Killer from Fargo

di WhiteAngel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fargo sent us ***
Capitolo 2: *** Car ***



Capitolo 1
*** Fargo sent us ***


                                                                      

Salve gente! Premetto che SFORTUNATAMENTE i personaggi di questa storia non sono miei ma sono stati creati dai fratelli Coen e dai loro sceneggiatori nella miniserie Fargo, liberamente ispirata all'omonimo film del 1996.
I personaggi che sto per andare a trattare sono due killer, quindi aspettatevi contenuti più o meno forti durante la storia. Inoltre uno dei due è sordomuto, per cui è stato difficile andare a trascriverne i dialoghi. Di conseguenza ogni qual volta il personaggio e il suo collega-traduttore si esprimono troverete questo: "#" prima del dialogo, sta a indicare che nella realtà il discorso è avvenuto nel linguaggio dei segni.

Detto questo vi lascio alla storia! (E vi suggerisco caldamente di vedere il telefim)







“Siamo in anticipo.”
“…”
“Giusto, non puoi sentirmi.”
 Era da stupidi distrarre il mio collega che stava guidando per dirgli una cosa così futile nel linguaggio dei segni, per cui continuo a fissare la strada attraverso i rayban neri, nonostante la presenza del sole non fosse poi così tanta, il bianco accecante della neve tutt’attorno poteva essere davvero fastidioso.
Insomma eravamo in due, io e Mr Wrench, il mio collega sordomuto, i due killer mandati da Fargo per l’omicidio di Sam Hess.

Non appena passiamo il cartello di 'benvenuti in città' la macchina rallenta e lui si gira a guardarmi con fare interrogativo. Ho già capito cosa vuole.
# “Dato l’anticipo possiamo…”
 Un piccolo giro nella città di Bemidji lo si poteva sicuramente fare, per cercare una dannata biblioteca, ovvio. Il mio collega, oltre che un assassino inquietante di due metri, è un gran lettore, quindi ogni volta che arriviamo in una nuova città, ne andiamo a vedere la biblioteca. Lui prende in prestito due o tre libri che puntualmente non riportiamo indietro, poi usciamo.

Dopo il terzo giro però perdo le speranze. Le poste, vari supermercati, teatro, chiesa, c’era tutto tranne la fottuta biblioteca.
Wrench ha un’espressione da derelitto. Mi stringe il cuore quando fa così, davvero.
# “Rifai il giro.”
Niente. Solo neve. Solo bianco bianco bianco bianco e nient’altro che bianco.



La rimessa di Hess è ormai vicina, si distingue nettamente il cartellone pubblicitario e noi abbiamo perso troppo tempo. Un piccolo tocco al braccio destro è più che sufficiente a fargli capire le mie intenzioni. Ormai ci intendiamo abbastanza bene dopo mesi di lavoro insieme.

Ci stavano aspettando ovvio, in fondo eravamo stati annunciati, appena scesi dalla macchina la saracinesca della rimessa Hess si apre quasi immediatamente.
Come al solito io sto un passo avanti, con l’espressione più seria che riesco a mantenere…a lui viene naturale assumere un tono, invece a me no, decisamente no, mi viene solo da ridere. Prima mi cacavo solo sotto anche di fare queste cose, ma ormai è pura routine.

“Siamo qui per Hess.”
Un ragazzetto spaventato e occhialuto ci viene incontro.
“Ah s-sì dovete parlare con Mr Gold, sta arrivando... Oh, eccolo qui!”
“Mr Gold?”
“Sì sono io…e voi siete…?
“Ci manda Fargo.”

Appena entriamo e io sto per iniziare a far domande qualcosa mi tocca dietro, è Wrench, vuol sapere della biblioteca.

“Mr Gold, non c’è una biblioteca in città…PERCHE’ non c’è una biblioteca in città?”
“Emh non saprei…tagli ai fondi?”
Cerco di togliere subito ogni dubbio a Wrench, so benissimo quanto è interessato alla questione e infatti mi guarda tutto speranzoso.
# “Il tizio dice che non lo sa.”
Il tempo di rigirarmi e mi chiama di nuovo.
# “Fagli sapere che la sua cravatta è assolutamente orribile.”
Ovviamente non posso dire al tizio che la sua cravatta è orribile, anche se lo è davvero, a sfondo blu con dei ghirigori barocchi del cazzo. Orribile. Penso di aver fatto una risata in faccia al tizio durante la battuta di Wrench, poco male. A volte sa farmi divertire.
“Il mio collega dice che dovrebbe esserci una biblioteca in ogni città.”
“Sono d’accordo! Gli dica che sono d’accordo…” sembra spaventato da Wrench e non poco.
# “Wrench, sua madre l’ha comprata per lui.” Sì ok sto mentendo, ma non potevo deluderlo. Se mi chiede della cravatta io gli parlo della cravatta, stop.

 Ma basta chiacchiere.

“Mr Gold, Fargo ci ha mandati qui per capire cos’è successo a Hess.”
“L’hanno pugnalato alla testa, mentre era in uno…in uno strip club con una ragazza.”
Comunico a Wrench questa storia della prostituta. Ed ecco che inizia a far domande insulse.
# “Mentre scopavano lui stava sotto o la prostituta lo fotteva da sopra?” mi chiede.
# “Che cosa??? Vuoi chiedergli espressamente la posizione in cui fotteva con la ragazza?”
# ”Certo! Potrebbe trattarsi di informazioni importanti! Per quanto ne sappiamo potrebbe essere stato fregato. Magari su una barca!  Tutto ad un tratto un pesce spada è saltato fuori dall'acqua e gli è atterrato sulla nuca. Potrebbe essere.”
“Ok, Ok va bene!” Dio quanto lo odio quando fa così, è un precisino del cazzo. Tra l’altro quando si scalda il movimento di quella giacca marrone piena di frange di cui va tanto fiero lo fa sembrare ancora più incazzato.
“Mr Gold, il mio collega vuole sapere se l’omicidio era collegato al business di Hess.”
“No, no non credo, non aveva contrasti con altre ditte. Più che altro il giorno che  Sam Hess è morto, un tizio è passato di qui chiedendo di lui, l’ha guardato e se n’è andato. Ora che ricordo aveva una cicatrice sulla fronte.”
Riporto tutto a Wrench, questa storia puzza troppo.
“Ehi Sam Hess era un mio amico ok?” si affretta a dire, ma si avvicina un po’ troppo e il mio gigante personale sta già per alzare una delle sue enormi mani per difendermi. Ok forse non lo odio così tanto.
“Volevo dire…era un cretino e tutto il resto, ma era mio amico… Cosa farete al tizio che l’ha ucciso? Lo troverete?”
Mi giro verso Wrench per l’ennesima volta, si sta passando una mano tra i capelli biondi visibilmente annoiato. # ”Gold vuol sapere cosa faremo al tizio che ha ucciso Hess.” E lui di tutta risposta mima un tagliagola con l’espressione più cattiva che riesce a fare. Cazzo se fa paura.
“…lo troveremo, ovvio.” Aggiungo io forse in modo troppo spensierato e allegro. Il tizio ha una faccia sconvolta. Un sorrisino di circostanza ci sta tutto.

# ”Non resta che andare nel bordello dove hanno trovato Hess, non trovi?”
Un cenno d’assenso e ci mettiamo in marcia.  Questo lavoro lo voglio sbrigare in fretta, abbiamo poco tempo e soprattutto pochi soldi grazie a quei pidocchiosi di Fargo. Dormire in macchina con questo freddo non è una buona idea. Se poi gli si congelano le frange chi lo sente a quello.
                                                                                          ___

“Buonasera bei signori, cosa desiderate? Possiamo offrirvi sesso, droga, alcool! Davvero, massima collaborazione.”
Incominciamo male, il proprietario di questo bordello da quattro soldi sta già iniziando a corromperci. E’ un tizio sulla quarantina, bello in carne, un po’ viscido. Accanto a lui c’è la prostituta di Hess.
“Sapete chi siamo e da dove veniamo. Non fate scherzi.”
“Sì ok ma ho già detto alla polizia che quando l’hanno accoltellato non ho visto nessuno! Avevo gli occhi pieni di sangue.” Anche Hess non doveva vederci bene, questa prostituta che sta parlando è una vera racchia.
“Però pensandoci…in effetti potrebbe essere stato Lenny, quel tizio al bancone.”
 
Fantastico, è fatta. Io e Wrench ci avviciniamo al bancone per scambiare quattro chiacchiere con il -trapocomorto - Lenny.

Mi siedo accanto a lui, sta sparando quattro cazzate sui cani russi nello spazio per far colpo sulla barista, che sfigato.
“Ehi barista il mio amico vuole una Fanta e io un’acqua calda con limone. Grazie”
“Ma da che circo di merda venite voi due?” mi chiede lui.
Simpatico questo Lenny. Una risata gliela concedo.
Wrench mi tozza e inizia a gesticolare. Anche stavolta ho già capito.
“Il mio amico qui dietro vuole sapere come ti sei fatto quella ferita in fronte.”
“Il tuo amico sta cercando un fidanzatino per caso? Perché qua ci vanno i cazzi che cercano fica non le fighette che cercano cazzi.”
Ancora più simpatico questo Lenny, devo ammetterlo.
“No davvero, ma come ti sei ferito?” insistere insistere e ancora insistere, senza cercare di ammazzarlo. Almeno non ora.
“Levatevi dal cazzo stronzi…”
E’ davvero simpatico, ora mi sta mostrando una coltellaccio, accarezzandolo come se fossero le tette della barista, ridicolo.
Mi avvicino per sussurrargli… “Lenny ti piace giocare con i coltelli?” credo di avere un’espressione da vero depravato. Wrench ridacchia.
“Rompi un altro poco il cazzo e lo scoprirai, coglione. Tu e quel microbo di merda.”

Ci vuole poco a legarlo, imbavagliarlo e metterlo in macchina, il mio collega sa il fatto suo. Domani mattina lo portiamo alla rimessa.
Intanto il proprietario ci ha offerto di passare la notte lì. Io e Wrench. Stessa camera.
“Ehi amico inizi tu con la guardia vero?” non serve sempre usare il linguaggio dei segni, ormai ha imparato bene anche a leggere le labbra.

Non faccio neanche in tempo ad entrare in camera e a spogliarmi del tutto che bussano alla porta. Una rossa con due belle tette e ovviamente mezza nuda.
# ”Menomale che dovevi stare di guardia!”
# ”Ho cercato di non farla entrare ma non mi piace picchiare le donne.” Cerca di comunicarmi qualcos’altro ma la ragazza non glielo permette e cerca di divincolarsi.
“Fatemi entrare vi prego, anche se non volete far niente. Ho bisogno della mancia che mi hanno promesso.”
Fisso Wrench con fare interrogativo, non sembra molto contento della cosa.
“Per favore…” lei addirittura mi supplica.
# ”Va be, falla entrare. Tra due ore ti do il cambio.” Il grande orso sbuffa e chiude la porta.

La ragazza è carina, io sono già in mutande e offre la casa. Tanto vale la pena di approfittare.
“Ok senti, ti faccio contenta ma…numero uno, tu NON mi hai mai visto, numero due, dopo stasera non cercare alcun contatto o sarò costretto ad ammazzarti e numero tre...spogliati.”




Mi sveglio di soprassalto, tutto sudato. L’orologio indica le 4 di notte, qualcuno russa. Mi sa che le due ore sono abbondantemente passate.
Due secondi per riprendermi e asciugarmi la fronte e noto con piacere che a destra ho la ragazzina, a sinistra, Wrench.
In tre in un letto matrimoniale quando l’orso potrebbe occuparlo senza dubbio da solo. Ecco perché sono sudato.

Lei è sveglia e mi sta addosso “Ben svegliato…sai che hai davvero un sacco di bei tatuaggi…”
Le donne hanno uno strano modo di comunicare, accarezzarmi il petto e parlarmi con voce sensuale, perché non mi chiede direttamente di rifarlo?
“Quando lo rifacciamo?”
Appunto.
“Cioè, quando mandi via il tuo collega?”
“Perché dovrei?”
“Vuoi che ti veda nudo?”
“Non sarebbe la prima volta.”
Wrench russa come un trombone intanto. Se solo sentisse…
“C-Cioè che significa? State insieme?”
“Una cosa del tipo.” Credo di avere un sorriso ebete stampato sul volto, lei invece ha un’aria molto traumatizzata. “Comunque penso tu possa ritornare in camera tua.”
“S-sì. Comunque…scopi bene per essere una fottuta checca. Ciao.”

Cazzo, mi ha dato del frocio. Dopo che me la sono scopata in ogni posizione possibile?
Mentre quella stronza raccoglie i suoi vestiti me ne sto imbambolato a guardare l’orologio e a pensare a me e Wrench. E’ vero che ci siamo visti nudi una marea di volte, ma è normale quando praticamente vivi e lavori insieme no? Quando la stronza chiude la porta ri-crollo sul letto.
Lui brontola nel sonno. Quando fa così è meglio svegliarlo, starà sicuro facendo qualche incubo e se si dimena nel letto mi ammazza.
Scosto il lenzuolo, o almeno ci provo, c’è qualcosa che lo impedisce. Faccio forza ma niente.
Ah. La sua mano, la mano del mio amico/collega è pericolosamente vicina al mio…

Cazzo.


 

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Capitolo 2
*** Car ***


Salve gente qui è l'autrice! Finalmente sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo.
Vi ripeto che questa fic è ambientata durante gli avvenimenti del telefilm (questo capitolo corrisponde all'episodio 4) quindi alcune scene sono inserite da me e altre sono prese dal telefilm stesso, a questo proposito quando troverete questo ------> "#" davanti una conversazione vuol dire che questa sta avvenendo nella lingua dei segni.
I due protagonisti sono Mr Numbers e Mr Wrench e quest'ultimo è sordomuto.
Fatte le dovute precisazioni vi lascio al capitolo, spero di leggere qualche vostro commentino e....buona lettura ^^ 












Wrench è già seduto nella principale e unica tavola calda di Bemidji, gli ho detto di iniziare a fare colazione mentre vado a mettere un po’ d’ansia al sospettato principale per l’omicidio Hess. Lester Nygaard.
Quando entro lo vedo subito, sta mangiando pancakes guardando distrattamente fuori dalla finestra. Lo raggiungo e mi siedo di fronte a lui.

# “Che cosa ha detto quel Lester?”
# “Quello che dicono sempre.”
Cerco di mangiare qualcosa, ma Wrench continua a fissarmi.
# “Insomma che c’è? A nessuno piace essere fissato mentre mangia.”
# “A qualcuno sì.”
# “Ah sì? E chi?”
# “Mormoni.”

Non ce la faccio, no davvero, non ce la faccio con questo ragazzo. Non so se ridere o cosa.
Intanto questo lavoro mi sta distruggendo, è solo una rottura di cazzo, dovevamo già essere a casa e invece perdiamo tempo.
Quando alzo lo sguardo il mio collega mi sta nuovamente fissando, questa volta visibilmente preoccupato, devo avere davvero una brutta cera.
# “Che hai?”
# “Niente. Finiamo 'sto lavoro e torniamocene a casa.”
# “Ma siamo sicuri che sia stato lui? Dobbiamo esserlo.”
“Sicuri? quello si ingroppa la moglie di Hess ed ha ucciso la sua, è stato lui.”  Non capisco come possa avere dubbi, è tipo la cosa più ovvia che può succedere, uccidere Hess, scoparsi la moglie e intanto ottenere anche i soldi della polizza sulla vita. E’ semplice no? Non per Wrench.
# “Tu non mi rispetti !”
“Ma Cristo, LA VUOI PIANTARE?!”  Mi guarda in cagnesco e io di rimando, ma tanto non ha capito niente perché come il cretino ho urlato. # “Senti lo farò anche senza il tuo aiuto se necessario.”
Tenta di dirmi qualcosa ma non lo guardo, se non lo guardo non so che sta cercando di dire e posso ignorarlo. Sì, è da stronzi ma che ci posso fare?
Wrench sbatte le mani sul tavolo e fa girare mezzo locale.
# “Ma sei serio?” Se dovevamo passare inosservati abbiamo decisamente fallito.
# “Prima Lester deve confessare.”
# “OkOk lo rapiamo e lo facciamo confessare, contento?”

Finalmente sembra convinto. Butto 10 dollari sul tavolo e faccio segno di alzarci. Potevamo andare a casa, potevamo finire il lavoro in fretta, ma no. Non possiamo. Perché al mio migliore amico girano così.

Mentre stiamo camminando appena fuori dal locale cerca di dirmi qualcos’altro. Continuo a ignorarlo. Posso farcela.
“Non ti guardo Wrench, davvero, non ti guardo!” scappo in avanti ma niente. Dopo pochi passi mi prende per una spalla e mi fa girare di 180 gradi troppo velocemente.
# “Be’ che c’è?”
# “Hai delle briciole nella barba.”
“Ah.” Cerco di eliminare le fottute briciole. # “Ci sono ancora?”
# “Sì.”
All’improvviso me lo ritrovo addosso. Con la sua faccia a un centimetro dalla mia. Mi avvicina la mano destra e mi sfiora le labbra. Il modo in cui lo fa, cazzo. E’ così…. Ora che ci penso non ho mai guardato attentamente i suoi occhi, li ho visti ma non guardati, sono proprio belli. Continua a guardarmi e a tenere la mano sulle mie labbra. E io non so, impazzisco. Poggio la mia mano sulla sua e spingo una delle sue dita verso la mia bocca, dopo di che glielo bacio. Giuro non so che cosa mi è preso. Lui ritira subito la mano facendo un passo indietro e io mi sento il re dei coglioni.

A quanto pare una liceale con la prima cotta si è reincarnata dentro di me. Davvero sto iniziando a dubitare della mia eterosessualità, già da un po’.
Mi scosto anche io infastidito, come se avessi toccato qualcosa d'incandescente e ci avviamo alla macchina senza dire una parola.


Due ore dopo siamo pronti per sorprendere Lester, il tutto risulta abbastanza facile. In pochi minuti è nel portabagagli della macchina e ci avviamo verso il lago più vicino.
Il tragitto dura pochi minuti.
Wrench ferma la macchina.
# “Sei pronto?”
Mi fa cenno di sì. Perfetto, sarà veloce e indolore. Scendo dalla macchina e apro il portabagagli, Lester è lì che mi guarda, una puzza mi solletica le narici, credo se la sia fatta addosso.
Mentre Wrench prende il macchinario per fare buchi nel ghiaccio io inizio a trascinare Lester. Agiamo sempre così, quando fa freddo, ovvio. Lui fa il buco, io uccido il malcapitato e lo buttiamo dentro.
Stavolta però non si può fare perché il mio collega si è fissato con la confessione.

Sbatto Lester a terra e lo immobilizzo.
“Ora lo devi dire…io Lester Nygaard…”
Lester cerca di divincolarsi ma ha la forza di un criceto.
“Io Lester Nygaard, ripeti con me Lester, io Lester Nygaard ho UCCISO…”
“No giuro! Non ho ucciso nessuno, per favore…”
“No, Lester lo devi dire, con le buone o con le cattive.”  Non ci posso credere che lo sto facendo, tutto per far contento quel grande orso del mio partner. Contento lui, contento io. “Lester avanti, dici che hai ucciso Sam Hess.”
“No, giuro…giuro…non sono stato io.”
“Ok, allora chi è stato?”
“Quell’uomo…”
“Chi Lester, CHI?”
Quello stronzetto fa per bisbigliarmi qualcosa all’orecchio, mi abbasso per sentire e zac! Ha un cazzo di taser.

Mi risveglio non so quanti minuti dopo con Wrench che mi guarda dall’alto apprensivo, Lester non c’è più.
# “E’ scappato.” Mi comunica. # “Me ne sono accorto dopo, il rumore del macchinario era troppo forte, scusa.”
# “Ok amico, va bene va bene, aiutami ad alzarmi.”

Facciamo in tempo a trovarlo e vederlo andar via con un agente di polizia. Furbo il tipo. Ma per ora l’abbiamo perso.


Intanto i soldi che abbiamo a disposizione grazie a Fargo stanno finendo, stanotte ci tocca dormire in macchina.
# “E’ colpa mia, mi dispiace. Ma come cazzo potevo sapere che aveva un taser?”
Sono sul sedile di dietro della macchina con una coperta addosso, il riscaldamento è rotto e penso che morirò a breve. Wrench mi guarda dal posto del guidatore. Non spiccica una parola.

# “Wow Wes, non fare così amico, smetti di parlare, sei una fontana in piena, un geyser! Merda. Sono qui steso mezzo morto, sto cercando di fare un po’ di conversazione, per tirare su il morale, e tu? Tu niente. Non hai detto una cazzo di parola. Zero.”
# “Scusa…”
# “Fa niente.”

Cerco di sistemarmi come meglio posso. Non è ora di dormire, ma è già buio e ancora non c’è venuto niente in mente per ribeccare quel simpaticone di Lester.
Ho la coperta in testa da soli due minuti quando inizio a sentire Wrench che si muove nella macchina facendola sobbalzare, cerco di ignorarlo e non mi tolgo nemmeno la coperta dalla testa, starà cercando una posizione per dormire. In fondo doveva starci lui dietro, quei 10 cm in più d’altezza si fanno sentire quando devi dormire in macchina.
Pochi secondi dopo lo sento che si siede in un piccolo posticino sul sedile posteriore, accanto a me. Continuo a ignorarlo.
Un minuto dopo non resisto e abbasso un pochino di coperta, giusto per vedere che sta combinando e lo trovo con le mani premute sul viso a…piangere?
Ok è arrivato il momento di smettere di ignoralo direi, mi metto a sedere e accendo la lucina della macchina. “Ehi amico ?”
Niente.
“Mi spieghi che succede?” No, neanche mi guarda.
E’ tutto così irreale, il mio miglior amico, nonché mio collega, un uomo di 1.90 per 90 kg di peso sta piangendo perché non abbiamo portato a termine il lavoro di oggi e ci siamo fatti fregare come due idioti? Non è possibile.
Mi avvicino per scostargli le mani dal viso. Cerca di coprirsi ma non glielo lascio fare.

Quindi siamo in due, sul sedile di dietro della nostra scassarola stretti come sardine, con me che gli tengo le mani bloccate. Ci guardiamo negli occhi. Dio, quegli occhi azzurri di nuovo...sono belli anche arrossati e pieni di lacrime.
In un attimo, sono così vicino al suo volto da poterne sentire il respiro caldo e vederne le lacrime ancora cristallizzate sulle sue guance. L’attimo dopo socchiudo gli occhi e quasi contemporaneamente sento le sue labbra sulle mie. No, non di nuovo, perfavore...
Ho ancora i suoi polsi stretti tra le mie mani, o meglio avevo,  evidentemente devo essermi rammollito dato che le sue mani enormi sono a stringermi dolcemente i capelli sulla nuca.
Dire che mi sento strano è poco. E' l'unica cosa che mi è venuta in mente da fare per consolarlo. Aspetta, ma ha fatto tutto lui! Non sapevo nemmeno che gli piacessero gli uomini a dir la verità. In realtà non sapevo nemmeno che a ME piacessero gli uomini. Però è tutto così...piacevole.
Quando dopo un minuto buono ci stacchiamo siamo entrambi visibilmente imbarazzati. La luce della macchina seppur fioca non mente. Due uomini grandi e grossi con l'espressione di un bambino che ha rubato le caramelle.
Finalmente si decide a dirmi qualcosa.
# “Quando mi sono girato e ti ho visto a terra ho temuto...il peggio. Mi sono venuti così tanti rimorsi nell’arco di pochi secondi per tutte le cose che avrei voluto dirti e non ho mai detto. Avrei voluto rincorrere e uccidere quel Lester con le mie stesse mani ma non l’ho fatto, eri più importante tu in quel momento.”

Non so cosa mi prende, davvero. A Wes neanche rispondo, ho solo un’espressione ebete sul volto e la bocca aperta come un cretino. Lui continua a guardarmi con aria sconsolata. Ho un unico pensiero in testa ma non so se è una buona idea, anzi so per certo che non lo è.
Non so se lo faccio per consolarlo o per cercare di dare a me stesso qualcosa che rifiuto mentalmente da anni, un pensiero che mantengo nascosto.
# “Spegni la luce.”
Lui obbedisce ma non manca di fare una delle sue espressioni da cucciolo confuso. Quasi due metri di cucciolo confuso.
Stavolta mi avvicino io e lo bacio. Non è un bacio come quello di prima, è più intenso, passionale. Wrench ci mette poco a capirlo e dopo l'iniziale titubanza risponde con veemenza, prendendomi il volto tra le mani. Intanto cerco come un cretino di liberarmi della coperta e della giacca, inizia a fare un caldo fottuto dentro la macchina.
Per fortuna mi aiuta lui, mi sfila la giacca e ne approfitta per baciarmi sul collo scivolando in avanti. Dio il collo no, ti prego no.

Non ho mai ringraziato così tanto chi di dovere lassù, che sia Gesù, Buddha o un pellicano, di avermi dato un compagno sordo. A star zitto proprio non ci riesco quando mi toccano il collo.
Peccato che Wrench mi abbia poggiato una mano sul petto, sotto la maglietta, e possa sentire le vibrazioni della mia voce, dei miei gemiti. Quindi si accorge lo stesso di tutto.
Mentre se la ride mi sfila anche gli ultimi vestiti e poi inizia a svestirsi anche lui, si toglie la sua giacca frangiata che adora tanto e il resto degli indumenti. Mentre io sembro un impallato in boxer.

Si riavvicina lentamente e partendo dal collo inizia a baciarmi scendendo man mano.
Vorrei tanto dirgli che non sono mai stato con un uomo prima d’ora e che me la sto facendo addosso ma dovrei interromperlo e usare i segni, e non vedo chi sarebbe così stupido da interrompere una cosa del genere.





Un’ora dopo siamo ancora nella macchina, per fortuna che ha i vetri appannati.
Io sono steso sul sedile con spalle alla portiera e ho il piede e metà gamba sinistra poggiati sul sedile davanti. Tutto per permettere a lui di continuare a stare sul mio petto. Si è addormentato mentre gli accarezzavo i capelli…
Dio mi sento uno stronzo.
Non vorrei svegliarlo ma devo, se ci scoprono è un bel casino.
Lo chiamo due o tre volte ma non si sveglia. Giusto, non può sentirmi. Sono un genio.
Gli accarezzo i capelli ancora sudati in modo non troppo delicato e quando alza la testa mi guarda come un cagnolino fedele guarderebbe il padrone, sembra davvero contento. Dio, davvero, quanto sono uno stronzo. Io sono solo un pezzo di merda, non la persona che si merita di stargli accanto, almeno in quel senso.

Gli accenno un sorriso. # “Mi è venuta un’idea per risolvere il casino di Lester.”
# “Dimmi.”
# “Ci facciamo arrestare.”
Wrench mi guarda sconcertato mentre si riveste. # “Non mi sembra una buona idea.”
# “Invece sì, senti qua…”


 

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