Holy Shower

di screaming_underneath
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holy Shower ***
Capitolo 2: *** Damn Radio [bonus track] ***



Capitolo 1
*** Holy Shower ***


Per Elisa, che mi prompta roba Crobby che è La Bellezza e mi para pure il culo coi titoli.
E che mi sblocca facendomi toccare le 1000 parole dopo secoli e secoli.
Love U, darling <3





 

Holy Shower




Bobby Singer non è mai stato uno tanto avvezzo alle comodità, però qualche sfizio, negli anni, se lo è tolto pure lui.

La doccia è uno di questi.

“Dev'essere enorme” è stato l'unico punto fermo che ha ribadito più volte ai due operai inviati dall'idraulico. E insomma, è costata una fortuna, e un bel po' di sbattimenti di palle (i tipi gli hanno scheggiato mezze mattonelle, frantumato lo specchio ― “Tanto un migliaio di anni di sfighe in più, con la vita che faccio...” ― e insistito col ricontrollare ogni centimetro di tubatura visibile, chiedendo spiegazioni inopportune del perché ogni angolo del bagno fosse tappezzato di libri sugli esorcismi ― “Ho l'intestino pigro, dovrò pur passare il tempo” non è stata una risposta apprezzata, tra parentesi), ma è venuto fuori un bijoux.

Una di quelle troneggianti cabine doccia con l'acqua regolabile su settanta temperature e pressioni diverse, il fondo antiscivolo a prova d'idiota e un piccolo vano, nell'angolo a destra, giusto giusto preciso per infilarci un coltello a serramanico (anche se coi tipi l'ha fatto passare per un portasaponetta, eh). Sia mai che arrivino quelli cattivi a coglierti alla sprovvista mentre ti passi il bagnoschiuma.

Gli piace perché è talmente larga che persino allungando le braccia in qualsiasi direzione non tocca le pareti. “Sembra di fare la doccia all'aperto, solo che l'acqua è calda” ha detto una volta Sam, dopo averla provata. “Dovresti aggiungerci qualche suono della natura. Cinguettio di uccellini, un rumore di cascata”, ha aggiunto ridendo, beccandosi una gomitata da suo fratello.

In realtà era un suggerimento niente male e alla fine si è pure scelto l'accompagnamento musicale. Se il vecchio, forte hard rock della stazione radio di Siux Falls vale come composizione naturale, ovviamente.

 

Forse è per questo che non lo sente arrivare fin quando non gli urla nelle orecchie.

Una somma di comodità che finiscono con l'essere scomode.

 

È stata una giornata dura, e crede di meritarsi almeno una doccia calda.

Ha salvato il culo dei ragazzi in cinque modi differenti nelle ultime ventiquattro ore, spendendone dieci soltanto sfogliando una pila alta così di tomoni impolverati, per scoprire che razza di bestiaccia fosse a caccia di bambini dai tre ai cinque anni, preferibilmente maschi e tutti biondi; ha risposto al telefono dell'FBI dodici volte (e cinque di quelle volte si trattava di Garth, che continua a sbagliare la loro FBI con quella vera ancora dopo anni e anni), almeno una ventina al suo cellulare ed è stato quasi tre ore in videochiamata con Rufus (sia ringraziato Sam per avergli spiegato come funzionano 'ste diavolerie tecnologiche), aiutandolo a rintracciare un covo di vampiri a Seattle.

In tutto questo è riuscito ad incastrare un panino, sette birre, quasi un litro di caffé e una bella emicrania; per non parlare della contrattura al collo per aver tenuto bloccata la cornetta del telefono contro la spalla quasi ininterrottamente.

Quindi sì.

Crede che una doccia sia il minimo. Il mondo in sua assenza continui pure a fottersi da solo.

 

Lascia che il calore sciolga ogni traccia di tensione sui suoi poveri nervi per quasi quaranta minuti. In lontananza sente squillare il cellulare più di una volta, ma non riesce ad essere turbato: una mano fuori dalla sua doccia spaziale, da' mezzo giro alla manopola del volume, e la compilation di grandi successi degli AC/DC di Radio Siux Falls copre qualsiasi senso di colpa residuo.

È talmente rilassato che finisce senza accorgersene in un limbo di piacevole sonnolenza, sognando cose assurde come essere a caccia di lupi mannari immerso in una piscina. Solo che un mannaro non dovrebbe urlare a contatto con l'acqua clorata, no?

 

«Maledizione, Robert!»

La porta della doccia scorre e Bobby può sentire il fresco della stanza mordegli la pelle, provocandogli un brivido. In un attimo, l'ago indicatore della sua soglia di coscienza schizza a fine corsa e la mano destra già impugna il coltello.

«Non credo che quello funzioni con me, ma se vuoi infierire...»

C'è Crowley davanti a lui, braccia aperte e una smorfia sofferente sul volto. A Bobby ci vuole un attimo per realizzare che è completamente nudo, fradicio e vagamente fumante.

«Cos-» inizia. Poi capisce. E assieme alla comprensione arriva il più grande attacco di risa isteriche che gli sia mai capitato di avere negli ultimi... bah, diciamo venticinque anni. Non è mai stato uno dalla risata facile, lui.

«Ah-ah. Divertente. Credimi quando ti dico che non proverò mai più a fare qualcosa del genere per te» commenta irritato l'altro, quando Bobby, guardandolo negli occhi dopo i cinque minuti più divertenti della sua settimana, non riesce ad avitare di sghignazzargli in faccia per l'ennesima volta.

«P-puoi prendere il mio accappatoio» riesce ad esalare infine, tenendosi la pancia.

La sua doccia rilassante è andata a farsi benedire (il doppio senso lo fa ridacchiare ancora un po', mentre dal bagno si trascina in camera con un incazzatissimo demone alle calcagna) ed i suoi nervi sono di nuovo tesi come sempre per lo scatto che le grida di Crowley gli hanno procurato, ma di certo ne è valsa la pena. Se non sapesse quanto Dean o Sam siano disaccordo sul fatto che il re dell'Inferno si materializzi nudo in casa sua (o anche solo che vada a fargli visita con i vestiti al posto giusto, che è una cosa che accade meno di quel che loro sappiano, per fortuna), non esiterebbe un attimo a chiamarli per raccontare loro di come il suddetto demone si sia beccato una bella dose di acqua benedetta nel tentativo di fargli cosa gradita.

Di certo Bobby non mancherà di rinfacciarlo al diretto interessato per un bel po'.

«Così impari ad entrare nella mia doccia senza avvertire, idiota.» Lo canzona, mentre Crowley guarda di sottecchi l'asciugamano che Bobby gli porge, borbottando di spazi inutilizzati e inutilizzabili e di trucchetti antipossessione da quattro soldi.

«C'è acqua santa pure lì o posso fidarmi a toccare qualcosa in questa casa senza finire bruciacchiato, Mr. Cacciatore Paranoico?»










Due parole.
La cosa bella del Drabble Weekend è la mia capacità di sforare sopra le 110 parole praticamente sempre.
Perché sono una persona brutta, prolissa e lagnosa.
Di solito maschero queste pendenze dicendo che sono doppie o triple o quadruple drabble. Questa è venuta fuori una drabble da 1000 parole, quindi mi tocca proprio chiamarla one-shot, invece XD
C'è una mancanza vergognosa di Crobby nel fandom italiano e sono molto molto delusa. Susù, ggente, salite sulla ship anche voi, che c'è spazio!

 

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Capitolo 2
*** Damn Radio [bonus track] ***


Damn Radio



È arrivato alla conclusione che lo faccia giusto per capriccio. Come i bambini. 

Tre docce in un giorno non sono reali.
A parte la quantità ignobile di acqua gettata al vento ― Sua Maestà non è tipo dai comuni dieci minuti, no, il getto contiguo deve durare almeno tre quarti d'ora per volta ― e la promessa che non appena arriverà la bolletta la spedirà direttamente all'Inferno (in tutti i sensi), non ne vede il senso.
Neanche come essere umano. 
«Persino io non mi lavo tre volte al giorno» ha provato ad obbiettare ripetutamente, ottenendo come risposta sempre e solo un grugnito ― “Ma questo era già saputo ai più, Robert.” ― maledettamente condiscendente, da sopra il volume assurdamente alto della radio.
Sì, perché è quello, poi, che lo manda fuori di testa.
Non solo ha fatto una scenata per la storia dell'acqua santa nelle tubature di casa, facendocelo passare pure per un paranoico bastardo. Non solo ha dovuto rinunciare a quello che lui vedeva come un piccolo, innocuo (ai più) metodo precauzionale del tutto legittimo per un cacciatore, solo per fargli un piacere.
No. Crowley-figliodiunastrega-Re-Del-Dannatissimo-Inferno ha semplicemente deciso di fargli scontare un mezzo minuto di strapazzamenti demoniaci svuotandogli le cisterne di casa ogni santo giorno, fracassandogli le orecchie con quella musica per ore ed ore.
«Spegni quella radio, Crowley! Non ne posso più di ascoltare i Queen!» ringhia a più riprese, quando, magari nel bel mezzo di un riposino dopo le consuete settantacinque ore di fila senza chiudere occhio, parte per l'ennesima volta Bohemian Rhapsody, e la voce del demone che vi canta sopra ― stonando in modo del tutto voluto ― lo sveglia di soprassalto.
«Non credo proprio, Robert. Da Sioux Falls non capto altro che quella robaccia rumorosa che tu ti ostini a chiamare hard rock» fischietta lui dalla doccia ― la sua preziosa doccia spaziale ― prima di alzare ancora un po' il volume sul ritornello, in onore del quarto round giornaliero sotto un getto di acqua (rigorosamente calda, eh) di cui il suo corpo ospite non ha alcun bisogno.

E Bobby (non lo ammetterebbe mai davanti al diretto interessato, ma tant'è) quasi rimpiange di non avere più quel CD di Suoni della Natura che Sam gli aveva regalato tempo fa, quello accompagnato da un amorevole bigliettino che suggeriva di provarlo come metodo distensivo sui nervi sotto la doccia. 
Davvero un peccato non ricordarsi dove lo avesse posato. 
Chissà che faccia avrebbe fatto Crowley se al posto di Freddie Mercury si fosse ritrovato ad ascoltare lo sciabordio delle onde del mare (ore di registrazione consecutiva numero: sei)...
Forse la stessa che avrebbe fatto Bobby se avesse scoperto che gli altoparlanti dell'Inferno stanno ormai riproducendo in modalità continua proprio quei trecentosessanta minuti di marea, per la delizia delle povere anime in attesa nella coda infinita ideata dal Re.








Due parole.
Doppia dedica per questo bonus track (speculare ad Holy Shower) scritto per il Drabble Evening sul solito gruppo di donne pucce del We Are Johnlocked: una per Elisa, la mia promptatrice adorata, e una a samara89, lettrice affamata di Crobby che sembra proprio una che oggi ha bisogno di un sorriso.
Spero di avertene strappato almeno uno, cara!

 

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