Creatures Lie Here di Purelove (/viewuser.php?uid=33674)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** In need... ***
Capitolo 3: *** Obsession ***
Capitolo 4: *** Hunt ***
Capitolo 5: *** Inconvenient Truth ***
Capitolo 6: *** The Servant of Nature ***
Capitolo 7: *** Escape ***
Capitolo 8: *** I'm a Gilbert ***
Capitolo 9: *** Revelation ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
BTE
PROLOGO
«Ti
prometto, non ti accadrà nulla.»
giura il ragazzo accucciato davanti a me porgendomi la sua mano.
Tenta di catturare il mio sguardo ma i miei occhi sono attratti da
due del color del ghiaccio che mi scrutano dalla porta della
cantina.
«Ti proteggeremo noi» continua il ragazzo dagli
occhi
verdi.
«Ammaliala Stefan, non abbiamo tempo
da perdere con queste schiocchezze.» sibila l'altro avanzando
di
qualche passo, «Se non te la senti lo posso fare io»
Si ferma al
confine con il piccolo campo di verbena coltivata da mia madre e dove
solo qualche ora prima mi aveva nascosta per proteggermi.
«Damon, è una bambina e dubito che
avrebbe effetto» dice tenendolo dietro.
«Chi siete?» chiedo finalmente
ritrovando la voce.
«Amici. I tuoi genitori...ci hanno
chiesto di prenderci cura di te. Ora esci da lì»
«Qui sono al sicuro.» gli spiego
ripetendogli le istruzioni di mamma.
Il ragazzo dai capelli neri
supera il confine camminando tra le piante fino a raggiungermi quasi
al centro prima di chinarsi afferrandomi la mano per condurmi
fuori.
«Soffri?» domando guardandolo l'altra sua mano
sfiorare
le piantine alte. I miei genitori mi hanno sempre ripetuto di temere
le persone che sono allergiche o non sopportano la verbena, la pianta
preferita di mamma. È una cosa che fin da quando ho iniziato
a
parlare mi è stata ripetuta fino alla sfinimento e questa
è una di
quelle volte in cui quell'insegnamento doveva essere il mio mantra
per quella notte.
«No.»
Solo qualche anno dopo avrei
scoperto che mi aveva mentito, aveva sfidato il dolore della
verbena senza battere ciglio pur di mettermi al
sicuro.
Ciao a tutti!
Questa
è la mia prima storia in questa sezione ma ho voglia di
mettermi alla prova con questo fandom che tra l'altro adoro. Forse sto
iniziando a sentire la mancanza della serie tv.
Ecco, vi avviso,
ho letto solo i primi tre libri quindi qualsiasi nozione che ho appreso
e che forse ci sarà in questa storia, è presa
solamente della serie tv. Mi sembra giusto specificarlo anche se questa
è la sezione "serie tv", potrebbe dar fastidio a qualcuno,
non ne ho idea.
Ok, mi sembra di
aver ciarlato fin troppo ora XD
Un bacione enorme
e al prossimo capitolo (spero!)
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Capitolo 2 *** In need... ***
BTE
CAPITOLO 1
Non è facile vivere nell'ombra di
nessuno, soprattutto non in quella della grande assassina Katherine.
Sempre un passo avanti a tutti, sempre una via di fuga migliore e
pronta anche quando le cose sembrano mettersi male per lei.
Le danno la caccia da anni a quanto ne
so e gliela stavano dando anche quando mi hanno trovato nascosta
nella cantina dei miei genitori all'età di otto anni. Ha
ucciso
tutta la mia famiglia prima che riuscissero a metterla in fuga e
salvarmi. Da quel momento si sono presi cura di me crescendomi come
se fossi una di loro anche se con sostanziali differenze, loro sono
più forti, più veloci, non invecchiano
nè si ammalano. Loro sono
vampiri e io sono l'unica umana in mezzo a questi esseri
soprannaturali che sono diventati ormai la mia quotidianità.
Non si sono limitati a crescermi però,
Klaus, il loro capo, ha deciso che sarei potuta diventare un'arma
fondamentale così hanno fatto di tutto per rendermi quanto
più
possibile forte e indipendente perché non avrei potuto far
sempre
affidamento su di loro nonostante ci fosse comunque sempre qualcuno
pronto a proteggermi perfino da una misera caduta.
Dopo gli otto
anni non mi sono mai più sbucciata un ginocchio
nè una sola goccia
di sangue è stata versata; solo dopo parecchi anni ho capito
quanto,
in caso contrario, potesse rendere l'interazione con me...beh,
difficoltosa.
Per quanto riguarda Katherine invece è
come se fosse sparita dal loro radar anche se i fratelli Salvatore e
molti altri vampiri sono costantemente sulle sue tracce cercando di
stanarla e riportarla da Klaus, l'unico che potrebbe veramente
fermarla una volta per tutte e farle pagare per i suoi crimini.
Caroline, la vampira che principalmente si
occupa di me da quando
ho dodici anni, una volta mi ha confidato di aver collaborato con lei
e di stare ancora scontando le sue colpe attraverso l'influenza che
Klaus può avere sui vampiri essendo una sorta di re tra
loro, un
vampiro originale.
Uno tra i primi ad essere creati dal
potere di una strega insieme ai suoi fratelli.
Dovrei essere
terrorizzata a vivere in una casa abitata da vampiri millenari con a
guardia dei lupi mannari fedeli a Klaus, ma questa ormai è
la mia
casa, la mia vita...e un giorno avrò la mia vendetta, in un
modo o
in un altro.
«Sicura di stare bene?»
domanda
ansiosa Caroline pronta ad aprirsi nuovamente la vena per darmi il
suo sangue. Annuisco tenendomi il braccio al petto.
È la figura femminile più
vicina a
una madre che abbia mai conosciuto dopo la dipartita dei miei
genitori; anche se ora ad occhi esterni potremmo sembrare solo delle
semplici amiche coetanee; uno dei tanti privilegi di essere una
vampira trasformata nel fiore degli anni.
«Quando riuscirò a venire
anche io?»
Mi schiocca un'occhiata dispiaciuta
mettendosi il suo giubotto di pelle nero: «Lo sai che Klaus
è
protettivo con te soprattutto dopo averti prelevato il sangue per
analizzarlo. Non puoi rischiare di...»
«Diventare un vampiro?» finisco al
suo posto sbuffando.
Ogni mese Klaus preleva un pò del mio
sangue
per cercare di capire cosa mi rende così tanto importante
per
Katherine da arrivare al punto di uccidere tutta la mia famiglia per
arrivare a me, qualcosa dovrà pur cambiare e in attesa di
quel
cambiamento, progetto la mia vendetta.
«La tua umanità è preziosa
Elena.»
mi ripete forse per la millesima volta, «Klaus vuole solo
proteggerti»
«Tutti ormai ne siete diventati
ossessionati,
terrorizzati all'idea che possa diventare come voi»
«Smaltisci il mio sangue, vai da
Elijah e allenati» dice smorzando qualsiasi replica.
Ogni volta
che assumo del sangue vampiro, tutti fanno in modo di farmelo
smaltire il più velocemente possibile in qualsiasi modo
perché per
diventare come loro non serve essere morsi -come fanno vedere in
molti film o telefilm- ma avere del sangue di vampiro nell'organismo.
Klaus ha dato vita alla stirpe di
Caroline che a sua volta è stata creata da Stefan. I
fratelli
Salvatore, Stefan e Damon, sono le persone fisicamente più
legate a
Katherine, la mia nemesi, perché sono stati creati
direttamente da
lei.
«Vai ad allenarti con Elijah, ti sta
aspettando e sai che odia i ritardi» ripete.
«Gioca pulito, non mi serve
più a
nulla.» sbuffo guardando in lontananza uno dei tanti lupi
posti a
difesa della villa, sembrano cani da guardia umani e forse non
è poi
così lontano dalla realtà.
Sembra che stanno sempre fiutando una
qualche pista.
A poca distanza su un albero i miei
occhi vengono attirati dal luccichio delle piume del corvo che ormai
per me è diventato una sorta di animale domestico.
Sembra avere una vera e propria
propensione per la villa di Klaus e in qualche modo dev'essersi anche
affezionato a me e me soltanto dato che sono l'unica da cui si lascia
avvicinare. Se adesso rimane appollaiato sull'albero è solo
per la
presenza di Caroline che sta passeggiando su e giù con i
suoi alti
tacchi sull'erba; se andasse via in questo momento sono sicura che
planerebbe fino a me.
Sapevo che i corvi erano animali
intelligenti ma questo corvo sembra comprendere ogni singola parola o
comando. È questo che lo rende così speciale.
«So cosa stai tentando di fare, ma
Damon non lo farà mai.» grugnisce Caroline, nella
sua classifica il
fratello maggiore di Stefan non è nemmeno tra le sue prime
venti
persone preferite.
Ha un odio viscerale per lui che non mi
ha mai spiegato nè intende farlo, si assicura solamente che
non
entri mai troppo in contatto con me.
«Prefirisci Damon a Elijah?»
«Mille volte» sbuffo.
«Beh, lui no. Non riesce nemmeno a
guardarti, ficcatelo bene in testa» sbotta Caroline iniziando
a
spazientirsi. Odia parlare di Damon e le poche volte che li ho visti
insieme, non fanno altro che punzecchiarsi, Damon forte della sua
supremazia fisica data dall'anzianità, Caroline sicura di
essere al
sicuro da lui sia per il suo legame con Stefan che tende sempre ad
impersonare il principe sul cavallo bianco, sia per l'innegabile
debole che prova Klaus nei suoi confronti.
«Non c'è bisogno che mi
guardi. Ho
bisogno di confrontarmi con l ex pupillo di Katherine!»
«Allora chiamiamo Stefan!»
propone
entusiasta come ogni volta che si parla di lui. No, non ne è
innamorata, semplicemente si comporta come una figlia che adora il
padre e forse è causato proprio perché
è il suo sangue che l'ha
trasformata e non quello di Damon.
Mi domando come sarebbero state le cose
se le parti quel giorno si fossero invertite e fosse stato Damon a
salvarla dalla morte.
«Lo sai che Stefan non riesce ad
impegnarsi veramente con me, sono più le volte che lo
impaletto che
quelle in cui vince. Non ho bisogno di qualcuno che mi lascia
vincere. Sono cresciuta abbastanza da poter affrontare
vampiri...»
«Pazzi? Schizzofrenici?» mi
interrompe usando gli aggettivi che secondo lei meglio definiscono
Damon. «Sai perché nessuno lavora insieme a lui?
Perché non si fa
problemi a sacrificare la vita degli altri per raggiungere i suoi
scopi. Ora finiamola qui e vai.»
Entro in casa sbattendo la porta
a vetri e dando un chiaro segnale anche a Elijah sul mio umore. Sono
sicura che mi sta aspettando con tutti i sensi al massimo quindi
avrà
sentito anche il nostro breve piccolo bisticcio; mi sento quasi in
colpa per le parole dette a Caroline, sicuramente deve aver sentito
anche la parte della mia stupida preferenza verso un vampiro che come
ben so non si farebbe troppi problemi a staccarmi il cuore dal petto
o dissanguarmi.
«Il mio angelo è infelice?»
Mi volto
trovando Klaus in mezzo al corridoio con il suo classico mezzo
sorriso e le mani dietro la schiena. Sembra che per ogni ragazza
importante nel suo cammino affibi un qualche soprannome, il mio
angelo, quello di Caroline è tesoro o amore, dipende dai
casi e da
quanto vuole cercare di farla cedere alle sue lusinghe.
«Cosa hai bisogno?» continua.
«Damon»
Si mette a ridere unendo
le mani in preghiera davanti alle labbra. «Angelo e
perché mai
avresti bisogno di un vampiro pazzo e impulsivo come lui?»
Gonfio le guance arrabbiata puntando i
piedi, Caroline mi aveva avvertito che non sarebbe stato facile
convincerlo: «Sono diventata grande abbastanza da potervi
aiutare
con Katherine»
«Non sei pronta» replica
seriamente.
Incrocio le braccia al petto aspettando
di mettere a segno il mio colpo: «E la colpa di chi sarebbe?
Affrontare Damon...mi renderebbe più forte»
Fa qualche passo in avanti valutando
attentamente la situazione. Per fortuna il cervello di un vampiro
ragiona mille volte più velocemente di uno umano e Klaus sa
valutare
i rischi e i vantaggi in così poco tempo che gli bastano una
manciata di secondi per decidere le miei sorti.
«Lo richiamerò a Mystic Falls se per
te è così importante ma ti avviso, Damon
distrugge tutto quello che
tocca o chi gli rimane accanto.» mi mette in guardia,
«Vai ora, mio
fratello ti sta aspettando.»
Corro verso la palestra sentendomi
rinvigorita. Mi devo trattenere sia dall'urlare a squarciagola la mia
piccola vittoria su Klaus, sia tentare di mascherare l'eccitazione
che sento crescere nello stomaco alla sola idea di incrociare
nuovamente quegli occhi glaciali che tanto tempo fa erano riusciti a
stregarmi con un solo sguardo.
Ed ecco il primo
vero capitolo di questa storia.
Ovviamente
è un capitolo introduttivo per darvi un po' l'idea del mondo
alternativo in cui ho inserito Elena, spero di essere stata abbastanza
esaustiva e di non avervi annoiato ma soprattutto che darete una chance
a questa storia.
Fatemi sapere se
come inizio vi piace o....non so, tutto quello che vi passa per la
testa! Mi fa sempre piacere sentire le opinioni dei lettori (belle o
brutte che siano!), non fatevi problemi con me che ho le spalle larghe!
^^
Un bacione grande
grande, al prossimo capitolo!
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Capitolo 3 *** Obsession ***
BTE
CAPITOLO
2
I
lupi nel corso degli anni sono diventati più
accondiscendenti nei
miei confronti, soprattutto quando i miei viaggi dalla casa a Mystic
Falls finivano nella casa dei Salvatore, sapevano che comunque alla
loro tenuta ci sarebbe stato Stefan ad accogliermi ed era quel tanto
che gli bastava da permettersi di prendere un po' di "ferie"
dalla sottoscritta.
Dubito comunque che a Klaus sarebbe piaciuto,
ma siamo a Mystic Falls...nulla di brutto succede qui da quando
c'è
lui a vegliare sulla città, o su di me.
Quando
ero piccola venivo sempre alla tenuta dei Salvatore a giocare
nell'ampio giardino sul retro. Era uno dei miei posti sicuri a Mystic
Falls, il mio piccolo ritaglio tranquillo e a quel tempo eravamo solo
io e Stefan. Quattro anni dopo è subentrata Caroline
spodestandolo
in tutto e per tutto, sarebbe stato imbarazzante parlare di argomenti
strettamente umani e femminili con lui, e lei è una vampira
solo da
una manciata di anni quindi dovrebbe ricordarsi più
facilmente com'è
sentirsi profondamente umani.
Mi lancio sul letto di Damon
rimbalzando più volte al centro, una delle tante cose che
non sono
cambiate nella mia vita. Ho sempre avuto una predilizione per la sua
stanza, non solo perché era la tripla di quella di Stefan o
di
qualsiasi altra camera da letto presente, ma per il favoloso bagno
che ospitava dotato di qualsiasi comodità e
modernità umana.
Non
male per un vampiro ultra centenario.
Mi ricordo di pomeriggi
passati nella stanza a saltare sul letto o spulciare tra le sue cose
e nella libreria. Molti libri che ho letto vengono proprio da questa
stanza.
Immagino
che Stefan si occupava ogni volta di rimettere in sesto la stanza per
non far scoprire al fratello delle mie bravate, eppure non si
è mai
stufato nè mi ha mai rimproverato. Deve aver rifatto il
letto del
fratello almeno un migliaio di volte per quante volte ci saltavo
sopra, ma chiunque avrebbe avuto quel desiderio guardando quella
maestosità.
È
largo almeno due letti matrimoniali, un sogno e in qualche modo era
diventata anche la mia seconda camera da letto visto che Damon
restava lontano dalla tenuta a detta di Stefan.
Se fossi stata al
suo posto invece non avrei mai lasciato la casa.
Il
gracchiare del corvo mi riporta bruscamente alla realtà
facendomi
scattare seduta sul letto, è appollaiato come se nulla fosse
sulla
finestra mezza aperta della camera, «Non provare ad
entrare» lo
avviso guardandolo spostare il peso da una zampetta all'altra come se
stesse valutando i pro e i contro di entrare nella stanza.
Anticipando
una sua qualsiasi decisione mi alzo velocemente cercando di
scacciarlo ma invece di andarsene gracchia infastidito
fino a
trovare un modo per entrare nella stanza. «Esci
fuori!» grido
cercando di prenderlo ma prevedendo le mie mosse continua a spostarsi
da un ripiano all'altro.
«Mi
farai finire nei guai!» sbraito ma ancora una volta mi sfugge
volando fuori nel corridoio.
Lo
seguo a rotta di colla rischiando perfino di cadere per le scale di
legno.
«Vieni
qui!» urlo fino a scontrarmi contro qualcuno tanto da finire
a
terra.
«Come
inizio non ci siamo proprio» sbotta l'intruso tirandomi in
piedi e
solo quando mi specchio nei miei occhi riconosco il vampiro.
«Damon»
sussurro quasi incredula di averlo ad un palmo dal naso.
«Dov'è
mio fratello?» domanda scocciato superandomi per andare verso
il
carrello bar dove Stefan tiene i suoi liquori con i quali tiene a
bada la fame.
«Nel
bosco.» gli rispondo notando per la prima volta quanto
Caroline
avesse ragione, «Penso» aggiungo sentendo il peso
sullo stomaco. Si
vede che mi odia e io l'ho trascinato ancora qui a Mystic Falls per
qualcosa -che ai suoi occhi- è soltanto un capriccio.
Fantastico.
«E
ti ha lasciata qui da sola?»
Annuisco iniziando a sentire il mio
cuore martellare temendo una sua sfuriata non appena metterà
piede
nella sua camera e vedrà il letto sfatto.
Manda
giù l'intero bicchiere con un'unica golata.
«Allora?
Cosa ci fa qui la bambolina di Klaus?» chiede tagliente
venendo
verso di me solo per superarmi e percorrere il corridoio fino a
raggiungere le scale. Con il cuore in gola lo seguo cercando di
articolare una frase decente per non irritarlo troppo. Dubito che gli
piacerebbe sapere che considero casa sua come la mia vera casa, una
via di fuga.
«Non
sono la sua bambolina.» "Addio i buoni propositi."
Trattiene
una risata di scherno a stento voltandosi appena.
«Ossì, si
diverte a giocare a fare il papà con te, altrimenti non mi
spiegherei il motivo per cui un'umana è così ben
protetta dai suoi
lupi.» mi schernisce entrando nella sua camera e in
quell'istante
sento un tuffo nello stomaco. Rimango sulla porta con il cuore che
tenta di uscire fuori dal petto per l'ansia. Chiudo gli occhi
aspettando l'imminente sfuriata che però non arriva.
Accende
la televisione sul canale del telegiornale iniziando a slacciarsi la
camicia.
«Ora
o ti godi lo show o te ne vai.»
Sarei voluta rimanere per
dimostrare che non sono più la bambina trovata tra la
verbena, che
sono cresciuta e che non mi lascio intimorire così
facilmente,
purtroppo mi ritrovo ad abbassare lo sguardo percorrendo all'indietro
il corridoio fino a correre fuori dalla casa.
«Qualche
problema?» chiede un lupo comparendo dal nulla scrutando
attentamente la facciata della casa. "Si diverte a giocare a
fare il papà con te", le parole di Damon mi rimbombano nella
testa mentre guardo una delle tante guardie di Klaus scortarmi
durante il viaggio a piedi verso casa.
Caroline
non ha preso bene la notizia del ritorno di Damon, è
schizzata fuori
dalla stanza e sta urlando da almeno dieci minuti con Klaus
accusandolo di avermi messo in pericolo inutilmente, ma non
è
l'unica a non aver gradito il cambio di rotta delle abitudini di
Damon, perfino suo fratello non è entusiasto del suo ritorno.
«È
qui» c'informa Caroline digrignando i denti uscendo fuori
subito
dopo dal salotto in un battito di ciglia. Inutile dire che il mio
senso di colpa si è ingigantito.
Stefan
mi fa un cenno per invitarmi a seguire Caroline probabilmente nello
studio di Klaus dato che chiunque per sostare in questa casa deve
farsi una "chiaccherata" con lui. In realtà molto
probabilmente obbliga semplicemente chiunque sosti a meno di un metro
da me a non nutrirsi del mio sangue. Damon ha ragione, si comporta da
padre superprotettivo.
«Vampiri?
Si è sempre confrontata con i tuoi lacchè. Non ha
mai combattuto
veramente per la sua vita...ne ho visti di cacciatori e lei non
potrebbe nemmeno pulirgli gli stivali.»
La
voce tagliente di Damon rimbomba fuori dal corridoio facendomi
bloccare sulla porta poco prima di ricevere un paletto tra le mani.
Guardo Stefan con gli occhi di fuori mentre lui si limita a spiare
l'interno attraverso la fessura della porta.
Discosto
lentamente la porta lanciando il paletto nella schiena abbastanza
lontano dal cuore per non correre inutili rischi ma in un battito di
ciglia si sposta quel tanto che basta da schivarlo lasciando Klaus
scoperto e permettere al paletto di entrargli all'altezza dello
stomaco.
«Mancato!»
sibila voltandosi con occhi furenti ma i miei occhi vengono attratti
dal paletto ancora conficcato dentro Klaus.
«Questa
è una seccatura» sbotta togliendosi il paletto e
lasciandolo cadere
sulla sua scrivania.
«Non
è nemmeno in grado di colpire un vampiro alle spalle, cosa
vuoi che
ci faccia con lei?» mi schernisce Damon mentre si avvicina
fronteggiando suo fratello con lo sguardo prima di girarci intorno
con fare predatorio.
«Proprio
per questo sei qui» replica Stefan incrociando le braccia al
petto,
sento la sua presenza proprio dietro di me.
Damon
mi studia appena stando ben attento a non incrociare nemmeno per
sbaglio i miei occhi: «Non m'interessa, quindi grazie, no.
Rifiuto
l'incarico»
Klaus
è in un attimo di fronte a lui, «Forse la cosa non
ti è chiara.
Non te lo sto chiedendo»
«Bene!»
ringhia, «Ma si fa come dico io. Si usano i MIEI metodi e
sono io
che prenderò le decisioni per lei. Il primo che interferisce
fa
saltare l'accordo»
«Non
esiste!» interviene Caroline entrando dalla porta finestra
con la
sua falcata felina prendendo il posto di Klaus di fronte a Damon.
«Oh,
ci mancava anche la vampira chioccia» sbuffa Damon ridendo
apertamente di lei.
«Conosco
i tuoi metodi e non posso permetterti di...»
«Non
le farà del male Caroline» tenta di rassicurarla
Stefan.
«Se
fossi al tuo posto non ne sarei tanto sicura» esplode
Caroline e se
non fosse già morta penso che sarebbe sull'orlo di un
tracollo
coronarico.
Damon
è evidentemente divertito e guardandolo da fuori capisco che
sta
cercando di mettere zizzania tra tutti noi solo per levarsi
dall'impiccio: «Se non volete rischiare...»
«No!»
urlo cercando di sovrastare il loro battibecco mettendomi in mezzo.
«Qualsiasi
siano i suoi metodi funzioneranno di più se tu li temi
tanto.» dico
guardando Caroline, «Tira fuori pure il peggio di te. Non mi
spavento facilmente. Non più.»
Damon
assottiglia lo sguardo guardandomi forse per la prima volta nell'arco
di nove anni.
«Elena...»
mi chiama Caroline tentando di dissuadermi ma non è una
decisione
presa sul momento. È qualcosa che ho progettato con molta
cura e
sono sempre stata consapevole dell'imprevedibilità di Damon
ma
soprattutto della sua reputazione.
Katherine
non si farà uccidere facilmente, non mi sta aspettando per
essere
impalettata tranquillamente proprio da me per prendermi la mia
vendetta. Ha sempre lottato per la sua vita e per rimanere in vita,
scappa in continuazione sfuggendo addirittura a Klaus e a tutti i
vampiri a lui leali.
Non
posso permettermi di sottovalutarla o sfuggire ad un allenamento
massacrante con Damon solo perché mi porterà
costantemente al
limite delle mie capacità...Devo farlo.
«Sono
pronta»
Si
morde il labbro inferiore corrugando appena le sopracciglia.
«Come
vuoi» acconsente alla fine prendendomi per un braccio e
tirandomi
fuori nel corridoio fino a raggiungere camera mia seguiti a rotta di
collo da Caroline che ci insegue come un falco.
«Ehy!
Come facevi a sapere dov'era?»
Rotea gli occhi all'indietro
sbuffando prima di farsi da parte per far entrare Caroline.
«Ancora
domande stupide?» sbotta ricambiando lo sguardo omicida che
gli sta
rivolgendo da quando è entrata, «Arricciale i
capelli»
«No!»
replica immediatamente Caroline.
«Come?»
domando spiazzata dalla sua richiesta.
«Perché?»
Pensavo
di aver chiesto un vampiro, non un cambio di look.
«Fallo»
ordina Damon ignorandomi platealmente. Dev'essere diventato di moda
ignorarmi.
«E
magari anche un trucco da gatta, giusto?» sibila Caroline
digrignando i denti.
Accenna
un sorriso sghembo prima di buttarsi sul letto in attesa:
«Caroline
Forbes, hai iniziato a leggere nel pensiero?»
«Se
tornerà a casa anche solo con un graffio...ti giuro che il
mondo per
te diventerà molto piccolo» lo minaccia prima di
mettermi seduta di
fronte alla specchiera iniziando a suddividermi i capelli prima di
arricciarli velocemente sotto lo sguardo attento di Damon che non si
perde una sola mossa.
«Voglio
vedere come te la cavi questa sera. Andremo a fare una piccola
battuta di caccia» sghignazza pensando probabilmente di
mettermi in
difficoltà.
Caroline
continua a scuotere la testa infastidita dalla sua presenza,
«Tutta
una scusa per andarti ad ubriacare in qualche squallido locale di
terz'ordine»
I
nostri sguardi si incrociano per un breve istante ma stavolta tocca a
me abbassare lo sguardo imbarazzata dal suo sguardo. Per la prima
volta mi ritrovo a pregare di vederlo uscire presto dalla stanza per
tornare a respirare normalmente, ma non sembra volersene andare
nemmeno quando Caroline spulcia nel mio guardaroba alla ricerca di
vestiti "adatti"per il piano di Damon che alla fine sembra
comprendere solo lei.
«Esci!»
gli ordina lanciandogli una spazzola che afferra al volo. Si stringe
nelle spalle uscendo proprio mentre Caroline inizia a truccarmi
pesantemente gli occhi.
«C'è
qualcosa che non mi stai dicendo?» le domando guardando la
sua
reazione perché sembra sempre sul punto di dire qualcosa e
mordersi
la lingua un secondo dopo.
Quello che però non mi aspettavo era
di assistere ad una vera e propria sfuriata: «Sì.
Non approvo. Non
approvo per nulla e voglio che in qualche modo rimani scottata dai
suoi metodi così tornerai in te e lo lascerai perdere una
volta per
tutte!»
«"Lo"?»
ripeto.
«Elena
ne sei come ossessionata! Fin da quando ti conosco hai sempre cercato
un modo di attirare la sua attenzione o stanarlo a casa Salvatore.
L'unica cosa che ha fatto di buono fino adesso è stata
quella di
girarti al largo il più possibile!»
La
guardo spiazzata ritrovandomi senza parole. Scuote le spalle
lasciando cadere il discorso e facendomi voltare verso lo specchio a
muro dove vedo un'immagine totalmente diversa di me stessa,
più
aggressiva e...sexy?
Caroline mi ha fatto indossare un paio di
jeans neri aderenti con un top molto scollato del medesimo colore
coprendomi le spalle con un giubotto anch'esso nero. Per non farmi
mancare proprio niente mi ha addirittura messo ai piedi un paio di
altissimi stivaletti, dubito che sia l'abbigliamento più
appropriato
per andare a caccia.
«E tutto questo a cosa dovrebbe servire?»
domando con un filo di voce ancora spiazzata dalla sua reazione
eccessiva.
«Devo ancora capire se ti vuole proteggere o metterti
alle calcagna ogni vampiro che incontrerete.»
Ed eccomi di nuovo
qui con il secondo capitolo!
Finalmente è arrivato Damon e immagino che già
molti di voi hanno sentito puzza di bruciato...giustamente! XD
Devo ringraziarvi tanto per l'accoglienza che avete dato a questa
storia, sono emozionata di intraprendere questo nuovo viaggio con voi e
spero che pian piano anche i più timidi si faranno avanti ;)
ringrazio infinitamente chi ha dato una chance a questa storia
inserendola già tra le preferite o nelle seguite (mi fate
commuovere così!) , ai lettori silenziosi e a chi ovviamente
ha già commentato esprimendomi le prime opinioni ^^
Spero di non deludervi e di ritrovarvi di volta in volta
Un bacione e al prossimo capitolo =D
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Capitolo 4 *** Hunt ***
BTE
CAPITOLO
3
«Se
mi volessi morta lo sarei già.»
Mi
lancia solo una breve occhiata mentre ci dirigiamo verso il pub che
dovrebbe contenere almeno qualche vampiro: «Sì, lo
saresti»
«Ma
non lo sono» constato cercando di darmi un tono.
«Non
ancora.» replica mostrando i denti per coprirli subito
dopo.
Arrivo alla porta con i nervi ancora più tesi di
quando siamo usciti fuori dalla zona di Mystic Falls, decisamente
molto più lontano di quanto Klaus mi permettesse di andare.
Come se
fuori dalla cittadina avrei potuto incontrare Katherine dietro ogni
singolo angolo, cosa che alla fine spero, ecco perché non ho
aperto
bocca quando Damon ha illustrato il suo semplice quanto efficace
piano.
«Masticale
per tutto il tempo, ti impediranno di essere soggiogata. Sai come
funziona il gioco, faglielo credere, penseranno di avere una preda
facile.» mi spiega tirando fuori un fazzoletto contenente
delle
foglie di verbena.
Le
metto in bocca iniziando a masticarle velocemente per poter iniziare
il più velocemente possibile questa prova. Mi sposta
leggermente la
giacca di pelle guardando i due paletti che uso di solito con Elijah:
«Dovrai essere veloce.»
«Lo
sono.» mi difendo mettendogliene uno a contatto con lo
stomaco.
«Questo
non lo ucciderà»
«Ma
rallenta i suoi movimenti quel tanto che basta da estrarre di nuovo
il paletto e ficcarglielo nel cuore» gli spiego. Fa spallucce
disinteressato guardandosi intorno.
«Ho
già ucciso dei vampiri»
«Oh
immagino come...» mi schernisce invitandomi a prendere
un'altra
foglia di verbena finendo così la sua scorta. «Con
mamma chioccia
pronta a mettersi in mezzo. Non hai mai sentito la vera paura
scorrerti nelle vene, l'adrenalina che inizia a circolare nel sangue
obbligandoti a scappare o a reagire per metterti in salvo.
Sei
stata cresciuta dai vampiri...non li temi. E non lo farai
mai.»
«Un
vampiro ha ucciso i miei genitori.» sibilo. Mi sorprendo di
come si
sia potuto scordare quella fatidica notte in cui mi hanno trovato tra
la verbena nella cantina di casa, e dire che è stato proprio
lui a
trascinarmi fuori da lì sfidando la naturale repulsione dei
vampiri
per quella pianta.
Eppure
dovrebbe ricordarsi di come all'inizio sia stato l'unico che riusciva
ad avvicinarsi a me, l'unico a cui permettevo di prendersi cura di
me...in qualche modo la storia si sta ripetendo.
«Com'è
quell'erba ora?» domanda lasciando cadere il discorso.
Una
cosa che ho imparato bene è la loro assoluta indifferenza
per i
sentimenti umani e il loro egoismo, più passano gli anni,
più
sembrano scordarsi di essere stati a loro volta degli umani.
«Poltiglia.»
rispondo mandando giù un po' di saliva mista alla verbena.
Fa
qualche passo verso di me con fare predatorio mettendosi esattamente
davanti a me.
«Ora
facciamo un piccolo test...» sussurra prendendomi il mento
tre due
dita e obbligandomi a guardarlo, o forse più a obbligare
sé stesso
a farlo. «Tanto per vedere se sei pronta per quei cattivoni
dentro
il locale.»
Le
sue pupille si allargano iniziando la sua influenza sulla mia psiche,
«Baciami.»
Sollevo
una mano quel tanto che basta da permettermi di afferrare i capelli
sulla nuca tirandolo leggermente verso di me con una calma quasi
esasperante mentre sento i suoi muscoli irrigidirsi sotto il mio
tocco dimostrandomi del tutto rapita da lui e dal suo comando.
«Damon...»
sospiro.
È
una lenta e calcolata discesa verso le mie labbra che stoppo ad un
respiro di distanza: «Vedi? Posso cavarmela egregiamente
senza che
loro si accorgano di nulla» dico articolando velocemente la
frase
per evitare di mostrargli quanto in realtà questa prova di
forza sia
stata destabilizzante.
«Allora
aumento la tua resistenza a cinque minuti. Non uno di
più»
«Scommetti
contro?» gli domando indispettita.
«Almeno
so di vincere» mi provoca aprendo la porta del pub facendomi
passare. Il locale ospita la più ampia sfaccettatura di
clienti, dai
più giovani a quelli più anziani messi in un
angolo a parlare dei
vecchi tempi davanti a una birra e un mazzo di carte.
Mi
volto verso Damon ma, e forse me lo aspettavo, non lo trovo accanto a
me. Inizio quasi a pensare che non sia nemmeno entrato.
"Forza
Elena, dimostragli quello che sai fare", mi ripeto all'infinito
mentre attraverso il locale raggiungendo il bancone per ordinare il
mio drink ovviamente analcolico. Devo rimanre lucida ma devo sembrare
anche abbastanza vulnerabile da attirare qualche stupido vampiro alla
ricerca di un po' di sangue facile.
Cerco di guardarmi intorno
alla ricerca di una potenziale vittima accorgendomi nel contempo di
avere alcuni occhi puntati addosso, ma sono in qualche
modo...diversi.
Mi stanno valutando? Hanno capito il mio bluff e
verranno già preparati? O Damon gli ha avvertiti per
mettermi i
bastoni nelle ruote?
Prendo
un respiro profondo arrivando così a toccare di
più i paletti che
mi danno al solo contatto una maggiore tranquillità; sempre
meglio
di essere consapevoli di essere totalmente inermi.
Faccio scorrere
nuovamente lo sguardo tra i presenti nel pub alla ricerca di Damon
accorgendomi però di essere veramente rimasta sola. Potrebbe
essersene anche andato...
«Elena?»
mi chiama qualcuno da dietro. «Elena Gilbert?»
Sussulto
sentendo un cognome che ormai non uso più da anni. Sollevo
lo
sguardo verso il barista che si rivela essere un ragazzone biondo con
grandi labbra e uno sguardo da bravo ragazzo.
Il
classico boyscout con il corpo di un giocatore di football.
«Matt!»
esordisce sfoderando probabilmente il suo miglior sorriso,
«Matt
Donovan!»
«Abbiamo
fatto le elementari e le medie insieme!» aggiunge come se
questo
potesse farmi ricordare di lui improvvisamente.
«Scusami,
non...non riesco proprio a ricordare quei giorni»
Ed
è così. La mia mente si focalizza solamente sui
ricordi legati
prettamente la famiglia dando una cancellata con una spugna a tutto
il contorno eppure ero qualcuno prima di essere la povera bambina con
i genitori morti.
Avevo
una vita normale prima dell'arrivo dei vampiri nella mia vita. Ero
Elena Gilbert e quella parte di me è sotterrata da qualche
parte
tenuta al sicuro dal cognome Mikaelson, una garanzia e una sicurezza
che quella bambina è protetta.
È
la prima volta che me ne rendo realmente conto e Damon -anche se non
voglio ammetterlo- ha ragione, non riesco a vedere i vampiri come
delle vere minacce perché Klaus mi tiene sotto la sua
campana di
vetro dove ogni vampiro che prova anche solo ad avvicinarmi
è tenuto
sotto strettissimo controllo. Da quando i Salvatore mi hanno tratto
in salvo non ho mai dovuto preoccuparmi di nessun vampiro nonostante
i continui insegnamenti dei miei genitori...forse in qualche modo li
ho traditi.
«E
qualche corso al liceo.» continua irrompendo nei miei
pensieri.
Sorride
timidamente buttandosi lo strofinaccio sulla spalla.
«Tranquilla»
mi rassicura facendomi sentire ancora di più una persona
orribile.
«Storia,
giusto?» provo ricordando una testa bionda vicino alle
finestre dove
di solito il mio sguardo vaga agognando l'aria aperta.
Il
suo sguardo si illumina e capisco di aver fatto centro.
«Ehy!»
lo chiama un cliente dall'altro capo del bancone.
«Rimani
qui, arrivo subito!» dice allontanandosi con un sorriso
smagliante
sulle labbra.
Prendo un respiro profondo tornando a masticare la
verbena quando un'ombra nera sulla sinistra mi affianca.
«Pensavo
che gli umani non fossero sulla lista» sbuffa Damon buttando
giù
l'ultimo sorso di liquore.
«Forse
sulla tua.» sbotto sentendo gli occhi di Matt da lontano.
Arriccia
il naso guardandosi intorno con disinteresse, «E
quello?»
«Uno
del mio liceo»
«Non
va affatto bene.» replica prendendomi per un braccio
obbligandomi a
scendere dallo sgabello.
«Ehy!»
mi lamento trovando l'equilibrio sui tacchi.
«Cambio
piano.» dice trascinandomi fuori.
«Perché?»
«Ti
conosce. Non può vederti con un vampiro che dovresti
uccidere poco
dopo!» dice trascinandomi fuori nel parcheggio. Volto la
testa quel
tanto che basta da incrociare lo sguardo di Matt che aveva
già fatto
il giro del bancone per sincerarsi che andasse tutto bene.
Lo
tranquillizzo con un gesto della mano ottenendo un altro strattone da
parte di Damon scocciato dal nostro inseguitore.
Una
volta arrivati alla macchina tira fuori un coltello dalla tasca
porgendomelo.
«Tagliati»
Strabuzzo
gli occhi guardando prima lui poi la lama: «Stai
scherzando?»
«Un
taglio. Sul braccio, non interferirà con le tue
capacità e attirerà
i vampiri.» mi spiega dimostrandosi abbastanza contrariato
dalla mia
reticenza. Come se fosse una cosa del tutto normale o da sani di
mente squarciarsi un braccio per attirare il più possibile
dei
vampiri a caccia.
«O
lo fai o ce ne torniamo a casa e chiudiamo qui»
Gli
sfilo il coltello dalle mani alzando la manica del giubotto quel
tanto che basta da scoprire una buona porzione di braccio tentando di
farmi inutilmente coraggio per appoggiare la lama sulla carne.
«Un
aiutino?»
«Potrei
usare troppa forza e reciderti il braccio, non hai paura che abbia
uno scatto della famosa follia che mi contraddistingue dal mio
fratellino?» mi provoca sfilandomi velocemente il coltello
dalle
mani provocandomi un lieve graffio sulla mano sinistra da cui
iniziano a sgorgare delle piccole gocce di sangue.
«Non
lo farai» replico senza scompormi.
Raddrizza
le spalle guardandomi bene dall'alto della sua statura:
«Sembri
esserne piuttosto sicura»
«Non
mi hai uccisa o ferita nove anni fa. Non lo farai nemmeno
ora.» dico
porgendogli il braccio.
Inspira
profondamente e per un attimo il suo sguardo muta diventando quello
di un vampiro; un attimo ma sono più che sufficienti per
ricordarmi
la sua vera natura.
«Quello
può bastare» mormora guardando la lieve ferita sul
mio palmo prima
di abbassarsi per afferrare qualcosa da sotto la macchina. Estrae una
bottiglia di birra aprendola facendo saltare il tappo di metallo.
«Rimani
nei paraggi del bar, fiuteranno presto la tua scia.» mi
spiega
allungandomi la bottiglia.
«E
tu?»
Dondola
appena sui piedi prima di fare qualche passo indietro: «Non
sarò
mai troppo lontano.»
Scompare
quasi subito dopo andando probabilmente a celare la sua presenza per
non insospettire altri vampiri che potrebbero sentire la puzza di
bruciato.
Torno
indietro verso la porta camminando poi lentamente sulla strada che
costeggia il bosco. Non voglio dovermi preoccupare di possibili
spettatori umani e i vampiri dovrebbero vedermi come un pasto comodo
e veloce.
Continuo
a camminare in cerchio sulla strada formando un grosso ovale in modo
da intensificare la scia aumentando il loro appetito. Il gracchiare
di un corvo mi fa sussultare trovandolo poco dopo appollaiato sul
ramo più esterno di un albero che si protende verso la
strada su cui
in pratica sto creando un solco.
Pensavo
si sarebbero precipitati rispondendo al richiamo del sangue.
«Scappa
finchè puoi!» esclamo verso l'uccello enfatizzando
le parole con un
gesto del braccio. Mi ricordo che a volte Stefan si nutriva di
animali, non mi ricordo se in quella sua strana dieta erano nel
menù
anche loro, ma non vorrei che l'unica sorta di animale domestico che
possiedo finisse tra le fauci di qualche vampiro.
Mi
fissa inclinando la testa da una parte all'altra più volte
prima di
emettere nuovamente il suo fastidiosissimo verso. «Fai come
vuoi»
borbotto dandogli le spalle per continuare il mio stupido percorso in
attesa di qualche vampiro abbastanza affamato da provare a mangiarmi.
«Hai
fatto un grosso errore a tornare qui.»
Mi volto trovandomi di
fronte un ragazzo apparentemente gracile ma che in realtà
nasconde
la forza di un vampiro, l'unico motivo per cui uno simile dovrebbe
aggirarsi per queste strade.
«Come?»
gli domando cercando di guadagnare tempo e prepararmi all'inevitabile
scontro. È la prima volta che assisto ad un approccio
così diretto,
di solito sono più sottili e intervengono sulla psiche per
non
innescare una "caccia ai vampiri".
Potrebbe
piacergli il gusto dell'adrenalina e il gioco della caccia.
«Potrei
portarti da Rose e ricevere la mia ricompensa» sghignazza
aqquattandosi come se fosse un felino pronto ad uno scontro.
«Cosa
diavolo stai dicendo?» sibilo iniziando a sentire gli effetti
dell'adrenalina nel corpo che mi renderanno più svelta nelle
azioni.
Ride
di gusto cercando di girarmi intorno: «Per una che continua a
scappare sei poco informata sui tuoi inseguitori...»
«Katherine?»
Il
suo nome esce fuori così facilmente dalle mie labbra che
forse
contagio il vampiro che sgrana gli occhi guardandomi confuso.
«A che
gioco stai giocando?» ringhia mostrandomi il suo volto
trasformato
dalla sete di sangue.
Percepisco solo l'improvviso cambiamento
dell'aria e in un misero battito di ciglia il vampiro sarebbe
arrivato dritto a me se non fosse per l'intercessione di un altro
vampiro tra di noi che riesce a bloccare la sua roccambolesca
avanzata impalettandolo direttamente al cuore. Stefan.
Si
sbarazza velocemente del corpo buttandolo oltre il ciglio della
strada ben nascosto dagli alberi e dagli sguardi dei possibili
passanti in automobile prima di voltarsi verso di me con quello
sguardo che deluso che ogni volta mi fa sentire di averlo tradito.
«Avevo
la situazione sotto controllo.»
Non è arrabbiato, di più.
Mi
guarda abbassando subito dopo lo sguardo verso la ferita aperta nel
palmo della mano bloccando l'impulso a respirare come fa ogni volta
che c'è di mezzo del sangue che per lui è
particolarmente
appettibile. Una volta mi ha confessato che il profumo del mio gli
causava non pochi problemi.
«E
Damon è qui.» aggiungo guardandomi intorno
sperando di vederlo
spuntare da un momento all'altro, anche Stefan si guarda intorno
fermando lo sguardo verso il mio corvo rimasto appollaiato
sull'albero ad assistere al mio fallimento.
«Non
mangiare il mio corvo» lo supplico bisbigliando leggermente
imbarazzata dalla richiesta.
Si
volta guardandomi sorpreso incrociando le braccia al petto:
«Il
tuo...corvo?»
Annuisco
sentendo l'irresistibile voglia di sprofondare sotto terra pur di
evitare il suo sguardo indagatore. «È molto
intelligente»
«Oh,
lo immagino» mormora voltandosi verso l'uccello che inizia a
gracchiare.
«Da
quanto...» inizia prendendosi come del tempo per completare
la
domanda, «Hai un corvo?»
«Sempre?»
rispondo cercando di ricordare il vero primo momento in cui mi sono
accorta che mi seguiva e che era sempre lo stesso corvo.
Inarca
le sopracciglia guardando l'asfalto. «Andiamo a casa. Per
stasera
c'è stato abbastanza movimento» dice prendendomi
per un braccio ma
la sua presa è talmente blanda che riesco facilmente a
liberarmi.
«Non
ho finito. Siamo qui per un motivo, non mi preparerà se non
ucciderò
un vampiro stanotte» gli spiego facendo un passo indietro. Ci
possono essere altri vampiri nelle vicinanze.
«Ti
ha usato Elena!» sbraita infiammandosi. «Ti ha
usato come esca per
Katherine!»
«No»
bisbisglio confusa.
«È
quello che fa!» ringhia venendomi incontro, «Non
credere che con te
sarà minimamente diverso. Si approfitta delle persone e le
manipola
a suo piacimento.»
«Non
mi ha manipolato» lo difendo. Sono stata io in
realtà a
intrappolarlo in questo compito e lui ha fin da subito dimostrato di
essere disintiressato al mio destino.
«No?
E questa messinscena?» chiede prendendomi un boccolo tra le
dita.
«Non
è una messinscena. Sono sempre io.»
Corruga un attimo la fronte
perso in chissà quali pensieri.
«Ti
prego, ora andiamo avanti...ci saranno altre notte dove potrai fare
la cacciatrice.»
Eccomi di nuovo
qui!
scusatemi per
l'attesa ma ho
dovuto prepare un esame e non avevo davvero tempo per finire il capito
anche se era pronto per l'ottanta%. Spero vi sia piaciuto ^^
Abbiamo scoperto
che Elena ha
adottato il cognome di Klaus, forse perché lui credeva che
sarebbe stata più al sicuro? e che il corvo ha fatto sempre
parte della sua vita =3
Cosa ne pensate
del comportamento di Damon?
Alla fine sappiamo
bene
perché l'ha..."trasformata" per andare in quel locale. Aveva
ragione Katherine a domandarsi se la voleva proteggere facendole
impersonare una vampira temuta o per metterla ancora di più
in
difficoltà mettendole alle calcagna i vampiri che stanno
cercando Katherine per ingraziarsi Klaus...cosa ne pensate?
lasciatemi un
commentino-ino-ino *modalità Ned Flanders??* ahahah
ps: per chi volesse leggere degli spoiler sulla storia può
cercarmi su FB: Valentina Purelove. ^^
Al prossimo
capitolo
un bacione enorme
e grazie ^^
|
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Capitolo 5 *** Inconvenient Truth ***
BTE
CAPITOLO
4
Accosto
la finestra quel tanto che basta da lasciar entrare il corvo nel caso
si ripresenti; infondo è quello che si merita Damon dopo
avermi
mollato come una stupida in mezzo a una strada deserta lasciando che
Stefan interferisse e mi portasse via.
Spero
soltanto che il corvo si ripresenti e inizi a fare un po' di casino
nella sua stanza super perfetta.
Non
volevo tornare da Klaus e nemmeno da Caroline, odierei dover
affrontare i loro sguardi alla "te lo avevo detto" che
sicuramente mi avrebbero riservato al mio rientro.
È
già abbastanza difficile sopportare Stefan con il suo
cipiglio e lo
sguardo tormentato che continuano a farmi sentire in colpa, come se
tutto dipendesse esclusivamente da me.
«Pensi
di trasferirti in pianta stabile qui?» chiede Stefan
appoggiandosi
allo stipite della porta.
Mi
stringo nelle spalle cercando con lo sguardo qualsiasi presenza del
corvo. Stavolta gli lascerò fare tutto quello che vuole in
questa
stupida camera.
«È
un problema?» replico più duramente di quanto si
meriti in realtà.
Fa
spallucce, «Hai sempre passato più tempo qui che
in qualsiasi altra
parte della casa»
«E
con questo?»
«Non
farti coinvolgere troppo da lui. Tende a distruggere le
persone» mi
mette sull'avviso forse per la millesima volta nei confronti di suo
fratello. Non c'è nessuno, e dico proprio nessuno che ha una
buona
parola per lui. Mi sembra un cane continuamente bastonato che
ricambia morsicando chiunque gli si avvicini.
«Lo
odiate. Lo so.» sbuffo lanciandomi al centro del letto.
Quando
tornerà voglio essere qui per impalettarlo come si deve e
riavere la
mia rivincita. Non lo ucciderò ma gli farà male e
questo tanto mi
basta da prendermi la mia piccola vendetta, poi per amplificarla
ancora di più, continuerò ad obbligarlo a
prepararmi per Katherine.
Alza
le braccia in segno di resa andandosene e lasciandomi finalmente da
sola. Per ripicca inizio anche a saltare sul letto con le scarpe in
modo da vederlo andare fuori di testa quando tornerà e
penserà di
rientrare comodo comodo nella sua camera. Il gracchiare del corvo mi
spaventa così tanto da farmi cadere di schiena sul materasso.
Gli
lancio un'occhiataccia per avermi interrotto poco prima di vederlo
zampettare sulla finestra come se non sapesse cosa fare.
Effettivamente non mi ricordo come abbia fatto ad uscire o per quanto
tempo è rimasto prima di trovare una scappatoia;
probabilmente ha
paura di rimanere un'altra volta intrappollato.
«Entra.»
lo invito, «Entra e distruggi tutto quello che vuoi in questa
stanza. Se lo merita»
Prendo
il libro lasciato sul comodino e lo getto a terra verso la
televisione. Vorrei urlare per il nervoso e per la figura da idiota
che mi ha fatto fare Damon di fronte a suo fratello.
Immagino
già Stefan raccontare tutto a Klaus che come al solito pur
di
proteggermi, farà in modo che non veda un paletto nemmeno da
lontano
o che Damon si avvicini.
Purtroppo
la camera è decisamente più spoglia rispetto a
quella di suo
fratello, così ben presto finisco per ritrovarmi con le mani
in mano
guardando il corvo che si è deciso finalmente ad entrare
appollaiandosi sopra la mensola del camino.
Forse
anche lui ha capito che può aiutarmi ben poco:
«Sei l'unico che mi
capisce qui dentro.»
Inclina la testa da destra a sinistra
fissandomi con i suoi grandi occhioni neri. «Più o
meno.» aggiungo
sorridendo tra me e me.
Mi
sistemo meglio sul letto ammassando i cuscini dietro la schiena, non
ho intenzione di andarmene prima del suo ritorno e se vuol dire che
dovrò rimanere a casa Salvatore per giorni interi, allora
accetto la
sfida. Purtroppo mi ritrovo a cedere ben presto alla stanchezza
appisolandomi.
«Sei
il mio tormento personale, vero?»
Apro gli occhi lentamente
cercando di abituarmi alla luce che irrompe dalla finestra
specchiandomi però negli occhi glaciali di Damon che mi
scrutano
dall'alto fermandomi quasi il respiro.
Con
uno scatto cerco di schiaffeggiarlo ma ancora una volta lui
è più
veloce e riesce facilmente a bloccare il colpo imprigionandomi la
mano nella sua. «E questo? Per cos'è?»
«Mi hai lasciato nel
bosco da sola. Stefan è arrivato e mi ha portato
qui» sibilo
contrariata cercando di liberarmi dalla sua presa. Mi tiene
facilmente bloccata sotto di lui intrappollandomi tra le sue
ginocchia e sono del tutto inutili i tentativi di spostarlo.
«Oh,
non sapevo di avere a che fare con cappuccetto rosso. Il grande lupo
cattivo dovrebbe essere mio fratello?» mi prende in giro
bloccandomi
i polsi sopra alla testa fermando così la mia "tempesta"
di pugni. Non sto dando proprio l'idea di una persona che potrebbe
sconfiggere un vampiro, ma la sottile differenza è che -a
dispetto
di come mi sentivo qualche ora fa- non riesco a tollerare l'idea di
vedere lui o a Stefan soffrire a causa mia, in qualsiasi modo.
«No,
quello sei tu» sibilo dando un altro strattone.
Stringe
le labbra guardando per alcuni secondi le mie labbra: «Per
una volta
hai ragione.»
«E
tu che scusa per quello che hai fatto qui?» aggiunge poco
dopo
stringendo appena la presa.
«È
quello che ti meriti dopo ieri notte!» esclamo sollevandomi
quel
tanto che mi permette di fare la posizione per fronteggiarlo meglio,
ma è ovvio che detiene ancora una posizione di dominanza e
mi
ributta facilmente indietro sul cuscino.
«Allora
lo schiaffo per cos'era?» domanda toccandosi la mascella che
non
sono riuscita nemmeno a sfiorare ma sembra leggermi nella mente
perché subito dopo si affretta ad aggiungere con uno dei
suoi
sorrisi migliori: «Punisco anche l'intenzione.»
«Questo
vuol dire che sei in debito e c'è un solo modo per farti
perdonare...» sussurra piegandosi verso di me e sfiorandomi
il collo
con il naso. Sento il suo respiro sulla pelle bruciarmi nelle vene e
il mio corpo agognare molto di più di quello che mi
è possibile
desiderare.
Mi tendo involontariamente verso di lui sciogliendomi
ad ogni suo respiro e opponendo sempre meno resistenza fino ad
arrivare ad una completa resa.
«Delizioso»
sussurra sulla giugolare facendomi propendere verso di lui
offrendogli il collo.
Sento i suoi denti strisciare lungo il collo
mentre il mio cuore batte furiosamente amplificando molto di
più
l'odore del mio sangue. Lo sento mugolare soddisfatto aderendo per la
prima volta contro il mio corpo lasciandomi in trepidante attesa di
sentire i suoi denti affondare nella carne.
«Fallo»
bisbiglio sentendo il mio corpo liquefarsi.
«Stavolta chi è
stato fregato?» esulta alzandosi velocemente tenendomi
ugualmente
con le ginocchia ferma sul letto. Impiego qualche secondo prima di
elaborare le sue parole e in quel momento vorrei solo sprofondare
sotto terra. La mia mente continua a farmi rivivere il momento in cui
ho ceduto con quella voce languida contro la quale non posso
difendermi.
Sogghigna
vittorioso prendendosi la sua dannata rivincita, prendendomi a sberle
mentalmente mi siedo guardandolo bene negli occhi ripensando come
questa sia comunque una piccola vincita.
«Bene!»
esclamo come se la cosa non mi avesse toccato minimamente,
«Ora che
siamo pari forse potremo fare i seri e concentrarci su
Katherine.»
Se
prima i suoi occhi erano vispi e divertiti, ora si fanno più
cupi
creando una barriera invisibile tra di noi che tuttavia riesco
chiaramente a sentire.
«Cos'è
che mi stai nascondendo?»
«Elena
Elizabeth Morrow Gilbert!» urla Caroline spalancando la porta
della
stanza entrando come una furia. Damon è abbastanza furbo da
usare la
sua velocità per portarsi da andare dall'altra parte della
camera
vicino alla finestra.
Caroline
può anche sembrare una bambola con fattezze umane ma riesce
a
trasformarsi in pochissimi secondi in un vero e proprio carro armato
e nonostante sia decisamente più giovane di Damon, se fossi
in lui
non la sottovaluterei troppo. Dà anima e corpo per difendere
i
propri amici e sulla sua lista io occupo un bel primo posto,
aggiungerei purtroppo in questo caso.
«Hai
passato qui tutta la notte?» sbotta mettendosi le mani sui
fianchi
arrabbiata.
«Barbie
calmati, è al sicuro qui. Non le è successo
nulla» interviene
Damon cercando nel suo particolarissimo modo di calmarla.
Si
avvicina a grandi falcate verso il letto squadrandomi da capo a piedi
notando purtroppo la breve striscia rosa sul palmo della mia mano.
«E
questa?» sbraita guardando in cagnesco Damon con ancora la
mia mano.
«Sono
caduta. Colpa mia.» mi affretto a dire cercando di calmarla.
Se non
fosse già morta sarebbe sul punto di farsi venire un infarto.
«Possiamo
risolverla facilmente...» dice Damon azzannandosi il polso da
cui
inizia a sgorgare del sangue.
«Non
ci provare.» sibila tirandomi giù dal letto.
«Faremo tardi a
lezione. Muoviamoci.»
Riesco
solo a guardarlo di sfuggita prima di venire trascinata a rotta di
collo fuori dalla casa e possibilmente il più lontana
possibile dal
maggiore dei Salvatore.
Saliamo
sulla sua macchina in religioso silenzio, so che si sta trattenendo
dal farmi una delle sue romanzine e per questo gliene sono grata e,
beh, una piccola parte la ringrazia anche per avermi tirato fuori da
quel momento imbarazzante.
«Pensavo saresti tornata.» dice
aprendomi lo sportellino del cruscotto rivelandomi così
tutto il
contenuto per sistemarmi e togliermi l'alone nero sotto gli occhi.
Guardando il mio riflesso nello specchietto ricevo un altro schiaffo
mentale per essermi sentita minimamente desiderabile.
«Damon
è restio a collaborare.» sbuffo saltando sul
sedile posteriore per
cambiarmi velocemente i vestiti fin tanto siamo isolate.
«E
questo cosa vorrebbe dire? Che senso ha mettersi nel suo
letto?»
Bene. È entrata nella modalità schizzofrenica.
«Lo
stavo aspettando e mi sono addormentata.»
Sospira pesantemente
immettendosi sulla strada principale. Non mi chiede altro ma
è
chiaro cosa le sta frullando per la testa, è preoccupata e
non c'è
nulla che possa fare per calmarla. Anzi, forse sì se solo
lasciassi
perdere sia Katherine che Damon.
Quando
arriviamo al parcheggio incontriamo subito Stefan, ha deciso di
unirsi a noi durante il periodo del liceo in caso Katherine si
facesse viva dato che non ho modo di riconoscerla. Non ci sono fote
di lei nè suoi ritratti dell'epoca in cui è
arrivata qui in
America. Nulla di nulla.
Le
sue descrizione da parte di chi l'ha realmente conosciuta sono un
punto morto, potrebbe essere chiunque ed è proprio questo il
pericolo per me.
Se
mi trovasse e non fossi preparata non avrei nemmeno un briciolo di
speranza.
Si
può dire che ho solo un nome: Katherine Petrova.
Stefan
si avvicina sorridendomi raggiante allungandomi il caffè con
un
muffin nella busta bianca ma poco prima di passarmi il sacchetto vedo
il suo sguardo superarmi puntando in un punto dietro di me. Mi volto
automaticamente fremendo rirovandomi a fissare un uomo dai capelli
ricci che ci sta fissando apertamente sfoggiando un sorriso
smagliante.
«Vampiro?»
sussurro mentre i miei due amici mi affiancano dandogli un chiaro
segnale. Con la coda dell'occhio vedo Stefan scuotere lentamente la
testa sostenendo lo sguardo dell'intruso.
L'uomo
dondola per un attimo sui piedi ficcandosi le mani in tasca senza mai
smettere di sorriderci, è una sfida. Ci sta provocando e non
capisco
il motivo per cui loro rimangono fermi, quasi paralizzati al loro
posto.
«Sai
chi è?» domanda Stefan a Caroline ma dal suo tono
capisco che
conosce già la risposta.
«Sì.»
Alza
il braccio salutandoci da lontano prima di allontanarsi
tranquillamente salendo su un SUV nero guidato da un ragazzo che
probabilmente deve avere la nostra età.
«Chi
sono?» chiedo attaccandomi al suo giubotto per richiamare
l'attenzione di Stefan.
«È
qui.» m'interrompe Caroline iniziando a guardarsi intorno
agitata.
«Dobbiamo chiamare Klaus.»
«No.»
replica pacatamente lui evitando di attirare attenzione su di noi.
«Sta giocando.»
«Katherine?»
azzardo sentendo un nodo allo stomaco. È qui, è
arrivata per me.
Sento l'adrenalina iniziare a scorrermi nelle vene e il mio corpo
iniziare a prepararsi come se dovessi scattare da un momento
all'altro.
Non rispondono ma il loro sguardo è abbastanza chiaro.
«Devo
andare» bisbiglia Stefan iniziando a trafficare con il suo
cellulare.
«Cosa?»
esplode Caroline piazzandosi davanti a lui. «Sei
impazzito?»
«Non
ti preoccupare. Se la conosco bene starà andando da mio
fratello.»
tenta di rassicurarla provocando invece a me una fitta allo stomaco.
«Ed Elena è sicuramente più al sicuro
in questo momento con noi
due lontano.»
«Non
possiamo più fidarci di lui!» esplode fermandolo
nuovamente
mettendogli una mano sul petto. Stefan ruota la testa verso di me
prima di tornare a guardare nella sua direzione.
«È
mio fratello»
«E quella è Katherine. Lo sai bene
l'effetto che
ha su di lui.» gli ricorda e per me è come
ricevere dei calci in
pieno stomaco leggendoci dietro i loro silenzi e le loro parole non
dette molto più di quello che in realtà
vorrebbero che sapessi.
"L'effetto
che ha su di lui", Damon è innamorato di lei, penso
trattenendo
le lacrime. Ecco perché l'odio per lui, ecco
perché si è sempre
tenuto lontano da Klaus e dal suo stesso fratello.
Non mi vuole
addestrare per sconfiggere Katherine perché questo mi
permetterebbe
di avere una chance di ucciderla e lui non vuole perderla.
E
se fosse stato tutti questi anni insieme a lei? Quando Klaus l'ha
chiamato per me, l'ha portata con sé e ora
troverà il modo per
finire il lavoro iniziato anni fa.
Guardo
Stefan e Caroline parlottare senza afferrare una sola parole sentendo
la testa girare al ricordo del mio risveglio e di come mi sono
sentita ogni volta che incrociavo il suo sguardo anche solo per
sbaglio quando lui cercava in tutto e per tutto di evitare di
guardarmi.
Ammissione
di colpevolezza, ecco cos'era quel distacco.
Stefan
si allontana fino alla sua macchina sfrecciando via velocemente dal
parcheggio della scuola.
«Lei
sa chi sono...» sussurro guardandomi intorno e tenendomi
strette le
braccia intorno al corpo come se quel gesto potesse creare una
barriera tra me e il mondo esterno.
Stupida,
sciocca, Elena.
Per la prima volta affronto una scomoda realtà:
morirò e sarà per mano di Katherine.
|
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Capitolo 6 *** The Servant of Nature ***
BTE
CAPITOLO
5
La
villa di Klaus brulica di persone ma nello stesso tempo non
è mai
stata così silenziosa come lo è ora. Si avverte
l'aspettativa che è
nell'animo dei presenti, pronti a proteggere il loro leader ad ogni
costo e quella sottospecie di figlia che si ritrova, ossia la
sottoscritta.
Stefan,
che prima passava la maggior parte del tempo qui, è
scomparso da più
di tre giorni e con lui Caroline che per ovvi motivi preferisce
rimanere accanto al proprio creatore in un momento del genere
piuttosto che fare da balia ad una ragazzina. Quello che mi sorprende
però è la calma di Klaus -capisco che la sua
duplice natura lo
protegga da qualsiasi minaccia, ma credo di scorgere qualcosa di
più
profondo dietro quegli occhi, una trepidante attesa.
Come se
sapesse che all'arrivo di Katherine mancano soltanto una manciata di
minuti.
Andare
a scuola invece si è rivelato essere più
difficile di quanto
pensassi. Senza Caroline e Stefan sono seguita dagli ibridi di Klaus
e sono strettamente sotto il loro sguardo mentre un altro gruppo si
diverte a setacciare l'intero edificio scolastico alla ricerca di
qualche intruso. Almeno si sono evitati l'iscrizione al liceo, ma
dubito che sarà così ancora per molto. Alla
minima avvisaglia Klaus
aumenterà le misure di sicurezza e forse in quel caso non mi
sarà
nemmeno permesso di tornare a scuola, perfino la strega di Klaus
è
stata messa sotto protezione ma a dirla tutta, è l'ultima
persona
che potrebbe avere bisogno l'aiuto di licantropi o vampiri.
«Non
ti sei stancata di averli sempre intorno?»
Sussulto spaventata
ritrovandomi Kol ad un palmo dal naso. In meno di un secondo mi
ritrovo schiacciata contro il suo corpo dalla sua stretta salda
mentre l'altra mano mi obbliga a guardarlo dritto negli occhi.
«Vedo
che sei cresciuta piccola Elena Gilbert.»
«Mikaelson.»
lo correggo prima di venire trafitta dai suoi occhi.
«Mikaelson?»
ripete ridendo di me lasciandomi andare con una spinta. Vedo gli
ibridi di Klaus intorno a noi che assistono impotenti al siparietto e
questo è quel tanto che basta da farmi ribollire il sangue.
Sento il
paletto premermi sul fianco, ma con un vampiro originale come Kol
è
perfettamente inutile.
«Non sei mia sorella.» sibila tornando
vicinissimo al viso.
«Kol.»
Lo vedo fare una smorfia prima di
voltarsi verso suo fratello Elijah. «Lascia stare la
ragazza.»
continua sospirando come se solo dover pronunciare quelle parole
fossero uno sforzo.
«Ora
adottiamo i randagi?» chiede disgustato rivolgendomi
un'occhiata
schifata prima di allontanarsi da me lasciando via libera agli ibridi
che si affrettano a riacciuffarmi per riportarmi indietro da Klaus.
«Perché vuole la mia strega?» chiede ad
Elijah.
«Conosci
bene gli antenati di Bonnie Bennett. Non ne esiste un'altra che
può
attingere a quel potere» gli spiega pragmaticamente.
«Lei è mia
e non permetterò che diventi il nuovo burattino di
Klaus.» dice
enfervorato.
«Oh
ma siamo sicuri che l'hai portata con te.»
È
l'ultima cosa che sento prima di essere portata troppo lontano per
sentire di più.
Per
tutto il ritorno non faccio altro che ripensare a Kol e a quel breve
dibattito con suo fratello, e non posso fare a meno di chiedermi se
anche lui ha come tutti un punto debole.
Una
strega.
Bennett,
Bonnie Bennett.
«Perché
non posso andare?»
Klaus smette per un attimo di dipingere per
guardarmi; mi sono accoccolata sul divano osservandolo
dipingere sapientemente con tratti decisi ma tuttavia delicati. Non
un errore, ha creato una perfetta armonia di colori.
«Sai
perché Damon Salvatore si è sempre tenuto alla
larga da noi?»
domanda retorticamente, perché è più
che evidente che non ne ho la
più pallida idea. Certo, non ha mai dimostrato una forte
simpatia
nei mie confronti ma dubito che sia solo per colpa mia.
«Ha
paura di essere soggiogato.» mi spiega molto semplicemente
ricordandomi come i vampiri originari sono nettamente superiori alla
loro progenie tanto da poter avere un'influenza assoluta sulla loro
psiche. «Si avvelena con la verbena piuttosto di correre il
rischio,
ma come per gli umani con il sangue di vampiro, è abbastanza
semplice liberarsi della sua protezione quindi rimane a debita
distanza.»
Annuisco
portandomi le ginocchia al petto: «Deve ringraziare Stefan se
gli ho
permesso di essere un cane sciolto.»
«Hai
paura che mi faccia del male?» domando sinceramente curiosa.
«Ho
paura che il suo amore per Katherina possa portarlo sulla rotta
sbagliata.» mi spiega. Lui e i suoi fratelli sono gli unici a
chiamarla in quel modo più europeo.
Torno
in camera amareggiata più che arrabbiata continuando a
sentire nella
mia testa le parole di Klaus ed è lì che trovo
Damon seduto
placidamente sul divanetto sotto la finestra in apparente attesa.
«Sei qui per uccidermi?»
Inclina
leggermente la testa sogghignando: «In quel caso non dovresti
urlare?»
«Come
sei riuscito ad arrivare qui senza farti prendere?»
Fa
spalllucce alzandosi lentamente arrivando a un passo da me:
«Ho i
miei metodi»
«Hai
una strega» ribatto. Sono stata abbastanza tempo con Klaus da
carpire alcuni segreti, come i vari oggetti a cui sono legati per
poter camminare sotto la luce del sole e per farlo c'è
bisogno di
una strega che acconsenta.
«Perspicace.»
«Lo
so.» ribatto fronteggiandolo, «Hai incontrato
Katherine?»
«Ha
importanza?» chiede, «Vuoi incontrarla?»
«Voglio
ucciderla.» chiarisco estraendo il paletto appoggiando la
punta nel
suo stomaco.
«Damon!»
lo chiama con mia grande sorpresa Stefan accucciato sulla finestra
guardando il fratello con disapprovazione ma anche con
complicità
visto che si guarda intorno alla ricerca di eventuali fonti di
disturbo come possono essere gli ibridi di Klaus. È come
ricevere
una pugnalata in pieno petto, il tradimento forse più grande
anche
se capisco che a volte bisogna porre davanti la famiglia anche
davanti ai propri ideali. Credevo fosse dalla mia parte ma
evidentemente tutto era dovuto all'influenza di Klaus. Deve aver
trovato un modo per baypassarlo e posso scommettere che c'entra la
strega che hanno assoldato.
I
nostri sguardi si incontrano per un breve secondo e dai suoi occhi
capisco che non si aspettava di trovarmici dentro,
«Elena.»
Sento
le lacrime salirmi agli occhi ricordandomi brevemente la prima volta
che li ho incontrati. Dovevo decidere se affidarmi a loro o restare
nella verbena come protezione dagli esseri come loro, ma Damon
è
riuscito a trascinarmi fuori sfidando il nemico naturale dei vampiri.
Mi
sembra di essere precipitata ancora una volta in quello stallo, ma
stavolta Damon non si avvicinerà per salvarmi dalla minaccia
al
contrario, potrebbe portarmi dritto dritto da lei.
«Non
è come sembra» si affretta a dire.
«No?»
chiede Damon inarcando le sopracciglia come se fosse sorpreso
ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte del fratello.
«Vieni
con noi.» mi propone Stefan allungando una mano invitandomi
ad
uscire dalla finestra. Non avrei paura di saltare dal secondo piano
sapendo che c'è lui a proteggermi, almeno non avrei avuto
paura un
tempo, prima di vederlo sparire per Katherine.
La
proposta però dura molto poco e i loro sguardi vengono
attratti da
qualcosa fuori dalla finestra: «Non ora.» borbotta
Stefan guardando
in tralice Damon.
«Nè
mai.» specifico.
Potrei urlare e scappare fuori dalla porta,
sicuramente troverei qualcuno pronto a sabotare il piano dei
Salvatore, eppure rimango qui in apparente attesa, quasi come se
volessi vedere fino a che punto arriveranno a tradirmi.
«Lucy
non ha più tempo.» continua Stefan.
Damon
annuisce brevemente: «Vai. Ti seguo.»
Dopo alcuni secondi di
reticenza Stefan si lascia andare cadendo nel giardino retrostante
della villa.
«Non
raccontarlo a Klaus.» mi avverte.
«Oh, certo. Perché non
dovrei? Siete venuti qui per...» inizio a dire prima di
rendermi
conto che non ho la più pallida idea delle loro intenzioni.
«Cosa
diavolo volevate fare?» sbotto esasperata.
«Non
dirglielo, sarebbe pericoloso.»
«Ammaliami
allora.» lo sfido, «Klaus non ha fatto altro che
tenermi al
sicuro.»
Alza
le spalle: «O sfruttarti.»
«Mi
ha protetto.»
«Ti ha usata.» replica guardandomi con i suoi
occhi glaciali, «Gli servivi per i suoi stupidi ibridi e se
scoprirà
che siamo arrivati così vicini a te, sarà la
fine.»
«Mi ha
cresciuta.» bisbiglio ripensando a come per buona parte della
mia
vita è stato un punto fermo, un riferimento. Ha sostituito
la figura
paterna che mi era stata tolta, esattamente come Caroline si
comportava come una madre nei miei confronti sin da quando è
entrata
nella mia vita.
«Ti
porteremo al sicuro»
«No.
Non posso fidarmi di voi. Eravate e siete innamorati di
Katherine»
Avanza
nuovamente prendendomi per le spalle: «Ti sbagli su di
lei»
Tento
di divincolarmi ma la sua forza supera nettamente la mia impedendomi
qualsiasi movimento: «Ne sei innamorato. L'ho
capito.» sibilo
infastidita.
Rimane
in silenzio per attimi che sembrano un'eternità,
«Un tempo sì.
Qual'è il punto?»
«Che
non eri qui a Mystic Falls per stare con quella puttana
assassina.»
sbotto arrabbiata reprimendo la voglia di urlare a squarciagola.
«Non
l'ho mai lasciata.»
«Oh
questo l'ho capito bene.»
«Non
lei. Mystic Falls.» sussurra ad un soffio dalle mie labbra
fissandomele ardentemente.
È
sbagliato e insensato, ma vorrei che mi baciasse. Ora, in questo
esatto momento.
«Impossibile. Stefan era solo e ho passato
sicuramente molto più tempo di te in camera tua.»
gli rivelo, ormai
cos'ho da perdere? Katherine si è portata via prima la mia
famiglia
e ora anche loro.
Nulla
tornerà come un tempo; purtroppo ho capito troppo tardi che
non ci
sarebbe mai stato un futuro per me finché quella vampira
sarebbe
stata in vita.
Pensavo
davvero di potermi ricreare degli affetti?
Sono
stata cresciuta vivendo dell'odio che nutro per lei. Non c'è
posto
per tutte e due su questa faccia del Pianeta, o me o lei. Non
c'è
un'altra scelta.
«Lo
so bene. Il tuo profumo era ovunque» bisbiglia chinandosi su
di me
respirando l'odore del sangue sul mio collo.
«Vuoi
uccidermi per conto di Katherine? Provaci.»
Lo
sento sorridere sulla mia pelle prima di lasciare un bacio sulla vena
del collo.
«Non
lo farò mai, nè lei vuole vederti
morta.»
Mi
rivela lasciandomi di stucco prima di usare la sua velocità
da
vampiro per raggiungere la finestra: «Ti porteremo al sicuro
quanto
prima.» dice prima di lasciarsi scivolare fuori.
Corro
verso la finestra guardando il giardino sul retro praticamente vuoto,
solo al limitare con il bosco scorgo due figure nere. È
Caroline
accompagnata da un ibrido di Klaus, Tyler.
Guardano
entrambi nella mia direzione aspettando l'arrivo di Damon che non
tarda di certo ad arrivare. Scompaiono velocemente tra gli alberi,
solo Tyler rimane a guardare nella mia direzione.
Rimango
per un tempo incalcolabile davanti alla finestra aspettando di
vederli spuntare nuovamente per spiegarmi meglio cosa sta succedendo
perché ora ci sono più domande che risposte.
Klaus
non può essere pericoloso...non potrebbe mai farmi del male
o
usarmi, casomai sono io che ho approfittato fin troppo della sua
generosità.
Si
è fatto carico di me senza mai chiedermi nulla in cambio.
Cosa
hanno fatto i fratelli Salvatore per me? Mi hanno trascinato fuori di
casa quando mi hanno trovato, ma sono stati proprio loro a portarmi
da Klaus per la mia sicurezza. C'è solo un'altra spiegazione
possibile per averlo fatto, ed è perché proprio
lui ha usato la sua
influenza come vampiro originario su di loro, ma perché
farlo?
Perché Katherine si è presa la briga di uccidere
la mia
famiglia? Sarà anche psicopatica e crudele come mi ha sempre
detto
sia Stefan che Caroline, ma una cosa di lei l'ho capita chiaramente.
Non
si sporca le mani inutilmente nè si metterebbe in pericolo
per una
sciocchezza.
Deve
aver visto nella mia famiglia una vera minaccia per lei, ma quale?
Cosa avevano i miei genitori da farle temere per la sua vita tanto da
voler sterminare la mia famiglia?
«Quindi
tu sei...» dice una voce femminile alle mie spalle,
«Elena?»
Sulla
porta c'è una ragazza afroamericana con grandi ricci che le
cadono
sulle spalle.
«Tu
sei Bonnie. La strega.»
China
la testa di lato reprimendo una risata. «Posso dire di te
molto
peggio.»
«Non
pensavo che nel mondo in cui vivamo fosse un insulto.» tento
di
scusarmi stringendomi nelle spalle. Così è lei
che Kol ha così
tanto a cuore da tenere lontano da suo fratello.
«Preferisco
una definirmi una serva della natura...»
|
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Capitolo 7 *** Escape ***
BTE
È ormai chiaro che Katherine si trova
qui fuori, nascosta da qualche parte insieme ai fratelli Salvatore;
perché ormai è ovvio che loro sono stati
soggiogati da lei.Un
comportamento del genere me lo sarei aspettata da Damon, il fratello
che se ne è sempre restato fuori da Mystic Falls e da
qualsiasi
problema dei vampiri. Non è mai stato un vero vampiro, non
ha mai
voluto avere niente a che fare con me. La piccola guastafeste che ha
recuperato in un campo di verbena troppi anni prima. Nella sua vita
sono semplicemente un battito di ciglia, nulla più.
Un fastidio
che ben presto sarà svanito dalla sua vita come
chissà quante altre
persone.
L’unico elemento costante sembra essere quella
vampira:
Katherine.
È ovvio che non gli sono mai andata a genio,
come gran
parte dei vampiri che ho conosciuto, sono devota alla sua completa
distruzione e lui…ne era innamorato. O meglio, lo
è ancora.
Dentro
di me ho sempre saputo che qualsiasi cosa avessi fatto, nulla avrebbe
potuto smuovere un qualsiasi sentimento nei miei confronti.
Non
l’ho mai ammesso nemmeno con me stessa così
apertamente, eppure
questi pensieri sono stati sempre lì, appena sotto la mia
scorza
dura fino a esplodere nel momento meno opportuno.
La verità è
che quel vampiro ha rubato una parte di me dal momento esatto in cui
ho incrociato i suoi occhi per la prima volta tra la verbena. Non
poteva esistere luogo più perfetto e nello stesso tempo
più
sbagliato al mondo.
Tutto in lui non può essere più
sbagliato di
così.
Stefan invece, beh…Stefan è
semplicemente Stefan.
Non
credo di aver mai conosciuto un vampiro con così tanta
umanità come
lui. È esattamente l’esatto opposto di suo
fratello che invece non
può essere più vampiro di così.
Egoista ed egocentrico, non ha
altri pensieri se non quelli strettamente legati alla sua
persona.
Non c’è posto nel suo cuore per
nessuno.
Probabilmente
Katherine occupa i suoi pensieri solo perché è un
retaggio della
sua vita umana.
Quello che mi domanda è come Stefan si sia
potuto alleare con lei dopo tutto quello che abbiamo passato insieme.
Pensavo che ci tenesse a me, che mi avrebbe protetto sempre da tutto
e da tutti.
Evidentemente è una delle tante cose di cui mi
sono
sbagliata.
A questo punto non credo di potermi fidare nemmeno di
Klaus. Cosa gli impedisce di scambiarmi in cambio di qualche favore?
o per raggiungere i suoi scopi?
Ho imparato a conoscerlo, so che
non si lascia sfuggire una buona opportunità quando gliene
si
presenta davanti una. Io sono una sorta di debolezza per lui,
l’unica
parte vulnerabile della sua vita. Per quanto accetterà
questa
situazione.
Devo andarmene.
«Non riusciresti a fare nemmeno tre
metri senza il permesso di Klaus.»
Mi volto sorpresa trovandomi di fronte
la strega di Kol, Bonnie. Da quando è arrivata pare che le
misure di
sorveglianza siano state leggermente allentate fuori dalla casa ed
è
per questo motivo che pensavo di avere qualche chance nella mia
piccola fuga improvvisata.
Sono stata stupida a pensare anche solo
per un secondo che avrei potuto avere una qualche chance con lei nei
paraggi; dopotutto gli Originali si circondano solo di pezzi rari.
Collezionano persone e talenti come ulteriore vantaggio.
È
evidente che la strega deve aver fatto qualche incantesimo.
«Io non…»
«Oh ti
prego,
non prendermi per una stupida. Nessuno ha mai avuto il coraggio di
farlo e trovo che sia assurdo che una ragazzina insulsa come te possa
davvero credere di potermi prendere in giro.»
Chiudo la bocca
zittendomi forzatamente. Nulla di quello che potrei dire mi
salverebbe dal suo sproloquio: «Per fortuna il tuo piccolo
desiderio
sembra coincidere con i piani»
«Piani?» ripeto guardinga
drizzando le spalle.
Mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa ma
c’è ben poco che posso fare contro una strega.
«Sì.
Piani.»
«Cosa vuoi fare?»
Inutile girarci troppo intorno.
Nei suoi occhi vedo la stessa determinazione che vedo ogni mattina
nei miei. «Voglio farti uscire da questo posto»
«Cosa vuoi in
cambio?»
«Nulla che tu potresti darmi restando qui con
Klaus.»
replica pacatamente stringendosi nelle spalle, «Ora, possiamo
proseguire? Abbiamo una finestra di tempo molto limitata»
Annuisco incerta. Non ho molte altre
opzioni.
Posso fidarmi e vedere dove mi porta questa alleanza o
rimanere qui ad attendere.
«Fallo.»
Si avvicina toccandomi la
fronte con due dita. «Non credere che sia pericoloso. Corri
alla
tenuta dei Salvatore e restaci, dovrebbero riconoscerti dall'odore,
ma non posso esserne sicura. Attendi fino a che...beh, lo
capirai.»
Un improvviso capogiro mi fa vacillare quel tanto che
basta da farmi finire appoggiata alla finestra, «Capirai chi
è il
vero nemico» sussurra la strega avvicinandosi pericolosamente
a me.
Cado, ma non finisco a terra come mi
sarei aspettata. Come in un sogno sto correndo nel bosco che tuttavia
è familiare, è il sentiero dei Salvatore. Proprio
quando mi rendo
conto di dove sono finisco a terra graffiandomi i palmi delle mani
con i vari sassolini e legnetti sul suolo.
Fisso con improvviso
terrore quelle piccole gocce di sangue far capolino dalla mia pelle.
Istintivamente mi guardo intorno aspettandomi di vedere comparire
Caroline con il suo fare materno per farmi smettere di sanguinare, ma
ovviamente non può venire da me.
D'un tratto è come se la bolla fosse
scoppiata facendomi rendere pienamente conto degli ultimi
avvenimenti. Cosa mi aveva fatto quella strega?
In un battito di ciglia due braccia mi
circondano spingendomi fuori tutta l'aria dai polmoni lasciandomi
boccheggiante mentre i denti lacerano la pelle tenera del mio collo
facendomi sanguinare copiosamente. I miei tentativi di liberarmi sono
del tutto inutili; non avevo mai provato la sensazione di sentire il
sangue fluire fuori dal corpo.
Con le braccia ancora bloccate e
nessuna possibilità di arrivare ai paletti che tengo sempre
con me,
la consapevolezza di essere arrivata alla fine si fa largo nella mia
mente come un fulmine a ciel sereno. Non si sarebbe fermato e io non
sarei riuscita a uccidere Katherine.
Sono vissuta tutti questi anni solo per
morire nello stesso identico modo.
L'ondata di vento freddo segna la mia
caduta. Non avrei mai pensato di poter vedere gli ultimi secondi
della mia vita, credevo fosse tutto più veloce, invece si
acquista
una consapevolezza della propria morte che mi lascia terrorizzata.
Non è la morte che temo, ma quello che
viene subito dopo.
Due figure nere saltellano davanti a me
troppo veloci per poterle distinguere. Altri vampiri, sicuramente
attirati dall'odore fresco di sangue.
Improvvisamente Damon si palesa davanti
a me chinandosi al mio fianco. «No, no, no!» sbotta
tirandomi su a
sedere mentre si porta l'altro braccio alla bocca mordendosi il
polso.
«Non provare a morire. Mi hai
sentito?» ringhia spingendo il suo polso ancora di
più sulle mie
labbra forzandomi a inghiottire il suo sangue.
Quasi senza rendermene conto inizio a
suggere come assettata sentendo una forza completamente nuova entrare
dentro di me e scorrere in ogni fibra del mio corpo. Man mano che il
tempo passa mi ritrovo addossata a lui, le sue labbra mi sfiorano la
guancia e sento il suo respiro farsi più pesante -come il
mio. Lo
divorerei, ora, in questo bosco.
«Vacci piano» bisbiglia roco
Damon allontanandomi appena dalla sua vena aperta.
Apro gli occhi forse per la prima
volta, dietro di lui Stefan con lo sguardo contrito.
Le sue labbra sono macchiate di sangue
che arriva a sporcargli anche il mento. Mi guarda con gli occhi fuori
dalle orbite inginocchiato a qualche metro di distanza da noi.
È
sconvolto, forse i nostri sguardi ora come ora si assomigliano
più
che mai.
Mi ha aggredito. Stefan.
«Non può
essere» sussurra alzandosi in piedi ma Damon è
più veloce e
lasciandomi a terra contrasta la sua avanzata con una furia tale da
spingerlo via di parecchi metri.
«Avresti dovuto riconoscerla!
Avresti dovuto sapere che era lei! L'odore Stefan! L'odore!»
«Siete per caso impazziti entrambi?
È
perfetto!» esulta una voce vicina scostandosi dal tronco di
un
albero, prima non l'avevo notata.
La guardo a bocca spalancata avanzare
di qualche passo, completamente identica a me. La mia copia sputata;
mi guarda con disprezzo mal celato dall'alto dei suoi vertiginosi
tacchi.
«Tu...» sussurro spaesata guardandola
avanzare.
«Non osare a toccarla» sibila Damon
facendomi scudo con il suo corpo. Sento i suoi muscoli tendersi,
pronti a scattare in qualsiasi momento, ma con mia grande sorpresa
non è l'unico, anche Stefan si mette a fianco del fratello
formando
una sorta di barriera che mi divide dalla mia gemella.
«Chi sei? Perché sei identica a
me?»
Sorride appena ravvivandosi i lunghi
capelli boccolati, «Quante domande inutili. Potresti
limitarti
semplicemente a morire una volta per tutte?»
Tutti i tasselli si compongono.
Caroline che mi arriccia i capelli, la
strega...«Katherine» sibilo.
Il suo ghigno è la sola conferma che
mi serve. In men che non si dica riesco a sganciare il paletto dal
mio braccio e lanciarlo con tutta la potenza che possiedo grazie al
sangue di Damon verso di lei.
In un battito di ciglia Damon mi prende
per le braccia trattenendomi mentre Stefan blocca l'avanzata
minacciosa della vampira che, essendo scappata per un soffio al mio
attacco al suo cuore, tenta nuovamente la sua vendetta.
«Uccidimi
pure.» la sfido, «Tornerò più
forte di prima»
«Non se ti
smembro prima» sibila poco prima di fermarsi inghiottendo a
vuoto.
Stefan estrae il pugnale che avevo lanciato poco prima dalla schiena
di Katherine che ora giace a terra sputando sangue.
«Perché
siamo identiche?» sbotto tentando di liberarmi dalla presa
ferrea di
Damon. Tutto il mio odio si sta riversando come fiele dentro di me.
Kathrine solleva appena la testa guardandomi dritta negli occhi.
«Siamo le discendenti di Tatia. Il suo sangue ha permesso a
Klaus di
diventare ciò che è. Dobbiamo
distruggerlo.»
|
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Capitolo 8 *** I'm a Gilbert ***
BTE
Nemmeno
nei miei peggiori incubi mi
sono mai ritrovata imparentata con Katherine Pierce, o meglio,
Katherine Petrova. Il mio aspetto, tutto di me è una sua
chiara
copia.
Doppelganger.
Sono l'esatta copia della persona che ha
ucciso i miei genitori. Tento di metabolizzare tutto quello che ho
scoperto, ma è troppo e la mia mente si rifiuta anche solo
per un
attimo di soffermarsi troppo a lungo su un determinato pensiero per
analizzarlo.
Tatia...tutto è nato con lei. Gli Originali sono
stati creati grazie ad un potente incantesimo che gli ha permesso di
acquistare delle abilità tali da essere invincibili, ma per
qualche
motivo Klaus è diverso e ha bisogno del nostro sangue.
No, non
del nostro sangue. Quello delle doppelganger umane, l'unico modo per
creare il suo personale esercito di ibridi, metà vampiri e
metà
licantropi. Un mix letale e ciecamente fedele al suo creatore; eppure
sono riuscita facilmente a sfuggire alle guardie poste intorno alla
villa di Klaus.
La nebbia sale velocemente creando quasi una sorta
di cerchio intorno alla magione infiltrandosi nel bosco che la
circonda creando un'atmosfera tutt'altro che tranquilla.
Ormai
Klaus deve essersi accorto della mia assenza, non ha mai passato
troppo tempo lontano e solo in casi eccezionali mi lasciava nelle
mani di un'attentissima Caroline. Evito di pensare alla sua reazione
nei suoi confronti quando si accorgerà della mia
“fuga”; mi
chiedo soltanto quanto tempo ci vorrà prima che si presenti
alla
porta di questa casa.
I fratelli Salvatore sono stati i primi a
trovarmi e sono sempre stata seguita da Stefan passo dopo passo. Anche
la sua scomparsa non può passare inosservata, non a lui.
Se
tutto quello che mi hanno raccontato è vero, io non ero
né più né
meno di una sacca di sangue per lui. Una garanzia per assicurarsi il
potere che desidera tanto ardentemente.
Mi
spoglio prendendo una camicia di
Damon dal suo armadio da usare per dormire nel suo gigantesco letto.
Questa camera è da sempre stata il mio rifugio e comunque
per come
sono andate le cose nessuno avrà qualcosa da dire se la
occupo.
Non
ho nemmeno bisogno del loro permesso; sono loro ad avermi trascinato
qui in attesa di chissà cosa. Davvero non si aspettano
l'arrivo di
Klaus? Sono così sicuri di loro da rimanere nella sua stessa
città
con la sola persona che può garantirgli il suo esercito?
Prendo
il paletto che avevo nascosto qualche tempo fa dietro un ripiano di
libri antichi mettendolo sotto il cuscino tenendolo stretto con una
mano. La casa è avvolta nel silenzio più totale
ma è solo una
messinscena. È palpabile la tensione che aleggia nei nostri
animi;
mi sfioro il collo dove solo qualche ora prima Stefan aveva affondato
i denti bevendo il mio sangue, ma il ricordo più vivido
è la
sensazione del sangue di Damon dentro di me.
É stato qualcosa di
completamente diverso dalle rare volte in cui Caroline mi guariva.
So
che Damon si tiene il più lontano possibile, ma è
come se fosse
tutto intorno a me. Nella stanza, nell'aria, nella testa e in ogni
mia fibra muscolare. Forse chiudermi dentro la sua stanza non
è
stata la migliore delle mosse, ma dopo tutto quello che è
successo,
non riesco a guardarli più come prima.
I sogni inoltre non aiutano a
rilassarmi, tutto quello che ho provato e tenuto in un angolo
recondito della mia mente per Damon esplode in una miriade di sogni
tutt'altro che tranquilli risvegliando desideri che non ho mai avuto
intenzione di ammettere nemmeno con me stessa; nonostante le mie
azioni inconsce rivelassero già più di quello che
avevo intenzione
di rivelare.
Non è mai stato giusto cercare
Damon o rifugiarsi nella sua stanza come se fossi autorizzata a
rimanerci; non mi stupisco del fatto che si fosse allontanato
così
tanto.
Dovevo sembrargli oltremodo patetica per i miei stupidi
tentativi di incontrarlo quando lui restava a fianco della donna che
ha massacrato la mia famiglia.
Ha sempre preferito lei a me,
nonostante sono la sua esatta copia, rimango ancora la bambina
nascosta tra le piante di verbena...la sacca di sangue di Klaus,
nulla più.
Scalcio le coperte rabbiosamente cercando di fermare
il flusso di pensieri e riprendermi dagli ultimi sogni. Non posso
continuare così.
Sposto lo sguardo verso la finestra scoprendo di
essere ancora nel bel mezzo della notte. Potrei trovare anche
un'altra stanza, di certo non ne mancano, probabilmente mi aiuterebbe
a prendere più facilmente sonno e magari sbarazzarmi della
presenza
di Damon dalla mia testa.
È il sangue, non c'è altra spiegazione
logica.
Per tornare alla vaga apparenza di normalità devo trovare
il modo di liberarmene entro la mattina.
Mi siedo al centro
dell'enorme letto guardando dritto verso la porta in silenzioso
ascolto di un qualsiasi rumore, ma i vampiri sono abili ad arrivare
di soppiatto o parlare in modo tale che le orecchie umane non possono
percepire il suono; non mi stupisco di trovare a poca distanza una
figura maschile avvolta dall'oscurità.
Per la prima volta nella
mia vita non è né Caroline né Stefan a
raggiungermi, ma il mio
corpo sembra già sapere l'identità dell'ombra
rispondendo alla sua
presenza pulsando.
Dalla finestra entra solo un debole fascio di
luce -talmente debole da non riuscire a tagliare in due
l'oscurità.
Posso solo sentire il mio respiro nella stanza, ma è come se
non
rispondessi più dei miei pensieri ormai completamente
indirizzati
verso Damon.
«Cosa vuoi?» sibilo cercando di mascherare
l'emozione.
«Mi hai chiamato.» risponde semplicemente restando
nell'ombra, «E con Katherine sotto lo stesso tetto non
è una
cattiva idea avere qualcuno che ti protegge quando sei più
vulnerabile»
«Non ti è mai importato nulla di me. Non posso
credere che ti senti di punto in bianco ti senti responsabile per
me»
sbotto tagliente stringendo forte le lenzuola nei pugni.
Si
avvicina al letto lentamente sedendosi appena sul bordo lasciandomi
il mio spazio, «Ci sono momenti in cui odio la memoria umana
mentre
io sono condannato a conservare ogni singolo ricordo della mia
vita»
Ancora prima che posso dire qualcosa annulla la distanza:
«Bevi» mi ordina con tono perentorio aprendosi una
ferita sul
polso.
«Sto bene. Sono guarita» gli faccio notare
spostando i
capelli in modo da potergli mostrare la linea del collo. Il morso di
Stefan è guarito completamente senza lasciare alcun segno;
mi
sono
già assicurata di togliere qualsiasi traccia di sangue
rappreso prima di andare a letto.
«Voglio che tu abbia in circolo da ora in poi sempre un
po' del sangue di un vampiro» continua Damon ignorando
platealmente
le mie proteste.
«Cosa? No!» tuono allontanandomi da lui, ma non
sembra volermela dare vinta. Si allunga sul letto prendendomi per la
vita e riportandomi al punto di partenza.
«Qualsiasi cosa accada,
voglio accertarmi che tornerai in vita. In un modo o in un
altro»
dice scuro in volto aprendo di nuovo la ferita che nel frattempo si
era rimarginata.
«Non diventerò mai un vampiro»
«Allora
questo non farà altro che spingerti a rimanere in vita e non
arrenderti»
In un battito di ciglia mi ritrovo il polso di Damon
premuto sulle labbra obbligandomi ad ingerire il suo sangue. Di
nuovo.
Il suo profumo m'invade le narici mentre il mio corpo
inizia a desiderare sempre più sangue inghiottendone
più del reale
bisogno. Mi ritrovo a cavalcioni sulle sue gambe schiacciata contro
di lui spingendo il polso contro le labbra.
«Elena...» sussurra
con il viso tra i miei capelli e la bocca estremamente vicina al mio
collo.
Per la prima volta in tutta la mia vita desidero il morso
di un vampiro ed è probabilmente per questo motivo che
espongo
ancora di più il collo lasciandogli la
possibilità di mordermi
staccandomi appena dal suo polso. Sento il suo sangue bagnarmi ancora
le
labbra e non posso trattenermi dal raccogliere quelle ultime gocce
con la lingua.
Quando riapro gli occhi trovo i suoi alterati dalla
brama di sangue.
«Vedo
che siete entrambi svegli,
perfetto» sghignazza Katherine. Rotolo immediatamente via
dalle sue
gambe recuperando il paletto da sotto il cuscino.
«Ancora questa
storia?» sbuffa la vampira alzando gli occhi al cielo. Non
riesco
ancora ad abituarmi al suo aspetto, né credo di potermi
specchiare
senza ricordarmi di lei.
«Scendete. Abbiamo alcune cose da
discutere prima che sorga il sole» dice infine uscendo dalla
stanza
seguita subito dopo da Damon.
Infilo il paletto nella manica della
camicia ringraziando l'altezza del maggiore dei Salvatore in modo
tale che la camicia arriva a coprirmi almeno fino a metà
coscia. Non
che ci sia probabilmente qualcosa che i due vampiri non hanno visto
in riflesso di Katherine dato che entrambi sono stati i suoi amanti.
Trattengo un conato di vomito quando la vedo davanti al camino
flirtare con Stefan.
Sul tavolino un plico di fogli bianchi con
una penna posata sulla prima pagina.
«Quello è per te» mi
spiega Stefan seguendo il mio sguardo allontanandosi dalla vampira.
«Per me?» ripeto
sedendomi sul divano e sporgendomi quel tanto che basta da poter
leggere quello che risulta essere un contratto.
«Ma...mi state cedendo la proprietà della
casa?»
Guardo i due vampiri posti davanti a me dall'altra parte
del tavolino annuire in sincrono.
«Avrai il completo controllo di
questa casa. Sarai al sicuro» spiega Stefan calmo. Mi
rannicchio sul
divano portando le gambe sotto la camicia alla ricerca di un po' di
calore; con il camino principale della casa spento, le stanze sono
più fredde che mai ma, essendo l'unica umana presente, sono
anche
l'unica a soffrire il freddo. Mi sciolgo i capelli cercando un
ulteriore scudo per il freddo che aleggia in tutta la
magione.
«Firma, Klaus non potrà entrare se non sarai tu
stessa
ad invitarlo» m'incita Damon abbassando lo sguardo
nascondendo
ancora una volta la brama di sangue. Stefan si volta verso il camino
toccandosi gli occhi; un gesto che fa ogni volta che il richiamo del
sangue diventa troppo per lui, come se voltandosi mi chiudesse al di
fuori di una stanza.
Entrambi trattengono il respiro agitati,
«Cosa diavolo sta succedendo?» sbotto iniziando a
spaventarmi
nonostante Katherine rimane immune a qualsiasi tentazione possa dare il
mio sangue.
So anche che nel caso di bisogno non potrei lasciare la mia sicurezza
nelle sue mani. Non riesce a nascondere il disprezzo che prova verso di
me. Se
l'istinto di vampiro dovesse prevalere su uno dei due o su entrambi,
sono sicura che non li fermerebbe.
«Oh ragazzina, entrambi stanno
fremendo di desiderio.» dice Katherine mettendosi in un
secondo
davanti a me. Mi porta i capelli davanti allacciandomi bene la
camicia fino a quasi l'ultimo bottone;«Stefan ha assaggiato
il tuo
sangue, una cosa che si era ripromesso di non fare dal momento stesso
in cui ha riconosciuto in te le mie fattezze.» spiega
arricciando il
naso.
«Katherine...» la riprende Damon, ma è
ovvio che la vampira non intende fermarsi.
«E Damon...oh già,
lui ti ha dato il suo sangue per guarirti.» ridacchia
allontanandosi
in modo felino guardandoci come se fossimo una specie di caso umano.
«C'è uno spareggio per entrambi. Il tuo caro
Stefan, il vampiro
che ti ha visto crescere ora dovrà controllarsi ancora di
più in
tua presenza. Il sangue delle Petrova è molto zuccherino,
una vera
tentazione per qualsiasi vampiro.»
Damon scatta in avanti
prendendola per il collo e sbattendola contro la libreria. L'impatto
è talmente cruento da far cadere alcuni libri dagli scaffali
più in
alto. Katherine però non sembra affatto turbata anzi, ride
di gusto
liberandosi un secondo dopo della sua presa.
«Dille la verità,
dille che vorresti affondare i denti nella sua tenera pelle
assaggiando il suo sangue mentre spingi dentro di lei»
sussurra non
curandosi minimamente di me.
Gli occhi di Damon diventano per
pochi istanti quelli di un vampiro prima di sopprimere qualsiasi
istinto suscitato dalle parole della vampira in qualche parte
recondita del cervello.
«Basta!» sbotto non riuscendo più a
sopportare oltre questa situazione.
Katherine sorride soddisfatta nella mia direzione. Non
impiego molto ad arrivare al plico di fogli e firmare velocemente
l'atto che mi rende proprietaria di questa casa ponendo così
fine a
tutto. I tre vampiri mi guardano con gli occhi di fuori trattenendo
il fiato prima di scappare fuori dalla porta fermandosi di colpo solo
quando raggiungono l'esterno.
«Elena» mi chiama
Stefan apprensivo
tentando di entrare senza successo.
Li raggiungo camminando
lentamente verso di loro.
«Credo che farebbe bene a tutti
schiarirsi un po' le idee» dico chiudendo la porta in faccia
prima
che possano leggere il turbamento di quelle parole sul mio volto.
Non
sono solo loro che devono tornare in sé, anche io devo
riprendere il
controllo della mia mente respingendo qualsiasi desiderio riguardante
un certo vampiro.
Sono una Gilbert.
L'ho scordato per troppi
anni.
Non sono mai stata una Mikaelson e non diventerò nemmeno
una Salvatore.
Sarò per sempre una Gilbert, non si può cambiare
ciò che si è e nel sangue ho i geni di una delle
famiglie che hanno
costruito Mistyc Falls proteggendola dai vampiri, non posso
continuare a tradire la mia famiglia.
«Sono una Gilbert...»
sussurro spostandomi dalla porta.
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Capitolo 9 *** Revelation ***
BTE
CAROLINE
POV
L'unico motivo
per cui la nostra testa
non è impalata ed esposta al Mondo è solo
perché Klaus segue una
pista su per gli Appalachi su un gruppo di lupi che dovrebbero
arricchire le file del suo esercito.
Se solo sospettasse il
tradimento, ci ritroveremmo tutti con un bel pugnale piantato nel
cuore.
Sento la presenza di Stefan sul retro della casa ancora
prima di vederlo, si volta appena nella mia direzione prima di
tornare con lo sguardo verso la casa. «Cosa stai
facendo?»
«Elena
è diventata la proprietaria» spiega stringendosi
nelle
spalle.
«Perché sei qui fuori? Non mi dire
che...»
«Esattamente.» dice con un mezzo sorriso sulle
labbra,
«Si rifiuta di invitarci. Forse è meglio
così dopotutto»
Fissiamo
la casa per un tempo imprecisato guardando la linea del sole
illuminarla interamente poco a poco e dissipando la nebbia che
aleggiava come una cortina impenetrabile intorno.
«Katherine?»
domando guardandomi intorno. Ho intravisto Damon un paio di volte
nella sua ronda, mai una volta la copia di Elena.
«Si sta
preparando» risponde atono Stefan avanzando di qualche passo
verso
la casa.
«Se Klaus trova un nuovo branco, avrà bisogno di
Elena
e non di quello della sua copia guastata» gli faccio
presente.
«Toglieteli Elena e...non voglio nemmeno pensare alle
conseguenze»
Questo piano non farà altro che portarli tutti
dritti verso la loro distruzione, non c'è un modo per
sfuggire a
Klaus e anche se le streghe si sono unite alla nostra causa, cosa non
le impedirà di farci fuori non appena avranno trovato un
modo per
cancellare Klaus dalla faccia di questo pianeta?
Per loro siamo
degli abomini della natura da eliminare. Nulla più, un
errore.
Gli
Originali sono gli unici che riescono a tenerle a bada, senza di
loro, senza Klaus soprattutto, diventeremmo solo loro vittime.
«Ti
prego Stefan. Non potrei sopportare che ti facesse del male»
lo
prego prendendogli il volto tra le mani. Questa follia deve finire.
Non mi sembra che Klaus la stava trattando male. Probabilmente
è
la ragazza più viziata del mondo. L'ha trattata come una
figlia sin
dal primo momento e con lui Stefan che non si è mai tirato
indietro
quando si trattava di lei. L'ossessione per le Petrova non sembra
conoscere fine.
«Utile avere asservita la bambolina di Klaus,
vero fratellino?» mi schernisce Damon unendosi a noi nel
giardino
sul retro appena sotto la gradinata.
Damon Salvatore, la mia spina
nel fianco e probabilmente quella di qualsiasi vampiro con cui abbia
mai avuto a che fare.
«Vi prego...» sospira Stefan pizzicandosi
la base del naso.
«Elena è lì dentro, dobbiamo trovare un
modo
per entrare in casa e parlarle»
«Vado io, dopotutto l'ho
cresciuta io» mi offro volontaria ma la mia avanzata viene
bloccata
proprio da Stefan.
«No, hai troppi contatti con Klaus ed è
meglio se non hai la capacità di entrare. È
diventato il suo
rifugio dai vampiri, non posso permetterti di metterla in
pericolo»
«Non lo farei mai. Lo sai benissimo» gli ricordo
offesa dalle sue parole. Come può anche solo pensare che
potrei
farle del male?
«Non volontariamente. Klaus potrebbe usare la
compulsione su di te» dice tremendamente serio.
«E voi due
invece?»
I due fratelli si guardano per un breve attimo, «Sono
riuscito a resistergli già una volta e Damon è
stato fuori dal suo
radar per anni e così intende continuare»
«La fate troppo
semplice» barbotto aspettando la loro prossima.
«Almeno uno di
noi due deve entrare in quella casa» dice Stefan incrociando
le
braccia al petto guardando il fratello come se si aspettasse qualcosa
da lui.
«È ancora arrabbiata con voi, non vi
farà ancora
entrare» gli ricordo. Elena è ormai una donna, e
come ogni donna è
capace di portare rancore a lungo.
«Odio ammetterlo ma stavolta
avrò bisogno del tuo aiuto» replica Damon
ignorandomi
completamente. Bene, me ne starò ben comoda ad osservare il
loro
fallimento.
Stefan si tocca una spalla facendo ruotare il braccio
-prima il sinistro, poi il destro. È come se si preparasse
a...
L'oscurità cala su entrambi svanendo nella notte, ora solo
un corvo e un'aquila s'alzano in volo diretti verso le finestre della
magione.
ELENA POV
Lo
ammetto.
Con i fratelli Salvatore fuori dai piedi odio stare qui
sola sapendo che non mi scontrerò per caso con nessuno di
loro.
Tutti i vampiri della mia vita sono fuori da queste pareti e per la
prima volta mi rendo conto di quanto ogni aspetto della mia vita si
stato fortemente influenzato dalla loro presenza.
Con loro sono
cresciuta sotto una campana di vetro, come se fossi una bambola da
proteggere a tutti i costi. Forse non mi sono mai nemmeno ammalata a
causa loro. Le esperienze umane mi sono state quasi del tutto
precluse e in tutto questo, non mi sono nemmeno accorta di quanto mi
avessero plagiato, come Klaus.
Si è trasformato come un padre
sotto i miei occhi poco a poco mentre per lui ero semplicemente una
busta di sangue vivente su due gambe. Anche Stefan mi è
sempre stato
accanto coccolandomi e ammorbidendo i rapporti Caroline ogni volta
che ci trovavamo in disaccordo dato che si è sempre
comportata come
una chioccia nei miei confronti.
Avevo ritrovato una famiglia a
modo mio, anche se erano tutti dei vampiri e non esisteva nessun
rapporto di parentela tra di loro. Beh, tutti tranne per i
Salvatore.
Stefan la mia luce, Damon l'oscurità che ho imparato
ad apprezzare e a bramare man mano che crescevo anche se ancora
adesso evito accuratamente di pensarci anche solo per più di
cinque
secondi perché no, non ci si può innamorare di un
vampiro.
Soprattutto non di Damon Salvatore, il vampiro meno umano
che conosca e privo di qualsiasi scrupolo. Non ha legami, e la
verità
è che nessuno è importante per lui, nemmeno
Stefan.
Il mio
cellulare squilla rivelando l'ennesimo messaggio di Matt Donovan che,
come da reputazione, non si tira mai indietro quando si tratta di
fare una festa in grande stile.
La magione Salvatore è stata
l'unica ad essersi finora salvata dalle feste liceali dato che i
proprietari se ne stavano ben lontano da qualsiasi attività
che
potesse riguardare anche solo lontanamente i cittadini di Mystic
Falls.
A quanto pare la loro unica ossessione era la
sottoscritta.
Spero che il baccano della festa e le persone
riescano a farmi scappare senza essere vista dai Salvatore.
È
l'unico modo per lasciare Mystic Falls e mettermi alla ricerca di una
strega; la mia strega che mi permetterà di porre fine
all'esistenza
di Klaus.
Tiro ogni tenda della stanza di Damon in modo da evitare
che i loro sguardi capiscano cosa sto facendo, ma non appena ci
riesco un sonoro tonfo fa tremare i vetri come se fossero stati
colpiti da qualcosa.
«Stupidi
vampiri» sbotto digrignando i denti per riversare tutta la
mia
frustrazione al vento, perché sono sicura che si stanno
ancora
nascondendo nella boscaglia qui intorno.
Di certo non mi sarei
aspettata di vedere una lotta furiosa tra un aquila e il corvo. Il
mio corvo.
Colpisco il vetro cercando di spaventare l'aquila e
permettere al corvo di volare via e per un attimo sembra funzionare;
se non ché la lotta si sposta in aria in un disperato
inseguimento.
Apro la finestra lanciando nella direzione del
rapace un libro aiutando il corvo a prendere più distanza
mentre
continua a girare davanti alla mia finestra.
«Qui!» gli urlo
sperando che capisca il mio tentativo di aiutarlo. In qualche modo
sembra finalmente accorgersi della mia presenza rivolgendo il suo
becco verso di me, «Entra stupido uccello!» urlo
nuovamente
sbracciandomi.
Non
appena vedo la macchina nera volare sopra la mia testa chiudo di
scatto la finestra impedendo all'aquila di continuare la sua caccia
che rassegnata sparisce nel fitto del bosco alla ricerca di qualche
altro povero animale di cui nutrirsi.
Quando mi volto è una
questione di un battito di ciglia prima di vedere il corvo prendere
le fattezze di Damon proprio al centro della stanza. Le piume lucenti
del corvo si dissipano ricomponendo la camicia nera e i jeans del
medesimo colore, mentre gli occhi assumono la colorazione del
ghiaccio, quegli occhi così inconfondibili...
«Tu...»
dico sbigottita non riuscendo però a dire anche solo una
sillaba in
più. Gli sferro un pugno che lo colpisce in pieno sulla
guancia e il
suo volto scatta di lato. Inutile dire che la vittoria è
minima,
soprattutto quando il dolore alla mano risalire per tutto il
braccio.
«Fammi vedere» mi ordina prendendomi il polso per
evitare di farmi ancora più male. Dubito che potrebbe
farmene di più
di quello che sento ora dentro mentre ripenso a tutti i momenti che
ho passato con quello che credevo essere un semplice corvo nero che
in qualche modo mi riconosceva.
La mia mente arranca alla ricerca
di qualsiasi minima cosa detta che potrebbe compromettere
irrimediabilmente il nostro rapporto. Mi ha sempre seguito restando
con me anche in questa stanza frugando tra le sue cose e
probabilmente guardando il mio affetto crescere di lui sempre di
più.
Quanto devo essergli sembrata ridicola?
«Come hai
potuto?» sussurro tenendo lo sguardo incollato sulle nostre
mani.
Tutto questo tempo credendolo lontano e del tutto disinteressato a
questa piccola cittadina mentre non c'è mai stato un giorno
in cui
non l'ho visto scrutarmi anche solo da lontano.
«Perché l'hai
fatto?»
Si stringe nelle spalle dimostrandosi annoiato e
scatenando ancora di più la mia furia. Inizio a colpirlo sul
petto e
in qualsiasi parte del corpo a cui riesco ad arrivare mentre si
difende neanche troppo bene lasciandomi sfogare. Nemmeno mi rendo
conto di tutti gli insulti che gli sto lanciando; arretra sotto i
miei colpi fino a quando non è costretto a fermarsi dal muro.
«Hai
finito?» dice infine. Questa volta tocca a me stringermi
nelle
spalle, ma non resterò a farmi prendere in giro un momento
di più.
Gli sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans ignorando l'inevitabile
vicinanza che ha causato.
«E ora cosa pensi di fare?»
«Me
ne vado. Non rimarrò a Mystic Falls un secondo di
più» gli dico
rivelandogli il mio piano senza nemmeno accorgermene.
«Bene.
Vengo con te» replica immediatamente.
«Assolutamente no»
ribatto andando dritta verso il suo armadio aprendo la scatola di
legno dove tempo fa avevo trovato molti soldi nascosti sotto alcune
carte. Non ho idea di quanti sono, ma di sicuro abbastanza da trovare
un posto in cui dormire e darmi un po' di tempo per riorganizzare la
mia vita. Damon si mette davanti alla porta con tutta l'intenzione di
non farmi passare; forse vuole replicare lo scontro di poco
fa.
«L'hai sempre saputo»
Sorpresa commetto il grave errore
di guardarlo nei suoi splendidi occhi glaciali che come sempre
riescono a farmi perdere la poca lucidità che già
manca quando è
nelle vicinanze.
«Cosa?»
«Solo che non lo ricordi» continua
ignorando la domanda.
«Cosa non dovrei ricordare? Che mi hai
mentito? Che hai finto di essere una sorta di strano animale
domestico per tutti questi anni?» ringhio.
Non posso credere di
essere stata così stupida da affezionarmi a un corvo. Chi
cavolo si
affeziona a un animale selvatico che non dimostra mai alcun
affetto.
«Serve troppo potere per mantenere quella forma. Hai
iniziato a passare troppo tempo con il corvo, ho dovuto ben presto
perdere quelle fattezze ma nella tua mente ho sostituito la mia
immagine con quello del volatile» mi spiega come se stesse
leggendo
la lista della spese.
Come posso essere stata così stupida?
«Hai
usato la compulsione su di me» sussurro più a me
stessa che a lui.
Tutti questi anni pensandolo lontano quando non è mai stato
troppo
lontano da me. Mi manca il respiro e il cuore batte talmente tanto
veloce da non lasciarmi pensare lucidamente e attingere ai ricordi e
alle confidenze fatte a quel corvo che credevo fosse il mio
diario.
«Rivoglio tutto indietro. Tutta la verità! Mi hai
capita?» strepito furiosa. Ho bisogno di fare un bagno nella
realtà
e ricordarmi ogni cosa senza la nebbia che la compulsione porta.
«Non
penso sia una buona idea»
«Fallo o giuro che...»
«Che cosa
farai? Sentiamo...» mi mette alla prova incrociando le
braccia al
petto sfidandomi.
«Mi perderai.» dico senza pensarci due volte,
«Per sempre.»
Non so nemmeno io da dove riesco a tirare fuori
tutta questa sicurezza; so solo che nel profondo di me qualcosa mi
dice che questa è l'ultima cosa che vorrebbe anche se non lo
ammetterebbe mai.
«Non mi interessa perderti se so che sei al
sicuro e posso darti la chance di vivere una vita normale»
sbotta
prendendomi i soldi dalle mani e mettendosi nella tasca dei
jeans.
«Normale?» ripeto, «Pensi che la mia sia
stata una vita
normale?»
«L'avrai. Niente più vampiri non appena avremo
finito
con Klaus»
A quelle parole è come se respirassi d'un tratto
sott'acqua: «Cosa...no!»
«Elena...» mi ammonisce come se mi
stesse già leggendo dentro.
«Fottiti, ok?» sbotto infuriata,
«Non puoi fare così! Non puoi entrare e uscire
dalla mia vita come
ti fa più comodo!»
Questa volte è il suo turno quello di
perdere le staffe: «Non sono umano! Non lo sarò
mai!»
Come un
flash dal passato quelle parole rimbombano ancora dentro di me
rivelandomi che questa non è la prima volta che affrontiamo
questo
argomento ma non è questo che mi lascia
ammutolita...è il
significato implicito in quella conversazione.
«Damon...»
sussurro cercando di aggrapparmi a quel tenue ricordo. “Forti
emozioni possono rompere la compulsione”, mi aveva spiegato
un
tempo Caroline.
«Elena, non sapevo avessi compagnia.»
Ci
guardiamo entrambi straniti da quell'intrusione mentre la strega di
Kohl entra nella stanza.
«Sono venuta a prenderti.» continua
mentre Damon si frappone facendomi da scudo.
«Hai un compito.
Fermare Klaus liberando l'umanità dai suoi vampiri»
«Avevamo un
piano» interviene Damon, ma Bonnie non lo degna nemmeno di
un'occhiata.
«Non dovresti fidarti dei vampiri. Tuo padre lo
vorrebbe»
In un attimo Damon cade sulle ginocchia tenendosi la
testa con entrambe per le mani gemendo per il dolore,
«Abbiamo poco
tempo» dice Bonnie tenendo una mano rivolta verso di lui
bloccandolo
a terra con il dolore che gli sta infliggendo.
«Elena! No!»
«Lo
fermerete?» chiedo ritrovandomi a tentennare davanti a quella
opportunità.
Non è quello che volevo?
Tende l'altra mano
verso di me incoraggiandomi ad afferrarla: «Vendicali.
Vendica i
tuoi genitori» mi sprona e io non ho bisogno di sentire altro.
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