Love&Hate

di CHAOTICAMREN
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: ***
Capitolo 2: *** Tradizione ***
Capitolo 3: *** Casa dolce casa ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** I sogni son desideri ***
Capitolo 6: *** Dinah ***
Capitolo 7: *** Rallenta ***
Capitolo 8: *** Mi sto innamorando di te ***
Capitolo 9: *** «Si, lo voglio» ***
Capitolo 10: *** Buonanotte, scimmietta. ***
Capitolo 11: *** La cena ***
Capitolo 12: *** La cena pt;2 ***
Capitolo 13: *** Ti amo. ***
Capitolo 14: *** Il viaggio ***
Capitolo 15: *** AVVISO: ***
Capitolo 16: *** Apri la porta? ***
Capitolo 17: *** è finita ***
Capitolo 18: *** NOTA: ***



Capitolo 1
*** Prologo: ***


                                              

 



Love&Hate

Prologo:
Luis l'aveva sempre saputo, sin dal primo momento, Lauren era la ragazza ideale, non avrebbe mai immaginato di trovarla così presto, eppure eccolo lì, in ginocchio di fronte alla donna che avrebbe voluto avere accanto per il resto dei suoi giorni.

«Vuoi sposarmi?» la fissò, aspettandosi di vedere Lauren saltargli addosso, ma rimase sorpreso al trovarla con le lacrime negli occhi

«Stai bene?» le chiese preoccupato, Lauren annuì e continuò a guardare l'anello dentro la piccola scatola vellutata

«Si.» rispose Lauren sottovoce, lo abbracciò «è solo che mi hai preso alla sprovvista»

Luis sorrise scuotendo la testa «Quindi...»

«Si, voglio sposarti Luisito» scherzò, baciandolo

«Non chiamarmi così» sorrise staccandosi da sua futura moglie «Non vedo l'ora di farti conoscere mia sorella, domani torna da Londra, se non fosse per lei, molto probabilmente ora non saresti stata con un anello al dito» la prese per mano e continuarono a camminare

«Ti va di parlarmi di lei?» domandò Lauren guardandolo

«è una persona fantastica, quando l'ho conosciuta aveva appena perso suo padre, e il fatto che sua madre avesse trovato un altro uomo con cui stare l'ha colpita, stava male, ma piano piano sono riuscito a parlarci e...» fece una pausa «non mi piace considerarla 'sorellastra' lei è tutto per me» concluse strofinandosi gli occhi

Lauren non rispose, continuarono il loro percorso fino alla macchina, Luis accese il motore e sfrecciò verso casa Santos

 

Una volta arrivati, Luis corse velocemente in casa, prendendo in braccio Sinue «Ha detto si, mi sposo» urlò

Lauren entrò timidamente e vedendo la scena si emozionò

«Ora sei ufficialmente parte della famiglia» disse Pablo, il padre di Luis, abbracciandola

«Sono così felice» una volta separata da suo figlio, Sinue prese la mano di Lauren e la strinse forte al petto «A quando le nozze?» chiese

«Il prossimo mese» si sbrigò a rispondere Luis, Lauren spalancò gli occhi

«Cosa, ma un mese è troppo poco, il vestito, la sala, tutto, no amore, no» disse con un piccolo tono di nervosismo

«Camila torna da Londra domani e rimarrà per un mese e mezzo, dovrà ripartire e voglio che lei ci sia, sarà il giorno più importante della mia vita, lei deve esserci» cercò di spiegare suo futuro marito

 

 

Dopo una lunga conversazione con i Sinu e Pablo, Lauren e Luis tornarono a casa, la castana accettò di celebrare il matrimonio dopo un mese ma con l'aiuto di Sinu e la sorella del ragazzo.

 

Il mattino dopo Luis si svegliò con un sorriso a trentadue denti

«Buongiorno amore» lasciò un bacio sulla fronte di Lauren

«Che ore sono?» domandò lei assonnata

«è ora che ti alzi, tra mezz'ora dobbiamo stare in aeroporto»

«Perché non mi hai svegliato prima?» Lauren si alzò dal letto appena guardò l'orario

«Non ho sentito la sveglia» si scusò lui

i due cominciarono a preparasi, dopo essersi vestiti, presero la macchina e sfrecciarono verso l'aeroporto.

 

«Quanti anni hai detto che ha?» Lauren domandò una volta arrivati davanti all'aeroporto

«24» rispose lui, prendendo carta e penna, scrisse su un nome

«Camila? Cosa? Credevo si chiamasse solamente Mila, l'hai sempre chiamata cosi, sono confusa» Luis roteò gli occhi e fece uscire una lieve risata

«Davvero pensavi si chiamasse Mila? Cos'è un cane?» scherzò, Lauren le diede uno schiaffo sul braccio e torno a guardare le porte scorrevoli, non sapeva come fosse Camila, Luis le parlava sempre di lei ma non le ha mai fatto vedere una foto

«Eccola» urlò Luis correndo verso la sorellastra, l'abbracciò, quando si staccarono la ragazza sembrava emozionata, non smetteva di ridere e abbracciare il fratello, ma quando i suoi occhi cioccolato incontrarono quelli smeraldo di Lauren, smise di muovere ogni singolo muscolo, rimase immobile, aprì un po' le labbra cercando di dire qualcosa, ma le richiuse un attimo dopo

«Camila, lei è Lauren, tua futura cognata» parlò Luis, sorridendo

Lauren ebbe la stessa reazione di Camila, immobile.


-Fatemi sapere se devo continuare:) 

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Capitolo 2
*** Tradizione ***


 

Capitolo 1: Tradizione

 

«C'è qualche problema?» Luis fu il primo ad interrompere il silenzio, Camila distolse lo sguardo da Lauren per guardare il fratello ora confuso

«N...no, piacere» stese la mano in direzione di Lauren

«Pia..piacere» la più alta la strinse fortemente per poi cominciare a camminare verso l'uscita

«Vi conoscete?» domandò Luis

«No, mi ricorda solamente una mia vecchia amica, tutto qui» Camila cercò di cambiare discorso

«Allora, quando andiamo a comprare l'abito per il matrimonio?» scherzò

«Molto presto, sorellina»

 

una volta arrivati a casa Santos, Lauren salì velocemente in bagno lasciando Camila e Luis con i genitori

«Mi sei mancata tanto Camila» Pablo l'abbracciò

«Anche tu» sorrise lei tra le lacrime, per poi staccarsi e rifugiarsi nelle braccia di Sinu

«Piccola mia» disse sua madre, tremando

 

dopo aver dato il bentornata a Camila, Pablo disse di dover parlare urgentemente ai tre ragazzi, così si riunirono in salone

 

«Cosa c'è papà, mi stai preoccupando» parlò Luis stringendo la mano di Lauren

«Non so come iniziare....» iniziò il padre «Luis, la nostra famiglia ha una tradizione... prima del matrimonio, per un mese i due sposi non possono vivere insieme» concluse guardando la coppia

«Non capisco papà, perché, che senso ha?»

«è per capire se la persona con cui stai vivendo adesso è anche quella che vorresti accanto per il resto della tua vita»

«Ma se le ho chiesto di sposarla è ovvio che la voglio per tutta la mia vita» Luis si alterò

«Se vuoi sposare Lauren, dovrai continuare la tradizione, come tuo nonno e come me» affermò Pablo

«E io dove starò? La mia famiglia non vive qui, le mie amiche sono tutte sposate» disse Lauren preoccupata

«Camila ha un appartamento a venti minuti da qua, vivrai là» concluse

«Cosa? Io non rimarrò qui con voi solamente perché loro devono vivere separati, ho ventiquattro anni, ho bisogno dei miei spazi» Camila sbalzò in piedi

«Calmati, non dovrai vivere con noi» si intromise Sinue «Vivrai con Lauren» finì

«NO» le due ragazze urlarono contemporaneamente

«Che problema c'è ragazze? Potete anche conoscervi meglio, non fate le bambine»

«Mamma ho bisogno di parlare un attimo con Lauren» fece segno a Lauren di seguirla al piano di sopra, la mora la segui subito, arrivate in camera, Camila chiuse a chiave

«Non ti è bastato torturami per cinque anni, ora ti dovrò sopportare ogni natale, ogni pranzo e cena in famiglia, sempre» urlò Camila

«Non sapevo fosse tuo fratello, Luis è bello, intelligente... speciale, tutto il contrario di te, Cabello» sbottò Lauren, tornando la solita sedicenne acida

«Non sono più la ragazza sbadata con il fiocco Lauren, sono cresciuta, le tue parole non mi feriscono»

«Peccato, scimmietta»

«Smettila, hai venticinque anni, non siamo più a scuola, cresci una volta per tutte»

«Cosa vuoi che faccia? Far finta che mi stai simpatica? Non ci riuscirò mai»

«Fallo per Luis ok? Se vuoi sposarlo devi accettarmi e io dovrò accettare te, tra un mese sarai parte della famiglia, odiami, ma non in sua presenza, ci starebbe male e io non voglio vederlo triste» concluse Camila abbassando lo sguardo

«Va bene, io lo amo, e se stare con lui significa sopportarti, lo farò, ma quando vivremo da sole non aspettarti di parlare come due vecchie amiche, perché ovviamente non lo siamo e mai lo saremo» affermò Lauren freddamente

«Non voglio la tua amicizia, voglio la felicità di Luis, ora scendiamo» Camila andò verso la porta

«Okay scimmietta»

«Non chiamarmi così» furiosa la latina lascio la stanza

Lauren rise e la seguì

 

 

«Tutto bene?» chiese Sinue alzandosi

«Si, vivremo insieme» confermò Camila

«Di cosa avete parlato su? Ho sentito urlare» domandò Luis preoccupato, stampando un delicato bacio sulle labbra della futura moglie

«Abbiamo solo parlato della convivenza amore e ci siamo raccontate di noi, dobbiamo conoscerci, l'hai detto tu no?» cercò di sembrare calma

«Quando dobbiamo separarci?» il ragazzo si girò verso il padre

«Domani, ora andate a casa e sistemate le cose, Camila tu vieni con me in garage, la tua macchina è come nuova»

Camila fece un grido di felicità e usci velocemente dalla porta principale recandosi al garage

«Amore della mia vita» abbracciò la sua macchina

«Scimmietta è ora che ti trovi un ragazzo» Lauren sbucò ridendo

«Non rivolgermi la parola se non sei con Luis» disse senza guardarla

«A domani» finì la più grande.


-Grazie mille per le recensioni, e scusate si il capitolo è troppo corto, cercherò di migliorare :)

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Capitolo 3
*** Casa dolce casa ***


Pov Lauren:

 

Il mattino seguente mi ritrovai a fare le valigie, 'non voglio andare a vivere con Camila', pensavo tra me e me, per una stupida tradizione devo passare un mese in casa con la persona che odio di più al mondo...

Vi starete chiedendo cosa ci porta ad odiarci così tanto, beh io ero la solita cheerleader acida che con un solo sguardo era capace di ridurti a pezzi o farti innamorare, lei di sicuro non l'ho fatta innamorate, ed è proprio lì che i miei problemi sono iniziati, tutti in quella scuola volevano un appuntamento con me, ma lei no, lei se ne stava li per conto suo, con quel fiocco tra i capelli che la rendeva così innocente, l' iPod nella tasca destra dei suoi pantaloni stretti che contornavano perfettamente le sue gambe, ma non facevo molto caso al suo corpo, quando davanti avevo i suoi incantevoli occhi, ogni battito ci ciglia rivelava un nuovo mondo, in cui mi perdevo, sempre.

Non c'era giorno in cui il mio pensiero sfiorava altre cose o persone, lei aveva tutta la mia attenzione, ventiquattro ore su ventiquattro, ma io pur essendo capo cheerleader e avere il mondo ai piedi, non ho mai avuto coraggio di dirle quello che provavo... un lunedì la vidi fuori scuola con una ragazza, avevano le mani intrecciate e lei non smetteva di sorridere, quando la campanella segnò l'inizio delle lezioni, lei la salutò stampandole un bacio sulle labbra, il mio corpo non reagiva più a niente, difronte a quella scena, era come se mi fosse arrivata una pugnalata in pieno petto, non capivo cosa aveva di speciale quella ragazza, non le avevo mai parlato eppure era entrata a far parte della mia vita sin dal primo giorno nel quale i miei occhi incontrarono i suoi...

Quel lunedì decisi che se io non ero la persona che poteva renderla felice, dovevo essere quella che la rendeva triste, l'importante era fargli sentire qualcosa, odio o amore, non sarebbe cambiato niente.

 

I giorni passavano e lei mi odiava sempre di più, l'ultimo giorno di scuola l'ho vista salire sul palco e ritirare il suo diploma, sembrava un angelo, non l'ho mai più rivista, ed ora dopo sei anni mi ritrovo a convivere con lei... amo Luis, lo amo più di ogni altra cosa, ma ieri quando l'ho rivista, i sentimenti di una sedicenne sono tornati.

 

«Amore, sei pronta?» Luis esce dal bagno e lo vedo prendere le chiavi della macchina

«Si, andiamo» chiudo la valigia e con un sorriso malinconico lascio la mia dolce casa

 

Pov Camila:

 

Sento il campanello suonare a ripetizione, guardo l'orologio, 10:47, mio dio è tardissimo, Lauren sarebbe arrivata alle 10:30, mi alzo velocemente dal letto e corro ad aprire la porta

«Camila, sono dieci minuti che suoniamo» dice Luis parecchio arrabbiato, cerco di inventarmi qualcosa ma non mi viene in mente niente

«Non... non ho sentito la sveglia» affermo

«Non hai sentito neanche il bisogno di vestirti a quanto pare...» Luis mi squadra dall'alto al basso, mi girò verso Lauren, anche lei sta facendo lo stesso, abbasso lo sguardo, sono in canottiera in mutande, cavolo

«Scusa, scusa, entrate vado a vestirmi» mi giro verso la camera ma appena stavo per lasciare il salone Luis mi ferma

«Aspetta sorellina, io devo andare a lavoro, quindi salutami adesso» mi viene in contro e mi abbraccia

«Trattala bene per favore» dice sottovoce, per poi staccarsi, lo vedo salutare Lauren con un bacio, di sicuro, non casto, sento uno strano nodo in gola, abbasso lo sguardo, sento la porta chiudersi

«Puoi portarmi in camera mia?» chiede Lauren con un filo di voce, diavolo la sua voce, così calda, okay Camila basta

«Starai in camera mia» dico alzando lo sguardo

«C..cosa?» mi guarda confusa

«Non ho altre camere, io starò sul divano» aggiungo facendole segno di seguirmi

«Un mese è tanto, non puoi stare sul divano» afferma lei con voce decisa

«Dove vuoi che dorma? In cucina, sul balcone o al bagno?» cerco di sdrammatizzare

«Ok scimmietta, ti odio, lo ammetto, ma non ti farò dormire sul divano, possiamo dormire insieme» questa volta è lei ad abbassare lo sguardo

«Io dormo in intimo, non penso possa farti piacere avere una donna mezza nuda nel letto, e non chiamarmi così» sorrido

«Sei la sorella del mio futuro marito, non ti salterò addosso nel bel mezzo della notte, puoi stare tranquilla»

«Va bene, dormiremo insieme, ma stasera dormirai da sola»

«Perché?» chiede curiosa

«Ho un appuntamento, e non penso possa farti piacere avere una donna che urla nel salone» vedo il suo viso diventare pallido, ha un espressione seria

«Cosa c'è Jauregui? lo sai che mi piacciono le donne, questo era l'argomento principale delle tue prese in giro nei miei confronti» aggiungo incrociando le braccia

«Dove posso mettere la mia valigia?» chiede cambiando discorso

«Li a destra, c'è un armadio»

«Grazie, ti dispiace se dopo che ho sistemato le mie cose faccio una doccia?»

«Mi casa es tu casa» scherzo per poi lasciare la camera

 

Mentre preparo la colazione sento il rumore dell'acqua, ancora non rendo che per un mese avrò Lauren Jauregui in casa, per di più, dovrà dormire nel mio stesso letto, per quanto la possa odiare, devo dire che è bella, forse anche troppo per un tipo come mio fratello, non ho mai dormito con una donna nello stesso letto, si ho fatto sesso con parecchie ragazze, ma mai nessuna è entrata nella mia camera, o andavo io da loro o la notte si passava sul mio divano, dovrò mettere a cuccia i miei ormoni o finirò con una crisi nervosa.

 

«Camila non ci sono asciugamani» sento Lauren urlare

«Controlla vicino il lavandino» rispondo

«CAMILA NON CI SONO» urla ora arrabbiata

«Stai calma Jauregui, arrivo»

 

corro in camera e prendo un asciugamano

 

«Apri la porta» dico con tranquillità

«No»

«Ok allora esci nuda, per me non c'è problema» rido

dopo pochi secondi la porta si apre, vedo Lauren che si sbriga a rientrare in doccia

«Lo appoggio qui» affermo per poi voltarmi

«Si, grazie»

«Bel culo, comunque» chiudo la porta e ritorno in cucina

«Vaffanculo» urla di nuovo

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Capitolo 4
*** Appuntamento ***


 

Pov. Lauren

Questa è una tortura, va beh il fatto di rivedere Camila anche è stata una tortura, pero perché Luis ha due genitori così strazianti? Perché hanno quella stupida tradizione?!

 

Esco dalla doccia, mi vesto velocemente dentro il bagno e vado in salone, vedo Camila seduta sul divano, mentre gioca con il telefono

«E come si chiama la persona con cui uscirai oggi?» chiedo cercando di sembrare indifferente

«Dinah» risponde lei con tranquillita «è la mia migliore amica» conclude, mi siedo sul divano anche io ma distante da lei

«E tu vai a letto con la tua migliore amica?» ora sono confusa, si, e parecchio

«Chi ha detto che ci vado a letto?» lascia il telefono e mi guarda

«Beh.. prima hai detto che stanotte non mi avrebbe fatto piacere sentire una ragazza urlare in salone»

«Ah, si, volevo solo vedere la tua reazione» riprende il telefono come se niente fosse

«E com'è stata la mia reazione?»

«Proprio come avevo previsto» sorride «Hai fatto la stessa faccia che hai fatto sei anni fa davanti scuola, quando mi hai visto baciare con Bella» rialza gli occhi su di me

«E..e che faccia era?» oddio non è che a scoperto qualcosa? Ho paura

«Priva di emozioni, pallida» sorride tristemente e si alza «Vado a prepararmi che tra un ora arriva Dinah»

 

non le ho risposto, sono rimasta immobile.

 

Narratore.

 

Passarono due settimane, due settimane in cui Lauren vide Camila tornare ogni sera con sempre più succhiotti sul collo e labbra gonfie, due settimane in cui Camila vide Lauren baciare dolcemente Luis sull'orlo della porta, ogni giorno.

Quattordici giorni per scegliere il vestito da matrimonio, le bomboniere, i centrini e altre migliaia di cose che stavano mandando fuori di testa la cubana.

 

«Manca una settimana al matrimonio, non sei felice?» chiede Luis baciando dolcemente la cute di Lauren

«S..si non vedo l'ora» sorride

«Voglio fare l'amore con te» le sussurra il brasiliano dentro l'orecchio, facendo rizzare la pelle a sua futura moglie, eppure Lauren non voleva, non sentiva il bisogno di andare a letto con Luis, l'unico bisogno che sentiva era di andare in camera e saltare addosso a Camila.

«Tua sorella è nell'altra stanza, per favore Luis calmati» dice scherzando

«Ha detto che tra dieci minuti esce» sorride malizioso

«Luis ho detto di no, basta» Lauren si alza dal divano arrabbiata

«Ok, stai tranquilla amore, non volevo farti arrabbiare» si alza anche lui per abbracciarla

«Ti amo ok? Non dimenticarlo» finisce dandogli un bacio

«Evitate di fare queste cose in casa mia» Camila esce fuori dalla camera, pronta per andare a cena, Lauren si stacca da Luis e la guarda

«Erano anni che non ti vedevo truccata, vai ad una festa?» chiede il ragazzo sorridendo ampiamente

«Ho un appuntamento» dice secca Camila, guarda Lauren che ora aveva la stessa e identica espressione di sempre, priva di emozioni.

«E questa ragazza ti piace?» il brasiliano interrompe lo scambio di sguardi delle due

«Si, molto» afferma sorridendo

«Bene, sono felice per te, adesso io vado così vi lascio parlare di queste cose tra donne» ride e salutando entrambe con la mano esce dalla porta.

 

«Chi è la fortunata?» domanda Lauren incrociando le braccia, un po' infastidita

«La conoscerai al matrimonio, se tutto va bene, la porterò con me» Camila sorride e fa le stesse identiche mosse del fratello, per poi lasciare l'appartamento e una Lauren piena di gelosia.


-Ok è cortissimo scusate, ma ho preferito pubblicarlo così piuttosto che non pubblicare niente, se ce la faccio stasera ne carico un altro, il prossimo capitolo sarà quello più importante.
Grazie mille per le recensioni, continuate a scrivere cosa ne pensate, e i consigli sono ben accetti, un bacio :)

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Capitolo 5
*** I sogni son desideri ***


Pov Lauren:

 

è mezzanotte e Camila non è ancora tornata, probabilmente dormirà fuori, ma io non voglio che dorma fuori, la voglio qui con me, cavolo, jauregui cosa ti sta succedendo?!

 

«Lauuuuuuuuren» sento qualcuno urlare, mi alzo velocemente dal letto e corro in salone, non c'è nessuno

«Laaaaauuuuureeeeen» di nuovo, apro la porta principale e mi ritrovo con una Camila completamente ubriaca

«Oddio Camila sei pazza ad ubriacarti così?»

«Ioooo, non sono ubriaaaaca lauuuuuuuuren» dice barcollando, la prendo velocemente e la faccio entrare in casa

«Vai a dormire Camila» urlo

«Con teeee» risponde lei poggiando le braccia dietro il mio collo, sento la mia pelle rabbrividirsi

«Quella stupida ti ha fatto ubriacare» dico guardandola seriamente

«Chi?» chiede lei stringendosi ancora di più a me

«La ragazza con cui avevi un appuntamento oggi»

«Oh, nnnnnon è stata lei, io ho visto la tttua tuua faccia mentre la baciavo» mette la testa sulla mia spalla «E..e l'ho lasciata ttuttta sola e sono andata ad ubriacarmi» conclude chiudendo gli occhi

 

Senza Pov:

 

«C....cosa?» Lauren sconvolta cerca di staccarsi Camila di dosso ma senza nessun risultato

«Voglio fare l'amore con te» dice Camila con un filo di voce

«Camila tu non sei in grado di pensare adeguatamente, sei ubriaca, vai a dormire, per favore»

«Ho detto che voglio fare l'ammmmmore con te, e non dormire» si stacca e guarda Lauren negli occhi «Tu non vuoi?» abbassa lo sguardo

«Si... cioè no no, sei pazza, tra una settimana sarò all'altare con tuo fratello» dice velocemente la latina

«Lui ti avrà per una vita intera, perché io non posso averti una sola notte?» comincia a camminare verso il divano barcollando, Lauren ancora sotto shock la prende per i fianchi cercando di non farla cadere

«Ti prego Camila, spogliati e vai a dormire»

la più bassa si gira, ritrovandosi a pochi centimetri dalle labbra di Lauren

«Spogliami tu, e andrò a dormire, lo prometto» poggia delicatamente una mano sulla guancia della mora la quale segue il suo gesto con lo sguardo

«mi stai uccidendo» afferma Lauren sospirando

«Tra tre secondi ti bacio, quindi staccati adesso se non vuoi che io lo faccia»

Lauren non muove un muscolo, i suoi occhi si spostano sulle carnose labbra della coinquilina,

«1...» Camila si avvicina sempre di più a Lauren «2...» respira sfiorando le sue labbra

 

«LAUREN, SVEGLIATI»

«Ca...Camila»

«JAUREGUI COME TI è VENUTO IN MENTE DI ADDORMENTATI SUL PAVIMENTO DELLA CUCINA» urla Camila

«Io... tu, non sei ubriaca?» chiede Lauren confusa

«Perché dovrei essere ubriaca?»

«Il tuo... appuntamento» continua la mora senza far capire nulla a Camila

«Il mio appuntamento cosa?»

«Già sei tornata?»

«sono le due di notte, Lauren, per caso ti sei drogata?» le apre gli occhi con le dita

«CAMILA COSA STAI FACENDO SEI PAZZA?» si stacca dalla più piccola e si alza velocemente, «La prossima volta usa il letto, sai mi hanno detto che è più comodo del pavimento» scherza Camila

«Ah e comunque lo sapevi che parli durante il sonno?» conclude sorridendo maliziosamente

Lauren spalanca gli occhi «Che cosa ho detto?»

« Ripetevi, 'no camila per favore, tra una settimana mi sposo, spogliati e vai a dormire bla bla bla'»

«Io... io stavo sognando»

«I sogni son desideri Jauregui»

«Cosa vorresti dire?»

«Che vuoi fare l'amore con me e che il senso di colpa ti sta mangiando l'anima al solo pensiero di voler tradire Luis» dice come se niente fosse

«Io non voglio fare l'amore con te, scimmia» si mette sulle difensive anche se sa che Camila ha perfettamente ragione

«Quindi tu mi stai dicendo che se io ora vengo la e ti bacio, tu mi scansi?» La messicana si avvicina sempre di più a Lauren

«Non lo faresti mai»

«E chi l'ha detto?» la guarda negli occhi

«Perché Luis è tuo fratello forse?» fa un finto sorriso per poi incrociare le braccia al petto

«E sarà anche tuo marito eppure la notte fai sogni erotici su di me» le fa l'occhiolino per poi dirigersi verso la camera

 

Pov. Camila

 

non so cosa sia successo due minuti fa in quel salone, so solo che sentire Lauren dire il mio nome durante il sonno è la cosa più bella ed eccitante del mondo.

Mi tolgo i vestiti e prima di infilarmi il pigiama sento due delicate mani poggiarsi su i miei fianchi

«La..Lauren» dico quasi in un soffio

«Shh»

 

Mi girò velocemente e mi ritrovai davanti al suo splendido viso, non ho avuto tempo per pensare a qualcosa da dire perché sentii le sue morbide labbra impossessarsi delle mie, i miei pensieri si fermarono di colpo e poi ripresero a girare vorticosamente nella mia testa... ormai non riuscivo a controllare nessuna parte di me stessa, misi la mano sul suo cuore, e batteva velocemente, era un suono dolce e magico, ora sentivo anche il mio cuore a mille, i nostri cuori battevano insieme mentre le nostre labbra giocavano l'una con l'altra, ci staccammo per un secondo, lei mi guardò negli occhi e sorrise, sentii la sua mano sfiorare la mia guancia, appoggiò di nuovo le mie labbra sulle sue, e in quel momento mi sentii la peggior sorella del mondo, ma anche la più felice.

Ok.. scusatemi il ritardo nel pubblicare il capitolo ma ho avuto un po' di problemi con il pc, comunque spero vi piaccia, da qui inzierà la vera e propria storia, fatemi sapere cosa ne pensate, :)
Ps: ci sarà un piccolo salto nel futuro

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Capitolo 6
*** Dinah ***


 

 

Le due si staccarono e un silenzio imbarazzante aleggiò per qualche interminabile minuto, Camila deglutì a fatica, sentendo una strana sensazione al petto, abbassò un secondo lo sguardo prima di riportarlo alla donna ferma davanti a lei.

'non ci posso credere' pensò, ma non si mosse dalla sua posizione, troppo imbarazzata anche per muovere un solo muscolo.

Un suono riecheggiò per la casa vuota, richiamando l'attenzione delle due, Camila uscì dalla camera e a piccoli passi raggiunse la porta, la aprì lentamente

«Mila» la voce di Dinah riportò Camila con i piedi per terra, come se l'avesse risvegliata da un lungo sonno, Lauren le raggiunse

«Ho interrotto qualcosa?» chiese Dinah

Camila alzò lo sguardo verso Lauren in cerca d'aiuto, ma Lauren aveva gli occhi fissi sul suo volto, Camila sentì i brividi lungo la schiena e fu costretta a rompere quel contatto, rivolgendosi di nuovo a Dinah.

«Cosa ci fai qui?» chiese cercando di sembrare tranquilla

«è tutto il giorno che ti chiamo e non rispondi, mi stavo preoccupando» disse «Quindi ora cenerò qui e tu preparerai il tuo fantastico pollo»

Camila aprì la bocca per protestare, ma sapeva che non avrebbe avuto via d'uscita e annuì semplicemente

«Comunque sei pazza ad aprirmi la porta in intimo? Potrebbe essere stato chiunque» Dinah scrollò le spalle prima di camminare per il salotto, pronta per cominciare il suo interrogatorio

«Io... sono appena uscita dalla doccia... si» affermò velocemente Camila lanciando una veloce occhiata a Lauren che la ignorò e andò a servirsi un bicchiere di vino in cucina

«Ti dispiace darmene uno anche a me?» domandò Dinah, Lauren annuì

«Sono la tua migliore amica, so che stai mentendo» si sedette sul divano stringendo fra le mani il bicchiere appena ricevuto da Lauren

«Perché dovrei mentirti?» mormorò Camila

«Labbra rosse, viso pallido, capelli spettinati, mani tremanti, questo è quello che sei in questo momento» disse bevendo un sorso dal suo bicchiere «Vi siete baciate? Avete fatto sesso? Cosa è successo?» chiese con determinazione mentre accendeva la tv

Lauren sentendo quelle parole cominciò a tossire per via del vino che gli era appena andato di traverso

«Per lo meno Camila è meglio di Luis, buon lavoro Lauren» affermò divertita mentre le altre due rimasero ancora in silenzio e con gli occhi spalancati

«Non conosco molto bene Luis ma sembra davvero un idiota» commentò di nuovo «Voglio dire, ha un campo da calcio in fronte»

Calò il silenzio per qualche minuto e Lauren li spese cercando di riprendere conoscenza, il suono del campanello lo interruppe

«Chi è?» urlò Camila

«Sono Luis»

Il rumore improvviso di qualcosa che si infrangeva sul pavimento fece sobbalzare Dinah e Camila, seguito subito dopo da un imprecazione per niente femminile da parte di Lauren.

Camila come se si fosse ripresa da una specie di trance, andò ad aprire la porta cercando di tenere lontano dalla mente l'immagine di Lauren che sfiorava delicatamente le sue labbra

«Ti piace proprio andare in giro per casa mezza nuda» scherzò Luis una volta entrato in casa, diede un bacio sulla guancia a sua sorella per poi guardare Lauren raccogliere i vetri per terra

«Cosa è successo?» domandò confuso

«Niente le è solo caduto il bicchiere» si sbrigò a rispondere Camila

«Oh Luisito dove l'hai lasciata la squadra di calcio?» Dinah rise per poi finire le ultime gocce di vino rimaste nel bicchiere

«Cosa?» chiese ancora più confuso di prima Luis

«Niente, scherzavo» rispose Dinah

Lauren raccolse qualche coccio e questo le impedì di veder Luis avanzare verso di lei, pronto ad aiutarla.

Quando si sentì avvolgere da un dolce e intenso profumo da uomo, sollevò il volto e si trovò davanti gli occhi suo futuro marito

«Faccio io qui, tu vai a preparati che stasera andiamo a cena» mormorò piano Luis

Lauren annuì e si alzò dal pavimento per poi farsi strada verso la camera.

 

Qualche minuto dopo Lauren uscì dalla camera, ritrovò Camila e Dinah sul divano mentre discutevano su chi avrebbe dovuto vincere 'il boss delle torte' Luis era seduto su una poltrona con una faccia parecchio divertita mentre ascoltava le due

 

«Sono pronta» mormorò dirigendosi verso il ragazzo

le due ragazze smisero di parlare e si voltarono verso Lauren

Camila per un momento vide solo ed esclusivamente gambe, fasciate da uno strettissimo color blu. Lasciò salire lo sguardo lungo la sua pancia piatta e non riuscì ad evitarsi di deglutire, forse anche un po' troppo rumorosamente, la mascella ebbe uno spasmo involontario aprendosi ancora di più.

Seno, perfetto, tondo e sodo.

Una scollatura mostrava il petto perfetto di Lauren, creando un movimento ipnotico ad ogni suo respiro.

Lunghi capelli scuri cadevano sulle sue spalle bianche e per un momento a Camila mancò il respiro.

Troppi sentimenti in una sola giornata.

Dinah non riuscì a resistere e dopo aver distolto lo sguardo da Lauren, osservò Camila guardarsi le gambe con espressione contrariata.

«Ti sei bagnata, Camila?» le domandò divertita, abbassando la voce

Camila la fissò con una faccia tutt'altro che amichevole.

«Sta benissimo, non è vero?» Chiese Luis fiero della donna che aveva davanti

«Bellissima...» mormorò Camila guardandola intensamente «Cioè volevo dire, le sta bene, benissimo» aggiunse rendendosi conto di quello che aveva detto.

Le guance di Lauren si colorarono all'istante

«Bene, possiamo andare» disse Luis alzandosi in piedi, si sporse verso sua futura moglie e inclinando il busto le lascio un lieve bacio sulle labbra, era un particolare che agli occhi di una persona normale non avrebbe suscitato nessuna emozione, ma agli occhi di Camila fece agitare dentro un terremoto

«Andiamo» La voce di Lauren e il rumore dei tacchi sul pavimento del salotto riscossero Camila da quei pensieri e si ritrovò faccia a faccia con una Dinah soddisfatta.

«La vuoi smettere?» ringhiò Camila fra i denti.

«Non sono io quella bagnata» disse l'amica

Camila si lasciò cadere sul divano, passandosi le mani fra i capelli scomposti, prendendo un profondo respiro cercando di calmarsi.

«Cavolo» urlò Lauren sull'orlo della porta

«Cosa c'è?» si girò velocemente Camila

«Il tacco, merda» affermò Lauren frustata

«Mila, non hai altre scarpe da prestarle, avrete lo stesso numero» chiese Luis

«Si, penso di si, vieni in camera» fece un segno con la mano a Lauren e si recò in camera

«Che numero porti?» domandò Lauren sedendosi sul letto

«37»

«Perfetto, anche io» disse «Senti... riguardo a prima..» cercò di continuare

«Tranquilla non dirò niente a nessuno, è stato solo un bacio» disse secca Camila

«Non è stato solo un bacio, cavolo» urlò frustrata Lauren, alzandosi in piedi

«Che... che cosa?» Camila abbassò lo sguardo pregando di non aver sentito male

«Vieni qua» Lauren si diresse verso la porta e con un gesto veloce la chiuse a chiave, si voltò verso Camila, si morse il labbro inferiore e un secondo dopo si buttò sulle labbra di Camila.

Fatemi sapere cosa ne pensate :) un bacio 

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Capitolo 7
*** Rallenta ***


Camila mugugnò di dolore, quando Lauren la spinse contro il muro accanto la porta, Camila si sentì voluta, desiderata, perché le mani di Lauren la strinsero e Camila solo... gemette.

«Camila» Lauren mormorò con il fiato spezzato, prima che questa tornasse sulle sue labbra. Dio, se erano buone.

Succhiò il labbro inferiore e morse quello superiore.

Lauren ebbe un forte giramento di testa, si trattenne al muro con una mano, mentre con l'altra cercava di sostenere Camila, completamente sopra di lei, e dannazione se non era la cosa più bella che avesse mai sentito fra le sue braccia. Poteva sentire i seni di Camila sopra i suoi, strisciare tra gli indumenti leggeri di entrambe ad ogni movimento frenetico in quel bacio così famelico. La vita così piccola e morbida, talmente che le sue braccia vi giravano attorno e le sue dita si trovarono aggrappate i meravigliosi muscoli del suo addome, Lauren poteva sentirli muoversi sotto i polpastrelli, così vivi ed estasiati.

 

La voce di Luis le destò dal trance, «Amore, hai trovato le scarpe?» chiedeva il ragazzo dall'altro lato della porta

Camila spalancò gli occhi e si allontanò da Lauren quasi spaventata. Non riuscì pero ad andare lontano, perché la stretta dell'altra era forte su di lei.

«C-Camila?» mormorò Lauren con il fiatone, i suoi occhi erano scuri e le guance rosse, Camila però non riuscì a smettere di fissarla con gli occhi spalancati, le sue mani si strinsero improvvisamente contro il cotone leggero della maglietta di Lauren, e tremarono.

Lauren se ne accorse «Camila« la chiamò con più decisione e uno sguardo preoccupato.

Ma questa non rispose, rimase a fissarla immobile. Mentre la testa girava vorticosamente in milioni di pensieri.

Era sbagliato, era tutto sbagliato

I suoi pensieri vennero zittiti dall'abbraccio stretto che Lauren le stava dando, dal profumo forte e dolce della sua pelle, dal calore delle sue braccia strette attorno a lei.

Camila chiuse gli occhi, e le sue mani scivolarono lente sulla schiena di Lauren, percepì i muscolo sotto le dita, e ne tracciò lentamente i contorni.

«Va tutto bene, Camila» mormorò fra i suoi capelli, Lauren «Va tutto bene, è tutto a posto» Camila sospirò e sentì un nodo stretto in gola sciogliersi «Va tutto bene» e poi un altro nodo, alla mente.

Lauren la strinse a sé più forte e le dette un bacio poco sopra l'orecchio, e Camila sentì il nodo al cuore scomparire definitivamente.

«Lauren» disse, le sue dita si fermarono, afferrando il tessuto della maglietta, sentì il calore della spalla sulle labbra e finalmente poté farlo.

Mordere.

La gola di Lauren gorgogliò.

Morse piano, delicatamente, trascinò i denti e aprì gli occhi quel quanto bastava per vedere la pelle d'ora formarsi sul collo scoperto a pochi centimetri dal suo viso. Si avvicinò e lasciò che la punta del suo naso sfiorasse la pelle, e poi si tuffò disperata.

Inalò quel profumo e baciò quello che trovava una, due volte.

Lauren si mosse fra le sue braccia.

«Lauren» disse di nuovo

due occhi quasi neri dai contorni verdi incrociarono i suoi, labbra rosse e gonfie, guance rosa e accaldate. Non aveva mai visto niente di più invitante in vita sua.

Si fissarono per un intenso momento e ad un certo punto Camila credette quasi che Luis sapesse perché non rispondevano, perché di tutto questo, cosa era appena accaduto.

E si sentì uno schifo.

Ma non ebbe il tempo di ripensarci perché quelle labbra erano di nuovo sulle sue.

Entrambe gemettero e Camila si sentì completa nella stretta di Lauren.

Entrambe ascoltarono i loro respiri mischiarsi finché Lauren non poggiò la fronte sulla sua e Camila la osservò pensare, riflettere.

Quando i suoi occhi si aprirono dopo un attimo, sentì la mano di Lauren calda sul proprio palmo, ma quando questa fece per aprire la porta, Camila la interruppe.

«No» disse trattenendola, Lauren la fissò, e Camila non dovette dire un'altra parola, fu di nuovo sulle labbra di Lauren

«Oddio, sì» gemette fra le labbra.

E Lauren perse la ragione.

Camila sentì una scarica elettrica su per la schiena, e strinse le mani sulla maglietta di Lauren, quando quelle meravigliose labbra si allontanarono da lei, per baciare ogni centimetro della sua pelle, baci aperti, ma lenti e strazianti sul contorno della sua mandibola, e quelle mani calde, schiuse sulla schiena, salivano piano, e non davano spazio a nient'altro. Camila poteva sentire il loro calore vicino al cuore, quasi totalmente dentro di sé, stava ribollendo.

E quando Lauren morse piano l'angolo della sua mandibola vicino l'orecchio, e tirò lentamente la pelle e poi la punta della sua lingua leccò dove ancora poteva sentire pungere leggermente, Camila gemette e si strinse a Lauren ancora di più, quasi faceva fatica a respirare, ma non le importava. Voleva che fossero vicine, voleva che nient'altro ci fosse tra di loro se non questi vestiti che.. erano così fastidiosi. Camila fece una smorfia involontaria la pensiero, ma non ebbe il tempo di rimediare, perché sussulto quando i denti di Lauren accarezzarono il lobo del suo orecchio.

«Camila...» La voce un sussurro roco a soffiarle sulla pelle.

Rabbrividì, la pelle d'ora su per la schiena, e le dita stringersi sempre di più, formicolanti, e le labbra di Lauren così strazianti appena a toccare, il contorno del suo orecchio e ancora «Camila»

aprì gli occhi e solo quando Lauren si allontanò da lei, tutto sembrò così sbagliato. Torna da me.

Lauren stava cercando di controllare il suo respiro, ma quello premeva per uscire e sembrava che più lo ingoiasse più quello uscisse comunque, sparpagliandosi per tutto il suo corpo, inglobando il suo cuore, gonfiandolo sempre di più. Perché quello che aveva nel petto in quel momento non poteva essere il suo cuore.

Non martellava, non faceva rumore, e non lo sentiva quasi.

Ma sapeva che c'era perché pulsava senza il minimo rumore, spingeva senza creare alcun attrito.

Accompagnava i polmoni e Lauren si sentiva sopraffatta da tutte quelle emozioni, e sensazioni e... desideri.

Dio, i desideri.

«Ragazze c'è qualche problema?» chiese di nuovo Luis, preoccupato.

«Sto provando le scarpe, arrivo»

Lauren sentì il petto esplodere, non sapeva cosa fare.

E Camila era lì.

I suoi occhi caddero sul suo volto, e lo tracciò lentamente, nel rossore delle sue guance, che copriva da zigomo a zigomo passando per quel naso stupendo e adorabile.

E Lauren quasi chiuse gli occhi e mugolò di piacere solo a guardare.

Ma no, non avevano finito, i suoi occhi erano ingordi e il suo cuore non glielo permise.

Guarda – disse.

E Lauren lo fece.

Quelle sopracciglia cadevano perfette, e Lauren si morse il labbro che chiedeva di contornarle, si lasciò andare sulle linee dei suoi zigomi, fino a quell'orecchio morbido e caldissimo che aveva memorizzato prima, e scese sul contorno del viso, e i piccoli capelli vicino l'orecchio, disegnavano così bene quel contorno e Lauren sentì la pelle d'oca farla rabbrividire.

«Camila...»

uscì come un singhiozzo disperato dal suo petto, uscì dai polmoni e non dalla gola.

Perché non sapeva come finire quella dannata frase.

Avrebbe voluto dire al mondo e a lei cosa stava cosa stava provando in quel momento.

E non riusciva a fare nient'altro se non dire i suo nome, perché tutto il resto sembrava inutile

Camila sorrise, quando Lauren lasciò andare un piccolo sospiro, con una piccola risata dentro.

Camila baciò il mento di Lauren, mentre quest'ultima continuò nel labirinto di tratti che era il suo volto. E lei non poté che lasciare andare un respiro mozzato, di sorpresa, quando quelle labbra tracciarono appena il contorno delle sue sopracciglia.

Poi scesero lasciando baci ovunque, e morsero piano la punta del suo naso e Camila aprì gli occhi sorpresa, e Lauren le sorrise beata.

Camila richiuse di nuovo gli occhi e tornò alla sua estasi, mentre la guancia di Lauren scivolava sulla sua e il suo viso, piano, si nascose nell'incavo del suo collo.

E quando quei denti di nuovo morsero piano, e poté sentire le labbra succhiare prima lente e poi quasi affamate, Camila inarcò la e spalancò gli occhi.

Lauren sapeva che probabilmente avrebbe lasciato un segno, ma quel piccolo avvertimento rimase relegato, rinchiuso e imbavagliato nel retro della sua mente.

E non riuscì a trattenere un gemito, mentre succhiava ancora più forte in preda ad una sorta di estasi, la sua lingua assaporava, e credette che non avrebbe mai più gustato qualcosa di così buono per il resto dei suoi giorni.

Camila mugolò e le sue mani scivolarono sulla schiena di Lauren, aggrappandosi di nuovo alla maglia

 

Rallenta.

Rallenta.

Rallenta per l'amore di dio.

Lauren chiuse gli occhi e si morse le labbra ordinando al proprio cuore di smettere di battere così forte.

«Lauren ho fame» ancora il brasiliano urlava dall'altro lato della porta.

Le due si staccarono, Lauren diede un bacio a stampo a Camila, si sistemò i capelli e senza dire niente uscì dalla stanza, prendendo i tacchi in mano.

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Capitolo 8
*** Mi sto innamorando di te ***


La porta d'entrata si spalancò, mentre una figura con forme prosperose attraversava la soglia con passo deciso, si tolse la giacchetta di pelle e la ripose sull'appendiabiti, prima di lanciare la sua copia delle chiavi sul mobiletto all'entrata.

«Camila» gridò la donna entrando in salotto con una cassa di birra sotto il braccio e un cartone di pizza nell'altro «Camila!» chiamò nuovamente, andando a riporre le cose che aveva fra le mani sul tavolo.

La casa era immersa nel completo silenzio, cosa che le fece aggrottare le sopracciglia.

Attraversò il corridoio e bussò leggermente alla porta della camera, prima di aprirla e trovare la stanza completamente vuota.

«Sei sotto la doccia Karla?» domandò a nessuno in particolare, dirigendosi verso il bagno, bussò forte.

«Sei lì dentro?» domandò.

«Dinah?» disse infine la voce che aveva aspettato di sentire da quando era entrata.

«Sia ringraziato il cielo» esclamò «E' mezz'ora che ti chiamo, pensavo di doverti venire a raccattare in qualche sudicio bar per lesbiche disperate»

«Sei sempre spiritosa come una colica renale, eh?» le domandò strofinandosi la testa con un asciugamano.

«Porta il tuo culo bianco giù, c'è la pizza e qualche birra» la informò Dinah facendo qualche passo verso la porta «Che tu non berrai» le disse prima di scomparire lungo il corridoio.

Camila la guardò uscire e scosse la testa con un sorriso, era sempre la solita la sua Dinah. Prese un leggero sospiro dopo aver preso la biancheria, afferrò una canottiera indossandola velocemente, era meglio fare in fretta alla sua 'ospite' non piaceva per niente aspettare.

 

Scese lentamente le scale e quando raggiunse l'amica, non si sorprese di vederla intenta a sistemare il caos che regnava nel grande salotto. Quando vide Dinah raccogliere l'ennesima lattina di birra si grattò il retro della testa attendendo la strigliata di capo che le sarebbe arrivata.

 

Camila non aveva un problema con l'alcool, non era un'alcolizzata, non lo sarebbe mai stata, ma ammetteva che spesso esagerava un po', ma solo in periodi di forte stress, come quello che stava vivendo in quel momento.

 

«Allora che mi hai portato di buono?» le domandò

 

Dinah si voltò a guardarla con faccia disgustata «oh dio» mormorò buttando un tovagliolo dentro il secchio della spazzatura che teneva in mano

 

Camila scosse la mano scocciata ed afferrò una bottiglia di birra, decidendo di ignorare palesemente lo sguardo un po' arrabbiato dell'amica.

 

 

Lauren si diede un'ultima occhiata allo specchio, canticchiando mentre finiva di sistemarsi i capelli e di truccarsi

Luis attraverso la soglia della porta, gli gettò le braccia al collo baciandola dolcemente prima di scostarsi dal suo tocco.

«Cosa si mangia?» le domandò

Lauren si irrigidì «Pensavo di dover tornare da tua sorella per l'ora di pranzo» disse confusa

«Laur, volevo stare un po' con te» si lamentò Luis con un sospiro «è un mese che non ci svegliamo nella stessa casa»

«Va bene, potrei fare qualcosa»

«Sei la migliore» disse Luis baciandole la fronte «Vado a farmi una doccia» le disse dolcemente accarezzandole la guancia

«Okay» mormorò Lauren uscendo dal bagno velocemente.

Alzò lo sguardo e lanciò un'occhiata alla foto di Camila sullo scaffale, la ritraeva seduta al tavolo della cucina, con indosso un paio di occhiali e leggendo un libro, sembrava così rilassata e Lauren non poté impedirsi di immaginare come sarebbe stata diversa la sua mattinata se fosse rimasta con lei la sera prima, immaginò di sedersi a tavola con Camila, prendendo a fare conversazioni inutili

 

Non l'aveva mai fatto con Luis

 

Spalancò gli occhi inorridendo quel pensiero, come poteva fare quei pensieri, non c'era nessun'altra persona al mondo che le dava quello che le stava dando Luis.

Si era sempre preso cura di lei, lavorava così tanto per loro, perché potessero dare un futuro ai loro figli, non doveva essere così egoista.

 

Prese un profondo respiro e cercò di calmarsi, forzando un sorriso sulle sue perfette labbra, afferrò la tovaglia e si apprestò ad apparecchiare.

 

 

qualche ora dopo:

 

Il suono del campanello risuonò fra le pareti, senza dire una parola, Dinah lasciò l'amica in salone e si diresse alla porta, grata che quello l'avrebbe almeno distratta dal casino che c'era in casa.

 

«Ma guarda...» Dinah aprì la porta con un sorriso sulle labbra «Salve futura signora Santos o dovrei dire signora Cabello?» concluse, poggiando la spalla sullo stipite della porta, Lauren non rispose e bruscamente entrò in casa

«Con calma, piccola leonessa» mormorò Dinah ridendo

 

Camila la squadrò dalla testa ai piedi cercando di darsi un certo contengo, ma fallì miseramente e prese a mordersi il labbro inferiore

Lauren le sorrise, tormentandosi le mani imbarazzata

«Va tutto bene» le sorrise Camila andandole incontro.

Fu un momento davvero strano per entrambe, rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo interminabile e Camila si tuffò in quel mare verde che sapeva di proibito.

Lauren si morse le labbra e Camila rimase ipnotizzata da quel movimento, ma prima che la situazione diventasse imbarazzante un rumore attirò la loro attenzione.

 

«Perché non andate direttamente in camera?» disse con un sorrisetto acido Dinah

Camila alzò gli occhi al cielo «Ed ecco che ci risiamo...»

«E' meglio che vada, ci vediamo domani» concluse con una strizzata d'occhio rivolta alle due

non aggiunse altro e uscì dalla porta principale.

 

«Mi dispiace» disse Camila portandosi una mano ad accarezzarsi il retro della testa «Dinah è solo...» si bloccò «...semplicemente Dinah» disse infine, scrollando le spalle

Lauren annuì solamente

 

«Che ne dici di parlare?» le domandò poi

«...si» rispose insicura Camila, stropicciandosi nervosamente la canottiera

 

le due si sedettero sul divano in salone

 

«M-mi dispiace» balbettò imbarazzata Lauren

«Le cose si fanno in due» le mormorò Camila fissandola intensamente

Lauren si schiarì la gola cercando di riprendere un po' della compostezza che aveva perso

«Dopo domani mi sposo» continuò abbassando lo sguardo

«Voglio baciarti» le disse Camila a corto di fiato «Posso farlo, Lauren?»

quella domanda sembrava quasi la richiesta di un bambino, un bambino che pregava la mamma di compragli quel meraviglioso giocattolo che aveva appena visto in vetrina.

Quando Camila incrociò lo sguardo perplesso di Lauren, si rese conto di quello che le aveva appena chiesto e raddrizzò la schiena

Lauren la fissò per un lungo momento, non del tutto sicura di aver sentito bene, ma quando vide Camila stringere le mani e poi rilassarle per un paio di volte, riuscì a sentire la voglia irrefrenabile di baciare le sue labbra

«Io-» si bloccò ancora prima di iniziare, perché in realtà non aveva la minima idea di cosa rispondere

 

Fu salvata dall'imbarazzo dal suono del suo telefono, il quale fece sobbalzare entrambe dallo spavento, Lauren colse l'occasione per alzarsi e correre ad afferrare la borsa che aveva lasciato all'entrata, non ci fu bisogno di leggere il nome sullo schermo per sapere di chi si trattava.

 

Luis.

 

«Pronto» disse velocemente andando in balcone.

 

Lauren rientrò qualche secondo dopo, Camila inchiodò gli occhi ai suoi

«Tutto bene?» le domandò

«Va bene» le rispose invece Lauren spiazzandola, stringendo forte il cellulare che teneva fra le mani.

Camila si ritrovò a sbattere le palpebre un po' più del previsto sconcertata e con le sopracciglia aggrottate si sollevò in piedi, per poterla guardare meglio

«Cosa-» provò a dire, ma nuovamente l'altra la spiazzò.

Lauren le sorrise ampiamente, scostandosi una ciocca di capelli dietro le spalle, gesto che per un momento fece tremare Camila.

«Baciami»

Lauren cercò la sua mano, e intrecciarono le dita.

Camila rilassò le palpebre e sentì la mano di Lauren attorno al collo, stringerla a sé, e intrecciarsi ai suoi capelli.

Camila poi, la baciò.

 

Dopo pochi minuti, Lauren si allontanò di poco da lei

«Lo?»

ma Lauren non rispose, perché semplicemente non poteva, cosa avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto? Aveva rovinato tutto.

Camila la guardò «Lauren»

evitò lo sguardo di quegli occhi verdi lasciando i propri a fissare nel nulla.

Improvvisamente sentì il nodo salire veloce e pesante alla gola, gli occhi inumidirsi, le mani tremarono e così le strinse al petto, cercando di calmarsi.

«I-io...» cercò di allontanarsi ma le braccia di Camila la fermarono.

«Lauren» la strinse a sé, e Lauren sentì la sua schiena premere contro il petto di Camila, le lacrime erano pronte, la gola bruciava.

La sua mente vagava disperata in cerca di una soluzione, ma era accaduto, era successo, aveva coinvolto Camila in tutto questo.

Aveva tradito suo futuro marito con sua sorella, avrebbe perso Luis e Camila, sarebbe stata di nuovo sola.

Camila aveva la bocca posata sulla sua spalla, accompagnava ogni suo movimento senza intralciarla, senza fermarla, senza dire una parola.

«Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace» urlò fra i singhiozzi

E Camila finalmente parlò, stringendola ancora di più a sé «Shh, Lauren, va tutto bene, calmati»

«NO! Non va tutto bene, no... dio... aiutami ti prego... cosa ho fatto?» e i gemiti si fecero più prepotenti, le sembrava di soffocare.

In quel momento Camila la sollevò con forza e la costrinse a voltarsi verso di lei, Lauren si trovò stretta fra le braccia di Camila.

«Non hai fatto niente di male Lo» mormorò sul suo orecchio

«Non è vero! Io-» urlò, cercando di districarsi da quella presa, ma era troppo forte per lei.

E un altro sussurro arrivò dritto alla sua mente «Ci stiamo solo innamorando, Lauren»

Lauren smise di combattere, l'ultimo singhiozzo venne lasciato e rimase così, attonita. La bocca aperta e gli occhi spalancati sul collo di Camila.

Ci stiamo solo innamorando.

Quella scelta di parole.

Lauren sapeva che era da stupidi film romantici, e tutte quelle stronzate varie.

Ma quelle parole in quel momento, Camila stava cercando di dirle che era innamorata.

Ancora attonita, Lauren si mosse piano, ma le lacrime tornarono, stavolta più controllate, e così premette il suo viso umido contro la spalla di Camila, e allargò le mani per stringerla di più a sé.

E Camila la lasciò piangere tutto il tempo che voleva.

Non le disse mai una sola volta di smetterla, non le disse mai che stava esagerando, non sbuffò mai o guardò l'orologio.

Camila era lì con lei, per lei. Senza mai allentare la presa, a massaggiarle la schiena, a sussurrarle parole di conforto nell'orecchio, a baciarle la tempia.

«Perché non mi odi?» chiese con voce piccola e rauca.

Camila si mosse, come sorpresa dalla domanda «Non potrei mai odiarti, Lauren»

«Dovresti odiarmi»

Camila sospirò «No, Lo, non dovrei»

Cocciuta e esasperata, Lauren si allontanò quanto bastava per guardare Camila negli occhi «Si invece, dovresti, tra due giorni mi sposo» districò la mano sinistra dal suo braccio e le mostrò l'anello di fidanzamento «Mio futuro marito è tuo fratello e io ti ho coinvolta in tutto questo» Camila continuò a fissarla immobile, Lauren terminò «Dovresti odiarmi»

«Non mi hai costretto a... baciarti, a toccarti e ad amarti come la cosa più bella che sia mai capitata nella mia vita»

Le ciglia di Lauren si chiusero per un attimo, provò a dire qualcosa ma Camila continuò «Non mi hai costretto a desiderarti come non ho mai desiderato nient'altro nella mia vita»

Camila sorrise e Lauren non capì più niente.

«Mi sto innamorando di te, scimmietta» concluse scacciando un ultima lacrima.

Okay forse questo capitolo per molti di voi è stato noioso (?) ma è stato fondamentale per mandare avanti la storia, se vi siete annoiati, mi scuso.
comunque, grazie mille per le recensioni, davvero, ogni volta che leggo una nuova recensione mi viene voglia di scrivere più capitoli possibili lol ... ancora grazie, un bacio :) 

 

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Capitolo 9
*** «Si, lo voglio» ***


La grande stanza era avvolta nella luce del tardo pomeriggio, le persone radunate in quel piccolo involucro di marmo e legno, sembravano essere concentrate a guardare la felice coppia, che fissava attentamente un uomo distinto prepararsi a rendere ufficiale il passo più importante della loro vita.

Gli sposi sorridevano al giudice davanti a loro, le damigelle, nei loro vestiti rosa, erano in piedi qualche passo dietro di loro, spalleggiati dalle rispettive famiglie dei due consorti.

Lauren sorrise leggermente all'uomo, questo prima di alzare il volto verso l'orologio appeso alla parete: le 17:15.

Dov'era Camila? Perché non era ancora arrivata?

«Tutto bene, Lauren?» le mormorò piano il ragazzo al suo fianco, stringendole la mano nella sua.

La ragazza annuì piano, facendo si che i suoi meravigliosi capelli scuri, sciolti sulle spalle, ondeggiassero emanando riflessi dorati tutt'attorno.

Lauren provò a focalizzare l'attenzione su quello che stava facendo, infondo quello era il suo matrimonio, stava per unirsi ad una persona per il resto della sua vita, la persona che lei aveva scelto di accettare, che aveva sempre affermato di amare... allora perché era tutto così diverso da come se l'era sempre immaginato?

Aveva sempre figurato nella sua mente una chiesa addobbata a festa, una bella musica ad accompagnarla verso l'altare, un meraviglioso vestito bianco, i suoi genitori che l'accompagnavano lungo la navata e l'amore della sua vita ad attenderla.

Quella situazione invece sembrava così fredda, così distaccata, una grossa stanza di marmo con un uomo che le metteva timore, le sue amiche scocciate dietro di lei e i suoi genitori, arrivati da molto lontano, con la faccia più triste che gli avesse mai visto.

L'unica cosa che Lauren poteva dire con assoluta certezza era che il ragazzo che aveva scelto, colui con cui aveva deciso di passare la sua vita, non aveva acceso dentro di lei quel fuoco che si era sempre sognata di sentire, perché quel ragazzo, non era Camila.

«Siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione di Luis Felipe Santos e Lauren Michelle Jauregui» iniziò il giudice.

Dinah qualche passo dietro di loro, non poté evitare di alzare gli occhi al cielo, trattenendosi il più possibile per non dire qualcosa di veramente acido. Quel matrimonio era davvero qualcosa che andava contro natura, l'aveva pensato nel momento stesso in cui aveva visto i due baciarsi sul divano accanto a lei.

'Appoggio completamente il tuo diritto di essere infelice con Luis per il resto della tua vita, hai diritto ad amare chiunque tu voglia.'

Pensava, perché lei era sicura che Lauren sarebbe stata infelice per tutta la vita legata a Luis e a soffrirne non sarebbe stata solo lei. Quel matrimonio aveva spezzato il cuore ad una persona a lei cara.

Lanciò uno sguardo all'orologio appeso al muro e aggrottò le sopracciglia: le 17:30.

Camila non era mai in ritardo, nemmeno quando le cose che doveva fare non le piacevano, sarebbe andata nonostante tutta la sofferenza che sarebbe stata costretta ad ingoiare.

«Tu, Luis Felipe Santos, vuoi prendere la qui presente Lauren Michelle Jauregui come tua legittima sposa?» la voce del giudice le fece portare di nuovo l'attenzione sui due davanti a lei.

«Si» rispose subito il ragazzo.

Questa volta Dinah non poté fare a meno di sospirare pesantemente, il momento in cui le catene si sarebbero strette per sempre ai polsi di Lauren si stava avvicinando. Si sporse in avanti, stringendo forte i fiori che aveva fra le mani, quando qualcuno le toccò la spalla per attirare la sua attenzione.

Un paio di occhi castani si persero nella profondità di un paio di occhi neri come la notte. Camila aveva uno sguardo tormentato e Dinah poté giurare che l'amica stesse combattendo con le lacrime.

Dinah istintivamente prese la mano di Camila nella sua e la strinse forte.

«Mila..» mormorò

«Vuoi tu, Lauren Michelle Jauregui prendere il qui presente Luis Felipe Santos come tuo legittimo sposo?» la voce del giudice si intrufolò nella mente delle ragazze.

Senza poterlo evitare, un singhiozzò forte scaturì dalle labbra di Camila, facendo si che tutti si voltassero verso di lei, compresi i due quasi sposi.

«Tutto bene?» domandò piano sua madre mettendole una mano sulla spalla.

La ragazza senza degnarla nemmeno di una risposta, si limitò semplicemente a buttarsi fra le sue braccia, stringendola forte a se, affondando il volto pieno di lacrime sul suo vestito. Sinu l'avvolse nel suo abbraccio, confusa, lanciando poi uno sguardo ai due sposi, facendole segno di continuare.

Lauren inchiodò i suoi occhi verdi in quelli color cioccolato di Camila e la fissò intensamente come se quello sguardo dovesse valere più di mille parole, Lauren stringeva il bouquet fra le mani con tale forza che le nocche le erano diventate bianche e un peso all'altezza dello stomaco le stava impedendo di respirare.

«Forse dovremmo continuare» disse Luis indicando con la testa il giudice «Probabilmente è solo emozionata»

Lauren si voltò a guardare il ragazzo, mentre gli occhi cominciavano a riempirsi di lacrime, poi lanciò uno sguardo ai suoi genitori e successivamente al resto delle persone presenti.

'Va, va da lei.' le urlò il suo cuore 'Sai che è la cosa giusta, corri da lei, ha bisogno di te.'

'Luis è il tuo futuro' le diceva invece la testa 'Di si, fai in fretta'

«Si, lo voglio» sussurrò dirigendo lo sguardo al giudice

«Vi dichiaro marito e moglie, Luis... puoi baciare la sposa»

Camila scosse la testa e dopo aver appoggiato delicatamente il bouquet fra le mani di Dinah, nonostante i tacchi che indossava raggiunse velocemente l'uscita, ma la mano della sua amica si strinse nella sua, senza un ulteriore sguardo ai volti sconvolti dei presenti, le due uscirono dalla chiesa.

****

«Tieni ti ho preso questo»

Camila sobbalzò per lo spavento e voltò lo sguardo verso Dinah la quale stringeva fra le mani alcuni snack ancora confezionati, la ragazza scorse una barretta di cioccolato, alcuni succhi di frutta e una bustina di frutta secca.

«Non sapevo che cosa prenderti» le spiegò entrando in macchina

«Grazie» le sorrise, afferrando la bustina di frutta

Dinah le sorrise a sua volta e dopo aver preso la barretta di cioccolato la srotolò portandosela velocemente alle labbra. Rimasero in silenzio qualche minuto, nei quali Camila non riusciva a smettere di pensare alla ragazza con gli occhi verdi che ormai era diventata la moglie di suo fratello.

«Hai appena fatto una cosa meravigliosa» disse infine Dinah rompendo il silenzio «Hai lasciato andare la persona che ami, sono fiera di te» continuò sorridendole dolcemente.

Camila sorrise leggermente e distolse lo sguardo, Dinah poteva spesso sembrare una ragazza acida e poco intelligente, ma lei aveva visto una parte della ragazza che spesso non mostrava agli altri.

Dinah le mise una mano intorno alle spalle e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla, coccolandola dolcemente.

«Aveva detto di amarmi» bisbigliò piano «Perché ha detto di si? Perché?»

Camila tirò su col naso, nascondendo ancora di più la faccia sul petto dell'amica, mentre questa le accarezzava teneramente la schiena e le sussurrava parole dolci all'orecchio.

«Alcune volte la paura è più forte dell'amore» affermò Dinah, lasciando un delicato bacio sulla tempia dell'amica.

Ho odiato ogni singolo minuto passato a scrivere questo capitolo, ma la storia non avrebbe avuto senso senza il matrimonio, quindi, fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio 

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Capitolo 10
*** Buonanotte, scimmietta. ***


 
'Dopo il matrimonio, Lauren e Luis andarono in luna di miele, mentre Camila distrutta salutò la sua famiglia dicendole che non sarebbe più tornata a Miami e senza lasciare spiegazioni prese il primo volo verso il Regno Unito, ogni tanto Luis la chiamava per sapere come stava, chiedendole se volesse parlare con Lauren, ma lei rispondeva sempre di no, e ogni volta dopo queste chiamate, Camila faceva l'unica cosa che le permetteva di dimenticare; andare in un bar, ubriacarsi e portarsi a letto qualsiasi essere umano con una vagina... 
Un anno dalla partenza di Camila, Dinah decise di andare a far visita all'amica, e trovandola distrutta sia fisicamente che emotivamente comprò due biglietti per l'india, le due passarono mesi tra natura e yoga, Camila riprese in mano la sua vita...e senza pensarci due volte, decise di voltare pagina, e di tornare a Miami, credendo di aver dimenticato Lauren e di poter accettare l'unione tra la donna che amava e suo fratello...'


2 anni dopo, Miami


«Vado a New York lunedì»
«Non può andarci qualcun altro?»

«Mi hanno chiamato prima, devo proprio andare è molto importante»
«Il nostro matrimonio non lo è?»
«Dannazione Lauren faccio tutto questo per noi! Voglio tu abbia tutto per essere felice!»
«Non voglio le cose materiali, voglio te Luis! Santo cielo vedo più il postino di te!»


La discussione le rimbombava ancora nel cervello.

Si irrigidì sentendo dei passi dietro di lei, si voltò pronta a scacciare Luis, quando si ritrovò a fissare un paio di occhi che non erano quelli del marito.

«C-Camila..» mormorò piano passandosi le mani sul volto dolcemente.

La donna le sorrise dolcemente prendendo una boccata dalla sigaretta che teneva fra le dita.

«Sei tornata» iniziò Lauren ma venne subito interrotta «Come stai Lo?»

«Sto bene» rispose frettolosamente cercando di riprendere un contegno

«D'accordo facciamo che ti credo» le rispose sedendosi affianco a lei.

Rimasero in silenzio per un po', in tutto quel tempo Camila fece in tempo a finire la sua sigaretta e a spegnerla sui gradini del portico, Lauren aveva continuato a guardare il cielo, finché il peso che aveva sullo stomaco non era diventato troppo grande da sopportare

«Perché sei tornata?» chiese infine a bassa voce.

Se non fosse stato per il silenzio che regnava, Camila non l'avrebbe nemmeno sentita.

«Ho deciso di iniziare una nuova vita, qui, nella mia città»

«Sono contenta» rispose Lauren

Camila l'analizzò per un secondo, facendo scorrere gli occhi sul suo corpo. Aveva tanta voglia di tirarsi addosso a lei e baciarla di nuovo, come due anni fa.

«Dov'è mio fratello?» chiese

«è stanco, dovevamo andare a cena fuori ma quando sono salita in camera l'ho trovato addormentato» disse piano

Camila ridacchiò «Se avessi fatto io una cosa del genere dopo esser tornata a casa, probabilmente mi sarei guadagnata un sonoro schiaffo»

Lauren la guardò sorpresa, aggrottando le sopracciglia «Sei fidanzata?»

Camila si passò una mano sul collo imbarazzata, distogliendo lo sguardo da quei meravigliosi occhi color smeraldo.

«Beh, non proprio» iniziò «In questi due anni sono stata con una ragazza si» le disse «Ma ci siamo lasciate» le spiegò «è complicato» concluse.

«Mi dispiace non volevo imbarazzarti»

Di tutti gli scenari possibili, Lauren non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi a parlare con la persona che una volta amava, tranquillamente, sulle scale della casa dove dentro dormiva suo marito.

«Non mi da fastidio» la rassicurò Camila «Ma non stavamo discutendo della mia pietosa vita amorosa»

«No, stavamo parlando della mia»

Camila sorrise «Hey sono sicuro che mio fratello non è pietoso»

«Io chiamo pietoso non fare sesso per più di un mese» Lauren spalancò gli occhi portandosi una mano a chiudersi la bocca «Oh mio dio, non posso credere di averlo detto sul serio» disse arrossendo furiosamente.

Voleva sotterrarsi, specialmente quando Camila scoppiò a ridere di gusto iniziando a scuotere la testa.

«Mi dispiace veramente tanto» si scusò mortificata.

Aveva appena reso noto alla sorella di suo marito, persona che aveva quasi fatto andare all'aria il suo matrimonio, che la sua vita sessuale faceva schifo.

«Di cosa ti stai scusando? Non sono mica io che non lo faccio» la prese in giro facendole l'occhiolino.

Lauren arrossì nuovamente pensando a Camila che 'faceva' qualcosa con un'altra donna, ma poi scacciò il pensiero, non avrebbe nemmeno dovuto attraversale la mente.

«Sai, Luis è via molto spesso da quando ha comprato il centro sportivo e quando arriva a casa è sempre stanco»

Camila non riuscì a trattenere la frase successiva «Se tu fossi stata la mia compagna, non sarei stata capace di tenere le mani lontane da te dopo essere stata via un'ora, figuriamoci giorni»

La cubana non realizzò quello che aveva veramente detto finché non vide l'espressione di totale shock di Lauren

Dannazione cosa diavolo le era preso?

«Parlavo in modo teorico, ovviamente» aggiunse sperando che quella frase la salvasse dal pasticcio che aveva combinato.

«Ovviamente» rispose Lauren alzandosi in piedi «Vieni dentro a salutare Luis?»

«No, non voglio svegliarlo, domani mattina lo accompagno in aeroporto» cominciò Camila alzandosi in piedi a sua volta «Non volevo metterti a disagio»

«Non ti preoccupare» le sorrise la mora «Mi ha fatto piacere rivederti e parlare con te»

«Ora che entrambe siamo andate avanti, possiamo essere amiche, sarò sempre a tua disposizione»

Lauren le sorrise debolmente «Si... grazie»

Camila le si avvicinò e le prese la mano nella sua «Buonanotte Lolo» mormorò prima di portarsi la mano alla bocca per baciarla dolcemente

Lauren dovette prendere un respiro profondo per permettere alle parole di uscirle dalla bocca, si appoggiò alla ringhiera e la guardò fissa.

«Buonanotte scimmietta» disse con un bisbiglio.

Camila le fece l'occhiolino e sparì nella notte.

Okay, forse ad alcuni di voi non è piaciuto questo salto nel tempo improvviso, quindi mi scuso se non è andata come volevate! 
Ho cercato di far sembrare questo incontro qualcosa di maturo, perché con il salto nel tempo ora le due hanno 27 e 28 anni, quindi di scrivere una scenata alla beautiful non mi sembrava il caso.
PS: stavo pensando di cominciare ad aggiungere dei flashback di quando le ragazze andavano a scuola insieme, fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio :) 

e sto pensando ad una nuova fiamma per Camila, se per favore sareste così gentili da consigliarmi un nome ahaha grazie ancora a voi che leggete

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Capitolo 11
*** La cena ***


«Mila, preparati che sta sera si cena fuori» la informò Dinah buttando le chiavi sul davanzale

«Mi sei mancata» le disse con un sorriso Camila attirandola fra le sue braccia

«Anche tu» rispose Dinah stringendole le braccia intorno al corpo «Ma non pensare di comprarmi con queste dimostrazioni d'affetto, stasera abbiamo una cena» le disse sfilandosi dalla sua stretta, inchiodando poi i suoi profondi occhi neri in quelli nocciola dell'amica.

«Andiamo, Din.. devo portare mio fratello all'aeroporto» provò ad argomentare Camila.

«Niente ma! Tuo fratello andrà da solo, le ho appena inviato un messaggio e tu verrai a cena, punto» la interruppe alzando la mano «Qualche giorno fa ho incontrato Ally, la ragazza bassa e suora che veniva a lezione con noi»

«E allora?» disse «Cosa centra?»

«Andiamo a cena con lei, sai che è incinta?» Dinah le fece segno di sedersi sul divano «Suo marito si chiama Troy, gioca a basket»

«Bene, buon per lei» sospirò pesantemente prendendo posto al suo fianco

Camila scosse la mano scocciata, e decise di ignorare lo sguardo un po' arrabbiato dell'amica, la quale aggrottò le sopracciglia e decise di prendersi una piccola vendetta.

«Ho visto Lauren l'altro giorno» disse come se le stesse semplicemente chiedendo cosa volesse per pranzo.

«Quindi? L'ho rivista anche io» disse fra i denti

Dinah scosse la testa rendendosi conto che anche dopo tutto quel tempo, Camila non era ancora riuscita ad uscire da quel dolore, non che la biasimasse certo, Lauren si era comportata proprio da stronza, l'aveva fatta innamorare e poi si è sposata con suo fratello.

«Era lo stesso giorno in cui ho incontrato Ally, lei l'ha salutata ma io no» disse infine alzando le spalle.

«Quella stronza mi ha fatto passare un mese in india» ringhiò Dinah

Camila ridacchiò e le stampò un bacio sulla guancia, facendole aggrottare le sopracciglia.

«è bello che ti preoccupi per me» le disse infine facendole l'occhiolino

«Il minimo che posso fare» le rispose «Ora vai a vestirti che tra un ora Ally verrà qui per poi andare a cena»

«Come lei comanda» esclamò Camila facendole il gesto del militare prima di alzarsi dal divano e salire le scale.

Dinah la guardò sparire al piano di sopra e scosse la testa, dio quanto voleva bene a quella pazza.

 

 

«Ho fame» disse acida Dinah.

Nessuna delle due ragazze nella stanza la degnarono di un solo sguardo e questo la fece indispettire ancora di più, Ally era seduta ad una delle sedie della cucina con un sorriso dolce sul volto e Camila era piegata vicino alla sua pancia e parlava al suo bambino.

«La tua pancia è enorme» le disse la castana con un dolce sorriso alzando la testa per guardarla «e tuo figlio è parecchio agitato» continuò con una risata, sentendo quello che doveva essere un piedino spingerle la mano.

«è uguale al padre, non sta fermo un secondo» rispose Ally con un lieve sorriso «Ma credo che abbia solo fame»

«HEY HO FAME ANCHE IO»

«Sei veramente una scocciatura Dinah» sbuffò Camila alzandosi in piedi, prima di piegarsi a dare un tenero bacio sulla testa di Ally «D'accordo, finisco di truccarmi, mia personale spina nel fianco»

«Sono sicura che ti troverò con il telefono in mano tra qualche minuto, e il mio povero stomaco dovrà aspettare ancor di più»

«Aspetto una chiamata di lavoro» si difese Camila

Dinah si grattò il mento pensierosa «Non sapevo che aspettare una chiamata da Lauren fosse qualcosa per il lavoro»

«Non so di cosa tu stia parlando» rispose Camila con nonchalance

Dannazione, come faceva sempre a sapere tutto?

«Andiamo, Dinah» sorrise Ally «La stai imbarazzando, non è carino»

«Grazie, Ally» le sorrise Camila «Fossi in te quel giorno, avrei fatto finta di non riconoscerla»

«Non è così con me» rispose innocentemente Ally sorridendo a Dinah «Passa tutto il tempo a baciare la mia pancia»

Con sorpresa di Dinah, la mano di Camila le scompigliò i capelli «Non avrei mai detto, la nostra Hansen è una tenerona» disse passandole una mano sulla testa

«Giuro su dio, Karla, tra tre secondi non avrai più mani per... tu sai cosa» la minacciò acida e Camila allontanò la mano.

Il suono del campanello distrasse le tre, Camila andò ad aprire la porta

«Oh...» Camila sorrise «Lauren»

Gli occhi di Lauren vennero catturati da una figura che stava salendo le scale che sembrava essere terribilmente a suo agio in quella casa, per qualche strana ragione se ne sentì infastidita.

«Sono inopportuna?»

Camila notò lo sguardo di Lauren, perplessa, si voltò giusto in tempo per vedere Ally scomparire al piano superiore.

Si voltò di nuovo verso Lauren «Avanti entra» le disse, facendosi da parte per farla entrare.

Nonostante l'attimo di indecisione, Lauren chinò il capo grata e entrò in casa. Una volta dentro il suo sguardo cadde incuriosito in cerca dei dettagli più interessanti, anche guardandola dall'esterno, quella grande e nuova casa l'aveva incuriosita.

La stanza era sobria, attorno al piccolo tavolino giacevano un divano di pelle nera abbinato ad una poltrona dello stesso colore, ma il suo sguardo vagò presto oltre, fino a fermarsi su un porta foto d'argento sopra il grande camino.

Lauren non resistette alla tentazione e lo prese in mano, ritraeva una Camila rilassata, e con corti capelli, insieme a Dinah, entrambe stringevano amorevolmente una scimmietta»

«è di quando siamo state in India»

Lauren sussultò di spavento e ripose l'oggetto voltandosi a guardarla «Stavo solo-»

«Va tutto bene» le sorrise Camila andandole incontro.

«Karla! Non sapevo avessi una mira tanto accurata... specialmente in quei momenti» disse Dinah, facendo sobbalzare le due «Le ho trovate nel portafrut-» il movimento del polso intento a sventolare un paio di slip rossi si fermò di colpo.

Dinah interruppe la frase a metà notando Lauren nella stanza

«Credevo fosse il postino» fu l'unica cosa che riuscì a dire passando lo sguardo fra le due.

Lauren fissò la donna davanti a sé, la quale non sembrava per niente imbarazzata da ciò che stringeva fra le mani e, nuovamente, senza nessuna ragione, si sentì tremendamente infastidita.

 

Ma cosa le prendeva?

 

Era normale che Camila avesse una vita sessuale dopo due anni.

 

La stanza cadde in un silenzio imbarazzante che venne spezzato dall'arrivo di Ally, la quale saltellò leggiadra – Dinah ancora si chiedeva come potesse farlo con quella pancia – giù per le scale, con uno sguardo frizzante.

Lauren sorrise a Ally chinando la testa in segno di saluto, quando la mano calda di Camila le sfiorò le spalle, al contatto, un brivido le scivolò giù per la spina dorsale.

«Hai accompagnato tu Luis in aeroporto?» domandò la castana

«Si»

«è andato a raccogliere la sua squadra di calcio per la partita che si terrà sulla sua fronte?» disse Dinah continuando a torturare la sua migliore amica

«Dinah, non avevi fame?» la rimproverò Camila con occhi di fuoco

«Oh si, grazie dio» rispose Dinah, buttando gli slip dietro di lei «Andiamo?»

«Che ne dici di venire a cena con noi?» disse infine Ally

«Sentite io ho fame, qui la cosa sta andando per le lunghe, quindi se si aggrega a noi o no, muoviamo semplicemente il culo fuori da qui» disse con tutta la semplicità del mondo prendendo sotto braccio Ally.

«Vi aspettiamo alla macchina... piccioncine» concluse poi

 

Non si preoccupò di vedere che effetto avessero avuto quelle ultime parole, anche se si sarebbe certamente deliziata a guardare Lauren arrossire furiosamente. Camila sospirò profondamente quando sentì la porta chiudersi alle spalle delle due amiche e si voltò a guardare la moglie di suo fratello che aveva ascoltato quello scambio di battute in perfetto silenzio.

 

Rimasero ancora in silenzio per qualche secondo, prima che Camila prendesse una decisione che sapeva essere troppo intraprendente, ma della quale non poteva fare a meno.

 

«Allora, andiamo a cena?» le domandò con un dolce sorriso

«Non vorrei disturbare» rispose insicura Lauren

«Certo che no!» la rassicurò Camila con un sorriso cordiale «Andiamo signora Santos, mi permetta di essere la sua scorta per oggi» propose divertita, porgendole il braccio.

Lauren fissò per un momento quella lunga distesa di pelle bianca, indecisa sul da farsi, che cosa mai avrebbe detto suo marito a vederla in quella situazione? Del resto non stava facendo nulla di male, la ragazza di cui un tempo era innamorata, nonché sorella del suo sposo, l'aveva invitata a cena, una semplice e innocua cena.

 

Ma per lei era davvero solo una cena?

 

 

«Allora come sono stati questi due anni?» le domandò Lauren, una volta sole.

 

Ally e Dinah si erano assentate per qualche minuto, la prima aveva accompagnato Dinah al bagno, però aveva avuto il sentore che l'amica le avesse lasciate sole di proposito.

 

«Non si possono spiegare a parole» rispose infine con un'alzata di spalle «C'è stato un periodo in cui avevo perso me stessa»

«Come se ti mancasse qualcosa?» suggerì Lauren

«Esatto» concordò Camila prendendo un sorso di vino

«E ora, ti manca ancora qualcosa?» le domandò curiosa, prendendo una forchettata dei suoi spaghetti.

Camila si prese un momento per rispondere a quella domanda così mirata, rendendosi conto che forse Lauren era la prima persona in assoluto con cui parlava dei suoi problemi, Ovviamente Dinah sapeva molto bene queste cose, ma mai nessuna delle due era scesa nei particolare di quella situazione, perché sapevano che sarebbe stato come cercare di scavare nella sua anima.

 

«Se non ti va di parlarne non sentirti per nulla costretta» aggiunse Lauren che aveva scorto nelle iridi color nocciola il turbamento di quella domanda «è stata una domanda poco delicata»

«No, no» si apprestò a rassicurarla Camila, prendendo istintivamente una mano di Lauren nella sua, beandosi del calore che emanava quella pelle morbida «è solo che non sono molto abituata a parlarne» le spiegò con un dolce sorriso «O meglio... nessuno ha cercato di saperne più dello stretto necessario... ecco.» scrollò le spalle.

«M- mi dispiace» balbettò imbarazzata Lauren

«Non c'è bisogno di chiedere scusa Lauren» le mormorò Camila accarezzandole col pollice il dorso della mano fissandola intensamente.

Per un momento Lauren si perse nei suoi occhi profondi

Camila si passò la lingua sulle labbra a notare lo sguardo attento con cui la mora la stava guardando e non poté far altro che ricambiarlo con altrettanto interesse.

Finalmente la guardò da più vicino, tanto vicino che le sarebbe bastato solo un movimento del busto per affondare il volto in quei meravigliosi capelli scuri...

«Mamma mia quel bagno è un vero cesso!»

L'arrivo tempestivo di Dinah salvò entrambe da quella situazione un po' troppo intima, Camila la liberò prontamente dalla sua stretta cercando di non dare nell'occhio, ma non notò lo sguardo che l'amica aveva lanciato alle loro mani intrecciate, Ally che si era presa il suo tempo, le raggiunse qualche secondo dopo e Dinah l'aiutò a sedersi facendo attenzione alla promettente pancia.

 

Lauren si schiarì la gola cercando di riprendere un po' della compostezza che aveva perso prima di prendere la parola e incanalare la sua attenzione su qualcos'altro che non fosse la donna al suo fianco.

 

«A quando il lieto evento?» domandò ad Ally guardandola ricominciare a mangiare.

«Un mesetto» rispose la donna con un dolce sorriso «Non vedo l'ora che esca, così che possa farsi vedere in tutta la sua bellezza!

«Sono sicura che sarà uno spettacolo per gli occhi» mormorò Dinah

 

«Camila! Camila, sei tu?»

 

Camila si irrigidì all'istante al suono di quella voce e voltò leggermente il capo lasciando uscire un ringhio alla vista che le si presentò davanti.

«O mio dio» disse fra i denti.

 

Lydia si stava facendo strada nel ristorante diretta al loro tavolo, con la sua aria da oca svampita e i suoi vestiti estremamente vistosi, Lauren diede un'occhiata alla biondina e si voltò verso Camila con un sopracciglio alzato.

«Chi è?»

«La sua avventura dopo il tuo matrimonio» ridacchiò Dinah incrociando le braccia pronta a godersi lo spettacolo, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della ragazza

«Dove sei stata?» le domandò piazzando entrambe le mani sul tavolo «Ho provato a chiamarti per mesi»

Camila si stampò sul volto il suo sorriso migliore, quello con cui era in grado di incantare un sacco di donne

«Sono stata in India» le spiegò con voce mielosa

«Non mentirmi» l'aggredì Lydia prima di rivolgere la sua attenzione finalmente alle altre persone sedute al tavolo, riconoscendo Dinah «E chi.. è questa?» disse indicando Lauren con una smorfia disgustata, squadrandola per bene

«Camila, che fai qui con lei?»

«Ci sono anche altre persone a questo tavolo, Lydia» le fece dolcemente notare Camila «E poi mi sembra ovvio che stiamo cenando, non che debba interessarti, Lauren, comunque, è la mo-moglie di mio fratello»

Lydia osservò la velata intimità che le due trasmettevano, nonostante non si stessero toccando, e aggrottò le sopracciglia perplessa.

«Quindi voi due non vi state aggrovigliando?» domandò dubbiosa.

Lauren aveva deciso proprio in quell'istante di prendere un sorso della sua bibita, cercando di distogliere l'attenzione da quell'oca che aveva avuto la spiacevole fortuna di incontrare, ma se ne pentì immediatamente quando sentì quella frase uscire dalla sua bocca. Cominciò a tossire pesantemente quando il liquido le andò di traverso e prontamente Camila prese a batterle una mano sulla schiena, guardandola con sguardo preoccupato.

«Tutto bene?» le domandò con ansia.

Lauren annuì portandosi una mano al petto e prendendo dei profondi respiri, mentre la mano di Camila continuava a rimanere sulla sua schiena, anzi questa prese ad accarezzarla con movimenti lenti e circolari

«No, Lydia non ci stiamo aggrovigliando» rispose Camila, guardandola freddamente

«Anche se le piacerebbe» mormorò Dinah con una mano davanti alla bocca, guadagnandosi un'occhiata indignata della ragazza che aveva importunato il loro pranzo.

«Allora perché non mi hai chiamato?» insistete,

«Stavo per chiamarti» mentì nuovamente Camila

«Davvero?» chiese Lydia speranzosa, lasciandosi sfuggire lo sbuffo esasperato di Dinah.

«Ovvio» le sorrise falsamente «Ora però credo sia il caso che tu..» non terminò la frase si limitò a fare un gesto con la mano verso le persone che sedevano con lei, sperando vivamente che la ragazza cogliesse l'allusione.

Sorprendentemente fu così e Lydia fece un passo indietro alzando un sopracciglio

«Prometti che mi chiamerai questa volta?»

«Prometto» accordò Camila, annuendo leggermente.

 

La ragazza le gettò le braccia al collo, rischiando quasi di scaraventare Lauren sul pavimento, stampando un rumoroso bacio sulla guancia di Camila.

«Mi sei mancata orsacchiotto rosa» esclamò prima di scostarsi da lei «Chiamami» le ricordò prima di sparire proprio come era apparsa.

«Orsacchiotto rosa?» domandò infine Lauren con un sorrisino ironico.

«Già, ed è davvero imbarazzante» convenne Camila scuotendo la testa.

Lauren si mise a ridere, nonostante quella situazione l'avesse infastidita più di quanto si aspettasse, che le importava di quello che la sorella di suo marito faceva nel tempo libero? Aveva diritto di divertirsi, ma per l'amor del cielo non con quell'oca.

«Così tu e Lydia?» non riuscì a trattenere quella domanda.

«Siamo uscite per un po'» le rispose scrollando le spalle.

«Uscire è una parola grossa Karla» ridacchiò Dinah continuando a ridacchiare ancora troppo incredula per quello che era successo «Io direi che vi siete rotolate un po' insieme»

«Un enorme errore di giudizio» aggiunse Camila fra i denti ignorando nuovamente le frecciatine della sua amica «Una cosa da dimenticare»

«Hai intenzione di chiamarla?» domandò Ally finendo di gustarsi la bistecca

«No! Ma la conosco e mi chiamerà incessantemente sino a che non romperò definitivamente» sospirò «Devo cambiare il dannato numero di telefono» imprecò

«Io se fossi in te chiuderei e poi entrerei a far parte del programma protezione testimoni» la prese in giro Lauren facendole l'occhiolino.

Camila scoppiò a ridere e Dinah alzò gli occhi al cielo, quelle due non facevano altro che flirtare l'una con l'altra, era veramente una situazione assurda.

 

Per tutto il viaggio di ritorno non si erano rivolte la parola, Lauren aveva continuato a giocherellare assorta, coi due anelli che portava alla mano sinistra.

 

«Grazie ancora per la cena» disse quando la macchina si fermò nel vialetto di casa di Camila

Lauren non fece in tempo nemmeno a raggiungere la maniglia, l'altra aveva aggirato il veicolo e le aveva aperto la portiera con galanteria, porgendole la mano per aiutarla a scendere.

«G-grazie» balbettò incerta Lauren, notando quanto quella situazione stesse diventando scomoda ogni secondo che passava

«Ti va di entrare?» le domandò Camila.

Appena quelle parole lasciarono le sue labbra, si diede della stupida, come poteva anche solo pensare di invitarla a casa sua, quando tutto quello che faceva era pensare a lei?

Al modo in cui voleva farci l'amore. Quando però vide l'esitazione di Lauren si affrettò ad aggiungere.

«Luis non è a casa, siamo entrambe sole, potremmo farci compagnia a vicenda» le spiegò passandosi una mano dietro la nuca

Lauren rimase in silenzio qualche secondo valutando quella possibilità, in fondo non le costava niente accettare quell'invito, a casa non aveva da fare nulla e quando Luis non c'era si sentiva sempre così sola.

«Sarebbe fantastico disse infine con un sorriso genuino.

il capitolo non è finito qua, ho deciso di dividerlo in due perche stava diventanto troppo lungo, però fatemi sapere comunque cosa ne pensate, sul tardi dovrei pubblicare la seconda parte :) e vi dico solamente che Lydia non è la futura fiamma di Camila, il meglio sta per arrivare ahah un bacio

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Capitolo 12
*** La cena pt;2 ***


 

Camila le sorrise a sua volta e le fece segno con la mano di precederla lungo il vialetto, mentre lei chiudeva la macchina, infilandosi le chiavi nella tasca dei jeans. Laure si fermò davanti alla porta d'ingresso ed osservò l'altra aprirla con facilità, spingendola delicatamente con la mano e lasciandola passare per prima.

 

Immediatamente Camila le prese il cappotto riponendolo sull'appendiabiti, facendo lo stesso con il suo e poi le fece strada in casa, accendendo la luce del salotto e sorridendole genuinamente.

«Fa come se fossi a casa tua» le disse infine «Vuoi qualcosa da bere?» le domandò.

«Un po' d'acqua, grazie»

«Sicura?»

Lauren annuì e la guardò scomparire in cucina, questo prima di sedersi sul divano con la schiena dritta e le mani appoggiate sulle ginocchia, Camila ricomparve qualche istante dopo, porgendole un bicchiere d'acqua, sedendosi poi sulla poltrona.

L'atmosfera si fece un po' più tesa ed entrambe cominciarono a giocherellare con il bordo dei loro bicchieri, non sapendo come mai tutta la famigliarità di qualche tempo prima fosse sfumata così nel nulla.

 

«Quando hai incontrato Lydia esattamente?» chiese infine Lauren.

Era l'unica cosa che le era venuta in mente in quel momento e si rese conto che forse non era stata proprio la cosa migliore.

Camila sorrise scrollando le spalle «In effetti è una storia divertente, ma non voglio parlare di lei» continuò scuotendo la testa.

«è che mi sorprende pensare che siate state insieme» disse Lauren appoggiando il bicchiere sul tavolino da caffè «Voglio dire, sembra... superficiale»

«Magari sono io quella superficiale» ribatté Camila prendendo un sorso dalla sua birra.

Lauren alzò lo sguardo a cercare quello dell'altra, cercando di capire se per caso senza volere l'avesse offesa, ma le sue labbra erano piegate in un piccolo sorriso e per un momento pensò che stesse flirtando con lei.

«Non mi sembri superficiale» disse infine con semplicità.

«Come ti ho detto prima, Lydia è stata un errore» ripeté sospirando «L'ho incontrata poco dopo il matrimonio»

Lauren si morse per un momento il labbro inferiore

«Perché sei andata in India?» esordì

Camila chiuse gli occhi per un secondo, cercando di metabolizzare quella domanda.

«Per dimenticarmi di te» disse giocherellando con la bottiglia che aveva in mano

Lauren la osservò attentamente, cogliendo ogni suo piccolo movimento, notando quanto si stesse sforzando per parlare di quell'argomento così delicato

«Ho cambiato idea a proposito dell'alcool» disse Lauren con un sopracciglio alzato

«Ti ho depressa fino a questo punto?» la punzecchiò

«No, ho solo pensato che forse è un po' brutto bere da sola»

«Lauren, non devi...»

«Perché non mi porti semplicemente una birra?» le domandò.

Camila le sorrise e poi sparì nell'altra stanza per eseguire il suo ordine, facendo sospirare Lauren rumorosamente. Lei non era abituata a bere, le bastava poco perché la sua testa diventasse leggera e non avesse più il controllo del suo corpo, ma quando aveva visto lo sguardo sconfitto e ferito di Camila, non aveva pensato a nient'altro che a farla sorridere. Camila tornò qualche secondo dopo e le porse la bottiglia facendole l'occhiolino, prima di riprendere posto al suo fianco.

«So cosa vuol dire perdere qualcuno e sentirsi come se tutto il mondo fosse finito» prese la parola Lauren.

Camila alzò un sopracciglio «Oh?»

«Beh, c'era questa ragazza al liceo...» iniziò prendendo un sorso della sua birra per farsi coraggio «Era un anno più piccola di me, ma quando l'ho vista per la prima volta è stato come un colpo di fulmine, hai presente?» le chiese retoricamente «Non ho mai avuto il coraggio di dirle quello che provavo e così l'ho persa, mi ha fatto molto male ed ho giurato che non avrei mai più amato una persona così tanto»

 

Camila non riuscì a trattenersi «Così non ami Luis di quell'amore totale che ti fa tremare le ginocchia?» chiese a bruciapelo.

«Io amo tuo fratello» disse subito Lauren sulla difensiva «Luis e io abbiamo una bella, confortante relazione, non vorrei che fosse in un altro modo»

Camila la guardò e Lauren rabbrividì quando si rese conto che i suoi occhi erano diventati più scuri «E cosa mi dici della passione?» le domandò con voce un po' troppo roca e profonda «Non ti manca quel fuoco che brucia e che ti fa sentire come se dovessi morire se non avessi l'altra persona lì e subito?»

 

«Già...» commentò Lauren, poi sbiancò, realizzando quello che aveva detto «Voglio dire no! Posso credere e fare affidamento su Luis» continuò con voce stridula «è quello di cui ho bisogno in una relazione. E in caso non lo sapessi, la nostra vita sessuale è perfettamente soddisfacente»

 

Camila quasi cedette alla tentazione di farle notare come non poteva essere soddisfacente se era praticamente inesistente, ma decise di non toccare quel punto.

«Non devi metterti sulla difensiva» disse infine con un sorriso «Ti stavo solo provocando un po'»

Lauren fece il broncio «Non è carino provocare, lo dovresti sapere»

Quell'espressione per una ragione a Camila sconosciuta, le fece tremare per un momento le mani e dovette stringere con forza la bottiglia, costringendola a mordersi il labbro inferiore.

«Perché non parliamo di qualcosa di un po' più interessante?» le domandò cambiando repentinamente argomento

«Di cosa vorresti parlare?»

In fondo si conoscevano, pensò Lauren, gli argomenti avrebbero potuto variare fra mille

«Di te»

«Di me?»

«Si, di te» ripeté Camila sistemandosi meglio sul divano «Dimmi di te, non ti ho visto per due anni»

Lauren le lanciò un sorriso.

****

Dopo minuti interminabili le due si trovarono a ridere senza fiato, a causa dei racconti adolescenziali, Lauren poggiò la testa sulla poltrona dietro di sé e quando le risate furono dissipate, terminarono la loro chiacchierata, lanciandosi qualche occhiata divertita ogni tanto.

Lauren lasciò andare la testa sul cuscino dietro di lei, rilassandosi in un sospiro di pace.

Camila posò i loro bicchieri sul tavolino da caffè, e lasciò un respiro calmo anche lei.

Leggermente scomoda, Lauren si mosse piano, e la sua gamba accarezzò la coscia di Camila.

Perché, in un attimo di pure follia come le sembrava adesso, aveva sistemato le gambe sopra quelle di Camila, ma nessuna delle due vi aveva fatto caso fra le risate e scherzi vari.

Lauren deglutì, eppure, nonostante sentisse bruciare il collo e il viso, non riuscì a smettere di spostare la gamba.

Camila aprì gli occhi adagio, e fissò quegli impercettibili movimenti contro la sua coscia. Lauren poté vederla deglutire pesantemente, finché la sua mano si alzò cauta e dopo un attimo di riflessione si posò sul suo ginocchio.

Lauren riuscì a ingoiare un mugolio.

Dopo aver agognato tutta la sera un contatto, quello per lei era il paradiso.

Camila continuò a tenere gli occhi fissi sulla sua mano, mentre Lauren mosse ancora la gamba, e un ulteriore frizione fra le loro pelli nude le fece sussultare.

 

Camila si sentì morire.

Cosa significava?

Cosa ci faceva la sua mano sulla gamba di Lauren e perché... perché lentamente stava scendendo sulla sua tibia.

Dio, era così morbida, liscia, seta.

Deglutì ancora, la bocca improvvisamente secca.

 

Lauren morse le labbra con più intensità alla discesa di quelle dita, così lentamente che neanche avrebbe dovuto rendersene conto, ma lo fece.

Lo sentì.

Eccome.

È tutto così sbagliato.

Finalmente Camila incrociò il suo sguardo.

«Cosa vuoi che faccia?» le domandò

«Fammi l'amore» rispose seria Lauren

«Non citare John Green, lo sai che ho un debole per quell'uomo»

«Ti prego stai zitta e baciami»  

Dovevo caricarlo ieri sera è vero, ma mi sono addormentata prima del previsto, grazie a tutti per le recensioni, adoro leggere i vostri pensieri, un bacione :)

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Capitolo 13
*** Ti amo. ***


Cercò di non muoversi.

Di assaporare quel momento come acqua nel deserto. Prezioso e con cura.

Ma il suo cuore fremette comunque.

Camila deglutì, aveva appena aperto gli occhi, e la luce del mattino glieli aveva fatti richiudere quasi subito. Ma poi un profumo dolce le arrivò come una carezza.

E lo sentì, quel calore sparso per il suo petto.

Aprì gli occhi e la vide.

Era distesa di lato e Lauren era fra le sue braccia, completamente rannicchiata sul suo petto. Le sue mani poggiate appena sotto il suo seno, i respiri profondi e calmi, sfiorarle lo sterno. Le loro gambe intrecciate.

Camila la stringeva a sé, come se avessero creato un piccolo bozzolo solo per loro durante il sonno. E Lauren l'avesse accolta ben volentieri come casa per il suo riposo.

Fece per muoversi piano, cercando di non destarne il sonno e dovette fermarsi digrignando i denti e trattenendo un gemito di dolore.

Il suo collo protestò per la mancanza di appoggio durante la notte.

I muscoli delle gambe e delle braccia le pulsarono, scontenti di essere di nuovo in movimento.

Camila si posizionò cautamente a sedere oltre il bordo del letto e passò una mano sul volto, cercando di svegliarsi. Stirò i muscoli delle spalle e delle gambe, scompigliò i capelli con una mano e si voltò ad osservare Lauren che, a quanto pareva, durante la notte aveva preso tutto il lenzuolo che ora era avvolto attorno la sua vita in maniera scomposta e disordinata.

Rannicchiata ancora di più su sé stessa, le braccia strette al seno nudo e la bocca aperta nell'estasi di un sonno pesante e esausto. I capelli completamente disordinati, un ciuffo incollato alla fronte.

Camila sospirò. Profondamente e di felicità.

Lauren era un angelo. Che dormiva in un vecchio materasso, con un lenzuolo logoro e bianco arrotolato intorno, era stupenda.

Si morse il labbro e con cautela si alzò e si diresse verso la scrivania e, con delicatezza, cercando di fare il meno rumore possibile, aprì la zip della borsa nera e estrasse la macchina fotografica. Una vecchia Minolta analogica che Dinah le aveva regalato per il suo ventiquattresimo compleanno.

Si avvicinò al letto in punta di piedi e, inginocchiandosi, puntò il mirino contro Lauren.

Cercò di prendere i colori del materasso, il bianco delle lenzuola in contrasto con la tonalità della pelle di Lauren.

Soddisfatta, mise a fuoco e scattò. Il magnifico rumore dell'otturatore le riempì le orecchie.

Non contenta si avvicinò piano, fermandosi quando una delle assi del pavimento scricchiolò un attimo. Sospirò, grata di non aver svegliato Lauren, fece altri due passi sulle ginocchia e mirò di nuovo.

Mise a fuoco il viso di Lauren, e rimase un attimo ferma, a guardare quella donna meravigliosa dal mirino della macchina, Camila si sentì di nuovo sopraffare. Scattò ancora.

Si avvicinò di più. Desiderò avere un obbiettivo più lungo, ma non era un grande problema se le permetteva si stare così vicino a Lauren mentre scattava fotogramma per fotogramma dettagli del suo corpo.

Camila aprì il diaframma al massimo, diminuì i tempi di scatto per compensare con la luce del mattino, che rendeva la pelle di Lauren quasi dorata. Quando fu contenta della profondità di campo che faceva risaltare la spalla di Lauren e metteva in evidenza la sua figura rispetto allo sfondo scuro, scattò un'altra foto.

Notò i piccoli peli chiari sulla sua spalla, e non poté fare a meno di scattare un'altra foto con dettaglio solo di quello e delle sue labbra.

Poi le mani, un particolare del suo viso, e ancora un ritratto più aperto, con il suo volto, le mani e la piega del seno.

E infine si posizionò ai suoi piedi, per un campo lungo con a fuoco il viso di Lauren e tutto il suo corpo fra le pieghe delle lenzuola.

Camila si alzò e la osservò ancora, posò la Minolta di nuovo nella borsa, districò le sue mutande dai pantaloncini – che lasciò a terra – e indossò la maglietta.

Lanciò un ultimo sguardo a Lauren illuminata dal sole chiaro della mattina, le sue spalle alzarsi e abbassarsi in pace.

Sospirò di nuovo e scese i gradini verso la cucina.

****
Camila fece del suo meglio per salire i gradini in legno della scaletta verso la mansarda senza versare neanche una goccia di latte, né tanto meno rovesciare tutto in un frastuono acuto che probabilmente avrebbe svegliato non solo Lauren ma anche il resto del vicinato.

Mise tutta sé stessa per non esultare quando ci riuscì e l'ultimo gradino fu sorpassato dai suoi piedi nudi, ormai vittoriosamente piantati sul parquet fresco della mansarda. Tenne stretto il vassoio di legno fra le mani e sgusciò fino al letto, sorriso nel vedere Lauren ancora profondamente addormentata, e si morse le labbra divertita ed estasiata alla vista di quel divino sedere, adesso scoperto interamente. Lauren era distesa a pancia in giù, un braccio sotto il ventre, le gambe aperte fra le lenzuola. E un leggero russare. Camila quasi rise, ma si trattenne ancora. Non voleva rovinare tutto.

Poggiò con cautela il vassoio per terra, dalla parte del materasso che dava verso il muro, fece una smorfia perché il tessuto della maglietta sfregò contro la sua spalla sinistra. Camila sorrise nel dolore, mentre si alzava in piedi. Aveva da poco appurato allo specchio che la sua spalla era una serie di grassi rossi, strisciate, morsi e succhiotti.

Decisamente Lauren era più brava di lei a marcare il territorio.

Si sedette sul letto e osservò quella schiena ambrata.

La posizione che aveva assunto esaltava la forma delle sue scapole, e i lievi giochi di ombre soffuse e luci cadevano come linee inevitabili da seguire per gli occhi di Camila.

Si leccò le labbra, e allungò con dolcezza la mano, accompagnò i contorni con i polpastrelli e lasciò che andassero da soli senza forzature. Perché quel corpo era nato per l'armonia, e non si poteva fare altro. Sentì i muscoli forti ma morbidi fra le scapole, e poi le dita si persero nella piccola depressione della colonna vertebrale, ogni vertebra un piacere da sentire, e caddero fino alle fossette dell'osso sacro, su cui si soffermò contornandole con il dito.

Camila prese un profondo respiro tremulo, e il cuore le balzò in gola.

Dette un veloce sguardo a Lauren ancora sopita ma con un lieve inconscio sorriso sul volto.

Così si chinò, perché una volta assaporate la pelle e le forme di Lauren, Camila era certa che non avrebbe più potuto farne a meno, e non si era sbagliata.

Posò le labbra in quelle fossette, mentre lasciava le dita sfiorare la pelle fino alle natiche.

Marcò il sentiero già tracciato della spina dorsale con piccoli baci, muovendo le labbra, cercando di solleticarla quando poteva. Alla prima deviazione fu come ripetere da capo una lezione di anatomia. Così seguì la linea, splendidamente marcata in quella posizione, del trapezio, finché non leccò una striscia lieve a segnare la dolcezza delle ombre e delle luci su quella scapola.

Notò la pelle d'oca ed era certa che il suo gioco stava andando a buon fine.

Nel frattempo la sua mano continuò a seguire la linea del trapezio e si deliziò sulla spina della scapola, prese un magnifico odore della pelle di Lauren, frastagliata a sprazzi dai capelli, per finire la sua esplorazione sulla spalla, e segnare con baci leggeri e aperti tutta la sagoma del suo muscolo preferito, fin sotto l'orecchio, dove si prese il suo tempo, baciando, e succhiando languidamente.

Finché un mugolio «Mmmmh» Camila portò l'altra mano fino alla spalla e scostò i capelli per poter prendere ancora di più l'odore di Lauren, affondando il naso nel suo collo, deliziandosi di come le sue spalle calde si sentissero sui suoi capezzoli, anche fra la maglietta, che anzi creata un attrito ancora più piacevole.

«Mmmh... Lauren» si trovò a mormorare anche Camila.

La prima cosa che pensò Lauren, fu come fosse caldo, morbido e … sensuale quel risveglio.

Sorrise, e mormorò di piacere. Respirò, e l'odore forte di quelle lenzuola le fece spalancare le labbra in sorpresa, la mente più viva. Odoravano di sudore e … sesso, odoravano forte e piacevolmente come quel qualcosa caldo e morbido premuto contro di lei.

«Lauren» le arrivò di nuovo roco dentro l'orecchio. E Lauren mugolò di nuovo e sorrise.

Si lanciò cullare in quell'abbraccio, mentre le mani calde di Camila le sfioravano la spalla, e rabbrividì di pelle d'oca, mordendosi il labbro inferiore.

Velocemente le immagini più audaci della notte prima si fecero strada nella sua mente.

Lauren mugolò ancora «Camila» e venne stretta in un abbraccio dolce ma rassicurante. Una mano raggiunse il suo ventre, accarezzandolo in piccoli cerchi. Quella bocca morbida premuta sotto l'orecchio. Lauren non voleva più alzarsi da quel letto.

«Buongiorno...» mugugnò Camila sul suo collo.

E Lauren aprì la bocca per rispondere, ancora sorridente «Buong-» venne interrotta dalle labbra di Camila, che la baciarono piano e con devozione.

Ma Lauren aveva un dovere. Lauren doveva andare.

Con un ultimo languido e sentito movimento delle labbra in quel bacio, che adesso voleva dire di più e tutto perché sarebbe stato l'ultimo, Lauren si allontanò, una stretta al cuore e la voglia di tornare di nuovo lì sopra.

Si schiarì la voce, e Camila la guardò, le guance rosee e le labbra schiuse.

Lauren le sorrise, a metà fra l'imbarazzo e la disperazione, si districò con delicatezza dall'abbraccio di Camila, che orami la stava fissando con un lieve panico e stupore.

«Io... sarà meglio che vada» un altro sorriso forzato le incurvò le labbra e oddio i suoi muscoli facevano male.

Camila aggrottò le sopracciglia «Perché?»

Lauren balbettò per un attimo, cosa rispondere? «Ah.. io credo, che sia meglio se...».

«Resta» glielo chiese in un sussurro, gli occhi a guardarla con una tale intensità che Lauren si sentì più nuda di quando già non fosse.

«Ah... mh» no, non balbettare. Devi farlo. È la cosa giusta. Lo sai, tu non-

«Io...» Camila abbassò lo sguardo esasperata, passandosi la mano fra i capelli «Intendevo... se vuoi. Io ho...» aprì le mani e indicò qualcosa che Lauren non vide oltre il letto «Ho preparato già la colazione, magari potremmo solo...»

Lauren sbatté le palpebre. Qualcosa scoppiò nel suo cervello. Come scusa? «No, aspetta...» mise le mani avanti incredula. Camila la guardò fermandosi «Tu hai... preparato la colazione per me?»

Camila mosse gli occhi in giro per la stanza, non capendo, ma annuì lentamente «Ehm … sì»

«Cioè … tu hai ...» Lauren dovette chiudere gli occhi, era un pensiero difficile da articolare nella sua testa «Tu hai fatto colazione e poi hai preparato per me?»

Camila scosse il capo, ancora più confusa «No. Ho preparato per tutt'e due. L'ho portata qui, pensavo di-» fu difficile per lei finire la frase con le labbra di Lauren a divorarla sopra le sue.

Nonché la forte spinta la costrinse di nuovo sul letto.

Questo era il paradiso.

Sai una cosa?

Fanculo Luis.

Vai a farti fottere tu e tutte le mattine in cui mi hai costretto a svegliarmi alle cinque del mattino perché oh! Il signorino non può prepararsi da solo la colazione prima di partire! O tutte quelle cazzo di volte in cui divoravi il piatto prima ancora che io mi sedessi a tavola.

Sai davvero. Vai a farti fottere. Mi sono proprio rotta il cazzo.

Lauren rotolò supina e tirò Camila su di sé. Spinse i fianchi contro di lei, perché Camila aveva tutto il diritto, lì in quel momento, di prenderla come e quando voleva. E decisamente doveva.

Camila gemette dentro la sua bocca ma afferrò l'input al volo senza farselo ripetere due volte.

Lauren inarcò la schiena nel sentire la coscia di Camila sul suo sesso.

Camila le sorrise e lei ricambiò con uno sguardo famelico. Gemette decisamente quando quell'umidità appena formatasi si intensificò sotto i movimenti della gamba di Camila.

E quella danza ricominciò di nuovo, mentre Lauren assaporava la meraviglia di quelle labbra sulle sue ancora una volta. Ansimando con lei.

Era amata, rispettata, desiderata. E voleva che Camila la divorasse, e a sua volta voleva divorare Camila. Le loro mani incontrarono i seni, e gemettero insieme mentre i fianchi di Lauren cercavano maggiore attrito sulla gamba di Camila, che adesso si muoveva circolarmente quanto poteva. Camila si spinse più in avanti e Lauren ringraziò dio.

«Camila. Camila. Camila» disse il suo nome, forte quanto poteva guardandola negli occhi con decisione. Perché voleva che lo capisse che Luis non c'era più. E dal modo in cui gli occhi di Camila, ormai completamente neri, la fissarono … sì, era chiaro. E questo non fece altro che renderla più insistente sopra Lauren.

Le palpebre di Camila tremarono, si chinò e prese le labbra di Lauren fra le sue «P-per te … Lauren» soffiò fra le sue labbra, e senza troppi complimenti infilò due dita in lei.

Lauren inarcò la schiena e urlò, quasi una risata di piacere. Oh Camila.

Si sorrisero e Lauren spinse i fianchi contro la mano di Camila mordendosi le labbra beffarda, quasi in segno di sfida. Camila sorrise e spinse a sua volta.

Finirono a ridere fra un gemito e l'altro. Finché Lauren non notò l'anello sulla sua mano sinistra, poggiata ancora contro la guancia di Camila. Aggrottò le sopracciglia, e fece per toglierlo, quando le spinte di Camila cessarono improvvisamente e la mano che era dentro di lei le prese la sinistra.

Alzò gli occhi su quelli di Camila che non staccò mai lo sguardo da lei, e quasi venne, quando Camila prese il suo anulare fra le labbra e lo succhiò lentamente finché non arrivò alla fede. Lauren sentì i denti afferrare l'anello e tirare, la sua mano ormai umida dai suoi stessi umori. Camila le tolse la fede e chiuse le labbra. La fissò per un attimo, poi la sputò fuori dal letto, la sentì cadere per terra in un tintinnio, e una risata le scappò di bocca, prima che Camila le sorridesse, e tornasse dentro di lei.

Lauren non ce la fece, fu troppo. Una scossa la prese e si strinse attorno le dita di Camila mentre l'orgasmo la scuoteva con violenza.

Urlò e inarcò la schiena.

Lauren si lasciò andare sul materasso, poggiando la mano di nuovo sulla guancia di Camila, che le baciò il palmo e sorrise.

«Se vuoi fare colazione, dovresti indossare qualcosa, perché non riesco a toglierti le mani di dosso» sussurrò Camila ad un pelo dalla sua pelle.

«Dovrei fare una doccia prima» mugolò Lauren con una mezza risata, prima di sussultare quando Camila fu di nuovo su di lei dandole un altro bacio sulla punta del naso. Le sorrise, le guance rosse «Allora io ho una bella idea»

****

«Attenta...» Lauren annuì infilando un piede nella vasca e gorgogliando di piacere quando l'acqua calda le accarezzò la gamba. Dio, ne aveva bisogno.

Camila poggiò il vassoio con la colazione sul fermo in metallo ai bordi della vasca, e poi entrò in acqua, Lauren le fece spazio pensando di mettersi dall'altra parte ma lei la prese per il braccio e ridendo chiese «Dove vai?» stringendola a sé, sedendole alle spalle e circondandola con le sue gambe.

Lauren rise e lasciò andare la testa sula spalla di Camila. Deliziandosi nel sentirla nuda dietro di sé, immerse in quel calore così confortante.

«Questo è il giorno più bello della mia vita» sospirò. Camila le baciò il collo, e allungò le braccia per tirare davanti a loro il vassoio della colazione.

Tolse il piatto riverso che copriva quello di sotto e Lauren spalancò gli occhi.

«Oh mio dio, hai fatto i pancakes»

Lauren si voltò verso Camila con gli occhi luccicanti.

Ma lei le fece cenno con la mano di aspettare, poi allungò il braccio a prendere qualcosa oltre il bordo della vasca. «Qui ci vuole il tocco d'artista» disse, aprendo con un click una bottiglia di sciroppo d'acero. La capovolse, alzando un sopracciglio verso Lauren, e disegnò un cuore sopra la pila di pancakes.

Si baciarono. E Lauren assaporò quelle labbra.

«Ti ricordi quando ti odiavo?» sussurrò baciandole la fronte

Camila ridacchiò, accoccolandosi di più al petto di Lauren, che la strinse a sua volta.

Lauren sospirò nel sentire le sue gambe circondare le proprie, come un tutt'uno.

Quell'odore e quel respiro.

Se si sforzava poteva sentire anche il battito del cuore di Camila, Tu-tum tu-tum tu-tum.

Era tutto perfetto.

E un pensiero le sfuggì nella mente.

Ti amo.

 

 

Okay godetevi questo capitolo perché non sarò in grado di aggiornare per circa venti giorni :( le vacanze chiamano anche me ahahaha sono o non sono l'amore le camren in questo capitolo? Bene non rilassatevi troppo, il peggio deve ancora arrivare... non dico altro.

Ps: Ero insicura se scrivere una scena in cui facevano l'amore per questo ho lasciato a voi l'immaginazione di capire cosa fosse successo dopo il fatidico 'stai zitta e baciami' però poi ho pensato che senza una scena del genere la storia sarebbe stata asciutta, quindi spero vi sia piaciuta l'idea di metterla nel bel mezzo del capitolo.

Un bacio, a presto. :)

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Capitolo 14
*** Il viaggio ***


Il tempo non aveva più importanza.

Quanto era passato? Un minuto? Un giorno? Due?

Forse due.

Si, era sicura che fossero due, anche se ad essere sincera non le interessava, perché in quel momento l'unica cosa importante era la sensazione di benessere che provava nel petto.

Forse erano le lenzuola calde, il tepore di quel letto che sembrava non volerla lasciare andare o semplicemente quelle braccia. La stringevano, la cullavano e le facevano dimenticare tutto.

Avrebbe voluto fermare il tempo in quell'esatto istante, sotto quel cotone che le copriva il corpo nudo, su quel materasso così morbido che quando ci si era stesa le era sembrato che la sua schiena cantasse, in quella stanza che era diventata il simbolo della sua ritrovata sicurezza.

Si stiracchiò, chiudendo forte gli occhi e lasciando che i muscoli si rilassassero, toccando con la mano il cuscino al suo fianco, meravigliandosi di trovarlo freddo e vuoto. Aggrottò le sopracciglia e si sollevò a sedere, per niente preoccupata della sua nudità, perché quel suo piccolo tabù si era sgretolato giorni prima, e si guardò intorno curiosa.

Di Camila nessuna traccia.

Scivolò lungo il materasso, trascinandosi dietro il lenzuolo, e cercò con lo sguardo i suoi vestiti, senza molto successo. Appoggiò i piedi sul pavimento, rabbrividendo alla sensazione di freddo. Si guardò intorno per un lungo momento e dopo un'attenta riflessione optò per una maglietta di Camila, perché adorava avere il suo odore addosso.

Raggiunse la porta a piedi nudi e si sporse dalla ringhiera per guardare giù dalle scale, ma era tutto stranamente silenzioso.

Sorrise quando sentì l'odore invitante dei pancake. Scese velocemente le scale, ma con passo felpato, dirigendosi in cucina.

Aprì piano la bocca in un'espressione di silenziosa sorpresa, quando si rese conto che in realtà la stanza era vuota. Fece qualche passo all'interno, notando di sfuggita il vassoio della colazione sul tavolo, ma di Camila nessuna traccia.

«Camila?» chiamò, aggrottando le sopracciglia, confusa.

Non ci fu nessuna risposta.

«Presa!»

Lauren lasciò uscire una piccola e decisamente rumorosa esclamazione di sorpresa, portandosi immediatamente una mano al cuore, che aveva preso a batterle all'impazzata nel petto.

«Mi hai fatto morire di paura, Camila» La sgridò.

Camila non le rispose, si limitò a farle scivolare le braccia attorno alla vita, attirandola a sé, schiacciandole il seno nudo contro la schiena.

«Buongiorno, piccola Lauren» le mormorò all'orecchio, accarezzandole lo stomaco attraverso il leggero tessuto della maglietta.

Lauren chiuse gli occhi e rabbrividì fra le sue braccia, unendo le mani alle sue in un incastro perfetto.

«Buongiorno a te» Bisbigliò, sentendo le labbra di Camila sul suo collo. «E' stato strano non trovarti al mio risveglio» le confessò, appoggiando le mani sul ripiano davanti a lei.

«Dinah mi ha chiamata e, visto che orami ero sveglia, ho pensato che fosse arrivato il momento di rispolverare le mie doti culinarie» le spiegò con una piccola risata. «Mi hai fatto diventare pigra, Lauren»

«Non mi sembra affatto» rispose prontamente, prima di arrossire «Cioè... nel senso-»

Camila ridacchiò, baciandole la mascella. «Sei adorabile quando balbetti»

«“Adorabile” non credo sia la parola adatta» le fece notare Lauren «Sarebbe meglio dire “patetica”»

Camila la fece girare nel suo abbraccio e sollevò un sopracciglio «Patetica?» le domandò, retorica.

«Ti ho spiegato come appari ai miei occhi, Lauren e “patetica” non ci si avvicina nemmeno» Lauren abbassò lo sguardo, imbarazzata, mordendosi il labbro inferiore. Lo liberò immediatamente quando le dita di Camila lo sfiorarono con una dolce carezza, costringendola a sollevare la testa così da poterla guardare.

«Non sei patetica, Lo» le disse di nuovo «Sei un'adorabile donna, a cui ho preparato la colazione che, se non ci sbrighiamo a mangiare, si raffredderà» continuò, porgendole la mano.

Lauren le sorrise, e accettò la sua stretta, facendosi scortare al tavolo della cucina.

***

Dopo la colazione, le due si ritrovarono di nuovo in camera, era ricominciata così, una lotta all'ultimo bacio, con i loro corpi intrecciati che rotolavano da una parte all'altra del materasso, le labbra incollate, mani che vagavano sui fianchi, respiri che si confondevano.

Nella nebbia di quel mondo dove nulla poteva essere più perfetto, Lauren pensò di aver sentito qualcosa che suonava familiare alle sue orecchie, ma il corpo di Camila, stretto così intimamente al suo, non le lasciava pensare a nient'altro.

«Lauren!»

Questa volta l'aveva sentito, pensò aprendo gli occhi di scatto. Sentendo il cambiamento del suo corpo, Camila si scostò da lei e la fissò con un sopracciglio alzato.

«Lauren!»

La voce arrivò chiara e forte ad entrambe questa volta e Lauren tremò impercettibilmente.

«Luis»

Bastò quel nome pronunciato a bassa voce a spezzare l'incantesimo. A Camila non ci volle molto per capire che doveva scostarsi, la liberò subito dalla sua stretta ed immediatamente Lauren scese dal letto.

«Lauren?!»

Lauren raggiunse la finestra a passo veloce e tirò leggermente le tende, vedendo Luis nel vialetto di casa, che si guardava intorno. Poi si ricordò quello che aveva lasciato in camera e... oddio, oddio, oddio.

«Oddio» mormorò piano, portandosi le mani alla bocca, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. «Oddio» disse di nuovo, con una punta di panico nella voce ora più alta.

«Lauren...»

nuovamente il suo nome, pronunciato da una voce diversa questa volta, con più dolcezza, con più calma. Si voltò verso Camila che la guardava con il capo inclinato, uno sguardo indecifrabile e gli occhi pieni di un sentimento che in quel momento non era in grado di cogliere.

«Devo... devo andare» balbettò in preda al panico, scostandosi dalla finestra.

Prese a vagare per la stanza in cerca della sua fede.

Dov'è? Pensò ansiosamente Perché non trovo mai le cose quando le cerco?

Doveva sbrigarsi.

Luis era tornato. Luis la stava cercando, a casa di sua sorella. Luis …

«Lauren»

Le mani di Camila sulle spalle fermarono il suo muoversi frenetico, costringendola ad incontrare di nuovo quegli occhi che in quei giorni erano stati il suo rifugio. Si fissarono intensamente, prima che Camila le porgesse la fede che tanto stava cercando, insieme ai suoi vestiti.

Dopo essersi infilata la fede e i suoi vestiti, corse verso la porta, seguita a ruota da una Camila taciturna e pensierosa.

 

«Luis»

L'uomo si voltò di scatto ed i suoi occhi si rilassarono nel momento stesso in cui vide Lauren dirigersi a passo veloce verso di lui.

«Lauren» mormorò Luis, sospirando e stringendola in un breve abbraccio «Cos'è successo? Perché sei da mia sorella?» Lauren si sentì in colpa.

Oddio, pensa! Si disse ansiosamente Veloce, Lauren, pensa veloce.

«Lau?»

«Ero da sola a casa... e sono venuta a prendere un aperitivo da Ca.-Camila»

Si bloccò quando vide la figura familiare di Camila avanzare verso di loro.

Il cuore prese a batterle velocemente ad ogni suo passo, mentre passava lo sguardo da suo marito alla donna con cui aveva passato gli ultimi due giorni.

Quando Camila si fermò davanti a loro, Luis fece un passo in avanti e l'abbracciò.

«Sono così felice, mia sorella, amica di mia moglie, è quello che tutti gli uomini desiderano»

Camila lanciò una veloce occhiata a Lauren, che sfuggì immediatamente al suo sguardo.

«Mi siete mancate» continuò lui, sorridendo.

«Anche tu, ci sei ma-mancato» sussurrò sua sorella.

«Ho un idea!» esclamò Luis, con un sorriso divertito «Andiamo in vacanza, tutti insieme, tu puoi portare Dinah o qualche tua fiamma, passerò del tempo insieme alle mie donne preferite»

Ci fu un momento di silenzio, nel quale Camila valutò le opzioni.

«Non devi lavorare?» disse Lauren ponendo fine a quel momento imbarazzante.

«Mi prendo una settimana di risposo» rispose Luis «Ora vi lascio sole, vado ad ordinare i biglietti su internet, ne prendo quattro, quindi sorellina trovati una ragazza»

«Eh...» Il groppo che Lauren aveva in gola, continuava a diventare sempre più grande ogni volta che suo marito apriva la bocca.

«Ce ne andiamo su qualche isola sperdutaaaa» urlò Luis alzando i pugni al cielo e voltandosi per rientrare nella sua macchina, «Amore, ti fai portare da Camila?» domandò dolcemente.

«No, vengo con te, ciao scim-Camila» sorrise tristemente e raggiunse il marito.

***

Lauren appoggiò la fronte contro le mattonelle fredde della doccia, lasciando che l'acqua calda le scorresse lungo il corpo. Non sapeva da quanto tempo fosse lì, forse troppo, forse no, l'unica consapevolezza era che non aveva intenzione di abbandonare il torpore che quel calore le stava dando, rilassandole i muscoli che erano rimasti tesi sino a quel momento.

 

Luis era tornato. Suo marito era tornato a casa.

L'aveva abbracciata.

L'aveva baciata.

E lei invece che considerarlo un bene, non faceva altro che sentire ancora sulla pelle il tocco di Camila.

La dolcezza dei suoi baci.

Il suo odore, i sapore delle sue labbra, della sua pelle.

Scosse con forza la testa sotto il getto prepotente dell'acqua, sperando che questo le facesse focalizzare l'attenzione su Luis.

Luis era tornato.

Luis voleva andare in vacanza.

Luis voleva andare in vacanza con la donna che l'ha tradito.

Heilaaa ho trovato del tempo per scrivere il capitolo, quindi ecco a voi. 
Lauren si è lasciata con fronte ed io sono la raggazza più felice del mondo ma ok, le ragazze hanno anche vinto un award ai tca, sono troppo fiera di loro.
Va bene basta con le chiacchere, spero vi sia piaciuto il capitolo, lo so che volete far sparire luis anche da questa storia, ma dovrete aspettare... ahah fatemi sapere cosa ne pensate è sempre un piacere leggere le vostre recensioni, un bacio:)

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Capitolo 15
*** AVVISO: ***


Okay ragazze, volevo solamente chiedervi una cosa, nell'ultimo periodo sono calate tantissimo le recensioni, rispetto ai primi capitoli, quindi volevo chiedervi se vale la pena continuare questa storia, fatemi sapere :) un bacio

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Capitolo 16
*** Apri la porta? ***


Un raggio di sole le colpì in pieno il volto, inducendola a cercare riparo dietro la sua mano tesa, senza apparentemente successo. La testa le pulsava forte, gli occhi le bruciavano per il poco sonno e probabilmente per il troppo bere della sera prima.

Si domandò per l'ennesima volta per quale motivo le persone in quella sala dovessero parlare a voce così alta e strinse con forza gli occhi, mentre girava il cucchiaino nel liquido nero che le aveva servito il cameriere.

Doveva essere sincera, si sentiva spaesata e parecchio confusa, anche se ricordava molto bene quello che era accaduto quella notte. Del resto, come avrebbe potuto dimenticarlo? Si era svegliata al fianco di quella ragazza, completamente nuda e con evidenti segni che testimoniavano l'interessante attività praticata e durata, probabilmente, tutta la notte.

Era scesa dal letto lentamente ed era sgattaiolata in bagno, non perché volesse scappare, ma non le sembrava il caso di svegliarla. Era stato in quel momento che si era resa conto di non essere nella sua casa, ma non ci aveva pensato due volte ad infilarsi nella doccia con il chiaro intento di lavarsi e sparire il prima possibile da quel posto.

Non era sua usanza sparire dopo essere andata a letto con una persona, ma non voleva imbarazzare la ragazza più del dovuto. Insomma, era stata una notte fantastica, ma se, quella ragazza fosse stata Lauren, probabilmente sarebbe stata una notte perfetta.

 

E se Ashley – si, si chiamava Ashley – avesse voluto molto di più di quello che Camila era intenzionata a darle?

Lei non era pronta ad una cosa del genere, sopratutto ora che doveva partire con suo fratello e Lauren.

Lauren, il vero problema che l'ha portata a passare la notte con due bottiglie di vodka in una mano e le parti intime di Ashley nell'altra.

 

Per Camila quel viaggio significava 'addio' un addio a Lauren e la sua voglia di pancakes la mattina, alle chiacchierate sul divano che piano piano si trasformavano in una lotta d'amore.

Per Camila quel viaggio significava lasciare andare Lauren, ma forse questa era l'unica cosa da fare.

 

Lasciarla andare.

 

Nel frattempo Ashley si era svegliata e le aveva chiesto di rimanere o almeno di fare colazione, approfittando del magnifico buffet che offriva quell'albergo e non aveva potuto dirle di no.

Ed ora eccola lì, seduta in una sala troppo illuminata per i suoi gusti ed altrettanto rumorosa, tentando di mangiare un po' della frutta che costellava il suo piatto, senza molto successo. Sbuffò rumorosamente e con un gesto secco si sollevò, spostandosi dal lato opposto del tavolo, lasciando che il sole le colpisse la schiena, dandole quel leggero sollievo di cui aveva bisogno.

Prese fra le dita il bicchiere ricolmo di succo e lo fissò per qualche istante, non riuscì nemmeno a portarlo alle labbra che solo l'odore le fece fare una capriola allo stomaco, così lo rimise al suo posto e puntò la tazza piena di caffè.

«Buongiorno!»

Quel saluto inaspettato la fece sobbalzare e Camila alzò lo sguardo dalla difficile scelta che l'attendeva, fissando gli occhi di un paio più chiari e decisamente più svegli.

«Ieri sera avevi decisamente un aspetto migliore» La prese in giro affettuosamente la ragazza dai capelli color miele, appoggiando il piatto che teneva fra le mani sul tavolo, e scostando la sedia. «Non ti da fastidio se mi siedo qui, vero?» non era una reale domanda, perché prese posto senza aspettare che Camila desse il suo consenso. «Odio mangiare da sola e, per quanto mi piacerebbe fare colazione con mio marito, lui non si alzerà prima di pranzo ed il fagiolino che cresce dentro di me necessita di cibo e ne necessita ora.»

Fu quel piccolo particolare a riportare alla mente di Camila l'identità della ragazza, perché davvero, in quel momento non avrebbe riconosciuto nemmeno se stessa.

«Mila sembri spaesata» le fece notare Ally, afferrando le posate al suo fianco.

«Ashley dov'è?»

Camila aprì la bocca per parlare, ma si rese conto che la sua gola era troppo secca per produrre qualsiasi suono, prese la tazza di caffè e ne bevve un lungo sorso, cercando di non ruggire di dolore quando il liquido caldo toccò la sua povera ed indifesa lingua.

Ally non poté impedirsi di ridacchiare a quello spettacolo. Camila era davvero un piccolo disastro e lo capì nell'esatto istante in cui il caffè le finì sulla camicetta, scendendole lungo il mento.

«Da quello che sto capendo, tu e l'alcool non andate molto d'accordo» spezzò il silenzio Ally, passandole un fazzoletto perché si pulisse.

«No!» esclamò Camila, tamponandosi le labbra, «Cioè si, ma non ricordo quasi niente e mi sento stordita»

«E probabilmente l'attività di stanotte non ti avrà aiutato a tenerti lucida»

Camila arrossì vistosamente ed aprì la bocca «Com-»

«Ci sono stata anche io ieri sera con te e Ashley sai?, almeno finché non vi siete chiuse in camera da sole»

Ah, Ashely! Precedentemente le aveva chiesto che fine avesse fatto e lei non aveva risposto, ma come biasimarla, aveva cercato di non farsi uccidere dal caffè bollente che le era colato in una scia calda lungo i seni.

«Ashley...»

In realtà non aveva idea di dove fosse, l'aveva scortata nella sala da pranzo per la colazione e poi le aveva detto di attenderla assicurandole che sarebbe tornata in un minuto, dopodiché non l'aveva più vista.

«Non preoccuparti tornerà» la rassicurò.

Camila sorrise leggermente e prese un pezzo di mela con la sua forchetta, portandosela alle labbra e masticandola piano, sperando che questo desse un po' di sollievo alla sua lingua. Continuarono a mangiare in assoluto silenzio, di tanto in tanto, Ally la fissava e le sorrideva con cordialità, ma per la maggior parte del tempo sembrava essere presa da quello che stava leggendo sul suo iPhone.

«Guarda un po' che cosa porta il vento qui» esclamò Ally, fissando dietro le sue spalle, rompendo così il silenzio che si era creato fra di loro.

Camila non poté evitare di farsi dominare dalla curiosità, si voltò e vide avanzare nella sala Ashley, Dinah e un altra ragazza, Beatrice se non andava errando.

«Mila» esclamò Dinah con un sorriso «Anche tu qui? Pensavo fossi tornata in albergo e che stessi già imprecando in tutte le lingue del mondo» prese posto al suo fianco.

Camila ringhiò qualcosa fra i denti e Dinah d'istinto l'abbracciò, facendola rilassare immediatamente fra le sue braccia.

«Comunque non è giusto che solo due persone sono rimaste soddisfatte stanotte, non è vero Dinah?» le chiese Bea alzando un sopracciglio.

Ashley, che sino a quel momento si era limitata a sedersi al fianco di Camila in assoluto silenzio, sorseggiando il suo caffè, per poco non soffocò quando Beatrice fece quella domanda inopportuna ed anche parecchio personale.

«Non so di cosa parli» disse fra i colpi di tosse, cercando di non sbrodolarsi.

«Si, dicono tutti così» ridacchiò Beatrice «Ma ricorda che ti conosco da troppo tempo e so riconoscere la faccia da «Ho fatto sesso stellare e, diavolo, l'ho fatto con la donna dei miei sogni»

Ally non poté trattenersi e scoppiò a ridere, guardando Beatrice dire quelle cose come se stesse parlando di quello che doveva comprare al supermercato quel pomeriggio, mentre spalmava una quantità considerevole di marmellata nel suo panino.

Ashley stava per dire qualcosa, quando il telefono di Camila squillò, interrompendo quell'armonia e facendole aggrottare le sopracciglia. Camila prese il telefono da sopra il tavolo e guardò il numero, rivolse uno sguardo veloce a Dinah e si alzò.

«Scusatemi, è mio fratello» spiegò, allontanandosi prudentemente dal tavolo.

***

«Luis?» disse Camila con un filo di voce.

«Sono Lauren, non volevo far sospettare qualcosa a tuo fratello, così ho chiamato con il suo telefono» affermò la voce dall'altro capo del telefono

«Cosa c'è?» Camila cominciò a mangiarsi le unghie dal nervoso

«Inventati qualcosa, non puoi venire in viaggio con noi, io e te... questa cosa deve finire» disse con sincerità Lauren

«Va be-bene, tranquilla non sarei venuta comunque, ho conosciuto una ragazza, penso di uscirci più spesso» disse prontamente Camila

«A quanto pare ero solo uno dei tuoi giocattoli»

«Non sono io quella sposata, ciao Lauren» Camila attaccò e tornò al tavolo con il telefonino stretto fra le mani ed un'espressione così diversa.

«Devo andare, ho bisogno di stare sola, scusatemi» lanciò un occhiata ad Ashley che la fissava un po' intristita.

«Dammi la mano» le disse con voce soave e la ragazza non si fece pregare due volte «Ecco, aspetto un tuo messaggio» scrivendole velocemente sul dorso della mano il suo numero di telefono.

«Cam-»

Ma Ashley non poté finire la frase, perché Camila le chiuse le labbra con le sue, in un bacio dolce e tenero allo stesso tempo. Quando si separarono Camila le sorrise, facendole una dolce carezza sulla guancia.

*****

Camila si lasciò cadere sul letto, portandosi una mano al volto e sospirando pesantemente pensando alla chiamata che aveva avuto con Lauren.

Fissò il soffitto in silenzio, ma lo squillò del suo telefono si intromise di nuovo fra lei e i suoi pensieri, questa volta non era una chiamata, erano due messaggi.
 

Lauren 12:49-

io e tuo fratello partiamo domenica, così Sinu ha deciso di fare una piccola cena sabato, spero di conoscere la tua 'amichetta'

 

Lauren 13:03-

apri la porta per favore? :(


Yay, finalmente sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo, è scritto un po' di merda scusatemi ma dopo una giornata di mare il mio cervello è un po' andato. 
come avete potuto vedere è spuntata una nuova fiamma per Camz, ora comincerete a capire un po' di più il titolo di questa storia :') 
per favore ditemi cosa ne pensate, adoro leggere le vostre recensioni.
grazie per leggere, un bacio :)

Ps: questo capitolo è dedicato a Chiara, @demisminepls su twitter :) 

 

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Capitolo 17
*** è finita ***


Camila 13:10:

-No Lauren, è finita.

Lauren mise il telefono in tasca, sospirò, chiuse gli occhi e una lacrima le rigò il viso.

Camila aveva chiuso con lei. Per sempre.

 

 

Non mi odiate, so che aspettavate un mega capitolo dove le camren finalmente ritornavano insieme, si coccolavano e bla bla bla, ma mi dispiace dirvi che 'Love&Hate' finisce qua... non preoccupatevi ho già in mente una seconda 'serie' se così si può chiamare, non so' quando la caricherò perché prima voglio iniziare a scrivere qualche capitolo, un bacio :) 

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Capitolo 18
*** NOTA: ***


Ma davvero pensavate che vi avrei lasciato con due righe? ahahahahahaha scherzetto, volevo vedere le vostre reazioni :') 
dovrete affogare ancora per molto nei camren feels prima di veder finire questa storia. 
Ps: penso di caricare un nuovo capitolo nel fine settimana :) 

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