Our love is like the fire

di Bruna_mars
(/viewuser.php?uid=533480)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We'll be always together ***
Capitolo 2: *** What do we do for love? ***
Capitolo 3: *** The blue notebook. ***
Capitolo 4: *** Tired to be in love. ***
Capitolo 5: *** Broken loves. ***



Capitolo 1
*** We'll be always together ***


CONTINUO LA STORIA A 2 RECENSIONI, PERCHE' SE SO CHE NON PIACE NON CONTINUO PROPRIO. GRAZIE E BUONA LETTURA :3

 

                                    We'll be together.

 

« Non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere da parte tua, Rose Weasley. »

« Senti, è inutile che ora fai il grande uomo che vuole tenere lontano i Malfoy dalla propria famiglia! Sei davvero uno sciocco, se pensi che impedendomi di vedere Scorpius, io possa obbedire! »

« Come osi! Questa sfrontatezza io non l'ho mai dimostrata nei confronti di mio padre! Sei una maleducata, davvero non so come comportarmi con te. Non solo ti vieto di vederlo, ma non uscirai più di casa se non per andare a scuola. Riferirò tutto ai professori! E questo fino a quando non ti renderai conto che la famiglia è tutto e che il giovane Malfoy non ti gioverà affatto!»Rose rimase completamente bloccata da quelle parole tanto difficili da pronunciare quanto da ascoltare per una ragazza come lei, sensibile, in fondo. Strinse i denti: "Non devi piangere. Non devi piangere." Pensò nella sua testa, abbassando il capo verso il pavimento liscio. La madre la guardava con occhi da mamma, ovviamente, mentre provava una terribile pena per sua figlia, che non avrebbe potuto vivere la sua storia d'amore per via di quei famosi litigi fra le due famose famiglie nel mondo magico.

La giovane girò i tacchi, diretta verso le scale che l'avrebbero portata nella sua stanza. Lì, nel salone, tutti quanti stavano assistendo alla scena. Dagli zii alle sue cugine, dai nonni ai suoi stessi genitori che, oltre a mettere bocca sulle scelte della figlia, avevano assistito al volgersi di Rose a tale modo davanti a loro e nei loro confronti! La ragazza era estroversa, sfrontata, senza alcun limite. Quando aveva l'occasione di trattare male qualcuno lo faceva senza pensarci due volte, non si sapeva da chi avesse preso quel terribile carattere talmente testardo e cocciuto. La madre non era mai stata così ed il padre, figuriamoci, aveva sempre cercato di rispettare le regole, anche se le sue disavventure con Harry Potter ed Hermione Granger, finivano sempre per finire ancora una volta male.

--------------------------------------------------------------------------------------

« Rose, non ci posso credere. »

" Non ci posso credere. Prima papà e adesso tutte le mie cugine. Non ci credo, non hanno fiducia in me, non vogliono la mia felicità."

« Non mi interessa che tu ci creda o no. Noi ci amiamo. »

Lucy si intromise nella conversazione. Quella ragazza era sempre stata terribilmente impicciona, per questo si trovava in discussioni che non la riguardavano ogni volta. Forse era per questo che Rose non andava del tutto d'accordo con lei. Aveva i capelli color fuoco, raccolti in una lunga treccia che raggiungeva il bacino. Chissà da quanto tempo non si tagliava i capelli! Di solito andava in giro a raccontare tutto ciò che le capitava. Tra questi avvenimenti anche il tagliarsi i capelli. Nessuna delle sue cugine la sopportava, forse soltanto suo cugino Hugo manteneva un rapporto appartentemente normale con lei. Egli era una persona molto paziente, per questo si metteva buono buono ad ascoltarla silenziosamente. La giovane si avvicinò a passo rapido verso le due figure rosse, apparentemente simili. Da una parte la massa di capelli rossi disordinati di Rose Weasley, una ragazza dal carattere testardo, i cui desideri si sarebbero avverati per via della sua determinazione, del suo desiderio di battaglia. Era l'unica Weasley Serpeverde, forse era per questo che il suo carattere era perennemente duro e indifferente nei confronti delle reazioni che avevano avuto le sue cugine a ciò che Rose stessa aveva rivelato a tavola, quel Natale.

« Io e Scorpius stiamo insieme. » Erano state delle parole che avevano sconvolto suo padre, sua madre, suo nonno. Le avevano fatto una ramanzina assurda, Ronald aveva cominciato ad urlare come un pazzo, intimandole che la loro relazione non sarebbe andata avanti per via delle differenze fra le due famiglie, da una parte la tradizionalista famiglia Malfoy, dall'altra l'unita famiglia Weasley, i cui membri avrebbero dato la vita per un loro familiare. Rose si era resa conto di aver sbagliato fin dall'inizio: non avrebbe dovuto restare nella stanza dove sia lei sia Scorpius Malfoy erano in punizione; non avrebbe dovuto seguirlo quella notte, nella foresta oscura, non avrebbe dovuto passare troppo tempo con quell'individuo tanto diverso ma allo stesso tempo simile a lei.

Dall'altra parte vi era Lily Luna, una ragazza dalla lunga chioma rossa, una ragazza dolce, simpatica, tremendamente gentile, che aveva preso troppo dal carattere mite di sua madre, Ginevra Weasley. Forse non era l'unica a mantenere un segreto tremendamente nascosto che non avrebbe mai rivelato, al contrario della cugina, che aveva avuto il coraggio di farlo, di non nascondere nulla alla sua famiglia.

« Ti rendi conto della gravità della cosa? » Lucy si fece avanti, le mani sui fianchi, mentre chinava il capo verso destra, in attesa di una risposta dalla cugina. Rose scostò lo sguardo, afferrando la valigia che utilizzava per viaggiare da Hogwarts a casa e viceversa. Fece un sospiro, mentre si impegnava a prendere tutti gli abiti che avrebbe dovuto riportare ad Hogwarts. Non sarebbe rimasta lì un minuto di più, ad ascoltare le prediche continue da chiunque vedesse anche solo passare accanto a lei. In un angoletto sedevano Dominique e Victoire. Loro non erano mai state ragazze troppo invadenti, forse era per questo che Rose le preferiva. Se ne stavano zitte zitte, tranquille, senza dire niente. Erano Lily e Lucy ad innervosirla parecchio.

« Che cosa stai facendo? » Domandò Lily quasi con rabbia, avvicinandosi a passo svelto verso sua cugina, intenta nei preparativi.

Rose neanche si voltò, era troppo impegnata nel scegliere i capi che avrebbe dovuto riportare con sè nella scuola di Magia e Stregoneria. Era abbastanza ovvio cosa stesse facendo, anche se quella inetta di sua cugina era impegnata nel fare domande sciocche.

« Ci vuoi ascoltare? »

Evidentemente no, dato che Rose non rispose a nessuna delle domande successive.

--------------------------------------------------------------------------------------

 

« Una stanza, grazie. » Mormorò Rose, mentre stendeva il braccio sul bancone, portando i soldi in mano alla donna dai capelli scuri. Portava un cappello da strega, una veste lunga e scura, anche se Rose non riconobbe per bene il colore. Forse blu, forse nero. Insomma, la donna le incuoteva abbastanza timore, ma la giovane rossa non aveva paura di niente e nessuno. Si sapeva quanto fosse coraggiosa, che nel suo sangue scorresse un qualsiasi materiale che la rendesse forte sotto ogni punto di vista, nonostante quel suo corpicino esile. Alzò lo sguardo in direzione della donna, che le porse una chiave. La stanza 103 si trovava al primo piano, Rose non impiegò molto a portare le valigie fino a quel piano, giungendo davanti alla porta di legno levigato. Non aveva mai alloggiato nel Paiolo Magico e, da ciò che gli aveva raccontato James, non avrebbe passato delle ottime nottate, dato che il gatto della donna se ne andava per i corridoi coperti dal tappetto rosso a miagolando come se non ci fosse un domani. Inoltre la donna svegliava tutti molto presto, con la scusa di dover pulire le stanze, anche se, tornando nelle stanze, le si trovavano ancora sporche, se non più sporche di prima. Rose rise quando suo cugino le riferì queste informazioni, ma non pensava fosse tutto talmente reale. Il gatto vagava come un'anima in pena anche di giorno, mentre lei tentava di finire il suo tema di Pozioni appoggiata a quella scrivania di legno rovinato, la sedia piuttosto scomoda.

Sentì qualcuno bussare alla porta. Non voleva aprire, inizialmente, forse per timore che fosse la donna di prima. Poi si alzò ed aprì la porta.

« Ciao. » Disse la figura davanti a Rose. Era un ragazzo alto, dalla barba poco curata, il sorriso sul volto, mentre teneva in mano una pila di asciugamani bianchi, forse erano le uniche cose pulite in tutta quella locanda. Rose non si esprimette con sorrisetti e smancerie varie, piuttosto stette ad ascoltare le parole del ragazzo.

« Ho fatto parecchio tardi, questa mattina, per questo non ho portato prima l'asciugamano. Comunque, eccoli qui. Quanti te ne servono? »

Come poteva essere talmente allegro, quell'individuo? Rose rimase a fissare quel tizio che si trovava giusto a qualche centimentro da lei. Era alto. Forse troppo. Anche Rose lo era, per essere una ragazza. Il giovane aveva dei capelli folti, castani e disordinati e le ricordava tremendamente suo cugino James Sirius. Il suo fare gentile affatto. James era sempre stato ribelle come sua cugina, quando erano piccoli facevano scherzi ai loro cugini, ai fratelli, giusto per il piacere di vederli arrabbiati.

« Allora? » Chiese lui, sempre con tono gentile.

« Due. Sì, dammene due. »

Li afferrò con le sue mani delicate, ma con fare deciso. Stava per chiudere la porta, quando il ragazzo infilò il piede fra il muro e la porta di legno che si chiudeva.

« Aspetta. Io sono Mark. Forse l'unica persona che ti possa aiutare, qui. Nessuno sarà gentile come lo sono io, sappilo. La mia non è una di quelle famiglie disposte a soccorrere chiunque, per questo se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, anche la più sciocca, chiama me. Ripeto, sono Mark. Basta che dici il mio nome ed io sarò qui. »

Lo vide andarsene via per il lungo corridoio, senza dargli una risposta. Mark. Il nome era piuttosto interessante, anche se per conquistare Rose non ci volevano queste smancerie da ragazzino gentile. Infatti Scorpius non era così.

 

--------------------------------------------------------------------------------------

 

Lui la baciava con passione, con foga, accarezzando quel corpo bianco come la luca, talmente luminoso. Scorpius si era reso conto che Rose non era una ragazza come tante, non era una facile, una tipa che tutti riuscivano a portare a letto apposta. Così, sdraiata nuda su quel letto tanto rovinato, poteva sembrare addirittura una dea, nessuna ragazza lo attraeva come faceva Rose Weasley, nessuna.

Si stese accanto a lei qualche mezz'ora dopo. Le teneva stretta la mano nella sua. Erano così diversi, eppure il loro amore era più forte di qualsiasi altra cosa al mondo. Avrebbero lottato per quella fantastica sensazione che provavano quando erano insieme, avrebbero lottato per vivere quella fantastica emozione tantissime altre volte. In quel momento a Rose importava soltanto di stare con il ragazzo che amava. Non pensava alle conseguenze, al fatto che il padre l'avrebbe rinchiusa in casa a vita. Lei non avrebbe lasciato che accadesse, mai, tantomeno in quel momento.

Lui si voltò verso di lei, la solita espressione seria in quel volto quasi angelico. Allungò la mano, accarezzando il piccolo corpo di lei. Scostò prima il ciuffo di capelli rossi dalla fronte, poi si avvicinò di più, stringendola fra le sue braccia che sembravano tanto protettiche quanto confortanti, alla mente di Rose. Era così bello trovarsi lì, in quel momento.

Le accarezzò dolcemente i seni bianchi, prendendo quello destro nella mano. Rose sentiva una sensazione di talmente tanto piacere, che affondò il capo nell'incavo del collo del suo amato. Si strinse a lui nuovamente, cominciando a fremere, baciando quel collo tanto bramato. Lui faceva altrettando, la faceva sentire amata.

« Ti amo Rose. Ti a-amo.»

Ed in quel momento, qualcunò bussò alla porta.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** What do we do for love? ***


Lui la ignorava. Lei se lo sentiva. Da quanto lei aveva schiuso le sue labbra rosee su quelle di lui, più rigide, più consapevoli di ciò che stava accadendo in quel momento. Era stato il momento più bello di tutta la sua intera esistenza. Ricordava come l'aveva baciata con voglia, passione, dopo essersi reso conto di volerlo. Eppure in quel momento, lui era chissà dove, a divertirsi senza pensare a lei. O forse sì. Si prese il capo tra le mani. Lily Luna soffriva, al solo sapere che lui se ne stava ben bene senza pensarla, senza soffrire almeno un decimo di quanto facesse lei. Si passò le mani sulle gote arrossate a causa del freddo. Lily si strinse nel giacchetto di jeans. La neve era fredda, non c'era che dire, ma lei aveva sempre amato l'inverno, quel freddo, il gelo, la neve che scendeva lieve sul terreno incolto per via dell'aria così ghiacciata da impedire alle piante di crescere. Ella alzò il capo verso la macchina volante che si stava avvicinando pericolosamente allo spiazzo davanti alla casa dei signori Weasley. Lily non sapeva cosa fare, se scappare o rimanere lì come una sciocca. Intravide il capo color platino della donna al volante, Luna Lovegood. Il suo sorriso ebete non spariva mai da quel volto minuto che, a quanto pareva, nonostante passassero gli anni, rimaneva sempre lo stesso. O almeno questo era ciò che suo padre Harry diceva quando rimembrava i tempi trascorsi ad Hogwarts. Suo fratello Albus amava ascoltare quei racconti, ma Lily no, per questo tentava in ogni modo di fuggire da quella stanza nella quale Ginny ed Harry si sedevano comodamente per poi raccontare sempre le stesse azioni. Ma dico, non potevano raccontare qualcosa di più eccitante? La figura dalla testa bionda si avvicinò a Lily Luna, stringendola in un caldo abbraccio e poi sussurrò entrando: « Questa casa è piena zeppa di nargilli. » Lily Luna accennò un lieve sorriso, anche se dentro di lei l'angoscia si faceva sempre più grande. Dietro Luna, camminavano svelti i due gemelli abbastanza diversi. Lorcan era disordinato, un po' fuori di testa, eppure sempre sorridente ed allegro. Dietro di lui, camminava a testa alta Lysander. Lily non si rendeva conto di quanto odio portasse dentro Lysander, da quando il padre li aveva abbandonati per continuare i suoi studi ed approfondire le ricerche in America. Lily lo guardò per qualche secondo spaesata: erano mesi, o addirittura anni che non si confidava più con lei, eppure erano sempre stati tanto amici che ricordava i tempi in cui giocavano insieme quando erano piccoli. Lui era più grande di lei di qualche anno, ma si trovavano bene insieme. Ella gli sorrise apertamente, egli ricambiò con un rapido cenno di mano. Questo confermò ciò che Lilian aveva pensato in precedenza. Entrò anche lei, chiudendosi la porta alle spalle. Ginny corse ad abbracciare Luna con una stretta calorosa, come loro solito. Ginevra era particolarmente affezzionata a Luna, tanto che lei e suo marito avevano deciso di comune accordo che il secondo nome di Lily sarebbe stato Luna. Dato che praticamente Harry aveva dato i nomi a tutti e tre i figli, Ginny si era rifatta col nome della più piccolina. Mentre Harry passava al contrattacco, Lily si avvicinò lenta a Lysander. « Allora, come va? » Chiese con tono gentile, mentre mostrava la sua allegria falsa del momento. Anche vedere Lysander non aveva compensato al vuoto che provava quando Teddy non era a casa. Scosse la testa al solo pensiero del ventenne robusto e fiero di sè, tornando a pensare all'amico d'infanzia che sedeva giusto a qualche centimetro da lei. « Bene. Tu? » La sua voce era fredda, non era il solito Lysander. Eppure Lily Luna era sempre stata una ragazza molto aperta, pronta a capire il motivo di quell'improvvisa freddezza nei suoi confronti. Fece un sospiro, la sua pazienza era tanta. Si spostò una ciocca dei capelli rossi dietro l'orecchio, accavallando le gambe. Il divano era di un color verde acceso. Quando era piccola passava ore seduta lì, ad ascoltare i racconti di nonna Molly: quelli erano realmente graditi da lei e dai suoi cugini. Prima che potesse dire qualcosa, tutto il resto della famiglia uscì dalla cucina, presentandosi davanti a Luna. James Sirius corse verso Lysander e lei non ebbe tempo per rispondere a quella domanda. Come stava realmente? Dopo quel tremendamente perfetto bacio era rimasta senza fiato, ansiosa, senza sapere ciò che veramente voleva, come si sentiva. Una fitta allo stomaco, ecco cosa. Fece un nuovo sospiro, spostando lo sguardo sulla testa bionda di Lysander. Il suo problema in quel momento era risolvere le cose con Lys. Prima se lo ripeteva in testa, poi Lily Luna disse a gran voce, giusto per convincersi: « Smettila di pensare a Teddy. Smettila di pensare a.. » « A chi? » Domandò una voce alle sue spalle. -------------------------------------------------------------------------------------- Rose indossò rapida un vestito lunghissimo, tipo una di quelle camicie da notte in pizzo che le regalava la mamma di tanto in tanto. Aprì la porta e, lupus in fabula, Mark era lì. Lei fece un sospiro, quasi terrorizzata da chi potesse presentarsi dietro quella porta. Fece un rapido cenno con la mano a Scorpius come a dirgli "Sbrigati a nasconderti in bagno!" « Come procedono le cose? » Domandò Mark sorridente. "Come fa a sorridere sempre? Ci sarà qualcosa che lo irrita, Porco Godric!" « Alla... grande. » " Andava meglio prima, sinceramente." « Perfetto. Sai che per qualsiasi cosa ci sono, vero? » « Sì, ti ringrazio molto ma.. vedi, devo andare. » " Già non lo sopporto più". « Allora, ehm.. a dopo. » Disse lui congedandosi con un piccolo sorriso sulle labbra fini e rosa carne. Finalmente chiuse la porta, notando che Scorpius era uscito dal bagno vestito e si era posato sul letto, seduto. Era così tremendamente sexy, e bellissimo, e tutti gli aggettivi positivi che potessero esistere su quella Terra. Tranne quelli che riguardavano il carattere, ovviamente. A primo impatto era un ragazzo scontroso, irritante e piuttosto serio per i gusti di Rose. Ma quando si ama qualcuno, lo si ama e basta. « Carino il tuo vestitino.» Lei gli lanciò un pugno sulla spalla, anche se lui era troppo alto per lei. Lui scoppiò in una fragorosa risata, prendendola per le mani. Non erano la solita coppia tutte smancerie: i due amavano prendersi in giro, magari anche sfidarsi e scoppiare a ridere maliziosamente entrambi, nello stesso momento. Poi Rose tornò seria, posando le sue iridi cristalline in quelle glaciali di lui, che improvvisamente notò la tensione che si era creata in quei pochi secondi. « Cosa faremo? » Chiese Rose, intrecciando le sue dita fini e rosee in quelle di lui, quasi cadaveriche per via del bianco acceso e forte. Lui si limitò ad abbassare lo sguardo su quelle dita unite. Non si era mai sentito così felice eppure bisognava lottare per esserlo realmente. Ciò che ci fa male è ciò che realmente vogliamo nel profondo. « Potremmo scappare. » « Ah si? E dove andiamo? » « Che ne so.. In Romania. » « Certo, e magari andiamo a vivere da mio zio Charlie. » « Ottima idea. » « Certo, così riferisce a mio padre e mi viene a prendere, portandomi via di lì a suon di schiaffi e tirate di capelli. » « Da ciò che mi raccontava papà, Ronald non è mai stato un vero duro. » « Non lo è. » « Bene. Più facile per noi. » Rose accennò ad una risata, ma tornò coscente della situazione solo qualche secondo più tardi. Nella sua mente contorta si chiedeva cosa stesse pensando suo padre in quel momento, della sua fuga. Sarebbe finita la scuola e lei sarebbe fuggita con il suo amato Scorpius. Al pensiero di quelle parole scoppiò in una fragorosa risata mentalmente. Se l'avesse sentita. Lei non era una di quelle tipe romantiche. Piuttosto preferiva essere dura e scontrosa e mostrare la parte peggiore di sè. « Vado a vestirmi. » Lui, serio, disse:« Ma stai benissimo, amore.» Nel suo tono di voce si sentì la solita nota di ironia. Nessuno dei due aveva mai chiamato l'altro "amore" o "tesoro". Erano solo Scorpius e Rose e si appartenevano. Rose afferrò la prima cosa che trovò a portata di mano, in quell'occasione la sua spazzola, e la lanciò di getto verso di lui, che l'afferrò subito e sorrise beffardo. Possibile che fosse così terribilmente attraente anche quando faceva lo stronzo? « Ti rovino, Malfoy. » « Non aspetto altro, Weasley. » Lei sorrise maliziosamente, il sorriso diretto verso il biondo posato sul suo letto sgualcito. Afferrò un paio di pantaloncini ed una maglietta e si chiuse nel bagno. --------------------------------------------------------------- Angolo autrice. Coff coff, allora, questo capitolo è solo un capitolo di passaggio, per questo è molto breve. Continuo a due recensioni anche questa volta, grazie a chi ha letto e recensito! A presto, un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** The blue notebook. ***


« James Sirius Potter ed Albus Severus , se sapete qualcosa per quanto riguarda Rose dovete dircelo adesso, sono stato chiaro? » A tutti era nota la grande amicizia che legava i due Potter alla Weasley. Erano cresciuti insieme nella casa della nonna e ne avevano passate tante insieme. James aveva saputo da Rose, attraverso una lettera, che lei era al sicuro e che si sarebbero rivisti certamente dopo le vacanze di Natale a scuola ma di non dire nulla ai suoi genitori. Non aveva scritto dove stava, ma solo che stava bene. Hermione si disperava al solo pensiero che sua figlia potesse essere in pericolo fuori dalla loro casa, ma James l'aveva rassicurata più volte. « Quello che ho saputo vi ho riferito. Adesso lasciatemi in pace. » Disse James Sirius a denti stretti, superando la figura di Harry James Potter. L'uomo portava un paio di occhiali dalle stanghette nere fine, mentre della cicatrice a forma di saetta rimaneva soltanto un segno sulla sua fronte. Erano più di venti anni che non sentiva più nulla. Albus Severus aveva un carattere molto più pacato, nonostante fosse un Serpeverde, mentre suo fratello JS era più spavaldo, smaliziato e terribilmente sicuro di sè. Erano queste le caratteristiche che lo rendevano rispettabile agli occhi di qualunque Slytherin in quella grandissima scuola. Anche se per lui era davvero una scocciatura essere il figlio di Potter. La sua fama era vasta anche per il cognome che portava con fierezza, certo, ma anche con terribile invidia. Ciò che era accaduto al padre non sarebbe mai accaduto a James, poco ma sicuro. Albus lo seguì, silenzioso, fino ad arrivare nel salotto di casa Potter. Accanto al camino acceso, Lily Luna scriveva su un quaderno blu che sua mamma le aveva regalato per il compleanno. « Scrivici tutto ciò che vuoi, mia cara. » Le aveva riferito Ginevra Weasley. La figlia aveva sorriso e si era chiusa nella sua stanza. Così l'aveva quasi riempito tutto. James si era chiesto più volte cosa ci fosse scritto su quel magnifico quaderno. Ma Lilian non le avrebbe mai lasciato il quaderno in mano, non gliel'avrebbe permesso. Non gli avrebbe lasciato l'occasione di leggere i suoi segreti. « Sera sorellina. » La salutò James, sedendosi rapido sul divano. Ella, spazientita, chiuse veloce il quaderno che aveva decorato con disegni e scritte varie. « Sempre così invadente tu, non è vero? » James Sirius scoppiò in una sonora risata, cingendo la sorella per le spalle con il suo braccio robusto: « Non ho fatto nulla, del resto questo divano è mio quanto tuo. » Albus si sedette sulla poltrona, incrociò le gambe con aria pacata e tranquilla mentre sorrideva in cenno di saluto a sua sorella Lily Luna. Lei ricambiò con un bacio sulla guancia rosea, alzandosi dal divano. « E a me il bacio non lo dai? » James corrugò la fronte, un po' deluso dal comportamento della sorella. Lei, con aria di scherno, scosse il capo decisa e prese a camminare verso le scale che l'avrebbero portata nella sua stanza. Ed aveva in mano il solito quaderno. James rimase a fissarlo per qualche secondo, mentre lei si allontanava. "Chissà cosa ci nasconde la nostra sorellina." « Dove vai, JS? » Albus e le cugine amavano chiamare James Sirius JeiEs, ovvero come la pronuncia delle iniziali del suo nome. James era un ragazzo paziente fino ad un certo punto, perciò accettava quasi tutti i soprannomi che gli affibiavano quelle ochette delle cugine. « Di sopra, perchè? » James assumette un'espressione piuttosto tranquilla, sistemandosi il ciuffo moro che tanto ricordava suo padre Harry. Albus si alzò malvolentieri dalla poltrona tanto comoda: « Che intenzioni hai? » Corrugò la fronte, le braccia lungo i fianchi. Conosceva suo fratello più di chiunque altro, sapeva che quando faceva quell'espressione aveva in mente qualcosa di diabolico. « Uno scherzetto solo! » « Ma sei impazzito? Sai quante volte mamma si è raccomandata! » « Su cosa? Nostra sorella preferisce un quaderno a noi due, insomma! » « Ma non dire sciocchezze! » « Nel senso che preferisce confidarsi con lui che con noi. » « Come se quel quaderno potesse rivelare qualche informazione. » « Sì, se finisce in mani sbagliate. » Albus portò le braccia al petto, incrociandole. Scosse il capo in bella vista, i suoi occhi verdi che fissavano le iridi scure di James Sirius. « Non succederà. Lascia stare quel quaderno. » ********** « E' tardi. Non hai fame? » Domandò Scorpius, raggiungendo Rose che si impegnava nel sistemare tutti i libri nel suo baule. Le circondò i fianchi con le braccia robuste e pallide, mentre ella, seria, continuava a sistemare lenta. « Non troppa. » Egli ribattè: « Vuol dire che un po' ne hai. » Lei si voltò verso di lui: « Poca. » « Mangiamo qualcosa nella mensa, giù? » « E se ci vedono insieme? » Chiese alzando lo sguardo negli occhi glaciali di Scorpius. Aveva timore. Forse troppo. Ma non lo avrebbe mai detto, poco ma sicuro. Malfoy la rassicurò, scostando una ciocca di capelli rossi come il fuoco dalla fronte bianca di Rose: « Ormai la nostra famiglia lo sa. Cosa ce ne importa degli altri? » Rose accennò un sorriso piuttosto divertito: « La nostra famiglia? » Lui annuì con espressione seria in volto: « Certo. Quando ci sposeremo la mia famiglia sarà la tua e viceversa. » Il sorriso incantato di Rose si trasformò in un sorriso malizioso e quasi sarcastico: « Se non sapessi chi sei realmente, obbietterei per uno Scorpius Malfoy dolce e tremendamente romantico. Ma sei ciò che sei, un Malfoy, per questo mi trattengo dal dirti tali parole e ti dirò che sei stato solo carino. » Scorpius si avvicinò di un passo verso la ragazza dagli occhi verde smeraldo, i capelli di una sfumatura arancione che scendevano sciolti lungo la spalla destra, mentre sull'altra vi si trovava giusto qualche ciocca di capelli. « Stronza. » « Mi mostro al tuo livello, Malfoy. » Trattenne una risata, mentre si chiudeva la porta alle spalle. Entrambi scesero le scale della locanda, ricoperte da un lungo tappeto rosso. Si sporse, per poi giungere ad un tavolino. Apparve in lontananza Mark. Quel ragazzo le stava alle costole senza neanche accorgersene. Ella, vedendolo avvicinarsi, sorrise falsa. « Buonasera, Rose. » Poi portò lo sguardo su Scorpius ed il suo sorriso allegro si spense. Rose si tratteneva dal ridere, per questo passò alle presentazioni. « Mark, lui è Scorpius. » Scorpius mantenne uno sguardo indifferente, facendo un cenno di capo. Mark lo guardò diffidente. « Il mio ragazzo. » « Piacere. » Mark deglutì, cambiando poi argomento: « Cosa vi porto? » ********** "Caro diario, oggi per poco Lorcan non scopriva tutto! So che quel ragazzo ha una grande parlantina, quindi ho tentato in ogni modo di squagliarmela. Non ci posso credere, avrebbe scoperto di me e Teddy e la cosa non va bene. Lo direbbe a papà. E sappiamo che papà vede Teddy come un figlio. E quindi io dovrei vederlo come un fratello, ma la cosa non mi va a genio. Quel bacio.. Mi ha scombussolata, non faccio che pensare a lui e sinceramente non me lo sarei mai aspettato. Caspita, ha più di dieci anni più di me! Miseriaccia, credo che finirò nei guai, peggio di Rose. Ho sentito zia Hermione e pare che zio Ron sia terribilmente arrabbiato, anche se in fondo le manca sua figlia ed è normale. Almeno credo. La ucciderà. E papà farà lo stesso se scopre di ciò che c'è stato fra me e Teddy. O peggio ancora di ciò che provo per lui. E mamma? Cosa dirà? Bene, mi devo calmare. Credo che mi taglierò i capelli. Mi danno fastidio, sono troppi e molto lunghi e penso che per l'estate mi crescerà la debita misura affinchè io non soffra troppo il caldo. James oggi ha tentato di prendere il quaderno. Devo tenerti nascosto, altrimenti mi ricatta, poco ma sicuro. Bene, vado giù che mamma ha deciso di invitare Neville a cena e devo apparecchiare. A dopo!" « Non avevo intenzione di ricattarti Lily, ma se è questo che vuoi. » Ghigno malefico. ------------------------------------------------------------ ANGOLO AUTRICE: Salve salvino, inanzitutto ringrazio chi legge e segue la mia ff e la recensisce ( aw ). Poi volevo chiedervi un parere. Sto cercando degli attori/modelli/cantanti che facciano da prestavolto a Rose e Scorpius. Se ne conoscete, sono accettati i pareri e i consigli. Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tired to be in love. ***


Capitolo 4 - - - Diagon Alley. Dove si incontrano persone conosciute e sconosciute. Per JS era tutto facile, soprattutto conquistare qualche bella ragazza proprio lì. Qualche minuto dopo il suo arrivo insieme ad Hugo ed Albus Severus, aveva già adocchiato qualche ragazza carina che gli avrebbe fatto una tenera compagnia. Del resto era proprio a Diagon Alley che si trovavano le peggiori zoccole, o almeno questo era ciò che continuava a ripetergli Rose. « Ma salve. » Salutò malizioso Js, avvicinandosi ad una ragazza bionda sistemata proprio fuori dalla redazione della Gazzetta del Profeta. Lei gli sorrise dolcemente, o forse no. Ma dopo qualche secondo si ritrovarono completamente appiccicati. Lei lo baciava con foga, schiudendo le labbra in baci da Dio, baci passionali che le ragazze cercavano in James Sirius, come se fosse proprio lui il Dio del sesso. Le palpò il sedere mentre riparava il proprio capo nell'incavo del collo di essa, passando le proprie labbra rosse sulla pelle bianca e chiara di lei, sotto lo sguardo disgustato di Lucy Weasley ed Alice Paciock. Le due, tanto amiche, guardavano la scena terribilmente scioccate. « Come può divertirsi così? » Chiese Alice, mentre lo fissava sconvolta. « Ma da chi ha preso? » « Nessuno è stupido quanto lui. » Ribattè sprezzante Alice, mentre osservava il moro avvicinarsi proprio a loro. « Paciock, quando imparerai a baciare così allora ti degnerò di un quarto della mia preziosa attenzione. » Disse James Sirius piuttosto smaliziato, come suo solito. Lei roteò gli occhi scocciata, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. Poi riprese a parlare, questa volta esprimendo il suo parere alla diretta persona interessata: « Mi fai schifo.. Ma non ti vergogni? Bleah.. Pensi solo a quello. » « Definisci "quello": divertirsi? Scopare? Fare sesso? Sai, al contrario delle povere verginelle come te, io questi termini so usarli. » Lucy se ne stava zitta e buona, facendosi piccola piccola. Fissava i due litigare come non mai, quando partì uno schiaffo dalla mano apparentemente delicata della ragazza che la accompagnava in giro a Diagon Alley. Js si passò una mano sulla guancia dolorante, mentre tratteneva una risata. « Fai ribrezzo, Potter. » Lucy si era allontanata di poco, avvicinandosi ad una vetrina di vestiti da streghe, ignorando i due. « Ammettilo che ti piaccio.» « Si, quando centomila troll ti butteranno giù casa. » « Come siamo malefiche. Ammettilo che impazzisci per me. » « E perchè dovrei? » « Questo vuol dire che è vero. » Disse lui malizioso, avvicinandosi a lei di un passo. « Non.. non ho mai detto questo..» Balbettò Alice. « Vediamo, se ti bacio potrei farti cambiare idea..» Quando si stava per avvicinare Alice lo spinse via, allontanandosi più che offesa. Non lo sopportava più. Era successo ancora una volta e non sarebbe dovuto accadere. Tutti sanno che nella notte profonda accadono cose che non dovrebbero succedere, si vanno a creare situazioni proibite. Erano lì, seduti sul divano. Lei l'aveva aspettato per tutta la notte, ed erano quasi le quattro. Ed ora egli era proprio vicino a lei, osservando le sue iridi azzurre la cui profondità era immensa. L'ampio sorriso ebete di lei che andava ancora di più a confondere tutto ciò che lui sentiva, le farfalle allo stomaco, il diventare rosso improvvisamente. Teddy avvicinò la sua mano tremante alle guance bianche al chiaro di luna, mentre Lily gli sorrideva beatamente. Si sentiva bene a fianco a lui, avrebbe lottato per quell'amore impossibile. Forse. Prese l'iniziativa di posare le sue labbra umide su quelle di Teddy che non se l'aspettava, ma il gesto ai suoi occhi fu terribilmente piacevole. Gli piacevano tutte quelle attenzioni che Lilian Luna servava solo a lui, tutti quegli sguardi innocenti, quell'amore proibito. Ma le cose non potevano andare avanti così e Teddy Lupin ne era davvero coscente. Lily avvicinò il viso tanto dolce a primo impatto a quello insicuro di lui, che quasi cominciava a balbettare. « Aspetta Lily Luna..» Mormorò posando un dito sulle labbra tanto bramate della giovane. Indietreggiò e tentò di spiegarle. « Harry è.. è stato come un padre per me. Mi ha.. cresciuto e..» Lily portò le braccia incrociate al petto, facendo il broncio. Perchè ci doveva essere sempre suo padre di mezzo? Scosse il capo e cominciò a parlare:« Sai che c'è? Mi sono stufata che in ogni cosa che faccio ci debba essere sempre in mezzo mio padre. Cosa c'entra lui con noi? Proprio nulla. Sei un po' più grande di me, okay, ma non mi pare di star facendo chissà quale atto terribile. » Teddy rimase impassibile ad ascoltare quelle parole tanto fredde quanto scocciate di Lilian, che si alzò e si diresse verso le scale. Era stufa. Se la voleva avrebbe lottato per loro, poco ma sicuro. Addirittura Scorpius Malfoy aveva messo da parte il suo orgoglio per stare con Rose ed aveva avuto il coraggio di dirlo ai propri genitori. Invece no, Teddy era solo un codardo. Giunse nella sua stanza, sbattendo la porta. Avrebbe voluto sfogarsi. Fare di tutto per salvare quell'amore forte che provava per lui. Invece non poteva. PDV di Rose. Aprii gli occhi e mi voltai verso l'altra parte del letto. Scorpius non c'era. Mi alzai rapida. Dove poteva essere? Scrutai ogni angolo della stanza, poi sul libro aperto di storia della magia trovai un foglietto. "Non possiamo.. Grazie per tutto. Ti amo, Scorpius". Non sapevo se prendere quel foglietto e strapparlo tra le mani o correre a casa Malfoy ed andare a strangolare quel codardo. Era fuggito. Era troppo bello per essere vero. Troppo. Già mi mancava. I suoi occhi, le sue carezze, i suoi abbracci. « Non piangere, Rose.. Non farlo. » Mi intimai, sospirando, trattenendo una lacrima. Mi tradii da sola, dato che qualche secondo ero sulla porta, in preda al panico, piangendo come se non ci fosse più nulla per la quale lottare. Scorp se n'era andato e con lui tutti i miei sogni, tutte le nostre aspettative, tutto ciò che avevamo costruito. Aveva messo la famiglia davanti a me. Aveva messo tutto davanti a me. Ed io per lui non c'ero più. Mi aveva usata. Ma io non sarei stata a piangere lì a causa sua per sempre. Mi asciugai una lacrima ed andai a lavarmi. Da quel momento sarebbe nata una nuova Rose, ancora più combattiva e coraggiosa, ma questa volta non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Tutti avrebbero conosciuto per ciò che ero, Rose Weasley, la Slytherin. Lo avrei ignorato e non gli avrei dato alcuna attenzione, mostrandomi forte anche senza di lui, se lui voleva mettermi alla prova. « Dannato..» Mormorai a denti stretti, mentre prendevo a pugni il muro della stanza di James Sirius. Lui mi guardava un po' confuso. Sapevo ciò che stava pensando. Mi avrebbe chiesto a breve come mai avesse agito a quella maniera se fino a qualche ora prima mi aveva detto che avrebbe lottato per noi. « Non chiedermelo. » Gli intimai, puntando l'indice minaccioso contro la sua figura. Si passò una mano fra i capelli accennando ad un sospiro. Come avrei fatto senza di lui? « Gli posso spaccare la faccia? » Domandò con nonchalance. Io scossi la testa decisa, avvicinandomi al suo viso e sussurrando:« Ci penserò io a farlo soffrire così tanto che non immagina. Lo rovinerò e questa volta davvero. » James Sirius sembrava poco convinto del mio istinto omicida, ma si convinse quando lanciai una freccetta verso il bersaglio e feci centro subito. Sorrisi maliziosamente, mostrando le mie abilità. « Allora è proprio rovinato. » « Già. » « Ti manca? » « Chi? » « Non fare la finta tonta con me. Ami Scorpius e ti manca da morire. » « Non sparare babbanate, JS. » « Questo conferma ciò che penso. » « Ovvero? » « Quando una ragazza nega l'evidenza, dice l'opposto con lo sguardo. » Due settimane dopo. Entrai nello scompartimento. Intravidi mio fratello Hugo ed ignorai il suo sguardo rimproveratorio. Certamente JS gli aveva raccontato tutto, come aveva fatto con tutte le mie cugine. Portai lo sguardo fuori dal finestrino, osservando mia madre Hermione che mi accennava un sorriso debole e sventolava la mano in cenno di saluto. Stavo tornando a casa dopo le vacanze di Natale, era palese che fossero venuti a salutarmi. Incontrai lo sguardo di zia Ginny e la salutai di rimando, mentre scrutavo Albus, davanti a me, che salutava tutti quanti, tra cui Neville, che stava salendo sul treno per tornare anche lui ad Hogwarts ad insegnare Erbologia. Quella era l'unica materia abbastanza inutile che attirava la mia attenzione; forse perchè era amico dei miei genitori e questa cosa mi influenzava, ed avevo una vocina della testa che mi intimava di studiare quella materia. Ad un certo punto, tutti nello scompartimento ci voltammo verso la porta di vetro che si stava aprendo. Davanti a JS apparve Scorpius. Scostai lo sguardo immediatamente, mentre sentivo il suo ghiacciarsi sul mio e farsi fisso. Senza togliermi gli occhi di dosso si rivolse con la sua voce soave ma allo stesso tempo rauca ad Albus Severus. « Vieni nel nostro scompartimento, Alb? » Accanto a lui apparve Lysander Lovegood. Dio quanto mi stava antipatico quel ragazzo. Se la tirava tremendamente, mentre suo fratello e sua madre erano le persone più adorabili a quel mondo. « Ciao Lys.. » Mormorò Lilian Luna, seduta accanto a me. Egli gli fece un piccolo cenno indifferente e se ne andò, seduto da quello sciocco di Zane Zabini che se la rideva bello bello. « Certo. Vi raggiungo subito. Ragazzi, passo dopo a prendere la valigia. » Un accenno da parte di Js e poi mio cugino maggiore tornò a maledicare mentalmente Scorpius, che rimase sulla porta per qualche secondo. Albus lo raggiunse e si incamminò. « Come stai Rose? » Chiese quella voce glaciale. Sotto gli occhi di tutti i miei cugini, lo trattai come se non fosse nulla per me. Perchè era così. Avrei dovuto allontanarlo fin da subito, senza rimanere fregata. « Di bene in meglio, Malfoy. » « Ne sono.. felice. » Disse, notando quanto volessi che se ne andasse in quel momento. Hugo, Lilian Luna, Lucy, JS e Fred mi fissavano. Ignorai i loro sguardi e mi concentrai sul paesaggio, mentre il treno cominciava a muoversi verso il ritorno alla mia casa, Hogwarts. - - - - ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo. E' molto corto, ma solo di passaggio, nel prossimo ci saranno vari avvenimenti ancora più scioccanti. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, seguito e messo tra i preferiti la mia storia, grazie tante e vi invito a recensire dicendomi cosa ne pensate della storia ora che si va avanti e che ci sono vari avvenimenti importanti. Ciao a tutti e alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Broken loves. ***


Durante il viaggio di ritorno ad Hogwarts, Rose Weasley osservava tranquillamente i verdi prati che riempivano quelle finestre vuote e trasparenti. Non poteva credere che anche le vacanze natalizie fossero finite e che la scuola avrebbe cominciato a tormentarla come non mai. Si rendeva conto che avrebbe ripreso gli studi svogliatamente, senza alcun tipo di incoraggiamento da parte dei suoi amici, che d'altronde avevano meno voglia di lei di ricominciare. Ricordò le ultime parole che gli aveva riferito il padre. Parole di odio e di disprezzo nei confronti di una povera ragazzina che aveva solamente seguito il suo cuore. Eppure in quel momento il suo cuore non sapeva cosa volesse, poichè tante erano le idee e pochi gli avvenimenti concreti. Rose era sempre stata una di quelle ragazze piuttosto scostate dal provare sentimenti di grande trasporto ed affetto nei confronti delle persone e spesso Hermione Jane la rimproverava per come trattava con freddezza le persone. Tuttavia, nel suo cuore ferito era presente quello che sarebbe stato un sentimento pieno di rancore e di odio. Mancavano solo sei mesi circa e sarebbe tornata a casa, per poi partire per la Romania per raggiungere suo zio Charlie, fino a quando il suo cuore non avesse trovato una posizione ed una persona di cui fidarsi. Fino a quel momento non aveva provato mai niente da poter equiparare all'amore incondizionato che provava per Scorpius: durante il terzo anno aveva frequentato un ragazzino Corvonero che in effetti stava con lei solamente perchè la trovava più carina delle altre ( ed in effetti lo era. Le sue cugine prendevano in giro Rose perchè aveva avuto sempre la pubertà in sè ), poi durante il quinto anno aveva avuto una storia di sei mesi con Daniel Finnigan, ma in cuor suo sapeva di non averlo mai amato realmente. Al sesto anno, aveva cominciato a frequentare Paul Zabini, ma solo per soddisfare le sue continue voglie di sesso, dovute agli ormoni impazziti che non riusciva a controllare e di questa storia aveva saputo solamente sua cugina Lily, che ne era rimasta più che sconvolta, nonostante la appoggiasse in qualsiasi occasione. Ripensandoci, quella sua "storia" con Paul le aveva dato un certo salto in aria, poichè proprio in quel periodo tanti ragazzi provenienti dalle varia casate avevano cominciato a farle la corte, tra cui lo stesso Scorpius, che però aveva cominciato a frequentare solamente all'inizio del settimo anno. Sospirò, arrabbiata per come Scorpius l'aveva trattata. L'aveva lasciata, senza essere a conoscenza neanche lui del motivo preciso, le aveva promesso che si sarebbero sposati, ignorando il pensiero delle loro famiglie. Lo amava. Pensava alle mille bugie che le aveva raccontato nel corso di quei quattro mesi, lasciando scorrere una piccola lacrima che fermò con le sue dita calde e bianche, portandole al volto. Portò lo sguardo nello scompartimento, osservando il volto di JS che fissava un punto indefinito. Era seduto proprio davanti a lei e non l'aveva mai visto così preoccupato in vita sua. Solitamente James era parecchio spensierato e non si lasciava mai rattristare dai dolori della vita, eppure in quel momento le sembrava più fragile che mai. Accanto a lei, Lily Luna si struggeva per un amore impossibile e per un caro amico che non la trattava più: erano settimane che Lysander si comportava freddamente nei suoi confronti, ma chiunque si era reso conto del motivo. Da quando Teddy era entrato a far parte della vita di Lilian Lysander aveva cominciato a staccarsene sempre di più. Lily non credeva che la motivazione fosse quella, bensì che in realtà avesse fatto qualcosa di sbagliato che avesse portato Lysander lontano da lei. Suo fratello Hugo, invece, non lasciava mai trasparire le sue emozioni e chiacchierava con Lilian, anche se lei purtroppo non lo ascoltava del tutto, presa dalle sue questioni amorose.

«Comunque Dominique dovrebbe arrivare a breve. Aveva detto che prima avrebbe cercato Paciock e Lucy.» Disse infine. Eppure, nessuno lo stava realmente ascoltando. Fu così che, preso da un impeto, si alzò ed uscì dallo scompartimento. Nel corridoio c'erano parecchi ragazzi che chiacchieravano tra loro. Quando raggiunse il primo vagone, notò che Alice Paciock stava piangendo in un angoletto. Era sola. Hugo, i capelli sbrizzolati color fuoco e le iridi castane puntate su di lei, le si sedette accanto.

« Che problema hai? » Domandò diretto, tentando di non farsi trasportare dalla malinconia che quella ragazzina gli dava.

« Nu-nulla.. » Balbettò, mentre si asciugava per l'ultima volta gli occhi appannati.

« JS? » Domandò, riferendosi al cugino.

« Sì.. »

« Cosa ti ha detto questa volta? » Domandò Hugo, pronto a sentire Alice buttare odio su di lui, ricordando quanto suo cugino fosse indecente, scalpestrato, sciocco, idiota, maniaco di sesso e senza alcun limite. Invece, Alice si voltò verso l'amico di sempre, che l'aveva sempre ascoltata, osservandolo con un'altra luce.

« Hugo, pensi che io sia brutta? » Il ragazzo sui quindici anni non si lasciò scomporre da questa domanda alquanto ambigua, mentre incontrava le iridi nocciola della sua compagna di scuola. Osservò i capelli che, fin dalla sua infanzia, aveva sempre portato corti fino all'orecchio, la sua pelle abbronzata come quella di sua madre, Hannah, il piccolo naso che era un mix tra quello della donna e di Neville, il loro insegnante di Hogwarts.

« No, non lo sei. »

« Hugo, faresti sesso con me? » domandò sfacciata la ragazzina, mentre osservava il suo amico. Hugo non si mosse di un millimetro, ripensando a quello che James aveva potuto dire alla sua cara amica d'infanzia per farle affermare un qualcosa del genere. Si appoggiò alla spalliera, portando il capo verso di lei, sorridendole appena. Per lui non sarebbe stata la prima volta, poichè, in compagnia del cugino, aveva incontrato parecchie ragazze più grandi di lui nei locali e ciò lo aveva fatto maturare. Ricordava perfettamente quella notte di qualche mese prima.

 

JS era sparito tra la folla, lasciando il piccolo Hugo solo con quella ragazza. Hugo non si sentiva in imbarazzo, ma sapeva perfettamente che quella sera sarebbe successo qualcosa: quella ragazza aveva una ventina d'anni e le era stato riferito che Hugo ne aveva altrettanti, nonostante quegli occhioni nocciola lasciassero trasparire solamente un senso di dolcezza e curiosità. Lei cominciò a baciarlo con trasporto, passandogli una mano tra i capelli disordinati, mentre il profondo sogno erotico di Hugo si realizzava. La donna andò subito al sodo e godè parecchio quando il ragazzetto la penetrò con rapidità, con bisogno. Qualche secondo dopo era sparita. Hugo non si aspettava che rimanesse, ma non conosceva neanche il suo nome: sapeva solo che era una bambolina bionda tinta, gli occhi piccoli e smaliziati ed un corpo che lui non si era goduto abbastanza. Proprio lì, davanti a tutti, il piccolo della famiglia Weasley era cresciuto troppo in fretta, senza prendersi i suoi tempi. Questo era dovuto al fatto che frequentasse i suoi cugini e tutti i loro amici, ragazzi dell'età di JS, che lasciava intendere che i sentimenti non si dimostravano con il sesso e ciò lo portava ogni volta a prendere ogni ragazza che gli capitasse sotto tiro, anche le più grandi.

 

Alice sembrava inesperta. Anzi, Alice era inesperta. Era una buona mezz'ora che quei due si baciavano impetuosamente e Alice sembrava un po' restia dall'assecondare i desideri e le azioni di Hugo. Da circa dieci minuti tentava di sfilarle la maglietta, ma lei gli prendeva le mani e se le portava al viso. Ma cosa pensa di fare? si chiedeva Hugo, poi passandole una mano sulla pancia piatta e bianca. Lei non sembrò essere dispiaciuta di quel massaggio che, piano piano, si spostava sempre di più verso il seno, coperto da un reggiseno che lasciava poco all'immaginazione. Alice si lasciò sfuggire un gemito, proprio nel momento in cui Hugo lasciò le sue labbra per passare al collo. Era così bianco e così intatto che il ragazzo si eccitò solo al pensiero, succhiandole con veemenza la pelle. Quando ebbe lasciato una grande macchia su di esso, senza neanche rendersene conto, era ormai tempo di passare al sodo. Eppure la piccola Alice sembrava così insicura, ancora, quando lui finalmente le sfilò il reggiseno. Una volta sbottonato il reggiseno, affondò il capo tra di essi, mentre Alice si lasciava andare ad urli di piacere. Le mordeva la pelle, la desiderava. Ma si bloccò.

« Non devi sentirti costretta. E' un tuo desiderio, non il mio. » Disse a malincuore, anche se ormai la sua erezione diceva tutt'altro.

Alice fece silenzio, mentre portava lo sguardo fuori dal finestrino. Dalle sue iridi cominciarono a scendere silenziose lacrime, ed Hugo non potè fare a meno di stringerla in un abbraccio. « Scusa, Hugo.. » sibilò lei al suo orecchio, mentre tentava di sotterrare il pensiero di essersi quasi concessa ad un amico come lui. Si era mostrato un buon amico, con delle doti eccezionali, ma sapeva, in cuor suo, che JS sarebbe sempre stato lì con lei, anche se davanti a sè aveva il cugino dai capelli rosso fuoco. Hugo lo sapeva. Lo aveva sempre saputo. E non provava chissà qual forte sentimento verso Alice da odiare il cugino. Ciononostante, pensò che, mentre tutti cercavano l'amore e lo trovavano, lui era l'unico a continuare a soffrire di solitudine.

 

Una volta tornati ad Hogwarts, Lily provò tutto tranne che quella gioia continua del ritorno a casa. Sentiva un perenne bisogno di scappare via e di tornare da Teddy, ma sapeva benissimo che lo avrebbe rivisto in un futuro incerto, nonostante spesso egli passasse di lì. Sapeva che non sarebbe andato a trovarla per non destare sospetti, anche se dentro di sè sperava in un suo ritorno. Come avrebbe fatto tutti quei mesi senza di lui? Come? Provava un continuo senso di angoscia che non la lasciava mai, neanche quando andava a dormire: lo sognava, si ricordava in tutte le piccole cose, nelle gentilezze altrui. Era lì ma non era lì e Lily non si lasciava avvicinare. Dal ritorno, ogni volta che si vedevano, Rose e Lucy vedevano come soffriva, ma Rose non poteva svelare alla cugina il motivo per Lilian soffriva così tanto.

Un pomeriggio, Albus le si era avvicinato, domandandole se Lily si era confidata con lei, ma Rose tentava di nasconderlo.

« Ha problemi di salute? Mi devo preoccupare? »

« Albus, è lo stress da ritorno a scuola. »

« Impossibile, lo aveva anche prima di tornare, soprattutto l'ultima settimana di vacanze. »

« Stress pre-ritorno a scuola. Albus, smettila di essere così apprensivo, è un'adolescente, le passerà. »

« Quindi ammetti che c'è dell'altro! »

« Quale altro dovrebbe esserci? Piantala, sto cercando di studiare. »

« Per piacere, Rose, stai leggendo la stessa frase da mezz'ora! »

« Ovvero da quanto sei arrivato tu, smamma! »

« Dimmi che ha. Ha litigato con qualche amica, ha problemi a scuola, di salute? E' stato un ragazzo? » Domandò alla fine alterato.

« Anche se fosse, non sono affari tuoi. Ora lasciami studiare, domani ho un'importante compito che voglio passare. »

Albus si accomodò davanti a lei nella biblioteca semi-vuota, riflettendo ad alta voce: « Lo conosco? »

« Smettila. »

« Ma frequenta Hogwarts? »

« "I gufi sono stati scelti come mezzo di comunicazione magica nel 1875.." »

« Sì, deve frequentare Hogwarts per forza. »

« ".. fino a quando.." »

« Sono sicuro al cento per cento di conoscerlo. Per favore Rose, interagisci con me. Sono il tuo cugino preferito! »

« E suo fratello, perciò domandalo a lei! »

« Domandare cosa? »

Questa volta non era stato Albus Severus a parlare, bensì una cristallina voce che Rose conosceva perfettamente e che avrebbe preferito non ascoltare. Scorpius era lì, proprio davanti a lei, e ormai si ignoravano da quella volta sul treno. Rose tornò al suo libro, mentre Albus gli spiegava la situazione in poche parole. Ma Rose sentiva lo sguardo glaciale del ragazzo su di sè, anche se tentava di ignorarlo sotto tutti i sensi. Egli cercava contatto, aveva provato a parlarle da quando erano tornati ad Hogwarts, ma ogni volta che la incrociava per strada lei abbassava lo sguardo e se la svignava, ogni volta che la cercava nei dormitori riferiva alle sue compagne di dire che stava dormendo, a lezione faceva finta di seguire e a pranzo la maggior parte delle volte era circondata dalle sue amiche Serpeverde, mentre in rari casi si faceva portare qualche leccornia nella Sala Comune. Non riusciva mai a trovarla sola per chiarire la situazione e Scorpius sapeva l'odio e l'amore che, incontrastati, preponderavano in lei. Aveva voglia di prenderla con sè, di cullarla, di dirle che tutto andava bene, ma non poteva e c'erano forze superiori ad impedire un loro ritorno. Quando il secondogenito dei Potter finì di raccontare, Scorpius riportò gli occhi su di lui: « E' un amore impossibile e, in quanto tale, difficile sarà anche scoprire chi è. »

Rose si sentì una stretta allo stomaco. Avrebbe voluto urlargli contro di non infierire nelle sue questioni familiari e di starne fuori, eppure non gli usciva una parola, da quelle labbra secche che un mese prima baciavano quelle fini e bianche di lui. Fu così che, rapita dal ricordo, prese i libri, girò i tacchi e si allontanò da loro.

 

Sei esperto degli amori impossibili tu, non è vero?



|| Si, sono tornata dopo anni. Eppure, rileggendo queste pagine, mi è venuta voglia di continuare. Spero di non deludervi e che mi accompagnerete ancora in questo viaggio. Fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto chi shippate con chi !!! ( I miei feelings stanno morendo.)

Buona serata e buona lettura! ( Il capitolo è breve e di passaggio, siate clementi )

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2689868