Complicated di ghiacciointempesta (/viewuser.php?uid=175846)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .1 ***
Capitolo 2: *** .2 ***
Capitolo 3: *** .3 ***
Capitolo 4: *** .4 ***
Capitolo 5: *** .5 ***
Capitolo 6: *** .6 ***
Capitolo 7: *** .7 ***
Capitolo 8: *** .8 ***
Capitolo 9: *** .9 ***
Capitolo 10: *** .10 Epilogo ***
Capitolo 1 *** .1 ***
Era passato un anno. Un anno da quando era andata via da Londra, via dalle sue origini e dai suoi affetti.
Ma soprattutto dal suo amore inconfessato, nascosto forse per troppo tempo. Quell’anno ne erano successe di cose.
Chloe ricordava bene ogni singolo momento di quell’anno. Ricordava di aver passato tanto tempo con il suo gruppo di amici.
Forse troppo, perché se non gli fosse stata così legata probabilmente non sarebbe andata via. Ma forse è il caso di raccontarvi tutto dall’inizio.
Era il mese di Settembre quando tutto cominciò. Erano tutti a casa di Niall per festeggiare il suo diciannovesimo compleanno.
La musica era alta, le luci a led fortissime e i drink altamente alcolici.
Non ci volle molto per Chloe ad ubriacarsi, e fu ancora più facile finire a letto con uno dei suoi migliori amici.
Harry, appunto, era anch’esso ubriaco ed entrambi non erano in grado di capire la gravità della situazione.
Certo Chloe era libera, e anche Harry, ma quella serata aveva messo un bel limite tra loro e il resto del gruppo, soprattutto con Zayn.
Zayn era sempre stata l’ambizione di Chloe. Lei lo amava da tempo, e tutti lo sapevano tranne quest’ultimo.
La mattina dopo discussero entrambi con i ragazzi e Chloe, consapevole di aver fatto un grave errore, decise di uscire dalle loro vite, per non creare altri problemi.
Il giorno dopo partì, e due mesi dopo scoprì di essere incinta.
Chiamò Harry e parlarono della situazione, cercando di valutare ogni soluzione possibile.
Decisero di tenerlo, e qualche settimana dopo Harry traslocò a casa di Chloe, per iniziare la loro vita in famiglia.
Così, nove mesi dopo, nacque Elizabeth Anne Styles. Harry rimase con Chloe, per prendersi cura di lei e della bambina.
La loro famiglia era perfetta, se non per una piccola cosa: Chloe non poteva dire di amare Harry, e nemmeno Harry poteva dire lo stesso di Chloe, ma insieme amavano Beth.
Ed era ciò che li faceva andare avanti felici.
Una mattina, due settimane prima di natale, Chloe ricevette la chiamata di Louis.
Si sarebbe aspettata di tutto, ma non che la chiamasse ad un anno di distanza e le parlasse come se nulla fosse successo.
Ma Louis aveva quella capacità speciale di rassicurare le persone, e renderle in qualche modo felici.
Le chiese se volevano passare il Natale con loro, dato che avrebbe compiuto ventitre anni e voleva che loro ci fossero.
Precisò anche che per lui era molto importante che loro ci fossero.
Chloe era terrorizzata all’idea di rivedere quelli che, un anno prima, erano stati i suoi migliori amici.
Ma poi si disse che doveva andarci, per rivedere Louis, far rincontrare Harry con i ragazzi, e far conoscere a Beth delle persone importanti che avevano fatto parte della loro vita.
Così, la Vigilia di Natale, si ritrovarono a parcheggiare sotto casa Tomlinson, con l’ansia a mille.
<< Sta tranquilla. Andrà tutto bene. >> sussurro Harry a Chloe, stringendole la mano. La ragazza prese un profondo respiro, poi premette sul citofono.
Gli rispose una voce familiare, che riconobbe come quella di Niall.
<< Chi è? >> chiese.
Chloe non seppe cosa rispondere, e la prima cosa che le venne in mente fu dire: Harry.
Così fece, e poco dopo uno scatto segnalò che il portone era stato aperto.
Aprì il portone e lo mantenne con una mano, mentre Harry entrava con il passeggino.
Quando la porta si aprì, sia Chloe che Niall ebbero un tuffo al cuore.
Il biondo di fiondò sull’amica e l’abbracciò, facendola alzare da terra e volteggiare tra le sue braccia.
Chloe si sentì in paradiso avvolta in quelle forti braccia. Le era mancato così tanto Niall.
Il ragazzo la lasciò andare e abbracciò anche l’amico, per poi dare un piccolo bacio sulla fronte ad Elizabeth.
Appena Chloe entrò, fu presa da una ventata di ricordi.
Liam e Danielle la videro e anche loro corsero ad abbracciarla, dopodiché Chloe prese la piccola Beth e andò titubante a cercare Louis.
Infondo era merito suo se in quel momento era lì. Scorse Eleanor e, dopo essersi salutate e aver scambiato quattro chiacchiere, si lasciò condurre da Louis.
Si fermò appena a pochi centimetri da lui, che stava chiacchierando con un gruppo di amici.
Eleanor gli si avvicinò e, toccandogli la spalla, gli sussurrò che era arrivata. Lui si girò e, scusandosi con gli amici, le andò incontro.
<< Ciao Chloe.>> Le disse, abbracciandola mentre lei teneva ancora in grembo la figlia.
Lei poggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò stringere con affetto, reprimendo a forza qualche lacrima.
Ma non ci riuscì, e quando Louis si accorse che stava piangendo, la strinse di più e la portò via da quella folla che li circondava.
Quando la lasciò, Chloe si sentì più sollevata e face un sorriso sghembo, per rassicurarlo.
<< Tutto ok? >> Le chiese l’amico, e lei annuì con veemenza.
<< Oh, ma chi abbiamo qui… lei è Elizabeth, giusto? >> Prese la bimba in braccio, che gli sorrise.
<< Si, lei è Beth, ed ha sei mesi ormai. >>
<< Ha i tuoi occhi azzurri e i tuoi biondissimi capelli. È davvero bella, Chloe. La bambina più bella che io abbia mai visto. >> Chloe lo guardò, ringraziandolo con gli occhi.
<< Andiamo dentro? >> Le chiese Louis, sistemando Elizabeth tra le braccia della mamma. Lei annuì, e lo seguì in salotto.
<< Chloe, dov’eri? Ti ho cercata dappertutto! Penso che Beth debba andare a dormire, è piuttosto tardi per lei.>> Disse Harry, che le si parò davanti in un gesto fulmineo. Louis se la mise sottobraccio e lo guardò determinato.
<< Aspetta Hazza, dobbiamo fare una cosa prima… >> Disse, prima di trascinare Chloe da Zayn.
<< Ehi Zayn, ti ricordi di Chloe? >> Chiese innocentemente Louis.
Come non ricordarsela, Chloe. Zayn l’aveva sempre amata, ma da quando era successo l’incidente e lei era partita, aveva cercato di dimenticarla.
Aveva saputo che era rimasta incinta ed era andata a vivere con Harry, Louis aveva sempre un tono un po’ malinconico quando ne parlava.
Lui la ricordava ancora, bella e sorridente come sempre. Ma quando la vide non le sembrò la stessa persona.
Il volto stanco e gli occhi azzurri leggermente arrossati la rendevano vulnerabile come mai l’aveva vista.
Sulla fronte le si era formata una ruga di preoccupazione, che Zayn definì adorabile. In grembo portava una bambina dai capelli biondi e gli occhi azzurro mare.
Zayn dovette ammettere che era incantevole, la fotocopia della madre. La guardò un’ultima volta, prima di annuire rude.
Non voleva essere scortese, ma non riusciva ancora a dimenticare. Chloe abbassò la testa, cercando di rimuovere la delusione che c’era nei suoi occhi.
Zayn aveva provato dolore a vederla andare via, e forse solo adesso se ne accorgeva. Louis inventò una scusa e si dileguò in fretta, lasciandoli soli.
Si guardarono negli occhi e, un attimo dopo, una ragazza bionda affiancò Zayn.
Gli stampò un bacio sulle labbra e lo guardò, notando che aveva uno sguardo strano.
Si girò di lato e notò una donna di fronte a se, con una bambina adorabile in braccio.
<< Salve >> Disse Perrie solare, stringendo la mano di Zayn fino a far diventare le nocche bianche.
<< Ciao >> Rispose Chloe titubante.
<< Non credo che noi due ci conosciamo, io sono Perrie, la ragazza di Zayn.>> Disse la bionda di fronte a lei, guardandola con uno sguardo acceso di curiosità e porgendole la mano. Chloe la afferrò e la strinse, debole, facendo un sorriso sghembo e cercando di essere il più convincente possibile.
<< Io sono Chloe, una vecchia amica dei ragazzi. >> Disse.
<< Lei è tua sorella? >> domandò Perrie, mentre Chloe reprimeva una risatina sadica. Quella ragazza era davvero bella, ma apparentemente svampita e stupida.
<< No. È mia figlia Elizabeth. >> Rispose Chloe, senza aggiungere altre informazioni. Sarebbe stato troppo complicato spiegare, e sinceramente pensava non toccasse a lei farlo.
<< Oh, è così tenera! Non è vero, amore? Ti assomiglia molto, sai. >> Esclamò Perrie, senza avvicinarsi di un passo.
Chloe intuiva che Perrie volesse avvicinarsi alla piccola, ma non azzardò nemmeno a chiederlo.
Osservò Zayn in modo insistente, notando quando i suoi occhi fossero scuri e severi.
Sapeva bene che lui la odiava per essere sparita così rapidamente, per non essersi fatta sentire e per essersi poi presentata a casa di Louis dopo un anno, come se nulla fosse successo. Si odiava anche lei per questo, ma aveva dovuto farlo.
Distolse lo sguardo, osservando la riccia al suo fianco.
<< Scusate, adesso devo proprio andare. Piacere di averti conosciuto, Perrie. >> Disse Chloe prima di dileguarsi, rubando Harry da un animata discussione e portandolo con se nella camera degli ospiti.
Chiuse la porta lentamente, percependo una strana sensazione di sollievo al gesto. Harry avvertì che qualcosa non andava. Tolse la bambina dalle braccia della mamma e, mentre Chloe si preparava ad addormentare la piccola, iniziò a parlarle.
<< Che c’è, Chlo? >> Chiese il ragazzo, e lei lo guardò nei suoi meravigliosi occhi verdi.
<< C’è che ha voltato pagina, Harry. Ha una ragazza, bellissima che lo fa felice. Nutre profondo odio verso di me, e non mi stupirei fosse lo stesso nei confronti di Beth. Per te è diverso. Voi siede amici da una vita, lui ti ha perdonato – Harry fece una faccia scettica - o lo farà col tempo. Io invece sono imperdonabile. Eravamo amici, poi ho fatto una cazzata e sono scappata via, lasciando lui e i ragazzi qui senza nemmeno una spiegazione. Poi ho avuto anche la faccia tosta di contattarti quando ho scoperto di essere incinta, e sono sicura che abbiano pensato che volevo incastrarti. E scommetto che lo hai pensato anche tu. Ma non mi spiego come tu sia rimasto, forse per pietà, o perché Beth è tua figlia. Ma sei rimasto. Ed io non ho avuto il coraggio di fare lo stesso e scusarmi, sono solo stata brava a scappare via il prima possibile. E non sai quanto mi odio per questo. >> Disse lei, quando ormai la piccola si era addormentata.
La ripose nella culla e si andò a sistemare nel bagno. Quando ne uscì Harry la prese in contropiede e l’abbracciò stretta, come faceva durante la gravidanza, quando lei aveva delle crisi di pianto. E succedeva spesso.
<< Ehi, ehi, ehi. Io non ho mai pensato che tu volessi incastrarmi, nemmeno un attimo ho dubitato di te. E nemmeno i ragazzi. Ne abbiamo discusso prima che partissi e non hanno mai pensato che tu lo abbia fatto apposta. È successo, Chlo, eravamo ubriachi entrambi e non sapevamo cosa stavamo facendo. So solo che quando sei rimasta incinta l’unica cosa che ho pensato era: devo raggiungerla, devo starle accanto, lei è la madre di nostra figlia. E ho preso una decisione che anche gli altri hanno approvato. È normale che tu sia scappata, avevi paura di fargli del male. Non è colpa tua, Chloe. E sono sicuro che nemmeno Zayn lo pensa. Andiamo, quella ragazza poi è una bionda svampita , e non ha una cosa bellissima che tu hai, oltre la bellezza. >> Disse Harry, sciogliendo l’abbraccio.
Chloe si portò le mani agli occhi e ne asciugò le lacrime, prima di chiedergli flebilmente cosa.
<< Elizabeth. Lei è la cosa più bella e preziosa che hai, che abbiamo. Tu le dai un amore inimmaginabile, che non ho mai visto dimostrare a nessuno, nemmeno a mia madre. Ed è lo stesso amore che dimostri a me, materno e affettuoso come solo tu sai darne. E se Zayn non vuole capirlo, allora è un pazzo a lasciarti andare. >>
Le sussurrò accarezzandole la guancia.
Lei gli diede un lieve bacio a fior di labbra, come erano soliti fare.
Lo facevano per abituare Beth sin da piccola a vedere una coppia, e non un ragazzo e una ragazza che si ritrovano nella stessa casa a fare i genitori della loro figlia. Era una cosa fraterna, una cosa loro, che nessuno gli avrebbe mai tolto.
Controllarono un attimo la bambina, che dormiva beata nella sua culla, e uscirono dalla camera che Louis gli aveva ceduto.
La serata trascorse tranquillamente, tra qualche sorriso sghembo e qualche occhiata torva.
Chloe non riusciva ancora a sostenere un aria felice, né tantomeno indifferente, perciò ogni tanto spariva dalla circolazione e andava a prendere aria.
Dopo la sesta volta, Zayn si fece coraggio e si dileguò dal gruppo, raggiungendola anche se titubante.
Recuperò dalla tasca posteriore una sigaretta e l’accese, uscendo dalle porte scorrevoli del balcone.
Chloe se ne stava seduta su una sedia, con il viso tra le mani a respirare profondamente.
Appena alzò lo sguardo, portandosi una mano tra i capelli, notò la sua presenza e si irrigidì di colpo.
Zayn fece uscire una piccola nuvoletta di fumo, poi fece un qualche passo e si appoggiò alla ringhiera.
<< Sei qui. >> Disse, senza aggiungere oltre. Chloe capì che lo aveva detto più per auto convincersi, che per chiederglielo.
<< Si, sono qui. E non chiedermi perché, Zayn, non lo so nemmeno io. >> Rispose lei.
<< Ho fatto un enorme sbaglio a venire, e un altro ancora più grande sarà rimanere. Ma lo faccio per Harry ed Elizabeth. So che mi odi, Zayn. Ti chiedo solo di perdonare Harry, lui non c’entra niente. E di accettare Beth, perché fa parte della sua famiglia, che è di conseguenza anche la vostra. Poi sarai libero di odiarmi quanto vuoi. >> Concluse, alzandosi e avviandosi in salotto. Zayn spense la sigaretta e alzò lo sguardo, ammirando il panorama.
<< Io non ti odio, Chloe. Non l’ho mai fatto. >> Mormorò, quando ormai nessuno, oltre se stesso, poteva sentirlo.
Ehi!
Pensavate che fossi sparita eh?! In realtà mi ero presa semplicemente una piccola pausa per mettere in ordine le idee.
Ed eccomi qui con una nuova storia!
Spero vi piaccia, davvero, ci sto mettendo il cuore in questo nuovo racconto.
Care lettrici, fatemi sapere.
Lasciate anche una piccolissima recenzione, ho bisogno di sapere se questa storia vi piace o meno.
Un bacione e a presto.
- Giulie
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Capitolo 2 *** .2 ***
La sera dopo a casa Tomlinson erano le dieci, e Chloe se ne stava nella sua camera, a riflettere.
Costatò che, nei cinque minuti successivi, l’intera famiglia si sarebbe accomodata gentilmente a tavola, per dare inizio alla cena che lei stessa aveva preparato con cura la mattina precedente.
Era stato facile non partecipare, si disse. Aveva detto di non sentirsi bene, promettendo che sarebbe scesa più tardi a salutare.
Liam le aveva creduto, quando era andato a prendere la piccola Elizabeth e l’aveva portata al piano di sotto.
La verità era che non voleva disturbare l’incontro familiare che si stava svolgendo in religioso silenzio al piano di sotto.
Al tavolo c’erano rispettivamente: Louis e Eleanor con Johanna, la madre di Louis, i genitori di Eleanor e le piccole Tomlinson, Charlotte, Felicite, Daisy e Phoebe.
C’era anche Georgia, la sorella acquisita di Louis. A seguire, Liam e Danielle, con i rispettivi genitori.
Poi Niall, con sua madre Maura e Zayn, accompagnato da Trisha e Yazer, e le sorelle Doniya, Waliyha e Safaa.
Per finire c’era Harry, con Anne, Gemma, e Elizabeth rispettivamente la madre, la sorella e la figlia. C’era troppa aria di famiglia giù per Chloe, a cui lei sentiva di non appartenere.
Conosceva ogni singola persona lì, e convenne che non sarebbe stato corretto rovinare il loro momento d’amore.
D'altronde Elizabeth era lì, con suo padre e i suoi effettivi parenti, e lei non centrava niente in quel quadretto.
I suoi genitori erano morti quando lei era piccola, e la sua famiglia attuale si stava divertendo ed era felice.
Perché rovinare quel bel momento?
Aveva preparato le pietanze, con l’accortezza di cucinare senza carne di maiale e con alternative vegetariane, in modo tale che sia la famiglia di Zayn, sia Gemma e Georgia potessero mangiare tranquillamente.
Aveva lasciato tutto pronto in cucina, la tavola apparecchiata in soggiorno e le candele decorative accese. Poi era salita di sopra a preparare la figlia.
Sapeva che, se fosse salito Harry o addirittura Louis a prendere Beth, non l’avrebbero lasciata al piano di sopra.
Così aveva chiamato Liam, e seppure le si spezzasse il cuore nel vederlo con la faccia preoccupata, gli chiese di non opporre resistenza alla sua decisione.
E lui così fece. In seguito, si domandò ancora perché fosse venuta a Doncaster. Lei non doveva essere lì, non era il suo posto quella casa. Non doveva rovinare le loro vite oltre.
Di nuovo un senso di inadeguatezza la pervase, tanto che desiderò essere sul suo divano a piangere, piuttosto che in una camera per ospiti, seduta a gambe incrociate sul letto con il viso tra le mani.
<< Dio, è tutto buonissimo! Chi ha cucinato tutte queste fantastiche pietanze? >> Chiese Maura, la madre di Niall. Per un attimo tutti i commensali si guardarono negli occhi.
‘Già, chi ha cucinato tutte queste cose?’ Rimbombava una voce nella mente dei ragazzi. Louis capì subito.
<< Scusatemi un momento. >> Disse, avviandosi al piano superiore. Aprì la prima porta che gli si presentò davanti, quella di Chloe.
Bussò e, senza nemmeno attendere risposta, aprì e richiuse rapidamente la porta alle sue spalle.
Appena guardò davanti a sé vide Chloe abbastanza spaventata, che aveva portato una mano al petto e riprendeva a respirare regolarmente.
<< Diamine Louis, mi hai fatto prendere uno spavento. Ma che ti è saltato in mente?! Potevo anche essere svestita, lo sai? >> Disse lei, sconcertata.
<< Impossibile: chiudi la porta a chiave quando ti spogli. >> Disse Louis convinto.
<< Louis William Tomlinson, mi spii per caso? >> Chiese con le mani sui fianchi. Il moro assunse un’aria innocente.
<< Lo facevo quando eravamo più piccoli. O almeno, ci provavo, se tu non avessi lasciato ogni volta le chiavi nella serratura! >> Chloe lo guardò sconcertata e divertita, mentre faceva cenno all’amico di sedersi accanto a lei.
<< Allora, cosa ci fai qui? >> Gli chiese. Louis tornò serio e le appoggiò il braccio sulle spalle, stringendola a sé.
<< Questo è quello che dovrei chiederti io, non credi? Perché hai preparato tutte quelle cose e non sei giù con noi a cenare? Perché hai sempre paura di essere giudicata per tutto quello che fai? Davvero, non ce n’è motivo, e poi Maura acclama la cuoca! >> Le disse, facendola sorridere.
<< Devo proprio rispondere? >>
<< Direi di sì, altrimenti io mi sarò perso inutilmente quel delizioso arrosto di vitello che stanno servendo al piano di sotto. Dai, parla. >>
<< Louis, questo non è il mio posto. Io non appartengo più a Doncaster. E non appartengo più alla famiglia di Liam, Niall, Zayn o tua. E nemmeno a quella di Harry, a dir la verità. Ma Elizabeth sì, perciò è di lei che dovete occuparvi. Io non centro nulla con voi, l’ho detto ieri a Zayn e oggi lo dico a te. Voi non dovreste nemmeno avere contatti con me, figuriamoci convincermi a scendere a cenare! Dovreste odiarmi, invece qui l’unico che sembra riuscirci è Zayn. E fa bene. Anche io mi odio per quello che vi ho fatto passare. >> Disse Chloe seria, alzandosi dal letto ed iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza, gesticolando durante il discorso.
<< Chloe, la smetti di dire che dovrei, che dovremmo odiarti?! Io non credo che tu abbia fatto nulla per essere odiata, hai avuto una bimba bellissima, che ami, e questo non ti impedisce di essere una donna prima che una madre. Tutti ti abbiamo perdonata per essere andata via, Chloe. Eri spaventata, e non sapevi cosa fare. Adesso andremo giù e tu ti comporterai come se nulla fosse successo, perché tu fai ancora parte della famiglia, che ti piaccia o meno. >> Le disse Louis determinato.
Lei annuì, convinta più che mai che quando Louis si metteva in testa qualcosa, nessuno riusciva a fargli cambiare idea.
Aprì di scatto la porta e la trascinò fino al piano di sotto, dove tutti si fermarono ad osservarla.
Non le piaceva essere guardata con tutta quella curiosità, ma dopo un attimo di esitazione Anne si alzò e corse ad abbracciarla.
Si unì all’abbraccio anche Gemma e con lei le piccole di casa Tomlinson. Georgia rimase spaesata, poi decise che sarebbe stato più opportuno salutarla dopo.
Ad abbraccio sciolto, con somma sorpresa sia di Zayn che di Trisha e di Chloe, Yaser le si avvicinò e, facendole capire le sue attenzioni, le posò le mani sulle guance.
Chloe rimase immobile mentre sentiva le parole del signor Malik rimbombarle nelle orecchie.
<< Chloe, non badare a ciò che ti dice mio figlio. Molte volte non è cosciente di quello che dice. Casa Malik sarà sempre aperta per te e per tua figlia, d’accordo? >> Lei annuì, guardando in quegli occhi nocciola che la osservavano pieni di speranza. Gli stessi occhi che, la sera prima, l’avevano guardata freddi.
A quel punto anche Johanna guardava Chloe con affetto. Ma nel suo sguardo c’era anche orgoglio, gratitudine e appoggio.
Chloe sapeva che la stava ringraziando per essere scesa ed essersi unita alla sua nuova famiglia. Sapeva che Johanna l’aveva sempre appoggiata, su qualunque decisione.
Ed era fiera di lei come una madre è fiera del proprio figlio, perché Chloe aveva superato l’inferno ed aveva resistito, mettendo al mondo una bambina non prevista, ma amata nel migliore dei modi.
E poi la ragazza era sempre stata considerata come una figlia adottiva dalla famiglia Tomlinson, da quando la sua mamma era morta.
<< Vi prego, accomodatevi e continuate a cenare. Ero solo scesa a salutarvi. >> Disse.
<< Oh no cara! Adesso aggiungiamo un posto e ti unisci a noi. Sei davvero un’ottima cuoca, devo dirtelo. >> Confessò la madre di Liam che, assieme a quella di Danielle, erano sparite poco dopo nella cucina.
Aggiunsero un posto tra Harry e Gemma, e in pochi minuti fu inserita nella conversazione.
Era tuttavia ancora stordita dagli eventi, perciò continuava a stringere convulsamente la mano di Harry sotto il tavolo, che la guardava di sottecchi per controllare che stesse bene.
Dall’altro lato della sedia, invece, Gemma aveva allungato il braccio dietro la schiena di Chloe e continuava ad accarezzarle la spalla, guardandola ogni tanto, premurosa.
Chloe però gestiva tutte quelle azioni distrattamente, continuando ad osservare gli occhi indecifrabili di Zayn.
Ehi!
Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa straordinaria storia.
Mmmm... vediamo... abbiamo Chloe attanagliata dal senso di colpa, e un premuroso Louis che la convince a partecipare al cenone.
E poi abbiamo il padre di Zayn, che con le sue parole vuole farle capire che Chloe appartiene alla loro famiglia.
Ma veniamo a noi....
Che ne pensate?
Ho notato che nessuno ha recensito il capitolo precedente, e mi chiedo se non vi piaccia.
In tal caso, la elimino definitivamente, senza andare oltre.
Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate, e accetto assolutamente anche le critiche.
Ringrazio le 18 persone anonime che hanno letto il capitolo precedente.
Spero vi sia piaciuto.
A presto, Giulie.
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Capitolo 3 *** .3 ***
Il
mattino del 31
Dicembre una piccola luce
filtrava dalla finestra. Chloe
si alzò ad aprire la persiana per metà, prima di
prendere Beth e portarla nel
lettone con sé. Si sdraiò dal suo lato e la mise
a pancia in giù su di se, con
la testolina rivolta verso il papà. Harry, per
l’appunto, si trovava accanto a
Chloe, girato sul fianco nella loro direzione. E mentre lei accarezzava
la
schiena della figlia, il ragazzo la guardava attentamente, scrutando il
suo
profilo. I capelli biondo cenere, un po’arruffati. Gli occhi
azzurri,
leggermente schiariti dal sole, sembravano mostrare il mare
all’orizzonte, di
prima mattina. Harry passò ad osservare il suo mento,
perfettamente lineare ed
esaminò il suo profilo. Le braccia esili, le gambe magre e
il ventre piatto,
che si notava appena sotto la maglietta. Le mani delicate si muovevano
lente
sulla schiena della piccola Beth, rilassandola. Per un attimo Harry si
chiese
perché non ci provassero, perché non riuscissero
ad amarsi sul serio. Lui era
attratto da Chloe da sempre, poi quella notte aveva cambiato un
po’ le cose. Da
allora lei era diventata la compagna di vita, la mamma e la migliore
amica. Di
certo non sarebbe mai stata la sua ragazza, erano decisamente andati
oltre.
Certo però con un’amica non ci finisci a letto,
per poi vivere nello stesso
appartamento e avere una figlia. Ma quello non era stato voluto, si
disse. Era
stato difficile ritrovarsi a vent’anni con una figlia, questo
era sicuro.
Ancora di più per Chloe, costretta a rinunciare ad un amore
al quale non si era
mai dichiarata. Ma insieme ce l’avevano fatta, avevano
resistito, facendosi
forza a vicenda. Tornò
a guardare Chloe
negli occhi, incontrando il suo meraviglioso sguardo. Storse in modo
buffo la
bocca e allungo una mano sulla sua fronte, spostandole una ciocca di
capelli.
Dio se era bella.
<<
A cosa stai pensando,
Har?>> Gli chiese flebilmente.
<<
Penso che anche con
tutti i rischi che abbiamo corso e tutti gli errori che abbiamo fatto,
siamo
arrivati fin qui. E rifarei tutto daccapo Chloe. Beth è la
cosa migliore che ci
potesse mai capitare, nonostante il fatto che abbiamo solo
vent’anni.>>
Le disse, avvicinandosi al suo viso.
Chloe gli
sorrise, abbassando lo sguardo
su Elizabeth che emetteva dei versetti adorabili. Piantò i
suoi occhi in quelli
di Harry e gli sfiorò le labbra, lasciandogli un morbido
bacio al dolce sapore
di fragole. Harry le sorrise di rimando, mostrando le adorabili
fossette che si
portava dietro da bambino. Chloe poté accorgersi che i suoi
occhi smeraldo
brillavano. Si alzò lentamente, portandosi con se la bambina
e scese al piano
di sotto a fare colazione.
Non appena
appoggiò i piedi sul parquet, notò che in
cucina si stava svolgendo una deliziosa situazione romantica.
Liam e Danielle
se ne stavano tranquilli a bere cioccolata e scambiarsi sguardi
languidi,
mentre dal lato opposto del tavolo Eleanor puliva la bocca di Louis,
che si era
procurato i baffi con la panna.
Nel mezzo
c’era Zayn, in simbiosi con il suo
I-Phone, impegnato a messaggiare con qualcuno, molto probabilmente Perrie.
Elizabeth emise un vagito e
Chloe prese un
biscotto dall’apposita biscottiera posta al centro del
tavolo, dandoglielo poi
in mano. La piccola rise, distraendo tutti da ciò che
stavano facendo. La mamma
sorrise appena, e Niall allungò le braccia per prendere la
piccola.
La bionda,
ormai con le braccia libere, prese dalla credenza una bustina di Twinings, immergendola in una tazza
d’acqua bollente.
Zayn la
osservò fare tutti quei gesti meccanici, dettati
dall’abitudine che ricordava avere da adolescente. Ricordava
ancora i pomeriggi
passati a studiare e ripetere con lei per farle passare
l’esame. Era così
bella, e adesso la vedeva così fragile. I suoi occhi erano
davvero spenti,
opposti a quelli che ricordava avere un anno prima. Ma
l’incuriosivano ancora
di più con quel tono così freddo, misto tra il
grigio e il color ghiaccio.
Erano davvero attrattivi, belli e dannatamente affascinanti.
Zayn la
osservò
premere la bustina con un cucchiaino contro la tazza, per poi buttarla.
Aggiunse del miele e del limone, poi girò.
Il moro era
incantato dai suoi
gesti, e anche Louis ed Eleanor erano incantati a guardare quei
due.
Chloe
portò la tazza alle labbra, bevendo un piccolo sorso di
the.
Quando riabbasso
la tazza sul tavolo in linoleum, Zayn poté osservare le sue
labbra rosse e
gonfie, a causa della bevanda calda. Erano perfette, lisce e
probabilmente
molto morbide, con una magnifica forma a cuore. Per un attimo Zayn
venne colto
dall’irrefrenabile impulso di baciare la donna di fronte a
sé, poi si trattenne
per un soffio, dicendosi che era assurdo anche solo pensare a una cosa
del
genere, dal momento che lui era fidanzato e felice con Perrie.
Ma poteva
davvero ritenersi tale? La realtà la sapeva benissimo, ma si
rifiutava di
capirla e dare ragione al suo cuore. Aveva sperato per tutto quel tempo
che
Chloe ritornasse, ma ora che era lì, era apparentemente
troppo tardi, e troppo
complicato. O no? Sarebbe andato tutto liscio se lui avesse seguito i
suoi
sentimenti? Avrebbero iniziato tutto daccapo, se solo lei gli avesse
detto di
amarlo? Zayn non sapeva bene le risposte a tutte queste sue domande, e
la paura
lo induceva a rimanere nella situazione in cui si trovava.
D’altra
parte
succedeva lo stesso. Chloe se ne stava lì, ad osservare
Zayn, la sua pelle
olivastra, i suoi occhi color cioccolato e la sua bocca carnosa, che
tanto
avrebbe desiderato baciare negli ultimi sette anni. Ma la paura la
bloccava dal
mostrare i suoi sentimenti a quello che un tempo era stato suo amico,
ed ora si
rivelava il suo peggior disprezzante.
Ripose con cura la tazza nella
credenza,
dopo averla sciacquata e recuperò la figlia dalle braccia di
Niall. Salì al
piano superiore e cedette Beth al padre, che la vestì e la
portò con sé.
Rimasta sola, Chloe decise che sarebbe uscita di casa, e si
andò a preparare in
fretta. Uscì di casa poco dopo, avviandosi verso il centro
città, con le cuffie
nelle orecchie e mille pensieri per la testa.
Ehi!
Eccomi qui, puntuale come un fuso.
Che dire, in questo capitolo si capiscono un po' meglio i caratteri dei
protagonisti, di Harry particolarmente. Ma se l'avete letto
è inutile che io scriva questa precisazione.
Ringrazio le 75 persone che, complessivamente, hanno letto la storia in
anonimato.
Però, continuo a domandarmi perchè non recensite.
Credo che infondo questa storia faccia così schifo che non
vi scomadate nemmeno a buttare giù due righe di critica.
Lascio a voi il verdetto, e se questa storia riceverà
qualche recenzione, vuol dire che nn scrivo poi così a
vuoto.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
A presto.
Con Affetto,
Im_Your_Nightingale.
|
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Capitolo 4 *** .4 ***
Le
lucine di Doncaster, quel tardo pomeriggio, erano davvero
brillanti per essere appartenenti ad un negozio antico
d’antiquariato.
Chloe ne
rimase colpita ed entrò.
Le era sempre piaciuto quell’odore di antico, vissuto,
che si respirava in negozi del genere. Ma mai si sarebbe aspettata di
uscire di
lì spossata.
Appena entrò un odore di biscotti al cioccolato la pervase,
accompagnato dallo scampanellio che segnava la sua entrata. Mentre si
guardava
attorno notando oggetti di ogni tipo, un’anziana signora le
venne incontro con
in mano un vassoio fumante di biscotti. Aveva un colorato e lungo
vestito fatto
da tanti voilà rossi e arancioni e un paio di scarpette di
tela ai piedi. I
capelli erano biondo grano e cotonati, gli occhi di un azzurro cielo
brillante.
Il viso era segnato dalle rughe del tempo, non troppo pronunciate, e le
mani
erano curate, adornate da alcuni anelli e con le unghie smaltate di
rosso.
L’immagine di quella donna fece scappare un
sorriso a Chloe, che penso che la signora si sposasse benissimo con
l’ambiente
che la circondava. Non perché vecchio, ma perché
particolare e interessante.
<<
Vuoi dei biscotti, mia cara? >> Si sentì dire
la bionda, che annuì addentandone uno. Gocce di cioccolato,
un classico.
<<
Cos’è che può aver portato qui una
ragazza con un
visino così dolce come il tuo? >>
Domandò la signora.
Chloe ci rifletté a
lungo, ingoiando il boccone appena fatto.
<<
In realtà signora, posso sembrare angelica, ma non
credo di esserlo. >> Rispose, valutando le circostanze.
<<
E cosa avresti fatto, di grazia? >> chiese la
vecchietta.
<<
Ho avuto una bambina appena dopo essermi laureata, a causa di
una sbronza con un ragazzo, ho tradito così il mio migliore
amico del quale ero
e sono innamorata e ho avuto la faccia tosta di tornare dal passato e
di
chiedergli di perdonarmi. Mi creda, non sono per niente il prototipo di
una
brava ragazza. >> Rispose di rimando la giovane.
<<
Cara, la vita rende le persone forti. E le
costringe a fare scelte obbligate, a volte. E, beh, tu hai avuto
coraggio in questo
tuo breve pezzo di vita. Ma ricorda: non tutto è perduto.
Non avere mai
rimpianti nella tua vita. Rischia sempre. Ne varrà sempre la
pena. >> Le
disse la donna. Chloe ne rimase sorpresa, meravigliata e
confusa.
Ma, allo
stesso tempo, aveva capito cosa fare.
Uscì di lì solo dopo aver ringraziato la
vecchia donna, e si diresse immediatamente alla fermata del tram.
(...)
Appena
entrò in casa, Chloe sentì odore di famiglia.
Quell’odore particolare che si sente quando sei con le
persone che ami e non
vorresti essere in nessun altro posto al mondo. Le spuntò un
sorriso quasi
automaticamente. Posò la busta che aveva tra le dita e tolse
il cappotto. Appena
approdò in cucina, i volti stanchi di
Danielle e Eleanor le fecero capire che si era persa qualcosa.
<<
Oh cielo! Avrei dovuto aiutarvi a preparare il
cenone. Me ne sono completamente dimenticata. Scusatemi ragazze!
>> Disse
a sua discolpa.
<<
Non preoccuparti. Preparati piuttosto, perché Louis
ha gradi progetti per stasera. >> La informò
Eleanor.
<<
In che senso? >> Chiese, non capendo.
<<
Vedrai. Ti basta sapere che devi essere pronta per
le undici. >> Rispose sempre El.
<<
D’accordo, mi vado a preparare allora. A dopo.
>> Esclamò la bionda.
<<
A dopo. >> Risposero le ragazze. Chloe salì
al piano superiore e si andò a fare una bella doccia. Si
vestì e si truccò,
pronta per una serata della quale non sapeva assolutamente
l’esito. Scese al
piano di sotto e aiutò ad apparecchiare, per farsi
perdonare. Poi arrivarono i
ragazzi e, stranamente, Chloe notò che con Harry non
c’era Beth.
<<
Har, ma Beth? >> Chiese allarmata.
<<
Tutto sotto controllo, è da mia madre.>> Le
rispose, come se fosse un’ovvietà.
In
realtà Beth non era mai rimasta una
nottata intera con la nonna, e Chloe iniziò a preoccuparsi. Harry la
tranquillizzò, per quanto potesse, e
si misero a tavola. Dopo cena, i ragazzi sparirono a vestirsi e le
ragazze
rimasero in salotto. A quel punto, quando Chloe si fu libera dagli
sguardi
rassicuratori di Harry, chiamo Anne per chiederle come stava la
bambina. E solo
dopo aver parlato con la suocera si tranquillizzò, o almeno
ci provò. I ragazzi
scesero e uscirono tutti insieme e decisero di andare in un
locale.
Quando
entrarono, Chloe vide che c’era molta confusione, e si
recò al bancone. Prese un
Gin Tonic e lo bevve velocemente. Dopodiché cercò
una via d’uscita nei paraggi.
Quando finalmente riuscì ad uscire dal caos, si
ritrovò sulla terrazza del
locale. Appena arrivata, scorse una figura sul muretto.
Si
avvicinò incuriosita
a quella persona, ma appena gli arrivò di fronte
capì di chi si trattava.
Zayn.
Con un gesto
fulmineo scattò
all’indietro, ma prima che potesse voltarsi per andare via,
Zayn le aveva
afferrato il polso, costringendola a guardarlo.
E lei lo fece,
pensando che,
nel buoi della notte, gli occhi di Zayn non erano mai stati
così meravigliosi.
Le parve che
quegli occhi le gridassero ‘Resta’
nonostante
il ragazzo non avesse
aperto bocca.
Lei rimase lo
stesso.
Fece qualche
passo in avanti e lo abbracciò
d’impulso. Zayn ricambiò stringendola forte. Le
era grato che l’avesse fatto.
Chloe era così bella. I suoi capelli avevano ancora quel
magnifico odore di
mandorle e li portava sciolti e ribelli, proprio come piacevano a lui.
E i
vestiti che indossava, la rendevano ancora più attraente di
quanto lei già non
fosse.
Era Fantastica.
Sciolsero
l’abbraccio, e entrambi per un istante
sentirono staccarsi reciprocamente una parte di sé.
Per un attimo Zayn venne
colto nuovamente dall’impulso di baciarla. Poi
pensò a Beth, e a Harry, e si
trattenne.
E poi, al piano di sotto c’era la sua ragazza, non poteva
fare cose
sconsiderate.
Guardò Chloe alla luce della luna e scoprì che
non l’aveva mai
dimenticata. L’amava, l’aveva amata dal primo
giorno che l’aveva vista e
l’amava ancora, malgrado tutto.
Ma non poteva dirglielo, non adesso che le loro
vite erano cambiate. Sarebbe stato solo un enorme casino dirle la
verità
adesso. C’erano di mezzo troppe persone.
Distolse gli occhi da lei e si guardò
le mani, in continuo nervosismo. Chloe era imbarazzata dalla
situazione.
Sapeva
che Zayn la odiava, allora perché le aveva chiesto
implicitamente di restare? E
poi, perché la guardava in quel modo? Era tentata
dall’impulso di andarsene, ma
rimase. Non si può sempre fuggire da tutto, no?
<<
Perché mi hai chiesto di restare, Zayn?
>>Disse, mentre dalla bocca le sfuggivano le parole. La
domanda spiazzò
Zayn, che si mise sulla difensiva.
<<
Non l’ho fatto. >> Rispose con tono
distaccato, che proprio non gli si addiceva.
<<
Lo so. I tuoi occhi l’hanno fatto al posto tuo.
>> Disse lei. Zayn non rispose.
Chloe ormai aveva perso la
pazienza e sospirò, decisa una
volta per tutte ad andarsene.
Ma proprio quando stava per voltarsi, Zayn la
prese alla sprovvista e la baciò. Le posò le mani
sulle guance e lei rimase
immobile.
Quando si staccarono, Zayn scese dal muretto dov’era seduto e
torno
al piano inferiore, mentre Chloe guardava verso l’orizzonte,
senza riuscire a
togliersi dalla testa il pensiero che le labbra di Zayn fossero
così
dannatamente morbide.
Ehi!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto
;)
Ringrazio
nalessandraHM e Anny_Anny05 per aver recensito, mi fa piacere che vi
piaccia la storia.
Ringrazio
anche le 140 persone che, complessivamente, hanno letto la storia.
Bene,
detto questo, vi aspetto nell'area recenzioni ;)
A
presto.
Im_your_Nightingale.
<3
|
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Capitolo 5 *** .5 ***
La mattina
successiva Chloe si
sentiva ancora più spossata della sera prima.
Ricordava tutto, forse fin
troppo bene.
Ricordava del terrazzo, del bacio, e soprattutto del modo in cui subito
dopo
Zayn si era rapidamente dileguato dalla porta di servizio. Ricordava
anche di
aver visto Perrie e Zayn assieme, lei preoccupata
dall’espressione del suo
ragazzo gli accarezzava le guance, e lui, il viso nella mia direzione,
teneva
lo sguardo puntato su di lei, che parlava con Harry.
L’ultima cosa che ricordava
era, appunto, di aver chiesto ad Harry di riportarla a casa. Ricordava
che lui
si era preoccupato per lei. Ma non aveva fatto domande, almeno per il
resto
della serata. Si aspettava che, appena tornati a casa, le avrebbe fatto
qualche
domanda, anche solo per sapere se stava bene.
Invece nulla.
L’aveva
semplicemente fatta salire in macchina e l’aveva portata a
casa. Aveva chiuso
la porta, appeso il cappotto, e l’aveva seguita di sopra. Si
era messo il
pigiama e si era steso sotto il piumone, abbracciando Chloe e
accarezzandole i
capelli per farla addormentare. Ed era questo che Chloe
apprezzava di Harry.
Era il motivo per cui non aveva bisogno di sapere cosa fosse successo,
sapeva
che c’era qualcosa che non andava, e allora pensava a farla
stare meglio. Non
gli importava sapere per forza ogni piccolo dettaglio, sapeva che prima
o poi
sarebbe stata lei a parlargliene. Ma parlargli di cosa? Infondo era
stato Zayn
a baciarla, e per quanto lei lo volesse da quando aveva almeno quindici
anni,
era stato lui a far accadere tutto. In maniera tanto fulminea, poi, da
sembrare
frutto dell’immaginazione. Proprio quella mattina, mentre
teneva la testa
appoggiata sul petto di Harry, e le sue braccia le circondavano i
fianchi,
Chloe sentiva che quel bacio, così inaspettato,
l’avrebbe stravolta per sempre.
Ma, più di ogni altra cosa, sentì di dover
parlarne con Harry. Si tirò su nel
letto, e guardò l’avvenente ragazzo accanto a
sé.
<<
Harry devo parlarti.
>> Disse in tono serio. Harry sapeva che, con quel tono,
Chloe voleva
parlarle di qualcosa di importante.
<<
Riguarda ieri sera,
vero? >> Disse, e lui lo sapeva. Sentiva
che era successo qualcosa.
<<
Si.>> Rispose la
bionda. Ci fu qualche secondo di sordo silenzio, nel quale entrambi
pensarono
di dover essere sinceri, l’uno con l’altro.
<<
Ieri sera... ecco... Zayn...
m-mi ha... Zayn mi ha baciata, Harry. >> Disse con calma,
cercando di
misurare le parola. Ad Harry mancò
il
respiro, ma cercò in tutti i modi di non darlo a vedere.
L’idea che qualcun
altro, oltre lui, avesse baciato le labbra di Chloe, lo faceva
impazzire. Ma
Chloe non era innamorata di lui, ma di Zayn. E doveva accettarlo. Sforzò un sorriso.
<<
E non sei contenta?
>> Rispose, prendendole le spalle.
<<
Si... No... non lo so,
Har. >> Disse lei, con le mani davanti alla faccia,
confusa.
<<
Come non lo sai? Non
sei innamorata di Zayn da sempre? >> Chiese Harry,
sebbene quelle parole
gli costassero care.
<<
Si, ma adesso non è lo
stesso, Harry. Sono cambiate tantissime cose. Ho Elizabeth, ho te, e
c’è
Perrie. E poi mi ha semplicemente baciato, è scappato subito
dopo, senza darmi
nemmeno spiegazioni. E’ impossibile, Har.>>
Spiegò, sebbene lei voleva
che fosse possibile. Harry capì che lo diceva andando contro
il suo cuore, e,
anche se lui si era innamorato di Chloe, si sentì in dovere
di contraddirla e
rassicurarla.
<<
Nulla è impossibile. Guarda
noi! La nostra situazione vista dall’esterno è
impossibile, eppure noi la
viviamo. Basta solo che tu lo voglia. E poi, non credi di dovergli
chiedere
spiegazioni? Magari quel bacio lo sentivate entrambi. Dovresti
parlargli,
Chloe. >> Conclude il riccio, deciso. Non può
vederla soffrire ancora, e
se questo significa soffrire, sopporterà il dolore pur di
vederla felice. Lei
sospira affranta.
<<
D’accordo, ci parlerò.
Non sei arrabbiato, vero? >> Chiese, temendo il peggio.
<<
Dovrei esserlo?
>> Domandò Harry retorico.
<<
No, è solo che... sai,
siccome viviamo insieme, e quindi tecnicamente ‘stiamo
insieme’, pensavo che ti
avrebbe dato fastidio. >> Spiegò la bionda.
Harry la guardò mimare le
virgolette e a quelle parole gli si frantumò il cuore.
Voleva tanto dirle che
era geloso marcio, eppure non mosse un muscolo.
<<
Chloe, sta tranquilla,
non sono arrabbiato. Il fatto che abbiamo una bambina implica che
viviamo
assieme, ma io non ti impedirò mai di vederti o sentirti con
qualcuno. Sei
libera di fare ciò che vuoi, è la tua vita. Non
mi devi giustificare nulla.
>> Disse a malincuore. Chloe lo abbracciò di
slancio, e Harry la
strinse forte, consapevole di aver fatto
la scelta migliore. Seppure non per lui.
(...)
Ed eccoli
lì, dopo aver fatto
tutte le valigie, scendere giù per le scale. Posano tutti i
bagagli
all’ingresso, si mettono i cappotti, coprono bene la piccola
Elizabeth. Gli
altri li raggiungono all’uscio, con il cuore stretto in una
morsa. Louis
vorrebbe far quadrare ogni tassello,
vorrebbe che tornasse la pace e la felicità in quella che,
infondo, era pur
sempre una famiglia. Vorrebbe tanto dirgli di restare, ma sarebbe tutto
inutile.
Sa bene che ogni tentativo andrebbe vano, che Chloe non rimarrebbe mai,
un po’
per lavoro, un po’ perché quella situazione sta
diventando davvero troppo. Ma
vorrebbe davvero sistemare tutto. Anche
Eleanor, e Liam, e Danielle, e Niall pensano la stessa cosa. Anche loro
vorrebbero far tornare tutto a un anno prima, a quando Chloe si
laureava e
andavano tutti a festeggiare in un ristorante carino vicino Londra. E
invece
Zayn vorrebbe tornare alla sera prima, nell’attimo esatto in
cui l’aveva
baciata, per avere la forza di rimanere e stringerla forte fra le sue
braccia,
invece di scappare come un ladro che ha appena rubato una collana di
diamanti.
Avrebbe voluto davvero confessarle il suo amore, dirle che non era mai
riuscito
ad odiarla davvero, perché era troppo cieco
d’amore per lei per non vedere
quanto male gli stava procurando. Voleva dirle che aveva pensato a lei
ogni
giorno da quando era andata via, e ogni giorno si chiedeva se mai
sarebbe
ritornata. Ma era rimasto zitto. Chloe ed Harry erano davanti a loro,
consapevoli che era il momento di dirsi addio. E lei sentiva, stavolta,
il
dolore intenso e straziante di un abbandono lento e sofferto. Harry
salutò
tutti, in modo da facilitarle il compito. Lei strinse fra le braccia la
piccola
Beth e avanzò verso Niall, che le strinse a sé,
così forte da non volerle più
lasciar andare. Poi toccò a Liam e Danielle, che si
raccomandarono con lei come
fanno i genitori con le figlie maggiori. Eleanor le baciò
entrambe, facendosi
promettere che avrebbero chiamato appena arrivati. Chloe
annuì e passò oltre.
Gli occhi lucidi di Louis luccicavano appena, e lui si
affrettò a coprirli con
le mani. Chloe lasciò Elizabeth ai suoi piedi e
posò le sue mani su quelle di
Louis, scostandole. Raccolse qualche lacrima che era scesa e lo
abbracciò.
<<
Torno. Te lo prometto.
Ti prometto che ci rivediamo Louis, ma ti prego, smettila di piangere.
I tuoi
occhi meravigliosi si rovinano così. >> Gli
sussurrò all’orecchio,
riuscendo a farlo sorridere.
Un’altra stretta, poi la lasciò, sfiorandole
appena la guancia con le sue mani grandi e paterne. Dalle spalle di
Louis,
Chloe vide lo sguardo di Zayn. Poi sentì un leggero
strattone. Era la piccola
Elizabeth che, dopo essere stata bruscamente mollata a terra dalla
mamma,
reclamava di tornarle in braccio. Chloe la riprese e gli si
avvicinò,
aspettando da lui il primo passo. Non sapeva proprio cosa fare dopo la
sera
precedente.
<<
Beh, allora ciao,
Chloe. >>
<< Ciao, Zayn.
>>
Si limitarono a dire, freddi e distaccati come al suo arrivo. Zayn si
chinò per
lasciare un leggero bacio sulla tempia di Beth, dopodiché
scambiò un ultimo
sguardo con Chloe, prima che lei si voltasse e avanzasse verso la
porta, già
aperta e con Harry che sistemava i bagagli in macchina. Scese i pochi
gradini,
poi arrivò fino alla portiera e l’aprì,
lasciando Elizabeth sul seggiolino
mentre Harry, dall’altro lato, le metteva la cintura. Chloe
sbatté la portiera
posteriore ed aprì quella del passeggero, abbandonando la
borsa sotto il
cruscotto.
E fu un attimo.
Chloe si
sentì chiamare e, un attimo dopo, due braccia
possenti la stringevano all’altezza delle scapole, e il
profumo di Zayn le
impregnava la pelle.
Ehi!
Non
vi tratterrò a lungo, anche perchè vado parecchio
di fretta. Spero vi piaccia.
Grazie
a voi che leggete la storia, siete tantissime/i. Aspetto con ansia le
vostre recenzioni.
Un Bacio.
Im_your_Nightingale.
|
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Capitolo 6 *** .6 ***
Is
this
the place we used to love?
Is
this
the place that I’ve been dreaming of?
Erano
partiti, da dieci minuti ormai, e quella porta era rimasta freddamente
chiusa
dopo che Chloe era andata via.
Zayn, seduto proprio sulle scale di fronte, la
fissava con rabbia. Quella porta chiusa, infatti, stava a significare
che Chloe
si era chiusa tutto alle spalle, che era venuta per scusarsi e, non
essendo
trattenuta da nessuno, se n’era andata chiudendo quel
capitolo della sua vita,
forse per un po’, forse per sempre. I ragazzi sistemarono la
casa, rifecero i
letti, riposero l’albero al suo posto e controllarono
più volte, preoccupati,
l’amico rimasto immobile dalla partenza della bionda. Zayn in
realtà pensava a
come si era sentito la notte di Capodanno, dopo quel bacio. Nulla era
da
spiegare, il suo cuore andava alla rapidità di un fulmine
solo a ripensare a
quel breve contatto. Eppure l’aveva lasciata andare, di
nuovo, stavolta per
sempre. Era più che certo che Chloe non sarebbe tornata, non
di certo per non
essere ascoltata di nuovo. Lui sapeva di essere cocciuto, eppure le
condizioni erano
troppe da accettare. Non c’erano solo loro due.
C’era di mezzo Perrie, Harry, e
più di tutti la loro figlia. Ma questi erano davvero degli
ostacoli? No, era
difficile da ammettere, ma Zayn sapeva che alla base delle
incomprensioni c’era
proprio lui. Era stato lui a non dire nulla per farla rimanere, pur
sapendo che
una sola parola sarebbe bastata a farla restare.
Quell’abbraccio per strada era
una tacita richiesta di aiuto, di aiuto a rivelare il proprio amore, ad
abbattere tutte le difese che assumeva per non essere ferito. Sapeva
che Chloe
non avrebbe fatto tutto questo per lui, semplicemente perché
anche lei era
distrutta, erosa e consumata dall’amore. Anche lei aveva
difensive da demolire,
fiducia da coltivare e difficoltà a rivelarsi. Entrambi
avevano bisogno l’uno
dell’altro, eppure sembravano talmente distanti, impossibili
da raggiungersi
l’un l’altro. Zayn si alzò, dopo aver
passato più di venti minuti a fissare quel
rettangolo di legno massello, e andò in camera sua, grato
che nessuno avesse
cercato, in qualche modo, di consolarlo. E solo, in quel fioccante
pomeriggio
di Gennaio, si sdraiò sul suo letto e pianse tutte le
lacrime che aveva a
disposizione.
Dall’altra
parte di Doncaster,
mentre lentamente viaggiavano verso casa, Chloe scorse un posto a lei
familiare.
Chiese ad Harry se potessero fermarsi per qualche minuto, e lui
accostò l’auto
accanto al cancello, accogliendo la sua richiesta. Lei gli chiese se
potesse
rimanere sola, e lui annuì, consapevole che Chloe avesse
bisogno di tempo per
pensare. La ragazza scese, chiuse la portiera e si incamminò
oltre il cancello
appena aperto. Harry spense la macchina, dando un’occhiata
alla figlia seduta
dietro sul seggiolino per accertarsi che stesse dormendo. Poi
posò entrambi i
gomiti sullo sterzo e si portò la testa tra le mani, confuso
e angosciato più
che mai. La prima cosa di cui si accorse, dopo essere rimasto in
silenzio per
qualche minuto, era che il suo cuore aveva uno strappo. Appena
accennato, anche
se ben delineato da una rottura netta e decisa. E un attimo dopo, anche
parecchio dolorosa. Guardò davanti a sé, fissando
l’orizzonte, mentre gli occhi
smeraldo si velavano inevitabilmente di lacrime. Prese un lungo
respiro,
facendo uscire appena un rantolo di disperazione, poi si
affrettò a coprirsi la
bocca, sperando di non aver svegliato la sua bambina. Si
asciugò le lacrime
fuoriuscite, dandosi palesemente del deficiente e inveendo contro se
stesso nei
suoi pensieri. Si disse che era così stupido, nel credere di
sentire il suo
cuore stappato. Era una sensazione impossibile da percepire con i
sensi, eppure
sentiva che quello strappo era proprio lì, a farlo sentire
ancora più stupido
di quanto non fosse stato quella stessa mattina, quando Chloe le aveva
confessato del bacio. A quel pensiero lo strappo gli bruciò,
dando una
sensazione inverosimile di pizzicore alla parte sinistra del petto.
Eppure
Harry amava Chloe così tanto. Se ne era accorto da poco, e
aveva cercato in
tutti i modi di non lasciar trasparire alcuna emozione, sebbene un
miscuglio di
esse lo stavano logorando dentro. Prima tra tutte la rassegnazione del
fatto
che Chloe amava Zayn. Poi la frustrazione di amare senza essere
corrisposti. In
seguito la gelosia nei confronti di Zayn, che avrebbe potuto averla se
solo non
fosse stato così cocciuto e orgoglioso. L’unica
cosa che lo faceva mantenere la
calma era Elizabeth. Lei era la sua piccola, e con o senza amore di
Chloe,
sarebbe rimasta per sempre sua figlia. Si voltò verso di
lei, il visino
angelico posato delicatamente sulla testiera del seggiolino. Si sporse
dal
sedile e allungò la mano verso la sua piccola e paffuta
guancia, lasciandole
una delicata carezza. Fece un sorriso sghembo, concentrandosi a pensare
solo
alla sua piccolina. Tirò un’ultima volta su col
naso, controllo allo
specchietto di avere un espressione pressoché neutra, e
iniziò ad osservare
distratto l’orizzonte.
Nel frattempo
Chloe diede un’occhiata in giro,
rendendosi conto che era tutto ricoperto di un velo di ghiaccio e neve.
Avanzò
ancora, fino ad arrivare ai piedi del laghetto. Lo osservò
bene, con il suo
colore grigiastro e contornato dal bianco candido della neve. Si
passò una mano
tra i capelli, vaporosi e morbidi, e sospirò, indecisa se
continuare o meno.
Poi avanzò, arrivando alla quercia secolare, dove ad un ramo
era appesa
un’altalena di legno. Il candore bianco rendeva quel posto
ancora più dolce e
speciale, pensò. Sotto quella quercia quante volte aveva
studiato assieme a
Zayn, quante volte avevano fatto la battaglia del solletico, quante
volte
l’aveva spinta su quell’altalena. Ricordi di un
tempo, di quando era
un’adolescente, di quando era innamorata di Zayn e non
gliel’aveva mai detto,
di quando andava ancora con Louis a prendere le sue sorelle e vedeva
film sul
divano con Niall, ingurgitando patatine. Quanti ricordi lì.
Chloe si sedette
sull’altalena, fissando l’orizzonte. Avrebbe potuto
tenersi stretto tutto
questo, si disse, se solo fosse stata più matura. Certo,
Elizabeth era una
benedizione, ma lei voleva godersi un altro po’ di
quell’indipendenza, di quella
libertà, di quell’adolescenza e spensieratezza che
aveva avuto prima. Ora era
una mamma, non poteva mostrarsi debole, non poteva lascarsi trasportare
dagli
eventi, seguire il proprio cuore. Ora doveva prendersi cura di sua
figlia,
occuparsi di lei, aveva delle responsabilità e non poteva
concedersi di
prendere nulla alla leggera. Le mancavano tanto i pomeriggi di noia, le
serate
con gli amici, il proprio spazio. Avrebbe dovuto parlare con Zayn,
dirgli che
l’amava prima di partire, un anno fa. Magari le cose
sarebbero andate
diversamente. Ma non lo aveva fatto. Aveva preso il primo treno ed era
scappata
via. Anche la sera precedente avrebbe voluto aprire il suo cuore,
finalmente,
dopo quel bacio. Ma Zayn era scappato via, come se quel bacio fosse
stato un incidente,
un errore. Non le aveva lasciato nemmeno il tempo di parlare, che era
andato
via. E quella mattina, quell’abbraccio. Chloe sapeva che
voleva che restasse.
Ma non poteva sempre essere lei a farlo. Voleva sentirselo dire, forte
e
chiaro, quel ‘resta’. Voleva che lui ammettesse di
aver bisogno di lei. E lei
sarebbe restata, pensò. Lei sarebbe restata per lui,
perché lo amava. Ma non
poteva sempre fare le cose per tutti e due. Già quando si
era scusata, l’aveva
fatto per entrambi. E anche quando, la sera prima, era rimasta in
terrazzo e
l’aveva abbracciato, l’aveva fatto per entrambi.
Zayn non riusciva ad esternare
ciò che provava, ma non ci provava nemmeno. E lei era stanca
di fare le cose
per tutti e due. Nonostante quella mattina fosse tentata dal baciarlo,
aspettò
che l’abbraccio fosse sciolto e salì in macchina,
partendo il più velocemente
possibile. Le relazioni sono fatte di interminabili compromessi, si
disse, e se
Zayn non fosse sceso anche lui a compromessi, lei non avrebbe
più fatto nulla.
Fece un sorriso amaro, tornò a guardare per
l’ultima volta l’orizzonte, e si
avviò verso l’uscita. Ritornò in
macchina, accorgendosi che dei piccoli fiocchi
di neve le si erano depositati sui capelli. Harry le sorrise e le
chiese se
stesse bene. Lei annuì e lui accese la macchina, ripartendo
verso casa. E
mentre Chloe guardava fuori dal finestrino, dicendo addio per
l’ultima volta a
quel magnifico luogo, si accorse che qualche fiocco di neve le si era
depositato anche sul cuore.
Salve ragazze!
|
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Capitolo 7 *** .7 ***
Every
step you take, every move you make,
Every
single day, and every words you say,
I
am
watching you.
Every
Breath You Take – The Police
<<
Ma secondo te Zayn ci
pensa? >> Domandò Margaret
all’amica, seduta di fronte a lei.
<<
A cosa? >>
Chiese Chloe, senza degnarla di uno sguardo, continuano a scrivere
l’articolo.
Le aveva raccontato tutto ciò che era successo a Doncaster, e un minuto dopo se ne era
pentita.
<<
A cosa, secondo te? Al
bacio, ovviamente! >> Esclamò la rossa. Chloe
alzò la testa di scatto,
fulminandola con lo sguardo.
<<
Ti prego, Maggie,
possiamo evitare di parlarne? Non è così
semplice. >> Mormorò, chinando
la testa.
<<
No, è semplicissimo.
>> Disse Maggie in tono severo. << Sei tu
che lo complichi, Chloe.
Beth non è un problema. E nemmeno Harry. Ma li stai facendo
diventare tali. Tu
non te ne accorgi nemmeno... >> Disse poi la rossa,
cercando di
abbandonare il discorso.
<<
Di cosa non mi
accorgo, Margaret? Dimmelo, perché io proprio non lo so.
>> Rispose
arrabbiata la bionda. Non riusciva a credere che la sua amica la stesse
criticando per ciò che aveva fatto. Ma d’altronde
non ci era lei dentro fino al
collo, o no?
<<
Non ti accorgi che
Harry è innamorato di te. Mio Dio, si vede lontano un miglio
che ti muore
dietro. Ti viene a prendere a lavoro, ti riempie di regali, ti tratta
come una
principessa. E credimi, sono stata tanto di quel tempo con voi da
potermene
accorgere. Harry ti ama. Eppure tu lo tratti come se fosse solo
‘il padre di
tua figlia’. Come fosse uno che si è trovato al
posto sbagliato nel momento
sbagliato, e soprattutto con la persona sbagliata. E come se non
bastasse, con
questa cosa che è successa con Zayn lo stai distruggendo
ancora di più. Se ami
davvero Zayn parlaci, chiarite, mettetevi insieme se vi amate, ma
smettila di
far soffrire Harry, perché davvero non se lo merita. Lui
è quello che ci sta
rimettendo di più in questa storia. Perciò apri
gli occhi, Chloe, o te ne
accorgerai troppo tardi, credimi. >> Le urlò
contro Margaret, prima di sparire
dalla porta dell’ufficio.
Chloe rimase
impietrita per
qualche minuto, prima di riprendere a respirare. Inviò
automaticamente il file
che aveva di fronte e spense il computer, voltandosi verso
l’enorme vetrata
alle sue spalle. Puntò lo sguardo dritto verso il cielo e
rifletté sulle parole
di Margaret. Aveva forse ragione? Infondo, se avesse parlato con Zayn,
forse le
cose si sarebbero sistemate.
Stupida,
concentrati su quello che ti ha detto Maggie!! Le
urlò
la parte più remota del suo cervello.
È
vero, si riscoprì a pensare.
Harry la trattava come una pietra preziosa, qualcosa di fragile del
quale
prendersi cura con molta attenzione. Eppur lei non aveva mai neppure
pensato di
guardarlo sotto quell’aspetto. No, si disse, erano tutto
fuorché amanti. Lui
era il padre di Beth e lo sarebbe sempre stato, ma non significava
nulla più di
quello. E se lui si stesse illudendo? Chloe scosse la testa, cacciando
indietro
il pensiero. Si disse che, se fossero arrivati a tal punto, lei avrebbe
messo
in chiaro le cose. Harry poteva capirla. Si, ma lei era disposta ad
ascoltare
il cuore di Harry? Non ne era sicura. D’altronde,
l’ultimo weekend era stata
una vera e propria rivoluzione nella sua vita. Diede una breve occhiata
all’orologio e acciuffò il cellulare dalla
scrivania, per mandare un rapido
messaggio.
Harry, passo a
prendere Beth. Vado da sola.
Ci vediamo a
casa, Chloe.
Lo
inviò e prese velocemente la
borsa e il cappotto, per poi correre verso l’ascensore.
Saltò sul primo taxi e
diede l’indirizzo dell’Harmony PlayHouse,
l’asilo della figlia. Non più di
venti minuti dopo era fuori il grande cancello, quando la bambina le
corse fra
le braccia entusiasta. Chloe la prese e le diede dei sonori baci sulla
guancia,
prima di rimetterla con i piedi per terra e avviarsi alla prima
gelateria. La
piccola Elizabeth prese un’enorme gelato alla fragola,
nonostante fosse
Gennaio, e lo mangiò di gusto accanto alla madre, che
rifletteva ancora su ciò
che era successo in ufficio. Chloe penso a Elizabeth, a cosa sarebbe
successo
se lei avesse deciso di provare a stare assieme a Zayn. Si diede della
stupida,
per aver fatto tutte quelle supposizioni e per tutti quei ‘E Se?’ che le condizionavano
la vita. Ne avrebbe parlato con Harry,
e avrebbero trovato una soluzione. Non c’era
null’altro da fare. Osservo sua
figlia mentre tutta impiastricciata di fragola le sorrideva, e rise di
gusto
assieme a lei. La pulì alla bell’è
meglio e la prese per mano, pronta a tornare
a casa. Quando varcarono la soglia dell’appartamento Beth
corse tra le braccia
del papà, impegnato a guardare la televisione, mentre Chloe
gettò i suoi
decolté nell’angolo dell’ingresso e la
sua giacca su un tavolino adiacente. La
borsa finì chissà dove, e lei si gettò
a peso morto sul divano, finendo con la
testa sulle ginocchia del riccio. Sorrise, mentre piegava le ginocchia
e
puntava i piedi sul bracciolo del divano bianco. Alla sua sinistra,
Harry
teneva sua figlia, inginocchiata sul tessuto, mentre appoggiava la
testa sulla
spalla del papà. Lasciò un bacio sulla fronte
alla piccola, poi passo una mano
sulla guancia della bionda, sorridendo in modo agrodolce. Di nuovo
Harry si
chiese dove sarebbero potuti finire lui e Chloe, e di nuovo si disse
che non
avevano futuro. Immaginò loro due, l’uno nelle
braccia dell’altro nel giardino
di casa Styles, mentre si baciavano e la piccola Elizabeth giocava a
rincorrere
farfalle. Scacciò il pensiero, guardando nei profondi pozzi
blu che gli stavano
scrutando il mento. Diavolo, com’era bella Chloe. Aveva
sempre avuto una strana
propensione per lei, ma la bionda non aveva mai visto oltre
l’amicizia. E forse
il messaggio che gli aveva inviato poco prima ne era
l’ennesima prova. Era
freddo, distaccato, quasi formale e diplomatico. D’altronde,
Chloe era di Zayn,
e l’opposto, anche se non stavano realmente insieme.
C’era un filo connettore
tra di loro, indistruttibile persino dalla distanza e dal tempo. Harry
fissò lo
sguardo verso la tv, pensando di dover chiarire una volta per tutte i
suoi
sentimenti per la ragazza, e viceversa. Beth lo guardò,
premendogli una manina vicino
alla bocca, come a cercare la fossetta che gli si formava sempre quando
rideva.
<<
Paapà! >>
Esclamò per attirare l’attenzione. Harry
spalancò gli occhi e Chloe scattò a
sedere.
<<
Cos’hai detto Beth?
>> Disse il moro guardandola.
Lei sorrise e
ripeté: <<
Paapà! >>
Harry e Chloe si
guardarono,
increduli, per poi sorridere vistosamente.
<<
Sai dire
qualcos’altro, Betty? >> Disse la bionda. La
piccola annuì.
<> Si
sforzò la piccola, imbronciandosi. <<
Ma...mmma! >> Esclamò poi.
Harry la prese in braccio e la fece volteggiare a mezz’aria,
entusiasta. Quando
fu tra le braccia del padre, Elizabeth rise di cuore e si
lanciò verso la
mamma, che la stringeva forte.
<<
Le tue prime parole
Betty, hai detto le tue prime parole! >> Gridò
con gioia Chloe. Harry le
abbracciò entrambe, sorridendo, e sua figlia poté
vedere e toccare finalmente
le fossette che tanto le piacevano del padre. E per un attimo furono
solo loro,
senza ripensamenti, senza aspettative o dubbi. Una famiglia normale,
una
famiglia felice.
Ehi!
Salve
ragazze, sono tornata.
Ho
notato che alcune di voi hanno avuto un dispiacere nel vedere questa
storia sospesa,
motivo
per il quale ho deciso di riprendere in mano questa trama.
Spero
che voi lettrici capiate che la mancanza di recenzioni e il periodo
estivo rende il tutto un po' più difficile.
Nonostante
ciò, spero di avere esiti positivi per questo capitolo,
sarebbe un buon modo di ritornare il carreggiata.
Va bene, vi lascio. Vi sono grata se state leggendo questo sproloquio,
vuol dire che ci tenete davvero alla storia e mi sopportate per questo.
Vi voglio bene.
Un Bacio.
Blueballoon
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Capitolo 8 *** .8 ***
It isn’t easy for me to
let it go
Cause I
swallow every single word
And every whisper, every sigh
It swept this heart of mine
And there is a hollow in me
Sweet Nothing - Calvin Harris Ft. Florence Welch
<<
Oh,
davvero? Ma è fantastico! >>
Esclamò Louis dal giardino di casa
Tomlinson. Zayn era seduto sul dondolo, tutto incappucciato, come
faceva da
qualche giorno a quella parte. Più precisamente, da quando
Chloe era partita
per Londra. Da un paio di settimane se ne stava lì tutto il
giorno, a pensare,
a piangere, a urlare e a pregare perché lei tornasse. Louis
aveva acconsentito
ad accoglierlo a casa sua, dal momento che la sua ragazza era in Italia
per
lavoro e Perrie non lo andava a trovare da un po’. Si era
preso cura di lui,
consolandolo per quanto possibile e facendolo ragionare il
più delle volte.
Zayn era distrutto. Ogni volta che Louis cercava di spostare i discorsi
su
qualcosa che non fosse Chloe, lui ritornava all’argomento
principale e allora
Louis lo spronava a riprendersi, o almeno a fare qualcosa. Il punto era
che non
sapeva proprio cosa fare. Parlarle, una volta per tutte o partire,
andare il
più lontano possibile da tutto e tutti e dimenticare? Si
torturava giorno e
notte su questi due punti, e quando non pensava, scriveva. Le
più belle canzoni,
poesie, frasi d’amore mai scritte. E si liberava, anche se la
sensazione durava
poco. Louis cercò di allontanarsi il più
possibile da Zayn, per continuare a
parlare al telefono con Chloe.
<<
Chloe, tu sai che non voglio farti sentire in
colpa, ma Zayn sta veramente, veramente male. E lo sai che non te lo
direi se
non fosse davvero grave. >> Mormorò alla
cornetta il ragazzo. Chloe
sospirò, mettendo Elizabeth tra le braccia del
papà. A Londra, quella mattina,
c’era stranamente il sole, e Chloe stava preparando la figlia
per portarla a
scuola. Si sistemò la gonna del vestito e guardò
l’orologio appeso alla parete.
Aveva una riunione, e avrebbe fatto irrimediabilmente tardi. Poi si
fermò un
attimo dietro la porta della cucina, per rispondere a Louis.
<<
Lo so, Louis. Anch’io sto male. Ma non possiamo
fare nulla. Io devo continuare la mia vita e lui la sua,
com’è stato
nell’ultimo anno. Adesso scusami, ma devo portare Beth a
scuola. Ti richiamo
presto. Ti voglio bene. >>
<<
Ti voglio bene anch’io Chloe. >> Rispose
sconsolato Louis. Aveva sperato di far ragionare almeno uno dei due, ma
sembrava dare scarsi risultati su entrambi i fronti.
Chloe
chiuse la
comunicazione ed entrò in cucina, trovando Harry che puliva
il visino a
Elizabeth sporco di latte al cioccolato. Acciuffò la borsa e
il cappotto suo e
della figlia, per poi prepararle in fretta la cartella.
<<
Chloe non preoccuparti, la porto io a scuola. Vai
al lavoro. >> La rincuorò Harry, prendendola
per le spalle. Lei lo
abbracciò.
<<
Grazie Har. Ho una riunione importante e forse mi
promuovono, non posso mancare. >> Spiegò,
infilandosi la giacca. Harry la
liquidò con un ‘vai’ e un bacio sulla
fronte, prima di vederla sparire oltre le
scale.
<<
Cos’ha detto, Louis? >> Chiese Zayn.
L’amico
gli si sedette accanto e gli passò un braccio dietro le
spalle, pronto ad
esserci non appena sarebbe crollato.
<<
Che Betty ha detto le sue prime parole ieri. ‘Papà
e Mamma’ , in quest’ordine. >> Disse
divertito. Zayn accennò un sorriso
sghembo.
<<
E?>> Lo incitò a continuare. Il castano si
limitò a stringergli un po’ di più la
spalla, senza rispondere. Diversamente da
come si aspettasse il ragazzo, Zayn contrasse semplicemente la
mascella, prima
di prendere una decisione.
<<
Vado a parlarle. >> Disse, l’amico lo
guardò
in viso. Non c’era traccia di rabbia, lacrime, frustrazione o
disperazione. Era
solo Zayn. La sua determinazione. Si alzò e si diresse in
casa, e Louis lo
seguì.
<<
In che senso vai a parlarle? >> Chiese
confuso. Il moro prese un borsone e ci buttò dei vestiti a
caso.
<<
Nel senso che vado a Londra a parlarle. Devo
parlarle Louis. Devo sapere se anche lei prova quello che provo io, e
se
possiamo provarci. In caso contrario, quando tornerò
ricomincerò daccapo. Non
resterò ad aspettare che lei torni, non un’altra
volta. >> Louis incrociò
le braccia e sospirò, rassegnato.
<<
Prendi la mia macchina. >> L’amico si
fermò
di scatto, guardandolo in faccia.
<<
Come scusa? >>
<<
Hai capito benissimo. >> Disse, prima di
essere travolto dal suo abbraccio.
<<
Ok, può bastare. Finisci di fare le valigie, ti
prenoto un albergo. >> Affermò Louis, uscendo
dalla stanza. A borsone
finito, Zayn si fece dare l’indirizzo dell’albergo
e le chiavi della macchina.
<<
Sta attento ok? E fammi sapere cosa succede. Non
vorrei preoccuparmi ulteriormente. Ti voglio bene Zayn.
>>
<<
Anch’io Louis. E grazie. >> Detto
ciò salì in
macchia, mise in moto e partì verso l’autostrada.
Nel tardo
pomeriggio, proprio mentre stava percorrendo il
viale di casa sommersa dalle buste della spesa, Chloe notò
una figura seduta
fuori il portone del palazzo. Si avvicinò sospettosa,
valutando se era il caso
di andarsene oppure proseguire. Appena capì chi era la
persona in questione
rallentò, decidendo che sarebbe stato molto più
opportuno andare via. Quando fu
davanti a lui notò che fosse leggermente scosso, eppure
aveva un espressione
seria e determinata. E Chloe si ritrovò un mare di domande
affollarle la mente,
tra qui spiccavano le due più allarmanti: Cos’è
successo? e Perché sei
qui?
Ma, facile da
immaginare, fu la seconda ad uscire automatica
dalle sue labbra senza che nemmeno se ne accorgesse. Zayn la
osservò, e non
seppe come descriverla. Stanca, sicuramente. Preoccupata anche. E
incuriosita,
forse. Ma sicuramente, si disse, Chloe era infelice.
E vederla così lo uccideva.
<<
Possiamo parlare? >> Chiese il moro sviando
la sua domanda.
<<
Ho l’impressione che non te ne andrai finche non
avremmo parlato, perciò non ho altra scelta.
>> Rispose Chloe, aprendo il
cancello del palazzo.
Salirono le scale
in religioso silenzio, prima di entrare
in casa Styles/Sanders. La prima
cosa
che pensò Zayn entrando era che si sentiva il tocco di
Elizabeth in quella
casa. I giocattoli sparsi qua e la, i pastelli abbandonati sul tavolo
da pranzo
e una barbie svogliatamente lasciata mezza nuda ai piedi della
cameretta ne
confermavano la presenza. Il ragazzo abbozzò un sorriso,
prima di seguire Chloe
in cucina. La bionda posò le borse della spesa sul tavolo e
lo invitò a sedersi
con un cenno del capo, prendendo a sistemare ogni cosa al proprio
posto. Zayn
la osservò con attenzione, cercando di recepire ogni minimo
segnale di
nervosismo o fastidio nei suoi movimenti, ma non trovò
nulla. Tuttavia sapeva
che Chloe non era affatto tranquilla, anzi. Aveva mascherato bene ogni
sentimento, forse per abitudine di proteggersi dagli altri, da
ciò che
l’avrebbe fatta soffrire. Una cosa era certa: lei stava
provando qualcosa
mentre lui la osservava. Chloe finì di sistemare
l’ultimo pacco di biscotti
nella busta e si fermò, con i polsi appoggiati al lavello,
rivolta verso Zayn.
Non riusciva proprio a capire perché fosse lì.
Dopotutto l’aveva palesemente
rifiutata, senza nemmeno provare a fermarla. Eppure, per un attimo, le
tornarono alla mente le parole di Margaret. Ma
secondo te Zayn ci pensa? Evidentemente sì. Ci
aveva pensato, altrimenti
non sarebbe stato nella sua cucina, a Londra, in quel momento.
<<
Perché sei qui, Zayn? Ti prego dimmelo, perché io
non ci capisco più nulla. >>
<<
Dovevo vederti. Chloe, sappi che per me è difficile
dirti quello che sto per dire, ma devo farlo. Quando sei andata via, un
anno
fa, mi hai ferito. Ho sentito il mondo crollarmi addosso, volevo
chiudermi in
casa e non uscirne mai più. Poi ho iniziato ad odiarti, o
almeno ci ho provato.
Ho tentato di odiarti per tutto quel tempo, in tutti i modi, e mi ero
anche
convinto di esserci riuscito, di averti chiuso in un cassetto del mio
cuore e
di averti sigillato lì, mentre riprendevo in mano la mia
vita. Poi sei
ritornata, e il cassetto è riesploso nell’istante
esatto in cui sei apparsa
davanti ai miei occhi, con lo sguardo stanco e una bambina dai capelli
ricci
tra le braccia. Ed ero confuso, spossato, frastornato. Ho cercato di
ignorare
il fatto che l’odio che mi ero costretto a provare era solo
delusione di averti
visto sparire dalla mia vita. Non potevo esserci ricaduto, mi dicevo. E
invece
era così. Io ho sempre provato qualcosa per te. E quella
sera, su quel
terrazzo, per un attimo mi sono illuso di poter tornare a un anno fa, a
quella
maledetta festa in cui avrei dovuto dirti che ti amavo. Ma non
l’ho fatto allora,
e dopo quel bacio mi sono reso conto che non si poteva tornare
indietro. C’era
in gioco troppo. Così ho cercato di renderti le cose
più facili, in modo che
fosse meno doloroso ripartire stavolta. Ma in queste due settimane mi
sono
accorto che un vuoto che avevo cercato di tappare prima, si
è allargato in
proporzioni esorbitanti e il desiderio di averti con me è
ricomparso come un
fiume in piena. Io ti amo Chloe. Ti
amavo l’ultimo anno delle superiori, ti amavo
l’anno scorso, ti amavo due
settimane fa e ti amo adesso. Ma
ho
bisogno di sapere se anche tu mi ami nello stesso modo in cui ti amo
io.
>> Concluse Zayn, a pochi centimetri da lei.
Chloe chiuse gli
occhi per
un attimo, valutando se stesse sognando o meno. In tal caso sarebbe
stato un
terribile incubo. Poi li riaprì e seppe che no, non stava
sognando.
<<
Zayn, con che coraggio sei partito da Doncaster
stamattina per dirmi questo? Per venirmi a dire, dopo un anno che mi
sono
sentita uno schifo, che mi sono data la colpa per il tuo odio, di
amarmi. Hai idea di come sia distrutta io? Di come io mi odi
per quello che
ho fatto? Ho costretto Harry a fare il padre di una bambina che non
voleva, me
ne sono andata con il solo scopo di proteggervi, di proteggerti. Ti
amavo
anch’io Zayn. Ti amavo dal terzo anno di liceo. Ti ho amato
ogni singolo giorno
e non te ne sei mai accorto, sempre occupato da altro. E quando sono
tornata
non mi aspettavo certo di essere accolta a braccia aperte, sapevo di
meritarmi
il tuo odio e il tuo disprezzo per essere andata via così.
Ma con quel bacio di
Capodanno non ci ho capito più nulla. Sapevo che volevi che
restassi, te lo si
leggeva negli occhi. Ma non potevo essere sempre io a prendere le
decisioni,
Zayn. Dovevi fermarmi tu, dovevi dirmi che mi amavi e che ne eri
disposto a
correre il rischio. Ma non mi hai detto niente, se non “Ciao,
Chloe”. E vuoi saperlo, Zayn? Io ti
ho amato per
tutto questo tempo, ma adesso non ti amo più.
>> Sussurrò
forzatamente.
Ogni parola le
era costata cara, ma non poteva dire le cose
come stavano. Ammettere che l’amasse ancora gli avrebbe fatto
nascere false
speranze, oltre che un nuovo dolore. E ora che Chloe conosceva i
sentimenti di
Zayn e stava iniziando a capire quelli di Harry, non poteva mettere lei
prima
di tutto. Sarebbe quindi stato meglio distruggere Harry andandosene da
una vita
che lei gli aveva imposto, o lasciare che Zayn incassasse il colpo e si
costruisse una nuova vita, felice con qualcun altro? Seppure
autodistruttiva,
la soluzione appariva evidente. E omettendo di amarlo, aveva reso a
Zayn più
facile il compito. A volte bisogna mettere la propria
felicità dopo quella di
qualcuno altro. Qualcuno che in precedenza ha messo la propria in ombra
per
aiutarti. E quel qualcuno era senza dubbio Harry. Perciò
Chloe inghiottì le
lacrime e le parole che non avrebbe mai estratto in presenza di Zayn e
lo ferì,
consapevole che le avrebbe voltato le spalle, stavolta in maniera
definitiva.
Il ragazzo
boccheggiò, ferito ma inespressivo. Era finita,
la battaglia era terminata e lui ne era uscito battuto, sconfitto dal
suo
stesso amore. Chloe stava mentendo, lo sapeva. Non era mai stata brava
a
recitare. Zayn capì che non voleva soffrire più,
e che anche se provava
qualcosa non si sarebbe lasciata più andare.
Accettò la sua decisione e non si
oppose, consapevole che glielo doveva. Lei era stata male e lui non
aveva fatto
nulla per farla stare meglio, lasciando che si odiasse per qualcosa di
cui non
aveva colpa. Serrò la mascella, non severo ma ferito e
deluso, capendo che era
il momento di andare via.
<<
Credo non ci sia altro da dire allora. Addio,
Chloe. >> Disse, prima di avvicinarsi piano e sfiorarle
una guancia. Poi
andò all’entrata e, così velocemente
come era entrato, Zayn uscì da quella casa
e dalla sua vita. Chloe si sentì improvvisamente vuota, si
strinse tra le
braccia e si liberò dei singhiozzi e delle lacrime che
scendevano come cascate.
Tenne la testa china e si sfogò per un tempo interminabile.
Quando le lacrime
furono esaurite, ne asciugò le scie umide e si condusse in
camera da letto, ricomponendosi
per l’arrivo di Harry e Elizabeth e chiudendo un capitolo
della sua vita.
Et Voilà!
Rieccomi
con il nuovo capitolo, anche se dopo tanto tempo.
L'ispirazione è poca
e la scuola è alle porte.
9 Settembre ti odio,
sappilo.
In ogni caso, spero vi
piaccia.
Grazie per aver letto e un
bacione.
Blueballoon.
Chloe: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=94303181&.locale=it
|
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Capitolo 9 *** .9 ***
If you’re
pretending from the start like this
With
a tight grip then my kiss,
Can
mend you’re broken heart
I
might miss everything you said to me.
And
I could lend your broken parts
That
might fit like this,
And
I would give you all my heart,
So
we could start it all over again.
-
Over
Again, One Direction.
Harry stava
parcheggiando sotto casa
quando vide Zayn. Era sicuro fosse lui, con quei capelli corvini e
l’andatura
cadente.
Doveva
essere Zayn, entrato velocemente nella Volvo –
molto
familiare per lui - parcheggiata davanti casa sua e partito
con la stessa
rapidità verso la superstrada.
Zayn
era qui, rimbombava il suo cervello,
in un eco fastidiosa e costante. Era ovvio che cercasse
Chloe, ed era
altrettanto ovvio che l’avesse trovata a casa.
Il panico
s’impossessò di lui e
strinse forte il volante, tanto da far diventare le nocche bianche.
Beth
scalpitava al suo fianco, ansiosa di scendere dalla macchina e
abbracciare la
mamma, ma lui non le dava attenzione.
Era
venuto a riprendersela.
Forse.
Forse
no.
Ma il dato di
fatto era lei non c’era nella sua macchina.
Slacciò
velocemente la cintura di sicurezza alla figlia e la prese per mano,
cercando
di metterci il più tempo possibile a salire le
scale.
Sapeva che,
con ogni
probabilità, Chloe stesse piangendo.
Ma non era
quella la ragione.
Non sapeva
come affrontarla.
Cosa le
avrebbe detto? Infondo lui l’amava, l’amava
davvero.
Non aveva le
parole adatte per consolarla stavolta, e sentiva il disperato bisogno
di essere consolato anche lui.
Chloe
amava Zayn, l’aveva sempre fatto.
E
allora perché non era andata via con lui?
La risposta la
sapeva bene:
Elizabeth.
Lei era
l’ancora che la teneva ancora a Londra, ancora in redazione,
ancora con lui.
Chloe si
colpevolizzava troppo di tutto, ed era
sbagliato.
Lei aveva
diritto alla felicità come chiunque altro.
<<
Papà? >> Domandò la
piccola, non sapendo dire nient’altro.
<<
Piccola, facciamo così:
adesso andiamo dalla nonna, ok? >> Le disse,
riallacciandole le cinture.
La piccola
annuì. Non ci volle molto
per ripartire, così velocemente da non accorgersene.
Chloe aveva
bisogno di tempo. E
Harry, lui aveva bisogno di aiuto.
<<
Mamma, è questo il punto.
Non mi ama, non ha senso costringerla ad una vita in cui lei
è infelice. Non
voglio questo. >> Concluse rassegnato il riccio. Anne lo
guardò con fare
preoccupato e materno, prima di parlare.
<<
Hai già preso una decisione
allora. Non c’è bisogno che io ti dica nulla, so
che farai la cosa giusta. Ma
devo chiederti una cosa, Harry. Tu la ami? >>
<<
Io tengo molto Chloe, e
voglio che lei sia felice. E se l’unico modo per renderla
felice è mandarla da
Zayn, lo farò. So di amarla, perché la
lascio andare via. >>
Affermò convinto. La madre l’abbracciò.
<<
Allora la tieni tu Betty?
>> Le chiese.
<<
Si, non preoccuparti. Ti
aspettiamo stasera. >>
Quando
entrò, Chloe era seduta sul
divano a gambe incrociate, lo sguardo perso nel vuoto e il volto
stanco,
smorto. Le si avvicinò con cautela, fino a inginocchiarsi
davanti a lei, per
poterla vedere al meglio. Lei tirò su col naso, pronta ad
affrontare qualunque
cosa. Quella qualunque cosa che non arrivò. Harry
sospirò un paio di volte,
prima di prendere le sue mani nelle proprie e stringerle.
<<
Harry... >> Gemette
lei. Lui annuì.
<<
Se adesso ti dico una cosa,
mi ascolterai? >> Col capo fece un gesto affermativo. Se
avesse aperto
bocca, il suono delle parole spezzate dalle lacrime l’avrebbe
distrutta.
<<
Và da Zayn. Io ti amo, ma
lui ti ama più di me. Per una volta - una sola
nella vita - ascoltati e
agisci nel modo migliore per te e nessun altro.
Io starò bene,
Elizabeth si abituerà, ma tu e Zayn avete il diritto di
essere felici. Adesso
alzati da lì, prendi le chiavi della macchina e ferma
quell’idiota prima che
raggiunga Doncaster. >>
Chloe
guardò Harry incredula, prima
che altre lacrime le solcassero il viso. Lo abbracciò,
così forte da farle male
le braccia e lo baciò, con passione e disperazione. Come si
da un ultimo bacio.
Poi afferrò le chiavi che Harry le stava porgendo e corse
alla porta, giù fino
all’ultimo gradino delle scale e oltre il portone, infilando
le chiavi nella
toppa con così tanta foga che mettere in moto
risultò un gesto automatico.
Partì a tutta velocità, mentre gli alberi
sparivano all’orizzonte e
l’autostrada si faceva spazio nel verde. Iniziò a
nevicare, ma non importava. Provò
a chiamarlo, ma senza successo. Due ore dopo arrivò a
Doncaster, a casa di
Louis. Corse fuori dalla macchina, percorrendo con velocità
la stradina che
portava al portoncino di casa Tomlinson e poi lo vide, nella neve,
camminare
piano con la borsa in spalla, a testa china. Si avvicinò
lentamente, poi lo
chiamò.
<<
Zayn! >>
Gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Lui
l’aveva riconosciuta, quella
voce e si girò, fissandola spiazzato.
<<
Aspettiamo questo momento
da una vita, quindi perché non la smettiamo di mentire e
ammettiamo che lo
volevamo dall’inizio? Potrebbe mancarmi quello che mi hai
detto. Io ti amo,
Zayn. Rincolliamo i cocci dei nostri cuori insieme?
>> Lui l’ascolto,
commosso e felice. Poi le corse incontro, prendendola tra le braccia e
baciandola.
<<
Volevo questo sin
dall’inizio, la tua stretta forte e un tuo bacio.
>>Sussurrò lei,
baciandolo di nuovo.
<<
Che ne dici se ricominciamo
tutto daccapo? >> Propose il moro. Lei annuì e
insieme risero, nella
neve. Chloe e Zayn, Zayn e Chloe.
|
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Capitolo 10 *** .10 Epilogo ***
Epilogo.
Premessa.
Scusate,
scusate, scusate,
scusate!
Lo so, sono imperdonabile,
sto postando a
quasi un anno dall’ultima volta!
E’
solo che, per vari
problemini, mi ero completamente dimenticata di questa storia, ed
è
comprendibile che nessuno la legga, capirei.
Ma non potevo lasciare Zayn, Chloe e Harry senza un finale.
Perciò, eccoci qua. Buona lettura, e scusate
ancora.
Vi
voglio bene, mie care lettrici. Un
bacio a tutti. Grazie. Blueballoon.
You and I, we don’t
wanna be like them,
We can make it till the
end
Nothing can come
between you and I.
You
and I – One Direction
Chloe
fece il giro della stanza
più volte, assicurandosi di aver posizionato tutto come
dovuto. I festoni erano
al loro posto, la tavola era imbandita di ciotole con patatine e pop
corn e
c’erano pizzette ovunque. Le bibite erano rigorosamente
gassate e la torta era
riccamente adornata da caramelle gommose dai mille colori fluorescenti.
I
palloncini svolazzavano ovunque e il bancone della penisola era pieno
di
pacchettini e bustine. La bionda sorrise, radiosa, e corse ad accendere
lo
stereo mentre la sua principessa usciva dalla camera. Un diadema con
pietre
viola sulla testa e un leggero vestito a rouche lilla, fece un giro su
se
stessa e lasciò svolazzare il vestitino davanti a sua madre.
Chloe, dall’altra
parte del salotto, fasciata da un tubino grigio, si portò le
mani a coprire la
bocca, commossa. La sua piccolina. Così grande. Bussarono
alla porta di casa, e
lei s’affrettò ad aprire, vedendo tanti bambini e
tante mamme accorrere in
casa. Sorrise e li accolse, occhieggiando di continuo verso
l’orologio appeso
appena sulla porta della cucina. Guai se non fossero arrivati in tempo.
Servì
gli aperitivi alle mamme e presero a chiacchierare.
<<
Allora Chloe, come va
la tua carriera? >> Chiese la madre del piccolo Jake.
<<
Benone. Si, insomma, l’articolo
sull’economia del Medio Oriente del mese scorso è
andato bene, e sto lavorando
a un nuovo progetto. >>
<<
Ah sì? E tipo? >>
Chiese Hanna, madre di Annie.
<<
Non posso rivelarvelo,
non finché non è in stampa. Ma sarà
una sorpresa, decisamente. >> Le
amiche ridacchiarono, annuendo. Nel frattempo Chloe prese il cellulare
e
compose un numero vagamente familiare.
<<
Pronto, El, sono Chloe.
Senti puoi passarmi Zayn, Harry o qualsiasi altro? >>
Chiese infuriata.
<< Ah non sono lì, eh!? E per caso sai dove
sarebbero, in questo preciso
istante? >> Si portò una mano alla fronte,
mentre sospirava. << Ok,
grazie. No, non preoccuparti, capisco che non potete lasciare il lavoro
su due
piedi così. Vabbene, le faccio gli auguri da parte vostra.
Scusami per prima.
Ciao!>> E
riattaccò. Possibile che
non arrivassero mai in tempo quelli lì?
...Nel
Frattempo...
Cazzo,
cazzo, cazzo! Ma perché quest’aereo ci mette
così tanto ad atterrare,
dannazione? Pensò
Zayn Malik, intrappolato sul suo sediolino
dall’assistente di volo, che lo pregava gentilmente
di allacciarsi la cintura per l’atterraggio.
Borbottò, stufato, e obbedì. Basta
che atterri, perché siamo in ritardo! Sbraitò
mentalmente. Sicuramente Chloe era arrabbiata, anzi, a dirla tutta, era
proprio
incazzata
nera, per il loro immenso ritardo, il problema era
che, per motivi di
sicurezza, la sera non avevano potuto prendere l’ultimo aereo
per tornare in
tempo e avevano passato tutta la nottata nella sala d’aspetto
dell’aeroporto,
mentre pensavano al modo
migliore per raggiungere le loro due donne nel minor tempo e possibile.
Chloe
era all’oscuro dell’inconveniente e avrebbe
continuato a tartassare Eleanor,
quella poveretta, per sapere dov’erano. Osservò le
nuvole, candide e
tranquille, e pensò alla sua piccola Elizabeth, i suoi
occhietti vispi e le sue
guanciotte paffute. L’avrebbe avuta tra le braccia tra non
molto, eppure
fremeva. Harry, il padre effettivo della bambina, era pressappoco dello
stesso
umore, seduto accanto a lui. Avevano sempre mantenuto i rapporti quei
due, e
dopo un viaggio di lavoro con il resto dei ragazzi, erano entrambi
esausti. Fremevano
dalla voglia di raggiungere casa, se non altro per non perdersi Elz che
spegneva le candeline.
Dio,
Chloe Zayn l’avrebbe
ammazzato, e Harry anche. Ormai mancava poco al taglio della torta, e
la sua
piccolina doveva spegnere le sue candeline solo con i suoi due
papà presenti.
Buttò ancora un occhio all’orologio e
sbuffò, guardando dal portico la piccola
Beth giocare con i suoi amichetti. Poi rientrò in casa, per
mettere le
candeline sulla torta. La porta bussò, insistente e a quanto
pare, fremente.
Aprì e si ritrovò davanti un mazzo di fiori di
lavanda, profumati e vividi
davanti al suo naso. Da dietro di esso, c’era Zayn,
sorridente ed esausto, ma
felice. Le porse i fiori e l’abbracciò, seguito da
Harry. Poi il moro e il
riccio corsero incontro alla loro principessina personale.
<<
Ciao piccolina!>>
Esclamò il primo, prendendola in braccio.
<<
Ciao Papà Zayn!
>> Trillò lei. Lo abbracciò con le
sue piccole mani e gli stampò un bacio
sulla guancia. Lui le allacciò qualcosa dietro al
collo.
<<
Buon
compleanno! >> Esclamò, mentre la piccola si
studiava il piccolo ciondolo
a forma di stella che il papà le aveva appena
regalato.
Sorrise,
poi tese le
mani verso Harry, che l’afferrò e la fece
volteggiare.
<<
Ciao Beth. Come sta la
mia piccola pulce? >> Lei rise e posò una mano
tra i ricci del papà. Lui
rise divertito, e le porse un pacchetto.
<<
Questo è il mio regalo. Buon
compleanno, cucciola mia! >> Lei
strappò la carta, rivelandone
il contenuto: un peluche enorme
di Winnie the Pooh.
Esplose
in un gridolino di felicità e lo strinse a se,
assieme al peluche. Zayn si diresse in cucina, notando che Chloe stava
piazzando un bel quattro fatto di cera al centro della torta.
<>
La bionda lo
guardò e sorrise.
<<
Fra un po’ ti porterà a
casa un fidanzato, e allora come te la caverai? >>
<<
Improvviserò. Ma
soprattutto le dirò che se è quello giusto deve
tenerselo stretto, non come ho
fatto io con la sua mamma. >> Rispose, cingendole i
fianchi da dietro.
Lei
voltò la testa, trovandosi le sue labbra a pochi centimetri
dalle proprie.
<<
C’è una cosa che devo
dirti. >> Sussurrò contro le sue labbra.
<<
Dimmi tutto, amore.
>> La baciò.
<<
Sono incinta. >>
Zayn sgranò gli occhi e spalancò la bocca.
<>
Lei annuì.
<<
Oh, Dio. Diventerò
padre! Sarò papà! >>
Gridò, facendola volteggiare per la stanza.
<<
Beh, in realtà lo sei
già. Adesso andiamo dentro, c’è una
candelina da spegnere. >> Lo trascinò
in salotto. E così, mentre lei disponeva la torta al centro
del tavolo e
radunava tutti i bambini in salotto,
il moro s’avvicinò a Harry.
<<
E’ incinta. >>
Mormorò. Gli occhi gli brillavano di felicità.
Harry lo strinse, dandogli
pacche sulle spalle e felicitandosi con la coppia per il nuovo
arrivato.
Chloe
li raggiunse e si unì al piccolo festeggiamento, poi prese
la macchinetta
fotografica e la puntò dritta verso la sua bambina.
<<
Pronta Elz? >>
Chiese la madre. La piccola annuì, scuotendo i riccioli
biondi.
<<
Ok. Di Cheese! >>
E scattò, un’altra istantanea della loro vita, un
altro compleanno, un altro
nuovo inizio.
Fine.
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