Una seconda possibilità

di Mew_Chicca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1.- Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2.- I primi sospetti ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3.- Confusione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4.- Vecchie emozioni ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5.- Il ballo ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6.- Finalmente la dolorosa verià... ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7.- L'ora di agire ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1.- Prologo ***


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Una seconda possibilità

capitolo 1 - Prologo. Tutto iniziò così...

FlashBack

-No Edward. Mi hai abbandonata tre anni fa dicendomi che era meglio che vivessi la mia vita da umana

e ora che finalmente ci sono riuscita, ora che non soffro più per te dovrei abbandonare tutto questo,

tutto quello che ho e che mi sono costruita perché a te è venuta voglia di riavermi ?

Non sono un giocattolo Edward. Non puoi prendermi e lasciarmi come ti pare. È finita questa volta, davvero.

Non l’avevo mai vista così dura. Soffriva anche lei nel dire quelle parole ma aveva ragione.

Chi ero io per distruggerle la vita che si era costruita ?

Così dicendo mi lasciò di sasso spezzando il mio cuore di pietra che solo vedendola era ritornato a battere .

Corsi lontano senza una meta lasciandola vivere la propria vita…

Fine FlashBack.

Sbuffai sentendo i pensieri degli adolescenti eccitati.

Guardai Alice esasperato mentre a braccia conserte mi rilassai sulla sedia. L’ennesimo pensiero di un ragazzino eccitato per l’arrivo della nuova alunna mi sfiorò la mente.

Mi sembrava di ritornare a quattrocento anni fa. Quando la mia magnifica Bella fece il suo ingresso alla scuola di Forks e facendomi perdere la testa per lei in poco tempo. La campanella suonò rimbombando per i corridoi e per la mensa della scuola richiamando tutti gli alunni all'ordine nella propria classe. Piano piano la mensa si svuotò e i corridoi si riempirono per poi diventare vuoti anche quelli.

Entrai nell’aula di biologia e mi accomodai al tavolo per gli esperimenti solo come lo ero da molto, moltissimo tempo. Presi libri e quaderni mettendoli sparpagliati sul banco doppio occupandolo tutto.

Una ragazzina esile dalla pelle bianca e i capelli scuri che le incorniciavano il viso pallido a forma di cuore entrò nell’aula facendomi sussultare.

Era incredibilmente uguale a lei. Lei che da quattrocento anni non aveva più un nome.

- Ragazzi voglio presentarvi una nuova alunna che da oggi frequenterà la nostra classe. Lei è Isabella Swan è arrivata da poco da Phoenix quindi mi raccomando trattatela bene.- Il professore presentò la ragazza alla classe e le sue guance si tinsero di un lieve rossore poi si fissò le mani imbarazzata e rivolse piccole timide occhiate alla classe.

Sussultai sentendo il suo nome quel nome che non sentivo da anni. Erano passati 400 anni da quando l'avevo persa e non riuscivo a credere ai miei occhi quando con le sue guance tinte di un lieve rossore venne presentata dal professore alla classe come nuova alunna Il professore le firmò il foglio e le indicò dove sedersi. Al mio fianco. Lei goffamente si diresse verso il banco dove ero seduto io e si accomodò vicino a me.

I miei occhi si fecero scuri e il veleno mi inondò la bocca. Quel profumo, quell’odore che non avrei mai dimenticato eccolo là fresco e dissetante. Era il suo ne ero certo. Chi era quella ragazza ? Perché era cosi impressionabilmente uguale alla mia Bella? Assurdo. Scossi lievemente la testa e mi concentrai sulla lezione. Mi allontanai rifugiandomi al bordo della sedia più in la possibile per evitare che commettessi una strage non avevo un richiamo del sangue così forte da decenni e ora non sapevo più come comportarmi. Il suo sangue cantava per me come fece quello della mia Bella quattrocento anni fa. Lei lasciò cedere i suoi capelli dalla spalla come per separare il suo viso dal mio. Era tutto un deja-vù. La sfortuna si abbatté su di me. Il professore infatti ci fece fare un esperimento in cui io e la sosia della mia amata dovevamo collaborare.

Timidamente si voltò verso di me e io le sorrisi. Lei arrossì di botto e di certo non mi facilitò le cose dovetti esercitare un autocontrollo tale che poteva risultare impossibile.

- Piacere io sono Edward Cullen.- mi presentai cordialmente con la voce roca per via della sete che mi grattava la gola.

- Isabella Swan piacere mio – sussultai nuovamente. – Ma chiamami Bella preferisco- assurdo, incredibile totalmente impossibile. Quella era lei ne ero certo. Quella voce, quella timidezza quella goffaggine, quel profumo. Stavo impazzendo dovevo smettere di pensare mi dovevo concentrare sull’esperimento. Quel giorno la sorte voleva che io impazzissi. L’esperimento che dovevamo fare era proprio quello che facemmo io e la mia bella la prima volta assieme. Dovevamo separare ed etichettare epitelio di cipolla in base alla fase di mitosi in cui si trovavano. Avevamo venti minuti ed ovviamente non potevamo usare i libri.

- Iniziate pure – disse il professore.

- Vuoi che inizi io ? – chiesi io vedendola leggermente sgomentata.

- Come preferisci – rispose lei cordiale evitando il mio sguardo.

- Faccio io dai – disse prendendo il telescopio visto che nessuno che dei due si decideva. Lentamente sistemò il primo vetrino sotto il microscopio e dopo averlo mosso un po’ espresse la sua analisi.

- Profase.- sorrise e in quel momento provai a leggere nella sua mente per la prima volta ma ci vidi il vuoto. “ non di nuovo” pensai scioccato.

- Ti dispiace se do un occhiata ? – chiesi cordialmente prendendo il telescopio.

- Fai pure – disse lei timidamente spingendo verso di me l’oggetto in questione.

- Profase- concordai scrivendolo con la mia calligrafia perfetta sul foglio.

Il secondo lo analizzai io per primo e mormorai

- Anafase- andandolo subito a scrivere sul foglio ne ero certo.

- Posso ? – chiese allungando una mano verso di me per prendere il telescopio e io glie lo porsi.

- Numero tre ? – chiese e io le passai il vetrino che cadde sul tavolo quando ci fu contatto fra le mie mani gelate e le sue calde.

- Cullen, Swan ! – esclamò il professore. – Attenti con i vetrini, abbiamo solo questi- ci rimproverò irritato.

Dopo aver chinato lievemente la testa riprese il vetrino e lo analizzò con cura.

- Interfase – disse e mi passò il telescopio prima che io potessi chiederglielo.

Concordai e scrissi quello che aveva detto sul foglio.

Terminammo molto prima degli altri che tentavano in tutti i modi di copiare dal libro.

Il professore si ci avvicinò e dopo aver letto tutti i risultati ovviamente esatti disse.

- Cullen perché non hai fatto analizzare nulla a Isabella- disse furioso guardandomi severo.

- Guardi professore che bella ha trovato ben tre risultati su cinque.- il professore mi guardò torvo e poi rivolse uno sguardo alla mia collega.

- è vero Isabella ? – chiese dubitando.

- si – mormorò timida.

- frequentavi il corso avanzato a Phoenix ? – chiese ancora dubbioso.

Lei non rispose si limitò ad annuire timidamente e il professore si allontanò borbottando qualcosa.

Aprirono le finestre per il caldo e un ondata del suo profumo mi travolse come un carro armato. Mi irrigidii e smisi di respirare. Dopo poco tempo suonò la campanella e lei sparì.

Andai verso la mensa dove incontrai i miei fratelli.

- tutto bene Edward ? – chiese Alice timorosa.

- l’ho rivista- mormorai sconvolto e lei altrettanto spalancò gli occhi sorpresa.

- Edward so che ti manca…ma- iniziò mortificata.

- Alice! – la rimproverai. – mi manca certo ma non sono pazzo- dissi irritato anche se aveva lasciato la frase in sospeso sapevo cosa stesse pensando glie lo lessi. Pensava che tutto quello accaduto stamattina fosse frutto della mia immaginazione. Si dovette ricredere quando seguita da una ragazza di nome Jessica la sosia del mio amore fece il suo ingresso nella mensa.

- che diavolo sta succedendo- mormorò allibito Emmett.

- non lo so – mormorai. – so solo che quella è lei, ne sono certo- deciso di scoprire la verità uscii dalla mensa con i miei fratelli. Dovevo parlare con Carlisle.

Eccomi con una nuova storia che ve ne pare ? Spero che vi piaccia e mi raccomando recensite !

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Capitolo 2
*** Capitolo 2.- I primi sospetti ***


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Ho deciso di mettere in ogni capitolo una mini copertina fatta da me. Spero vi piaccia !

Una seconda possibilità

capitolo 2- Primi sospetti.

Arrivammo a casa dove impazienti attendemmo il ritorno del capofamiglia.

Vedendoci turbati Esme da brava madre ci chiese cosa fosse successo e io incapace di ripensare a lei me ne andai sbattendo la porta della mia stanza fortunatamente non con “forza”. Sentii i pensieri di Esme sconcertati quando Alice le disse di aver visto Bella a scuola ed era sicura che fosse lei per via dell’odore. Sentii dei passi e la mia porta si aprì cautamente e il viso del folletto spuntò dalla porta. – Edward- sussurrò dolcemente vedendomi steso sul divano di pelle nera con Claire de lune ad alto volume.

- che c’è – sbottai irritato. Alice si avvicinò sedendosi sul bordo del divano mentre io mi alzai sedendomi a fianco a lei.

- Non preoccuparti – mi disse tranquilla.

- come faccio – dissi portandomi le mani al viso. Ero distrutto e lo sapevano anche se a differenza di me non sapevano leggermi nella mente. Si vedeva ero diventato introverso e “morto dentro”.

- L’ho visto – mormorò facendo le spallucce e i miei occhi si illuminarono sulla mia espressione angosciata.

- Cosa hai visto alice dimmi cosa ti prego – supplicai Alice. La speranza si accese sul mio volto.

- Vi ho visti insieme – disse. – ti ho rivisto vivo – concluse prima di andarsene facendomi una carezza affettuosa sul viso e lasciandomi solo con le mie riflessioni. Ero frustato. E se avessi tentato di sostituirla ? Io non volevo, non dovevo sostituirla glie l’ho giurato. Calarono le prime ore della sera e tutti attendevamo Carlisle. Eravamo tutti seduti nel salotto. Alice e Jasper erano seduti sui primi gradini della scala e Jasper cingeva le spalle di Alice con un braccio mentre lei poggiava la sua testa sulla spalla di lui. Rosalie era appoggiata alla parete con Emmet vicino. Io ero sulla poltrona mentre Esme era sul divanetto a due posti. Il silenzio che regnava veniva interrotto regolarmente dal ticchettio snervate dell’orologio e ogni tanto da qualche sbuffo o sospiro. Un rumore di chiavi precedette l’apertura della porta e Carlisle entrò. Tutti noi ci irrigidimmo lo fissammo in silenzio e lui ci guardò sbigottito.

- Che succede ? – chiese guardandoci da capo a piedi. Esme fece segno a suo marito di sedersi accanto a lei e lui l’assecondò. Dopo essersi sfilato l’impermeabile bagnato raggiunse la donna sul divanetto e ci guardò tutti.

- Allora ragazzi che succede – chiese in suggestione. Avevamo tutti facce sconvolte e nessuno parlava.

- beh… - provò a iniziare Alice ma lasciò perdere. Spiegare una cosa del genere era pressoché impossibile.

- e che – Tentò Emmett ma anche lui si zittì poco dopo. Ero certo che ne Rosalie ne Jasper avrebbero parlato quindi decisi di provare io.

- Oggi a scuola – deglutii dire ciò che stavo per dire era faticoso per me. Carlisle concentrò la sua attenzione su di me e lessi nella sua mente la sua preoccupazione.

- è arrivata una nuova ragazza – dissi a capo chino e deglutendo di continuo.

Carlisle si rilassò poggiando la schiena al divano e stringendo la mano della moglie. Non riuscii ad andare avanti e Carlisle si spazientì. Aveva capito che era una questione da non sottovalutare ed era teso quanto preoccupato.

- che è successo a scuola ragazzi vi prego ditemi – ci chiese nostro padre.

- quella ragazza è Bella diamine l’odore è quello ! – sbraitò Emmett. Non riusciva a capacitarsi manco lui di quella situazione. Lui come Alice era molto affezionato a Bella e perderla per poi rivederla era stato anche per lui un brutto colpo.

- c..cosa ? – balbettò incredulo Carlisle. – Ragazzi Bella è morta. Non è diventata un vampiro e non..- iniziò Carlisle.

- Lo so dannazione – dissi io furioso. Avevo sofferto troppo per la sua perdita e non mi è mai passata. Rivederla la sotto i miei occhi Bella da impazzire con le gote rosse mi sembrava un sogno.

- Edward, tesoro calmati- provò Esme ma la mia ira non si placò.

- Voi non capite era lei ! era lei ! – urlai contro i miei genitori per convincerli ma non li convinsi . Abbassarono il capo dispiaciuti e preoccupati per me. Si creò silenzio e suono il campanello.

- vado io – dissi ancora furioso e aprendo la porta mi trovai davanti la creatura più bella al mondo. Per un momento mi parve leggermente diversa. Non mi parve di sentire quel profumo e i lineamenti mi sembravano troppo perfetti ma subito fui ammaliato dalla sua bellezza e quei pensieri scomparirono magicamente.

- Ciao Edward.- disse sorridendomi appena. Il suo profumo che non avevo avvertito all’inizio mi riempì i polmoni e i miei occhi si fecero neri.

- Ciao – dissi sorpreso dalla visita. Ora tutto quello che avevo pesato all’inizio era svanito ora pensavo tutto il contrario

- Edwardi chi…- le parole morirono in bocca a mio padre che vedendo bella sussurrò “o mio dio” impercettibile per le sue orecchie ma è proprio questo che mi sorprese lo aveva sentito.

- Cosa oh mio dio ? – chiese curiosa. Era impossibile era un sussurro udibile solo da orecchie con il senso sviluppato come il nostro un umana non l’avrebbe mai sentito.

- Edward ci sei ? – chiese e io mi ripresi dal mio stato di trance.

- si scusami.- mi scusai frettolosamente e tornai a guardare la sua pelle banca. Un pensiero mi sfiorò la mente “ troppo bianca” ma subito contro la mia volontà mi convinsi del contrario.

- in classe avevi lasciato questo – disse e mi porse il quaderno di biologia.

- ah grazie mille – le dissi fissando la copertina del quaderno.

- di nulla. Beh è tardi Ciao Edward. Salve signor Cullen. – e così dicendo se ne andò con passo leggiadro sembrava che danzasse.

Mi riscossi e guardai Carlisle .

- Ora mi credi ? – gli chiesi e lui

-si.- disse sconvolto.

- Edward non ti sembrava diversa ? – chiese Rosalie. La guardai scettico.

- Era fin troppo perfetta – continuò poco convinta.

- Già e il suo profumo l’ho sentito dopo pochi istanti di solito noi vampiri lo sentiamo subito.- disse Alice sospettosa.

Avevano intuito qualcosa che io non avevo colto, o che non volevo cogliere.

- Sarà una nostra impressione – disse Jasper placando il mio animo turbolento e subito mi sentii calmo e rilassato.

- Tesoro ?! – disse Esme chiamando mio padre.

- Si ? – rispose guardandola.

- Ho paura per lui. – disse poggiando il volto al petto del marito.

- Tranquilla. – la rassicurò lui.- Scopriremo chi è quella ragazza – queste furono le ultime parole che udii in casa Cullen prima di uscire dalla finestra per fare una visita a un vecchio luogo in cui non mettevo piede da quattrocento lunghissimi anni

Grazie a :

Only_a_Illusion,

bells87,

pazzerella_92,

becky cullen,

Jayne,

sunsunset,

algin91

Sono strstrastrastrastrafelicissima che vi sia piaciuta e spero altrettanto che vi piaccia questo nuovo capitolo. Se non chiedo troppo esprimete pure un parere sulla copertina a inizio pagina. Grazie mille siete delle lettrici magnifiche. Mi raccomando recensite ! Al prossimo capitolo, baci Chicca.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3.- Confusione ***


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Ecco la seconda copertina. Spero vi piaccia ! Buona lettura

Una seconda possibilità

capitolo 2-Confusione

Saltai giù dalla finestra e corsi veloce come il vento fino alla vecchia casa Swan oramai logora. Ma dentro a differenza di come pensavo era ben conciata. Le pareti ben tinte i mobili nuovi. Salii su un albero quello fuori alla sua finestra quella dove mi intrufolavo sempre ogni notte. Misi un piede avanti avvicinandomi alla sua finestra ma quando si aprì la porta andai veloce indietro tornando indietro. Si fece un leggero scricchiolio al mio passaggio e lei girò la testa di scatto vedendomi. Sorrise e tornò ad agitarsi i capelli con la asciugamano e tante goccioline volavano via.

“troppo bianca”

“no…ha un colorito roseo”

“era impossibile udire il mio movimento”

“no era possibilissimo anche per orecchie umane.”

“lei non è lei”

“lei è lei”

“sono confuso”

“no non sono confuso”

Non appena pensavo qualcosa che potesse indurmi a capire chi fosse mi ritrovavo a pensare il contrario. Non ero più in grado a fare un pensiero stabile su di lei. Come pensavo qualcosa mi ritrovavo a pensarne l’opposto. Provai a entrare nella sua mente e udii solo una parola poi sentii quel ronzio abituale, quando stavo con la mia bella. Nella sua mente udii solo “stolto” ma poi la sua mente si era chiusa. Spense la luce e uscì dalla stanza con dei panni in mano. Entrai nella stanza e incominciai a perlustrarla. C’era qualcosa di lei che non mi convinceva ma quando lei era nei paraggi tutto quadrava perfettamente. La porta si aprì di scatto e non ebbi manco la prontezza di andarmene perché aveva un suo braccio stretto intorno al mio collo e con l’altro braccio mi teneva il braccio sinistro bloccato mentre il mio destro era sul suo braccio intento a liberarmi il collo da quella morsa infernale. Mi lasciò andare non appena vidi che ero io.

- Edward ! – esclamò sorpresa accendendo la luce. Portai una mano a massaggiarmi il collo e lei si morse il labbro mortificata.

- scusami – dissi tentando di trovare una scusa. La vidi arrossire lievemente mentre si portava una mano alla nuca in imbarazzo. La stavo fissando e manco me ne accorgevo. Aveva dei blue jeans e sopra una semplice canottiera bianca che aderiva al suo corpo bagnato.

- ed … - mi chiamò flebilmente e io mi riscossi.

- scusami – dissi ancora.

- smettila di scusarti è tutto a posto ! – disse ridendo e si mise una vestaglia azzurra addosso.

- ecco così evitiamo … - insinuò ridendo ancora.

- scusami – continuai a scusarmi e non seppi manco il perché.

- Edward smettila non c’è problema davvero è tutto a posto smettila di scusarti – mi disse sorridendo appena.

- scommetto che vorrai sapere come ho fatto ad entrare vero ? – dissi sospirando.

- no – disse semplicemente e io alzai la testa di scatto.

- c..come ? – balbettai incredulo.

- Edward so cosa sei … - iniziò lasciandomi di sasso. Mi agitai internamente. Lei sapeva.

- c..osa …? – balbettai ancora quella ragazza era una sorpresa continua.

- so che sei un vampiro – disse facendo le spallucce. Se fosse stato possibile sarei svenuto. Mi sedetti sul suo letto fissando il vuoto.

- come lo sai ? – mormorai stupito.

- a La Push girano ancora le leggende…- iniziò incerta.

- so di voi e i licantropi so tutto e l’ho sempre saputo Edward- spiegò con un filo di voce e anche tremante.

Mi guardò storto quando mi voltai e le chiesi – Chi sei Isabella Swan ? – ma poi si sciolse in una risata cristallina e mi rispose semplicemente – non lo so-. Poi sentii solo un suo sospiro e la vidi avanzare verso di me ad occhi chiusi. Poi involontariamente chiusi gli occhi. Io non lo volevo ma lo facevo e mi sentii sollevare. Poi sentii tanti rumori e avvertii tanti movimenti fino a quando non mi sentii tutto fermo sotto di me. Aprii gli occhi e mi vidi steso sopra al mio divano in pelle nera e mia alzai a sedere. Ripensai a tutto quello successo quella sera. E uscii dalla porta.

- Ragazzi ! – urlai sbracciandomi. Ero arrivato ad una conclusione. – Andate tutti in salotto Bella è … - poi ci fu in nero per un secondo.

Rosalie stava passando per il corridoio.

- Rose ?! – la chiamai e lei curiosa si avvicinò a me.

- Dimmi Edward… - venne verso di me posizionandosi di fronte e mi guardava.

- Ricordi perché sto scendendo verso il salotto ? – chiesi inarcando un sopracciglio e lei mi guardò storto.

- Un vampiro smemorato questa è bella ! – urlò scendendo verso il salotto.

Vidi Esme salire e scendere con i cataloghi di mobili e scalette di colore come sempre. Emmett intento a sfidarsi con Jasper, Alice che guardava rivista di moda con Rosalie.

-Ragazzi – li chiamai allarmato

Tutti si fermarono. Esme chiuse una telefonata Emmett e Jasper finirono di spingersi e Alice e Rosalie termirarono il loro chiacchiericcio. Tutti mi fissavano ero troppo…terso, confuso.

- Edward ? – sussurrò Carlisle preoccupato.

- cosa ho fatto stasera ? – chiesi confuso e disorientato.

- Hai lottato con Emmett e Jasper e poi hai suonato un po’ e ascoltato Debussy come al solito. – disse mia madre. – Sicuro di star bene ? – chiese preoccupata.

Agitai il capo e tornai in camera mia dove trovai una impronta di fango. Non ricordavo nulla ma ero certo che non avevo ne suonato ne ascoltato Debussy e nemmeno lottato con i miei fratelli. Qualcosa non quadrava e mi promisi di scoprire cosa.

Grazie a :

Only_a_Illusion,

momob,

bells87,

_Sefiri_,

_TinA_,

pazzerella_92,

becky cullen,

Piper__73,

Sono strstrastrastrastrafelicissima che vi sia piaciuta e spero altrettanto che vi piaccia questo nuovo capitolo. Grazie mille siete delle lettrici magnifiche. Mi raccomando recensite ! Al prossimo capitolo, baci Chicca.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4.- Vecchie emozioni ***


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Ecco la terza copertina. Spero vi piaccia ! Buona lettura

Una seconda possibilità

capitolo 4- Vecchie emozioni.

La mattina seguente frastornato andai a scuola e la vidi. Nella sua totale bellezza camminava inseguita da qualche altro ragazzino che le parlava timidamente. La guardai ridere e scherzare con quelli che erano i suoi amici. Ogni tanto arrossiva e si guardava le mani altre volte invece rideva come una pazza. Guardai uno striscione che era appeso sulla soglia del portone della scuola. “Grande ballo primaverile eleggete il re e la reginetta di primavera ! ”. Mi fermai sotto quello striscione con sguardo malinconico. Flash di un ballo. Lei bellissima, che timidamente faceva attenzione a non cadere o farsi male. Si muoveva lentamente condizionata da una gamba ingessata. Un ondata devastante mi prese in pieno. Il suo profumo più forte che mai mi travolse come un carro armato. Mi voltai e la vidi al mio fianco fissare con la fronte corrugata quella grande scritta. Rivolsi anch’io uno sguardo schifato allo striscione.

- Non piacciono manco a te i balli ne Cullen ? – chiese continuando a guardare quello striscione.

-Già – sussurrai senza staccare lo sguardo da quel pezzo di carta. Ci voltammo fissandoci e guardai con desiderio quei grandi occhi nocciola così profondi e pieni di tristezza e di eterna domanda. Sembrava che qualcosa le divorasse l’anima sembrava che stesse soffrendo. A differenza di come pensavo non mi stavo ritrovando a credere l’opposto. Quegli occhi erano come quelli della mia Bella quando sofferente mi rifiutò.

- Quindi che fai non ci vai ? – chiese ma io non le risposi. Nella mia testa continuavano maratone di flash. Io e lei. Lei ed io. Contava solo questo anni fa.

- Edward ? – chiese chiamandomi. Mi riscossi dai miei pensieri malinconici e dopo quattrocento anni sfoggiai il mio sorriso sghembo. Lei mi guardò accigliata. Come diceva lei le abbagliavo tutte. Compresa lei.

- scusami – iniziai. – non ti ho sentita ero in soprappensiero. Dicevi ? – lei dopo pochi secondi si riscosse.

- Chiedevo se tu ci andavi – disse guardandosi le mani mentre il suo lieve rossore le coloriva le gote.

- Io no e tu ? – dissi sospirando.

- Assolutamente no – disse con uno sguardo terrorizzato.

- Problemi con l’equilibrio ? – azzardai e lei annuì timidamente.

- e tu ? – disse – Perché non ci vai – balbettai qualche secondo. Cosa le dovevo dire. Non ci vado perché quel ballo mi ricorda la ragazza che amavo quattrocento anni fa ?

- non ho nessuna con cui andarci…- dissi non curante della sua reazione. La campanella suonò e andammo via. Lei in un aula io in un'altra.

Le ore passarono lunghe e noiose.

Suonò la campanella e tutti gli studenti andarono verso la mensa ma io uscii. Andai verso la mia Volvo accanto alla quale era parcheggiato un Pick-up. Dentro c’era lei con occhi chiusi che ascoltava Claire de lune. Era una canzone che oramai non doveva manco esistere come era possibile che lei ce la avesse ?. Mi meravigliai.

Lei aprì gli occhi terrorizzata e spense la radio. Mi guardava a occhi spalancati rigida e ferma come una statua.

“magari ce la avevo io nelle orecchie e mi è sembrato di sentirla” mi convinsi che quella era una mia sensazione. Cosa normale da un po’ di tempo tutto quadrava perfettamente, troppo perfettamente. Aprii la portiera del suo ferro vecchio e lei si rilassò.

- Posso ? – chiesi e dopo che lei annuì mi sedetti nel posto a fianco a lei.

- Ciao Edward. Come mai non sei in mensa ?- chiese sorridendo.

- sono a dieta- dissi con ironia ma quella che mi sorprese fu la sua risposta.

-vegetariano ? – insinuò con un sorriso malizioso. Se fino a qualche giorno fa sembrasse che voleva nascondere qualcosa ora sembrava che volesse indurmi a capire.

- si- dissi perplesso quella ragazza era una sorpresa continua.

- Allora Edward cosa fai sabato sera ? – chiese rilassandosi sul sedile della sua auto.

- Mah niente di che e tu ? – dissi rilassandomi anch’io e poggiando la testa al sedile voltandomi verso di lei. Anche lei si voltò verso di me. Lentamente ci avvicinammo. Lentamente con cautela ci muovevamo di millimetri.

- non so – soffiò e il suo profumo il suo respiro si sentì sulle mie labbra oramai poco distanti dalle sue. Eravamo in bilico. Se ci sporgevamo di più qualcuno sarebbe caduto. Lei audace poggiò una mano sul sedile aiutandosi per non cadere e continuò ad avvicinarsi verso di me. Le nostre labbra si sfiorarono impercettibilmente e un brivido ci percorse la schiena. L’aria era elettrica e la situazione era perfetta. Chiudemmo gli occhi e le nostre labbra si unirono quasi . Mancava poco per baciarci e la voce di un folletto-vampiro, alias Alice, risuonò facendoci scattare.

- Oh scusate – disse mortificata e i suoi pensieri mi sorpresero. Piccola folletta pervertita !

- ciao Bella – dissi scendendo seguendo Alice.

- Ciao Edward è stato un piacere parlare con te. - disse con un sorriso malizioso. La guardai per un secondo e poi uscii e seguii Alice.

- E bravo Eddy – disse Emmett sfondandomi una spalla con una pacca un po’ troppo forte.

- Sai che odio essere chiamato Eddy – dissi fulminandolo con lo sguardo.

La campanella suonò e tornammo in aula Emmett non mi mollò manco un secondo continuava a ironizzare sul fatto che io e Bella ci davamo dentro. Finirono le ultime ore scolastiche e andammo tutti verso la mia volvo. Seguii con lo sguardo Bella che scocciata saliva sul Pick-up sbattendo la portiera e a tutta velocità sgommava via dal parcheggio. Arrivammo a casa e insieme decidemmo di cacciare oramai era ora. Non ci allontanammo tanto rimanemmo in zona. All’imboccata del bosco ci separammo e ognuno cercò le proprie prede. Corsi affinando l’olfatto. Mi concentravo sugli odori e uno mi colpì particolarmente. Non era il suo ma sapeva di lei. Vidi un ombra fulminea passare per poi scomparire. Preso dai sensi non mi concentrai su di lei e mi avventai sulle mie prede.

Così il giovedì passò. Dopo aver finito di cacciare tornammo a casa dove facemmo i nostri svaghi di routine.

Il venerdì mattina andammo a scuola e come al solito era una giornata nuvolosa. Se il giorno prima la scuola era già tappezzata di volantini e striscioni del ballo quel giorno lo era ancora di più.

Entrai nell’aula di biologia dove lei scarabocchiava su un quaderno distrattamente. Come il professore entrò lei si irrigidì.

- Professore ? – chiamò con voce tremante e roca.

- si Swan ? – rispose il professore concentrando la sua attenzione su di lei.

- posso uscire non sto bene – disse abbassando lo sguardo. Il professore annuì e lei uscì. Poi il professore prese una scatola e depose dei kit per scoprire il proprio gruppo sanguigno. Non mi accorsi prima dai pensieri del professore il programma di quella giornata. Ero troppo preso da lei.

- Professore ? – chiamai anch’io.

- Dimmi Cullen – disse senza smettere di distribuire i kit.

- posso uscire ? – chiesi deglutendo fortemente.

- perché ? – chiese a rimando il professore.

- sono debole al sangue signore – dissi pregando che mi lasciasse uscire prima di fare una strage.

- vai pure. – disse e io corsi normalmente fuori.

Uscii fuori e trovai Bella seduta con le ginocchia strette al petto contro la parete.

-Bella ? – La chiamai lentamente avvicinandomi con cautela.

-Che c’è ? – chiese lei senza alzare il capo.

- tutto bene ? – dissi ridendo appena era buffa messa così.

- si … - disse semplicemente. Poi alzò il viso quando mi sedetti accanto a lei. Le sorrisi e lei a me di rimando. Poggiò la testa al muro sospirando, e io la guardai curioso.

- dimmi a cosa pensi – dissi guardandola mentre chiudeva gli occhi persa nel suo mondo.

Sorrise lievemente.

- al ballo – disse riaprendo gli occhi e riabbassando il viso e voltandosi verso di me. Ora i nostri visi erano di nuovo a qualche spanna di distanza.

- ah si ? – dissi io con tono interrogativo continuando a sorriderle.

- ah si – ripetè lei con tono affermativo.- pensavo a tutte le cadute che ci prenderei- continuò sghignazzando.

- non è detto sai ? – le soffiai a pochi centimetri dal viso.

- uhm ? – mugugnò lei.

- con un cavaliere come me non cadresti mai. Non ti lascerei mai cadere. – le dissi sfoggiando il mio sorriso sghembo.

- cos’è questo un invito Cullen ? – chiese avvicinandosi poco giusto per essere vicinissima alle mie labbra.

- può darsi – risposi ridendo appena. Poi quella distanza si separò per mia iniziativa. Non capivo cosa mi stesse succedendo. In quattrocento anni nessuna mi aveva mai presa come mi prendeva la mia Bella. Questa ragazzina accanto a me invece suscitava le stesse emozioni che provavo allora.

Ci staccammo a malavoglia entrambi.

- Allora accetti il mio invito ? – le dissi sorridendole.

- Basta che non mi fai cadere. – disse sospirando con un sorriso steso sulle labbra.

- te lo giuro – risposi e così sigillammo quelle parole con un piccolo bacio a stampo.

Oddea ! Quante recensioni me lusingata. Siete delle lettrici fantastiche davvero. Vi ringrazio di cuore e mi raccomando continuate a recensire per la mia felicità !

Grazie in particolare a :

Only_a_Illusion,

Matydreamer,

Algin91,

Momob,

_Sefiri_,

Pazzerella_92,

Bells87,

Piper__73.

Per aver recensito

E grazie a :

1 - aLbICoCCaCiDa
2 -
CAMiL92
3 -
hitomi
4 -
Jayne
5 -
kiki91
6 -
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Meticcia
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Millennia Angel
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Capitolo 5
*** Capitolo 5.- Il ballo ***


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Una seconda possibilità

capitolo 4- Vecchie emozioni.

Per favore leggete in fondo alla pagina. è importante per me.

Arrivò il sabato sera. Smoking nero, capelli aggiustati da Alice. Ero pronto. Presi la mia macchina delle occasioni speciali e andai verso casa Swan. Parcheggiai sul vialetto di casa sua e scesi andando a bussare alla sua porta. Dio che visione paradisiaca ! Il corpetto blu scuro non troppo attillato che le scendeva lungo le forme del busto per poi scendere verso una gonna a palloncino ne troppo bombata o appariscente. Non era per nulla volgare o fuori luogo era perfetta. Poi aveva i capelli raccolti con qualche ciuffo riccio che le scendeva. E il suo collo. Libero. Così invitante.

- Ciao Edward – disse ridendo appena. Era così facile leggere la mia espressione ? Era così facile capire che ero ammaliato da tale bellezza e pazzo di lei ?

- Ciao Bella- le sussurrai avvicinandomi alle sue labbra. Le sfiorai e un brivido mi percorse la schiena. Non avevo sete del suo sangue. Avevo fame del suo corpo.

Mi meravigliai dei miei pensieri. Troppe, troppe emozioni con quella ragazza. Troppi sentimenti assopiti che si risvegliavano. Andammo nella mia auto senza parlare guardandoci e sorridendoci.

- Speriamo di non cadere- sussurrò poi. Era preoccupata. Sospirò esasperata come se non ci fosse via di scampo.

- Te l’ho giurato Bella. Non cadrai – dissi senza staccare lo sguardo dal suo.

- Pazzo ! Guarda la strada – mi rimproverò allungando la sua mano sul mio viso spingendolo per riportarlo verso la strada. Rise mentre faceva quel gesto. Per lei era naturale. Invece per me era tutto nuovamente “nuovo”. Arrivammo alla scuola.

- signorina – dissi aprendole la portiera e porgendole il braccio.

- mio cavaliere – disse lei sempre con una risata cristallina afferrando il mio braccio.

Entrammo nella sala dove tutti guardarono la mia dama.

Rosalie mi guardò male facendomi segno di andare da lei

- signorina la posso lasciare sola per un secondo – sussurrai all’orecchio di Bella. Lei annuì guardandomi e io andai verso mia sorella.

- cosa c’è – dissi annoiato pronto per la predica.

- L’hai portata al ballo ! – esclamò sorpresa.

- Edward ti stai immischiando di nuovo in una cosa più grande di te. ! – disse guardandomi preoccupata.

- Anch’io rivorrei bella con noi – disse imbarazzata. – cosa credi che non mi ci ero affezionata ! – continuò lasciandomi sorpreso.

- Ma non la puoi rimpiazzare con un'altra. Non puoi . – disse lasciandomi solo come un imbecille.

Tornai dalla mia dama confuso. Aveva ragione Rosalie ma questa ragazza era dannatamente lei.

Iniziammo a ballare.

- Edward- mormorò sfuggendo al mio sguardo.

- devo parlarti – disse mordendosi il labbro inferiore.

- Non ora – le sussurrai mentre poggiavo la mia fronte alla sua.

- No tu non – tentò ma io la zitti con un bacio che di casto aveva ben poco. Ovviamente non stavamo esagerando. Mi risultò così facile baciarla.

I pensieri dei miei fratelli erano nella mia mente

“Assurdo, Assurdo !”

“E bravo Eddy !”

“Speriamo che vada tutto bene questa volta.”

“Guarda come la bacia !”

“Soffrirà di nuovo non lo capisce ?!”

“ Ma ci sta dando proprio dentro !”

Le passai una mano attorno alla vita stringendola a me.

“che scena romantica !”

Ci staccammo col fiatone.

- vieni con me – le dissi trascinandola fuori. Troppi sguardi indiscreti.

Rincominciai a baciarla senza problemi. Andammo sul retro della palestra e la appoggiai al muro bloccandola con mio corpo.

Le accarezzai il mento scendendo verso il collo dove sentii sotto le mani due cicatrici lei mi prese la mano quasi allarmata. Corrugai la fronte senza smettere di baciarla. Due cicatrici. Piccole, invisibili ma allo scoperto sotto il tatto. Mi distrasse dai miei pensieri mettendomi le mani nei miei capelli e ci staccammo per respirare.

- ti amo – sussurrò e io le ripetei la stessa cosa. Corremmo verso la macchina e sfrecciammo verso casa Swan sotto sue indicazioni. Aprì la porta senza smettere di baciarmi e io la chiusi con un calcio. Presi dalla foga cademmo sul divano del salotto e mi posizionai sopra di lei. Come prima avevo fame del suo corpo. Iniziai a baciarla scendendo verso il collo fino all’incavo dei due seni. Lei sospirò di piacere e ritornai a baciare la sua bocca. Armeggiò con i bottoni della mia camicia e io le slacciai il corpetto. Che visione !. La alzai portandola di sopra e adagiandola sul letto. La liberai della gonna e mi spinsi dove non mi ero mai spinto. Oramai ero a petto nudo e lei incominciò ad armeggiare con i miei pantaloni. Ero in boxer lei era in biancheria. Le sfilai il reggiseno e la parve riprendere conoscenza.

- Edward. – disse sfuggendo alla mia bocca. Ma ero affamato la volevo.

- Ed ..- disse tentandomi di respingermi e quando mise le mai sul mio petto e mi spinse lentamente via mi ripresi.

- Edward – disse sospirando. La guardai torvo. Non capivo. Se non voleva perché solo ora si fermava ?

- Anch’io lo voglio – e a quella affermazione corrugai la fronte.

- ma prima devo parlarti. – disse e lasciandomi interdetto.

- Bella – sospirai.

- Non credo che quello che mi dirai potrà condizionare i miei sentimenti o le mie intenzioni. – le spiegai baciandole il collo. Lei si irrigidì.

- Oh Edward eccome se le cambierà- disse scuotendo il capo. La guardai interdetto. Non capivo.

Poi citò una frase.

“Promettimi di non andare mai nel bosco da sola. Non sono sempre solo io il pericolo più grande per te” – Lo disse sospirando. Era impossibile. Quella frase io la avevo detta alla mia bella tantissimo tempo fa. Aveva ragione. Quello che mi stava per dire cambiava non poco le mie intenzioni. Ora non volevo altro che scoprire chi fosse quella ragazza.

Oh grazie per le recensioni veramente. Vorrei che prestiate attenzione per quello che vi sto per dire. Lo faccio col cuore e vorrei che voi sentiste quello che sto per dirvi. Innanzitutto inizio col dirvi che ero sparita perchè mi ero presa una piccola pausa "spirituale" nella quale ho meditato sulla mia storia. Ho staccato la spina per leggere altre storie e vedere un po' come migliorare il mio stile. Diciamo che ho preso una pausa per leggere altre fic e tentare di migliorare il mio modo di scrivere.

Leggendo le storie e vedendo un po' i commenti ricevuti ho scoperto una cosa che .... mi ha delusa ecco. Non voglio fare nomi o cose del genere e mi scuso con chi si sente toccato in prima persona. Ho visto messaggi del genere. -non posterò fino a quando non avrò ricevuto tot commenti- è una cosa su cui ho pensato e ci sono rimasta male perchè, secondo la mia morale, non si fà. Non si deve essere così superficiali. Ho pensato e pensato e ho visto che ho ricevuto pressoché 200 letture a capitolo e mi credete se dico che ho pianto ? Dalla felicità ovvio. Riflettendo ho colto un gesto "muto" che è quello della lettura. Se io ricevo 200 letture a capitolo vuol dire che piace. Quindi vorrei ringraziare i lettori fantasma cioè quelli che non si firmano con una recensione perchè mi hanno riempito il cuore di gioia. Inoltre torno a ringraziare chi recensisce perchè contribuisce nettamente a rendermi felice. Grazie. Grazie davvero, a tutti.

Grazie in particolare a :

Only_a_Illusion,

Alice Brendon Cullen,

Memy 16,

Chicchetta99,

_Sefiri_,

Pazzerella_92,

Sunsunset,

Per aver recensito

E grazie a :

1 - aLbICoCCaCiDa
2 -
CAMiL92
3 -
hitomi
4 -
Jayne
5 -
kiki91
6 -
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memi16
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Capitolo 6
*** Capitolo 6.- Finalmente la dolorosa verià... ***


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Una seconda possibilità

capitolo - Finalmente la dolorosa verità.

Avevo gli occhi spalancati dallo stupore. Sembrava che sangue e curiosità mi ribollissero nelle vene. Volevo sapere, a costo di qualunque cosa. Volevo sapere. Le mie labbra si schiusero e in un sussurro parole riempirono il silenzio. Parole che io non volevo dire.

-Non voglio sapere – soffiai a pochi centimetri da lei. Ma io volevo sapere. Io desideravo ardentemente sapere. La mia espressione si riempì di …. Non so manco io cosa. Ero sorpreso, impaurito.

-Tranquillo. – Disse accarezzandomi una guancia con il palmo della mano che era terribilmente freddo. – Non sei impazzito.- continuò rassicurandomi.

Corrugai la fronte pronto a ribattere ma lei mi precedette avvicinandosi ancor più al mio viso e sussurrando spietata. – Sono stata io. – Il cuore mi si strinse in una morsa dolorosa e la mente si rifiutava di accettare quello sguardo, quel tono così spietati.

- Bella … - Sussurrai ritraendomi appena. – C…cosa ?- Bella chinò il capo dispiaciuta e fulminea saltò giù dalla finestra. Non capivo. Ero immobilizzato sul suo letto senza pensieri ero sconvolto.

Non so manco io quanto tempo passò e la vidi rientrare. Sporca e un odore pungente mi riempì le narici. Sangue. Sangue umano.

I miei occhi si spalancarono e i suoi si chiusero, ridotti a due fessure piccolissime.

- Non ce la faccio. – disse camminando all’indietro fino a quando non batté contro l’armadio e si lasciò cadere stringendo le ginocchia al petto. Sapevo tutto in realtà ma la mia mente non lo realizzava si rifiutava.

- Amore … - sussurrai avvicinandomi a lei.

- Cosa ? – le chiesi dolce.

- Diamine Edward non te ne sei ancora accorto ? Sono una Vampira – disse quest’ultima parola con sprezzo e disgusto. Enorme disgusto.

Mi allontanai sconvolto. Ora la mia mente stava incominciando ad andare a mettere a posto i tasselli.

- Io non sono come mi hai visto prima, te lo giuro. – disse con voce smorzata da singhiozzi.

- Sono la stessa di quattrocento anni fa Ed. Sono io. – disse con un sorriso tentando di avvicinarmi a lei. Ma io ero disgustato. Avevo capito cosa faceva quando vidi i suoi occhi dannatamente Rossi

- Edward- sussurrò distrutta ma io non la riconoscevo non era quella la ragazza che amavo. La lasciai la scappando come un coniglio. Ero codardo, lo so. Ma come potevo sopportare la visione della mia bella, predatrice di umani.

Corsi via fino a casa dove sradicai alberi fino allo sfinimento. Mi stesi per terra mentre l’acqua incominciava a battere forte nel silenzio della sera sporcandomi di fango.

Bella. Bella. Bella. Bella. Bella. Bella

Il mio unico pensiero. Fisso. Impresso la nella mia mente indelebile.

Alice mi soccorse non appena mi vide così distrutto e vulnerabile per terra.

- Edward ?! – Strillò avvicinandosi a me.

- Che succede – disse preoccupata. La fissai intensamente. I suoi occhi. Caramello. Gli occhi di Bella. Rossi.

- Bella. – sussurrai distogliendo lo sguardo e andai a fissare il vuoto.

- è una vampira.- dissi disgustato. La sua bocca si spalancò.

- Bella ? La bella che sta a scuola ? è la stessa Bella ? – Balbettò incredula.

- si. – dissi mettendomi una mano sul viso.

- Non era quello che aspettavi dannazione ! Ora puoi stare con lei per l’eternità! – mi strillo a mò di rimprovero.

- Non è più la stessa. Lei…Lei.. – provai a spiegarle ma lei spazientita mi incitò. Decisi di fare un riferimento per dirle quello che manco la mia mente accettava.

- Ha gli occhi rossi – il mio cuore si strinse e provai fitte di dolore a quell’organo spento.

Si portò una mano alla bocca spalancata. E poi dopo minuti lunghi eternità rincasammo. Io andai a fare una doccia. Oramai ero un burattino senza vita. Ero vuoto. Nella mia testa, sotto la doccia ascoltai la conversazione che aveva alice con gli altri.

- Ragazzi - iniziò mia sorella-folletto.

- Cara che succede, Sei sconvolta – l’abbracciò premurosa Esme.

- si tratta di Bella – provò e tutti sussultarono.

- Non mi interessa – sibilò Rosalie.

- Non mi interessa della copia di quella che doveva essere nostra sorella – continuò indignata.

- è quello il punto Rose- disse alice con gli occhi spenti che vedevo nella mente dei miei fratelli.

- Quella non è una copia. È lei. – tutti restarono a bocca aperta. Emmett come al solito non attese e partì con le domande.

- Come è possibile. Come l’hai scoperto. Cosa…-

- è una vampira. L’ha confessato ad Edward. L’ho visto di fuori disperato- iniziò.

- Ma allora qual è il problema. Edward non voleva trasformarla. – Chiese Carlisle razionale e calibrato come al solito. Nel frattempo io mi ero vestito e mi dannavo sul divano.

- Lei non è più la stessa ai suoi occhi…- iniziò mordendosi il labbro inferiore.

- Perché no ? – Chiese Esme.

- Perché lei non è come noi. Lei beve sangue umano. – disse lasciando tutti a bocca aperta. Solo dopo pochi minuti si levò un chiacchiericcio.

- Se Edward sarà d’accordo dobbiamo fare in modo che diventi come noi prima che i volturi – iniziò Carlisle.

- No ! – urlai scendendo di sotto.

- Edward. – disse Esme.

-I volturi no vi prego. – dissi accasciandomi a terra riluttante all’immagine che avevo impressa in mente. Lei portata via da quei mostri.

Il mattino seguente pioveva. Andammo a scuola e non incrociai manco una volta il suo sguardo fino all’ora di biologia dove la vidi indugiare sulla porta per poi scappare via. Finsi un malore. Dovevo parlarle. Uscii dall’aula e guardando nella mente di tutti la vidi. Correva verso il parcheggio. La inseguii bloccandola. I suoi occhi si trasformarono da marrone a rosso intenso.

- Cosa vuoi – sibilò acida. – Non ti facevo schifo. ? – mi rinfacciò sprezzante.

- Bella, dobbiamo parlare. – provai a dirle ma lei scuoteva la testa e non mi ascoltava.

- Bella dannazione stammi a sentire – le urlai contro sbattendola contro la portiera del suo furgoncino.

- Devi diventare come noi senò i volturi … - a quella parola il suo corpo indistruttibile si irrigidì.

- Ci ho provato – mormorò accasciandosi a terra. E io mi inginocchiai di fronte a lei.

- Ma non ci riesco. Quando bevo sangue animale e vado in giro rischio di fare stragi Edward. Non ci riesco. – sussurrò distrutta. Le alzai il volto bagnato che aveva chinato.

- Ce la faremo. Insieme – e la baciai per incoraggiarla contrastando la metà dei miei sentimenti che la riluttavano.

Non potevo abbandonarla.

Io sapevo cosa si provava. C’ero passato, infondo.

Così insieme andammo verso casa Cullen.

Isabella Swan non sarebbe più esistita da quel momento.

Sarebbe nata Isabella Cullen.

Scusate il ritardo è k ho avuto gli esami e poi un incidente in scooter dove mi sn rotta solo il braccio destro fortunatamente. Quindi potete capire che per scrivere ci ho messo molto. Scusatemi. Il 19 ho finito gli esami il 22 ho fatto l'incidente poi sono stata tre giorni in ospedale e il resto fino a sta sera mi sn impegnata a scrivere con la sinistra. Ah piuttosto, mica vi da fastidio questo carattere di scrittura ? Vi rende difficile la lettura ? se si ditemelo che lo cambio.

Mi scuso per non poter scrivere i vostri nomi ma sapete k vi adoro lo stesso ! scusatemi è che mi fa male il braccio destro e voglio postare al piu presto.

Cmq GRAZIE DI CUORE comunque e mi scuso anche per non aver potuto fare la copertina di questo capitolo. 1 Kiss8... Rosy

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Capitolo 7
*** Capitolo 7.- L'ora di agire ***


Nuova pagina 1

Una seconda possibilità

capitolo 7 - L'ora di agire

Oddio non ho parole veramente non so come scusarmi per tale ritardo. Scusatemi ragazze veramente non volevo è solamente che dall'8 luglio che manco e sono tornata ieri. Sfortunatamente a causa di gravi problemi familiari non ho avuto ne il tempo ne la possibilità di aggiornare me ne scuso. Non pretendo che ora voi ritorniate a commentarmi o a seguirmi. Vi lascio al capitolo dicendo solo che sarò immensamente felice se tutto tornerà come prima ma se caso mai così non sarà fa nulla riconosco la mia immensa colpa. Scusatemi e ora vi lascio al 7 capitolo : Ora di agire

- Edward ? - una voce matura, e un tocco leggero sulla porta mi distraerono

dalla mia lettura.

- Si Carlisle ? - dissi chiudendo il libro con un sospiro. Il vampiro mi venne incontro e si sedette sul divano a fanco a me. Cercai il telecomando dell’impianto stereo e fermai le melodia di Debussy.

- Edward cosa ha detto Bella ? - chiese in ansia. Era nervoso si vedeva.

- Ha detto che per lei va bene, ma è spaventata di non riuscir a sopportare la sete e fare, beh tu sai cosa...- dissi abbassando lo sguardo. Carlisle sospirò.

- Edward, dovremo inscenare qualcosa lo sai varo ? - chiese fissandomi. Topazio determinato contro Topazio confuso.

- In che senso Carl. ? - Chiesi. Davvero ero così stupido da Non capire era davvero diventato tutto fin troppo scontato per me ?

Il vampiro sospirò, ancora. Quella giornata per lui era piena di sospiri ma non di sollievo.

- Edward Bella non potrà andare in giro subito. Come nasconderemo la sua assenza ? - capii. Mi bastò lo sguardo di Carlisle per capirlo. Non dovetti manco leggergli i pensieri.

Bella doveva essere finta morta. Dovevo ancora una volta vedere il suo funerale.

- Edward. - mi chiamò mio padre.

- Sto bene - mentii. Ero un buon mentitore, ma in quel caso non ingannai nessuno.

Il mio cuore fermo era sanguinante nonostante tutto. Io dolevo. Dolevo per lei. Come un lampo un flashback percorse la mia mente.

FlashBack.

- Jake mi dispiace tanto.- un uomo vecchio e su una sedia a rotelle diede una pacca sulla spalla al giovane inginocchiato al suolo con il volto rigato dalle lacrime.

- Charlie come sta – singhiozzò il ragazzo.

- è distrutto. – sospirò lieve l’anziano.

- se almeno avessero trovato il corpo. – piagnucolò ancora il licantropo.

Un sussulto. Un mio sussulto. Il corpo. Se avessero trovato il corpo. Sapevo a chi si riferivano. Lo sapevo. Non lei. Lei non poteva…essere…morta.

Quando tutti se ne andarono mi sporsi in avanti lasciando il mio nascondiglio. Indugiai per momenti fino a quando con convinzione mi avvicinai all’ovulo sul quale c’era una foto di una ragazza sorridente. Accarezzai le lettere in rilevo e riconobbi le forme. La i, la s, la a, b, e, l, l, a, s, w, a, n. Un sussulto, un singhiozzo. Nessuna lacrima e il nome composto da quelle lettere che riecheggiava nella mia mente. Isabella Swan.

Fine FlashBack

Mi riscossi dal mio momento d’assenza e tornai a fissare il capofamiglia,

- Edward sappiamo cosa tu abbia passato quando, beh, si sai hai visto, i suo…- disse cautamente.

Con ancora gli occhi persi nel vuoto annuii.

- Pensa che questa volta sarà solo un inscenata – mi consolò abbozzando un sorriso. Ma io non rispondevo ero assente perso nei miei pensieri occupati dalle immagini di quel giorno.

I giorni scorrevano lenti e io allo scadere di ognuno di essi perdevo un briciolo di me al pensiero che Bella si potesse nutrire di umani. Improvvisamente li silenzio di casa Cullen fu interrotto dal campanello. Bella era fuori alla mia porta con le labbra tese in un sorriso raggiante e gli occhi chiusi.

- Ciao Edward ! – esclamò frizzante senza aprire gli occhi.

- Bella ? – la chiamai con tono interrogativo e inarcai un sopracciglio confuso.

- Si Edward – rispose allegra molleggiando lievemente sulle punte.

- Bella perché hai gli occhi chiusi ? – chiesi con un sospiro.

- Potresti sorprenderti – disse con un sorriso. Capii. Non voleva che io vedessi i suoi occhi dannatamente rossi.

- Bella…- iniziai chiamandola ma poi feci una pausa dove raccolsi il mio coraggio- Non devi preoccuparti degli occhi ro…- non finii la frase perché lentamente schiuse gli occhi. Rimasi a bocca aperta. Quando i suoi occhi furono aperti vidi il loro colore. Caramello.

- Ho deciso Edward. – disse sprizzando felicità da tutti i pori – mi nutrirò di sangue animale e quando sarò pronta uscirò di casa ! – esclamò determinata.

Mi fiondai su di lei abbracciandola fortemente senza timori di stritolarla. Catturai le sue labbra avido di lei. Mi muovevo su quelle piccole labbra deciso e la presi in braccio correndo velocissimo nella mia stanza. Senza accortezze la lasciai cadere sul divano e mi fiondai su di lei senza indugi. Le mie mani riprendevano confidenza con il suo volto con il suo corpo maturato e perfezionato durante la trasformazione. Bella rideva lievemente durante le piccole pause che le concedevo. Era felice e lo ero anch’io. Con quelle frasi Bella mi rese felice. La riconobbi. Rividi la mia Bella. Incominciai a sbottonarle i primi bottoni della camicetta e lei sussultò sotto al mio corpo che la schiacciava. Tuttavia mi lasciò fare. Continuai fino a toglierla e quando stavo per toglierle il reggiseno sembrò rinvenire e mi fermò.

- Edward – disse in un sussurro. Ma non mi fermai. Anzi continuai più deciso.

- Edward – riprovò con più forza e li incominciai a tentennare.

- Edward – disse un ultima volta e io finalmente mi staccai da lei.

- Scusa…- dissi mortificato.

- No non scusarti Edward- rispose sorridendomi.- E solo che non ho un bel ricordo dell’ultima volta e vorrei che non accadesse così per caso voglio fare le cose per bene – disse guardandomi di sottecchi le sorrisi e la baciai a stampo finendo così quella serata.

Dopo una settimana decidemmo che oramai era momento d’agire. Eravamo tutti seduti in salotto.

Alice era fra le braccia di Jasper che fissava la poltrona vuota dove poco tempo dopo si sarebbe dovuto sedere Carlisle. Emmet e Rosalie invece erano seduti sulle scale. Emmet stringeva da qualche scalino più in altro la bionda cingendole la vita. Esme invece era seduta vicino a Bella e le accarezzava i capelli con fare affettuoso mentre lei singhiozzava impaurita. Io invece andavo su e giù per la stanza sbuffando di continuo. Ero teso, anzi, tesissimo.

Carlisle rientrò da lavoro e si sedette sulla poltrona vuota dopo aver appoggiato la sua 24’ore e aver appeso l’impermeabile nell’entrata.

- Buona sera ragazzi. – disse con un sorriso.

- ciao Carl. – dicemmo tutti all’insuono.

- Allora ragazzi come sapete è ora d’agire. – iniziò mio padre. – Jasper, Emmet – li chiamò rivoglendogli uno sguardo. Loro annuirono. – Andate all’obitorio e cercate un corpo simile a quello di Bella. – ordinò a loro.

- Rosalie –chiamò quest’ultima rivolgendole uno sguardo e lei annuì – tu avrai il compito di manomettere l’auto di bella. – Rosalie annuì e velocemente sparì.

- Esme – disse guardando dolcemente la coniuge. – Prepara una stanza per Bella – e rivolse un sorriso alla mia amata.

- Alice – chiamò e sorrise anche a lei – Va a prendere gli effetti personali di Bella. – e anche Alice sparì dopo aver sussurrato “si” a Carl.

- Edward, Bella – ci chiamò sorridendo.

- Andate a caccia – ed ebbi un sussulto.

Era arrivato il momento.

Era arrivato

Ora, avrei visto la mia Bella Predatrice.

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