Red cape

di roby_lia
(/viewuser.php?uid=154961)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Red cape


Primo capitolo
 
Lo scoppiettare del fuoco è l’unico rumore che disturba la pace della notte nel rifugio.
Thor tiene lo sguardo fisso, per non perdere neppure un dettaglio di ciò che ha davanti agli occhi.
Le luci delle fiamme creano psichedelici giochi sulla pelle chiara di suo fratello, illuminando per poi nascondere i segni sul suo corpo. Segni che aveva lasciato lui.
Tutto era iniziando in una notte, simile a quella. Erano sul terrazzo delle loro camere quella volta, ma le stelle erano sempre le stesse.
 
Loki gli stava parlando, agitando le mani con enfasi, lo sguardo rivolto al cielo.
Thor non riusciva ad ascoltarlo, era troppo bello da vedere con gli occhi brillanti e il sorriso sulle labbra sottili. Lo osservava e pensava. Pensava a quel pomeriggio, quand’era venuto nell’arena per parlargli, pensava alle risate che lo avevano seguito, e ai commenti, commenti su quel corpo ancora acerbo ma non così tanto, sui suoi capelli troppo lunghi e troppo neri, sui lineamenti addolciti e le mani delicate.
“Allora, tu cosa dici?” Loki lo guardava speranzoso, con un sorriso via via più incerto perché non gli dava una risposta.
Thor aveva agito d’impulso quella notte, sporgendosi contro di lui quel tanto che serviva per appoggiare le labbra contro le sue.
Fu il contatto di un istante, uno sfiorarsi quasi innocente.
Quando si era ritirato, Loki l’aveva fissato per un istante sbattendo le palpebre poi aveva ricominciato a sorridere, sporgendosi verso di lui per baciarlo di nuovo e rannicchiarsi contro il suo petto.
 
La colpa era sua, era lui il maggiore, lui doveva sapere cos’era giusto.
E invece aveva voluto continuare. E avevano continuato, baciandosi di nascosto, dormendo insieme, pretendendo sempre di più l’uno dall’altro. Fino a quel giorno.
Gli aveva chiesto di andare qualche giorno a caccia con lui, l’aveva portato nei boschi, si erano divertiti cercandosi la cena.
Poi era scesa la notte.
Loki era sempre stato molto sveglio su certi aspetti. Altri invece poteva mettergli in evidenza quanto voleva, ma l’altro non li notava. Forse perché era ancora troppo piccolo. Forse perché non credeva che si sarebbero spinti così tanto oltre.
Ma le stelle erano così belle riflesse nei suoi occhi…
Quando l’aveva spinto delicatamente sull’erba, aveva visto un lampo di sorpresa attraversargli lo sguardo.
Quando l’aveva sovrastato con il suo corpo, l’aveva visto trattenere il respiro.
Ma non si era fermato.
E Loki non l’aveva respinto.
Mai, nemmeno quando per forza gli doveva far male, non gli aveva chiesto di fermarsi, non si era sottratto alle sue mani, alle sue labbra
Poi era diventato impossibile smetterla, sentendo la sua voce spezzarsi chiamando il suo nome, sentendo la pelle, le anime, le ossa diventare un tutt’uno.
E in quel momento, quel momento così tanto sbagliato, tutto era sembrato solamente giusto. E semplicemente perfetto.
Il capanno di caccia che avevano occupato era uno dei tanti dispersi per i boschi. Era piccolo, un’unica stanza con dei giacigli di pellicce e un grande focolare.
Era accogliente.
Ed era bello guardare Loki dormire, le pellicce nere facevano risaltare ancora di più la sua pelle chiara.
La sua pelle che si è arrossata così facilmente mentre lo stringeva, mentre lo baciava.
I graffi che Loki gli aveva fatto sulla schiena bruciano al solo ripensarci.
Ma è un fastidio meritato, un fastidio che indicava che era suo tanto quanto l’altro apparteneva a lui.
Loki mugola piano, stiracchiandosi pigramente per poi socchiudere gli occhi. Gli sorride “Cosa stai facendo?”
“Mi godo la vista” risponde con un sorriso forse troppo forzato.
Loki tenta di fingersi irritato, ma poi gli fa spazio tra le pellicce distese a terra e non è più così credibile.
Thor lo raggiunge, distendendosi alle sue spalle, ma l’altro è veloce a girarsi, cercando le sue labbra.
Sorridendo, Thor lo ricambia non riuscendo a resistere alla tentazione e assaggia ancora la sua pelle con le punte delle dita. Accarezza con il palmo ruvido la gamba, sentendo i muscoli della coscia guizzare sotto le sue dita. Quando arriva al fianco, lo stringe, tirandolo di più contro di sé.
“Dovremmo dormire. Domani dobbiamo svegliarci presto se vogliamo riuscire a cacciare qualcosa” dice, prima di baciarlo ancora e ancora.
“Hai così poca resistenza, fratello?” sogghigna l’altro.
Thor risponde al gioco, rovesciandosi sopra di lui per imprigionarlo “E una sfida?”
“Vuoi che lo sia?” lo provoca ancora, sollevando lentamente le gambe per cingergli il bacino.
Il maggiore lo fissa per un istante, studiandone il viso, il sorriso, gli occhi.
Si china lentamente, appoggiando la fronte contro la sua, ma non lo bacia, non ancora.
È Loki che, sollevando leggermente il viso, cerca ancora le sue labbra.
E Thor sorride mentre lo accontenta, per poi passare a baciargli il collo, ogni respiro più incerto dell’altro che lo spinge a continuare.
Sente le sue mani accarezzargli la schiena, per poi immergersi tra i suoi capelli biondi e stringerli.
“Thor…” il sospiro languido con cui lo chiama, gli fa rialzare il viso.
Loki lo fissa con gli occhi socchiusi e maliziosi, le guance arrossate e un sorriso invitante.
Si sporge per baciarlo nuovamente. Quando Loki gli morde il labbro lui gli stringe con più forza i fianchi.
Tanto ormai segno più segno meno, non cambia quello che hanno fatto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Mi sono resa conto di non essere in grado di scrivere certe cose, ma ormai era scritta e almeno questa storia ho idea di come farla finire.
Se avete consigli e critiche sentitevi liberi, è la prima (e probabilmente ultima) volta che mi cimenterò in cose del genere.
Ringrazio chi è arrivato alla fine di … questo e spero che non sia tremendo come appare a me ^_^’’’’
Ora se permettete vado a seppellirmi da qualche parte per la vergogna u.u
ciao ciao

roby_lia

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


Secondo capitolo
 
A Loki, Vanaheim sarebbe anche potuta piacere.
Gli piacciono le sue foreste di sempreverdi e le pianure che sembrano senza fine. Gli piace il vento che soffia incostante e sentire il Seiðr pizzicare. Gli piace quella sensazione di potere sotto la pelle.
Sì, potrebbe quasi abituarsi. Quasi.
“Ma non scherziamo, è merito mio se siamo tutti vivi!”
“Ah certo, era perché ci stavi salvando che ti sei bevuto mezzo lago?”
Loki serra gli occhi, cercando di trattenere l’irritazione. Ma soprattutto chiedendosi perché li aveva protetti con la sua magia da quella dannata lucertola sputafuoco, invece che lasciarli felicemente abbrustolire.
Stringe con forza le redini con le mani guantate, prima di far voltare il suo cavallo.
Volstagg sta ancora discutendo animatamente con Fandral, mentre Hogun li fissava divertito appoggiato alla sella.
E in parte a loro, Thor e Sif.  Lui che le sistema il suo mantello rosso sulle spalle e lei che gli sorride provocante mentre si scosta i lunghi capelli biondi.
Loki stringe i denti, mentre uno scomodo groppo gli si forma nello stomaco.
Thor aveva sempre dato a lui il suo mantello rosso, dicendo che la magia l’aveva visibilmente spossato, o che sembrava infreddolito. E se non c’era una buona scusa glielo avvolgeva lo stesso addosso, con il pretesto di festeggiare l’ennesima vittoria e rubargli, nel frattempo, un bacio veloce.
Ma non questa volta.
“Allora, cosa stiamo aspettando?” domanda cercando di trattenere l’acidità.
Da come Thor lo guarda non c’è riuscito particolarmente. Tanto meglio.
Senza aspettare una risposta, sprona il cavallo, per andare nel punto in cui il Bifrost si aprirà e tutta quella pagliacciata potrà finalmente finire.
 
 
 
 
 
Quando la porta del suo studio si apre, la leggera corrente fa ondeggiare la fiamma delle candele.
Loki le osserva, sospira ma ancora non si volta.
Lo sente camminare alle sue spalle, sfogliare con disinteresse uno dei tanti libri impilati con ordine ed infine cedere “Perché stai qua?”
“E dove dovrei essere?”
“Con noi, al banchetto in onore della nostra vittoria sul drago, mi sembra ovvio”
Anche se lo sente avvicinarsi, Loki non fa niente finchè il fratello non tenta d’abbracciarlo.
Non appena sente le sue mani sfiorarlo, gli sfugge alla presa, alzandosi di scatto fingendo di dover sistemare la sua scrivania.
Lo sente sospirare, ma ancora non si volta. Non gliela darà vinta facilmente, non questa volta.
“Che cos’hai Loki?”
“Niente”
“E allora sentiamo, che cos’ho fatto di così imperdonabile da scatenare la tua ira?”
“Non mi conosci per niente se credi che io sia arrabbiato”
“Oh certo, tu non sei arrabbiato, tu sei geloso
Lo lascia avvicinare, questa volta si fa avvolgere dal suo abbraccio ma non appena sente le sue labbra sfiorargli il collo, si volta per spintonarlo via.
Thor ricambia il suo sguardo rabbioso con un accenno di sorriso.
“Se credi che mi faccio scappare l’occasione di stare finalmente soli perché sei arrabbiato, ti sbagli” gli fa notare, incrociando le braccia sull’ampio petto.
“Oh certo, cosa c’è di meglio di una scopata dopo esserti ingozzato? Cos’è, Sif ha esagerato con la birra e non riesce a soddisfarti?”
Thor alza un sopracciglio e Loki vorrebbe tanto prenderlo a pugni.
“Avresti anche tu la pancia piena se mangiassi ogni tanto invece che stare sempre tra i tuoi tomi polverosi. E una bella scopata farà bene anche a te” gli risponde, per poi prenderlo in braccio e portarlo nella camera da letto incurante delle sue proteste
“Thor! Razza d’idiota!!” ringhia Loki, quando viene malamente gettato sul letto. L’altro ride ed è veloce a raggiungerlo, per poi sovrastarlo grazie alla sua forza.
Loki tenta di toglierselo di dosso, ma quando, finalmente, sente le sue labbra contro le proprie, sospira e gli afferra i capelli biondi, tirandolo ancora di più contro di sé.
“Ci abbiamo messo una settimana. Una settimana per dare la caccia ad uno stupido verme sputafuoco. E tutto per colpa di quegli idioti che ti ostini a voler portare con noi! Se tu mi avessi ascoltato, avremmo-“
“Passato una settimana rintanati da qualche parte a fare l’amore per tutto il giorno?- lo interrompe l’altro, mettendosi in ginocchio sul materasso per togliersi la sua casacca rossa- Sarebbe stato bello, lo riconosco, ma qualcuno doveva pur occuparsi di quella lucertola troppo cresciuta, non credi?”
Loki continua a fissarlo corrucciato, ma si lascia togliere la maglia e non si sottrae alle mani che gli cingono i fianchi con forza, né alle labbra che iniziano a baciargli il petto.
Alla fine sospira, lasciandosi cullare da quelle tenerezze che in quell’ultimo periodo erano diventate sempre più rare.
Quando si era reso conto che i segni che lasciava sempre Thor avevano avuto il tempo di sparire dall’ultima volta che erano stati insieme, aveva sentito un improvviso vuoto allo stomaco e un brivido freddo gli aveva fatto attraversato la schiena.
Sentire nuovamente quel calore è rassicurante.
Per questo gli fa alzare il volto e lo bacia con dolcezza, mentre passa le mani tra i suoi capelli biondi. Loki lo sente sorridere contro le proprie labbra, mentre si fa gentilmente spazio tra le sue gambe. Loki risponde al sorriso, poi gli pianta le unghie nelle spalle e graffia.
Thor s’irrigidisce per il dolore, e lui ne approfitta per spingerlo di lato, in modo da invertire le posizioni. 
Sogghigna, vedendo l’altro sbuffare ma portare lo stesso le mani sui suoi fianchi magri.
“Sai, forse dovrei fare anch’io questo gioco. Dopotutto, non sarebbe giusto che solo tu provassi nuove esperienze- dice, mentre segue i muscoli del suo addome con le punte delle dita- Le ragazze sono così facili da conquistare, basta qualche parolina dolce ed un sorriso che ti cadono ai piedi. E i ragazzi, oh con loro è ancora più facile- continua, iniziando a muovere con una lenta cadenza il bacino- con loro basta una sola occhiata, uno sfiorare apparentemente inavvertito che già ti seguirebbe anche in capo al modo”
Thor ringhia, stringendogli i fianchi con più forza in modo che non possa continua il suo movimento provocatorio che lo ha già risvegliato fin troppo, nonostante la costrizione dei pantaloni.
La voce di Loki si fa leggera, mentre lo guarda sollevarsi e sente le sue mani infilarsi nei pantaloni. Poi gli artiglia il bacino con talmente tanta forza da lasciare sicuramente il segno sulla sua pelle chiara e a Loki gli si spezza il respiro.
“Che dici, domani potrei proprio venire ad allenarmi con te nell’arena, no?” lo provoca ancora, mentre Thor lo costringe a tornare disteso sul materasso per poi togliendogli i morbidi pantaloni che indossa. Lo fissa per qualche istante, poi si china, gli morde il collo e Loki ride.
Ma il fiato gli manca ben presto quando Thor decide di mostrargli quanto gli è mancato.
 
 
 
 
La luce ancora incerta che precede l’alba illumina debolmente il viso di suo fratello, mentre la leggera brezza entra dalle finestre lasciate aperte, agitando i tendaggi e facendogli correre un brivido lungo la schiena nuda.
Thor è bello, Loki non l’ha mai potuto negare. Anche in quel momento, con i capelli scompigliati e il viso rilassato dal sonno era bello.
Gli anni che sono passati da quando tutta quella meravigliosa follia è iniziata sono più evidenti su di lui, sui suoi muscoli più scolpiti, sull’accenno di barba che inizia a crescere. A Loki invece non sembra di essere cambiato così tanto. Solo i segni che gli lasciava sulla pelle lo rassicuravano che tutto quello era stato reale e non un semplice sogno malato.
Per questo si è sempre lasciato stringere con fin troppa forza, incurante del dolore ma con la consapevolezza che il piacere non era mai troppo lontano.
E per continuare a sentirlo, ad averlo vicino a sé, è disposto a fare tutto.
Tenta lentamente di liberarsi dal suo abbraccio, ma Thor grugnisce e lo stringe con più forza.
Non trattiene il sorriso Loki, gli piace quando fa così. Gli piace sentire di appartenere a qualcosa, a qualcuno.
Tuttavia gli posa un bacio leggero sul collo, riuscendo a sfuggirgli agilmente.
Si veste con calma, sfiorandosi i segni impressi sul corpo. La pelle arrossata è più calda e pulsa debolmente quando si sfiora.
Sospira, finendo di indossare i propri abiti, per poi fermarsi a guardare ancora suo fratello, giocherellando per un attimo con i suoi capelli.
Si arrabbierà, lo sa, ma deve farlo. Se Thor credeva che tutto sarebbe finito così era un illuso.
Non avrebbe mai rinunciato a lui, non quando era tutto ciò che gli restava, tutto ciò che aveva davvero.
Non si sarebbe accontentato di una comune candela, non quando aveva conosciuto il calore del sole.
Gli posa un altro bacio sulle labbra, poi esce silenziosamente dalla sua stanza.
 
 
 
Quando Loki era tornato nelle sue camere, le aveva trovate vuote. Ma sapeva che lui sarebbe tornato fin troppo presto, e quando le sue previsioni si avverano non cerca nemmeno di sforzarsi di sembrare innocente.
Thor gli va addosso, afferrandolo con rabbia per le spalle “Che cosa le hai fatto!?”
Loki ghigna. Si è impresso bene nella mente la scena che deve aver visto anche Thor. Avrebbe conservato quel ricordo in modo da sentire il dolce sapore della vendetta al solo ripensarci.
“Ma come non mi ringrazi? Ora per te dovrebbe essere più facile andarci a letto, dopotutto hai sempre detto che ti piacevano i miei capelli scuri. O hai mentito anche su di quello?”
Poteva quasi vedere, l’espressione confusa di Sif, quando al suo risveglio si era passata una mano tra i capelli, sentendoli inaspettatamente corti. Poteva immaginare il suo terrore a vedere le sue stesse ciocche bionde sparse sul pavimento.
Thor ringhia nuovamente, scuotendolo con forza “La vuoi smettere con questa storia? Ti avevo detto che Sif era solo un’amica, non dovevi prendertela con lei!”
“Oh certo, allora come mai tutta questa rabbia, fratello?”
“è nostra amica, Loki, non-“
“è tua amica, come sono tuoi amici anche tutti gli altri. Non capisco a cosa ti serva circondarti di persone così stupide ed inutili” sibila a pochi centimetri dal suo volto, guardandolo trattenere il respiro e sforzarsi di lasciare la presa.
“Ti stai comportando in maniera paranoica, fratello. Non siamo più bambini, non possiamo più passare troppo tempo insieme. Non da soli. Perché ti ostini a non capirlo?”
Loki stringe gli occhi e serra i pugni, guardandolo con odio “Ero un bambino quando mi hai baciato in quello stesso balcone. Ero un bambino quando hai voluto giocare a fare l’amore, quando hai voluto con così tanta necessità dimostrare la tua forza e la tua superiorità di uomo fatto. Non sono più un bambino da molto tempo, Thor. E questo è solo grazie a te”
Lo schiaffo arriva del tutto inaspettato. Thor non lo aveva mai colpito per ferirlo, non volontariamente almeno. Ma i suoi occhi sono di ghiaccio mentre lo fissavano portarsi una mano al viso e ritirarla con le dita sporche di sangue che ne macchiano la pelle chiara.
Il sangue del labbro spaccato gli ha invaso la bocca, e Loki lo sputa con astio.
“Adesso non hai neppure il coraggio di ammettere la verità? Vuoi dare a me la colpa anche di questo?” ringhia, poi gli si avvicina e lo bacia con rancore, mordendogli il labbro fino a sentire il sapore del suo sangue sulla lingua.
Thor lo spintona via, per poi passarsi la mano sulle labbra per pulirsele.
Per qualche istante restano entrambi immobili, a fissare il loro sangue mischiato unito, un tutt’uno com’erano stati loro così tante volte quando decidevano di fare l’errore di amarsi.
“Siamo fratelli. Abbiamo lo stesso sangue. Siamo praticamente la stessa cosa. Allora perché è sbagliato se lo diventiamo veramente?”  Loki vorrebbe che gli rispondesse con quel suo sorriso esasperato ma luminoso e vorrebbe che lo abbracciasse, che gli dicesse che qualunque cosa sarebbe successo sarebbe andato tutto bene perché sarebbero stati insieme e questo era l’importante.
Una volta Thor lo faceva spesso.
Una volta Thor avrebbe percepito il tono amareggiato delle sue parole e avrebbe capito che era questo ciò di cui aveva bisogno.
Ma l’erede di Asgard si pulisce la mano sui pantaloni e gli da le spalle.
“Padre vuole vederti. Muoviti”
“Dovrò mentirgli, lo sai vero? Perché, se altrimenti gli dicessi il vero motivo delle mie azioni, dovrei rivelargli anche un altro piccolo segreto, e tu di certo non vuoi infangare la tua così luminosa figura davanti ai suoi occhi, giusto?”
Le sue parole lo fanno bloccare, i muscoli irrigiditi delle spalle in risalto nonostante la casacca rossa che aveva addosso.
“Pagherai per ciò che le hai fatto, anche se davanti a nostro Padre non verrà dimostrata la tua colpevolezza”
“Oh certo, e sentiamo, come hai intenzione di punirmi? Portandotela a letto? Riuscirai a scopartela senza pensarmi ora che ha il mio stesso nero al posto dell’oro?”
Lo studia, mentre si gira lentamente. La sua espressione rassegnata gli fa contrarre dolorosamente lo stomaco, ma riesce a non tradire la benché minima esitazione.
Thor lo guarda negli occhi, per un istante che gli pare infinito. “E tu non hai pensato che proprio perché adesso è più simile a te, sarà più facile che me la porti a letto?”
Loki ride amaro alla sua risposta, anche quando in verità vorrebbe solo piangere.
Fa per incamminarsi dietro di lui, quando Thor si volta ancora, la fronte corrugata e i pugni chiusi.
“Dimmi, ti ho mai mancato di rispetto? Ti ho mai fatto qualcosa che davvero non volevi?”
“No” si costringe a rispondere, combattendo il groppo che gli serrava la gola.
“Allora mi dispiace, ma proprio non vedo un motivo per questa tua rabbia fratello”
Thor non aspetta nemmeno una risposta, ma gli da le spalle ed esce.
“Tu non mi vedi e basta. Non più. Non per davvero” risponde al nulla, prima di seguirlo.
Ma tornerà a vederlo, si promette, a qualunque costo, anche a quello di sprofondare nella più oscura tenebra.
Perché se non vuole più amarlo, potrà sempre odiarlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Perché mi ostino a continuare questa storia è un mistero anche per me u.u
Comunque sia, questo capitolo non era previsto, tutta colpa vostra a chiedere il punto di vista di Loki (e sì, lo ammetto, così tutto sembra avere più senso così, rispetto a come avevo previsto io le cose u.u’’’)
Vi ringrazio per tutto e in particolare Madama Pigna che con questa sua bella storia http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2576306  mi ha dato l’input per tutto il capitolo

ciao ciao
roby_lia

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


si passa post-Avengers u.u


Terzo capitolo
 
Il vento soffia dolce su Asgard, quando il Tesseract li riporta a casa.
Thor respira profondamente, chiudendo gli occhi e godendosi la leggera brezza sul viso.
Per un istante tutto torna apposto, il resto del mondo si allontana e per un istante può quasi credere che sia stato tutto un incubo.
Poi il tintinnio delle manette ai polsi di Loki lo riportano al presente.
Loki gli sembra spaesato ma forse è solo stanco e affaticato dalla battaglia. Non gli piace vederlo così, ferito e imprigionato. È pur sempre suo fratello eppure…
Eppure non lo è veramente, eppure, se le cose fossero andate diversamente, adesso non si troverebbero in quella situazione.
E non farebbe così male.
Scuote la testa, respirando profondamente. In lontananza le luci della sua città brillano nella notte, ma a loro ci vorranno almeno un paio d’ore per arrivarci. E non è del suo popolo né dei suoi amici che sente il bisogno in quel momento, esattamente come non ne ha avuto bisogno in quei mesi infernali che sono passati.
Thor lascia cadere il Mjolnir quando improvvisamente il suo peso ne diventa insopportabile. Il Tesseract lo segue poco dopo ed infine la museruola.
Loki lo fissa per qualche istante negli occhi, poi inizia a muovere la mandibola, cercando di allontanare il fastidio.
“Bene allora, illuminami: cosa stiamo facendo qua?” si decide infine a rompere il silenzio, fissandolo con derisione.
Thor lo fissa ancora per un istante “Voglio delle risposte”
“Per avere delle risposte bisogna porre delle domande, fratello” sogghigna l’altro, iniziando a camminare in circolo.
“Mi dirai la verità?”
“La verità? E qual è la verità che vuoi sentire? Oh, fammi indovinare, vuoi che ti dica il perché ho fatto tutto questo? Vuoi sapere che fine ha fatto il tuo amato fratellino? O forse preferisci che ti racconti come-“
“Smettila!” gli ordina, afferrandolo per il bavero e scuotendolo. Per un istante si fissano con rabbia, i visi talmente vicini che i loro respiri si mescolavano
Loki si limita ad ampliare il sogghigno “Non sono domande di tuo gradimento? Forse preferisci sapere quali sono le tue colpe, cos’hai fatto di sbagliato per perdere tuo fratello? O ancora meglio, come fare a salvare il povero piccolo Loki dagli inganni della sua stessa mente? La vuoi la risposta Thor?- lo provoca stringendosi di più a lui. Poi porta una mano tra i suoi capelli d’oro e gli sussurra all’orecchio- La verità è che sei stato tu a spingermi nell’abisso, a lasciarmi cadere. È tutta colpa tua. Ma non puoi fare niente per salvarmi. Loki ormai è morto”
Thor lo spintona, facendolo cadere al suolo e guardandolo dall’alto in basso con un gelido furore.
L’istante dopo però, è sopra di lui, lo stringe con troppa forza e lo bacia come se non volesse mai più lasciarlo andare.
 
 
Non gli interessa ricordare come sono finiti a rotolarsi sull’erba. Non vuole ripensare a come gli ha tolto le catene, a come gli ha strappato i vestiti con mani tremanti di rabbia e d’amore, e lo ha baciato, baciato solo per sentirlo rispondere, baciato solo per sentire la pelle scaldarsi, invasa da un calore fin troppo familiare.
Non si cura di che fine hanno fatto i suoi abiti, né di come Loki è finito disteso sul suo mantello, lo stesso mantello che per tante volte gli aveva accolti e nascosti agli occhi del mondo, ma che era stato al contempo la rottura di tutto.
L’unica cosa che importa è Loki.
Loki disteso sotto di lui, Loki che trema di nuovo tra le sue braccia, Loki che cerca un contatto sempre maggiore.
E l’unica cosa a cui Thor riesce a pensare è baciarlo, baciarlo per sempre e continuare a farlo, perché ha creduto alla sua morte, ha creduto al suo addio.
Adesso vuole solo chiedergli scusa e baciarlo, per dargli piacere dove le ferite gli fanno più male.
“Pensa a cosa direbbe Padre-Tutto se vedesse il suo figlio d’oro ammaliato da un mostro…”
“Zitto”
“…un mostro che continua a chiamare fratello…”
“Ti ho detto di stare zitto”
“… scopare un gigante di ghiaccio e un fratello, quale suona più orribile?”
“Stai zitto!” gli ordina di nuovo, e lo bacia sulla bocca mentre si fa spazio in lui.
Loki annaspa e si aggrappa a lui, ma a Thor non importa.
L’unica cosa che gli interessa in quel momento è continuare a sentire la sua voce, inizialmente rabbiosa per il dolore, poi più roca e dolce dal piacere.
Gli interessa il suo calore che lo avvolge e lo accoglie di nuovo.
Nasconde il viso contro il suo collo, per inebriarsi del suo profumo, poi gli morde la pelle sensibile.
Tutto quello gli è mancato terribilmente. Gli è mancato Loki, e nonostante tutto quello che è successo, le parole che si sono detti, le armi che hanno rivolto l’uno contro l’altro e il sangue che hanno versato… tutto è accaduto così velocemente che solo in quel momento, quando sente il suo cuore battere forte contro il proprio, le sue labbra cercare la sua bocca e il suo bacino seguire il ritmo frenetico, è solo allora che Thor può finalmente respirare è rendersi conto che suo fratello è davvero vivo.
 
 
Tutto è successo fin troppo velocemente.
Non c’è stato spazio per la dolcezza, non quella volta.
L'ha preso con rabbia e tristezza, eppure quando si trova a respirare profondamente contro la sua pelle, vorrebbe solo tornare indietro, e cancellare tutto il male che gli ha fatto di nuovo.
Thor sospira, posando un bacio leggero sul petto di Loki, prima di liberarlo dal suo corpo.
Gli da le spalle, iniziando a raccogliere i propri indumenti “Vestiti, dobbiamo andare” gli dice continuando a dargli le spalle.
Sente il suo sguardo perforarlo, ma non si volta finchè non lo sente alzarsi e iniziare ad obbedirgli.
Lo osserva mentre indossare i suoi vestiti, trattenendo le smorfie per il dolore, le nuove ferite mischiate a quelle vecchie.
Sarebbe facile per Loki approfittare di quel momento per fuggire, Thor lo sa.
Ma Loki non scappa e il principe di Asgard deve nuovamente mettergli le catene e la museruola.
Thor lo osserva per un altro istante. Vorrebbe stringerlo a sé, dirgli che andrà tutto bene e che lo proteggerà.
Ma Thor non è mai stato bravo a mentire.









Note
Ed eccoci giunti a metà storia. I prossimi due capitoli non prenderanno nemmeno in considerazione Thor 2 (diciamo che questa storia sta allegramente marcendo tra i miei mille progetti da qualche secolo u.u)
Vi ringrazio per tutto e se avete critiche o consigli saranno ben accetti :)

ciao ciao
roby_lia

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


Quarto capitolo
 
La tempesta si sarebbe scatenata di li a breve, Loki avrebbe potuto sentirla pizzicare sulla pelle.
Ma quello era prima, adesso non sa neppure come riesce a fare un respiro dopo l’altro, non sa neppure perché fa un respiro dopo l’altro.
Il gelo gli entra nei polmoni, una nuova pugnalata ogni volta.
Il gigante di ghiaccio che avverte il freddo, una volta avrebbe riso di sé stesso. Ma lui ha conosciuto il calore del sole, ha conosciuto il tocco di Thor, ed è qualcosa che ormai non potrebbe cancellare dalla sua pelle nemmeno volendo.
Se chiude gli occhi può quasi ricordare Asgard, il sole che illuminava Thor rendendo i suoi capelli ancora più brillanti mentre si avvicinava al suo viso e lo baciava con dolcezza.
Voleva restare lì, perso nei suoi ricordi, al caldo e felice.
Forse, se avesse tenuto gli occhi chiusi abbastanza a lungo, tutto sarebbe diventato vero.
Forse sarebbe riuscito a dimenticare Odino che lo condannava dall’alto del suo trono e Thor che gli dava le spalle, abbandonandolo imprigionato in quell’inferno di ghiaccio.
Sì, può quasi sentire la voce di Thor che lo chiama come un tempo, come se fosse la cosa più importante al mondo.
Vorrebbe rispondergli, ma quando ci prova i punti tirano e il sangue gl’invade la bocca.
Il primo tocco sembra una carezza di lava e tutto è troppo confuso perché riesca a capire se gli fa male o meno, ma si ritrae.
Thor non può essere lì, non può vederlo, non il mostro, non lui, almeno quello no!
“Loki? Loki riesci a sentirmi? Nove, vi prego…”
I colpi dell’arma riverberano fino alle ossa, ma poi le catene si spezzano e sente solo le ginocchia che cedono.
Ma non è l’abbraccio gelido della neve ad accoglierlo.
“Loki? Loki…”
Riapre gli occhi di scatto, trovandosi davanti un viso più famigliare del proprio ormai. Thor era davvero lì, … non poteva essere vero.
Eppure si aggrappa a lui con tutta la forza che gli resta.
“Shh, stai calmo, sono qua…” mormora l’altro, ricambiando gentilmente la sua stretta.
Ma poi lo vede estrarre il pugnale. Loki serra gli occhi mentre gli tiene ferma la testa avvicinando la lama. La delicatezza non è mai stato il suo forte e i punti che gli serrano le labbra fanno già male normalmente. Ma poi l’aria può nuovamente entrargli tra le labbra e inizia a tossire ed annaspare e per la prima volta il freddo della neve viene accolta felicemente.
Le lacrime lasciano delle scie infuocate sulle guance eppure non gli sembra possibile di avere tutto quel calore dento.
“è tutto finito, Loki. Adesso ti riporto a casa” Thor lo avvolge nel suo mantello e lo solleva delicatamente.
“Andrà tutto bene”
Tutto diventa buio.
 
 
 
La prima cosa è il rumore: carta sfogliata, legna che brucia, poi qualcuno che sospira.
Poi riconosce l’odore inconfondibile di casa e si decide ad aprire gli occhi.
Inizialmente non è sicuro di riconoscerlo.
Anche se tutto sembra uguale, anche se quello è lo stesso letto che ha accolto il loro amore così tante volte, c’è qualcosa di profondamente diverso.
Thor è appoggiato al camino, un calice in mano e dei fogli nell’altra. Sembra diverso, forse qualcosa nei capelli più lunghi e nell’aria seria, o forse nell’ombra che gli oscura lo sguardo e nella piega più amara della bocca.
Una volta avrebbe riso a quella scena, ma adesso le labbra gli fanno male anche solo se prova a muoverle.
Cerca lo stesso di chiamarlo, ma ha la gola secca ed esce solo un rantolo.
“Loki?” è da lui subito.
“Riesci a bere qualcosa? Ti farebbe bene” gli chiede gentilmente accarezzandogli i capelli.
Loki annuisce, mentre Thor prende un bicchiere dal comodino.
Il primo sorso lo fa tossire dolorosamente.
“Con calma, a piccoli sorsi” gli dice Thor, cercando di facilitarlo sostenendolo maggiormente.
Il liquido è fresco ma inghiottire gli fa male.
“Thor” riesce a dire, nonostante tutto. La voce è roca e le labbra gli fanno male ma riesce di nuovo a parlare.
“Sì- gli sorride, passandogli una mano sulla schiena- va meglio?”
Annuisce ad occhi chiusi, lasciandosi cullare dalle sue carezze.
Poi si addormenta.
 
 
 
 
I giorni scorrono lentamente.
Loki passa la maggior parte del tempo cercando di dormire, ma ogni volta che riapre gli occhi Thor è sempre al suo fianco. O lui o Frigga.
Mangia poco, parla ancora meno e non accoglie nessuna delle offerte di Thor. I libri che gli porta restano sul comodino, se gli chiede di provare ad alzarsi per prendere un po’ d’aria si volta dall’altra parte.
Ma Thor resta continuamente con lui. Gli parla anche se non riceve risposta, cerca di farlo star meglio senza sapere di cos’ha bisogno.
Loki sa che deve andarsene.
Ha sentito Thor e Frigga parlare, mentre lo credevano addormentato. Lo hanno salvato solo perché Odino è caduto nel Sonno. Ma appena si risveglierà…
“Non permetterò che gli venga fatto di nuovo del male. Non questa volta” aveva detto Thor.
Ma Thor ormai ha perso la sua fiducia, e Loki deve andarsene.
Domani, si promette, chiudendo gli occhi.
 
 
“Vorrei che tu mi parlassi”
La notte è calata e Loki fissa le fiamme cercando di farsi cullare.
Thor è seduto vicino a lui e lo guarda. A volte gli sistema le coperte o gli accarezza i capelli, e il suo silenzio non è abbastanza per mandarlo via.
“Vorrei sentire di nuovo la tua voce” sospira.
Più i giorni passano più è facile che Odino si svegli. E se succederà Loki sa che questa volta non sarà l’unico a pagarne le conseguenze.
Eppure Thor non lo forza ad alzarsi, a cercare di riprendersi. Sembra deciso a seguirlo nell’abisso e questa volta per davvero.
“Mi accontenterei delle tue menzogne, Loki. Vorrei sentirti dire che andrà tutto bene, che riusciremo a sistemare le cose”
Thor è vicino a spezzarsi, lo vede nel suo sorriso triste e negli occhi. Pieni di lacrime.
“Se lo dicessi tu riuscirei perfino a crederti”
Non avrebbe mai creduto di vedere suo fratello piangere. Eppure il potente dio del tuono non fa niente per nasconderlo.
“Per favore, dimmi che c’è ancora speranza per noi”
Loki vorrebbe potergli credere. Vorrebbe potersi fidare di nuovo di lui
Gli da le spalle ed artiglia il cuscino cercando di trattenere la voce.
Col tempo. Forse. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Epilogo ***


Epilogo
 
Anche se non si direbbe, Thor sa apprezzare il silenzio.
Il silenzio era perdersi per un istante a guardare Loki leggere, prima di assalirlo di sorpresa.
Il silenzio era Loki che esitava facendogli battere il cuore a mille prima di baciarlo.
Il silenzio era Loki che si addormentava tra le sue braccia.
Ma nella casa su Midgard dove si sono rifugiati c’è n’è fin troppo di silenzio, e non crede di poterlo sopportare ancora a lungo.
“Loki? …Loki” chiama ancora avvicinandolo e sfiorandogli i capelli.
Loki sobbalza, distogliendo lo sguardo dal paesaggio fuori dalla finestra per metterlo lentamente a fuoco.
Thor gli sorride rassicurante “Il pranzo è pronto. E questa volta sono riuscito addirittura a non bruciare niente!” cerca di farlo ridere, ma Loki si mette in piedi con una smorfia. Gli manca la sua risata.
“Non ho fame. Vado fuori” risponde semplicemente il moro, indossando una felpa troppo grande per lui prima di avviarsi verso la porta.
“Loki devi mangiare per recuperare le forze, lo sai. E fuori piove, non ti…” lascia sfumare la voce, vedendolo uscire senza prestargli la minima attenzione.
Thor sospira, passandosi una mano tra i capelli.
Le cose sono migliorate in un certo senso da quando hanno lasciato Asgard. Loki ha smesso di parlargli per monosillabi e i libri che gli procura vengono perlomeno presi in considerazione.
Anche nei suoi occhi vede una luce che ricorda la sua vecchia forza. Non è più come prima ma sta riuscendo a rimettere insieme i pezzi, un po’ alla volta.
Ma le cicatrici ancora arrossate sulle sue labbra rendono impossibile allontanare di tanto il ricordo del tradimento.
Fissa nervosamente la porta chiedendosi se seguirlo o meno. Non è la prima volta che Loki va a fare delle passeggiate. Più di qualche volta è uscito senza nemmeno dirglielo.
Alla fine prende il posto che aveva occupato vicino alla finestra. Vede Loki alzare il viso al cielo, incurante del cappuccio che gli ricade sulle spalle, stirando le labbra in una parvenza di sorriso quando la pioggia gli accarezza il volto.
La vita ha una strana ironia, Thor si ritrova ad ammetterlo. Perché in quel momento il dio del tuono vorrebbe solamente perdersi nella pioggia, solo per poter toccare di nuovo Loki.
Solo per farlo sorridere ancora una volta.
 
 
Il pranzo ha tutto il tempo di raffreddarsi e Thor è talmente in ansia da decidersi a riordinare casa, quando Loki ritorna.
Thor impiega qualche minuto per accorgersi della sua presenza. Si era perso nel passato stringendo tra le mani il suo mantello e Mjolnir, compagni di tante avventure. 
Non appena Odino si è svegliato, Thor è scappato con Loki. Si è comportato da vigliacco, lo sa, ma non avrebbe permesso che a Loki venisse fatto altro male. Anche perché non sapeva se Loki l’avrebbe sopportato.
Ha rinunciato ad Asgard, al suo retaggio, al suo trono per suo fratello.
Ed è una scelta che non cambierà per niente al mondo, si dice distogliendo lo sguardo dai due oggetti.
È allora che nota Loki, anche lui perso a fissare il passato, tremando.
“Loki!” esclama mettendosi in piedi.
L’altro inghiotte a fatica, facendosi più piccolo all’interno della felpa bagnata dalla pioggia.
“Ho freddo”
“Dannazione, sei stato tutto il pomeriggio sotto la pioggia! Dai togliti i vestiti, io vado a prendertene di asciutti” sospira Thor, sospingendolo gentilmente verso il caminetto accesso prima di lasciare la stanza.
“Ecco, ti ho preso anche degli asciugamani. Magari vuoi fare un bagno caldo o…” la voce gli si spegne.
 Loki indossa solo i pantaloni mentre tiene tra le mani il suo mantello rosso, fissandolo malinconico.
“Stavo facendo ordine, per quello-“ 
La voce gli muore in gola quando Loki alza gli occhi su di lui “Facciamo l’amore?”
Thor ricambia il suo sguardo, incerto di aver compreso davvero ciò che aveva detto “Cosa…?”
“Io…” Loki si blocca e scuote la testa, come se si fosse appena risvegliato, lasciando cadere il mantello.
“No, no aspetta – mormora, avvicinandosi forse troppo precipitosamente- io… quello che intendo dire è che… voglio solo che tu stia bene, Loki” cerca di spiegarsi.
Le mani gli bruciano dalla voglia di toccarlo, di sentire la sua pelle a contatto con la propria, di averlo nuovamente stretto contro. Al sicuro, tra le sue braccia.
Eppure è Loki il primo a toccarlo, sfiorandogli gentilmente lo zigomo con la punta delle dita, per poi proseguire accarezzandogli i capelli e cercando un contatto maggiore.
“Loki…”
Le sue labbra sono dolci ma il rilievo delle cicatrici gli bruciano il cuore, ricordandogli quando è stato troppo debole e ha permesso che gli venisse fatto del male
Thor si ritrova ad accarezzargli con esitazione i fianchi, per poi stringerlo con più forza.
“Aspetta un attimo” mormora scostandolo gentilmente.
“No” ribatte l’altro, mordendogli il labbro.
E Thor sa che non dovrebbe assecondarlo, sa che se Loki cerca un contatto in modo così disperato nonostante ciò che gli ha fatto dev’esserci un motivo.
Ma Loki gli è mancato così tanto, ha temuto di non poterlo mai più stringerlo a sé, e sentendolo fremere nuovamente contro di lui, sentendo che lo sta trattenendo con tutte le sue forze, semplicemente non riesce a lasciarlo andare. Non di nuovo.
Si lascia trascinare a terra e improvvisamente tutto sembra non essere mai cambiato, sa ancora come toccarlo, si ricorda come farlo stare bene.
E sentendo il cuore di Loki battere furiosamente quando gli bacia il collo, si rende conto che suo fratello è davvero tornato.
 
 
Thor premette maggiormente la schiena di Loki contro il proprio petto, mentre le loro dita erano ancora intrecciate.
Si solleva leggermente sull’altro braccio, iniziando a baciare con dolcezza il collo di Loki.
“Hai fame? Oggi non hai mangiato praticamente niente”
“No”
“Loki è tutto apposto? Stai bene?”
“Sto… meglio” risponde solamente.
“Bene” sospira Thor, nascondendo un sorriso contro i suoi capelli scuri.
“Loki posso…- la sua voce esita per un istante- posso chiederti perché?”
“Perché cosa?”
“Questo. Noi. Perché? Mi hai… perdonato?”
“Non hai capito niente se credi che ti abbia perdonato” Thor serra gli occhi, ma nonostante le sue parole, Loki non si sottrae alle sue braccia.
“E allora perché mi ha voluto ancora?”
“Avevo freddo”
Nonostante tutto Thor libera una leggera risata.
“Ci sono anche altri modi per scaldarsi, lo sai?” gli domanda sorridendo.
Ma Loki non lo ricambia “Non per me. Non contro il freddo di Jotunheim”
Thor lo stringe maggiormente “Mi dispiace. Mi dispiace di non essere stato abbastanza forte, io-“
“Tu sei qui” mormora stancamente suo fratello, chiudendo gli occhi.
E a Thor quelle parole bastano per rendere più sicura una speranza.
Questa volta non sbaglierà, ha conosciuto fin troppo il dolore di aver perso ciò che di più importante aveva.
Questa volta sarà abbastanza forte per lui.
Questa volta riuscirà a farlo sorridere di nuovo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
 
Prima che, giustamente, mi rovesciate addosso una valanga d’insulti, per questo insulso (e in ritardissimo) finale che ecco… non doveva essere così. In verità non so bene come dov’esse essere questo finale e gli esami non hanno di certo aiutato la mia già scarsa inventiva. Quindi dopo settimane che mi scervello, semplicemente non lo sopporto più.
Ringrazio chi ha avuto il coraggio di seguire questa storiella e mi dispiace per questa sotto-sottospecie di finale >.<
 
Ciao ciao
roby_lia

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2604920