Non sempre serve un fulmine per far innamorare

di louisisdamn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai sentita affermazione più assurda ***
Capitolo 2: *** Paraocchi rivolti verso Magnus ***
Capitolo 3: *** Essere sfigati è una dote ***
Capitolo 4: *** Piccoli inconvenienti ***
Capitolo 5: *** Piacevoli risvegli ***
Capitolo 6: *** Tutta colpa del virus ***
Capitolo 7: *** La morte separa due corpi, non due anime ***
Capitolo 8: *** La prima volta ***



Capitolo 1
*** Mai sentita affermazione più assurda ***


Salve popolo di efp! Questa ff sui nostri adorati Malec è stata scritta da me è dalla mia amata Virgi alle 3.00 del mattino. 
Abbiamo deciso di scrivere questa storia insieme per essere sicure di non abbandonarla a metà, cosa già accaduta in passato lol 
Comunque, le cose da dire sono poche:
- per eventuali spoiler avvertiremo a inizio capitolo 
- se ci saranno scene rosse, anche qui verrà messo l'avvertimento a inizio capitolo 
- se ci sono dubbi scrivetem(c)i pure 
- le note saranno a fondo pagina negli altri capitoli
Un abbraccio a tutti quelli che hanno deciso di leggere questa storia, mi raccomando : leggete e recensite in molti! 
Su Twitter siamo @baciscambiati e @deloslights


Per quanto Alec non sopportasse i mondani, la loro tavola calda era un posto in cui andava tutte le volte che doveva pensare. Non ne aveva mai capito il motivo e, proprio mentre ci rifletteva su, il trillo della campanella attaccata alla porta d'ingresso gli fece alzare lo sguardo. In un attimo, tutti gli occhi dei presenti nel locale furono sulla figura che era appena entrata dalla porta, Alec l'avrebbe riconosciuta ovunque : era Magnus. Lo stregone sapeva di attirare l'attenzione dei presenti, infondo chi non avrebbe notato un ragazzo alto, magro, con un bel fisico, la pelle ambrata e degli occhi accattivanti a contornare il tutto? E poi, diciamocelo, anche un cieco lo avrebbe visto con il suo abbigliamento tutto lustrini e paillette. Ma, comunque, egli rivolse il suo sguardo solo al Nephilim dagli occhi color ghiaccio, che era rimasto a fissarlo, con la pancia che faceva qualche leggerissima capriola. Dopo avergli lanciato un velocissimo e quasi impercettibile occhiolino, Magnus si diresse verso il bancone per ordinare e successivamente andò a sedersi proprio davanti al cacciatore, il quale non poté fare a meno di abbassare lo sguardo per evitare che le sue gote s'imporporassero. Non poteva permettersi di far anche solo pensare allo stregone che avesse seguito con estrema cura i suoi movimenti, o la sua autostima sarebbe schizzata alle stelle per il dispiacere di tutti i suoi conoscenti.
Nessuno dei due disse niente fino a quando l'ordinazione del Figlio della Lilith non arrivò e la sala riprese il suo normale andirivieni.
"Sono sorpreso di trovarti in un banalissimo locale mondano, Alexander"
"Oh andiamo, il Sommo Stregone di Brooklyn che è sorpreso? Mai sentita affermazione più assurda"
"Hai ragione, ma ahimè, neanche la mente astuta del più potente figlio della Lilith in circolazione riesce ad imbrogliare un cacciatore furbo e intelligente come Alexander Lightwood"
"Sono nella norma" Al contrario delle sue aspettative, Alec si rese conto che la frase era uscita più simile ad un borbottio che ad una affermazione risoluta come sperava.
Passarono alcuni minuti di silenzio, durante i quali il Nephilim fissò la sua tazza di espresso ormai vuota e lo Stregone fissò, a sua volta, il cacciatore dai bellissimi occhi color del cielo. Con quei magnetici occhi puntati addosso, Alec non riusciva proprio a pensare. Stava appunto cercando di ricordarsi quale fosse il suo nome, quando..
"Bene, allora ci vediamo. A presto, Occhioni d'Oro" detto ciò, Magnus scomparve dal locale in una leggerissima folata di vento prima che il ragazzo riuscisse a rispondergli, facendo comparire , sul tavolo, i soldi per pagare le ordinazioni di entrambi. 
Alec sbuffò. 
Ormai lo sapevo troppo bene, il Sommo Stregone di Brooklyn otteneva sempre quello che voleva; in un modo o nell'altro. 

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Capitolo 2
*** Paraocchi rivolti verso Magnus ***




Alec si alzò per andare a pagare e, una volta arrivato alla cassa, la cameriera che aveva servito lui e Magnus lo guardò con aria interrogativa.
"Scusa l'invadenza, ma.." Si fermò per masticare l'odiosa gomma che aveva in bocca. 'I Mondani, non li capirò mai' pensò Alec prima che la ragazza ricominciasse  a parlare "Conosci quel bel fusto che era con te poco fa? È impegnato? Mi daresti il suo numero?"
Il Nephilim sbuffò sonoramente mentre metteva il resto appena ricevuto in tasca.
"Si dà il caso che 'quel bel fusto' sia il mio ragazzo e tu sei pregata di stargli lontano se non vuoi ritrovarti come la gomma stai masticando" Alec terminò la frase con un sorriso strafottente e, prima che la camera potesse aprire la bocca per lo stupore, lui si era già dileguato fuori dal locale.
Appena fuori dalla tavola calda, il cacciatore si sedette sulla prima panchina disponibile, prima di riniziare a respirare normalmente.
Ma che diamine gli era preso?!
Non aveva nessun diritto di comportarsi così. In fondo, lui e Magnus erano solamente amici e lo Stregone poteva frequentare chi voleva.
Dopo averci riflettuto sopra, Alec decise che la scelta migliore era quella di ritornare indietro e scusarsi con la cameriera per i suoi modi poco educati.
Erano pienamente convinto della sua scelta, ma una microscopica parte della sua coscienza continuava a ripetergli di non farlo.
Il Nephilim era ancorato a quella panchina e non ne sapeva il motivo. Sapeva solo che non riusciva a fare cosa il cervello gli ordinava.
L'attenzione di Alec fu distolta dai suoi pensieri quando sentì uno spostamento d'aria accanto a se. All'inizio di allarmò, temendo che potesse essere qualche fenomeno demoniaco ma di dette dello stupido non appena capì quale fosse la fonte del venticello : un ragazzo che correva.
'E che ragazzo' pensò, mentre lo squadrava attentamente. Portava solo dei pantaloncini corti che mettevano in evidenza le splendide gambe ben allenate, e il torso nudo e abbronzato non lasciava niente all'immaginazione, mostrando a chiunque gli splendidi pettorali dove qualche gocciolina  di sudore si divertiva a scorrazzare.
Eppure, nonostante la visione pressoché paradisiaca, Alec non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine dei pettorali altrettanto marcati di Magnus.
Scosse forte la testa, dandosi della ragazzina mestruate e pensando a quale sarebbe stata la reazione di sua sorella Isabelle se l'avesse beccato a fare quei pensieri - probabilmente lo avrebbe coperto di ridicolo finché non fosse morto.
Quando fu abbastanza certo di aver ripreso il controllo della sua mente, posò gli occhi su un ragazzo che si era fermato di spalle proprio davanti a lui.
'Questa dev'essere proprio  una congiura contro di me' pensò, mentre il suo sguardo indugiava un po' troppo sul fondoschiena, che sembrava scolpito, del ragazzo.
Dopotutto, aveva 18 anni, era normale che stravedesse per un corpo fatto come si deve, no?
Anche se il corpo in questione non era perfetto come quello di Magnus...
Un momento, cosa c'entrava Magnus in quel discorso?! Non si stava parlando dei suoi ormoni?
'Si, appunto' disse una vocina nella sua testa.
Per l'ennesima volta si ritrovò a fissare il mondo esterno per distrarsi dai suoi stessi pensieri. C'era qualcosa che non andava in lui, ultimamente. Come se fosse una persona diversa e non capiva proprio da cosa dipendesse.
Si alzò dalla panchina, costringendosi a fare due passi per cercare di schiarirsi le idee, ma non fece in tempo a muoversi che sbatté la testa contro un ramo dell'albero soprastante. E tanti saluti alla grazia degli Shadowhunters.
"Per l'Angelo!" Imprecò, sentendo una risatina acuta dietro di sé. Si voltò, adirato, trovando una graziosa fanciulla che si copriva la bocca per cercare di nascondere la sua ilarità.
Alec la osservò per un momento: portava una canottiera piena di paillettes e un paio di pantaloncini corti. A detta del ragazzo, quella canottiera sarebbe stata meglio di gran lunga al Sommo Stregone di Brooklyn.
Si prese la testa fra le mani. Non era possibile, stava di nuovo pensando a lui! Forse gli aveva lanciato un incantesimo o qualcosa del genere, perché non riusciva proprio a toglierselo dalla mente.



Angolo Autrici: 
Salve a tutti! Io e Virgi siamo qui con il nuovo capitolo! Che ne pensate? Prendeste in molti, le vostre opinioni sono molto importanti per noi!
Dal prossimo capitolo entreremo nel vivo della storia, invece nei primi due capitoli ci siamo dedicate di più ai sentimenti che prova Alec verso Magnus. 
Speriamo vivamente che la storia vi piaccia e che continuerete a leggerla in molti! 
Un bacio, Lu @baciscambiati e Virgi @deloslights
 

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Capitolo 3
*** Essere sfigati è una dote ***




Dopo aver girovagato per le vie di New York ininterrottamente per ore – o forse erano solo minuti, chissà – Alec decise che era il momento di tornare all'Istituto, perché probabilmente Isabelle e Jace lo stavano dando per disperso. 
Senza che ne fosse davvero consapevole, immerso nei suoi pensieri com'era, si ritrovò nella strada della vecchia cattedrale che gli faceva da casa.
Se non fosse stato così distratto dai suoi pensieri, probabilmente si sarebbe accorto che c'era qualcosa che non andava. 
Arrivato davanti al portone si tastò le tasche in cerca delle chiavi ma il risultato fu sempre lo stesso, anche quando cercò nella giacca: non trovava nulla. 
Dopo una manciata di minuti a pensarci su, si ricordò di averle lasciate sulla scrivania della sua camera e di aver detto a Jace che sarebbe tornato presto. 
Provò ad aprire il portone con lo stilo ma il suo tentativo fu vano; solo in quel momento gli vennero in mente le parole che gli aveva detto il suo parabatai quando stava uscendo 
"Alec"
"Si, Jace?"
"Ricordati che stasera devo andare in missione; se starai fuori per più di un'ora, chiuderò la porta in modo che non si possa aprire nemmeno con lo stilo, per sicurezza."
Parole a cui lui non aveva prestano molta attenzione e che aveva liquidato con un cenno del capo.
Si batté forte una mano sulla fronte per darsi mentalmente dello stupido perché era inutile provare ad entrare o chiamare Jace: il cacciatore non gli avrebbe aperto. 
Così si sedette sui gradini della cattedrale e pensò a dove andare; era il crepuscolo e lui iniziava ad avere fame, ma anche se fosse andato in un ristorante avrebbe risolto il problema solo per qualche ora. Sarebbe potuto andare in un hotel dei mondani, ma non aveva abbastanza soldi.. 
Dove poteva dirigersi un cacciatore che era rimasto stupidamente chiuso fuori dall'Istituto di cui i suoi genitori ne erano a capo?
Tutti le sue idee convogliavano verso un'unica soluzione. C'era solo un posto dove poteva andare: al rifugio per i cacciatori di Magnus Bane.
'No, no, no, no e poi no!' Diceva una voce nella sua testa, ma dove altro avrebbe trovato un letto e un tetto sotto cui dormire gratuitamente? Da nessuna parte.
In quel momento la sua coscienza era divisa in due: la prima parte non voleva andare dallo stregone, preferiva dormire sugli scalini della chiesa, ma la seconda e anche la più ragionevole lo spingeva ad andare da Magnus perché sicuramente sarebbe andato in ipotermia a dormire fuori e poi... Doveva ammettere che l'idea di dormire nelle stessa casa di Magnus lo allettava parecchio... Magari anche nello stesso letto... 
Ma che diamine stava pensando?! Era diventato pazzo tutto d'un colpo forse?!
Mise a tacere la sua coscienza una volta per tutte e si diresse verso l'appartamento dello stregone, rassegnandosi ad andare a piedi perché la metropolitana proprio non gli piaceva.
Quando finalmente riuscì a scorgere la palazzina dove c'era l'appartamento di Magnus, la luna splendeva alta nel cielo e lui stava letteralmente morendo di fame.
Si avvicinò all'edificio sognando un po' di pace, quando sentì il rombo della musica fin dall'altro lato della strada. Evidentemente lo stregone stava dando uno dei suoi party per nascosti..
Certo, sarebbe potuta provenire da un qualunque altro appartamento, ma c'era qualcosa di strano in quella melodia, come se cercasse di scacciare lui e quelli come lui.
Mille pensieri lo assalirono. Perché Magnus stava usando musica contro gli Shadowhunters? Non lo voleva lì? Eppure quel pomeriggio gli era sembrato piuttosto felice di vederlo.. 
Magari stava facendo qualcosa di illegale, e lui non c'entrava proprio niente con la musica, che era anche peggio dell'ipotesi precedente, perché voleva dire che Magnus lo ignorava completamente, che nel suo cuore non c'era posto per Alec.
Improvvisamente la musica cessò e il ragazzo a metà fra il rincuorato e l'ansioso – no, okay, molto più ansioso che rincuorato — si diresse a passo veloce verso la palazzina, trovò la porta aperta e imboccò di corsa le scale, come per paura che la strana musica partisse di nuovo e lui fosse costretto a restare lontano da lì, lontano da lui..
Pensieri di quel tipo gli ronzavano in testa talmente spesso ultimamente che stava iniziando a farci l'abitudine.
Quando arrivò davanti alla porta dello stregone, si fermò un momento per riprendere fiato e organizzare il discorso da fare allo stregone per farsi ospitare.
Non appena si sentì pronto – aveva la netta sensazione che fossero trascorsi più di dieci minuti – fece per bussare ma la porta si spalancò prima che lui potesse toccarla e ne uscì un licantropo rabbioso che sembrava in prossimità della trasformazione. Si squadrarono a vicenda per un momento, poi quello gli sputò ai piedi e disse: ‘Allora è per un moccioso come te che Bane ci ha fatto togliere la musica’ e se ne andò a passo svelto, seguito da un paio di compagni.
Alec rimase immobile sulla soglia, non capendo il significato di quelle parole, finché una voce calda e accogliente gli disse un semplice ‘Ciao, Alexander’.
Alzò gli occhi sullo stregone, ammutolito dalla sua perfezione. Indossava vestiti piuttosto appariscenti e aveva il trucco glitterato, ma neanche quello poteva competere con lo scintillio presente in quei meravigliosi occhi da gatto.
‘Vieni, entra’ Domandò poi Magnus, vedendo che il ragazzo non avrebbe parlato. ‘È sempre un piacere accoglierti in casa mia’.



  Angolo delle autrici: Ciao popolo di efp! Ebbene sì, siamo di nuovo qui con il terzo capitolo della nostra FF Malec! Come potete vedere, si inizia ad entrare nel vivo della storia senza, però, tralasciare i sentimenti del nostro piccolo e gracile - okay, non tanto gracile - Alec. Speriamo che vi sia piaciuto e fateci sapere che ne pensate attraverso una recensione, vi aspettiamo numerosi! Lu @baciscambiati & Virgi @deloslights

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Capitolo 4
*** Piccoli inconvenienti ***






Alec entrò con passo incerto in casa dello stregone, la sua gola era diventata stranamente secca e i palmi delle mani avevano preso a sudare.
'Datti una controllata, Alec' si impose mentalmente ma la vicinanza di Magnus mandava in cortocircuito il suo sistema nervoso e la sua capacità di dire o fare cose sensate.
"Volevo chiederti se avevi un posto per dormire ma non volevo disturbare... Me ne vado subito"
Era già diretto verso la porta quando una presa ferrea sul suo braccio lo fermò.
"Alexander, non ho detto che devi andare via. In realtà non ho detto nulla ma, bando alle ciance, seguimi così ti indico la tua stanza."
Prima ancora che il Nephilim potesse rispondere, lo stregone era già sparito per il corridoio così Alec lo seguì con passo svelto e per poco non gli andò addosso quando si fermò di colpo davanti alla porta di una stanza.
"Eccoci, questa è la tua camera. Se hai bisogno di qualcosa, io sono in salone. Ah, il bagno è in fondo al corridoio" detto ciò, il figlio di Lilith se ne andò, ammiccando in direzione del cacciatore. 
Alec non perse tempo e si catapultò in camera, aveva sicuramente bisogno di rilassarsi e non c'era niente di meglio che una bella doccia calda, no?
Così, dopo aver preso un bel respiro, uscì e si diresse verso il bagno. 
Non ci mise molto a raggiungerlo, si chiuse dentro e distese i nervi sotto l'acqua tiepida per una buona ventina di minuti. Uscì dalla doccia con il vapore che intasava la stanza e l'odore di sandalo che aleggiava nell'aria. 
'I vestiti!' Era uno stupido, a tutti gli effetti. Davvero, come poteva essersi scordato che non aveva vestiti di ricambio con sé? Non si era nemmeno preoccupato di chiederli allo stregone. 
'Stupido Alec, stupido' sospirò rumorosamente e dopo averci pensato per alcuni minuti fece l'unica cosa che gli venne in mente. 
Si attorcigliò un asciugamano in vita - dopo aver accuratamente controllato che fosse il più grande in tutto il bagno - che gli arrivava sopra il ginocchio, prese un bel respiro e, dopo aver rifatto il nodo del pezzo di stoffa almeno 10 volte, uscì dal bagno.
Si diresse immediatamente verso la camera dello stregone - era molto appariscente grazie ai glitter sulla porta - dato che lui era in salone e non gli sembrava il caso di presentarsi davanti a un gruppo di Nascosti praticamente nudo, scelse quella che era la soluzione più ovvia: cercare dei vestiti nella camera di Magnus. 
Alec entrò cercando di fare meno rumore possibile ma, in quel momento, tutta la sua maestria da cacciatore sembrava essere svanita. Trovò quasi subito l'armadio - era immenso. 
Per prima cosa iniziò a cercare dei boxer con la mano destra, mentre la sinistra reggeva meno forte di prima l'asciugamano.
"Serve aiuto?"
L'asciugamano di Alec cadde mentre lui si girava in direzione del proprietario della voce, Magnus naturalmente.
Le mani del cacciatore corsero a coprirsi le parti intime mentre lo sguardo dello stregone si fermava sempre più spesso su di esse.
"È inutile che cerchi di coprirti, Alexander, ci riusciresti giusto giusto con un'altra mano"
Dopo la frase e il sorriso malizioso che il figlio di Lilith gli aveva rivolto, il Nephilim arrossì ancora di più, se possibile. 
"Io.. Ehm.. I-io.." Alec si schiarì la gola, doveva farcela. "Io stavo cercando dei.. boxer puliti e dei vestiti dato che non ho portato nulla con me."
"Potevi venire a chiedermelo" lo sguardo di Magnus si illuminò di estrema malizia
"Sai, non mi sembrava il caso di presentarmi mezzo nudo davanti a un gruppo di Nascosti, che mi odiano"
"Però davanti a me ti sei spogliato senza scrupoli.. Interessante, davvero davvero interessante.." 
In quel momento lo stregone era la perversione fatta a persona, Alec ne era certo.
Prima che il Nephilim potesse realizzare cosa stava accadendo, Magnus fu a pochi centimetri dal suo orecchio: poteva sentire le labbra del figlio di Lilith sulla sua pelle. Deglutì svariate volte e provò a inglobare quanta più aria possibile, dato che in quel momento le sue funzioni respiratorie non erano al pieno delle loro capacità. 
"Sai Alexander, devi ringraziare il mio forte autocontrollo perché, senza quello, ti avrei già sbattuto sul muro alle tue spalle"
Alec credette di poter morire, ma non per le parole appena dette, no. Era più che altro perché qualcosa là sotto si stava risvegliando, dopo le parole dello stregone. 
'L'angelo mi odia, è ufficiale' pensava Alec, mentre cercava di togliere i pensieri e le immagini poco caste -su di lui e Magnus - che erano apparse nella sua mente.
"I vestiti sono sul letto, scendi appena sei pronto"
Il cacciatore stava per protestare perché, diamine, sul letto non c'era nulla ma quando il suo sguardo si posò sulle lenzuola di raso bordeaux, vide una tuta piuttosto anonima e un paio di boxer che Magnus doveva aver creato apposta per lui. Era in procinto di girarsi per ringraziare lo stregone ma lui non c'era già più.
Alec sospirò rumorosamente, tolse le mani che poco prima coprivano la sua nascente - ormai quasi completa - erezione e, dopo essersi seduto sul bordo del letto, diede libero sfogo ai suoi ormoni. In fin dei conti era un un diciottenne, fare queste cose rientrava nella norma. Cosa forse - solo forse - non era del tutto normale che, durante questi 'momenti privati', la mente del Nephilim pensasse a qualcuno - uno a caso, ovvio. Assomigliava a un ragazzo, altro, muscoloso, dalla pelle mulatta e con due occhi da gatto in grado di stregare il mondo. 
Quando venne sporcandosi la mano, Alec capì che neanche con la maledizione di un demone si sarebbe tolto Magnus dalla mente. 


Angolo delle autrici: innanzi tutto scusateci per il ritardo, siamo state un po' prese da altri impegni e in questi giorni abbiamo un po' trascurato la storia.. Chiediamo umilmente perdono!
Ma ecco ecco che il nostro tenero Alec si risveglia – e non solo lui, eheh
Che ne pensate? Fatecelo sapere in qualche modo, tramite una recensione o su twitter :D
(Ma vi vogliamo bene anche se leggete e basta)
Un bacio e alla prossima, Lu (@baciscambiati) e Virgi (@deloslights)

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Capitolo 5
*** Piacevoli risvegli ***





Intimidito dalla reazione che aveva avuto, Alec rimase a lungo nella camera di Magnus. Quello che lo terrorizzava non era il fatto che fosse appena venuto pensando allo stregone, ma che avrebbe voluto le sue mani a svolgere quel lavoro, non le proprie.
Possibile che si stesse prendendo una cotta proprio per un Nascosto? Se la sua famiglia l'avesse saputo..
Ma, in realtà, ad Alec non poteva importare di meno di ciò che avrebbero pensato i Lightwood o l'intero Conclave. Per un attimo incredibilmente lungo, desiderò abbandonare tutta la sua vita da Cacciatore per stare con Magnus.
Si passò una mano sugli occhi, vagamente disperato, ricordandosi che senza la sua identità da Shadowhunter lui non era nessuno.
Ma non era neanche questo il problema.. Magnus lo avrebbe reso qualcuno, se solo si fosse interessato a lui.
Certo gli aveva fatto quel commento poco prima, ma era pur sempre un uomo, anche se metà demone, davanti a chiunque avrebbe reagito così, no?
In preda allo sconforto e al desiderio, si addormentò, sdraiato sul letto di Magnus..
Sognò di essere sospeso sopra il lago di Raziel, stava per cadere, sapeva che sarebbe diventato pazzo, ma poi arrivava il suo stregone preferito su un manico di scopa e con il cappello a punta e lo salvava, come il principe azzurro delle favole, gli occhi da gatto che lo fissavano..
Sbatté gli occhi un paio di volte prima di rendersi conto di essere sveglio, perché c'erano davvero gli occhi curiosi di Magnus che lo guardavano.
Era sdraiato accanto a lui, la testa appoggiata su un gomito, mentre l'altro braccio era steso fra loro, come se lo avesse accarezzato fino a un momento prima.
Non appena si rese conto della situazione, Alec divenne rosso come il ciondolo della collana di sua sorella, se non di più.
Cercò di tirarsi su, ma la mano dello stregone che si posò sulla sua guancia lo fece immobilizzare. 
Se possibile, divenne ancora più rosso.
"M-mi sono addormentato.." mormorò, come un babbeo.
Magnus ridacchiò. "Me n'ero accorto, sai? Stai occupando il mio letto".
Alec fece di nuovo per alzarsi, ma questa volta il braccio del figlio di Lilith fu più forte e deciso di prima, per impedirglielo.
"Non ho detto che mi dai fastidio" sorrise sornione. "Hai il diritto di rimanere tutto il tempo che vuoi. La festa è già finita, sono tutto per te".
"Davvero? M-ma che ore s-sono?"
Ma da quando balbettava?! Che idiota. Magnus non l'avrebbe mai considerato più di un bambino.
"Le tre di notte".
"Oh" disse soltanto, immaginando che a quell'ora Jace e Izzy fossero già rientrati. "Forse dovrei andare.."
"Adesso?" un guizzo negli occhi dello stregone gli fece pensare che magari nemmeno lui desiderava lasciarlo. "Non ti piace proprio la mia compagnia?"
Alec lo fissò, studiandogli l'espressione forzatamente neutra. Avrebbe dovuto esporsi o mentire..?
"Non c'entri tu, ma la mia famiglia.. Si staranno preoccupando" optò per la verità.
"Hai paura che il tuo Jace scopra che hai dormito da me?"
Il ‘suo’ Jace.. Jace non era mai stato suo. Mai lo sarebbe stato. Ormai aveva accettato la cosa.
"No!" rispose, forse troppo in fretta. "No, io.." si arrese. "Mi fa piacere stare qui". Fece una pausa, puntando il suo sguardo negli occhi di Magnus. "Quando sono con te.. non mi importa più di nient'altro. È come se tu fossi il mio rifugio, dove posso venire e pensare solo a me stesso.." e a te, pensò, ma non lo disse per paura di essersi spinto troppo in là.
Magnus stava ricambiando il suo sguardo, leggermente divertito e pieno di dolcezza. Come poteva il figlio di un demone essere dolce? Come poteva amare? Gli avevano sempre insegnato che ciò era impossibile, eppure.. Eppure non ci credeva, in presenza dello stregone, non era possibile che lui non avesse sentimenti. 
"Oh, Alexander.." sospirò Magnus, continuando a guardarlo. "Mio dolce Alexander.."
Mio. Mio. Mio.
Quella parola risuonava nella testa di Alec come una dichiarazione d'amore.
Uno stregone plurisecolare l'aveva appena definito 'suo'. Suo come Jace non avrebbe mai potuto essere. Suo come non aveva mai sperato, neanche nei suoi sogni più nascosti.
"Magnus.." mormorò Alec, ma la bocca soffice del figlio di Lilith nascose tutte le sue parole.
Fu solo uno sfioramento di labbra, un piccolo assaggio di ciò che avrebbe potuto avere, di ciò che – forse – Magnus gli stava offrendo.
E chi era lui per rifiutare tutto quel ben di Dio?
Con un impeto venuto da chissà dove, Alec gli passò un braccio dietro la nuca, infilando le dita nei capelli ricoperti di brillantini dello stregone. Le loro bocche si ricongiunsero prima ancora di essersi staccate, e il Nephilim, per quanto inesperto, fece del suo meglio per non deludere le aspettative di Magnus. 
Mentre gli mordeva dolcemente il labbro inferiore, il suo cervello si spense per una buona volta e Alec non pensò più al fatto che quello doveva essere il milionesimo bacio che Magnus riceveva, mentre per lui era solo il primo, e che probabilmente di ragazzi come lui lo stregone ne aveva avuti a volontà.
Per una buona volta, mentre la lingua di Magnus gli tastava tutti i denti, insinuandosi all'interno per trovare la sua, non pensò più a niente che non fosse ‘ne voglio ancora’.
Intrecciò la lingua con quella dello stregone, mentre lui si spostava lentamente, senza interrompere il contatto. Fece sdraiare il Cacciatore sulla schiena, montandogli sopra e cingendogli i fianchi con le gambe. Alec sentiva sopra di sé i muscoli perfetti di Magnus, e per un attimo il suo cervello si riaccese, dicendogli quanto fosse insulso lui rispetto all'aspetto perfetto dello stregone, ma la lingua che adesso gli stava assaggiando le labbra fece scomparire anche la sua coscienza.
Era proprio vero, Magnus era il suo rifugio segreto, la sua scialuppa di salvataggio.
Alec si risvegliò da quello stato di trance quando la bocca del figlio della Lilith si posò sul suo collo niveo e senza accorgersene trattenne il fiato, che venne rilasciato insieme ad un gemito non appena Magnus iniziò a torturargli una sua zona particolarmente sensibile, sotto il pomo d'Adamo. Il Nephilim era in preda al piacere e così spinse il capo all'indietro per lasciare allo stregone più libertà di movimento. I gemiti strozzati - o che almeno Alec cercava di contenere - non facevano altro che far crescere l'eccitazione all'interno degli slip leopardati di Magnus. 
Il figlio della Lilith decise di abbandonare il collo del - suo - ragazzo, solo quando si ritenne soddisfatto del segno bordeaux tendente al violaceo che aveva lasciato.
"Per stasera basta così, non vorrei darti filo da torcere, Alexander. Ma se avessi voglia di un altro round, mi trovi sempre qui a tua disposizione"
Alec deglutì rumorosamente parecchie - infinite - volte  e quando si era deciso a ribattere, aveva trovato Magnus accoccolato al suo petto che dormiva.
Così decise di infilare una mano nella zazzera di capelli corvini che si ritrovava per accarezzarli un po'.
Era fottuto, semplicemente fottuto. 
O innamorato. 
Secondo i punti di vista.

Angolo delle autrici: Salve! Che ne pensate di questo capitolo? 
È il primo bacio tra i due e anche il primo in assoluto del nostro Alec.. Non è tenerissimo? Noi lo adoriamo tanto quanto il misterioso e sfacciato Magnus..
Ci stiamo divertendo tanto a scrivere questa storia e speriamo che anche per voi sia un'esperienza piacevole :) fateci sapere cosa ne pensate, è molto importante per noi.
Al prossimo capitolo xx
Lu (@baciscambiati) e Virgi (@deloslights)

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Capitolo 6
*** Tutta colpa del virus ***




I raggi del sole colpirono in pieno viso Magnus che, infastidito e per paura di svegliare il Nephilim, chiuse le tende con uno schiocco di dita poco udibile.
Si girò sulla schiena facendo attenzione a non svegliare il ragazzo che dormiva beatamente accanto a lui, poi voltò la testa di lato per poterlo osservare meglio.
Era bellissimo. Avrebbe potuto ripeterlo all'infinito. Metà viso sprofondava nel morbidissimo cuscino di piume d'oca, lasciando intravedere solo una delle palpebre che nascondevano gli zaffiri che il cacciatore aveva al posto degli occhi, i capelli erano una macchia di petrolio indistinta che si sparpagliava in tutte le direzioni, le ciglia nere proiettavano piccole ombre sugli zigomi nivei e perfetti. Sotto il collo spiccava il segno rossastro, lo stregone sorrise al ricordo di essere stato proprio lui a farlo, dalle clavicole si iniziavano a vedere le cicatrici - ormai dello stesso colore della pelle del Nephilim - che Magnus tanto adorava. Avrebbe passato ore a tracciarne i contorni con i polpastrelli, o ancora meglio con la lingua...
Fu risvegliato dai suoi pensieri quando Alec iniziò a parlare, non ricordandosi più di essere a casa dello stregone
"Ancora 5 minuti Izzy, chiudi le tende. Ti prego" mugugnò il cacciatore con la voce assonnata.
Magnus sorrise intenerito alla vista del - suo - ragazzo di prima mattina.
"Mi dispiace deluderti Fiorellino, ma non sono Isabelle. A dirla tutta, non ci assomiglio proprio"
Appena riconobbe la sua voce, Alec aprì di scatto gli occhi e si mise a sedere, ma un giramento alla testa gli fece emettere un mugolio di dolore.
Lo stregone gli fu immediatamente accanto, pronto in caso si sentisse male.
"Alexander stai bene?" C'era preoccupazione nella sua voce, notò Alec 
"Sisi.. È solo uno stupido.. Uno stupido giramento alla testa.." Le parole che gli arrivarono alle orecchie furono poco credibili anche per se stesso. 
"Ora stenditi, mentre io vado a farti una bella tazza di tisana calda, hai capito Fiorellino?"
"Ma io.. Io devo tornare all'Istituto.. Saranno preoccupati.. E.."
"Non preoccuparti, ci penserò io a chiamarli e ad avvertirli. Tu devi solo riposarti Fiorellino"
Magnus si avviò verso la porta e l'ultima cosa che sentì fu un "Non sono un Fiorellino" che lasciava intendere l'umore nero del cacciatore.


"Non è possibile!" protestò un Alec vagamente seccato, guardando negli occhi lo stregone. "Tra tutte le malattie esistenti al mondo, dovevo prendermi proprio quella che non sei in grado di curare?" 
Erano passate alcune ore dal loro risveglio, e nonostante le premure di Magnus, il Nephilim era più debole che mai.
"Non è colpa mia, Fior.."
"Chiamami un'altra volta Fiorellino e farò scomparire i glitter dalla tua vita!" lo minacciò Alec.
Il figlio di Lilith impallidì, valutando le parole del ragazzo. 
Non poteva farlo davvero, giusto?
Alec alzò gli occhi al cielo, tornando a sprofondare fra i cuscini.
"Cos'ha detto Jace?" chiese freddamente.
In realtà, il cacciatore non sapeva proprio perché fosse arrabbiato con Magnus. Non aveva fatto niente di male, anzi, si era preso cura di lui, ma si sentiva vagamente preso in giro. Aveva solo mal di testa, forse un po' di febbre, persino i Mondani sarebbero stati in grado di curarlo, com'era possibile che la sua malattia fosse off-limits per il Sommo Stregone di Brooklin?
Lo sbuffo del suddetto fece emergere Alec dai suoi pensieri.
"Jace, Jace, Jace" disse, strascicando la voce. "Vuoi che mi informi anche su cosa ha mangiato, se è andato in bagno e di che colore ha le mutande?"
"Io non.." Il ragazzo si zittì. Era gelosia quella che trapelava dalle parole di Magnus?
Un sorriso gli si dipinse sul volto, e sarebbe scoppiato a ridere se non avesse avvertito una fitta alla testa. 
Però non poté impedire di compiacersi per aver creato una tale reazione in Magnus.. era un segno positivo, no? Una piccola speranza accesa sotto quell'insicurezza.
"Comunque, ha detto che ti augura un buon riposo e una pronta guarigione" disse dopo qualche minuto lo stregone. "E che non vede ragioni per riportarti all'Istituto quando sei in compagnia del medico più qualificato di tutta l'America". Ghignò, indicandosi, e delle scintille azzurre di autocompiacimento si accesero intorno al suo volto.
Alec dovette di nuovo trattenersi per non ridere, avvertendo questa volta una fitta alla pancia. 
"Sei incredibile!" disse, dimenticandosi immediatamente di tutto l'astio che aveva avuto contro lo stregone fino a qualche secondo prima.
"Oh, lo so" ridacchiò Magnus, ma Alec non ci fece caso.
Un pensiero terribile lo aveva appena attraversato. Aveva mal di pancia, e cambiava umore ogni trenta secondi, circa. Qualcosa che nemmeno la magia poteva curare..
"Magnus.." mormorò, non osando incrociare il suo sguardo, sopraffatto dalla vergogna per ciò che stava per dire. "Non è che sono in fase premestruale?"
Quello che si senti in seguito fu solo la risata fragorosissima dello stregone, che cercava di trattenersi ma proprio non ci riusciva - le lacrime agli angoli degli occhi lo confermavano. 
"Alexander.." inizio Magnus ma scoppiò ancora a ridere.
"Uff" Alec stava per ucciderlo, che cosa aveva detto di così tanto esilarante?! No perché, se il figlio della Lilith si fosse degnato di dirglielo, poteva ridere anche lui. 
Il maggiore si schiarì la voce, 'un po' di contegno Magnus' si ammonì mentalmente
"Alexander, le mestruazioni vengono solo alle ragazze" disse, con la voce di chi sta spiegando che la Terra è tonda o che Babbo Natale non esiste. "Tu, la sotto, hai la stessa cosa che ho io. Ma, se non ne sei convinto, potremmo sempre controllare.."
Alec divenne rosso fino alla punta delle orecchie. Per l'Angelo, Magnus aveva usato il plurale; deglutì una volta per controllare di essere ancora vivo e di non star facendo un sogno tremendamente erotico - bè, in quel caso Magnus sarebbe stato vestito da infermiera e l'idea di vederlo con un completino in lattice tutto attillato lo allettava alquanto. 
Ma che cosa stava pensando?! Era sicuramente colpa del virus che aveva in corpo. Sicuramente. 


Angolo delle autrici:
Ehm.. siamo di nuovo in ritardo, chiediamo umilmente perdono! Hahaha
Però speriamo di avervi fatte ridere almeno un po' con questo capitolo.. Che ve ne pare? 
Le cose fra i nostri due piccioncini si stanno facendo più serie, e abbiamo pensato che un pizzico di comicità fosse l'ideale per non rendere il tutto troppo pesante!
Un bacione, a presto (si spera)
Lu (@baciscambiati) e Virgi (@deloslights)

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Capitolo 7
*** La morte separa due corpi, non due anime ***







"Maaaaagnus" 
Lo stregone si sentì chiamare dalla sua camera da letto dove, ormai, il Nephilim si era stabilito - tanto a lui non dava fastidio, anzi.
"Dimmi, Alexander"
"Bè ecco, io volevo chiederti... Jace ha chiesto mie notizie?"
Lo stregone emise uno sbuffo poco udibile.
Jace, Jace, Jace. Sempre è solo Jace. Lo avrebbe odiato davvero quel ragazzo un giorno, ne era sicuro.
"No, non ha chiesto di te. Non sei il suo ragazzo." Disse con fare stizzito; un po' gli dispiaceva trattare così Alec perché non faceva nulla di male - oltre ad essere innamorato di quel biondo ossigenato - però non poteva fargli pensare a lui in quei giorni, non dopo tutta la fatica che ci aveva messo per preparare la sorpresa...
Si riscosse quando sentì Alec parlare.
"Oh.." Il cacciatore abbassò lo sguardo sulle sue mani, un po' deluso ma in fondo doveva aspettarlo perché Magnus aveva ragione, Jace non era il suo ragazzo e lui non doveva sprecare la sua vita a corrergli dietro. Piuttosto poteva pensare allo stregone.
Alec si prese qualche momento per osservarlo attentamente. Era appoggiato allo stipite della porta con la spalla destra, il petto era bel fasciato da una maglietta nera che lasciava scoperte le braccia toniche e muscolose, le cosce erano coperte da dei pantaloncini striminziti rossi che lasciavano ben poco all'immaginazione dato che diventavano particolarmente aderenti in quel punto... Ad Alec si seccò la gola, doveva ammetterlo, Magnus era un bel ragazzo. Aveva tutto ciò che si poteva chiedere, un fisico da urlo, la pelle costantemente abbronzata e degli occhi magnifici. Il cacciatore si perse di nuovo in essi, un giorno o l'altro l'avrebbero fatto impazzire. Così pieni di sfumature e così intriganti, il Nephilim avrebbe passato ore a fissarli.
Alec si riscosse dai suoi pensieri e, mentre lo stregone apriva la bocca per dirgli qualcosa, nella sua mente apparve una missione ben precisa : Magnus sarebbe dovuto diventare il suo ragazzo.
"Tutto bene Alexander?" Gli chiese il figlio della Lilith con voce leggermente preoccupata
"Oh certo, mi sento già molto meglio" rispose il più basso tra i due con un sorriso smagliante a contornargli il volto.
"Bene, allora per te non è un problema che io debba uscire un momento per fare una commissione?" chiese cautamente Magnus.
"No, nessun problema" affermò il Nephilim, mentre una sensazione di gelo scorreva nelle sue vene. Stava cercando di liberarsi di lui?
"Sarò di ritorno in venti minuti al massimo, devo solo.. Mmh" si zittì, ridacchiando fra sé per chissà quale motivo. "Se ti serve qualcosa, hai il mio numero" aggiunse poi, afferrando un cappotto rosso di vernice ed uscendo in tutta fretta dalla camera.
Alec sospirò. Il senso della moda di Magnus era qualcosa di estremamente complesso e incomprensibile agli occhi dei più, ma a lui sembrava di cogliere, dietro tutta quella stravaganza, un bisogno di essere circondato da cose più eclatanti dello stregone stesso, come se stesse cercando di smorzare la luce della sua fama.
Scacciò velocemente quei pensieri dalla mente, in fondo cosa poteva saperne lui della vita e delle abitudini di uno Stregone plurisecolare?
Beh, qualcosa doveva pur conoscere, visto che stava seriamente pensando di avere una relazione stabile con lui. Nelle ultime quarantotto ore erano rimasti costantemente a contatto, ma dopo il bacio e il succhiotto della prima sera non era più successo niente, un po' per la salute di Alec e un po' per la timidezza. Per questo lui doveva fare qualcosa.
Infatti, non si sentiva più nessun malore, ma continuava a fingere di avere mal di testa o mal di pancia perché di andarsene di lì proprio non voleva saperne.
Prima di quel momento, le mura dell'Istituto erano sempre state la sua unica casa; ma quando stava con Magnus.. La sensazione che provava era indescrivibile, come se fino a quel momento non avesse fatto altro che guardare la vita in bianco e nero e all'improvviso tutti i colori gli fossero esplosi intorno.
Era così assorto nei suoi pensieri che nemmeno vide che Magnus era tornato finché non sentì il tono a metà fra il preoccupato e il divertito dello stregone dire: "Ehi, Alexander, sei ancora vivo? È la terza volta che cerco di attirare la tua attenzione".
Alec si riscosse e gli fece un sorriso.
Doveva dirglielo, e doveva farlo prima di perdere il coraggio.
"Magnus, io.. cioè, ecco tu.." Borbottò. Così non andava, decisamente no. 
Ritentò, sotto lo sguardo curioso del figlio di Lilith. "Quello che voglio dire è che.. tu ed io.. sì, insomma, noi.."
"Hai di nuovo la febbre? Stai delirando" nonostante il tono divertito, lo stregone si avvicinò al corpo esile e forte di Alec e gli mise una mano sulla fronte, per controllare la sua temperatura. Il Cacciatore divenne incandescente a quel tocco, cosa che fece preoccupare Magnus, che aveva frainteso l'imbarazzo con la febbre.
"Io non.. Cioè, sto bene, non devi preoccuparti" sussurrò Alec, in preda alle vertigini per l'improvvisa vicinanza dello stregone.
I loro sguardi si incrociarono, e le pupille verticali di Magnus si dilatarono leggermente, lasciando il posto dall'ansia alla tranquillità.
"Sei sicuro di stare bene? Pensi di poterti alzare?" chiese, con uno scintillio di euforia.
"Certo!" ribatté fieramente il Nephilim, impaziente di far vedere allo stregone che era tutt'altro che debole.
Non aveva messo in conto, però, che le sue gambe erano intorpidite per aver passato due giorni a letto, così barcollò un po' prima di stabilizzarsi sotto lo sguardo vigile di Magnus, con tutta la dignità che riuscì a trovare dentro quel pigiama con i coniglietti che il padrone di casa aveva pescato chissà dove (per spezzare una lancia a favore di Alec, va detto che si è categoricamente rifiutato di indossare anche il berretto da notte).
"Bene, mio angelo custode, visto che sei così in forze che ne dici di venire con me di là? Vorrei mostrarti una cosa.. " propose Magnus, più agitato di quel che dava a vedere.
Alec decise che poteva aspettare un altro po' prima di fare ufficialmente la sua richiesta. "Okay" disse quindi.
Lo stregone, tutto contento, saltellò un paio di volte sul posto prima di ritrovare un contegno adeguato alla sua carica, poi si posizionò dietro la schiena di Alec, con i pettorali che sfioravano appena le sue scapole. Gli mise una mano sugli occhi azzurri che gli piacevano tanto e gli sussurrò in un orecchio: "Ti fidi di me?"
L'altro annuì, perché la sua voce non voleva saperne di uscire fuori, ma a Magnus sembrò un incoraggiamento sufficiente per iniziare a camminare, conducendo lentamente Alec verso l'ampio salotto del loft. Lo fece fermare proprio al centro e si mise al suo fianco prima di togliere la mano, esitante.
Per un istante, i loro occhi si incrociarono e Alec percepì l'aspettativa, poi mise a fuoco ciò che lo circondava.
E rimase a bocca aperta.
L'intero salone era cosparso di petali di rosa rossi e bianchi, candele profumate emanavano una luce soffusa molto intima - anche un odore un po' troppo forte per i gusti di Alec ma non gli fece caso - anche le pareti e l'arredamento erano cambiate. Ora tutta la stanza era diventata un miscuglio di rosso e bianco. Lo stregone aveva fatto un lavoro magnifico, stupendo ma... Lo aveva fatto per lui? Magnus, sommo stregone di Brooklyn, aveva ridecorato il suo salone per lui? Alec poteva svenire. Ne era certo.
"Magnus.." Disse con voce traballante
"No Alexander, fammi parlare per favore"
Il cacciatore acconsentì con un breve cenno del capo 
"Bene. Ci conosciamo da un po' e devo ammetterlo, i tuoi occhi mi hanno subito stregato" Alec arrossì abbassando lo sguardo "la prima volta che ti ho visto eri qui, in questo salone. Ricordo ancora le tue guance imporporate quando ti feci quel complimento " sia lo stregone che il cacciatore ridacchiarono sottovoce "quella notte non ho fatto altro che pensarti, non te ne andavi dai miei pensieri. Subito ho pensato che avremmo potuto diventare amici con scambi sessuali" ad Alec gli si appannò la vista, ma tirò un sospiro di sollievo quando il figlio della Lilith continuò "ma poi mi sono innamorato di te. So quello che stai pensando, ho avuto molte persone e non solo nella mi vita, ma nessuna mi ha rubato il cuore come te. Io di te mi sono innamorato davvero. Rendi la mia vita migliore Alec" il Nephilim stava per mettersi a piangere, Magnus era innamorato di lui. "Ho combinato tutto questo per chiederti una cosa. Vuoi essere il mio ragazzo?" Il figlio della Lilith tirò fuori una piccola scatolina dalla tasca dei pantaloni, si mise in ginocchio e la aprì guardano Alec negli occhi. Dentro di essa era adagiato un bracciale molto semplice, di argento rigido - da quanto ne capiva Alec - e quando lo prese, all'interno lesse un incisione. "La morte separa due corpi, non due anime" 
"Sarei davvero onorato se tu accettassi, perché io ti amo Alexander Gideon Lightwood"
Al cacciatore ci vollero una manciata di secondi per assimilare il tutto. Magnus lo amava. Neanche nel più bello dei sogni sarebbe stato così stupendo. 
Alec si infilò il braccialetto, porse una mano a Magnus per rialzarsi e, quando fu in piedi, il cacciatore si avvicinò alle sue labbra. 
Si respiravano addosso, bastava qualche millimetro in più e sarebbero stati a contatto.
Alec guardò lo stregone negli occhi.
"Ti amo anch'io Magnus Bane" 
Il Nephilim posò le sue labbra su quelle del più alto in un bacio dolce e delicato per fagli capire quanto anche lui lo amasse.



Angolo delle autrici: here we go again!
Scusate per la piccola 'pausa estiva' che ci siamo prese, ma adesso siamo tornate e..
Che ne pensate? Questa dichiarazione di Magnus è così dolce, così fluff che.. Aah, ci sciogliamo nei feels çç
E poi, chissà che notte speciale aspetta i nostri due ragazzoni adesso eheh
Oops, abbiamo già detto troppo! Hahahah 
Alla prossima, baci
Lu (@baciscambiati) e Virgi (@deloslights)
 

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Capitolo 8
*** La prima volta ***



Ci vollero alcuni minuti prima che Alec prendesse coraggio e leccasse il labbro inferiore dello stregone in un tacito accordo di fargli aprire la bocca; accordo che, ovviamente, non venne negato ma prontamente assecondato.
Le sensazioni provate da entrambi in quel momento erano a dir poco strabilianti, ne volevano ancora e ancora ma il cacciatore si ridestò quando Magnus lo prese per le cosce facendogli allacciare le gambe alla sua vita e con la mano destra gli strinse una natica.
“Ho sempre voluto farlo..” mormorò il più grande staccandosi dalle labbra del Nephilim giusto per riempire i polmoni di quell’inutile cosa chiamata ossigeno.
“Non avresti dovuto aspettare allora” ribattè Alec.
Si sentiva tutto fuoco ed eccitazioni, diceva e faceva ciò che voleva senza farsi scrupoli.
Il figlio della Lilith, camminando un po’ alla cieca, andò verso la sua camera da letto e, una volta arrivatoci, adagiò sopra il letto il suo amato.
“Sono uno stregone ma anche io ho bisogno di respirare Alexander”
“Credevo che un tipo tosto come te avesse più resistenza” Alec pronunciò l’ultima parola con una voce che conteneva solo malizia ed eccitazione pura.
“Non mettermi alla prova, Cacciatore”
 
Gli occhi di Magnus bruciavano di passione e Alec non perse tempo per ribattere con il tono usto precedentemente.
“Hai paura di non durare per più di due miseri minuti, Sommo Stregone di Brooklyn?” gli soffiò direttamente sulle labbra leggermente colorate di rosso – il Nephilim era certo che ci fosse del gloss sopra - del più grande.
Alexander non si accorse di essere senza maglia fino a quando non sentì la lingua di Magnus lambirgli il capezzoli sinistro. Ansimò rumorosamente.
Il figlio della Lilith, data la reazione del ragazzo sotto di lui, spostò la sua bocca sul lobo dell’orecchio dell’interessato
“Oh si, ho molta paura”
Alec sentiva ogni muscolo andare a fuoco per quel – agognato – contatto e la voglia di pregare lo stregone era molta, non voleva altro che essere preso su quel letto. In quell’istante.
Sentiva i boxer diventare sempre più umidi a causa del liquido pre-seminale che il suo membro stava perdendo ogni volta che Magnus faceva un movimento più brusco dei precedenti; questa cosa sembrava divertire il figlio della Lilith che, con la sua mente perversa e birichina, provava un certo piacere a vedere il cacciatore così sottomesso a lui, in balia dei suoi movimenti e ai suoi ordini. Magnus era certo che se avesse chiesto ad Alec di mettersi a quattro zampe come un cagnolino, questo lo avrebbe fatto senza obbiettare. Quel pensiero gli occupò la mente per alcuni istanti ma poi lo scacciò. No, quella sicuramente doveva essere la prima volta di Alec e voleva fare tutto con calma, il cacciatore doveva capire che Magnus lo avrebbe fatto stare solamente bene. Per i giochetti erotici c’era tempo e lo stregone era sicuro che lui e il suo compagno li avrebbero provati uno dopo l’altro.
Quando i pantaloni e i boxer del Nephilim scivolarono - lentamente -  giù dalle sue cosce e il più grande avvicinò un dito all’apertura del sottomesso, egli iniziò ad agitarsi leggermente. Magnus , visto ciò, si fermò per capire cosa non andava.
“Io..” iniziò Alec “io sono vergine” buttò fuori tutto d’un fiato, coprendosi successivamente gli occhi con l’avambraccio sinistro. Magnus ridacchiò leggermente.
“Sospettavi che pensassi il contrario?” chiese lo stregone, alzando un sopraciglio e cercando di non ridere alla reazione dell’altro, che aveva assunto un colore simile al rosso carminio sulle gote.
“Oh fottiti, Sommo Stregone di ‘sto cavolo!”
Il più grande si avvicinò lentamente all’orecchio di Alec, questa volta non avrebbe potuto trattenersi.
“Veramente quello che sta per essere fottuto sei tu, Fiorellino
La prima falange di Magnus lo penetrò, Alec credeva di provare più dolore invece era solo un fastidio un po’ insistente ma si poteva sopportare benissimo. Dopo pochi – veramente pochi – minuti il ragazzo iniziò a spingersi verso la falange dello stregone in cerca di più contatto, il quale non gli fu negato perché il più grande aggiunse un altro dito e iniziò a sforbiciare lentamente.
Bruciore. Alec sentiva solo bruciore, ma nulla di esagerato, come quando ti scotti la mano con l’acqua calda.
Le dita divennero presto tre e il cacciatore non riusciva a contenere tutti i gemiti in quelle labbra rosa come due boccioli in primavera, infatti quando questi arrivarono alle orecchie di Magnus, non poté fare a meno di eccitarsi ulteriormente.
“Magnus.. ti prego..” il Nephilim lo stava supplicando, sia lo stregone che lui stesso furono sorpresi di ciò ma davvero, Alec stava per scoppiare e non voleva assolutamente venire in quel modo.
“Ti prego cosa, Fiorellino?
“Entra tu.. non resisto.. ti prego Amore
Lo aveva chiamato Amore, il figlio della Lilith non poteva non ascoltarlo – sarebbe potuto venire dalla felicità se lo avesse detto ancora.
Magnus stava dicendo ad Alec di dargli il tempo di prendere un preservativo ma l’altro lo fermò all’istante, prendendogli il polso e guardandolo negli occhi
“Voglio farlo senza, mi fido di te”
E a quella affermazione il più grande non poté far altro che sorridergli raggiante, perché significa molto per entrambi quel gesto.
Magnus diede qualche stoccata con la mano al suo membro prima di dirigerlo verso l’entrata di Alec che ebbe come reazione quella di aprire anche di più le gambe, le quali erano già quasi del tutto spalancate. L’erezione dello stregone pulsò in risposta.
“Se fa troppo male dimmelo, non esitare nemmeno un secondo” il figlio della Lilith era alquanto agitato, l’aveva fatto altre volte ma mai con una persona vergine  e aveva una paura bestia di fargli troppo male. Ma quando guardò verso il ragazzo e vide il suo sorriso si calmò e iniziò a spingersi lentamente dentro il suo corpo. Alec chiuse immediatamente gli occhi. Faceva male, gli sembrava di essere spaccato in due ma quando sentì i testicoli del maggiore contro le sue natiche si rallegrò perché ora erano una cosa sola. Nell’anima e nel corpo.
“Puoi.. provare a muoverti, ora” la voce di Alec era un misto di eccitazione, paura e timidezza.
“Non esitare a fermarmi se vuoi che io smetta, voglio solo farti sentire bene”
Il cacciatore udì quelle parole e si sporse per baciare il suo ragazzo. Ora era suo.
Lo stregone si mosse, dapprima molto lentamente ma quando – dopo svariati tentativi, si capisce - riuscì a trovare la prostata del Nephilim, quest’ultimo spalancò la bocca lasciando uscire un gemito molto più rumoroso dei precedenti.
Da quel momento le spinte divennero più veloci e forti, i gemiti e le voci di entrambi si fondevano in un’armonia che mandava in visibilio entrambi. Nessuno dei due si accorse che il minore fosse venuto fino a quando notarono del liquido bianco sui loro addomi. Magnus non poteva resistere ancora per molto.
“Vieni per me, amore mio. Vieni dentro me, amore mio”
A quelle parole le stregone non riuscì a resistere e si riverso nell’orifizio del cacciatore. Crollarono uno accanto all’altro, con le gambe intrecciate e la testa corvina del maggiore sul petto di Alec, quell’amplesso aveva stremato entrambi – anche Magnus, nonostante anni di esperienza.

Ps: Mi dispiace che nella prima pubblicazione i dialoghi non siano stati inclusi e davvero non ne capisco il motivo. Bte, ecco il capitolo con i dialoghi! Scusatemi ma non mi ero accorta dell’errore!
Lu’  @baciscambiati xx

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