BLACK MOON

di iDenny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Joe Charline aprì gli occhi lentamente. Le ci volle un po’ a mettere a fuoco la stanza ma alla fine ce la fece. Era seduta su un angolo in una camera dalle pareti bianche ed il pavimento grigio. Al centro giaceva una tavolo in quello che sembrava ferro ed intorno a questo erano posizionate sei sedie dello stesso colore. Si guardò intorno scoprendo di non essere sola: altri cinque ragazzi erano all’interno della stanza. Ognuno di loro si faceva i fatti propri: il primo che vide fu un ragazzo alto e riccio messo di spalle di fronte ad una grossa cartina del mondo appesa ad una parete. Poi, i suoi occhi si spostare su due ragazzi, entrambi mori, che giocavano a carte seduti sul pavimento. Un quarto stava rovistando nel minifrigo nell’angolo opposto a Joe ed un altro se ne stava seduto a terra a leggere un libro della saga di Harry Potter. Joe cercò di alzarsi ma era immobilizzata sulla sedia. Una corda le tenevano fermi i polsi dietro lo schienale ed un’altra legava le sue caviglie alle gambe della sedia. -Sì è svegliata!- urlò il ragazzo seduto a terra chiudendo il libro ed alzandosi. Tutti gli altri si girarono di scatto e si avvicinarono a lei. -Ben svegliata, Josette- disse uno di quelli che giocava a carte. Aveva i capelli castani e gli occhi color nocciola. -Dai ragazzi, fatela respirare!- esclamò il riccio allargando le braccia per spostare indietro gli amici. Joe cercò di ricordare com’era finita in quella situazione. Dapprima non riuscì a ricordare nient’altro che il buio ed un dolore lancinante alla testa. Poi, con un po’ di sforzo, i ricordi riaffiorarono in lei. 


Era sera. Le luci dei palazzi si stavano spegnendo a poco e a poco e questo significava che per Joe era ora di entrare in azione. Attese pazientemente che anche l’ultima luce della villa della famiglia Devine si spegnesse per saltare la staccionata bianca ed arrampicarsi su per la finestra che, secondo i suoi calcoli, dava sul soggiorno. I vetri si aprirono con uno scatto dopo vari tentativi e Joe entrò, atterrando silenziosamente sul parquet. Era fatta ormai, il difficile era passato. Che poi di difficile aveva ben poco quel furto. I Devine erano una famiglia ricca, composta da madre, padre e due figli. Joe li aveva studiati per un mese e aveva scoperto che tutti e quattro erano soliti ad dormire con i tappi nelle orecchie. Mossa poco furba quando sei pieno di soldi, non hai un buon sistema di sicurezza e da settimane un ladro entra nelle abitazioni privandole di ogni centesimo. L’unica cosa che non aveva scoperto era il luogo in cui i Devine tenevano la cassaforte. Ma un po’ di azione ci stava, no? Iniziò a frugare in ogni cassetto della cucina, ogni armadio del salotto, ogni centimetro della sala da pranzo. Niente. Dove poteva essere la cassaforte? Si decise ad andare nella camera dei coniugi. Entrò silenziosamente ed aprì l’armadio. Rimase sorpresa per il numero di vestiti e scarpe della signora Devine e per le orribili cravatte del marito. Per il resto, della cassaforte non c’era nemmeno l’ombra. Doveva essere nella camera dei figli, allora. Perlustrò per prima quella di Ben Devine con scarsi risultati. Le restava solo un posto dove guardare. Entrò nella camera dell’altro figlio dei Devine scoprendo che il letto era vuoto. Non ci pensò troppo su dove potesse essere il piccolo della famiglia (non era affar suo) e così aprì l’armadio senza troppo interesse. Fece scorrere le ante in legno ed eccola, finalmente, la tanto attesa cassaforte. Allungò le mani ma le sue dita non riuscirono a toccarla. Un dolore dietro la testa la colpì e tutto d’un tratto la stanza intorno a lei iniziò a diventare buia. 


-Oh, ci sei?
Una mano ambrata si stava sventolando davanti a Joe. Lei scosse la testa e tornò con i piedi per terra. -Cosa volete da me?- chiese aggrovigliando le sopracciglia. Per un attimo aveva pensato che volessero consegnarla alla polizia, ma perché starsene lì buoni così? 
-Prima ci piacerebbe presentarci- sorrise il ragazzo biondo buttando per terra il libro di Harry Potter. Aveva gli occhi azzurri come il cielo, occhi di un azzurro che Joe non aveva mai visto. -Io sono Niall, lui è Louis, poi c’è Harry, Liam ed in fine Zayn- disse indicando prima se stesso e poi un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri, il ragazzo riccio, quello castano ed infine il moro dai lineamenti arabi. -Avrai sentito parlare di noi, siamo i Black Moon.
-Mai sentiti- ammise Joe fredda. -Siete una band?
-Siamo un’organizzazione segreta- spiegò il riccio. -È ovvio che non ha mai sentito parlare di noi, sennò che “organizzazione segreta” saremmo?!- esclamò poi esasperato verso il biondo che si apprestò ad alzare le spalle. 
-Abbiamo bisogno di te- tagliò corto quello che doveva essere Zayn probabilmente. 
-Siete ladri?- domando Joe in tono neutro.
-All’occorrenza. Per questo ci servi tu: dobbiamo rubare una cosa che daranno alla regina- disse calmo Harry, come se svaligiare Buckingham Palace fosse una cosa da tutti i giorni. 
-Voi siete pazzi- commentò Joe nascondendo una risata. Se stavano dicendo la verità, pensò poi, erano più che pazzi.
-Tra una settimana esatta, il presidente della Grecia regalerà alla regina un amuleto ritrovato durante degli scavi nel tempio di Atene. Sappiamo per certo che nel gruppo di archeologi che lo trovò c’era anche un uomo dell’associazione “Drago Blu”, un clan della mafia cinese..
-Fu lui a trovare l’amuleto. Scavò per mesi insieme agli altri e quando trovò l’amuleto apprese l’intenzione del presidente di donarlo alla nostra regina. L’amuleto sparì per un po’ per poi venire ritrovato qualche mese dopo nello stesso punto..- interruppe Louis Niall, ansioso di poter continuare la storia che, a dirla tutta, a Joe neanche importava. Ma il moro dagli occhi azzurri gli lanciò un’occhiata assassina e proseguì. -Pensiamo che la mafia cinese abbia inserito un dispositivo esplosivo nell’amuleto e lo attiverà appena questo sarà al suo posto, nel cuore del palazzo. Noi dobbiamo rubarlo prima che esploda e disinnescarlo o una guerra colpirà prima l’Inghilterra e la Grecia ed inseguito l’Europa. 
-Perché i cinesi dovrebbero fare tutto questo?- chiese Joe confusa.
-Il “Drago Blu” traffica specialmente armi ma il commercio clandestino non gli va più bene. Vuole arricchirsi ancora di più e..- spiegò Harry ma ancora una volta, il biondo rubò la parola: -E quale modo migliore di una guerra continentale?
-Allora, ci stai?- domandò deciso Zayn. Joe abbassò lo sguardo. Un furto a Buckingham Palace era una grande svolta nella sua carriera di ladra, non c’erano dubbi. Ma una cosa così grande comportava un rischio ancora maggiore. L’ergastolo o peggio, la morte. Si chiese se le conveniva rischiare così tanto. Alla fine, a parte la vita, non aveva nient’altro da perdere. La sua famiglia era morta qualche anno prima in un incidente stradale e non le restava nessuno. Accettare o no, quindi? Rischiare o meno? Agire per il bene dell’intera Europa o no? Che poi, pensò, francesi ed inglesi non andavano mai troppo d’accordo. E allora perché una francese come lei, nata e vissuta a Parigi per quindici anni, doveva aiutare a salvare il culo alla regina inglese?
-“God save the Queen”, non dite così voi inglesi? Dio salvi la regina, l’avete detto voi. La vita di quella donna è nelle mani di Dio, non nelle mie. Mi dispiace- disse poi. -Ora, se non vi dispiace, potreste slegarmi? Avrei altro a cui pensare..
-Come vuoi- sorrise Harry tirando fuori un coltello dalla tasca ed iniziando a tagliare la corda che le bloccava i piedi alla sedia. -Ma forse ti conviene sapere che qui fuori ci sono quattro volanti della polizia che non aspettano che il famoso ladro che da settimana svaligia appartamenti e ville- annunciò poi con un sorriso.
-Certo però che se ti unissi a noi potremmo andare nel covo attraverso questo passaggio del tutto segreto..- iniziò Liam.
-E nessuno finirebbe in prigione- concluse Zayn.
Quello era un colpo basso, troppo basso.



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SAAAAALVE SALVINO CARI LETTORINI (?)
DUNQUE, QUESTA E' LA MIA PRIMA FF E SONO ALQUANTO EMOZIONATA LOL
E' UN'IDEA CHE SE DEVO ESSERE SINCERA MI E' VENUTA 'STA NOTTE MENTRE CERCAVO
DI DORMIRE. 
MI SONO IMPEGNATA PER SCRIVERLA MA NON SO SE ANDARE AVANTI O MENO.
SINCERAMENTE NON MI VA DI SCRIVERE UNA STORIA CHE NON SI CAGA NESSUNO..
PERCIO' VI CHIEDO CON IL CUORE IN MANO DI LASCIARE UNA RECENZIONE POSITIVA O
NEGATI, NON E' CHE MI IMPORTI PIU' DI TANTO, VORREI SOLO SAPERE COSA NE PENSATE.
MI PIACEREBBE CONTINUARLA LA STORIA MA, COME HO DETTO PRIMA, MI SEMBRA UN PO'
INUTILE PUBBLICARE CAPITOLI SE NESSUNO LI LEGGE O LI COMMENTA.
SE RICEVERO' ALMENO DUE RECENSIONI (SI', MI ACCONTENTO CON POCO LOL) 'STA SERA
PUBBLICHERO' UN SECONDO CAPITOLO SENNO' ASPETTERO' DOMANI.
SE PROPRIO PROPRIO NON ARRIVA NIENTE CANCELLERO' IL CAPITOLO E NON SAPREMO MAI
SE I CINESI CONQUISTERANNO IL MONDO O MENO!
HO FINITO GIURO, VOGLIO SOLO RINGRAZIARE CHIUNQUE LEGGERA' IL CAPITOLO E LO
RECENSIRA'!
HO FINITO VERAMENTE ORA LOL 
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE (?)

CIAO CIAO :*

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


La notte non era andata peggio del solito per Joe. I cinque ragazzi l’avevano trascinata fuori dalla villa dei Devine nascondendola alla polizia, l’avevano caricata su un furgone e portata in un vecchio hotel abbandonato. Qui l’avevano fatta entrare in una stanza, la numero 660, al sesto piano, e l’aveva chiusa a chiave per fare in modo che non scappasse. Dopo poche ore passate ad escogitare un modo per uscire dalla finestra, Joe cedette alle tentazioni del letto e si addormentò, svegliandosi solo quando il sole era già alto e disegnava quadrati di luce sul pavimento della stanza. La ragazza si alzò, si legò i lunghi capelli scuri in una coda e si avvicinò alla porta. Posò una mano nel pomello e questa si aprì senza opporre alcuna resistenza. Zayn e Niall erano seduti a terra sulla moquette ormai rovinata del corridoio a giocare a carte. -Buongiorno- fece il primo appena la vide. Lei rispose con un cenno della mano e si apprestò a scendere le scale. -Dove vai?- chiese il biondo riponendo le carte da gioco in un sacchetto blu. Joe si fermò a guardarli: erano in piedi dietro di lei e la squadravano in attesa di una risposta con i loro occhi blu e marroni. Si sentiva come un ostaggio eppure, pensò, alla fine non era poi così. Non la tenevano legata e non la costringevano a stare zitta. Si assicuravano solo che non scappasse, ecco tutto. -Ho fame- disse in tono neutro voltandosi verso le scale. Una mano scura le afferrò il braccio e la trascinò dalla parte opposta con un misto di forza e dolcezza. -Mangerai dopo.
I tre ragazzi salirono in ascensore. Joe se ne stava in piedi tra Niall e Zayn a fissare le loro facce nello specchio. Zayn aveva un ciuffo alzato dal gel e un accenno di barba sul mento e sotto il naso. Niall, invece, aveva i capelli scomposti e gli occhi azzurri stanchi. -Questo coso funziona ancora?- domandò Joe quando le porte dell’ascensore iniziarono a scorrere l’una verso l’altra con un cigolio. -Certo- rispose Zayn premendo il tasto “-3”. Joe pensò alla sera prima, quando Liam le fece fare un giro turistico nell’hotel. Al piano terra c’era la Reception, il salone d’ingresso e la sala mensa, al primo piano le camere da 1 a 100, al secondo da 101 a 200, al terza da 201 a 300 e così via fino all’ottavo piano, che era un attico dedicato alle persone importanti. Nel primo piano del seminterrato c’era la cucina, nel secondo la lavanderia ed il terzo, spiegò Liam, era un piano aggiunto dai ragazzi della “Black Moon” quando presero in prestito senza chiedere l’hotel ormai abbandonato da anni. 
Le porte dell’ascensore si aprirono con un “drin” e gli occhi di Joe poterono finalmente vedere il “covo”, come lo chiamavano loro. Niall si affrettò ad entrare nell’ultima porta a sinistra del lungo corridoio mentre Zayn mostrava a Joe tutte le stanza. La prima, sulla destra, era una specie di enorme palestra, con tapis roulant e tutto il resto. Di fronte c’era una vera e propria armeria, piena di armi di ogni tipo e ogni anno. Proseguendo avanti si trovava una piccola cucina, poi un bagno ed infine la sala riunioni, l’unica in cui Zayn fece entrare Joe. La ragazza rimase a bocca aperta nel vedere quel posto: non era niente di che, ma tutto le ricordava un film d’azione. Le pareti erano grigie e fredde. Su una di esse era appesa una cartina della Terra e sulle altre foto dei cinque ragazzi. Al centro della stanza si trovava un tavolo bianco circondato da Harry, Liam, Louis, Niall e Zayn. -Oh, finalmente ti sei svegliata!- esclamò Harry non appena vide Joe sulla porta senza troppo entusiasmo.
-Avvicinati, dobbiamo spiegarti il piano e non abbiamo molto tempo- commentò Louis con un sorriso quasi amichevole. Joe si avvicinò e notò che sul tavolo c’erano sparsi milioni di fogli con la pianta di una casa. -È Buckingham Palace- spiegò Niall notano la faccia della ragazza. Lei realizzò solo dopo pochi secondi. Liam iniziò a parlare in tono autoritario. -Questa è la prima fase del piano, le seguenti ve le dirò in seguito. 
-Devi ancora inventarle, vero?- lo stuzzicò Joe. Liam faceva troppo il capetto, secondo i suoi gusti.
-Agiremo in coppia- proseguì il ragazzo fingendo di non averla sentita e stringendo i denti. -La Regina darà una festa a partire dalle 17 di questo pomeriggio e sono invitati tutti i cittadini irlandesi residenti a Londra. Niall e Joe, voi entrerete come cittadini irlandesi e..
-Io sono francese, non irlandese- lo interruppe Joe. In men che non si dica, un documento le piombò sotto il naso. Lei lo aprì lentamente. C’era una sua foto recente, con i capelli sciolti ed il viso truccato, e portava il nome di una ragazza di nome Alexandra Cox.
-Per ‘sta sera tu sarai Alexandra Cox, nata a Dublino il 7 ottobre 1995 e residente da un anno a Londra con il tuo ragazzo, Niall Horan- spiegò veloce Zayn prima che Liam riprendesse la parola. -Entrerete, prenderete un the, ringrazierete la regina e vi comporterete come persone normali. Vi perquisiranno prima di entrare perciò niente armi, intesi? Alle 21 in punto, la vera Alexandra Cox si farà viva. Seguitela, vi fornirà delle armi e degli auricolari per mettervi in contatto con noi. Da qui inizia la missione: Harry e Lou resteranno nel covo e, appena vi metterete in contatto con loro, vi daranno le informazioni per raggiungere “il cuore del palazzo”, la stanza in cui Sua Maestà riporrà l’amuleto. Non sappiamo bene dove sia e a che piano, perciò ci vorrà un po’ di tempo. Quando la troverete ve ne accorgerete: non dev’essere tanto grande, è piena di telecamere e sistemi di sicurezza e la teca, ovviamente vuota, dev’essere posizionata al centro. Dovrete posizionare una microspia nel punto in cui vi trovate che manderà segnali a me e Zayn, nel furgoncino. Scaricheremo le coordinate della stanza e tutto il resto. Poi dovrete sistemare una telecamera a tubo, in modo che noi possiamo vedere com’è la stanza e capire meglio quali sistemi dobbiamo disattivare. Trovate la stanza, piazzate la microspia e la telecamera e tornate indietro. Niente stronzate, è chiaro?- chiese infine rivolto verso Joe. Lei annuì sicura. Stava per intrufolarsi a Buckingham Palace, non era già quella una stronzata?
La porta del Covo si aprì lentamente e tutti si voltarono a guardare chi stava per entrare. Una ragazza alta e magra se ne stava nell’uscio, con i capelli biondi e lisci che scendevano lungo la schiena. -Alexandra- disse semplicemente Liam mostrano, per la prima volta, un briciolo di simpatia. La ragazza sorrise leggermente e poi spostò i suoi enormi occhi azzurri su Joe. -Tu devi essere Joe, non è così?- domandò avvicinandosi. -Scommetto che i tuoi genitori si aspettavano un maschio..- commentò ridendo. Era molto più alta di Joe, più magra e sicuramente più bella.
-Mi chiamo Josette- annunciò poi la mora. -Joe è solo un soprannome, come potrebbe essere Alex per te.
-Pff, io sono una donna, i soprannomi sono per i maschi. Un po’ come Harry. Di sicuro nessuno lo chiama Harold! Ma tu, Josette, perché rovinare un nome così dolce e femminile?
Joe rimase a fissarla stupefatta. Ma cosa si era fumata quella tipa? 
Louis cercò di far calmare le acque tra le due ragazze ed Harry si affrettò a spiegare che Alexandra era lì per preparare Joe per la serata di gala che l’attendeva. Le due si strinsero la mano in segno di una breve tregua e la nuova arrivata promise di non far più commenti sul nome della mora. Dopo di ché sparirono dietro le porte dell’ascensore.




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EHILAAAAA! ECCO QUI IL SECONDO CAPITOLO!
HO DECISO DI CONTINUARE LA STORIA PERCHE' SI', LOOL
CERCHERO' DI ESSERE PIU' BREVE DELL'ALTRA VOLTA QUINDI:
-GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO IL PRIMO CAPITOLO;
-GRAZIE A CHI HA RECENSITO IL PRIMO CAPITOLO;
-GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA TRA I PREFERITI E/O LE SEGUITE
-GRAZIE A CHI HA LETTO ANCHE QUESTO CAPITOLO (?)
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE CON UNA RECENSIONE POSITIVA, 
NEGATIVA O NEUTRA. 
SE NON VI PIACE QUALCOSA DITEMI COSA, ACCETTO VOLENTIERI LE CRITICHE!
IL TERZO CAPITOLO LO PUBBLICHERO' TRA 'STA SERA E DOMANI MATTINA, 
DIPENDE DA COME VANNO LE COSE (?)
UN BACIONE A TUTTI, CIAOOOO

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


-Sicuro che possiamo fidarci di lei?
Liam, Harry, Zayn e Louis erano in camera di quest’ultimo, al terzo piano, ad osservare Niall che si preparava per la serata. -Insomma, è una ladra..- Liam non sembrava del tutto sicuro che avere Joe nella squadra fosse una buona idea. 
-Oh andiamo, è la migliore ladra di tutta l’Inghilterra! Ha svaligiato un’intera nave sul tratto della Manica e nessuno sa che è stata lei. Andrà alla grande!- lo rassicurò Niall infilandosi un paio di pantaloni neri sopra la tuta attillata da spia. 
-Non ho messo in dubbio le sue abilità! È solo che..
-È che ti piace e non vuoi che le accada qualcosa e sai che, quasi sicuramente, qualcosa le accadrà perché andiamo, è la casa della Regina!- si intromise Zayn alzando le braccia al cielo. Gli occhi di tutti si piantarono su Liam che, veloce, negò tutto. -Abbiamo scelto lei perché non ha nessuno. Se morisse il danno sarebbe minimo, non mancherà a nessuno, tanto meno a me.
I ragazzi fecero spallucce ed Harry si catapultò su Niall per fargli un nodo decente alla cravatta. -Che ore sono?- domandò poi.
-Le quattro e mezza, è ora di andare- rispose Louis aprendo la porta. I cinque ragazzi si salutarono con una stretta di mano. -Fa’ attenzione- ripeterono tutti a Niall abbracciandolo. Liam fu l’ultimo a raccomandarsi. Gli attorcigliò le braccia intorno al collo e si avvicinò al suo orecchio. -Tienila d’occhio- si raccomandò col biondo. Lui annuì con un cenno del capo ed insieme si avviarono verso le scale. Harry e Louis erano già andati nel Covo da cinque minuti quando Zayn e Liam decisero di andare nel furgoncino nero a sistemare le cose. -Se non scendono entro cinque minuti sali e prendile per i capelli- ordinò Zayn chiudendosi la porta alle spalle. Niall sorrise e si mise le mani in tasca fissando le scale. Finalmente, una ragazza apparve su di esse. Era Alexandra, infilata in una tuta nera attillata e con i capelli legati sulla testa. -Oh, ci sei solo tu?- chiese quasi delusa. Il biondo allargò le braccia in segno di dispiacere e la ragazza si voltò verso la cima delle scale con aria rattristata. -Dai scendi, c’è solo Niall. Niente entrata trionfale.
-Grazie a Dio!- esclamò una voce. Niall intravide Joe sull’ultimo scalino e spalancò la bocca: era bellissima. Il suo corpicino, piccolo ed esile, era avvolto in uno stupendo abito azzurro, stretto sul petto e sempre più gonfio verso il basso. I capelli scuri erano avvolti in uno chignon alto che lasciava fuori un ciuffo che si attorcigliava su sé stesso e che le cadeva sulla guancia sinistra. Il viso non era eccessivamente truccato, solo un po’ di nero intorno agli occhi ed un po’ di fondo tinta. Le braccia erano scoperte e bianche, con un solo braccialetto sul sinistro. Appeso alla spalla c’era il cordino di una pochette blu, stesso colore delle scarpe coi tacchi che Joe teneva nella mano destra. 
-Ottimo lavoro Alexandra!- esclamò Niall quando si riprese dalla bellezza di Joe. -Non mi sarà poi così difficile fingere di essere il tuo ragazzo..- commentò poi avvicinandosi. Joe abbozzò un sorriso ed abbassò lo sguardo sui piedi ancora scalzi. -Sarà meglio indossare ‘sti cosi- si disse tra sé e sé piegandosi per infilarsi le scarpe. Barcollò un po’ e dovette appoggiarsi al braccio di Niall per non cadere.
-Che scenetta romantica- commentò Alexandra scocciata guardando storto Niall e Joe. -Se non avessi paura che si sciogliesse il trucco mi commuoverei.. Ci vediamo al palazzo, ragazzi- disse poi salendo le scale.
-Come ci entrerà lei al palazzo?- domandò Joe avviandosi verso la porta sempre appesa al braccio di Niall.
-Suo padre è un cuoco e sua madre una cameriera- spiegò lui. Joe rimase sorpresa. Alexandra sembra sembrava più la figlia di una super spia segreta ed una principessa, non due servi della Regina. 
Il furgone parcheggiò a pochi passi da Buckingham Palace, nascosto da un palazzo. -Dovrete farvi tutto il vialetto a piedi- disse Zayn aprendo lo sportello del furgoncino nero. 
-Sarà dura- commentò Joe guardandosi i piedi. Non aveva mai indossato un paio di scarpe coi tacchi e quella sera si era ripromessa di non farlo mai più. Liam augurò ad entrambi buona fortuna prima di risalire sulla vettura e ripartire. -Dove vanno?- chiese Joe iniziando a camminare.
-Si avvicinano di più al palazzo, probabilmente- rifletté Niall sorreggendola. 
Davanti ai cancelli di Buckingham Palace erano posteggiate più vetture della polizia di quante Joe riuscisse a contare. Quattro uomini vestiti di nero con una pistola appesa alla cintura li fermarono prima che potessero avvicinarsi troppo ai cancelli. -Il party è riservato solo agli irlandesi- disse brusco uno di questi. -Datemi un documento.
I due ragazzi porsero all’uomo la carta d’identità e quest’ultimo si rivolse verso un altro di loro. -Niall Horan e Alexandra Cox.
-Possono passare- confermò l’altro leggendo i loro nomi sulla lista. Gli porsero i documenti e gli indicarono dove andare: sempre dritto. Non era poi così difficile da capire! Joe barcollò un po’ sui tacchi ma cercò di non darlo a vedere troppo. Arrivarono all’entrata, dove due poliziotti gli chiesero nuovamente i documenti. Passato anche questo controllo, si ritrovarono si ritrovarono davanti ad un blocco tipo quelli degli aeroporti. Si misero in fila aspettando pazientemente il loro turno, uno di fianco all’altro. Niall passò prima di Joe ed entrambi passarono anche questo controllo. Salirono le scale e si ritrovarono in un’enorme stanza. Joe rimase a bocca aperta davanti a tutto quel lusso: le pareti erano dipinte di oro, il soffitto lavorato, un lampadario di cristallo scendeva dal centro di questo, dei divanetti foderati in seta rossa erano attaccati alle pareti ed il pavimento era in marmo bianco. -E là fuori la gente muore di fame..- commentò Joe a denti stretti. Niall la sentì e le diede ragione nella sua testa. 
Un uomo in giacca e cravatta annunciò l’arrivo della Regina Elisabetta II e tutti si sistemarono in riga. Le porte d’ora si aprirono e l’anziana signora, vestita con un tailleur rosa, fece il suo ingresso accanto al marito e seguita da tutta la famiglia reale: la principessa Camilla ed il principe Carlo, il nipote Henry ed infine William e Kate con in braccio il bambino. La donna passò a stringere la mano a tutti, fece un breve discorso tentando di imitare l’accento irlandese e poi invitò tutti a seguirla in un’altra stanza molto simile a quella ma con un enorme tavolo al centro. Tutti gli invitati si sedettero intorno ad esso ed iniziarono a sorseggiare the e a chiacchierare tra loro. -Non parlare con nessuno o si Un uomo in giacca e cravatta annunciò l’arrivo della Regina Elisabetta II e tutti si sistemarono in riga. Le porte d’ora si aprirono e l’anziana signora, vestita con un tailleur rosa, fece il suo ingresso accanto al marito e seguita da tutta la famiglia reale: la principessa Camilla ed il principe Carlo, il nipote Henry ed infine William e Kate con in braccio il bambino. La donna passò a stringere la mano a tutti, fece un breve discorso tentando di imitare l’accento irlandese e poi invitò tutti a seguirla in un’altra stanza molto simile a quella ma con un enorme tavolo al centro. Tutti gli invitati si sedettero intorno ad esso ed iniziarono a sorseggiare the e a chiacchierare tra loro. -Non parlare con nessuno o si accorgeranno che..- tentò di sussurrare Niall a Joe, ma era troppo tardi. La ragazza stava già parlando con una donna sulla sessantina accanto a lei, dai capelli biondi e gli occhi azzurri. -Sei sicura di essere irlandese tesoro? Hai un buffo accento francese- disse la donna senza scomporsi.
-Il mio accento è buffo? Ma si è mai sentita parlare?!- esclamò Joe e Niall decise di intervenire. -La mia ragazza è nata a Dublino ma è stata costretta a fare avanti e indietro dall’Irlanda alla Francia per colpa del lavoro del padre. Per fortuna ora viviamo insieme qui, a Londra, ma tutti questi spostamenti le hanno dato problemi a gestire la rabbia. E si arrabbia molto se si scherza sul suo accento, non è colpa sua!- la difese il biondo stringendole la mano tanto da farle diventare le nocche bianche. Quello era un modo per punirla, era chiaro. E Joe ricevette il messaggio: non parlò più con nessuno.




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WEILAAAA ECCO QUA IL TERZO CAPITOLOOOOO
NON VOGLIO DILUNGARMI TROPPO QUINDI:
-GRAZIE A CHI HA LETTO I PRECEDENTI CAPITOLI,
-GRAZIE A CHI LI HA RECENSITI,
-GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA TRA PREFERITI/RICORDATI (?)
HO SOLO UNA DOMANDA DA FARVI: I CAPITOLI SONO TROPPO CORTI?
RISPONDETEMI CON UNA RECENSIONE O UN MESSAGGIO PRIVATO E 
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE :)
CIAO RAGAAAAAA :)

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