A Coyote or a Banshee?

di Giuls94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Coyote ***
Capitolo 2: *** The Banshee ***
Capitolo 3: *** I owe you all my fidelity. ***



Capitolo 1
*** The Coyote ***


1. THE CAYOTE
 
“MALIA! Non puoi uscire così!”
 
Stiles e Malia erano andati a fare un giro al centro commerciale, era una delle tante “lezioni di vita” che le stava insegnando Stilinsky. Ovviamente solo poche andavano a buon fine. Cercare di insegnare come comportarsi da adolescente ad una ragazza che ha vissuto come un coyote per gran parte della sua vita non era facile, ma Stiles si era trovato in mezzo, e voleva aiutarla. Lei c’era stata per lui alla Echo House, quando non sapeva che pesci pigliare, quando era convinto che sarebbe morto della stessa malattia che aveva lentamente ed inesorabilmente ucciso sua madre. Lei c’era stata. E lui voleva esserci adesso.
Se solo fosse stata un po’ domabile. Invece niente, era selvaggia, libera, e questo quasi quasi lo intrigava.
Di certo però non le avrebbe permesso di girare vestita come una prostituta di periferia.
 
“Cosa c’è che non va? Vedo tante ragazze vestite così in TV!”
 
Il top che aveva indossato era decisamente troppo striminzito. Per non parlare dei pantaloncini a culottes. Per carità eh, per essersi cibata di Dio solo sa cosa era veramente bella, slanciata e magra. Ma il solo pensare che qualcun altro avrebbe potuto fissarla vestita così gli dava un po’ fastidio. Ancora non avevano confermato niente, non sapeva se stavano insieme o cosa e nessuno dei due aveva più menzionato il bacio che si erano scambiati, eppure quella sensazione di protezione nei suoi confronti si faceva sempre più forte.
 
“Malia, quelle ragazze che vedi in TV lo fanno apposta, si guadagnano da vivere così. Non devi imitarle”
 
“Perché? Mi sembra che ti piacciano molto da come le osservi. E poi guarda, sto così male?”
Malia all’improvviso si gira velocemente su se stessa, inchinandosi leggermente in avanti, mostrando meglio il sedere.
“Vedi? A me sembra che mi stiano bene”
 
“Oh per Dio Malia!”
Stiles si gira leggermente di lato cercando di non fissarle il lato B. Non che non lo volesse.
“Facciamo che la prossima volta ci vieni con Kira a fare shopping, o con Lydia, eh? Io non credo di poter reggere un’altra volta. ”
 
“Va bene, va bene. Mi tolgo tutto”
Malia inizia a togliersi prontamente i vestiti, incurante che ci siano altri clienti al di fuori che la stanno guardando. Stiles tira immediatamente la tendina del camerino, imprecando a bassa voce.
 
“Malia, i coyoti non ce l’hanno un minimo di pudore?”
 
“Cos’è il pudore?”
 
“Gesù…”
 
“Stiles??”
 
Stiles si gira velocemente verso il punto in cui ha sentito la voce chiamarlo. Una ragazza biondo fragola è davanti a lui, a pochi metri di distanza, a fissarlo con tante porse per lo shopping in mano.
Nello stesso tempo, la ragazza coyote esce dal camerino.

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Capitolo 2
*** The Banshee ***


2. THE BANSHEE
 
Non la vedeva da un po’.
Dopo la morte di Allison si erano incontrati un paio di volte, avevano parlato, si erano entrambi sfogati, ma niente di più. Lei stava ancora piangendo la sua cara amica, e Stiles era convinto che adesso più che mai a lei servisse qualcun altro al suo fianco, qualcuno di più adatto di lui. Qualcuno di più adatto di colui che aveva ucciso la sua migliore amica.
Non era autocommiserazione, era solamente la realtà dei fatti. Se solo fosse stato un po’ più forte, un po’ più controllato. E invece no. Aveva ceduto. Aveva ucciso.
Aveva strappato la vita ad una sua amica, e il fatto che tutti gli dicessero che non era colpa sua era irrilevante. I sensi di colpa non si comandano, ti travolgono e basta.
Con che coraggio sarebbe andato a trovarla, quando era certo che le lacrime che le rigavano quel viso di porcellana erano opera sua?
Non sarebbe riuscito a sostenerlo. E non era sicuro di riuscirci neanche adesso.
 
Lei era li, ferma su due piedi, con un vestito color tortora sobrio a fasciarla come non mai, e lo osservava. Cosa non avrebbe dato per leggerle i pensieri.
Cosa non avrebbe dato per sapere se anche lei, segretamente o no, lo incolpava.
 
“Oh… sei tu, pensavo fosse Kira. Lei è più simpatica”
 
La frecciatina di Malia riportò Stiles alla realtà. Dio quella ragazza non aveva filtri. Tutto quello che pensava lo esternava, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Doveva insegnarle che doveva trattenersi.
Ma molto probabilmente non lo avrebbe fatto: nonostante tutto le piaceva la sua sincerità.
 
“Lydia! Ehi! Che ci fai qua?”
 
Lydia alzò le mani piene di borse “Shopping!”
 
“Si beh, è vero…”
Stiles in compagnia sua risultava sempre tremendamente goffo e impacciato. Si toccava costantemente il viso, era quasi sempre tremendamente iperattivo e si muoveva a scatti. Malia lo aveva notato già da un pezzo, ma non ci dava importanza. Probabilmente non le interessava, non vedeva Lydia come una minaccia. Era semplicemente un umano insignificante che guarda caso conosceva il suo compagno.
Aveva anche intuito però che avevano una forte connessione, e sperava vivamente che questo “legame” rimanesse esclusivamente a livello platonico.
 
“Beh vi lascio al vostro shopping…”
 
“No ehi aspetta!”
Stiles si bloccò nel momento stesso in cui si lasciò scappare questa frase. Aveva agito d’istinto, senza pensarci. Avrebbe voluto abbracciarla e rincuorarla, confortarla e calmarla. Sapeva con certezza che dentro era a pezzi, e che lo shopping era solo un diversivo, uno svago, una distrazione che durava giusto qualche minuto. Il tempo necessario per allontanare dal suo cervello la consapevolezza che la sua migliore amica era morta. Niente di più e niente di meno.  
 
Si ricordò però solo dopo che era ancora in compagnia di Malia.
Stiles aveva capito da tempo che non si possono costringere le persone ad amare qualcuno. Lydia era per lui una grande amica, una fedele alleata. Ed era sicuro che per lei fosse uguale, ma niente di più. Avevano instaurato un rapporto bellissimo negli ultimi mesi, ma adesso c’era Malia.
Lei aveva la priorità. Lei doveva avere la priorità.
Cosa conta ostinarsi ad amare qualcuno che tanto non ci ricambia?

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Capitolo 3
*** I owe you all my fidelity. ***


3. I owe you all my fidelity
 
Stiamo tornando a casa dalla giornata al centro commerciale. Malia, di fianco a me, è stranamente silenziosa e pensierosa. Non che in genere sia particolarmente loquace, ma c’era tensione nell’aria.
Poco dopo abbassa di scatto il volume della radio e si gira verso di me seria.
 
“Tu ami Lydia?”
La sua franchezza mi sconvolge. Non sono abituato a parlare apertamente di cosa provo o di come mi sento. Mentre invece lei è il mio esatto contrario. Forse avrei dovuto vivere nei boschi per un po’ di tempo pure io, “dove non c’erano bagni per maschi e bagni per femmine”. Il solo ripensarci mi fa venire ancora da ridere.
 
“Per caso ti faccio divertire?”
Scuoto la testa osservandola e decido di accostare la jeep.
 
A motore spento mi giro verso di lei. E’ imbronciata con le braccia conserte mentre mi scruta di sottecchi . Mi sembra di osservare una bambina di 6 anni a cui hanno rubato il lecca-lecca. Involontariamente rido ancora.
“SMETTILA!” si indispettisce ancora di più.
“Ehi ehi, scusa! Hai ragione, scusa!” le tocco il braccio per rincuorarla e di rimando lei mi prende la mano e la stringe forte, trattenendola a sé.
E’ una ragazza molto “fisica”, cerca sempre un contatto ravvicinato. Poco dopo che era uscita dalla Echo House mi aveva spiegato che non era abituata al contatto tra umani e che appena trasformata la cosa la infastidiva molto. Dopo un po’ invece aveva iniziato a sentirla come necessità. Da coyote non aveva contatti fisici prolungati. Per lei era una situazione completamente nuova e ne era affascinata.
 
“Perché mi hai chiesto se la amo?”
 
Malia si gira subito verso di me, mi guarda dritto negli occhi e devo tenermi stretto per non sprofondare in quel mare color nocciola.
“I tuoi battiti cardiaci erano notevolmente aumentati in sua presenza. O eri agitato o eccitato. In entrambi i casi significa che sei attratto da lei.”
Facevo ancora fatica a capacitarmi della sua franchezza, e tendevo a dimenticare le sue doti sovrannaturali.
 
Mi schiarisco la gola - “E’ complicato.”
 
“E’ la tua compagna?”
 
“No”
 
“Posso essere io la tua compagna?”
 
Gesù. Come fa a chiedere una cosa del genere con così tanta facilità?
“Non sono cose che si chiedono Malia. Te l’ho già spiegato. Il genere umano è più complicato del mondo animale. Le situazioni sono più… complesse”.
 
“Perché?”
 
“Come perché Malia?”
 
“Tu mi piaci. E voglio che tu sia il mio compagno. Non vedo il perché non dovrei chiedertelo. Se non vuoi essere il mio compagno basta che rifiuti. Non capisco il problema”
 
La sua genuinità era disarmante.
Faccio un gran respiro – “Hai ragione. Noi umani ci facciamo troppi problemi. Quasi quasi verrei  a vivere nei boschi con te” le sorrido un po’, giusto per smorzare la tensione.
 
“Nei boschi non c’è la carta igienica però.”
 
Mi metto a ridere di gusto e lei di rimando mi segue. La sua spensieratezza mi mette a mio agio.
 
“Però posso chiederti una cosa?”
 
“Sicuro! Dimmi”
 
“Se non vuoi che io sia la tua compagna perché mi hai baciata alla Echo House?”
Rimango attonito.
Mi ha preso troppo alla sprovvista. Inizio a balbettare e di conseguenza non riesco a fare una frase di senso compiuto. Mi innervosisco e inizio ad agitarmi.
Malia mi blocca le mani che si stavano già muovendo a scatti e mi guarda intensamente.
“Stiles, tu mi hai spiegato che “certi” contatti fisici vengono scambiati solo da persone che stanno insieme e che quindi formano una coppia. Se io e te non siamo una coppia allora perché abbiamo avuto quei “contatti”? Se non siamo una coppia cosa siamo? Ti prego spiegami, non riesco a capire”
 
“Oh Dio, Malia… Io…”
Cerco di tirare un respiro profondo e riordinare le idee. Con Malia non avevo bisogno di giri di parole, bastava che le dicessi la verità e lei avrebbe capito.
Le sue mani stanno ancora stringendo le mie, così le prendo, me le porto al viso e ne bacio il dorso.
“Tu Malia mi piaci. Molto. Sei brillante, fiera, intelligente e fedele. Alla Echo House sei stata un’ancora per me. Mi hai salvato, più di quanto tu possa immaginare. Ti devo tanto, e l’unico modo che conosco per sdebitarmi in questo momento è quello di renderti la vita più semplice nel mondo degli umani. Farei di tutto per farti stare bene.”
 
La vedo muoversi un po’ nervosamente sul sedile - “Mi basterebbe solo che  tu mi facessi entrare nella tua vita, Stiles. Ti devo tutta la mia fedeltà.
Quello in debito ero io, eppure non stentava a donarmi cieca fedeltà. I coyote sono animali fedeli e devoti, avevo fatto delle ricerche, e l’ultima cosa che volevo era ferirla.
Avevo paura, ma ero stanco di chiudermi nelle mie ansie.
 
Istintivamente la abbraccio.
Lei mi ricambia, ma si stacca quasi subito. Incuriosito la guardo per capire il perché e lei automaticamente mi bacia. E’ un bacio castissimo, il più puro e innocente che abbia mai ricevuto. Non è un bacio passionale, è un bacio di fedeltà, di riconoscenza.
La stringo più a me e assecondo il suo tocco. Voglio farle capire che troverà in me più affetto e lealtà di chiunque altro.

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