Ecco la terza copertina. Spero vi piaccia !
Buona lettura
Una seconda possibilità
capitolo 4- Vecchie emozioni.
La mattina
seguente frastornato andai a scuola e la vidi. Nella sua totale bellezza
camminava inseguita da qualche altro ragazzino che le parlava
timidamente. La guardai ridere e scherzare con quelli che erano i suoi
amici. Ogni tanto arrossiva e si guardava le mani altre volte invece
rideva come una pazza. Guardai uno striscione che era appeso sulla
soglia del portone della scuola. “Grande ballo primaverile eleggete il
re e la reginetta di primavera ! ”. Mi fermai sotto quello striscione
con sguardo malinconico. Flash di un ballo. Lei bellissima, che
timidamente faceva attenzione a non cadere o farsi male. Si muoveva
lentamente condizionata da una gamba ingessata. Un ondata devastante mi
prese in pieno. Il suo profumo più forte che mai mi travolse come un
carro armato. Mi voltai e la vidi al mio fianco fissare con la fronte
corrugata quella grande scritta. Rivolsi anch’io uno sguardo schifato
allo striscione.
- Non
piacciono manco a te i balli ne Cullen ? – chiese continuando a guardare
quello striscione.
-Già –
sussurrai senza staccare lo sguardo da quel pezzo di carta. Ci voltammo
fissandoci e guardai con desiderio quei grandi occhi nocciola così
profondi e pieni di tristezza e di eterna domanda. Sembrava che qualcosa
le divorasse l’anima sembrava che stesse soffrendo. A differenza di come
pensavo non mi stavo ritrovando a credere l’opposto. Quegli occhi erano
come quelli della mia Bella quando sofferente mi rifiutò.
- Quindi che
fai non ci vai ? – chiese ma io non le risposi. Nella mia testa
continuavano maratone di flash. Io e lei. Lei ed io. Contava solo questo
anni fa.
- Edward ? –
chiese chiamandomi. Mi riscossi dai miei pensieri malinconici e dopo
quattrocento anni sfoggiai il mio sorriso sghembo. Lei mi guardò
accigliata. Come diceva lei le abbagliavo tutte. Compresa lei.
- scusami –
iniziai. – non ti ho sentita ero in soprappensiero. Dicevi ? – lei dopo
pochi secondi si riscosse.
- Chiedevo se
tu ci andavi – disse guardandosi le mani mentre il suo lieve rossore le
coloriva le gote.
- Io no e tu ?
– dissi sospirando.
-
Assolutamente no – disse con uno sguardo terrorizzato.
- Problemi con
l’equilibrio ? – azzardai e lei annuì timidamente.
- e tu ? –
disse – Perché non ci vai – balbettai qualche secondo. Cosa le dovevo
dire. Non ci vado perché quel ballo mi ricorda la ragazza che amavo
quattrocento anni fa ?
- non ho
nessuna con cui andarci…- dissi non curante della sua reazione. La
campanella suonò e andammo via. Lei in un aula io in un'altra.
Le ore
passarono lunghe e noiose.
Suonò la
campanella e tutti gli studenti andarono verso la mensa ma io uscii.
Andai verso la mia Volvo accanto alla quale era parcheggiato un Pick-up.
Dentro c’era lei con occhi chiusi che ascoltava Claire de lune.
Era una canzone che oramai non doveva manco esistere come era possibile
che lei ce la avesse ?. Mi meravigliai.
Lei aprì gli
occhi terrorizzata e spense la radio. Mi guardava a occhi spalancati
rigida e ferma come una statua.
“magari ce la
avevo io nelle orecchie e mi è sembrato di sentirla” mi convinsi che
quella era una mia sensazione. Cosa normale da un po’ di tempo tutto
quadrava perfettamente, troppo perfettamente. Aprii la portiera del
suo ferro vecchio e lei si rilassò.
- Posso ? –
chiesi e dopo che lei annuì mi sedetti nel posto a fianco a lei.
- Ciao Edward.
Come mai non sei in mensa ?- chiese sorridendo.
- sono a
dieta- dissi con ironia ma quella che mi sorprese fu la sua risposta.
-vegetariano ?
– insinuò con un sorriso malizioso. Se fino a qualche giorno fa
sembrasse che voleva nascondere qualcosa ora sembrava che volesse
indurmi a capire.
- si- dissi
perplesso quella ragazza era una sorpresa continua.
- Allora
Edward cosa fai sabato sera ? – chiese rilassandosi sul sedile della sua
auto.
- Mah niente
di che e tu ? – dissi rilassandomi anch’io e poggiando la testa al
sedile voltandomi verso di lei. Anche lei si voltò verso di me.
Lentamente ci avvicinammo. Lentamente con cautela ci muovevamo di
millimetri.
- non so –
soffiò e il suo profumo il suo respiro si sentì sulle mie labbra oramai
poco distanti dalle sue. Eravamo in bilico. Se ci sporgevamo di più
qualcuno sarebbe caduto. Lei audace poggiò una mano sul sedile
aiutandosi per non cadere e continuò ad avvicinarsi verso di me. Le
nostre labbra si sfiorarono impercettibilmente e un brivido ci percorse
la schiena. L’aria era elettrica e la situazione era perfetta. Chiudemmo
gli occhi e le nostre labbra si unirono quasi . Mancava poco per
baciarci e la voce di un folletto-vampiro, alias Alice, risuonò
facendoci scattare.
- Oh scusate –
disse mortificata e i suoi pensieri mi sorpresero. Piccola folletta
pervertita !
- ciao Bella –
dissi scendendo seguendo Alice.
- Ciao Edward
è stato un piacere parlare con te. - disse con un sorriso malizioso. La
guardai per un secondo e poi uscii e seguii Alice.
- E bravo Eddy
– disse Emmett sfondandomi una spalla con una pacca un po’ troppo forte.
- Sai che odio
essere chiamato Eddy – dissi fulminandolo con lo sguardo.
La campanella
suonò e tornammo in aula Emmett non mi mollò manco un secondo continuava
a ironizzare sul fatto che io e Bella ci davamo dentro. Finirono le
ultime ore scolastiche e andammo tutti verso la mia volvo. Seguii con lo
sguardo Bella che scocciata saliva sul Pick-up sbattendo la portiera e a
tutta velocità sgommava via dal parcheggio. Arrivammo a casa e insieme
decidemmo di cacciare oramai era ora. Non ci allontanammo tanto
rimanemmo in zona. All’imboccata del bosco ci separammo e ognuno cercò
le proprie prede. Corsi affinando l’olfatto. Mi concentravo sugli odori
e uno mi colpì particolarmente. Non era il suo ma sapeva di lei.
Vidi un ombra fulminea passare per poi scomparire. Preso dai sensi non
mi concentrai su di lei e mi avventai sulle mie prede.
Così il
giovedì passò. Dopo aver finito di cacciare tornammo a casa dove facemmo
i nostri svaghi di routine.
Il venerdì
mattina andammo a scuola e come al solito era una giornata nuvolosa. Se
il giorno prima la scuola era già tappezzata di volantini e striscioni
del ballo quel giorno lo era ancora di più.
Entrai
nell’aula di biologia dove lei scarabocchiava su un quaderno
distrattamente. Come il professore entrò lei si irrigidì.
- Professore ?
– chiamò con voce tremante e roca.
- si Swan ? –
rispose il professore concentrando la sua attenzione su di lei.
- posso uscire
non sto bene – disse abbassando lo sguardo. Il professore annuì e lei
uscì. Poi il professore prese una scatola e depose dei kit per scoprire
il proprio gruppo sanguigno. Non mi accorsi prima dai pensieri del
professore il programma di quella giornata. Ero troppo preso da lei.
- Professore ?
– chiamai anch’io.
- Dimmi Cullen
– disse senza smettere di distribuire i kit.
- posso uscire
? – chiesi deglutendo fortemente.
- perché ? –
chiese a rimando il professore.
- sono debole
al sangue signore – dissi pregando che mi lasciasse uscire prima di fare
una strage.
- vai pure. –
disse e io corsi normalmente fuori.
Uscii fuori e
trovai Bella seduta con le ginocchia strette al petto contro la parete.
-Bella ? – La
chiamai lentamente avvicinandomi con cautela.
-Che c’è ? –
chiese lei senza alzare il capo.
- tutto bene ?
– dissi ridendo appena era buffa messa così.
- si … - disse
semplicemente. Poi alzò il viso quando mi sedetti accanto a lei. Le
sorrisi e lei a me di rimando. Poggiò la testa al muro sospirando, e io
la guardai curioso.
- dimmi a cosa
pensi – dissi guardandola mentre chiudeva gli occhi persa nel suo mondo.
Sorrise
lievemente.
- al ballo –
disse riaprendo gli occhi e riabbassando il viso e voltandosi verso di
me. Ora i nostri visi erano di nuovo a qualche spanna di distanza.
- ah si ? –
dissi io con tono interrogativo continuando a sorriderle.
- ah si –
ripetè lei con tono affermativo.- pensavo a tutte le cadute che ci
prenderei- continuò sghignazzando.
- non è detto
sai ? – le soffiai a pochi centimetri dal viso.
- uhm ? –
mugugnò lei.
- con un
cavaliere come me non cadresti mai. Non ti lascerei mai cadere. – le
dissi sfoggiando il mio sorriso sghembo.
- cos’è questo
un invito Cullen ? – chiese avvicinandosi poco giusto per essere
vicinissima alle mie labbra.
- può darsi –
risposi ridendo appena. Poi quella distanza si separò per mia
iniziativa. Non capivo cosa mi stesse succedendo. In quattrocento anni
nessuna mi aveva mai presa come mi prendeva la mia Bella. Questa
ragazzina accanto a me invece suscitava le stesse emozioni che provavo
allora.
Ci staccammo a
malavoglia entrambi.
- Allora
accetti il mio invito ? – le dissi sorridendole.
- Basta che
non mi fai cadere. – disse sospirando con un sorriso steso sulle labbra.
- te lo giuro
– risposi e così sigillammo quelle parole con un piccolo bacio a stampo.
Oddea ! Quante
recensioni me lusingata. Siete delle lettrici fantastiche davvero.
Vi ringrazio di cuore e mi raccomando continuate a recensire per la mia
felicità !
Grazie in
particolare a :
Only_a_Illusion,
Matydreamer,
Algin91,
Momob,
_Sefiri_,
Pazzerella_92,
Bells87,
Piper__73.
Per aver recensito
E grazie a :
1 - aLbICoCCaCiDa
2 -
CAMiL92
3 -
hitomi
4 -
Jayne
5 -
kiki91
6 -
lady_melody
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memi16
8 -
Meticcia
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RBAA
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Sammy Cullen
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scheggia94
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Zenity
Per aver messo la
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