Qualche italiano in più non guasta mai!

di DJ_AmuStar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo Meeting ***
Capitolo 2: *** Fra nuove e vecchie conoscenze ***
Capitolo 3: *** In partenza! ***
Capitolo 4: *** Parigi ***
Capitolo 5: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Il primo Meeting ***


Cap 1: ​Il Primo Meeting


Era una splendida domenica soleggiata.
Di solito la domenica, ci si aspetta di rimanere tranquilli a dormire... voi fareste così, giusto? Invece no! Sardegna fu svegliata improvvisamente dal suo telefono, che squillava in maniera violenta come sempre, e, con il suo solito cammino da zombie di prima mattina, andò a rispondere.

“ Uuuugh...pronto? “
“ Ciao (c)hugina! Son’ io ! Indovina un po' i’cche m’ha detto Feliciano! “ - rispose una voce allegra e tutt'altro che stanca.
“ Oh, Toscana sei tu...che ti ha detto Fradeddu? “
“ M’ha detto che siamo invitate a i’ Meeting mondiale!! Ti rendi (c)honto?! “
 “ DAVVERO?! Non ci credo! Quand'è? “
Sardegna si svegliò tutto a un tratto al sentire di quella notizia.
“ I’ l’è domani, a mezzogiorno! Se tu vòi ti passo a prendé io più tardi, i’ meeting si terrà a Venezia.  Feliciano c’ha già prenotato un viaggio in nave! Allora? “
 “ Allora?! Direi che è perfetto! Mi preparo, fozzu colazione e i bagagli, e soggu subito fuori ad aspettarti!“
“ D'accordo, allora a dopo! “

Le due ragazze non persero tempo un attimo.
Toscana aveva già fatto i bagagli, e con l'aereo partì verso Sardegna per portare sua cugina al porto diretto a Venezia.
Sardegna si fece una doccia fredda, si vestì e fece colazione con latte e biscotti al riso, dopodichè mise in una valigia tutto quello che le sarebbe servito e si guardò allo specchio per vedere se c’era niente fuori posto. I capelli marroni scuro le ricadevano lisci, ma con qualche stizza ribelle, fin poco più sotto delle spalle. La frangetta le ricadeva sul lato sinistro del volto e copriva il sopracciglio, facendo rimanere scoperto l’occhio sinistro. Pure il ciuffetto arricciato, tipico della sua famiglia, le stava perfettamente rivolto verso destra esattamente come quello di suo fratello maggiore Romano. Sì, poteva affrontare con dignità il suo primo meeting.
Dopo quest’ultimo controllo scese in cortile e aspettò fuori dalla porta sua cugina Toscana.
Entrambe non erano mai state ad un Meeting, ed erano ansiose di conoscere altre nazioni.
Dopo un po’ l’energica Toscana arrivò a prendere sua cugina.
Era una ragazza formosa e alta quasi quanto suo cugino Veneziano, a differenza purtroppo di Sardegna, la quale era alta solo 1.69 cm ed era una ragazza piuttosto minuta. Toscana aveva come sua cugina i capelli lisci e poco più sotto delle spalle per quanto riguardava la lunghezza, ma al contrario di Sardegna i suoi erano castani e li teneva perfettamente in ordine con una specie di foulard di cotone, a righe bianche e verdi chiaro e aveva il ciuffo tipico di famiglia che le partiva dalla frangetta, anch’essa tenuta in ordine grazie al foulard, ed era rivolto verso sinistra. Proprio come il ciuffo di suo cugino Feliciano.
Finalmente, dopo un lungo e noioso viaggio in nave, le due cugine arrivarono alla bella città del Nord Italia: Venezia.
 Dovettero prendere un traghetto per arrivare al luogo del Meeting  e così  ebbero modo di guardarsi intorno.
La gente sorrideva sempre, si sentiva musica ovunque e la città era in uno stato di allegria perenne. 
Scese dal traghetto alla fermata, oltrepassarono la porta del grande edificio in cui si sarebbe svolta la conferenza.
L'interno era spettacolare ed estremamente curato. Le pareti, il pavimento e il soffitto erano di un leggero color avorio, punteggiati di diversi quadri raffiguranti scene di lavoro o di caccia; i mobili sembravano antichi, e le poltrone e i divani erano di un tessuto rosso scarlatto.
Le due ragazze rimasero molto impressionate dall'immensità del luogo, ed erano talmente concentrate  nell’osservare ogni particolare di quel posto a loro così nuovo, che non fecero caso alle altre nazioni che le guardavano curiosi; fino a quando non le accolse Feliciano, alias Nord Italia, cugino di Toscana e fratello maggiore di Sardegna. 

“ Ve~ Ciao ragazze! Finalmente siete arrivate!~ “ - le salutò Feliciano con un bel sorriso stampato sulla faccia.
Le due italiane distolsero lo sguardo dalle pareti, notarono il ragazzo, sorrisero e lo salutarono anche loro.
“ Fradeddu, soggu così felice di vederti!~” - Esclamò Sardegna, gettandosi al collo del fratello.
“ OH CHE C'E' SPAZIO ANCHE PE’ ME! “ - urlò Toscana, e anche lei corse ad abbracciare suo cugino.

Stettero tutti e tre così per qualche secondo, poi Feliciano disse ad alta voce, probabilmente cercando di attirare l'attenzione di tutti…
 “ Ed ecco mia cugina Toscana, e la mia sorellina minore Sardegna! “.
Toscana sorrise con il suo solito fare allegro, mentre Sardegna rivolse un timido saluto alle altre nazioni.
“ Ah, comunque, questo Meeting non è su questioni politiche, l'ho organizzato io insieme a Germania per incontrarci e fare quattro chiacchiere, e sono venuti tutti! Anche Australia e Nuova Zelanda! “ - disse piano Feliciano alla sorellina e alla cugina.
 “ Bhè, allora n’ approfitteremo pe’ fa’ amicizia! “ - intervenne Toscana.
 
 Le due italiane fecero un giro per il salone e trovarono tre ragazzi che chiacchieravano.
Riconobbero due di loro. Il primo era Francia, un ragazzo dotato di fascino, ma che comunque tende ad abusarne e si crede più bello e affascinante di chiunque altro. Ha dei capelli lunghi e biondi che gli arrivano alle spalle, e degli occhi blu mare. Il secondo era Spagna, un ragazzo gentile e allegro, il quale allevò con amore Romano e Sardegna quando erano ancora piccoli. Ha i capelli castani, un bel paio di occhi verde prato ed è molto abbronzato.
Il terzo ragazzo sembrava strano; i suoi capelli erano corti e biondo cenere e i suoi occhi rossi.
Spagna riconobbe le due ragazze e andò a salutarle e ( sfortunatamente ) Francia fece lo stesso, seguito dall'altro ragazzo.
 
Chicas! Sono felicissimo di vedervi! Còmo estas? “- fece Spagna, venendo incontro a Toscana e Sardegna.
“ Bene, bene, Spagna! E tu? “
Muy bien, gracias! “ . 
Bonjour, filles. Come stanno le italiane sexy? “-  le salutò Francia.
“ Francia, la vòi PIANTà di salutacci in que’ modo? “ - ribatté Toscana, scocciata.
“ Oh, lasciate che vi presenti Prussia. “
 E così il nome del ragazzo era stato finalmente svelato. Era la Prussia, ecco perché non si faceva quasi mai vedere in giro!
“ Piacere di fare la vostra conoscenza! Avete avuto die auszeichnung (l’onore) di conoscere il FANTASTICO PRUSSIA! “

.:Angolo delle autrici:.
DJ_AmuStar: Salve ragazzi!! Sappiamo che il capitolo è un pò corto ma purtroppo è venuto fuori così eheh ^-^'' Comunque come avete potuto notare, Toscana ha una parlata...un pò particolare xD

Biancaluna12: Infatti dovete sapere che Toscana parla con la cadenza del dialetto fiorentino! O forse lo parla proprio xD. Dato che non sono toscana dei suoi dialoghi se ne occupa DJ...^-^''

DJ_AmuStar: Dato che sono toscana potete stare tranquilli che quelli che normalmente sarebbero errori...bhè in realtà non lo sono in fiorentino ahah! Quindi ho scritto esattamente come parla ;). Accanto a termini in lingua o in dialetto che non sono facili da capire vi metteremo una traduzione (come ho fatto per Prussia).

Biancaluna12: Per il prossimo capitolo non possiamo ancora anticiparvi niente ma faremo del nostro meglio ^-^. Comunque se siete curiosi di scoprire qualcosa di più su Toscana e Sardegna nel frattempo andate a visitare le nostre "pagine" di Deviantart ;). Sardegna e Sicilia (che vedrete nel disegno sottostante fatto da DJ_AmuStar, insieme a Toscana) sono le mie FC ^-^.

DJ_AmuStar: Mentre Toscana, che si trova al centro del mio disegno, è un mio FC ^-^. Speriamo che il primo chappy vi sia piaciuto!! Lasciate un commento xD!!

PS 
Qua sotto oltre al disegno lasceremo i nostri link di Deviantart ;D.

DjAmuStar: 
http://djamustar.deviantart.com/

MrsCute-chan:  http://mrscute-chan.deviantart.com/




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Capitolo 2
*** Fra nuove e vecchie conoscenze ***


Cap 2 : Fra nuove e vecchie conoscenze


Sardegna salutò Prussia a modo suo, vale a dire con un timido sorriso da primo impatto.
Toscana invece lo guardava negli occhi, come incantata.  Fu molto colpita dal colore, un bel miscuglio di viola scuro e rosso, secondo lei perfetta.
- Voi siete...?  - chiese Prussia.
- I’ mi’ nome l’è Toscana! Ma i’ mi’ amici e parenti mi chiamano Sara Vargas! - disse velocemente la ragazza, sorridendo.
- Io sono Sardegna, ma chiamatemi pure Francesca se volete! - si presentò subito dopo, anche lei con un bel sorriso sulle labbra. 
Il prussiano fu molto colpito nel vedere due regioni italiane ad un Meeting, ma non lo disse apertamente. 
- Alors...vi ha invitato Italia, hein?  - disse Francia, col suo solito tono sensuale.
- Eya! Semmu stade molto felici di riuscire a venire! Per fortuna il mio fradeddu aveva prenotato un viaggio in nave per due! - rispose Sardegna con fare entusiasta.
- E tu, Toscan? Hai qualcosa da raccontarmi? - domandò il francese avvicinandosi alla castana con sorriso malizioso.
 - Un t’ho nulla da di’ Francia, un inizià con le tu storie, eh ti conosco bene! - gli rinfacciò Toscana guardandolo male, prima ancora che il biondo potesse aggiungere qualcosa.
- Su su, non iniziate voi due…- fece rassegnato Spagna, sapendo bene che Francia avrebbe iniziato a provarci con Toscana e quest’ultima lo avrebbe continuato a minacciare di smetterla fino ad arrivare alle mani.
- Da quant’è che vi conoscete? Es schein (sembra) che vi conosciate da molto tempo. Und noch (eppure), nonostante sia vostro amico da tantissimo tempo, Toscana e Sardegna non le ho mai conosciute. - fece Prussia ai suoi più grandi amici,  vedendo la confidenza con cui parlavano questi ultimi con le ragazze appena arrivate.
- Vedi la mia pequeña Sardegna è vissuta a casa mia per tantissimo tiempo. Verdad?- fece abbracciando la sarda coccolandola.
- Già, ahah.- rispose la ragazza arrossendo leggermente a causa della coccola improvvisa da parte del suo Ex-Boss.
- Mentre Toscan est nostra amica d’infanzia. Nonostante fosse più piccola di noi era un’ottima alleata. Inoltre è diventata una trés belle fille ohnohnohnohn ~ - disse il biondo tentando di abbracciare Toscana ma con scarso risultato, dato che quest’ultima gli tirò un pizzicotto sulla guancia fermandolo.
- A proposito mi chiedevo …porquè hai deciso di diventare alleata di Francia?! - esordì lasciandosi scappare una lacrimuccia lo spagnolo, ricordandosi di come Toscana era passata dall’essere sua alleata, a diventare quella del francese durante il ‘500.
- Questioni politi(c)he. - rispose semplicemente la ragazza.
- Auf jeden Fall (comunque), io vorrei conoscervi meglio! - disse Prussia, alzandosi dalla poltrona su cui si era seduto poco prima, rivolgendosi alle due ragazze. - Zum Beispiel (ad esempio), che vi piace fare nel vostro Freizeit (tempo libero)? -
- Vediamo...mi piace ballà e ascoltà la musi(c)ha moderna, preferibilmente Rock o Pop. Anche cantalla! Oppure disegnare e passà i' tempo coi mi' cugini! - rispose Toscana, che stava cominciando subito a prendere simpatia per il prussiano.
- Wirklich?! Anche a me piace la musica Rock! -
- E tu, Cerdeña? - chiese Spagna alla regione in questione. Ma Sardegna era già nel suo mondo.
- Eya, eya, Filomena, lo so che ieri dovevo raccogliere le magaridde, ma non ho potuto! Le raccoglierò quando posso, te lo giuro! -
La sarda era intenta a parlare con una yana, una delle fate che vede in continuazione e che abitano la sua terra. Anche Toscana riesce a vederle, visto che la sua terra è popolata da fate, folletti ed ogni genere di creatura magica, quindi a volte riporta la cugina nel mondo reale per evitarle brutte figure.
- (C)hugina? Oh. Fra. FRA! - urlò Toscana, per farsi sentire dalla ragazza di fianco a lei. - Lo so che tu devi aiutà le yanas pe’ la festa della primavera, ma un pòi fà una pausa? - continuò sottovoce all’orecchio di Francesca, mentre i Bad Touch Trio le guardavano chiedendosi perché si comportassero in maniera così strana.
-  Non lo so…c'é talmente tanto da fare! E poi..- la ragazza venne interrotta dalla yana che le sussurrò qualcosa all'orecchio e poi volò via dalla finestra.
- Ciao, Filomena! -  disse Sardegna agitando il braccio verso la direzione in cui si era diretta la fata.
- Vede le yanas...da lei son delle fat(h)e o delle streghe, dipende se son bòne o cattive. A volte cerco di sveglialla da i’ mondo de’ sogni, ma con scarsi successi! Ste’ benedette fa(t)he son dappertutto! - si scusò Toscana.
Tutti guardarono la castana, non sapendo bene come comportarsi, ma il prussiano ruppe il silenzio.
- Tranquilla, è tutto a posto! Se è un po' absonderliche (strana), non vuol dire che non sia sympatische! Questo vale per tutti! Tutti possono essere FANTASTISCHE, und du sei sulla buona strada, direi kesesesese! - disse Prussia mettendo la sua mano sulla spalla di Toscana.
Un brivido percorse la schiena della ragazza; era come se quel tocco le avesse provocato una scossa di elettricità lungo tutta la spina dorsale, ma decise che era stata solo pura coincidenza. Inoltre lei gradì molto il complimento e gli regalò un caloroso sorriso. In seguito si voltò verso sua cugina e le si avvicinò cingendole con un braccio le spalle.
 - Bhè, direi che pe’ Sardegna l’è giunto i’ momento delle presentazioni con i’ nostro caro Inghilterra! Quindi ci si ribecca a giro! - fece allegramente rivolgendosi alle tre nazioni e iniziandosi ad allontanare.
- A dopo! - fecero i tre in coro.
- Inghilterra? Me ne hai parlato tantissimo! Dici che le vede, le yanas? - chiese Sardegna entusiasta.
 - Fidat(h)i che le vede! Adesso però andiamo a cercallo! -
 Per un po' tutto quello che le altre nazioni videro fu questo: Sardegna e Toscana che correvano su e giù per il palazzo in cerca di Inghilterra.
Toscana era convintissima che la sua cuginetta e il suo migliore amico dovevano assolutamente conoscersi. Lei aveva conosciuto Inghilterra e suo fratello Scozia durante la seconda guerra mondiale, quando i due britannici l’avevano salvata dalla situazione critica in cui si trovava a causa di Germania. Da quel momento gli è sempre stata riconoscente ed ha stretto una forte amicizia con i due, soprattutto con Inghilterra, il quale è diventato il suo migliore amico.
- Toscana, sei sicura che siano venuti? Non è che hanno usato un incantesimo di invisibilità e ora sono nascosti? - chiese Sardegna, trascinata per il polso da sua cugina.
- Te l'ho detto, eh son qui! Dobbiamo soltanto cercalli! - rispose Toscana prontamente.
 Il palazzo era enorme e i fratelli britannici continuavano a non farsi vedere. A quel punto Toscana cominciò seriamente a prendere in considerazione l'ipotesi di Sardegna, ma comunque non si arrese e continuò a cercarli insieme a sua cugina.
- Basta, non ce la fozzu più! -  fece Sardegna dopo un po'. - Sono 40 minuti che corriamo su e giù per le scale! - continuò, sedendosi sugli scalini.
Toscana fece per dire qualcosa, ma sentì delle voci familiari; si girò e finalmente lo vide. L'Inghilterra è un ragazzo magro e non altissimo, ma con il suo carattere si fa rispettare. E' un tipo sensibile, ma la sua acidità e il suo senso di critica lo mascherano. Giappone lo avrebbe definito uno Tsundere.
 I suoi capelli sono corti e biondi, i suoi occhi verdi e sovrastati da un paio di folte sopracciglia. Ma non era solo. Parlava con un altro ragazzo molto più alto e robusto di lui, dai capelli rossissimi e gli occhi verdi acceso.
 Improvvisamente il viso di Toscana divenne tutto rosso e un'espressione stranita si dipinse sul suo volto. Lo aveva riconosciuto. Sardegna si accorse che la cugina aveva un'aria diversa dal solito.
- Ehi, Toscana? Ti intendi bè? Perché quella facc..-
- (C)hugina, dimmi! Sono a posto i mi’ (c)hapelli, un ho nulla fòri posto, vero? -  fece Toscana, prima che Sardegna potesse finire la frase.
- Stai bene, tranquilla, ma perché mi fai questa domanda? -
 - Davvero? Si(c)hura? - chiese la toscana, alquanto agitata.  - Vedi, io... -
-  Ehi, Sara! Long time no see! -
Toscana rabbrividì al suono di quella voce, profonda e in un certo qual modo sensuale. Il ragazzo dai capelli rossi le si avvicinò sorridendo, seguito da Inghilterra. Lei prese per il polso la cugina sarda e la trascinò, sempre un po' nervosa, dai due ragazzi. Quando si trovò di fronte ai due, Toscana perse completamente l'insicurezza, tornando quella di sempre.
- Scozia, Inghilterra! Son felicissima di vedevvi! -  disse abbracciando prima l'uno e poi l'altro con entusiasmo, saltandogli praticamente al collo.
- Ti ho già detto almeno cento volte di chiamarmi per nome! - scherzò Scozia. - How ya doin’? - 
- Oh, alla (g)rande! E voi, (c)home ve la passa(t)he? -
-  Magnificamente! - rispose stavolta Inghilterra. I tre furono felicissimi di rivedersi dopo tanto tempo tutti insieme.
 - So Sara...chi sarebbe la ragazzina? - chiese Scozia, indicando Sardegna, che  intanto non molto distante, camminava avanti e indietro osservando i quadri veneziani e canticchiando, aspettando che venisse presentata da Toscana.
- (C)hugina, vien’ qua! - la chiamò Toscana, la quale non vedeva l’ora di presentarla ai suoi carissimi amici. La ragazza si avvicinò saltellando.
- Lei è la mi’ (c)hugina Sardegna! Sardegna, ti presento Scozia e Inghilterra; Scozia e Inghilterra, vi presento Sardegna! -
Sardegna sorrise e agitò la mano in un saluto.
- Ho...ho sentito molto parlare di te. - disse Inghilterra.
- Oh, anche io molto di lei, signor… ehm...signor…-
Inghilterra rise. - Non c'è bisogno di darmi del lei! Call me Inghilterra. -
L'inglese provò un certo senso di tenerezza per la ragazza. Nessuna delle Nazioni gli aveva mai dato del lei.
- Ah, ehm…d'accordo! - disse Sardegna rivolgendogli un caldo sorriso.
-  Comunque! Ci tenevo a presentavvi  la mi’ (c)hugina Sardegna perché anche lei, come noi, vede le fa(t)he e fa incantesimi! -
I due fratelli britannici sgranarono gli occhi alle parole dell’amica.
- Non siamo gli unici! - esclamò Scozia.
 E così i quattro iniziarono a parlare vivacemente di creature immaginarie.
- Cosa sono le yanas? - chiese Inghilterra.
-  Le fate che abitano nella mia isola! Possono essere streghe, se sono cattive, e fate se sono buone! Aiutano l'uomo a comprendere la conoscenza dell'ignoto. E…- Sardegna si fermò.
-  Che succede? - chiese l'inglese.
- E' adorabile! - Fu quello che rispose la ragazza sarda, guardando in alto.
- Oh, dici Mint Bunny?-  chiese l'inglese.
- “Mint Bunny” ? Seriously? - chiese Scozia sarcastico.
L'animaletto era un coniglio color menta con le ali, che Inghilterra chiamava amorevolmente, appunto, Mint Bunny.
- SI', hai qualcosa in contrario?! - rispose irritato l'inglese, per il tono del fratello.
-  Lo trovo tenerissimo! - continuò Sardegna, prendendo il coniglietto fra le braccia e iniziando a coccolarlo. L'inglese distolse lo sguardo dal fratello maggiore e guardò Sardegna.
- Really? -
- Ma certo! -  fece sorridendo.
Il ragazzo biondo sorrise. Quella ragazza incominciava a piacergli. 
- Hey, England! -
La voce di un ragazzo chiamò il nome dell'inglese. Era la voce di America, un tipo alto e robusto, con i  capelli biondo scuro e gli occhi turchesi. Un ragazzo energico, non c'è che dire. Infatti adora organizzare e partecipare alle feste e si autodefinisce un eroe.
America era seguito dal resto degli Alleati: Francia, Cina e Russia.
- Oh, hello America - gli rivolse un saluto il biondo inglese. Scozia non fece nulla, rimanendo ad osservare  la scena in silenzio.
-  Oh, ciao Ameri(c)ha! - lo salutò Toscana.
 America sorrise e ricambiò il saluto. La ragazza toscana conosceva gran parte delle nazioni, a causa della sua terra. Grazie alla sua storia e alle bellezze  artistiche per cui è famosa in tutto il mondo, durante i secoli ha conosciuto molte nazioni. E' inoltre una ragazza estroversa, allegra e burlona, per niente insicura, ed è anche grazie a questo suo carattere se è riuscita a farsi molti amici.
Sardegna, invece, essendo un'isola, è più solitaria della cugina, ma non è un'asociale. Le piace conoscere gente nuova ed è molto affettuosa e gentile con tutti. Tuttavia, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ed è una ragazza in gamba.
- (C)hugina, ti presento Ameri(c)ha, Russia e Cina! -
 La ragazza sorrise e fecero altrettanto i tre ragazzi. A dispetto del viso infantile e innocente, Russia è la più alta e possente delle nazioni. Il suo viso ed i suoi modi gentili sono in verità una maschera, poiché la sua psiche è stata segnata da una storia imbrattata di sangue. Russia è un ragazzo altissimo e molto robusto, i suoi capelli sono biondo cenere, e i suoi occhi sono viola, molto vicini al blu.  Va spesso a trovare Toscana, poiché entrambi condividono la passione per i Girasoli. Inoltre quest’ultima non è molto intimorita dal ragazzo, a meno che lui non gli proponga di diventare una cosa sola con “la grande madre Russia”.
Invece, Cina è un ragazzo dal viso dolce, un po’ bassino,  dai capelli scuri e lunghi legati in una coda bassa. Con lui Toscana ha avuto diverse discussioni, poiché molta gente del popolo di quest’ultimo ha cominciato a “invadere” le sue città, specialmente Prato. Nonostante tutto però apprezza la sua cucina.  Il gruppo iniziò a chiacchierare e fecero subito amicizia con Sardegna, ma fra una cosa e l’altra, il tempo scorse talmente veloce che la campanella di fine meeting sembrò suonare quasi subito.


.:Angolo delle Autrici:.

DJ_AmuStar: Salve ragazzi! Dopo lunga attesa ecco il secondo capitolo! :D

Biancaluna12: Il precedente capitolo ammettiamo che non è stato un granchè...^^'' però grazie ai vostri consigli abbiamo cercato di migliorarci, infatti grazie ad essi mi sono potuta impegnare a fondo nella scrittura per fare del mio meglio!

DJ_AmuStar: Mentre io ho cercato di aggiungere le cose essenziali, di fare attenzione agli errori e soprattutto di evidenziare caratteristiche che nel primo capitolo non sono state evidenziate...v.v. E' comunque probabile che qualche errore mi sia sfuggito quindi abbiate pazienza..^^''

Biancaluna12: Le descrizioni delle nazioni le abbiamo fatte al presente perchè descrivere al passato una nazione che, sostanzialmente, è ancora esistente è piuttosto strano. o.o''

DJ_AmuStar: Comunque nel prossimo capitolo ci sarà una svolta interessante nella storia...e capitolo dopo capitolo si scopriranno sempre più cose riguardo alle nostre "eroine" ;D. (scusate la ripetizione ^-^'')

Biancaluna12: Inoltre la nostra cara DJ_AmuStar ha trovato una canzone che secondo entrambe è praticamente perfetta sia come Theme song per la storia, sia come canzone per Sardegna e Toscana! >w<

One and the same - Selena Gomez and Demi Lovato (Sardegna canta le parti di Selena e Toscana quelle di Demi)


http://www.youtube.com/watch?v=lHDuBUugu2Q

Qui sopra vi mettiamo il link se la volete sentire e dirci che ne pensate ^-^

DJ_AmuStar: Bhè a questo punto alla prossima!! Commentate e diteci che ne pensate ^^.

 

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Capitolo 3
*** In partenza! ***


Cap 3: In partenza!


Sardegna e Toscana, allegre e pimpanti come sempre, tornarono nell'albergo dove alloggiavano, il quale si trovava sulla riva opposta a quella di piazza San Marco, per fare due chiacchiere tra amiche senza nessuno intorno che le potesse disturbare.
Le due cugine non si vedevano da tempo ed erano state felici di aver avuto l'opportunità di rivedersi.
Appena arrivate in hotel, salirono al piano dove si trovava la camera, la quale era non troppo distante dall’ascensore. Tutte le pareti erano rivestite con la tappezzeria tipica veneziana ed era color rosso scarlatto.
- Letto, vien’ a me! -  scherzò Toscana, aprendo la porta della stanza e buttandosi nel suo letto, il quale aveva dei bellissimi lenzuoli del medesimo colore delle pareti.
 Sardegna rise e fece lo stesso.
Le cugine si misero a parlare della giornata trascorsa; per Sardegna fu interessante conoscere altre nazioni e fare amicizia e per Toscana fu una grande gioia rivedere i suoi amici dopo tanto tempo e di aver fatto una nuova conoscenza.
Insomma, erano entusiaste del loro primo Meeting.
- Senti ti posso domandare una cosa Sara? - chiese a un certo punto la sarda con sguardo curioso. - Ma come mai Feli ha invitato solo noi di tutte le regioni, al meeting? -
- In realtà m’ha detto (c)he l’aveva (c)hiamaŧi tutti, ma Lazio e Sicilia gli hanno detto (c)he un gl’interessava partecipà e quell’altri o avevano altr’impegni o avevano de’ problemi regionali da risolvè…-
- Aaaah Capito. Certo che è un peccato, mi sarebbe piaciuto rivedere Lombardia e Emilia-Romagna! E‘ da un sacco che non ci vediamo con loro…-fece sbuffando.
- Già, c’hai proprio ragione. (C)homunque…dimm’un pò Fra...c’hai progetti pe’ le prossime settimane? - chiese la toscana alla ragazza seduta nel letto di fronte al suo.
 - No, tu? - ripose lei.
- Nemmen’ io. -  
Ci fu un po' di silenzio, il quale venne interrotto subito dalla sarda.
- Sono stata contentissima di incontrare tutte quelle nazioni potenti...mi sono sentita così piccola, Stesso!-
- Fidaŧi, eh la son tutti morto simpaŧici! Inoltre son degl’ottimi amici, chi più e chi meno. M’ è garbaŧo molto rincontrarli. Almeno mi son distratta un po’.  La sono (c)hosì stressata in questo periodo...c’avrei proprio bisogno d’ una va(c)hanza. - disse Sara, sdraiandosi a pancia in giù abbracciando il cuscino, già immaginandosi una delle sue belle spiagge dell’ Isola d’Elba.
- Già. - fece Francesca, che la pensava allo stesso modo della cugina.
Dopo qualche secondo di silenzio entrambe si guardarono negli occhi, convinte di aver pensato alla stessa idea.
- Perché non organizziamo una vacanza con i nostri amici?! - dissero all'unisono, per poi iniziare a ridere. Furono contente del lampo di genio che era venuto a entrambe.
- Allora, intanto dobbiamo decidè chi portà. -  fece Toscana fra sé e sé, mentre si portava una mano sul mento con fare pensieroso.
- Bhè, sicuramente saremo tanti, più si è più ci si diverte! Quindi che ne dici dell'Asse, gli Alleati e in più Prussia, Spagna e Romano? - continuò Sardegna.
- Sì, un c’è male! Direi (c)he vabbene!  Però, dato (c)he la saremo in diversi, le ŧappe di’ viaggio le  dovremmo decidè insieme, un ti pare? -  domandò Toscana, rimettendosi a sedere sul letto con le gambe incrociate, per guardare direttamente la cugina mentre parlava.
- Anche quello è vero...idea! Che ne dici di chiedere alle nostre fate di dare ai ragazzi un invito? Così possiamo incontrarci tutti in un punto qui a Venezia e discutere del viaggio e del mezzo di trasporto! Che te ne pare? - propose la sarda.
- Direi (c)he l’è perfetto!- esclamò a quel punto Toscana, facendo un salto di eccitazione per poi correre a prendere carta e penna per gli inviti.
La castana tirò fuori dalla sua piccola valigia un astuccio pieno di pennarelli, pennini e inchiostri di diversi colori, il quale si portava costantemente dietro, tante le volte l’ispirazione per disegnare venisse quando meno se l’aspettava. Toscana così iniziò a decorare dei semplici fogli di carta che aveva con sé, per renderli dei bellissimi inviti, per poi passarli man mano a Sardegna, la quale si mise a scriverci sopra tutte le informazioni del caso e per invitare le varie Nazioni che avevano in mente. Infatti aveva una bella calligrafia, più elegante rispetto a quella semplice di Sara.
Finito il lavoro, le ragazze chiamarono le loro amiche fate grazie ad un amuleto speciale che le avevano dato in dono. Così nel caso avessero avuto bisogno del loro aiuto, sarebbero accorse in men che non si dica.
Pochi minuti dopo, dieci graziose fatine entrarono dalla finestra. Cinque di loro, le fate amiche di Sardegna,  indossavano degli abitini ricamati di bianco che sembravano luccicare alla luce della luna, con del pizzo ai bordi. Sui capelli avevano una fascia color crema e ognuna di loro aveva un colore di capelli diverso; andavano dal nero corvino, castano scuro e castano rossiccio al color miele e biondo.
Le altre cinque, invece amiche di Toscana, erano molto diverse per modo di vestire. La prima, Flora, indossava un piccolo abitino sui toni del verde, decorato con qualche piccolo fiore arancione, che riprendevano il colore aranciato dei suoi occhi. Uno di essi le ornava persino i capelli lisci e marrone chiaro, acconciati in una specie di crocchia particolare. La seconda, Priscilla, indossava un vestitino sui toni del viola decorato con vari nastri  color lilla, come la tonalità dei suoi occhi. Uno di essi era pure attorcigliato nel groviglio di capelli ricci e mori che aveva sulla testa. La terza fatina, questa volta dagli occhi argentati, era Serenella, la quale indossava un mini abito azzurro decorato con tante  piccole sfere di cotone bianco e fra i capelli mossi e marroni aveva una passata azzurra decorata con un pezzetto di cotone.
La quarta, Fauna, aveva i capelli mossi, lunghi fino alle spalle e di un bel rosso acceso, gli occhi erano ambrati e indossava un vestito fatto con foglie di castagno, alcune delle quali indossava anche ai piedi. L’ultima fata si chiamava Serina, aveva i capelli ricci, lunghi e castani. I suoi occhi erano color verde foresta e indossava un abito fatto come quello di Fauna.
Le fatine vestite di bianco erano le yanas, fate che vivevano in Sardegna da millenni dentro delle rocce. Le yanas, però, non sono tutte buone; ci sono anche delle streghe che possono tramutarsi in serpenti o gatti e, di conseguenza, spaventare gli uomini. Queste fate sono famose per la loro abilità nel maneggiare tessuti, ceramiche e bronzo, preparano sempre ottimi dolci e ogni ben di Dio e sono sempre state delle creature dolci e gentili.
Flora, Serenella e Priscilla erano invece delle Fate di Berticagnana, che vivono in Toscana. Abitano da sempre in un antro naturale nelle vicinanze della cittadina di Altagnana e sono delle fate abilissime nel filare stoffe preziose, di una qualità che agli umani sarebbe impossibile ottenere. Solitamente sono restie a mostrarsi agli uomini, ma talvolta accettano di buon grado il contatto con persone delle quali percepiscono la cortesia e la  nobiltà d’animo.
Invece Serina e Fauna erano delle Fate di Pulica e anch’esse vivono da sempre in Toscana.  Abitano da millenni in un profondo antro nelle vicinanze del borgo medievale di Pulica. Nelle prime notti di autunno, ciascuna di loro esce dalla caverna reggendo una piccola lanterna, dirigendosi a raccogliere marroni nei castagneti della zona.
Francesca e Sara sorrisero nel vederle.
 - Ciao, Fra! - fece la piccola yana dai capelli biondi, svolazzando intorno alla ragazza, la quale rise.
- Ciao ragazze! (C)he bello vedevvi! -  fece la toscana alzandosi e andando incontro alle fatine.
- Allora, come mai ci avete chiamato? - chiese curiosa la yana dai capelli corvini.
 - Bhè...avremmo bisogno di un piccolo favore… - disse Sardegna guardando le fate.
- Abbiamo pensato a una va(c)hanza (c)hoi nostri amici, ma abbiamo bisogno (c)he voi (c)honsegnaste gl’inviti, (c)hosì da potecci trovà tutt’ insieme davanti a i’ campanile (q)hui a Venezia. Potreste fallo pe’ noi? - continuò la toscana.
 - Certo che sì! - rispose prontamente Flora sorridendo con fare allegro.
- Per noi sarà un giochetto da fatine! -  esclamò la yana dai capelli rossicci.
Sardegna e Toscana si scambiarono uno sguardo complice. Erano sicure che le loro amiche le avrebbero aiutate.
- Dateci solo una notte e domani mattina alle 11:00 in punto i vostri amici saranno davanti al campanile! - disse Fauna convinta.
- Ora riposatevi, al resto ci pensiamo noi! - intervenne con fare tranquillo e sorridendo dolcemente Priscilla.
 - Grazie! - dissero le due regioni sorridendo alle fatine.
- Ma…aspettate mi ero dimenticata che fra poco ci sarà la Festa della Primavera e vi devo ancora finire di aiutare, Stesso! - fece Sardegna entrando leggermente in ansia.
Dopotutto era dall’inizio di Marzo che le fatine le avevano chiesto di aiutarle nella preparazione della festa, che si sarebbe tenuta pochi giorni dopo. Se andava via in vacanza proprio adesso a metà Aprile, momento in cui la primavera è nel suo più bel periodo, come avrebbe fatto?
- Non ti preoccupare Francesca, ce la caveremo. E dopotutto una bella vacanza te la meriti! - le fece sorridendole comprensiva la yana dai capelli color del miele.
- Sul serio? Però…- fece la sarda dispiaciuta.
- Niente però! Una vacanza Francesca ti ci voleva quindi niente storie. Se ti diciamo che ce la caveremo, puoi fidarti di noi! - le disse decisa la yana dai capelli rossicci volandole a un centimetro dal naso.
- Sentiŧo? Tu pòi andà tranquillamente in va(c)hanza! - fece allegra Toscana mettendosi le mani sui fianchi.
- Allora grazie mille ragazze! - le ringraziò a quel punto la sarda tutta contenta.
Dopodiché le dieci fate uscirono dalla finestra con un preciso compito da svolgere.
Intanto Francesca e Sara andarono a letto, poichè dovevano essere pronte e fresche per l'indomani.
La mattina seguente un raggio di luce andò a posarsi sugli occhi addormentati di Toscana, la quale si svegliò sbattendo le palpebre più volte, leggermente indispettita da quella luce fastidiosa che le aveva disturbato il sonno. Si mise a sedere sul suo letto e ancora mezzo addormentata e sbadigliando stile ippopotamo, posò gli occhi prima su sua cugina che dormiva e poi sull'orologio...erano le 10:35.
- Mmmhh le 10:35…LE 10:35?!?!- esclamò la ragazza sgranando gli occhi rendendosi conto dell’ora che era.
Nello stesso istante scese dal letto e andò a svegliare Sardegna. Per la fretta, le cadde quasi addosso.
 - Fra, Fra, mòviti a svegliatti! C’abbiamo solo 25 minuti pe’ preparacci! (C)horaggio! - le disse con il suo solito fare molto energico, scuotendola e togliendole le coperte di dosso.
Purtroppo la sarda quando veniva svegliata bruscamente, si comportava quasi come fosse uno zombie e non riusciva a fare quasi niente. Praticamente il suo cervello elaborava tutto con una lentezza paurosa, diversamente dal solito.
Un  “ Uuugh? “ da cavernicola, fu tutto quello che rispose alla toscana.
Sara era già andata a fare una doccia e Francesca ne approfittò per cercare di svegliarsi, ma ogni musica e suono emesso dalle cuffie del suo Ipod rimbombava nella sua testa. L’unica cosa che riusciva a sentire normalmente era la voce della cugina proveniente dal bagno. Infatti era solita canticchiare mentre faceva la doccia. Faceva sempre strano alla sarda sentirla cantare, poiché era l’unico momento in cui la castana parlava normalmente senza l’intercalare del suo dialetto. 
Comunque, per quanto riguardava la sua situazione attuale, le ci voleva solo una scusa valida per riportarla alla realtà, tipo quella del meeting della mattina prima.
- Ti prego, Fra, svegliaŧi! - le disse la toscana disperatamente uscendo dalla doccia. - A Inghilterra un garbano i riŧardi! -  continuò infilandosi l'accappatoio.
Sardegna a quelle parole si svegliò dal suo mondo. Come aveva potuto pensare di fare un ritardo simile? Corse dentro la doccia, quasi urtando la cugina, si insaponò e si lavò più veloce della luce, uscì e si mise un asciugamano in testa e addosso per asciugarsi in fretta.  L'espressione di Toscana, intanto, si tramutò da scioccata a maliziosa.
Aveva trovato il punto debole di Sardegna: Inghilterra. 
Effettivamente i due la sera prima erano molto in sintonia e mentre la sarda parlava con l’inglese arrossiva sempre, pensò Toscana. Probabilmente si era presa una cotta per lui e non voleva fare brutta figura con il biondo, visto che non amava i ritardatari.
Dopo qualche minuto, dopo aver fatto colazione praticamente ingozzandosi per la fretta, le ragazze scesero le scale dell'hotel più veloci che potevano con le valigie e presero un traghetto per arrivare in piazza San Marco, per poi raggiungere il campanile...correndo, correndo e corr
endo per tutto il pontile, dalla fermata del traghetto fino alla piazza. Le due italiane stavano per perdere il fiato, quando arrivarono finalmente all'ingresso del campanile.
Fortunatamente le nazioni non erano ancora arrivate, quindi ce l'avevano fatta appena in tempo.
- Maremma…ci s’è fatta. - fece Sara fra un sospiro pesante e l’altro, causato dalla corsa sfrenata fatta pochi secondi prima.
- Meno male…- disse la sarda sedendosi sugli scalini del campanile per riprendere fiato.
 - Ehi, (c)hugina.. - fece Toscana ad un tratto, ancora col fiatone. - Ho scoperto i’ tu’ punto debole sai?- continuò con un sorrisetto malizioso.
- Il...mio punto debole? - chiese Sardegna, non capendo quello che intendeva Toscana con quelle parole.
 - Ti basti un nome: Inghilterra. -  disse Sara, mettendo le mani sui fianchi e sorridendo.
Francesca arrossì leggermente al suono di quel nome. Toscana ridacchiò per poi puntare un dito contro la cugina facendole l’occhiolino.
- Ahah! Ti c’ho preso! Ti se’ presa una (c)hotta pe’ Inghilterra!-  le disse per poi darle una pacca sulla spalla.
- Lo sai che non sono l'unica Sara, ad essere innamorata? Vogliamo parlare di un certo ragazzo dai capelli rossi? - rispose la sarda, sorridendo furba. La toscana arrossì di colpo.
- Bhè ecco…da i’cche tu l’hai (c)hapiŧo? - chiese piuttosto titubante. Quando si parlava di Scozia la ragazza perdeva completamente il suo modo di fare estroverso e sicuro.
- Diciamo che l’ho capito appena ho visto chi stava venendo verso di noi ieri sera, proprio dopo il comportamento strano che avevi nel chiedermi come stavano i tuoi capelli… - fece incrociando le braccia sorridendo maliziosamente. - Da quant’è che Scozia ti piace? - le chiese in seguito curiosa.
- Ecco…devi sapè che lui l’è i’ mi’ primo amore e…la sono innamorata di lui dalla prima vòrta (c)he m’ha sarvato durante la Se(c)honda guerra mondiale…ma lui ecco…-
- …Non lo sa. - fecero in coro.
Si guardarono e scoppiarono a ridere. A loro due capitava spesso di terminare in coro le frasi, probabilmente perché erano molto unite come cugine. Infatti l’una era praticamente la migliore amica dell’altra.
Poco distante, nel bel mezzo di piazza San Marco...
- Germaniaaa~! Dove dobbiamo incontrare Sardegna e Toscana di preciso? - chiese Feliciano a Ludwig con il suo solito modo di fare allegro e sereno.
- Te l'ho detto cento volte, gegenteil (di fronte) al campanile! -  rispose bruscamente.
Germania, un ragazzo molto muscoloso e alto, capelli biondi, corti e tirati all'indietro e  dagli occhi azzurro ghiaccio. Ha sempre avuto il carattere di un vero e proprio soldato: puntuale, sveglio e diligente, ma sotto tutta questa durezza si è sempre nascosto un cuore tenero.
Italia del Nord, Feliciano, invece è sempre stato un simpatico ragazzo che adora le donne e la pasta, allegro, ma un po' piagnucolone. I suoi capelli sono castani e gli occhi , grandi ed espressivi, sono del medesimo colore ma con riflessi color miele. Dietro di loro, tutta la cricca degli invitati chiacchierava, curiosa di sapere di più riguardo a ciò che le due regioni italiane avevano avuto in mente, mentre si dirigeva al campanile per incontrare le due ragazze in questione.  Tutti quella mattina, quando ritrovarono quell’invito da parte loro sul comodino, rimasero piuttosto sorpresi. Intanto Sardegna e Toscana stavano ancora aspettando il loro arrivo.
- Uff...non li vedi, Stesso? - domandò Sardegna, ancora seduta sullo stesso gradino mentre giocherellava col suo ciuffo arricciato di famiglia, perfettamente rivolto verso destra come sempre.
- Mmh… ancora… BAH! Eccoli! - esclamò Toscana entusiasta. Nelle due si accese un sorriso eccitato e accolsero i loro amici con risate allegre e caldi saluti.  Quando Toscana arrivò a salutare Germania però si bloccò. Il suo sguardo si assottigliò e il tedesco sentì un brivido percorrergli la schiena.
- (C)he ci fa qui i’ Crucco? - domandò con astio verso sua cugina.
- Bhè quando ho detto i componenti dell’Asse…intendevo anche lui compreso Sara…- fece sorridendo innocentemente.
- Ma tullo sai (c)he a me mi stà sull’anima! - sbottò la toscana, non curandosi che Germania la sentisse, visto che era proprio di fronte a lei.
- Toscana…Bist Du (sei ) ancora arrabbiata per il fatto di San Gimignano? - domandò rassegnato il biondo, sapendo che la ragazza proprio non riusciva a perdonarlo per ciò che era successo durante la Seconda guerra mondiale.
- Certo (c)he la sono ancora arrabbiaŧa! Volevi distruggè le ŧorri solo pe’ allontanare Inghilterra e Scozia! Ma te eh tu se’ di morto grullo se tu pensi (c)he ti perdoni (c)hosì facilmente! - fece puntellando il petto di Germania con un dito con fare arrabbiato.
- Via via, cerchiamo di andare tutti d’accordo. In fondo se io e te siamo diventati amici, auch mein Bruder può diventarlo no? Kesesesese! - intervenne a quel punto Prussia mettendosi fra la ragazza e il fratello minore.
- B-bruder? I’ crucco..l’è i’ tu fratello?! - fece scioccata la castana, non aspettandosi che il ragazzo con cui si era subito trovata in sintonia e aveva fatto amicizia la sera prima, fosse fratello del tedesco che proprio non riusciva a sopportare.
- Ja, West è mio fratello minore! - fece tutto entusiasta.
- Sinceramente un me l’aspettavo. Insomma, rispetto a i’ Crucco tu se’ di morto più simpati(c)ho e…-
- Fantastisch? -  domandò il prussiano interrompendo la ragazza a metà della frase, con il suo solito sorriso beffardo stampato in volto.
- Bhè…sì. Decisamente sei più “fantastico” rispetto a i’ tu fratello.- fece dopo una breve pausa la castana, la quale effettivamente lo trovava un tipo molto simpatico.
- Kesesesesese! Sapevo di essere il più fantastico dei due! Visto Bruder? Kesesese. - esclamò eccitato vantandosi col fratello.
- Oh Jesus…- fece il tedesco portandosi una mano sulla fronte rassegnato.
- Allora, per quale fottuto motivo ci avete chiamato? - chiese con noncuranza Romano, aka Italia del Sud, col suo solito modo di fare sgarbato, intromettendosi nella discussione.
- Vedi di fare meno lo st***zo, Fradeddu. Allora, vi abbiamo radunati tutti qui per parlare insieme della vacanza di cui vi abbiamo accennato nell'invito che avete ricevuto...vedo che avete portato tutti i bagagli! - fece entusiasta.
Si udirono battiti di mani e fischi di felicità ed entusiasmo, più che altro da parte dei più casinari. Effettivamente tutti avevano gradito l’idea del viaggio, anche Romano, che comunque continuava a fingersi scocciato da ciò.
- Ecco, visto (c)he l’è un viaggio di gruppo, decideremo tutt’insieme la destinazione. (C)he in questo caso un sarà una ma tante. Però, prima di (q)huesto, dobbiamo decidè il mezzo di ŧrasporto..- continuò Toscana.
Silenzio.
Nessuno aveva idee. Purtroppo non c'erano aerei che portassero da una parte all'altra del mondo con pochi spiccioli. Servivano soldi, molti soldi. 
A un certo punto però, Francia ruppe il silenzio.
- Idée! -  gli sguardi di tutti si rivolsero verso il francese, che con fare orgoglioso raccontò la sua idea.  Spiegò che non era arrivato a Venezia con un volo, ma con il suo jet privato e propose che di conseguenza potevano muoversi tutti insieme con quello.
Tutte le Nazioni furono d'accordo, persino Arthur concesse al francese di aver avuto una buona idea per una volta.
- Però...- continuò Francis - ...la prima tappa del viaggio dev' essere Paris. Non vorrete rinunciare al vostro viaggio, n'est ce pas~? - concluse facendo l’occhiolino verso il gruppo.
 Francia era stato furbo. A quel punto i suoi compagni di viaggio avrebbero dovuto accontentare la sua richiesta, altrimenti non avrebbero avuto i mezzi per fare la vacanza.
- Ya know, Francis, sometimes sei il ritratto di un Dumbass! -  intervenne America.
Alla fine gli amici si arresero e la diedero vinta a Francia.
- But...sei sicuro che il tuo jet possa ospitarci tutti, frog? - chiese Inghilterra con aria di sfida.
- Oh, aspetta e vedrai Angleterre. Seguitemi, dovremo andare a Mestre! - disse a quel punto Francia facendo dietro front e percorrendo tutta piazza San Marco altezzoso come sempre, con dietro le altre nazioni, Toscana e Sardegna che lo seguivano piuttosto incuriosite.
Il francese li portò fino alla stazione della città, la quale era piuttosto distante da dov’erano partiti.  Presero il treno per tornare sulla  “terraferma” e arrivati a Mestre nel giro di una ventina di minuti, scesero per dirigersi verso un hotel che si trovava, per fortuna, poco distante da lì. Era un albergo a cinque stelle enorme, con tutta probabilità era alto 20 piani.
Il francese fece di nuovo cenno di seguirlo e, cammina cammina per i corridoi dell'albergo di lusso, raggiunsero un enorme giardino. Era a pianta circolare e sembrava un'arena olimpionica per la sua grandezza. Ma la cosa che stupì più di tutte il gruppo era che non c'era niente. Era completamente vuoto.
- Francis, che diavolo vòle di’ tutto (q)huesto? - disse Toscana scocciata, conoscendolo bene e sapendo che spesso il francese combinava qualche guaio. Lo aveva soprattutto imparato quando era maulugaratamente finita per un breve periodo sotto il suo controllo, quando Napoleone aveva “liberato” l’Italia dal potere di Austria.
- Tranquilla ma cherie, so che tra poco resterete a bocca aperta. Soprattutto tu, ma belle Toscan.- Le disse facendole l’occhiolino con fare furbo.
Toscana non poté fare a meno di sbuffare e incrociare le braccia, scocciata, sia da tutto quel mistero che  dal comportamento dell’amico nei suoi confronti. Quando Francis la chiamava con aggettivi francesi le dava sempre fastidio, poiché tutto ciò la metteva sempre a disagio.
Francis prese un telecomando nero con un unico pulsante verde e lo schiacciò.
 - Allora aru? - chiese Cina dopo qualche secondo, scocciato quasi quanto Toscana.
Un attimo dopo, si sentì il rumore di un motore. I ragazzi guardarono verso l'alto e rimasero a bocca aperta.
Un jet enorme era sopra le loro teste, verniciato e lucidato in maniera impeccabile, completamente bianco e con tre strisce oblique con i colori della bandiera francese sulla fiancata.
Quando il jet si posò finalmente a terra, Francia fece un sorrisetto compiaciuto.
- Alors, che vi avevo detto? -
Non rispose nessuno. Erano tutti intenti a guardare l'enormità e ogni particolare del jet.
- Suteki na (Meraviglioso)...ogni particolare di questo macchinario mi rende sempre più sorpreso…!- osservò Giappone, prendendo la macchina fotografica e immortalando la bellezza di quel jet con una miriade di fotografie.
 - Coraggio, salite! - disse Francia, tutto pimpante e  orgoglioso del suo bel jet.
 I ragazzi salirono, distraendosi dall'enormità del velivolo. Ma le sorprese non erano finite; infatti una volta entrate, le nazioni rimasero ancora più meravigliate.
Visto da fuori, il jet era stupendo, ma visto da dentro era tutt'altra cosa.
Aveva un salotto grandissimo, con tre divani in pelle, due poltrone, un tavolino di vetro basso e una tv piatta al plasma. Poco più in là si estendeva la cucina, che era munita di ogni accessorio per poter cucinare piatti deliziosi, un frigo alto due metri e un tavolo grande di legno.
Era tutto assolutamente unico, fantastico.
- Jaques! Accendi il motore, partiamo per Paris! - disse facendo una piroetta Francia, rivolgendosi sicuramente al pilota del velivolo. 
Il viaggio non fu troppo lungo, dato che con il jet ci voleva solo un’ora e mezza da Venezia a Parigi.
Così i ragazzi trascorsero il tempo chiacchierando e scherzando.
- Ehm…Hello Sardinia. How are you? Dormito bene? - salutò l’inglese la sarda, la quale stava guardando fuori dal finestrino le nuvole.
La ragazza si voltò verso il biondo di scatto arrossendo leggermente, non aspettandosi che l’inglese le se avvicinasse così all’improvviso.
- Oh! Ciao Inghilterra! Ecco…si sto bene e abbiamo dormito bene, moooolto bene eheheh…- disse tutto d’un fiato la ragazza. - Scusa, è che non mi aspettavo che mi venissi a parlare così all’improvviso stesso…eheh…- fece grattandosi con un dito la guancia destra, leggermente imbarazzata per la risposta impacciata che gli aveva dato.
- Don’t worry, sono stato anche io ad arrivarti alle spalle senza prima annunciare la mia presenza. Sorry. - si scusò Arthur con modo da vero gentleman.
- Non ti scusare, non ce n’è bisogno. - fece sorridendo dolcemente, commossa per la gentilezza dell’inglese. - Comunque come stai? Hai dormito bene anche tu? - domandò cordiale la sarda, rilassandosi un poco.
- Certainly. Ho dormito magnificamente. Ammetto di essere rimasto sorpreso nel trovare il vostro invito sul comodino al mio risveglio. Come avete fatto se mi è concesso di saperlo? - chiese curioso il biondo.
- Bhè, abbiamo chiamato le nostre amiche fate, grazie ad un amuleto magico che ci avevano fatto in dono. Grazie a quello possiamo chiamarle in ogni momento! - rispose tutta entusiasta la sarda.
- Really?! It’s amazing! E quindi…sono state loro a portarci gli inviti? - domandò perdendo la compostezza inglese che fino a quel momento lo caratterizzava, per lasciare spazio alla più sincera emozione nel sapere di più.
- Già. - rispose allegra.
- Wow non ci avevo mai pensato finora ma…ehm ecco, è un ottimo modo per mandare degl’inviti in modo veloce e sicuro. - disse cercando di tornare un po’ più composto nei modi. - You know, mi dispiaceva che non ci fossimo scambiati troppe parole stamattina andso avevo voglia di parlare con te almeno durante il viaggio…- disse sorridendo. - Mi trovo molto bene a conversare with you. -
- Davvero? Bhè anche per me è la stessa cosa! Almeno non mi sento…”la strana” se parlo di creature magiche eheh… mi sento a mio agio e posso parlare di tutto ciò che mi passa per la testa.- fece arrossendo leggermente per ciò che aveva detto l’inglese.
- For me is the same exact thing! - esclamò a quel punto sorridendo contento.
Mentre i due ragazzi continuavano a conversare animatamente del più e del meno, la toscana sorrise sorniona nel vederli così affiatati, per poi avvicinarsi al gruppetto che si trovava ai divanetti.
- Siete emozionati pe’ questo viaggio? - chiese Toscana accomodandosi sul divano di fronte al prussiano e a Spagna, i quali stavano discorrendo delle cose più disparate.
- JA! Sono prontissimo e gasatissimo! - disse Prussia con entusiasmo.
- YES, ME TOO! - urlò America, gasato esattamente quanto Prussia, da dietro le spalle di Toscana.
- Inizierò a prendere in considerazione l'idea che voi due siete identici. - commentò Inghilterra, infastidito dall’urlo dell’americano, interrompendo per un attimo la conversazione che aveva intrapreso con Sardegna.
- Per una volta concordo con te, England. - fece Germania rassegnato.
Tutti risero a quell’affermazione. Erano emozionatissimi per il viaggio e  l'idea di passare del tempo tutti insieme, nonostante alcuni attriti fra di loro, e prendersi una vacanza li esaltava.
- Tu e Cerdeña avete avuto un’ottima idea comunque! - fece sorridendo allegro Antonio. - Inoltre in questo modo potrò passare un po’ di tempo con il mio Lovinito! - esclamò a quel punto abbracciando l’italiano che si era appena seduto di fianco a lui sul bracciolo del divano.
- Eh?! L-lasciami bastardo spagnolo! Io invece non sono per niente contento di passare del tempo con te!- esclamò il ragazzo con fare scorbutico arrossendo come un pomodoro, mentre cercava di staccarselo di dosso.
- Ahahah tu se’ rosso (c)hom’un pomodoro (c)hugino! Se’ si(c)huro di un essè punto (c)hontento della presenza d’ Antonio? - fece la castana sorridendo sorniona. Amava prendere in giro Romano sul suo rapporto con Spagna, soprattutto visto che era molto amica di quest’ultimo.
- Stà zitta Toscana! O giuro che ti farò sparire quel sorrisetto dalla faccia! - sbraitò contro la cugina arrossendo ancora di più, stavolta oltre che per l’imbarazzo anche per la rabbia.
- Uuuuh guarda, me la fò sotto dalla fifa! - rispose alla provocazione la ragazza con tono sarcastico.
Al ragazzo a quel punto gli venne in mente un buon modo per fargliela pagare.
- Tsk, potresti almeno chiedere a quello scemo di America, visto che è al reparto delle bibite, se mi può prendere una Coca Cola con la cannuccia corta corta? - domandò scontroso incrociando le braccia, ma cercando di trattenere a stento un sorriso maligno.
- Via! Ti faro (q)huesto piacere!-
In quello stesso istante sia Sardegna che Inghilterra, sentendo ciò  che Romano aveva detto a Toscana, si allarmarono, capendo entrambi ciò che il ragazzo voleva farle dire.
- No Toscana non farlo! - dissero in coro.
- Ameri(c)ha, pòi dammi un bicchiere di Hoha hola hon la hannuccia horta horta? -
Un silenzio di tomba cadde nella stanza. E dopo pochi secondi tutti a parte Sardegna e Inghilterra, iniziarono a ridere come non mai. A quel punto Sara si accorse di essere cascata in quella burla.
Quella stupida burla che tutti si divertivano a fare ai Toscani a causa del loro dialetto. E che di conseguenza facevano spesso anche a lei per prenderla in giro.
- AHAHAHAHAHAH, Tuscany hai una parlata strana! Ma questa volta ti sei superata!! AHAHAHAH!!!- fece America scoppiando a ridere alla sua maniera sguaiata.
- ROMANOOOOOO!!!!! ORA T’AMMAZZO A FORZA DI SPRANGATE Nì MURO!!!! - sbraitò contro il cugino  diventando paonazza in viso dalla rabbia e dalla vergogna. Quando si arrabbiava Toscana diventava spaventosamente sboccata e pericolosa. Quindi era sempre meglio evitare una situazione del genere. Per fortuna in quel momento non lo era esageratamente…il che è tutto un dire.
- Su su Toscana, non è niente di grave…vero? - fece Inghilterra con aria minacciosa verso gli altri tirando fuori la sua bacchetta magica. Essendo il suo migliore amico, non sopportava se qualcuno rideva di lei e della sua parlata.
- Già! Niente di grave! Eh eh. - fecero in coro coloro che stavano ridendo, avendo paura che l’inglese gli facesse qualcosa di assurdo con quella sua stupida bacchetta.
Il prussiano però sorrise sornione continuando a ridere sommessamente.
- Che c’hai da ridè? Ti sembro strana pecchè c’ho una parlaŧa partiholare? - domandò scoccando un’occhiataccia verso il ragazzo.
- Nein, nein. E’ che trovo la tua parlata sehr (molto) divertente e tremendamente carina. Mi piace troppo!  -
La ragazza arrossì. Nessuno fino a quel momento aveva definito la sua parlata…carina. Figuriamoci trovare qualcuno a cui persino piaceva.
- Davvero un la trovi…strana? -
- Nein, non la trovo affatto absonderliche (strana) anzi, è Fantastische kesesesesese!-
- Bhè allora…grazie…- fece a quel punto arrossendo con un bel sorriso sulle labbra rivolto al prussiano.
A quel punto fu Prussia a rimanere sorpreso. Aveva visto più volte sorridere la toscana, per tutto il tempo in cui era stato in sua compagnia, ma quello fu il primo sorriso che lo colpì veramente. Era il più dolce che avesse sfoggiato fino a quel momento, era bellissimo.
A un certo punto, il motore che aveva rombato per tutto il viaggio, non si sentì più.
- Nous sommes arrivés! Andiamo a fare un giro qui a Parigi, vi farò io da guida ohnohnohnohn. - esclamò facendo una piroetta e l’occhiolino con il suo solito sorriso malizioso sulle labbra.
- Ehm…e dove dovremmo alloggiare Aru? - chiese Cina piuttosto perplesso.
- Già Da. - concordò per una volta Russia con Yao. - Io avrò la stanza con Cina vero? Almeno potrai entrare a far parte della grande madre russia Da? - domandò poi verso il cinese.
- Aaaah Non se ne parla Aru! - esclamò nel panico più totale il moro.
- Mes chères, non vi preoccupate. Durante il volo vi ho prenotato delle camere in un hotel très chic, vicino al centro di Parigi. Bien sûr, offerto da me ohnohnohn. -
- Bene allora cosa aspettiamo!? Let’s go Everybody!! - esclamò America con entusiasmo.
Così i ragazzi, i quali erano atterrati con il jet nel giardino della villetta di Francia, vennero accompagnati da quest’ultimo alla metropolitana. Infatti, grazie ad essa, riuscirono in poco tempo a raggiungere  la zona in cui si trovava l’hotel. Percorsero la strada per un quarto d’ora fino a che non arrivarono in un vicolo in cui si trovava l’entrata dell’ “Hotel Imperial”.
- Uno un po’ più in c*lo a i’ mondo un tullo potevi trovà…- fece Toscana sarcastica al francese.
- Ma cherie, sappi che anche se non sembra si trova piuttosto vicino al centro. Inoltre entra e poi giudica ma colombe. - le rispose con la sua solita voce sensuale.
- Ok, se lo dici te…- fece la castana poco convinta.
Appena entrarono, tutti rimasero attoniti nel constatare che, effettivamente, era piuttosto bello. Le pareti e persino il banco della reception erano in un magnifico marmo di Carrara, bianco dalle venature verde smeraldo, con decorazioni fra l’Art noveau e l’arte classica.
- Ve~ è fantastico fratellone Francia! E le decorazioni sono tutte impeccabili! - fece entusiasta Feliciano correndo da una parte all’altra per osservare più attentamente le decorazioni fatte col marmo.
- Lo so Italie ohnohnohn. Merci beaucoup.- fece gettandosi elegantemente una ciocca di capelli all’indietro.
- Allora, come ci divideremo nelle camere? - domandò a quel punto Giappone.
- Alors, le stanze sono tutte da due quindi…a voi la scelta. - disse mettendo una mano sul fianco.
- Mmmh…io e Toscana dormiremo insieme, visto che siamo le uniche ragazze del gruppo. Voi potete dividervi come più preferite…- disse Sardegna sorridendo.
- Allora Germania, Germania! Dormiamo insieme dai dai! - fece Veneziano entusiasta saltellando di fronte al biondo.
- Bhè…ecco…perché no? - rispose il tedesco sorridendo dopo un attimo di titubanza.
- Perfecto! Allora io dormirò con il mio Roma! - fece Spagna abbracciando da dietro l’italiano, il quale arrossì di botto.
- M-ma col c**zo! - sbraitò scontroso, ancora rosso in volto, mentre tentava di allontanarsi dallo spagnolo.
- Eddai (c)hugino, un credo ci siano altre persone in (q)huesta stanza (c)he vorrebbero dormì nella stessa (c)hamera (c)hon te. - fece Toscana incrociando le braccia con sorriso sornione.
- E va bene! Ma sarà solo per stavolta! - disse togliendo in malo modo le braccia di Antonio dalle proprie spalle, dopo vari tentativi falliti.
- Evviva, dormirò di nuovo con Lovinito dopo tantissimo tiempo! Fusosososo. - fece Spagna tutto contento.
- Ma stà zitto spagnolo idiota…- borbottò Romano, ancora con un leggero rossore sulle guance, guardandolo male.
- Ahahah! Japan tu dormirai nella stessa stanza con me, Alright?!?! - fece tutto energico America battendo una pacca sulla spalla al giapponese.
- C-certo Amerika - kun. Per me non ci sono problemi. - rispose Kiku dopo essersi ripreso dal colpo energico improvviso dell’americano.
- Allora Cina, dormiremo nella stessa stanza Da? - domandò il russo con sorriso gentile al cinese, poggiando la mano sulla sua spalla.
Brividi di terrore percorsero tutta la schiena del moro, il quale voltandosi lentamente si sforzò di sorridere a Russia.
- B-bhè non vedo altro modo aru…-
A quel punto Inghilterra e Prussia si scambiarono un’occhiata stranita. Erano rimasti solo loro due, i quali per di più non avevano mai avuto molto a che fare l’uno con l’altro.
- At this point…non ci resta che condividere la stanza. - constatò sospirando l’inglese.
- Kesesese, sarà un modo per conoscersi meglio! Und in questo modo avrai l’onore di stare con il FANTASTICO me kesesesese!!- esclamò mettendo un braccio intorno alle spalle dell’inglese.
- S-sure…- fece il biondo sarcasticamente.
A quel punto, dopo che ognuna delle coppie di ragazzi ebbe posato le valigie nella propria stanza, si diressero verso l’entrata dell’hotel dove li aspettava Francia.
- Alors mes amis! Il primo luogo che vi porterò a visitare sarà il meraviglioso museo del Louvre. Così visto che è ora di pranzo e non abbiamo ancora mangiato niente, pranzeremo nel ristorante del museo. -
- Ehm…Francia non potresti approfittarne per restituire a me e a Toscana la Monna Li-…- iniziò a dire Italia, il quale però venne interrotto dal francese che gli tappò in malo modo la bocca.
- Ma di che diamine stai parlando Italie! Su forza vite vite, c’è un museo che ci aspetta! - fece il biondo per svicolare il discorso. Nonostante le occhiatacce da parte di Toscana e Inghilterra, chi per uno e chi per un altro motivo, anche loro seguirono il gruppetto andando dietro a Francia.
Dopo una mezz’oretta raggiunsero il museo con la metropolitana, ed entrati all’interno del Louvre, si diressero insieme a Francia alla biglietteria, dove naturalmente, li fecero entrare praticamente gratis solo per la presenza del francese nel gruppo.
- Non sei emozionata di visitare il Louvre Sara?- fece tutta entusiasta Sardegna.
- Certo…se un fosse (c)he diverse dell’ opere a i’ su’ interno son mie e dei mi’ artisti…- disse con una punta di astio nella voce, rivolta nei confronti del suo amico francese.
- Forza Mattieu! Non vorrai che altre persone ci passino avanti nella fila n’est-ce pas? - esclamò all’improvviso una ragazza, dalla voce piuttosto familiare alla sarda e alla toscana, alle spalle delle due regioni.
- Sì  aspettami Natalie! - le rispose una voce maschile dal tono flebile e quasi udibile.
Francesca e Sara si voltarono incuriosite e si ritrovarono di fronte una graziosa ragazza sui 18 anni, alta più o meno 1,65 cm soltanto e dalla corporatura piuttosto minuta e aggraziata. Aveva i capelli lunghi, rossicci e lisci, legati in due codi bassi da due fiocchi rossi. I suoi occhi invece erano di un celeste cristallino. Vicino a lei invece vi si trovava un ragazzo un po’ più grande di lei, dai capelli morbidi e biondi, con un ciuffo arricciolato che gli scendeva di fronte al viso. I suoi occhi, di un bel turchese chiaro, erano protetti da un paio di occhiali da vista. Aveva un’espressione dolce e tranquilla sul volto e indossava una felpa rossa con la foglia d’acero bianca, stampata sopra.
Le due li riconobbero.
Sicuramente fra tutte le persone che potevano aspettarsi, loro erano le ultime che si immaginavano di poter incontrare in un luogo simile.

.:Angolo delle Autrici:.

DJ_AmuStar: Ecco dopo lunga attesa il nuovo capitolo della Fic!! 

Biancaluna12: Ci è voluto un pò...ma alla fine eccolo qui! :D

DJ_AmuStar: Finalmente è stato spiegato qualcosina...e le cose si cominciano a fare interessanti! ;) Ci dispiace se in alcuni punti i tempi verbali non sono ancora perfetti...ma nella descrizione delle fate...diciamo era più tipo manuale xD


Biancaluna12: Alla fine ci sono dei personaggi...dei quali uno avrete già capito chi è mentre l'altro...è una sorpresa ;) sappiate solo che è un mio OC x3

DJ_AmuStar: Comunque giusto per dirvi qualcosina riguardo le voci dei personaggi...diciamo che per Toscana le sue voci italiane sono quella di Laura Pausini/Giorgia, mentre la sua voce inglese è quella di Demi Lovato. :D

Biancaluna12: Le voci italiane di Sardegna invece sono quelle di Elisa, mentre quella inglese è la voce di Lea Michele ;).

DJ_AmuStar: Inoltre...questa è un'opinione mia che anche la mia amica e collega sostiene...ma io penso che Tiziano Ferro sarebbe la voce perfetta per Scozia e Skillet per Prussia...non trovate? *-*

Biancaluna12: Mentre Inghilterra lo vedo benissimo con la voce di Owl City xD.

DJ_AmuStar: Vabbè, dopo questa parentesi...commentate mi raccomando e diteci che ne pensate! ;D
Inoltre sappiate che cercheremo di aggiornare la Fic ogni due mesi visto che è iniziata la scuola e ognuna di noi due ha un esame quest'anno...anche se di tipologia leggermente differente...v.v'' Ok...aspettiamo i vostri commenti con ansia per sapere il vostro parere ^^.

 

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Capitolo 4
*** Parigi ***


Cap 4 : Parigi


- Corsica? -
Dopo aver sentito pronunciare il suo nome, la ragazza dagli occhi di un azzurro cristallino, guardò dritta in faccia la sarda e la toscana per poi sorridere e abbracciare entrambe. 
- Mes amies! Che bello vedervi dopo tanto!! - 
Corsica, essendo vicina a Sardegna, le era diventata molto amica e aveva avuto modo di conoscere anche Toscana durante una delle varie visite che quest’ultima aveva fatto alla cugina.
Anche il ragazzo dai capelli biondi sorrise accennando un lieve saluto con la mano, cosa che venne interrotta da Sara, la quale gli si gettò al collo. 
- Sono (c)hosì felice di vedetti, Mattie! Sono se(c)holi che un ci si vede! - esclamò la ragazza con fare entusiasta.
Canada arrossì al suo gesto di affetto. Era sempre stata l’unica a distinguerlo al primo sguardo da suo fratello America. Dopo il loro primo incontro Sara e Matthew erano diventati piuttosto amici, e la ragazza non smetteva mai di dimostrare il suo affetto nei suoi confronti e a tirarlo su nei momenti di tristezza.
- A-Anch’io sono contento di averti incontrata di nuovo dopo tanto tempo Tuscany… - disse leggermente imbarazzato il canadese.
- Alors, che cosa vi porta qui a Paris? - chiese Corsica, non smettendo un attimo di sorridere e con uno sguardo che cercava di ostentare buonumore, nonostante un leggero turbamento apparso in seguito al saluto di Toscana nei confronti di Canada.
- Avemmu detsìsu di fai una vacanza con dei nostri amici, e la prima tappa essu Parigi! - spiegò la sarda. 
- Naŧuralmente l’è staŧa decisa da i’ tu fraŧello Francis (c)hon un ri(c)hatto... - continuò Toscana con un tono di voce abbastanza seccato. 
- C'è anche lui? - chiese Canada, cominciando a guardarsi intorno in cerca di un ragazzo biondo e con i capelli piuttosto lunghi. Il volto di Corsica si illuminò al sentire il nome del fratello ed anche lei iniziò a guardarsi intorno.
- Eh eja! - disse Sardegna. - E non solo, c’è anche il tuo fradeddu. - 
- Ah…pure lui? - domandò a quel punto il canadese come se gli fosse caduto il cielo sulla testa.
- Purtroppo que’ rompiscaŧole era (c)hompreso n’i pacchetto va(c)hanze. - fece Sara sospirando.
- In ogni caso anche noi siamo arrivati qui da poco e stavamo pensando di...ehi, dov'è finita Natalie? - chiese Matthew piuttosto perplesso. - She was standing here just a second ago… -
Le due ragazze e Canada si guardarono intorno ma non la videro. A un certo punto, però, si sentirono chiaramente due voci familiari esclamare 'Oh, ma petite soeur!' e 'Oh, mon grand frère!'.
I tre si voltarono nella direzione da cui provenivano le voci e videro Natalie e Francis che si abbracciavano come se non si vedessero da una vita. 
- Certo he se ne vogliono di bene que’ due. - fece Toscana accennando un sorriso.
- Eh, già...Natalie impazzisce per suo fratello, lo adora. - disse Canada sorridendo e guardando Corsica e Francia che si abbracciavano. 
I tre decisero di riavvicinarsi al gruppo e appena furono abbastanza vicini America notò, sorprendentemente, suo fratello.
- Hey Dude! Non ti avevo visto! Non pensavo ci fossi anche tu!! - fece avvicinandosi a Matthew.
- Come al solito…- fece Canada con una lacrimuccia pronta a scendere.
- Ohnohnohn Mattieu!! Che piacere vederti! - esclamò a quel punto Francia avvicinandosi alla sua vecchia colonia ed abbracciandolo. - Natalie mi ha detto che siete venuti qui insieme n’est pas? -
- Esatto, voleva mostrarmi il Louvre e in generale Parigi, visto che quando ci sono venuto le ultime volte l’ho sempre vista molto di fretta e non ho potuto visitare molto. - disse il canadese accennando un sorriso.
- Exactement! Seulement che…c’è una gran fila per i biglietti e di questo passo non entreremo mai… - disse un po’ delusa Natalie.
- Ma non c’è problema sorellina, ci pensa il tuo fratellone ohnohnohn! Entrerete con noi! - le disse facendole l’occhiolino complice.
A Corsica le si illuminarono gli occhi e si fiondò al collo di Francia abbracciandolo.
- Aaah Merci beaucoup fratellone!! - 
- De rien sorellina - fece sorridendo il francese. - Pensavamo di andare a mangiare qualcosa alla galleria sottostante il museo, venite con noi? -
- Oh! Ne saremmo veramente lieti!! - rispose entusiasta Natalie.
- Non…non vi siamo di disturbo vero?- chiese titubante Canada.
- Ma no!! Anzi potreste unirvi al nostro gruppo! Voi che ne pensate? Almeno giriamo insieme la città! - fece Francesca rivolgendosi anche agli altri componenti della combriccola.
Tutti annuirono e accettarono senza troppi problemi la presenza di Corsica e Canada.
Decisero di dirigersi verso la galleria sotterranea, a cui si poteva accedere anche dall’esterno del museo e in cui vi si trovavano svariati negozi di ogni tipo e diversi bar e ristoranti. Francis li portò in uno di questi ultimi, il quale era semplice ma dalle decorazioni eleganti e raffinate. Il gruppo si sedette ad un tavolino spazioso, apparecchiato in maniera impeccabile ed ognuno ordinò una pietanza.
- Alors, come guida di questo viaggio, pretendo che la prossima tappa sia la meravigliosa Notre-Dame! In fondo, possiamo vederla anche nel tardo pomeriggio.- disse il francese entusiasta, per poi mangiare una forchettata di Foie gras
- Sai Francis, normalmente le tu’ idee un m’ intusiasmano, ma questa la mi sembra ottima. Vada pe’ Notre-Dame! - disse Toscana, guardando il suo amico e accennando un sorriso. 
- Concordo con Sara. Anche se mi spiace ammetterlo, la ritengo una buona proposta…- fece Inghilterra sbuffando leggermente.
- Ohnohn, dura ammettere che anche a te non dispiace visitare la mia città hein Angleterre~?- fece il francese sorridendo sotto i baffi .
- Tsk! Shut up you frog! - rispose scocciato l’inglese guardandolo male.
- Certe cose non cambiano proprio mai eh? - fece Canada sospirando e accennando un sorriso. 
- Dude! Se ti riferisci a England e France, dovresti ben sapere che non cambieranno mai! - fece America alla domanda retorica del fratello, parlando a bocca piena mentre continuava ad abbuffarsi.
Mentre le varie nazioni al tavolo scherzavano facendo battute riguardo al rapporto fra Francia e Inghilterra, Francesca e Natalie preferivano conversare fra di loro del più e del meno, visto che era trascorso tanto tempo dall’ultima volta che si erano viste.
- In incùe hotel alloggiate? Siete in periferia o… - fece ad un certo punto della loro conversazione Sardegna a Corsica.
- Non non. Abbiamo optato per un hotel vicino al centro, si chiama “Hotel Imperiale”. - 
- Avveru? Che coincidenza! E’ il nostro stesso Hotel, matessi! - fece felicemente sorpresa la sarda.
- Allora vuol dire che potremo stare insieme proprio per tutta la vostra permanenza. - disse sorridendo Natalie.
- Ragazze, he ci faŧe a parlare fra di voi (q)huatte (q)huatte?? Dai partecipaŧe anche voi alla (c)honversazione! Vi state perdendo le fantasti(c)he battute di Prussia ahahah, mi sta facendo morì dalle risaŧe! - le interruppe a un certo punto la castana invitandole a partecipare alla conversazione del gruppo. 
Dopo aver finito di pranzare, decisero di tornare all’interno del museo. 
- Mmmh non credo che riusciremo a visitare tutto il museo Francia. Non sarebbe meglio dividerci in gruppetti? Almeno possiamo visitare le parti che ci interessano di più e poi ci ritroviamo qui a un determinato orario. - Propose Giappone notando l’ora che si era fatta.
- Direi che è una buona idea Kiku! - esclamò il francese. - Chi vuole venire con me a visitare le sale dei dipinti italiani e francesi? - domandò il biondo mettendo una mano sul fianco e poggiando le dita dell'altra sul petto con fare teatrale.
- Ve~ Io fratellone Francia!! Andiamo Germania? Andiamo?? - fece Italia aggrappandosi al braccio del tedesco.
- Uhm…veramente io volevo vedere la sala dei dipinti german-…-stava per protestare Germania, ma lo sguardo supplicante dell’italiano lo fece cedere. - Uff…va bene verrò mit dir, in fondo è anche pur vero che adoro i tuoi artisti e le loro opere d’arte. - fece poi accennando un sorriso e arrossendo lievemente.
- Ve~ evviva! - Esclamò Feliciano per poi rivolgersi al fratello. - Vieni anche tu fratellone? - 
- Figurati se voglio venire a vedere degli stupidi dipinti fatti per giunta dai TUOI artisti! - disse scocciato Romano incrociando le braccia.
- Eddai Lovinito~ perché allora non mi accompagni a vedere i dipinti fiamminghi? - chiese a quel punto lo spagnolo con fare speranzoso.
- Tsk! E va bene…ma solo perché non avrei niente di meglio da fare nel frattempo! - rispose sbuffando e arrossendo l’italiano.
- Io vengo con voi, ma solo perché sullo stesso piano ci sono i dipinti germanici kesesesese! Non vi disturberò piccioncini, promesso. - fece Prussia mettendosi una mano sul cuore e ridacchiando.
- Tu! Brutto…! - fece Romano diventando paonazzo, venendo però interrotto da sua cugina.
- Ahah suvvia (c)hugino, un te la prendè! Dopoŧutto ti ha anche promesso (c)he un ti disturberà no? - fece sorridendo sorniona e guardando complice Prussia, il quale ricambiò lo sguardo sorridendo divertito.
- Voi due io vi…!! - 
- Su Lovinito non prendertela dai. - fece tranquillo Spagna mettendogli una mano sulla spalla. - Lo sai che scherzano… - continuò poi accennando un sorriso.
Romano lo guardò e per un attimo sembrò essersi calmato, anche se qualcosa sembrava ancora turbarlo.
- Tsk, come ti pare spagnolo idiota… - fece scrollandosi di dosso la sua mano e allontanandosi leggermente.
Vedendo i due allontanarsi, il prussiano si voltò verso la toscana rimasta al suo fianco sorridendo.
- Qualcuno con un po’ di senso dell’umorismo finalmente! Posso contare su di te per le prossime battute?- 
- Pòi contacci! Sai? Stavo pensando la stessa (c)hosa ahah. Non tutti purtroppo apprezzano le mi battute o le (c)hapiscono. Fiurati trovà qualcuno con cu’ falle. - fece Toscana scrollando le spalle ma sorridendo.
-Bist du ernste? (sei seria?) Ti ho sentita al tavolo quando facevi le battute, e ti assicuro che erano divertentissime Kesesesesese!! - 
- Davvero?? Beh…grazie! - fece sorridendo piacevolmente sorpresa.
- Bitte~. Senti, che ne dici se andiamo a visitare insieme la parte dei dipinti… - 
- Sara!! - 
Il prussiano e la toscana si voltarono, vedendo venire verso di loro colei che aveva interrotto a metà il discorso dell’albino. Era Sardegna.
- Ti stavo proprio cercando!! Vieni anche tu a bini la sala dei pittori italiani insieme a nois?? Semmu eu, Frantza, Itàlia, Germania, Còssiga e Canada. - fece la sarda con fare entusiasta.
- Oh? Va bene un c’è problemi, nonostante ci sia anche i’ crucco. Anzi, potrò rivedè diversi de (q)huadri (c)he Francis m’ha preso. - fece pronunciando l’ultima parte della frase con un leggero astio. - A proposito, stavi dicendo Prussia? Francesca t’ha interrotto..-
- Ah? Niemand niemand, ci vediamo dopo kesese! - fece Gilbert cercando di nascondere la leggera delusione.
- Ok…allora a dopo! -
La toscana lo salutò, per poi seguire Francesca verso il gruppetto che sarebbe andato a visitare la sala dei pittori italiani e in seguito francesi.
- Oh, Toscan~ Che bello vedere che hai deciso di venire con me a visitare il museo ma petite colombe~. - fece Francia avvicinandosi a lei e mettendole una mano dietro la schiena.
- Io non ho deciso di venire con TE. - disse sottolineando l’ultima parola. - Ho deciso di venire con VOI perché volevo vedere la sala dei pittori italiani e per stare anche con gli altri partecipanti… a parte Germania. - fece alzando gli occhi al cielo e borbottando sull’ultima parte della frase per non farsi sentire.
- Piuttosto…gli altri n’do sono? - fece poi la toscana notando che mancavano alcuni dei componenti del gruppo.
- Russia e Cina hanno ditzisu di arribbare il piano dell’arte medio orientale; Giappone, America e Inghilterra sono andati a arribbare al piano di sotto l’arte Grega et issu hanno dittu di voler bini la sala dell’arte egizia. - rispose Francesca anche se con un’espressione leggermente delusa.
La toscana pensò che probabilmente la cugina avrebbe voluto che l’inglese venisse con loro, ma che purtroppo aveva deciso di fare un giro del museo alternativo.
- Forza Francy un t’abbacchià, avrai altre occasioni pe’ sta’ con Arthur! - fece Toscana sorridendo sorniona alla cugina, la quale diventò paonazza.
- Forza mes amis, abbiamo tanto da vedere in quelle sale! - esclamò a quel punto Francis, mettendosi alla testa del gruppo. 
Salirono fino al primo piano, e superando la Nike di Samotracia, arrivarono all’inizio dell’ala del museo adibita ai dipinti italiani.
- Ve~ che meraviglia rivedere questi dipinti dopo tanto tempo!! - disse contento Italia, cominciando a trascinare Germania da un quadro all’altro e spiegandogli ogni più piccolo particolare di ognuno di essi.
Il tedesco lo ascoltava interessato e ammirato, anche se da lontano Toscana vedeva benissimo che nel sorriso e nello sguardo di Germania c’era anche qualcos’altro.
- Mmmh a me, que’ crucco un mi garba. Ma pe’ nulla eh. Spero pe’ lui che un gli vengano in mente idee strane su i’ mi’ (c)hugino. - disse rivolgendosi a nessuno in particolare.
- Eddai Sara, non ci pensare…Perché piuttosto non ti godi questa visita? Sono sicuro che è da tanto tempo che non vedi alcuni di questi quadri. - fece sorridendo timidamente Canada, il quale era di fianco a lei. 
- Già…forse hai ragione. - disse guardandolo e facendo un mezzo sorriso. - Ah! Guarda laggiù c’è un quadro di Leonardo da Vinci!! Vieni che te lo mostro! - esclamò poi, trascinandolo per un braccio.
Il canadese non potè fare a meno di arrossire.
- Allora Natalie andemmu a vidè…?- la sarda si interruppe, notando che la ragazza osservava con sguardo sofferente Toscana e Canada. - Ti...intendi bè Corsica? -
- Eh? Oui oui, non preoccuparti. - fece Natalie cercando di sorridere.
Sardegna la guardò con poca convinzione, ma fece finta di nulla e continuò a visitare la galleria insieme all’amica.
Ad un certo punto il francese li fece entrare in un grande salone, al cui interno vi si trovava un’enorme folla di turisti, tutti intenti a fotografare un quadro o a farsi un selfie con la persona in esso ritratta: la Gioconda.
Italia e Toscana si fiondarono in mezzo alla folla, riuscendo dopo vari tentativi ad arrivare al dipinto. 
- Finalmente la vedo dopo tanto tempo!! - fecero in coro, senza nemmeno rendersene conto, i due cugini.
- Francis! Pecché un ce la ridai?? - domandò Sara con leggera enfasi.
- Parce que Leonardo decise di regalarla al re di Francia, e lo sapete bene entrambi. Soprattutto tu Toscan, visto che in quel periodo ci dovevamo anche sposare~. - rispose il francese, sorridendo malizioso alla toscana, la quale arrossì di botto.
- Ma guarda (c)haso un ci siamo sposati. Anche perché, vorrei ri(c)hordarti, che eravamo bambini! Inoltre pe’ me tu se’ sempre stato un ami(c)ho lo sai! - disse ancora rossa in viso la castana.
- Oh Tournesol! Così mi spezzi il cuore! - fece il francese con fare melodrammatico.
- Allora attento a raccogliè i (c)hocci, sennò tu fa’ sudicio ni’ museo. - rispose Toscana con fare sarcastico.
Il francese accennò un sorriso divertito.
- Andiamo avanti? Si sta facendo tardi! - fece Germania incrociando le braccia.
- Oui mon chèr Allemand, venite. Vi faccio vedere la sala con i miei fantastici pittori! - disse Francia mostrando loro la porta che conduceva a un’altra ala del museo, in cui vi si trovavano i pittori francesi del Neoclassicismo e del Romanticismo.
Dopo che ognuno dei gruppi ebbe finito il proprio giro, si ritrovarono all’uscita del museo e si recarono tutti, tramite la metropolitana, a Notre-Dame. 
Camminarono per almeno 20 minuti prima di giungere nell’immensa piazza di fronte alla cattedrale, che quale era gremita di turisti e artisti di strada.
- Bella e imponente come sempre.. - commentò Francis, accennando un sorriso e guardandola in tutto il suo splendore. 
- Sugoi!! (Fantastico) Furansu-kun è decisamente una cattedrale meravigliosa!! Ho sempre desiderato poterle fare una fotografia da così vicino! - fece Giappone entusiasta iniziando a scattare foto a raffica. 
- Felice di saperlo mon ami~ . Sapete, la leggenda di Notre-Dame è molto famosa. Sicuramente la conoscete. - continuò voltandosi verso i componenti del gruppo.
- Mochiron! (certamente) Ti riferisci al romanzo di Victor Hugo, “Il gobbo di Notre dame” giusto? - rispose immediatamente il giapponese con fare esperto. - Era ispirato a questo luogo in fondo no? - 
- Exactement mon chér Japon. Però c’è un’altra leggenda riguardo la cattedrale e la nascita del romanzo. E’ una cosa di cui non tutti sono a conoscenza..- fece il francese sorridendo furbo.
- Credo di conoscella…-lo interruppe Toscana, che nel frattempo contemplava Notre-Dame. - Victor Hugo salì sulla (c)hattedrale, fino in cima ai (c)hampanili. Lì trovò una parola incisa nella pieŧra…era la parola Destin che vòr di’ Destino se non sbaglio. Da que’ momento s’è cominciato ad immaginare (c)he quarcuno avesse abitato lassù in passato, e così è naŧa la leggenda de’ Gobbo di Notre Dame e i’ romanzo. - 
- Ohnohn vedo che la mia chére Toscan conosce bene certe cose riguardanti in qualche modo il sottoscritto! - fece il francese sorridendo sornione e mettendole un braccio intorno alle spalle. 
- Te tu se’ tutto grullo. La (c)honosco semplicemente pecchè mi piace la storia e mi sono voluta informà, pe’ non rammentare tutte le vòrte che me n’hai parlato. Non mi di’ che i’ grande Francia se n’è dimenti(c)hato! - fece lei non riuscendo a reprimere una risata divertita, dovuta alla figuraccia fatta dall’amico. 
- …Touchè, questa volta hai ragione ma cherie. Comunque… -
Il francese si interruppe, sentendo dei suonatori di strada suonare una canzone a lui familiare.
- Che ti prende Frog? Il gatto ti ha mangiato la lingua? - fece Inghilterra, non nascondendo l’ilarità.
- Non, mon chèr Angleterre. - disse guardando l’inglese con un sorriso falso. - E’ solo che sentendo questa meravigliosa musica, non posso fare a meno di cantarvi una canzone sulla splendida Notre-Dame…- continuò stavolta sorridendo sinceramente ed avvicinandosi al gruppo di musicisti.
-…I’cche ttu dici?? - fece Toscana, dopo aver realizzato ciò che voleva fare l’amico, senza nascondere l’incredulità.
- Credo che stia parlando sul serio Sara…- fece Canada rivolgendosi all’amica con fare leggermente rassegnato. 
La nazione conosceva abbastanza bene il francese per sapere quando scherzava e quando faceva sul serio. E quella volta Francis non stava scherzando ed anche Toscana se ne stava rendendo conto.
- Mes dames e monsieurs, sto per cantarvi una canzone! Una canzone su questa cattedrale...~ - 
La gente che si trovava lì nei dintorni venne richiamata dalla voce del francese, mentre il gruppo lo osservava chi stupito o incredulo e chi con rassegnazione.
Il biondo sorrise ed iniziò a cantare seguendo le note della musica suonata dai musicisti.
(La canzone è "Les cloches de Notre-Dame" del film della Disney "Il gobbo di Notre-Dame" : 
https://www.youtube.com/watch?v=_4kg-V0Cl4E 
N.di DJ_AmuStar)

- Paris se réveille quand les cloches sonnent
Dans les tours de Notre-Dame
Le pêcheur “s’empoissonne”, le mitron “mitronne”
Sous les tours de Notre-Dame..
Le bourdon éclate en mille tonneres
La clochette légère tinte claire
Et l’on dit que c’est l’âme de Paris qui s’enflamme
Quand sonne
Les cloches de Notre-Dame…


Francia cantava e si muoveva avvicinandosi a tutte le persone raggruppate attorno a lui. Raccontò cantando la storia della leggenda riguardante la cattedrale, come fosse un vero cantastorie. Riusciva ad ammaliare le persone in una maniera unica ed era in grado di trasportarle all’interno del suo racconto. Purtroppo non tutti i presenti capivano ciò che lui cantava e narrava in francese, ma solo il suono della sua voce riusciva a mantenere alta la concentrazione della gente su di lui.

- Quand les cloches sonnent, les cloches questionnent 
Dans les tours de Notre-Dame 
L'homme est-il un monstre ou le monstre un homme ? 
Et les cloches sonnent, sonnent, sonnent 
Sonnent, sonnent, sonnent, sonnent 
Sonnent à Notre-Dame!
-

Quando finì di cantare, il francese fece un elegante inchino al suo pubblico, che esordì con  un clamoroso applauso e si complimentò con lui per la sua bravura.
- Merci, merci! - ringraziò Francis mandando alcuni baci a delle ragazze in mezzo alla folla. 
Prese delle rose da un venditore proprio lì vicino a lui , lasciandogli i soldi, e porse ogni rosa ad ognuna delle ragazze che si erano fermate a guardarlo, comprese le signore di una certa età, a cui faceva pure il baciamano per buona educazione. 
Per finire porse una rosa rossa a Toscana e le baciò la mano.
- Pour toi aussi ma cherie~ - le disse facendole l’occhiolino. - La più bella di tutte. - 
- Sei sempre i’ solito Francis. - fece la castana scrollando la testa ma accennando un sorriso. - Tu se’ proprio un caso perso ami(c)ho mio. - 
- Frantza, sei proprio un cascamorto. Scommetto che hai fatto tuttu ganti ghisthu spettacolino per fare colpo su Sara. - fece Sardegna, che cominciava ad avere a noia quando Francis tentava di fare colpo su Toscana, oltretutto nei modi più sbagliati o assurdi. 
- Come hai fatto a capirlo mia cara Francesca? Pensavo che non fosse così evidente! - fece con fare innocente Francia.
- Quello era tutto tranne che poco evidente…ed io te lo posso dire per esperienza. - disse Canada con un fare leggermente infastidito. Solitamente era un tipo piuttosto tranquillo ed il fatto che in quel caso si fosse mostrato leggermente irritato da qualcosa aveva sorpreso coloro che lo conoscevano da più tempo.
Anche il francese ci fece caso, ma nonostante tutto decise di far finta di niente.
- Va bene ammetto che mi sono fatto notare. Ma bando alle ciance, entriamo! - disse poi Francis invitandoli a seguirlo all’interno della cattedrale.
Quando furono dentro Notre-Dame, tutti rimasero di stucco. 
La maestosità della cattedrale si poteva percepire anche al suo interno, grazie agli alti soffitti a volte e alle vetrate altissime, derivanti dallo stile gotico che caratterizzava l’edificio. Le vetrate erano colorate e la luce del sole che tramontava, filtrava da esse illuminando la cattedrale con fasci di luce di mille colori.
Dopo un rapido giro all’interno di Notre-dame, uscirono e sempre attraverso la metropolitana raggiunsero una zona non troppo distante dalla Torre Eiffel. 
Francis li portò a cenare in un lussuoso ristorante, all’interno del quale servivano solamente piatti di alta cucina francese. Tutti mangiarono benissimo, anche se Inghilterra dovette ricevere le battutine da parte di Francia riguardo alla qualità migliore del suo cibo rispetto a quello dell’inglese.
A parte ciò la cena finì in modo abbastanza tranquillo e dopo essere usciti dal ristorante, Francia li condusse lungo la Senna fino ai piedi della Torre Eiffel. Essa era altissima e completamente illuminata da capo a piedi, con luci che dopo un certo tempo cominciavano ad andare a intermittenza, creando uno spettacolo romantico e meraviglioso.
- Alors, chi desidera salire sulla torre per godere di una splendida vista di Paris? - chiese Francis rivolgendosi al resto del gruppo, che intanto ammirava con meraviglia la torre dal suo interno, visto che si trovavano proprio sotto di essa.
- Podemu lassare anche a quest’ora?? Avveru? - domandò Sardegna con fare eccitato.
- Ma non si rischia di cadere cosi al buio aru? - chiese invece preoccupato Cina.
- Se hai paura Cina ti porto in braccio Da~ - fece Russia col suo solito sorriso innocente.
- Uhm…credo che camminerò con le mie gambe aru…- 
- Non vi preoccupate ragazzi, ci sono apposta degli ascensori se non volete fare le scale. - disse Francia per rassicurare i compagni di viaggio.
- Allora che aspettiamo?? Saliamo su questa torre!! - esclamò America a quel punto con grande entusiasmo.
Tutto il gruppo decise di salire sulla Tour Eiffel. Alcuni si fermarono al primo piano, altri fra cui Toscana e Sardegna decisero di andare fino al secondo.
La vista da lassù era spettacolare e si riusciva a vedere tutta la capitale, che di notte sembrava come un mare di luce.
- Uaaah è marabillosu! - disse entusiasta Francesca andando verso la ringhiera e appoggiandovisi sopra. - Parri duttu così majarzu (magico)...-
- Concordo…anche se mi duole dirlo. - fece Arthur avvicinandosi al suo fianco e appoggiandosi anche lui alla ringhiera.
- Oh, sei tu Inghilterra. - fece la sarda voltandosi e notando la presenza dell’inglese, non potendo fare a meno di sorridere. - Oggi è stato un dìe marabillosu non trovi? Ed è finita in una maniera che lo è altrettanto. -
- Ammetto che per essere la capitale di quella Rana francese…Parigi è una bella città…e oggi è stata una giornata divertente a suo modo, a parte alcuni pavoneggiamenti di un certo biondo pomposo. - fece poi scrollando il capo ma accennando un sorriso ironico.
- Ahah effettivamente Francis alle volte parri proprio un pavone vanitoso. Ma poi l’hai visto come ci prova con Toscana? A volte mi da proprio fastidio questo suo atteggiamento. -
- A chi lo dici. -
Ci fu un momento di silenzio fra loro, nel quale continuarono a contemplare il panorama che avevano di fronte.
- Sai…- fece a un certo punto Sardegna. - la città tutta così illuminata…parri in realtà un mari di stelle non trovi? - 
- Già…verrebbe voglia di camminarci sopra vero? - 
- Eeeh sarebbe proprio bello sì ahah. - fece ridendo soavemente e continuando a guardare il panorama con sguardo luminoso.
Inghilterra non potè fare a meno di notare, che in quel momento la sarda avesse un aspetto raggiante e, per la prima volta, pensò a quanto effettivamente Francesca fosse carina con quel sorriso sulle labbra, sfuggente e in qualche modo felicemente infantile.
- A proposito…oggi sarei voluto venire a fare il giro del museo con te, anche se c’era France nel tuo gruppo… - disse sottolineando l’asprezza del tono sull’ultima parte. - Solo che America e Giappone mi hanno letteralmente trascinato con loro. - fece poi con un tono dispiaciuto.
La sarda arrossì lievemente.
- Volevi fare il giro…c-con mi? - chiese titubante non riuscendo ancora a realizzare ciò che il biondo aveva appena detto.
- Well…Yes. Anche perché mi piace molto stare in tua compagnia. - fece accennando un sorriso imbarazzato.
Mentre Inghilterra e Sardegna conversavano, poco distanti da loro si trovavano Toscana e Canada, quest’ultimo trascinato a forza dalla castana fino alla ringhiera.
- Ovvia Mattie, vedi (c)he un è nulla di tragi(c)ho alla fin fine venì alla ringhiera?? Guarda (c)he bello spetta(c)holo ti saresti perso! - fece Sara sorridendo entusiasta e guardando il panorama, rivolgendosi all’amico di fianco a lei.
- B-beh…effettivamente hai u-un po’ ragione…- fece il canadese ancora poco convinto, stringendo convulsamente la ringhiera.
- Ehi Canada sta’ tranquillo! - disse Toscana con un sorriso incoraggiante stampato sulle labbra, mentre poggiava la sua mano su quella del biondo per calmarlo.
Matthew arrossì vistosamente e guardò la toscana. 
- S-sara? - fece il canadese deglutendo ancora rosso in viso.
- Si? Dimmi (C)hanada. - disse la castana voltandosi a guardare il biondo, continuando a sorridere.
- Ecco io…ti dovrei confessare una cosa… vedi io…io…-
Canada divenne rosso come un peperone e il cuore iniziò a battergli come un tamburo nel petto.
- Dai Mattie, dillo e basta. (C)home viene viene. - lo incoraggiò Sara.
Il ragazzo prese un respiro e poi disse ciò che aveva trovato il coraggio di dire a Toscana.
- I like you! - 
Lo disse tutto d’un fiato, chiudendo gli occhi per paura di vedere la reazione della ragazza che aveva di fronte.
Toscana arrossì e continuò a guardarlo con un’espressione sorpresa in volto.
- Io…io ti garbo? - 
Il canadese annuì alla domanda di Toscana, la quale aveva un’espressione dispiaciuta e imbarazzata in volto. Tirò un sospiro e poi mise una mano sulla spalla del biondo.
- Mattie tu sei un ragazzo carino, dorcissimo e dar core d’oro ma…mi dispiace, un posso (c)horrispondè i tu sentimenti…. Vedi, pe’ me te tu sei un carissimo ami(c)ho ma…i’ mi core appartiene a un artro…scusami. - fece dispiaciuta la ragazza.
Il biondo sospirò rassegnato e abbassò lo sguardo con fare triste.
- Non dispiacerti, posso capire…non posso farci niente se sei innamorata di un altro ragazzo…- fece leggermente depresso.
- Dai Matthew un ti deprimè! Vedrai che là fòri c’è già una ragazza (c)he t’aspetta e te magari manco lo sai. Vedrai (c)he la tu anima gemella arriverà quando meno tu te l’aspetti! - disse convinta Toscana cercando di tirare su il morale a Canada.
- Do you think so? - 
- Lo penso sì! - disse la castana sorridendo convinta. - Ora andiamo che quell’altri stanno pe’ scendè. - continuò poi prendendolo per mano.
- Oh? Va…va bene. - disse il biondo a quel punto accennando un sorriso.
Quando tutti furono scesi, si diressero verso l’albergo grazie alla metropolitana. Prima di andare ognuno nella propria stanza si misero d’accordo fra loro per quando incontrarsi la mattina dopo e sulla meta del giorno seguente. Francia propose di andare a visitare la reggia di Versailles, ed il resto del gruppo accettò di buon grado la proposta.
Il giorno dopo si svegliarono tutti di buon mattino e, dopo essersi ritrovati di fronte all’hotel con Francis, si diressero alla metropolitana lì vicina. Raggiunsero il capolinea della loro linea e, usciti dalla metropolitana, andarono a prendere un autobus che li avrebbe portati fino alla reggia senza problemi.
Arrivarono di fronte un’enorme piazza, la quale si estendeva davanti all’immensa reggia di Versailles. 
Entrati al suo interno, tutti i componenti del gruppo rimasero meravigliati dalla sfarzosità del luogo e dalla ricchezza e maestosità che ogni stanza emanava, anche a distanza di secoli.
Dopo aver visitato tutta la reggia, uscirono nell’enorme giardino reale, il quale era una distesa di aiuole fiorite, alte siepi sistemate come fossero tanti piccoli labirinti e numerose fontane, alcune più piccole ed altre enormi e con meravigliosi giochi d’acqua.
- Versailles è proprio stupenda non trovi Sara?? - chiese euforica la sarda mentre continuava a guardare i giochi d’acqua di una delle fontane più grandi del giardino.
- Ammetto (c)he un è poi così malvagia. - fece la toscana sorridendo. - I giochi d’acqua sono veramente stupendi. - 
- Sono contento che ti sia piaciuta Versailles ma cherie! - fece il francese per poi sentire squillare il proprio cellulare.
- Mh? Ma chi è adesso? Glielo avevo detto che ero in vacanza Mon Dieu! - esclamò spazientito il francese per poi rispondere piuttosto scocciato. - Pronto? Oh Émile, cosa succede? As-…aspetta, respira a fondo e ripeti! Qual’ è il problema? -
I ragazzi videro il biondo allontanarsi leggermente ascoltando concitato la persona che gli stava parlando all’altro capo del telefono, finchè ad un certo punto lo sentirono esclamare ad alta voce con un tono sconcertato e incredulo.
- COME NON CI SONO PIU’ MODELLE PER LA SFILATA DELLA GIORNATA DELLA MODA?! - 


.:Angolo delle Autrici:.
DJ_AmuStar: Ehm...salve! ^^'' *saluta da dietro un angolo riparandosi dai pomodori* Ok perdonateci se ci abbiamo messo più di un anno ad aggiornare TTHTT
Biancaluna12: Il problema è che ci ho messo molto ad abbozzare il capitolo (tipo 4/5 mesi, si anch'io ero impegnatissima), e quando l'ho passato a Djamustar per le correzioni lei non poteva dedicarcisi çHç
DJ_AmuStar: Io avevo l'esame di stato e la mia collega e amica l'esame di terza media. v.v'' Poi abbiamo avuto le vacanze di mezzo e...siamo riuscite a aggiornare la Fic solo ora. 
Biancaluna12: Speriamo comunque che abbiate apprezzato il capitolo! ^^ Abbiamo introdotto inoltre, due nuovi personaggi. Canada, che conosciamo tutti, e Corsica uno dei miei tanti OC. :D Se volete saperne di più su di lei, venite a visitare la mia pagina di DeviantArt e la sua BIO.

http://mrscute-chan.deviantart.com/journal/Corsica-s-BIO-ONLY-ITA-516811359
DJ_AmuStar: Nel prossimo capitolo verranno introdotti nuovi personaggi che aiuteranno Francis con il suo problema. Spero che apprezzerete il prossimo capitolo, che speriamo riesca a uscire prima di quanto si speri TuT''
Commentate e dateci un parere!!



 

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Capitolo 5
*** AVVISO ***


Sembra la maledizione del quarto capitolo questa =_='''
Salve a tutti, ci rivediamo dopo tanto tempo. Mi dispiace se purtroppo non abbiamo aggiornato più, ma sono successe tante cose dall'ultimo aggiornamento...
La mia collaboratrice e grande amica Biancaluna12, aveva effettivamente scritto il capitolo nuovo, solo che non lo aveva corretto e terminato in tempo...inoltre il suo computer ha ben pensato di eliminare il file =v=''', e  lei sia per mancanza di voglia (è estremamente pigra) sia per mancanza di tempo, non ha avuto modo di riscriverlo. Inoltre abbiamo perso un po' ispirazione per questa storia. Abbiamo pensato a vari modi per poterla portare a termine (anche continuarla sottoforma di Roleplay, per poi correggerla e pubblicarla). Solo che per ora il progetto è in stallo e non sappiamo se lo continueremo o meno...
Per il momento questa sarà una storia incompleta...ma se un giorno decideremo di finirla, saremo felici di avvertirvi.
Grazie di tutto e scusateci per il disagio procurato.
Spero comunque di rivedervi presto a commentare miei futuri lavori...Infatti dopo tanto tempo di inattività (per mancanza di tempo, voglia e ispirazione per scrivere) penso che ricomincerò la challenge lasciata a metà e inizierò una fanfiction su Haikyuu. Ho avuto una sottospecie di illuminazione al riguardo, quindi probabilmente mi troverete in quel reparto. 
Se mai dovessi scrivere altre cose, probabilmente cercherò di fare One shot o cose brevi...
A presto, DjAmuStar

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