Dream On ( Can you feel a little love )

di neesama
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** your bony fingers close around me ***
Capitolo 2: *** Magari nei sogni, sì. ***
Capitolo 3: *** This is... ? ***



Capitolo 1
*** your bony fingers close around me ***


Sono sempre loro sette.

Si conoscono come le loro tasche, o quasi.

 

 

Quasi perché Myungsoo, da qualche settimana, si comporta in modo strano e loro non riescono a capirlo.

Non si è mai definito gay, etero o bisessuale perché non gliene è mai nemmeno fregato un cazzo di avere qualcuna o qualcuno.

 

Non gli è mai fregato di avere un rapporto.

 

Voleva lavorare, voleva vivere, voleva cantare e si è impegnato, punto.

Però è strano, e tutti si chiedono che cosa gli stia passando per la mente, adesso che sta fissando la televisione. Oh beh, sarebbe anche normale se fosse una televisione accesa, magari in uno di quei programmi che, di solito, guardano assieme.

Oppure magari anche le partite.

 

No.

E' una televisione spenta.

 

Sung Kyu si avvicina, agrottando le sopracciglia e gli poggia una mano sulla spalla.

Niente, non c'è proprio niente da fare.

Il piccolo, nonostante lui l'abbia scosso per un attimo, non lo considera.

 

Sta pensando.

Sta pensando a qualcuno.

 

Schiude appena le labbra, soltanto per emettere un piccolo respiro ed intanto il mondo lì attorno è diventato nulla.

Nulla a confronto di quello che c'è nella sua mente, nulla di quello che vede nella sua mente.

 

Nulla.

E nella sua mente c'è tutto.


 


 

 

Sono un paio di mani quelle che vede, mani che gli sfiorano il viso. Non sono mani grandi o piccole, sono un paio di mani qualsiasi se non fossero... le sue.

E poi ci sono i suoi occhi, dei quali non riesce fare a meno.

Ci si perde in quelle iridi scure, quasi fosse il mare di sera.

A lui piace.

Gli piace anche quella voce che gli sussurra qualcosa ma non sa cosa.

E' calda, tremendamente sensuale eppure ha una nota infinitamente dolce, mentre gli dice questo.

 

E poi, e poi...

 

Poi le sue mani, più grandi e più forti, gli afferrano la vita, scivolano sulla schiena ed espira.

Espira ed inspira sulla sua bocca perfetta, per poter prendere anche quella che è la sua aria.

E poi finalmente bacia le sue labbra, le accarezza con le proprie e...
 

 


 

« Myungsoo! » Urla il suo nome, il maggiore, e lui sembra risvegliarsi dal suo mondo.

Scuote la testa, lo guarda decisamente un po' troppo storto e Sung Kyu si ritira appena. Possibile che nessuno riesca a capire cosa gli prenda a quel ragazzo?

Evidentemente no.

 

« Lasciami stare --! »

« Sono giorni che sei sulla luna, che cosa ti prende, ah-?!”

« Cazzi miei. »

 

Uno strattone, si sposta e si alza, preferendo di gran lunga mandarlo a cagare mentalmente. Tanto non potrebbe capire come si sente e cosa sente.

Anche gli altri lo guardano, ci mancherebbe, sono tutti preoccupati, soprattutto il più piccolo. Lui è fatto così, ma nessuno si azzarda a seguirlo quando esce sbattendo la porta.

Non porta nulla con sé, tranne il fottuto cellulare.

 

Mentre tutti rimangono lì, in quella stanza in cui manca un componente, uno di loro, lui vaga per Seul.

E' sera.

Di sera i pensieri si fanno più intensi, più forti.

E' sera e lui inizia a pensare di nuovo.
 

Pensa a quel qualcuno.


 

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Capitolo 2
*** Magari nei sogni, sì. ***


A quel ragazzo piace fare la spesa verso sera, o meglio appena riesce ad uscire dalla sala prove, quando ha finito di ballare. E questo accade verso le sei e mezza.

E' un bell'orario, almeno secondo lui, dato che poi può andarsene a casa e preparare tutto insieme ai suoi amici o perlomeno quando li invita a casa sua.

 

Stasera è una di quelle sere da passare in compagnia, decisamente.

 

Ultimamente, però, non si sente molto bene, vive in uno stato di inquietudine che non si sa spiegare. Non riesce a capire da dove parta tutto questo, ma sa che c'è un qualcosa di misterioso dietro e che lo prende dentro, all'altezza dello stomaco.

 

Anche adesso, mentre sta prendendo della carne e delle verdure da fare grigliate, si sente strano.

 

Si sente così strano che, tutto d'un tratto, questa sensazione diventa sin troppo opprimente, tanto da fargli girare la testa e a costringerlo ad alzare lo sguardo: deve uscire, deve, e questo è l'unico pensiero che vaga nel suo cervello mentre i muscoli del torace si contraggono ed il respiro diventa via via più affannoso.

 

Cazzo!

 

Cerca disperatamente l'uscita con lo sguardo, provando in qualche modo ad immagazzinare dell'aria in maniera più o meno "normale" ( se la normalità esiste, in certi momenti ) e vaffanculo, chiederà ad uno dei suoi amici di comprare qualcosa lungo la strada, oppure potranno prendere una pizza.

 

Ecco, la pizza!

 

Intanto già s'incammina, mentre le gambe si fanno via via sempre più molli, lungo la corsia dei detersivi ( che avrebbe volentieri evitato, dato che odia quegli odori troppo forti ) pensando a quale parola dire alla cassiera per scusarsi di non comprare quella roba che teneva tra le mani.

Magari poteva semplicemente sganciarla da qualche parte, no? No. Lui è troppo educato e gentile per fare come quei cialtroni che prendono certi cibi e li gettano dove gli capita, perciò arriva alla cassa e li poggia lì.

 

Dannazione!

 

Respira ancora affannosamente, o meglio cerca di concentrarsi per respirare nella maniera più normale possibile e si stampa un sorriso, oltremodo finto, in faccia, scusandosi più volte con la cassiera.
 

Non dice nulla lei, lo guarda e basta perché lo vede pallido. Pallido e la fronte imperlata di sudore.

 

Ha pure la gola secca, il ragazzo, ma almeno è riuscito ad arrivare all'uscita del supermarket.

Aria.

A r i a.

E finalmente le porte si aprono e gli arriva una folata di vento dritta in faccia. E chiude gli occhi, mentre respira a pieni polmoni.

Respira una, due, tre volte, ed i muscoli del petto si decontraggono, come se avesse respirato per la prima volta nella sua vita proprio adesso. E poi...

 

***

 

... gli arriva un colpo diretto sul petto e fa un passo indietro. Tanto la botta sul naso mica l'ha presa lui, ma quel ragazzetto distratto che camminava ad occhi chiusi.

 

A Myungsoo stanno già per uscire delle parole ben poco carine contro quel piccolo distratto: come cazzo si fa a camminare ad occhi chiusi? Bisogna essere davvero scemi no? Ed eccole, eccole lì delle parole taglienti, pronte per essere riversate su di lui... anche se, d'un tratto, si blocca.

“Cazzo..” e si umetta le labbra secche, sgranando gli occhi, accorgendosi poi di chi è realmente quello lì. Lo stupore è talmente grande e le sue mani sono veloci nell'afferrare i suoi fianchi stretti, come veloci sono quegli occhi profondi ad aprirsi.
Le mani del ragazzetto, però, sono sul proprio naso e nascondono anche la bocca aperta in un'espressione stupita.

 

Sono vicini quei due. Sono abbracciati.

Si stanno guardando.

 

“ Io.. uhm.. io.. mi dispiace...” afferma sconsolato, quello che sembra essere il più piccolo tra i due, che adesso s'è tolto le mani dal viso.

 

E' lui.

 

“ Ti ho fatto male?” glielo sta chiedendo, ma Myungsoo non riesce a proferire parola, perché la persona che da giorni gli appare nei sogni, gli si è materializzata davanti.
No, non solo davanti, gli è praticamente caduta addosso, sbattendo il naso contro il proprio torace. E si è pure fatto male, a dirla tutta.
Ma qualcosa glielo deve dire, non può rimanere lì impalato come un cretino a fare la bella statuina. Così, dopo essersi umettato nuovamente le labbra, ci prova a dire qualcosa che però non è più così tagliente come sarebbero state le parole di poco prima, se non fosse stato lui ad andargli addosso.

 

“Credo che ti sia fatto male tu.” e se prima, con i suoi compagni, Myungsoo era stato di una durezza quasi inconcepibile, ora, nelle sue parole, traspare una dolcezza disarmante.

Sì, perché i suoi occhi stanno vagando in quel viso che trova perfetto, in quegli occhi scuri, in quelle labbra che ha sognato di baciare.

E la cosa più sconvolgente di tutte qual'è? Che era un sogno ed ora è la realtà.

 

“No.. beh, forse un po'.” ed il ragazzino sorride, ma mentre lo fa si rende conto che quella sensazione di giorni prima è svanita quasi in un lampo. E lo guarda. Quelle borsette sotto gli occhi, quella fossetta troppo tenera, quel viso a tratti duro, a tratti dolce, gli ricorda qualcosa di profondamente bello.

 

“ Ma... non ci siamo già visti?”

 

Magari nei sogni, sì.

 

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Capitolo 3
*** This is... ? ***


 

 

“ Hyung, gredi sia … sbagliato se ti piace una persona... del tuo stesso sesso?”

 

Quelle parole gli arrivano dirette al cervello, come un campanello d'allarme. Sa che non è verso di sé poiché Sungjong guarda con occhi adoranti una persona sola e non da poco tempo, ma sa anche che questo cambierà molte cose.

Cazzo.

 

Hoya non è solito a dire troppo o troppo poco, Hoya dice sempre le cose giuste al momento giusto. E proprio mentre pensa questo, non può fare a meno di pensare a cosa sia effettivamente il “ giusto” . E guarda Dongwoo.

 

Gli occhi preoccupati del piccolo, che nel frattempo gli si è avvicinato, lo distolgono dai propri pensieri e cerca, in qualche modo, di apparire più sereno possibile mentre distende le labbra in un dolce, quanto falso, sorriso.

 

“ Non so se può definirsi sbagliato o giusto. Credo però sia più importante capire se ciò che senti è sincero e profondo.” un profondo sospiro, prima di parlare, e gli accarezza la testolina castana, mentre quegli occhioni vagano sul proprio viso. E no, quella risposta non basta al piccolo e Hoya lo sa bene, dato che è più un parlare a sé stesso, per convincersi di “sbagliare” o “fare la scelta giusta”.

 

Fa un sospiro, un altro; effettivamente è il caso di gettare nel cesso i propri problemi e pensare al piccoletto. Sta per piangere, se lo sente. E' sotto tensione per qualcosa che non sa spiegarsi e lui, in qualche modo, lo deve aiutare.

Con le mani gli afferra i polsi e lo costringe ad avvicinarsi, per farlo sedere accanto a sé, in modo tale che nessuno degli altri possa sentire quello che loro due hanno da dirsi.

Non che a loro importi, insomma, dato che Dongwoo ha già acceso la tv che, poco prima, Myungsoo fissava – spenta - e con Woohyun sta pensando di giocare alla Play.

Solito loro.

 

Sungkyu invece non sembra più preoccupato dell'amico che è uscito, anzi, sta bellamente parlando degli affaracci suoi con Sungyeol, della sua ragazza, di dove la poterà l'indomani e, ovviamente l'altro gli da retta, raccontandogli della sera prima, della ragazza con cui è uscito.

 

Meglio così, sono tutti impegnati.

 

Un ultimo sguardo a tutti ed Hoya ritorna a concentrarsi sul più piccolo. Emette un sospiro, a metà tra il preoccupato ed il dispiaciuto e finalmente può provare ad aiutarlo.

 

“ Amare non è mai sbagliato, sia che sia una persona del tuo stesso sesso o meno. L'importante è che questa situazione non faccia del male a te, mhn?” cerca di essere più convincente possibile ed intanto si chiede da dove gli siano uscite quelle parole.

Anche lui, in fondo, si stava facendo del male con “qualcuno” e questa persona, invece era tranquilla. Non sapeva neanche quanto gli stesse provocando uno scombussolamento a livello mentale eppure sembrava rilassato.

Un altro sospiro, un'altra carezza sulla testolina castana del piccolo e rimane in ascolto.

“ Io non ho parlato di amore.” e Sungjong avvampa nell'affermare quelle parole, confermando al maggiore che il sentimento è proprio quello. Tentare di nasconderlo, proprio ora, sarebbe inutile.

Gli occhi di Hoya assumono una leggerissima curvatura triste, una nota grave e dolorosa, ma che tenta di camuffare ancora con quel sorriso finto di poco prima, mentre il piccolo abbassa il viso per non fargli vedere nient'altro di quel volto che sta dicendo tutto il contrario della sua affermazione di pochi attimi prima.

 

“ Non c'è nulla di cui vergognarsi nel parlare d'amore.” avvicina il viso e preme le labbra sulla sua fronte, in un gesto puramente protettivo.

E Dio solo sa come sarebbe andata a finire. Lui lo sa, o meglio, sa come vanno queste cose. È per questo che anche lui ha paura: prima di tutto per il piccolo perché vederlo soffrire sarebbe straziante, e poi per sé stesso; non è semplice affrontare qualcosa del genere, che sconvolge tutto ciò che è lui stesso. E poi ha lei, che lo aspetta per tre quarti della giornata, magari anche solo un messaggio. E poi...

 

***

 

“ Mi da al cazzo.”

 

“Ah--?”

 

“Questa merda.”

 

“Che merda--?”

 

Quanto sei coglione.”

 

La faccia più idiota e sofferente che potesse fare Woohyun, la sta facendo ora. Non ha capito con chi, Dongwoo, ce l'abbia, ma non è sicuramente quel Joystick che gli sta passando con malagrazia in mano. D'improvviso ha assunto un'espressione da stronzo e Woohyun inarca le sopracciglia, cercando di capire.

E' un po' tonto, ma anche se volesse non ci arriverebbe comunque. Dongwoo non ha detto mai nulla a nessuno dì sé, né tanto meno di quella punta di gelosia che gli si è piantata tra il cuore e lo stomaco. Tipico suo, del resto, non dire nulla o far intendere nulla.

Quella scena, però l'ha vista e si sta mangiando il fegato. Chissà perché. Intanto Woohyun parla, da solo ovviamente, e riesce a far partire il giochino con il quale, anche se a fatica, Dongwoo riesce a distrarsi.

 

“E che cazzo, era ora.”

 

Woohyun lo guarda, scrolla le spalle e fa una faccia da cretino, iniziando a giocare.

 

***

 

Si è incantato a guardarlo in viso, mentre sul proprio volto appare un dolce sorriso. Si espande sempre un po' di più, fino a mostrare quelle fossette meravigliose.

Per lui è stupendo, molto più che nel sogno. E' un po' più basso di lui, sicuramente il viso più dolce che abbia mai visto in tutta la sua vita e ha anche un nasetto piccino. L'ha visto perché ha spostato la mano, perciò può ammirarlo come gli pare e piace.

 

“Può essere, sì.”

“Però... non sembra una cosa recente, cioè... non poco tempo fa. Comunque scusami per esserti venuto addosso.”

“Camminavi ad occhi chiusi. Ti fa ancora male il naso?”

“No! No, no... mhn mi dispiace, a volte sono distratto...”

“Non preoccuparti, piuttosto sei uscito da lì?”

 

Ed il piccoletto si gira verso la porta del super market, annuendo visibilmente imbarazzato. È certo che gli toccherà spiegare per quale assurdo motivo sia uscito senza prendere nulla, ma a Myunsoo sembra non importare un bel niente.

È intenerito da quella espressione imbarazzata, sconsolata, perciò capisce che chiedere qualcosa ora, equivale a metterlo ancora più in imbarazzo.

Si limita ad accarezzargli il braccio, gesto che lui non fa quasi mai, a meno che non conosca piuttosto bene la persona, ed a sorridergli ancora una volta.

 

“Piacere, Kim Myungsoo.” esclama infine, porgendogli la mano destra. Il ragazzino sorride e tutto il resto, come il dolore al naso, la figuraccia e la brutta sensazione dei giorni scorsi, è scomparsa. Da lì ad afferrare la sua mano, rimanere a guardarlo e a sorridere, sentendo una strana sensazione impadronirsi di sé e sconvolgerlo, il passo è breve.

Poi arriva il braccio di Myungsoo che, come se si conoscessero da sempre, come se tutto fosse già successo prima di ora, gli avvolge le spalle più esili.

Nient'altro importa ora. Le mani si sciolgono, ma loro sono ancora vicini, probabilmente molto più di prima, ed il ragazzo più alto si lascia travolgere da quella dolcezza del sussurro del nome del più piccolo.

Ora sa come si chiama.

Ora può dare un nome al suo sogno.

Ora può andare insieme con lui, a fare un giro, a conoscere un po' di più quello che per lui è la cosa più preziosa che esiste.

La vita gliel'ha già sconvolta.

 

***

 

“Vorrei sapere che cazzo fa, ah-”
“Chi?!”
“Niente, niente.”

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