Il mio amore,il tuo odio

di Biby_yeah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1° capitolo ***
Capitolo 3: *** 2° capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~~Mi chiamo Hermione Jane Grange, ma molti mi conoscono solo per i miei soprannomi: uno è sporca mezzosangue, l’altro è secchiona. Sono già al sesto anno, devo imparare ancora molte cose, ma non dubito delle mie doti magiche e intellettuali.
Potreste pensare che l’appellativo “ so-tutto-io” mi si addica e avreste ragione. Se non fosse che sono una Grifondoro. Il nostro simbolo è il  leone, la più coraggiosa delle creature. I nostri colori sono il rosso scarlatto e l’ oro. La nostra casa è dove finiscono i più coraggiosi e audaci, come ad esempio Albus Silente. Sì proprio Silente, il più grande mago di tutti i tempi.
Appartenere a questa casa comporta avere il coraggio per affrontare prove difficili. Anche di innamorarsi di un Serpeverde, un nemico. Tutti pensano che sono malvagi, che non sanno cosa sia giusto o sbagliato.  Ma è solo perché non li conoscono, o meglio non vogliono. Secondo loro sono tutti Mangiamorte. Non sanno  che in ognuno ci può essere del buono.
Anche se mascherato dall’arroganza, dalla superficialità, il suo cuore è dolce, ha solo bisogno di una persona capace d vederlo.
Qui ad Hogwarts ho imparato ad usare la magia e a imparare incantesimi, ma la cosa più importante, ho imparato ad amare.

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Capitolo 2
*** 1° capitolo ***


~~                                                                                                                                                                  31 Agosto
Caro diario,
sono felice di tornare a Hogwarts. È come una seconda casa per me. Rivedrò i miei amici, Harry, Ginny e Ron. Mi mancano moltissimo, ripenso a tutte le nostre avventure, agli anni trascorsi, e non riesco a credere di essere già al sesto anno. In confronto tutto il resto è stata una passeggiata . Stavolta è guerra aperta. Ho paura, non lo nego. Soprattutto per i miei genitori. Loro sono in pericolo. Sono babbani , e solo per questo verrebbero uccisi. E io sono una Mezzosangue, sono una reietta per chi crede nella purezza del sangue.  Queste maldicenze in questi ultimi tempi sono aumentate a causa del ritorno del Signore Oscuro. Una minaccia che mi spaventa, ogni giorno accadono cose orribili. Molti attacchi si sono verificati negli ultimi tempi da parte dei Mangiamorte, il più recente è stato quello al Millenium Bridge, ormai distrutto. Per ora il luogo più sicuro e simile ad una casa rimane Hogwarts. Non vedo l’ora di tornare sui libri a studiare, imparare cose nuove e formulare incantesimi. So che dovrei essere più interessata ai ragazzi, all’amore, ma non sarebbe la verità, c’è sempre tempo per innamorarsi e per adesso fidanzarmi non è una delle mie priorità. Una volta ho chiesto a ma madre com’ era essere innamorati. Lei sembrava imbarazzata, ma si aspettava che prima o poi sua figlia, ormai adolescente glielo avrebbe domandato. Mi rispose che era terribile. Era come impazzire, il tuo stomaco si rivoltava ogni volta che pensavi a quel ragazzo. Non ti sentivi padrona di te stessa, era lui che ti controllava. Con i suoi sorrisi, gli sguardi: pendi dalle sue labbra. Lui è il tuo padrone.
 Lui è la chiave del tuo cuore. Può aprirlo e dargli amore, ma anche spezzarlo facilmente.
La rivelazione di mia madre mi aveva spiazzato. Poteva una cosa tanto bella come l’amore, essere allo stesso tempo brutta? Se era davvero così essere innamorati, faccio bene a non desiderarlo con tanto ardore. Eppure non mi sembrava male. Vedo i miei genitori, nei loro visi c’è amore.
Quando ero fidanzata con Victor Krum, il cercatore della squadra bulgara di Quidditch, non era affatto come me lo aveva descritto mia madre. Non avevo le farfalle nello stomaco ed ero perfettamente padrona di me stessa. Quello che c’era fra noi …, be’ quello che c’era fra me e Victor non era amore. Piuttosto era una profonda amicizia.
Noi eravamo troppo diversi, e lui troppo appiccicoso e possessivo. Abbiamo rotto, ma siamo rimasti dei buoni amici di penna. Ci scriviamo spesso. Mi ha raccontato che la sua carriera come giocatore va a gonfie vele, e sono molto contenta per lui. Victor Krum è stato il mio primo fidanzato (non conta la storia con Willy Frances, ero in terza elementare e non era nemmeno un fidanzato ufficiale: mi ha fatto la proposta con degli anelli di caramelle!). è stato anche il primo ragazzo che ho baciato, non ho provato niente di speciale però. Mentre lui si avvicinava a me ero così eccitata all’idea che fosse il mio primo bacio, che non pensavo a cosa avrei dovuto provare invece. Non lo so neanche adesso in verità. Ma non c’è stata nessuna emozione quando lui ha poggiato le sue labbra sulle mie.
Ma non ci pensiamo. Meglio non parlare di cose che non capirò mai.
Oggi è stato l’ultimo giorno di vacanze. E perciò domani sarà il primo giorno di scuola a Hogwarts .
Quest’estate ho ricevuto il distintivo da prefetto. Penso di essere la persona adatta per questo incarico. Sono diligente, responsabile, studiosa, e darò il buon esempio ai bambini del primo anno, ne sono certa.
Ora è veramente tardi e domani mi aspetta una giornata lunga e di duro lavoro, quindi ti saluto caro diario.
Baci,
Hermione.





nota autrice,
come pima cosa vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto questa storia, è la prima che pubblico e spero che vi sia piaciuta.
un saluto a tutti
Biby_yeah

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Capitolo 3
*** 2° capitolo ***


~~Il mattino seguente Hermione non riusciva a star ferma neanche per un secondo. Correva per la casa, da una stanza a un’altra. Controllava e ricontrollava la lista dei libri, dell’occorrente, disfava la valigia, aggiungeva e toglieva vestiti e oggetti. Quel giorno della partenza per Hogwarts era più speciale di qualsiasi altro. Sarebbe stata un prefetto, un controllore del castello, un vigilante della sicurezza. Per lei era un privilegio poter essere la guida del castello, per quei fanciulli stupiti e meravigliati non c’era persona più adatta che Hermione Granger, studentessa modello e ragazza sempre impeccabile in ogni momento, responsabile ed efficiente.
 Lei era un prefetto nato. Fin da bambina, anche quando frequentava le scuole babbane, nessun insegnante si era mai lamentato del suo rendimento, e mai una parola sul suo comportamento. Anche i suoi genitori credevano di avere al posto di una bambina un’adulta, pronta e istruita.
Anche adesso, non è cambiata di una virgola. Se non si considera che è diventata una strega, è uguale alla bambina seduta in un angolo di una stanza. Capelli ricci e ribelli, ma comunque ordinati in una coda, occhi perspicaci e attenti, spalle dritte e petto in fuori, vestiti puliti e stirati, e in fine l’immancabile libro di 500 pagine sulle ginocchia. Sì, lei era nata per mantenere ordine, disciplina e infondere sicurezza.
Si sarebbe, non meravigliata ma sconcertata se al sesto anno il preside di Hogwarts, Albus Silente, non avesse riconosciuto il suo talento e non le avrebbe conferito la nomina a prefetto di Grifondoro. Ma come sempre ricordiamo Silente è il più grande mago al mondo, e di certo non avrebbe mai trascurato una così promettente strega come Hermione.
Vediamo …  il libro di pozioni, difese alle arti oscure. Si penso di aver preso proprio tutto. Rifletté Hermione.
“Tesoro sei pronta? Sbrigati o perderai i l treno!” urlò la signora Granger dal salone.
Lei ricontrollò per la centesima volta la lista delle cose da portare a Hogwarts, e  si compiacque della propria organizzazione.  Usò tutta la forza che aveva in corpo per lisciare i suoi ricci con la spazzola, una volta pettinati li legò con un elastico in una coda perfetta ed ordinaria.
Poi si guardò allo specchio prima di andare. Era un rituale che faceva sempre prima di uscire di casa. La aiutava a focalizzare la sua immagine, a riordianare i suoi pensieri, i suoi doveri e le sue idee. Osservò la sua stanza un’ultima volta. Sarebbe ritornata solo per le vacanze natalizie. Ma non provava rimpianti. Andare a Hogwarts era come andare a casa.
Durante questa estate c’era stata la forte possibilità che non sarebbe più tornata a Hogwarts. I suoi genitori, come quelli di altri ragazzi, avevano paura che i loro figli fossero in pericolo circondati dalla magia. Hermione li comprendeva. In questi tempi dove la maggior parte dei maghi si schierano dalla parte di Voldemort, e invogliano anche gli altri a seguire il signore oscuro promettendogli potere, liberazione da individui non adatti come i mezzosangue, che sporcano la purezza della magia, e la distruzione dei babbani su cui dovrebbero avere il pieno controllo, il pericolo è sempre in agguato. E sono queste le idee che un qualunque Mangiamorte potrebbe mettere nella testa di un ragazzo. E se questo fosse troppo difficile da corrompere? Be’ non si farebbe molti scrupoli a ucciderlo. Sia dall’una che dall’altra un ragazzo poco più che adolescente non ha speranze. In quella malvagità non potrebbe sopravvivere a lungo e anche se riuscisse a rimanere in vita cosa lo aspetta nelle tenebre. Dall’altra si farebbe ammazzare per una qualche idea di giustizia in cui i genitori non vedono altro che stupido eroismo.
Ma Hermione sapeva anche che rinchiudere il proprio figlio in una gabbia dorata non è altro che una maledizione per lui . Non ha scelta, non può decidere cosa fare della propria vita, non capirebbe chi è, e questo lo porterà allo struggimento perché non si è schierato da nessuno parte, ha lasciato che altri decidessero per lui, e così è  rimasto un codardo. Uno che non ha fatto parte della battaglia che lo coinvolgeva.
Hermione è cresciuta sotto una campana di vetro. Fin da bambina è stata sempre protetta e consigliata. Lei sarebbe rimasta forse una ignava, una ragazza timida e codarda, la sua vita sarebbero state le regole se non avesse capito che ci sono cose più importanti dello studio, dei voti e delle regole. Cose per cui vale combattere. Harry, Ron, Ginny e tutti i suoi amici: per loro lei farebbe di tutto.
King’s cross la accolse con il solito bailame di voci e fischi striduli. Chi non era a conoscenza della magia non avrebbe fatto caso al muro che separava la stazione dei treni che conducevano in qualsiasi posto di Inghilterra da un unico binario che portava maghi e streghe ad Hogwarst. Hermione riusciva ad osservare tutti quei babbani affaccendati che non si accorgevano di quanto la magia li circondasse. Eppure gli passavano accanto ragazzini con animali stravaganti e gante con lunghe tuniche e palandrane ottocentesche.
 Mancava ancora qualche minuto alla partenza del treno ed Hermione si prese tutto il tempo per salutare i propri genitori . Abbracciò suo padre e diede un bacio a sua madre. Si fermò per un secondo, il tempo che le serviva a imprimersi nella memoria i loro volti. Si girò subito. Già sapeva che le sarebbero mancati. Ma le lacrime non ebbero il tempo di uscire. Sentì le voci di Ginny e Ron che litigavano per chi fosse il miglior giocatore della squadra irlandese di Quidditch.
“No, testa di cavolo, non può essere lui! “ si spazientì Ginny. E guardando l’espressione della faccia di Ron, prima che lui potesse replicare, disse “ Anche se ha fatto vincere la squadra contro la Scozia non conta. Il miglior giocatore rimane in assoluto... Hermione!” Subito saltò al collo di Hermione.
Ron imbarazzato si passò una mano fra i capelli rossi spettinati. Tra di loro si era sviluppato qualcosa che spaventava entambi. Non si sopportavano fin da quando erano bambini e si erano conosciuti. Erano diventati buoni amici, ma c’era sempre qualche scaramuccia fra di loro. Non potevano aspettarsi altro. Si aiutavano a vicenda, si divertivano insieme. Sapevano che con Harry sarebbero rimasti amici fino alla fine. Ma quando si è giovani non si sa mai cosa aspettarsi dalla vita. Hermione ci pensò su. Sicuramente si sarebbe ingelosita se si fosse messa in mezzo una fidanzatina tutta sbaciucchiamenti.
“Ciao Ron!” lo salutò con un sorriso. Ron la guardò un po’ perso come se  non sapesse in quale lingua lei gli avesse parlato. Ginny gli diede una forte gomitata allo stomaco che lo fece sussultare. “Ciao Hermione” Gli uscirono le parole con un borbottìo sommesso. Prima che Ron potesse diventare viola per la vergogna, si girarono tutti verso la sagoma che si avvicinava a loro con passo spedito. Era un ragazzo alto circa 1.70 m, con una capigliatura corta e corvina e degli occhialetti tondi che incorniciano due occhi felini di un verde brillante. Harry era cresciuto, non era più il ragazzino smilzo con i pantaloni di due taglie più grandi, era un ragazzo che aveva compiuto da due mesi sedicianni. Hermione lo doveva ammettere: Harriy era davvero un bel ragazzo. Non si vergogna a dire che per un certo periodo aveva preso una cotta per lui. Ma si era resa conta che non era amore il suo, ma una sincera e profonda amicizia.
Hermione coprì quei pochi metri che la separavano da Harry di corsa. Lo abbracciò così forte che credette di soffocarlo. Quando lo lasciò si accorse di essere stata l’unica ad essere corsa dall’amico. Quando si voltò con sconcerto verso Ron  e Ginny. Subito le presentarono una più che plausibile causa del perché non avessero accolto Harry. “ Siamo venuti insieme. Non ricordi che Harry era venuto alla Tana?” disse Ron. E quando Hermione si girò verso Ginny per avere una conferma anche da lei, e  vide che annuiva con una certa energia,  mimò una botta in testa come per riscuotersi. “Avete ragione! E mi dispiace di non poter essere venuta da voi! Ho avuto un … imprevisto!” disse frettolosamente per spiegare il suo rifiuto.
Quell’estate sarebbe dovuta andare alla Tana, dove avrebbe passato qualche tempo con Ron, Ginny e tutta la sua famiglia. Quell’idea le era piaciuta dal primo momento. Ma purtroppo qualche giorno prima della partenza ha avuto un imprevisto che non si sarebbe mai aspettata di avere, in realtà non è stato un imprevito, è stato un incontro che l’ha un po’ turbata. Per dirla meglio l’ha stordita. Come se qualcuno le avesse lanciato un incantesimo. Non se l’è sentita di andare alla Tana. Non in quel periodo in cui era pervasa da un senso di malumore. Non le andava di vedere i suoi amici, voleva solo lui. Ma quell’ orrendo momento fortunatamente è passato ( O almeno credeva ).
Quando poi si ricordò che i suoi amici non avevano più una casa dopo l’attacco dei Mangiamorte si vergognò moltissimo. La sua faccia assunse un’espressione così rattristata e colpevole che Ginny le fece un sorriso rassicurante. “Non è colpa tua se la Tana è solo un cumulo di macerie adesso!” la rincuorò. Ma  Hermione non si sentì meglio e non perdonò il suo sbaglio. Abbassò lo sguardo, la consapevolezza che i Mangiamorte erano arrivati così vicini all’uccidere i suoi amici ancora una volta non le lasciava libera la mente, e si ripeteva che l’essere partita per Hogwarst era stata la cosa migliore per i suoi genitori. Forse senza un mago in casa i Mangiamorte non sarebbero passati anche a casa sua.
Il fischio del treno la risvegliò e lei e i suoi amici si sbrigarono a salire sul treno per prendere i posti migliori.
 

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