Amore e magia

di _Yozora_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1: Ritorno ***
Capitolo 2: *** Cap.2: Cose non dette ***
Capitolo 3: *** Cap. 3: Sentimenti ***
Capitolo 4: *** Cap 4: Falsità ***
Capitolo 5: *** Cap 5: Spiegazioni ***
Capitolo 6: *** Cap. 6: Sorpresa ***
Capitolo 7: *** Cap. 7: Niente cambia ***



Capitolo 1
*** Cap. 1: Ritorno ***


Chocola era tornata di corsa a casa, sulla Terra, senza neanche avvisare gli altri, ma non se ne preoccupò molto.

Quando fossero tornati l'avrebbero trovata lì e poi quello che avrebbero pensato in quel momento era l'ultimo dei suoi pensieri.

Ciò che in quel momento occupava totalmente la sua mente era il comportamento che aveva appena tenuto nei confronti di Pierre.

Insomma che diavolo le era saltato in mente di abbracciarlo in quel modo e di chiamarlo ad alta voce sopratutto.

Se inizialmente aveva avuto una speranza che lui non si fosse accorto di lei l'aveva buttata via con quel gesto. Anche se, non potendola vedere, aveva una possibilità che lui avrebbe pensato che si fosse immagino tutto.

Comunque il fatto restava che lei non avrebbe dovuto farlo.

Era il suo peggior nemico non poteva arrendersi a lui in quel modo.

Però le era sembrato così triste e terribilmente solo in quel momento che aveva voluto confortarlo in qualche modo. Da quando lui aveva cercato di rubarle il cuore e le aveva portato via la sua migliore amica non le era passato nemmeno per l'anticamera del cervello che potesse essere fragile in quel modo.

L'immagine del ragazzo in ginocchio e in lacrime le attraversò la mente e le fece stringere il cuore in una morsa dolorosa.

La ragazza scosse vigorosamente la testa come a voler cacciare quel pensiero.

Non doveva assolutamente permettere che Pierre, il principe dei malefici, riuscisse ad entrare nel suo cuore di nuovo.

Doveva assolutamente impedirlo.

Sospirò e si gettò sul letto affondando la testa nel cuscino.

 

 

Pierre tornò al castello dei malefici dove lo accolse Silvette che lo informò di essersi preoccupato di riportare lì Vanilla e che quest'ultima ora dormiva nella sua stanza.

Il biondo sussurrò un

– bene –andò nella sua stanza, si tolse il mantello nero, lo appoggiò su una sedia là vicino e si avvicinò alla finestra mettendosi a fissare il cielo nero che lo sovrastava.

 

Chocola pensò.

 

Era più che sicuro di aver sentito il suo profumo in quella caverna e anche la sua voce che chiamava il suo nome, era stato un attimo fuggente ma non poteva sbagliarsi.

Avrebbe riconosciuto quel profumo ovunque senza errori.

Eppure quando si era voltato lei non c'era.

Si portò una mano al petto, neanche lui riusciva a capire come fosse possibile che potesse provare ancora quel genere di sentimenti. Era convinto che ormai non ci fosse più niente di buono nel suo cuore, che l'oscurità avesse completamente inondato la sua anima, che il suo cuore nero avesse avuto la meglio sul suo vero cuore.

Allora perché?

Perché il suo cuore iniziava a palpitare quando vedeva, sentiva o anche solo pensava a quella ragazza?

Nessuna mai l'aveva fatto sentire in quel modo.

Era sempre rimasto freddo e distaccato per quanto riguardava le questioni di cuore.

Le uniche azioni “ romantiche” che aveva con le ragazze avevano il solo scopo di farle ingelosire per produrre cuori neri e farli suoi.

Nessuna si era mai neanche lontanamente avvicinata al suo di cuore.

Quindi com'era possibile che quella volta fosse diverso?

L'immagine di due bambini che ridevano tenendosi per mano si fece spazio nella mente del ragazzo. Lei capelli rossi, occhi verdi e un sorriso così radioso da illuminare anche il buio più profondo. Lui capelli biondi, occhi color ghiaccio e un sorriso che, nonostante non fosse nemmeno paragonabile a quello della bambina, addolciva la sua espressione.

Aveva visto proprio quell'immagine nell'oscurità eterna quella volta che lui e Chocola erano rimasti bloccati nel passaggio dimenticato.

Cosa voleva significare?

Possibile che da bambini si fossero già conosciuti e che adesso non si ricordassero di quei momenti?

Quei pensieri stavano affollando la mente di Pierre che continuava ad osservare il cielo stellato senza vederlo davvero.

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Angolo scrittrice: Ciao a tutti sono Yozora! Piacere di conoscervi. Non sono nuova nel sito, ma è la prima volta che pubblico in questa sezione, nonostante ci avessi già provato con questa storia che poi ho dovuto cancellare. Beh...eccomi a tentare di nuovo =) Mi piacerebbe se mi faceste sapere quello che ne pensate, non preoccupatevi di essere sinceri le critiche sono ben accette purchè costruttive =). Alla prossima!!
_Yozora_

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Capitolo 2
*** Cap.2: Cose non dette ***


- CHOCOLA!!! - urlarono tre voci all'unisono spalancando la porta della casetta dove credevano di trovare la suddetta.

L'interessata si alzò dal letto, si guardò allo specchio per verificare di essere presentabile, si stampò un sorriso sulla faccia e scese di sotto.

- Che avete da urlare tanto? Non sono ancora diventata sorda sapete? - disse tranquillamente alle tre figure che si ritrovò davanti.

Un uomo dai capelli viola e vestito da rock star tirò un sospiro di sollievo

– Eravamo preoccupati. Ti abbiamo cercata per tutto Extramondo senza risultato. Iniziavamo a pensare che Pierre ti avesse scoperta. Non farlo mai più, capito signorinella? -

- Scusami Robin, ma avevo soltanto voglia di tornare a casa, e scusa anche per quello che ho combinato stasera.- disse Chocola abbassando lo sguardo poi aggiunse, tornando a guardare il suo tutore

– Comunque puoi stare tranquillo nessuno si è accorto di niente – la sua voce era talmente sicura che le tre persone non poterono fare a meno di crederle.

Lei, in realtà, non era per niente convinta dell'ultima affermazione che aveva fatto ma non c'era bisogno che loro sapessero, si sarebbero preoccupati inutilmente.

Un ragazzo dai capelli scuri fece un passo avanti

– Beh...l'importante è che tu stia bene – affermò Soul.

Chocola sorrise

– Perfettamente – rispose.

Nessuno si accorse che la ragazza stava fingendo.

In fin dei conti ormai era diventata brava a nascondere la sua tristezza.

Da piccola lo faceva sempre e non vedeva il motivo per smettere visto che fingere serviva a non far preoccupare i suoi amici.

- Bene, adesso che non manca più nessuno all'appello, vado a preparare la cena – disse Houx andando in cucina.

Chocola fece un verso di approvazione

– Oh sì! Ho una fame -

 

 

 

Pierre entrò nella stanza di Vanilla per controllare come stava.

Anche quel comportamento non era da lui.

Da quando si preoccupava della salute delle persone che usava?

Sospirò sedendosi sul letto facendo attenzione a non svegliare la ragazzina che ci dormiva sopra.

La osservò e notò che ogni tanto pronunciava il nome della sua migliore amica.

Doveva mancarle molto ed era solo colpa sua.

Lui le aveva fatte allontanare sfruttando la debolezza della biondina.

In quel modo stava facendo soffrire entrambe le ragazze.

Ricordava ancora distintamente le lacrime che uscivano dagli occhi di Chocola la sera che lui catturò Vanilla, quando lei aveva tentato di farla ragionare e riportarla a casa.

Era stata l'unica volta che aveva visto piangere la rossa e aveva avuto su di lui un effetto strano. Quando le lacrime avevano iniziato a rigarle il volto, nel preciso istante in cui le aveva notate, aveva avuto il forte desiderio di mandare all'aria tutto e correre ad abbracciarla.

Voleva stringerla a sé e sussurrarle che sarebbe andato tutto bene, che avrebbe riavuto la sua migliore amica immediatamente.

Non l'aveva fatto.

Lui era il principe dei malefici, era il figlio del nobile del ghiaccio e della neve, non poteva permettersi tale debolezza.

Guardò Vanilla che continuava a dormire e, avvicinandosi al suo orecchio, le sussurrò

– Mi dispiace -

Detto questo si alzò e uscì dalla stanza chiudendosi delicatamente la porta alle spalle.

Poco dopo lo raggiunse Silvette

– Principe Pierre, quella persona vorrebbe parlarle -

Pierre lo guardò, il suo sguardo era tornato freddo più del ghiaccio

– D'accordo. Vado subito – disse.

Si fece strada per un lungo corridoio poi aprì una porta e vi sparì dentro.

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Capitolo 3
*** Cap. 3: Sentimenti ***


Pierre si trovava in una stanza quasi completamente buia, illuminata soltanto da una flebile luce blu.

- Mio Signore...- disse inginocchiandosi.

Apparentemente sembrava che non ci fosse nessuno di fronte a lui eppure una voce profonda rispose

- Alzati, Pierre. Quante volte devo dirti che non importa che tu sia così formale con me? -

Il ragazzo si alzò

– Mi scusi -

- Non importa. Ho saputo che c'è stato un imprevisto nello svolgimento dell'attacco durante la notte di Walpurgis – disse la voce che pareva non avere emozione.

- Sì, signore. Siamo stati intralciati, ma rimedieremo – rispose il biondo senza distogliere lo sguardo da davanti a sé dove sembrava essere il suo interlocutore.

- Lo spero bene, figliolo – rispose l'altro per poi aggiungere

– E stavolta voglio che tu faccia fuori la pretendente al trono che non è in nostro possesso così avremmo tolto la fonte di sofferenza della povera Vanilla -

Pierre a quelle parole sentì una fitta fortissima al cuore e chiuse gli occhi per non darlo a vedere. Voleva che lui uccidesse Chocola.

Voleva che, oltre a tutto quello che già le aveva portato via, adesso le togliesse anche la vita.

Il ragazzo si inchinò dicendo

– Come desidera, mio signore – la sua voce non tradiva emozione.

- Bene, puoi andare -

Pierre uscì dalla stanza e si portò una mano al petto stringendo la maglia all'altezza del cuore. Faceva male, fin troppo male, era come se il cuore si potesse spezzare da un momento all'altro togliendogli il respiro.

Doveva ucciderla.

Doveva toglierle la vita per sempre.

Chocola doveva morire per mano sua.

La ragazza dai capelli rossi, sorridente, comparve nella sua mente e istintivamente tirò un pugno al muro.

No, non poteva chiedergli quello.

Non sarebbe mai riuscito neanche a torcergli un capello.

Si stupì dei suoi stessi pensieri.

Da quando non riusciva a fare una cosa come quella?

Eppure quella volta all'acquario stava riuscendo a portarle via il cuore senza la minima esitazione e portare via il cuore ad una strega non era forse l'equivalente di togliergli la vita?

Allora perché adesso pensava di non riuscire a farlo?

Non aveva il benché minimo senso.

 

 

 

Era arrivato il momento di tornare a scuola.

Robin aveva messo in guardia i ragazzi e gli aveva detto di stare molto attenti, ricordandogli che, comunque, dovevano far finta che tutto fosse perfettamente normale, con gli altri.

Chocola non lo stava minimamente ascoltando.

Sarebbe tornata a scuola e sicuramente avrebbe incontrato di nuovo Vanilla. Chissà se si era resa conto che su Extramondo era stata proprio lei a proteggerla, chissà come avrebbe reagito vedendola. Avrebbe rivisto lui.

Il suo cuore sussultò.

Com'era possibile che dopo tutto quello che le aveva fatto, lei fosse ancora così presa da lui? Così...innamorata.

Perché, ormai, era inutile mentire al suo cuore dicendo che non era amore quello che provava per Pierre, continuando a pensare che poteva resistergli.

Non poteva e quello era un fatto, che a lei piacesse o meno, era perdutamente innamorata di lui ed era completamente inutile negarlo.

Ammetterlo a sé stessa la fece sentire leggermente meglio, anche se rendersene conto non faceva che aumentare la difficoltà della situazione.

- Chocola. Ehy Chocola! Ci sei? - questo era Soul che cercava di far tornare l'amica alla realtà.

Lei si riscosse e gli sorrise

- Sì,sì...Ci sono -

- Bene, allora andiamo sennò faremo tardi – disse Houx.

Così i tre, dopo aver salutato Robin e Duke, si diressero alla volta della scuola.

Tutto come previsto pensò Chocola una volta arrivati davanti al cancello.

Ovviamente c'erano un'infinità di cuori neri, ma fortunatamente qualche studente della scuola si era salvato, anche se la minima parte.

La maggior parte dei ragazzi e ragazze che non avevano il cristallo nero facevano parte della sua classe.

Si sentì sollevata da questo.

Come aveva immaginato appena entrata in classe vide Vanilla che per un attimo incrociò il suo sguardo per poi distoglierlo, ma quell'attimo era bastato a Chocola per capire che la ragazza era a conoscenza degli avvenimenti di quella notte e, i suoi occhi lo dicevano, una parte di lei gliene era profondamente grata.

La rossa sorrise.

La sua amica poteva essere salvata, ne era certa, e sarebbe stata sicuramente lei a farlo.

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Capitolo 4
*** Cap 4: Falsità ***


Pierre era affacciato alla finestra della sua stanzetta privata a scuola.

Era l'unico posto in cui poteva stare indisturbato visto che quelle del club stavano fuori a controllare che nessuno entrasse e loro stesse non osavano varcare la soglia di quella porta se non su sua esplicita richiesta.

Osservava l'accalco di studenti che approfittava dell'ora di pranzo per godere di quei pochi minuti di sole, ma in realtà la sua mente era altrove.

 

Dovrai uccidere la pretendente al trono che non è in nostro possesso....”

 

Quelle parole continuavano a tormentarlo tanto che non era neanche riuscito a chiudere occhio quella notte.

All'improvviso la vide.

Una scia di capelli rossi che lo distolse dai suoi pensieri.

Chocola era là fuori che parlava con dei compagni di classe, ridendo e scherzando.

Eppure l'espressione della ragazza mentre sorrideva agli amici, agli occhi del biondo sembrava così inevitabilmente falsa.

Possibile che nessuno se ne accorgesse?

O forse era lui che avrebbe riconosciuto in lei il minimo particolare fuori posto?

Senza pensarci due volte uscì dalla stanzetta e, sotto lo sguardo stupito delle ragazze del fan club che, comunque, lo seguirono, raggiunse la ragazza.

 

 

Chocola stava chiacchierando tranquillamente con i suoi amici fingendo serenità.

Sembrava che nessuno si accorgesse della sua messa in scena.

Tanto meglio pensò la ragazza.

- Chocola – si sentì chiamare e si irrigidì.

Conosceva fin troppo bene quella voce.

Si voltò lentamente e, come per un tacito accordo, Saule e Houx si posizionarono al suo fianco.

- Che vuoi? - rispose la rossa fingendo indifferenza.

- Voglio parlarti – rispose il biondo.

- Beh sono qui...parla -

- In privato – disse scatenando i borbottii di tutte le ragazze lì attorno.

Non c'era bisogno che Chocola controllasse, sapeva che i cuori in quel momento erano tutti neri.

- Mi dispiace ma,come puoi vedere, in questo momento sono occupata – rispose lei come se niente fosse.

- Ti prego – sussurrò appena Pierre.

Il suo tono di voce fece rabbrividire Chocola.

La stava implorando.

La sua voce sembrava malinconica e sentì il cuore sprofondarle.

Lo guardò.

I suoi occhi avevano esprimevano esattamente ciò che lei aveva immaginato la sera prima, quando l'aveva abbracciato.

 

Maledizione...devo controllarmi pensò

 

- D'accordo, allontaniamoci – disse rassegnandosi.

Non riusciva a contrastare il potere che Pierre aveva su di lei.

Sentì Houx e Saule agitarsi al suo fianco contrariati.

- State tranquilli. So quello che faccio e non mi assenterò per molto – disse per evitare che la seguissero e i due si lasciarono convincere esitanti.

Così Pierre e Chocola si allontanarono insieme sotto gli sguardi di fuoco di quasi tutta la scuola.

 

 

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Capitolo 5
*** Cap 5: Spiegazioni ***


- Allora...di che volevi parlare? - chiese Chocola senza guardarlo e cercando di tenere un tono indifferente.

Pierre sospirò.

Quindi era arrivata a detestarlo tanto? Beh...forse era meglio così.

- Preferisco che le persone con cui parlo mi guardino in faccia – disse il biondo.

La sua voce, però, non era dura e fredda come al suo solito.

Era quella di qualcuno stanco di tutto.

Del mondo in cui viveva, delle persone che gli stavano attorno, di lottare.

Della sua stessa esistenza.

Chocola non poté fare a meno di alzare lo sguardo su di lui che la stava guardando.

Per un attimo si perse in quegli occhi color ghiaccio.

- Perché? - si limitò a chiedere lui.

La ragazza si slegò da quegli occhi e lo guardò confusa

- Perché....cosa? -

- Perché ti sei comportata in quel modo l'altra notte su Extramondo? -

- Non dovresti nemmeno chiedermelo. Vanilla è la mia migliore amica da anni non lascerò che nessuno le faccia del male, neanche se quel qualcuno è Robin e lo fa per una buona causa. Non ho intenzione di sacrificarla per una stupida faida riguardante il passato – disse Chocola seria come mai lo era stata prima.

Pierre la guardò stupito.

Aveva definito la lotta tra loro una “ stupida faida del passato “.

Gli sfuggì un piccolo sorriso.

Probabilmente aveva ragione.

Stavano portando avanti una guerra che non aveva niente a che fare con loro.

Una guerra che, continuando in quel modo, non avrebbe avuto fine.

Ma lui non aveva altra scelta se non eseguire quello che gli veniva ordinato.

- Non mi riferivo a quello, sebbene mi incuriosisce il motivo che ti ha spinto a salvare anche me oltre che lei -

Chocola non capiva.

Cosa voleva sapere allora?

Poi notò le ultime parole di quella frase e arrossì di botto, evitando accuratamente l'argomento.

- Pierre, davvero non capisco che cosa vuoi da...- ma improvvisamente si interruppe.

Certo! Doveva essere quello!

Era successa solo un'altra cosa oltre al salvataggio.

- Quindi...te ne eri accorto – sussurrò abbassando lo sguardo.

 

Ovvio che me ne ero accorto...il tuo profumo è inconfondibile

 

Pensò il biondo, ma tenne per sé quelle parole e lasciò che fosse la rossa a continuare.

- Non so neanch'io perché l'ho fatto – confessò sempre a sguardo basso

– Non ti avevo mai visto in quello stato -

- Quindi ti ho fatto pena – disse il ragazzo senza cambiare tono di voce

- NO! Non è così! - rispose di getto lei.

Si era resa conto di aver risposto troppo in fretta e troppo sinceramente a quella domanda, ma non le importava.

Quello non era il momento di mentire per orgoglio.

- è solo che...è scattato qualcosa – sussurrò.

Pierre continuava a guardarla.

Come faceva ad essere così?

Un momento prima sembrava che lo odiasse con tutta sé stessa e quello dopo, davanti a lui, si mostrava fragile come un agnellino.

Come se fosse insieme alla persona di cui si fidava ciecamente.

- Non posso perdonarti per quello che hai fatto a Vanilla – aveva ripreso Chocola distogliendolo dai suoi pensieri

-E nemmeno per quello che hai fatto a me. Per come hai giocato con i nostri sentimenti. Ma...non posso neanche odiarti...non ci riesco – ammise.

 

Come ti salta in mente di dirgli queste cose? Sei forse impazzita? Non puoi lasciarti abbindolare da lui di nuovo...ti ucciderà

 

La mente di Chocola non faceva che urlargli questo, ma in quel momento non le importava di cosa sarebbe successo.

Era stanca di mentire a tutti, persino a sé stessa.

Quelle parole avevano lasciato Pierre senza sapere cosa dire.

Abbassò lo sguardo tristemente.

Lui non poteva permettersi di essere così franco con i suoi sentimenti

Anche se avrebbe voluto.

Una fitta al petto lo fece piegare in due dal dolore e Chocola si precipitò al suo fianco.

- Pierre! Che hai? - chiese allarmata.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 6
*** Cap. 6: Sorpresa ***


Pierre si stringeva una mano al petto, mentre con l'altra, involontariamente, afferrò un braccio della ragazza come per sostenersi.

- Niente – sussurrò

– Passerà tra un attimo -

Era senza fiato.

Quella fitta era stata più forte del solito e lo aveva colto in contro piede.

Chocola lo osservava preoccupata.

Non capiva cosa stesse succedendo.

Nessuno li stava attaccando di nascosto, ne era certa.

Allora perchè Pierre sembrava soffrire come se una freccia lo avesse appena centrato al cuore?

Il suo sguardo colse qualcosa che non pensava potesse succedere.

C'erano 2 cuori.

Quelli che improvvisamente si erano materializzati davanti ai suoi occhi, sfuggendo momentaneamente al controllo del biondo in preda al dolore, erano proprio due cuori.

Uno era del nero più nero che si potesse immaginare.

Chocola pensava di non aver mai visto quella tonalità di nero in nessun cuore in vita sua.

Faceva paura.

Era come se potesse risucchiare la vita solo guardandolo.

L'altro, al contrario, era rosso fuoco, caldo.

Il colore dell'amore.

In quel momento sembrava che i due cuori si competessero la posizione nel petto del loro proprietario.

Fu un breve istante poi, improvvisamente come erano apparsi, i due cuori tornarono ad essere invisibili.

La ragazza aveva trattenuto il respiro per la sorpresa.

Pierre attese ancora qualche secondo poi, lentamente, allentò la stretta dal braccio di Chocola fino a lasciarlo e incrociò il suo sguardo.

Bastò per capire.

Aveva visto.

Il segreto che aveva cercato di tenere nascosto a tutti, del quale nessuno era a conoscenza, adesso era stato scoperto.

Il fatto che fosse stata proprio lei a notarlo forse era la cosa peggiore.

Perchè quello non cambiava le cose.

Lo sapevano entrambi.

Non avrebbe affatto migliorato le cose, anzi, probabilmente le avrebbe rese peggiori.

Lei ne avrebbe solamente sofferto di più.

Il ragazzo si maledisse per essere stato così debole.

Per non aver impedito che quella fitta lo cogliesse di sorpresa facendo in modo di abbassare tutte le sue difese.

La guardò, sapendo cosa avrebbe pensato di lui, ma non poteva farci niente, non poteva impedirlo.

Contrariamente a quello che sicuramente lei avrebbe sostenuto, lui non aveva altra scelta.

Non l'aveva mai avuta e mai avrebbe potuto averla.

Quella consapevolezza lo faceva a pezzi.

 

 

Chocola aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma nello stesso momento i suoi occhi incrociarono quelli del ragazzo e si zittì.

Non li aveva mai visti così.

C'era una tristezza e una sofferenza che lei non avrebbe saputo descrivere.

Era come se si fosse spezzato.

Capì che si era reso conto che lei aveva notato cosa era appena successo e quella cosa lo uccideva, ma perchè?

La rossa proprio non riusciva a capire.

Perchè sembrava che si stesse sbriciolando?

Lo sguardo di ghiaccio che lo aveva sempre caratterizzato era completamente svanito, come se non ci fosse mai stato.

Adesso del ghiaccio nei suoi occhi non rimaneva altro che il colore.

E quella sofferenza stava inondando anche lei.

Sentiva il dolore del ragazzo che le stava di fronte e che non distoglieva lo sguardo dal suo, come se fosse il suo.

Lacrime calde le rigarono il volto.

Quando aveva cominciato a piangere?

Non tentò neanche di asciugarsele.

Sapeva che altre lacrime ne avrebbero preso il posto.

Rimase immobile e in silenzio lasciando che quel dolore insopportabile la invadesse e senza distogliere lo sguardo da quello di lui.

Rimasero così per un tempo che parve interminabile.

Fissandosi senza dire una parola.

I loro occhi stavano già dicendo tutto.

Sia quello che sapevano di poter dire, ma che in quel momento non riuscivano a fare, sia quello che non avrebbero mai e poi mai potuto neanche sussurrare.


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Angolino commenti: Ciao a tutti =) Eccon un altro capitolo....mamma come sono  lenta. Purtroppo non posso fare altrimenti scusatemi. Spero che il capitolo vi piaccia =) Ringrazio infinitamente tutti voi lettori che recensiate o no...spero continuerete a seguirmi.
Al prossimo capitolo =)
_Yozora_

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Capitolo 7
*** Cap. 7: Niente cambia ***


Per tutto il tempo fino al ritorno a casa Chocola non aveva proferito parola.

Saule e Houx ogni tanto si lanciavano sguardi che non nascondevano la loro preoccupazione per l'amica.

Quando erano tornati in classe, finito l'intervallo, le avevano chiesto di cosa avesse parlato con Pierre, ma lei si era limitata a scrollare le spalle come se non fosse importante.

Eppure sembrava sconvolta.

Non avevano insistito.

Non l'avevano mai vista immersa in quel modo nei suoi pensieri e la cosa li spaventava parecchio.

Erano abituati a vederla allegra e sorridente che quel comportamento, per niente da lei, li spiazzava.

Una volta a casa la ragazzina, sempre senza una parola, andò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle.

La rossa si sedette sul letto portandosi le ginocchia al petto e poggiandoci la testa sopra, circondandole con le braccia.

Non riusciva a distogliere la sua mente da ciò che aveva visto.

L'espressione sofferente di Pierre, il suo sguardo, ma sopratutto quei due cuori.

Proprio non riusciva a capire.

Com'era possibile che qualcuno potesse avere due cuori?

Sopratutto due che erano l'uno il completo opposto dell'altro?

Nonostante la maschera da duro e freddo Principe del Ghiaccio, Chocola aveva iniziato a sospettare che ci fosse molto di più in quel ragazzo.

Che il freddo che lo circondava fosse solo un'impressione, un guscio per proteggersi dal dolore che il mondo esterno poteva portare, ma non si sarebbe mai immaginata una cosa simile.

Non sapeva neanche che potesse esistere una cosa del genere.

Si lasciò cadere sul materasso e chiuse gli occhi.

Poco dopo, contro la sua volontà, si addormentò.

 

 

Pierre era arrivato nella sua dimora.

Non era mai riuscito a considerarla una vera e propria casa, era solo il posto dove alloggiava, e probabilmente non ci sarebbe riuscito mai.

Tutti avrebbero desiderato vivere in un castello come quello, lui, d'altra parte, non ci trovava niente di straordinario.

Per lui era solo un posto come tanti, anzi, se avesse potuto scegliere probabilmente non avrebbe vissuto in un posto del genere.

Non c'era nessuno.

A quanto sembrava anche Vanilla sarebbe rientrata più tardi quel giorno.

Non se ne preoccupò.

In quel momento non aveva che un pensiero per la testa.

Come aveva potuto essere così sconsiderato?

Non avrebbe dovuto permettere che Chocola se ne accorgesse, l'avrebbe solo fatta soffrire ulteriormente.

Si lasciò cadere sul divano.

Ormai l'aveva capito.

Quella ragazzina non sarebbe più uscita dal suo cuore, ormai vi si era impressa con prepotenza.

Le parole di suo padre continuavano a riempirgli la testa e le orecchie.

Quello che provava per lei, quello che lei aveva visto, però, non avrebbe cambiato un bel niente.

Non aveva scelta.

Non voleva farlo.

Non voleva ucciderla.

Non capiva che bisogno c'era.

Quell'uomo aveva ottenuto quello voleva.

Vanilla sarebbe diventata regina e avrebbe guidato il suo esercito verso la distruzione di Extramondo.

Perchè di quello si trattava.

Un sorriso gli nacque sulle labbra quando ripensò alle parole di Chocola.

Più ci pensava più si convinceva che avesse ragione.

Tutta quella situazione non era altro che l'eco di una guerra che da tempo andava avanti tra le loro genti.

La stessa guerra che aveva strappato la madre a quella ragazza.

Pierre abbassò lo sguardo sul gatto che si era accoccolato sulle sue gambe.

- Mi dispiace – sussurrò accarezzandolo sopra pensiero.

 

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