Ad Hogwarts pure i muri hanno orecchie marca Weasley

di Black Spirit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il prezzo di Fred... Oppure di George? ***
Capitolo 2: *** Ci stai o no, Granger? ***
Capitolo 3: *** Ami mio fratello, Hermione? ***
Capitolo 4: *** Me la pagherai cara, fratellino. ***
Capitolo 5: *** La mia Hermione è tornata ***
Capitolo 6: *** Sei troppo buona, Granger ***
Capitolo 7: *** Congratulazioni e figli maschi ***



Capitolo 1
*** Il prezzo di Fred... Oppure di George? ***


Avvertimento
Fred e George non hanno mai lasciato la scuola.
Detto questo.
Buona lettura.

 

Cammina.

Non girarti.

Cammina e basta.

Non preoccuparti non c'è nessuno.

Non lo sa nessuno.

Devi stare tranquilla.

Non lo scopriranno mai.

C'eri solo tu in quella stanza.

Nessuno ti ha vista andarci.

Nessuno ti ha sentito mentre eri dentro.

Non devi preoccuparti.

Non ti possono aver visto.

Sei al sicuro.

Chi mai sospetterebbe di te?

E poi che male c'è?

Può capitare a tutti.

Anzi probabilmente non ci sarà un solo ragazzo del mio anno a cui non è capitato.

Già, ma io sono una ragazza...

Si presume che noi dovremmo essere più capaci di controllarci rispetto ai maschi.

Certo anche noi ragazze abbiamo i nostri limiti.

E trovarsi davanti non uno ma ben due bei ragazzi praticamente nudi non aiuta mica.

Anzi i limiti li supera eccome.

Tutta colpa loro.

Chi è così malato da mettersi a girare per il dormitorio in mutande per colpa di una stupida scomessa?

Loro ecco chi.

Tutta colpa loro se mi è toccato correre nella Stanza delle Necessità, l'unico posto con un minimo di privacy di tutta la scuola.

Tutta colpa loro se è successo quel che è successo.

Anzi no.

Tutta colpa sua.

Perché in fin dei conti è solo uno di loro ad interessarmi...

Erano questi i pensieri di Hermione Granger mentre camminava velocemente per i corridoi bui della scuola con la speranza di arrivare il prima possibile nella sua stanza senza essere beccata da Gazza in giro di notte, nascondersi sotto le coperte e far finta che non fosse mai successo niente.

E c'era quasi riuscita.

Finalmente la ragazza si chiuse la porta alle spalle stando molto attenta a non fare il benché minimo rumore per non svegliare le sue compagne e si permise di fare un sospiro di sollievo.

Non l'aveva vista nessuno.

Ce l'aveva fatta.

Ora poteva ricominciare a respirare.

Ma non ebbe nemmeno il tempo di pensarlo che vide un biglietto passare sotto la porta.

Con le mani che tremavano si abbassò e lo prese.

Ti ho vista e so quello che hai fatto, Granger.

Presentati domani mattina al Lago Nero alle sette in punto o lo dirò in giro.

Il sangue le si gelò nelle vene.

Qualcuno l'aveva vista.

Qualcuno sapeva cosa aveva fatto.

Immaginò la vergogna se la cosa si fosse saputa.

Pensò alle prese in giro e ai visi disgustati dei suoi amici.

E capì subito che si sarebbe presentata all'appuntamento.

Sarebbe pure arrivata dannatamente in anticipo.

Chiunque sia stato a scrivere questo biglietto è un tipo intelligente...

Pensò in un breve momento di lucidità mentre si metteva il pigiama.

Domani è domenica e a quell'orario non ci sarà nessuno sveglio in tutta la scuola.

Ma il pensiero scomparve presto sostituito dal panico.

Cosa voleva da lei quel ragazzo?
Perché era sicuramente maschile la mano che aveva scritto quel biglietto.

Solo un ragazzo avrebbe avuto una calligrafia così disordinata.

Milioni di domande le affollavano la testa.

Come aveva fatto a vederla?
Come faceva a sapere cos'è successo?

E soprattutto cosa avrebbe fatto domani?
Cosa gli avrebbe detto?
Avrebbe mentito?

No.

Non era brava come bugiarda.

Non aveva speranze di essere credibile nemmeno quando si trattava della più innocente delle bugie...

Figuriamoci quando si trattava di una cosa così dannatamente complicata.

Cosa posso fare?

Cosa mi farà fare?

Cosa può volere da me?
Fu quello l'ultimo pensiero di Hermione prima di piombare in un sonno pieno di incubi che la lasciò più spossata di prima.

La mattina dopo si svegliò alle cinque del mattino distrutta e preoccupata.

Si tirò a forza giù dal letto.

Si fece una doccia bollente per cercare di mandar via quel gelo che sentiva nelle ossa ma non funzionò.

L'acqua calda non ha mai sconfitto la paura.

Si vesti meglio che pote e poi uscì silenziosamente dalla stanza.

Scese le scale e trovò la Sala Comune deserta.

Nessuno in tutta Hogwarts aveva ancora aperto gli occhi a quell'ora del mattino.

Uscì dal dormitorio e iniziò a camminare silenziosamente per i corridoi.

Non provò nemmeno a fare colazione.

Sapeva che il suo stomaco non avrebbe retto e non aveva alcuna voglia di vomitare davanti all'estraneo che aveva deciso di ricattarla.

Invece si diresse direttamente verso il Lago Nero e attese.

L'attesa non fu facile.

I minuti non si decidevano a passare e lei era sempre più nervosa.

Le sette arrivarono e passarono molto lentamente.

Alla fine, verso le otto e mezza, intravide una sagoma varcare le porte del castello e dirigersi verso di lei con passo lento.

Doveva essere lui il mittente del biglietto.

E doveva starsi divertendo molto.

Per quale altro motivo l'avrebbe lasciata lì ad aspettare per ore?

Quel maledetto stava giocando al gatto e al topo e per sfortuna di Hermione purtroppo il topo era lei.

Un topo esasperato e spaventato.

Ma pur sempre un topo in balia di un gatto furbo e crudele.

E non un gatto qualsiasi...

Non lo riconobbe finché non fu a una decina di metri da lei.

E allora sentì un tuffo al cuore.

Lui.

È stato lui!

Con tante persone nella scuola perché proprio lui doveva vedermi?

Pensò sforzandosi per non recitare tutte le bestemmie che conosceva in una volta sola.

Nel frattempo lui le era arrivato accanto.

Il gioco lo divertiva.

E anche parecchio.

Provò un moto d'odio profondo per il ragazzo che aveva davanti.

“Buongiorno Granger, è tanto che aspetti?”

Lei lo fissò impassibile.

No, non doveva vedere la sua paura.

Non gli avrebbe dato questo piacere.

“Solo tre ore Fred”

Maledizione, maledizione, maledizione!

Non riusciva a pensare ad altro.

Fred l'aveva vista.

Fred Weasley l'aveva vista.

La sua vita poteva considerarsi finita.

L'avrebbe obbligata a fare qualcosa di umiliante davanti a tutta la scuola.

Oppure l'avrebbe usata per testare qualcuno dei suoi folli prodotti.

E non sapeva cos'era peggio.

Probabilmente le due cose erano allo stesso livello.

“Sbagliato, sono George”

Le venne da ridere.

Certo, alla fine doveva essere strano per lui.

Persino la loro stessa madre aveva problemi a distinguerli.

“Ho imparato da anni a distinguervi Fred”

Lui la osservò ammirato.

“Come fai a esserne così sicura?”

Lei alzò gli occhi al cielo.

Ma gli rispose lo stesso.

“Tu hai i capelli leggermente più chiari di George”

Vide la reazione che si aspettava nel ragazzo.

Sgranò gli occhi.

“Complimenti, nemmeno nostra madre se n'era mai accorta”

Lei gli sorrise maliziosa.

Dimenticando per un attimo perché era lì.

“Io non sono tua madre Fred”

Lui le sorrise a sua volta nello stesso modo.

Una scintilla negli occhi.

Una scintilla che fece tremare Hermione.

“Oh lo so. Ricordami di metterti alla prova insieme a George qualche volta”
Si, certo.

Come no?

Lo farò senz'altro.

“Ma non siamo qui per parlare di questo, Granger”

Sentì una morsa allo stomaco.

Ogni traccia di allegria scomparve dal suo viso.

Era arrivato al punto.

E ora lei era fregata.

“Ieri ti ho vista, tu lo sai, e suppongo che vorrai sapere cosa voglio in cambio del mio silenzio”

Lei si limitò a fare cenno di si con la testa.

Improvvisamente era diventata completamente muta.

Il sangue aveva iniziato a defluire dal suo cervello.

Il cuore le batteva veloce come se volesse saltarle fuori dal petto da un momento all'altro.

Il respiro le si era fermato e non sembrava avere nessuna intenzione di riprendere a portare aria ai suoi polmoni finché il ragazzo non avesse risposto alla sua domanda.

Ogni molecola del suo corpo era in attesa.

Pronta per la batosta che sapeva sarebbe arrivata di lì a pochi secondi.

“Oh tranquilla è una cosa veramente molto semplice...”
Le sorrise con fare malizioso e lei sentì il suo cuore perdere un battito.

La paura sembrava essersi impossessata del suo intero organismo.

Cosa aveva escogitato quella mente maligna per lei?

Cosa aveva deciso di farle?
Quale punizione aveva in serbo?
Che idea aveva avuto per divertirsi alle suo spalle?
Qual'era il prezzo che avrebbe dovuto pagare?

 

“Voglio che tu diventi la mia ragazza”
 

Angolo Autrice
Spero che la storia vi sia piaciuta e che la aggiungiate alle seguite.
Black Spirit
PS. Una recensione sarebbe molto gradita

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Capitolo 2
*** Ci stai o no, Granger? ***


No, non può essere.

Non l'ha detto.

Devo aver capito male.

“Puoi ripetere prego?”

Quell'idiota si tratteneva a mala pena dal ridere.

Vedendo la sua faccia divertita Hermione promise a se stessa che se mai avesse avuto bisogno di far pratica con la maledizione Cruciatus avrebbe usato lui come cavia.

“Hai capito bene, Granger non farmi ripetere ciò che ho detto perché non c'è alcun bisogno di farlo e lo sai”

Non è possibile.

Sta male.

Deve aver bevuto.

O usato chissà quale droga.

Oppure è impazzito.

Si, non c'è altra soluzione.

Deve essere impazzito.

Probabilmente avrà usato una volta di troppo una di quelle sue maledette invenzioni da strapazzo mentre era insieme a George e gli si è completamente incenerito il cervello.

Certo, non può esserci un altra spiegazione.

La testa di Hermione continuava a cercare e cercare una soluzione razionale per quello che le era stato appena detto.

Ma purtroppo, almeno secondo la sua opinione, non c'è n'era nemmeno una.

Le sembrava di star impazzendo a sua volta.

Si sentiva mancar l'aria.

Era come se i suoi polmoni avessero deciso di entrare in sciopero finché non fosse riuscita a capire meglio cosa diavolo stava accadendo.

Aveva il viso rosso per colpa di quel terribile miscuglio fra concentrazione e imbarazzo che le si era creato dentro.

Non riusciva a capire...

Perché mai Fred Weasley, uno dei ragazzi più carini della scuola, avrebbe voluto che proprio lei diventasse la sua ragazza?
Era una cosa praticamente impossibile!

Vedendola così Fred non riuscì più a trattenersi ed esplose.

Alla fine è crollato...

Peccato speravo che gli scoppiasse la testa a furia di trattenersi.

Pensò esasperata Hermione.

Il ragazzo aveva cominciato a riderle in faccia e non sembrava minimamente intenzionato o capace di smettere.

Questa è la goccia che fa traboccare il vaso!
Pensò questo Hermione e iniziò a correre velocemente verso la scuola.

Non gli avrebbe permesso di continuare a ridere di lei in quel modo.

Non era un giocattolo, maledizione!

Lo sentì chiamarla e correrle dietro ma non era minimamente intenzionata a fermarsi.

O a parlargli ancora.

Varcò le porte della scuola e si mise a camminare più in fretta che poteva per i corridoi.

Dentro di lei un uragano di emozioni e pensieri.

Cosa sarebbe successo?

Cosa avrebbe fatto Fred?
Cosa avrebbe fatto lei?
Da un lato era rimasta scioccata da quella richiesta ma dall'altro...

No!
Non doveva pensarci.

Ora doveva concentrarsi su altro.

Doveva seminarlo.

Doveva correre.

Doveva...

Purtroppo non lo sapeva nemmeno lei cosa doveva fare.

La testa le era entrata in confusione.

Sentiva solo una gran voglia di scappare il più lontano possibile.

Di mettere mille miglia di distanza fra lei e Fred Weasley.

Scappare da quella situazione impossibile e da quel ragazzo completamente folle.

Arrivò velocemente davanti alla Stanza delle Necessità ma quando pensava di avercela fatta.

Quando pensava di averlo finalmente seminato.

Sentì qualcuno afferrarle il braccio e spingerla contro il muro.

Era fregata.

Fred alla fine era riuscito a prenderla.

Si ritrovò il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo e sentì subito le guance diventare scarlatte.

Non sapeva che fare.

Non sapevo cosa dire.

Non sapeva niente.

Tranne una cosa.

Le labbra di Fred erano dannatamente vicine alle sue.

E lei sentiva una gran voglia di baciarle.

“Non scappare più da me per favore”

Parlò lentamente come se davanti a se non avesse una ragazza ma un animale ferito e spaventato.

Hermione non sapeva cosa rispondere.

Non aveva mai visto questo lato di Fred e non sapeva come comportarsi con lui.

Era spaventata e allo stesso tempo eccitata da quella situazione così complicata.

“Tu... Tu dicevi sul serio?”

Forse era solo uno scherzo.

L'idea le lampeggiò in mente come un fulmine a ciel sereno.

Magari era tutta una trovata di Fred per ridere alle sue spalle.

Forse da un momento all'altro le avrebbe detto che scherzava.

Si aggrappò con tutte le sue forze a quell'unica speranza.

Ma purtroppo le parole del ragazzo le tolsero ogni dubbio.

“Dicevo dannatamente sul serio Granger. Io voglio che tu sia la mia ragazza. Ci stai si o no?”

La sua ultima speranza andò in frantumi ed Hermione sentì qualcosa dentro di se esplodere.

Certo che lo voleva.

Lo voleva da tanto.

E ora finalmente le si presentava l'occasione.

Ma avrebbe avuto il coraggio di rispondere?

Si.

Era stanca di stare nell'ombra.

Era stanca di aspettare che qualcuno si accorgesse di lei.

Ora avrebbe preso lei in mano le redini della sua vita.

Chiamò a se tutto il coraggio che aveva in corpo e premette dolcemente le sue labbra contro quelle del gemello.

Lui dall'altro canto rimase completamente spiazzato dall'azione della giovane ed impiegò un paio di secondi a realizzare cosa stava accadendo.

Ma quando ci fu riuscito incominciò a ricambiare con passione il bacio insinuando la sua lingua fra le labbra della mora che non sembrò disprezzare l'azione anzi la gradì molto.

Restarono così finché alla fine non rimasero senza fiato e furono costretti ad allontanarsi un po' l'uno dall'altra.

“Devo prenderlo come un sì, Granger?”

Le scocco un occhiata malandrina come poche ma la ragazza non si lasciò indolcire.

Le bastò un occhiataccia per riuscire a rimetterlo velocemente al suo posto.

Ma la cosa durò solo pochi secondi.

In fin dei conti Fred restava sempre Fred.

“Bene allora ci resta solo una cosa da fare cara la mia fidanzata”

Hermione sentì il sangue gelarsi nelle vene.

Cosa voleva fare quel pazzo?

“Cosa vuoi fare?”

Sentì la voce incrinarsi per un misto di paura e preoccupazione che solo lui in tutta la sua vita era riuscito a farle provare.

Fred la guardò con un sorriso sghembo sul viso e senza rispondere le prese la mano e iniziò a trascinarla dolcemente per i corridoi.

Sembravano una vera coppia.

Mano nella mano.

Ma per Hermione non era questo il momento per la sdolcinatezza.

Il suo cervello era all'opera ma non riusciva a capire cosa avesse in mente il ragazzo né dove la stesse portando.

Comprese dove erano diretti solo quando si trovarono a pochissimi metri dalle porte della Sala Grande.

“Vuoi portarmi a fare colazione, Weasley?”

Il ragazzo la guardò con un sorriso raggiante.

Nel frattempo avevano varcato la soglia della sala mano nella mano.

“Si Hermione. Ma prima voglio ufficializzare la nostra relazione”

Detto questo la bacio prima ancora che lei riuscisse a capire del tutto cosa aveva detto.

Così, sotto gli occhi sorpresi di quasi tutta la scuola, la vita di Hermione Granger iniziò a cambiare.

Se in meglio o in peggio purtroppo non le era ancora dato saperlo.


Angolo Autrice
Voglio ringraziare: slytherinalways, AmoZiaRowl, Fred6, Mordente98 e _LenadAvena_ per aver rencisito il capitolo precendente spero che anche questo vi piacerà.
Purtroppo questo capitolo è venuto leggermente più breve del precendente prometto che rimedierò nel prossimo.
Grazie della lettura.
Black Spirit
PS. Come sempre le recensioni sono più che gradite
 

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Capitolo 3
*** Ami mio fratello, Hermione? ***


Spingilo.

Spingilo via.

Allontanalo il più possibile dalla tua faccia.

Ecco qual'era l'unica cosa ad occupare la mente della giovane Hermione Granger mentre quello che ormai doveva considerare il suo ragazzo la baciava davanti a tutta la scuola.

Si sentiva in trappola Hermione.

Era stata obbligata a fidanzarsi con quel ragazzo.

Non aveva avuto scelta.

Ed ora sapeva che appena le labbra del ragazzo si fossero allontanate dalle sue sarebbe stata assediata da domande.

Da Harry.

Da Ginny.

Da George.

E da Ron...

Dannazione come avrebbe fatto a dirlo a Ron?

Come avrebbe potuto guardarlo ancora in faccia?
Che scusa avrebbe mai potuto usare?
Come avrebbe fatto a mentirgli?

Semplice, non l'avrebbe fatto.

Avrebbe dovuto pensarci Fred.

Suo il ricatto.

Sue le bugie.

Lei non aveva alcuna intenzione di mentire ai suoi amici.

Ormai Hermione aveva deciso.

Sarebbe stata al gioco ma non l'avrebbe aiutato.

Non era un burattino nelle sue mani.

E non lo sarebbe mai stata.

Meglio l'umiliazione.

Prese questa decisione Hermione nell'esatto istante in cui il ragazzo iniziava finalmente ad allontanarsi, seppur molto lentamente e di mala voglia, da lei.

Ma la loro recita non era ancora finita.

Anzi.

Quello era solo l'inizio del piano che Fred aveva escogitato per loro.

Un piano geniale e contorto.

Ma pienamente degno della mente di uno dei gemelli Weasley.

Le prese la mano e la trascino al tavolo di Grifondoro, dove si sedettero insieme a George.

Harry e Ginny arrivarono pochi minuti dopo.

A quanto pare Ron non era voluto venire con loro.

Lo vide, Hermione.

Stava uscendo in tutta fretta dalla Sala senza avere la minima intenzione di voltarsi indietro.

Sul viso un espressione che le mozzo il fiato.

Tradimento.

Dolore.

Rabbia.

Stupore.

Tutte quelle emozioni erano mischiate sul viso del giovane Grifondoro creando un insieme terribile.

Lo vide e sentì una parte del suo cuore morirle dentro.

Sapeva di provare qualcosa per lui.

E sapeva che lui provava qualcosa per lei.

Ma non aveva scelta.

Il suo segreto doveva rimanere tale.

Anche a costo della sua felicità.

Persino a costo della felicità di Ron.

Sapeva che era una cosa egoista.

Sapeva di star sbagliando.

Ma sapeva anche di non poter fare nient'altro.

“Si può sapere da quand'è che voi due state insieme, piccioncini?”

Era stata Ginny a parlare ed era stata Hermione che senza esitazione aveva guardato Fred facendoli capire che doveva essere lui a raccontare.

Che lei non aveva intenzione di mentire e che se voleva che quella recita andasse avanti doveva pensarci lui.

Fred rispose al suo sguardo con un leggero cenno del capo e un sorriso malandrino che sapeva l'avrebbe fatta arrabbiare.

Si divertiva Fred a prendersi gioco di quella ragazza.

Si divertiva tanto e non aveva alcuna intenzione di smettere.

“Vedete ragazzi io e Hermione avevamo iniziato a vederci già da un po' finché questa mattina lei non è più riuscita a resistermi e mi ha baciato”

Hermione sentì una rabbia cieca crescerle dentro quando il ragazzo accanto a lei pronunciò quelle parole.

Una rabbia che se non sfogata avrebbe anche potuto portare all'odio.

Gliela avrebbe fatta pagare.

Oh, se gliela avrebbe fatta pagare!
Si rese conto che la teneva ancora per mano sotto il tavolo e allora prese a stringere più forte che poteva cercando di far entrare le sue unghie nella carne di lui e provando una grande soddisfazione quando sentì che la mano iniziava a sanguinargli ma Fred purtroppo non si lasciò scomporre dal dolore e continuò il suo racconto.

“Io non ero per niente sorpreso sapevo già che aveva una cotta per me e visto che io non le ero indifferente, anzi ero molto interessato, quando ci siamo allontanati le ho proposto di diventare la mia ragazza e lei ha accettato ed ora eccoci qui a raccontare la nostra bella storia a voi”

No, ora è troppo!
Premette più forte le unghie e prese fiato.

Forse non era una brava bugiarda ma sapeva che la determinazione può fare miracoli.

“Ottimo racconto Fred ma c'è solo un piccolo problema...”

Gli rivolse lo stesso sorriso che lui aveva rivolto a lei ma nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso.

Voleva vendetta e stava per ottenerla.

“Sei tu ad aver perso il controllo ed avermi baciata. O forse l'hai scordato tesoro?”

Calco molto l'ultima parola riempiendola di tutta l'ironia che riuscì a trovare.

Le risate dei tre ascoltatori furono istantanee e la vendetta di Hermione poté ritenersi compiuta.

Va bene essere sotto ricatto.

Va bene essere appena stata baciata davanti a tutta la scuola.

Ma un'umiliazione del genere non l'avrebbe mai accettata.

“Ma come Freddy non hai rivelato la tua passione segreta nemmeno al tuo gemello? Così mi deludi molto!”

George aveva colto la palla al balzo per prendere in giro il fratello, cosa che a Hermione fece provare un improvviso moto di affetto nei suoi confronti.

Fred invece le stava rivolgendo uno sguardo complice come per complimentarsi dell'ottimo colpo che gli aveva appena inflitto.

Ma se c'è una cosa che non si può dire di Fred Weasley è che non risponda alle offese.

Persino a quelle nascoste.

Le lasciò la mano e mise il braccio intorno alle spalle del fratello.

“Che vuoi che ti dica George? Ero troppo preso dai miei sentimenti. Ora vieni devo raccontarti tutti i dettagli”
Stampò un veloce baciò sulle labbra ad Hermione e se ne andò lasciandola sola all'uragano di domande che sapeva la sua sorellina era pronta a fare.

Hermione si ripromise ancora una volta di sperimentare su di lui la maledizione Cruciatus il prima possibile.

Non le importava se era illegale.

Quel ragazzo se la meritava.

Si girò lentamente verso Harry e Ginny che la fissavano a metà fra il curioso e il sorpreso.

“Allora... Tu e Fred eh?”

Hermione annui con forza alla domanda e guardò Harry con intensità.

Cercando di fargli capire di andare da Ron.

Il ragazzo sembrò recepire il messaggio e si alzò velocemente per andare alla ricerca del suo migliore amico.

Hermione rimase con Ginny.

“Sono una persona orribile, Ginny”

Lasciò cadere la testa sul tavolo e non diede nessun segno di volerla rialzare presto.

La ragazza le mise una mano intorno alla spalla cercando di consolarla meglio che poteva.

Ma con scarsi risultati.

“Non è vero Hermione. Sei solo innamorata. Non è mica colpa tua”

Hermione la guardò negli occhi.

Poteva confidarsi con lei?
Poteva raccontarle tutta la storia?

La risposta arrivò subito.

No.

Non poteva.

La vergogna sarebbe stata troppa.

Non poteva dirlo.

Nemmeno a Ginny.

“Ma Ron...”

L'amica non le lasciò finire la frase.

La prese per le spalle e la guardò intensamente negli occhi.

“Sentimi bene non devi preoccuparti per Ron. Lui se ne farà una ragione, mi occuperò personalmente di tirargli su il morale te lo prometto. Tu ora devi pensare solo a rispondere alla domanda che ti farò fra poco ok?”

Hermione esitò un attimo.

Sapeva cosa stava per richiederle Ginny ma non era sicura di essere capace di rispondere.

“Ami mio fratello, Hermione?”

Lo amava?
Era sicura di essere innamorata di uno dei Weasley fino a poche settimane fa ma ora...

Ora non sapevo più quale.

Amava Ron?
Amava uno dei suoi migliori amici?
Uno dei due ragazzi con cui aveva condiviso tutto.

Con cui aveva riso.

Con cui aveva pianto.

Con cui aveva vissuto avventure incredibili.

Oppure amava Fred?
Il folle gemello.

Una delle due pesti di Hogwarts.

Il ragazzo che aveva imparato ad apprezzare.

A cui aveva imparato a volere bene.

Il ragazzo che aveva sempre stimato.

“Sì lo amo”

Alla fine aveva risposto alla domanda.

E aveva detto la verità.

C'era un problema però.

Sia Ron che Fred erano fratelli di Ginny.


Angolo Autrice
Grazie a: Mordente98, gemelliweasley, mary000, irenelibelli e slytherinalways per aver recensito la mia storia spero di leggere ancora vostri commenti.
Grazie della lettura.
Black Spirit
PS. Non mi offendo se recensite

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Capitolo 4
*** Me la pagherai cara, fratellino. ***


Era passata una settimana dal fidanzamento di Fred e Hermione e nella mente della ragazza si erano creati due fronti.

Da un lato c'era Ron.

Dall'altro Fred.

Mentre nel mezzo c'era lei.

Indecisa su cosa fare.

Incapace di comprendere chi amasse.

E costretta a stare con uno dei due.

La ciliegina sulla torta di questa situazione era il fatto che Ron facesse di tutto per evitarla.

Non la guardava.

Non le parlava.

Non rispondeva a qualsiasi cosa lei gli dicesse.

Harry aveva provato a fargli fare pace.

E aveva parlato mille volte con Ron.

Ma alla fine aveva dovuto rassegnarsi all'idea che sarebbe stato più probabile vedere Piton girare in tutù per i corridoi che vedere Ron rivolgere di nuovo la parola a Hermione.

Ma per fortuna la ragazza non sembrava essere della sua stessa opinione.

No, ora basta!
Si disse mentre uscivano dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure.

Aveva provato a parlare con Ron per tutta l'ora ma lui si era limitato ad ignorarla e ad uscire dalla classe il più velocemente possibile.

Ma purtroppo per lui Hermione ormai si era stancata del suo comportamento.

Ron non poteva continuare a trattarla così.

Lo rincorse fino alla Sala Comune e riuscì a prenderlo un attimo prima che varcasse la soglia del dormitorio.

Non le importava di saltare Pozioni.

Doveva risolvere quella situazione.

In un modo o nell'altro.

“Ron dobbiamo parlare!”

Il ragazzo si girò di scatto con un espressione di totale disinteresse stampata in volto.

Un ottima maschera che però non ingannò la ragazza.

Lo conosceva troppo bene.

“Cosa vuoi Hermione?”

Un brivido le percosse la schiena.

La voce di Ron era di puro ghiaccio.

Ma quasi le scappò un sorriso.

Cosa voleva?

La risposta era talmente semplice da essere quasi ridicola.
Voleva indietro Ron.

Voleva indietro uno dei suoi migliori amici.

Voleva che le cose tornassero normali.

Voleva riavere la sua vita.

Ma la risposta che le uscì dalle labbra fu diversa da quella che aveva pensato.

“Voglio sapere perché mi tratti così”

Ron fu sul punto di scoppiarle a ridere in faccia ma riuscì a trattenersi.

Sapeva che la cosa l'avrebbe fatta arrabbiare molto e nonostante la rabbia che provava nei suoi confronti e in quelli del fratello non era ancora diventato così stupido da dimenticare le capacità di Hermione.

E non voleva ritrovarsi trasformato in una tazzina da tè.

“Vuoi sapere perché faccio finta che tu non esista, Hermione?”

Lei fece segno di sì con la testa e per Ron fu abbastanza.

Aspettava solo questo ormai.

Le si avvicinò e in pochissimi secondi l'aveva già tirata a se.

Prima ancora che lei se ne accorgesse la stava già baciando.

Ci mise tutto in quel bacio.

Ci mise la sua rabbia.

La sua frustrazione.

Il suo dolore.

E ci mise tutto il suo amore.

Nel frattempo Hermione era rimasta scioccata dal gesto del rosso.

Immobile come una bambola di cera non faceva niente.

Non rifiutava né ricambiava il bacio.

E così alla fine fu Ron a staccarsi da lei.

“Ecco perché Hermione, ignorarti purtroppo è l'unica soluzione che ho trovato”
La guardò dritto negli occhi ed Hermione vide tutto quello che provava.

Sembrava che la sua anima si stesse spaccando in due.

Da un lato la lealtà verso il fratello.

Dall'altro l'amore per lei.

“Io ti amo ma non farei mai una cosa del genere a uno dei miei fratelli”

Ron non accennava a lasciarla andare.

Ed Hermione non si decideva a parlare.

Uno strano silenzio calò fra i due.

Ma quasi subito arrivò qualcuno a spaccarlo.

“Com'è allora che hai appena baciato la mia ragazza, fratello?

I due si voltarono di colpo.

Uno voce aveva rotto il silenzio.

E non una voce qualsiasi.

Sulla soglia della Sala Comune c'era Fred che osservava la scena.

Non si poteva capire da quanto fosse lì ma una cosa era sicura.

C'era rabbia pura sul suo volto.

Si avvicinò velocemente al fratello e lo presa per la camicia sollevandolo da terra.

“Come osi fare una cosa del genere? Razza di traditore maledetto!”
Sentendo quelle parole Hermione sembrò risvegliarsi di colpo, si mise fra i due e cercò di impedire che iniziasse una rissa.

Non riuscendoci.

Il gemello sferrò un gancio al viso del fratello che gli fece sanguinare il labbro.

“Fred ti prego, non è colpa sua!”

Il ragazzo si girò verso di lei.

La rabbia non accennava a sparire dal suo volto.

“No e allora di chi è, Hermione?”

Quando stava per rispondere la ragazza vide qualcosa che non si aspettava negli occhi di Fred.

Dolore.

Un dolore così profondo che non credeva potesse nemmeno esistere su questa terra.

E allora capì tutto.

In quella settimana si era convinta che il loro fidanzamento fosse solo un gioco per Fred.

Un modo come un altro per passare il tempo mentre era ad Hogwarts.

Ma ora una nuova teoria si stava lentamente facendo strada nel suo cervello.

Era forse possibile che Fred Weasley fosse veramente innamorato di lei?

In un secondo le passarono mille immagini davanti agli occhi.

Fred che l'aspettava fuori dalla classe con un sorriso malandrino e passandole un braccio dietro la schiena andava insieme a lei verso la prossima lezione della ragazza per poi andare alla propria.

Fred che l'accompagnava in biblioteca e la guardava studiare sorridendo come un bambino davanti a un negozio di dolci.

Fred che la portava a passeggiare per il parco tenendola dolcemente per mano e parlando di tutto quello che facesse piacere a lei.

Fred che la stringeva a se.

Fred che la baciava.

Le parole sembrarono morirle in gola.

Forse quel ragazzo l'amava davvero...

E lei?

Lei era una stupida.
Lei non sapeva ancora chi amasse dei due.

Ma quello non era il momento buono per scoprilo.

Fred si era girato di nuovo verso Ron e lo guardava con rabbia.

Non sembrava che avesse davanti uno dei suoi fratelli ma bensì la persona che odiava di più al mondo.

E forse in quel momento per lui Ron era proprio questo.

Un nemico.

Un ladro.

Una persona che andava punita.

Ed ora lui colui che gli avrebbe inflitto la sua punizione.

E l'avrebbe fatto con piacere.

“Tu e io. Un duello nel parco. Ora”

Ron dall'altro canto in quel momento si sentiva in colpa ed allo stesso tempo si sentiva arrabbiato.

In fin dei conti Fred conosceva i suoi sentimenti per Hermione.

Sapeva esattamente che cosa provasse per lei.

Eppure gliel'aveva portata via senza batter ciglio.

Sbattendogli in faccia la loro relazione al primo momento buono.

Probabilmente fu per questo che non fece altro che seguire Fred fuori dalla Sala Comune quando iniziò a camminare spedito.

Probabilmente fu per questo che si limitò ad andare nel parco, posizionarsi davanti a lui e fare un inchino.

E forse fu solo un caso ma lanciò un incantesimo di attacco nello stesso momento del fratello.

E magari fu il destino a far si che Hermione si mise in mezzo a loro urlandogli di fermarsi subito nell'esatto momento in cui i due incantesimi venivano lanciati.

Ma non fu un caso se i due attacchi invece di scontrarsi fra loro colpirono con una forza terribile la ragazza.

Hermione non ebbe nemmeno il tempo di urlare.

Venne colpita e cadde su un fianco.

Fece in tempo a vedere Fred correre verso di lei urlante e con le lacrime agli occhi.

Un ultimo pensiero varcò la sua mente.

Se fosse morta come pensava sarebbe successo, sarebbe morta sapendo chi amava.

Riuscì solo a sussurrare il nome del suo amato.

Poi i suoi occhi si chiusero e per Hermione Granger ci fu solo il buio.

 

Angolo Autrice
Ringrazio: aspire89, Mordente98, _LenadAvena_, Fred6 e real_love per aver recensito l'ultimo capitolo.
Spero farete lo stesso con questo.
Un piccolo avviso.
Non potrò aggiornare per almeno quattro giorni perché andrò in vacanza quindi vi lascio un capitolo un po' più lungo.
Grazie della lettura.
Black Spirit
PS. Come ormai sapete le recensioni sono sempre ben accette.

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Capitolo 5
*** La mia Hermione è tornata ***


Buio.

C'è solo un gran buio intorno e dentro di me.

Non vedo niente.

Cado.

Non faccio altro.

Continuo a cadere.

Ancora e ancora.

Chi sono?

Ho perso tutto e non so perché.

Ogni ricordo.

Ogni memoria.

Dove sono?

Non ne ho idea.

Continuo a cadere sempre di più.

Sempre più in basso.

Il baratro dove mi trovo sembra essere senza fine.

Come sono arrivata fin qui?

Quale magia mi ha portata in un posto simile?

Perché ci sono arrivata?

Non me lo ricordo.

Cado e cado.

Il baratro è profondo.

Infinito.

Eterno.

I capelli mi frustano il viso.

Braccia e gambe sono intorpidite.

Qual'è il mio nome?

Non lo so.

Con che lettera inizia?

Non riesco a ricordarlo.

Mi lascio cadere nel vuoto in attesa di un ricordo, un immagine che mi dia qualche indizio.

Sperando che arrivi qualcosa a cui io possa aggrapparmi.

Urlo.

Chiedo aiuto.

Ma la gola inizia a bruciare senza che io abbia ricevuto una risposta.

La mia attesa è vana.

Niente aiuto.

Niente immagini.

Niente di niente.

Non voglio lasciarmi andare così.

Voglio ricordare.

Voglio sapere.

Ma come posso fare?

Non so chi sono.

Non so dove sono.

Non so come ci sono arrivata.

Non so come andarmene.

So solo una cosa.

Io...

Io voglio solo svegliarmi.

Questo c'era nella mente di Hermione.

Queste erano le sue paure.

Mentre veniva portata in infermeria e visitata.

Mentre venivano provate mille cure per aiutarla.

Mentre restava incosciente.

Mentre la vita intorno a lei riprendeva fra le lacrime.

Ma non per tutti.

C'era una persona che non la lasciava mai al contrario degli altri che andavano a lezione, tornavano in dormitorio e mangiavano nella Sala Grande.

Una persona che continuava ad aspettare il suo ritorno.

Una persona che aveva messo in pausa la sua vita solo per aspettare lei.

Perché che vita poteva avere senza Hermione accanto?

E così lui aspettava.

Aspettava qualcosa che non accadeva.

Aspettava che Hermione si svegliasse.

E lei?
Lei cadeva.

Ancora e ancora.

In quel baratro senza fine che era diventata la sua mente dopo quel terribile incidente di cui non aveva più memoria.

Ma alla fine arrivò qualcosa.

Una voce nel buio.

Una speranza.

Una luce.

“Hermione”
Questo nome...

Questo nome io lo conosco.

Che sia, il mio?

“Ti prego Hermione svegliati”
Chi è che parla?

Da dove viene la sua voce?

“Torna da me”

Io...

Io credo di conoscere questa voce.

È...

È la sua voce.

Un esplosione di colori, emozioni e immagini la avvolse all'improvviso.

Tutto tornava.

Finalmente sapeva chi era.

Sapeva cos'era successo.

Sapeva cosa doveva fare.

Ma non sapeva come.

Finché non la vide.

Una luce che lentamente si allargava intorno a lei.

Era arrivata alla fine del baratro.

Si svegliò all'improvviso.

Saltando in aria come una molla.

Niente avrebbe fatto pensare che si stesse per svegliare.

Pensava di trovarlo accanto a lei.

Pensava che il suo viso sarebbe stata la prima cosa che avesse visto.

Ma quando si guardò attorno non vide nessuno.

L'aveva lasciata sola.

Lei si era svegliata solo per lui e lui l'aveva lasciata lì da sola.

O almeno così sembrava finché non sentì una voce.

Proveniva dal corridoio e con gran fatica la ragazza riuscì ad arrivare abbastanza vicina alla porta da poter ascoltare cosa diceva.

“Fratello devi accettarlo. Hermione potrebbe non svegliarsi!”

A quanto pare qualcuno si era già rassegnato alla sua perdita.

“Non osare pensarlo nemmeno per un momento lei si sveglierà! Lei deve svegliarsi...”

E qualcun altro provava a fargli cambiare idea.

E non una persona qualsiasi.

“Devi accettare la realtà! Ormai è passato più di un mese e lei non ha dato nessun segno di vita, i professori non accetteranno ancora per molto questa tua condizione. Maledizione guardati! Non la lasci nemmeno un attimo, non mangi, non vai a lezione, è un miracolo che tu sia ancora vivo!”
Hermione si avvicinò lentamente alla porta.

Voleva vedere i visi di quelle due persone.

Anche se sapeva già chi fossero.

“Silente mi ha detto che posso restarle accanto finché non si sveglierà e francamente a me non importa di vivere senza di lei”
L'altro emise un verso esasperato ma non rinunciò.

“Certo che non ti importa! Pensi che mi sia dimenticato in che stato eri? Sei rimasto fermo su quel prato per ore. Ti ho dovuto trascinare via di peso e subito dopo sei venuto qui e ci sei rimasto! Dannazione non puoi continuare così devi andare avanti!”

Hermione vide rabbia pura sul viso del ragazzo appena sentì quelle parole.

“Ma non lo capisci? Io senza di lei non posso andare avanti!”
E allora capì.

Lui le era rimasto accanto per amore.

E per lo stesso motivo non l'aveva lasciata andare.

Lui l'amava.

Prese a due mani il coraggio ed aprì completamente la porta.

Non poteva lasciarlo in quella situazione.

Lui la doveva vedere.

Doveva sapere che stava bene.

“Allora potremmo farlo insieme. Sempre che tu metta un punto ai duelli nel parco”

Ci mise un secondo.

Poi capì.

E le si buttò addosso stringendola più forte che poteva.

“Te lo giuro. Finché vivrò non combatterò mai più in un parco”

Era lei.

Era tornata.

Era sua la risata che sentiva.

Sue le braccia che finalmente poteva ricambiare la sua stretta.

Ed erano sue le labbra che non vedeva l'ora di baciare.

La sua Hermione era tornata.

E non l'avrebbe più lasciata andare via.
 

Angolo Autrice
Come promesso ecco il nuovo capitolo.
Grazie a: _LenadAvena_, real_love, Fremiona_Tirivispi, Mordente98, Fred6 e mary000.
In particolare grazie a alessandra_andreotti per aver recensito più di un capitolo.
Come sempre grazie per la lettura.
Black Spirit
PS. Le recensioni sono sempre benvenute.

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Capitolo 6
*** Sei troppo buona, Granger ***


Era lei.

Era veramente lei.

Non un altro sogno.

Era lei in carne e ossa.

“Fred non riesco a respirare”
Ed era sua la voce strozzata che lo implorava di mollarla prima che soffocasse.

Eh si.

Hermione era tornata.

“Si io... Scusa... È che mi sei mancata. Tanto”

A quelle parole George, che non aveva proferito parola mentre guardava i due piccioncini riuniti, non riuscì a trattenere una risata.

Suo fratello era proprio cotto.

“Ah Freddie la scena di te che balbetti è veramente impagabile”

Fred fulminò il suo gemello con uno sguardo omicida.

E stizzito, gli fece segno di andarsene.

“Invece di star qui a fare il terzo in comodo perché non vai a dire ad Harry e Ginny che finalmente Hermione è tornata nel mondo dei vivi?”
George fece segno di sì e iniziò ad avviarsi.

Ma non prima di aver lanciato un ultima frecciatina al fratello.

In fin dei conti loro erano sempre i gemelli Weasley.

“Felice che sei tornata Hermione. Non sopportavo più le lagne Mister Non Posso Vivere Senza di Lei”

Girò l'angolo prima che il fratello potesse rispondergli con un sorriso in faccia e la certezza che Hermione fosse arrossita.

Eh, sì.

Qui due erano proprio cotti.

 

Passarono due settimane prima che Hermione venisse dimessa dall'infermeria.

E ogni giorno Fred andava a trovarla.

E ogni giorno la trovava intenta a studiare.

Era incredibile come quella ragazza amasse lo studio.

Ed era incredibile come quel ragazzo amasse impedirle di studiare.

In due settimane riuscì a trovare mille e uno modi per distrarla.

E ci riuscì mille e una volte.

E così, un giorno dopo l'altro, finalmente arrivò il momento fatidico.

Hermione poteva tornare alla Torre di Grifondoro.

Ma prima c'era una sorpresa ad aspettarla...

Una sorpresa coi capelli rossi conosciuta ai più col nome di Fred Weasley.

Lo stesso Fred che stava camminando rapido per i corridoi della scuola.

Ormai conosceva talmente bene la strada per l'infermeria da non aver nemmeno bisogno di guardare dove andava.

E nel frattempo pensava.

Ok.

Devo dirglielo.

Non è niente di che alla fine.

Solo che devo dirglielo.

Prendeva coraggio il gemello per fare ciò che andava fatto.

Alla fine arrivò alla porta che aveva varcato più volte in quel mese e mezzo che in tutta la sua vita ad Hogwarts.

La aprì e si trovò davanti una scena surreale.

Hermione, in divisa, seduta sul suo letto che...

Studiava.

Incredibile finalmente la dimettono dall'infermeria e lei che fa?
Studia.

Pensò il gemello avvinandosi lentamente alla sua ignara vittima e prendendole all'improvvido il libro dalle mani in modo che le venisse un colpo.

“Tu non sei normale sai?”
La guardò in attesa della risposta al suo commento.

“Che strano stavo per dirti la stessa cosa, Freddie”

Le sorrise, posò il libro accanto a lei e si sedette sul letto di fronte al suo.

La cosa andava fatta.

E l'avrebbe fatta ora.

“Hermione prima che andiamo alla torre... Io avrei una cosa da dirti”
Lei lo guardò con un misto di sorpresa e curiosità facendogli segno di parlare.

Ci siamo.

O la va o la spacca.

Pensò questo Fred e poi fece ciò faceva e avrebbe sempre fatto nella vita.

Si buttò.

“Io sono stato ingiusto con te. Ti ho obbligato a diventare la mia ragazza con un ricatto. Ora voglio farmi perdonare per questo”
L'aveva detto.

L'aveva veramente detto.

Ma non era finita.

“Se fossi un bravo ragazzo a questo punto ti direi che sei libera di lasciarmi ma non lo sono quindi vorrei proporti un patto”

Lei alzò un sopracciglio e gli fece segno di continuare.

“Avrò un mese di tempo per farti innamorare di me e se non ci riuscirò ci lasceremo ok?”

Se solo Fred fosse stato capace di leggere la mente.

Se lo fosse stato avrebbe potuto vedere che Hermione si stava trattenendo a stento dal ridere.

E che aveva subito la sua influenza più di quanto lei stessa pensava.

Al punto da accettare un patto completamente inutile.

Perché Fred aveva già vinto in partenza.

“Ci sto Freddie”

Il ragazzo sentì il suo cuore alleggerirsi.

Aveva un mese per conquistarla.

Un mese.

Si, ce la poteva fare.

“Che ne dici potremmo sancire il nostro accordo con un bacio?”
Hermione sembrò rifletterci per un secondo e poi iniziò ad avvicinarsi lentamente al rosso che sorpreso chiuse gli occhi in attesa.

Ma quando era ormai a pochi centimetri di distanza dalla bocca dell'altro la ragazza si fermò.

“Ora ti stai allargando troppo. Freddie”

Fred aprì di scatto gli occhi e le sorrise.

Gli piaceva la Hermione seria e diligente.

Ma questa sua versione pestifera lo faceva letteralmente impazzire.

“Va bene Granger, se proprio non vuoi tanto vale avviarci verso la torre no?”

Lei fece segno di sì e prendendo le sue cose si avviò verso la porta.

“No no, non ho ancora specificato come ci avvieremo”

Hermione si girò verso di lui e vide che aveva fatto apparire una benda.

“Vuoi bendarmi?”
Lui fece segno di si con la testa e lei rassegnata alle follie del ragazzo si avviò verso di lui e si lasciò bendare.

Alla fine, forse per l'abilità di Fred come navigatore o molto più probabilmente per un incredibile botta di fortuna, Hermione riuscì ad arrivare del tutto incolume fino ritratto della Signora Grassa.

Così che Fred pronunciò la parola d'ordine e loro entrarono.

“Ora mi togli la benda o preferisci che diventi parte del mio abbigliamento in modo permanente?”
Il ragazzo non riuscì a trattenersi dal fare un mezzo sorriso.

Oh si, la nuova versione di Hermione gli piaceva.

E gli piaceva molto.

“Per quanto ti doni molto, no penso che te la toglierò”

Detto questo fece sparire la benda.

“Sorpresa!”
Non appena riuscì a mettere a fuoco la scena Hermione vide che tutti i suoi amici erano riuniti nella Sala Comune, erano stati appesi ovunque striscioni di bentornato e per l'occasione era stato preparato un enorme buffet con Burrobirra, torte, snack e moltissime altre cose.

Harry e Ginny le si avvicinarono sorridenti e lei li strinse in un abbraccio.

I suoi amici alla fine non l'avevano dimenticata.

La festa fu bellissima.

Hermione ballò con Fred per quasi tutto il tempo tranne un ballo o due che fece con Harry.

Entrambi i ragazzi seppur in modi diversi la stringevano a se ogni volta che potevano ancora increduli che fosse veramente tornata.

Ma Hermione non riusciva ad essere felice quanto loro.

Perché non riusciva a fare a meno di notare che mancava ancora una persona.

Una persona che non si era fatta vedere nemmeno una volta da quando lei si era svegliata.

Una persona di cui aveva sentito la mancanza.

Una persona a cui lei voleva molto bene.

Una persona di nome Ron.

Hermione prese in disparte Harry e con un solo sguardo gli fece capire qual'era la sua domanda.

E lui confessò.

Confessò che dopo quello che le era successo Ron era caduto in preda alla disperazione e al rimorso.

Confessò che in quelle settimane l'aveva visto diventare l'ombra di se stesso.

Confessò che quando aveva saputo del suo risveglio era sembrato illuminarsi per poi spegnersi di nuovo al pensiero che lei non l'avrebbe più voluto vedere per quello che aveva fatto.

E confessò che proprio in quel momento lui si trovava nel dormitorio.

Non appena sentì quelle parole Hermione iniziò a dirigersi verso il dormitorio maschile.

Salì in fretta i gradini e si ritrovò davanti alla porta della stanza di Harry, Seamus, Neville, Dean e Ron.

Non si preoccupò degli altri.

Sapeva che erano alla festa.

L'unico che si trovava lì era il rosso.

Aprì la porta e la scena che si trovò davanti fu terribile.

Ron sembrava essere invecchiato di cent'anni in meno di due mesi.

Aveva pesanti occhiaie scure, era pallido come un fantasma e aveva un aria così debole e malata che non l'avrebbe sorpresa se fosse svenuto da un momento all'altro.

Quando la vide sembrò però che gli tornasse un po' di vita.

“Hermione mi dispiace tan...”

Lei non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase che già lo stava abbracciando.

“Non serve stupido. Io ti avevo già perdonato prima ancora che l'incantesimo mi colpisse”
Sentendo quelle parole Ron si sciolse.

E calde lacrime iniziarono a bagnarli le guance.

Lei lo aveva perdonato.

Nonostante quello che le aveva fatto lei l'aveva perdonato.

Si staccarono e Hermione gli asciugò le lacrime con la mano.

“Ora che ne dici di andare alla festa?”

Ron fece segno di si con la testa.

Non gli importava più se l'amasse o no.

Non gli importava se lei stava con suo fratello.

In quel momento l'unica cosa importante era essere lì.

Insieme.

Il resto poteva aspettare la fine della festa.

E così i due scesero le scale e si unirò alla festa.

Ballarono e risero per ore.

E quando ormai la festa volgeva al termine Hermione andò da Fred e gli prese la mano.

“Sei troppo buona Granger”

Sorridendo gli appoggiò la testa sulla spalla.

“Mai quanto te Weasley”


Angolo Autrice
Ecco un altro capitolo che spero vi piaccia.

Come sempre grazie per la lettura.
E grazie per aver recensito a: alessandra_andreotti, _LenadAvena_, Mordente98, slyterinalways, Fremiona_Tirivispi, sily90 e real_love.
Ogni volta che leggo le vostre recensioni e i vostri commenti mi sento fiera del mio lavoro e mi viene voglia di continuare.
Spero di leggerne ancora.
Vi lascio un  capitolo un po' più lungo del solito perché ora mancherò per due settimane visto che vado in Inghilterra.
Non odiatemi.
Black Spirit
PS. Le nuove rencensioni sono sempre gradite ricordatelo
.

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Capitolo 7
*** Congratulazioni e figli maschi ***


Ormai era già passato un mese, un magnifico mese certo ma era pur sempre finito ed adesso non restava che attendere il verdetto della Grifondoro, ed ovviamente Fred era teso come una corda di violino mentre la aspettava nella sala comune. Eppure non credeva che avrebbe potuto fare di più rispetto a ciò che aveva fatto.
“Dannazione le ho provate tutte! Ho persino messo in pausa gli scherzi! E a lei è piaciuto perché era sempre così felice e sorrideva e mi baciava! Sì, mi baciava quindi non può dirmi di no! A meno che non sia tutto un suo scherzo… Non sarebbe così cattiva…”
In poche parole il nostro gemello stava diventando matto cercando di capire cosa sarebbe successo di lì a poco.
E poi eccoli, dei passi che scendono le scale, non si gira, non vuole sembrare smanioso nonostante l’ansia lo stia consumando.
“Fred”
Eccola, è lei e lo sta chiamando. Ora non può più rimandare, deve girarsi e lo fa. Molto lentamente, terrorizzato da quello che l’espressione di lei potrebbe dirgli o peggio non dirgli.
Ma lei sorride, è tranquilla e gli sorride e Fred sente mezzo macigno cadergli dal cuore, solo mezzo però, in fin dei conti lei non ha ancora parlato.
“Sei sollevata perché il mese è finito oppure mi vuoi dare una buona notizia?”
Lei continua a sorridere e si avvicina a lui.
“Dipende, quale sarebbe per te la buona notizia?”
L’ho fatta diventare sadica temo…
“Lo sai quale sarebbe.”
Lei si siede sul bracciolo della poltrona dove è seduto a lui, non smette di sorridere. Sembra quasi un gatto che gioca col topo.
“Ma voglio sentirtelo dire.”
L’ho fatta davvero diventare sadica. E anche tanto.
“Se tu mi dicessi che ti sei innamorata di me, che vuoi stare con me e che quindi sarai la mia ragazza… Beh quella sarebbe una buona notizia.”
L’ha detto, certo tutto di un fiato, praticamente senza respirare e guardando in un punto imprecisato della stanza ma l’ha detto. Ed ora si gira un’altra volta verso di lei a rallentatore, chiedendosi che espressione possa avere e….
E lei sta ancora sorridendo.
“Granger, io ti amo tanto, ma se non la smetti di sorridere in quel modo potrei avere un esaurimento nervoso.”
A quel punto lei sgrana gli occhi e dopo pochi secondi lui comprende il peso delle proprie parole.
“Non ho detto quello che penso di aver detto, vero?”
Lei è ancora spiazzata ma riesce a trovare la voce per rispondere.
“Si, l’hai detto.”
Il primo istinto del ragazzo è quello di sbattere la testa contro il muro ed invece decide di dar ancora una volta fiato alla bocca.
“Perfetto, direi che mi sono reso ridicolo fino al limite dell’impossibile questo mese. Ah per la cronaca, i libri che ti ho portato non li ho presi a caso. So che sono i tuoi preferiti e anche se non ti ho risposto quando me l’hai chiesto non li ho rubati, li ho pagati. I dolci non li ho nemmeno rubati dalla cucina, ho chiesto esplicitamente di farli perché sapevo fossero i tuoi preferiti. Io so quali sono i tuoi libri preferiti, so quali sono i tuoi cibi preferiti, so anche che ti piace la pioggia e so persino che anche se non lo ammetterai mai tu adori aiutare Harry e Ron con lo studio. Penso che ti faccia sentire utile, il che è una follia perché tu non sei solo utile, sei necessaria Hermione. O almeno lo sei per me ed è per questo che so tutte queste cose perché anche se può non sembrare io ti osservo da anni, non in modo inquietante, cercavo solo di capirti almeno un po’. Questo perché non ho mai conosciuto una come te Hermione…”
Lei era rimasta completa spiazzata da quelle parole, da quei sentimenti così profondi.
“Mi hai chiamato Hermione, non lo fai mai…”
Lui si mise a ridere senza sapere cosa avrebbe dovuto rispondere, anzi sapendolo ma non volendo farsi più male di quanto se n’era già fatto.
“Ti chiamo sempre Granger perché penso che il tuo nome sia troppo bello per sciuparlo…”
Era girato di spalle, in quel discorso forsennato si era alzato e si era messo a camminare per la stanza senza avere la forza di volontà necessaria per stare fermo. Quindi non la vide avvicinarsi a lui, non si accorse della sua espressione così dolce, tipica di una ragazza innamorata.
Sentì solo una mano che lo tirava e lo forzava a girarsi e poi un bacio completamente inaspettato ma talmente dolce e amorevole da farlo sciogliere. Alla fine si staccarono, lentamente ed entrambi sorridenti.
“Questo significa quello che penso?”
Il rosso non poteva non chiedere, aspettava ancora una risposta.
“Significa che questo mese non serviva nemmeno. Io sono innamorata di te da tempo… Sei stato tu a farmi svegliare, ho sentito la tua voce. Io ti amo”
A quel punto sembrò quasi di assistere ad un’implosione, Fred collassò su sé stesso o più precisamente sulla sedia più vicina.
“Tu… Tu mi amavi già da prima”
Cominciò a dirlo sussurrando e poi alzò sempre di più la voce, finché non stava urlando. Ed Hermione che prima era preoccupata per quel suo mezzo svenimento adesso rideva, felice della sua felicità.
Certo un ragazzo che urla nella Sala Comune, ad un passo dai dormitori corre il rischio di svegliare qualcuno e così fu.
Il primo a scendere fu Ron che guardando il fratello che rideva con la sua ragazza, pensò che fosse un momento e decise di risalire informando gli altri che era tutto normale e che alla fine avrebbero smesso.
Il secondo fu George che normalità o no voleva dormire e a cui non interessava minimamente dell’intimità del fratello visto che poi fra i due non ce ne fosse poi molta.
“Per le mutande di Merlino mi spieghi che cosa hai da urlare così?”
Condividevano pure la biancheria, altro che intimità.
“Lei è la mia ragazza!”
A quel punto capì che il fratello era completamente andato e che non c’era più molto da fare.
“O ma davvero? E dimmi questo l’hai realizzato solo adesso dopo quasi tre mesi? Fratello, non sapevo di averti fatto cascare dalla culla da piccoli!”
Fred a quel punto non riusciva a smettere di ridere ma prese un attimo di fiato per spiegare qualcosa in più al gemello.
“No, non hai capito! Hermione mi ama, mi ha appena detto che mi ama!”
Esasperato George iniziò a tornare a letto.
“Congratulazioni, tante care cose, figli maschi e tutto, ma ora abbassate il volume e lasciateci dormire!”
Non che non fosse felice per il gemello o altro, ma dannazione era notte fonda!
Intanto i due piccioncini restavano sotto a stringersi e baciarsi.
“Prima o poi gli racconteremo tutta la storia?”
Fred ci pensò un attimo e poi rispose.
“No, direi proprio di no.”


Ebbene si, dopo tutto questo tempo sono tornata e con me anche questa storia.
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lasciato una recensione e spero che ne lascerete molte altre.
Dopo tutto questo tempo io sono cambiata e anche la mia scrittura è cambiata (spero in meglio) ma ho fatto il possibile per mantenere invariata la storia e continuarla come si dovrebbe, spero vi piaccia.
Black Spirit

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