iniziò ad accarezzarle dolcemente i capelli.
-Mi dispiace – continuava a dire lei tra le lacrime.
-Non preoccuparti – iniziò a sussurrarle Calum – va tutto bene. Stai tranquilla –
Ashton uscì di corsa rivelando così la sua colpevolezza a Calum che lo stava osservando in cerca di riposte.
Il moro uscito di corsa decise che era meglio andare fuori di casa .
Andò nel parco che c’era di fronte e si sedette sotto un albero, si mise le mani nei capelli.
Come ho potuto?
Ho reagito come un matto. Non dovevo fare una cosa simile.
È più spaventata di prima se possibile.
E sono stato io a spaventarla.
Restò a pensare sotto l’albero.
Non si accorse che aveva iniziato a piovere, e che era bagnato fradicio, era troppo impegnato a sentire il terrore di Nikki mentre gli diceva che le dispiaceva di non essere ciò che voleva.
Sembrava la stessi per violentare quando l’ho fatto, e l’unica cosa che volevo era che mi parlasse.
Probabilmente ora non mi parlerà più e rimarrà chiusa nel suo incubo.
Dovevi solo farti aiutare, ma io non dovevo costringerti ad accettare il mio aiuto.
Gli veniva da piangere.
Alzò lo sguardo quando sentì i passi di qualcuno affianco a lui.
Era Michael con un ombrello.
-Carino il look alla cane bagnato – gli disse ridacchiando.
Ashton si alzò e andò verso di lui con la faccia di uno che va alla ghigliottina.
-Ho combinato un casino – gli disse andando sotto l’ombrello con lui.
-Si risolverà tutto, non preoccupar.. ehi stammi lontano che sei bagnato, e questo è un cappotto nuovo –
Risero mentre andavano verso casa.
A Luke era stata spiegata la situazione della ragazza.
Restò in silenzio dopo che Calum gliel’aveva spiegata prima di tornare da Nikki che sembrava essersi calmata.
Quello che aveva avuto era sembrato un attacco di panico, anche se era un attacco di panico poco normale.
Luke sospirò.
-Beh, poteva andarci peggio – disse andando in cucina.
-An si, e come? –
-Poteva essere un maschio – disse ridacchiando.
-Sei un maniaco – disse Calum aprendo il frigo e prendendo uno dei cartoni di latte al cacao.
-Lo so – disse abbassando lo sguardo – mi dai un po’ do latte? –
-No – rispose secco il moro mentre si scolava un litro di cacao e latte intero da solo.
Luke lo guardò minaccioso.
-Guarda che spacco botilia ammazzo familia –
-Non ti meriti il latte al cioccolato, sei solo un maniaco – disse Cal ridendo senza la minima intenzione di dividere il suo drink, mentre Luke stava per saltargli al collo e iniziare una battaglia se dalla porta non fossero entrati una testa nera e un cane bagnato.
Li guardarono confusi.
-Ashton puzzi di cane bagnato – disse Michael schifato una volta entrati.
-Taci o il tuo amato cappotto finisce fuori dalla finestra a lavare –
-Ma deve essere lavato solo a secco!! – gridò.
I due in cucina risero minacciati da sguardi poco amichevoli dai due appena entrati.
Calum guardò i due arrivati, ma soffermò lo sguardo su Ashton, che lo abbassò colpevole.
-Tu , con me . Ora! – disse secco e portandolo via.
-Sembrava una proposta di sesso violento – sussurrò Michael una volta che se ne furono andati.
-Già –
Li videro sparire nella camera dove ora si trovava Nikki, che in quel momento sembrava stesse dormendo.
Era rannicchiata su se stessa, come se si stesse proteggendo.
Proteggendo da qualcuno.
Ashton la guardò triste.
Probabilmente quel qualcuno sono io.
-Che cosa le hai fatto per scatenarle una simile reazione? – chiese indicando la ragazza.
Abbassò lo sguardo.
-Le avevo chiesto se era ferita, mi sono irritato quando non mi ha risposto, l’ho buttata sul letto e le ho scoperto una gamba – si vergognava così tanto di quello che aveva fatto – ho perso il controllo e non so nemmeno il perché. Io le offrivo tutto l’aiuto possibile, ma lei sembrava non accettarlo, non mi ha dato nemmeno un po’ di fiducia dopo che ieri sera l’ho portata via da quella strada –
Calum gli mise una mano sulla spalla.
-Ashton, sei impazzito? – chiese sorpreso l’amico – Hai visto in che condizioni è? Le hai davvero guardato bene i polsi? È stata legata Ashton e Dio sa cos’altro. Come ti salta in mente di fare una cosa simile? –
Ashton si sedette ai bordi del letto e si prese di nuovo la testa tra le mani.
-Lo so. È che non sopporto il fatto che non mi parli. Non mi importa se non parla a voi, ma io l’ho salvata, e non si fida ancora. Ero irritato e cos..-
Smise di parlare quando sentì Nikki agitarsi nel sonno.
Si preoccuparono entrambi.
-Perché ci preoccupiamo così per lei? – chiese Ashton pensandoci un attimo.
Calum rimase in silenzio.
-Credo che sia perché ci ricordi qualcuno che non abbiamo potuto salvare – sussurrò guardandola.
Qualcuno che non abbiamo potuto salvare.
Nikki si mosse ancora un poco prima di svegliarsi.
Calum le si avvicinò e mise il viso davanti al suo.
-Ehi, tutto bene ? – le spostò dolcemente i capelli dal viso.
Lui si prendeva davvero cura di lei.
Ashton rimase in disparte, troppo imbarazzato per poter dire qualcosa.
La ragazza annuì, si mise seduta e quel punto incrociò lo sguardo di grigio di Ashton.
-Mi dispiace – disse lei prima che lo facesse lui.
Il ragazzo la guardò confuso e cautamente andò sul letto vicino a lei.
Come se si stesse avvicinando a un animale selvatico che dà un momento all’altro potesse scappare via dalla paura.
-Sono io che devo scusarmi. Ho perso un attimo le staffe. Non è colpa tua Nik –
-Nik? – chiese.
-Diminutivo di Nikki – disse sorridente Ashton mentre Calum usciva dalla stanza, ma tenendo l’udito in allerta in caso potesse succedere dell’altro.
Non avrebbe perdonato il suo amico se avesse fatto dell’altro a quella fragile ragazza.
Anche Nik sembrò sorridere.
-Non avrei dovuto fare ciò che ho fatto. Non ho pensato prima di agire. Sono uno stupido, e hai tutto il diritto di odiarmi – la guardò negli occhi un attimo prima che lei abbassasse i suoi come al solito.
Restò in silenzio e Ashton si alzò per uscire.
-Non ti potrei mai odiare Ashton – sussurrò prima che mettesse mano alla maniglia.
Si sentì come uno di quei genitori il cui nome era stato imparato per primo dal figlio.
Sorrise contento.
Era la prima volta che lo chiamava per nome.
-Grazie di aver ancora voluto parlare con me – abbassò la maniglia.
-Aspetta – si girò a guardarla confuso – non voglio restare da sola –
Si portò le ginocchia al petto.
Ashton lasciò andare la porta, e le si mise affianco.
-Vuoi che ti canti qualcosa? – chiese facendole appoggiare la testa sulla sua spalla.
Annuì, e la voce di Ashton si sparse per la stanza.
Avvolse la ragazza con le braccia per tenere insieme i pezzi di porcellana che aveva rotto prima, e che non avrebbe più distrutto, sperava che quei pezzi potessero lentamente tornare insieme.
Probabilmente sei tu la persona che devo salvare.
Nikki si addormentò di nuovo sulle note di “Let it be”.
 

 
Luke decise che avrebbe allegramente preparato la cena cercando di non far saltare in aria nulla.
Cosa alquanto difficile se stava lui ai fornelli.
Nikki uscì con calma dalla stanza e per poco Ashton non inciampò su di lei mentre passava.
-Ben svegliata – le disse sorridente – Luke sta preparando la cena, e credo che farà saltare la cucina. Quindi ti consiglio di andare ai ripari sul balcone – .
Michael apparve con una scolapasta in testa e un altro in mano.
Lo guardarono entrambi in modo interrogativo.
-È per protezione – disse mettendo l’altro utensile da cucina delicatamente sulla testolina bionda di Nikki.
-Scusa lei si e me no? – chiese offeso Ashton.
-Nah, tu hai già quella massa di capelli inutile sulla testa – ridacchiò – forse ti proteggerà da un’eventuale esplosione. Altrimenti staremo bene anche senza di te –
Nikki si lasciò scappare un sorriso.
Ash non aveva fatto a meno di notare che Michael la faceva sorridere, era l’unico che sembrava farle andare gli angoli della bocca verso l’alto, e la cosa non gli andava molto giù.
Lo faceva sentire inutile.
Calum arrivò da loro, anche lui corredato da uno scolapasta.
Ma quanti scolapasta avevano?
-Ragazzi le cose in cucina stanno andando male. Sapete dov’è l’estintore? – chiese l’ultimo arrivato.
All’unisono indicarono tutti il balcone.
-Ottimo – disse sorridendo il Michael e spingendo tutti verso il balcone, che era più un terrazzo.
Un terrazzo dove si poteva benissimo sentire l’aria fredda dell’inverno.
Stava ancora piovendo.
Nikki rimase tra il terrazzo e il corridoio, sembrava indecisa sul da farsi.
Ashton stava per andare da lei, ma Calum fu più veloce, senza farle dire nulla, senza chiederle nulla, si levò di fretta la felpa e gliela mise sulla spalle, dopodiché gli sorrise e le accarezzò i capelli delicatamente.
Chi stai cercando di salvare Calum?
-RAGAZZIIII! La cena è prontaaaaaa!! – gridò Luke dalla cucina.
Probabilmente lo avevano sentito pure in America, infatti dal palazzo di fronte uscì una vecchietta arrabbiata che li scrutò mentre in processione si dirigevano verso la cucina.
Luke aveva apparecchiato ed era felice come una Pasqua di quello che aveva appena cucinato, cioè uno schifo, ma lui era contento, visto che raramente aveva l’opportunità di cucinare.
E si capiva il perché.
Il biondino aveva messo sul tavolo una pentola di pasta piuttosto molliccia che sembrava pappetta.
Pappetta a un sugo non meglio definito.
Si guardarono tutti tra loro spaventati che quella cosa potesse prendere vita e aggredirli.
-Okay. Mi offro come tributo volontario – disse Michael sedendosi e prendendo una forchetta – anche perché sarebbe lo stesso toccato a me – continuò lamentandosi del fatto di essere la cavia degli esperimenti culinari ogni volta.
Chiuse gli occhi mentre mandava giù.
-Luke?- chiese.
-È buono? –
-Credo dovresti smetterla di cucinare – aveva quasi le lacrime agli occhi mentre lo diceva.
-Ordiniamo la pizza – concluse Cal andando al telefono.
Non aspettò la risposta che si mise a ordinare.
L’ordine arrivò alla svelta e subito si misero a mangiare come se non ci fosse un domani.
Ashton guardò Nikki che sembrava osservare il suo pezzo di pizza come fosse un nemico.
Non l’aveva mai vista mangiare da quando era lì, il che lo preoccupava, e anche Michael sembrava esserlo, non si era scordato la sporgenza delle ossa quando l’aveva presa in braccio quella mattina.
-Non è avvelenata – disse scherzandoci sopra.
Lei annuì ma non fece il minimo segnale di voler prendere in considerazione il fatto di mangiarla.
-Se non la mangi mi arrabbio – disse allora mentendole il broncio.
Lei allora alzò lo sguardo verso di lui.
-Non voglio che tu ti arrabbi con me – sussurrò triste, e preoccupata.
Nikki non aveva capito che Michael scherzava, e lui se ne accorse.
-Ehi, stavo scherzando. Non potrei mai arrabbiarmi per una cosa simile. Mi arrabbierei se mi facessi qualcosa di simile – prese un pezzo di pizza dal centro e lo spiaccicò in faccia a Ashton – visto? – chiese ridendo – Facciamo così, se ne mangi anche solo un pezzetto mi farai felice – disse prima di ricevere un blocco di mozzarella nell’occhio.
La ragazza iniziò a mangiare la fetta, che era grande all’incirca come la sua faccia, mentre Luke cercava di evitare che Ashton infilasse una crosta di pizza nel naso di Michael, che se la rideva contento anche se aveva un occhio gonfio a causa del proiettile mozzarella.
Nikki invidiava la serenità di quelle persone che l’avevano accolta come un cucciolo smarrito e che si prendevano cura di lei.
Si chiedeva perché lo facessero, che motivo avevano di accudire una sconosciuta?

Salve ciambelline, buonasera ** 
Allora grazie ai pasticcini che hanno recensito il primo capitolo cavia... ecco a voi il secondo capitolo cavia.
E' più lungo del precedente perchè... perchè non lo so, ma è più lungo.. ecco xD 
Idee molto chiare insomma. 
Allora come vi è andata la settimana? Io sono stata malata e sono stata due giorni a casa a riflettere sul mondo(?), e mi stavo chiedendo se esiste un succo di meningi, visto che alcuni dicono "spremiti le meningi". Insomma non penso che la gente si inventi le cose così perchè non ha nulla di meglio da fare, mica sono tutti come me che sparano stronzate ogni tre per due.
Comunque dove credete si possa trovare questo succo se esiste? Mah.
I deliri di un'ammalata..
Allora piccoli muffin con le gocce di cioccolato, cosa ne pensate di codesto capitolo più lungo del solito per motivi sconosciuti? 
Io credo che non sia particolarmente da buttare visto che ci sono di quelle similitudini che mi hanno fatto spremere le meningi per essere trovate. (Ma non è uscito alcun succo... la cosa mi fa riflettere).
Lasciando stare eventuali deliri sulle meningi (su cui vi invito a riflettere ),  volevo dirvi che spero che il capitolo vi piaccia, e ripeto ancora che essendo un esperimento accetto tutto: dalle critiche alle badilate in faccia (evitate il naso se potete che non è già messo molto bene), per finire ale secchiate di olio bollente.
Sono ben accetti anche i consigli per migliorare, e segnalazioni di obrobri grammaticali che possono essere sfuggiti a questa mente sveglia (quale mente vi starete chiedendo.. ebbene me lo sto chiedendo pure io di quale mente sto parlando). 
Spero che la storia in generale non sia qualcosa di già fatto e rifatto e rifatto e rifatto (un pò come le tette di Pamela Anderson), in tal caso, AVVISATEMI! 
Ho finito i miei deliri serali ciambelline, ora siete libere come l'aria, o come delle bellissime farfalle (diepende dai punti di vista). 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :) 
Ringrazio ancora uan volta chi ha recensito il primo capitolo, e chi ha meso la storia tra le perferite e le ricordate** 
Grazie di cuore davvero ** 
Un bacio \*o*/
Lily

PS. Nel prossimo capitolo verrà inserita l'immagine della protagonista.


 

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Capitolo 3
*** I ricordi di cui non parli ***


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CAPITOLO 3 :I RICORDI DI CUI NON PARLI
 

Nonostante fossero le tre e mezzo di notte, Ashton non trovava la posizione che l’avrebbe portato al sonno.
Non riusciva a dormire, così si limitava a canticchiare e a bere tazze di camomilla ogni 45 minuti.
Si stava preparando la terza quando sentì un urlo provenire dalla sua stanza.
Mollò la tazza velocemente e corse verso la camera.
Aprì di scatto la porta, la luce della stanza era già accesa e vide Nikki seduta sul letto che stringeva a pugno le lenzuola.
Era sudata e terrorizzata.
Le lacrime le rigavano il volto, e lo sguardo fissava il vuoto.
Andò vicino a lei dolcemente.
 - Nik – la chiamò perché non sembrava essersi accorta della sua presenza.
Girò lo sguardo verso di lui e si asciugò le lacrime.
 - Non volevo svegliarti – sussurrò.
 - Ero già sveglio – disse lui per rassicurarla del fatto di non averlo disturbato – hai fatto un incubo? – le chiese prendendole le mani per tranquillizzarla.
Fece segno di no, la cosa lo confuse un attimo.
Allora perché hai gridato?-
 - Era un ricordo. Non un incubo – disse.
Questo era peggio allora.
La guardò triste mentre sbadigliava.
 - Stai tranquilla. Io sono di là se hai bisogno di me – sorrise.
Lasciò la presa dalle sue mani, ma lei ne trattenne una tra le sue.
 - Resti per favore? – sussurrò spaventata dal ricordo che aveva appena avuto.

Che cosa terribile hai ricordato?
Il moro annuì e si stese sul letto affianco a lei.
 - Grazie – disse girandosi verso di lui.
 - Non è niente – disse guardandola negli occhi prima che lei li chiudesse.
Spense la luce.
 - Perché fate tutto questo per me? Io non lo merito –
 - Non meriti nemmeno di essere abbandonata –
La ragazza restò in silenzio.
 - Tu e Calum siete quelli che vi preoccupate di più. Avete notato i miei polsi? –
Questa era la conversazione più lunga che avessero mai avuto, e dove lei non diceva soltanto cose come: mi dispiace, grazie, si e no.
Sembrava stesse per raccontare qualcosa di sé a Ashton, magari una delle cose che la tormentava, facendola vivere nel suo fragile incubo di porcellana.
 - Ti fanno male? – le sussurrò.
Lei non rispose.
Probabilmente era un sì, anzi, senza il probabilmente.
Ashton non poteva vederle il viso, ma in quel momento se avesse potuto, l’avrebbe vista guardarlo.
Nikki si toccò un polso delicatamente.
Le facevano male eccome.
 - Nikki? – chiamò pensando si fosse addormentata.
Mugugnò per fargli sentire che c’era.
 - Che cosa ti è successo? –
 - Sono stata all’inferno –  disse chiudendo la discussione.
Ashton ci credette.
Perché nessun essere umano avrebbe potuto fare quelle cose a un altro. Solo un mostro ne era capace.
Un mostro a cui lui voleva dare un’ identità.
Non perché era curioso, ma perché avrebbe voluto vedere il sollievo sul viso di Nikki, quel sollievo che avrebbe avuto una volta dopo essersi sentita al sicuro.
Ma una volta sentita al sicuro dove sarebbe andata?
Sicuramente non sarebbe rimasta da loro per molto, non ne aveva l’intenzione, nemmeno ora voleva stare da loro.
Ashton iniziò a canticchiare qualcosa di dolce per farla addormentare, e magari impedirle di ricordare dell’altro.
 - Nessuno ha mai cantato per me – gli sussurrò vicino al viso.
Non si era accorto di quanto fossero vicini.
 - Lo farò io allora –
Nikki sorrise e chiuse gli occhi con Ashton che cantava per lei, nessuno aveva mai davvero cantato per lei.
Si addormentò sulla dolce voce di lui.
Quando Ashton iniziò a sentire il suo respiro regolare capì che si era lasciata andare tra le braccia di Morfeo , e che quindi poteva tornarsene sul suo bel divano.
Ma invece di farlo, decise di rimanere lì con lei, nel caso avesse ancora bisogno di lui.
Egoisticamente pensò che così sarebbe stata protetta da lui e non da Calum, che sembrava capire ogni suo minimo sguardo, ogni esitazione e ogni gesto.
Nikki doveva essere la sua persona da salvare, non quella di Calum.
Dopo aver pensato una cosa simile si riprese e quasi rise di se stesso.
Perché me la prendo così tanto?
Non si diede una risposta, e si addormentò con il respiro regolare di Nikki in sottofondo.
 
 
Luke uscì dalla stanza nello stesso istante in cui usciva anche Nikki, lei non sembrò accorgersi di lui, anche perché la stanza del biondino era più indietro rispetto a quella di Ashton.
Guardò un attimo che cosa fece, e la vide dirigersi in cucina. La seguì come solo Bond, James Bond sapeva fare.
Peccato che lui non fosse Bond, James Bond, ma Hammings, Luke Hammings.
Infatti si fece sgamare nemmeno due minuti dopo.
Lei abbassò lo sguardo mentre Luke le si avvicinava.
 - Buongiorno – le sorrise per farla mettere a suo agio – sei mattiniera. Vuoi qualcosa per colazione? Uova, bacon, pancake, pasta avanzata da ieri? – chiese contento.
Sorrise imbarazzata davanti a quella gentilezza.
Luke si sorprese di vederla sorridere grazie a lui, e la cosa lo fece sorridere ancora di più. I suoi amici volevano aiutarla, lo avrebbe fatto anche lui e si sarebbe impegnato per farla sorridere.
Non rispose alla sua domanda su cosa volesse a colazione, la cosa non lo turbò più di tanto, anche perché sapeva che non parlava molto, e lui non si sentiva di costringerla a rispondere.
Così prese le pentole, uova e bacon.
 - Avrei voluto cucinare io per voi – gli sussurrò portandogli l’olio.
Lui la guardò e acconsentì a quella richiesta, anche perché, lui non era molto capace di cucinare.
Cosa appurata la sera prima tra l’altro.
 - Ottima idea. Anche perché avrei combinato un casino probabilmente, e si sarebbero svegliati tutto con l’odore di fumo e la schiuma dell’estintore sparsa sul salotto – ridacchiò e lei sorrise.
 - Cuciniamo insieme, se vuoi – sussurrò timida.
Gli si illuminarono gli occhi.
Nessuno aveva mai avuto la brillante idea di insegnarli a cucinare, o di comprargli un libro di ricette.
 - Oh si baby – disse prendendo le ciotole e un grembiule per sé e per la ragazza.
Glielo mise attorno perché la credeva incapace di farlo.
 - Così non ti sporchi la maglia – le disse premuroso.
Annuì e si mise all’opera.
 - Ti andrebbe di fare dei biscotti? –
 - Oh si cavolo! Io amo i biscotti. Ma abbiamo abbastanza tempo per farli? –
Lei annuì e gli indicò l’orologio.
Effettivamente erano le sette del mattino, nessuno si sarebbe svegliato prima delle nove.
 - Dimmi cosa serve e lo prendo –
 - Cioccolata o vaniglia? –
 - Cioccolata senza ombra di dubbio – andò a prenderla.
A questo punto si misero all’opera.
Luke sembrava mettere particolarmente a suo agio Nikki, la trattava come se non le fosse accaduto nulla, come se non fosse lì perché era stata raccattata per strada da Ashton.
La trattava come fosse una persona normale, a cui fare solo un po’ di riguardo, come una sorellina più piccola.
Dopo un’oretta dall’inizio i biscotti erano in forno e stavano rilasciando un profumo delizioso per tutto il loft.
Erano solo le otto, e Calum fu il primo a essere svegliato da quell’odorino insolito.
Molto insolito, e decisamente preoccupante.
Si alzò di scatto pensando che la causa di questo fosse Luke, e già si immaginava il fumo uscire dal forno.
Corse in cucina e vide Nikki davanti al forno e Luke che mangiava l’impasto dei biscotti.
Li guardò incuriosito.
 - Buongiorno bella addormentata – disse il biondo – ti vanno dei biscotti alla cioccolata? Nikki mi ha insegnato a farli – era davvero contento.
Nikki lo guardò e sorrise.
 - Buongiorno anche a voi - sorrise - Ho notato che Ashton non è sul divano. Dov’è? – chiese curioso.
L’aveva notato principalmente dal fatto che non era andato lui a controllare ciò che accadeva nella stanza affianco a dove dormiva.
Avrebbe dovuto essere il primo a essere svegliato da quell’insolito odore.
 - È a letto – rispose la ragazza.
 - Ti ha fatto dormire sul divano quello stupido idiot…-
 - In realtà gli ho chiesto io di rimanere con me finché non mi addormentavo, e si è addormentato con me – si avvicinò a Calum – non essere arrabbiato con lui – era quasi supplichevole la sua voce.
Calum le sorrise e le scompigliò i capelli biondo oro.
 - Non sono arrabbiato con lui. Non preoccuparti – sorrise, e nei suoi occhi si insinuò un nuovo dubbio – non sono arrabbiato nemmeno con te – le posò le labbra sulla fronte – non preoccuparti - .
La ragazza sorrise.
Luke assistette a quella scena, ma non fu l’unico.
Infatti sullo stipite della porta c’era anche Ashton, che si era svegliato poco fa, e quando non aveva trovato Nikki vicino a lui si era preoccupato.
Cerco di non mostrare l’irritazione che gli aveva provocato la scenetta appena vista.
 - Buongiorno – disse Nikki notando la sua presenza.
Lui le sorrise.
 - Buongiorno piccolina – si avvicinò al forno e guardò i biscotti – sembrano buoni, li hai fatti tu? – chiese curioso.
 - Io e Luke – rispose guardando il biondo sempre più contento e orgoglioso.
Non si fidava molto a mangiare qualcosa che aveva fatto Luke, o qualsiasi cosa avesse toccato.
Lo guardò con diffidenza.
 - Ehi, guarda che sono stato bravo ho fatto ciò che mi chiedeva lo chef – .
A queste parole lo sguardo della ragazza puntò il pavimento, e le guance si colorarono di rosso.
 - Si ma qualsiasi cosa passi per le tue mani diventa immangiabile Luke – disse ridendo Calum mentre lo prendeva in giro.
 - Allora evita di mangiare i biscotti – rispose seccato.
A questo punto il DIN del forno fece interrompere ogni problema che si era creato.
Nikki prese i guanti da forno e andò ad aprirlo.
Ashton la guardava preoccupato, pensava si sarebbe fatta male, stava per fermarla quando lo fece Luke.
 - Ferma. Faccio io che così non ti scotti  - le rubò i guanti da forno dalle mani e tirò fuori la teglia.
Chiuse il forno con un sexy colpo di bacino.
Il profumo era davvero invitante nonostante una parte dell’impasto fosse passata per le mani del biondino.
Nikki gli passò un piatto e Luke iniziò a riempirlo di biscotti caldi.
 - Ora scottano – disse fermando Luke che ne stava per addentare uno, salvandolo da una bruciatura sulla lingua.
Lui annuì.
 - Mi dispiace. Devi aspettare ancora un poco – era dispiaciuta mentre lo diceva, le dispiaceva davvero che non li potesse mangiare subito .
Li mise sul tavolo.
 - Spero che la cioccolata vi piaccia – sorrise timidamente.
Calum non poté fare a meno di notare la loquacità della ragazza quella mattina.
Era davvero bastato Luke per farla diventare così?
O era merito di Ashton?
O forse era solamente lei che si stava aprendo con loro?
Sperava fosse l’ultima delle opportunità che aveva pensato.
Luke non resistette più all’impulso di mangiarli e ne mise uno in bocca, sorrise mentre il palato prendeva fuoco.
 - Sfono buoniffimi – borbottò con la bocca piena.
Nikki sorrise preoccupata che si potesse essere fatto troppo male, dopodiché prese una manciata di biscotti e li mise in un piattino.
La guardarono tutti confusi.
 - Michael – disse rispondendo alle loro domande non dette.
Ora sembrava che fosse lei a prendersi cura di loro.
Ashton sorrise mentre Nikki si dirigeva verso la camera.
Entrò nella camera di Michael, e lo trovò a letto che dormiva pacificamente.
Senza far rumore posò il piatto sul suo comodino, non voleva svegliare anche lui.
La sveglia suonò improvvisamente facendo prendere paura a Nikki a cui scappò un urlo.
Michael si svegliò di scatto si ritrovò Nikki davanti.
Scoppiò a ridere anche se era mezzo assonnato .
 - Buongiorno – disse continuando a ridere.
Nikki si riprese e rise anche lei.
 - Perché sei qui? – chiese sedendosi e mettendosi una maglia, visto che era solo in mutande.
 - Ti ho portato i biscotti – glieli mise davanti al viso e lui ne prese uno – li abbiamo fatti io e Luke – sorrise e li appoggiò di nuovo al comodino, e poi si diresse verso la porta.
Michael la guardò uscire, e volle bloccarla prima che lo facesse.
 - Aspetta Nik. Non ho voglia di alzarmi, resta qui a farmi compagnia- le fece segno di mettersi affianco a lui.
La ragazza si sedette sul letto al suo fianco.
 - Ne mangi uno con me? – chiese dandole un biscotto.
Lei annuì e lo prese.
Lo divise a metà e ne mangiò un angolo, a differenza di Michael che lo aveva messo in bocca intero.
 - Chi ti ha insegnato a farli? – le chiese.
 - Nessuno –
 - Nemmeno un tuo familiare? – chiese curioso.
Abbassò lo sguardo e fece segno di no con la testa, mentre stringeva a pugno una della mani.
 - Vuoi parlar…- non finì di chiedere che notò una lacrima sul suo viso.
Michael sorrise dolcemente e gliel’asciugò.
Si alzò e la fece alzare prendendola per le mani.
 - Andiamo bambolina - .



Buon giorno dei single pasticcini :) 
E buon San Valentino in ritardo.. spero che l'abbiato festeggiato con qualcuno a cui tenete, o che vi siate rimpilzate di cioccolata come ha fatto la sottoscritta.. e poi mi lamento di essere grassa, con tutta la cioccolata hce mangio è tanto se non sono diventata una lottatrice di sumo!
Comunque evitiamo di parlare della mia linea.
Come vi è andata la settimana? 
A me non molto bene, visto che ho avuto la brillante idea di studiare le pagine sbagliate di italiano per la verifica... potete immaginare il risultato -.-" 
Evitiamo anceh questo argomento che è meglio.
Passiamo alle cose intelligenti. .certo, come no, infatti vi faccio un indovinello. "Come arrivi a trenta centesimi sapendo che una delle due monete che hai a disposizione non vale 10 centesimi?" (vi arrabbierete molto quando vi dirò la soluzione).
Volevo ringraziare le piccole ciambelline che hanno recensito lo scorso capitolo :') GRAZIE MILLE :D 
Grazie anche a chi ha iniziato a seguire l'esperimento che sto facendo :) 
Vi ricordo che essendo un esperimento potrebbe non essere molto buono, quindi avete il diritto di legnarmi in caso avessi fatto qualcosa che non va, o di prendermi a sberle con una mazza, a vostra scelta... potete anche regalarmi dei cioccolatini .. VISTO CHE NON HO RICEVUTO REGALI PER SAN VALENTINO. 
Voi ne avete ricevuti? 
Ora che avete capito che la parte dell'autrice, sopratutto di QUESTA AUTRICE (io insomma), non è esattamente come tutte le altre parti degli autori dove ringraziano e basta, vi lascio al vostro bel weekend. 
Divertitevi pasticcini miei ** 
Lily

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Capitolo 4
*** Le ferite che possiedi ***


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Capitolo 4: LE FERITE CHE POSSIEDI
 

Ashton comparve in salotto e guardò Nikki che restava rannicchiata con le gambe al petto e lo sguardo vuoto.
Si chiedeva a cosa pensasse, o se il suo sguardo di vuoto significava che non pensava a niente, e cercava di restare in quello stato di trance che le permetteva di perdersi nel nulla.
Le si avvicinò e si sedette affianco a lei.
Gli sorrise appena si avvicinò a lei.
 - Ciao – gli disse.
 - Nik. Dobbiamo parlare della ferita che hai sulla gamba, deve essere disinfettata – le disse lui preoccupandosi del fatto che potesse avere altre ferite sul corpo.
Lei abbassò lo sguardo, e lui le prese la mano.
 - Sono preoccupato che ti possa fare infezione –.
Nikki annuì e Ashton si alzò portandola con se in camera, dove ad aspettarli c’era già il kit del pronto soccorso.
Prima di dirle di stendersi volle rassicurarla, visto che sembrava spaventata.
 - Non ti farò del male – disse prendendole il viso con le mani e guardandola negli occhi – te lo prometto –
Sembrò ancora più spaventata dopo aver sentito pronunciare la promessa.
Ashton capì che lei non ci credeva.
 - Mettiti questi pantaloni - .
Gli diede dei jeans larghi, quelli che arrivavano fino al ginocchio, che così invece di farla spogliare avrebbe tranquillamente potuto alzarli.
Le disse di metterli.
 - Toccami la spalla quando hai finito che io non guardo – chiuse gli occhi e punto la faccia verso il muro.
Sentì dei movimenti alle sue spalle, e successivamente la manina timida toccarlo.
Sorrise nel vedere che quei jeans erano un po’ troppo larghi per lei, ma che la facevano sembrare buffa.
Prese il disinfettante e le fece segno di stendersi.
Nikki era rigida e sembrava addirittura più fredda del previsto in quel momento.
- Alzati i pantaloni fino alla ferita – le disse cercando di essere il più gentile possibile.
Lei lo fece, e Ashton iniziò a fare l’infermiera della situazione.
Decise di metterci perfino sopra delle garze.
Tirò i pantaloni giù di nuovo, e lei si tirò su a sedere.
 - Ne hai altre? – chiese.
Abbassò lo sguardo.
La loquacità della mattina si era dissolta nel solito silenzio.
Stava quasi per supplicarla quando la vide alzarsi la felpa fino al petto.
L’attenzione del ragazzo venne attirata dalla sporgenza insolita delle costole e del bacino.
Non era ancora arrivata all’anoressia, ma era sulla buona strada per morire di fame anche lei.
La seconda cosa che notò gli fece accapponare la pelle.
Delle bruciature circolari all’altezza dello stomaco, erano tre, e dovevano fare un male cane.
Non fu solo quello a fargli venire i brividi, ma la miriade di altre cicatrici di forma circolare che si trovavano sul suo addome.
Da quanto tempo ti fanno questo?
Prese la crema per le scottature dal kit, e un paio di cerotti di grandi dimensioni.
Cercò di essere il più delicato possibile, ma alla ragazza scappò lo stesso qualche gemito di dolore.
Nikki fu sollevata quando Ash concluse il lavoro.
 - Vanno un po’ meglio? – chiese .
Lei annuì.
Ad Ashton sorse spontanea una domanda a quel punto.
 - Perché non vuoi chiamare la polizia? – era curioso di capire il motivo per cui proteggeva il suo mostro.
Sindrome di Stoccolma forse?
Non c’erano altri motivi per cui, secondo lui, non poteva andare dalla polizia, bastava guardare come l’aveva ridotta.
 - Non posso farlo – sussurrò.
 - Si che puoi, e dovresti, Nik –
Lo sguardo ferito che gli rivolse, gli fece capire che il suo problema non erano le ferite che sanguinavano, che corrodevano la pelle, le sue ferite erano quelle che non si vedevano.
Quelle al cuore.
Restò a fissare quello sguardo che sembrava gli parlasse, smise quando puntò sul lenzuolo.
 - Mi ucciderà – la voce le tremava – farà del male a voi. Io non voglio che questo accada – e a quel punto sembrò spezzarsi.
Le alzò il viso per far incrociare gli sguardi.
Vide il terrore, e il dolore negli occhi neri di lei.
 - Chi è che ti ha fatto questo? - .
Si mise le mani sul viso per coprire gli occhi, perché Nikki sapeva di avere lo stesso sguardo che ha un uomo braccato dal suo inseguitore.
 - È tutta colpa mia. Io lo meritavo – la voce si spezzava sempre di più – non ero come voleva lui. Meritavo di essere punita – iniziò a piangere a questo punto – è tutta colpa mia - .
Come poteva credere di meritare davvero di essere torturata.
A quale tortura psicologica era stata esposta per essere così profonda e radicale?
Da chi soprattutto.
Aveva le mani che coprivano gli occhi, non voleva che la guardasse.
A Ashton parve ancora più debole.
Cedette all’impulso di abbracciarla e stringerla forte a sé.
Una mano le circondava la vita, e l’altra l’accarezzava dolcemente.
 - Non hai meritato di essere torturata Nikki. – cercò di rincuorarla, ma lei sembrava non ascoltarlo.
 - È morta per colpa mia – continuò mentre si agitava tra le sue braccia, ma non la lasciò andare.
Sembrava in preda a un attacco di panico, o a un’allucinazione, visto che non stava parlando effettivamente con lui.
 - Solo colpa mia. Dovevo esserci io al suo posto – Ashton era confuso, e sentire che in mezzo alla sua storia c’era un morto, lo faceva solo sentire peggio – sarei dovuta morire io – iniziò a calmarsi – me lo dici sempre che non merito di vivere. Non sono come lei e non riesco a essere come tu mi vuoi. Non voglio respirare più –concluse appesantendosi di colpo.
Sembrò essere svenuta.
Era troppo debole per reggere dei simili attacchi.
Chi devi essere Nikki? Chi devi fare contento?
L’adagiò lentamente sul letto e poi corse a chiamare Calum.
Era agitato a causa di quello a cui aveva appena assistito, e doveva parlarne a qualcuno dei presenti.
Si bloccò di colpo, mentre correva per il corridoio.
Avrebbe davvero dovuto dirlo a Calum? Così sarebbe stato lui quello a proteggerla come sempre?
Si calmò un attimo, e decise che non gliel’avrebbe detto.
Giustificò questo suo comportamento convincendosi che Calum avrebbe potuto prendere male la notizia, e magari avrebbe deciso di mandarla fuori di casa.
Doveva tenere questo segreto per sé, per il bene della ragazza.
 
 
Nikki si svegliò dallo stato di buio in cui era caduta.
Sapeva di essere svenuta.
Si sedette e si guardò attorno, e si sentì la persona più orribile della terra.
Perché la volevano lì?
Lei non aveva dei soldi da dargli, non poteva ripagare quello che stavano facendo per lei.
Sapeva di non meritarlo. Non aveva mai fatto nulla di buono per meritare una cosa simile.
Si alzò le maniche della lunga felpa e guardò i lividi che le attorniavano i polsi.
Le facevano così male anche se non lo dava a vedere.
Ma forse le faceva più male il ricordo che il dolore fisico.
Ripensò a quella corda così stretta e le vennero i brividi, riportò le maniche a coprire i segni.
Si sfiorò anche i cerotti che Ashton le aveva delicatamente messo sull’addome attraverso il cotone della felpa.
Non gli facevano più così male, Ashton sembrava averne attutito il dolore, e quella che aveva usato non era di certo una crema miracolosa.
Sorrise un attimo pensando a quella sera.
Quando era fuggita e per strada aveva trovato lui.
Nikki voleva uccidersi quella sera, era scappata dall’inferno e non voleva ricordarselo, voleva il sonno eterno, poi in un momento di lucidità forse, aveva visto quel ragazzo e gli aveva chiesto aiuto.
A Ashton doveva ben altro che un tetto sulla testa e della premurose cure, gli doveva la vita, e lui non lo sapeva.
I pensieri vennero interrotti dal brontolio del suo stomaco.
Per la prima volta dopo tempo, sentiva di avere fame.
Quella sensazione era gradevole.
Sentì la porta chiudersi di scatto.
Si girò spaventata dal rumore e vide il biondino con in mano un cartone di latte e nell’altra due bicchieri, e con un sacchetto in spalla.
 - Cosa ne dici di un po’ di latte al cioccolato e di giocare all’allegro chirurgo con me? – chiese sorridendo.
Non le diede il tempo di rispondere che si lanciò sul letto affianco a lei, facendola sorridere e sobbalzare per il contraccolpo.
 - Allora piccolina , cosa ne dici? Mi fai contento? – tirò fuori il gioco da tavolo dal sacchetto.
Nikki annuì e Luke completamente sorridendo iniziò a spiegarle il gioco.
Calum nel frattempo era uscito a fare “compere segrete”, o almeno così aveva detto a Michael che si annoiava in salotto accarezzando il gatto di sua sorella.
Che poi, lui odiava i gatti.
Sbuffò e Ashton apparendo dal nulla gli lanciò una lattina di birra, cosa che fece scappare il gatto.
 - Stupido gatto. Mi ha riempito di peli quel coso – si lamentò aprendo la lattina, poi guardò il suo amico – tu non vai a fare spese speciali con la zitella Calum? – chiese.
 - Sbaglio o eri tu quello che stava accarezzando il gatto con la stessa voglia di vivere di un suicida? – replicò sorridendo – comunque per “spese speciali” cosa intende? Droga? –
Il ragazzo alzò le spalle, stava per rispondere che non ne aveva la più pallida idea, quando una risata cristallina risuonò nella casa.
Sorrisero anche loro mentre la risata di Nikki insieme a quella di Luke faceva rumore.
Un rumore che non era fastidioso alle orecchie di Ashton, sembrava più un suono pacifico e tranquillo.
Suono interrotto dall’aprirsi della porta.
Entrò Calum e una dozzina di buste, che lanciò sul divano ricomprendo completamente Michael e facendogli fare la doccia di birra.
 - Maledetto! – gridò alzandosi dal divano e per poco inciampando sul gatto che passava da lì.
Anche Calum riuscì a sentire quella ristata, e a sua volta sorrise, era piacevole anche per lui quel suono.
Ashton notò il sorriso dell’amico, che poi si diresse per il corridoio probabilmente per andare a chiamare Nikki, ma Ashton gli corse dietro e lo fermò.
 - Sta ridendo. Lasciala essere felice un attimo – sussurrò per non essere sentito dai due dietro la porta.
La risata smise, e la porta si aprì.
Luke apparve tutto contento.
 - Ehi ragazzi che ci fate qui davanti? Giocate anche voi? – chiese contento e con la faccia un po’ pitturata.
Lo guardarono confusi.
Ashton lanciò un’occhiata alle spalle del ragazzo e incrociò lo sguardo nero di Nikki, che sorrise appena notò che la guardava.
Anche lei era leggermente pitturata.
Calum entrò scavalcando il biondino e si sedette sul letto.
 - A che giocate? – chiese.
Ashton lo guardò ed entrò anche lui.
 - Allegro chirurgo – rispose la ragazza.
 - E perché hai la faccia colorata allora? –
Sorrise.
 - Ogni volta che sbagli meriti una striscia di colore in faccia –
 - Sembra divertente –
Luke si sedette accanto a Nikki e iniziarono il gioco.
Come riesci a farla ridere in quel modo?
Ashton continuava a pensarci, lui non riusciva a farla ridere così, al massimo le strappava un sorriso, ma mai una risata.
Fissò l’amico biondo per un pezzo, finché non venne riportato alla realtà.
 - Ashton tocca a te –
Tirò fuori il water dall’intestino del paziente, e poi toccò a Luke che sbagliò.
 - Oh, ora ti tocca essere pitturato – disse Calum, infilando un dito nella tempera blu – cosa ne dici del mono sopracciglio? –
Anche Nikki infilò il dito nella tempera e gli colorò il naso.
 - Così sei bello – disse allegra.
 - Come così sono bello? Vorresti dire che di solito non sono bello? – la guardò facendo il broncio, e versandosi della tempera sulla mano – meriti una punizione –
A queste parole i due ragazzi sbiancarono.
Ashton non capiva come potesse parlarle così, sapeva che dicendo la cosa sbagliata, lei andava in crisi, e lo stesso anche se la gente si mostrava arrabbiata nei suoi confronti, anche per finta.
Ma questa volta lei continuava a sorridere, nonostante Luke avesse messo il broncio e minacciato di punirla.
Non riusciva a capire.
Anche Calum pensava lo stesso.
Luke scese dal letto, e velocemente, con un braccio afferrò Nikki che si agitava ridendo mentre le sporcava la faccia di tempera.
 - Basta Luke, sono tutta colorata adesso – continuò ridendo.
 - Si ma ora sei più bella no? – smise di colorarle il viso ma continuava a stringerla.
La porta si aprì di scatto ed entrò Michael.
 - Venite tutti di là subito – detto questo richiuse la porta.
Luke la lasciò andare e le posò un bacio sulla testa.
 - Andiamo a vedere che vuole lo zio Miky– disse andando ad aprire la porta.
Ashton era letteralmente sbalordito da quello che aveva appena visto. scese dal letto e insieme andarono da Michael che apriva le milioni di buste come se fosse un bambino impazzito a Natale.



Hola ciambelline :) 
Come vi è andata la settimana? Spero sia stata migliore della mia, visto che per poco, in laboratorio di chimica non ci rimettevo un dito perché qualche cretino non ha pulito bene un contenitore dal acido cloridrico!
Senza contare il mio compagno di laboratorio con il raffreddore, che starnutisce e spegne il bunsen -.-"
Prima o poi io so che ci lascerò le penne in quel laboratorio.
Ho aggiornato un giorno primo visto che brava che sono pasticcini miei? :3 (Mi faccio i complimenti da sola, non va molto bene come cosa).
TA-DAAAAN** Avete visto che c'è pure un morto nella storia? Dovete sapere che io sono fissata con l'uccidere i miei personaggi nelle storie, infatti, almeno un personaggio deve morire, altrimenti non sono contenta. (Anche questa cosa non va molto bene).
Oddio lo sapete che ho fatto i biscotti?!? IO che sono la donna che per poco non brucia il tappeto di casa (a mia discolpa dico che è stato un incidente, e che ho spento subito l'incendio), non erano un gran che visto che erano un po’ molli anche dopo averli lasciati sul balcone, ma sono orgogliosa del mio operato, anche perché non ho dovuto chiamare i pompieri e far evacuare il palazzo :D 
Passando alle cose serie, tipo la soluzione dell'indovinello dell'ultima volta, la risposta era “Con una da dieci e una da venti.. perché anche se una delle due non è da dieci, l’altra lo è” LOL … non uccidetemi, non son sempre così!! (Okay in realtà si, ma non uccidetemi lo stesso.. devo fare una torta domani!)
Passando al capitolo, come vi sembra?
Credo non sia uno dei migliori personalmente, ma è la mia opinione , poi se magari voi lo trovate anche peggio di come ho detto io, è una questione di gusti.
Ringrazio le ciambelline che hanno recensito il capitolo precedente.. GRAZIE SIETE DOLCISSIME **
Un bacio e buon weekend (mangiate tanta cioccolata che fa bene al cuore)
Lily
 
Ps. Okay, non so se la cioccolata fa bene al cuore, ma mangiatela lo stesso perché rende tutti più felici
.

Ho trovato questa foto in giro per il web, e appena l'ho vista ho detto "NIKKI SEI TU?"

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Capitolo 5
*** Le compere segrete. ***


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CAPITOLO 5: LE COMPERE SEGRETE
 
Calum era andato a fare delle compere davvero speciali, infatti aveva preso solo vestiti femminili, e li aveva presi per Nikki che ora li stava provando tutti.
La maggior parte le andavano larghi, quel largo dovuto a una presenza troppo consistente di ossa e meno di carne.
Stava provando le ultime cose, ora era alle prese con un vestito che piaceva molto allo stilista Cal, e che aveva voluto assolutamente comprarle, anche se probabilmente non l’avrebbe mai indossato.
Nikki appena aveva visto che tutta quella roba per lei, era rimasta senza parole, poi l’unica cosa che gli aveva detto era stata: “Non merito tutto questo. Non dovreste essere così gentili con me”.
Calum l’aveva fatta tacere andando ad abbracciarla, e ad Ashton non era molto piaciuta la cosa; ma non lo dava a vedere, perché credeva che quello che pensava, quel leggero fastidio che provava fosse dato dal fatto di essere un egoista e di voler essere l’unico a poter dare sollievo alla ragazza.
Il motivo che si era dato, per essersi ritenuto un egoista, era quello che si sentiva più responsabile di tutti nei confronti della ragazza perché era stato lui a trovarla sul ciglio della strada.
Michael si era ripreso il gatto tra le mani, e continuava ad accarezzarlo.
Sentirono la porta aprire e Nikki uscì intimidita e imbarazzata a causa di quello che indossava.
Un vestito rosso, ricoperto di pizzo nero sul seno, senza spalline.
Ashton restò letteralmente a bocca aperta.
 - Sei un incanto – le disse Michael alzandosi e  facendole fare una piroetta – sapevo che Cal fosse un bravo stilista, ma non me lo aspettavo così bravo. Ci nascondi qualche passione segreta Cal?– disse ridacchiando.
 - Si, sei bellissima – disse Luke contento.
 - Per una volta sono d’accordo con Miky – disse Calum.
Le andarono tutti incontro, tranne Ashton che rimase seduto sul divano a guardarla.
Anche lui voleva dirgli che era bellissima.
Mentre era attorniata dai ragazzi, Nikki cercò lo sguardò del ragazzo.
“Sei bellissima” disse Ashton con le labbra senza emettere alcun suono appena si accorse che lo stava guardando.
La ragazza sorrise delicatamente.
Nikki aveva cercato l’approvazione di Ashton.
In un attimo di silenzio si sentì uno stomaco brontolare; era quello di Luke.
 - Scusate, ma ho fame – disse ancora con la faccia tutta impiastricciata di tempera, a differenza di Nikki che si era lavata il viso.
 - Preparo il pranzo allora – disse Michael andando verso i fornelli.
La ragazza gli mise una mano sulla spalla.
 - Non preoccuparti, ci penso io. Avete fatto già troppo per me –
Il ragazzo la guardò dubbioso.
 - Sicura di volerlo fare? – chiese.
Lei annuì.
 - Se è quello che desideri bambolina – le disse sorridendo e andando a sedersi sul divano – se hai bisogno di una mano, io sono qui –
Annuì di nuovo e andò a cambiarsi, nonostante tutte le cose che le avevano preso, lei si rimise i suoi vestiti, quelli strappati.
Calum la guardò e le andò incontro mentre gli altri si erano già rimessi sul divano.
La fermò a metà del corridoio.
 - Perché non metti qualcosa di nuovo? – le chiese posando delicatamente le mani sulle sue spalle.
Gli rivolse un attimo il suo sguardo nero e poi lo abbassò.
 - Non voglio sporcarli. Siete stati così gentili, non dovevate, io presto me ne andrò da qui. Non posso riman..- iniziò a parlare a macchinetta.
 - Tu devi rimanere – disse secco – non ti permetterò di uscire sapendo che probabilmente andresti ad ammazzarti –
Nikki si fermò di colpo di parlare e alzò lo sguardo stupefatta.
Come faceva a sapere che cos’aveva intenzione di fare?
 - Lo vedo dai tuoi occhi – Calum le portò un dito sotto il mento e fece alzare lo sguardo su di lui – stanno praticamente gridando che hai smesso di lottare contro ciò che ti perseguita. Il tuo sguardo non ha più vita praticamente, non importa il senso in cui sono rivolte le labbra. Perché sono gli occhi lo specchio dell’anima - .
Nikki gli spostò gentilmente la mano dal viso, per poi tornare con lo sguardo a terra.
 - Tu non capisci Calum, io sono stanca di.. –
  - No, tu non capisci – disse fermandola – qualunque cosa ti abbiano fatto è terribile, disumana, ma io sono qui per aiutarti a superarlo. Io voglio aiutarti Nik, non importa se mi dirai cosa ti hanno fatto tra una settimana, un anno o un secolo, o mai. Ma tu resterai qui – l’abbracciò mentre a lei cadeva una lacrima – ti salverò da te stessa, anche fosse l’ultima cosa che faccio –
Iniziò a piangere silenziosamente.
Non perché era triste, ma perché per la prima volta dopo tanto tempo, qualcuno la voleva aiutare.
Appoggiò la testa sul suo petto mentre Calum le accarezzava i capelli.
 - Non ti lascerò andare via da qui bambolina -.
Ashton notò che Calum la stava abbracciando, e che lei rispondesse agli abbracci con il suo solito stato passivo. Restando immobile.
Non aveva mai ricambiato un segno di affetto.
Notò che si stavano dicendo qualcosa, e che poi lui la mandò in camera.
Gli era sembrato di vedere delle lacrime sul quel pallido volto.
Calum tornò in salotto e Ashton lo prese per un braccio.
 - L’hai fatta piangere? – chiese secco.
Il moro lo guardò confuso.
 - No, non credo proprio –
 - Ma stava piangendo, che le hai detto? –
Calum voleva dirglielo che cosa gli aveva detto, ma poco prima la ragazza gli aveva esplicitamente chiesto di non dire nulla a Ashton, che si sarebbe solo preoccupato più di quanto già non lo fosse.
E che in caso, sarebbe stata lei stessa a dirglielo.
 - Le ho chiesto come stavano i polsi – Calum si liberò dalla presa di Ashton – nient’altro –
Si guardarono un attimo, e prima che potesse ribattere uno dei due apparve Nikki con una felpa nuova e dei jeans, nuovi anche quelli.
Sorrise, e sembrò che nessuna lacrima avesse solcato quel viso.
Era così brava a fingere che tutto andasse bene.
 
Luke aveva voluto aiutarla a cucinare, o almeno a portare le cose che sembravano troppo pesanti per lei.
Michael andò in cucina a vedere che tutto andasse bene.
 - Nikki? – la chiamò.
Si girò a guardarlo ed ascoltarlo.
 - Quanti anni hai? –
La ragazza sorrise.
 - Diciannove -.
 - Porti gli occhiali? –
 - No – ridacchiò a questa domanda.
 - Preferisci il sushi o il cibo cinese? –
 - Non ho mai assaggiato nessuno dei due –
Smise di farle domande a caso.
 - Quando compi gli anni? – fu l’ultima domanda.
Nikki si pietrificò a questa.
 - Non lo so – rispose.
Luke che aveva sentito tutte le domande finora la guardò confuso.
Come si faceva a non sapere quando si compivano gli anni?
 - Non sai quand’è il tuo compleanno? –
La ragazza annuì mentre prendeva dalla mensola del sale.
 - Perché? –Restò in silenzio.
 - Non ho mai festeggiato la mia nascita – rispose secca.
Ashton sentì la conversazione e gli parve che il compleanno, per Nikki, fosse più una sfortuna che un giorno in cui festeggiare, come se non volesse essere mai nata.
Notò Michael aprire la bocca per continuare a fare domande ma lo bloccò.
 - Andate pure di là, ci penso io ad aiutarla – a queste parole i due si eclissarono.
Il moro andò vicino alla bionda che ancora tentava di prendere il sale, era troppo piccola, non ci arrivava, le mancava proprio una spanna per riuscire a prenderlo.
Con un braccio le circondò la vita e l’alzò di poco per aiutarla a prenderlo.
 - Fatto – gli disse sorridente – grazie - .
Ashton si sedette sull’isola e la fissò mentre aspettava che l’acqua iniziasse a bollire.
 - È davvero così brutto per te il giorno del tuo compleanno? – chiese.
Lei lo guardò.
 - Il giorno peggiore che possa esistere - . 
 
Era mezzanotte e mezza quando il film finì.
Nikki si era addormentata sulla spalla di Michael che ora la stava coccolando un pochino.
Non era mai riuscito ad averla un momento tutta per sé a differenza degli altri, anche lui voleva essere parte della sua vita.
Sentiva il suo respiro leggero sul collo, se non fosse stato per il fatto che lo sentisse, probabilmente la crederebbe morta.
Invece dormiva e basta.
 - Era un film orrendo – disse Calum stiracchiandosi un pochino – ricordate di non farmi mai più vedere uno Scary movie in tutta la mia vita –
Posò lo sguardo sulla ragazza che dormiva.
 - Vedo che altri hanno apprezzato il film quanto me – disse lasciandosi scappare una risata.
Anche Luke si era addormentato, ed era  accoccolato sulla gamba di Calum, il moro trovò divertente svegliare il “bello addormentato” facendogli prendere una botta con la faccia sfilando via la sua gamba di colpo.
La cosa divertente fu che Luke non si svegliò ugualmente.
 - Io dico che è morto – disse Ashton andandogli vicino e toccandogli la pancia con un piede
Russò.
 - No okay, è vivo – disse ridacchiando anche lui.
Calum ci rimase male per lo scherzo non riuscito.
 - Ashton perché non vai a dormire nella camera degli ospiti invece di restare sul divano? – chiese a un certo punto Michael mentre accarezzava un braccio alla ragazza.
Ashton aveva due soli motivi per cui non voleva andare nella camera degli ospiti: il primo era che la camera degli ospiti lo terrorizzava da quando aveva sentito provenire strani rumori dall’interno durante la notte di un anno prima, la seconda era che stando sul divano sarebbe stato più vicino a Nikki in caso ne avesse avuto bisogno.
 - Preferisco il divano – rispose tranquillo.
Nessuno sapeva che era terrorizzato dalla camera degli ospiti.
Luke russò più forte e tutti lo guardarono male.
 - Qualcuno lo porta a letto, o lo lasciamo lì a fare le radici? –
 - Ho sempre voluto un albero in casa –
 - Si anche io –
 -  Ottimo, problema risolto.  Se qualcuno ha del fertilizzante, potremo iniziare a piantarlo meglio… -
 - Ma non ho mai avuto il pollice verde –
Restarono tutti in silenzio a questo punto.
 - Ma perché poi dovremmo volere un albero Luke in salotto? –
 - Stiamo delirando? –
 - Mi sa di sì –
Ashton posò lo sguardo su Nikki.
 - Chi porta ha letto la bambolina invece? – chiese Calum.
 - Faccio io – rispose prontamente Ashton.
 - Ma la sto coccolando – si lamentò Michael.
Lo guardarono tutti in modo strano.
 - Potrai continuare domani se lei lo vorrà – disse Ash sorridendo.
Il ragazzo sbuffò alla risposta dell’amico, che nel frattempo fece scivolare il suo braccio dietro le ginocchia e sotto le braccia della ragazza.
Andò verso la camera, entrò e la posò delicatamente sul letto .
Restò un attimo a guardarla.
Nemmeno quando dormiva sembrava in pace.
Il suo viso aveva la solita espressione neutra di quando restava a guardare il vuoto cercando di liberare la mente.
Andò verso la porta, ma prima che uscissi la sentì agitarsi nel sonno.
 - …mia – farfugliò – .. colpa mia ..- continuò a sussurrare.
Una mano si attanagliò attorno al cuscino e iniziò a stringerne un lembo, mentre il viso da neutrale diventava sofferente.
Ashton abbandonò l’idea di uscire e corse a svegliarla prima che iniziasse a gridare.
Iniziò a scuoterla leggermente per le spalle.
 - Nikki. Svegliati. Nikki - .
Il viso era sempre più dolorante.
I sensi di colpa la torturavano.
La scosse un po’ più forte.
Si svegliò, e con uno scatto improvviso si tirò su a sedere.
Il respiro affannoso, e gli occhi spaventati fecero capire a Ashton che aveva fatto bene a svegliarla.
Si guardarono un attimo e lei lo abbracciò appena si rese conto dove si trovasse e chi fosse lui.
 - Grazie al cielo sei tu – disse con voce tremante.
Lui la strinse.
 - Stavi facendo un brutto sogno. Ti ho svegliato –
 - Grazie –
Ashton moriva dalla voglia di chiederle per cosa si sentisse tanto in colpa, ma non lo fece.
Appena lei lo lasciò andare, lo fece anche lui.
 - Vado dai ragaz..-
 - Canteresti per me? – chiese timidamente.
Sorrise.
 - Certo. Fammi dare la buonanotte ai ragazzi e torno subito -.




Hola piccole ciambelline :D 
Come va? 
Come potreste notare ho aggiornato prima per motivi segreti.. ma ve lo dirò lo stesso ... Vado a Barcellona! BOOM BABY (cit. Buddy Valastro).
Ci vado per quattro giorni, quindi siccome sabato non avrei potuto aggiornare, aggiorno ora per rompervi un pò le scatole. 
Grazie a tutte le belle ciambelline che hanno recensito lo scorso capitolo :') 
Inoltre volevo avvisarvi che sono particolarmente di buon umore perchè OGGI , ebbene si, proprio OGGI, TODAY(se vogliamo sembrare sofisticate), hoy (se vogliamo sembrare intelligenti), 今日 ovvero Kyo (se desideriamo sembrare dei piccoli Einstein)... ma tornando al discorso... OGGI ho preso ben 4 amatissime tavolette di cioccolata! 
E non per dire, ma anche 2 pacchi di biscotti. 
Mi lamento di avere le gambe grosse e poi mangio cioccolata come se non ci ofsse un domani, mi AUTO COMPLIMENTO con me stessa per la coerenza.
Insomma dovevo riprendermi dallo schock di aver preso 6 in matematica.. capitemi. 
Che poi oggi ho anche fatto una verifica di storia di gruppo, perchè tutta la mia fila ha copiato da un unica persona e quindi abbiamo tutti la verifica uguale LOL. Speriamo sia andata bene xD 
A voi come vanno le cose? 
E anche voi avete una dieta salutare come la mia? 
Passando alle cose serie, no, non vi farò un altro indovinello, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a chi a messo la storia tra le seguite\ricordate\preferite, grazie a chi la segue a partire da adesso.
Ma grazie sopratutto a voi cioccolatine che leggete la parte dell'autrice e non avete ancora chiamato l'ospedale psichiatrico <3 
Buon weekend ciambelline.
Un bacio
Lily.

 

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Capitolo 6
*** Le notti che passi con me. ***


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CAPITOLO 6: LE NOTTI CHE PASSI CON ME
 


Ashton aveva avvisato il resto che sarebbe stato un po’ con Nik, visto che aveva fatto un incubo.
Tornò in camera e la vide con le ginocchia al petto e la testa appoggiata sopra.
 - Tutto bene? – le chiese 
Alzò lo sguardo e annuì.
Si andò a sedere affianco a lei.
 - So che hai delle domande da farmi – gli disse restando immobile e con lo sguardo puntato al muro di fronte – credo che tu meriti delle risposte –
Sorrise e le posò una braccio attorno alle spalle portandola vicino a sé.
 - Voglio chiederti se preferisci il cioccolato o la vaniglia – disse sorridendo.
Lei rise.
 - Non posso dire entrambi? –
 - Oh no. Non vale così –
 - Vaniglia allora –
La guardò schifato.
 - Ma la vaniglia fa venire la nausea dopo poco –
 - Ma è dolce –
Risero insieme questa volta.
 - Cosa preferisci invece tra vaniglia e pistacchio? –
 - Sempre la vaniglia –
 - Ma così mi uccidi – disse ridendo Ashton.
Lei lo guardò un attimo e notò che era piuttosto stanco anche se lo nascondeva.
Le occhiaie non mentono mai.
 - Sei stanco vero? –
 - Si, ma ti faccio compagnia volentieri –
Gli fece segno di no e posò una mano sul contorno dei suoi occhi.
 - Ti verranno delle occhiaie più profonde. Dovresti dormire. Non pensare a me, devi fare quello che è meglio per te. –
Nikki aveva una tocco molto delicato e timido.
E freddo, molto freddo.
Ashton la guardò mentre si preoccupava per lui.
Lei si preoccupava per tutti in quella casa, quando in realtà avrebbe dovuto essere il contrario.
 - E chi si preoccuperà per te? – chiese lasciando che la sua mano disegnasse delle piccole occhiaie sul contorno dei suoi occhi.
Rivolse un sorriso senza emozioni.
 - Non ha importanza –
 - Ne ha molta invece. Da quando sei qui, qualsiasi cosa che ti riguardi ha importanza – disse con un tono gentile.
 - Mi sento un peso per voi –
 - Non lo sei –
 - Ma è così che mi sento, io non riesco a capacitarmi di come voi mi abbiate aperto le porte di casa vostra nonostante non sappiate nemmeno chi io sia, potrei essere una serial killer e..-
Ashton scoppiò a ridere.
Nikki lo guardò male non capendo la sua reazione.
 - Se tu sei una serial killer io sono un unicorno – disse continuando a ridere.
La ragazza puntò lo sguardo a terra.
 - Nikki, è palese che non faresti del male a nessuno – le accarezzò il viso – tu non sei un peso per noi – le alzò il viso per poterla guardare negli occhi – alla fine sei tu l’unica che si crede un peso per se stessa –
Lei annuì dando pienamente ragione al ragazzo.
Lei stessa sapeva che quella era la verità.
 - Ti va ancora la canzone? – le chiese cambiando argomento .
Annuì di nuovo.
 - Hai richieste, o posso iniziare con il mio repertorio? –
 - Dovresti metterti il pigiama invece – rispose.
La guardò confuso.
 - Se ti addormenti qui come l’altra sera, non stare in jeans –
Non mi ero addormentato.
Nikki si stese e Ashton iniziò ad accarezzarle i capelli iniziando a cantare.
Faceva scivolare le dita lentamente, godendosi quell’attimo in cui poteva avere Nikki tutta per sé, senza dover restare a guardarla mentre qualcun altro poteva prendersi cura di lei.
Avrebbe voluto essere l’unico a farla ridere, a consolarla, ad abbracciarla, ma c’erano altre tre persone che sembravano essersi attaccati a lei, in modo così strano e immediato, probabilmente era perché sembrava un uccellino ferito caduto dal nido, a cui volevi solo insegnare a volare per tornare a casa.
Ma per Ashton lei non era un uccellino, lei era più come una bambola dallo sguardo vuoto che voleva portare in vita, perché Nikki era questo, qualcuno che aveva smesso di vivere.
 - Ashton? – chiese a un certo punto – perché non mi hai fatto una domanda a cui davvero volevi una risposta. Avevi l’occasione –
Sorrise continuando a giocare con i suoi capelli.
 - So che un giorno mi racconterai tutto senza che io ti chieda nulla –
La ragazza gli fu grata per questo.
 - So che mi hai vista piangere in corridoio oggi-
 - Si , ho chiesto a Calum ma non mi ha detto nulla –
 - Gli ho chiesto io di non farlo – smise di accarezzarla – era per non farti preoccupare –
Restò in silenzio aspettando che andasse avanti a parlare.
Sperando soprattutto che non troncasse la conversazione come suo solito.
La sentì sospirare, e credette che non gli rivelasse nulla.
Ma si sbagliò, perché lei iniziò a raccontare una parte della sua storia.
 - Sarei un cadavere in un fiume se non fosse stato per te. Perché quella sera, quando mi hai trovata per strada...- respirò a fondo, Ashton capiva che c’era qualcosa di importante da sapere, qualcosa di più importante oltre al fatto di sapere che probabilmente sarebbe morta - .. quando ti ho chiesto aiuto, volevo uccidermi. Ma non l’ho fatto, perché ho visto te. E sono stata colta da un momento di razionalità– concluse.
Ashton non respirò nemmeno a quella confessione.
La cosa importante da sapere era che lei voleva uccidersi e che grazie a lui non l’aveva fatto.
Nikki sentì che non rispondeva e chiuse gli occhi mentre una lacrime scivolò sulla guancia.
 - Sei arrabbiato? – chiese con un filo di voce.
Silenzio di nuovo.
Un’altra lacrime corse via.
 - Mi dispiac..-
Ashton si sdraiò accanto a lei e l’avvolse con le braccia.
Nikki si rannicchiò al sicuro  sul suo petto,
 - Nikki, pensi ancora di volerti fare del male? – chiese uscendo fuori dal silenzio.
 - Costantemente-
L’avvolse più stretta contro di lui.
 - Non ti lascerò fare una cosa simile -
Restò stretta a Ashton per tutta la notte.
 
A Nikki piaceva che la notte ci fosse qualcuno con lei.
Sentirsi protetta era un lusso, che Ashton le permetteva.
 
La notte successiva.
Ashton e Nikki si ritrovarono di nuovo a parlare sul letto a tarda sera.
Stavolta Ashton era steso con gli occhi chiusi mentre Nikki con le ginocchia al petto affianco a lui.
 - Ashton?-
Il ragazzo rispose mugugnando.
 - Cosa succede se ti racconto la mia storia? –
Restò in silenzio e si mise seduto anche lui.
 - Che ti libererai da un peso – rispose.
Ashton credeva che la ragazza in quel momento le avrebbe raccontato tutto. Ma si sbagliava.
Nikki continuò a tenere i suoi segreti per sé.
Restarono in silenzio.
 - Com’è la scuola? – gli chiese all’improvviso.
Silenzio.
Con questa domanda sembrava volesse dire che non era mai andata a scuola, e in fondo era così.
 - La scuola non è male se hai degli amici. Ma è orribile se non ce li hai- la guardò e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio – sei andata a scuola, vero? –
 - Insegnamento privato a casa – rispose, e alzò lo sguardo – non ho mai avuto degli amici –
Ashton sorrise teneramente, sentiva la solitudine che emanava Nikki, la sua anima si sentiva così sola che lo faceva percepire alle persone attorno.
Un’anima sola, ferita e impaurita.
 - Mi sembrava così divertente la scuola – era amareggiata mentre lo diceva.
Per la prima volta Ashton guardò dal punto di vista di Nikki; si immaginò di come fosse studiare a casa con un insegnante privato, senza persone attorno con cui scambiare una parola.
La scuola le doveva apparire davvero come un posto fantastico, e non come quel posto terribile che distrugge psicologicamente le persone.
 - Non ti sei persa niente – cercò di rincuorarla.
Sorrise e si stese.
Chiuse gli occhi.
Ashton si alzò dal letto per andare a prendere una bottiglia d’acqua in cucina visto che aveva la gola un po’ secca.
 - Fermo! – disse allarmata Nikki.
 - Che succede? – si allarmò anche lui.
 - Dove vai? –
 - A bere –
Il sollievo di quella risposta fece tornare liscia la fronte corrucciata e preoccupata di Nikki.
 - Pensavo andassi via –
 - Non ti abbandono. Tranquilla -
Sorrise a queste parole.
 - Ashton – iniziò timidamente – mi sento al sicuro quando dormi con me. Ti andrebbe di farlo anche questa notte? – chiese.
Il moro si sedette di nuovo sul letto.
 - Certo bambolina – le accarezzò i capelli e si stese al suo fianco dimenticando completamente il fatto di avere sete.
Il fatto che gli avesse chiesto una cosa simile, lo aveva reso davvero felice, perché questo significava che lui era l’unico che si poteva godere le sue confessioni la sera, l’unico che poteva tenerla stretta a sé mentre si agitava la notte, l’unico che sentiva il suo respiro leggero sul viso.
Solo lui aveva questo privilegio.
 
Per Ashton e Nikki diventò un’abitudine dormire insieme.
Lui le metteva un braccio attorno alla vita e lei a volte si accoccolava vicino a lui.
Nikki non si era mai sentita così protetta in tutta la sua vita, sentiva che se c’era quel ragazzo affianco a lei nulla sarebbe accaduto.
Nonostante questo non smise di avere paura.
 

Una notte.
 
Ashton era già addormentato sul letto, era stata una giornata pesante, aveva raccontato a Nikki delle registrazione che avevano fatto per il nuovo album, e di come la cosa prendesse molto tutti i ragazzi.
Le aveva raccontato che erano una band, ma lei non lo sapeva.
La musica non era stata nella sua vita negli ultimi nove anni, per lei non era indispensabile quindi.
Guardò il ragazzo attentamente mentre dormiva.
I lineamenti quasi perfetti e il naso dritto.
Gli si avvicino e gli tolse gli occhiali da lettura che si era scordato addosso mentre faceva le parole crociate.
Era una mezza sega nei cruciverba, ma si ostinava a volerli fare.
Ridacchiò tra sé e sé.
L’osservò finché non si mosse nel sonno.
 - ...lasciala stare – iniziò a borbottare.
Nikki si andò a sedere affianco a lui, pronta a svegliarlo in caso fosse un brutto sogno.
Ashton lo faceva spesso con lei, la svegliava mentre i ricordi invadevano i suoi sogni, non permettendole di trovare la pace nemmeno nel risposo.
Per questo non aveva ancora lasciato del tutto l’idea principale che aveva sempre avuto, quella di uccidersi, perché lei in fondo voleva solo questo: un po’ di pace.
Niente pensieri, niente ricordi, niente sogni.
Niente di niente.
 - .. sei? Non ... smettila.– continuò Ashton.
A Nikki appariva sempre meno un bel sogno, quindi optò per svegliarlo.
Lo scosse un poco, molto delicatamente.
Ashton si svegliò di scatto, ma non certo grazie a lei.
La guardò e sembrò sollevato.
 - Grazie al cielo – disse abbracciandola impulsivamente.
 - Tutto bene? – chiese confusa dal gesto.
 - Ora si –
Sorrise.
 - Non sono riuscita a svegliarti in tempo mentre facevi quel sogno – abbassò lo sguardo – mi dispiace così tanto - .
 - Ehi, non preoccuparti, era solo un sogno –
 - Lo so, ma tu mi svegli sempre per impedirmi di continuare a sognare la notte –
Sorrise teneramente.
 - I tuoi incubi sono peggiori dei miei –
 - Mi dispiace – ripeté di nuovo.
Le baciò la fronte.
 - Smettila di dispiacerti bambolina – la guardò un attimo – non sei la responsabile di tutti i mali del mondo come probabilmente credi –
Restò in silenzio.
 - Hai mai paura Ash? – chiese all’improvviso.
Era confuso a questa domanda, ma decise di rispondere comunque, perché a ogni sua confessione precedeva una domanda.
L’aveva imparato durante le notti in cui lei non riusciva a dormire.
 - Ho paura dei clown.. – Nikki rise – ehi, guarda che i clown sono orribili con quei loro nasi rossi e le scarpe sproporzionate – si lamentò.
Nikki gli passò una mano fredda sul braccio per incitarlo ad andare avanti.
 - Ho paura dell’uomo nero, degli attori di Beautiful..- ci pensò un attimo. 
 - Io avevo paura di svegliarmi tempo fa – disse lei.
Ashton la guardò confuso.
 - Avevo paura di svegliarmi dal sonno e di dover sopportare quello che...- si bloccò.
 - Quello che cosa Nikki? – chiese dolce cercando di incitarla ad andare avanti.
Lei lo guardò.
 - Quello per cui dovevo pagare – disse con un filo di voce, come se qualcun altro oltre a lui la potesse sentire.
La guardò mentre si portava le ginocchia al petto per sentirsi al sicuro.
Non le fece domande, sapeva che non rispondeva, soprattutto se non era pronta a dire le cose.
Come se non le avesse ancora metabolizzate, anche dopo così tanto tempo.
 - Se non ero perfetta mi sbatteva al muro, e spegneva la sigaretta sulla mia pelle- rabbrividì a quel ricordo vivido, e si circondò le ginocchia con le braccia.
Ashton la guardò, e vide quello sguardo vuoto che aveva la maggior parte della giornata.
Le mise un braccio dietro le spalle e la portò vicino a se, facendole mettere la testa sulla sua spalla.
Le posò un bacio sulla testa.
 - Nessuno ti farà del male qui –
 - Ho paura che mi ritrovi –
 - Non accadrà –
Restò in silenzio.
Nikki era terrorizzata dalla persona che le aveva fatto tutto questo, il che era sorprendente, perché oltre che terrorizzata avrebbe dovuto essere arrabbiata con quella persona.
Avrebbe dovuto desiderare vendetta come avrebbe fatto chiunque, ma sembrava invece che lo giustificasse.
Non le permise di divincolarsi dal suo abbraccio.
 - Sei stanca? – chiese accarezzandole i capelli mentre lei lasciava andare le gambe.
Non rispose, così iniziò a canticchiare finché non seppe per certo che stava dormendo.
A Ashton non pesava fare le ore piccole per controllare che dormisse, o che fosse ancora lì, gli faceva piacere che restasse accanto a lui.
La fece stendere delicatamente e si mise di fronte a lei, la teneva sempre stretta a sé con le braccia, aveva davvero paura che scappasse e che facesse qualcosa di orribile.
Non passarono nemmeno dieci minuti che sentì Nikki iniziare a muoversi.
La tenne sempre stretta a sé.
Sentì il viso della ragazza più vicino al suo, e poi un paio di labbra che si posavano sulla sua guancia.
 - Grazie per le notti che passi con me – sussurrò.




Hola ciambelline** 
Sono in pieno spirito spagnolo.. mi sento mui caliente(?).. sarà perchè ho tre maglioni? Mah, io dico di si.
La vostra autrice preferita (se certo, come no), è tornata per aggiornare *cori di incitamento da parte del pubblico*, e come un orologio svizzero, anche oggi come ogni sacrosanto sabato ho aggiunto un nuovo capitolo... e voi davvero non potete immaginare la fatica che faccio per aggiornare in modo puntuale, vistpo che l'unica volta che sono stata puntuale nella mia vita, è stato quando sono nata xD 
Io sono il tipo di persona che se non arriva con almeno 15 minuti di ritardo non è contenta... Sono una ritardataria cronica in tutto: appuntamenti, visite dal medico, per andare a scuola, per il ciclo (?) LOL.
Comunque... vi siete divertite a carnevale? Avete sfilato? O siete semplicemente andati a comprare dei coriandoli e a buttarli in modo violento in faccia alle persone (è la cosa che preferisco del carnevale).
Passando alle cose serie (Questa frase se avete notate c'è sempre nella parte dell'autrice.. rende tutto molto più sofisticato, non credete miei pasticcini?), avete notato che capitolo dolcino che ho scritto? Sarà stato il sovraccarico di zuccheri, sarà perchè mi sono letta i messaggi della mia amica che fa con suo moroso, ma è uscita questa cosa qui :D 
Per chi di voi, come me, è poco romantico, so che non apprezzerà particolarmente.. vi chiedo di perdonarmi in tal caso.
Comunque miei piccoli muffin, vi ricordo che questa sera fanno Harry potter e i doni della morte, la prima parte (che io non ho mai visto), e io OVVIAMENTE, lo vedrò.. anche perchè è l'unico che mi manca... Ho visto Harry Potter e i doni della morte parte seconda. ma non la prima... Sono un genio incompreso... MOLTO INCOMPRESO, ma mi rincuoro dicendomi che anche Einstein era un genio incompreso all'inizio... Dite che se mi faccio cadere una mela in testa e faccio qualche foto con i capelli bianchi e da pazza divento un genio anche io? (E' UNA DOMANDA RETORICA.. NON RISPONDETE VI PREGO!)
Mi sembra che anche questa volta ho scritto abbastanza scemenze.. spero che non tutti leggiate la parte dell'autrice che altrimenti per me è davvero la fine.. 
Vi auguro un buon weekend, e mangiate tanti dolci ** 
Un bacio, 
Lily**

 

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Capitolo 7
*** Agorafobia. ***


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Capitolo 7: AGORAFOBIA
 
 
Nikki si svegliò sola nel letto.
Dov’era Ashton? Dormivano sempre insieme, perché non c’era?
Si alzò di scatto e aprì la porta di scatto.
Nell’aprirla però colpì un povero passante del corridoio.
 - Ahio – disse lamentandosi il passante.
La ragazza guardò chi aveva colpito, ed il fortunato vincitore era Michael.
 - Scusa – disse avvicinandosi.
Il ragazzo teneva una mano davanti al naso colpito.
 - Credo esca sangue – disse tranquillo.
Il panico si fece largo in Nikki.
 - Mi dispiace tantissimo Michael – abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi, chinò il capo – puoi tirarmi un pugno –
Michael la guardò come se fosse impazzita.
 - Perché dovrei? – chiese confuso.
 - Ti ho male. Dovresti farne a me, così siamo pari –
Il moro scoppiò a ridere.
 - Qui non si fa così. Un semplice scusa basta – disse sorridendo le diede un bacio sulla fronte – vieni a farmi da crocerossina se la cosa può farti sentire meglio-.
 - Davvero non vuoi picchiarmi? – chiese aprendo gli occhi e guardandolo confusa.
Le prese una mano per rassicurarla.
 - Nessuno alzerà mai più un dito su di te Nikki.-
Nikki gli rivolse uno sguardo riconoscente.
 - Vieni crocerossina – le prese una mano e la portò in bagno con lui.
La ragazza lo fece sedere e gli si mise davanti, con delicatezza gli pulì il sangue.
 - Ora devo fare una cosa che non ti farà molto piacere- disse guardandolo dispiaciuta.
 - Cosa? – chiese confuso.
 - Controllare che non sia rotto –
Michael annuì sorpreso di come Nikki sapesse queste cose.
Sentì che iniziò a fare pressione sul naso dolorante, e si lasciò scappare un piccolo gemito di dolore.
Dolore che sembrò trasmettersi sul volto della ragazza.
 - È rotto – sussurrò – mi dispiace così tanto – .
Tra i due, quella che soffriva di più sembrava essere la ragazza, che aveva gli occhi lucidi, e il volto più pallido del normale.
 - Ehi tranquilla – disse alzandosi e andando verso di lei.
Le lacrime iniziarono a solcarle il volto.
 - Merito che tu mi odi – continuò.
 - No, ti sbagli, è stato un incidente – le mise le mani sulle spalle e poi l’abbracciò – non ti odio bambolina -.
La porta si aprì ed entrò Luke assonnato.
Li guardò senza fare troppo caso a chi fossero visto che ancora non aveva messo a fuoco l’ambiente circostante, nonostante questo arrivò al lavandino, e prese uno spazzolino.
Iniziò a delineare i contorni delle cose, e a quel punto notò le lacrime di Nikki.
 - Ehi piccola, che ti ha fatto questo maniaco? – chiese prendendole un braccio e avvicinandola a sé mentre guardava Michael in cagnesco.
 - Gli ho rotto il naso – sussurrò.
Per poco il biondo non sputò lo spazzolino che aveva in bocca nell’occhio dell’amico.
Come poteva un esserino come lei rompere il naso a un buzzurro come lui?
Scoppiò a ridere.                             
 - Beh se lo meritava probabilmente-
Nikki sembrò ancora più triste a quell’affermazione.
 - Devi andare in ospedale Mike – sussurrò.
Il moro annuì e uscì portandosi dietro la ragazza, che tra i due sembrava essere lei quella ferita.
Luke restò a lavarsi i denti in bagno mentre ridacchiava ancora su come fosse possibile che la bambolina avesse fatto male anche minimamente al suo amico.
Calum comparve all’orizzonte cantando allegramente “Jingle bells”, ma la sua allegria, oltre che a essere fuori luogo perché non era Natale, scomparve quando vide Nikki triste affiancata da Michael.
Corse da lei e l’abbracciò.
 - Piccola, che cosa ti ha fatto il maniaco di Mike? – la guardò negli occhi – ti ha chiesto di fare sesso vero? –
Michael era piuttosto irritato.
 - Ma perché pensate sempre tutti che io le abbia fatto qualcosa? Soprattutto io non le ho chiesto di fare ses.. –
 - Oddio Nikki stai bene? – accorse anche Ashton – che ti ha fatto Michael? –
La portò via dalle braccia di Calum per portarla nelle sue.
 - Gli ho rotto il naso – disse la ragazza con un filo di voce.
Entrambi la guardarono confusi.
 - Ho aperto la porta mentre lui passava e l’ho preso in pieno – abbassò lo sguardo e cerco la mano di Michael, che gliela strinse dolcemente – e così tanto – poi alzò lo sguardo su Ashton – portalo in ospedale -. 

Dopo aver spiegato a tutti la situazione del naso di Michael, mentre lo stesso ferito consolava  Nikki sul divano, quasi come se fosse stata lei a ricevere il colpo, decisero di fare un salto al pronto soccorso più vicino.
 - Allora andiamo a fare un giro in ospedale? – chiese Luke divertito.
 - Okay dai, e ora andate tutti a cambiarvi. In ospedale non si sta in pigiama – disse Calum alzandosi dal divano e andando verso Nikki.
 - Cosa c’è che non va piccola? – chiese dolcemente.
Lei lo guardò un attimo.
 - Le mie scuse non faranno guarire il suo naso. Ho combinato un casino – sussurrò.
Calum sorrise.
 - Ehi, non è colpa tua. È lui che dovrebbe stare più attento a ciò che combina. Se lo sarebbe rotto da solo prima o poi. Come quella volta che alzandosi dalla sedia si è storto la caviglia –
La ragazza sorrise e Calum le mise una mano sulla testa e le scompigliò i capelli.
Ashton guardava cosa accadeva da lontano, e Michael con i fazzolettini nel naso, non poté fare a meno di notare l’espressione che aveva sul volto l’amico.
Gli andò vicino e gli mise una mano sulla spalla.
 - Dimmi che non è come penso – disse serio.
Ashton lo guardò confuso.
 - Io non so a cosa pensi –
 - Amico, guardami e dimmi che non hai cotta per la bambolina – gli si mise di fronte.
Il ragazzo lo guardò confuso e sorpreso da una simile affermazione.
 - Non è come pensi, io sono innamorato di te mio dolce ferito – disse scherzandoci sopra.
Michael lo guardò e rise.
 - Mi sembra ovvio. Io sono FAVOLOSO! – detto questo se ne andò.
Subito dopo sentì qualcuno posargli una mano sul braccio.
Era Nikki.
 - Io non vengo all’ospedale – disse decisa.
La guardò confuso.
 - Porto sfortuna –
 - Vieni in camera – la trascinò nella stanza e chiuse la porta – che cosa stai dicendo ? Tu non porti sfortuna – le disse dolcemente.
Lo sguardo nero e malinconico gli puntò addosso.
Scosse la testa facendo segno di no, e poi la biondino andò a sedersi sul letto.
 - Ho paura di uscire – sussurrò.
Ash la guardò sorpreso e piuttosto confuso, le andò vicino mentre la ragazza giocava con una ciocca di capelli in modo piuttosto nervoso.
Nervoso, perché sapeva a che domanda stava andando incontro: “Perché hai paura di uscire?”.
 - Succederà qualcosa di brutto. Non voglio che accada di nuovo – si la sciò sfuggire.
 - Nikki, di cosa stai parlando? Non succederà nulla –
La ragazza era davvero certa di ciò di cui stava parlando, come se fosse possibile che uscendo potesse accadere qualcosa di orribile.
 - Non accadrà nulla- le disse cercando di convincerla.
 - Non puoi saperlo –
 - Nemmeno tu –
Alzò lo sguardo.
 - Tu non capisci –
 - E allora spiegami cosa non capisco – disse dolcemente.
Nikki aprì leggermente la bocca, come se stesse per dire qualcosa, ma poi la richiuse.
Lo guardò insicura.
 - Non voglio che vi succeda qualcosa di male- bofonchiò.
Si sedette sul letto affianco a lei, aspettando che gli desse una motivazione più valida di quella.
Aspettò, ma non arrivò nessuna risposta.
La osservò mentre era in quello stato di silenzio, e trovò quello sguardo vuoto.
 - Ti prometto che non accadrà nulla – le sussurrò.
Lo sguardo riprese vita improvvisamente.
 - E se accadesse? –
Sembrava che un’intera montagna di insicurezza le fosse crollata addosso.
 - Ti ho promesso che non succederà –
Lo sguardo insicuro non si dissolse, ma nonostante questo prese i suoi vestiti e andò a cambiarsi in bagno.
Se c’era una cosa alla quale Nikki non credeva, quelle erano le promesse; ma sapeva che non poteva continuare a fare la testarda, dopotutto era lei la causa del naso rotto.
Si fece coraggio, nonostante la cosa la spaventasse a morte.
Aveva paura di uscire all’aria aperta, di lasciare quella casa così sicura, e Ashton non poteva minimamente intuire quanto lei fosse terrorizzata dagli spazi aperti, visto che tra i due, non era certo lui quello che era stato segregato in casa per più di un paio di anni.
Dalla propria prigione non si sfugge.
Mentre la ragazza si cambiava, Ash rifletté sulle parole di Michael.
È impossibile che io abbia una cotta per lei. Io voglio solo proteggerla, niente di più.
Sapeva di mentire a se stesso, ma non era ancora ponto per poter assimilare una cosa simile, sarebbe stato dannoso per lui e soprattutto per lei.
Nikki uscì dal bagno nello stesso istante in cui entrava Calum.
 - Andiamo ragazzi – disse con già il cappello in testa.
La ragazza sbiancò a queste parole, e a passi insicuri  raggiunse gli altri in salotto.
Aprirono la porta e uscirono tutti lentamente, Nikki non si mosse dalla soglia della porta.
 - Ehi piccola, vieni – Cal le sorrise e le tese una mano, lei iniziò a camminare verso di lui.
Appena varcò la soglia iniziò a respirare a fatica.
Fece un paio di passi verso l’ascensore sempre con Cal affianco.
Il panico di non essere più nella zona che credeva sicura la stava lentamente schiacciando.
La schiacciò a tal punto che smise di respirare e un gridò le si gelò in gola.
 
 
La ragazza sentiva un peso sulla pancia.
Aprì gli occhi lentamente e si accorse di essere stesa a letto, con Ash seduto su una sedia e con la testa sul suo stomaco.
Si era addormentato.
Nikki sorrise dolcemente, anche se non capiva com’era finita lì, visto che un attimo prima stava camminando per il corridoio.
Il ragazzo si mosse un poco prima di svegliarsi.
 - Accidenti mi sono addormentato – parlò da solo.
 - Spero tu abbia dormito bene – sorrise Nikki.
Lui la guardò preoccupato.
 - Stai bene? – chiese.
 - Si. Non capisco come mai sono qui però –
 - Hai perso i sensi –
Lei lo guardò dispiaciuta.
 - Non volevo..-
Ash rise.
 - Lo so piccola- le accarezzò i capelli – mi hai fatto prendere un colpo – si alzò e Nikki si mise seduta.
 - Mike è andato in ospedale vero? – chiese preoccupata.
Sempre meno Ashton non riusciva a capacitarsi del fatto che Nik si preoccupasse prima degli altri e solo poi di se stessa, e non le importava minimamente delle condizioni in cui si trovava.
 - Siamo solo io e te adesso, gli altri stanno facendo la coda al pronto soccorso –
Annuì e cercò di alzarsi.
Cadde all’indietro poco dopo.
 - Ho perso l’equilibrio- disse sorridendo mentre Ashton per poco non faceva un infarto.
 - Credo di essere morto – disse mettendosi una mano all’altezza del cuore.
Nikki rise, e Ash le si sedette affianco.
 - Perché sei svenuta prima? – chiese curioso.
La ragazza chiuse gli occhi.
 - Ero terrorizzata – sussurrò – non sopportavo il fatto di non essere più in una zona sicura –
 - Eri nel corridoio.. –
 - E avevo paura – disse interrompendolo.
Si stese vicino a lei e le mise un braccio sulla vita esile. Ancora si sentiva la sporgenza delle ossa, anche se sembrava un po’ più lieve da quando era arrivata.
 - Non ti lascerò chiusa in casa –
Cercò il suo sguardo che trovò poco dopo.
 - Creo così tanti problemi – sospirò triste.
Le sorrise rassicurandola.
 - Perché hai paura di uscire? – chiese dolcemente.
Lo sguardo nero puntò il soffitto.
Sospirò di nuovo.
 - L’ultima volta che sono uscita sono stata la causa della morte di una persona – era appena percettibile quello che stava dicendo, come se avesse paura che qualcuno oltre a loro potesse sentirli.
Si notava che la ferita che aveva era ancora aperta, e sanguinante.
Aveva gli occhi umidi.
 - Dopo quel giorno non sono più uscita – c’era una nota di disperazione nella sua voce.
Le lasciò un bacio sulla guancia.
Nonostante accorciasse le distanze tra loro, la sentiva sempre troppo lontano, come se vivesse su un altro pianeta ad anni luci dal suo.
 - A chi avresti fatto del male? – chiese.
Lei non rispose, e non aveva la minima intenzione di farlo.
 - Quanto tempo fa è successo? Da quanto non esci di casa – chiese cambiando domanda.
Ashton non si aspettava una risposta come quella che Nikki gli stava per dare.
 - Nove anni – sussurrò.
Al ragazzo venne un colpo.
Come poteva una persona restare chiusa in casa per tutto quel tempo?
Casa, poi, era una parola grossa per lei, visto che per Ash era impensabile che qualche suo parente avesse potuto divertirsi a spegnere le sigarette su di lei.
Era stata chiusa in una prigione.
Avrebbe voluto chiedergli qualcos’altro sul suo passato, ma le aveva già chiesto troppo, non voleva costringerla a rispondere, e soprattutto non voleva farle ricordare altre cose spiacevoli.
 - Sono molti anni – sussurrò girandosi su un fianco a guardarla.
La vide chiudere gli occhi.
 - Si chiama Agorafobia-.



Good evening ciambelline belle al cioccolato.
LO SO! LO SO! Sono in ritardo pasticcini! 
Perdonatemi per favore, anche perchè non mi sono molto divertita questo sabato, visto che ho fatto il mio "favoloso" disegno di tecnica.
Non è favoloso in realtà il mio disegno, ma l'ho colorato bene. 
SCUSATEMI!
Sapete, mi stavo chiedendo una cosa, esistono i gatti-gufo? 
Sarebbero adorabili non credete? (Tutta colpa di Harry potter e di tutte le creature strane che ci sono nei film della saga).
Comunque piccoli muffin, il capitolo come avete notato, non è sdolcinato come quello precedente, quindi non ho mangiato tanti dolci da come si può notare.
Diciamo che più che altro non ho avuto tempo di comprare della buona cioccolata e di mangiarla tutta in modo ossessivo-compulsivo.
Scusate se non ho scritto molto in questa "PARTE AUTRICE", che so che amate.. la prossima sarà più lunga... forse.
E cercherò di aggiornare in orario.
Grazie per continuare a leggere la mia storia.
Vi adoro.
Bye ciambelline** 
Lily

 

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Capitolo 8
*** Piccoli passi. ***


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CAPITOLO 8: "PICCOLI PASSI" 

Nikki stava guardando il naso fasciato di Michael che le stava raccontando com’era riuscito a farsi dare il codice rosso per poter entrare subito negli ambulatori.
-  … così per aspettare di meno, Luke mi ha tirato un pugno sul naso facendomi uscire sangue e siamo entrati –
Nikki lo guardò ancora più preoccupata.
Gli appoggiò una mano sul viso dolcemente.
-  Ti ha fatto male? Com… - Michael la interruppe ridendo.
- I veri uomini non provano dolore bambol…-
-Ma se stavi per piangere – disse ridendo Luke sedendosi sul divano con loro.
Mike lo guardò stizzito perché gli aveva fatto fare brutta figura davanti alla loro biondina.
-  È che sono allergico al pronto soccorso. Mi lacrimavano gli occhi – continuò leggermente offeso
Spostò lo sguardo su quello Nikki ancora preoccupata.
- Ma ora sto meglio. Molto meglio- disse per rincuorarla e mettendo la mano sulla sua fredda.
Le sorrise e lei si alzò dal divano.
-  Sei stato coraggioso, ti meriti una torta, la vorresti? -  chiese sorridendo.
Gli si illuminarono gli occhi.
-  Si per favore – disse con tono supplichevole.
Luke si alzò subito dopo per seguirla a ruota in cucina, si era auto nominato aiuto-chef.
Cal e Ash intanto parlavano tra loro.
- Agorafobia- rispose a una delle trecento domande che Cal gli stava facendo - ha paura di uscire di casa, é letteralmente terrorizzata -
Cal fermò la sua cascata di parole e diventò serio.
- A questo punto non mi sorprenderebbe se avesse paura delle farfalle -
- Non fare del sarcasmo - disse seccato Ash.
I due ogni tanto parlavano di Nikki, ma Ash non gli aveva mai detto nulla delle cose che la ragazza gli diceva alla sera quando si ritrovavano nello stesso posto da soli, quelli erano i loro segreti e anche se il biondo continuava a sostenere che non diceva nulla a nessuno per proteggerla presto sarebbe arrivato alla vera ragione che si nascondeva.
A tutti a grandi linee andava bene che Ash parlasse di più con Nikki e che lui sapesse cose che loro ignoravano, ma credevano che se avesse saputo cose di particolare importanza gliele avrebbe dette.
Credevano male.
L'unico a cui non andava bene, era Cal, lo seccava un po' la cosa.
- Non era sarcasmo - disse secco.
- Lo sembrava -.
Ebbero uno scambio di sguardi poco amichevoli, che però venne interrotto da un botto e da un immensa nuvola bianca che improvvisamente si stava formando in cucina.
La guardando dilagarsi anche in salotto prima di ricordarsi che in cucina c'erano Nikki e Luke.
Uscirono un attimo dopo ricoperti di farina che tossivano nuvole bianche, entrambi non avevano più i capelli biondo miele, ma più tendenti al bianco farina.
Michael si avvicinò per primo ai due, e scrollò un po' di farina dai capelli della ragazza.
- Sembri un pupazzo di neve - disse ridendo.
La ragazza lo guardò e gli fece un sorriso sghembo.
 - Mi manca solo una carota al posto del naso allora - ridacchiò Nikki.
A queste parole tutti la guardarono stupiti, perché la ragazza che fino a otto giorni prima era rannicchiata nell'angolo del salotto, ora aveva fatto una battuta.
Lei si sentì piuttosto a disagio con tutti quegli sguardi puntati addosso.
- Mi dispiace - disse non sapendo cosa dire e coprendosi il volto con le mani per l'imbarazzo.
Mike scoppiò a ridere e le diede un bacio sulla fronte lasciandole la forma delle sue labbra sulla fronte.
- Hai fatto una battuta, non dispiacerti bambolina - le pulì un po' il viso dalla farina e a sua insaputa le disegnò dei baffetti togliendogli la farina dalle guance.
Le donavano molto.
- E a me nessuno pulisce amorevolmente il viso?- chiese Luke offeso.
Michael lo guardò e gli mandò un bacio.
- A te avrei pensato dopo AMORRRRE. ARGH! - gli disse ammiccante.
Il biondino lo guardò e fece un "Argh" sommesso e ammiccante pure lui.
- Se vuoi ti do una mano io - si offrì gentilmente Nikki ancora con i baffetti alla francese - sempre se non preferisci Mike - sorrise.
Il biondo guardò lei e poi l'amico.
Tutti sapevano la risposta che avrebbe dato Luke.
Mise una mano sulla spalla dell'amico.
- Mike, per quanto io ti possa amare, preferisco la dolce Nik - disse drammaticamente.
Mike rimase un po' deluso lo stesso dalla scelta del biondo, ma decise di non discutere.
- Si può sapere come avete fatto a ridurvi così? - chiese Cal andando da loro.
Tolse i baffetti dal suo viso.
- Ho rovesciato due kili di farina- disse Luke tranquillo.
Il moro lo guardò male.
- Sei un pessimo aiuto cuoco - sbuffò - non meriti questa onorificenza -
Ashton non si era ancora unito a loro, perché non poteva fare a meno di togliere gli occhi di dosso a Nikki, che in quel momento sembrava davvero felice.
Niente sguardi nervosi, vuoti o spenti.
Anche gli occhi le sorridevano, il nero emanava luce, e in quel momento le sembrava davvero bellissima, anche se era ricoperta di farina da testa ai piedi, e aveva ancora i leggermente tracciati vicino alle labbra.
Un sorriso naturale in risposta al sorriso della ragazza, si fece largo sul volto di Ashton, che nemmeno si accorgeva che stava sorridendo e tanto meno ne conosceva il motivo.
Non fu l'unico dei presenti nella stanza ad accorgersi della bellezza che emanava il viso sorridente di Nik, anche a Calum infatti saltò all'occhio quella caratteristica.
Un attimo dopo Nik sparì con Luke verso il bagno per aiutare l'impedito a pulirsi.
 
 
 
 
Mike doveva tornare in ospedale per pagare la visita medica di un paio di ore prima, e andare a fare la spesa, come ogni brava casalinga.
Luke decise di andare con lui, lasciando a casa il resto del popolo
Nikki si diresse in cucina a pulire il disastro combinato poco prima dal biondo.
Cal la raggiunse mentre Ash dormiva sul divano tranquillo.
La guardò mentre prendeva uno straccio da sotto il lavandino, solo dopo la ragazza si accorse della presenza del moro.
Sorrise e gli andò in contro.
- Ash dorme ancora? - chiese a bassa voce.
Cal annuì.
Nikki si mise sullo stipite della porta, perché da lì aveva la completa visuale del salotto, e in quel momento il suo sguardo era concentrato su Ashton.
Vedeva il suo ventre alzarsi e abbassarsi, lo sguardo si spense un attimo.
- Dorme perché a causa mia da le ore piccole - tornò al tavolo e iniziò a pulirlo con lo straccio.
La ragazza aveva perso la bellezza di prima, ora era tornata vuota, e con lo sguardo privo di emozioni. Vuoto.
Cal la osservava in silenzio mentre faceva le cose come un automa.
- Prima eri bellissima - disse.
La ragazza smise immediatamente di fare ciò che stava facendo e si girò a guardalo confusa.
Il ragazzo le sorrise per nulla imbarazzato, anche perché Nikki lo era per entrambi.
- Quando ridevi prima, lo hai fatto veramente, per la prima volta da quando sei qui - le si avvicinò, le prese la mano, e le fece fare una piroetta facendole scappare una risata - sei bellissima - le disse di nuovo.
Sento di nuovo quelle parole, Nikki sprofondò di nuovo nell'imbarazzo, e le pallide guance acquistarono un colorito roseo naturale.
Nessuno le aveva mai detto che era bella nel modo in cui lo stava facendo lui, con lo sguardo fisso e l'espressione seria, tanto meno che era bellissima; ma in fondo, lei non credeva  a quello che le diceva quel ragazzo.
Lo sguardo puntato sui piedi , era un altro segno di imbarazzo.
- Qualcuno ti ha mai fatto un complimento? - le chiese.
Gli fece cenno di no e lui sorrise.
- E' consuetudine rispondere grazie quando qualcuno di fa un complimento. Riproviamo - si schiarì la voce - Nik quando sorridi sei bellissima -.
Aspettò la risposta timida della ragazza.
-Grazie - sussurrò.
Le baciò la fronte.
- Ti vorresti fidare di me per un minuto? - le chiese all'improvviso.
Lo guardò confusa.
- Non capisco -
- Mi concedi un minuto della tua fiducia?-.
Lei annuì titubante, così lui prese uno straccio pulito e gli bendò gli occhi.
- Cal non mi piace - disse paralizzata.
Stava iniziando ad avere paura, e Cal gli strinse la mano dolcemente.
- Non ti farò del male - gli prese anche l'altra mano - fammi essere i tuoi occhi per un minuto -
Calum era intenzionato a farle capire che poteva sentirsi al sicuro anche fuori da quella casa, voleva farle sapere che finché ci saranno loro, nessuno le potrà fare del male.
Iniziò a guidarla per la casa.
- Piccoli passi bambolina.. - fecero un paio di passi incerti - attenta alla spazzola vicino al tuo piede destro.
Come un soldatino Nikki eseguiva i comandi.
Nel frattempo Ashton si era svegliato e guardava curioso quello che stava accadendo in modo confuso.
Cal la portò davanti all'ingresso, e aprì la porta silenziosamente, in modo da non farle capire quello che stava facendo.
Le fece fare cinque passi nel corridoio e poi la fermò.
- Il minuto è finito - le disse.
- E ora? - chiese lei.
- Sei bellissima quando sorridi-
Silenzio.
Ashton per poco non fece un infarto a sentire quelle parole .
- Grazie - sussurrò.
Il biondo non sentì effettivamente il grazie, lo capì dal movimento delle sue labbra.
Ma che diamine vuoi fare Calum?
Era infastidito dalle parole che gli aveva appena detto. Molto infastidito e turbato.
Turbato che ora Cal potesse soffiargli il posto nel letto con lei, e togliergli quei privilegi a cui lui non voleva rinunciare per nulla al mondo.
Nikki era il privilegio. Sentirla vicino e poterla sentire parlare di se stessa era un altro dei privilegi.
- Se ti dico che sei al sicuro ti fidi?- continuò Cal.
Lei restò in silenzio e non rispose.
- Nikki sussurrò per incitarla a una risposta sincera.
Lei fece segno di no, e la sua mano tremante strinse di più quella del ragazzo.
- Ho paura - sussurrò.
- Non devi-
- Posso togliermi la benda? -chiese con una nota di disperazione nella voce.
Gliela tolse Cal delicatamente, e appena lei capì di non essere nel luogo che riteneva sicuro, venne pervasa dal terrore.
Ash corse fuori a prenderla e la trascinò dentro.
La prese tra le braccia.
- Sei qui ora, non preoccuparti - disse puntando lo sguardo nel suo.
Lei annuì ancora spaventata.
Ashton lanciò un'occhiataccia di fuoco a Callum, che restava sul ciglio della porta a guardare la reazione che aveva appena provocato a Nikki, aveva graffiato la sua corazza di porcellana.
Si accorse che la fiducia che gli aveva concesso per quel breve minuto, era andata distrutto, in fumo completamente, e non avrebbe mai riavuto quel fumo indietro.
Ashton la fece sedere sul divano.
- Sei al sicuro - disse posandole una mano sulla spalla.
Lei annuì chiudendo gli occhi.
Il moro non si schiodava dalla soglia della porta e imperterrito continuava a puntare gli occhi sulla ragazza.
Voleva aiutarla a uscire di casa, non a chiudersi dentro.
Le si avvicinò dispiaciuto, ma ricevette un'occhiataccia minacciosa dall'amico.
Gli fermò la mano che si stava avvicinando ai capelli biondi di lei,
"Hai fatto abbastanza, non credi?" mimò con le labbra.
Cal abbassò la mano e la riportò al suo posto.
- Mi dispiace - sussurrò sedendosi vicino a lei ignorandogli sguardi omicida del biondo.
La ragazza alzò lo sguardo e annuì.
- Volevo solo farti capire che puoi essere al sicuro anche fuori da qui - le prese la mano - non volevo ferirti in alcun modo Nikki. Mi perdonerai mai? -
Restò in silenzio una decina di secondi prima di parlare.
- Non devi scusarti. Non hai niente per cui dovresti essere scusato. Hai solo cercato di aiutarmi - sospirò - è solo colpa mia se il tuo aiuto non è andato a buon fine - restò in silenzio - mi dispiace Cal -
Alla fine a scusarsi era sempre lei.
Sembrava che si credesse davvero la causa di tutti i mali del mondo, e una cosa era certa, anche se non lo era, lei ne portava il peso.
Ed era un peso che l'avrebbe schiacciata.


Hola ciambelline! 
Lo so ho saltato un sabato.
Lo so che non sono stata puntuale.
Lo so che non vi ho avvisato del mio ritardo. 
Lo so che mi vorrete inseguire con toce e forconi e... no aspettate quasto spero di non saperlo!
Comunque ho una valida motivazione! Perchè quella simpaticona della mia chiavetta usb ha deciso di danneggiare proprio il file che mi serviva appena avevo finito il capitolo.. quindi non solo ora non si apre più tutto il file della storia, ma ho bisogno di una nuova chiavetta usb... Ma non preoccupatevi per la storia, perchè io sono previdente, e scrivo tutto a manina cara su un quadernino, quindi la storia è salva (SONO UN GENIO LO SO.)
Scusate ancora per il ritardo comunque :'( Mi dispiace davvero tanto.
Proverò a fare in modo che non capiti più... ma sappiate che sono una ritardataria cronica, quindi non prometto nulla, e spero che voi non vi irritiate così tanto da prendere forconi e torce .
O olio bollente.
O seghe elettrice.
O dovrei smetterla di parlare e dare queste idee.
Parlando di cose serie (e cambiando astutamente argomento), this is the new capitol pasticcini miei , spero vi piaccia. 
GRAZIE AI MUFFIN CHE RECENSISCONO OGNI MIO PICCOLO DELIRIO DI CAPITOLO <3 Siete dolcissime (e buonissime). 

Grazie ancora** 
Un bacio Lily <3 




 

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Capitolo 9
*** Perché mi chiami bambolina? ***


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CAPITOLO 9: PERCHE’  MI CHIAMI BAMBOLINA?


Nikki stava accarezzando il gatto.
Sembrava stare simpatica alla bestiolina, cosa che invece non si poteva dire di Luke, visto che il gatto tentava in continuazione alla sua vita.
In casa c’erano solo Luke che dormiva, lei sui divano, e Ashton che andò a sedersi affianco a lei.
-Sembri Piacergli – disse sorridendo.
- Già, mi domando il perché – sorrise triste continuando a fare i grattini sulla testa al gatto.
Ashton si accorse che qualcosa non andava, le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla-
- Cosa non va bambolina? – chiese.
Silenzio.
- Credi che Calum mi odi? – sussurrò.
- No- rispose di scatto – come ti viene in mente una cosa simile? –
Si voltò verso di lui.
- Sei sicuro?-
- Abbastanza, perché?- era confuso.
- Da dopo che il suo aiuto non ha avuto un buon risultato credo mi odi – decretò.
Il ragazzo la guardò dolcemente e le sorrise.
- Cal non ti odia. Solamente è arrabbiato con se stesso per averti f…-
- Ma non deve esserlo, ha solamente cercato di aiutarmi!  - disse con enfasi interrompendo il discorso di Ashton , e facendo prendere paura al gatto che scappò lontano da loro con uno scatto.
- Lo sa, ma non devi preoccuparti…-
La faccia di Nikki era dispiaciuta e colpevole, abbassò lo sguardo.
- Non volevo provocargli nulla di simile - sospirò  - lui voleva solo aiutarmi e io..-
- Nikki non è colpa tua. In alcun modo è colpa tua. Hai capito?- Ashton la prese per le spalle per dirglielo guardandola negli occhi neri – non devi sentirti in colpa -.
- Ma..- cercò di ribattere.
- Ma nulla – sorrise Ashton – Calum è un cretino e non è colpa tua – le posò un bacio sulla fronte – capito bambolina?-.
- Non posso chiedergli scusa quindi? – chiese inclinando il viso.
I capelli le andarono sulla fronte, e le incorniciarono il viso.
Ash le fece una foto mentalmente per ricordarsi dello sguardo che le stava rivolgendo, aveva lo stesso sguardo di un cucciolo che non sapeva cosa fare, era smarrita.
-         Assolutamente no – continuò sorridendo dolcemente – altrimenti sarò costretto a farti il solletico-
Lei lo guardò confusa.
- Ma a me dispiace davv..- non le fece finire la frase, dato che iniziò a farle il solletico sui fianchi.
La ragazza non era abituata a nulla di simile, anche perché nemmeno sapeva di soffrire il solletico.
In quel momento scoprì che lo soffriva, infatti iniziò a ridere.
Ash si fermò un secondo per sentirla ridere, e poi riprese mentre lei tentava invano di difendersi.
Per difendersi cercò di allontanarsi da lui retrocedendo sul divano con la forza delle braccia, per quanta forza potessero effettivamente avere i suoi arti, peccato che  il mobile finì a un certo punto.
Ashton per corrispondere all’allontanarsi di lei, si avvicinava sempre di più, tanto ce finì per sovrastarla a un certo punto, fece un altro movimenti, e per non farle male mise la mano male, che affondò sul cuscino del divano facendogli perdere l’equilibrio, e facendolo cadere dal divano.
Nella caduta però, si portò dietro anche Nikki, che cadde sopra Ash.
Almeno cadde sul morbido.
La biondina scoppiò a ridere mentre lui cercava di non mostrare di essersi fatto troppo male.
Mi sono rotto l’osso sacro, me lo sento. Sono un cretino.
- Stai bene Ash? – chiese sempre ridendo allegra.
Lui la guardò e le fece segno che andava tutto bene.
Era davvero bello quando sorrideva, lo metteva quasi in imbarazzo.
- Ash – lo chiamò portandolo alla realtà – perché mi chiamate tutti bambolina? – chiese scendendo dal suo addome e sedendosi affianco a lui.
Anche il ragazzo si sedette.
La guardò confuso per quella domanda.
- Perché sei fragile, delicata, sembra che tu ti possa rompere da un momento all’altra, come una bambola di porcellana – la guardò negli occhi.
- O un cucciolo abbandonato – disse lei.
- Non mi sembra che tu faccia la pipì sul tappeto-
Risero entrambi.
- Bau – rispose lei divertita.
Nikki era libera in quel momento, libera dalle preoccupazioni dal peso dei problemi, libera di poter provare ad avere una vita normale.
Il gatto tornò da loro e si mise tra le gambe di Nikki iniziando a fare le fusa.
- Per essere un cucciolo di cane non sembri spaventare molto i gatti – rise – ora guarda come si fa il cane-.
Mise il viso davanti a quello del micio, prese un bel respiro e abbaiò .
Il gatto per tutta risposta gli morse il naso e poi altezzosamente gli diede le spalle rimettendosi comodo tra le gambe della ragazza che rideva.
- Sei davvero spaventoso – disse ridendo.
Ash la guardò e arricciò le labbra.
- Guarda che ti mordo – disse.
Lei lo guardò confusa.
- Mi mordi? – chiese sempre confusa.
Il ragazzo sorrise.
- Esatto, in questo modo-
Le si avvicinò e le morse la punta del naso in modo delicato.
Smise di morderla e spostò le labbra in modo da riuscire a percepire il respiro leggero di lei.
Erano a un palmo di mano di distanza.
Ashton dovette invocare tutti gli dei dell’Olimpo, e tutti i santi, per tenere a freno l’impulso di rubarle un bacio.
Lei sorrideva divertita, senza sapere quale forza di volontà stesse esercitando il ragazzo su se stesso.
Merda. Devo allontanarmi.
Si alzò di scatto e corse in cucina, lasciando Nikki confusa.
Credeva di averlo fatto arrabbiare.
Si rattristò all’istante pensando che non riusciva a fare mai nulla di giusto.
Prima Calum, e ora Ashton.
Doveva scusarsi.
Si alzò spostando il gatto che ancora restava sulle sue gambe, si diresse in cucina dove Ash stava realizzando di essere un egoista e che non poteva fare qualcosa di avventato come baciarla.
- Ash – sentì chiamarsi.
Alzò lo sguardo e la vide mentre si guardava i piedi.
- Mi dispiace di averti fatto arrabbiare -.
Il ragazzo la guardò sospirando, ma rimanendo a debita distanza.
-  Bambolina, non hai fatto nulla. Non sono arrabbiato, è solo che… mi è venuto un attacco di nausea. Probabilmente sono allergico al gatto – mentì spudoratamente, ma ciò provocò il sollievo sul viso di lei.
Era sorprendente come la ragazza passasse da uno stato d’animo all’altro.
Un attimo prima era felice, e l’attimo dopo il nulla, dal sorriso sulle labbra allo sguardo senza vita.
In quel caso, dalla felicità alla preoccupazione di aver causato problemi.
Questo perché lei sembrava vedere la vita da un punto diverso.
Dal basso.
Dall’inferiorità.
Lei stessa credeva di non poter essere felice, eppure sembrava che quel pensiero iniziale si stesse rivelando sbagliato.
- Hai bisogno di aiuto? – chiese gentile – lo faccio volentieri se stai male - .
Prima gli altri, poi lei.
Ash fece segno di no, pensò che doveva prendere le distanze per il suo bene, stava anche per dirgli che quella sera sarebbe stato meglio non dormire con lei, ma ci ripensò subito.
Non l’avrebbe lasciata sola.
Non l’avrebbe lasciata sola con Calum.
Lei era la sua bambolina personale. 




Calum entrò in casa , e la prima cosa che fece con lo sguardo, fu quello di cercare una capigliatura biondo cenere.
Fu quella stessa persona che lui cercava ad andare da lui.
Gli occhi che puntavano il pavimento.
Una mano che stringeva l'altra.
- Calum scusami, non volevo ch..-
Scoppiò a ridere, e gli andò incontro.
Le baciò la fronte.
- Bambolina tu non devi scusarti, non sono minimamente arrabbiato con te. Dovrei scusarmi io - continuò sorridendo.
Nikki lo guardò confusa ma annuì ugualmente, mentre Ashton intanto ne se stava in cucina con la testa tra le mani a riflette con il gatto seduto sul tavolo a fissarlo.
- Ma io non voglio essere arrabbiata con te. Io non lo sono - 
Calum le sorrise mentre lei cercava in tutti i modi di addossarsi qualche colpa.
- Si che sei arrabbiata  con me - disse lui - per questo ti ho preso qualcosa  per farmi perdonare -
- Ma ...- cercò di ribattere, ma venne interrotta.
- Ma nulla - le mostrò una busta che teneva in tasca- ho un regalo per te, così so che mi perdonerai - ribadì una seconda volta Calum aprendo il sacchetto e tirando fuori un quaderno in finta pelle nera con dei ricami dorati.
Glielo mise tra le mani.
- E' speciale - le disse mentre lo guardava sorridendo.
Le cose più banale, come un  quaderno con una bella rilegatura, viste dai suoi occhi avevano un significato diverso.
Per tutti quel quaderno non avrebbe avuto tanta importanza, per lei voleva dire che qualcuno le voleva bene.
- Grazie - sorrise.
- Siccome non parli molto, ti ho preso questo, puoi sfogarti qui disegnando, scrivendo, facendo origami, gli aereoplanini..-
- Grazie - lo interruppe e sorrise. 
- Mi perdoni allora? - 
- Non sono arr..-
- Dovresti dire "Si certo Cal, basta che non lo fai mai più"-
La ragazza rispose con un sorriso.
Luke apparve tra loro ancora mezzo assonnato.
Metà cervello dormiva, e l'altra parte pure, l'unica cosa sveglia era il suo appetito.
- Ho fame - si lamentò rivolto al soffitto, poi guardò i due - RUGBY!!- gridò subito dopo.
Che fosse la prova definitiva della sua follia?
Corse verso Nikki come un toro diretto al torero, ma invece di incornarla, la prese per i fianchi e se la caricò a sacco di patate su una spalla.
Il tutto mentre correva.
La ragazza non poté fare a meno di essere un po' spaventata.
- Non avere paura Nikki bella. Io ho fame e ora ti mangio - disse Luke andando verso la cucina.
- Mi mangi? - ripeté lei confusa.
Il biondo rise, probabilmente in preda a un delirio.
- Ti faccio al forno o in padella come i bastoncini del capitan Findus? - 
- Non credo di essere buona da mangiare - disse mentre veniva delicatamente posata sul tavolo affianco al gatto che rivolse al biondo un soffiata.
Ignorò la bestiolina, e leccò una guancia alla ragazza.
- Già, mi sembri troppo salutare. Meglio delle patatine fritte - .
A Luke non era mai piaciuto mangiare porcellana.




Nikki stava fissando da troppo il gatto.
Il che era preoccupante.
E inquietante, visto che il gatto la fissava di rimando.
Entrambi si fissavano.
Michael le andò vicino leggermente preoccupato.
Si sedette sul tappeto affianco a lei.
Le sfiorò una mano per riportarla alla realtà, le fece prendere involontariamente paura, visto che non si era accorta da quanto era concentrata a fissare il felino.
- Non volevo farti prendere paura bambolina -
- Non preoccuparti - disse.
Lui la guardò e le sorrise.
- Posso chiederti una cosa? - domandò prima che lui potesse parlare.
Annuì.
- Perché mi chiami bambolina? - abbassò lo sguardo.
Michael restò in silenzio un attimo prima di rispondere.

Cercava di valutare le parole.
- Perché quando hai quello sguardo vuoto fisso su qualcosa sembri finta. Sembri non respirare. Anche le bambole sono così, e tu mi ricordi una di loro - disse sincero.
A lui Nikki non sembrava fragile e così delicata da poter rompersi, a lui sembrava morta.


A Calum piaceva vedere Nikki cancellare, scrivere, cancellare e riscrivere sul quaderno che le aveva dato.
Sapeva che le avrebbe fatto bene e che l'avrebbe aiutata, almeno in parte, a esprimere meglio le sue emozioni, o per lo meno, questo era quello che diceva lo psicologo che stava consultando in segreto.
Il ragazzo credeva che se c'era qualcuno che la poteva aiutare, quello era lui.
Doveva essere lui.
Le andò vicino con dei biscotti e si sedette di fronte a lei.
- Posso sapere cosa stai cancellando e riscrivendo? - chiese sorridendo e passandole la ciotola di biscotti, che lei però rifiutò.
Non aveva ancora fatto pace con il cibo, mangiava ancora poco, troppo poco, ma era comunque meglio di nulla visto che probabilmente prima di arrivare da loro non metteva proprio nulla sotto i denti.
Lo guardò e annuì.
- Non riesco a fare bene la coda - disse mentre gli mostrava il ritratto del gatto.
Restò stupito.
Non si immaginava che la ragazza potesse disegnare così bene; quel disegno era così tremendamente realistico da sembrare una foto.
- Oh..- riuscì solamente a dire.
- E' tanto orribile?- chiese timidamente.
Lui le fece segno di no all'istante.
- E' bellissimo, sembra una foto. Mi è uscito un Oh, perché ero stupito. Non credevo disegnassi così bene - sorrise.
A sua volta lei rispose con un sorriso.
- Sei bellissima quando sorridi bambolina- le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte.
Si aspetta un grazie come risposta, invece la ragazza lo sorprese ancora una volta.
- Perchè mi chiami bambolina? - chiese puntandogli gli occhi neri addosso.
Una domanda da lei non se l'aspettava.
Anche Calum, come Mike la guardò pensieroso cercando le parole giuste da dirle.
- Semplice- iniziò - ogni volta che ti guardo  hai l'aria malinconica, e questa malinconia ti rende sorprendentemente bella. Quasi finta. Un po' come una bambola di porcellana - concluse sorridendo.

Nikki si stupì del fatto che lui la trovasse bella, anche perché oltre al fatto che lei non si era mai considerata tale, nessuno glielo aveva mai detto.
Le uniche due persone dalle quali se lo era sentito dire, erano il ragazzo che aveva davanti, e una persona che non era lì con loro, e che non lo sarebbe mai stata.
- Dicevi che ero bella quando sorridevo, non pos..-
- Oh no, no, no. Non mi ascolti bene a quanto pare - disse sorridendo - ho detto che sei bellissima quando sorridi -.
Arrossì facendo apparire un po' di colore su quelle pallide guance.
- Grazie Cal- disse sorridendo.


Era interessante per Luke osservare i movimenti delicati della biondina.
Delicati come quelli che fa un estraneo in casa di altri, eppure era con loro da quasi due settimane, avrebbe dovuto iniziare a sentirsi a suo agio.
Ma ora che ci pensava meglio, lei non le era mai sembrata a suo agio con nulla.
Le si avvicinò con passo felpato alle spalle, poi, come un fulmine , la imprigionò in un abbraccio dandole un bacio sulla guancia.
Risero entrambi una volto dopo che Luke la trascinò con lui sul divano per essere inciampato nell'aria.
- Sono un orso. ROAR! - 
Nikki rise di nuovo.
- Non credo facciano "Roar " gli orsi - disse guardandolo mentre faceva lo scemo.
Lui la guardò e inarcò un sopracciglio.
- Sei un orso per caso? - chiese serio.
- No-
- E allora cosa ne sai tu su noi orsi - la guardò e sorrise - ROAR bambolina-.
Sorrise.
- Posso farti una domanda Luke? - chiese timida.
- Per te sono il Signor Orso? - 
Rise.
- Posso farti una domanda Signor Orso? - 
- Certo dimmi pure - 
Inclinò leggermente il viso.
- Perché mi chiami bambolina? - 
Lui la guardò pensieroso.
- Perchè mi piace prenderti in braccio e portarti dove voglio io e poi..- lasciò un attimo in sospeso il discorso - e poi perché a volte hai uno sguardo vuoto. Come se non stessi pensando a niente - le sorrise e le diede un bacio sulla fronte - ROAR bambolina-



Good afternoon mie ciambelline ** 
SONO IN PERFETTO ORARIO! Visto che brava? 
Ho scritto il capitolo.. o meglio l'ho ricopiato tutto mentre guardavo un film sugli zombie, quindi spero che non compaiano cose come "oddio non aprire la porta!" o "ZOMIE ATTACK!", perchè è quello che pensavo mentre guardavo il film.
Però sarebbe divertente se ci pensate es "E così le loro labbra si avvicinarono e ZOMBIE ATTACK. Vissero per sempre felici e contenti"... sarebbe divertente almeno per me xD 
Scusate inoltre i nomi che non centrano nella storia, perchè dovete sapere che inizialmente era scritta per essere inserita su un altro fandom, ma poi all'ultimo ho cambiato idea perchè sono pazza e mi piace rendermi il lavoro più difficile, e quindi l'ho riconvertita per questo, ma i nomi potrebbero essermi scappati... scusate.
So che state pensando cose come "CHE SFIGA! POTEVAMO EVITARCI QUESTA STORIA", eh lo so che siete dispiaciute, ma sono pazza quindi... 
Allora pasticcini lo scorso capitolo lo avete recensito in tantissime (: almeno per i miei standard, e quindi durante la verifica di fisica, quando sono arrivata al punto in cui non sapevo più fare nulla e mancavano ancora 10 minuti alla fine, ho fatto un pò di calcoli. 
Ci sono in media, 3.25 recensioni per ogni capitolo <3 (e probabilmente questa è pure la mia media in fisica... ma tralasciamo questi argomenti bui e oscuri).
Ieri mi sono accorta che ho twitter (LOL), non lo apro da un paio di mesi, quindi me ne sono dimenticata, vi darei il link del mio profilo, ma so che non ve ne frega nulla quindi evitiamo. 
Ma che positiva che sono oggi cavolo. 
Adesso vi lascio, e grazie alle recensioni che avete lasciato per il capitolo precedente ** 
Vi adoro. 
Spero vi piaccia anche questo (il film sugli zombie era bellissimo se lo volete sapere xD ).
Un bacio** 
Lily

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Capitolo 10
*** Elizabeth. ***


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CAPITOLO 10: ELIZABETH.
 
 
Era un bel pomeriggio di sole.
Il gatto si strusciava su una delle gambe del tavolino in salotto.
Nikki guardava fuori dalla finestra con il quaderno tra le mani.
Luke si faceva una doccia.
Calum era andato in stazione.
Ashton e Michael erano a fare una corsa al parco.
C'era quel tipico silenzio che preannunciava la catastrofe, e se Nikki lo avesse riconosciuto, avrebbe dovuto armarsi di scolapasta in testa e di una bacchetta magica.
La porta si aprì di colpo ed entrò una ragazza.
Si tolse gli occhiali da sole una volta entrata, e si guardò attorno per vedere se era tutto come ricordava.
La memoria non la ingannava in quello momento, era tutto rimasto uguale, tranne che per un piccolo particolare, la ragazza seduta sul divano che la guardava.
- E tu chi saresti? - chiese andandole vicino e puntando un dito su di lei.
Nikki andò nel panico più totale.
Era spaventata da quella ragazza che la guardava minacciosa, come se le avesse rubato il posto.
Sapeva che era già arrabbiata con lei, sapeva di aver già fatto un errore, e per questo la odiava, e avrebbe ricevuto una punizione.
- Che fai, non rispondi? - chiese la mora sempre più perplessa, mentre la bionda guardava a terra cercando di evitare di mostrare troppo la sua paura.
Era arrabbiata con lei, lo sapeva, e inoltre non riusciva a dire una parola, la voce le si fermava in gola.
- Ehi ti avevo detto tre giorni, non tre mesi! - si lamentò Calum mentre portava su le valigie - e poi avresti dovuto aspett.. - entrò in salotto e vide la sorella di fronte a Nikki con lo sguardo basso.
Mollò le valigie di colpo e corse dalla biondina.
- Ehi bambolina va tutto bene- disse rincuorandola e alzando lo sguardo verso sua sorella - che cosa le hai detto megera? - .
La mora lo guardò come se fosse impazzito, cosa che non era da escludere tra l'altro.
Calum tornò a dare attenzioni a Nikki, ignorando la sua egocentrica sorella.
- Cal - disse leggermente irritata - chi diamine è quella rag..-
- La volete smettere di gridare? C'è gente che sta cercando di sentirsi cantare sotto la doccia. E per gente INTENDO IO! - gridò Luke comparendo all'improvviso con un asciugamano legato alla vita e i capelli gocciolanti.
Tutti i presenti guardarono Luke che cercava di tenersi su l'asciugamano per evitare di mostrare a tutti come mamma l'ha fatto.
Si stropicciò un po’ gli occhi togliendosi così le gocce di acqua che gli rendevano la vista leggermente appannata, e tra i presenti notò un'intrusa.
- Ciao Elizabeth - disse apatico - che cosa ci fai qui?-.
Luke non era molto contento di vederla, anzi non lo era per niente, anche perché quei due non erano mai andati d'accordo.
- Sono contenta anche io di vederti Luke - disse ironicamente.
Ai presenti sembrò di sentirlo ringhiare in modo stizzito, fece roteare gli occhi, e poi vagò con lo sguardo nella stanza, a quel punto si concentrò su Nikki spaventata.
Un campanello d'allarma suonò nel suo cervello.
- O mio dio! Nikki! - corse da lei e spostò Calum in modo poco amichevole, anzi diciamo che lo lanciò praticamente via - che cosa ti ha fatto quella stronza? - le spostò delicatamente i capelli dal viso.
La bionda lo guardò negli occhi.
Era confusa e molto, visto che nessuno le spiegava la situazione, inoltre in quella stanza urlavano tutti, ed era colpa sua che non era riuscita a dare una risposta.
Non era riuscita a pronunciare nemmeno una sola parola, come se la voce le si fosse gelata in gola bloccandosi lì; era un blocco di ghiaccio che non scivolava giù, e non usciva fuori. Era incastrato.
- Luke io..- riuscì a dire prima di essere interrotta.
- Lo so che non è colpa tua, è quella maledetta che ti ha det..-
-Ehi, io non le ho fatto nulla! - gridò offesa.
Luke e Calum si girarono a guardarla contemporaneamente, e le riservarono entrambi uno sguardo accusatorio che gridava "Bugiarda".
Nikki stava per parlare e scusarsi, ma dalla porta entrarono due sudaticci Ashton e Michael.
- Ehi ragazzi, che cos...oh. Ciao Liz - disse Mike sorpreso di vederla.
- Ciao Mike- sorrise la mora, poi posò lo sguardo su Ashton allargando il sorriso - Ciao Ash -.
Lui rispose con un cenno, e un sorriso distratto, perché troppo impegnato a capire cosa stava accadendo in quella stanza, visto che si sentiva il caos che facevano dall'inizio del corridoio, poi vide Nikki con le labbra dischiuse e gli occhi tristi.
Corse da lei e spostò Luke in modo poco amichevole e poco delicato soprattutto.
- Cosa succede bambolina? - Ti hanno fatto qualcosa? - lanciò uno sguardo minaccioso a Luke e Calum.
Entrambi indicarono Elizabeth.
- Ma che diamine ...- la ragazza interpellata dai gesti accusatori non riuscì a finire di parlare che Michael le andò vicino, posò le mani sulle sue spalle e iniziò a scuoterla.
- Che cos'hai fatto a Nikki? Lei è la mia cucciola, tu non..- Michael gridava come un ossesso.
- Smettila di gridare! - gridò Elizabeth di rimando.
- Io non sto gridando! - la scosse un poco -tu stai gridando!- continuò a scuoterla.
Calum andò a fermarlo prima che l'amico ricevesse da sua sorella un calcio ben assestato nelle "parti delicate", anche perché non sarebbe stato il massimo vederlo cadere a terra con le lacrime agli occhi.
Risparmiò quella terribile visione a tutti dividendo i due.
- Smettetela entrambi di gridare!- gridò a sua volta stanco del litigio.
Inutile dire che invece di fermarlo creò un ulteriore discussione piuttosto accesa, in cui, quasi sicuramente,  alla fine uno dei tre avrebbe avuto un dente in meno.
Intanto  Ashton prese per mano Nikki, che credeva di essere la causa di quel litigio, e insieme a Luke la portarono in cucina.
Luke la prese per i fianchi e poi la posò sul tavolo della cucina e si sedette al suo fianco.
- Ho rubato il posto a quella ragazza? Io non volevo se l'ho fatto. Non voglio prendere il posto di nessuno e...-
Ash scoppiò a ridere mentre prendeva dei biscotti.
- Tu non hai rubato nulla a nessuno. Quella è la sorella di Calum, e non vive e mai vivrà qui- disse sorridendo e infilandogli in bocca un biscotto.
- Sono alla vaniglia e...-
- Davvero Ash, "Non vivo e mai vivrò qui?"- chiese inarcando un sopracciglio - vedo che non siete molto contenti di avermi in casa - sospirò teatralmente varcando la soglia della cucina.
Puntò lo sguardo su Nikki, che ovviamente puntò al pavimento appena la ragazza entrò nella stanza.
- Tra quanto pensi di andartene? Presto spero - disse Luke con un odio palpabile nei confronti della mora.
Elizabeth ricambiava pienamente il suo sentimento nei suoi confronti, sorrise beffarda.
- Saranno delle giornate fantastiche Luke. Non lamentarti e goditi la mia presenza - camminò verso la sua direzione, ma si fermò davanti a Nikki - mi hanno raccontato la tua storia. Ci divertiremo molto insieme - le rivolse un falso sorriso.
Non le avevano raccontato la vera storia, avevano omesso diversi particolari, ed erano stati piuttosto creativi nel riempire i buchi della vita di Nikki.
- Liz - l'ammonì Ash prima che potesse dire dell'altro.
La mora alzò lo sguardo sul ragazzo, e sbatté un paio di volte le lunghe ciglia.
Da quando Ashton si preoccupava di un cucciolo smarrito?
Liz si ricordava un Ashton diverso, più spensierato, narcisista, quasi egocentrico, come una donna in menopausa; ma l'unica donna in menopausa in quella casa era suo fratello che ancora sembrava non aver capito che la valigia aveva le rotelline e quindi poteva evitare di trasportarla alzandola, ma a quanto pareva, alzare le valigie pesanti era simbolo di virilità e forza mascolina per lui.
- Dormirai nella camera degli ospiti - disse Michael interrompendo i pensieri della ragazza.
Lei gli rivolse uno sguardo confuso, perché se la matematica non era un opinione, e non lo è, in quella casa momentaneamente abitavano sei persone, e c'erano solo cinque stanze, se i ricordi di Elizabeth non la ingannavano. E non la ingannavano per nulla.
- Scusa, ma dove dorme la ragazza? - chiese confusa dopo i suoi calcoli algebrici mentali.
- Nella camera di Ash - rispose sorridendo Mike.
Per poco Elizabeth non si soffocò con la propria saliva, cercò di rimanere calma a quella rivelazione, anche se i colpetti di tosse la tradivano un tantino; quella che aveva appena sentito non era una semplice frase per lei, era più una bomba, anche perché, il povero Ash era uno dei suoi milioni di ex fidanzati e non le andava che qualcuna dormisse con lui.
Soprattutto visto che Ash era stato il più longevo dei fidanzati, e soprattutto perché era il suo primo amore.
- E Ash? - chiese sperando in una risposta diversa da ciò che pensava.
- Dorme con lei -.
Nikki quella volta aveva ragione, quella ragazza non la conosceva, ma la odiava, e molto.
 
 
 
 
 
Luke spiegava a Nikki come le regole del poker, visto che dopo cena si sarebbe svolto il torneo, a detta di Michael.
- Ti ricordi come si gioca? - chiese finita la spiegazione.
Lei inclinò leggermente la testa confusa, e annuì incerta.
Luke rise.
- Allora noi giochiamo in squadra, la squadra dei "THE BEST", ti va? -
Annuì sorridendo.
- Grazie -
Il biondo le scompigliò i capelli e le posò un bacio sulla fronte.
- Saremo i migliori e...- la guardò e l'anticipò sulla frase che stava per pronunciare - tu non porti sfortuna bambolina -.
Elizabeth guardava, o meglio osservava la scena molto incuriosita, e più osservava, più si rendeva conto di sopportare sempre meno quella ragazza, che non solo dormiva con Ash, ma era perfino coccolata da Luke, da cui lei non aveva mai ricevuto una benché minima attenzione fin da quando si sono conosciuti.
Ashton entrò improvvisamente nella sua visuale, andò da lui, e lo fermò.
Fece un po’ la vittima, doveva ricevere un po’ di attenzione da qualcuno, il suo ego lo richiedeva. Era una droga per lei l'attenzione, non poteva andare in astinenza.
- Sei l'unico quasi contento di vedermi qui - sospirò guardandolo negli occhi.
Il ragazzo la guardò confuso, anche perché lui non era così entusiasta della sua visita, temeva che involontariamente Elizabeth avrebbe potuto offendere Nikki.
Farla sentire ancora peggio di quanto già non si sentiva.
- Anche Michael e Cal sono contenti, per Luke invece... beh lui è il solito - disse gentile cercando di farla sentire un pò più accolta tra loro, visto che gli dispiaceva seriamente che si sentisse così.
Liz alzò lo sguardo verde smeraldo fino a incontrare quello più scuro del ragazzo.
La mora era un bella ragazza, molto bella, ma anche decisamente molto consapevole di esserlo, e la sua consapevolezza veniva ulteriormente affermata dal suo lavoro di ragazza immagine.
- Comunque starò qui per tre giorni, giusto il tempo di fare le foto per il servizio, e poi andarmene - continuò triste, sperando in un suo "resta quanto vuoi".
Ash le mise una mano sulla spalla, non le piaceva vederla dispiaciuta.
- Puoi restare quanto vuoi, lo sai vero? - sorrise gentile.
Liz rispose al sorriso, sorridendo a sua volta per aver sentito quella frase che tanto voleva.
- Sei sempre stato il mio preferito tra gli amici di mio fratello - con nonchalance mise la mano sopra quella del ragazzo.
Ash spostò subito la sua mano da quella di lei, la conosceva abbastanza bene, da sapere che non faceva nulla per sbaglio, soprattutto per le cose che riguardavano il contatto fisico.
- Liz, abbiamo chiuso tempo fa, e non in modo ottimale. Non credo sia il caso di farci del male, di nuovo - disse calmo e guardandola negli occhi - non credi anche tu? - disse prima di andarsene lasciandola spiazzata da quella parole, e da quella tranquillità con cui le aveva pronunciate.
Restò ferma in quella posizione a riflette.
L'Ashton di un anno fa non avrebbe mai detto una cosa simile, non l'avrebbe mai rifiutata. E quella, era la prima volta che Liz veniva rifiutata, la prima volta che accadeva una cosa simile in tutta la sua vita, e si giurò che sarebbe stata anche l'ultima.
- Ragazzi, ho il cinese - disse Cal entrando con le buste del take away cinese in fondo alla via.
Si radunarono tutti in cucina, e dopo aver apparecchiato alla bell'e meglio, iniziarono a guardare che cosa aveva preso il ragazzo da mangiare.
Nikki era seduta tra Michael e Luke, mentre Liz, era stata confinata a capotavola vicino a Cal.
La biondina, guardava con curiosità quello che Cal le aveva preso, non riusciva a capire cosa fosse, anche se aveva un buon odore.
- Nik, non ti salterà addosso quel pollo, è morto - disse Luke scherzando mentre Nikki ancora osservava il piatto pieno.
Non aveva mai mangiato cinese, quindi non sapeva che cosa poteva essere quello che aveva di fronte.
Rise guardando Luke.
- Noto che sei un po’ schizzinosa - disse in tono acido Liz.
Tono di voce che Nikki non colse, perché nessuno le aveva mai parlato così, ed era quindi incapace di cogliere le sfumature nei toni di voce.
- In realtà non sapevo cosa mi avesse comprato Cal, stavo cercando di capirlo - sussurrò innocente - mi di...-
Cal la interruppe prima che potesse dire che le dispiaceva .
- Avrei dovuto dirtelo, scusami, dopotutto non hai mai mangiato cibo cinese - sorrise guardandola.
Nikki abbassò lo sguardo.
Cal l'aveva interrotta per due semplici motivi: il primo era che non doveva effettivamente scusarsi, il secondo era dovuto al fatto che a Elizabeth avevano raccontato una storia decisamente censurata su Nikki, e avevano omesso molte spiegazioni, come ad  esempio i lividi ancora evidenti sui polsi, il fatto che non parlava molto, che continuasse a scusarsi, cose che comunque anche loro non sapevano.
Avevano romanzato la sua storia, e non avevano risposto ad altre domande.
Calum guardò sua sorella e le lanciò un' occhiataccia di fuoco, mentre Michael insegnava a Nikki a usare le bacchette.
- Mettila tra queste due dita, e prova a usarle come una pinza - disse divertito dalla goffaggine di Nikki.
La bionda ce la mise tutta ,ma senza successo, lo guardò dispiaciuta di aver fallito.
Mike le sorrise e si mise le bacchette tra i denti.
- Sono un tricheco - batté le mani - OINK! OINK! -
I due biondi scoppiarono a ridere attirando l'attenzione del resto dei presenti che stavano discutendo su quale horror fosse il migliore.
- Non credo che i trichechi facciano quel verso - disse Luke.
- Scusa come fai a saperlo? - disse Mike facendo il finto offeso - sei forse un tricheco tu? NO. E allora OINK OINK-
Anche Ashton scoppiò a ridere a quel punto.
Liz restò ad ascoltare un attimo la sua risata, quella non era cambiata con il tempo, sorrise a quella constatazione.
- Come osi dire che io non sono un tricheco? - disse Luke prendendo due bacchette e infilandosele in bocca - io sono il capo dei trichechi! Fatti sotto! OINK OINK! - si mise in posa da Karate Kid - togli la cera metti la cera bello mio. Io combatto per Milady Nikki. Non farò brutta figura davanti a lei - prese due bacchette e le passò alla bionda, voleva che anche lei diventasse un tricheco come loro.
- Anche io lotto per donzella Nikki - disse Michael alzandosi e portandosi a un paio di passi da Luke - OINK OINK! Non farò brutta figura nemmeno io-
Elizabeth a quel puntò sentì i brividi correrle lungo la schiena, sentendo che nessuno voleva combattere per lei, anche se per finta la uccideva psicologicamente.
Era così abituata ad essere al centro dell'attenzione che per lei sentirsi invisibile era una cosa inconcepibile, tutto il contrario di Nikki, a lei piaceva restare invisibile, solo lei e i suoi pensieri a tenerle compagnia mentre il mondo attorno andava avanti.
- Dovreste smetterla di fare i cretini - disse acida ancora una volta Elizabeth.
Con quelle parole bloccò i due in procinto di darsi una panciata, e di farsi quindi relativamente male, ma soprattutto con quelle parole fermò la risata della ragazza.
Luke la guardò molto seccato, e se non fosse stato per la sua pessima mira, le avrebbe lanciato uno dei suoi denti da tricheco nell'occhio.
- Puoi anche andartene, nessuno ti costringe a restare - disse secco - e la prossima volta che Nikki smette di ridere a causa tua, ti riempio il cuscino di vermi - aveva un tono minaccioso - quindi vedi di...-
Smise perché Nikki gli prese la mano e la strinse tra le sue, voleva che smettesse di dire quelle cose all'altra ragazza, e ci riuscì.
Fece segno di no con la testa appena incrociò lo sguardo blu.
- Non preoccuparti di me - gli disse sorridendo.
Il biondo sospirò sconfitto da quelle parole.
Le diede un bacio sulla testa e poi si sedette di nuovo al suo posto.
- Io volevo fare il tricheco - si lamentò Mike sedendosi a sua volta.
Ash, Cal, ed Elizabeth restarono meravigliati dalla risposta che Luke aveva dato, non si aspettavano una reazione simile da parte sua.
Ogni secondo che passava Liz trovava quella ragazza sempre più irritante.
Non sopportava che avesse impedito a Luke di continuare a gridarle contro, come se la stesse difendendo.
La credeva debole forse?
Doveva per forza essere al centro dell'attenzione al posto suo?
Decise che le avrebbe mostrato lei, chi era quella che meritava attenzione in quella gabbia di matti.

 
 
 
BUONA PASQUA OVETTI MIEI <3
Allora sono in ritardo, lo so, ma chiedo perdono perché in questa settimana non ho mai avuto tempo di mettermi a computer e ricopiare il capitolo, ringraziate la scassa balle di mia madre per questo.
Comunque come avete passato la Pasqua? E soprattutto avevate l’uovo? Il mio era quello dei Pokemon (molto matura vero?), sappiate che la cioccolata era buonissimissima…non l’ho mangiata tutta *si guarda intorno e rotea gli occhi*,  okay, forse l’ho mangiata tutta.
SI L’HO MANGIATA TUTTA. MUAHAHAHAHAHA.
An si, domani è il mio compleanno c: *canzoncina di compleanno che parte*.
Ma non preoccupatevi, io ODIO il giorno del mio compleanno :’)
Comunque perdonate il mio SUPER RITARDO, sono davvero dispiaciuta. Scusate.

ORA AVETE VISTO IL BANNER?!? Seriamente, parliamone, ma quanto è meraviglioso ?
Non l’ho fatto io, ma me l’ha fatto Nanek, che ringrazio tantissimo ancora (ti sarai stufata di tutti questi grazie, scusami)
 
Passando alle cose ancora più serie del meraviglioso banner (:
Ve gusta il capitolo? E’ più lungo dei soliti, infatti di essere qualcosa come duemila parole, in realtà sono tremila **
Spero che vi piaccia pasticcini miei.
Divertitevi molto a Pasquetta.
An, quasi dimentica, in caso qualcuno volesse il mio contatto twitter eccolo :@Lillilola_
Un bacio**
Lily

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Capitolo 11
*** Reginette, orsi buoni e cattivi ***


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CAPITOLO 11: REGINETTE, ORSI BUONI E CATTIVI.
 



Era tarda sera, e stavano ancora giocando a poker.
Nikki aveva rinunciato a giocare dopo un paio di partite, visto che non ci capiva nulla, e ora era l'unica a non essere al tavolo da gioco, ma si trovava sul divano con il blocco note in mano a disegnare.
Cosa ti passa per la testa bambolina?
Ashton cercava di decifrare uno dei suoi sguardi che ogni tanto alzava dal foglio; e più cercava di risolvere quel cubo di rubik, più perdeva biscotti al poker.
La mora si accorse ben presto a cosa era dovuta la scarsa concentrazione di Ashton, e lo stesso anche Mike che lo guardava preoccupato.
Liz era irritata dalla scarsa concentrazione del ragazzo, capì in quel momento che era ora di riavere i riflettori su di lei.
 - Scusate un attimo, vado a mettermi il pigiama, torno subito - disse alzandosi.
Si alzò, e tornò davvero un attimo dopo, con un pigiama che più che altro sembrava essere un completino delle conigliette di Playboy.
Passò dal salotto ancheggiando, facendosi così notare per bene anche da Nikki, che appena si accorse delle sue condizioni diventò completamente rossa dall'imbarazzo, come se fosse lei quella a indossare un completino verde in pizzo sotto una maglia trasparente lunga fino a metà coscia, e con la tendenza ad alzarsi facilmente.
Appena mise piede in cucina, e dopo che tutti ebbero alzato lo sguardo dalle carte e la ebbero dato un occhiata realizzando così anche loro le sue condizioni, Calum si scagliò su di lei per coprirla.
- Provate a guardarla e io vi ammazzo - ringhiò ai suoi amici - Liz, che diamine stai facendo? Vatti a mettere un pigiama serio! - le disse alterato.
Cal voleva davvero molto bene a sua sorella, ma a volte faceva delle cose che proprio lo irritavano, ad esempio quella di presentarsi ai suoi amici con un pigiama da pornostar.
- Ma Cally, questo è il mio pigiama - ribadì - Ashton può confermare - sorrise ad Ash appoggiando la testa sulla spalla del fratello.
Ash lo guardò e annuì.
Calum sbiancò a quelle parole.
- Oddio io non voglio sapere altro! - disse correndo via e fiondandosi sul divano  - giocate senza di me, e se dovete iniziare a parlare delle vostre esperienze sessuali - guardò Ash e sua sorella - fatelo a bassa voce! - gridò.
Nikki si andò a sedere vicino a lui e gli mise una mano sul braccio per rincuorarlo.
Le sorrise, riuscendo così a pensare ad altro.
- Hai disegnato dell'altro?- chiese curioso.
Lei annuì e gli passò il blocco note.
- Non sono molto belli, cercherò di migliorarli -
Anche Nikki voleva pensare ad altro, visto che non aveva potuto fare a meno di sentire l'argomento della discussione, e voleva evitare di sentire altro, visto che per lei era un argomento decisamente imbarazzante.
Era imbarazzante e leggermente seccante, visto che riguardava Ashton.
Era confusa e imbarazzata.
- Sai Ash e Liz, erano fidanzati una volta e...- iniziò a spiegargli perché la vedeva leggermente confusa.
Nikki a quel punto capì.
Era una sorpresa piuttosto spiacevole per lei questa, lasciò il blocco note a Cal che continuava a parlare, e si diresse a letto, senza dire nulla a nessuno.
Se Ashton avesse saputo cosa passava nella mente della bionda, probabilmente un sorriso gli sarebbe comparso sul volto.
Calum si addormentò poco dopo sul divano mentre gli altri facevano l'ultima partita.
Mike vinse tutto.
Si alzarono e andarono tutti nelle proprie stanze, tranne Liz, che fermò Ash per il corridoio.
Ash confuso la guardò negli occhi, che lei sbatté un aio di volte in modo sensuale.
- So che non stiamo più insieme Ash , ma nulla ci impedisce di divertirci un po', non credi? - si passo la lingua sulle labbra e poi fece un sorriso ammaliatore.
- Senti Liz, io non ... - cercava le parole per rifiutare quelle avance, ma per fortuna, lei lo interruppe.
- Ash, cosa ti è successo? Divertiti un pò con me - i suoi tentativi stavano andando in fumo, perché l'unica cosa che Ashton voleva in quel omento, era andare a letto e stringere a sè Nikki.
Elizabeth stava incomincando a irritarlo con quella sua insistenza.
- Smettila Elizabeth  - si allontanò da lei, e mise la mano sulla maniglia della porta di camera sua - buonanotte - disse entrando e chiudendole la porta in faccia.Guardò la stanza, e venne sorpreso vedendo Nikki ancora sveglia, seduta a gambe incrociate al centro del letto a due piazze, credeva che dormisse già da un pezzo.
Le sorrise contento di vederla.
- Va tutto bene? - chiese notando lo sguardo serio della ragazza.
Lei annuì, e lui si andò a sedere di fronte a lei.
- Posso farti una domanda ? - gli chiese.
- Certo -  sorrise dolcemente per incoraggiarla a fargli qualsiasi domanda volesse, ma lei non lo guardò, e si perse il sorriso che Ash le aveva riservato.
Sospirò un attimo prima di parlare.
- Credi che Elizabeth sia una bella ragazza? - 
Ashton poteva aspettarsi di tutto, ma non una domanda simile,.
Restò in silenzio un po' spaesato dalla domanda che Nikki gli aveva appena fatto, non sapeva cosa rispondergli, così optò per la verità.
- Credo di sì - rispose.
Nikki restò in silenzio e si sdraiò.
- E' molto bella - disse la ragazza - sembra una delle ragazze che fanno la pubblicità dei profumi -
Ash rise a questa affermazione.
- Credi di non essere all'altezza di fare una pubblicità di qualche profumo? - le chiese iniziando a passarle una mano tra i capelli.
- Non credo che nemmeno mi facciano fare i provini -.
Non aveva una grande considerazione di sé stessa nonostante agli occhi di Ashton appariva bellissima.
-Tutti sarebbero felici di prenderti per una pubblicità dei profumi - disse stendendosi.
Era ancora confuso, lo era sempre quando Nikki gli faceva delle domande, ma quella domanda lo mandò particolarmente in confusione.
- Tu le piaci molto - sussurrò.
Ash si rialzò di scatto e la guardò dall'alto.
- Che cosa stai dicendo bambolina? Cal ti ha fatto bere alcolici?- .
Lei sembrava non ascoltarlo, anzi non sentirlo direttamente, come se lui non avesse appena parlato.
- Ti metterai con lei -continuò abbassando lo sguardo - perché lei è bellissima -.
Ash le prese una mano a questo punto, perché continuava a non capire che cosa stava dicendo.
- Un giorno anche tu mi abbandonerai  - concluse stendendosi e lasciandogli la mano -  vai da lei, prima di ha proposto di divertirti. Va da lei - 
Non lo guardava perché non voleva che notasse gli occhi umidi della speranza, quella piccola parte che le diceva che non sarebbe andata come immaginava, la speranza le diceva che Ashton non sarebbe uscito da quella porta per andare dalla ragazza delle pubblicità dei profumi.
Ash si sdraiò di nuovo, e la strinse a sé.
Nikki appoggiò il viso al suo petto.
A quel punto lui aveva capito, e sorrideva allegro.
- Bambolina, intanto non ti abbandonerò, è una promessa - le diede un bacio sulla fronte - e non essere gelosa. Sei perfetta - 
Perfetta per lui.
Al ragazzo non interessava se in quel momento era triste e abbattuta, questo perché lui aveva capito che lei era un poco gelosa della sorella di Calum.
Gelosa di Elizabeth.
Le baciò di nuovo la fronte.
- Io non mi muovo, e resto qui con te -
Nikki sorrise anche se Ash non la poteva vedere.
- Sai di buono, odori di bagnoschiuma - .
Ash rise.
Anche Nikki aveva un buon profumo, non ne aveva uno preciso, ma era dolce e rincuorante.
- Ash - alzò la testa dal suo petto - io non sono gelosa - lo disse senza guardarlo negli occhi.
Il ragazzo rise tra sé e sé perché Nikki non sapeva mentire, e trovava la cosa tremendamente adorabile.
- Qual è il tuo fiore preferito? - le chiese sorridendo e cambiando argomento per metterla a suo agio.
- La..-
- Se mi dici che è la vaniglia io muoio - disse ridendo.
Nikki si unì alle sue risate.Elizabeth nel frattempo non si dava pace e faceva avanti e indietro per il corridoio, non credeva possibile che Ash potesse dormire con una ragazza senza combinare nulla, infatti era in corridoio perché si aspettava di sentire "rumori strani" provenienti da quella stanza.
Sentendoli si sarebbe data un po' di pace, perché così si sarebbe automaticamente spiegata il motivo per cui dormivano nella stessa stanza, e si sarebbe anche spiegata il perché del suo rifiuto di una notte di sesso con lei, anche se era decisamente più carina, anzi bella, della biondina che si trovava là dentro con lui.
Continuava avanti e indietro per il corridoio.
Accettare la sconfitta non era mai stato il suo forte, perché lei vinceva quasi sempre.
La porta che osservava iniziò a emettere dei lievi suoni.
Risate.
Attaccò l'orecchio al legno della porta e iniziò ad ascoltare.
- Stavo per dire Magnolia - sentì la ragazza che lo diceva ridendo.
- Non avrei sopportato altra vaniglia, meno male - questa era la voce di Ash invece.
- Ora che ci pensò però, la vaniglia è un bel fiore, potrebb..- sentì Ashton scoppiare a ridere.
Anche Nikki scoppiò a ridere.
Non facevano nulla che le mettesse l'animo in pace.
La ragazza mora, se avesse saputo, avrebbe dovuto preoccuparsi di quelle risate, visto che Nikki non rideva molto spesso.
E non rideva così.
Questo perché, forse qualcuno dall'altra parte della stanza si stava divertendo a farle il solletico.
Qualcuno la stava toccando.
Una porta sia aprì lentamente alle sue spalle, e uscì Mike assonnato.
Decisamente assonnato.
Sbadigliò prima di riuscire a mettere a fuoco Liz.
La vide davanti alla porta di Ash con lo sguardo pensieroso.
- Forse è perché ho sonno, ma ti dirò una cosa che non ti farà molto piacere - le si avvicinò.
- Dimmi - rispose seccata dal fatto che il moro avesse intuito tutto.
- Non sei più la reginetta del ballo della scuola, quindi smettila di comportarti come facevi allora - era stato brutale - e sopratutto ricordati che Ash non è più il tuo re - .
Riprese a camminare verso la cucina, lasciando la ragazza senza parole.
Completamente stupita, arrabbiata, e quasi angosciata.
- Vedremo chi non è più la regina - sussurrò tra sé e sé tornando in camera sua.



Ashton si svegliò, e quella fu una delle rare volte in cui apriva gli occhi prima di Nikki.
La guardò mentre il ventre le si abbassava e alzava regolarmente, poi passò al viso dove l'espressione imbronciata tipica dei suoi sogni faceva capolinea, il giorno rideva e si mostrava serena, quando in realtà aveva la tempesta nei pensieri.
Anche Liz si svegliò presto, e decise di andare in cucina a vedere se c'era qualcuno di sveglio.
Trovò Mike e suo fratelli seduti al tavolo, con la stessa espressione che hanno quelli costretti ad andare a una riunione degli alcolisti anonimi.
Di Ashton e la biondina non c'era traccia, pensò che era il momento ideale per fare delle domande sulla cuginetta di Luke.
Si sedette a tavola con loro dopo essersi versata del caffè nella tazza.
- Da quanto è qui la cugina di Luke? - chiese curiosa.
Nella testa dei due scattò un campanello d'allarme, i due si guardarono negli occhi cercando di capire cosa pensasse l'altro, e che cosa dire visto che non avevano concordato una versione in caso Liz avesse iniziato a fare domande.
Purtroppo i due non avevano il dono della telepatia.
- Non tanto - rispose Mike vago.
- Già- gli fece eco Cal.
- S ima quanto di preciso? - insistette la ragazza.
Cal sospirò.
- Senti sorellina, è mattina presto, siamo ancora assonnati, non mi ricordo nemmeno come mi chiamo tra un pò, quindi smettila di fare domande complicate  - quella mattina riuscirono a cavarsela.
Anche Luke arrivò in cucina e notò l'assenza di Ash e  Nikki, decise così di andare "simpaticamente" a svegliarli.
Fece retro-front, ma venne intercettato dalle parole di Liz.
- Non ti dà fastidio che tua cugina dorma con un ragazzo? - chiese.
- E ' maggiorenne e vaccinata, può fare quello che vuole... finché è legale - disse proseguendo per la sua strada.
Arrivò in camera ed entrò senza bussare e facendo ciò si ritrovò Ashton in boxer grigio topo cercare di mettersi i jeans senza togliere il bottone, e che quindi saltellava sul posto come uno scemo.
Luke osservò attentamente quelle mutande e fece due più due, che fa un pesce.
- Tu l'hai violentata! MANIACO! - disse chiudendo la porta.
Ash guardò l'amico, che stava dando i numeri.
- Che diamine stai dicendo? - chiese confuso.
- Quei boxer - indicò le mutande di Ashton - sono i boxer del sesso! - continuò alzando la voce.
- SSSHHH ! Sta dormendo! - sussurrò mettendo una mano sulla spalla di Luke - e si può sapere che diamine sono questi boxer del sesso?- 
- Sono quelli che indossi sempre dopo averlo fatto - 
Ashton era sempre più confuso, e un po' preoccupato dal fatto che l'amico gli guardasse le mutande.
Cercò di restare calmo e di non prenderlo a sberle.
- Luke, innanzitutto il fatto che tu mi guardi le mutande è inquietante, e da maniaci. Secondo non ho dei boxer del sesso, forse te lo sei sognato - disse cercando di farlo ragionare.
Il biondo mise in moto i neuroni.
- Forse hai ragione - 
- Su quale dei due punti? - 
- Entrambi - sorrise - forse non sei un maniaco. Comunque ora vestiti, non sei il mio tipo - disse mentre si infilava nel letto vicino a Nikki - io dormo ancora un po' -.
Si mise di fronte alla ragazza, le posò una mano sulla vita e mise il suo naso a un palmo da quello di Nikki che dormiva su un fianco.
Al moro, dava piuttosto fastidio la libertà che si era preso il biondo in quel momento, ma non doveva darlo troppo a vedere.
Si sofferò un attimo a osservare i due ragazzi vicini, sembravano quasi fratelli, avevano la stessa età, lo steso colore di capelli, stesso naso perfetto, e un carattere diverso ma che in entrambi poteva sorprenderti.
Luke sentiva il respiro di lei che gli solleticava il viso.
- Ashton - disse Luke  avendo l'attenzione dell'amico - una volta l'ho sentita gridare nel sonno. Che cosa ha sognato? - chiese curioso mentre le accarezzava delicatamente il viso.
Ash lo guardò sospirando.
- Non lo so - disse sincero - non me l'ha mai detto. L'unica cosa che si è lasciata sfuggire, è stata quella di dirmi che quelli non sono incubi, ma ricordi - concluse mettendosi una maglia.
Luke restò sorpreso della motivazione di quelle grida.
La ragazza iniziò a muoversi leggermente, e quindi a svegliarsi; quando aprì gli occhi riconobbe subito che quelli non erano di Ashton.
Luke le morse il naso delicatamente.
- ROAR bambolina - disse allegro.
Nikki sorrise assonnata.
- Ciao signor orso - sussurrò mentre il biondo le accarezzava ancora il viso - hai mandato via Ashton? - chiese.
Luke rise.
- Oh no, lui è lì che si cambia, io ne ho approfittato per dimostrarti che sono un orso buono che si prende cura delle principesse-.
- Gli orsi non fanno ROAR- disse Ash intromettendosi nella discussione.
Dopo averlo detto ricevette un'occhiataccia di fuoco.
- Sei un orso per caso- chiese il biondo stizzito e mettendosi in piedi .
- Certo che sono un orso- rispose prontamente - ma sono un orso cattivo, infatti porto via la principessa- disse andando verso Nikki.
La prese velocemente tra le braccia facendola ridere e poi scappò fuori dalla stanza.
- Vieni a prendermi orso buono se ci riesci- gridò una volta arrivato in corridoio.
Sentirono Luke cadere, e risero entrambi.
- Ora scappiamo principessa. Ti porto nella torre così l'orso buono non potrà prenderti- le sussurrò all'orecchio prima di correre via.
Liz guardava la scena senza dire nulla, perché i puoi occhi parlavano, anzi gridavano, al posto delle sue labbra.
Non avrebbe permesso a quella ragazza di prendere il suo posto.
Lei era stata la regina di Ashton, e lo sarà ancora.




Buona festa ciambelline mie <3 
Scusate questi frequenti ritardi, ma questo mese tutti i professori si sono ricordati che dobbiamo fare altre 54398579843 verifiche e interrogazioni -.-"
Insomma, mi aspetta un meraviglioso mese, pieno di intense e gratificanti emozioni... okay, togliamo il gratificanti.
Spero che i vostri professori siano stati meno smemorelli dei miei, e che si siano ricordati di fare le verifiche in modo decente e non di metterle tutte l'ultimo mese.
Anyway (mi do all'english e.e), cosa ne pensate di questo capitolo? Io ho trovato molto tenera la parte di Nikki gelosa AWWWW** è un amore... 
E poi mi chiedo una cosa, è possibile che io mi possa innamorare dei miei personaggi? No perchè in caso è così.
An si, oggi ho fatto la frittata... sembrava un'omlette venuta male... ma l'ho mangiata e sono ancora viva.. per ora.
Quando vivrò da sola penso che la mia unica fonte di cibo sarà il magico microonde, e i cibi surgelati, anche perchè vorrei evitare di chiamare i pompieri e.e

Pasticcini belli spero che il capitolo vi piaccia, e lo so che forse è un pò penoso perchè non succedono grandi cose (PERDONATEMI), ma prometto che mi sdebiterò con il prossimo ** 

Un bacio miei amati cupcakes al cioccolato**


 

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Capitolo 12
*** Nel mio regno comando io. ***


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CAPITOLO 12: NEL MIO REGNO COMANDO IO.
 
Nikki, da un po' di tempo, aveva iniziato a fare piccoli passi fuori dalla porta di casa.
Voleva imparare a non avere paura, voleva andarsene da quella casa più che altro, ma non perché non le piacesse, assolutamente no, lei amava vivere in quella casa, amava le persone che tutti i giorni le parlavano, e le chiedevano come stava e si preoccupavano per lei.
Lei voleva davvero molto bene a quelle persone, a tutte e quattro, ma si sentiva un peso, perché non faceva nulla per ripagarli, nulla per sentirsi minimamente utile, ma d'altronde, come avrebbe fatto a ripagarla se non aveva nemmeno un soldo con sé? 
Voleva iniziare ad essere autosufficiente.
Su internet aveva visto che facevano dei corsi di arte e storia dell'arte in una università vicino a casa, e lei era completamente estasiata all'idea che forse avrebbe potuto un giorno frequentarla.
I corsi sarebbero iniziati tra tre mesi.
Tra tre mesi lei avrebbe dovuto uscire di casa tranquillamente, per questo si allenava ogni giorno.
Usciva dalla porta, faceva un paio di passi, e poi tornava indietro terrorizzata; successivamente ci riprovava l 'ora dopo, o almeno lo faceva dopo che aveva finito di tremare.
Voleva davvero farcela.
Era determinata, ma forse non abbastanza pronta.
Era  seduta sul divano a disegnare quando sentì la porta aprirsi.
Entrò Elizabeth, e per salutarla le fece un lieve cenno della mano, che la ragazza mora ignorò.
A Nikki, Elizabeth, sembrava una ragazza bellissima, e avrebbe voluto parlarci, ma era frenata da due motivi: il primo, lei aveva paura di dire qualcosa di sbagliato durante una conversazione con lei, secondo,  era convinta che la ragazza la odiasse.
Elizabeth cercava in tutti i modi di ignorare la sua presenza, ma non ci riusciva, infatti senza volerlo la spiava mentre lei era di spalle.
Aveva notato lo sguardo spaventato che aveva una volta che era entrata in casa.
Si compiaceva di questo, perché credeva che la ragazza aveva paura di lei, in realtà lo sguardo era dovuto al fatto che si stava riprendendo dall'uscita di poco prima, era riuscita a fare una rampa di scale.
Forse, pensava Elizabeth, che fosse il momento giusto per farle capire che Ashton non la voleva almeno quanto la bionda pensava.
Si avvicinò a lei, e vide che disegnava.
La trovava fastidiosamente brava.
- Ehi - disse sedendosi e facendo un sorriso falso.
Così falso che sulla labbra si poteva scorgere il "MADE IN CHINA".
Nikki non notò quella scritta.
Le sorrise di risposta in modo timido.
- Sai, faccio la ragazza immagine, e futura modella - doveva farla sentire in soggezione, peccato che Nikki lo fosse già - è più difficile di quanto si pensi come lavoro -.
Le puntò gli occhi verdi addosso in cerca di un segnale di soggezione, ma le sembrò che la ragazza avesse lo stesso sguardo di prima.
Vuoto e distante.
Passò al contrattacco.
- Ho notato che tutti in casa ti trattano come... - cercò la parola giusta - come un giocattolo rotto -  in quel momento ebbe l'illuminazione su cosa dire - come una bambola ad esempio. Credo ti trattino così perché non ti vogliono- cercò una reazione.
Reazione che arrivò, infatti alzò lo sguardo nero su di lei.
- Credi? - sussurrò con voce quasi tremante.
Elizabeth fece la finta dispiaciuta.
La bambola era una minaccia per la regina del ballo, regina che credeva che quello fosse il suo regno, e nel suo regno comandava lei.
La regina decideva le persone che dovevano rimanere, e quali andarsene.
La bambola doveva andarsene.
 - Pensavo l'avessi capito, scusami Nikki - lo disse con un tono falso di dispiacere e le posò un braccio sulla spalla - inoltre li ho sentiti discutere sul problema di farti rimanere qui, l'unico che vuole farti rimanere è Luke, ma per gli altri...- lasciò la frase in sospeso.
Guardò gli occhi della ragazza.
Erano freddi.
Spaventosamente freddi e vuoti.
Il vuoto era un pozzo senza fondo, e senza un inizio ben preciso.
Nikki sapeva che doveva andarsene, lo sapeva da sempre, lo sapeva dall'esatto momento in cui aveva varcato quella soglia, solo che per un po' se lo era scordato, stare con loro aveva fatto assopire per degli attimi, ma ora la consapevolezza si era risvegliata.
Era sempre stata un peso per loro, sapeva anche questo, ma aveva sempre voluto dimenticarsi di quel pensiero.
Forse non avrebbe dovuto dimenticarsene.
Calum e Mike non la voleva.
Ashton non la voleva.
Non avrebbe proprio dovuto scordarsi di cose così importanti.
Il cellulare di Liz squillò, ma non interruppe i pensieri di Nikki.
- Scusa, devo tornare al lavoro - sorrise alzandosi - ciao. Ci vediamo dopo - lo disse, ma in realtà sperava di non vederla più.
Lei comandava, lei aveva deciso chi doveva andarsene.
Suo regno.
Sue regole.
Questo era il motto della regina.
Uscì sbattendo la porta e lasciando la bambola completamente a pezzi sul divano. Sarebbe crollata a terra di lì a poco, come polvere.
Un po' di vento poi, l'avrebbe spazzata via.
Sorrise allegra, mentre scendeva le scale, sperando che la folata di cento arrivasse presto, dalla finestra che aveva lasciato aperta.
Nikki  rimase ferma, paralizzata, sentiva la disperazione tanto familiare che tornava ad abbracciarlo, e a stritolarla nella sua morsa infernale.
Voleva costringerla a piangere. 
Voleva costringerla a gridare.
Nikki voleva fare entrambe le cose, voleva piangere e gridare, voleva provare a ribellarsi al destino di essere un peso per tutti; invece restò in silenzio, accettò il destino senza lamentele, grida o lacrime.
Si alzò dal divano come un automa.
Si diresse verso la porta.
Afferrò la maniglia, e la strinse con forza chiudendo gli occhi.
Cercava di convincersi ad uscire, si ripeteva nella mente che peggio di così non poteva andare, perché il mondo che si era costruita in quella casa, era crollata come un castello di carte.
Aprì e uscì camminando barcollante.
Restando in quella casa, con loro, non si era mai posta il problema di non fidarsi delle parole della gente di cui si circondavano. Di non fidarsi delle parole in quella casa.
Se solo quella volta lo avesse fatto. 
Non doveva fidarsi.
Innocente e sciocca bambolina.
 
Michael fu il primo a entrare in casa.
- Ho vinto maledetti! - gridò allegro ricolto al corridoio - ora pagate pegno -.
Andò a sedersi sul divano aspettando gli altri, infatti dopo di lui entrò Ash con il fiatone, seguito a ruota da Calum e Luke.
- Hai imbrogliato Mike! - si lamentò Cal.
- No, sei tu che sei inciampato tra i miei piedi - rispose Mike.
- Si chiama SGAMBETTO!!-
Il ragazzo sospirò.
- Non sai perdere -.
Ash, nel frattempo del bisticcio controllò dov'era Nikki, visto che non era lì con loro.
Forse dorme.
Andò verso camera sua e l'aprì con il sorriso aspettandosi di trovare qualcuno qualcuno sotto le coperte, ma il suo sorriso si spense quando notò che tra le coperte non c'era nessuno.
Pensò che forse  era in una delle altre camere, magari aveva pensato che lui non la volesse.
Che pensiero sciocco.
Guardò nella camera di Luke, ma era solo incasinata, e lei non era nemmeno lì.
Guardò da Mike, ma anche lì nulla.
Arrivò davanti alla camera degli ospiti dove dormiva Liz, ma era vuota anche quella.
Mise una mano sulla maniglia della porta della camera di Calum. Sperava che non fosse da lui.
Aprì, e fu sollevato nel vedere che era vuota.
Meno sollevato fu quando si accorse che lei non c'era.
Lei non era in casa.
Corse sul balcone con l'ansia che cresceva fino a diventare soffocante, non era nemmeno lì.
L'ansia fece posto alla preoccupazione, e la preoccupazione gli stava facendo accelerare il battito cardiaco, il suo cuore batteva così velocemente che sarebbe potuto scoppiare tra poco.
Tornò in salotto correndo.
- Lei non c'è- disse.
Lo fissarono tutti in silenzio.
Tutti i presenti sapeva della sua fobia, della sua agorafobia per essere precisi, quindi non sarebbe mai uscita da casa, ma forse ci aveva provato, e ora magari, era svenuta dalla paura su una rampa di scale.
Calum pensò che quella fosse l'unica spiegazione del fatto che lei non fosse in casa, si catapultò correndo fuori dalla porta.
- Come lei non c'è? - chiese Luke che non aveva ben capito la situazione.
Michael e Ashton lo ignorarono.
- L'ultima persona a uscire da casa oggi, sono stato io - disse Mike passandosi una mano tra i capelli preoccupato - mi sembrava come al solito, niente di diverso - cercava di pensare a quali piccoli particolare potevano essergli sfuggiti, a quali segnali non aveva colto prima di chiudere la porta quella mattina.
Si sentiva tremendamente in colpa, credeva che se avesse capito che qualcosa non andava, se avesse guardato con più attenzione, se... se... e ancora altri mille se, avrebbe potuto evitare quello che stava accadendo.
Si sedette sul divano e si prese la testa tra le mani.
- Mike, non è colpa tua - disse Luke che sembrava stranamente quello più razionale in quel momento.
Ashton era pallido, pensava ma non riusciva a trovare nulla di buono, troppi pensieri si affollavano nella sua mente, la intasavano, creavano solo confusione senza dare risultati.
- Magari Elizabeth sa qualcosa - propose Luke avvicinandosi a Mike.
Ash lo guardò illuminandosi, prese il telefono e la chiamò.
Calum intanto era già arrivato al piano terra, e di Nikki non aveva trovato traccia, decise di iniziare a bussare a tutte le porte del piano terra ,e chiedere se qualcuno l'aveva vista.
Stava per bussare alla prima, quando notò il solito vagabondo seduto sulla panchina del marciapiede esattamente di fronte.
Corse da lui.
- Scusi - disse attirando la sua attenzione e guardandolo negli occhi - ha per caso visto una ragazza bionda uscire da quel palazzo? -
Il signore lo guardò con aria furba, aveva capito dal tono di voce quasi di sperata del ragazzo, che quella che gli stava chiedendo era un'informazione importante.
- Non lo so - si tolse il cappello mostrando così la testa spelacchiata - forse qualcosa aiuterebbe la memoria di un vecchio - porse il cappello rivolto a faccia in giù a Calum.
Voleva dei soldi.
- Senta, non ho soldi al momento con me, ma..-
- Ma la mia memoria è quella che è - lo interruppe il vecchio.
Il ragazzo era parecchio irritato, perché quel tipo, non capiva la gravità della situazione.
- Quella ragazza è...-
- Mora, rossa, bionda? Passano tante ragazze in questo bel posto p..-
Cal perse la pazienza, afferrò il vecchio per il colletto e iniziò a stringere.
- Mi ascolti bene, se lei non mi dice all'istante quello che le ho chiesto, giuro che la mia faccia sarà l'ultima che vedrà per il resto della sua vita - sibilò continuando a stringere sempre con maggiore forza il colletto della maglia del vagabondo.
Il viso del vecchio, virò da rosa a un rosso tenue.
- Ha visto sì o no una ragazza bionda uscire da quel palazzo -
Il rosso era più acceso ora.
Sussurrò un sì soffocato.
Calum lo lasciò andare.
- Grazie. Buona giornata - rispose senza scomporsi, e correndo verso il palazzo.
Nel frattempo il telefono di Elizabeth suonava nella stanza delle prove.
"Don't wanna miss you, tonight 
I wanna kiss you so right 
Don't wanna miss..".
Il fotografo smise di fare foto alla ragazza in costume, perché interrotto da quella che, secondo lui, era una terribile suoneria.
La ragazza in bikini scese dal set e si scusò per il contrattempo.
Stava per ignorare la chiamata quando si accorse che sul display lampeggiava la scritta "ASHTON I.".
- Devo rispondere. Ci sono problemi di famiglia. Faccio in due minuti, promesso - non aspettò il consenso di nessuno che rispose subito - pronto?-.
Si aspettava qualcosa di diverso da quello che Ash le stava per dire.
- Nikki è lì con te? - chiese freddo.
Rise.
- Non la farebbero nemmeno entrare qui quella, ma mi ha...-
- Oggi sei tornata a casa? - la interruppe. 
Sembrava un interrogatorio.
- Si - rispose secca.
- Le hai detto qualcosa? - 
A quel punto della conversazione  si pietrificò un attimo. 
Quella biondina doveva aver spifferato tutto ad Ashton; ma dopotutto era la sua parola contro quella della bionda.
- No - mentì - perché? -
- Se vedi, chiamami subito - furono le sue ultime parole.
Chiamata terminata.
Non le aveva chiesto come stava andando il lavoro, o come stava, non le aveva chiesto nulla che non  riguardasse , quella che lei riteneva essere, la stupidissima cugina di Luke.
Una cosa di quella conversazione "misteriosa" l'aveva capita; se Ash le aveva detto di chiamarla se la vedeva, significava che Nikki era andata via.
In fondo, era riuscita nel suo intento.
Spense il telefono, e lo mise in borsa; era pronta e radiosa per fare altre foto, perché sapeva che se Nikki era andata via, era solo una questione di tempo per riavere Ash tutto per sé.
Di poco tempo secondo i suoi calcoli.
Calcoli errati, visto che non aveva i numeri giusti.
Era davvero felice.
Ash lanciò arrabbiato il telefono dall'altra parte della stanza.
- Maledizione!- gridò.
Dove sei Nikki?
Calum aprì di nuovo la porta d'ingresso.
- E' andata via - disse senza fiato - l'hanno vista correre via da qui -.
- Non è possibile - disse Mike incredulo.
- Dobbiamo andare a cercarla - disse Luke alzandosi.
I pensieri di Ashton fecero silenzio tutti in un colpo solo, strinse le mani a pugno così forte fino a far diventare le nocche bianche.
In quel silenzio che era la sua mente la voce di Nikki si fece largo, una frase, nella mente di Ashton risuonò questo.
Una semplice frase.
"Se non fosse per te, ora sarei un cadavere nel fiume".
Sbiancò.
- Oh cazzo - sussurrò prima di correre fuori.
Doveva fermarla.
Doveva assolutamente fermarla.


Buonsalve mie amate ciambelline :3 
Come va la vita verso la fine della scuola? A me va così bene che l'idea di lanciarmi fuori dalla finestra è allettante ogni giorno di più. 
Passando alle cose più serie, tipo il CIBO! Ieri mio papà ha fatto le meringhe (non so per quale ragione), e sapevano di sapone.. credo che abbia tentato di avvelenarmi facendomi mangiare del sapone, dico davvero. 
Inoltre ho recentemente riavuto il trauma del fatto che gli ananas crescono sotto terra e non sulla palme! NONCRESCONOSULLEPALME! Metà della mia infanzia si è basata su una bugia :'( 
Poi annuncio ufficialmente che ho deciso di fare il clown ai bambini in oncologia in ospedale :3 Non potete immaginare la faccia di mia madre quando gliel'ho detto, era qualcosa tipo "Chi sei tu? Dov'è mia figlia?". 
Anyway, ora che vi ho raccontato le solite cose di cui a voi non frega un piffero e.e, passiamo alle cose meno serie del cibo, tipo la storia. 
Volevo dirvi che non avevo mai ricevuto in vita mia (intendo da quando sono su efp), ben 9 recensioni POSITIVE per un capitolo solo :') 
Davvero sono contentissima (e so che questo ne riceverà meno, ma non importa.. anzi non so nemmeno se ne riceverà, ma dettagli e.e).
Tornando a noi, SBAAAAAM, avete visto che colpo di scena? MI SENTO LA REGINA DELLA SUSPENCE ORA! Non potete capire xD 
L'ho urlato fuori dalla finestra, e la scena è stata più o meno questa: 
Io "SONO LA REGINA DELLA SUSPANCE!"
Tipo carino che passa *mi guarda male* "CHISSENEFOTTE!"
Ma non ha smorzato la mia autostima di suspensatrice(?) professionista.
Spero che vi piaccia questo capitoletto :3 
E' un pò più corto rispetto al precedente, ma spero che vi vada bene lo stesso miei muffin belli. 
An si, ho comparto 22 libri a 1 euro ciascuno, mi sento la regina anche dei buoni acquisti... ma questo non l'ho urlato fuori dalla finestra.. tranquille.. non sono così impazzita *Geroge Clooney che si intromette : "IMMAGINA...PUOI" *.
Piccoli cupcakes, vi adoro davvero, e vi mangerei tut... *George Clooney ritorna a rompere : "CANNIBALISMO.. NON PUOI" *.
Vi lascio mie dolcezze <3 Vado a mangiare Clooney *George Clooney inizia a correre*.
Grazie a chi mette la storia tra le preferite, le seguite, e le ricordate... un Grazie speciale a chi recensisce... e UN GRAZIE ENORME AI MATTI CHE MI HANNO MESSO TRA GLI AUTORI PREFERITI ** 
Un bacio** 

Lily


P.S. Per chi volesse questo è il mio nome twitter (in caso vogliate insultarmi un poco) : @Lillilola_



 

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Capitolo 13
*** Il mio lieto fine ***


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CAPITOLO 13: IL MIO LIETO FINE.
 



- Signora, mi scusi ha visto ques..no? Grazie lo stesso - 
Erano in metropolitana, perché secondo il vagabondo, durante il secondo interrogatorio, era andata in quella direzione.
E la signora del bar davanti alla metro, l'aveva vista scendere.
Ora si ritrovavano in quello spazio grigio e tremendamente affollato, e stavano cercando il loro ago nel pagliaio.
Chiedevano a chiunque se avesse visto la ragazza della foto del telefono di Luke.
Più ricevevano no, più Ashton sentiva il tempo scorrere all'indietro, come un timer, e non sapeva quanto tempo mancava, o se avesse già suonato la fine.
Non sapeva se Nikki aveva già fatto quello che pensava.
Non farlo. Non farlo. Non farlo. 
Si continuava a ripetere quelle due parole come fosse un mantra.
- Ragazzi! - gridò Mike in mezzo al caos - lei l'ha vista! - indicò la cameriera del bar.
Si radunarono tutti da lui.
- E' una vostra amica? - chiese la ragazza asciugandosi le mani sul grembiule.
- Si - rispose - sai dov'è andata? - .
- Ha preso la linea verde, in direzione nord - 
Ashton impallidì.
Quella linea portava alla foce del fiume.
Vedeva i suoi incubi prendere forma, e diventare lentamente reali.
Non farlo. Non farlo. Non farlo.
Spero la ritroviate. L'ho notata perché sembrava terrorizzata. Quasi tremava. - disse prima di tornare al lavoro.
A quel punto, anche Calum sembrò capire quello che la ragazza aveva in mente, e così anche il suo tempo iniziò a scorrere anche indietro, iniziò anche per lui la corsa per impedire a quel timer di impedire di suonare la fine.
Alla fine sapevano sia lui che Ash cosa sarebbe successo, la bomba sarebbe scoppiata, e Nikki sarebbe morta.
Luke era estremamente preoccupato, mentre Mike cercava di dare un senso a tutto.
Il tempo rallentò appena il treno della linea tre arrivò sul binario.
Le porte rumorosamente quanto lentamente si aprirono.
Ashton metteva un piede davanti all'altro cercando di correre il più velocemente possibile.
Calum che lo seguiva ruota mentre riceveva spallate dai passanti di fretta.
Luke che si perdeva nella folla.
Mike che lo prendeva per un braccio tirandolo con lui verso il treno.
Il rumore dell'avviso delle porte in chiusa,
Ashton con il fiatone che entrava.
Calum che si fece spingere dentro dal fiume di gente.
Luke e Calum li raggiunsero in tempo.
 Ma in tempo per cosa dopotutto?
Nessuno di loro sapeva quanto tempo mancava allo scoccare della fine.
Il tempo riprese a scorrere quasi normalmente per loro, ma non altrettanto per Nikki.
Aveva visto il suo riflesso nell'acqua cristallina da un ponte in legno del fiume che portava all'oceano.
Quanto poteva essere profonda l'acqua, non lo sapeva , sperava solamente che lo fosse quel tanto per cadere e non tornare più in superficie.
Sentiva tutto amplificato.
Il rumore dei suoi passi leggeri sull'erba diretti all'argine, le erano sembrati una pioggia di macigni.
Il rumore dell'acqua  che scorreva piano, era lo stesso che faceva l'oceano durante la tempesta.
Il suo cuore, quello batteva impazzito, era così forte quel battito che sembrava lo potessero sentire dall'altra parte dell'emisfero.
Eppure non aveva paura, sul suo viso nulla diceva che aveva paura, anzi su quel volto c'era solo un sorriso.
Sorrideva perché era il suo lieto fine, poteva finalmente liberarsi di un peso.
Poteva liberarsi di sé stessa.
Riguardò il suo riflesso un secondo.
Il cuore accelerò ancora.
Cadde. Finalmente cadde.
Il tempo riprese il suo normale ritmo anche per lei.
Le porte si aprirono, e ad Ashton non importava chi voleva scendere o salire in quel momento, infatti si fiondò di corsa giù dalla metro e iniziò a correre.
Non farlo. Non farlo.
Gli altri tre erano al suo seguito, ma non correvano quanto lui.
Probabilmente perché nessuno dei tre, aveva la sua stessa orribile sensazione opprimergli il petto.
Non farlo. Non farlo.
Uscì dalla metropolitana , e venne accecato dalla luce del sole, chiuse gli occhi d'impulso, e in quel momento, nell'esatto istante in cui i suoi occhi si chiusero prima di riaprirsi, in quell'istante, aveva visto il viso sorridente di Nikki e aveva sentito la sua risata risuonargli nella mente.
Non poteva credere che fosse troppo tardi, non poteva credere che quel timer avesse suonato la fine.
- Di qua! - gridò Cal che conosceva la strada per arrivare al fiume.
Le gambe di Ashton ripresero a correre, presto superò Calum, che gli indicò di andare sempre dritto.
Raggiunse un ponte in legno.
Sotto di lui il fiume e lo spiazzo d'erba dedicato all'argine e agli allegri picnic.
Lo attraversò di corsa, e si ritrovò davanti a una scelta.
Una scelta che poteva essere fatale.
Destra o sinistra ora? 
Dove poteva essere andata? 
Cal lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla.
Aveva il fiatone.
- Tu e Luke a sinistra verso l'oceano. Io e Mike a destra. Chiamate - disse decisamente stanco e quasi senza più fiato.
Ma nonostante fossero quasi tutti e quattro stremati ripreso a correre lo stesso.
Due a destra e due a sinistra.
Correvano e osservavano, sperando di non trovare nulla galleggiare nel fiume che veniva trasportato  dalla corrente.
Calum non pensava a nulla, la sua mente era silenziosa, a differenza di quella di Ashton che gridava in preda al panico.
Le gambe di entrambi oramai correvano da sole.
Non farlo. Non farlo. Non f...
Si fermò di colpo.
La mente silenziosa tutto ad un tratto.
Il respiro affannoso e il cuore che faceva i cento allora.
Vedeva ciò che non avrebbe mai voluto vedere.
Saltò la recinzione e iniziò la sua corsa sull'erba verde.
Le gambe che poco prima erano leggere e quasi completamente autonome, ora gli sembravano dei macigni.
A ogni passo la sua meta gli sembrava sempre più lontana, come se si divertisse a farlo soffrire.
I fili d'erba lo deridevano mentre facevano affondare i suoi piedi.
Era una scena a rallentatore la sua ,  per raggiungere quel corpo steso a terra con una mano le cui dita sfioravano l'acqua fredda e i fili d'oro impregnati di rosso acceso, ci aveva messo una decina di secondi per raggiungerla, ma per lui quei secondi erano stati secoli e millenni.
- NIKKI! - riuscì a dire stringendo una mano pallida.
Si inginocchiò al corpo freddo.
Terribilmente freddo.
Lo girò e posò la testa della ragazza sulla sua spalla.
Avvolse le braccia attorno al corpo per stringerlo a sé.
Il taglio sulla tempia iniziò a sporcare di rosso il collo di Ashton.
-Chiama l'ambulanza! - gridò a Luke che stava già dando le indicazioni ai paramedici al telefono.
Non respirava.
Nessuno dei due sembrava respirare.
Uno  perché aveva il cuore che non batteva, l'altro perché si stava dimenticando di farlo.
- Non ti lascerò andare - sussurrò all'orecchio che non poteva sentire - ti ho promesso che non lo farò -.
Una lacrima.
Due lacrime.
- Ma tu non devi abbandonare me - gridò portandosi il viso della ragazza davanti al suo - ti prego. Non farlo. Non abbandonarmi - guardò i suoi occhi chiusi.
Sembrava dormisse.
Si convinse che in realtà stava dormendo anche Ashton.
Come in ogni favola che si rispetti, la principessa per svegliarsi ed essere così liberata dall'incantesimo deve ricevere un bacio.
- Non abbandonarmi. Non farlo - le sussurrò sulle labbra prima di premerci contro le sue.
Erano ancora morbide, quasi calde.
Le lasciò andare poco dopo.
Prese tra le braccia la principessa.
- Dov'è il mio lieto fine bambolina? Perché il tuo finale non coincide con il mio? -.
In lontananza si sentiva il rumore dell'ambulanza.
Calum e Mike arrivarono in tempo per vedere il suo corpo su una barella.
Ashton seduto a terra con le mani tra i capelli.
Tre lacrime.
Quattro lacrime.
Un viso sconvolto.
Il moro gli andò vicino e si sedette affianco a lui.
L'ambulanza ripartì con Luke che teneva una mano di Nikki tra le sue.
Lei non lo avrebbe lasciato così, lui lo sapeva, si convinceva di saperlo più che altro.
Mike tornò verso casa da solo, andava a prendere la macchina per poi andare in ospedale nella speranza di sentire buone notizie.
Sperava di sentire che la loro bambolina non era distrutta, ma era stata aggiustata e che presto sarebbe tornata a casa,
A casa da loro.
Calum guardava Ashton, che restava fisso, immobile, come una statua.
Alzò lo sguardo solo un secondo.
-Dov'è il mio lieto fine, come nelle favole? - chiese prima di riabbassarlo.
Una lacrima cadde sull'erba.
Due lacrime caddero sull'erba.



Buonsalve ciambelline mie adoratissime ** 
Chiedo perdono per il fatto che il capitolo sia MOLTO più corto rispetto agli altri, ma mi sembrava giusto così. 
Mi piace mettere SUSPANCE alle mie ciambelline :3 
Ebbene ora non per dire, ma vglio illustrarvi, come ho costruito il capitolo sulla metafora di un orologio che scorre all'indietro, insomma del timer... Mi sento un dannatissimo genio xD 
Capisco di non essere la Rowling, donna che personalmente io adoro, visto che passo le mie gornate a giocare a lanciare incatesimi con i miei compagni di classe (quando si dice la maturità delle persone del liceo e.e). 
Un mio amico ha persino tentato di andare a Hogwarts dopo che aveva scritto sul muro 9 3/4... ha preso la rincorsa e SBAAAAM , si è schiantato al muro... mi stavo per pisciare addosso dal ridere xD 
Bene, ora che vi ho detto che sono un genio, che in realtà non sono visto che gioco a Harry potter :') (Il mio personaggio preferito è Draco.. quel biondino mi piace tantissimo).
Cosa ne pensate del capitolo mie piccole fragoline? Ve gusta (la mangusta?). 
Volevo ringraziarvi per le tantissime recensioni anche dello scorso capitolo *-* Mi fate piangere, dico davvero :') vi adoro. 
Spero che anche questo capitolo vi piaccia anche se è corto.. tipo io quando l'ho letto mi sono immaginata la scena di un film e secondo me era fichissima come scena, forse un pò scontata(?), ma epica lo stesso. 
An si, e non preoccupatevi, che la regina della suspance questa volta non ha gridato niente dalla finestra, ha imparato la lezione *fa il pollice in su*.
Un bacione ** 
Lily

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Capitolo 14
*** Colpe e cause. ***


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CAPITOLO 14: COLPE E CAUSE.
 
Michael raggiunse Calum e Ashton con la macchina.
Erano esattamente come li aveva lasciati.
Aprì la portiera, e senza dire nulla i due si alzarono e raggiunsero la vettura nera.
Ashton era palesemente sotto shock, sembrava fissare un punto immaginare fermo, fuori dal finestrino, e continuava a guardarlo senza sbattere le palpebre, anche quando la macchina partì.
Aveva stretto tra le braccia un corpo freddo e senza vita, e Mike era molto preoccupato, perché il corpo che il suo amico aveva stretto a sé,  era quello della ragazza di cui si era, con tutta probabilità, innamorato.
Non sapeva se anche gli altri avevano capito cosa Ashton provava per Nikki, l'unica cosa che sapeva, era che lui l'aveva capito, perché da quando quella ragazza aveva varcato la soglia di quella casa, lui non era più lo stesso.
Era felice.
Era, per l'appunto.
- Lei ce la farà - disse cercando con lo sguardo l'amico dallo specchietto retrovisore, ma quello sguardo rimase incollato a quel punto fermo aldilà del vetro.
- Ce la farà a fare che cosa? A suicidarsi o a dover tornare a vivere? - sussurrò freddo e distaccato, senza battere ciglio.
Nessuno rispose, Mike prese la tangenziale per andare verso l'ospedale.
Sperava che Luke chiamasse dicendo che era viva, che la loro amata bambolina non era andata distrutta, ma che invece aveva tutti i pezzi, anche se incollati e un po' ammaccati , voleva sentirsi dire che stava bene.
La mente di Ash era silenziosa, non pensava a nulla, perché non aveva la forza di realizzare quello he era appena accaduto.
Sperava fosse solo un brutto sogno, un terribile incubo, dal quale presto si sarebbe risvegliato, ritrovandosi così non in quella macchina fredda,, ma nel suo letto caldo, affianco a Nikki  che dormiva tranquilla, o che almeno ci provava.
Nessun segno però confermava il fatto che quello fosse solo un dannatissimo incubo.
Calum stava per aprire bocca e dire una stupida frase ottimistica, esattamente come nei film, ma venne interrotto a bocca aperta dallo squillo del telefono.
"LUKE" gridava il display.
Rispose Calum e mise in viva voce. 
- Pronto? - disse con un filo di voce.
Gli tremava la mano dalla tensione, Ashton schiodò lo sguardo dal finestrino per concentrarsi sul telefono e Mike accostò l'auto.
Luke non rispose e iniziò a piangere.
Il telefono piangeva e singhiozzava.
Ognuno di loro aveva paura di sentirsi dire quello che che nella mente gli stava passando.
- Lei non vuole vedermi - disse disperato - dice che non mi vuole! -
Silenzio e confusione.
- Lei chi? - chiese Cal con il cuore in gola.
- Lei Nikki, IDIOTA! Non mi vuole in stanza! - gridò smettendo di piangere.
Ashton scoppiò a ridere, finalmente libero da tutta quella tensione, che fino a un attimo prima aleggiava nell'aria.
Mike rimise in moto la macchina, e riprese a correre sulla strada.
- Luke tranquillo. Ora arriviamo - rispose il moro chiudendo la chiamata.
Nikki era ancora con loro.
 
 
Ashton fu il primo a notare quel Luke un po' troppo triste, con la faccia appoggiata al vetro di una porta.
- Lei come sta? - chiese.
- Il dottore ha detto che le faranno dei controlli- il biondo si voltò verso l'amico - perché non vole farmi entrare? Io voglio solo abbracciarla e dirle che se mi fa perdere altri dieci anni della mia vita in questo modo non..-
- Forse non vuole che le si facciano domande- disse Mike comparendo alle loro spalle.
Restarono in silenzio pensierosi.
Ashton moriva dalla voglia di vederla sbattere velocemente le palpebre mentre lo guardava, di vedere i suoi occhi neri posarsi nei suoi.
Voleva vederla viva.
- Io entro. Lasciatemi solo con lei - disse mettendo mano alla maniglia.
Luke lo guardò minaccioso, stava per aprire bocca, ma Ashton gli sbatté la porta in faccia entrando nella stanza.
C'erano tre letti bianchi, ma solo il suo era occupato.
L'odore di disinfettante e candeggina aleggiava nella stanza.
Nikki era girata verso la finestra, e non aveva visto chi era entrato, probabilmente perché non gli interessava.
Il ragazzo si sedette sul bordo del suo letto.
- Ciao bambolina- disse sorridendo.
Nikki non si girò a guardarlo, lei sapeva che era un peso per loro.
- Dovresti andartene - sussurrò poco convinta.
Le parole colpirono in pieno Ash, come fosse appena stato investito da una macchina in corsa.
- No- rispose prendendole una mano tra le sue.
Lei restò in silenzio.
- Sai, quando ti ho promesso di non lasciarti, credevo che la cosa valesse anche per te. Io non lascio te, tu non lasci me- disse dolcemente.
A quelle parole lei si girò a guardarlo, si sedette e tolse con fatica la mano da quelle del ragazzo.
-Perché non mi hai lasciato?- chiese con le lacrime agli occhi - io so di essere un peso per voi. Non dovete stare qui, voi...- a quel punto scoppiò in lacrime - dovevate lasciarmi morire, sono solo in peso. Un giocattolo rotto! - gridò coprendosi gli occhi.
Ash la richiuse tra le sue braccia, e le diede un bacio sulla fronte.
- Lasciami Ash - sussurrò - non fare finta che ti importi-.
Nonostante quelle parole uscissero dalla sua bocca, le sue mani erano avvinghiate alla maglia di Ash.
- Vorrei sapere come ti vengono in mente queste scemenze - disse sorridendo e posando una mano tra i suoi capelli senza lasciarla andare via dalle sue braccia.
- La sorella di Calum mi ha detto come la pensate veramente e...-
Ash dovette fermarla.
- Aspetta un attimo. Chi è che ti ha detto cosa?- chiese con la calma che preannunciava la tempesta.
Nel frattempo gli altri tre guardavano la scena dal vetro fuori.
Nel frattempo gli altri tre guardavano la scena dal vetro fuori.
Capivano che c’era qualcosa che non andava, poi il telefono di Calum squillò.
“Elizabeth”.
- Dove diamine siete? – gridò la ragazza - ho   chiamo te e  Ash, qualcosa come duecen..-
- Siamo all'ospedale -.
Silenzio.
Liz restò in silenzio di colpo.
- E' successo qualcosa di grave? State tutti bene? - chiese iniziando a preoccuparsi.
- Nikki ha tentato il suicidio, ma ora credo stia bene - rispose senza pensare.
Si era dimenticato della storia censurata che le avevano rifilato.
In quel momento a Liz non importava la storia che le avevano detto, non le importava di nulla nulla della storia di quella ragazza.
Sbiancò di colpo.
Si sarebbe sentita dieci volte meglio se le avesse detto che uno di loro era in coma etilico, o che era stato investito da un camion e ora si ritrovava con un paio di ossa rotte, perché così, poteva avere la certezza che nulla di quello che era successo  poteva essere a causa sua.
Si dovette sedere sul divano.
- Merda - riuscì solamente a dire, prima che Ashton uscisse furioso dalla stanza 
Guardò l'amico al telefono.
- Sei al telefono con tua sorella? - chiese con tono gelido.
Rispose annuendo.
- Luke va da lei, ora puoi parlarle. Cal passami il telefono -.
La ragazza dall'altra parte del telefono sentì terribilmente freddo dopo aver sentito il tono freddo di Ashton, aveva i brividi lungo la schiena.
- La bambolina del mio cuore mi ama - gridò Luke entrando  nella stanza e correndo da lei.
Elizabeth sentiva il respiro di Ashton dall'altoparlante.
- Ciao Ash - cercò di dire tranquilla.
- Devi fare le valigie e andartene - disse sempre con tono calmo - non voglio vederti una volta tornato a casa -.
Le vennero le lacrime agli occhi.
- Perché?- chiese sussurrando.
Sapeva benissimo il perché, ma non voleva ammetterlo a sé stessa, non voleva sapere di aver provocato una simile reazione nei conforti della ragazza.
- Le parole "Giocattolo rotto" e "sei un peso.." , non ti ricordano nulla? - si fermò un attimo - lei stava per uccidersi Liz, se non l'avessimo trovata in tempo...-
Un medico attirò l'attenzione di Mike che stava ascoltando il discorso.
- Lei è un parente della ragazza? -  chiese aprendo una cartella e con l'infermiera anziana al suo fianco che guardava i suoi appunti sulla loro amica.
- Sono il coinquilino. E lei non ha tutori legali - rispose prontamente - può tranquillamente chiedere a me-.
- Parlerò con la paziente allora - rispose il medico andando verso la stanza.
-.... non farti più vedere - disse Ash chiudendo la chiamata, mentre Calum lo guardava così stupito che non era riuscito a fermare le parole dell'amico nei confronti di sua sorella.
Stava per riprendersi dallo stupore e aprire bocca, quando il camice bianco gli passò affianco e aprì la porta.
Luke smise di morderla allegro e guardò il medico, un signore distinto sulla cinquantina.
Guardò Nikki con occhi scuri, ma piuttosto teneri.
- Noto che sta meglio signorina. Credevamo di averla persa e lei... - guardò Luke- dovrebbe mantenere la calma, i paramedici hanno seriamente pensato di sedarla - sorrise.
- Scusi, ero preoccupato - disse Luke mortificato.
In ambulanza era quasi impazzito, quando dopo tre scariche di defibrillatore il cuore di Nikki non era ancora ripartito a battere.
Dopo la quarta fortunatamente riprese a battere, e il biondo finalmente si calmò.
- Comunque volevo chiederle alcune informazioni personali. Intanto, sa qual è il suo nome?-
Nikki annuì.
- Mi chiamo  Nikki Hamilton - disse.
Il medico annuì, mentre l'infermiera scriveva le informazioni della ragazza sulla cartella che il medico le aveva passato.
Il dottore stava per farle un'altra domanda, ma entrò un altro camice bianco.
- Scusa se ti interrompo George, ma ho bisogno di una firma per gli esami che hai richiesto - disse quello appena entrato, che era un medico più giovane dell'altro.
- Continui lei Margaret mentre firmo - disse rivolto all'infermiera.
- Signorina Hamilton, qual è la sua data di nascita?-
Alla parola Hamilton, il medico giovane alzò lo sguardo su Nikki.
- Undici luglio del...-
- 1995 -  concluse il medico giocane sorridendo alla biondina - Nikki dovresti smetterla di prendere colpi in testa -ridacchiò lasciando tutti i presenti spiazzati.
Nikki sorrise sorpresa.
- Salve dottor Lambert - disse sorridendo.
Il medico le sorrise e le si avvicinò.
- Dopo torno così mi racconti cosa ti è successo. Intanto ti lascio nelle mani di George - com'era entrato se ne andò.
Ashton lo guardò andarsene, e poi realizzò una cosa : quel medico conosceva la sua bambolina.
Si disse solo questo, prima di uscire di corsa dalla stanza per  fermarlo.
-Scusate, torno subito - disse mentre la porta si chiudeva.
Vide subito il medico che attraversava il corridoio tranquillo.
- Scusi dottor Lambert - il camice bianco si girò e  lo guardò confuso.
Ash si avvicinò a lui.
- Potrei farle delle domande? -
- Dica pure - disse disponibile.
- Riguardano la paziente Nikki Hamilton - .
Il medico corrucciò lo sguardo.
- Non possa dare informazioni sui pazienti. Mi spiace - fece per andarsene, ma Ash lo fermò di nuovo.
-   Aspetti, è importante - disse supplichevole.
- Senta, vorrei, ma non posso pro.. -
- E' in ospedale perché ha tentato il suicidio - disse Ash spiazzandolo.
- Mi disp...-
- Almeno mi dica come la conosce - lo guardò - vive a casa mia da circa tre settimane, l'ho trovata per strada di notte che correva e con lo sgu..-
Il medico sospirò.
- E' la seconda volta che la ricoverano - aveva finalmente convinto il medico a parlargli della ragazza.
Molto probabilmente perché lo aveva impietosito.
Era tentato di iniziare a fargli delle domande, ma lui iniziò a parlare senza dover essere incitato.
- La prima volta è perchè ha fatto un incidente in auto, mentre tornava con i suoi da un saggio di danza se non ricordo male - sospirò - un ubriaco li ha presi in pieno. Nikki aveva una ferita sulla guancia, e un lieve trauma cranico - sussurrò - suo padre una gamba rotta. Sua madre invece a causa del finestrino rotto aveva il viso pieno di pezzi rotti di vetro, e uno di quelli le aveva centrato l'addome- guardò il ragazzo, che restò in silenzio. 
Aveva finito di raccontare del perché era stata ricoverata.
- Come mai si ricorda così bene di lei? -
Il medico sorrise triste a questa domanda.
- E' rimasta due ore nella stanza di sua madre dopo che è morta per un attacco cardiaco- sospirò prima di dire quello per cui si ricordava così bene di lei - continuava a ripetere teme, come un disco rotto, che era colpa sua-
Silenzio.
- E suo padre? -
- E suo padre le dava ragione. Diceva che era solo colpa sua se sua  madre era morta - concluse andandosene 
 
 
 
Saaaalve mie ciambelline :3
Come va? 
A me stanno ancora rompendo le scatole con compiti in classe\interrogazioni\ compiti\ e qualsiasi altra cosa possa rompermi le scatole, e sinceramente NON NE POSSO PIU'.
Per non parlare del tempo, so che sembra banale, ma insomma da me c'è un tempo di CACCA, piove-fa freddo-sole-32980 gradi- e poi di nuove piove, e tu sei lì che pensi che forse non sei l'unica ad avere problemi di bipolarismo visto che anche il tempo non si decide su cosa fare... dovrebbero cambiargli pillole, caspita.
Anyway, pensiamo invece che tra pochino arriva l'estate, in cui io potrò rompervi le scatole tranquillamente con le mie storie\pazzie\ storie pazzie(?) ... SO CHE NON VEDETE L'ORA.. SO CHE E' COSI' NON NEGATE *le lanciano addosso un mattono per farla tacere*
*Schiva tatticamente il mattone, ma decide che per il suo bene è meglio cambiare argomento*.
Ditemi miei amati muffin al cioccolato, cosa pensate di fare voi quest'estate..non sono accettate risposte come "Farò i compiti", sono ben accettate invece risposte come "Vado a cercare il santo Graal, ti va di venire?" in quel caso la risposta sarebbe OVVIO CHE SI... ma non credo che mi vorreste come compagna di avventura, insomma io sono una lagna che ogni tanto se ne salta fuori con facce buffe (si ragazze.. il mio tic è fare le facce buffe... e non è una bella cosa), e poi mi mordo le labbra in modo convulso come i maniaci.. credo che resterò senza labbro inferiore... accidenti.
Tornando a discorsi seri (serissimi), RINGRAZIO chi ha recensito :') ma ovviamente sapete già che vi ringrazio perchè rispondo a tutte le recensioni dicendo cose strane (come se fossi capace di dire cose normali ogni tanto e.e), ma volevo ringraziarvi PUBBLICAMENTE, perchè voi che sprecate il tempo per me meritate davvero, vi adoro ** 
Ragazze\i, animali\e, unicorni\e, e dolcetti, volevo avvisarvi che ho seriamente notato che scrivendo i capitoli sul mio quadernino magico, c'è un lento degrado della mia mentalità, ma ve ne accorgerete e.e Inoltre volevo già avvertire che da adesso in teoria i capitoli verranno messi PUNTUALMENTE visto che la scuola non mi rompe più e ho tempo per rompervi le scatole.. non aspettavate altro vero? 
Ultima cosetta prima che mi dimentichi, ho fatto un po' di somme, e credo che la storia finirà verso il 21esimo capitolo se tutto va per il verso giusto, ma non si sa mai... an si, e CHIEDO PERDONO se ho scritto 1995 in numero e non in lettere, so che non si potrebbe, ma era troppo lungo da scrivcere e scomodo da leggere... scusatemi in caso vi foste arrabbiate per questo errorino.. 
Per chi guarda il trono di spade invece, è grave se un po' di tempo fa dopo che mia sorella non ha pagato una scommessa le ho urlato dietro "UN LANNISTER PAGA SEMPRE I PROPRI DEBITI?"... ditemi di no per favore. 
Un bacione pasticcini ** 
Lily**

 
 

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Capitolo 15
*** Frammenti di storia. ***


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CAPITOLO 15: FRAMMENTI DI STORIA.

 
Dopo che il medico si fu accertato che Nikki avesse un’assicurazione sanitaria, iniziò a sottoporla a vari controlli, per capire il motivo per cui il cuore le si era improvvisamente fermato.
Nikki infatti non era riuscita a lasciarsi andare nell'acqua perché un attimo prima di farlo, il cuore, aveva smesso di batterle.
Questo, strano a dirlo, era quello che le aveva salvato la vita.
Ashton era rimasto con lei in ospedale  tutto il tempo insieme a Luke.
Calum quel giorno era andato a casa, dalla sorella, per farsi spiegare in modo dettagliato che cosa era accaduto, e sopratutto, che cosa aveva combinato.
Mike invece era al bar, e stava facendo rifornimento di brioches per i suoi amici in ospedale.
Il dottor Lambert si era preso Nikki come paziente, e appena entrò in quella stanza con i risultati degli esami, tutti gli occhi puntarono su di lui.
- Ciao Nikki - disse tirando un sorriso che però aveva una nota di tristezza nella voce - ho i risultati  - da quel tono sembrava di capire che non erano esattamente buone notizie quelle che portava - la tua testolina è apposto, nonostante la caduta, non hai alcun tipo di trauma  - sfogliò la cartella che aveva in mano -hai avuto un attacco cardiaco - sospirò - per questo il tuo cuore ha smesso di funzionare - la guardò un attimo negli occhi tristi -  purtroppo hai un difetto genetico al cuore - le si avvicinò - lo stesso che aveva tua madre-.
Quegli occhi neri divennero due pozzi traboccanti di tristezza.
Restarono un attimo in silenzio.
- Se provi emozioni forti ruschi che accada di nuovo. Ti prescrivo delle pillole -.
Non smetteva di guardarla fisso negli occhi, e smise solo quando lei abbassò lo sguardo.
Ashton era preoccupato, e molto, perché avere dei problemi al cuore, non era esattamente l'equivalente di prendersi l'influenza o di avere il colesterolo un po' alto.
Significava che poteva morire andando sulle montagne russe, o che il cuore poteva smettere di batterle a causa di qualche emozione troppo forte.
- Lo sai che non è colpa tua. Vero? -  disse il medico ignorando i presenti.
Luke non capiva quello che il camice bianco voleva dire, e Ashton osservava Nikki in cerca di qualche reazione da parte sua.
La ragazza tenne lo sguardo basso.
- Dottor Lambert io no...-
- Ripeti con me Nikki: "Non è colpa mia"  -.
La ragazza alzò lo sguardo.
- Perché? - si limitò a chiedere - perché non dovrebbe essere colpa mia?-.
Il dottore sorrise.
- La macchina che vi ha centrati, la guidavi tu?-.
- No - sussurrò - ma...-.
- Ma tua madre aveva un problema al cuore - sussurrò - non è stato l'inciden... - continuò a parlare dolcemente.
Nikki non lo ascoltò pi, non voleva sentire per l'ennesima volta la solita storia.
Ciò che diceva il camice bianco era la verità, ed era anche una bugia.
Sua madre aveva avuto un attacco cardiaco a causa delle forti emozioni che le avevano provocate l'incidente, ma di una cosa era certo quel dottore: ciò che era accaduto non era colpa di Nikki, nulla di tutto quello era colpa sua.
- Se mi fossi seduta al suo posto, lei...-
- Sarebbe morta lo stesso, e saresti morta anche tu -.
Luke non capiva cosa stava succedendo, ma sapeva che non era normale che un medico parlasse in quel modo a una paziente, era riuscito a capire solamente che quelli di cui parlavano, erano dei frammenti della vita di Nikki.
Ma solo dei frammenti minuscoli, grandi forse quanto delle briciole di pane.
Ascoltava con attenzione cercando di dare un senso a tutto, esattamente come un piccolo Sherlock Holmes un po' imbranato.
Ashton invece guardava Nikki che stringeva il lenzuolo così forte da far diventare le nocche ancora più pallide, odiava davvero parlare di quell'argomento.
- "Non è colpa mia", ripetilo - continuò il medico.
- Ma mio padre..-.
- Ma tuo padre non ha sempre ragione. I genitori sbagliano, e lui si sbagliava - concluse.
Nikki a quelle parole alzò lo sguardo che sembrò quasi illuminato, come se in quel momento, con quelle semplici parole, le si fosse aperto un nuovo mondo davanti, e lei ora osservava quel nuovo posto.
Smise di stringere le lenzuola.
- Davvero pensa ch...-
- Ne sono certo - rispose prontamente il medico prima di farle finire la frase.
Sorrise lui, e sorrise anche lei.
La porta si aprì di colpo ed entrò Mike.
- Buongiorno donzelle - sorrise allegro - per la mia bambolina ho preso un cupcakes alla vaniglia- andò allegro dalla biondina che rispose al suo sorriso, le mise il dolcetto tra le mani, e poi guardò Ashton e Luke -per voi donzelle avevo preso due brioches, ma me le sono mangiate durante il tragitto dal bar a qui -.
- Donzelle?- chiese Ashton confuso.
Luke lo guardò accigliato, non tanto per l'appellativo femminile che Mike gli aveva appena dato, ma più che altro per il fatto che si fosse mangiato il suo cibo.
Infatti non portare del cibo al biondo, era l'equivalente di tirare sotto sua madre con un trattore per una decina di volte, quindi la prendeva come una grande offesa.
Si avvicinò minaccioso all'amico.
- Innanzitutto io non sono una donzella e inoltre...-
Smise di parlare perché Mike gli aveva appoggiato una mano sul pacco.
Diede una "strizzatina".
- A me sembra che tu sia eccome una donzella - disse ridendo.
Scoppiarono tutti a ridere tranne Luke.
- Io ti ammazz...- Mike non lo lasciò finire di parlare che subito se la diede a gambe - vieni qui bastardo! - gridò Luke prima di partire all'inseguimento.
Nikki rideva allegra.
- Quando potrà tornare a casa?- chiese Ash andando vicino alla ragazza.
Il medico lo guardò per un attimo, e per un momento si chiese come mai tutti quei ragazzi fossero così preoccupati per lei, non che non gli facesse piacere, ma si chiedeva solamente come fosse possibile.
Guardò la sua paziente e poi trovò la risposta, Nikki era molto di più di una brava ragazza, era timida, insicura, e tremendamente chiusa in sé stessa. 
Chiunque poteva sentire il bisogno di proteggerla.
- Tra tre giorni circa, dobbiamo controllare che le medicine che le abbiamo prescritto facciano effetto - sorrise - Nikki ti lascio ai tuoi amici, ci vediamo questa sera- disse prima di andarsene.
Ashton si sedette sul bordo del letto.
Voleva capire se ricordava qualcosa,  ad esempio del fatto che lui l'aveva baciata d'impulso.
Le accarezzò i capelli e le sorrise imbarazzato all'idea che davvero potesse ricordarselo.
- Nik, cosa ricordi prima di svegliarti nell'ambulanza? - chiese continuando ad accarezzarla, facendo scendere le carezze sul viso pallido.
- Stavamo tornando dal mio saggio di danza, era sera, erano le 9 e 42, me lo ricordo perché l'avevano detto alla radio un attimo prima di mandare "Beautiful loser" di Bob Seger, era uno dei cantanti preferiti della mamma -.
Ash restò in silenzio, la domanda a cui la ragazza stava rispondendo era una di quelle, o meglio una delle tante che lui non le aveva mai posto.
Passava la sua mano tracciando una linea invisibile con le dita, dalla tempia, poi segnava la mascella, evitava la ferita per arrivare al mento, e infine fare il percorso a ritroso in un ciclo infinito.
Continua principessa.
Nikki lo guardò e sorrise debolmente.
- Era estate, e il sole tramontava segnando il cielo di un bel rosso. Quella volta avevo voluto stare sul sedile davanti perché avevo mangiato poco, o forse troppo, e mi sentivo male- si guardò le mani - mia madre sorrideva- a quel punto chiuse gli occhi cercando di ricordare il più possibile di quel volto - aveva una meravigliosa fossetta sulla guancia destra, e le sorridevano anche gli occhi quando rideva, per questo aveva delle leggere rughe che li contornavano , ma non facevano altro che renderla più bella - allargò il sorriso- era felice, non so perché, ma lo era, e continuava a dirmi che ero stata la più brava a ballare su quel palco- posò di nuovo lo sguardo su Ash, il nero era illuminato dal luccichio delle lacrime - ero la sua ballerina. Probabilmente già mi vedeva sui palchi di teatri importanti a ballare - rise a questo punto - io odiavo danza classica, la facevo solamente perché così lei poteva essere orgogliosa di me- sospirò - "Sei la mia ballerina" disse prima che all'incrocio un'auto sfondasse la fiancata dal suo lato e da quello di mio padre. Svenni a causa del colpo che presi sul finestrino e mi ritrovai qui -.
Ashton sapeva la storia che gli stava raccontando, ma non disse nulla, voleva continuare ad ascoltarla mentre le raccontava della sua vita prima che si incontrassero.
- Mi svegliai da sola in una stanza bianca, non c'era nessuno. Ero completamente sola; aspettai che qualcuno venisse da me a dirmi cosa stava succedendo e del motivo per cui ero lì. Rimasi da sola circa mezz'ora , e poi mi alzai dal letto barcollando. Uscii dalla stanza e non so bene perché ma andai a sinistra. Camminai per dieci minuti prima che qualcuno si accorgesse di me. Fu il dottor Lambert a notarmi, e mi chiese come mai una fanciulla come me girasse da sola in quel posto - sorrise di nuoco - gli dissi che cercavo i miei genitori, e appena gli dissi i loro nomi, il sorriso scomparve dal suo volto. Capii che qualcosa non andava - guardò Ash - avevo dieci anni, ma capivo quando qualcosa non andava - lo disse con un sorriso triste sul viso.
Ashton le prese una mano tra le sue.
Nikki guardava quanto la sua mano risultasse piccola se stretta tra quelle di Ash, sembrava quella id una bambina.
- Anche il medico mi prese la mano, e mi riportò in camera, mi fece sedere sul letto e si sedette affianco a me. Probabilmente era la prima volta che dava brutte notizie a qualcuno vista la sua agitazione- rimase un attimo in silenzio - mi ricordo che mi guardò negli occhi e poi mi abbracciò: "tua madre ha avuto un attacco cardiaco" mi disse. Lo guardai non capendo cosa volessero dire quelle parole, così lui continuò "il suo cuore ha smesso di battere per sempre" probabilmente anche il mio smise di battere per un attimo nell'istante in cui me lo disse - strinse la mano di Ash e chiuse gli occhi.
- Quello è stato il giorno peggiore della mia vita - restò un attimo in silenzio - tutto ciò che è accaduto dopo non lo ricordo, dissero che ero sotto shock. Sapevo solo che era colpa mia, perché se non avessi scambiato il mio posto con il suo, lei sarebbe viva. L'ho uccisa io- scese una lacrima.
Scendeva lentamente e tracciava con cura il percorso sul viso di Nikki.
- Darei di tutto per tornare indietro a quel giorno ed evitare di fare scambio di posto e...-.
- Io darei di tutto perché tu non lo faccia - la interruppe Ash sorridendo.
Nikki aprì gli occhi e sorrise.
Impulsivamente abbracciò il ragazzo che aveva davanti, cogliendolo così di sorpresa.
- Grazie - gli disse appoggiando il viso sulla sua spalla.
Ash si riprese dalla sorpresa iniziale e strinse la ragazza a sé.
- Non è colpa tua bambolina- le sussurrò dolcemente.
Ashton avrebbe voluto stringerla a sé per sempre, perché come poteva una persona così fragile portare un tale peso sul cuore?
- Mio padre mi ha detto che era colpa mia. Sono state le prime parole che mi ha detto - sussurrò - amava così tanto mia madre. Non mi sorprende che mi odi per quello che è accaduto...-
- Sai una cosa piccola? - disse - io non conosco tuo padre. Ma è uno stronzo- affermò.
La ragazza rise.
Era vero, suo padre era un vero stronzo.
- Tua madre aveva un problema cardiaco, e non lo sapeva. Avrebbe potuto avere un attacco mentre andava a fare jogging, o mentre prendeva un gelato- le diede un bacio sulla fronte - guardami bambolina -.
Nikki alzò lo sguardo fino a incrociare il suo.
- Non è colpa tua. Ripetilo per favore - 
Voleva davvero che lei lo dicesse, sapeva che anche se le parole le uscivano dalla bocca, probabilmente non ci credeva, ma forse quello poteva essere un inizio per farla sentire meglio.
La ragazza abbassò lo sguardo, ma Ash lo incatenò di nuovo al suo.
- Provaci - disse dolcemente.
- Non è colpa mia - sussurrò.
Finita quella frase si sentì abbandonare da qualcosa di orrendo.
Forse i suoi falsi sensi di colpa si stavano dissolvendo, e forse con il tempo potranno abbandonarla del tutto.
Esattamente come le nuvole investite dal vento,  non se ne andavano via subito, ma dopo un po' di vento costante sparivano dal cielo per lasciarlo limpido.
Il vento in quel caso era Ashton.
Si sentiva meglio di quando poco prima anche il medico le aveva detto che non era colpa sua.
Calum osservava la scena dal vetro della porta, era lì da una decina di minuti, e non aveva avuto la possibilità di entrare.
Non perché le sue mani non funzionassero, ma perché in quella stanza lui sarebbe stato di troppo in quel momento, non c'era posto per lui tra Ashton e Nikki.
Ma sarebbe davvero voluto entrare, e avere le attenzioni della ragazza solo per lui, l'avrebbe voluto così tanto.
Più li guardava e più si convinceva che di li a poco sarebbe accaduto l'inevitabile.
Non sentiva quello che si stavano dicendo, anche perchè non lo voleva sentire, ma quando vide Nikki chiudere gli occhi e Ashton avvicinare le sue labbra a quelle della ragazza gli si fermò il respiro.
Le labbra di Ash si schiusero un poco per sussurrare qualcosa su quelle di Nikki, quasi si sfioravano.
Vide la bionda rispondere sorridendo all'amico che lentamente si stava allontanando da lei.
L'immaginazione di Calum correva libera, e si chiedeva che cosa si fossero detti.
- Mi pizzica il naso - rispose Nikki - sa per forza di anice - continuò ridendo.
La ragazza aveva risposto alla domanda che poco prima le aveva fatto Ashton: "Sento l'anice uscirmi dalle orecchie, so davvero così tanto di quell'odore? Prova a sentire il mio alito".
Povero Calum che si stava disperando per una domanda così innocente e insulsa.


Hola mie ciambelline :3
La scuola è FINALMENTE FINITA! E’ FINITA! *saltella di gioia in giro per la stanza*.
E da notare che FINALMENTE SONO IN ORARIO CON L’INSERIMENTO, un applauso alla sottoscritta che rispetta le promesse *invece di un applauso la colpiscono in testa con un dizionario*.
Anyway siete psicologicamente pronte per l’estate?
Io assolutamente sì… pensate che oggi sono andata a fare shopping, e ho comprato 3 bellissimi maglioni.. A questo punto voi vi starete chiedendo: “Ma questa cretina che caspita si compra dei maglioni in estate se fa caldo”.
E avete ragione, in estate fa caldo, ma non per chi come me se ne va due settimane a York, quello in Inghilterra da cui arrivano i cagnolini Yorkshire,  dove fa un freddo cane e.e
L’intelligenza della vostra autrice è infinita davvero… sono un pozzo di sapienza.
*Gente che scoppia a ridere dopo la stronzata appena detta*.
Mie ciambelline volevo dirvi che quando ho visto che avete recensito in così tante il capitolo precedente ero felicissima. DAVVERO.  Non ho mai ricevuto così tante recensioni positive tutte insieme, infatti quando sono entrata e ho visto, la prima cosa che ho pensato è stata “Merda sono entrata nell’account di qualcun altro ”,  successivamente ho realizzato che in realtà era davvero la mia storia, e dalla felicità sono andata a mangiare tanti biscotti.. quindi se non sono pronta per la prova costume, sappiate che in realtà è colpa vostra <3 Ma vi perdono, avrei mangiato lo stesso i biscotti oh oh oh.
Da notare che ho rovinato tutto il romanticismo dell’ultima scena con un “Ehi ma di cosa sa il mio alito?”… e la cosa preoccupante è che i capitoli successivi andranno in degenerando con piloti di “aerei” impazziti, giraffe che parlano il greco antico, e tanto per finire una passione inaspettata per gli scoiattoli.
 E pensare che io volevo fare una cosa seria… missione fallita mi sa.
Vi lascio adesso che vi ho già rotto troppo le scatole, e vado a mangiare un ghiacciolo :3
Vi auguro buone vacanze, e buona fortuna per chi ha gli esami viso che qualcuna di voi me lo aveva scritto, e io non dimentico nulla (tranne il giorno del mio compleanno ma dettagli).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e scusate se sono poco romantica.. cercherò di migliorare su questo ambito c:
Grazie a chi ha recensito il capitolo precedente e chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate vi adoro davvero… e grazie a chi mi ha messo tra gli autori preferiti (vi consiglio vivamente di togliermi se volete tenervi stretti i vostri neuroni, e non volete sanguinare dagli occhi per le mie future storie).
Un bacio
Lily** 

 

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Capitolo 16
*** Non fidarti di me ***


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CAPITOLO 16: NON FIDARTI DI ME.

 


Luke era stato in ospedale con lei tutti e tre i giorni, nonostante lei gli avesse detto più vole che non c'era bisogno di stare con lei, e che poteva benissimo andare a casa; ma lui ogni volta rispondeva che non ne aveva la minima intenzione.
Forse non voleva tornare a casa, perché aveva notato che in lei qualcosa era cambiato. Sembrava stare meglio, e non grazie alle pillole.
I ragazzi invece andavano a trovarla ogni giorno, anche se Luke aveva esplicitamente detto che lui non li voleva perché voleva stare solo con la sua bambolina.
I due si erano divertiti a fare giretti sulla carrozzina, e a fare gare con il ragazzo della stanza 46c.
- Allora Nikki buone notizie - dichiarò il dottor Lambert entrando allegro.
Sfogliò la cartella fino ad arrivare al foglio desiderato.
- Le medicine sono corrette, e il tuo corpo non ha rifiutato la terapia, quindi, questa sera puoi tornare a casa - iniziò a scrivere su un figlio che poi le passò - questa è la ricetta. Per quanto riguarda la ferita alla testa, è meglio se disinfetti ogni giorno, e cambi le bende se possibile. Se fa infezione torna - poi rivolse lo sguardo a Luke - credo che a te consiglierò delle pillole per l'ansia - scherzò prima di uscire allegro.
Luke sorrise contento della notizia e saltò sul letto da lei, su cui, praticamente, la travolse sotto il suo peso.
- Tornerai a casa Nikki - disse allegro.
Sì, la stava proprio schiacciando, ma a lei non importava, anzi rideva e abbracciò stretto Luke.
- Sei ciccione Luke. Mi stai schiacciando - continuò ridendo, iniziando a sentire che la forza di gravità stava agendo anche su di loro per quanto non le importasse.
Luke si sedette sulla sua pancia.
- Sono un orso, sono bello proprio perché sono ciccione. ROAR bambolina - disse senza la minima intenzione di scendere.
- Hai ragione signor orso - sorrise.
- Andiamo a prendere dei biscotti al bar, ti va? - propose scendendo dal letto e andando verso la carrozzina .
Anche Nikki scese e andò verso l'amico.
- Non ho bisogn..-
- Daaaaiii - la pregò il biondo - lo sai che mi piace -
Rise e si sedette sulla carrozzina.
Luke adorava trasportarla in giro per l'ospedale.
- Signore e signori, ma sopratutto bamboline e bambolini - a questo punto Nikki rise - è il comandate Signor Orso Luke che vi parla. Oggi sorvoleremo il reparto di psichiatria e se non ci saranno turbolenze da parte di medici che ci scambiano per pazienti, dovremmo arrivare alla nostra destinazione: Barlandia,  dove soggiorneremo per un paio di ore prima di ripartire e...-
- Un paio di ore? - chiese Nikki confusa.
Insomma, dovevano mangiare dei biscotti, non fare le tende.
- Signorina, non si intrometta nel discorso del capitano - disse spettinandola - grazie per aver scelto la compagnia di volo ROAR - concluso il discorso mise la mani sulle manopole, e iniziò a spingere Nikki.
- Pronti al decollo passeggeri! - gridò fuori dalla stanza.
Iniziò a correre.
- WOOOOOM! - gridava facendo gli effetti sonori mentre Nikki rideva.
Andavano a una velocità impressionante, ma fortunatamente arrivarono sani e salvi al bar, con tanto di viaggio di ritorno.
Mike e Ash erano in stanza ad aspettarla.
- Grazie per aver volato con noi - concluse facendo scendere Nikki dal veicolo.
- Ciao ragazzi - disse lei andando verso di loro sorridendo.
- Ciao piccola - l'abbracciò Mike contento di vederla in forze e sorridente - Luke ti ha rotto le scatole oggi? - 
- Ehi cosetto! - gridò il biondo offeso - non osare darmi del rompiscatole. Io sono il pilota capitano Signor Orso L..-
Ash era confuso.
- Capitano di cosa?-
- Eh ma se stai zitto te lo dico - Nikki rise - dicevo, sono il pilota capitano della compagnia aerea ROAR - disse serio e orgoglioso.
Mike rise.
Ash iniziò a pensare che forse Luke si faceva di acidi, e non si erano mai accorti della sua dipendenza dalla droga.
- Non credi nelle mie capacita?!?! Ebbene allora ti sfido a duello -
- Ci sto! Dimmi dove, come, quando, perché, che tempo fa, e quanta fa 3 per 2 -
Luke si fece pensieroso e iniziò a guardarsi le dita della mani.
- Dovrebbe fare sei secondo le mie dite- disse continuando a fissarle perplesso - comunque sarà nel corridoio, se sei un pilota sai come, adesso, perché ti ho sfidato,, e sole con lievi precipitazioni portate dal vento proveniente da est..-.
Ash prese Nikki per un braccio e la trascinò vicino a sé, era in cerca di spiegazioni mentre i due duellanti decidevano il percorso.
- Non capisc..- iniziò Ash ma venne subito interrotto.
- Ash, tu sarai il mio passeggero - disse Mike.
- Ma io cosa diamine centro in quest... - venne afferrato da Mike e fatto sedere a forza su una carrozzina.
Luke invece fu più gentile, offrì la mano alla ragazza,e appena la strinse la portò sull' "aereo".
- Tieniti forte bambolina che vinciamo - le disse rassicurandola.
- Ash vedi di non cadere che altrimenti di uccido - disse Mike minaccioso.
- Ehi ma anche io voglio un capitano come Luke - si lamentò il ragazzo ormai rassegnato - sei antipatico, quasi quasi ti faccio perdere apposta -
Nikki guardava i due avversari e sorrideva.
- Digli che saremo noi a vincere - le sussurrò Luke.
Lei lo guardò un attimo e lui le sorrise gentile.
- Saremo noi a vincere - disse ridendo.
- MAI BAMBOLINA! - gridò Mike - il latte al cioccolato sarà solamente nostro - .
Si fermarono tutti di ridere, e dire idiozie, per andare nel corridoio e mettersi in posizione.
- Pronti... partenza... VIA! - gridò Luke.
Sfrecciarono per il corridoio, fortunatamente mezzo vuoto, altrimenti avrebbero tirato sotto qualcuno facendogli molto male.
Le leggi della fisica durante la gara favorirono di gran lunga i due biondi, perché Nikki era un passeggero decisamente più leggero di Ashton, senza contare quanto si era esercitato Luke in quei tre giorni.
Inutile dire che vinsero il latte al cacao.
Nikki venne dimessa due ore dopo.
 
Arrivati al parcheggio Mike portò tutti all'auto, era pronto a fare il tassista per il ritorno.
Tutti salirono sull'auto, tranne la ragazza, che restò fuori a guardarli.
Il suo  sguardo era leggermente spaventato, e solo Ash capì il perché.
Scese dall'auto.
- Ragazzi, vado con lei in metro, ci vediamo a casa- disse chiudendo la portiera.
I due in macchina non obiettarono, anche se non ne capivano il motivo.
Ash voltava le spalle a Nikki in quel momento , e guardava l 'auto allontanarsi.
Poi, all'improvviso, mentre pensava a quale fosse la metro più vicina, due piccole mani si strinsero attorno al suo addome e il suo corpo aderire a quello di qualcun altro.
- Grazie - disse appoggiando la guancia sulla scapola del ragazzo.
Ash sorrise e appoggiò le mani su quelli di Nikki.
- Come sta il tuo cuore ora? Che cos'ha intenzione di fare? - sussurrò.
La ragazza chiuse gli occhi.
- Vuole continuare a battere - rispose.
 
Era bello riavere in casa Nikki, i giorni in cui non era stata con loro, a Calum la casa era apparsa vuota, ma ora, la ragazza era lì, e tutti si sarebbe assicurati che da quelle quattro mura non scappasse più.
Avevano organizzato una festa di bentornato per lei, ma era drasticamente finita con Mike ubriaco che straparlava sulla teoria di Darwin e chiedeva che verso facevano le giraffe, tutto perché Luke, gli aveva fatto bere un bicchiere di assenzio spacciandolo per latte alla menta.
Mai accettare cose da bere da Luke, lezione che Mike aveva imparato il mattino dopo mentre teneva la faccia nel water a causa della nausea.
Nikki entrò in bagno con acqua e limone, e si sedette sul bordo della vasca.
- Reggi poco l'alcool - disse sorridendo.
Mike le rivolse uno sguardo quasi omicida, e avendo quelle occhiaie terribili e il viso verdognolo poteva tranquillamente pasare per uno zombie, tanto che nessuno, tanto meno Nikki, si sarebbe sorpreso se avesse detto "FAME... CERVELLI".
Anche se in quella casa, sarebbe sicuramente morto di fame, visto  la scarsa quantità di materia grigia da mangiare dei residenti.
- Sai, in teoria sono astemio, ma in pratica Luke sta tentando di farmi diventare un ubriacone - disse sedendosi sul water.
La ragazza sorrise.
- Bevi questo, ti sentirai meglio - gli offrì il bicchiere, e lui lo guardò poco fiducioso.
- Non è che te l'ha dato Luke, e dentro in realtà c'è della vodka? - chiese prendendolo e osservandolo.
Rise.
- Non preoccuparti - disse togliendogli i capelli dalla fronte.
A Mike piaceva che la ragazza fosse ancora lì con loro, perché in fondo, era lei che si prendeva cura di loro, esattamente come in quel momento.
Il ragazzo bevette acqua e limone, ed effettivamente nel giro di poco sentì la nausea andarsene.
- Sei il mio angelo bambolina - disse sentendosi meglio - sono seriamente tentato di sposarti, sappilo - sorrise.
Nikki gli diede un bacino sulla guancia.
- Pensa a stare meglio prima di sposarmi, Mike - gli passò un'aspirina - dopo vai a risposare - disse un po' preoccupata.
- Si dottoressa - disse prima che la ragazza uscisse dal bagno.
Si diresse verso il salotto dove c'era Calum steso sul divano.
- Bambolina? -chiese alzandosi e andando da lei, le diede un bacino sulla sulla fronte - ti va un gelato? - le propose sorridendo.
Cal sapeva che Nikki aveva ancora paura di uscire, ma ne aveva molto meno da quando era tornata dall'ospedale, e lui voleva continuare a mostrarle che non c'era niente in grado di poterle fare del male se era con loro.
Alla parola gelato, spuntò magicamente Luke dal nulla.
- Gelato?!? - disse - io voglio il gelato! -
- Luke da dove diamine sei saltato fuori? - chiese perplesso il moro.
- Ero nascosto dietro il divano - disse in modo naturale.
Il moro era sempre più confuso.
- Luke, ti droghi?-
Il biondo fece segno di no con il dito davanti al naso dell'amico.
- Sai che sono contrario alla droga.. Io amo solo gli scoiattoli -
Calum lasciò perdere il discorso a quel punto, prima di ritrovarsi in una discussione senza fine.
- Anche a me piacciono gli scoiattoli - disse la bionda ingenuamente, senza sapere a che tipo di discussione stava andando incontro.
Il moro si preparò psicologicamente al peggio, chiedendosi che cosa potesse aver fatto di male per meritarsi quello che stava per accadere, ovvero una probabile e infinita discussione su dei ratti che si arrampicano e mangiano ghiande.
Luke invece la prese per mano allegro.
- Allora ti offro il gelato-  si limitò a dire, poi guardò Cal - e lo offro anche a te visto che sono un gentile amante degli scoiattoli -.
Detto ciò trascinò i due fuori dalla porta, per passare un'allegra mattinata insieme.
Tornarono verso l'ora di pranzo.
Ashton, era in salotto che mangiava del cibo cinese mentre guardava un documentario sulla riproduzione delle piante di Ginko Biloba, quando i tre entrarono.
Sorrise allegro potendo rivedere Nikki, che sembrava ancora viva e vegeta nonostante la mattinata.
Si andò a sedere vicino a lui.
La bionda sorrise ad Ash.
- Ti sei divertita? - chiese mettendo giù quelli che sembravano spaghetti di soia.
Lei annuì.
- Luke mi ha portato a mangiare il gelato - disse con innocenza - andate a registrare questo pomeriggio? - .
- Sì bambolina - disse mentre lei abbassavo lo sguardo - ma non ti lasciamo sola, ho chiesto a Margaret di farti compagnia - .
Il ragazzo aveva intenzione di non lasciare mai Nikki da sola, voleva tenerla sempre in compagnia di qualcuno si cui si fidava se lui non c'era; perché quello che era successo quattro giorni prima, non sarebbe dovuto accadere mai più.
Lui non avrebbe permesso che accadesse di nuovo.
- Margaret? - chiese confusa e inclinando leggermente la testa.
Ash le sorrise dolce.
- E' la donna anziana che abita in fondo al corridoio - le spostò i capelli da viso - non resterai più da sola - .
- E' perché non ti fidi di me? - chiese lei con lo sguardo da bambina.
Ash ammutolì a quella domanda.
Lui non è che non si fidasse di lei, è solo che voleva avere la certezza che tornato a casa, lei fosse ancora viva.
Sapevo che no, non era la risposta esatta, ma sapeva che nemmeno sì, lo era; perché in fondo lui si fidava di lei, solo non in quel momento, e non sapeva quando sarebbe riuscito di nuovo a fidarsi.
La fiducia in quel momento non era un lusso che poteva permettersi nei suoi confronti, aveva troppa paura di sentirsi di nuovo vuoto e perso .
Non riusciva a guardarla negli occhi.
Era dispiaciuto di non poterle dare una risposta.
Sentì una mano sulla guancia e alzò lo sguardo.
- Non fidarti di me. Nemmeno io lo faccio - gli disse alzandosi e allontanandosi da lui.
Il ragazzo stava per alzarsi e andarle dietro per dirle che non era come credeva, ma suonarono al campanello, punto l'occhio sull'orologio.
Vista l'ora doveva essere Margaret.
Mike aprì la porta e la fece entrare.
-Buongiorno Margy. Grazie per essere venuta - disse amichevole.
La donna era sulla sessantina, ed era la tipica nonna che qualsiasi persona avrebbe voluto, nel palazzo era gentile con tutti, faceva torte e invitava gente per il thé, tutto perché si sentiva sola visto che i suoi nipoti non andavano mai a trovarla, se non per avere la mancia di Natale, Pasqua e altre feste varie.
- Figurati Michael caro - sorrise amorevole - posso sapere a chi devo fare da Babysitter  ? -.
A quel punto si alzò Ashton, doveva dirle che non badava a una bambina, visto che si erano accidentalmente dimenticati di dirglielo per non dover dare spiegazioni varie. 
- Margaret, non le ho detto una cosa...- non sapeva da dove iniziare - ma non è esattamente una bambina -.
Nikki spuntò dalla cucina con un bicchiere d'acqua e i tre sulla porta si girarono a guardarla.
Lei si accorse degli sguardi e imbarazzata abbassò lo sguardo colpevole.
-Mi dispiace- disse senza sapere cosa dire.
Mike rise e andò da lei.
- Quella è la signora Margaret, piccola - non devi scusarti, non hai fatto nulla di male- le prese una mano.
Margaret entrò in casa e guardò la ragazza sorridendo; certo, non si aspettava che fosse una ragazza quasi adulta, ma non fece domande.
Sapeva che c'era un motivo se gliel'avevano chiesto, e appena la ragazza alzò lo sguardo nero sulla donna, le sembrò di capirlo.
La donna le prese le mani.
-Vedrai che ci divertiremo senza di loro- disse facendola sorridere.
 
 
Tornarono a casa tardi.
Fuori si preannunciava una tempesta.
Entrarono in casa,e trovarono Margaret che guardava un documentario sulle Ginko Biloba, che sembravano andare di moda nei documentari in quel periodo.
- La nostra piccina dorme - disse sorridendo e spegnendo la tv - è una ragazza molto dolce -.
- Grazie Margy, e scusa per l'orario - disse Cal avvicinandosi a lei sorridendo -è molto sensibile davvero la piccola Nikki-.
Ash abbandonò la discussione e corse in camera sua per vedere se lei era lì.
Aprì la porta e la trovo rannicchiata che dormiva silenziosamente.
Le era mancato non averla vicino.
Sorrise istintivamente, ed entrò chiudendo la porta alle sue spalle.
Si sedette affianco al suo corpo steso e iniziò a passarle una mano tra i capelli, chiedendosi come fosse possibile che quella ragazza gli avesse completamente tirato via il cuore dal petto, per averlo, inconsapevolmente, tra le sue mani.
Si accorse di come ora, svegliandosi al mattino, il suo primo pensiero non fosse più quello di guardarsi allo specchio e di vedere come stavano i suoi capelli, il suo primo pensiero alla mattina era lei.
Inizialmente, aveva creduto che il suo istinto di proteggerla, quasi di salvarla da sé stessa, fosse quello che può avere un fratello, o un padre, dovuto al fatto che era stato lui quello ad aiutarla; poi aveva capito che le cose erano cambiate, quando più di una volta ha dovuto tenere a freno quell'insano istinto di baciarla.
A volte si chiedeva se anche la ragazza pensava lo stesso.
Facendo queste riflessioni si addormentò.
 
 
Si risvegliò quando il rumore della pioggia iniziò a farsi troppo consistente.
Era ancora seduto, decise quindi di sdraiarsi, e di portare Nikki vicino a sé, ma quando la cerco l'unica cosa che trovo fu il materasso vuoto.
Si svegliò del tutto mentre il panico lo assaliva.
Non poteva essere successo di nuovo.
Scese dal letto e corse in corridoio, e una folata di aria lo investì.
Si accorse che la porta del terrazzo era spalancata, e che si intravedeva una figura illuminata dalla luna piena.
Sorrise.
Nikki aveva gli occhi chiusi e ascoltava il rumore della pioggia, non pensava a nulla che non fosse quel rumore.
Ash le appoggiò una coperta sulle spalle, per non farle prendere freddo.
Sorrise.
-Mi piace il rumore della pioggia. Mi ha sempre rilassato - disse lei.
Ash le si sedette affianco, e lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
- E' bello sapere che a volte quando sei triste, il cielo piange con te-.
- Sei triste bambolina? - chiese Ash, consapevole che a quella domanda non ci sarebbe stata una risposta.
- Tu lo sei? - chiese Nikki .
- No - rispose sincero.
- Allora sei felice?-
Silenzio, lui non era esattamente felice.
- Non esattamente -.
- Di cos'hai bisogno per esserlo?-.
Di te.
Quella fu la prima cosa che pensò.
Ho solo dannatamente bisogno di te.
Lei non aspettò una risposta, era stanca.
- Mi abbracceresti? - chiese all'improvviso.
- Quando vuoi piccola - disse stringendola a sé - quando vuoi- sussurrò posandole un bacio sulla fronte.
Nikki si addormentò fra le sue braccia.




Macciao ciambelline :3
Come va la vita da vacanziere? 
La mia discretamente bene, domani andrò a una fiera fumetti vestita da postina e distribuirò lettere per Hogwarts... farò diventare felice tante persone (:
Sto diventando una brava ragazza... cavolo.
Anyway avete visto che il capitolo è inutile... perchè diciamocelo, non accade nulla di significante in questo capitolo, mi spiace.
Spero di aver rimediato al terribile poco romanticismo della scena finale dello scorso capitolo... in questo sono dolcini i due vero? 
Mi spiace anche che il capitolo sia MOLTO più lungo rispetto al solito, spero che non vi siate annoiate nel leggerlo.. anche perchè avete notato che c'è davvero, come vi avevo detto, una leggera degenerazione dei discorsi di questi ragazzi. E' il mio cervello che sta andando in fumo *fumo che esce dalle orechie dell'autrice*.
Volevo ringraziare le mie piccole recensitrici, davvero siete dei piccoli cpcakes, vi adoro** 
OVVIAMENTE adoro anche chi si limita a leggere e basta, siete importantissime anche voi, grazie.
Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite\ricordate\seguite... e chi mi mette tra gli autori preferiti :3 
Ma ora basta parlare di me(?) e del capitolo, parliamo di voi! 
Siete già uscite con le amiche? vi siete già date alla pazza gioia? Oppure siete al mare spaparanzate sulla spiaggia, sotto un bell'ombrellone?
Grazie di continuare a sopportarmi ** 
Un bacione** 
Lily 


 

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Capitolo 17
*** The eyes don't lie ***


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CAPITOLO 17: THE EYES DON'T LIE.

 
Calum stava mangiando i cereali a occhi chiusi.
Non capiva perché doveva andare a provare lo smoking per il matrimonio di sua zia, proprio a quell'orario indecente.
Nel suo stato di catalessi, riuscì a sentire una porta aprirsi e dei passi andare verso di lui, si sforzò di aprire un occhi.
- Cal, che ci fai sveglio a quest'ora? - chiese Mike con la tuta, pronto per andare a fare jogging.
Calum lo guardò e annuì.
Non aveva sentito la domanda, era ancora nel mondo dei sogni, così Mike si limitò a guardarlo in modo penoso.
- Sai che quel latte è scaduto da una settimana? - 
Cal annuì di nuovo, e si infilò un bocca una cucchiaiata di cereali.
L'amico lo guardò schifato.
Quando si ritroverà a vomitare anche il pranzo di Natale di tre anni fa, lo scoprirà sicuramente.
Nikki si era appena svegliata, e capì che Ash l'aveva portata a letto dopo che si era addormentata mentre lo abbracciava.
Sorrise perché si sentiva bene, sopratutto dopo quel pensiero, perché significava che Ashton ci teneva davvero a lei, e quella non era la prima volta che lo dimostrava.
Cercò ad occhi chiusi la sua mano, per sentire come riusciva a fare sembrare la sua così piccola, ma così ben protetta allo stesso tempo.
Quando non la trovò,si svegliò di scatto.
Era nella stanza da sola, guardò la sveglia , e constatò che era decisamente troppo presto per gli orari di Ash, che di solito si svegliava verso le dieci.
Stava per alzarsi dal letto e andare in salotto, quando sentì l'acqua della doccia spegnersi.
Non aveva fatto caso a quel rumore fino a quando non era cessato.
Uscì poco dopo dal bagno un Ashton con l'asciugamano legato alla vita, mentre con l'altra si asciugava i capelli.
Nikki appena lo vide in quelle condizioni, abbassò subito lo sguardo imbarazzata, Ash invece lo alzò su di lei, e la vide sveglia.
- Buongiorno bambolina - disse sorridendo e andando verso di lei- ti ha svegliato il rumore della doccia?-.
Lei non osava alzare lo sguardo.
Fece segno di no.
Ash non capiva perché non voleva guardarlo nemmeno per un secondo, pensò che forse ce l'aveva con lui.
- Ehi, sei arrabbiata con me? - chiese dolcemente.
- No! - disse alzando lo sguardo e riabbassandolo subito - è solo che sei mezzo nudo. E'  imbarazzante - sussurrò con un filo di voce.
Il ragazzo scoppiò a ridere per l'innocenza di quell'affermazione.
Fece un paio di passi indietro per allontanarsi un attimo da lei.
- Allora solo per te faccio lo spogliarello - disse ridendo.
Iniziò a canticchiare la canzoncina tipica degli spogliarelli e a muovere il sedere.
Lei alzò lo sguardo diventando completamente rossa.
Prese un cuscino e glielo lanciò.
- Non farlo Ashton! - lo colpì in pieno petto, e poi si coprì gli occhi con le mani.
Ash rise e le andò vicino.
- E' magnifico - disse sorridendo.
- Cosa? - chiese le con ancora gli occhi coperti.
Lui sorrise e le toccò le guance arrossate.
- Vederti imbarazzata -.
Lei ancora non capiva.
Cosa c'era di bello?
Per Ashton sembrava palese il motivo, perché per lui era magnifico vedere il suo viso cambiare colore.
Vederla viva, lì con lui, era la cosa più bella che potesse avere.
Avrebbe voluto stringerla a sé in quel momento, e posare le labbra su quelle guance colorate, per poi arrivare alle labbra rosee, ma invece di fare quello che avrebbe voluto, si alzò .
- Mi vesto, e poi cambiamo la fasciatura, va bene? - chiese toccando la fasciatura sul suo viso.
Si allontanò e lei annuì.
Stava per tornare in bagno a cambiarsi, quando lei gli prese una mano.
- Grazie - disse sorridendo.
Luì annuì e tornò in bagno.
 
 
 
- Bambolina, secondo te è morto? - le chiese Luke, mentre entrambi guardavano Cal con la faccia nella ciotola.
Il biondo prese un mestolo, e iniziò a premerlo su una guancia del moro.
- Si è morto, non c'è ombra di dub..-
Cal si alzò di scatto facendo prendere paura a Nikki che si attanagliò a un braccio di Luke.
- Smoking... matrimonio... che ore sono? - iniziò a borbottare mentre un paio di cereali colavano dalla sua guancia.
- O MIO DIO UNO ZOMBIE! - gridò allarmato Luke, che si voltò a prendere la prima cosa che gli capitò sotto mano, una tazza in questo caso, da poter usare come arma.
- Tu non le farai del male stupido mangia cervelli -
- Sono le otto e un quarto - disse Nikki tranquilla, dopo essersi ripresa dallo spavento iniziale.
Calum guardò Luke.
- Se fossi uno zombie, sicuramente morirei di fame in questa casa! - gridò - e ora sono in dannato ritardo - corse fuori dalla cucina e per poco non investì Ashton che stava arrivando.
Andò da loro.
- Non permetterò che lo zombie ti faccia del male - disse Luke rivoltò a Nikki che sorrideva.
Luke le voleva davvero bene, la considerava quasi una sorellina, e sentiva che doveva proteggerla da tutto e tutti; senza dimenticare che  voleva proteggerla sopratutto da sé stessa, e la migliore arma he usava per farlo, era quello di farla sorridere.
Nikki lo abbracciò, e gli diede un bacio sulla guancia.
- Grazie Luke - disse tra le sue braccia.
Nikki adorava la vivacità di Luke, adorava quel pazzo biondino che era il suo eroe anche quando non era in pericolo.
- Sei il mio supereroe - gli disse sorridendo.
Anche Luke sorrise e le diede un bacio sulla fronte, prima che lei lo lasciasse andare.
Ashton guardava la scena dall'ingresso della cucina.
Era felice e triste allo stesso tempo.
Felice perchè la sua bambolina sorrideva, triste perchè non era stato lui a farla sorridere.
Era geloso di Luke, davvero molto geloso.
- Vuoi ancora darmi una mano con la fasciatura? - chiese Nikki andando da lui, e trascinandolo via dai suoi pensieri.
- Certo - sorrise - ho messo la roba sul tavolino in salotto - disse guardandola.
Lei si alzò in punta dei piedi all'improvviso, e sfiorò con la bocca il suo naso.
Ash si paralizzò, non capiva cosa voleva fare, non capiva perché era così vicina al suo viso.
Gli mise una mano tra i capelli.
- Sono ancora bagnati, vai pure ad asciugarli, posso fare da sola - sorrise tornando alla sua normale altezza.
Lui fece segno di no.
Porca miseria Nikki, non farlo più, non potrò ogni volta reprimere il mio istinto di baciarti.
Merda.
Si andarono a sedere sul divano, e lui le tolse la benda.
La ferita ricucita, era lì che lo guardava ricordandogli di quanto Nikki fosse andata vicino alla morte.
Disinfettò velocemente, e con attenzione cercando di non farle del male, poi prese un cerotto abbastanza grande per il taglio, e lo appoggiò delicatamente.
- Grazie Ash - disse lei una volta che ebbero finito - scusami se ti ho fatto fare questo lavoraccio - continuò seria. 
- Lo faccio volentieri bambolina-le diede un leggero buffetto sul naso sorridendo.
Calum riapparve con il telefono in mano, la voglia di vivere di un suicida e uno sguardo scazzato.
- Mi sono svegliato presto, per poi riaddormentarmi, , e quindi ho saltato quella stupida e inutile prova dello stupido matrimonio- si lamentò sedendosi sulla poltrona - odio i matrimoni! -.
Ash rise divertito sotto lo sguardo minaccioso dell'amico.
Anche Luke andò da loro, si era attaccato un post-it con la lettera S .
- Ciao Ash, bambolina bella.... zombie - disse infine guardando Cal.
- La S sta per "sono scemo"? - chiese Cal acido come solo una donna in piena menopausa   sa essere.
Luke lo guardò e gli tirò dietro una ciabatta.
- Se stai zitto ora te lo dico!- disse alterato e visibilmente offeso.
Rivolse lo sguardo ad Ash e Nikki dando le spalle a Cal.
- Io sono il Supereroe Signor Orso - sorrise alla bionda - e proteggerò la mia bambolina da chiunque - .
Nikki sorrise contenta.
- Hai dei superpoteri? - gli chiese.
Luke ci pensò un attimo.
- Ovvio biondina. Io so toccarmi il naso con la lingua - disse prima di dare dimostrazione del suo superpotere.
I due sul divano risero.
- Posso provaer anche io? - chiese lei.
- Certo che puoi-.
Detto ciò iniziò a provarci, ma senza grandi risultati, visto che avevo la lingua troppo piccola e corta per riuscire a prendere la punta del suo nasino.
Calum sorrideva guardando la sua piccola cercare di toccarsi il naso con la lingua.
Era bello vederla così leggera , i suoi pensieri non la opprimevano più in quel momento, erano stati messi nell'angolo.
Gli venne da sorridere.
Il suo sguardo scuro, poi passò ad Ash, e in quel momento vide qualcosa che avrebbe fatto meglio a ignorare. O almeno continuare a ignorare.
Nella sua mente in quell'esatto momento risuonarono  le parole che la sorella gli aveva detto prima di andarsene da casa loro: "Lui non mi ha mai guardata in quel modo".
Qualche neurone si mise in moto nel suo cervello, e allora capì: Ashton era totalmente innamorato perso di Nikki.
E quello era un problema.
Calum fece mente locale mentre osservava lo sguardo perso che Ashton riservava alla biondina, non aveva mai visto l'amico con quello sguardo, non lo aveva mai rivolto a nessuna ragazza. 
A nessuna di quelle che aveva avuto.
- Ma io voglio sapere che sapore ha la punta del mio naso- disse la bionda.
Ashton rise, e Nikki gli puntò lo sguardo abbattuto addosso.
Il ragazzo le si avvicinò dolcemente e le leccò la punta del naso.
- Sa vagamente di salato - disse sorridendo.
Nikki rise, mentre Luke smise improvvisamente.
Si era sempre chiesto del perché Ash avesse baciato Nikki quando era incosciente, e ora sembrava averlo capito.
Quegli occhi vagamente verdi, sembravano illuminati come due stelle, e quelle due stelle splendevano per una sola e fragile persona: Nikki.
Luke temeva che Ash le potesse fare del male, e non gli avrebbe permesso di distruggere quel delicato sorriso; senza contare che Ash , era un suo amico, e se avesse ricevuto un rifiuto da quella ragazza, sarebbe stato distrutto sentimentalmente.
L'unica cosa che poteva uscire da quella storia, era solo dolore, ferite invisibili che provocavano tanto, troppo, dolore.
Anche Calum, senza saperlo, era d'accordo con Luke, concordava sul fatto che i sentimenti che Ash provava per la ragazza non avrebbero portato a nulla di buono.
Il moro spostò lo sguardo su Luke, e notò che anche lui aveva smesso di sorridere e che guardava fisso Ash.
Pensò che forse anche lui, aveva notato Ashton.
Luke stava per alzarsi e prendere Nikki per portarla via da Ashton, quando entrò Mike dalla porta tutto sudato.
- Ehi ragazzi - salutò - come va? - chiese chiudendo la porta alle sue spalle.
Chissà se Mike lo sa. Pensarono all'unisono Luke e Cal.
Mike andò verso la cucina, fece appena in tempo a prendere una bottiglietta d'acqua che venne assalito da i due amici.
- Mike!- dissero entrambi.
Si guardarono male per aver paralato insieme.
- Credo che ci sia un problema - disse Cal.
- Beh il mio problema è più importante - sbuffò Luke e prendendo Mike per le spalle - io credo che...-
- Ash sia innamorato di Nikki - s'intromise Cal.
Mike li guardò tranquillo mentre beveva.
Era stranamente tranquillo, perchè a differenza di quei due, lui l'aveva capito molto tempo prima.
Smise di bere.
- Lo so - si limitò a dire.
- Come tu lo sai? - chiese Luke.
- Si, insomma, avete visto anche voi come lui si comporta con lei, come la guarda. Era ovvio -
Cal gli si avvicinò.
- E non credi che dircelo fosse una cosa carina? - 
- No-.
- Ma tu lo sai che è un problema, vero? - 
Lui fece segno di no.
- Sarà un problema solo quando lui si accorgerà di essere innamorato di lei, visto che per ora non lo sa - si allontanò da loro - finché non si guarderà allo specchio, e si accorgerà con che occhi guarda la mia bambolina, andrà tutto bene - uscì dalla cucina.
In realtà non andava per niente bene.



Buonsalve mie ciambelline :3 
Come va la vita? 
Io sono super rilassata.. e non so perché ho sempre sonno.. mi sache devo recuperare tutte le ore di sonno che ho perso durante l'anno scolastico. MA BASTA PARLARE DI SCUOLA.
Parliamo di cibo. Io ho la scorta di ghiaccioli in frigo.. senza contare che abbiamo uno strepitoso tritaghiaccio, e mi faccio le granite in casa :3 La mia preferita è quella alla mandorla.
Poi ieri, ho provato a fare un frappuccino, ma non avendo il frullatore, che poi mi chiedo perchè noi in casa non abbiamo un frullatore,  non è andata molto bene.. quindi consiglio: se non avete un frullatore, non provate a fare un frappuccino! 
Anyway.. volevo dirvi che potrebbe esserci un problema per il prossimo capitolo... perchè non l'ho ancora scritto, sono lì che fisso la pagina bianca ogni sacrosanta sera... e la cosa che mi fa arrabbiare è che IO SO cosa devo scrivere, ma non so come meterlo giù per far sembrare la storia interessante.. e si, sono disperata, spero che una noce di cocco mi colpisca e che mi faccia venire in mente qualche idea. Mi scuso in anticipo quindi nel caso facessi tardi ad aggiornare.. SCUSATEMI! 
Altra cosa miei piccoli cupcakes, ho notato che ci sono tutti gli\le altri autori\autrici che fanno la "parte autore" finale corta, in cui si comportano in modo normale.. credete che per il mio e vostro bene sia meglio che anche io inizi a limitarmi a fare la persona "normale"? E non vi ho nemmeno mai chiesto se vi dà fastidio che io scriva COSI' tante cose inutili qui in fondo.. ecco vi infastidisce? 
Andando oltre, ringrazio sempre le persone che ogni volta recensiscono, grazie davvero :3 
Ringrazio chi mette la storia tra le preferite, ricordate e seguite... grazie mille anche a voi :3 
E chi si ostina a mettermi tra gli autori preferiti :3 (siete matte\i ).. GRAZIE :3 
Un bacione, e buon proseguimento delle vacanze ** 
Lily** 

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Capitolo 18
*** Segreti ***


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CAPITOLO 18: SEGRETI.
Mike guardava attentamente la nuvola fuori dalla finestra, alla disperata ricerca di una buona idea per  una nuova canzone, da mettere nel nuovo disco.
Avevano già bocciato l’idea di una giraffa che parla in greco antico di Luke, ovviamente, sulla pioggia, di Calum, e sulle amate piante di Ginko Biloba di Ashton, che tra l’altro aveva deciso di farne crescere una sul loro terrazzo.
Pianta che sarebbe morta entro una settimana perché tutti insieme quei quattro avevano lo stesso pollice verde di Batman con il costume.
Quindi, per chi non lo sapesse, il pollice di Batman con il costume è nero.
Erano rinchiusi nella sala prove del loro manager da almeno tre ore, e non avevano concluso nulla.
 - Che ne dite di una su…- iniziò Luke.
 - NO!- risposero tutti in coro.
 - Ma non mi avete nemmeno lasciato finire! – si lamentò il biondo.
 - Hai proposto almeno cinque volte sempre la stessa idea sulla giraffa. E noi non parleremo di una dannatissima giraffa in una canzone – disse Mike uscendo dal suo momento zen di contemplazione del cielo.
Il biondo sbuffò.
 - Maledetti razzisti verso le giraffe – bofonchiò andando a sedersi sullo sgabello e strimpellando un po’ la chitarra.
A quel punto il manager entrò nella stanza, e li guardò con aria tutt'altro che comprensiva.
 - Ditemi ragazzi, credete per caso di essere a Hogwarts? – chiese sarcastico.
Nessuno dei presenti rispose.
Le scale non cambiano da sole, e con la magia non scriverete un altro pezzo- sospirò.
Marcus, era questo il nome del loro folle manager con possibili problemi di sdoppiamento della personalità, a volte era Marcus la mamma che portava i biscotti, e a volte era Marcus il rompiballe.
In quel caso era Marcus rompiballe.
Ashton si alzò dalla batteria ignorando l’umore dell’uomo dai capelli bianchi.
 - Vado a casa Marcus – si girò e guardò i suoi compagni, erano stanchi anche loro – o meglio, andiamo a casa a riflettere – detto questo non aspettò una risposta e uscì dalla stanza , seguito a ruota dai suoi compagni.
L’ultimo a uscire fu Luke , che si fermò un attimo sulla soglia e guardò il loro manager.
 - Non mi è consentito usare la magia fuori da Hogwarts -.
 
 
Nikki era rimasta a casa con Margaret.
La donna lavorava a maglia canticchiando filastrocche per bambini, mentre la bionda faceva ricerche su internet, pensando a come dire ai ragazzi della sua importante decisione.
Era nervosa mentre si torturava le unghie con i denti, ne aveva già rotte due.
 - Piccola- la chiamò Margaret.
Nikki si alzò e andò da lei.
 - Va tutto bene? – le chiese non sapendo come mai l’aveva chiamata.
La signora anziana sorrise, trovava Nikki un vero angelo, l’adorava, e non le importava del motivo per cui Michael gli aveva chiesto di farle da babysitter, sapeva solo che così nessuna delle due rimaneva da sola.
 - Volevo solo farti questo – disse sorridendo la signora mentre le metteva in mano una cosa in lana bianca e nera 
- E' un cappello-.
La bionda sorrise.
  - Posso provarlo? - .
La donna annuì, così la bionda si mise in testa il cappello, provocando subito una reazione di apprezzamento dall'anziana signora.
Era un cappellino a forma di panda, e non faceva che rendere la ragazza ancora più innocente e adorabile.
- Sei tenerissima, una vera e propri...-
La porta si aprì ed entrò Calum.
Appena la bionda entrò nella visuale del moro, si paralizzò, e sul suo viso si fece largo la stessa espressione che hanno i personaggi degli anime e dei manga colpiti dal "noseblood", ma senza sangue dal naso.
Il secondo a entrare fu Luke.
- Awww Nik sei.... sei... Awww un panda bellissimo -disse con gli occhi a forma di cuoricino - mi viene da farti le coccole e i grattini  - andò da lei e le morse delicatamente il naso, lei sorrise divertita.
Anche gli ultimi due entrarono, e videro Nikki.
Ash sorrise, e Mike andò a parlare con la donna, voleva ringraziarla per essere stata così disponibile con loro, e di tenere Nikki con lei.
Ash si avvicinava al panda, ai suoi occhi, la ragazza era l'incarnazione dell'innocenza.
Nikki sorrise ad Ashton che si stava avvicinando sorridendo.
- Sono un panda - gli disse allargando il sorriso che aveva.
Nel cervello di Ashton morirono un paio di neuroni in quel momento.
Ormoni calmatevi. Non devo commettere errori.
Le diede un leggero bacio sulla fronte.
- Sei un bellissimo panda - le disse.
Nikki arrossì leggermente e Ash sorrise.
Lei era imbarazzata, e a lui faceva tremendamente piacere, sopratutto perché sapeva di essere stato lui a far arrosire quelle guance.
- Grazie - sussurrò timidamente.
 
 
 Nikki era andata a farsi una doccia, mentre il resto del popolo discuteva in cucina.
- Cucino io ragaz...-
- NO! - dissero fermando Luke e la sua idea di cucinare.
Il biondo sbuffò irritato, non gli lasciavano mai fare nulla.
- Ma scusate se cerco di essere gentile - disse andandosene indispettito -maledetti - borbottò.
Per poco non si scontrò con Nikki che stava andando da loro, con uno sguardo tremendamente serio.
Luke la fermò prima che andasse dagli altri, era un po' preoccupato da quegli occhi seri.
- Ehi, tutto bene? - chiese preoccupato.
Lei indugiò un attimo e poi annuì, prima di tornare a passo spedito verso la cucina.
Arrivò sulla soglia della stanza e strinse i pugni con forza prima di parlare.
- Cal? - chiese.
Il moro si girò a guardarla.
- Dimmi piccola - si avvicinò a lei.
- Possiamo parlare un attimo? - sussurrò.
Il ragazzo notò il suo nervosismo.
Doveva essere importante, e la cosa lo spaventava un pochino.
- Certo, andiamo - disse portandola sul divano.
Si sedettero, e lei strinse ancora i pugni infilandosi le unghie nella carne fino a farsi male.
- Va tutto bene? - le chiese mettendole una mano sulla spalla per rincuorarla.
Lei restò in silenzio.
- Vorrei chiederti una cosa - sussurrò.
- Tutto quello che vuoi - cercò di tranquillizzarla.
Lei deglutì.
Ash nel frattempo si era accorto che Cal era sparito, stava per andare a prenderlo per un orecchio e trascinarlo di nuovo lì con loro, quando lo vide parlare con Nikki; normalmente sarebbe lo stesso andato a disturbarlo, perché poteva parlare con lei dopo, ma non in quella situazione, lei era nervosa, si mordeva le labbra e aveva le mani chiuse a pugno, lo faceva sempre quando lo era, e parlava a bassa voce con lui, in modo che nessuno li potesse sentire.
Quella non era una semplice discussione.
Rimase lì a guardarli, improvvisamente Nikki sorrise e le si illuminarono gli occhi di una strana luce che non aveva mai visto, si sentì morire dentro in quel momento.
Che alla sua bambolina piacesse Calum?
Si avvicinò in modo silenzioso, ma non abbastanza per poter evitare di essere notato.
La bionda smise subito di parlare appena si accorse di lui, e abbassò lo sguardo.
Sì, Ashton stava morendo dentro.
- Vuoi qualcosa Ash? - chiese Calum, cercando di liquidarlo il più in fretta possibile per poter continuare a parlare con la ragazza.
Nikki aveva dei segreti, e questo, lui lo sapeva bene, ma credeva di essere quello con cui la ragazza si confidava, credeva di essere l'unico a poter sapere qualcosa in più su di lei.
Forse si sbagliava. Forse era Calum quello che fino ad ora aveva sempre saputo tutto di lei.
Era ferito.
Fissò Nikki che aveva lo sguardo abbassato.
- Ash, ci sei? - chiese Cal vedendolo perso nei suoi pensieri.
Il biondo si risvegliò.
- Ehmmm.. sì, cioè no. Non era nulla di importante - disse tornandosene in cucina.
Sono un idiota. Un emerito idiota.
Si sedette e sbatté la testa contro il tavolo.
Mike lo guardò confuso.
- Ehi, ma che fai? Cerchi di uccidere i pochi neuroni c... - non finì la frase perché notò che l'amico era troppo giù di morale per meritarsi una frase sulla sua mancanza di materia celebrale.
- Va tutto bene? - chiese sedendosi vicino a lui.
Ash fece segno di sì.
Come ho anche solo potuto sperare di essere così importante per lei?
Luke lo è almeno mille volte più di me.
Anche Cal sembra lo sia.
Io sono un idiota.
Mike era preoccupato, il suo amico aveva qualcosa che non andava, e non voleva dirglielo, aveva il brutto presentimento che fosse in quello stato a causa di una ragazza.
A causa di Nikki probabilmente.
- E' la tua vita, non devi chiedere il permesso - le disse Cal sorridendo, contento di essere stato d'aiuto.
Lei annuì.
- Gli altri lo sanno?-  chiese.
La bionda fece segno di no.
- Ho paura che Ash si arrabbi-.
Cal rise.
- Perché dovrebbe? -
- Non lo so- ammise lei sorridendo - però, per ora, non dire nulla, lo farò io domani. Me lo prometti? - chiese.
- Te lo prometto - sorrise.
Nikki lo abbracciò stretto, e poi andò in cucina a dare una mano.
Ash stava mangiando del gelato alla nocciola con lo sguardo triste, e Mike lo guardava preoccupato.
Molto preoccupato.
La ragazza notò subito lo stato in cui si ritrovava il biondo, e gli andò vicino, ma Mike la prese per un braccio e la tirò a sé.
Ti ucciderò Cal. Ti impiccherò con le tue stupide budella.
Mandò giù un altra cucchiaiata di gelato.
- Credo sia meglio lasciarlo un attimo in pace, visto che sta mangiando chili di gelato alla nocciola, a cui è allergico - sussurrò Mike.
Ash si girò verso di loro.
- No, va tutto bene, avevo solo voglia di gelato - disse ai due che lo guardavano in silenzio.
Si alzò e si diresse minaccioso in salotto, prese Cal per un braccio e lo portò nella sua camera.
- Ash, sei un bel ragazzo, ma non farò sesso con te- disse Cal che ricevette subito un'occhiataccia di fuoco.
- Prima che ti uccida impiccandoti con le tue interiora, dimmi che cosa ti ha detto Nikki - disse minaccioso.
Il moro lo guardò e non poté fare a meno di essere decisamente contento di sapere qualcosa che lui non sapeva, sapeva che tra lui e Nikki c'era un rapporto particolare, sapeva che i due avevano dei segreti, ma ora era il momento per lui di avere dei segreti con la bionda.
Avrebbe custodito il loro segreto  come un tesoro, giusto per dare un po' di fastidio  ad Ashton.
- Non posso -.
- Perché?!? - chiese il biondo sull'orlo di una crisi.
- Ho promesso di non dire nulla- .
A quel punto Ashton si trovava di fronte a una scelta: o lasciava perdere, o avrebbe dovuto torturare Cal fino alla morte per sapere quello che voleva.
Per amore della sua fedina penale pulita, e per la reazione allergica alle nocciole che gli procuravano nausea, optò per lasciar perdere l'idea di giocare all'allegro chirurgo sul moro.
- Esci prima che io cambi idea - disse.
Cal era confuso, cambiare idea? Idea per cosa?
Non se lo fece ripetere due volte comunque, e uscì da quella che sarebbe potuta diventare una camera delle torture.
Ash si stese sul letto cercando di non pensare a cosa Nikki gli tenesse nascosto, e di non pensare alla nausea che presto l'avrebbe portato ad abbracciare il water.
 
A fine serata Ash, non era ancora uscito dalla stanza, la cosa preoccupava molto Nikki, che si divincolò dalle braccia di Luke ,e si alzò dal divano.
- Non resti con noi a guardare Saw? - le chiese il ragazzo.
La bionda fece segno di no.
- Penso che per questa sera passo, vado a dormire. Buonanotte - disse sorridendo prima di andarsene.
Aprì la porta della camera di Ash, e lo trovò steso a guardare il soffitto.
Gli si avvicinò preoccupata, si sedette sul letto e iniziò a passargli una mano tra i capelli per rincuorarlo.
- Cosa non va Ashton? - sussurrò mentre si divertiva a toccare quella morbida massa di capelli biondi.
Il ragazzo chiuse gli occhi sotto quel tocco delicato.
Che segreto non vuoi rivelarmi piccola?
Non sapeva come andare sull'argomento per chiederle che cosa gli stesse nascondendo, così optò di chiedere direttamente senza mezzi termini.
- C'è qualcosa che non mi dici, vero? - chiese.
La ragazza smise un attimo di toccargli i capelli, doveva pensare a cosa rispondere, ma infine decise che sarebbe stato molto meglio dirgli la verità.
- Sì-
- Posso saperlo? -
- No-
La sua sincerità era disarmante.
- Perché l'hai detto a Calum e non a me? - 
La ragazza restò un attimo in silenzio.
- Ho paura di deluderti - sussurrò.
Ash scattò seduto, e la guardò negli occhi.
- Non potrai mai deludermi bambolina - le disse prendendole le mani per chiuderle tra le sue.
Lei abbassò un attimo lo sguardo su quelle dita intrecciate.
- Non voglio rischiare di farlo- continuò a bassa voce - deludere una persona significa perderla, e non voglio che accada - .
Il ragazzo a quelle parole sorrise, sorrise in modo raggiante.
Quanto si era preoccupato per nulla; se quella ragazza non gli diceva qualcosa era solo per paura di perderlo, e a lui piace da impazzire questa cosa, perché significava che la ragazza ci teneva davvero molto a lui.
Così tanto da non voler rischiare.
- Non mi perderai - disse prendendola tra le sue braccia e trascinandola con lui, in modo da stendersi sul letto.
I loro visi erano pericolosamente vicini, e lei sorrise sentendo il respiro di Ashton che si confondeva con il suo.
Aveva paura di perdere quel ragazzo, aveva paura di perdere l'unica persona su cui poteva contare, nonché l'unica persona che avrebbe fatto praticamente tutto per lei.
Non poteva permettersi di perdere una persona simile.
 
I quattro musicisti, anche il giorno seguente tornarono a casa delusi, perché le idee che venivano fuori per fare una nuova canzone erano ancora peggio di quelle del giorno prima.
Luke, come al solito, fu il primo a entrare in casa, era pronto per andare ad abbracciare la sua bambolina dopo una pessima giornata.
Aprì la porta, e trovò la casa deserta.
- Dov'è la mia piccola? - chiese il biondo al vuoto.
Mike entrò, e anche lui notò lo strano silenzio che c'era.
Inutile dire, che tutti iniziarono a preoccuparsi, o almeno, tutti tranne Calum.
- Non c'è nemmeno Margaret, forse sono uscite - azzardò Ashton per non farsi prendere dal panico.
Nikki gli aveva fatto una promessa, doveva mantenerla; lo sperava almeno.
- Vado a controllare a casa di Margy - disse il biondo scappando via.
Calum tranquillamente andò a farsi un caffè.
Mike, notò quel suo atteggiamento troppo calmo e rilassato, stava per andare a chiedergli se sapeva qualcosa, quando il biondo si fiondò in casa allarmato.
- Margaret è in casa, e ha detto che oggi non doveva stare con la mia bambolina - 
Ashton stava rivivendo un incubo, si dovette appoggiare al muro per non crollare.
Mike si dimenticò completamente di Cal, che guardava l'ora sorridendo, e corse a guardare in giro, se per caso la ragazza avesse lasciato un biglietto con su scritto il motivo per cui non era lì, e magari su dove fosse andata.
Luke invece, cercò di evitare un possibile attacco di panico.
Non poteva accadere di nuovo.
Ash prese le chiavi della moto e si fiondò fuori dalla porta; aprì, e senza volerlo, travolse la persona che timidamente stava per bussare: Nikki.
Il biondo si alzò di scatto, stava per scusarsi, quando si accorse che la persona che aveva travolto, era quella che stava cercando.
- Ragazzi, è qui!- gridò stringendola a sé non appena si fu alzata.
Lei sorrise.
- Dio mio, Nik, sei qui - disse senza lasciarla andare - mi hai fatto prendere un colpo, non...-
- BAMBINA MIA! - gridò Luke saltando addosso ai due.
Successivamente , in modo poco delicato, spostò Ash da lei, per poi avere la ragazza tutta per sé.
L'abbracciò stretta.
- Credevo fossi andata via di nuovo - disse con la voce un po' tremante.
Aveva davvero preso un colpo, e ora, era così contento di riaverla , tanto che stava per mettersi a piangere dalla gioia.
Nikki diede un bacino a Luke.
- Non vado da nessuna parte Signor Orso - disse dolcemente, cercando di tranquillizzarlo - entriamo in casa, ti va? -.
Luke fece segno di sì.
Andarono a sedersi in salotto.
- Dove sei andata? - chiese Mike precedendo Ash  nel farle la domanda.
La ragazza guardò Cal, che le sorrise e le fece i pollici in su.
- Dovevo rientrare a casa prima di voi, ma ho sbagliato la tempistica. Non volevo farvi preoccupare - iniziò a parlare facendosi un po' di coraggio - avete presente la tavola calda qui di fronte? - chiese.
Annuirono tutti.
- Sono la nuova cameriera - sussurrò lasciando tutti senza parole - la metà dei soldi che mi daranno servirà a contribuire per le bollette, e per ciò che avete sempre fatto per me, visto che mi avete dato tutto - alzò lo sguardo e sorrise - l'altra metà la risparmierò per poter iscrivermi al corso universitario di arte - concluse sorridendo.
Erano tutti senza parole.
Cal andò da lei e l'abbracciò.
-Sono orgoglioso dite! Alla fine ce l'hai fatta, non dovevi avere paura -.
Ash realizzò che quello era il segreto che non gli aveva detto.
Il suo segreto era quello di volersi sentire indipendente, quello di volere una vita diversa, e non sapeva se era un bene perché questo significava che finalmente stava voltando pagina, o un male, perché nella pagina che stava voltando c'era anche lui, e non sapeva se ci sarebbe stato anche nella pagina nuova.



BUONSALVE PICCOLI PASTICCINI MIEI ** 
Come vi va la vita? 
Io non mi lamento, anche se qui a Verona c'è un tempo di merda, si e dico le parolacce su internet perché sono una persona orribile.
Insomma è il 29 giugno, e qui sembra il 29 ottobre porca misera.. e poi una non si deve arrabbiare e.e
Anyway, ieri ho comprato la valigia per il mio fantastiglioso viaggio a York, ed è tipo più grande di me.. infatti ci sto dentro, non chiedetemi come faccio a saperlo C:
Com'è da voi il tempo invece?
Vabbè. lasciando perdere i discorsi sul tempo, anche se sono di una certa importanza, passiamo al capitolo, SONO RIUSCITA A FINIRLO! 
E tutto grazie al fatto di aver cambiato nome al capitolo, perché dovete sapere, che io prima di scriverlo, non ho mai un'idea ben precisa di come far andare la storia, mi baso sul titolo che do al capitolo, e so che i nteoria questo non si fa, ma posso assicurarvi che se scegliete n buon titoletto nessuno vi ferma più dallo scrivere.
Infatti, il nome non doveva essere segreti, ma "disegnami,colorami, dipingimi", e so che è quarantamila volte più bello come titolo, ma non riuscivo a scrivere niente se dovevo basarmi su quello :'( 
Mi è dispiaciuto molto lasciarlo andare.
Inoltre volevo avvisarvi, che ho  idee n po' confuse, e quindi potrebbe essere che invece di avere 21 capitoli in totale, la storia potrebbe averne 20, perché mettevo gli ultimi due insieme, visto che secondo il mio cervello, uno dei due veniva troppo corto, e non valeva la pena fare un capitolo corto secondo me... comunque si vedrà.
Quanto è bello avere le idee chiare... una felicità assurda (IRONIA.. MOLTA IRONIA).
An si, tornando a parlare di cose più importanti del capitolo, volevo dirvi, che faccio l'animatrice al Grest, e tipo i bambini mi amano anche se non so bene il perché, tipo una volta stavo camminando e c'erano tutti i bimbi seduti in file, e sento una che mi si attacca alla gamba, LETTERALMENTE, avevo un peso morto attaccato alla gamba. Guardo la bimba in modo poco amichevole e le faccio "Cavati subito", probabilmente ora soffre della sindrome di Stoccolma, perché continua a perseguitarmi tentando di abbracciarmi nonostante io in tutti i modi cerchi di allontanarla. MAH. 
Poi uno , non so per quale ragione, la prima volta che mi vede si mette a raccontarmi la storia della sua vita... Fortuna che aveva solo 8 anni, altrimenti sarei ancora là ad ascoltarlo D:
Anyway, ve gusta il capitolo, e anche voi mangiate tanto gelato come me? No perchè io ne mangio a quintali, mi trasformerò in un gelato vivente! Vi manderò la foto nel caso succedesse. Sarò un bellissimo cono al cioccolato con la panna... oddio mi viene fame a pensarci.
Che poi ci stavo pensando, ma esiste il gelato alla pizza? No, perché io esigo di volerlo assaggiare altrimenti! O magari alle patatine fritte! :3 
Ciboooo :Q___ 
Ciambelline, avete capito, che bene o male io finisco sempre a parlare di cibo LOL (AMATEMI LO STESSO ANCHE SE MANGIO TANTE SCHIFEZZE).
Vi lascio continuare le vostre FAVOLOSE vacanze miei cupakes ** 
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite\ricordate\seguite.. e chi si ostina a mettermi tra gli autori preferiti**
Vi adoro **
In caso questo è il mio contatto twitter se volete chiedermi qualcosa o altro: @Lillilola_
Un bacione,
Lily**
  



 

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Capitolo 19
*** Il lupo perde il pelo ma non il vizio ***


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CAPITOLO 19: IL LUPO PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO.

 
Era passata più di una settimana da quando Nikki aveva detto ai ragazzi i progetti che aveva sul suo futuro.
Nonostante questo, Ash, non era ancora tranquillo, temeva che la sua bambolina potesse innamorarsi di qualche ragazzo che frequentava il locale in cui lei lavorava , e che così sarebbe andata via per sempre.
Perdendola per sempre.
Sapeva che sicuramente c'era già qualcuno che le faceva il filo, perché il giorno prima era entrata in casa con una rosa rossa in mano.
Aveva così paura di perderla che se la sentiva scivolare già scivolare tra le dita.
Luke andava al locale praticamente ogni giorno, sapeva che si beccava una fetta gratis di crostata di mele, e poi gli piaceva vedere la sua piccola con quel vestito bianco e nero da cameriera, sembrava un vera e propria bambola vivente.
Ogni giorno, tornata a casa dal lavoro, la ragazza divideva le mance in due, una parte finiva nel barattolo con l'etichetta con scritto "ART" e l'altra metà nel barattolo con scritto "RAGAZZI".
Era determinata nel voler contribuire alle spese di casa, anche se i ragazzi le avevano già detto che non c'era alcun bisogno, vista la loro disponibilità economica, ma lei insistette.
Voleva sentirsi libera e indipendente.
Stava finalmente cominciando a vivere la sua vita.
Ashton e Mike arrivarono alla tavola calda,  cercavano Luke a causa di un problema sorto in casa: dei calzini, probabilmente radioattivi, visto che erano stati usati dopo una partita di calcetto, che stavano sul divano.
Nessuno aveva avuto il coraggio di avvicinarsi a quei cosi.
Trovarono il biondo seduto al solito tavolo, che mangiava una fetta di crostata.
Ash, cercò la sua piccola con lo sguardo, e la trovò a servire al tavolo di alcuni ragazzi.
Il suo incubo sembrava stesse iniziando.
Sentiva che la ragazza scivolava via da lui, e come la sabbia, più stringevi le mani per tenerla, più scivolava via.
- Almeno le dai la mancia? - chiese Mike sedendosi e sapendo che lui mangiava torta gratis tutto il giorno.
Luke annuì.
- E' da quando lavora qui che ogni volta le do una banconota da 5, e ogni volta, me la ritrovo sul comodino la sera - tirò fuori dalle tasche la banconota in questione - è la stessa del giorno prima, e di quello prima ancora. E' la stesa che tento di darle dall'inizio - la  mise sul tavolo - lei la prenderà, dirà grazie, e sta sera, sarà sul mio comodino-.
Ash sorrise sentendo questa storia, era riuscito a sentire le parole di Luke, nonostante stesse fissando Nikki come un maniaco.
- Hai lo sguardo un poco ebete Ash - sussurrò Mike, che non era l'unico ad averlo notato, infatti due cameriere  lo fissavano un po' preoccupate.
Nikki finì di servire il tavolo di ragazzi e si diresse verso di loro; ma Luke, in quel momento riuscì a sentire, con il suo udito fuori dal comune, un paio di commenti sgradevoli sulla sua piccola : "me la sbatterei a sangue", "è più gnocca dello sgorbio della tua ragazza" e per finire "alla prossima faccio finire la mia mano sul suo bel sedere".
Luke si alzò di scatto, e corse da loro che ancora commentavano allegramente.
I ragazzi guardarono il biondo che si era presentato al loro tavolo piuttosto confusi, lui invece sorrise in modo leggermente sadico.
- Salve ragazzi. Volevo dirvi che se non la smettete all'istante di commentare, o anche solo di pensare di sfiorare la mia bambolina, l'unico che sbatterà qualcosa sarò io. Sbatterò le vostre facce in un frullatore acceso - sorrideva mentre parlava, ed era inquietantemente calmo.
Faceva davvero sul serio.
- Avete capito? - chiese calmo.
Annuirono.
- Fantastico - continuò allegro.
La bionda, nel frattempo, stava per andare al tavolo dei suoi amici, quando due cameriere la fermarono.
- Uno di quei tipi ti fissava, credo che siano dei maniaci - disse Celestine per avvisarla.
Le cameriere del locale, avevano tutte notato che Nikki era piuttosto carina, e che attirava clienti giovani, ma non riuscivano ad odiarla, il suo sguardo innocente, faceva tenerezza a tutte, e sembrava che dicesse che lei non era consapevole della propria bellezza.
- Non preoccuparti, sono i miei coinquilini - disse sorridendo e togliendosi una forcina dai capelli.
Prese il riccio rosso ribelle della ragazza e glielo mise apposto.
Come si poteva odiare una persona così?
- Grazie -.
- Non è nulla - sorrise la bionda andando al tavolo dei suoi ragazzi - dov'è Luke? - chiese notando il posto vuoto.
Mike sbuffò e le indicò il tavolo dei ragazzi di prima.
Il biondo aveva la faccia da sadico, e Nik, per evitare l'apocalisse, corse da lui.
- ...vi prenderò il collo e lo stringerò tra le...- Nikki gli prese una mano e non lo lasciò finire.
-Luke vieni. Andiamo a sederci - disse trascinandolo via- scusatelo - disse a quelli che erano appena stati creativamente minacciati dal biondo.
Il ragazzo si sedette arrabbiato. 
- Bambolina, loro avevano cattive intenzioni nei tuoi confronti e...-
- Luke - sussurrò sorridendo - non c'è bisogna che tu mi difenda sempre - gli prese la mano  - sei il mio supereroe, ma voglio imparare a farcela da sola - concluse dolcemente e dando un bacio sulla fronte al ragazzo - non odiarmi per favore - fissò i suoi occhi azzurri.
Luke aveva le lacrime agli occhi.
La sua piccola stava crescendo, e lui era così fiero di lei; si costrinse a mordersi l'interno di una guancia per non piangere.
Ma non ci riuscì.
Infatti si alzò e l'abbracciò scoppiando in lacrime.
- La mia bambina..- singhiozzò - così grande ma così piccola allo stesso tempo - la strinse più forte - sono così orgoglioso di te bambolina mia - lei sorrise - tu sei la gioia di papà! -
A questo punto le cose stavano degenerando, così Mike si alzò e lo staccò da lei prima che la soffocasse con la sua morsa.
In aiuto a Mike andò anche Ash visto che Luke sembrava attaccato alla ragazza, come se fosse una cozza sullo scoglio.
- Okay, Luke basta. Tu non sei suo padre, e ora andiamo a casa che hai dato abbastanza spettacolo ,e ci sono dei calzini radioattivi che devono essere spostati- disse Mike prendendolo per un braccio.
-Ma la mia bambina...- si lamentò il biondo.
- La rivedrai a casa tra un paio di ore, e potrai piangere - rispose Ash prendendolo per l'altro braccio.
Il ragazzo sorrise dolcemente a Nikki, mostrando quelle adorabili fossette, prima di scortare fuori il proclamato padre, che non era padre, di Nikki, assieme a Mike.
Appena uscirono Celestine andò da lei, e la vide sorridere allegra con gli occhi un po' lucidi.
- I tuoi amici sono un po' matti - disse sorridendo.
La bionda si girò verso di lei.
- Ognuno ha una famiglia un po' fuori di testa, giusto? -.
La rossa annuì.
Nikki non considerava semplici amici quei quattro matti, loro erano la sua famiglia.
La sua pazza, ma fantastica famiglia.
Mancava un'ora  e un quarto alla chiusura della tavola calda.
Mancava così poco per poter riabbracciare e consolare Luke, che sembrava essersi appropriato del titolo di padre.
Andò a riordinare uno dei tanti tavoli vuoti.
Il tavolo era alle spalle di un signore con i capelli neri e qualche ciuffo bianco; quel signore  era lì da circa l'inizio del suo turno, quindi da almeno tre ore sicure, e l'unica cosa che aveva fatto tutto il tempo, era fissare la sua tazza di caffè nero, che ogni tanto beveva, e che ogni tanto una cameriera da i capelli blu, Tiffany, riempiva di nuovo fino all'orlo.
La bionda non aveva fatto attenzione a quel signore, ma ora che il locale era quasi vuoto, aveva l'opportunità di concentrarsi un attimo su di lui.
Si chiedeva cosa ci facesse lì da solo.
Si fermò a fissargli la schiena piegata in avanti, sempre a fissare la tazza, mentre puliva il tavolo; prese il vassoio e stava per allontanarsi, quando quella schiena tornò dritta.
Nikki osservò ancora, e notò sul collo scoperto un tatuaggio particolare.
"HELENA 22\08\2006".
Quel vassoio che teneva stretto tra le mani, come un aereo, si schiantò a terra.
Tutto il locale si girò a guardarla, tranne lui, tranne quel signore dai capelli neri e bianchi; lui non si era girato a guardarla crollare a terra come il vassoio.
La bionda capì che lui, era lì per lei, era tornato a prenderla.
Suo padre, il suo vero padre, voleva di nuova sua figlia.
Sua figlia che era a terra in ginocchio, con le lacrime che si accumulavano negli occhi neri.
Aveva dei laghi di lacrime in quegli occhi.
Tiffany corse da lei, e l'aiutò a rialzarsi, evitando la porcella rotta delle tazzine.
O della bambola, forse.
- Stai bene? - chiese preoccupata la ragazza.
Nikki la guardò e sorrise.
- Sto bene - disse mentre una lacrima le solcava una guancia - sto bene - ripeté con voce ferma.
La ragazza dai capelli blu, abbracciò la bionda, e poi le passò il telefono.
- Chiama i tuoi amici, fatti venire a prendere, e vai a casa- le disse lasciandola sola.
La bionda guardò il cellulare, e digitò tremante, l'unico numero che sapeva a memoria.
Le lacrime ferme negli occhi, non aiutavano la vista.
Fece un paio di squilli, prima che la persona dall'altra parte rispondesse.
- Pronto? - chiese la voce calda e amichevole.
La ragazza trattenne un singhiozzo.
- Lui è qui - riuscì a sussurrare.
- Lui chi? E con chi sto parlando? - chiese confusa la voce.
- Ash , lui è tornato a prendermi-.
Ashton capì di chi era quella voce, ma non capì comunque  chi fosse la persona di cui lei stava parlando.
La sentiva terrorizzata, e questo gli bastava.
- Arrivo. Tu resta al telefono e parlami finché non sono lì. Ora arrivo - uscì dalla porta con il cellulare attaccato all'orecchio - piccola stai bene intanto? Ti hanno fatto qualcosa? - chiese preoccupato scendendo le scale.
La ragazza restò in silenzio, si sentiva il suo respiro.
- Io non sto bene Ash -.
Il ragazzo uscì correndo dall'edificio, e si diresse verso la tavola calda.
Aprì la porta, e una cameriera gli andò incontro.
- Cerco una ragazza che lavora qui. Si chiama Nik..-
- E' in cucina -
Mise giù la chiamata e aprì la porta della cucina, la trovò a fissare il telefono.
- Ashton io..- riuscì a dire prima di ritrovarsi tra le sue braccia.
A quel punto i laghi si spezzarono e ci  furono dei fiumi scendere dagli occhi neri.
- Lui è tornato e...-
- Lui chi? -
- Mio padre- concluse lasciando il ragazzo senza parole.
Ash lasciò la ragazza.
- Ci penso io a quel bastardo! - disse arrabbiato.
Se c'era una cosa che poteva distruggere la vita di Nikki, beh, quella cosa era suo padre.
L'uomo che odiava sua figlia.
L'uomo che ha fatto odiare sua figlia a sé stessa.
Era quello che l'aveva fatta sentire in colpa, per colpe che non aveva.
E Ashton lo odiava. Lo odiava con tutto sé stesso.
Voleva restituirgli il male che aveva fatto a sua figlia.
Alla sua piccola Nikki.
La bionda lo guardò, non sapendo cosa il suo amico volesse fare.
- Cosa vuoi fare Ashton? -
- Sarebbe meglio chiedere cosa non voglio fare a quel bastardo, e sicuramente non voglio essere gentile - sapeva che la prima cosa che voleva fare, era quella di rompergli il naso.
Guardò la ragazza e le fece una carezza.
- Lui non ti porterà via. Non lascerò che ti porti via da me- .
Nikki fece per fermarlo, ma il ragazzo schizzò fuori dalla cucina, sapeva che la ragazza avrebbe tentato di non fargli fare cavolate.
Le uniche persone presenti nel locale erano due cameriere che stavano pulendo, il locale era vuoto, e dell'uomo dai capelli neri con i ciuffi bianchi, non c'era più alcuna traccia.
Ashton si sentì scivolare via l'unica occasione che aveva per poter dare a quel bastardo ciò che si meritava.
Tirò un pugno al muro da quanto era arrabbiato; le cameriere si voltarono a guardarlo stupite per ciò che aveva appena fatto.
Sospirò cercando di calmarsi, anche se riuscì poco nell'intento.
- Andiamo a casa - disse Nikki prendendogli la mano - non voglio che tu commetta errori a causa mia - .
Il ragazzo si girò a guardarla, e si accorse che non c'era più traccia delle lacrime di poco prima; sembrava così calma e tranquilla, un po' pallida magari, ma vedendola in quel momento nessuno avrebbe potuto immaginare che poco prima quella piccola ragazza avesse incontrato il suo diavolo.
Ashton capì che Nikki stava iniziando a chiudersi di nuovo nel suo piccolo incubo personale.
Stava per gridarle di non chiudere di nuovo quella porta, e di evitare di nuovo di lasciarlo fuori e all'oscuro di tutto.
- Ragazze io vado via un attimo prima. Ci vediamo domani. Scusate, e buona serata - disse sorridendo e trascinando via Ashton dal locale, come se fosse lui ad aver bisogno di aiuto.
Anche se forse era davvero così.
Il ragazzo era troppo preoccupato per lei, che non si accorse che sul tavolo dove prima c'era il signore dai capelli bianchi e neri, si trovava un foglietto, cosa che Nikki invece notò, ma di cui non fece parola.
Appena lo portò fuori si fermò, e gli lasciò la mano.
- Ho dimenticato una cosa. Torno subito - disse senza guardarlo negli occhi.
Temeva che potesse accorgersi della piccola bugia che aveva appena detto.
La bionda entrò in un lampo, prese quel foglietto piegato male, e se lo mise velocemente in tasca, come una ladra; tornò fuori e come se nulla fosse superò Ashton camminando velocemente.
Si sentiva male a causa di quello che stava nascondendo al ragazzo.
Ashton la guardò mentre camminava dritta per la sua strada, senza voltarsi indietro.
Mi hai lasciato fuori, di nuovo.
 

Luke sorrideva mentre Nikki gli faceva i grattini tra i capelli biondi.
Era contento di averla a casa, poteva godersela e coccolarla, e in quel caso, farsi coccolare un pochino.
Lui non era solo suo amico, lui era quello che voleva proteggerla da tutto e tutti, ma non come Ashton che lo faceva perché ne era innamorato, lui lo faceva perché ne sentiva il bisogno.
Lo stesso bisogno che aveva un padre nei confronti della figlia, o di un fratello in quelli di una sorella più piccola.
Ashton e lei non avevano più parlato dall'episodio di un paio di ore prima, e lui non sapeva se parlare a qualcuno di quello che era successo o se tenerlo per sé.
 Nel frattempo non sapeva cosa fare, e come comportarsi con lei.
Decise che ci avrebbe fatto una dormita; andò in camera e spostò la felpa che Nikki aveva appoggiato un attimo sul letto.
La prese e la spostò sulla sedia della scrivania, stava per coricarsi, quando si accorse che a terra c'era un piccolo foglietto.
Lo prese, e senza pensarci due volte lo aprì per vedere di cosa si trattasse, anche perché non aveva notato che quel foglietto era scappato fuori dalla tasca della felpa della bionda
" Domani per favore, alla fine del tuo turno, incontriamoci davanti al bar affianco. Ti dimostrerò che sono cambiato. Te lo giuro. Dammi una seconda possibilità Nikki".
Ashton guardava quel bigliettino senza sapere cosa pensare, cosa fare, come agire, e sopratutto come reagire.
Sapeva chi l'aveva scritto, o meglio lo intuiva.
Avrebbe voluto un manuale di istruzioni in quel momento, qualcosa come : "Manuale di istruzioni per idioti su come comportarsi in ogni situazione".
Si, avrebbe tanto voluto qualcosa di simile in quel momento.
Si passò una mano tra i capelli, e poi decise di rimettere a terra quel biglietto, esattamente dove lo aveva trovato; si stese sul letto con la testa che scoppiava, anche se l'unico rumore che sentiva era il silenzio.
Un silenzio che gridava comunque nella sua testa.
Chi avrebbe dovuto incontrare la sua bambolina domani?
Sentì una risata per il corridoio e poi la porta si aprì lentamente.
Il ragazzo restò in silenzio, e Nikki si sedette sul letto cercando di non fare rumore.
Sapeva comunque che era sveglio.
- Grazie per oggi - disse lei.
Ashton sospirò.
- Sai che puoi sempre contare su di me piccola - si sedette, e guardò la ragazza persa, o meglio dispersa, nei suoi pensieri.
- Se io andassi via da questa casa Ash - al ragazzo si fermò il cuore a quelle parole - che cosa potrebbe succedere? v-.
- E dove vorresti andare? - chiese con un filo di voce.
Sapeva che centrava quel maledetto biglietto.
Lei restò in silenzio, e in quel momento anche i suoi pensieri tornarono al messaggio su carta di prima.
Forse voleva tornare da suo padre. Da quel bastardo.
Ash strinse i pugni e cercò di calmarsi.
Afferrò Nikki per i fianchi e la trascinò sul letto con lui.
- Resta qui con me - le sussurrò all'orecchio.
La ragazza arrossì al buio e sorrise.
- Non vado da nessuna parte - rispose.
Ed era vero, non sarebbe andata da nessuna parte senza Ashton.
 

Il giorno dopo pioveva a dirotto, cosa che constatò Ashton appena aprì gli occhi.
Sentiva quel rumore incessante farsi sempre più forte.
Si svegliò un poco e iniziò a connettere il cervello, scese dal letto silenziosamente per non svegliare Nikki.
A terra non c'era più il foglietto di cui avrebbe tanto voluto chiedere, e di cui Nik non gli aveva parlato.
Si sentiva solo. Solo perché non ne poteva parlare ai ragazzi, o meglio non voleva, e non poteva parlare con Nikki.
Ma non gli importava di quella sensazione, perché la cosa più importante per lui, era non lasciare sola la sua piccola, non le avrebbe permesso di andare da sola a parlare con suo padre, non gli importava se lei non voleva, se lei non sapeva che anche lui sarebbe stato presente a quell'incontro di cui non aveva fatto parola con nessuno. Lui non l'avrebbe lasciata sola, fine.
Guardò la biondina muoversi un poco nel letto.
- Ash, dove sei? - chiese con la voce assonnata.
Lui sorrise.
- Sono qui -.
Lei guardò un attimo la sveglia. e mugugnò qualcosa nel sonno.
Ashton rise, era così buffa e normale in quei comportamenti.
- Ma è presto, devi già andare via? - chiese stropicciandosi un attimo gli occhi.
Ash le si avvicinò e si sedette affianco, si chinò a baciarle la fronte, e lei rispose con un sorriso.
- Non vado da nessuna parte - le accarezzò il viso e lei chiuse di nuovo gli occhi - resto qui con te bambolina -.
Ma tu resterai qui con me?
La ragazza si riaddormentò sotto lo sguardo perso di Ashton.
Non avrebbe permesso a suo padre di portargliela via, a costo di qualsiasi cosa ci fosse al mondo.
Piuttosto che farla tornare da lui, avrebbe preferito che lei si innamorasse di un ragazzo che non fosse lui, e che andasse da lui, perché l'unica cosa importante era che lei fosse felice.
Se lei era felice, lui era felice.
Suo padre di certo non l'avrebbe fatta sorridere, l'avrebbe solo trascinata di nuovo all'inferno.
Nikki era particolarmente nervosa quel giorno al lavoro, sperava che il tempo si fermasse, che quel dannato orologio sopra il bancone non muovesse più le sue lancette che sembravano correre in avanti troppo alla svelta; la ragazza ancora non aveva preso una decisione riguardo l'appuntamento di che ci sarebbe stato di lì a poco.
Non sapeva se tornare a casa e fare finta di nulla, o se parlare con suo padre.
La tentazione di scappare via, e andare lontano, in quel momento era tremendamente forte.
Lanciò uno sguardo all'orologio, mentre puliva un tavolo, mancava solo  mezz'ora alla fine del suo turno.
Luke aveva finito il suo abituale pezzo di torta da almeno una decina di minuti, e guardava incuriosito la sua bambina, la vedeva spaesata, con la testa tra le nuvole.
Non sapeva se dirle qualcosa o lasciare che ci pensasse da sola, come una persona adulta.
La biondina si passò una mano tra i capelli, sperava che mettendosi in ordine i capelli, anche la sua confusione trovasse un ordine.
L'amico la guardava preoccupato, e poi all'improvviso la ragazza venne verso di lei.
- Luke - disse sedendosi di fronte a lui -voglio chiederti una cosa-
Lui le sorrise contento di poterla aiutare.
- Tutto quello che vuoi piccola -.
- Credi sia giusto perdonare le persone nonostante le azioni che hanno fatto in passato? -.
Il biondo restò spiazzato da questa domanda, e restò a fissare l'amica in modo pensieroso, anche perché non sapeva cosa risponderle. 
Senza contare che quella che stava per dare come risposta avrebbe avuto molto più valore di una risposta qualsiasi.
- Io penso di sì - disse comunque poco convinto - credo che perdonare qualcuno, sia giusto se la persona che chiede il perdono è davvero pentita-.
Nikki sorrise raggiante, quelle erano le parole che voleva sentirsi dire, e grazie a lui, ora sapeva cosa doveva fare.
Sarebbe andata all'appuntamento, e se suo padre si sarebbe scusato, lei lo avrebbe perdonato, perché in fondo quell'uomo era sempre suo padre nonostante tutto, e fatto quello, avrebbe potuto lasciare alle spalle il passato.
Poteva liberarsi da quell'opprimente passato, e più ci pensava, più sentiva il profumo della libertà.
Quel peso che la portava a fondo ogni volta, si sarebbe finalmente staccato, e lei sarebbe potuta salire in superficie.
Luke non capiva in che modo potesse averla aiutata, l'importante era che in quel momento sorrideva.
La bionda si alzò sorridendo.
- Grazie - diede un bacio sulla fronte a Luke - oggi tornerò a casa un poco più tardi, ma non preoccuparti. Avvisa i ragazzi, va bene?-
Il ragazzo annuì e si alzò.
- Dopo prepariamo i biscotti?- chiese contento di averle fatto tornare il sorriso anche se non sapeva esattamente come aveva fatto.
Lei rise, annuì, e poi tornò a lavorare.
Nel frattempo Ashton, si era seduto in disparte sul marciapiede, e aspettava.
Aspettava...
Aspettava...
Aspettava...
Improvvisamente dalla porta sul retro del locale in cui lavorava la sua bambolina, uscì un volto familiare.
Era nervosa e con lo stomaco sottosopra, come se stesse facendo una partita a twister da solo.
Ashton finì di aspettare, perché ora toccava a lei aspettare qualcuno.
Si guardava attorno alla ricerca di ciò che cercava.
Il ragazzo si nascose un attimo meglio, nell'esatto momento in cui un'auto spense il motore.
La ragazza si sentiva sempre più nervosa, e ora che non doveva più aspettare le sembrava di stare addirittura peggio di quando doveva aspettare.
Il rumore dei passi si fece largo nel silenzio di quel momento.
Sembrava una passerella infinita quella che l'uomo stava facendo.
- Ciao Nikki - disse fermandosi davanti a lei.
Ashton notò lo sguardo basso della sua bambolina, non riusciva a guardare quell'uomo negli occhi.
- Ciao...- sussurrò senza voce.
L'uomo sembrò sorridere a quel punto.
Ci fu un silenzio imbarazzante tra i due.
- Perché ? -chiese lei all'improvviso.
- Perché voglio chiederti scusa. Scusa per non essere stato il padre che meritavi. Scusa per averti fatto del male - mise una mano sulla spalla della figlia, e Ashton si dovette trattenere dal dover andare là a toglierla e gridargli che non doveva permettersi di toccare la sua bambolina.
Anche lei sembrò non apprezzare particolarmente quel gesto.
- Io ti perdono -.
- Davvero? Allora torni a casa con me? - quella che fece non era esattamente una domanda, era più un'affermazione mascherata da domanda.
La bionda alzò improvvisamente lo sguardo per la prima volta, e lo guardò stupita.
Lei non voleva tornare a casa con lui, ma questo Ashton non lo poteva sapere.
Ti prego bambolina, ti prego, non farlo.
La ragazza fece un passo indietro a quel punto, sembrava avesse appena visto qualcosa che non le piaceva, qualcosa che le faceva un po' paura.
- No - rispose sussurrando - non verrò a casa con te-.
Leggermente, fece un altro passo indietro.
Voleva allontanarsi da quell'uomo.
- Ma io sono la tua famiglia, e tu sei la mia - le prese un braccio - devi tornare a casa con me - era supplichevole, e non mollava la presa da quel braccio.
Nikki lo guardò non sapendo cosa fare.
- Tu sei mio padre, ti ho perdonato, ma non tornerò a casa con te - lo guardò decisa negli occhi - non tornerò mai più a casa da te- disse secca.
La presa sull'esile braccio iniziò a diventare una morsa.
Le unghie che si infilavano nella pelle.
- Non ha importanza quello che vuoi tu..- la faccia della ragazza era dolorante.
Ashton li raggiunse e la prima cosa che fece fu sferrare un pugno in pieno viso a quell'uomo.
Preso alla sprovvista mollò la presa sulla ragazza.
Ash si mise davanti a lei per proteggerla.
L'uomo alzò il viso e incrociò lo sguardo del ragazzo.
Uno sguardo tremendamente arrabbiato e deciso a fare qualsiasi cosa per proteggere Nikki.
Il labbro superiore dell'uomo sanguinava, e il suo sguardo era stupito, e irritato, non poteva sopportare che qualcuno si mettesse in mezzo tra lui e sua figlia.
- Senti ragazzino non sono affari che ti riguardano - disse con voce profonda - dovresti andartene prima di...-
- Se non se ne va all'istante, la prima cosa che farò, sarà quella di romperle il naso da bastardo che si ritrova sulla faccia - lo sguardo era fisso in quello dell'uomo, aveva davvero intenzione di fargli del male, e molto - la seconda sarà quella di portarla personalmente alla polizia, e assicurarmi che buttino la chiave della sua cella. Ha capito? - il tono di voce era minaccioso, e metteva i brividi.
Per quanto potesse essere esperto di risse, l'uomo sapeva di essere vecchio e di non avere la stessa forza fisica del ragazzo. Sarebbe finito a terra dopo un paio di pugni. E di finire al fresco, non ne aveva decisamente voglia.
Lanciò un ultimo sguardo alla figlia.
- La prossima volt...-
Ashton rise.
- Non ci sarà una prossima volta, perché se la vedo anche solo per sbaglio qui nei paraggi, le posso assicurare che non sarò l'unico a prenderla a pugni - sorrise in modo inquietante - ora se ne vada -.
Il messaggio venne recepito forte e chiaro.
L'uomo si allontanò, con la coda tra le gambe, molto probabilmente non sarebbe più tornato.
Dopo aver mandato via il padre di lei, il biondo si girò verso la ragazza 
- Stai bene? - chiese Ashton stringendole la mano per paura che crollasse a terra.
Sapeva di aver fatto una domanda stupida.
La ragazza restò in silenzio e strinse più forte la mano che aveva tra le sue.
Aveva gli occhi di un nero liquido in quel momento, si morse le labbra per non piangere.
- Smettetela di chiedermi come sto.. Sto male. Ecco come sto realmente. Vorrei solo non sentire più tutto questo schifo di vita che continua a portarmi al passato quando cerco di voltare pagina- le lacrime scorrevano involontariamente, ma la sua voce era ancora ferma.
Ferma e un po' disperata. 
Forse era una voce stanca.
- Ogni volta che mi rialzo cado di nuovo... E sono solo così stanca di alzarmi - il ragazzo la prese tra le braccia - non puoi immaginare quanto io invidi la tua vita. A volte vorrei che fosse la mia - sussurrò mentre lui le asciugava una lacrima che correva via come il vento.
Lui le sorrise e le fece alzare lo sguardo per trovare il suo.
Nero e verde si confusero per un attimo in quello sguardo.
- Anche io vorrei che la mia vita fosse la tua - sorrise guardando l'espressione confusa della ragazza - così non soffriresti più- sussurrò dolcemente.
Nikki lo guardò senza dire nulla.
Si alzò solo in punta di piedi, sfioro la bocca del ragazzo e poi posò le sue labbra su quelle di Ashton.
Aveva reagito istintivamente, e il suo istinto le gridava di baciare quel ragazzo così speciale.
Si allontanò subito dopo e notò la faccia sconcertata di Ashton, e fu in quell'istante che forse non avrebbe dovuto seguire quello che le gridava la voce nella sua testa.
Tornò alla sua statura normale si posò le mani sulla bocca.
Sapeva di aver combinato un disastro.


PERDOOOOOOOOONOOOOOO CIAMBELLINE MIE!
P E R D O N A T E M I!

So che ora mi odiate... lo so!
Mi dispiace tantissimo per il ritardo, per L'ENORME RITARDO, è che sono stata nel college a York due settimane, e quando sono tornata, ero distrutta! Sono stata tre giorni a letto a fare l'ameba :'( 
Da ora sarò più puntuale promesso piccole mie.
E per scusarmi ho fatto un capitolo piuttosto lungo, non so se avete notato e.e 
Anzi probabilmente si, visto che vi starete chiedendo qualcosa come "Ma sta qua che ca**o fa i capitoli così lunghi e pallosi?" e fate bene a chiedervelo, però mi si spezzava il cuore se avessi dovuto dividere questo bel capitolone(?)
Spero davvero che mi perdoniate, e che il capitolo vi piaccia.
Ma ora passando alle cose più serie, sapete hce in Inghilterra ho mangiato praticamente SOLO patate,  credo che nel mio intestino stia crescendo una piantagione di patate, non sto scherzando; comunque il piatto forte, come vi dicevo, sono le patate: patate cotte, crude, con la buccia, fritte con la buccia, al forno, patate senza buccia, fritte senza buccia, patate condite con altre patate...
Credo anche di aver preso un colorito giallognolo, tipo Simpson.
Ma forse sono sempre stata color giallino e mi sbaglio... mah.
Anyway, come vanno le vacanze? Ma ci pensate che siamo ià ad Agosto? Io non ci voglio tornare a scuola, voglio stare a letto, a mangiare i biscotti e a fare l'ameba!
Ma sopratutto a mangiare biscotti :3 
CHE IN INGHILTERRA NON C'ERANO! C'è ma vi rendete conto? La patria dei muffin e dei dolci ipercalorici, sapete quanti biscotti ho mangiato? EBBENE, NESSUNO. Per non parlare dei muffin, anche di quelli il conto è ZERO!
Spero che abbiate mangiato biscotti anche per me nel periodo in cui sono misteriosamente sparita e poi riapparsa.
Come vi vanno le vacanze comunque? Siete già state al mare? Siete belle abbronzate? O ancora vi preparate per la prova costume? 
Ora vi lascio che so di essere appena tornata, *voce in sottofondo:"AHN, MA E' APPENA TORNATA.."*  (non so se ve la ricordate la pubblicità della crociera che facevano un po' di tempo fa.. ma forse sono vecchia io e la conosco solo io), e già vi sto scartavetrando le ovaie.
Ciao piccole ciambelline bellissime, vi ringrazio per le recensioni dello scorso capitolo, e per chi si ostina a mettere la storia tra le preferite\seguite\ricordate.. e ancora a quei matti che mi mettono tra gli autori preferiti <3 vi amo, ma per la vostra sopravvivenza celebrale, vi consiglio di non farlo.
Un bacione biscottine .
Lily** 

P.s. Buone vacanze c:

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Capitolo 20
*** Non spezzarmi il cuore ***


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CAPITOLO 20: NON SPEZZARMI IL CUORE.

 
Ashton era sorpreso e paralizzato dallo stupore.
Aveva sempre creduto che sarebbe stato lui a baciarla, perdendo il controllo a causa degli ormoni che impazzivano a causa di quegli occhi e quel viso perfetto, e invece, lei l'aveva sorpreso, lasciandolo senza parole, ancora una volta.
Gli aveva fatto una piacevole sorpresa.
Nikki nel frattempo si stava maledicendo in tutti i modi possibili, perché non capiva il motivo per cui l'aveva fatto, e non capiva perché aveva ancora, e ancora voglia di farlo.
Fece un paio di passi indietro per allontanarsi da lui, e per ragionare meglio.
- Mi dispiace. Non dovevo farlo. - sussurrò imbarazzata mentre si allontanava di un altro paio di passi - Io...-.
Ashton le afferrò una mano e la trascinò a sé, chiudendola fra le sue braccia, e Nikki si sentì nel posto più sicuro al mondo in quel momento.
- Non voglio sentirti dire che l'hai fatto per errore Nikki - le posò un bacio tra i capelli - non voglio sentirtelo dire - ripeté di nuovo.
La ragazza sospirò.
- E cosa vorresti sentirmi dire allora? - sussurrò alzando lo sguardo su quello del ragazzo.
Lo stomaco della ragazza riprese quella famosa partita a twister, appena i loro sguardi si incrociarono.
Ashton sorrise.
- Baciami ad esempio -.
La ragazza sorrise imbarazzata.
- Ashton? -
- Dimmi bambolina -.
- Ti andrebbe di baciarmi? - chiese arrossendo teneramente.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Se è un sogno, vi prego, non svegliatemi.
Appoggiò le mani sui fianchi minuti della ragazza, che in un attimo sollevò in aria, come una bambina.
Guardò le labbra rosee, e poi gli occhi neri, per poi posare di nuovo lo sguardo su quelle labbra che trovava così maledettamente perfette.
La ragazza era sospesa in aria, tenuta solo da due mani, ma non aveva paura, perché sapeva che non sarebbe mai caduta.
Ashton avvicinò il viso della ragazza al suo, facendo combaciare quella bocca così perfetta, alla sua.
Era incredibile, come anche solo quelle labbra appoggiate delicatamente alle sue, lo riuscissero a mandare  completamente fuori di testa.
Lei interruppe quel contatto delicato e poi si concentrò sullo sguardo di Ashotn e sorrise completamente imbarazzata.
- Credo che dovremmo tornare a casa. Si staranno preoccupando per noi -.
Ashton voleva restare in quel momento, in quell'esatto istante, per almeno un paio di anni; ma invece, mise giù la sua piccola, le prese una mano per essere sicuro che fosse reale, e poi si avviarono insieme verso casa.
 
 
Luke diede prova della sua maestria di giocoliere, lanciando in aria i pop corn, per poi farli atterrare nella sua bocca.
- Te ne andrà uno di traverso se continui così - disse Ashton dalla cucina mentre lavava i piatti.
Il biondo gli lanciò dietro una manciata di pop corn in segno di disapprovazione.
- Ash, solo perché tu non lo sai fare, non devi essere geloso di me  - .
Nikki apparve nella visuale del biondo, e gli sorrise timidamente, mentre lui si ingozzava di pop corn come se non ci fosse un domani.
- Ragazzi, sono un po' stanca. Vado a dormire - andò verso Luke - buonanotte - gli diede un bacio leggero sulla guancia.
Lui le prese una mano, e le fece fare una piroetta.
- Buonanotte bambolina - disse prima di morsicarle leggermente una guancia.
La biondina sorrise, e poi guardò senza farsi notare Ash; era ancora terribilmente imbarazza per quello che era successo appena un paio di ore prima, ed era anche terribilmente confusa.
Nikki non aveva sonno, non aveva per niente voglia di dormire, lei aveva solo bisogno di pensare, perché era confusa, la sua mente era un tremendo caos, e non sapeva cosa fare, come reagire o semplicemente cosa pensare, per questo andava a letto, rimanere da sola, l'avrebbe aiutata a riflettere, anche se sapeva che non sarebbe arrivata a una conclusione.
E Ashton sapeva già tutto, sapeva che nella testa di Nikki regnava il caos più completo, sapeva che aveva bisogno di pensare, di restare un attimo da sola, sapeva che non voleva dormire, ma questo non lo preoccupava, quello che invece lo terrorizzava, era la conclusione a cui sarebbe arrivata, perché questo lui non lo poteva sapere.
Nikki era famosa per essere indecifrabile,  era il suo cubo di Rubick, e a lui piaceva, quella ragazza che era una continua sorpresa gli piaceva maledettamente troppo, e per la prima volta sentiva che una ragazza avrebbe potuto ferirlo, e ridurlo al nulla. Aveva paura di ritrovarsi il cuore spezzato.
Sia Nikki che Ashton, ancora non aveva parlato a nessuno di quello che era successo, ma Ash, a differenza di Nikki che era abituata a fare le cose da sola, aveva bisogno di un consiglio da un amico saggio. Mike ad esempio.
Non che Calum non fosse abbastanza maturo, ma se anche solo avrebbe accennato al fatto di aver baciato Nikki, avrebbe ricevuto un pugno dritto in faccia, mentre per quanto riguardava Luke, se glielo avesse detto, probabilmente il suo nome sarebbe apparso l'indomani tra quello delle persone scomparse.
Mike ricevette un dolce bacio della buonanotte sulla fronte da Nikki, prima di rimanere di nuovo da solo sul terrazzo, a cercare di scrivere il testo di qualche canzone.
Ashton aspettò che Nikki fosse in camera, prima di fiondarsi da Mike.
Il moro alzò lo sguardo su di lui confuso, non capendo il motivo per cui era corso da lui, era ancora più confuso quando lo vide in ansia.
- Mike ho un problema - disse secco il ragazzo.
Il moro mise giù il blocco note pieno di cancellature e guardò negli occhi l'amico.
- Ash, io ti voglio bene. Ma non sono il tuo fottuto terapeuta okay? Per caso ho scritto in fronte TERAPEUTA? Beh io non cred...-
- Ho baciato Nikki  disse fermando il fiume di parole dell'amico.
Mike lo guardò stupito e paralizzato.
Sperava di non aver capito bene, di essere improvvisamente diventato sordo e aver capito male. Malissimo.
- Aspetta - mise una mano sulla spalla di Ash - tu hai fatto cosa?- sperava che la risposta fosse diversa da quello che aveva sentito prima.
Il biondo si mise una mano tra i capelli, sperava che riordinando quelli, avrebbe riordinato anche i pensieri.
- Io e Nikki ci siamo baciati. Anzi a dire il vero è stata lei a baciarmi, e poi io ho...- non riusciva a dirlo, non riusciva a guardare l'amico negli occhi.
- Dio mio, Ash io...- 
Ashton mise una mano sulla spalla di Mike, come aveva fatto lui poco prima.
- Il problema non è questo. Il problema è che per la prima volta sento che potrei rimanere ferito, non ho io il coltello dalla parte del manico questa volta, e quella lama, punta dritta al cuore Mike - si passò ancora la mano tra i capelli - ora lei è in stanza e sta pensando, ma... Se ora uscisse, e mi dicesse che mi ha baciato per errore o qualcosa di simile. Io non saprei cosa fare per reagire, perché mi ritroverei solo con il cuore spezzato. E odio non avere il controllo della situazione - .
Ashton, non era mai stato più sincero in vita sua, parlava delle sue paure e dei suoi sentimenti, e si sentiva ridicolo, ma a qualcuno doveva pure dire quelle cose, e Michael, gli sembrava la persona migliore. E lo era per davvero.
Sorrideva mentre sentiva Ashton parlare in quel modo, perché, si era accorto che era cambiato, e non era più il ragazzo di un paio di mesi fa, era diverso, diverso in modo migliore, e tutto questo grazie a quella dolce biondina.
Nikki non lo sapeva ma in realtà aveva cambiati tutti in quella casa, era stata la causa per cui tutti, bene o male, avevano voltato pagina.
A Mike piaceva il nuovo Ash, gli piaceva molto di più di quello vecchio, perché il nuovo Ash, era lì, e si stava rendendo conto che si era innamorato e aveva paura di rimanere con il cuore spezzato, si rendeva conto di essere vulnerabile come chiunque altro, e questa cosa, non l'avrebbe mai fatta il vecchio Ashton.
Allo stesso modo il vecchio Mike non si sarebbe mai sognato di restare lì ad ascoltare i problemi del suo amico, anzi si sarebbe alzato, gli avrebbe tirato dietro le pagine gialle e gli avrebbe gridato di trovarsi un maledetto terapeuta.
Nikki si era legata i capelli, e si era gettata sul viso dell'acqua fredda, ma non riusciva a pensare a nulla. A nulla che non fossero le labbra di Ashton sulle sue. Quello era il suo unico pensiero.
E la stava tormentando.
Fece avanti e indietro per la stanza così tante volte, che si stupì di non aver formato il solco sul pavimento.
Andare avanti e indietro non le era servito a nulla.
Non sapeva ancora cosa fare. Era così confusa, e il suo stomaco che continuava a giocare a twister non aiutava la situazione.
Accese il computer sperando che il grande internet potesse aiutarla; digitò "Male allo stomaco e mal di testa", pensava di stare male, perché bene sicuramente non stava in quel momento.
Internet le rispose che probabilmente aveva un cancro allo stomaco, e che probabilmente stava per morire.
Era così confusa in quel momento e nessuno le aveva mai detto di non prendere internet seriamente, quindi, per un attimo credette davvero di avere un cancro allo stomaco, e si fece prendere dal panico, lo stesso panico che di solito aveva Luke. 
Il panico dei pazzi.
Aprì la porta di scatto.
- Lukeeeee! - gridò uscendo dalla camera.
Il biondo sentendosi chiamare dalla sua bambolina si alzò di scatto e corse da lei preoccupato per averla sentita urlare.
La vide nel mezzo del corridoio con le mani sulla pancia.
- Cosa suc...-
- Internet ha detto che ho un cancro allo stomaco! - disse guardandolo fisso negli occhi.
Luke ovviamente, si fece prendere pure lui dal panico.
- OMIODIOOOOO!- gridò prendendole una mano - CALUUUUUMMMM - chiamò a sua volta.
Il moro era mezzo addormentato sul divano e appena si sentì chiamare dall'amico, prese paura e per poco non finì per baciare il pavimento.
Sapeva che era uno dei suoi momenti "pazzia portami via", ma si fece forza e andò da lui, lentamente e sospirando, mentre si ricordava che prima di rispondergli doveva contare fino a dieci.
Facciamo anche venti.
- Luke, ti sembra mod...- si fermò di parlare quando vide sia lui che Nikki preoccupati nel mezzo del corridoio, aumentò il passo e li raggiunse - ragazzi cos'è successo? - chiese leggermente preoccupato.
Il biondo si girò a guardarlo.
- Nikki ha un cancro allo stomaco! - gridò prendendolo per le spalle e scuotendolo - la mia bambolina sta male! La mia bambolina sta fottutamente male! -.
Cal guardò confuso Nikki, cercava qualche spiegazione, e iniziò a contare fino a venti.
- L'ha detto internet - sussurrò la bionda.
Il moro guardò i due e continuò a contare fino a quarantatré prima di rispondere.
- MICHAAAAAAAEEEELLLLLL!  - gridò cercando una spalla per spiegare ai due, probabilmente ubriachi, che Nikki non aveva un cancro.
Mike e Ash, che avevano sentito trambusto all'interno, non si erano per nulla preoccupati di ciò che stavano facendo, almeno non si erano minimamente preoccupati di nulla, finché anche Michael non venne citato in causa.
Il moro sospirò e si alzò dalla sedia.
- Torno subito Ash, tu cerca di non lanciarti giù per il momento - disse andandosene.
Non passarono nemmeno tre minuti dalla sua partenza per il corridoio, che si sentì gridare anche il nome di Ashton.
- ASHTOOOOOON! -era la voce di Michael.
Il ragazzo si alzò confuso, e raggiunse l'amico.
La situazione che gli si presentò davanti era piuttosto strana.
Luke preoccupato abbracciava Nikki, Cal si massaggiava le tempie cercando di non dare di matto, e Michael non sapeva se ridere o piangere, così nel caso stava facendo entrambi.
Anche se più probabilmente stava piangendo dal ridere, visto che non riusciva a tenersi in piedi.
Ash non era sicuro di voler sapere quello che stava succedendo.
Cal sospirò e staccò Luke da Nikki in modo poco amichevole.
- Dio dammi la pazienza, che se mi dai la forza, qui faccio una strage - disse una volta che Luke e Nikki fossero a una certa distanza di sicurezza.
Ashton si avvicinò sempre meno convinto.
- Internet ha detto che Nikki ha un cancro allo stomaco- gli disse Luke - non voglio che la mia bambina stia male-.
A questo punto Ash guardò Mike e Calum in cerca di spiegazioni.
- Nikki ha male alla pancia, così ha guardato su internet, ed è uscito che ha un cancro - spiegò Cal sospirando.
Ash scoppiò a ridere, e ricevette occhiatacce dai presenti.
- Okay, sentite, calmatevi - Mike aveva smesso di ridere e prese in mano la situazione - intanto Luke vai a berti una camomilla, e fanne una anche a Cal - il moro prese il biondo per un braccio e lo portò in cucina - bene, ora Nikki calmati. Tu non hai nulla, internet dice un sacco di stronzate, l'ultima volta avevo mal di testa e internet mi ha detto che era perché ero incinta. Incinta, okay? - disse ridendo e facendo ridere anche la ragazza che si calmò - ora dimmi piccola, hai mangiato qualcosa questa sera? - le chiese dolce.
La ragazza lo guardò un attimo riflettendo, e poi fece segno di no.
- Allora sarà per quello - guardò Ash e restò un attimo in silenzio - vai in camera, Ash ti poerterà qualcosa da mangiare - 
La bionda annuì e andò a sedersi sul letto.
Mike e Ash rimasero fuori dalla porta.
- Ti ho dato l'occasione per parlare con lei. Non sprecarla - gli disse Mike allontanandosi - evita di dirle apertamente di non spezzarti il cuore - sussurrò.
Passarono cinque minuti, e Ash aprì la porta della camera con dei biscotti.
Sorrise nel vederla persa nei suoi pensieri.
Andò a sedersi vicino a lei.
- Come stai piccola? -chiese preoccupato.
Lei non rispose e abbassò lo sguardo.
- Non ho fame Ash - si limitò a dire.
Il ragazzo sentiva un chilometro di distanza fra di loro, la sentiva lontana e fredda, e non sapeva cosa fare, se non continuare a ripetersi : Ti prego, non spezzarmi il cuore. Non farlo.
Ash si alzò dal letto e si diresse verso la porta, non avrebbe retto il colpo.
- Dopo torni? - sussurrò la ragazza.
- Dipende -
- Da cosa? - chiese stupita.
- Vuoi che io torni dopo? -
Lei annuì all'istante, e lui sorrise contento di essersi sbagliato, per questa volta.
Decise di rimanere in piedi, mentre la ragazza restava in silenzio e si torturava le mani dal nervosismo.
Ashton trovò che quel gesto fosse la cosa più tenera del mondo, si avvicinò e gli prese una mano tra le sue, lei alzò lo sguardo e sorrise timidamente; avrebbe voluto dire ad Ashton che c'era un pensiero che continuava a tormentarla, avrebbe voluto gridarglielo, ma invece si limitò a sorridere  aspettando che Ash le dicesse qualcosa.
Il ragazzo stava raccogliendo tutte le forse che aveva in sé per parlare a Nikki, lui aveva il bisogno di sapere cosa lei stesse pensando in quel momento, cosa stesse pensando di lui, di loro e del bacio.
Le diede un bacio sulla fronte prima di iniziare a parlare.
- Bambolina - iniziò - prima che la mia testa scoppi - sorrise - voglio sapere cosa pensi riguardo quello che è successo oggi -.
Nikki lo fissò senza emozioni.
Non si aspettava una domanda del genere, non si era preparata a quello, anzi, non si era preparata a nessuna domanda.
- Io non lo so - ed era vero, perché l'unica cosa a cui era riuscita a pensare, suo malgrado, era la bocca di Ashton che toccava la sua - il mio stomaco sta giocando a twister, e la mia testa è un casino, e non capisco perché visto che riesco a pensare solo a una cosa -.
Ashton rise, mentre la ragazza buttava fuori tutto quello che aveva da dire.
- E posso sapere a cosa continui a pensare? - chiese ancora sorridendo.
La ragazza si fece ancora più seria in quel momento, tolse la sua mano da quelle di Ashton e gliela posò sulla guancia.
- A te che mi baci - sussurrò.
Ash ammutolì all'istante, si paralizzò, perché la ragazza non gli aveva detto se era una cosa positiva o negativa quella a cui stava pensando, e lui aveva bisogno di saperlo.
Voleva una sola risposta, e non l'aveva avuta.
Decise che forse, la risposta, se la doveva prendere.
Appoggiò la sua bocca su quella della ragazza, e sapeva che quello, sarebbe potuto essere l'ultimo bacio che le dava, e lo sapeva anche il suo cuore, che si chiuse in una morsa d'acciaio.
Nikki non si aspettava che Ashton la baciasse, ci fu un primo momento in cui era troppo sorpresa per fare qualcosa, ma poi si riprese, chiuse gli occhi, e passò una mano tra i morbidi capelli di Ash, mentre l'altra la mise sulla sua spalla.
Non sapeva se quello che stava facendo era giusto o meno, ma in quel momento sapeva che non avrebbe potuto fare di meglio, se non affidarsi all'istinto.
Se c'era un persona felice sul pianeta terra in quel momento, beh, probabilmente, quella persona era Ashton.
Lasciò un attimo la bocca della ragazza per guardarle il viso e puntare i suoi occhi nel nero.
- Nikki, solo una cosa - sussurrò - non spezzarmi il cuore-.
Lei sorrise e annuì.
- Non spezzarmi il cuore Ashton -.
Quella non era solo una semplice frase. Quella era una promessa tra loro.
 
 
 
 
MACCIAO BISCOTTINE MIE ** 
Come va la vita? 
A me insommma.. dovete sapere  osno beccata la febbre, e che ho iniziato a pensare di avere l'Ebola, perché io FURBISSIMA ovviamente sono andata a cercare su internet e mi è venuta fuori una pagina con scritto "I sintomi dell'ebola", e io ancora più furba a entrarci e a leggere ciò che c'era scritto -.- 
Potete immaginre il panico che mi è salito, penso sia per quello che ho messo la piccola scenetta demenziale di Nikki che anche lei cerca su internet che cosa può avere il suo adorabile pancino, solo che invece di  venirle fuori "HAI LE FARFALLE ALLO STOMACO PERCHE' SEI INNAMORATA", le è venuto fuori di peggio, tipo me.
Ma nessuno mi ha consolato quando ho creduto di stare per morire -.- TSK.
Poi ho fatto quattro allegri giorni di vacanza a casa di un mia amica che abita a 10 minuti di autobus da me, perché sua mamam non c'era, e quindi mi sono trasferita da lei. Il risultato di quei quattro giorni è che ho il diabete che sta combattento contro il colesterolo alto. La cosa più salutare che abbiamo mangiato erano delle patatine.. fritte; di solito altrimenti nel nostro menu' tipico c'era la panna: es  waffle+panna+mirtilli+cioccolata.
Vi avviso che sono deliziosi, ma il vostro diabete toccherà l'apice in quel momento... MA SONO DELIZIOSI.
Anyway piccole mie, vi ho già rotto abbastanza le scatole, quindi ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate (grazie di cuore).. e chi si ostina a mettermi tra gli autori preferiti (a voi un bacione grande, e una visita gratis dallo psicologo).
Volevo avvisarvi che questo il prossimo, sarà l'ultimo capitolo piccole mie. Ebbene questa storia si è quasi finalmente conclusa C: 
Spero vi piaccia, e ditemi come vi vanno le vacanze e.e 

Un bacio**
Lily

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Capitolo 21
*** I cambiamenti che portano alla fine - THE END ***


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CAPITOLO 21: I CAMBIAMENTI CHE PORTANO ALLA FINE - THE END. 
 

 
L'artista preferita di Ashton uscì in perfetto orario dalla classe,fece un paio di passi e venne subito rapita da due braccia che le avvolsero il  bacino. 
La ragazza rise allegra e una risata si unì alla sua.
- Ciao studentessa modello, com'è andata oggi? - le chiese Ashton sorridendo, contento di avere la sua piccola solo per sé, e sopratutto tra le sue braccia.
Nikki sorrise e si voltò a guardare il ragazzo, che la teneva sempre stretta per non lasciarla andare via. 
Come se lei davvero volesse andare via da lui.
-  Non mi lamento. E a te? - disse posandogli una mano tra i capelli.
Il ragazzo allargò il sorriso a quel gesto così spontaneo.
- Bene ma..- Nikki lo fece un attimo tacere con un bacio e Ash sorrise - ... ma ora meglio... decisamente molto meglio -.
La ragazza scoppiò a ridere, e Ashton, ogni volta che la sua bambolina rideva era davvero felice.
La sua piccola era così diversa dalla fragile ragazza di tempo fa, ora rideva, sorrideva quasi sempre e stava meglio. Ogni tanto la si poteva ancora trovare a pensare con lo sguardo fisso nel vuoto, ma era normale, nessuno pretendeva che dovesse sempre sorridere.
Ash le prese la mano e la portò fuori dal campus universitario che la ragazza aveva iniziato a frequentare.
Nikki aveva messo da parte abbastanza soldi per permettersi un corso da studente esterno al college, e lui era orgoglioso di lei, almeno quanto lei lo era di sé stessa; prendeva lezioni di storia dell'arte, e successivamente si sarebbe iscritta a un corso di arte per imparare a dipingere con varie tecniche, voleva fare la restauratrice di quadri, e ogni volta che lo diceva le si illuminavano gli occhi.
Era passato circa un mese dalla promessa che si erano fatti, e che, giusto per chiarire, nessuno dei due aveva infranto.
Nessuno dei due aveva intenzione di infrangere quella dolce promessa.
Si avviarono verso l'uscita mano nella mano, quando una voce chiamò la ragazza.
- Ehi Nik - gridò una voce femminile.
La ragazza si girò a guardare chi fosse, e si ritrovò davanti la massa incolti di capelli viola e blu della sua compagna di corso, Margot.
Le sorrise.
- E' successo qualcosa? - chiese non capendo l'urgenza con cui l'aveva chiamata.
Margot rise mostrando il piercing alla lingua .
- Si che è successo qualcosa - disse sorridendo - dovevo chiederti se questa sera avevi voglia di venire con me e Kim a fare un giro, tipo mangiare un pizza e chiacchierare - le chiese.
Kim era la ragazza timida che guardava da lontano la scena spostandosi ogni tanto il riccio rosso ribelle che le cadeva sugli occhi, era la compagna di banco di Nikki, aveva mandato Margot perché lei era troppo timida per chiederle di uscire tra ragazze, sia la bionda che la ragazza dai mille colori lo sapevano bene.
- Certo che mi va - sorrise contenta.
Margot annuì contenta, si voltò verso la ragazza che era rimasta ontano a guardare e fece i pollici in su.
- Ci vediamo sta sera davanti al dormitorio del college alle otto e poi andiamo insieme - alzò la la mano e l'aprì il più possibile - dammi il cinque biondina - gridò.
Nik le batté la mano sorridendo, e poi guardò la ragazza allontanarsi.
A quel puntò Ashton scoppiò a ridere, non aveva mai assistito a un invito simile tra ragazze, e la sua di ragazza era così impacciata e adorabile allo stesso tempo.
- Qualcuno ha delle amiche mi sa - disse ridendo e mettendo un braccio attorno alle spalle della ragazza - andiamo a casa biondina- continuò ridendo.
Alla ragazza si illuminarono gli occhi, non aveva mai visto le due ragazze da punto di vista di amiche.
Sorrise contenta.
Ora aveva anche delle amiche, non solo dei pazzi con cui conviveva.
 
Nella casa dei pazzi, da un paio di giorni si riusciva a sentire un odore diverso, non era spiacevole, non a tutti almeno.
Luke però quell'odore non lo sopportava, perché sapeva da dove proveniva: era l'odore dei cambiamenti, e a lui i cambiamenti non piacevano, sopratutto in quel momento in cui tutto sembrava andare bene.
E quell'odore era forte, tra poco sapeva che ci sarebbe stato uno di quei cambiamenti che invece di essere silenziosi come il cambio del tempo, avrebbe fatto casino scombinando tutto e tutti.
Nikki entrò sorridendo dalla porta, e la prima cosa che fece, come ogni volta, fu quella di correre ad abbracciare il suo Luke, il suo matto Luke, che le voleva bene. Troppo.
Il ragazzo sorride dimenticandosi di quell'odore poco rassicurante e abbracciò la sua bambolina.
Cal sentendo la porta aprirsi, si diresse in salotto, e vide la ragazza abbracciare l'amico contenta, e lui era felice, era felice che lei fosse sorridente, con i capelli spettinati mentre Luke la stringeva; alzò lo sguardo e lo puntò su Ashton, da poco avevano ripreso a parlare, non gli era andata giù la notizia del fatto che ora lui e la sua piccola biondina stessero insieme.
Davvero non gli era andata giù, e Ashton lo sapeva.
Sapeva che mettersi con Nikki non avrebbe reso felici i suoi amici, ma rendeva felice lui, e rendeva felice Nikki, e non c'era nulla che lui non avrebbe fatto per la felicità della sua bambolina.
Luke appena aveva ricevuto la notizia era schizzato in cucina, e ne era uscito con una padella continuando a gridare "Le gioie di un padre. Ashton! Io ti uccido! La mia bambina non la tocchi maniaco del cazzo. LEI E' LA MIA BAMBINA", fortunatamente Nikki e Michael riuscirono a calmarlo, cioè in realtà fu Luke a calmarsi da solo, gli bastò uno sguardo triste della ragazza per calmarsi e capire che stava sbagliando.
Calum invece guardò Ash con odio,  e prima di prenderlo a pugni davanti alla ragazza, uscì di casa sbattendo la porta.
Nikki guardò la porta che si chiudeva alle spalle del ragazzo, e poi guardò Ashton, lasciò andare la sua mano.
- Forse stiamo facendo un errore - gli sussurrò tornando a fissare la porta.
Quello fu un colpo al cuore per Ash, sapeva che Nikki metteva prima di tutto la felicità dei suoi amici, e solo poi la sua.
- Non è un errore. Nulla di questo è un errore - disse baciandole la fronte prima di uscire dalla porta all'inseguimento di Calum.
La porta si chiuse, e Luke in quel momento si accorse di aver sentito per tutto il tempo l'odore del cambiamento, ma non ci aveva fatto caso, e non avrebbe commesso lo stesso errore una seconda volta.
Calum dopo essere uscito dalla porta si era diretto al parco, sapeva che Ashton l'avrebbe raggiunto di lì a poco, e lo sperava davvero, si guardò le mani che si chiudevano a pugno dalla rabbia che provava in quel momento.
Si guardò le mani chiuse a pugno, anche prima di colpire Ashton in pieno viso.
Una volta. 
Due volte.
Tre volte.
Ashton era restato immobile, non reagiva, perché sapeva di meritare la rabbia del suo amico, sapeva che era lui a meritarla, e non doveva ripercuotersi su Nikki quella stupida emozione, che avrebbe potuto rovinare tutto.
- Calum ascoltami un attim..- un quarto colpo, e Ash si ritrovò a sputare un po' di sangue - Nikki è felice, ma... - un quinto colpo allo sterno, i biondo dovette aspettare un attimo per riprendere a parlare - .. e tu non puoi toglierle questa opportunità. Puoi picchiarmi quanto vuoi, puoi essere arrabbiato con me per i prossimi venti, trent'anni. Ma Cal, non puoi essere arrabbiato con lei. Se le togli il sorriso giuro che la prossima volt...- Cal prese Ashton per le spalle e lo sbatté a un albero.
Era disperato ora.
- Non ho intenzione di fare nulla a Nikki. Sono uscito appunto per non prenderti a pugno davanti a lei. Ma Dio, Ashton, lei mi piace, e tu te la sei portata via - tolse le mani dalle spalle di Ashton e si allontanò di un paio di passi - proverò a farmela passare, ma Ash, se anche solo una volta la vedo piangere a causa tua. Sei morto -.
Il ragazzo non poté fare a meno di sorridere a quelle parole, e sussurrò un grazie mentre si sedeva sotto l'albero.
La ragazza smise di abbracciare Luke e poi corse a dare un bacino a Cal che la guardava sorridendo.
Mike non era in casa in quel momento.
- Ho delle amiche ragazzi - disse sorridendo e buttandosi sul divano - per la prima volta ho delle amiche - continuò entusiasta. 
Cal rise alla spontaneità di quel momento mentre vedeva la ragazza sognante.
- Mi hanno invitato a uscire e io non vedo l'ora che sia questa sera e...-
- ASPETTA, ASPETTA, ASPETTA. Cos'è che hai tu bambolina? - chiese Luke.
- Delle amiche - rispose.
Il biondo iniziò a preoccuparsi.
Se lei aveva delle amiche significava che forse non li voleva più, che forse avrebbe preso le distanze, e lui non voleva assolutamente.
- Significa che noi non ti bastiamo più? - le chiese sedendosi affianco a lei.
Ash sospirò e fece roteare lo sguardo, si chiedeva perché ogni volta Luke dovesse essere così melodrammatico.
- Dai Luke non prendertela troppo, lei è una ragazza, ha bisogno di amiche femmine. Non può mica lamentarsi con te dello smalto o dei capelli - disse Cal .
Luke gli lanciò uno sguardo di fuoco.
- Che cosa vorresti dire Cal? Che io non mi intendo di make up, o di capelli eh? - il tono iniziava a farsi minaccioso - sappi che probabilmente qui l'unico che in futuro avrà una linea di moda sarò io, perché sono il più fashion, per non dire stiloso - prese una mano di Nikki e la osservò - ti starebbe bene il colore verde bottiglia. E i capelli sono perfetti così-.
Scoppiarono tutti a ridere.
Luke capiva l'esigenza di Nikki, così la prese tra e braccia, forse doveva imparare ad accettare il fatto che stava cambiando.
Le diede un bacio sulla fronte.
- Prima di uscire fammi vedere come ti vesti almeno - 
Nikki rise contenta che Luke le avesse dato il permesso, perché ci teneva a quello che diceva il biondino, e non le importava se la maggior parte delle volte erano cose senza senso.
 
Una settimana dopo, Michael tornando dal suo giro di jogging, vide Maggie e Nik parlare sottovoce, come se si stesero raccontando un segreto, all'inizio non ci fece caso, sapeva che Maggie si confidava spesso con la loro piccola, iniziò a capire che qualcosa non andava quando le vide parlare a bassa voce anche il giorno dopo, quello dopo, e quello dopo ancora.
Stava iniziando a insospettirsi, e come se non bastasse, a peggiorare la situazione c'era Luke che sembrava troppo tranquillo, ma che sapeva si stava tormentando dentro.
E se Luke restava in silenzio, voleva dire che qualcosa stava per succedere.
Il biondo continuava a sentire sempre più forte quell'odore, che sembrava aumentare di giorno in giorno, e lui non ne poteva più. L'odore del cambiamento non gli piaceva, gli dava la nausea e gli faceva girare la testa, lo faceva stare male. Tremendamente male.
Ashton stava per uscire e andare a prendere Nikki al lavoro, fece appena in tempo ad aprire la porta che se la ritrovò davanti con un sorriso che andava da una parte all'altra del viso.
Era emozionata per quello che stava per dire, era tanto se non stava saltellando.
Mike appena la vide, era intenzionato a chiederle che cosa stava succedendo con Maggie, Ashton invece restò stupito nel trovarsi di fronte la sua bambolina, che entrò a passo svelto e sorridendo.
- Ragazzi, devo dirvi una cosa - disse continuando a sorridere.
Per Luke quelle parole furono un pugno nello stomaco. Lo sentiva, stava arrivando il cambiamento, ed era uno di quelli drastici.
Si dovette sedere a causa della nausea. 
Nikki notò che Calum non era con loro.
- Dov'è Cal? - chiese.
- Vado a chiamarlo, sarà sul balcone - disse Ashton confuso e dirigendosi a chiamare l'amico.
Sapeva che la biondina era una continua sorpresa, e in quel momento l'istinto gli diceva che la sorpresa che stava per dire a tutti loro non gli sarebbe piaciuta per nulla.
Mike guardò la ragazza .
- Ehi Nik volevo chiederti se...-
Cal e Ashton arrivarono.
Nikki sorrise ancora, e ancora.
- Ragazzi mi trasferisco - disse sorridendo.
Restarono tutti in silenzio .
Mike era a bocca aperta, letteralmente, Ash sperava di aver capito male, Cal si guardò attorno confuso e Luke per poco non svenne a quella notizia.
Nikki non si aspettava una reazione simile da parte loro, sperava che fossero contenti per lei, e il sorriso lentamente iniziò a spegnersi, Mike se ne accorse e cercò di salvare la situazione, infatti si alzò dalla poltrona e andò ad abbracciarla.
Luke si riprese, e guardò Ashton.
- ASHTOOON! IO TI AMMAZZO! CHE DIAMINE HAI FATTO ALLA MIA PICCOLA? -si alzò e si diresse verso di lui intenzionato a strozzarlo, perché doveva essere per forza colpa sua se la sua piccola se ne andava.
Calum per quanto volesse che Luke strozzasse Ashton in quel momento , e non solo in quel preciso momento, lo prese per un braccio prima che potesse tirargli un pugno in faccia.
Ashton era troppo stupito e sorpreso per dire o fare qualcosa in quel momento.
 - Grazie - sussurrò Nik a Michael lasciando l'abbraccio.
Luke si liberò da Calum e saltò addosso ad Ashton facendolo cadere a terra, gli mise le mani sulle spalle per tenerlo a terra, e un ginocchio lo tenne premuto tra le sue costole.
- Che cos'hai fatto alla mia piccola?!! Io ti ammazzo! - gli urlò contro.
Ashton era ancora troppo sorpreso per poter dire qualcosa, si limitò a guardare Luke dritto negli occhi, e a rimanere fermo a terra.
Forse era davvero colpa sua se Nikki se ne andava.
Cal e Mike cercarono di portare via Luke, che era intenzionato al cento per cento a far ingoiare ad Ashton qualsiasi utensile da cucina appuntito che ci fosse in casa.
- Addio ragazzi - si sentì all'improvviso sussurrare tra quel baccano, e poi la porta si chiuse all'improvviso.
Nikki era sparita.
Non era più lì con loro.
Ashton spostò Luke e si alzò di scatto e corse alla porta, non poteva farsi scappare quella ragazza, non dopo tutto quello che era successo, non dopo ora che poteva baciarla quando voleva, non dopo che lei aveva iniziato a sorridere sempre, perché senza quel sorriso lui era perso.
Senza quegli occhi che lo guardavano e lo facevano sentire la persona più felice del mondo era perso.
Senza il profumo della sua pelle, che poteva sentire ogni mattina quando si svegliava con una sua mano sul viso, come se si fosse addormentata mentre lo stava accarezzando, o mentre giocava con quei capelli scompigliati che le piacevano tanto. Era perso senza tutte quelle cose.
Era perso senza di lei.
Aprì la porta e guardò il corridoio, sperando di vederla scendere le scale correndo, e di riuscire a raggiungerla chiedendole una spiegazione, ma per quel corridoio non c'era nessuno, solo silenzio.
Sembrava scomparsa, volatilizzata, come se appena avesse chiuso la porta avesse preso il volo. Un po' come un angelo, e per un attimo Ash pensò che Nikki non fosse mai stata una persona reale, ma un angelo.
Il suo angelo.
Stava per iniziare a correre, andare in strada a cercarla, quando la porta di fronte alla sua si aprì di colpo.
Un paio di occhi neri puntarono nei suoi.
- Non si dà più il benvenuto ai nuovi vicini? - chiese ridendo vedendo la faccia sconvolta di Ashton, che vedendola comparire di colpo si rilassò e sorrise.
Le prese una mano e la tirò a sé per chiuderla tra le braccia velocemente, per paura che fosse un'allucinazione, ma quando sentì le sue labbra sfiorargli il collo si rilassò e rise.
Perché quello era reale.
Il bacio che Nikki gli regalò sulle labbra era reale.
Tutto era reale. Loro. Lui. Lei. E anche Luke che spuntò dal nulla, spostò Ash dalla sua piccola e l'abbracciò stretta.
- Ti porto dei biscotti, ti va nuova vicina? - le chiese.
Ashton rise, pensando che forse il suo istinto aveva torto, perché quel cambiamento non era così male come pensava.
 
 
Guardava la ragazza dipingere, mentre gli ultimi raggi di sole le illuminavano il viso concentrato in quello che stava facendo.
La precisione con cui si portava il pennello tra le labbra per morderlo un attimo prima di tornare delicatamente a tracciare il tramonto sulla tela, era una cosa che avrebbe voluto guardare per ore e ore, e a volte lo faceva, mentre suonava o canticchiava qualcosa.
A volte si chiedeva come fosse possibile che quella ragazza fosse così bella anche con il viso sporco di vernice, e le mani imbrattate di mille sfumature diverse, si chiedeva come potesse essere più bella ogni giorno che passava.
Per non parlare di quando sorrideva, quel sorriso sincero e un po' sghembo che gli riservava, la rendeva bellissima, perché gli ricordava che non era più la ragazza impaurita rannicchiata nell'angolo del salotto, non era la ragazza che aveva portato via da quella strada buia nel bel mezzo della notte.
Non era la ragazza logorata dal passato che la notte non riusciva a sognare e che di giorno non riusciva a vivere. Non lo era più.
Non era più la bambola rotta con lo sguardo vuoto e il sorriso finto disegnato sul viso.
Forse meritava un altro soprannome.
Si alzò dalla sedia e posò le bacchette della batteria che si trovava nella loro stanza.
Le si avvicinò, le prese il pennello che aveva tra le labbra, facendole perdere la concentrazione e portando il suo sguardo nero nel suo.
Come potevano un paio di occhi di un colore così nero, essere così tanto luminosi?
A volte se lo chiedeva.
La ragazza sorrise.
- Ehi principessa - disse spostandole una ciocca di capelli dal viso, e portandola dietro l'orecchio.
Il sorriso divenne sghembo, il sorriso che gli piaceva da impazzire.
La ragazza sporcò il naso del ragazzo di tempera verde.
- Non mi chiami più bambolina? - chiese sorridendo.
Lui rise.
- Non sei più una bambola. Ora sei una principessa - sorrise avvicinando il viso al suo - la mia principessa - concluse sussurrando Ashton sulle labbra di Nikki.



TA-DAAAAAN ciambelline
*Lacrimuccia di felicità e tristezza insieme*. 
La storia, o meglio un altro dei miei esperimenti, si è FINALMENTE conclusa *gente a caso che grida "ERA ORAAA!"*
Allora non mi dilungherò in cose inutili, come raccontarvi della mia vita, e delle mie favolose sfighe -credo che il karma ci trovi gusto a farmi trovare gente sociopatica in giro- , perché altrimenti non finisco più *la solita gente a caso che ringrazia per il fatto che l'autrice per una buona volta stia zitta*.
Anyway piccoli biscottini che sono restati fino alla fine, sopportandomi in tutto e per tutto - presto vi faranno santi, quindi aspettatevi una chiamata dal papato nell prossime settimane -, la storia come ho già detto è finita, e un po' mi spiace perché ho visto che sono stata ben accolta in questo fandom con le mie follie, e per questo vi ringrazio di cuore. Davvero grazie mille.
Spero che la conclusione vi sia piaciuta **
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito, recensito tirandomi su l'autostima che a volte - troppe volte - barcollava, grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e le ricordate e grazie a chi mi ha messo tra gli autori preferiti - voi avreste bisogno di uno psicologo, dico davvero, insomma io sono pazza, farò impazzire anche voi e.e -.
Per quelle che di voi sono disperate perchè ho finito la storia - come se ce ne fossero -, non vi preoccupate che ne ho in porto un'altra, un po' particolare che mi è venuta in mente probabilmente fumando l'erba dei vicini o bevendo troppa coca cola - insomma, le bollicine mi danno alla testa -, che probabilmente non posterò su questo fandom perché mi servivano 5 personaggi e non sti 4 poveri cristiani - LOL -.
*Gente a caso che guarda attorno se c'è effettivamente qualcuno di disperato, l'unica cosa che vede è qualcuno che fa festa perché la storia è finita e sta festeggiando con lo champagne*.
Sarò noiosa a forza di ringraziare, ma ripeto grazie mille a tutte e tutti** 
Un bacio**
Lily
THE END

 

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