Ciao a tutti! Siamo tornate con il secondo capitolo!
Vi siete mai chiesti come mai zio Vernon ha il terrore che Harry, salendo sulla
sua auto gliela rovini? Noi sì!
Ecco la nostra risposta, che affonda le sue radici in una nuova avventura dei
Malandrini!
Questa volta i nostri amici si recheranno addirittura al concerto dei Ramones!
Che sarà mai successo?!
Leggete per scoprire!
Ringraziamenti alla fine!
Concerto
Aprile 1981
Una vecchia Chevrolet verde acido stava
percorrendo una solitaria strada di campagna.
L'ultimo paesino era stato attraversato
mezz'ora prima e, all'interno dell' abitacolo, stava iniziando a
sorgere qualche piccolo battibecco.
“Remus! Santo Boccino! Fammi
aprire questo dannato finestrino!” protestò un sudato
James Potter, iniziando già a girare la manovella, prima di
essere colpito da un raggio di luce violetta.
“Ti ho detto di no! Ho giù
la voce e non voglio che mi torni la broncopolmonite!” gli
rispose il guidatore, Remus Lupin, mostrando un tono di voce che
tutto era fuorché basso.
James sbruffò e prese dal
cassetto di fronte a lui la cartina per farsi aria.
“Remus, per i più vonci
perizomi di Merlino! La broncopolmonite l'hai avuta tre mesi fa!
Smettila di fare il malato immaginario!” esclamò un
terzo giovane, Sirius Black, dal sedile posteriore.
“Sirius! Qui c'è Harry!
Modera il linguaggio, per favore!” lo rimbrottò la
ragazza seduta di fianco a lui, Lily, moglie di James e madre del
bimbo che stava comodamente seduto sulle sue ginocchia.
“Dai Harry! Vieni un po' dallo
zio Felpato! A lui io piaccio tantissimo così come sono, Lil!”
le rispose Sirius, mentre lei gli rivolgeva un' occhiata torva.
“E comunque io non sono un malato
immaginario, ho solo la salute delicata!” fece eco Remus, senza
che nessuno desse nota di averlo sentito.
“Il fatto che tu piaccia così
tanto al mio erede non significa che tu debba utilizzare in sua
presenza un simile genere di improperio!” disse James.
“James, ma come Merlino parli!
Non ho capito un ca...”
“Sirius!”
“Felpato!”
lo rimproverarono Lily e James.
“E va bene! E va bene! D'ora in
poi starò zitto per tutto il viaggio!”
Sirius si proclamò offeso,
incrociando le braccia al petto.
Per i trequarti d'ora successivi
nessuno parlò, all'interno della vettura e il silenzio fu
interrotto soltanto dagli sporadici sbruffi di Sirius e dai periodici
lamenti di James sul caldo.
Ad un tratto però,
improvvisamente, Harry si svegliò, stanco di essere ancora
chiuso in macchina.
“Uaaaaaaaaaaaaaaaah!”
“Spegnilo, Lily!” gridò
Sirius, tentando di sovrastare il pianto del bambino.
“E' un bambino, Sirius, non lo
posso spegnere!” rispose Lily, cercando di calmare il piccolo
che si dimenava.
“Dallo a me, tesoro.” disse
James, voltandosi e prendendo in braccio il bimbo che, in breve,
grazie ad un'enorme dose di boccacce e di “trotta trotta
cavallotto”, smise di piangere, iniziando a trovare divertente
giocare con gli occhiali del suo incauto genitore.
“E' stanco, poverino. E' tutto il
pomeriggio che siamo in macchina. Pensavo che saremmo arrivati più
in fretta...” ammise Lily, che stava cominciando a sentire
anche lei un po' di stanchezza e che non vedeva l'ora che la serata
finisse.
Accompagnare suo marito e i suoi amici
al concerto dei Ramones, portandosi dietro anche Harry, non era certo
il modo migliore che aveva per trascorrere un venerdì sera,
eppure i tre avevano insistito così tanto che non se l'era
sentita di rifiutare.
La musica, dopotutto, non le dispiaceva
e magari anche Harry si sarebbe divertito.
“Se avessimo fatto come dicevo
io, probabilmente, a quest'ora saremmo già arrivati.”
brontolò Sirius.
“Ti ho già spiegato che la
Materializzazione Congiunta è rischiosa per un bambino così
piccolo come Harry, me l'ha detto il guaritore l'ultima volta che
siamo andati al S. Mungo.” ripetè, per l'ennesima volta,
Lily.
“Infatti avevo pensato anche a
quello! Voi vi Materializzavate là e io arrivavo in moto con
Harry!”
“Felpato, ti ho già
ripetuto ventisette volte...”
“Sono trentatrè, comunque,
Ramoso...” lo corresse Remus.
“Grazie Lunastorta...- riprese
James - Stavo dicendo, come ti ho già ripetuto trentatré
volte, MIO figlio sulla TUA moto con TE non ci sale più! Hai
rischiato di ammazzarmelo!”
“Non è vero! Era tutto
sotto controllo!”
“No, Sirius! Non lo era! Se non
avessi afferrato la scopa in tempo, non so dove sarebbe Harry ora.”
insistette James.
“La paternità ti ha dato
alla testa, amico, fidati. Un tempo non eri così
pedante!”asserì Sirius
“Piantatela, tutti e due! Harry
si è appena addormentato! Lo sveglierete di nuovo!” li
rimproverò Lily, mettendoli a tacere.
“Certo, se tuo marito avesse
guardato la cartina prima di affermare di conoscere perfettamente la
strada, a quest'ora saremmo già arrivati!” proclamò
Remus, accostando e fermando la macchina.
“Perchè ci siamo fermati?”
domandò James
“Perchè non ho la più
pallida idea di dove siamo! Ecco perché! Se anziché
fare aria ai tuoi inesistenti neuroni avessi guardato la cartina,
anziché sventolarla!”sbraitò Remus, arrabbiato.
Nessuno, nemmeno Lily, anche se lei era
giustificata dal momento che doveva pensare ad Harry, si era degnato
di preoccuparsi della strada, di chiedere a lui se andasse tutto
bene, se fosse stanco o qualcuna delle altre domande che si fanno di
solito ai conducenti.
“E calmati, Lunastorta! Per
Merlino! Se sei così agitato penso io alla strada!”
esclamò Sirius
“Per carità, no! Così
non ci arriviamo più! Vengo io davanti con te, Remus. James,
alzati e vieni dietro col tuo amico.” ordinò Lily,
aprendo la sua portiera.
“Avanti- proseguì la
ragazza, sempre tenendosi Harry stretto in grembo (non si poteva mai
prevedere cosa poteva succedere lasciando Harry con James e Sirius:
era fuori discussione che lo amassero con tutti loro stessi e che
fossero senz'altro in grado di divertirlo, però, talvolta, i
loro giochi erano, come dire, un po' troppo movimentati per un bimbo
di neanche un anno. Questo era il pensiero di Lily, di diverso avviso
era Harry che, invece, adorava essere lasciato solo con il suo papà
e il suo padrino. Se poi c'era anche lo zio Remus, tanto meglio! Il
divertimento sarebbe stato assicurato.)- Possiamo andare, Remus.”
“Da che parte, Lily? Io non so la
strada, ti ricordo e, quanto a chiederla a questi due qui dietro, io
non mi fido molto...”
“Oh, ma insomma! Siete dei maghi
o siete dei troll! Santa Morgana! Basta fare un Incanto Quattro
Punti!”sbottò Lily, estraendo la bacchetta dalla tasca e
facendone uscire un nodo dorato indicante il nord.
“Bene!- esclamò,
soddisfatta di se stessa- direi che dobbiamo tornare indietro!
Manchester è dalla parte opposta!”
James, Sirius e Remus si scambiarono
un'occhiata sconvolta: perchè non ci avevano pensato loro?
Perché, di fronte a delle
ovvietà riuscivano sempre a fare la figura dei troll?
Il viaggio proseguì in modo del
tutto normale, o meglio, normale per quella che era la quotidianità
dei Malandrini: Lily che divertiva Harry da un lato e dall'altro,
James e Sirius che, confinati nel sedile posteriore, cantavano a
squarciagola il ritornello di “It's Not My Place”,
coinvolgendo anche Harry, che gorgogliava divertito, e venendo
periodicamente interrotti dalle imprecazioni di Remus, il quale
necessitava silenzio.
“Per fortuna che siamo arrivati!”
esclamò Remus, massaggiandosi un orecchio mentre scendeva
dalla macchina, dopo aver parcheggiato.
“Non ne potevo più! Sono
peggio di Pix, in fatto ad intonazione!” disse Lily, sorridendo
però alla volta di Harry che, dalle braccia del suo papà
si guardava attorno meravigliato.
Il bimbo era molto stanco, ma non
voleva assolutamente perdersi nulla di quello che avevano organizzato
il papà e gli zii per quella giornata.
“Lily, posso chiederti una cosa?”
fece Remus, allibito.
“Certo, dimmi pure.”
“Quale incantesimo ti ha fatto
James perché gli concedessi di conciare Harry a quel modo?”
“Oh, quello dici?-rise la
ragazza, chiedendosi come potessero convivere nella stessa persona il
serioso Remus e il folle Lunastorta-Come potevo impedire a James di
vestirlo così? Non ne avevo il coraggio... Era così
contento quando è tornato a casa con questi biglietti e con la
maglietta per Harry!” gli rispose, indicando Harry che si
sbracciava dalle spalle di James.
L'eccentrico genitore e il degenere
padrino avevano setacciato diversi negozi della Londra Babbana per
procurare al piccolo Harry una perfetta tenuta da concerto: sopra ai
jeans, infatti, il bimbo indossava una maglietta ed una bandana dei
Ramones e, vestito a quel modo, pareva proprio la versione in
miniatura di James.
Accanto a loro, Sirius, anche lui in
tenuta da concerto, saltellava eccitato.
“Ci pensi, Jamie? Ci pensi?
Vedremo i Ramones! I Ramones! Sono anni che sogno questa serata!”
“Harry, sei il bambino più
fortunato del mondo! Non sai quanti vorrebbero essere al tuo posto!”
concordò James.
Dietro di loro, Remus e Lily si
scambiavano occhiate complici e si sentivano quasi fuori luogo in
quella buffa combriccola, dal momento che non avevano particolari
indumenti che facessero di loro dei fan dei Ramones.
Si stavano ormai avvicinando ai
cancelli e Lily stava già tirando fuori dalla borsa i quattro
biglietti( Harry sarebbe entrato gratis), quando furono fermati da
una guardia.
“E' vostra quella Chrevrolet
verde?” domandò l'uomo, un grosso energumeno largo il
triplo dei tre Malandrini insieme.
“Sì, perché? C'è
qualche problema?” chiese James
“Guardi che abbiano la... com'è
che si chiama... Rassicurazione e abbiamo anche la licenza per
piloti!” affermò, orgoglioso di se stesso Sirius, senza
capire per quale motivo la guardia stesse continuando a guardarlo
male.
Lily si fece passare Harry e Remus
raggiunse gli amici.
“Può dirmi cosa c'è
che non va? La macchina è mia. Sarebbe di mio padre, in
verità, comunque è della mia famiglia...”intervenne
Remus, sicuro.
“Avete parcheggiato nel
parcheggio degli handicappati. Dovete spostare la macchina
immediatamente!” li avvertì, minaccioso, l'uomo.
“Cosa! Ma lei è matto!
Dove la mettiamo! Non c'è neanche un buco!” urlò
Sirius
“Non abbiamo trovato altri posti
liberi! Il concerto sta per iniziare! Non possiamo lasciarla lì
e basta?” fece James, speranzoso.
“Se non la spostate
immediatamente chiamo il carroattrezzi!”
Remus, che oltre a Lily era l'unico a
sapere cosa fosse un carroattrezzi, sbiancò immediatamente.
Qualunque cosa, ma non potevano farsi
portare via la macchina.
Almeno, non quella macchina.
“Ok, bene. Scusi i miei amici, ma
sono parecchio ansiosi di entrare... Comunque la spostiamo subito!”
Remus li trascinò via, incurante
delle loro proteste, mentre Lily tentava ancora di scusarsi con la
guardia.
“Non ci pensate nemmeno! Non vi
credevo così imbecilli! Mi meraviglio di voi!” stava
gridando Remus, quando Lily si riavvicinò al gruppo.
“Che succede?” domandò
“Succede che questi due vogliono
fingersi handicappati per poter lasciare qui la macchina, ecco che
succede!”
“Cosa? James Potter! Ma sei
impazzito? Quanto a te, Black, lo sapevo io che al posto del cervello
avevi delle uova di vermicolo!” Che cosa penserà Harry!”
“Ma tesoro, scusa, non stavamo
facendo niente di male. Io mi sono giusto tolto gli occhiali, Lo sai
che senza sono cieco come una talpa... potrei benissimo spacciarmi
per un cieco! Guarda! Anzi, spostati, perché non ci vedo!”
disse James, travolgendola.
“E io invece faccio lo zoppo!
Geniale no?” disse Sirius, avvicinandosi a lei facendo
strisciare la gamba di legno in cui aveva appena trasfigurato la sua.
“Così non abbiamo
problemi! E' un parcheggio per handicappati e noi lo siamo!”
disse James, con un sorriso beota stampato in volto, convinto di aver
avuto l'idea del secolo.
“Avanti? Vi muovete? Io che sono
zoppo sono più rapido di voi!” esclamò Sirius.
“Oh, voi non andate da nessuna
parte, fino a quando non la piantate con queste intuizioni da
dementi! Che razza di padre sei, James? E tu, Sirius? Io ho affidato
a te la vita di mio figlio e tu te ne vai in giro a fare lo zoppo!
Incarceramus!” urlò, mentre funi colorate si avvolgevano
strette attorno alle caviglie dei due malandrini.
“Ehi! Ma non siete sempre voi a
dire che non bisogna usare la magia in mezzo ai Babbani?” disse
James.
“E' un caso particolare, questo!
Dico io, ma vi siete completamente bevuti il cervello? Voi sì
che siete handicappati, ma al cervello! Vi manca del tutto! Quando li
distribuivano avete preso la fila sbagliata!” strillò
Remus, fuori di sé. Non credeva che potessero essere così
idioti da usare le disgrazie altrui per meri fini utilitaristici.
“Eddai! Ora che avete fatto la
paternale, possiamo andare? Faremo tardi!” brontolò
Sirius, che non riusciva ancora a capire cosa ci fosse di così
orribile in quello che avevano fatto.
“Tesoro, scommetto che non mi
vuoi lasciare qui a vita, perciò, perchè non mi liberi
e non ce andiamo a sentire i Ramones?- provò James - Ah, e già
che ci sei, mi porteresti anche gli occhiali? Non ci vedo proprio
niente, quindi, ora sì che ho diritto di usare il parcheggio!”
Lily sbruffò e fece finta di
non sentire, mentre Remus li avvisò che sarebbero rimasti lì
fino a quando non avesse trovato una soluzione per la macchina.
“Ci sono! La rimpiccioliamo!”
esordì, felice della sua trovata e congratulandosi con se
stesso per la sua genialità.
“Non sarà rischioso? Se la
perdiamo?” osservò Lily, mentre Harry frignava perchè
era stanco di essere lì.
“No, fidati! La tengo io! Non può
accadere niente!” assicurò Remus
James e Sirius, da terra, si
scambiarono uno sguardo, augurandosi che non succedesse come con il
bizzarro telescopio che avevano rubato qualche anno prima
dall'ufficio di Silente.
Remus si era offerto di rimpicciolirlo
e tenerlo in tasca e poi l'aveva perso.
Comunque, dal momento che Lily pareva
soddisfatta dalla proposta, decisero di fare finta di niente. Il
concerto sarebbe iniziato di lì a poco.
Così, il gruppo, superati i
contrasti iniziali, raggiunse i propri posti, dai quali James e
Sirius si allontanarono immediatamente per stare sotto al palco, in
mezzo al pogo.
Remus osservava divertito Harry che,
dalle braccia di Lily, batteva le mani, cercando di seguire il tempo
della canzone.
“Oh Santo Merlino!” esclamò
la ragazza, ad un tratto.
“Che succede?”
“Dimmi che quelli non sono loro!”
esclamò, indicando con la mano due sagome, due ragazzi con i
capelli neri, che si facevano sollevare da centinaia di braccia
proprio sotto al palco.
“Temo di non poterti contraddire,
purtroppo.” rise Remus.
Sì, forse erano i soliti
esibizionisti, però, fintanto che non si facevano male.
“Potter! Potter! Potter! Potter!”
si sentì urlare, da un'ala della folla.
“Black! Black! Black! Black!”
rispose l'altra, mentre i due proprietari dei nomi osannati si
godevano la gloria per lo spettacolino improvvisato al momento.
“Io e te non li conosciamo,
chiaro, Remus?” disse Lily
“Sono perfettamente d'accordo con
te! Credo che andrò a prendermi una birra, Lily. C'è
qualche problema se ti lascio qui da sola?”
“No, tranquillo. Vai pure, tanto
suo padre e il suo padrino dubito che saranno visibili prima di
qualche ora....”
Remus tornò appagato, reggendo
la sua pinta di birra fresca.
“Mi sono perso qualcosa?”
“Nulla, a parte il lamento di Dee
Dee Ramone sul fatto che ai concerti, di solito, sono i cantanti ad
essere portati sulle spalle dei fan, e non altri fan...”
“Dimmi che non è vero...”
“Oh... sì. Sono riusciti a
farsi rimproverare dai loro idoli... Mi resti solo tu, Harry. Tuo
padre ormai ha perso per strada i pochi neuroni che gli rimanevano
e... un momento, Remus, stai bene?” chiese Lily, osservando
l'amico, che aveva iniziato a battere il ritmo con i piedi, anziché
gustarsi solo la musica come al solito.
“Sì, Lily. Va tutto a
meraviglia!” le rispose, sorridente.
Pochi minuti dopo, insieme ai piedi si
muoveva anche la testa e, successivamente, con grande sconcerto di
Lily, Remus aveva iniziato anche ad agitare le braccia come un
forsennato.
“Mi terresti la birra, Lily?”
“Sì, certo... ma, Remus,
dove stai andando?”
Remus non l'aveva nemmeno sentita, si
era fiondato in mezzo al folto gruppo di gente, che, sotto al palco
si agitava. Aveva raggiunto i suoi amici ed ora, Lily, intravedeva
anche la sua testa bionda in quel marasma di mani.
“Uomini...-borbottò- Ora
resti solo tu, Harry. Cerchiamo di divertirci io e te, mentre quei
matti non ci sono...”
Harry però scoppiò a
piangere, cosa che procurò non pochi fastidi alla povera Lily
che venne accusata dai suoi vicini di disturbare, e prese ad indicare
il punto esatto in cui si trovavano suo padre, Sirius e Remus.
Smise di frignare solo dopo parecchi
minuti e, mentre lo cullava Lily, continuava a ripetere:
“Questa me la pagherete! Uno
taglia il prato, uno riordina la soffitta e uno mi pulisce la casa!”
immaginandosi la sinistramente deliziosa visione di un Sirius in
versione casalinga con tanto di grembiule a fiori e cuffietta rosa,
di un James alle prese con la rasatura del prato, cosa che, come
tutti i mariti detestava dal più profondo del cuore, e di un
Remus, che, munito di mascherina per proteggersi dagli acari,
sopportava stoicamente le sue molteplici allergie per mettere ordine
in quell'ammasso di cose che James definiva soffitta.
Quando il concertò terminò
Lily, da brava mamma, andò a recuperare i tre Malandrini che,
ancora euforici per la serata, non davano segno di voler smettere di
intonare “The Business Is Killing Me”.
Il duo era diventato un trio, con
l'aggiunta della poco aggraziata voce di Remus e Lily riuscì a
farli tacere solo ricordando che Harry stava dormendo.
“Bene, Remus. Ora tira fuori la
macchina, così ce ne torniamo tutti a casa!” disse Lily,
che non vedeva l'ora di mettere fine a quella serata infilandosi nel
suo comodo letto con James al suo fianco, il quale, quando non era in
compagnia dei suoi due migliori amici, raggiungeva l'età
cerebrale di un ventenne.
“Oh... sì.. giusto! La
macchina!” fece Remus, iniziando a tastarsi nervosamente le
tasche.
James e Sirius smisero immediatamente
di cantare e presero ad osservarlo.
Aveva continuamente ripetuto di avere
tutto sotto controllo.
“Forza Remus, muoviti. Harry è
stanco.”proseguì Lily.
“Sì, certo... dammi un
attimo.”
Sirius e James continuavano a guardarsi
l'un l'altro e poi a guardare Remus.
Doveva trovare quella macchina.
E subito.
“Ehm- balbettò Remus -
io... io...”
“Oh per la barba di Merlino! Non
mi dire che l'hai persa!” esclamò Lily, senza riuscire a
crederci.
“Oh no. Non l'ho persa- si
ricompose subito Remus. Lui era sempre perfetto. Non poteva perdere
qualcosa. La macchina si trovava semplicemente lontano dalla sua
vista. Ma lui non l'aveva persa.- Dev' essermi caduta.”
“Il che equivale a dire persa,
Lunastorta.”
“Grazie del tatto, Felpato.”
“Quando vuoi, amico.”
“No, no, no! Non urlare, Lily, ti
prego. Vedrai che si risolverà tutto. Tu calmati, e lascia
fare a noi.” disse un agitato James, accarezzando la moglie
sulle spalle.
“Sì, così torniamo
a casa col triciclo!”
“No, tesoro. No. Vedrai che
adesso la troviamo. Tu tieni buono Harry che io e i ragazzi pensiamo
a tutto. Ok? Aspettaci qui, amore. Saremo in dietro in un batter di
bolide! Promesso.”proseguì il ragazzo, avvicinandosi ai
due amici per sussurrare nelle loro orecchie.
“ Adesso vedete di darvi da fare
e di ritrovare questa maledetta autocosa! Non oso pensare a quello
che mi potrebbe succedere se Lily lo scoprisse! Io ve l'avevo detto
che sarebbe stato una pessima idea! Io lo sapevo che non dovevamo
farlo! E' tutta colpa tua, Felpato!”
“Mia? Io l'ho proposto, ma tu hai
accettato! Quindi non lamentarti! Ci serviva un modo per arrivare al
concerto e grazie a me l'abbiamo trovato! Quindi non ti lamentare,
cervo brontolone!”
“Sei un imbecille, Felpato! Un
emerito imbecille! Lo sapevo io che non dovevo sedermi vicino a te
dieci anni fa, su quel treno!Tu e le tue idee del bolide! Lily mi
ammazza! Ne sono certo!”
“Volete tacere, tutti e due? Sto
cercando di pensare, accidenti!”
“Dovevi farlo prima! Quando
questo qui mi ha convinto a rubare l'auto di mio cognato!”
“Sono io che devo maledire il
giorno in cui mi sono seduto con voi, Merlino! Ora come facciamo? Se
non mi fossi aggregato a voi nel pogo! Razza di degeneri! E' colpa
vostra se l'abbiamo persa!”
“Colpa nostra, Lunastorta?”
“Sì! Se io non vi avessi
conosciuto, non avrei perso la macchina! Ma soprattutto, se voi foste
persone normali, non vi sareste uniti a quella mandria, io non vi
avrei seguito e ora non avremmo perso la macchina!” proseguì,
infervorato, Remus.
“James! L'avete trovata?”
si sentì dire in lontananza da Lily
“Quasi amore, è qui
attorno!” gridò lui, cercando di mostrarsi sicuro.
“Lo sai vero che non ci ha
creduto?” chiese Remus
“Grazie del sostegno, Lunastorta.
La mia vita è finita! Il perfetto James Potter sta per
terminare i suoi giorni!”
“Calmi tutti e due! Tu James
smettila di piangerti addosso come una femminuccia e tu Remus
piantala di fare la checca isterica!- sbottò Sirius- E'
inutile piangere sulla pozione versata. Ormai il danno l'abbiamo
fatto e quindi cerchiamo di porvi rimedio. Ci sarà un modo per
recuperare questa stramaledetta auto!”
“Ma se è rimasta sotto al
palco non la troviamo più! E' tutto chiuso, ora!”
constatò, desolato, Remus.
“Scavalchiamo!” propose
James
“Torna nel mondo, Ramoso!- lo
bloccò- Sei un mago! Accio automobile!” esclamò
Sirius, puntando la bacchetta al di là della cancellata.
“Sei un genio, Sirius! Ti sono
debitore!” disse James, abbracciandolo.
“Aspetta a cantar vittoria,
James.” notò Remus, nelle cui mani era volata la
macchina.
“Ehm... io mi sa che emigro in
Groenlandia...” cominciò Sirius
“E' troppo vicino, Felpato.”
gli fece notare Remus.
“Dici? Sì, forse hai
ragione.... direi che la Polinesia è meglio. E' più
lontana e fa anche caldo....”
“Tanto Lily ti troverà
comunque! E ora come le spiego non solo che ho preso in prestito la
macchina del marito di sua sorella, ma anche che gliel'ho rotta,
ammaccata, distrutta, disintegrata?” proseguì, un sempre
più affranto James Potter, che, in quel momento pareva tutto
tranne l'eroe di molte partite di Quiddtch.
“Puoi sempre dirle che è
stata un'idea mia, in fondo è così...” ammise,
lealmente, Sirius.
“E secondo te ci crede?”
gli rispose James, con il tono di un condannato al patibolo.
“Avanti, James! Tira fuori il
coraggio di un Grifondoro! Non fare il codardo! Affronta le
conseguenze delle tue azioni, assumiti le tue responsabilità!
Comportati da adulto!” affermò Remus, orgoglioso di
stesso per aver trovato, anche in quella circostanza, la possibilità
di rifilare al suo amico una predica.
“Taci, Lunastorta! Io qui sono
quello che c'entra meno! Dovevi dirmelo! Perché non hai
parlato?”
“Io te l'ho detto, James. Te l'ho
detto quarantaquattro volte l'altra sera, quando siamo andati a
prelevare l'auto dai tuoi parenti e te l'ho ripetuto altre sette
volte ieri. Ma, ovviamente, come al solito, nessuno mi da retta!”
“Remus, per favore, risparmiaci
il sermone, per i perizomi di Morgana! Tu l'avrai detto a James, io
l'avrò convinto a dare retta a me, però, non mi dire
che non ti brillavano gli occhi all'idea di guidare una Chevrolet!
Sembrava che ti avessero regalato l'abbonamento annuale a Zonko e
Mielandia, tanto eri felice!”spiegò Sirius, svelando gli
altarini del non tanto innocente Lunastorta.
“Sirius, ha ragione. Ora basta.
E' colpa di tutti e tre. Dovevamo pensarci prima. Ora andiamo a dire
tutto a Lily.”ammise James, in un sospiro.
“Ok. Ma almeno accertiamoci di
avere la stessa versione dei fatti...” propose Sirius.
“No, Sir. La verità Qui ci
vuole la verità. Su, andiamo.” lo contraddisse James.
“Bravo, James. Così si
fa!”esclamò Remus, approvando il suo comportamento.
“Che cosa? Ma voi siete
completamente impazziti! Voi tre avete dei problemi! Mia sorella e
quel tricheco di suo marito non me lo perdoneranno mai! Già mi
odiano adesso! Siete... non avete proprio testa!”strillò Lily,
inviperita.
Come avevano potuto pensare una cosa del genere?
Non si rendevano conto di quello che avevano fatto?
"Vedi il lato positivo, tesoro, in questo modo
quell'ippopotamo di nostro cognato può comprarsi una macchina nuova e più
moderna. Da quanto ha capito impazzisce per queste cose!" provò a consolarla
James, prima di essere incenerito con lo sguardo.
"Lily, ci dispiace davvero. Non volevamo." disse
Remus.
"E' tutta colpa mia, Lil. E' stata un'idea mia,
James non c'entra. Harry non poteva materializzarsi e così ho pensato a questo."
confessò Sirius.
"Mi fa piacere che tu abbia pensato ad Harry, però
cerca di capire. E' già abbastanza difficile così, senza che vi ci mettiate pure
voi..."
"Però ora il danno l'abbiamo fatto..." sbruffò
Remus.
"Io direi che è un danno solo a metà, però.
Guardate Harry: si è svegliato ed ha capito tutto. ne sono certo, del resto è
mio figlio, e ride felice. L'abbiamo divertito! Ho compiuto il mio dovere di
padre!" intervenne James.
"E noi di zii" aggiunsero gli altri due
Malandrini.
"Beh, di certo con voi non si corre mai il rischio
di annoiarsi! Comunque, domani non solo riporterete l'auto a Vernon, ma ma
aiuterete anche in casa!" ordinò Lily.
"Lily! Domani giocano i Cannoni!" protestò
James.
"Non me ne importa niente!" rispose la moglie.
"Io non ci sono, devo fare da babysitter a
Ninfadora!" si scansò Sirius.
"E io devo andare con lui" aggiunse Remus in
fretta.
"Quindi possiamo fare un'altra volta?" propose
speranzoso James, giunto alla conclusione che sua moglie non avrebbe potuto
essere arrabbiata per sempre.
"No, James!"
"Ma Lily..."
"Niente ma! Ti ricordo che il divano è molto
comodo, Potter!"
Che ve ne pare?
Se vi è piaciuta ci lasciate un commentino? se non vi è piaciuta ci dite perché?
se avete qualche idea su una possibile avventura che vorreste leggere, ce lo
fate sapere?
Thanks to:
Padfoot07:
Che ne dici? Ti piace questo
capitolo? Grazie per i complimenti! Ci fa piacere che
segui i nostri lavori così
assiduamente! Comunque crediamo che tu abbia ragione,
Harry ha solo un anno, ma sicuramente dà meno problemi lui a Lily che gli altri
tre...
PikkolaGrandefan:
Grazie mille per la
recensione! Siamo contente che ti sia piaciuto! Siamo state
all'altezza delle aspettative con questo capitolo? Siamo felici che segui anche
questa storia!
Greg90_h:
Certo che pubblichiamo
ancora! Siamo dei vulcani di idee! Non vi libererete presto di
noi! Muaaaaaaah!!Grazie per
seguire anche questo nostro progetto!
E
a che ci ha inserite tra i preferiti!!
Sperando di avervi divertiti, vi salutiamo! Al prossimo capitolo!
Prongy
&
Paddy
Alias
jomarch
&
cinderella87
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