Noteless

di Ginny McCartney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Società del Pensiero ***
Capitolo 2: *** L' Armonica Rossa ***



Capitolo 1
*** La Società del Pensiero ***


CAPITOLO PRIMO: LA SOCIETA’ DEL PENSIERO

 
Possiamo correre, fuggire via.
Possiamo combattere, tirare pugni in aria.
Possiamo gridare, lasciarci all’unione d’insensate vocali.
Possiamo comprendere, immergerci nei pensieri più profondi …
Tuttavia, saranno sempre le parole a dar forma al mondo.

 
Ebbene, sto per raccontarvi una storia. Venite con me, ascoltatemi, e presto immagini prenderanno forma davanti a voi. Credo v’interessi, la storia narra del vostro futuro.
Ricordate quando un vostro amico ha detto una cosa strana? Innocentemente, si lasciato sfuggire una parola che vi ha spiazzato tutti. Beh, io ero lì, che cercavo di aiutarlo a rimettere la dignità a posto, ma sono uscita solo a balbettii. Odio quando succede, ma di certo la colpa non è mia. Mi fate così pena, voi umani, quando non siete in grado di usarmi come merito. E voi cosa avete fatto a quel punto? Vi siete abbandonati alle risa o avete lasciato correre, esilaranti nella mente?
Vi dico cosa non avete fatto: incarcerarlo, o punirlo crudelmente. Crediateci o no, questa è la sorte che sarebbe spettata a quel poveretto nella società di adesso. La “Società del Pensiero”, così la chiamano. E si chiama così perché privare della parola è stato facile, del pensiero è impossibile, ma vi assicuro che lo vorrebbero. Oh sì, quei capi tanto amati, se potessero, vi cambierebbero tutti per dei robot senz’anima. Segretamente ci provarono, qualche decennio fa, ma le storie di fantascienza in cui essi si rivoltavano agli umani li avevano spaventati troppo. Ed è così che adesso si ritrovano in questa “Società del Pensiero” che prova ad escludermi da ogni luogo.
Eppure, io non mi sono lasciata andare, nossignore, mai abbattuta. Perché sapevo che un giorno qualcuno avrebbe iniziato ad apprezzarmi di nuovo. Ed in effetti, avevo ragione. Questo ci porta all’inizio della nostra storia, al giorno in cui Jess McDay e Logan Sheppard s’incontrarono. Lasciate, però, che vi dica qualcosa in più su di loro …
 
Angolino autrice:
Ciao a tutti! Che ne dite di questa storia? So che il capitolo è cortissimo, ma solo perché è d’introduzione e volevo capire in quanti potreste essere interessati a quest'idea. Pubblico immediatamente il secondo capitolo di seguito, fatemi sapere che ne pensate!

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Capitolo 2
*** L' Armonica Rossa ***


CAPITOLO SECONDO: L’ARMONICA ROSSA

 
Jess è una di quelle ragazze che nascono in un certo rango sociale ma, semplicemente, non sono fatte per restarci. La sua famiglia è la più importante della grande città di Lackson (in quella che voi conoscete come California), grazie all’importante ruolo ricoperto dalla maggior parte dei suoi familiari: suo padre, sindaco; sua madre, ricercatrice tecnica di sostanze spaziali utili alla società; suo fratello maggiore, soldato nell’esercito; suo nonno, ex spia per un’informazione segreta in pensione; sua nonna, parlamentare al “Governo del Pensiero”; suo zio, sognatore o, a detta dei più, inutile scansafatiche.
Da un così vasto albero genealogico di celebrità, da chi poteva mai prendere la piccola Jessica McDay? Come starete pensando: da suo zio Cliff. I due ebbero immediatamente ottimi rapporti, sin dalla prima infanzia della ragazzina. Finché il padre decise di essere stanco di mantenere il fratello, cacciandolo di casa quando Jess aveva solo sette anni. Ma, ormai, il “danno” era fatto: la bambina faticava a non esprimere i suoi pensieri e, cosa peggiore di tutte, cantava.


* NOTA DAL FUTURO *
La musica fu abolita nel 3026, in quanto espressione
inappropriata del pensiero.

Proprio così, ogni qualvolta i suoi genitori uscivano e lasciavano Jess con Cliff, lui prendeva la sua fidata armonica rossa e iniziava a suonare. Se c’è una cosa in cui non sarò mai utile, è spiegare la sensazione che Jess provava nel sentire suo zio suonare.
Un giorno come tanti, la bambina era nello scantinato anti-bombe con Cliff. Com’erano soliti fare, Jess era seduta sul pavimento con le gambe intrecciate, ascoltando e ammirando suo zio attraverso i suoi enormi occhi blu. L’uomo sedeva su una poltroncina, suonando melodie che la piccola portò nei pensieri per il resto dei suoi giorni. Quella volta, però, fu diverso. Cliff aveva litigato con suo fratello Markus, le cose si mettevano sempre peggio, i pensieri di quegli uomini costretti al silenzio si facevano sempre più pesanti per le cose non dette.

* LA LUNGA LITIGATA DEI FRATELLI MCDAY *
-Non posso continuare a mantenerti. Trovati un lavoro.-
-Non ho intenzione di farlo. -
-Non ho intenzione di mantenerti ancora. –

Così, quel giorno, Cliff diceva tutto quello che avrebbe voluto soffiando in quell’armonica rossa. Jess se ne accorse. Curioso, a volte, come siano perspicaci i bambini. Anzi, adesso che rifletto, non è affatto curioso.
-Sei triste, zio Cliff?- Se si fosse rivolta a suo padre, o a suo nonno, avrebbe ricevuto un ceffone dritto alla guancia destra. Suo zio, le sorrise.
-No, piccola. Anzi guarda:…- Cliff si alzò in piedi e partì con l’assolo di armonica più sfrenato che Jess avesse mai sentito. La bimba si alzò e fece un gesto a lei sconusciuto: danzò. Ovviamente non sapeva quello che faceva, o di quanto la scena di quello scantinato fosse illegale, ma continuò a farlo. Presto, senza nemmeno accorgersene, seguiva la melodia di Cliff con dei meravigliosi suoni provenienti dalla sua bocca. Lo zio, quando se ne accorse, smise di suonare.
-Fallo di nuovo. -
-Cosa?-
- Quei suoni, con la bocca.-
Jess ripeté la melodia centrale dell’assolo. Cliff rimase un po’ a pensare, poi capì cosa aveva fatto la bambina: aveva cantato. Ricominciò a suonare e passarono così la giornata, ma lo zio pensava a tutt’altro: suo nipote di cinque anni sapeva cantare, doveva riuscire a farla continuare.
Il giorno seguente, Cliff ebbe un’idea. Il giorno seguente, Cliff trovò un lavoro.
- Markus, ho trovato un lavoro.- Suo fratello lo squadrò per un po’.
-Puoi restare.- Fu la breve risposta. Nessun “Complimenti, ne sono felice” o “Hai fatto bene”. Eravate strane già ai vecchi tempi voi persone, ma nella Società del Pensiero (abbreviamola a SP, vi va?), lo diventaste ancora di più se possibile.
-L’ho fatto per la bambina, sappilo.- Bastò uno sguardo ai due fratelli per concludere un intero discorso.
Una settimana più tardi, di pomeriggio, Cliff era con la nipote.
- Jess, ascolta questa idea: io ti dico delle parole e tu dovrai ripeterle seguendo la melodia dell’armonica, ti va?-


* LA FOLLE IDEA DI CLIFF *
Doveva restare con la bambina, doveva farla cantare.
Così, da grande, non sarebbe diventata come i suoi genitori.
 

La bambina, estasiata del nuovo gioco, annuì con vigore. E fu così che per due anni, quel tetro rifugio anti-bombe, si riempì di note e parole … tantissime parole. Fu così che trascorsi molto tempo in quel posto, ed imparai a conoscere Jess.
Perché vi assicuro: mai un’esile, dolce voce di bambina e un’armonica rossa infransero così tante leggi.
 
 
Angolino autrice:
Ecco il secondo capitolo, che ne pensate?

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