Angel of my Nigthmares

di LadyIce9
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- la cattura ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Caoitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Prologo- la cattura ***


Prologo- la cattura, febbraio 1979

“Perdonami” le aveva detto “devo farlo” aveva aggiunto in un soffio, poche e semplici parole che Bellatrix continuava a ripetersi mentre stava al centro di un paese abbandonato, sola e impossibiliata a muoversi a causa di un incantesimo che le aveva lanciato lui, l'uomo che amava sopra ogni cosa.
Faceva molto freddo, il vento le soffiava contro impetuoso e le frustava il viso, agitandole i capelli neri, tanto neri che si confondevano con il nero di quella notte. Non cercò di scappare o di mettersi in salvo, non le importava. In fondo se questo era ciò che lui voleva, allora lo voleva anche lei, anche se sarebbe stato estremamente doloroso. Perché Bellatrix sapeva bene ciò che le stava per succedere, ma non era per questo che tremava violentemente, né per il vento o il gelo, ma perchè, molto probabilmente, non l'avrebbe più visto. Lui. La sua forza, la sua vita, la sua anima.
No! tutto tranne questo, si ripeteva in preda all'angoscia, qualsiasi cosa, ma non questo... perchè lo aveva fatto? Perchè le aveva fatto una cosa del genere? Perdonarlo?
“Perché Tom?” riuscì a sussurrare a malapena nel momento in cui vide dei bagliori bianchi smaterializzarsi intorno a lei e accerchiarla. La luce che emanavano quei tre auror le ferì gli occhi, per questo li chiuse forte, cercando di calmarsi e di allontanare la sua mente da quella situazione tremenda, di estraniarsi e immaginarsi il suo viso...
“Buona sera cugina” una voce giovane e beffarda la riportò bruscamente alla realtà
“Oh no” pensò infastidita Bellatrix, riconoscendo la voce di Sirius Black “Ci mancava solo questo, dannazione tra tutti gli auror che ci sono...”
La voce irrisoria e divertita parlò nuovamente “ Beh, non sei contenta di vedere tuo cugino, Bella? Io sono felice oltre ogni modo di vederti”
a questo punto Bellatrix aprì gli occhi e lanciò uno sguardo carico d'odio verso il giovanissimo cugino che le era a pochi centimetri di distanza, con la bacchetta puntata verso il suo viso. Il secondo auror, più vecchio ma altrettanto sorridente, intervenne con un falso tono severo
“ Su, Sirius, smettila! lo sai che non bisogna mai prendere in giro i fidati clienti...”
Sirius lanciò uno sguardo di intesa ad Alastor Moody, e gli rispose riportando gli occhi sulla prigioniera
“scusa capo, è che sono talmente felice di sbattere mia cugina in galera che non riesco proprio a trattenermi”.
“Falla finita Sirius” lo ammonì il terzo auror, che doveva essere un pezzo grosso del Ministero “ sei ancora un apprendista, ricorda la tua posizione”. Ma Sirius non parve sentire quell'ammonizione, tanto grandi erano la gioia e la soddisfazione di catturare e sbattere in prigione la sua odiata cugina. Moody, che aveva anch 'egli puntato la sua bacchetta contro Bellatrix, le si rivolse direttamente
“Bene, bene signorina Black” parlò divertito “vedo che i suoi colleghi ci hanno risparmiato la fatica di correrle dietro e catturarla, è stato gentile da parte loro, ma proprio non dovevano disturbarsi, sul serio”
“chissà perchè la cosa non mi sorprende” si intromise Sirius senza staccarle gli occhi di dosso “ e io che pensavo di odiarla più di chiunque altro! Evidentemente c'è qualcuno là fuori che mi batte, non è vero Bella?” Sirius spinse la bacchetta nella gola della strega, ghignando, dopo essersi preso un'occhiataccia dal terzo auror. Moody però non parlò ma si soffermò un momento a guardarla, spaesato. Aveva sentito spesso parlare di Bellatrix Black, di quanto fosse pericolosa e combattiva, della sua malata ossessione per la purezza del sangue e delle atrocità che aveva commesso in suo nome, ma ciò che aveva davanti agli occhi non corrispondeva affatto alle immagini e ai racconti che aveva visto e sentito in due anni di ricerche. Non c'era una guerriera davanti ai suoi occhi, non un nemico temibile e pronto a tutto pur di non lasciarsi catturare e umiliare in quel modo, ma solo una ragazza, una triste e immobile ragazza con un'espressione di mal celata sofferenza. Persino Sirius parve accorgersene.
“ Ebbene, signorina Black” le disse Moody pensieroso, scrutandola con il suo occhio meccanico “immagino che lei sappia già quello che le aspetta”
“lo so”
“ha qualcosa da dire in sua discolpa?”
“no”
I tre auror si scambiarono un'occhiata smarrita, e Moody continuò, sempre più stranito “perfetto..allora vediamo di velocizzare le cose e chiudere il discorso”.
Bellatrix annuì impercettibilmente e chiuse di nuovo gli occhi, sforzandosi di pensare a lui, mentre l'incantesimo di Sirius la colpiva e le trasferiva dolorosamente nelle prigioni provvisorie del Ministero.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


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Hogwarts, 30 agosto 1986

 

Severus Piton camminava veloce per i corridoi del castello. Essere tornato nella sua vera casa dopo l'estate passata a spostarsi continuamente da un luogo all'altro fu per lui un toccasana, benché Il silenzio inquietante che ora padroneggiava faceva sembrare Hogwarts più una fortezza aliena che una scuola. Non che avesse voglia di rivedere quei piccoli delinquenti con il cravattino, anzi, avrebbe posticipato il loro imminente e chiassoso arrivo molto volentieri, se mai avesse potuto.

Continuava quindi a camminare veloce, circondato dal vuoto e dalla solitudine, che non solo rendevano gli ambienti molto più alti e abnormi di quanto non fossero realmente ma anche contribuivano ad aumentare la sua già impellente voglia di correre: voleva infatti raggiungere l'ufficio di Albus Silente il prima possibile, dopo tre mesi passati ad aspettare questo momento non resisteva più, sapeva che quello che doveva dire al preside era di vitale importanza e che non c'era tempo da perdere.

Il pensiero dell'estate trascorsa a Malfoy Manor gli provocò un moto di disgusto, ripensò all'orrore e al disagio che aveva provato durante tutti quegli incontri clandestini, alle difficoltà, alla paura, a quegli uomini scellerati e a lui, colui da cui tutto era iniziato. Quell'uomo agghiacciante, di gran lunga il peggiore.

Già dai tempi dai tempi della scuola aveva capito che c'era qualcosa di strano in lui, di storto, ma certo non poteva immaginarsi una cosa simile.

E dire che lo aveva sempre visto come un modello da imitare, lo aveva ammirato, gli aveva confidato tante cose, intime perfino, e lui sembrava sempre così gentile, disponibile, rassicurante... e, invece, no. Niente di tutto questo.

Purtroppo, Severus riuscì a capirlo solo tardi: ormai faceva parte di quella setta oscura, che non ammetteva recessi o pentimenti, o almeno non in modo esplicito.

Il professore infatti, benchè apparentemente si dichiarasse loro amico e alleato, aveva abbandonato quella setta da molto tempo, e continuava a frequentarla solo per informare il mago che lo aveva salvato e che aveva fin da subito dimostrato una fiducia incondizionata nei suoi confronti: Albus Silente.

Severus continuava a non capire tutt'ora il perchè di tanta gentilezza e benevolenza, né che cosa spinse Silente a concedergli (seppur meritatamente) l'ambita cattedra di pozioni. Tutto ciò che sapeva era che doveva ripagarlo, e fare la spia e il doppiogiochista era l'unica forma di ringraziamento che poteva offrirgli.

Gli doveva la vita, come la doveva alle pozioni e al suo amore per la magia e la cultura. E ora stava andando da lui, a raccontargli tutte le scelleratezze e gli orrori che aveva ascoltato in tre mesi a Malfoy Manor, con tutta l'ipocrisia e l'untuosità di cui era capace.

Voleva parlargli soprattutto di Tom Riddle, della sua aura nera che aumentava giorno per giorno, della sua capacità di trafugare l'anima delle persone con un solo sguardo, di quel serpente enorme che sovente si arrampicava e attorcigliava intorno al suo corpo...

Senza volerlo allungò il passo, sempre senza riuscire a capacitarsi della quiete e dell'immobilità della scuola, che nemmeno durante la notte poteva dirsi così tranquilla, complici ovviamente gli studenti che facevano di tutto fuorchè dormire.

Finalmente intravide i due famigliari gargoyles eretti a guardia dell'entrata, chiedendosi irritato perchè proprio l'ufficio del preside doveva essere situato nella torre più alta del castello.

ape frizzola” scandì spazientito, oltrepassando i due mostri di pietra e salendo le scale verso l'ufficio di Silente.

Quest'ultimo, malgrado fosse molto tardi, indossava i suoi abiti diurni e stava seduto tranquillo nel suo seggio, quasi sapesse della visita del professore.

Severus infatti come arrivò nell'ingresso non si disturbò neanche di bussare o di salutarlo, ma cominciò a parlare irruente e sfrenato

Albus!” esclamò a voce alta “ Finalmente, non sa quante cose devo dirle, quante cose ho scoperto in questi tre mesi, la situazione è grave, gravissima! Loro sono incontrollabili e poi c'è quell'uomo che peggiora di giorno in giorno, diventa sempre più folle e spietato e dice delle cose raccapriccianti, come sono raccapriccianti le cose che stanno facendo ai babbani, e il Ministero non reagisce, continua a non avere neanche l'ombra di un sospetto, dobbiamo fare qualcosa noi al più presto o...”

Severus” lo interruppe Silente mettendosi in bocca una caramella verde “com'è andata l'estate?”

Severus lo guardò interdetto “Uh?”

è da tre mesi che non ci vediamo, come stai ragazzo mio?”

forse non ha capito quello che ho detto”

Sì, che ho capito, Severus” gli rispose il preside calmo “ma questo non è un buon motivo per non salutarci e chiederci come stiamo”

oh.. si, scusi” gli rispose confuso “ma è da troppo tempo che desidero parlarle, la situazione sta davvero degenerando, se non facciamo qualcosa scoppierà una guerra”

sei scusato” gli sorrise “Sai si è sentita la tua mancanza nel castello, Hagrid non sapeva più che cosa fare senza le tue liste di vegetali e creature per le pozioni”

Grazie.” mormorò imbarazzato “avrei di gran lunga preferito passarla qua, è stata una tortura stare a Malfoy Manor tutto quel tempo, ma ora possiamo tornare a noi?”

credo di immaginare quanto sia stato difficile... e sei sicuro di non aver destato alcun sospetto?”

si, sono tutti convinti che sia un loro fedelissimo alleato, nessun sospetto, glielo assicuro”

ottimo, sei stato davvero in gamba, in pochi avrebbero avuto il coraggio di infiltrarsi e rischiare così come hai rischiato te quest'estate”

Il professore fece spalluccie, minimizzando come sempre, e Silente continuò meno sereno “comunque, cosa dicevi? La situazione sta degenerando?”

si, assolutamente. Più passa il tempo e più loro diventano fanatici ed estremisti, dicono delle cose spaventose a proposito di depurare il mondo dai babbani e dai mezzosangue, e lui, Riddle, è il peggiore i tutti. Parla di queste cose con una scioltezza e una tranquillità incredibili, io non so come faccia, è terribilmente persuasivo e tutti pendono sempre di più dalle sue labbra e poi..”

poi?” lo incalzò Silente serio

poi è potente, i suoi poteri crescono a vista d'occhio così come i suoi seguaci, ogni giorno se ne presenta uno nuovo”

e chi sono questi seguaci?”

ah, in breve tutte le famiglie purosangue eccetto i Weasley, i Prewett e poche altre, più altri soggetti stranieri che non conoscevo”

capisco...”

ma il problema è che da quest'estate non si limitano più a parlarne, adesso vanno proprio nelle città babbane a catturare le persone per fare dei riti, per torturarle, per ucciderle, proprio come facevano qualche anno fa... io non ho mai assistito di persona, però mi hanno raccontato, e davvero dobbiamo fermarli subito, altrimenti scoppierà una guerra”

si, bisogna fermarli” disse Silente con lo sguardo perso nel vuoto “bisognerebbe trovare un diversivo, qualcosa che possa distrarre Tom e magari fargli cambiare idea, cosicché anche gli altri possano fare lo stesso”

cambiare idea?” ripetè Severus aggrottando la fronte“No Albus, a questo punto è proprio impossibile.. non è una persona ragionevole con cui poter discutere civilmente, è un pazzo megalomane che ascolta e si fida solo di se stesso e di quel rettile che gli sta sempre appresso...sul serio, non servirebbe”

quindi tu cosa suggeriresti?”

io ritengo che lui vada fermato... ma fermato definitivamente, così da fermare anche quelli che lo seguono e stroncare tutta questa storia sul nascere, prima che davvero la situazione ci sfugga di mano”

dici ucciderlo?”

non vedo altra soluzione” esclamò indifferente “a questo punto è necessario, è l'unica via che abbiamo”

uccidere..” ripetè Silente “davvero pensi che uccidere sia l'unica possibilità che abbiamo?”

Severus alzò un sopracciglio “non mi sembra che se ne prospettino molte altre...”

sai, sarò sincero Severus” gli rispose Silente seriamente “ non credo affatto che ucciderlo sia davvero l'unica e ultima possibilità che abbiamo, Tom in fondo è un mago ancora giovane, malleabile.. possiamo sperare di fare ancora molte cose per lui”

tipo?”

tipo aiutarlo a cambiare”

Severus lo guardò sconvolto “aiutarlo?” ripetè “Aiutarlo? Vuole scherzare? Quel mago giovane e malleabile è uno spietato assassino! ha ucciso delle persone, non merita nessuna forma di indulgenza o pietà, e poi sarebbe solo tempo sprecato, non c'è più niente da fare con lui, si fidi me che l'ho conosciuto”

non essere sempre così negativo, Severus. Ricambiare il male con il male porta solo dell'altro male, il più delle volte peggiore e più forte del primo. Tom è solo un ragazzo in fondo, ucciderlo ora sarebbe più grave dei crimini che ha commesso”

No...” Severus strinse i pugni, questo buonismo lo infastidiva immensamente “no, non in questo caso. Lei non lo conosce, non è un ragazzo normale come gli altri, lui è diverso, è profondamente cattivo, si diverte a fare del male alle persone, a umiliarle, a ferirle.. e più il tempo passa più lui peggiora e si rinforza, per questo le sto dicendo che dobbiamo fare qualcosa per fermarlo”

dobbiamo o devo?”

il professore di pozioni lo guardò spiazzato, questa uscita proprio non se l'aspettava.

Guardi che lo farei io, se potessi..” gli rispose a disagio, girandosi verso la finestra per evitare il suo sguardo “ ma lui è troppo forte per me. E ha più esperienza e più conoscenze e.. insomma, io non avrei nessuna speranza. Ma lei, signor Preside... lei potrebbe annientarlo in cinque minuti, non gli costerebbe niente e lo sa già senza bisogno che glielo dica io”

Il preside scosse la testa e la sua espressione si fece tesa

la situazione è molto più complessa di così” disse seriamente “sappi solo che non sono io colui che è prescelto a fermare Tom. Non posso dirti di più”

Come sarebbe non è lei? E allora chi sarebbe?”

non posso risponderti Severus, ti chiedo scusa”

Severus lo guardò spaesato, capendo che c'era chiaramente qualcosa che gli nascondeva “Albus io non so quale sia il motivo di tutta questa esitazione e di tutti questi misteri, ma una cosa so per certo, cioè che lei è sicuramente il mago più potente e capace d'Europa e del mondo intero, per cui se non riesce a fermarlo lei, allora non ci riuscirà nessuno”

oh, via non esagerare.. sono solo un vecchio dopo tutto” rispose Silente sorridendo modestamente “e poi ucciderlo non servirebbe a niente, te l'ho già detto, non è la morte che può contrastare l'odio”

ah no? e allora che cos'è?” chiese il professore esasperato

è l'amore, Severus! il bene, la dolcezza, l'affetto e qualsiasi sua altra declinazione che ti viene in mente. Solo l'amore può spegnere l'odio e contrastare il male, non la morte, la morte in questo caso sarebbe solo una conseguenza dell'odio”

È una cosa estremamente carina da dire, davvero” rispose Severus sarcastico “ma noi purtroppo siamo nel mondo reale, in un mondo spietato che è fatto di crudeltà e ingiustizia, e in cui per vincere e bisogna combattere e uccidere, mi rincresce dirlo ma è così, in questo caso l'amore non serve proprio a niente, soprattutto quando si ha a che fare con uno come Riddle o come Malfoy, Lestrange, Mulciber, Karkaroff e il resto”

Silente lo guardò con tristezza, il disincato e il pessimismo del giovane professore erano chiaramente frutto di sofferenze e delusioni ancora calde e dolorose, fargli cambiare idea sarebbe stato più difficile del previsto.

Severus” ritentò il preside “Io capisco che sembra tutto molto trascendente e senza senso, ma ti assicuro che è proprio così, Tom è solo un ragazzo pieno di rabbia, di rancore e di paura, non è un mostro, o almeno non lo diventerà se noi interveniamo in tempo per aiutarlo e impedirgli di diventarlo”

ancora con la storia dell'aiutarlo?” ripeté Severus sconvolto “per Merlino! Lui non vuole il nostro aiuto! Quell'uomo vuole solo avere le nostre teste mozzate ai suoi piedi, insieme a quelle dei babbani, dei mezzosangue e del resto del mondo!”

non se ne gli diamo un motivo per non farlo...”

e quale sarebbe questo motivo?”

Silente, prima di rispondergli, si alzò dalla sua sedia e andò ad verso Fanny, che era appolaiata sul suo trespolo.

tu dovresti saperlo bene, dato che l'hai vissuto sulla tua pelle...”

Io?”

si, Severus, tu.” disse dopo aver accarezzato le piume scarlatte della fenice “che cosa ti ha portato a rinunciare alla magia oscura e a venire da me a chiedermi aiuto?”

cosa? Ma...”

Rispondimi, ti ho fatto una domanda” gli disse calmo con gli occhi e l'attenzione rivolti a Fanny

io... io non sono un assassino, non voglio fare del male alla gente, Silente”

certo, e poi?”

il professore corrugò la fronte, non sapeva come tradurre questa sorta di interrogatorio “In che senso 'e poi' ? Non è già abbastanza come risposta?”

si e...no. Perchè secondo me c'è stata una persona che più di tutto ha influito e determinato questo tuo ripensamento”

Severus si sentì arrossire

n-no” balbettò imbarazzato, capendo subito a chi si stesse riferendo “ si sbaglia, non c'è stata nessuna persona, è una decisione che ho preso io, nessun uomo ha influito o tanto meno mi ha costretto..”

ma io non sto parlando di un uomo..” gli rispose Silente divertito, girandosi per guardarlo negli occhi

non so proprio di cosa sta parlando...”

Via Severus che lo sai benissimo! Sono stati dei sentimenti per una certa strega che ti ha fatto capire che quello che facevi era profondamente sbagliato, è stato il suo ricordo, l'idea che lei potesse vederti in quello stato, giudicarti, soffrire per te.. questo ti ha fatto tornare la ragione, e non dire che mi sbaglio”

Il professore lo guardò incredulo, sentendosi terribilmente imbarazzato. Aprì e chiuse la bocca impotente, senza sapere come ribattere. Come diamine sapeva?

non hai niente di cui vergognarti Severus” continuò Silente, guardandolo dolcemente

quello che hai fatto ti fa onore, solo gli uomini veramente intelligenti e coraggiosi hanno l'umiltà di ammettere di aver sbagliato e di chiedere perdono, e ancora di più nel tuo caso, quando è un sentimento la scintilla che fa aprire gli occhi e tornare indietro..”

Severus era arrossito vigorosamente, stingeva i pugni forte sotto il mantello, cercando con tutta la forza che aveva di non lasciarsi prendere dall'emozione

questo..” sussurrò con voce roca “questo non c'entra, niente di niente..”

invece si, l'amore ci fa fare cose che noi non crediamo neanche possibili, che in altre circostanze non avremo mai fatto”

e cosa c'entra con Riddle?”

Silente si mise a posto gli occhiali sul naso, segno che la conversazione stava per prendere una piega decisamente più delicata e spinosa

bella domanda.. come dire..è da molto tempo che desideravo parlartene, però sono sempre stato frenato dall'idea che tu potessi prendermi per pazzo o fraintendere..”

vuole parlare chiaro?”

quest'estate, mentre tu eri a Malfoy Manor, io ho avuto la fortuna di parlare e confrontarmi con una strega molto intelligente e sensibile”

Severus si irrigidì, guardandolo turbato con la coda dell'occhio

No, non è quella strega, Severus” gli rispose Silente allegro “è un'altra ragazza ugualmente piacevole e piena qualità, Andromeda Tonks, non so se la conosci”

si, certo che la conosco” rispose Severus curioso, cercando di ignorare la sua allusione “ eravamo compagni di casa, me la ricordo molto bene, aveva un paio di anni in più ed era una delle poche ragazze che non mi evitava e che non mi prendeva in giro, l'unica amica donna che avevo dopo... dopo,..”

Sì, capisco... ecco la signora Tonks quest'estate è venuta da me a propormi la cosa più pazza, bizzarra e geniale che io abbia mai sentito, mostrandomi dei fatti che mi hanno sconvolto e pienamente convinto ad appoggiarla”

E che proposta sarebbe?” lo incalzò, pieno di curiosità

Aspetta, prima di dirtela, voglio che tu mi parli di Tom, dimmi tutto quello che ti senti di dire su di lui.”

eh? Ma ..”

coraggio..”

Beh, non c'è molto da dire, semplicemente che sta diventando un mostro. Il suo potere cresce ininterrottamente così come la sua oscurità. Appena arriva si sente subito la sua presenza, il clima diventa gelido e si percepisce distintamente l'alone oscuro che lo contorna, per non parlare della sua voce e del modo che ha di guardarti, come se fosse capace di leggerti dentro e umiliarti con i soli occhi.. è terribile, un mostro”.

Silente lo ascoltava attentamente, ma a giudicare dalla sua espressione serena, quasi divertita, non ne sembrava molto convinto, ne tanto meno impressionato.

Sì, mi ricordo..perfino da bambino aveva un che di sinistro nel suo modo di fare, ma ti assicuro, caro Severus, che per adesso è tutta apparenza, che dietro quegli atteggiamenti indisponenti e all'aura oscura si nasconde un uomo fragile e pieno di paure, con un forte bisogno d'aiuto”.

Quelle parole sconcertarono Severus, non poteva credere che il preside potesse anche solo pensare una cosa del genere.. lui pieno di paure? fragile e soprattutto bisognoso d'aiuto? No Silente non poteva pensarlo davvero, o evidentemente non si rendeva conto della gravità della situazione. Decise di scuoterlo.

Bisognoso d'aiuto? Lord Voldemort fragile e bisognoso d'aiuto? Albus non so se si rende pienamente conto della situazione, ma stiamo parlando di un assassino, di un pazzo che vuole cancellare i nati babbani dal mondo, di un mostro che ha ucciso persone senza alcuna remora e che..”

e che ha gettato la donna che ama in prigione” finì Silente, guardandolo dritto negli occhi.

che cosa?”

hai capito bene Severus, Tom”, e qui pronunciò con decisione il nome di battesimo del mago, “è umano esattamente come noi. E come tutti gli umani prova dei sentimenti, prova la gioia, la disperazione, la paura, l'odio e.. l'amore”

Severus cominciava seriamente ad irritarsi.come poteva essere così cieco?

no si sbaglia, mi dispiace ma si sbaglia di grosso. Non riesce provare nessun sentimento che sia anche solo accostabile alla pietà, figuriamoci all'amore. D'altronde le circostanze in cui è nato, Silente, parlano chiaro. L'Amortentia è una pozione che io conosco molto chiaramente, e uno dei numerosissimi effetti collaterali è proprio l'incapacità dell'eventuale nato di provare sentimenti positivi d'amore verso il prossimo. Se prima, ammetto, ne ero un po' scettico, ora dopo aver conosciuto lord Voldemort ne sono più che sicuro. Lui non può amare, non ha mai amato e non amerà mai. E non so neanche perchè perdo tempo con lei a discuterne.. ” Severus era allibito. Voldemort amare? Chi poi? Lui non sapeva neanche cosa volesse dire la parola amore, neanche si immaginava cosa volesse dire vivere per un'altra persona, essere disposto a fare qualsiasi cosa, anche a morire perfino, per il bene e la felicità di un altro. Mentre lui tutto questo lo conosceva fin troppo bene, e il solo pensiero che i suoi sentimenti potessero essere accostati a quelli di un uomo spregevole come Riddle lo faceva infuriare.

Silente benchè si fosse accorto del turbamento emotivo di Severus, volle continuare a parlare, era sicuro che il professore avrebbe capito e che valeva la pena insistere “Severus” gli disse confortante “io capisco quello che provi, sono stato giovane anch'io tanti anni fa, ma ti prego di ascoltarmi. La storia dell'amortentia è solo una sciocchezza. Una sciocchezza inventata di sana pianta qualche secolo fa per giustificare gli aborti e gli infanticidi che ne erano presunte conseguenze e per indurre le persone a non farne uso. Pensaci bene, come può un bambino nascere segnato da un destino così tremendo e maledetto? Un bambino innocente, come gli altri, la cui unica colpa è quella di essere nato in circostanze tanto avverse? Tom è un uomo e può amare come tutti gli uomini, solo che ha una paura talmente grande di farlo che si è convinto di non esserne capace, e l'amortentia è, da questo punto di vista, una giustificazione perfetta. Io lo so che all'apparenza può sembrare invincibile, ma ti assicuro che è una persona fragile, estremamente fragile, e bisognosa d'aiuto. E se noi non interveniamo ora, dopo si che sarà troppo tardi, sia per lui che per noi”

Il professore di pozioni lo ascoltava a bocca aperta, scuotendo ostinatamente la testa, ma senza trovare qualcosa di decente da controbattergli, perciò Silente continuò con voce ferma e sicura

sai, inizialmente anch'io ero molto scettico, ma poi ho capito che per forza era così, che non poteva essere diversamente.. ora ti faccio una domanda. Secondo te qual è la cosa che Tom teme più di ogni altra al mondo? La sua paura più grande?”

Severus sapeva perfettamente la risposta, ma fece finta di pensarci e di esitare

forse.. la morte?”

no, Severus, non è la morte come credi ciecamente tu e lo stesso Riddle, ma è la vulnerabilità, e l'amore, così come la morte, rende pienamente vulnerabili, fa perdere il controllo e ti porta in una dimensione nuova che non si conosce e che non si sa gestire”

Severus l'ascoltava attentamente le parole del suo preside. Non sapeva davvero cosa pensare, non capiva il senso o il motivo di tutto quel discorso, però sentiva dentro di sé che aveva ragione, che quello che diceva era tremendamente vero.

Malgrado questo, un po' per orgoglio, un po' per ostinazione, gli rispose, mantenendo con cura un tono freddo e scettico

va bene, Albus, mettiamo anche che lord.. che Riddle possa amare e provare sentimenti positivi verso le persone, ma a noi, concretamente, cosa interessa? Cosa ci cambia se lui è stato innamorato di qualcuno?”

Silente non potè trattenere un sorriso, sapeva che Severus Piton, sempre così accigliato e scontroso, era dotato di una rara sensibilità, che gli avrebbe fatto capire tutto senza troppi problemi.

ma come non ti viene in mente nessuno?” gli rispose, fingendosi stupito “Non ti viene in mente una donna che fino a qualche anno fa viveva praticamente in simbiosi con lui, faceva quello che faceva lui, andava dove andava lui, senza mai lasciarlo nemmeno per un attimo? O meglio, senza che lui, Severus, la lasciasse nemmeno per un attimo?”

A quelle parole Severus ammutolì. Silente, che quasi sembrava gli avesse letto la mente, sorrise e continuò divertito

sai perché Bellatrix Black si trova ad Azkaban adesso?”

Severus ci pensò, ma capendo ormai che tutto ciò che diceva e pensava era inevitabilmente sbagliato od oggetto di replica, scosse la testa sfinito.

siediti, Severus. temo questa sarà una lunga notte..”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


villa Malfoy, ottobre 1986

 

Narcissa Malfoy era preoccupata. Si muoveva irrequieta nella sala del piano terra, lanciando sguardi apprensivi verso la finestra.

Perchè non arriva?” Si domandò agitata, guardando da una finestra all'altra “Aveva detto che sarebbe stata una prova semplice e veloce, che sarebbe tornato a casa in un lampo...”

Eppure il marito non tornava.

“E se è successo qualcosa? E se gli auror li hanno rintracciati? E Se fosse ferito?” a quei pensieri la giovane donna rabbrividì, non poteva neanche immaginare di vivere senza di lui, senza il suo aiuto e il suo sostegno... e poi cosa ne sarebbe stato di lei e del piccolo Draco in quella maledetta casa, senza Lucius?

Draco” pensò mordendosi un labbro, ancora più angosciata “ il mio bambino.. per Salazar, come faccio? Dove andrei? Non potrei certo restare, no, non con quel demonio qui... non con il mio bambino”.

Narcissa era veramente in preda al panico, e in effetti, dopo che casa sua era stata scelta come quartier generale dei mangiamorte, le visite di quel “demonio” erano sempre state più frequenti, a tal punto che Lucius gli aveva concesso un intero piano del loro maniero e, anche se Narcissa in cinque mesi lo aveva visto si e no tre volte, era sicura che ormai Tom Riddle vivesse lì, in casa sua. Magari si trovava nella villa proprio ora, giusto due piani sopra la sua testa, o magari si trovava proprio dietro di lei, a ridere e a godere della sua paura o... la donna si bloccò trattenendo il fiato, un feroce moto di angoscia si era impadronito improvvisamente di lei

Draco” pensò al figlioletto tutto solo al primo piano “oh cielo, Draco!”

Iniziò a salire le scale, correndo più veloce che potè, diretta verso l'alloggio del principino. In effetti i pensieri verso Lucius l'avevano distratta a tal punto da dimenticarsi del figlio di sei anni, solo da più di due ore al piano di sopra. In preda al panico, Narcissa attraversò i corridoi bui e spaziosi del primo piano che sembravano ancora più inquietanti del solito, e notò con orrore che faceva freddo, troppo freddo, per essere in ottobre.

Finalmente arrivò e notò che l'incantesimo di protezione che aveva fatto come ogni notte era ancora intatto, e l'appartamento di Draco sembrava integro...

Tremando spezzò l'incantesimo e aprì bruscamente la porta e, dopo un interminabile istante, riuscì di nuovo a respirare: il bambino era nel suo baldacchino che dormiva tranquillo, proprio come lei lo aveva lasciato qualche ora fa. Il sollievo e la gioia che provò non si possono descrivere a parole, la povera ragazza cominciò a piangere tacitamente e si lasciò cadere ai piedi del letto di Draco, baciandolo e accarezzandolo ancora tremante.

“Madre?” sussurrò il bambino mezzo addormentato con gli occhi semi aperti, Narcissa lo guardò sorridendo e gli rispose dolcemente

“Shh, dormi tesoro, sono qui con te, non devi avere paura di niente.”

Il bambino allora richiuse gli occhi grigi mentre Narcissa era piegata su di lui, ancora scossa dal recente spavento. Non riusciva ad allontanarsi da suo figlio, stava in ginocchio ai piedi del letto a fissarlo, come se Draco potesse sparire da un momento all'altro se mai avesse distolto lo sguardo. Certo questo momento di pace non durò a lungo: un rumore impercettibile, proveniente dalla porta, la fece sobbalzare. Narcissa si alzò di scatto e si girò spaventata, e quasi inconsapevolmente puntò con convinzione la bacchetta verso l'ingresso vuoto, guardando terrorizzata la porta semi aperta davanti a lei. Benché non ci fosse proprio nessuno, continuava a stare in piedi con la bacchetta puntata, lo sguardo vigile e le orecchie tese, pronta a tutto pur di difendere Draco e la sua casa. Perchè lei aveva sentito qualcosa, non era pazza, e sapeva perfettamente cos'era la fonte di quel rumore...o meglio, chi era. Sentiva che Tom era lì, ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa, ma non riusciva né a muoversi né a proferire parola. Sarebbe rimasta così per tutta la notte se non ci fosse stato un rumore, molto più forte e rassicurante, proveniente dal piano terra a distrarla

“Narcissa? Dove sei?”

Lucius era arrivato.

oh Dio, grazie” pensò la bionda, e allontanandosi dal figlio addormentato lo chiamò, cercando di nascondere i tremiti nella voce

“ Lucius! sono.. sono qui, da Draco”,

Da Draco?”pensò Malfoy confuso, togliendosi il soprabito d'alta sartoria e smaterializzandosi veloce

“ Narcissa? Perchè sei qui?” le chiese appena arrivò “ che cosa è successo?”

La donna lo guardò in cagnesco, e non si mise a urlare solo perchè c'era suo figlio che dormiva

“Cosa è successo?” ripetè a denti stretti “ Cosa è successo? Tu arrivi quattro ore più tardi, senza dirmi una parola, lasciandomi qui da sola con Draco in questa maledetta casa con lui, perchè io lo so che è qui, e hai il coraggio di chiedermi cosa è successo?”

“ Narcissa, cara, hai ragione” le rispose irritato “ Io...ecco le cose si sono un po' complicate, gli auror ci hanno quasi preso..ma ora sono qui, va tutto bene”

Narcissa scosse violentemente la testa e, cercando di trattenere i singhiozzi, gli rispose “ No Lucius, non va tutto bene, non va bene per niente, io sono stanca di questa storia, questa è anche casa mia e tu non puoi fare sempre quello che vuoi! Io ho paura, lui.. lui era qui, proprio qui, un attimo fa, in camera di nostro figlio” detto cominciò a piangere silenziosamente, mantenendo pur sempre il contegno elegante e altezzoso che la contraddistingueva

. Lucius la guardò amaramente e le rispose, cercando di assumere un tono dolce

“ Narcissa, tesoro, capisco che è dura, che hai paura, ma devi fidarti di me, lui non ha alcuna intenzione di fare del male a te o a Draco, lo so, te lo assicuro, e... e ora non è neanche qui non puoi averlo visto, sarà stata solo una tua impressione”

Narcissa lo fulminò con lo sguardo “ no Lucius, so cosa ho sentito, era proprio qui! Era qui in camera di nostro figlio”

Lucius sospirò, irritato dall'ostinazione di sua moglie,“Narcissa ti prego, ti chiedo di essere forte, fallo sia per me che per Draco”

La bionda fece per rispondergli ma lui continuò convinto “ Narcissa, il lord ci ricompenserà vedrai... grazie a lui siamo in procinto di conquistare il mondo e abbiamo il suo benestare, il suo favore! Diventeremo la famiglia più potente e rispettata del mondo magico, nessuno oserà toccarci, nessuno si permetterà anche solo di dirci qualcosa, diventeremo ancora più ricchi, più forti e rispettati di come siamo ora, ma per farlo tu devi fidarti di me, devi lasciarmi fare, io faccio tutto questo soprattutto per voi, perchè vi amo, e tu lo sai” Narcissa lo guardava fisso e ascoltava le sue parole, cercando di convincersi che ciò che diceva era vero, che doveva essere forte per lui e per Draco, e che in futuro, presto, tutto si sarebbe sistemato nel migliore dei modi. Allora annuì debolmente e lo abbracciò forte, come se volesse sparire in mezzo a quella stretta forte e rassicurante, senza accorgersi della figura che stava sulla soglia della camera, tanto scura che quasi si confondeva con il buio del luogo.

Stupido” pensò la figura con disprezzo “Povero illuso... penoso, miserabile”.

Tom Riddle si allontanò da quella scena pietosa, aveva sentito anche troppo per i suoi gusti, e si smaterializzò rapidamente al piano di sopra per evitare di fare cose delle quali si sarebbe pentito. Non voleva ucciderli, non aveva senso adesso, anche se la tentazione che sentiva era forte. I mangiamorte avevano fallito miseramente, lo sapeva, e Malfoy, subito dopo un fallimento così, osava parlare di lui in questo modo. Questo solo pensiero bastò per accendere dentro di lui una rabbia distruttiva, quanto avrebbe desiderato tornare giù e fargli cambiare idea... invece no, si costrinse a restare lì, Malfoy d'altronde gli serviva vivo... “almeno per adesso”.

Si sedette quindi nel divano antico posto al centro della sala, passandosi una mano tra i capelli neri e folti e massaggiandosi la testa dolorante. Era da qualche giorno che sentiva un forte mal di testa, e certo tutta quella rabbia repressa e tutta quella frustrazione che provava così spesso non aiutavano a farlo stare meglio. “Diavolo” pensò stizzito “ quegli incapaci... non riuscirebbero neppure a catturare un bambino”. Benchè la sala fosse illuminata solo dalla luce lunare, Tom (o come preferisce lui, Voldemort) scostò le tende con un gesto stizzito della mano, evitando però che la stanza diventasse completamente buia, amava infatti l'oscurità e il silenzio, ma voleva comunque essere in grado di distinguere con chiarezza tutto ciò che gli stava intorno: non abbassava mai la guardia, neanche per un attimo e per nessun motivo. Sospirò, malgrado l'apparente tranquillità del luogo, il giovane non riusciva a calmarsi, la testa sembrava pulsasse più di prima e i suoi pensieri erano un flusso inarrestabile che non gli dava tregua. Ripensava al misero fallimento di quei tre buoni a nulla, alle parole di Malfoy, al tempo che passava senza che lui concludesse niente, a quello che avrebbe dovuto fare per risolvere la situazione. “Dannazione” imprecò nuovamente “Adesso dovrò faticare il doppio per colpa di quei tre idioti... che incapaci, farsi ingannare così da quella vecchia strega, mi vergogno io per loro... e Malfoy, dannato, è il peggiore di tutti. Non è cambiato proprio per nulla, sempre il solito viscido opportunista, ossessionato dal pensiero della gente più di qualsiasi cosa, e crede perfino di potersi servire di me! Di me, per avverare le sue vili ambizioni! Che illuso, che ingenuo, quasi mi fa ridere, sia lui che la sua donnetta sempre intenta a pensare a se stessa e al marmocchio, come se io avessi del tempo da perdere con quel ragazzino viziato! Quanto odio anche lei, così debole, frivola e paurosa, non sembra affatto sua...” a tal pensiero stinse i pugni involontariamente, odiava quei momenti, odiava quella strana sensazione di fastidio e di disagio che si impadroniva di lui ogni volta che ciò accadeva, ogni volta che si ritrovava a pensare a lei...

Lei non avrebbe fallito. Lei era la più dotata, avrebbe preso quegli oggetti anche da sola, come me. In fondo era forte e furba,non si sarebbe lasciata ingannare così. E poi era...” si interruppe violentemente, ricacciando indietro con irritazione una serie di ricordi e di immagini tanto vividi da sembrare reali, che gli procurarono reazioni fisiche tanto spontanee quanto inopportune.

dannazione” pensò infastidito “ dannata strega, perchè sono così debole? Sarà il malore alla testa...e poi quei tre idioti, mi hanno innervosito, è colpa loro. La pagheranno. Forse dovrei dormire? Da quanto non dormo? troppo” mentre pensava ciò, sentì una voce femminea provenire dal pavimento marmoreo, che iniziò a sussuraragli cose... confortanti?

“Nagini” rispose al serpente in un'altra lingua “Nagini, quella strega continua ancora a tormentarmi, a prendersi gioco di me”

Il serpente strisciò verso l'alto per guardare negli occhi il suo padrone, che continuò inquieto “ come posso fare per liberarmi di lei definitivamente? Se solo ti avessi ascoltato...se solo avessi saputo, ma non potevo certo immaginare, ero così giovane e inesperto, e lei lo sapeva e se n'è approfittata, lei che era già così scaltra, tentatrice più del diavolo in persona”. A queste parole lo invase un altro moto di rabbia, quanto odiava quella donna, avrebbe desiderato ucciderla, cancellarla dalla faccia della terra, chiedendosi se così avrebbe mai cessato di molestarlo.

Chiuse gli occhi, decise che doveva assolutamente pensare ad altro, e per farlo, sfruttò l'unica forma di distrazione che aveva: la famiglia Malfoy.

Distolse subito il pensiero. Erano impegnati.

Impegnati in un modo che, invece di distrarlo, gliela fecero ricordare ancora di più.

 

 

 

 

 

Salve a tutti e grazie per dedicare del tempo alla mia storia strampalata, è la prima che pubblico, spero tanto che possa piacervi :)...

comunque voglio scrivervi cinque parole cinque per farvi capire un po' di più l'incasinatissimo contesto in cui l'ho ambientata. Intanto siamo nel 1986, perciò Harry ha da poco compiuto sei anni (ne sono passati sette da quando la mia Bella è finita ad Azkaban) e poiché ho tardato la nascita di Tom, Lily e James sono entrambi vivi e felici e contenti, Sirius non è mai andato ad Azkaban e Codaliscia non ha ancora tradito nessuno...

Per quanto riguarda Tom, Bellatrix e Rodolphus Lestrange e altri mangiamorte che compariranno a breve, ho fatto in modo che avessero tutti la stessa età di Lucius Malfoy, perciò quattro anni in più di Severus, Lily e i malandrini...

ok, credo per adesso di aver detto tutto..inutile che vi chieda di recensire, ma se avete qualsiasi cosa da chiedermi o da rimproverarmi fatelo pure mi raccomando! Così mi aiutate a migliorare, ciao e a presto

LadyIce

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Hogwarts, ottobre 1986

 

Severus dopo quella fatidica sera non aveva smesso neanche per un istante di pensare a ciò che gli aveva detto il preside, e più ci pensava, più la riteneva una pazzia. Follia pura. Ormai era passato un mese, l'anno scolastico era cominciato da un pezzo, ma lui sembrava non essersene neanche accorto tanto era preso da questa storia.

è impazzito. È totalmente fuori di testa” pensò una sera mentre correggeva dei test nella quiete del suo ufficio

non può pensare a una cosa del genere... e se fosse sotto Imperius? No impossibile. Ma allora? Non può davvero pensare quelle cose, forse lui non l'ha conosciuta bene, magari pensa che la strega sia una vittima della situazione, solo una sciocca che si è invaghita dell'uomo sbagliato.. Silente però non è uno stupido, come potrebbe pensare una cosa del genere di Bellatrix? Sia come sia, pensi quello che vuole, io comunque non ci vado. Basta! ho deciso”

Continuò a pensare, tracciando con enfasi una bella “T” di “troll” in calce a un compito “che vada lui a fargli quella proposta, io non ne sarò complice... Anzi, vado subito a dirglielo, si, questa volta non mi smuove.”

Convintosi, Severus si alzò di scatto dalla sua cattedra, abbandonò le verifiche disastrose degli studenti del terzo anno e si diresse di gran carriera nell'ufficio del preside, sicuro che questa volta Silente non avrebbe potuto dire niente per fargli cambiare idea.

“Caramella mou” scandì spazientito dalla solita ridicolaggine delle parole d'ordine, e una volta entrato, parlò bruscamente, di nuovo senza salutare.

“Albus, mi dispiace, ci ho pensato, ma io non ci sto” .

Silente che stava guardando fuori dalla finestra si girò sorpreso e gli rispose sempre tranquillo

“oh, buona sera Severus, ti stavo aspettando. Prego accomodati” .

Il professore lo guardò stranito, ma decise subito di lasciare perdere e si sedette continuando con sicurezza

“Albus, mi dispiace, ma io non posso aiutarla. È tutto il mese che ci penso, praticamente giorno e notte, e più ci penso, più mi sembra una pazzia, una totale ed indiscussa pazzia, con tutto rispetto parlando”.

Silente si sedette nel suo seggio di fronte a lui, senza rispondergli e guardandolo curioso e aspettando che il giovane professore finisse il suo comizio.

“Io glielo giuro” continuò allora Severus più teso “ci ho pensato e ripensato, alla strega, a lui e a tutte le conseguenze che la sua richiesta potrebbe portare, sia negative che.. no, solo negative, per cui le dico che non posso fare quello che mi ha chiesto, mi dispiace” concluse serio, con tono con non ammetteva repliche.

“Bene, Severus, ho capito. Posso dire una cosa io adesso?” gli domandò ironico il preside, e dopo che il professore annuì con titubanza, continuò “Severus, cosa ho fatto io, sei anni fa, quando sei venuto da me a chiedermi perdono, quando mi hai chiesto di fidarmi di te?”

il giovane professore lo guardò stupito

“Ma... ma questa è un'altra cosa.. io..”

“No Severus, è esattamente la stessa cosa. Io mi sono fidato di te, anche se non avevo alcuna certezza materiale sulla tua buona fede, anche se tutti mi erano contro e mi hanno ritenuto un pazzo, proprio come stai facendo tu ora”

Sapeva che Silente aveva ragione, tanto per cambiare. Si ricordò quel giorno quando appena ventenne era andato da lui, tutto impregnato di magia nera, solo e disperato e di come lui lo avesse accolto a braccia aperte, senza battere ciglio.

Questa palese irriconoscienza lo fece pentire “ma come ho potuto? Come ho potuto dubitare di lui? Dell'unico uomo al mondo che mi ha creduto e che mi ha aiutato? Certo che...”

“Cosa?” domandò il preside

“che.. insomma, perchè?” rispose il professore senza accorgersi che gli aveva letto nel pensiero.

“Perchè voglio che Bellatrix Black esca da Azkaban il prima possibile?”

“Sì”

“Perchè è la nostra ultima speranza” . Detto questo, l'espressione sconcertata di Severus degenerò in una smorfia. Non capiva, e in effetti non aveva tutti i torti.

“ Ma...”

“ Perchè?” lo anticipò Silente sorridendo

“Sì” rispose Severus esausto

“Perchè lei è l'unica che lo può fermare, che lo può salvare da una fine atroce, di gran lunga peggiore della morte, e di conseguenza può salvare anche noi da una guerra altrettanto atroce”

Perchè?”

“Perchè lui la ama, Severus, e l'amore pone..”

“ancora con questa storia! Basta! Lui non la ama! Né lei, né nessun altro al mondo, non può, è cattivo, spietato, sadico... non può!”

“Sì, invece, e come stavo dicendo, l'amore pone dei limiti invalicabili all'odio e all'oscurità, rende le persone migliori, e ciò vale anche se le due persone in questione sono malvagie”

Severus scosse la testa, per lui era follia pura.

“ io...perchè nutre così tanta fiducia nei confronti di Bellatrix Black? Cosa le fa pensare che lei, una volta uscita dal carcere, ostacoli sul serio i suoi piani e non si metta a sollecitarlo e a servirlo in tutte le sue più infernali richieste come ha sempre fatto?”

“Tecnicamente, Severus non l' ho mai pensato... però, non è questo che mi preoccupa, Bellatrix è un nemico temibile, certo, ma non è niente in confronto a..”

Qui il preside si bloccò, ciò che stava per dire gli procurava chiaramente molta pena

“ in confronto a che cosa, Albus?”

“Severus, ora ti dirò una cosa che non ho mai rivelato a nessuno” disse seriamente, appoggiandosi allo schienale del suo seggio “te la dico, perchè riservo massima fiducia nei tuoi confronti, ma tu devi promettermi che non ne farai parola con nessuno”

Severus si accigliò, non aveva mai visto Silente così serio

“Glielo giuro sul mio onore”

“Bene” rispose Silente stancamente “vedi, Tom Riddle ha deciso di serbarsi un destino peggiore della morte, ha deciso di distruggersi, di spezzare la sua anima in tanti frammenti per rimanere immortale, e se noi non facciamo qualcosa subito per impedirglielo, sarà davvero troppo tardi”

Severus impallidì. Un'ondata di consapevolezza e paura investì la sua anima.

Gli Horcrux.

Aveva letto molte volte e in tanti manuali di questi terrificanti oggetti oscuri, ma mai aveva immaginato che potessero essere un pericolo reale, concreto, che andassero al di là della semplice accademia..

“Dobbiamo fermarlo” sussurrò “dobbiamo fermarlo prima che sia troppo tardi”

“si”

“lei, Albus, lo deve fermare. Lei è l'unico abbastanza potente da riuscirci..”

“Anche qui Severus, temo purtroppo di dover obiettare”

“Come?”

“Te l'ho già detto, non sarò io colui che fermerà Tom, ecco c'è una profezia...forse è meglio che ti siedi d nuovo”

Il professore lo guardò stranito “una cosa?

Silente annuì “ne sono venuto a conoscenza circa cinque anni fa, è una profezia mortale, relativa a un uomo e un bambino”

“Un bambino? Quale bambino?” lo interruppe Severus confuso e sbalordito

“Se mi lasci parlare, ti spiego”

“Scusi”

“Dicevo, questa profezia parla di un certo mago oscuro e di un bambino nato alla fine di luglio di sei anni fa, il quale bambino pare essere il solo e l'unico ad aver il potere e le capacità necessarie per sconfiggere il mago a cui è legato”

Severus lo guardava senza parole, aveva talmente tante di quelle domande da fare che non sapeva da dove cominciare.

“E io credo di aver capito chi sia il bambino in questione” continuò Silente guardandolo con apprensione “mi sono informato, e tra tutti ce n'è uno, in particolare, nato proprio sei anni fa, a fine luglio da due giovani e promettenti maghi.. hai capito di chi parlo?”

Severus ci pensò un attimo. Lui di bambini non ne conosceva, e francamente non ci teneva troppo a conoscerne, gli bastavano già gli studenti.

Poi arrivò l'illuminazione

“ il giovane Malfoy!” esclamò convinto “ È nato proprio sei anni fa, e Narcissa non fa altro che ripetere quanto Voldemort lo odi e lo detesti, quante volte abbia cercato di ucciderlo e..”

“No no Severus, sei fuori strada, se non sbaglio Draco è nato in giugno, e comunque non potrebbe mai essere lui, i genitori del bambino sono due auror”

“Ah” rispose deluso e infastidito “allora non lo so. Non posso saperlo, non conosco figli di auror. Me lo può dire lei direttamente?”

“sicuro? Avanti Severus, un bambino figlio di due auror giovanissimi e già molto rinomati, un bambino nato proprio sei anni fa, un bambino con gli occhi verdi..”

Il cuore del professore si fermò. I suoi occhi neri, sempre ridotti a due fessure chiuse e scostanti si spalancarono per il terrore e la paura.

No...” iniziò a scuotere la testa bruscamente “no, si sbaglia. Deve esserci un errore. Non può essere, no.

“Mi dispiace, ma è così. è lui il bambino, il figlio di...”

“NO!” urlò rabbioso, digrignando i denti “Non lo dica! Non lo dica neanche! Dannazione, lo dice solo per preoccuparmi, non è vero? Perchè vuole convincermi a ad aiutarla ad attuare questo ridicolo piano!”

Silente lo guardò pieno di tristezza, scuotendo la testa. “mi dispiace, Severus, sapevo che per te sarebbe stato un duro colpo, ma ho ritenuto che dovessi saperlo, soprattutto adesso. Ma sappi che questo non cambierà le cose, nulla di brutto capiterà a Harry Potter o a sua madre, te lo assicuro”

Lily.

Severus fece un respiro profondo. Lily, la donna che aveva amato dolorosamente fin da quando era bambino, e che ancora oggi amava con tutto sé stesso, era in grave pericolo.

“ Severus mi dispiace, non volevo allarmarti così, ma ho pensato che fosse giusto che tu lo sapessi”

“Sono solo delle sciocchezze” disse acido “Un mare di sciocchezze insulse, proprio come la divinazione. Io non ci credo a queste cretinate da maganò, esistono solo per mettere la pulce nell'orecchio e basta”

“non questa volta... questa profezia, io l'ho ascoltata e ti garantisco che non è una sciocchezza, fidati di me”

Continuava a scuotere ostinatamente la testa, non poteva neanche pensarlo. Una profezia? Su Voldemort e il figlio di Lily?

“Ti prego, Severus, capisco che per te non deve essere facile, ma ho davvero bisogno del tuo aiuto”

“Lei...” disse con voce roca, dopo un attimo di silenzio “loro, lo sanno?”

“No”

“Qualcun altro lo sa?”

“No Severus, siamo gli unici”

Il professore annuì di nuovo, leggermente sollevato da quest'ultima constatazione.

“Ottimo, nessuno deve saperlo. Adesso dobbiamo solo uccidere quel mostro, anzi lei deve ucciderlo, adesso.”

“ ti ho già detto che io non ho intenzione di uccidere nessuno. Ammetto di non aver mai dato troppo credito alle profezie, ma questa è molto diversa. Quando ho sentito dire per la prima volta 'oscuro signore', sono rimasto molto perplesso, non riuscivo a immaginare a chi potesse riferirsi. Poi ho conosciuto te, ti ho ascoltato, ho studiato tutte le informazioni che mi hai passato su Tom e su gli altri, e alla fine ho capito. Ho capito che il mago oscuro doveva essere senz'altro lui e che le sue intenzioni erano così pericolose e serie che loro la gravità non poteva che essere cristallizzata in una profezia mortale”

Severus rabbrividì, Silente aveva ragione

“È lui, non c'è dubbio” disse con un filo di voce più a se stesso che a Silente “lo verrà a sapere, presto o tardi lo verrà a sapere. Magari direttamente da me, se mai mi facesse il legilimens.. Se solo potessi ucciderlo io, se solo fossi forte abbastanza! Potrei pur sempre provarci, tanto non ho niente da perdere”

“Non dire sciocchezze Severus” lo ammonì Silente severamente “ non serve a niente cercare di fermare la morte con la morte stessa, almeno non quando abbiamo una vitale speranza come questa”

“Quale speranza? Un avanzo di galera è la sua speranza?” chiese seccato

No, è quella di evitare tutto fin dal principio, di evitare che Tom degeneri nel mostro che vuole diventare, nell'oscuro signore”

“Ma lo è già” gli rispose Severus glaciale, furioso per la sua cocciutaggine

“No che non lo è, Severus! siamo ancora in tempo per impedirgli di diventarlo! possiamo ancora...”

“Ma perchè! Che senso ha aiutarlo? Se lui ha deciso di distruggersi, bene, che lo faccia! Ma dato che vuole farlo per distruggere anche noi altri, allora siamo tenuti a farlo fuori, dannazione!”

Silente scosse leggermente il capo, “certo che è ostinato..” pensò paziente, e contnuò “ io non voglio che muoia nessuno Severus, né il piccolo Potter, né Lily e neanche Tom”

“ma..”

“No Severus, ascoltami: ucciderlo non servirà a niente. Ci sarà chi ucciderà per lui e probabilmente..”

“Certo” lo interruppe acido “Bellatrix Black, ad esempio”

“ esatto, lei sarebbe sicuramente una di quelli” continuò il preside “ per questo dobbiamo fare in modo che lui non diventi ciò che vuole diventare, e che tu lo voglia o no, Bellatrix è la sola che potrebbe fermarlo, che potrebbe fargli cambiare idea, anche indirettamente, senza rendersene conto, capisci cosa intendo?”

“No” rispose Severus sinceramente

“Severus, dimmi una cosa, Tom è cambiato negli ultimi anni? È peggiorato, diventato più... inumano?”

“oh si, peggiora di giorno in giorno, se è per questo. Anzi, se non ci sbrighiamo..”

“No” lo interruppe prontamente il preside “io mi riferisco rispetto a qualche anno fa”

Severus ci pensò un attimo, e dovette constatare che sicuramente qualche anno fa era molto meno spaventoso e crudele di come era adesso.

“Sì, forse, ma cosa importa?”

“importa perchè, da quando Bellatrix è ad Azkaban, cioè da sette anni a questa parte se non sbaglio, lui è peggiorato vertiginosamente. Che tu ci creda o no, Severus, da quando Bellatrix non è più con lui, la sua mente è totalmente offuscata dall'odio, dalla rabbia e dal dolore. Da quando ha deciso che doveva liberarsi lei, si sta davvero trasformando in un mostro”

Severus ascoltava le sue parole, aveva capito bene cosa intendeva, ma c'erano ancora troppe domande che meritavano delle risposte .

“ma lei, Albus, come fa ad essere così sicuro che Vol.. che Riddle provi dei sentimenti per quella donna?”

“temevo non me l'avessi mai chiesto Severus” rispose sorridendo, e continuò

“In realtà ho sempre avuto un vago sospetto, nel senso, vedevo che c'era un legame particolare tra loro due, ma quest'estate, grazie alla signora Tonks di cui ti ho già parlato, ne ho ricevuto la piena conferma più volte, attraverso una serie di ricordi..”

“Ricordi?” chiese Severus esterrefatto

“Sì, Severus, ho una serie di ricordi legati a loro due, che ho visto e analizzato in profondità da solo e insieme ad Andromeda, e che indiscutibilmente confermano la mia tesi” gli rispose pacato il preside, aspettando la sua reazione.

“Lei ha dei ricordi di.. loro due?”

“Non di loro due, riguardanti loro due, ma appartenenti a diversi proprietari, tra i quali c'è anche la stessa Bellatrix”

“ E... e come se li è procurati?” chiese il professore incredulo

“ te l'ho detto, grazie alla signora Tonks e a un caro amico, il professor Lumacorno”

“Horace Lumacorno?” chiese Severus ancora più confuso

“Proprio lui ... ma non è questo il punto. Il punto è che da quei ricordi emerge molto chiaramente un lato di Tom che io stesso ho creduto non esistesse, un lato molto umano. Per questo motivo ti ho chiesto di andare da lui a proporgli di liberarla, perchè senza di lei, e quindi senza l'amore, finirà per rovinarsi in maniera irreparabile”.

Severus a questo punto non sapeva cosa dire, era ancora più confuso e rintronato di prima... e dire che era venuto da lui per tirarsi fuori da questa storia!

Dopo un momento di silenzio, fece un bel respiro e disse

“va bene, Albus, ha vinto. Andrò a proporre a Riddle di liberare Bellatrix” a quell'idea rabbrividì “ma prima, voglio vedere anche io questi ricordi. Ne ho diritto, voglio proprio vedere tutto questo amore che ha visto anche lei”. Soddisfatto della sua richiesta, Severus incrociò le braccia in segno di sfida e aspettò la risposta di Silente ,che non tardò

“ Nessun problema Severus, te li posso mostrare anche ora se lo desideri”.

“Ehm... ora? Li ha qui?”

“Sì, tutti e sette”

“Sette?”

"Sette”

“Ma... a quando risalgono?”

Silente abassò per un momento lo sguardo, ma rispose con la sua solita pacata sicurezza “ A qualche anno fa”

Quanti anni fa, Albus?” chiese Severus torvo

“Una decina circa, forse qualche in più, erano a scuola per cui...”

Cosa? A scuola!? Come a scuola? Albus non starà scherzando vero?”

“No che non scherzo”

“Ma.. è una follia” esclamò Severus esterefatto “ cioè lei vuole far evadere, o meglio, vuole che io faccia evadere Bellatrix Black per degli stupidi ormoni adolescenziali?”

“Mi credi davvero così stolto Severus?” chiese Silente sorridendo

“No, certo che no” si affrettò a rispondere il professore

“ Bene, comunque avrei piacere che li vedessi anche tu. In fondo sono solo un vecchio, potrei effettivamente essermi rimbecillito”

“Ma...”

“Cosa Severus? Me l'hai chiesto tu stesso proprio un attimo fa, ricordi? e poi mi sta a cuore la tua opinione, voglio sapere cosa ne pensi”.

Severus imprecò mentalmente, vedere degli altri ragazzini innamorati oltre a quelli che doveva vedere quotidianamente in classe gli faceva venire la nausea... però in fondo sapeva che doveva farlo, e perchè no, era anche molto curioso.

“Va bene” disse stancamente

“Eccellente, Severus... non te ne pentirai, alcuni sono anche divertenti”

“Sì, come no” rispose sarcastico “ma posso sapere, ora, come se li è procurati?”

“ te l'ho detto, alcuni me li ha dati la signora Tonks, altri se li procurò su mia richiesta il professor Lumacorno... è una storia lunga, ti spiegherò tutto con calma, allora cominciamo subito? Vuoi vedere il primo?”

“Come vuole” sussurrò il povero professore.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ricordo di Bellatrix, Hogwarts 1973

 

Era inverno e nevicava.

Severus Piton si trovò catapultato nell'androne di Hogwarts, in mezzo a una folla esaltata di ragazzini sui tredici anni, tutti presi a chiacchierare e a fare del baccano. Passarono pochi secondi quando due giovani serpeverde si focalizzarono dal nulla davanti ai suoi occhi, iniziando improvvisamente parlare.

“...che palle, ti ho detto che non voglio venirci!” esclamò sgarbatamente una inconfondibile ragazzina mora, con un cipiglio scocciato e arrogante

“Ma dai Bella! Non fare l'idiota, non puoi voler restare qui sul serio, non è possibile!” piagnucolò inquieto un bel ragazzino alto e moro, che Severus non riuscì a riconoscere

Ai due si aggiunse dal nulla un altro ragazzino, ma questa volta biondo e ben vestito, anche lui di bell'aspetto e molto più altezzoso e consapevole del primo

“È vero Black” esclamò indifferente “per una volta che possiamo uscire da questa topaia è da stupidi voler rimanere”

Bellatrix si girò di scatto e lo fulminò con lo sguardo “ti ci metti anche tu, Malfoy? Hogsmade mi ripugna, è un villaggetto ridicolo e pieno di mezzosangue, se voi volete mischiarvi a loro e farvi vedere in quel villaggio pulcioso fate pure, ma non costringete me ad andarci! Chiaro?”

Il ragazzo moro che Severus non riconobbe fece una smorfia insofferente

“Ma dai Bella! I mezzosangue ci sono anche qua, non ha alcun restare qui solo per questo, e poi ci divertiremo, potremo andare alla testa di porco e scolarci del whisky incendiario...”

La piccola Bellatrix alzò gli occhi al cielo con fare teatrale

“ Rodolphus ho detto che non vengo, punto”.

 

Il ricordo cambiò bruscamente luogo e tempo, e dal giardino iniziò a prendere forma la Sala Grande del castello, inusualmente vuota.

C'erano infatti pochissimi studenti, alcuni intenti a fare i compiti, altri a giocare a scacchi e divertirsi. Severus andò verso il tavolo dei Serpeverde e riconobbe Bellatrix, simile a come era poco prima, seduta di fronte e a nuovo ragazzino, molto pallido e moro, che stava seduto dritto e impettito.

Aveva lo sguardo basso e sembrava estremamente concertato in quello che stava facendo, cioè scrivere in bella grafia su un quadernetto.

eccolo qua...” pensò il professore irritato, guardando il giovanissimo Tom Riddle.

“ Tom?” esclamò d'un tratto la giovane Bellatrix, guardandolo tra i capelli

“Che vuoi?”

“ehm, no niente...” gli rispose esitante “stavo solo pensando che ormai stiamo facendo i compiti da più di due ore, e io mi sarei rotta di fare pozioni”

Tom alzò le spalle “e allora cambia materia”

“Perchè non facciamo una pausa veloce?” gli disse sorridendo, avvicinando timidamente una mano verso di lui “ Possiamo andare fuori a fare una passeggiata”

Lui finalmente alzò lo sguardo e si degnò di guardarla

“Black, se volevi tanto fare delle passeggiate potevi andare ad Hogsmade con gli altri, invece di restare e scocciare me”

A quelle parole lei annuì subito, e si immerse imbarazzata nel libro di pozioni, con il viso rosso nascosto dalla sua massa di capelli neri.

Severus guardava i due con attenzione, ma soprattutto osservava interessato il giovanissimo Tom Riddle, cercando di scorgere in lui qualche segno dell'uomo che sarebbe diventato.

Per prima cosa notò con disappunto che era bello già a quell'età e che stava a sedere tanto dritto e composto da sembrare una statua, in pieno contrasto con Bellatrix che invece era acasciata nel tavolo.

Ma a parte questo sembrava normale, forse un po' troppo pallido e serio, ma normale. Perfino gli occhi erano diversi, non erano rossi e appuntiti come li aveva adesso, ma erano scuri, neri come i capelli.

Dopo un momento incalcolabile, Tom lanciò uno sguardo furtivo alla ragazzina che gli dava le spalle e le parlò incolore, alzandosi in piedi all'improvviso

“Io ho finito. Ciao.”

“Eh? A- anche io! Ho finito anch'io...” disse concitata, buttando malamente i libri nella borsa “aspettami!”

Tom continuò a camminare indifferente, senza neanche voltarsi o senza rallentare il suo passo, mentre si vestiva per andare fuori all'aperto. Bellatrix continuò a seguirlo faticosamente, cercando in contemporanea di mettersi il cappotto e di impedire ai libri di cadere.

“Nessuno ti ha chiesto di seguirmi” le disse acido senza neanche guardarla, facendola arrossire di nuovo

“Oh.. ehm, scusa, se ti do fastidio me ne vado”

“Fai come ti pare”

Severus guardò Bellatrix sorridere di nascosto e affiancarsi a Tom, che continuava imperturbabile a camminare e a guardare davanti a sé. Malgrado avessero la stessa età, Tom sembrava più grande di lei, e non solo per l'altezza: il suo modo di parlare e e le espressioni serie erano più consone a un adulto che a un ragazzino di tredici anni.

Ora si trovavano fuori nel cortile innevato.

Li guardò stando alle loro spalle, i due stavano camminando a passo svelto, distanti l'uno dall'altra mentre Bellatrix era tutta occupata a parlare, anzi a sparlare, di quanto fosse brutta e grassa Molly Prewett.

Severus fece un bel respiro, l'immagine di quei due ragazzini gli fece improvvisamente ricordare di come anche lui e Lily i primi anni di scuola passeggiassero insieme, e di come fosse sempre Lily a parlare, sempre felice e spensierata, proprio come Bellatrix in quel momento. Ricacciò indietro quel ricordo, non era quello il momento di essere sentimentali.

Riddle la interruppe inaspettatamente, aiutandolo così a tornare alla realtà,

“ Perchè non sei andata a Hogsmade con gli altri?” le chiese serio, sempre senza guardarla

Bellatrix lo guardò spaesata

“Non mi andava” gli rispose con nonchlanches “ non mi interessano quei villaggetti ridicoli e babbanofili, pieni di mez.. di babbani

“Ah...”

“e tu? perchè non sei andato?”

“Come perchè, Black?” le disse turbato, fermandosi si colpo “ Non ho il permesso, non lo sapevi?”

“Oh, davvero?” mentì, con un'espressione di finta sorpresa “ no, non lo sapevo” .

Ripresero a camminare, Severus li guardò entrambi, Bellatrix aveva un sorrisetto compiaciuto, mentre lui manteneva un' espressione seria e pensierosa, quasi preoccupata.

“Tom posso chiederti una cosa io?” esordì Bellatrix titubante

“tanto me la chiedi comunque”

Bella sorrise “niente di che, volevo sapere..ecco..”

“allora?”

L'incertezza della ragazzina catturò la sua attenzione,era raro infatti vedere una come lei insicura per qualcosa

“Volevo solo sapere che cosa scrivi sempre su quel tuo.. su quel libro nero”

Severus guardò interessato il ragazzo, che si irrigidì vistosamente

“di quale libro stai parlando, Black?” le rispose lui calmo, anche se dal suo sguardo traspariva una certa sorpresa “e comunque sia, io non scrivo né leggo nulla che potrebbe mai interessare a una stupida oca come te, quindi non ficcare il naso nelle mie cose e fatti gli affari tuoi”

“come?” gli rispose risentita, arrossendo vistosamente “ Io non sono... e poi chi ti dice che non mi interessa? A me piacciono quelle cose esattamente come a te”

“quelle cose?” ripetè lui sorridendo, fingendo di non capire “si può sapere di che diavolo stai parlando? ”

Bellatrix lo guardò male, scocciata dalla sua ipocrisia e rispose abbassando la voce e facendosi più vicina

“Sai benissimo di cosa parlo... E non hai nessun bisogno di fingere con me, Tom”

la ragazza si avvicinò ancora di più e Severus quasi temette che i due iniziassero a sbaciucchiarsi, ma lei continuò

“Anche a me piacciono...anche io voglio imparare e conoscere tutto, dalle formule più banali a quelle più potenti, voglio sapere tutto e diventare una vera strega forte e invincibile, e so che vale anche per te. Scrivi di arti oscure in quel quaderno, vero?”

Arti oscure?” ripetè Tom scandendo incredulo le parole “Bellatrix ma come ti...”

“ ti puoi fidare di me” continuò lei rapida, con gli occhi grandi e sfavillanti “io l'ho capito, tu non sei come gli altri.. e io voglio esattamente ciò che vuoi tu, io sono come te, siamo uguali io e te”

Passo falso, il ragazzo sgranò gli occhi e fece un'espressione incredula misto furiosa, in pieno contrasto con i suoi lineamenti delicati e addolciti dalla neve

“Cosa hai detto? Io sarei uguale a te? A te?” le disse, guardandola con disgusto “ Ma come osi? Tu non mi conosci, non sai proprio niente di me, come ti permetti di paragonarmi a te, a te che non sei altro che una una stupida e inutile femmina?”

A quelle parole, Severus si aspettò che la ragazzina scappasse via, magari con i begli occhioni pieni di lacrime, ma invece Bellatrix non solo rimase lì, ma addirittura gli si avvicinò ancora di più, così vicina che quasi avrebbe potuto sfiorarlo, e gli fece un sorrisetto malizioso e inadatto per la sua giovane età.

Il ragazzo arrossì lievemente, senza riuscire a nascondere lo stupore e il turbamento dai suoi occhi.

che schifo” pensò Severus vedendo che la giovane Bellatrix manteneva quell'espressione provocante con una naturalezza innata “già così giovane e già così sgualdrina..”

“Che cosa.. che cosa stai facendo?” le chiese Tom con un filo di voce, imbarazzato e arrabbiato allo stesso tempo

“Tu che cosa vuoi che faccia?”

Crepare” le rispose di getto, saettando lontano da lei e sentendo per la prima volta una strana e bruciante sensazione all'altezza del basso ventre..

Bellatrix allora alzò vistosamente gli occhi al cielo e fece per andarsene, lasciandosi sfuggire un sonoro “che palle” prima di allontanarsi. Tom però le gridò da dietro furioso e imbarazzato come non lo era mai stato finora

“Dove diavolo credi di andare, Black?! Io non ho ancora finito con te!”

Lei girò la testa e ribattè ironica, bloccandosi

“Come vuoi, capo” .

Severus ridacchiò, vedere lei che lo prendeva in giro così non aveva prezzo, benchè fossero solo due tredicenni.

“Io...” cominciò Tom con rabbia, senza sapere bene cosa dire “Tu non ti devi permettere di parlarmi così e di farmi queste cose, chiaro?”

“Queste cose? Cioè cosa?gli chiese maliziosa, sapendo perfettamente cosa volesse dire

Tom arrossì più di prima “uh..prendermi in giro”

“Ma io non ti prendo in giro” gli sussurrò seria ma divertita, avvicinandosi parecchio “Non lo farei mai, voglio solo...come dire..”

Il suo sguardo fisso e infuocato finì la frase per lei, Bellatrix si alzò sulle punte e inclinò il viso per baciarlo, ma il ragazzo appena capì le sue intezioni la spinse via con forza, facendola quasi cadere a terra

“Ma cosa credi di fare?!” esclamò furibondo “Fallo di nuovo Black e io giuro che ti faccio così tanto male che arriverai a supplicarmi di ucciderti piuttosto che continuare a sopportarlo, chiaro?”

Il tono basso e gelido con cui il ragazzo pronunciò quella minaccia fece passare al professore la voglia di scherzare, mentre Bellatrix lo guardò in modo strano, e Severus, che da sempre era stato un ottimo osservatore, colse una chiara nota di ammirazione nel suo sguardo.

“Davvero? Perchè cosa mi faresti?” lo provocò lei a bassa voce, avvicinandosi nuovamente al ragazzino

“ fidati che non lo vuoi sapere” si avvicinò anche lui in segno di sfida, il rossore nel suo viso aveva lasciato il posto a un pallore vampiresco.

Bellatrix lo guardava attentamente, l'ammirazione e l'attrazione che provava verso di lui adesso erano palesi nel suo sguardo scuro e dopo un po' di esitazione gli chiese nuovamente, sorprendendolo

“Invece lo voglio sapere... fammi vedere”

“No”

“E dai, solo un attimo” insistette, pervasa dall'eccitazione

“Smettila”

“Ti prego, To..” la ragazza non potè finire la frase perchè si accasciò a terra, urlando per il dolore, stringendo forte i pugni e contorcendosi disperatamente.

Severus guardò la scena allibito, un fiume di domande riempì la sua testa

poveretta.. ma cosa le starà facendo? Una sorta di cruciatus non verbale? Ma ha solo tredici anni non poteva esserne capace...senti come urla, possibile che nessun professore la senta? Dov'è Silente? Che sguardo dannato..” pensò riferendosi a Tom che era concentrato e divertito sulla povera ragazza, “ è proprio lui, si...”

finalmente Bellatrix smise di urlare e rimase per terra raggomitolata sulla neve con il respiro affannato e gli occhi lucidi dal dolore. Tom la guardava dall'alto con viva soddisfazione, e piegandosi un pochino verso di lei, le sussurrò

“Contenta ora?”

lei con uno sforzo immane alzò la testa verso di lui, i suoi capelli umidi di neve le ricaddero pesantemente sugli occhi, e, invece di scappare, urlargli contro, piangere o qualsiasi altra reazione confacente alla situazione, gli sorrise.

E i loro contorni presero a sfuocarsi.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ricordo di Bellatrix- Magie Sinister, agosto 1975

 

 

Bene, questo è il secondo, coraggio” si disse fra sé Severus Piton, preparandosi a guardare il nuovo ricordo.

Come prima cosa notò che non era più a Hogwarts, ma in un piazzale grigiastro di fronte a un negozio.
Magie Sinister, lesse sconfortato nell'insegna sopra alla porta, ampia e coperta da tende pesanti, come se avesse qualcosa da nascondere.

Come per magia iniziò a comparire una figura come disegnata dalla china, che prese i rapidi contorni di una bellissima donna, che il professore non aveva mai visto prima.

La strega era magra e dritta come un fuso, con capelli lisci e biondissimi, avvolti in una crocchia tenuta ferma da un fermaglio prezioso. La sua espressione era seria e fredda, pareva disgustata. Doveva essere una strega molto ricca, a giudicare dai gioielli e dall'abito di alta sartoria.

Severus la guardò entrare elegantemente dentro a Magie Sinister, seguita a ruota da due giovani ragazze, ugualmente belle e biondissime, e poi da un'altra ragazza più grande e completamente diversa dalle precedenti, che camminava lontana e pesantemente, come se avesse un masso attaccato ai piedi.

Una volta entrate nel negozio il proprietario, un uomo sinistro e rinsecchito, non appena le vide fece con un profondo inchino

“Signora Black!” esclamò entusiasta, baciando la mano inguantata della strega “Quale onore averla nel mio negozio, lei e queste perle rare delle sue figlie!”

“Grazie, signor Borgin” rispose sbrigativa Druella Black, con un sorriso forzato, mentre Narcissa e Andromeda erano arrossite.

L'uomo facendo un altro inchino rivolto alle due ragazzine sorridenti si rivolse di nuovo alla madre, gentilmente
“Come posso aiutarvi, signore?”

“Dunque, avevo bisogno di quattro candele velenose e tre carillon tintinnanti per le mie figlie”

“Sì, signora” le rispose  l'uomo, spostandosi ingobbito nel retro del negozio “È sempre un onore per noi poter servire la nobilissima casata dei Black, signora, e mi permetta, le sue figlie sono le creature più belle che io abbia mai visto in tutta la mia umile vita...”

Severus smise di ascoltare quel leccapiedi, pensando stizzito a quanto fosse voltagabbana: quando era entrato lui, infatti, lo aveva a stento salutato.

Scacciò via quel pensiero fastidioso e si concentrò sulla giovane Bellatrix.

La ragazza era più grande rispetto al ricordo precedente, secondo Severus dimostrava circa diciassette anni, e si guardava intorno visibilmente seccata, attenta a stare il più lontano possibile dalle altre tre donne. Era buffo vedere quanto fosse diversa rispetto a sua madre e alle sorelle, queste tre infatti avevano i capelli biondi e lisci, gli occhi azzurri come il ghiaccio, e un fisico sottile e delicato come quello di un giunco, mentre lei aveva tanti capelli scuri e grossi, gli occhi neri e un corpo meno magro ma più sensuale e appariscente, che a quanto pareva amava mettere in mostra.

Mentre Severus pensava a queste cose, una specie di biglia scarlatta colpì proprio Bellatrix sulla testa, facendole alzare di scatto la testa con un'espressione truce. 

E poi, lo vide.

Il nervosismo sparì dal suo viso tanto veloce quanto era arrivato, lasciando il posto a un sorriso. Tom Riddle si trovava proprio lì, affacciato alla sponda del piano superiore del negozio, che la osservava con un'espressione divertita. Lei gli sorrise, poi esclamò rapida alla madre, cercando ci celare l'improvvisa euforia

“Madre!?”

“Sì, cara?” le rispose Druella Black, stupita che la maggiore le rivolgesse la parola.

“Posso... Posso andare al piano di sopra a vedere una cosa?”

La donna la guardò confusa, poi rivolse un'occhiata interrogativa al signor Borgin che si affrettò a rispondere, mellifluo

“Oh, ma certo signorina Bellatrix! Lei non deve neanche chiedere! Guardi pure tutto quello che desidera e se ha bisogno di qualcosa non si faccia scrupoli a chiamarmi, ah.. C'è anche un...Un ragazzo che sta guardando, ma non credo le recherà alcun disturbo”

Bellatrix fece un cenno affrettato con il capo e corse rapida come una scheggia al piano superiore, seguita da Severus che bonfichiava contrariato come sempre.

Appena salita, Tom le allungò la mano a mo' di saluto ma lei gli saltò addosso e lo abbracciò più forte che potè.

Ora vomito” pensò Severus, disgustato

Tom, che si era irrigidito come un palo, la allontanò malamente, tanto sorpreso quanto imbarazzato. Le parlò cercando di iniettare più veleno possibile nella voce.

“Ma che ti è preso!? Sei impazzita?”

Lei, troppo felice di vederlo per rimanerci male, alzò le mani al cielo con fare scherzoso

“Già, dimenticavo, niente smancerie... cattiva Bella!”

Il giovane Tom non sapeva se essere sconvolto o adirato. Ma come osava?

“Dai scherzavo, scusa...” gli disse imbarazzata, mordendosi un labbro “Il fatto è che mi sei mancato così tanto, avevo voglia di vederti... Comunque com' è andata l'estate? Sei st..”

“Ti sono cosa?” 

Non poteva averlo detto sul serio, pensò, maledicendosi per averla chiamata.

“Mi sei mancato” ripetè dolcemente, guardandolo negli occhi “Non ho fatto altro che pensare a te quest'estate, a te e solo a te...”

“Mi fai pena, Black. La tua vita è talmente vuota e priva di stimoli che la devi riempire con quella di qualcun altro” 

“E io?” continuò lei, ignorandolo “Ti sono mancata almeno un po'? ”

“No” rispose veloce, troppo veloce “Certo che no..."

Oh si, è proprio cotto non c'è dubbio...” pensò Severus sarcastico, credendo per un momento che Silente si fosse rimbecillito sul serio.

Bellatrix sospirò, iniziando a giocherellare con uno smeraldo che le cadeva sensualmente sull'ampia scollatura, attirando inevitabilmente lo sguardo del ragazzo su di essa. Dal modo in cui lo faceva, pareva che l'avesse fatto apposta.

“Comunque, come ti è andata l'estate? I marmocchi babbani hanno rigato dritto?”

“Ovviamente” le disse roco, appoggiandosi allo scorrimano “Hanno molta paura di me adesso, o almeno molta più di prima”

Lei arrossì vistosamente, tenendo lo sguardo basso.  “Davvero?”

“Sì, ora più che mai, e fanno bene”

“Immagino, e la puoi toccare, se vuoi...”

“Che cosa?” di nuovo la sua risposta fu veloce, troppo veloce.
Allarmata, notò Severus.

Bella sorrise sorniona “La mia pietra, ho visto che la stai guardando”

“Ah... No” le rispose, senza riuscire a trattenere un sorriso “ Tienila tu, non mi interessa”

Bellatrix gli sorrise di rimando, avvicinandosi d'impulso “Sicuro? Questo è uno smeraldo purissimo che pare sia stato regalato a Rasputin dalla zarina babbana in persona.. io ne ho tantissimi a casa, di smeraldi, non sarebbe un problema”

Affascinante, ma ho detto di no, grazie” le rispose secco e freddo come prima, dandole le spalle per guardare uno scaffale con grossi manuali antichi. O per nascondere qualcosa.

“Oh... D'accordo”

“Tu invece cosa hai fatto quest'estate?" le chiese pur senza volerlo sapere "Sei stata sempre con Lestrange?”

“Sì, cioè non sempre, i suoi mi hanno invitato in Francia nella loro villa al mare per un mese, ma solo per un mese”

“Ah”

“Però non sono stata per niente bene" precisò subito Bella "Non c'erano incantesimi decenti da provare e faceva un caldo insopportabile, per non parlare di quella dannata lingua francese... Diciamo che ero là con il corpo, ma con la testa ero da tutt'altra parte”

“Ah, si? E dov'eri Bellatrix?” le rispose indifferente, girandosi verso di lei

Le sue gote rosa si fecero rosse “Con te, Tom”

“Con me?” ripetè sorridendo, fingendosi confuso “Perchè scusa?"
“Hai capito benissimo... È ciò che penso”

“Non lo pensi davvero”

“No, ti giuro che lo penso” gli rispose convinta, stringendo i pugni e sentendo tutto il corpo fremere “ Avrei preferito mille volte stare in quel covo di babbani con te, piuttosto che in qualsiasi posto con altri... Tom, se sapessi quanto tu mi...”

“La finisci di delirare, chèri?

Bella si interruppe, ma quel nomignolo le strappò un sorrisino smorfioso. E lui continuò come se niente fosse, fingendo di non averlo notato e guardando curioso al piano di sotto. 

“Quella bella donna laggiù è tua madre?”

Il sorriso della ragazza si spense “Sì, è lei in tutta la sua perfezione”

Tom sorrise “ Eh già, è veramente una bellissima donna, peccato però che non ti assomigli per niente ”

Bella tacque, vistosamente risentita. Tom sapeva quanto lei fosse invidiosa della madre e delle sorelle, perciò preparò il colpo. Nessuno infatti doveva permettersi di farlo sentire così strano, in difficoltà. E ancora non si spiegava perchè mai avesse attirato l'attenzione di quella sanguisuga dal corpo di sirena.

“Devi ritenerti fortunata a vivere con una donna così bella e attraente, nobile”

“Sì, abbastanza...”

“E anche le tue sorelle sono bellissime, così bionde ed eteree! Per non parlare degli occhi azzurri, rari e preziosi come il mare... Sembrano delle dee, non trovi?”

Bellatrix si limitò ad annuire debolmente, mentre Tom la fissava felice, con un sorriso soddisfatto.

“Andromeda poi è veramente incantevole” continuò, girandosi nuovamente verso il piano di sotto, mentre Bella prese a fissargli la schiena, ampia e dritta, e poi l'attaccatura liscia dei capelli, il collo sottile e poi di nuovo i capelli, neri e lisci come fili di seta. Senza rendersene conto, aveva dischiuso le labbra e gli si era avvicinata un bel po'.

“Ha solo due anni in meno di noi, vero Bellatrix? Perchè mi piacerebbe molto conoscerla” continuò Tom, ignaro della tempesta ormonale della vicina “Magari, quando la vedi, le puoi chiedere di...”

Non finì la frase.
Nel momento in cui si girò, dovette bloccarsi, perchè Bellatrix gli si era avvicinata talmente tanto che poteva sentire le ossa del suo bacino battere contro le proprie, talmente tanto che poteva distinguere il nero delle iridi dal nero delle sue pupille. Fu un attimo, 
prima che lui potesse dire o fare alcunché, Bella gli baciò con forza le labbra dischiuse, facendo penetrare rapidamente la lingua, come se quella fosse la sua unica e ultima occasione.

Bella gli si avvinghiò addosso eccitata, sentì il corpo di lui farsi ancora più rigido e teso, ma non se ne curò e continuò a baciarlo: era da troppo tempo che voleva farlo, e ormai non poteva più smettere. Ma, incredibilmente, lui non la scansò né la spinse a terra come lei si era aspettata che facesse, ma l'assecondò, insinuando una mano tra i suoi capelli e un'altra sotto vestito, che si alzò leggero sopra il suo braccio.

Bellatrix si spinse fremente contro di lui, gemendo dal piacere della sorpresa, e, dato che lui continuava a restare fermo gli prese la mano e la condusse lì dove volevano entrambi, continuando a baciarlo. Due dita timide le sfiorarono la biancheria, e lei si sentì bruciare dolorosamente dalla voglia. Niente ormai avrebbe potuto fermarli, pensò agitata, avrebbero consumato lì e ora e nessuno avrebbe potuto farci niente... Nessuno, eccetto sua madre.

Un verso atterrito e disgustato rimbombò nelle loro orecchie e li costrinse a staccarsi: Druella Black era sulla tromba delle scale che li fissava incredula, pallida come un fantasma.

“Madre” ansimò Bella con voce roca “Madre, non è... Non è come pensi”

“Per Salazar” esclamò Druella portandosi una mano alla bocca “ Per Salazar!” ripetè con più enfasi “Bellatrix, cosa diavolo stai facendo?”

Pronunciò quella frase guardando disgustata Tom, che nel frattempo si era allontanato come un lupo ferito.

“Madre” sussurrò la ragazzina in preda al panico “ Non-non è come pensi, Noi stavamo, ecco... io, lui..”

“Ah, no? Non è come penso, Bellatrix?”

“No. Noi stavamo solo... Mi stava solo parlando”

Lo sguardo carico di disprezzo e di odio di sua madre le impedì di pensare e parlare con lucidità, e Druella poi continuò, con gli occhi di ghiaccio fiammeggianti di rabbia.

“Abbi almeno la decenza di tacere! Brutta spudorata, piccola sgualdrina che non sei altro! Sei una vergogna! Un disonore! Ma guardati, tutta trafelata, vergognati!”

“ Madre! non osare parlarmi così, non stavamo facendo niente di male ,io...”

“Niente di male?” ripetè sconvolta la donna, fulminandola con lo sguardo “Amoreggiare con uno sporco mezzosangue dentro a un negozio è niente di male, Bellatrix Black?”

Bella si sentì svenire, quello che temeva era appena successo. Guardò Tom angosciata, che però non aveva fatto una piega.

“FIGLIA! Perchè lo guardi?” tuonò Druella furiosa “ Stò parlando io con te, per Salazar!”

Bellatrix si girò verso di lei e nel giro di un istante impugnò la bacchetta e gliela puntò contro, con un'espressione rabbiosa e folle allo stesso tempo.

“Ti ho sentita forte e chiaro, madre”

Druella indietreggiò “Che stai facendo adesso? Metti subito via quella bacchetta!”

Ma Bellatrix non si mosse di un millimetro, il suo sguardo era furioso, ferito, dispiaciuto. Avrebbe pianto da un momento all'altro.

“Ritira subito quello che hai detto” le disse a denti stretti “Se non vuoi che ti mandi all'altro mondo”

“Bellatrix, stella mia” le disse Druella melliflua, notando che tutto il negozio e i passanti fuori di esso si erano fermati a fissarle “Ora tu metti via la bacchetta e la smetti da brava di dare spettacolo, ci stanno guardando tutti”

“Forse non mi sono spiegata bene” sibilo feroce la ragazza mentre dalla punta della sua bacchetta comparve un impercettibile vapore smeraldino “Ho detto ritira subito

“Bellatrix ti ordino di venire qua e di mettere via quella bacchetta!”

Bellatrix strinse più forte la stecca, con gli occhi neri luccicanti di rabbia e i muscoli contratti dalla tensione, proprio come quelli di un felino durante una battuta di caccia. Sentiva la bacchetta e il corpo tremare dalla voglia di lanciare la maledizione

“Bellatrix, figlia mia, per piacere non..”

“RITIRA SUBITO!”

“METTI VIA LA BACCHETTA!”

A quel punto il vapore verde dalla bacchetta di Bellatrix si fece più evidente, tanto evidente che Severus pensò che l'avrebbe uccisa davvero. Ma ciò invece non accadde.

“Fa' come dice”

“Come?” la ragazza si girò incredula verso Tom, che aveva appena parlato.

“Ti ho detto fai come dice!” ripeté stizzito, senza degnarla di uno sguardo

“Ma... ma ti ha chiamato...”

“lo so come mi ha chiamato, idiota”  le sibilò crudele

“Ma.. ”

“Va' da lei”

Bellatrix lo guardò implorante, con le lacrime che iniziarono a rigarle le guancie
" Tom, ti prego..."

“ Sei sorda!? Ti ho detto di andare da lei!”

A quell'ordine, la ragazza lo guardò addolorata per l'ultima volta, e tremando come una foglia, si avviò verso sua madre che la prese malamente per un braccio e la trascinò giù, scomparendo insieme al ricordo.

 

 

 

 

N.D.A. Salve a tutti! :)

finalmente dopo i vari bla bla bla iniziali un capitolo interessante xD comunque che dire..io mi sono divertita parecchio a scriverlo, spero che lo stesso valga anche per voi che leggete! Per quanto riguarda la storia, la faccenda dello smeraldo che la zarina Alejandra regala a Rasputin me la sono inventata io (ovviamente) però non so, nel mondo di Harry Potter sono convinta che lui sarebbe stato un mago e anche molto oscuro e cattivo.. (si, sono matta). Invece per il personaggio di Druella Black volevo dirvi che io me la immagino esattamente come Michelle Pfeiffer nel film “dark shadows”, lo so che non c'entra assolutamente niente però boh, ci tenevo a farvelo sapere...

Ringrazio comunque tutti quelli che mi seguono e quelli che leggono silenziosamente..

a presto :)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ricordo di Andromeda- Villa Black, agosto 1975

 

terzo ricordo

 

“Andiamo, Bella, fammi entrare!”

Le parole impazienti della giovanissima Andromeda rimbombarono nelle orecchie di Severus. Costui si guardò intorno, si trovava nel mezzo di un corridoio ampio e dalle linee ottocentesche, illuminato da una fitta serie di candelabri a muro. A giudicare dalla sontuosità e dall'atmosfera cupa, Severus capì di trovarsi nella villa della famiglia Black, o almeno in una delle tante.

Andromeda continuava a bussare in modo ostinato sulla porta di frassino, magicamente blindata.

“... Non me ne vado finche non mi fai entrare! Non puoi restare lì per sempre”

“BASTA! VATTENE VIA!” tuonò la voce da dentro la camera “Vattene! Lasciami in pace!”

“Bella non puoi rimanere chiusa lì dentro per sempre, è da un'ora che sono qui, ti ho detto che voglio solo aiutarti... Io, io credo di sapere ciò che provi, e comunque non smetto finchè non mi fai entrare

A quelle parole la porta si aprì timidamente e Andromeda ne approfittò per entrare come una scheggia, guardando dispiaciuta sua sorella rannicchiata nel letto. Sembrava un cumulo di capelli.

“Oh, Bella” disse tristemente sedendosi accanto a lei sul letto “Mi dispiace tanto, nostra madre a volte è una tale stupida... dai non fare così, vedrai che si sistemerà tutto, il tuo ragazzo capirà, ne sono certa”

“Il mio...? No, lui... lui non è...” balbettò singhiozzando “ Dromeda tu non lo conosci, lui non è come gli altri, ora mi odia, lo so, non mi perdonerà mai” .

Andromeda era davvero dispiaciuta, cercò imbarazzata di avvicinarsi e abbracciarla, ma non ci riuscì.

“Dai Bella non fare la tragica” le disse dolcemente “Certo che ti perdonerà, mica sei stata tu a chiamarlo così... E poi, se non dovesse farlo, sarebbe lui a perderci, vuol dire che è stupido e che non ti merita”.

A questa frase Bellatrix si girò di scatto verso di lei, e Andromeda notò subito che aveva un aspetto orribile, devastato.

“Ma dico sei scema!? Lui che non merita me?” escalmò furiosa, guardandola con gli occhi iniettati di sangue “ Allora non capisci proprio un accidente! Sei cieca come tutti gli altri!!”

“E allora aiutami a capire...”

“No, non puoi” le rispose con una smorfia sprezzante “Solo io posso, tu non lo conosci, non sai com'è davvero..”

Andromeda sorrise in modo trasognato, iniziando a giocherellare con la sua treccia biondo cenere “Beh fammi indovinare, scommetto che è tanto serio e duro con tutti mentre quando è con te diventa super dolce e carino, vero?”

Bellatrix riuscì a guardarla male anche tra le lacrime.

“Dromeda, non ti tiro una maledizione giusto perchè sei sul mio letto e non voglio rovinarlo. Lui è migliore, chiaro?" mentre diceva quella frase i suoi occhi neri luccicavano, e non per le lacrime "È di gran lunga il migliore di tutti, è totalmente perfetto e io l'ho perso per sempre. Se avevo anche solo una misera possibilità, ora me la sono giocata per sempre”.

“Silente mi devi un favore enorme” pensò indignato Severus “Pure le crisi adolescienziali adesso, dannazione! E peccato che dovevano essere divertenti... Maledetto me, me lo merito. Che mi serva di lezione”

Intanto la giovane Bella era scoppiata in un altro pianto isterico, e Andromeda, totalmente inabituata a vederla così, si affrettò a risponderle, imbarazzata “No, no Bella! Certo che non l'hai perso, sono sicura che si sarà già dimenticato tutto, ti prego non piangere”

“Preferisco morire piuttosto che stare senza di lui”

“Addirittura?”

“Sì...”

Andromeda la guardò sbigottita, l'idea che sua sorella potesse amare un ragazzo mezzosangue era incredibile, al limite dell'inverosimile... E a lei piaceva da morire.

Magari un giorno potrei parlarle di Ted” pensò involontariamente, vibrando dalla felicità “Certo ora non è il momento, ma prima o poi lo farò. Mi capirà, in fondo anche quel Tom è un mezzosangue... Ma è incredibile, cosa avrà fatto per farle cambiare idea così?”

“Dromeda puoi uscire adesso? voglio stare da sola”

“Ehm, aspetta, posso chiederti una cosa?”

“Che vuoi ancora?”

“Ecco.., no, volevo sapere... Ma... perché ti piace così tanto? Cioè, non che io abbia qualcosa in contrario, anzi! Per me fai solo bene, però è un po' strano da parte tua, credo

“Lo so” rispose Bella infastidita “Lo so che è stano, non balbettare! So benissimo che cos'è lui, però... Io non so spiegarlo, c'è qualcosa nel suo sguardo e nella sua voce che mi prende e mi stravolge completamente, come se io non ci fossi più e rimanesse solo lui. Non è facile da spiegare, bisogna provarlo per capire, però una cosa è chiara, lui non è un...un...” fece un sospiro “Lui non è un mezzosangue normale, sorella”

“Cioè?”

Bellatrix esitò, gurdandola di sottecchi dal lato del cuscino “Se ti dico una cosa, una cosa segretissima, mi giuri di non dirla a nessuno?”

La quattordicenne la guardò esterrefatta “Certo” rispose rapida e fremente dalla curiosità “Te lo giuro”

Bellatrix annuì, sapeva quanto Andromeda fosse intrinsecamente buona e cristallina, non avrebbe mai avuto la forza di tradirla, era troppo debole per poterlo fare.

“ Tom non è un mezzosangue” cominciò allora, riducendo la sua voce a un sussurro “Lui è l'erede di Serpeverde”

“COSA? Come sarebbe è l'erede di..”

“Shhh! Diavolo Dromeda, ti ho detto che è un segreto!”

“Scusa..”

“E comunque hai capito benissimo”continuò Bellatrix, seria “ Lui è l'unico e ultimo erede di Salazar, e non solo per una questione di sangue o discendenze, lui è proprio l'erede scelto e voluto, parla il serpentese, l'ho sentito con le mie orecchie”

Andromeda la guardò sconvolta “Il seprentese?”

“La lingua dei serpenti”

“So benissimo che cos'è!” le disse preoccupata “Ma allora... È stato lui ad aprire... ad uccidere...”

“Sì, è stato lui” disse Bellatrix tranquilla, sdraiandosi supina e cercando di trattenere quel sorriso inopportuno che le pungeva sulle labbra “è stato lui ad aprire la camera dei segreti e ad uccidere la mezzosangue, è lui l'unico che ha il potere per farlo, nessun altro”

Sia Severus che Andromeda guardarono Bellatrix sconvolti. Andromeda non parlò, si limitava a guardare incredula la sorella, nella vana speranza che fosse tutto uno scherzo.

“Allora sorellina? Non mi dici niente?”

“Ma è uno scherzo? Stai scherzando vero?”

Bellatrix le sorrise allusiva “Secondo te?”

Andromeda impugnò forte le lenzuola di seta, il cuore le martellava e aveva la bocca secca “Ha ucciso... Ha ucciso una ragazza?”

“No scherzavo, non l'ha uccisa lui” mentì Bella con scioltezza “Tom non ha ucciso nessuno, quella tizia è morta per motivi suoi, noi non c'entriamo niente”

“Noi?”

Bellatrix sbuffò “Che noia che sei, Meda... Ti ho detto che lui non c'entra niente con la ragazza morta, datti una calmata. E poi come avrebbe potuto? Ha solo aperto la camera dei segreti, non ha mica fatto scoppiare la scuola”

“Ma il mostro...”

“Non c'è nessun mostro, sono cavolate”

“E tu come fai a saperlo?”

“Lo so”

“E come lo sai!?” insistette la più giovane, per nulla tanquilla “ Ti ha fatto entrare forse?”

Bella si girò verso di lei,  delusa “No, certo che no... Però mi ha detto così, quindi vuol dire che è vero. E poi pensaci, come fa un mostro a stare nascosto dentro la scuola senza fare rumore e senza che nessuno se ne accorga? È assolutamente impossibile”

Benchè Bellatrix sapesse essere molto convincente, Andromeda continuava a mostrare segni di perplessità.

“E allora perchè esiste una camera dei segreti?” continuò “se esiste, ovviamente”

“Deficiente, certo che esiste!” le disse, scagliandole un calcio nervoso “Se no come pensi che facesse Serpeverde a ripulire la scuola dai mezzosangue? Lui voleva restituire il mondo ai maghi, liberarci per sempre dalle varie interferenze babbane che stanno indebolendo la magia, compresi quei maledetti bastardi dei mezzosangue. Ha ragione nostro padre quando dice che loro non sono altro che dei babbani con la bacchetta, infatti hanno soprattutto sangue babbano nelle vene, e il gene babbano è dominante e contaminato..."

Andromeda fissava il soffitto in silenzio, sentendosi una perfetta idiota per aver sperato che Bella fosse cambiata e diventata diversa. Lei non solo era come tutti gli altri purosangue, ma perfino peggio.

“Comunque, Andromeda” riprese Bella discorsiva, giocherellando con il ciondolo “Lascia che ti dia un consiglio d'amica: non tentare mai avvicinarti a Tom, non fa per te. E poi lui mi ha detto che ti trova parecchio brutta e insulsa, quindi, se anche ci avessi fatto un pensierino, ricaccialo indietro, sarebbe tempo sprecato”

Andromeda arrossì come un peperone, stringendosi nelle spalle dall'imbarazzo “Cosa? No, figurati non... Non ci ho mai pensato... Ma davvero ti ha detto così?”

Bellatrix sorrise.

“Sì, sorellina” cinguettò, fingendosi dispiaciuta “È fatto così, odia le bionde... E da oggi, grazie a nostra madre, odia anche me”

“Ma no che non ti odia, smettila” le rispose secca la più piccola, amareggiata “Sono sicura che ora si sarà già dimenticato tutto. Poi, se davvero è l'erede di Serpeverde, cosa vuoi che gliene importi dell'opinione di nostra madre? o della tua...”
“No, lui è molto..." Bella fece una pausa per ponderare bene le parole "È molto orgoglioso, sono sicura che non mi rivolgerà più la parola. Proprio adesso che finalmente ci eravamo... Che ci siamo... è colpa mia, se solo mi fossi trattenuta tutto questo non sarebbe successo”

“Ma no Bella, tu non c'entri nulla...”

“No hai ragione, è colpa di nostra madre" sentenziò adirata " Si professa nobile e purosangue e poi non riconosce neanche l'erede di Salazar quando lo vede. Quanto vorrei farle passare tutto il dolore che sto passando io, anzi peggio”
Bellatrix improvvisamente guardò la sorella minore con preoccupante curiosità.

“Senti Dromeda, posso chiederti una cosa?”

“Cosa?”

“Quando odi qualcuno o semplicemente quando incontri qualcuno che non sopporti, che ti infastidisce, senti mai come un bisogno forte, quasi fisico di... Di farlo a pezzi? Letteralmente, intendo”

La biondina si girò dalla sua parte per guardarla negli occhi, turbata “Oh... Sì, credo, cioè, a volte vorrei tirare una caccabomba al professor Vitious, però...”

“No, no, non è questo che intendo” la interruppe l'altra, asciutta “Parlo proprio di fare loro del male, del dolore fisico, piegarli a terra, ucciderli...”

Andromeda sbarrò gli occhi grandi, facendoli sembrare ancora più grandi e celesti di quello che sono.

“Certo te lo chiedevo così per dire” si corresse subito l'altra, con un sorriso innocente, capendo che non era il caso di parlarne “ Non che mi sia mai capitato, ovvio, era solo curiosità”

“Oh.. oddio Bella” ridacchio Andromeda sollevata “Mi hai spaventato, lo sai? per un momento ho temuto che dicessi sul serio!”

Io? Ma figurati... E comunque tu non hai niente da temere, sorella, se ti comporti bene”

Andromeda le sorrise e chiuse gli occhi, malgrado Bella fosse sempre stata un po' strana e aggressiva, era l'unica a farla sentire davvero sicura e protetta. Fin da quando era bambina la sorella più grande era da sempre stata con lei e l'aveva difesa sia dalle angherie dei fratelli Lestrange che dalle innumerevoli sfuriate di Druella: Nessuno avrebbe potuto torcerle un capello con Bella nei paraggi... O almeno era quello che aveva sempre creduto. Ora non sapeva più se poteva esserne così sicura.

“Bella?”

“Shh...”

“Ma tu mi vuoi ancora bene, vero?”

“Ma certo”

“E continuerai a volermene anche se io...ehm...”

“Anche se, cosa?”

La ragazzina arrossì vistosamente “No, è che c'è un ragazzo...”

Bella si girò sul fianco, guardandola di sottecchi "Cognome?"
Tonks... 

"Ehm...Greengrass"

"Julius? Sul serio?"

Andromeda si morse un labbro, in difficoltà. Non era mai stata brava a mentire.

"Sì, beh... È ca- carino, credo... Però è fidanzato con la Nott, quindi niente, non si può!"

Fece un sorriso aperto e forzato, sotto lo sguardo perplesso dell'altra. 

"Se vuoi convinco la Nott a..."

"No! No, grazie, non importa!"

Bellatrix alzò le spalle e non parlò più. Fondamentalmente non le interessava, la sua anima egocentrica le impediva di curarsi dei fatti degli altri. Dato che era notte, piano piano entrambe le ragazze chiusero gli occhi e si addormentarono.

Severus si guardò intorno e vide come le immagini si fecero d'improvviso appannate e tremolanti.
È finito! Oh cielo, grazie” esultò Severus speranzoso, contento che quella ridicolaggine da teenager in crisi di nervi fosse finita. Peccato che in realtà il ricordo non era ancora finito. L'eco di una voce femminile rimbombò e le immagini ritornarono vivide e chiare: Druella Black era entrata nella camera di Bellatrix, facendo sobbalzare le figlie che si rizzarono a sedere.

Dannazione, pure la madre ora!”

“Esci, Andromeda” disse freddamente alla più giovane, ma Bellatrix non le diede il tempo di farlo.

“Andromeda non va da nessuna parte" ringhiò minacciosa, drizzando le spalle e la schiena con fare superbo "Questi sono i miei alloggi, decido io chi può entrare o uscire! Quindi esci, non sei gradita, grazie”

Druella le fece un sorriso forzato e le rispose, impassibile “Certo stella, peccato che questa è pur sempre casa mia, e sono io a decidere in merito a casa mia, non tu che sei solo una piccola mantenuta, grazie

La ragazza non rispose, i suoi occhi neri dardeggiavano fiamme.

Druella poi continuò, con un tono meno ostile “ Comunque puoi stare tranquilla cara, non ho alcuna intenzione di trattenermi oltre, volevo semplicemente dirti che, per adesso, ho ritenuto meglio non parlarne con tuo padre. Però, se vengo a sapere che tu osi anche solo rivolgere la parola a degli altri mezzobabbani, gli dirò tutto e lui ti punirà, come già dovrei fare io”

“BASTA!” sbottò furiosamente Bellatrix, scattando in piedi “ Basta! Smettila di offenderlo! Sei solo una ritardata, ti professi seguace di Salazar ma in realtà non fai altro che disonorarlo! Non meriti niente , madre, e io non vedo l'ora di poterti scaricare al San Mungo insieme agli altri maghi rincoglioniti, è lì che devi stare”

“Bellatrix...”

Bellatrix!” le fece il verso, beffarda, facendo scappare un risolino ad Andromeda.

“Piccola insolente, io volevo..”

“Ah falla finita! Non mi importa niente di quello che hai da dire! È tutta colpa tua! Lui ora odia me per colpa tua!”

Druella alzò gli occhi al cielo con fare annoiato, e Bellatrix continuò, senza riuscire più a trattenere le lacrime

“Tu hai rovinato tutto, hai rovinato la mia vita” singhiozzò, arrosendo “Ora non mi parlerà più, non vorrà più vedermi”

“Beh meglio così" le rispose cinica " Un problema in meno da risolvere”

Appena proferì quelle parole, Bella le lanciò contro una statuetta della dea Calì che aveva sul comodino e che Druella riuscì a schivare abilmente con un colpo di magia.

“Ma dico Bellatrix!!” esclamò sconvolta “Sei impazzita per caso?”

La figlia non le rispose e iniziò a piangere disperatamente, più forte di prima.

Druella Black era senza parole, non aveva mai visto la sua forte e imperturbabile figlia maggiore piangere così, neppure da bambina. Cercò di avvicinarsi, ma lei la allontanò bruscamente con un gesto della mano. C'era chiaramente qualcosa che non andava.

“Bella ma cosa ti è successo? Non ti riconosco più ” le chiese preoccupata “Stella mia che cosa ti ha fatto quel ragazzo? Ti ha minacciata? Ti ha fatto del male? Bellatrix se è così me lo devi dire”

L'inquietudine e il timore che provava infastidirono la ragazza ancora di più, che si limitava a piangere e a incenerirla con lo sguardo.

“Bellatrix se ti ha fatto del male devi dirmelo! Ora!”

“NO!” urlò la ragazza con tutto il fiato che aveva in corpo “DANNAZIONE NO! VATTENE VIA! VIA!”

Druella la guardò angosciata, cercava di capire, ma proprio non ci riusciva. Non poteva credere che proprio lei, la sua adorata e superba primogenita, si fosse presa una cotta per un lurido mezzosangue. Bellatrix, che da sempre era stata una fanatica del sangue puro, che non perdeva mai occasione per disprezzare e umiliare i mezzosangue. No, non era possibile. E d'altronde Druella Black conosceva tutti i maghi e le streghe purosangue d' Europa, e quel giovanotto non era certo uno di loro...

“ TE NE VAI O DEVO TIRARTI UN' AVADA KEDAVRA PER CONVINCERTI!?”

“ Bella!” la rimproverò Andromeda, vedendo che la madre era ammutolita “Ma cosa dici?”

“ Andromeda andiamo via” sussurrò Druella seriamente, senza distogliere lo sguardo dalla maggiore

“Ma madre..”

“Andiamo via!” ripetè perentoria alla ragazzina, trascinandola per un braccio “Bellatrix ha bisogno di restare un po' da sola e di schiarirsi le idee, lasciamola”

Una volta uscite, Druella serrò magicamente la porta per chiuderla dentro.

“Per Salazar, Andromeda! Dico l'hai vista? Hai visto i suoi occhi? Sembrava un demonio, ma cosa le è successo?”

“Sì, cioè no,..” balbettò esitante “Madre lei è solo sconvolta, insomma ci tiene a quel ragazzo e secondo me non c'è niente di male se..”

“Ma tu lo conosci? Conosci quel dannato mezzosangue?”

“Ehm no, io...”

“ Come si chiama? Andromeda ubbidisci! Dimmelo subito!”

“Madre io lo conosco solo di vista, non ci ho mai parlato” mentì impaurita la biondina, indietreggiando fino a sbattere contro la porta

“Giuramelo”

“Te lo giuro” mentì, arrossendo

“Va bene, però sai almeno da quanto tempo va avanti questa storia? E lei come si comporta? Per Salazar, non dirmi che si fa vedere con il mezzosangue davanti a tutta la scuola, davanti a Rodolphus!” chiese agitata Druella fissando la figlia in modo angosciato

“Non lo so madre, io non li ho mai visti insieme, cioè... Loro due stanno spesso insieme ma non da soli, stanno in compagnia di altri ragazzi tra cui Rodolphus e Lucius Malfoy, quindi niente di cui preoccuparsi, te lo giuro madre”.

Seconda bugia in meno di due minuti, Andromeda non si era mai sentita così in colpa in vita sua.

“Bhè cambierà idea” rispose Druella convinta “Conosco tua sorella, è troppo intelligente per cedere alle avances di uno sporco mezzosangue, sia pure belloccio finchè vuoi ... Sarà solo un altro dei suoi stupidi capricci, tempo una settimana e non lo guarderà più”

“Ma certo madre, domani mattina non ci penserà più, sono sicura”

E tre.

 

N. d. a.

salve!! capitolino un po' insulso lo ammetto.. però vi assicuro che presto arriveranno altri capitoli più interessanti, ma non voglio anticipare niente ehehe ;)

Grazie a tutti quelli che mi seguono e a quelli che leggono e basta, se potete lasciarmi una recensione mi farebbe davvero piacere, anche per rendermi conto se tutto questo vi piace o no! A prestissimo

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ricordo di Rodolphus, 1 settembre 1975

 

quarto ricordo

 

Lo scorrimento stridente del treno sulle rotaie introdusse il nuovo ricordo prima ancora che le immagini fossero visibili. Severus sapeva che questo ricordo era appartenuto a Rodolphus Lestrange, e ciò contribuì a dargli una vaga forma di conforto. Non che Rodolphus gli stesse simpatico o altro, però almeno non era una ragazzina innamorata. Meglio che niente.

Non appena le immagini si fecero più nitide, il professore capì subito che il treno in cui si trovava era l'Espresso per Hogwarts e insieme a lui fece capolino un gruppetto di giovani Serpeverde seduti tranquilli in una carrozza particolarmente spaziosa. Erano grandi, pensò Severus, probabilmente avrebbero frequentato l'ultimo anno o al massimo il sesto. Poi un ragazzo bruno entrò nella carrozza in modo brusco, sbattendosi forte la porta vetri alle spalle.

“Niente da fare, si rifiuta di parlarmi” esclamò il giovane prima che i suoi contorni fossero del tutto definiti “Si è chiusa in una carrozza con sua sorella e non vuole vedere nessuno. Che diamine di problema avrà questa volta?”

“Che noia” soggiunse sprezzante Lucius Malfoy senza distogliere lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta “Fai pena Lestrange, non l'hai ancora sposata e già ti fai trattare come il suo elfo domestico. Se non vuole vederti lasciala stare”

“Va' al diavolo” esclamò Rodolphus secco, strappandogli il quotidiano di mano “Sono solo andato a vedere che cosa aveva, nient'altro”

Malfoy si riprese il giornale con un gesto stizzoso, e un altro ragazzo, seduto di fronte a loro, parlò.

“Quindi che cosa turba la stellina oggi? Il diamante che le hai regalato non era abbastanza grosso?”

Rod lo fulminò con lo sguardo, anche se non era per nulla adirato dalla sua provocazione.

“Avete finito?” si rivolse annoiato a tutti e due “ Ho capito che siete invidiosi, però, Salazar, datevi un contegno”

Lucius fece una risata forzata “Invidiosi? Di chi? Di te perchè ti devi sposare quell'arpia irrequieta? No guarda, neanche un po'. Anzi ti compatisco, Lestrange”

Rodolphus fece un sorriso beffardo “Guarda che lo so Lucius, mio padre mi ha parlato della diatriba che ha aperto il tuo perchè ti voleva fidanzato con la primogenita e non con l'ultima nata, è inutile che fai finta di niente”

Malfoy si irrigidì dalla vergogna, sentendo su di sé lo sguardo di tutti i presenti “Non è affatto vero! che cavolate stai dicendo!”

“Invece sì” continuò Rod con lo stesso sorriso beffardo stampato in volto “È da quando Bellatrix è nata che tuo padre specula per chiedere la sua mano, lo sanno tutti.. ma guarda un po' ? I Black hanno preferito prometterla a me, e non c'è da stupirsene dato che la mia famiglia è decisamente più ricca e nobile di qualsiasi altra, compresa la tua”

Severus scosse la testa, incredulo e disgustato al tempo stesso, mentre Lucius e Theodore Nott si alzarono pericolosamente in piedi, con un'espressione rabbiosa che faceva a pugni con il loro buffo barcollare per via del treno.

“Che diavolo hai detto Lestrange? esclamò a denti stretti Lucius, prendendolo per il colletto della divisa e facendo presa su di lui per mantenere l'equilibrio “Chi è che non è abbastanza nobile, principessina?”

“Sì Lestrange” tuonò Nott, affiancando Lucius “Ritira subito quello che hai detto se non vuoi che ti rispediamo in Francia a calci in culo”

Rodolphus fece un ghigno, si vedeva chiaramente che tutto ciò lo divertitva parecchio.

“Ehi, ehi, ma che maniere! Ho solo detto che voi non siete abbastanza purosangue per meritarvi Bellatrix, che sarà mai...”

“Ma come osi! Come osi!” ruggì Malfoy fuori di sè, rosso dalla rabbia e dall'imbarazzo “Adesso ti ammazzo Lestrange, ti...”

“Basta!

I ragazzi si girarono sorpresi verso Tom Riddle, che era rimasto seduto e silenzioso fino a quel momento “La volete finire con queste sciocchezze?” continuò tagliente “Siete davvero patetici, abbiate un briciolo di dignità”

“E dai Tom, lascia che si azzuffino” intervenne Amycus, giulivo “ Sarà divertente!”

“Sì, bell'idea idiota, così attiriamo qua tutto il corpo docente” gli rispose Tom acido, poi si rivolse agli altri tre in piedi “Ora vi rimettete a sedere e fate poco baccano, se non volete che vada a chiedere la vostra esplusione”

“Sì ragazzi, sembrate tre polli che si contendono una gallina” aggiunse Amycus ridendo, beccandosi un'occhiataccia dai tre purosangue che si si stavo risiedendo, nervosi e tesi come corde di violino.

Dopo un po', Rodolphus parlò di nuovo, spezzando il silenzio.

“Senti Tom” esclamò serio, guardando il moro con una vaga nota di biasimo “ Tu lo sai perchè Bella è così sconvolta?”

Tom alzò lentamente lo sguardo dal manuale che aveva sulle gambe. Gli fece un sorriso perlaceo.
“È ovvio che non lo so, Rod” mentì cortese “ Non vedo la tua fidanzata da quest'estate”

“Prima in stazione non vi siete neanche degnati di uno sguardo”

“Oh, davvero?" disse, fingendo di essere sorpreso "Che maleducato, non me ne sono neanche accorto. Ma perchè me lo dici, non capisco...

Rodolphus si morse l'interno della guancia, nervoso “Se permetti mi fa un po' strano, dato che siete così amici”

Tom alzò le spalle “Beh sbagli, non l'ho degnata di uno sguardo, come dici tu, solo perchè lei era talmente presa da salutare te che non volevo disturbarla..."

Rodolphus studiò dubbioso la sua espressione composta e indecifrabile, capendo che non ne avrebbe mai potuto trarre alcuna informazione. Ogni volta che parlava con Tom aveva la sensazione di essere preso in giro, canzonato. 
Tacerono tutti di nuovo, finchè un ragazzo dai capelli rossi e la divisa di Grifondoro affacciò la testa nella loro carozza, spezzando l'equilibrio.

“Riddle, Malfoy!” gridò con tono brusco e asciutto “ Alzate le chiappe, nella Carrozza Professori inizia la riunione dei prefetti, mi hanno detto di chiamarvi...”

“Chi ti ha autorizzato a rivolgermi la parola, vile pezzente che non sei altro?” fu la risposta di Malfoy

“Grazie Arthur” gli rispose Tom mellifluo, alzandosi in piedi in modo aggraziato “Arriviamo subito”

“Ottimo...” biascicò Arthur Weasley, uscendo veloce seguito da Tom e poi, con più fatica, da Lucius.
Severus guardò i ragazzi rimasti, Amycus era proprio un ragazzone, aveva le maniche della camicia arrotolate fino al gomito, la cravatta sgualcita e la cintura storta; Evan Rosier, seduto di fronte a lui, aveva un aspetto più fine e curato ma un'espressione più arrogante e indisponente così come Theodore Nott, mentre Rodolphus, probabilmente il più bello dei tre, era chiaramente preoccupato e si mangiava le unghie, ridotte a dei mozziconi.

Dopo un certo tempo, Amycus parlò.

“Poveretti” soggiunse divertito “Che immensa rottura di palle... Non vorrei essere al loro posto per nulla al mondo”

“sì ma essere prefetti ai suoi vantaggi, Carrow. Puoi fare quello che vuoi perché i prof ti giustificano sempre, hai un bagno personale e puoi girare di notte... Io ci metterei la firma”

“Mah, non lo so” ribattè Amycus “Io quello che voglio lo faccio anche senza essere prefetto”

“Comunque Riddle mente” intervenne Rodolphus, cambiando discorso di punto in bianco “È successo sicuramente qualcosa... Bella mi ha tormentato tutta l'estate chiedendomi se avevo qualche notizia di lui e oggi neanche lo saluta. C'è qualcosa sotto senz'altro”

“Non ha salutato neanche me se lo vuoi sapere” rimbeccò Amycus divertito, ma Rodolphus lo ignorò.

“Quel dannato mezzosangue” esclamò invece, stringendo i pugni “ Non dovrebbe nemmeno permettersi di parlare con Bella, se sapessi che ci provasse con lei io... Io non so davvero cosa potrei fargli”

“Beh arrivi un po' tardino Rod” rispose Evan Rosier provocatorio “Lei è cotta di lui, anche un tassorosso ritardato lo capirebbe”

“Ma non è vero, non lo è affatto!” ruggì il ragazzo “È un mezzosangue, un mezzobabbano, per Salazar! Lei è disgustata da loro, li disprezza! Non potrebbe mai piacerle lui, mai!”

“Sì come no, vallo a dire alle altre ragazze” continuò Evan “Sembrano tutte accecate, lo adorano come se fosse un dio sceso in terra”

"No, sono solo delle tue stupide impressioni” rispose Rodolphus ostinato “E comunque Bellatrix è diversa, non c'è niente al mondo che disprezzi di più dei mezzosangue e dei babbani, umiliarli è il suo passatempo preferito. L'unico sentimento che può provare per lui è solo disgusto e repulsione, nient'altro ”

Proprio mentre Rodolphus diceva così, Tom e Lucius rientrarono nel vagone, giusto in tempo per sentire le ultime parole del giovane.

“Ehi prefetti! Come mai siete già qua?” esclamò subito Evan a disagio, scoccando un'occhiata preoccupata a Lestrange

“Una lettera ha interrotto Lumacorno perciò ci ha detto di tornare dopo”

“Oh..”

“Di chi parlavi prima, Rod?” chiese Tom cortese, puntandogli contro i suoi occhi neri ed enigmatici

“Niente di importante, Tom, davvero”

“Ma dai, sono curioso”

Evan e Amycus avevano lo sguardo fisso a terra, mentre Lucius li scrutava entrambi con fare interrogativo

“Niente ti dico... parlavo di Cynthia Flint e il tizio di Corvonero che sta frequentando, nulla di importante ti dico”

Riddle lo fissò immobile e senza rispondere, ma dal suo sguardo tranquillo traspariva tutta la rabbia minacciosa che serbava,  aveva la stessa immobilità di un rettile in procinto di attaccare. L'atmosfera si fece molto pesante, i ragazzi continuavano a guardare a terra, come se fossero imbarazzati.

“Bellatrix è in questo vagone, Rod?” domandò d'improvviso Tom, spezzando il silenzio

“Ehm.. no, in due o tre più indietro, ma perchè me lo chiedi?”

Tom gli fece un ghigno “Perchè in effetti hai proprio ragione, sono stato scortese a non salutarla” esclamò alzandosi in piedi “Vado da lei a farmi perdonare, non aspettatemi

Evan e Amycus si lanciarono un'occhiata eloquente, mentre Rodolphus si innervosì

“Ma no... Cioè, non ce n'è bisogno, non stare a disturbarti”

“Nessun disturbo Rod, la tua ragazza sa essere molto piacevole quando vuole” gli disse Tom calmo e sorridente “Anzi, ti ringrazio per avermelo fatto notare ”

“No! Ma ...aspetta, ti accompagno”

“Come preferisci”

Tom uscì dalla carrozza, immettendosi nel corridoio del vagone, e con lui anche il ricordo cambiò bruscamente scena, come in un film. Il professore seguì i due serpeverde per i corridoi scalmanati e confusionari del treno. Mentre camminava, la vista fugace di due ragazzini lo bloccarono di colpo e lo costrinsero a fermarsi per verificare se aveva visto bene o se aveva le traveggole.

In un vagone vuoto e silenzioso c'erano lui e Lily Evans in versione dodicenni, seduti l'una di fronte all'altro. Severus non poteva credere ai suoi occhi, cercò di aprire ansioso la porta a vetro per entrare, ma il ricordo non lo permetteva. Infatti i due ragazzini ripetevano la stessa espressione e gli stessi movimenti meccanicamente, senza cambiare o proseguire, in linea con ciò che doveva aver scorto Rodolphus in quel secondo che era passato . Guardò intensamente la piccola Lily, intenta a intrecciare un braccialetto di perline con un sorriso pensieroso. Era bellissima perfino a quell'età, mentre trovò se stesso semplicemente insignificante, mediocre come sempre. Avrebbe voluto restare lì a guardarli per sempre, ma i due serpeverde erano già lontani, e lo costrinsero a raggiungerli.

Cercò di calmarsi e di concentrarsi su di loro, ma ormai l'emozione aveva preso il sorpravento. Rivedere Lily così, dopo anni che non la vedeva neanche in foto, fu un duro colpo per lui.

Infatti i due ragazzi si erano fermati davanti alla porta dell'ultimo scompartimento, dove erano sedute solo Bellatrix e Andromeda. La prima guardava fuori dalla finestra con un' espressione annoiata mentre la seconda, di fronte a lei, stava sfogliando altrettanto svogliatamente il settimanale delle streghe. Erano talmente immerse nei loro pensieri che non si erano accorte dei due ragazzi che le guardavano dalla porta a vetri. Andromeda se ne accorse per prima e sobbalzò, richiamando subito l'attenzione della sorella.

“Ciao, Bella” le disse Tom carezzevole, non appena Andromeda aprì la porta per farli entrare “Scusami se non ti ho salutato prima, ero preso dai miei pensieri... Posso scambiare due parole con te?”

Bellatrix lo guardò impalata, senza riuscire a spiccicare parola da tanto era sorpresa. Le sue guance arrossite parlavano per lei.

Tom le si avvicinò, con Rod alle calcagna “Devo prenderlo come un sì?”

Lei si limitò ad annuire, perciò lui continuò, sempre gentile.

“In privato, per cortesia” aggiunse verso Andromeda, che lo stava fissando con fare altrettanto incredulo “ Se per te non è un problema”

“Oh, ehm no, no... Cioè sì, sì certo...” balbettò  “Voglio dire, nessun problema. Esco subito”

Tom allora si rivolse Rodolphus, che invece non si era mosso di un centimetro e lo guardava in segno di sfida
 “Vale anche per te, Rod”

“Perché? Cosa dovete dirvi di così importante?”

“Non sono affari tuoi” gli rispose Tom, sorridendo compiaciuto

“Sì invece!”

“E invece no” cantilenò Tom, prendendolo in giro

Rodolphus arrossì dalla rabbia “Senti tu, smettila di prenderti gioco di me, non sai con chi stai parlando”

“Nemmeno tu, Lestrange, te lo assicuro”

“Ah, no? Tu per me sei solo un...”

Roddie?” intervenne Bellatrix, incenerendolo con lo sguardo

“Che c'è?”

“Fuori, subito!”

Rodolphus ricambiò lo sguardo velenoso della ragazza e uscì sbattendo con così tanta forza la porta che le sue vetrate tremolarono pericolosamente. Continuò a guardarli in cagnesco da fuori, pur non potendo sentire nulla. Non aveva mai provato tanta rabbia e gelosia come in quel momento, avrebbe voluto prendere Tom e gettarlo fuori dal treno in corsa, ma si limitò a guardarlo, fermo e impotente.

“Ciao...” lo salutò timidamente Andromeda, cercando di distrarlo

“Ciao” le rispose impassibile Rod, continuando a fissare gli altri due

“Passata bene l'estate?”

“Solito”

“Deve essere bella la Francia d'estate, mi dispiace non essere potuta venire...”

Rod alzò le spalle, senza degnarla di uno sguardo.

“Ehm, ringrazia Rabastan per il braccialetto, è bellissimo”

“Sì, mi fa piacere che ti sia piaciuto. A Bella invece è piaciuto lo smeraldo che le ho regalato?”

“Sì, sì! Tanto, lo adora”

“Bene, ero sicuro che le piacesse. Te l'ho chiesto perchè lei non mi ha detto niente”

Andromeda abbassò lo sguardo, imbarazzata “Oh, ehm.. si sarà sicuramente dimenticata, o forse l'ha fatto dire a un elfo o a un'ancella che non si sono ricordati di passarti il messaggio”

Rod rise, sgravandola da quell'impiccio “Tranquilla piccola, lo so che non si è dimenticata, non mi ha ringraziato semplicemente perchè non aveva voglia di farlo, la conosco”

Andromeda arrossì e gli ricambiò il sorriso, sentendosi maledettamente a disagio.

“Andromeda?”

“Sì?”

“Ma tu credi che fra loro due...?”

“Non lo so Rod, non chiedermelo”.

 

 

 

 

N.D.A. Salve a tutti :)

Come prima cosa ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate e chi ha recensito (e qui non posso non nominare Black Beauty, che mi ha recensito tutti i capitoli in un colpo solo! Grazie mille cara <3)

e grazie anche a tutti quelli che semplicemente leggono, spero vivamente che la storia continui a piacervi e non stia deludendo le vostre aspettative...

Comunque che dire, questo è il quarto ricordo perciò tra qualche capitolo finalmente inizierà la “vera” storia, ambientata cioè nel presente e con i protagonisti adulti e maturi... sarà una bella sfida mantenerli IC, ma io farò del mio meglio :)

Niente, se avete qualsiasi cosa da chiedermi, da consigliarmi o da criticarmi fatelo pure, mi farebbe piacere!

A prestissimo, LadyIce

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ricordo di Andromeda, Hogwarts, dicembre 1975

 

quinto ricordo

 

 

SHH! Smettila di ridere!”

 

Delle risate fresche e argentine preannunciarono il nuovo ricordo prima ancora che si fosse del tutto figurato.

“tu sei tutto matto!” esclamò una voce di ragazza, colma di gioia “sei fuori come un folletto!”

“ah, io sarei fuori?” rispose una voce maschile, altrettanto divertita “signorina Black, ritirate subito quello che avete detto se non volete che io scateni le mie ire su di voi”

“uuh, sto tremando di paura, signor Tonks”

Finalmente le immagini si schiarirono. Severus riconobbe subito il platano picchiatore in tutta la sua imponenza, fermo e placido come il mare dopo la tempesta e i vari arbusti che gli crescevano intorno, ancora intirizziti dal freddo. Era quindi a Hogwarts, nel cortile che circondava il castello, e, a giudicare dalla posizione del sole e dalla brina sull'erba, doveva essere mattina presto.

Non c'era infatti anima viva, solo i due ragazzi che camminavano quatti quatti, uno vicino all'altra.

sicuramente sono usciti di nascosto” pensò Severus con un certo fastidio, domandandosi automaticamente dove fossero i professori.

“ma sei veramente sicuro?” parlò Andromeda Black, felice come non era mai stata “ Non è che te lo sei sognato?”

“Dromeda, insomma, ti fidi di me o no?”

Andromeda guardò divertita quel ragazzo dall'aspetto semplice e gli fece un sorriso scettico, per prenderlo in giro.

Il ragazzo le prese la mano e la trascinò dietro un albero.

“ora tu ti metti qui buona, buona e non emetti un fiato finchè non te lo dico io, ok?”

“Ted sul serio, cosa ti sei bevuto?”

Ted Tonks le sorrise “adesso vedrai

Il ragazzo si allontanò da lei, camminando cautamente verso gli arbusti intricati della foresta oscura. Severus lo guardò, era completamente diverso dagli altri studenti che aveva visto precedentemente. Aveva un paio di Jeans logori e una camicia di flanella, i suoi capelli castani erano lucidi e spettinati e nel suo sguardo non c'era ombra di arroganza o superbia. Sembrava proprio un bravo ragazzo, di quelli a cui si affiderebbe senza remore un figlio o un bene altrettanto prezioso.

Il giovane si chinò sulle ginocchia e tese molto lentamente una mano verso l'intrico della foresta, come a voler chiamare qualcuno. Andromeda si spostò in un albero più vicino, muovendosi in punta di piedi per fare meno rumore possibile. Guardò curiosa verso il ragazzo e poi verso la foresta, senza capire.

“Ted” sussurrò “ma che cosa...”

“shh!!” la ammonì il ragazzo, sempre sorridendo “guarda!”

Sia Severus che Andromeda guardarono verso gli arbusti. Improvvisamente, un musino dorato e e peloso comparve dalle ombre della foresta, timidamente, come una margherita che spunta in mezzo alle rocce.

Andromeda spalancò gli occhi, trattenendo il fiato dalla sorpresa, mentre il piccolo unicorno si avvicinava barcollante e diffidente verso il braccio teso di Ted.

vieni, vieni” sussurrava dolcemente il ragazzo, spingendo delicatamente uno zuccherino verso di lei “non avere paura piccola, non ti facciamo del male”

La puledra aveva le orecchie abbassate e il mantello tanto dorato da sembrare un gioiello, inoltre, a giudicare dalla instabilità dei suoi movimenti, doveva avere pochi giorni.

“oddio” esclamò Andromeda emozionata, chinandosi a terra come Ted “oddio Ted, è bellissimo”

“è un cucciolo” sussurrò il ragazzo senza girarsi, mentre l'unicorno smangiucchiava una piuma di zucchero direttamente dalla sua mano “probabilmente ha perso la madre, se no non sarebbe qui da sola”

“è bellissima” parlò la ragazza incantata, indecisa se guardare il ragazzo o l'animale “è stupenda, meravigliosa”

Ted annuì, accarezzando con due dita la criniera rada e sottile

Andromeda si avvicinò ancora di più “secondo te posso...?”

“prova”

Andromeda annuì e allungo la sua mano delicata verso l'unicorno, che alzò rapido la testa, vigile. Quello scatto repentino indusse Andromeda a ritrarre la mano, ma lo sguardo rassicurante di Ted la convinse a riprovare. E infatti, questa volta l'animale si lasciò sfiorare, dapprima leggermente, e poi con più sicurezza. Andromeda rise dalla felicità mentre lisciava insieme a Ted il pelo fine e morbidissimo dell'unicorno. Non avrebbe mai creduto di poter fare un'esperienza simile, così unica, bella, rara. Come del resto non avrebbe mai creduto che un giorno proprio Ted, il ragazzo semplice e con la sciarpa di Tassorosso perennemente attorcigliata intorno al collo, sarebbe diventato davvero suo marito...

Severus li guardò, malgrado non capisse che cosa c'entrasse tutto questo con i ricordi precedenti, fu felice di poter vederli, infatti la vista di Ted Tonks che guardava Andromeda di nascosto, come un normalissimo ragazzo innamorato, gli fece venire voglia di sorridere.

Era infatti una bellissima scena e come tutte volte che pensava a cose belle, Lily Evans riempì i suoi occhi.

La immaginò senza difficoltà al posto di Andromeda, intenta ad accarezzare come lei l'animale, assolutamente certo che quest'ultimo gliel'avrebbe permesso. Perchè Lily era buona e pura di cuore, pensò, non come lui che si era lasciato irretire dalla magia oscura e che aveva assistito inerte a scene terribili, a torture e massacri. Rabbrividì, cercando di non pensarci e di cancellare quelle terribili immagini dalla mente, e il ricordo lo aiutò.

Infatti il puledro, senza un'apparente ragione, alzò con uno scatto nervoso la testa verso e scappò via velocissimo, lasciando di sasso Ted e Andromeda con ancora le mani protese nel vuoto.

“che cosa ci fate qui voi due!?”

I quindicenni si girarono annichiliti e videro Tom Riddle, in piedi di fronte a loro, già in divisa e perfettamente pronto e pettinato. Tom però non li degnò di uno sguardo, guardava infatti verso la foresta, nel punto in cui la creatura era scappata.

“Tom” disse Andromeda imbarazzata, alzandosi in piedi “ehm..come va? io e Ted stavamo facendo un giro,vuoi unirti a noi?”

“non dovreste essere in giro a quest'ora” le rispose sgarbatamente, continuando a guardare la foresta “beh nemmeno tu allora..”

Tom abbassò lo sguardo verso Ted Tonks e lo guardò con sufficienza, inarcando leggermente la fronte.

“io sono un caposcuola, tassorosso” gli rispose freddo “a differenza vostra posso spostarmi ovunque, qui” si rivolse poi ad Andromeda “Piuttosto, quella creatura era un unicorno?”

“si, lo era” gli rispose di nuovo Ted, tranquillo “ e comunque il mio nome è Ted”

Tom lo ignorò completamente

“andiamo Andromeda” disse secco alla ragazza “ ti riaccompagno in sala comune”

“posso anche riaccompagnarla io” continuò Ted, per nulla ferito dalla sua arroganza “non c'è nessun problema”

Tom e Andromeda si lanciarono un'occhiata veloce, che però non sfuggì a Ted.

“forse è meglio che vada con lui, Ted” gli disse la ragazza imbarazzata, conscia del putiferio che sarebbe successo se i serpeverde l'avessero vista arrivare con lui “ci rivediamo oggi a lezione, ok?”

“sicuro! Non preoccuparti” le rispose Ted incoraggiante, cercando di celare la tristezza con un sorriso. Si rivolse poi a Tom che lo stava fissando in modo cinico e compiaciuto

“è stato un piacere, Tom”

“anche per me...”

Detto questo, Ted si girò e andò via a passi veloci, senza più girarsi per fare un ultimo saluto ad Andromeda, cosa che invece la ragazza sperò con tutta se stessa fino all'ultimo.

Andromeda infatti lo guardò allontanarsi con il cuore a pezzi, lottando contro l'impulso di iniziare a correre per raggiungerlo. Ma, ovviamente, non lo fece.

“non dovresti frequentare quel ragazzo” le disse calmo Tom, non appena la strega si girò verso di lui “non è alla tua altezza”

“cosa? No, io non lo frequento affatto” le rispose Andromeda arrossendo “Ted e io siamo solo amici, nient'altro”

Tom sorrise “menti a qualcun altro, Andromeda, non a me. So benissimo quello che provi per quel mezzosangue, è palese”

Il cuore di Andromeda aveva iniziato a battere furiosamente, Tom era il classico tipo di ragazzo che la intimidiva e la metteva in soggezione, e ciò non contribuì certo a renderla più spigliata o disinvolta nel dare risposte.

“Ted è un mio caro amico” ripetè guardandosi i piedi “non c'è niente fra noi”

Tom scosse lentamente la testa, però dalla sua espressione non trapelava né rabbia o disgusto, era semplicemente divertita.

“Andromeda ti perdono solo perchè sei piccola e tanto ingenua” le disse dolcemente, afferrandole con disinvoltura una mano “sai, dicono che chi riesce ad accarezzare il manto di un unicorno può vivere per sempre”

Andromeda divenne paonazza, guardando incredula quella mano fredda e affusolata sopra la propria

“io per accarezzarne uno temo che dovrei prima ucciderlo” continuò lui sereno“ ma a quel punto credo che convenga direttamente berne il sangue... sei d'accordo con me?”

“non..non saprei” disse ritirando la mano e mettendosi a braccia conserte “non si possono uccidere gli unicorni.. cioè, nessuno potrebbe”

“forse hai ragione” le rispose con sorriso, di cui Severus colse tutta la portata e il significato

“comunque come va con Bella?” disse Andromeda di getto, desiderosa di cambiare subito discorso

Il sorriso di Tom scomparve “come va, cosa?”

“fra voi” disse cercando di risultare il più possibile calma e neutrale “voi due siete insieme, giusto?”

Una scintilla di stupore passò negli occhi di Tom.

“siamo cosa? insieme?” ripetè figendo di non capire “no, no, affatto..come ti viene in mente una cosa del genere? Te l'ha detto lei?”

“no, lei non l'hai mai detto” si affrettò a rispondere Andromeda “però io pensavo che fosse così”

“ah, tu pensavi che fosse così” ripetè Tom sprezzante “allora oltre che ingenua sei anche stupida, Andromeda”

“cosa?”

“ha ragione Bellatrix quando dice che sei solo una ragazzina debole ed emotiva” continuò lui duro “ti immagini le cose e dai confidenza ai figli di babbani, dovresti vergognarti”

Andromeda sospirò. Debole ed emotiva... ecco dunque cosa pensava Bellatrix di lei. Non che la cosa la stupisse, però sentirlo dire così esplicitamente le fece lo stesso male. Molto male.

“e comunque” continuò il ragazzo tagliente “tra me e quella sgualdrina di tua sorella non c'è proprio niente, l'unico motivo per cui a volte ci vedi insieme è dato dal fatto che siamo della stessa casa e frequentiamo gli stessi corsi, quindi capisci che neanche volendo potrei scrollarmela di dosso ed essere finalmente libero dalla sua presenza insopportabile”

“non parlare di Bella in questo modo!” trillò la ragazza, stringendo i pugni “lei non è affatto una sgualdrina, parli così solo perchè non vuoi ammettere che ti piace e che tieni a lei! Ma io lo so cosa c'è tra voi, è inutile che continui a negarlo”

Tom la guardò furioso, tutto il suo viso era tutto contratto in una smorfia di rabbia

“lei è solo.. Bellatrix è solo un passatempo” disse a denti stretti “di lei non me frega proprio niente, le do una certa confidenza solo per il suo sangue e il suo nome, altrimenti non le permetterei neanche che di toccarmi, è chiaro?”

“lo sapevo” disse Andromeda sconvolta, lanciando delle occhiate veloci verso il castello “sapevo che tu non eri un brava persona, l'ho sempre sospettato... Ma ora le andrò a dire tutto, non ti permetterò più di usare Bella in questo modo”

“la tua parola contro la mia, piccoletta” esclamò Tom, con un sorriso malvagio “tu a chi pensi che crederà? A me, che mi adora sopra a ogni cosa o a te, che ai suoi occhi non sei altro una che una piccola e inutile scocciatura?”

Andromeda gli si avvicinò in segno di sfida, ricambiando il suo sorriso “perchè non lo chiedi direttamente a lei?”

Tom la guardò confuso, poi capì e si girò subito.

Bellatrix era alle sue spalle, pallida e con i capelli lunghi ancora umidi. Era ferma e lo guardava e non un sentimento traspariva dai suoi occhi scuri.

I due si guardarono negli occhi, fermi e impassibili, in un modo così intenso e profondo che per un momento Andromeda credette che si stessero comunicando con il pensiero.

“lasciaci Andromeda” disse a un certo punto Bellatrix, guardandola con un'espressione vuota

Andromeda annuì, e si allontanò velocemente da quei due ragazzi. Severus, sapendo che il ricordo apparteneva a lei, si trovò costretto di seguirla.

Appena uscì dalla loro visuale, la bionda iniziò a correre. Lei e Severus costeggiarono di corsa il castello, e le immagini intorno a lui i fecero flebili e sfuocate, come se tremassero. Andromeda entrò in una delle entrate sul retro e continuando a correre, diretta verso la scalinata principale. Severus la seguiva a fatica, chiedendosi infastidito per quale motivo la ragazzina dovesse correre così tanto e così veloce.

Arrivati al primo piano, ancora deserto per l'ora mattutina, oltrepassarono velocemente l'aula di storia della magia e il corridoio degli arazzi, e finalmente, Andromeda si fermò davanti a una grossa finestra inferriata. Guardò subito giù verso il cortile e quello che vide la lasciò letteralmente senza fiato: Bella e Tom si stavano baciando con trasporto, nascosti dietro a un albero.

La ragazza rimase a fissarli a bocca aperta, confusa e arrabbiata, senza davvero riuscire a capire come Bellatrix potesse baciarlo dopo aver sentito una cosa del genere.

“perchè” pensò a voce alta, sentendosi tremendamente irritata “perchè fa così? Perchè gli permette di farle questo?”

è da villani origliare, figlia di Salazar”

Una voce ovattata e spirituale fece letteralmente prendere un colpo ad Andromeda. La ragazza si girò agghiacciata e davanti ai suoi occhi si presentò la figura grigia e impalpabile di un fantasma.

“Da..Dama Grigia” esclamò Andromeda con un filo di voce, con il cuore che le batteva a perdifiato per la corsa e lo spavento “mi hai spaventato”

“Quello non è il mio nome” le rispose lo spirito in tono offeso, guardandola dall'alto con alterigia

“si lo so, il tuo nome è Helena” si corresse Andromeda “Helena Corvonero”

“quello è il mio nome” puntualizzò duramente il fantasma di Corvonero “tutti voi lo sapete, ma vi ostinate a chiamarmi con un nome che non mi appartiene”

“hai ragione” rispose Andromeda spiccia “non accadrà più”

“non canzonarmi, accadrà eccome! Non sarà certo la tua flebile parola ha cambiare le cose!”

Andromeda alzò gli occhi al cielo, pure i fantasmi ci si mettevano adesso...

“si d'accordo, Helena Corvonero, hai ragione tu” le disse accondiscendente “noi mortali siamo tutti brutti e cattivi, ora se puoi scusarmi devo..”

“oh no, non tutti” la interruppe Helena, spostando timidamente lo sguardo verso la finestra “uno di voi fa eccezione...”

Andromeda la osservò confusa mentre si librava delicatamente accanto a lei, con il volto latteo e levigatissimo contratto in un leggero sorriso

“lui mi onora del mio nome” disse, guardando teneramente Tom Riddle “lui è diverso da voi, è gentile con me, mi parla, mi cerca, mi serba grande rispetto.. tutto il rispetto che merito”

“lui cioè.. Tom?”

Helena si girò verso di lei, riassumendo tutto il contegno e la compostezza che la contraddistingueva “chi altri, se no? E tu lo stavi spiando, giovane serpeverde”

“non lo stavo spiando” rimbeccò Andromeda arrossendo “volevo solo vedere come avrebbe reagito Bellatrix dopo che lui le ha praticamente detto in faccia che la usa”

Helena cambiò improvvisamente espressione, i suoi lineamenti regali e composti si fecero scuri e rabbiosi, come se il suo viso stesse per screpolarsi in mille frammenti.

quella strega del diavolo” sibilò spietata, facendo indietreggiare Andromeda dalla paura “quella maledetta ragazza, meretrice dei diavoli e sposa dell'inferno, merita una morte ripugnante come ripugnante è la sua anima”

Andromeda la guardò come si guarda un topo spiaccicato in autostrada “Ma come ti permetti di dire queste cose!? Ritirale immediatamente!”

“lei lo corrompe!” continuò il fantasma angosciato “quella creatura infernale non gli dà tregua, anela a fondersi con lui, lo tenta ogni giorno con mille malie, una più spregevole dell'altra! Io la vedo, vedo quello che fa! È riprovevole!”

Andromeda fece un sorrisino “ah, e sarei io quella che origlia, Helena?”

Lo spirito la guardò sorpresa e si strinse timidamente in quelle che erano state le sue spalle, senza risponderle

“e poi perchè non sei alla torre di Corvonero?” continuò Andromeda divertita “scommetto che sei qui proprio perchè li stavi spiando, dico bene?”

Se fosse stata vita, Helena sarebbe sicuramente arrossita “io non... non è vero, tu menti, figlia di Salazar”

“dai non preoccuparti, non volevo metterti in difficoltà” le rispose l'altra in modo amichevole, percependo quanto ciò la imbarazzasse “però stai attenta a Tom Riddle, non è quello che sembra, se si comporta così avrà sicuramente dei validi motivi per farlo, non è una bella persona”

“No, non è vero. Tom è diverso da voi” le rispose Helena convinta “è l'unico che mi cerca e che si sia mai curato di me, l'unico che mi onora di complimenti, l'unico in questa scuola che mi regala sorrisi, sorrisi bellissimi, più dolci del miele... ” abbassò lo sguardo, spostandolo con estrema tristezza verso la finestra “almeno finchè non giunge quella strega malefica a reclamarlo, nella sua imminenza io scompaio, lui non ha occhi che per lei, nessun'altra può impegnare così tanto la sua mente”

Andromeda si girò verso la finestra, e guardò giù pensierosa: ora i due ragazzi si erano staccati e si stavano dirigendo lentamente verso l'ingresso del castello, distanti l'una dall'altro.

“tu credi che Tom sia preso da lei?”

“lo credo” le rispose tristemente Helena, librandosi velocemente verso l'alto “ora devo congedarmi, figlia di Salazar”

“chiamami Andromeda”

“va bene, Andromeda, amica di Tom...” le sorrise Helena “prima di andarmene però devo metterti in guardia. La strega che tu chiami sorella, è una fanciulla cattiva. La sua anima è oscura come la tenebra dell'inferno, nera come quelle due orrende cavità che tiene in viso al posto degli occhi, stai attenta a lei, perfino io provo paura nei suoi riguardi”

Andromeda scosse la testa, tranquilla “quella non è paura, Helena. Quella è gelosia.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 

Hogwarts, tempo presente

 

Severus non appena si accorse di essere tornato nell'ufficio di Silente non poteva credere ai suoi occhi. Erano passate più di due ore da quando aveva immerso il volto nel pensatoio, e tutte quelle immagini sconclusionate gli avevano fatto venire un forte mal di testa.

“ è finito?” chiese fiducioso “sono finiti?”

Silente lo osservava interessato, seduto alla sua cattedra con in mano un bicchiere di acquaviola, sembrava molto sereno, e Severus non potè chiedersi che cosa avesse fatto tutto quel tempo in cui lui era stato via. Preferì non indagare.

“allora, Severus?” gli rispose infine Silente “ Che ne pensi?”

“che ne penso? Cosa dovrei pensare a parte che Bellatrix Black sia stata una donna facile fin da bambina e che Riddle fosse un bugiardo con delle manie di grandezza? Ma no, aspetti, questo lo sapevo già.”

“oh dai Severus!” esclamò scherzoso Silente “ Non dirmi che non è stato divertente?”

“ehm.. no

“va bene, va bene.. comunque, sinceramente, tra loro due non hai notato proprio niente? Certo l'amore di Bellatrix è indiscutibile, ma io mi riferisco soprattutto a lui”

Piton alzò gli occhi al cielo “non lo so Albus...ma si, magari gli piaceva, non dico di no, però stiamo parlando di anni fa, erano dei ragazzini. Adesso è un'altra cosa, lui è un'altra cosa”

“è vero, erano adolescenti, ma ti posso garantire che non sono così cambiati così tanto come credi tu. In fondo, il tempo non è sufficiente per cancellare i sentimenti profondi... non è vero, Severus?”

Il professore lo guardò imbarazzato e cercò di rispondere nel modo più indifferente e freddo possibile, fingendo di non aver colto la sua insinuazione

“mah, non saprei, presumo di si... naturalmente i sentimenti devono essere veramente profondi per durare tanti anni, e francamente fra quei due, oltre a una banale attrazione fisica, io non ho colto nient'altro”

“ lo dici perchè lo pensi o perchè non vuoi darmi ragione?”

Severus alzò gli occhi al cielo, infastidito “ va bene, c'era qualcosa fra loro, non posso negarlo. Ho visto dei comportamenti in lui che... che quasi..”

“che quasi ti hanno ricordato te alla sua età?”

Severus spalancò gli occhi dalla sorpresa, come diamine faceva Silente a sapere così tanto di lui? Fece un bel sospiro, cercando di ricacciare indietro l'imbarazzo. Silente sapeva perfettamente di Lily, era inutile continuare a negarlo o a fare finta di niente.

“si” disse “forse facevo come lui, in certe piccole cose.”

Silente sorrise “tipo quali? Se non sono troppo indiscreto”

“diciamo che anch'io come lui mi nascondevo dietro a un muro di disinteresse e di freddezza, anch'io mentivo, anch'io ero ostile e cattivo con.. con lei, anch'io odiavo me stesso per i sentimenti che provavo”

“lo so Severus” disse Silente dolcemente, alzandosi in piedi “ è per questo che li ho fatti vedere proprio a te, sapevo che avresti capito” fece una pausa, come se fosse indeciso se continuare o meno “comunque, per Lily, tu lo sai che non è troppo tardi, vero Severus?”

“non dica sciocchezze” gli rispose secco il mago, irrigidendosi “ lei è sposata”

“certo che è sposata, e con un bravissimo ragazzo se per questo, però...”

“però?” lo incalzò il professore sbigottito, pendendo dalle sue labbra

“ però” continuò il preside calmo “ Lily è ancora qui.. non è morta

Severus mantenne l'espressione incredula, e dopo aver scosso risolutamente la testa parlò.

“lo so che non è morta” disse irritato “ma questo non cambia niente...lei non mi ha mai amato e non mi amerà mai, fine. Se avevo anche una sola speranza me la sono giocata completamente qualche anno fa”

“ non essere sempre così drastico, Severus”

“non è questione di essere drastici, io sono semplicemente realista. E comunque me ne sto facendo una ragione, la sto dimenticando, anzi ormai l'ho dimenticata del tutto” mentì sfacciato, meravigliandosi della sua stessa faccia tosta.

“ davvero?”

“certamente”

Silente gli scoccò un sorriso “quindi posso sperare che andrai tu dai Potter per avvisarli della profezia sul loro figlio?”

Severus Piton lo guardò esterefatto.

“ ho pensato che lo debbano sapere” continuò Silente tranquillo “ anche se per adesso non c'è nessun pericolo, loro devono stare in guardia, devono sapere già come comportarsi nel caso in cui persone sbagliate vengano a sapere del loro figlio.. non sei d'accordo?”

“ io s-si sono d'accordo, ma..”

“ bene allora perchè non ci vai tu? Mi faresti un grande favore, io per allontanarmi dalla scuola solo per tre ore devo chiedere minimo quattro permessi al ministero, mentre a te basta il mio”

“ ma.. ma io ho le lezioni, i compiti da correggere, non posso assentarmi”

“sarà questione di tre orette, non credo che ai ragazzi dispiacerà troppo... e poi, ripeto, ti do il permesso io, non devi preoccuparti in questo senso

Se in quel momento Severus avesse potuto scappare a gambe levate e tornare mai più l'avrebbe sicuramente fatto.

“ma... ma io, dai Potter?” biasicò con il cuore in gola al solo pensiero “ No, mi dispiace, ma non posso farlo”

“e perchè no?”

“perchè.. perchè di no. Io a casa loro, di loro due, non posso andarci, non può chiedermi una cosa del genere”

“ Severus come pensi di concludere qualcosa se ti rifiuti anche solo di parlarle?”

concludere?”

“ hai capito cosa intendo...comunque hai tempo per pensarci su, adesso mancano gli ultimi due ricordi”

“cosa? Altri due? Pensavo che fossero finiti”

“ ti ho detto che erano sette” gli rispose Silente compiaciuto “tu ne hai visti cinque finora..”

“ non ho voglia di vederli”

“devi invece, questi ultimi due tra l'altro sono i più importanti, fondamentali”

Severus sospirò “non ho altra scelta, vero?”

“temo di no”

“ va bene... ma posso farle una domanda?”

“certo”

“ dove li ha presi? Come fa ad avere ricordi della loro adolescenza? E soprattutto perchè ha pensato di doverli guardare?”

“ottima domanda, Severus. È stata Andromeda Tonks, lei mi ha dato spontaneamente i suoi ricordi e quelli di sua sorella per convincermi dell'amore che era sorto tra Bellatrix e Tom Riddle. Sai, Severus, anch'io inizialmente ero molto perplesso, non tanto per il mito dell'amortentia quanto proprio per lui, ma la signora Tonks mi ha aperto decisamente gli occhi”

“ Andromeda Tonks ha fatto tutto questo? Perchè?”

“perchè vuole indietro sua sorella. Le è molto legata, malgrado sia così diversa da lei”

“diciamo pure l'opposto” rispose Severus confuso “Io Andromeda l'ho conosciuta a scuola, era due anni avanti a me, e devo dire che era proprio una bella persona, una delle poche ragazze con cui io mi sia sentito a mio agio. Per nulla insuperbita dalla sua estrazione sociale, a differenza di tutti gli altri purosangue, è stata quasi un'amica per me”

“ si concordo, è una donna meravigliosa, ed è anche finemente intelligente. Ha capito cose di cui io non avevo neanche il sospetto, cose che io ho poi detto a te, cercando di convincerti. Ma temo di non essere stato persuasivo come lei...”

“no, mi ha abbastanza convinto” escalmò Severus, compiacendolo “ certo ci sono moltissime cose che vorrei chiederle e che non condivido, però diciamo che ho inteso il suo punto di vista”

“ mi fa piacere sentirtelo dire, quindi deduco che andrai da Tom a fargli quella proposta?”

Il professore annuì poco convinto, spostando gli occhi da un'altra parte, e Silente aggiunse “ e andrai anche dai Potter a metterli in guardia?”

“no” rispose subito, guardandolo quasi supplichevole “ questo no. Tutto, ma questo no”

“ah peccato.” disse Silente pensieroso, con un sospiro “vorrà dire che ci andrò io. Spero solo di ottenere il permesso prima di Natale... e dovrò inventarmi anche una bella scusa. Sperando che nel frattempo nessuno venga a sapere di Harry Potter, perchè in caso contrario, saremo finiti. Scoppierà una guerra, Tom creerà subito gli horcrux e conoscendolo non avrà pace finchè non avrà trovato Harry, e puoi immaginare come si comporterà Lily in tal caso, sarà disposta a tutto pur di proteggerlo, perfino di mor..”

“ VA BENE! Maledizione, va bene!” tuonò Severus impallidendo “andrò io, tanto sono abituato a fare le cose che non voglio fare! È la storia della mia vita, una in più o una in meno non mi cambierà nulla”

Silente sorrise di nuovo, sapeva benissimo che il suo professore avrebbe accettato

“dici sul serio?”

“si, dannazione, dico sul serio” parlò brusco “anche se non la vedo da quasi dieci anni”

“ ti ringrazio Severus.” rispose sincero il preside “ Qualcosa mi dice che non te ne pentirai”

“ah no! certo che no. Entrare nella loro casa, vedere il loro bambino, la loro vita, loro due insieme... certo che non me ne pentirò” disse sarcastico “ e poi come mi presento? Arrivo in casa da loro e di punto in bianco dico che c'è una profezia mortale che lega il loro figlio a un mago oscuro, che, per altro, ho appena incontrato per convincerlo a liberare la sua adepta dalla prigione? Si, potrei dire così”

Silente ridacchiò “ sai essere molto divertente quando vuoi, Severus”

“non c'è niente da ridere Albus.. e poi..”

“e poi cosa?” chiese Silente più seriamente

“ ecco, io l'ultima volta che.. che le ho parlato, l'ho offesa...io.. non credo che mi farà mai entrare in casa sua, neanche volendo”

“oh, è successo più di dieci anni fa, eravate si e no dei bambini”

“no... io...lei mi riteneva suo amico, è passata sopra a tantissime cose, a tutte le innumerevoli mancanze che ho avuto nei suoi confronti, a tutti i miei atteggiamenti scontrosi e ostili..mi ha sempre perdonato, è sempre stata così dolce e gentile con me, e io.. io in cambio l'ho offesa, a morte.

Ammettere queste cose a voce alta lo addolorò immensamente, e dovette lottare contro sé stesso per riccacciare indietro le lacrime e per darsi un “contegno” di fronte al suo preside, mentre un mare gelido di ricordi si infrangeva nella sua mente, facendo riaffiorare a galla tutte le pene e i dolori che sperava fossero archiviati per sempre.

“ Severus mi dispiace” disse Silente sinceramente addolorato “io so cosa vuol dire questo tipo di sofferenza, anch'io mi ero innamorato molto alla tua età di... di una persona, ma a differenza tua, io non avevo più nessuna possibilità, per me era veramente troppo tardi. Per te invece, non lo è. Non devi smettere di sperare neanche per un attimo, Severus, per te non è troppo tardi.” detto questo fece una pausa, parlare di questi argomenti addolorava anche lui, gli faceva riaffiorare i momenti peggiori della sua vita, rivedeva il viso esanime di Ariana, la furia e la brutalità che campeggiavano negli occhi blu di quel giovane dai capelli d'oro...

“io conosco bene Lily” continuò risoluto riprendendo il controllo di sé stesso “ti assicuro che la faresti immensamente felice se tornassi da lei, anche solo per una scusa, provaci Severus, fallo per me”

Unalacrima ribelle rigarono il viso smunto di Severus.

La farebbe felice...

“va bene Albus.. ci proverò”

“grazie” rispose sinceramente “è una fortuna avere un alleato coraggioso come te”

Il professore di pozioni, per la prima volta dopo tanti anni, sorrise.

“bene, dove sono gli ultimi due ricordi?” disse per cambiare discorso “ voglio proprio vedere come va a finire tra quei due squilibrati”.

Silente gli sorrise e tirò fuori una seconda fiala, più piccola della precedente, e la versò nel pensatoio.

Prima che Severus immerse il viso a guardare, Silente gli parlò “Severus, mi raccomando, soffermati sempre su Tom...”

“ma certo” rispose il professore stranito, immergendo il viso nel pensatoio.

 


n.d.a. 
salve! :) pubblico subito questo capitolo di passaggio sperando che sia lo stesso di vostro gradimento...
vi auguro di tutto cuore di essere al mare o in qualche altro bel posto (non come me che sono costretta a stare qui nella mia deprimente città del nord Italia.. :( .. per fortuna che non sono da sola e che ci sono le ff a tirarmi su di morale!^^ )
comunque niente, tra un po' come avete capito Severus incontrerà Lily e Bella uscirà da Azkaban... oh forse no?eheheh a presto ;)
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ricordo di Lumacorno, aprile 1976

 

Severus riconobbe subito il luogo in cui era ambientato il ricordo: era il suo ufficio, o meglio, quello del suo predecessore, il professor Lumacorno, con tutte le rispettive scartoffie, foto e chincaglierie varie che il buon docente conservava come cimeli.

Severus non aveva mai amato particolarmente il professor Lumacorno, certo era bravo, molti suoi compagni lo ritenevano perfino piacevole, ma l'idea che lui facesse delle preferenze fra gli studenti e che le palesasse così, senza ritegno, con quelle stupide feste del Lumaclub, lo disgustava alquanto, benché perfino lui a suo tempo fu uno dei suoi pupilli.

Ricacciò indietro quei ricordi, niente degli ultimi anni di scuola era degno di essere ricordato.

Guardò quindi la tavola allestita per il lungo, e capì che Il ricordo doveva essere proprio uno dei dopocena del Lumaclub. C'erano infatti una quindicina di studenti seduti al tavolo, tra i quali riconobbe Tom Riddle, le tre sorelle Black, Lucius Malfoy, Regulus Black e.. una giovanissima Lily Evans.

La guardò senza fiato, capendo molto chiaramente il motivo per cui il preside gli aveva intimato di prestare attenzione a Tom.

Lily era seduta tra lo stesso Tom e una ragazzona dal cipiglio poco amichevole e, a giudicare dalla sua espressione pensierosa, era sicuramente a disagio.

È uguale” pensò annichilito Severus senza smettere di fissarla “dannato Silente...”

“ Allora signorine!” iniziò all'improvviso Lumacorno con tono vivace verso Bellatrix e Andromeda che stavano rigirando annoiate il cucchiaino nel gelato, ancora intatto “Avete già deciso cosa vi piacerebbe fare dopo la scuola? Ormai manca poco alla fine, soprattutto per te Bellatrix”

Le due ragazze non risposero subito, e Severus, che si era imposto forzatamente di non prestare attenzione alla ragazzina dai capelli rossi, notò chiaramente che a quella domanda Bellatrix e Tom si guardarono per un istante, sicuramente senza farlo a posta.

Andromeda fu la prima a rispondere, educatamente “Io non lo so ancora professore, però direi che mi piacerebbe diventare una guaritrice”

“Guaritrice??” rispose Lumacorno sorpreso, lanciando occhiate stranite agli altri studenti “Non ricordo nessuno della tua famiglia essere stato un curatore, o sbaglio?”

“Ehm no, in effetti io sarei la prima”

“Beh qualcuno dovrà pur cominciare in fondo!” le rispose affabilmente mentre Bellatrix scuoteva la testa con una smorfia “E tu Bellatrix? Non dirmi che vuoi diventare una guaritrice anche te”

“Io? No, professore, affatto” gli rispose Bella, ridacchiando insieme ai suoi compagni Serpeverde “In realtà non lo so ancora”

“Oh, suvvia! Come non lo sai? Sei la più grande mia cara, devi avere qualche idea! Non ti piacerebbe lavorare al ministero come i tuoi genitori?”

Bellatrix gli sorrise, tirandosi indietro i capelli con un gesto elegante “Certo che mi piacerebbe, però dipende da chi sarà il ministro per cui dovrò lavorare, non so se mi spiego”

Lumacorno inarcò le sopracciglia, meravigliato

“Ah! Ti spieghi eccome!” le rispose il professore divertito “Molto intelligente da parte tua Bellatrix, hai le idee più chiare di quello che pensavo”

“Grazie professore, ammetto che per certi aspetti le mie idee sono chiarissime”

“Certo, e la cosa non mi stupisce affatto, tuo padre deve essere molto fiero di te”

“Lo è infatti, molto” gli rispose la ragazza orgogliosa, guardando Tom di sottecchi, che però aveva lo sguardo altrove.

“ Mentre voi due giovanotti?” continuò Lumacorno verso Tom e Lucius, versandosi un bel bicchiere di Acquaviola.

“Io” rispose Malfoy altezzoso “Vorrei entrare nel settore amministrativo del Ministero, naturalmente aspiro a una carica alta, proprio come mio padre”

“Corretto, Lucius, e tu Tom?”

“Purtroppo neanch'io ho le idee chiare, signore” gli rispose cortese “ Però non mi dispiacerebbe insegnare difesa contro le arti oscure o magari lavorare per il Ministero. A qualsiasi carica, naturalmente

“Più la seconda, Tom” esclamò Lumacorno puntandogli contro il cucchiaino sporco di crema al lampone “Anzi, sai cosa ti dico? Per me tu hai tutte le carte in regola per diventare il Ministro della Magia in persona, e vedrai che non mi sbaglierò! Dico bene ragazzi?” chiese agli altri che annuirono, compresa la piccola Lily, mentre Tom si limitava a sorridere garbato, per nulla imbarazzato da quel considerevole complimento.

“Bene, bene, bene, che bella gioventù, noi vecchi abbiamo proprio da confidare in voi per un futuro migliore” esclamò Lumacorno ai visi sorridenti “ Non ho ragione?” chiese questa volta solo a Lily, che era rimasta taciturna per tutta la 'festa'.

“Ehm, sì... Senz'altro, professore” rispose incerta la dodicenne, incertezza che fu colta sia da Severus che da Tom, il quale si girò verso di lei e le rivolse un sorriso insincero, facendola arrossire.

“Maledetto bastardo... come osa!” pensò subito Severus, collerico

“Oh cielo! È già così tardi, andate ragazzi, prima che il professor Silente ci metta tutti in punizione” scherzò Lumacorno, incitando i ragazzi ad alzarsi con un cenno della mano. Severus desiderò con tutta la sua anima seguire Lily Evans, ma sapeva che non doveva farlo, e che, soprattutto, il ricordo era pur sempre di Lumacorno e quindi non avrebbe visto niente neanche volendo.

“ Su vattene, Tom” disse il professore al ragazzo che indugiò nella stanza, attirando l'attenzione infastidita di Severus.

“Qualcosa ti turba, Tom?” chiese incerto il professore, vedendo che il giovane stava fermo a fissarlo.

“Sì, signore” rispose educato “ Non sapevo a chi altro rivolgermi... Gli altri professori, beh, non sono come lei, potrebbero fraintendere”

“Va' avanti” rispose Lumacorno incuriosito, seppur ancora confuso

“Ero in biblioteca l'altra sera, nel reparto proibito, e mi sono imbattuto in una cosa alquanto strana su una rara magia, che si chiama, se ho ben capito, un Horcrux”

“Come hai detto scusa?” chiese Lumacorno ammutolito

“Horcrux” sillabò incisivo il ragazzo, con uno strano bagliore negli occhi

“Non so come tu sia venuto a conoscenza di una cosa del genere, è una magia molto oscura, molto molto oscura, Tom” sussurrò agghiacciato il professore

“Per questo” continuò il giovane incalzante “ Sono da lei, non ho ben capito come funziona”

“Un Horcrux è un oggetto in cui un mago può nascondere parte della sua anima, dividendola, così da rimanere protetto”

“ Protetto?”

“Sì, se venissi aggredito e il tuo corpo distrutto la parte nascosta della tua anima continuerebbe a vivere... In altre parole non puoi morire” l'ultima parte la pronunciò appena, come se sapesse dentro di lui che stava facendo l'errore più grosso della sua vita.

“E come si divide la propria anima, signore?” chiese Tom, rimanendo impassibile

“Io... Io credo che tu conosca già la risposta”

“Omicidio” sussurrò il ragazzo

“Sì, uccidere è come distruggere l'anima, è contro le leggi della natura”

“ E si può dividere l'anima solo una volta?”

“Per la barba di Merlino! Tom! Non è abbastanza orribile uccidere una sola persona?”

“Certo... Però mi chiedevo se si può dividere l'anima in più parti, magari sette”

“Strappare l'anima in sette pezzi!” ripeté incredulo e sgomento il povero professore “Oh cielo Tom, come puoi solo pensare una cosa del genere? Sono tutte ipotesi, non è così Tom? Tutta accademia?”

“Certo, signore” gli rispose Tom con un sorriso rassicurante “ Sarà il nostro segreto. Buona notte professore” si congedò e uscì, lasciando il professore nel panico più nero.

“Solo ipotesi” pensò a voce alta e tremula il professore, dopochè il ragazzo fu uscito “Sì, lui è un ragazzo curioso, brillante, voleva saperlo solo per curiosità ” cercò di rassicurarsi, versandosi dell'Ogden Stravecchio “Non devo temere niente... Sette pezzi!” ridacchiò, bevendo un bel sorso dell'alcolico “Che sciocchezza, nessuno sarebbe capace di una cosa del genere, poi Tom è un bravo ragazzo, un pelino sinistro sì, ma è pur sempre un bravo ragazzo, gentile, educato e curioso... Sì, è solo curiosità la sua...”

Come no...” pensò Severus guardando il collega che camminava avanti e indietro tremebondo, con il calice in mano. Dopo un certo tempo, che nel ricordo passò molto più velocemente di come era accaduto nella realtà, Lumacorno prese la sua ardua decisione.

“Basta! Devo andare da lui, devo parlargli, chiarire...” mormorò fra sé, dirigendosi velocemente verso la porta e uscendo per raggiungere il suo studente, sperando di trovarlo in sala comune.

Scese le scale molto velocemente, non sapeva di preciso cosa gli avrebbe detto, ma sapeva che non poteva far finta di niente, doveva dirgli qualcosa, metterlo in guardia, ammonirlo in qualche modo...

D'un tratto dei sussurri provenienti proprio all'ingresso della sala comune, lo bloccarono di colpo

Smettila, ho detto di no!”

“Ma perchè? Lo sai che a me puoi dire tutto”

Lumacorno scese gli ultimi gradini con passi felpati, senza sapere bene perché si sentisse così agitato. In fondo era lui il professore, era lui ad avere il potere e l'autorità, però non poteva farne a meno: si sentiva terrorizzato.

Si sporse infatti da una colonna per guardare, ripetendosi che dovevano essere semplicemente degli studenti usciti di nascosto. Era buio, tutto ciò che riusciva a vedere erano due figure, una alta e sottile, l'altra più bassa e curvilinea... “Una ragazza” pensò con vago conforto.

“Basta, togliti dai piedi” rispose duramente la figura più alta, alzando leggermente la voce e avvicinandosi al finestrone aperto e illuminato. La luce lunare per quanto debolmente, illuminò in modo tetro il viso pallido di Tom Riddle, mostrandolo con chiarezza al professore, che, in risposta, si nascose meglio dietro alla colonna.

“Scusa” rispose la voce femminile mestamente, giungendo nella fascia illuminata.

Bellatrix Black? Cosa fa?” pensò stranito Lumacorno, osservando la purosangue che si avvicinava incerta al giovane.

“Non me ne faccio niente delle tue scuse” il suo tono così insolitamente brusco e sgarbato meravigliò molto Lumacorno e lo fece sentire ancora più angosciato di prima

“ Dai Tom, volevo solo sapere cosa gli avevi chiesto, sono solo curiosa”

“Chi è curioso va all'inferno, lo sai Bella?”

“Non credo che sarà la curiosità a mandarmi all'inferno”

Tom le sorrise e senza dire nulla si girò verso la finestra, dandole improvvisamente le spalle, come se volesse nasconderle qualcosa.

Lei però continuò, avvicinandosi alla sua schiena. Allungo una mano come per toccarlo, ma poi la ritrasse, abbandonando subito l'idea.

“ D'accordo, non me lo dire” disse seria “ Spero comunque che ti abbia detto ciò che volevi sentirti dire”

Tom alzò le spalle, fingendo disinteresse “Sì, posso ritenermi soddisfatto”

Bella lo guardò supplicante “Non me lo vuoi proprio dire?”

“No”

“Va bene...” rispose dispiaciuta “Ora che fai? Vai in dormitorio?”

“Cosa vuoi che faccia?” le rispose ancora una volta sgarbato, girandosi verso di lei “È quasi mezzanotte”

“Sì giusto... te lo chiedevo perché magari potevamo, non so, fare qualcosa”

“Fare qualcosa?” ripeté sorridendo “ Tipo cosa?”

Bella alzò le spalle con nonchalance e lasciò che fosse il suo sguardo malizioso a parlare per lei.

“Oh ti prego” le sussurrò Tom tragico ma divertito, muovendo un passo verso di lei “Mi fai passare, Bellatrix?”

Ora erano vicinissimi, e Severus si affrettò a spostare lo sguardo, infastidito. Diede un'occhiata fugace a Lumacorno che era ancora nascosto dietro la colonna a origliare.

Che razza di idiota..” pensò “Invece di fermarli sta lì nascosto come un topo. È proprio un idiota”

“Prima dammi un bacio”

Severus si girò di nuovo verso i due studenti, tanto vicini che si confondevano fra loro.

Bellatrix lo stava supplicando, niente di nuovo, pensò. Ma poi quando vide che Tom la baciò sul serio, stringendola a sé con passione, rimase esterrefatto. Non avrebbe mai creduto che quel mago, seppure ancora ragazzino, avrebbe potuto soddisfare la richiesta di qualcuno che non fosse lui stesso. O almeno non senza ricevere qualcosa in cambio.

Dopo che si staccarono, Bella si girò sorridente e andò via, saltellando leggera come se niente fosse, lasciandolo solo.

 

 

 

 

N.D.A

salve a tutti! Sono stata molto indecisa se pubblicare o meno questo capitolo, ma alla fine l'ho fatto.. fatemi sapere se vi piace, mi fareste un grande piacere.. :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Villa Rosier, maggio 1979

 

Ultimo ricordo, tre anni dopo Hogwarts

 

Severus si guardò intorno, era in una camera da letto, fredda e spoglia, con alte pareti e un soffitto a volta distante. Capì subito di non trovarsi ad Hogwarts, niente di quelle mura e di quei mobili costosi e tirati a lucido gli ricordavano il suo castello. Malgrado infatti la stanza fosse enorme, l'atmosfera aveva un che di claustrofobico e di oscuro, niente a che vedere con le camere accoglienti e famigliari di Hogwarts. Infatti era tutto buio, di un buio minaccioso, e l'unica fonte di luce, che filtrava da delle tende lunghe e pesanti, illuminava blandamente i piedi di un grosso letto a baldacchino con tende di velluto verde scuro. Il letto era sorretto da colonnine leggere, e contribuiva a dare un che di spettrale al tutto.

L'unica cosa di rassicurante e normale di quel posto era la gran confusione disseminata per tutta la stanza: vestiti, enormi libri aperti, scartoffie, armi acuminate , strumenti strani, fialette, inquietanti stracci sporchi di sangue secco...

sarà uno dei loro nascondigli..” pensò irritato, guardando la rotondità umana che spiccava da sotto le coperte del letto.

Severus gli si avvicinò con incertezza, sicuro di trovare i due maghi insieme, ma, con una strana sensazione di conforto distinse solo la figura snella di Bellatrix che era sola e ..sveglia?

-lumus- sussurrò il professore e puntò la luce sulla donna, che non solo era sveglia, ma stava fissando intensamente una specie di forziere di legno posto accanto all'altro lato del letto. Il suo respiro era irregolare e gli occhi erano attenti e fissi, come se l'oggetto dovesse sparire da un momento all'altro.

-Non posso- la sentì bisbigliare tra sè mentre si girava bruscamente dall'altra parte del letto -Non devo, non posso farlo, non devo nemmeno pensarlo...-

Severus guardò confuso quel comodino di frassino vicino al letto, chiedendosi cosa avesse di così importante e interessante per Bellatrix

-Smettila, non puoi farlo, non puoi, sii forte- continuava a sussurrarsi in modo sconclusionato -Si fida di te, non lo puoi toccare, non è tuo... Però, se l'ha lasciato lì così, non deve essere troppo importante, insomma è un diario...-

Di nuovo la ragazza si girò bruscamente verso il mobile, e riprese a fissarlo combattuta. La vide scuotere la testa, agitata, poi allungare una mano e ritirarla subito, incerta, insicura, combattuta.

D'un tratto Bellatrix parve prendere la sua decisione. Si spostò tesa, girandosi di schiena, senza distogliere lo sguardo da quel forziere d'ebano. Severus abbassò per un attimo la bacchetta sulla sua schiena rimasta coperta solo dai suoi capelli lunghi e neri, e non potè fare a meno di notare che era nuda...

Avvampò e puntò in fretta la bacchetta altrove, cercando di far finta di niente. Lui aveva da sempre disprezzato Bellatrix, sia in quei tre anni che erano stati ad Hogwarts insieme, sia dopo che si era avvicinato a Tom Riddle e alla magia oscura, ma non poteva negare che aveva una sensualità fuori dal comune e un fascino singolare, interessante. Non che fosse bellissima, anzi, era proprio il tipo di donna che a lui non piaceva, così arrogante e sfacciata, sempre con quel sorriso malizioso che gli rivolgeva al solo scopo di imbarazzarlo e prenderlo in giro, però aveva quel 'che' di magnetico che era davvero irresistibile, e il fatto che fosse nuda non aiutava di certo... Però a lui non piaceva, no, non gli piaceva proprio per niente.

Un sospiro pesante destò Severus dai suoi pensieri: Bella si alzò in ginocchio sul letto di fronte al forziere nero.

Tieni la bacchetta in alto” si ripeté Severus, lottando contro sé stesso per non abbassarla e illuminarle il seno che già poteva distinguere nell'oscurità.

Anche Bellatrix era in preda a una lotta interiore, continuava mordersi il labbro e a lanciare sguardi nervosi verso quel dannato mobile, poi, dopo un attimo di esitazione la sentì parlare a voce più alta e con più sicurezza.
-
Basta, al diavolo tutto. Morirò.-

La vide allungarsi per prendere una cosa sopra al forziere che Severus non aveva notato, una cosa piccola e scura.

All'apparenza era un semplice libro sottile e con una copertina nera, ma Severus capì immediatamente che doveva essere il diario di Tom Riddle. Bella lo afferrò con un sorriso folle, scioccata ed eccitata allo stesso tempo.

Lo guardò nel buio e poi con un fremito chiuse gli occhi e se lo portò alla bocca, baciandolo. Severus scosse la testa disgustato, non riusciva proprio a comprendere come mai quella strega si fosse innamorata di lui in un modo così folle ed eccessivo. Probabilmente, si disse, era solo pazza, semplicemente e irrimediabilmente pazza.

“Lumus” esclamò la strega impaziente, dopo aver aperto il diario. Anche Severus si sposto per guardare le pagine, ma con grande disappunto sia suo che di Bella, queste erano bianche. Completamente bianche e pulite. Bellatrix sbuffò contrariata, e fece scorrere tra le dita sottili le pagine intonse, ancora e ancora, ma non c'era traccia neanche di una macchia di inchiostro.

-Oh, dai!- imprecò delusa e arrabbiata, continuando a sfogliarlo con insistenza -Avrà fatto un incantesimo, non può essere vuoto-

Detto questo si girò e afferrò con uno scatto teso la sua bacchetta. Era talmente agitata che le mani le tremavano appena. Puntò la bacchetta contro il diario aperto e pronunciò in un sussurro la controformula.

-Rivela i tuoi segreti-

Ma quello che accadde fu a dir poco sconcertante. L'incantesimo le rimbobò contro con un colpo tanto forte che la disarmò della bacchetta, infrangendo i vetri della finestra.

-BELLA!? MA CHE STAI FACENDO?- un urlo scorbutico rieccheggiò da fuori la stanza

-NIENTE!- si affrettò a rispondere Bellatrix, ancora scossa - TUTTO BENE-

Evan Rosier, suo cugino e compagno di spedizioni punitive anti-babbane, l'aveva gentilmente ospitata in una delle proprietà dei Rosier dopo che lei e Rodolphus si erano rifiutati di sposarsi per imparare ed esperire ogni minimo dettaglio delle arti oscure, tessendo inconsapevolmente la trama di quella che sarebbe stata la prima guerra magica. E di tutto questo, ovviamente, le loro famiglie non sapevano niente. Come non sapevano che era stato Tom Riddle l'ideatore di questa alleanza segreta e sovversiva, volta a ripristinare la purezza della magia e a 'restituire' il mondo ai veri maghi, i purosangue.

-Ma cos'è tutto questo casino? Ti sembra l'ora di provare le maledizioni?- esclamò Evan rabbioso, affacciandosi dalla porta -Non dormo da due giorni, dannazione!-

-Se c'è qualcuno che fa casino quello sei tu, decerebrato che non sei altro- gli rispose Bellatrix altrettanto acida -Ora togliti dai piedi ché non sono vestita-

-Un altro rumore e ti sbatto fuori-

-Ma va' al diavolo- gli urlò dietro Bellatrix, mentre il cugino sbatteva con forza la porta.

-Idiota- disse la ragazza fra sé, puntando subito lo sguardo sul diario di Tom, adagiato sopra il lenzuolo. Lo guardò preoccupata, un oggetto che reagiva così a una semplice fattura non era una cosa affatto normale.

Bellatrix continuò a valutarlo con intensità, lisciandogli la copertina di pelle nera. Era fresca e liscia, piacevole al tatto, e anche le pagine erano piacevoli, emanavano un profumo strano, giovane. E poi, cosa più importante, era suo, di lui.
 Senza sapere bene perché, se lo portò al viso, inspirando le pagine fino a sfiorarle con il naso. Severus la vide rabbrividire e osservò curioso l'espressione sconvolta che fece subito dopo averlo allontanato.

“Ma che cos'è?” la sentì sussurrare, mentre si rigirava il diario tra le mani, con uno sguardo sempre più perplesso e confuso “È un oggetto oscuro ma... Non capisco...”

Una strana scintilla attraversò il suo sguardo assorto, e prima che Severus potesse rendersene conto, Bellatrix se lo riportò al viso e se lo premette contro, quasi volesse entrarci dentro, e iniziò a baciare le facciate.

-Mmmh... Oddio... -

Severus corrugò la fronte imbarazzato, i baci di lei si facevano sempre più spinti e insistenti, fino a che non iniziò a premerlo e a strusciarlo sul suo corpo nudo, gemendo come se ci fosse un uomo con lei invece che un semplice oggetto.

La guardava senza fiato, era la cosa più oscena e depravata che avesse mai visto in vita sua, ma come tutte le cose oscene e depravate, era anche terribilmente eccitante.
Deglutì a vuoto, sentendo improvvisamente un gran caldo.

Senza rendersene conto, si era spostato per guardarla meglio: Bellatrix era sdraiata con il libro nascosto sotto le lenzuola, e si muoveva, si inarcava, aveva lo sguardo era vivo e perso allo stesso tempo...

Non lo sta facendo” pensò il professore senza riuscire a staccare gli occhi da quella ragazza “Oddio, lo sta facendo, ma che razza di...”

Poi, il nero.

Il ricordo era stato contraffatto e le immagini svanirono così brutalmente da far imprecare Severus, che però si stupì e si vergognò subito di sé stesso. 
La scena però ricomparve dopo pochi istanti, e i contorni di Bellatrix presero a focalizzarsi velocemente, mostrandola ancora sdraiata nel letto, coperta e debolmente illuminata dalla luce di una candela magica, con il diario adagiato sopra il lenzuolo di seta.

Fissava il soffitto cupamente, poi rivolse uno sguardo fugace a quel piccolo libro. Fece un sospiro e lo riprese tra le mani.

-Cosa ho fatto...- sussurrò affranta, sentendosi gli occhi bruciare per le lacrime -Scusami- sussurrò appena, rivolgendosi al diario come se avesse potuto risponderle -Non volevo farlo, perdonami se ti deludo sempre, io voglio solo farti felice e renderti fiero di me...-sospirò -Non succederà più, sarà il nostro piccolo segreto-

Diede un leggero bacio alle pagine, e quando si staccò la sua espressione si fece incredula.

"Per Salazar, e adesso che le è preso!?"

Severus vedendo quel repentino cambio di espressione si avvicinò curioso, e notò che nelle pagine stavano emergendo una serie di lettere nere e confuse, scritte con una calligrafia veloce e trascurata.

Bellatrix era rimasta a bocca aperta dalla sorpresa, non credeva sul serio che il libro avesse potuto sentire o reagire in qualche modo.

Incominciò a sfogliarlo senza fiato, e vide che lettere si ripetevano ed erano quasi sempre le stesse: M, T, V, E, L, O... e andando avanti iniziò a vedere le stesse lettere sbarrate nervosamente e poi solo delle cancellature, nere e inquietanti, tanto profonde da lasciare un solco nella carta.

Bellatrix continuava a sfogliarlo con il cuore che le martellava nel petto, i suoi occhi grandi erano tanto spalancati che sembravano potessero uscire dalle orbite da un momento all'altro. Poi si bloccò di colpo, circa a metà del diario. Rimase impietrita a leggere la frase che era scritta con la tipica calligrafia del proprietario, bella ed armoniosa... era un nome che non aveva mai sentito prima, né visto o letto da nessuna parte, ma che sapeva già soggiogarla e sottometterla al solo pensiero:

Lord Voledemort.

Bellatrix chiuse il diario impietrita e lo appoggiò tremando sopra a quella sorta di comodino nero, nello stesso modo in cui l'aveva trovato, e, dopo essersi nascosta sotto il lenzuolo, spense la luce.

“Possibile che un nome inventato le faccia un effetto così?” pensò guardandola infastidito “È proprio una pazza, non c'è altra spiegazione... Se lo porta a letto e poi ha paura del nome che si è scelto” .

Mentre pensava ciò, una famigliare e impercettibile folata di vento gelido riempì la stanza, strappando un tremito convulso a Bella.

Toh, parlando del diavolo...” pensò divertito il professore vedendo il giovane Riddle materializzarsi al centro della camera.

-Bella?- sussurrò Tom non appena arrivò, con un tono dolce e spaventoso allo stesso tempo -Sei qui, mia cara?-

Bellatrix trattenne il fiato angosciata, senza rispondergli.

-Beeella...- canticchiò Tom divertito, mentre la strega continuava a non rispondere, con le coperte sopra il naso, gli occhi serrati e il corpo tanto immobile da palesare che non stesse respirando.

-Perchè fai finta di dormire, mia cara?- continuò Tom fingendosi triste e sedendosi delicatamente sul letto -E io che sono venuto fin qui solo per te, non merito un saluto?-

Severus capì subito da quegli atteggiamenti dolciastri che il mago doveva essere furioso, e per un momento provò pena per la strega

Lo guardò mentre le accarezzava il viso con due dita, facendola sussultare -Sul serio ti prendi gioco di me così?-

Lei a quella domanda si sentì costretta ad aprire gli occhi e a rispondergli, ormai non aveva altre alternative.

-N-no, non lo farei mai...- pigolò

-Davvero?- chiese lui sorridendole, fissando intensamente i suoi occhi

-C-certo, io, io.. non...” deglutì, era così terrorizzata che riusciva a stento a parlare -Io non ti farei mai niente di male-

-Non ti ho chiesto- esclamò a denti stretti, scandendo minacciosamente le parole -Se mi faresti mai del male, Bellatrix, ti ho chiesto se mi stai prendendo in giro, o se addirittura osi nascondermi qualcosa-

Era fatta, Riddle sapeva tutto 
e, se prima era stato “amabile”, ora era tremendo. La sua voce era tanto bassa da sembrare un sibilo e i suoi occhi scuri incatenavano quelli di Bellatrix in uno sguardo rabbioso e crudele.

Lei fece una smorfia di dolore, di quelle che preannunciano un pianto forte e inconsolabile, e balbettò terrorizzata

-Tom, mi.. mi dispiace, era lì, io non sono riuscita a trattenermi, io.. Mi dispiace-

Dopo averla guardata con un disprezzo rabbioso la prese per i capelli e la buttò giù dal letto , mentre lei iniziò a piangere trascinandosi dietro il lenzuolo per non restare nuda

-Disgustosa sgualdrina- esclamò tagliente, tirandole i capelli che aveva afferrato -Tra tutte le cose che potevo aspettarmi da te questa è senza dubbio la peggiore. Come hai osato, come hai potuto prendere il mio... Diario e profanarlo con il tuo lurido corpo? Guardati, mi fai schifo, ti disprezzo, ti disprezzo sopra ogni cosa.-

Severus guardava la scena allibito, la vista di donne sofferenti e succubi della violenza maschile lo turbava immensamente, facendogli riaffiorare alla memoria i ricordi brucianti di sua madre mentre veniva picchiata da suo padre. Cercò di non pensarci e guardò la scena.

Bellatrix stava ferma sul pavimento a piangere silenziosamente mentre lui continuava a sputare insulti e parole dolorose, consapevole che per lei quello era peggio di qualsiasi tortura.

-Ora basta- sussurrò lui dopo una breve pausa, guardandola dall'alto e scuotendo lentamente la testa con fare disgustato -Ti ho sopportato abbastanza, vattene via, non voglio più rivedere la tua faccia orrenda, mai più. Sei fuori.-

A quelle parole lei alzò lo sguardo terrorizzato verso di lui, le labbra dischiuse dalla sorpresa.

-Hai capito bene- continuò gelido -Non voglio più vederti, di puttane come te ne è pieno il mondo, anzi, molte pagherebbero per stare al tuo posto, quindi vattene via e non farti più vedere. Ora.-

Lei seguitava a guardarlo ammutolita, senza muoversi di un centimetro.

-Sei sorda? Ho detto di andartene! Vattene via, VIA!-

Ma Bella, per la prima volta nella sua vita, non assecondò una sua richiesta. Infatti scosse con forza la testa, e i suoi capelli riccioluti le danzarono intorno come a sottolineare la sua decisione.

-Come, scusa?-

no” riuscì a proferire con un filo di voce, guardandolo negli occhi con coraggio

-No, io...- Bellatrix si alzò faticosamente in piedi con il lenzuolo di seta, arrivando si e no all'altezza delle sue spalle -Non puoi chiedermi una cosa così- continuò -Uccidimi piuttosto-

Tom spalancò gli occhi dalla sorpresa

-Come?-

-Uccidimi, torturami, fammi o dimmi quello che vuoi, me lo merito, ma non... Non chiedermi questo, non impormi di vivere senza di te, ti prego- le sue parole uscirono deboli e tremanti, ma di certo furono efficaci ed incisive.

Il turbamento e la confusione che trapelavano dal viso del giovane Riddle avevano rimpiazzato quasi completamente la rabbia, e dopo un attimo di esitazione le rispose serio

-Non c'è niente peggio della morte, Bellatrix-

-Non per me-

-No, per tutti!- le urlò, di nuovo iracondo -Dannata donna, e io stupido che ti credevo diversa, invece sei uguale a tutte le altre, sciocca, debole, sentimentale... Utile solo da sdraiata-

-Tom...-

-TACI! vuoi davvero morire? Sei così stolta da preferire la morte piuttosto che lasciarmi in pace?-

-Io non voglio vivere lontano da te- gli rispose audace, senza un briciolo di esitazione.

-Bene- sibilò furioso, spostandosi veloce e impetuoso verso il camino spento, dall'altra parte della stanza. Sopra a questo erano appese tre spade incrociate in uno scudo di ferro a tre punte, con su inciso il motto della famiglia Black, regalo che fece il padre di Bellatrix a quello di Evan Rosier.

Con uno sforzo iroso sfilò una delle antiche spade e si girò di scatto verso di lei con gli occhi che dardeggiavano, mentre Bella, agghiacciata, indietreggiò istintivamente, andando a sbattere contro il muro.

Accadde tutto in un secondo, Tom con un grande sforzo lanciò la spada magica che si diresse precisamente verso Bellatrix, come se sapesse esattamente dove colpire.

La ragazza pietrificata dalla paura smise di respirare e lasciò cadere il lenzuolo, mettendosi d'istinto le mani sul viso a mo' di protezione.

Ma non ne ebbe bisogno.

Il fruscio e il colpo secco che sentì non le provocarono alcun dolore, solo il tipico spasmo angoscioso che si prova quando si crede di star per sentire un gran male.

Infatti l'elsa nera della spada era incastonata nel muro, a meno di un centimetro dal suo viso, tanto vicina che le aveva infilzato i capelli, tanto vicina che ne poteva percepire la magia e la freddezza della lama.

Le ci volle un momento per capire di essere ancora viva. Che l'aveva risparmiata, perchè quelle spade stregate furono forgiate per centrare sempre il bersaglio, per non deludere mai la volontà di chi le avesse brandite, come le aveva spiegato suo padre qualche anno fa.

Anche Severus rimase ammutolito, guardando da un lato la spada che si era infilzata minacciosa nel muro, e dall'altro lato lei, che, malgrado fosse coperta dall'oscurità, non aveva niente indosso...

Tom e Bella rimasero a fissarsi per qualche secondo senza dire niente, finchè lui non si sedette stancamente su una sedia ricoperta di vestiti, dandole le spalle, e dopo minuti di silenzio assoluto così pesanti che parvero ore, lui parlò

-L'hai letto?- le domandò con un filo di voce, sorprendendola

-Sì-

-E cosa ne pensi?-

Bella agrottò la fronte -In che senso?-

-Il mio nome, come ti sembra?-

Lei lo guardò incredula e dopo un attimo di esitazione rispose, ponderando bene le parole disse -Mi piace infinitamente, è bellissimo, stupendo e inquietante, ma soprattutto unico. Proprio come te...-

Malgrado la paura, un sorriso leggero le illuminò il volto, e guardò la sagoma nera con la solita dolcezza che non le si addiceva per niente.

Severus non potè vedere l'espressione del ragazzo, infatti lo vide semplicemente annuire, ma questa volta con più sicurezza di prima, e poi lo sentì rispondere con un tono tagliente

-Non potevo certo tenermi questo ridicolo nome da babbano, questo marchio infame che mi è stato impresso fin da quando sono nato e che mi ricorda costantemente ciò che sono davvero...-

Bellatrix lo ascoltava in silenzio, e lui continuò più ostile -Proprio come questo maledetto viso che ti piace tanto... È  il vile riflesso di un babbano, lo sai mia Bella? A volte brucio voglia di distruggerlo proprio come ho fatto con mio padre, e intendo farlo, prima o poi”

-Come sarebbe intendi farlo?- gi rispose allarmata -Non lo dici sul serio, vero?-

-Tu non sai cosa significa- la ignorò Tom -Non puoi capire cosa si prova a essere un...- strinse i pugni, non riusciva neanche a pronunciare quella parola che lo aveva tormentato da quando aveva saputo di essere un mago
-Tu che sei la signorina Black, la primogenita di una nobile famiglia purosangue, che sei stata abituata a essere servita e riverita come una piccola principessina non puoi neanche immaginare cosa provo io a sapere di incarnare ciò che più odio e disprezzo al mondo, ciò che voglio e che tu vuoi eliminare dalla faccia della terra-

Fece una pausa, Bellatrix lo fissava esterefatta, quelle parole la turbavano a tal punto da recarle un dolore quasi fisico, non voleva sentirle dire neanche da lui.

-Tu sai cosa sono, vero Bella? Anche se non te l'ho mai detto, tu l'hai sempre saputo-

Lei annuì appena, e poiché non trovava una risposta decente da dargli, si limitò a tacere e a ricambiare il suo sguardo.

-Parla-

-Io...- si affrettò a rispondere -Io so che tu sei l'erede di Serpeverde e che tua madre era una Purosangue, una Gaunt, e...- si bloccò nervosamente, supplicandolo con lo sguardo di non continuare.

-E?-

-E tuo padre... No-

-Esatto, mio padre- iniziò con enfasi, alzandosi in piedi come per voler sottolineare quello che stava per dire -Mio padre era un insulso babbano che ha avuto la sventura di far innamorare mia madre, un'inutile maganò della peggior specie, la quale, essendo a dir poco rivoltante, lo ha posseduto con l'Amortentia ed è rimasta incinta di me, frutto diretto dell'inganno e della magia nera-

Si fermò a guardarla nel buio, Bella si era ripresa il lenzuolo e stava in piedi con le spalle al muro la sua espressione era attenta e intensa, e non appena capì che lui si aspettava una risposta, lo accontentò

-Forse è proprio questo che ti rende così straordinario, così meravigliosamente diverso e superiore a tutti- iniziò pensierosa, avvicinandosi lentamente ma con decisione -Tu sei diverso dagli altri, non puoi paragonarti ad altri...maghi, proprio perchè sei unico, come uniche sono le circostanze in cui sei nato. Forse è anche grazie a questo che sei così potente, speciale, che potrai fare grandi cose che ti porteranno in alto, al di sopra di tutto e tutti...- esitò un momento, indecisa se continuare o meno, ma alla fine scelse di rischiare -E... io ti aiuterò a farle, se mi vorrai-

Le sue parole innamorate riempirono di dolcezza anche quella camera impregnata di tenebre, e Severus stesso si stupì di quanto una come Bellatrix potesse essere così profonda e amabile.

Guardò Tom che taceva impassibile, non una traccia di emozione nel suo volto e nel suo portamento algido.

Lei intanto lo guardava vagamente preoccupata, temendo di aver esagerato con le dichiarazioni, ma lui le rispose neutrale, senza segni di rabbia o ostilità

-Tu starai con me finchè ne sarai degna, Bellatrix-

Quella risposta ambigua la riempì di una gioia tanto grande da essere insensata, e come se fosse attratta da un magnetismo invisibile, gli si avvicinò con sicurezza e determinazione, lasciando cadere il lenzuolo...

Lui, fermo, la guardò con fare divertito -Ancora Bella? Non ti è bastato il mio diario per oggi? E comunque ti è caduto il lenzuolo...-

Un lampo di sorpresa fece morire il sorriso provocante di Bellatrix

-Non so di cosa parli...- mentì insicura, arrossendo

-È inutile mentire con me, pensavo che ormai l'avessi capito-  le disse tranquillo -Ho sentito mentre te lo strofinavi addosso in quel modo, ho sentito tutto-

Lei aprì le labbra dalla sorpresa, ora si che era imbarazzata.

-Tutto?-

-Tutto-

-Non capisco... Come è possibile?- soggiunse, sentendosi morire dall'imbarazzo -Insomma è solo un diario, come puoi aver sentito?-

- È un segretole rispose suadente, provocandola con lo sguardo

-Un segreto?- ripetè eletrizzata  -E cioè? Cosa? Dai dimmelo! Così mi fai morire-

-E te lo meriteresti dopo tutto quello che hai fatto... Se solo sapessi la verità, se sapessi che cosa hai fatto davvero, saresti in ginocchio a chiedermi perdono-

Bellatrix lo guardò impacciata, mentre Severus li osservava, sbalordito dalla rapidità con cui erano passati dal litigio alla complicità.

-Non sono riuscita a controllarmi; era da una vita che desideravo prenderlo e guardarlo... E vederlo lì, così vicino e così esposto, mi ha fatto perdere la testa e poi...- si bloccò improvvisamente, d'un tratto indecisa se continuare o meno

-Poi cosa Bella? Continua-

-Poi... Dopo che l'ho sfogliato, ho sentito all'improvviso un flusso di magia oscura, una strana energia che mi chiamava e mi attirava e che, soprattutto, mi ricordava te. Tom ti sentivo, sentivo la tua voce, la tua presenza... Mi dici che cos'è in realtà? Tanto l'ho capito che non è un libro normale-

-Sei un animale, mia Bella- le sussurrò sorridendo, attirandola a sè per i fianchi nudi -Percepisci gli stimoli come una creatura selvaggia e primitiva. È affascinante, ma devi imparare a controllarti-

Bellatrix sorrise e si spinse contro di lui, facendo scorrere una mano nel suo addome duro, e poi più giù.

-E se io non volessi controllarmi?-

-Guarda che io sono ancora arrabbiato con te, ti ho quasi infilzato con una spada neanche dieci minuti fa, ricordi?-

-Capita-

-Smettila, Bella- pronunciò con tono poco convinto -Non è il momento-

-Sicuro? Qualcuno qui sotto non ne sarebbe molto d'accordo...- 

Bella strinse delicatamente la presa, alzandosi in punta in piedi per raggiungergli il viso-

-Forse, ma io so controllarmi, a differenza tua-

Lei alzò gli occhi al cielo con fare scherzoso, e quindi parlò, insistendo con serietà su quell'argometo.
-Ma prima, quando hai detto che hai sentito mentre io... Facevo quelle cose, che cosa intendevi? Come è possibile?-

-Mi sembra di averti detto che è un segreto-

-Dai ti prego, non puoi...-

Ma Bella non potè finire la frase. Il mago le agguantò la nuca per baciarla con possesso, portato al limite dal suo corpo nudo e dalla sua mano fin troppo esperta. 

Peccato che sa controllarsi..” pensò Severus guardandoli mentre si gettarono a terra intrecciati, lei già ansimante e strepitante sotto di lui.

Quando l'immagine si bloccò e Severus si ritrovò nell'ufficio di Silente, non ci furono imprecazioni o sbuffi seccati da parte sua, ma solo un grande sollievo.

 

 

N.D.A

Buon giorno/buona sera :)

ho un importante avviso da darvi, come avrete notato, ho cambiato il titolo della FF da “Amore ovvero A-mors” a “Angel of my Nightmares”, e se avete voglia di leggere, vi spiego anche perchè.

Il primo titolo è quello che ha dato ispirazione a tutta la storia, mi ricordo come fosse ieri quando il mio prof. di Diritto Canonico ci disse a lezione che il termine amore altro non era che la parola morte (in latino mors) con davanti la A privativa, per indicare appunto la sua natura eterna e incorruttibile, che nemmeno la morte può spezzare. Bene, appena ho sentito tutto questo, non vi dico la mia testa che razza di viaggi iperspaziali ha cominciato a fare, tra HP, Buffy vampires's slayer e il tizio figo che avevo davanti... insomma, uno sfacelo xD. Fatto sta che quelle parole mi hanno ispirata e hanno originato questa fan fiction, prima pensata solo per Lily e Severus, e poi anche per Bellatrix e Tom, dato che cercavo in tutti i modi di inserirli ovunque facendo perdere gran parte del senso a quello che scrivevo (si, loro sono i miei personaggi preferiti e per quanto mi riguarda la seconda guerra magica è finita dopo la morte di Harry u__u)

..ad ogni modo, oggi in palestra ho ascoltato per caso “I Miss You” dei Blink, e la prima strofa, rispettivamente:

 

“Hello there the angel from my nightmare

The shadow in the background of the morgue 
The unsuspecting victim of darkness in the valley”

 

Mi ha letteralmente folgorato, sembrava scritta proprio per me, e per questo ho voluto cambiare il titolo della FF, che in realtà non mi piaceva poi tanto, con il primo verso :)

 

bene, detto questo, scrivo due cose sul capitolo luuuuungo che ho appena postato e poi vi lascio sul serio, dato che più che una nota sto scrivendo un poema!

La prima cosa, per chi non lo sapesse, Bella e Evan Rosier sono cugini in quanto la madre di Bella era una Rosier, quindi ho supposto che Evan fosse figlio di un suo fratello, certo se mi sono sbagliata ditemelo pure che correggo! La seconda riguarda il personaggio di Tom, spero di non averlo reso troppo OOC, mi rendo conto che la sua reazione è stata anche fin troppo blanda e gentile, se lo ritenete il caso metterò la nota all'inizio del capitolo!

Niente ora vi saluto sul serio e vi invito davvero a recensire, mi farebbe proprio tantissimo piacere! :)

a prestissimo,

LadyIce

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Capitolo 13
*** Caoitolo 13 ***


Villa Malfoy, tempo presente

 

Era una sera di metà ottobre, grigia e piovosa, quella in cui Severus Piton decise di partire alla volta di Malfoy Manor, per parlare con Tom Riddle. Era la sera giusta, pensò, in perfetta linea con il suo umore e la sua contrarietà a farlo.

Sapeva che presto o tardi l'avrebbe dovuto fare, e prima si toglieva il pensiero, meglio era. Da quando infatti aveva visto gli ultimi due ricordi non aveva più chiuso occhio dalla preoccupazione, non faceva che pensare giorno e notte alla profezia di Harry Potter, agli Horcurx, a Bellatrix, al diario di Tom Riddle e a Lily Evans.. o meglio, Lily Potter.

L'idea che Lily, la sua Lily potesse essere in pericolo non gli dava pace, era la cosa peggiore che potesse succedergli. Perchè, anche se non la vedeva da quasi dieci anni, lui la conosceva abbastanza da giurare che avrebbe dato la vita pur di proteggere quel bambino, come lui avrebbe dato la sua proteggere lei. Di nuovo, cercò di non pensarci.

Alzò lo sguardò e malgrado la pioggia e l'oscurità intravide l'imponente manor dei Malfoy, che si stagliava alla vista in tutta la sua bellezza e freddezza, massiccio e costellato da torrette e abbaini. Era un castello antico e bellissimo, non c'era che dire.

Non esitò oltre e camminò più veloce, finchè arrivò al cancello, nero e adornato con motivi serpenteschi, nel cui centro c'era lo stemma della famiglia. Con un rapido scatto di bacchetta lo fece aprire ed entrò nel grande parco-giardino che costeggiava la villa. Era un giardino tanto freddo quanto elegante, dotato di un'aiuola perfettamente curata e di una bellissima fontana monumentale. Severus percorse la stradicciola di ghiaia fine, tutta circondata da alti e cupi pioppi neri, fino a che non giunse alla scalinata bianca che conduceva all'entrata manor.

Appena raggiunse il portone di casa, questo si aprì di impulso, facendolo sobbalzare.

Davanti a lui si presentarono due elfi domestici grigiastri e denutriti che appena lo videro si inchinarono profondamente, fino a toccare il pavimento con il naso.

“professor Piton, signore” disse tossicchiando il più anziano, continuando a restare inchinato “Malfoy manor vi dà il benvenuto ed è lieta di accogliere il signor Piton, è sempre un immenso piacere ricevere vostre visite. Il padrone ora è occupato, ma speriamo di potervi servire ugualmente, signore”

Severus li guardò a disagio, ci mancavano pure gli elfi adesso.

“se potete chiamarmi la vostra padrona..”

Detto, fatto. La voce severa e imperiosa di Narcissa Malfoy riempì la sala.

“Lotto, Dobby, per Salazar! Andate via subito, non importunatelo” esclamò duramente la strega, avanzando a passi svelti verso di loro, meravigliosa perfino nella sua tenuta domestica “quante volte vi devo ripetere che prima di aprire la porta ai visitatori dovete farne parola con me, sudicie creauture?”

“padrona” esclamò impaurito l'elfo di nome Lotto “ perdonateci padrona, Lotto e Dobby non volevano importunare il signor Piton, voi padrona ci avevate intimato che per i membri del circolo la porta doveva essere sempre aperta, qualsi..”

“non contraddirmi!” lo interruppe Narcissa a denti stretti “ora andate subito nelle stanze di Draco e fategli il bagno. E Guai a voi se lo sento lamentare di nuovo perchè gli avete messo il sapone negli occhi. Ora andate.”

“si padrona, eseguiamo” mugugnarono i due elfi con il capo chino, per poi scomparire dalla loro vista velocemente, smaterializzandosi.

“perdona l'inettitudine dei miei servi”esclamò algidamente Narcissa a Severus, porgendogli la mano per farsela baciare “non è questa l'accoglienza che meriti, Severus”

Severus sorrise mellifluo “Narcissa, grazie. Vedere te è la migliore accoglienza che un visitatore come me può sperare”

“perchè sei qui?” gli rispose sempre fredda ma compiaciuta da quel complimento “Lucius mi aveva detto che tu non saresti venuto”

“è vero, Silente mi ha accordato il permesso per l'assenza all'ultimo minuto” scosse la testa con fare disgustato “mi dispiace, per colpa sua non ho potuto avvertirvi”

“non fa niente”

“hanno già cominciato?” le chiese Severus mentre oltrepassavano il salone marmoreo

“temo di si”

“lui.. l'hai visto?”

Narcissa si irrigidì, se possibile, ancora di più.

“no” esclamò impassibile “però c'è, sono sicura”

“certo che c'è” disse Severus con un ghigno “altrimenti che senso avrebbero le riunioni dei mangiamorte, se non ci fosse lui a presidiarle?”

mangiamorte?”

Il professore la guardò con finta sorpresa “è il nome che ha scelto per noi, Oh.. Lucius forse non te l'aveva detto? Come mi spiace, non dovevo dirlo”

“certo che no” mentì la donna, fermandosi davanti alle scale tanto pulite che scintillavano “me l'aveva detto eccome, mio marito mi tiene informata di tutto. Non ci sono segreti fra noi”

“non ho dubbi” scandì Severus sarcastico “ora se vuoi scusarmi, raggiungo gli altri affiliati”

“prego, e se hai bisogno di qualcosa io sono qui, non farti scrupoli”

“sempre troppo gentile, Narcissa”

“è un piacere servire gli ospiti di mio marito”

“grazie”

“a te”

Con un cenno del capo, Severus pose fine a quegli untuosi convenevoli e si materializzò al secondo piano del manor. Bene, i formalismi con la padrona di casa erano andati, ora sarebbe iniziata la vera sfida.

La riunione segreta tra Riddle e i mangiamorte si sarebbe tenuta come di consueto al terzo piano del manor, ma lui volle prima prendersi un po' di tempo prima di andare. Aveva bisogno di riflettere e concentrarsi, almeno per qualche minuto.

Lo stava davvero facendo, pensò, stava davvero andando da Tom Riddle a suggerirgli di liberare Bellatrix Black. Anche in quel momento gli sembrava una follia.. ma d'altronde cos'altro poteva fare?

Mentre pensava così, sentì un'inquietante presenza avvicinarsi alle sue spalle. Si girò subito e vide il serpente Nagini strisciare veloce e minaccioso verso di lui. Indietreggiò d'istinto ma il rettile lo oltrepassò come se lui non ci fosse e si diresse al piano di sopra, muto e velocissimo.

Severus imprecò mentalmente, evidentemente anche il fato voleva che lui gli andasse a parlare. Perciò con un crack si smaterializzò al terzo al piano, e la prima cosa che notò una volta arrivato, fu che Nagini era già lì, vicino all'orecchio del suo padrone.

 

“allora ci sei, Severus?”

Severus guardò Tom Riddle seduto nel grande divano di pelle nera, posizionato vicino al camino acceso.

Insieme a lui c'erano altri cinque giovani maghi, tutti vestiti di nero e tutti con la stessa fredda eleganza e compostezza che contraddistingueva Riddle. Severus riconobbe infatti la figura imponente di Rodolphus Lestrange, il fratello Rabastan, Lucius Malfoy, Evan Rosier, Amycus Carrow e Alecto Carrow, la quale però era seduta per terra ai piedi di Tom, prorpio come faceva Bellatrix.

“Voldemort” lo salutò Severus con un doveroso inchino del capo

“mi stupisce vederti” esclamò quest'ultimo con un ghigno “ se non sbaglio mi avevi detto che saresti mancato all'incontro di oggi”

“si, infatti” si giustificò Severus, sentendosi tutti gli occhi addosso “sono riuscito a strappare al vecchio un permesso d'uscita, è stato difficile, ma ce l'ho fatta. Non volevo mancare anche oggi”

“bravo Severus, bravissimo” gli rispose Tom con fare canzonatorio “magari la prossima volta cerca di arrivare anche in orario, se non è chiedere troppo”

Alecto e Evan ridacchiarono appena, mentre il professore si sedeva rigido di fronte a loro.

“non ho potuto fare prima...”

“si si, certo” lo liquidò Tom con fare annoiato, appoggiandosi comodamente allo schienale “Tornando a noi, prima che tu mi interrompessi, Severus, stavo giusto dicendo che lo scorso mese sono riuscito finalmente a ingraziarmi Igor Karkaroff, il primo tra i favoriti alla presidenza di Durmstrang, la scuola in Bulgaria. ” gli scoccò un sorriso torvo “e, se ci pensi, è davvero un ottimo acquisto, perchè con te a Hogwarts e Karkaroff a Durmstrang abbiamo già in pugno la nuova generazione”

Severus fece un sorriso forzato “è una splendida notizia”

“e non è tutto” continuò Tom “altre tre famiglie purosangue mi hanno contattato, i Crabbe e due famiglie italiane a cui avevo fatto visita un paio di anni fa, molto potenti, che voi non conoscete. Aumentiamo ogni giorno che passa, di questo passo potremo attaccare il Ministero pubblicamente anche il prossimo anno”

“io ieri ho ucciso quattro babbani e i loro figli” intervenne Alecto di punto in bianco, guardando Tom, rossa in volta “ho ucciso i loro figli piccoli perchè ho indagato e scoperto che da grandi sarebbero diventati due maghi, due sporchi e ignobili maghi mezzosangue.. l'ho fatto per te, lord”

Tom le sorrise, ma di un sorriso forzato. Da quando Bellatrix non c'era più, Alecto Carrow faceva di tutto per prendere il suo posto.

“io ho parlato con i Nott” esclamò Rodolphus incolore, più per zittire la donna che per interesse “sono tutti dalla nostra parte”

“anche Antonin Dolohov” precisò Lucius Malfoy

“Antonin Dolohov?” ripetè Tom, piacevolmente sorpreso “ho sentito molto parlare di lui, dicono che sia un mago particolarmente dotato e crudele”

“oh lo è, soprattutto crudele” gli rispose Lucius con tono ruffiano “ha detto che è curioso di conoscerti, ma ha anche sottolineato che non vuole stare agli ordini di nessuno... come dire, più giovane di lui, ma io ovviamente l'ho messo in guardia, gli ho detto di quanto tu sia capace e meritevole, sono sicuro che cambierà idea”

“meno male che ci sei tu a difendermi allora” gli rispose Tom in vena di sarcasmo “comunque di' a Dolohov che sono pronto a riceverlo, che venga quando vuole”

“certo Lord”

“anch'io ho qualcosa da dire”

Tutti i presenti si girarono sorpresi verso Severus Piton, che aveva parlato “e preferirei parlartene in privato, se possibile”

Tom aggrottò appena la fronte, e Severus sentì i suoi occhi rossi e penetranti studiarlo e circuirlo senza pietà, ma di nuovo gli resistette.

“e cosa mi devi dire di così importante da doverlo celare anche agli altri?” gli rispose Riddle con voce graffiante, infastidito dalla sua resistenza “io non ho segreti con voi, non vedo perchè ne debba avere tu”

“come preferisci” rispose Severus tranquillo “ho parlato con Silente. Sa tutto”

A quella frase, un'ombra di paura e sorpresa incupì i volti dei maghi oscuri

“come sarebbe sa tutto?” esclamò Tom più con rabbia che con paura “che cosa vuoi dire?”

“ha capito che dietro a tutte le sparizioni, agli omicidi e alle sevizie che abbiano commesso contro i babbani ci siamo noi, una alleanza ribelle del mondo magico, e non semplici criminali babbani; inoltre mi ha detto che anche gli auror hanno dei sospetti e che stanno ordendo un attacco da tempo”

“hanno dei sospetti?” rispose subito Lucius “cioè sospettano di qualcuno di noi?”

“questo non me l'ha detto” gli rispose Severus “ma non è da escludere. Per questo io ritengo che sia il caso di attaccare il Ministero subito e di smettere di fare le cose in segreto”

“No!” lo fermò Tom stizzito “non se ne parla Piton, noi siamo troppo pochi e io ho bisogno di altro tempo, devo concludere delle faccende preminenti che non possono essere rimandate, se gli auror ci attaccano combatteremo e li metteremo a tacere”

Severus sorrise, aveva risposto proprio come si aspettava.

“e allora, ho da farti un'altra proposta, lord”

Tom affilò lo sguardo. Dove voleva arrivare quel sudicio mezzosangue?

“sentiamo questa nuova proposta” gli disse freddo come il ghiaccio, guardandolo male

“ebbene” cominciò Severus risoluto, mentre tutti lo fissavano basiti “dato che, a parole di Silente, gli auror sono molto impegnati nelle ispezioni e nei controlli, se non vogliamo ancora dichiarare guerra apertamente e svelare la nostra presenza al mondo magico, ritengo che sia il caso, almeno per ora, di smettere con gli attacchi e le sevizie al mondo babbano e di concentrarci su altro, per esempio nel procacciamento nuovi alleati”

“è quello che stiamo facendo, Severus” sibilò Tom sempre più irritato “oh forse sei troppo stolto per capirlo da solo? Di cosa credi che abbiamo discusso fino ad ora?”

Severus annuì accondiscendente “si è vero, quello che mi permetto di proporre io, però, è un po' diverso. Secondo me dovremo cercare maghi in luoghi diversi dall'Inghilterra e dall'Europa, dovremo spingerci più lontano, magari in Oriente, oppure cercarli non so, ad esempio...” si interruppe appositamente, godendosi l'espresione curiosa di Riddle

“ad esempio, Severus?” lo incalzò Tom

“ad esempio” continuò lui calmo “nella prigione di Azkaban..”

Quella affermazione levò un brusio sopreso tra i maghi, perfino Rodolphus alzò la testa verso di lui.

“ In quella prigione” continuò Severus vedendo che Riddle era rimasto fermo a fissarlo “ sono rinchiusi moltissimi maghi forti e potenti che , sono sicuro, sarebbero dalla nostra parte. Senza contare il riconoscimento che nutrirebbero nei nostri confronti. Infatti, se non mi sbaglio, ora come ora sono detenuti nelle prigioni il famigerato Gellert Grindelwald e poi anche August Rookwood e Walden Mcnair i quali uccisero proprio in nome della purezza del sangue, e poi, se non mi sbaglio” si fermò apposta prima di continuare, sorridendo appena. Voleva guardarlo negli occhi mentre scandiva quel nome.

la signorina Bellatrix Black”...

 

***

 

Hogwarts, tempo presente

 

Severus Piton non fu l'unico quella sera a sfidare le intemperie e il gelo dicembrino. Una donna, infatti, si stava recando a Hogwarts in gran segreto, nascosta sotto un mantello nero e molto pesante. Aveva appuntamento con Albus Silente, e niente, neppure una violenta tempesta di neve, le avrebbe impedito di presenziare.

E infatti la strega arrivò e come, si era immaginata, venne accolta subito dal diretto interessato.

“sono contento che tu sia venuta” le disse Silente non appena entrarono nel suo ufficio “per un momento ho temuto che non l'avresti fatto”

Andromeda Tonks abbassò il cappuccio e gli sorrise “non sarei mancata per nulla al mondo, professor Silente. Piuttosto, come è andata con Severus Piton? È riuscito a convincerlo?”

Silente annuì, porgendole un bicchiere di acquaviola “Eccome se sono riuscito, Andromeda. Non poteva andare meglio di così”

“quindi è tutto pronto?” domandò Andromeda, facendosi tesa

“direi proprio di si, io sono pronto. Tu lo sei?”

Andromeda fece un sospiro. Era il momento.

“anch'io.”

 

 

 

 

N.D.A.

Ciao! :)

scusate se ho tardato a pubblicare, è stata una settimana parecchio impegnativa... comunque vi piace questo capitolo? Dall'ultima volta ho notato che siete aumentati molto, mi fa un sacco piacere! Grazie :) Spero che la storia continui a piacervi e se avete qualsiasi cosa da dirmi vi prego fatelo, io sono qui! :) A presto

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Villa Malfoy

 

“NO!” urlò Tom alzandosi rapidamente in piedi mostrandosi in tutta la sua imponenza “non se ne parla, Piton, togliti questa dannata idea dalla testa, cancellala

 

Non si può spiegare a parole quello che provò Tom Riddle dopo aver risentito quel nome, la prima volta dopo sette anni. Nessuno infatti aveva più parlato di Bellatrix Black dopo quella notte in Scozia, era come se la strega non fosse mai esistita. Tutti certamente sapevano come erano andate veramente le cose, come fosse stato lui a bloccare Bellatrix con la magia e ad aver attirato gli auror verso di lei, proprio per farla arrestare. Tutti lo sapevano, ma nessuno aveva mai osato parlarne o chiedergli il perchè.

Neppure Rodolphus Lestrange, staziato dal dolore e dall'odio nei suoi confronti.

Di fatto, dunque, era come se Bellatrix Black non fosse mai esistita.

O almeno fino a quel momento.

Tom, dopo che l'effetto sorpresa fu svanito, si alzò bruscamente e afferrò Severus per un braccio, smaterializzandosi con lui in un'altra stanza del manor, appartata e lontana dalle orecchie indiscrete degli altri mangiamorte.

Si sentiva ribollire dalla rabbia. Come aveva osato fargli una proposta simile?

La rabbia e l'odio che sentiva erano incontenibili, avrebbe desiderato ucciderlo, farlo a pezzi, godere delle sue urla di dolore...

Ma si contenne. Sapeva che non aveva senso una reazione così spropositata, sapeva che quel mezzosangue era l'unico collegamento con Hogwarts e soprattutto sapeva che Piton aveva ragione, dannatamente ragione. Decise quindi di capire come gli fosse venuta in mente quella idea. Non poteva essere farina del suo sacco.

“maledetto mezzosangue!” sibilò duro, appena arrivarono “come diavolo ti è venuta in mente una sciocchezza simile? Chi ti ha dato l'idea?”

“nessuno” disse Piton cercando di mantenere la calma “è stata solo una mia idea.. semplicemente mi chiedevo che senso abbia rinunciare a dei maghi così potenti” si schiarì la voce “e in particolare alla signorina Bellatrix Black, che è una strega così straordinaria e corraggiosa, sarebbe uno spreco davvero troppo grande lasciarla marcire in quella galera, perchè oltre ad essere una grande strega mi è sempre sembrata, come dire..molto devota,”

“SBAGLI!” sbottò Tom tanto iracondo da infrangere le vetrate di una credenza “Bel..Bellatrix era solo un impiccio,! Un inutile peso, che mi impediva di agire con la libertà che mi necessitava, e inoltre non aveva proprio niente che potesse esserci utile, niente che non abbiano anche gli altri. Per questo ho deciso di liberarmi di lei, sette anni fa, e non ho alcuna intenzione di desistere dalla mia decisione. Toglitelo dalla testa, Piton”

Severus era strabiliato, era la prima volta in tutta la sua vita che vedeva il sicuro e imperturbabile Riddle così sconvolto. Sicuramente, L'agitazione che traspariva dai suoi occhi rossi lo rendeva molto meno spaventoso e molto più umano, e questo spronò il professore a ribattere

“d'accordo, allora avrò sicuramente sbagliato io” gli rispose ruffiano “Mi ricordavo Bella come una strega molto furba e dotata, intelligente e particolarmente portata alla crudeltà e alle arti oscure, chiedo venia...”

Severus lo guardò negli occhi, riusciva a percepire la sua tensione e la sua debolezza. Quella debolezza lo fece sorridere, ancora una volta Silente aveva ragione.

“sia come sia” continuò “la donna resta comunque una strega purosangue di altissima levatura, se non la vuoi tra i mangiamorte, almeno lascia che si sposi e prolifichi, così da tramandare la sua natura”

“perchè, Severus?” esclamò Tom scuotendo la testa, le labbra ridotte a due fessure rabbiose “perchè hai deciso di venire qui per farmi adirare?”

“io non voglio..”

“perchè non capisci” lo interruppe, avvicinandosi minacciosamente “che quando io dico una cosa, pretendo di non essere contraddetto?”

Improvvisamente, Severus sentì un dolore lancinante partirgli dalla schiena e propagarsi in tutto il suo corpo, come una ragnatela di scariche dolorose.

“ora” continuò Tom “esigo che nessuno, e sottolineo nessuno, parli più, nomini o pensi a Bellatrix Black, sono stato chiaro?”

Il dolore costrinse Severus a cadere a terra, sbattendo dolorosamente le ginocchia.

sono stato chiaro?

“s..si..”

“bene” rispose Tom, con un ghigno

Il dolore sparì. Severus rimase a terra, boccheggiante.

“ora, se sei d'accordo” gli disse retorico “sono proprio curioso di sapere come ti è venuta in mente questa poderosa idea”

“che cosa? No, non...”

Di nuovo, non potè finire la frase perchè un altro dolore, diverso ma meno forte del primo, si impadronì di lui e della sua testa: Il legilimens.

Tom gli penetrò la mente senza tanti sforzi e osservò avidamente tutte le immagini che riuscì a trafugare dalla sua memoria.

Malgrado Severus si sforzò di respingerlo, lui potè vedere con chiarezza molte immagini, e la prima cosa che vide fu una bella bambina dai capelli rossi e la pelle d'alabastro che giocava con un'altra bambina più grande sopra a un'altalena babbana. Di nuovo, la stessa ragazzina di prima, però poco più grande, che rideva e lo abbracciava forte il professore, ringraziandolo per qualcosa. Subito dopo, Tom vide uno studente di grifondoro intento a copiare spudoratamente un compito in classe, di nuovo la donna dai capelli rossi che baciava un neonato, Albus Silente che aveva in mano una fialetta vicino al suo pensatoio, due studenti di tassorosso in punizione, un giovane Severus appeso per aria a testa giù, la ragazza dai capelli rossi intenta a baciare con passione un ragazzo occhialuto e allampanato, tantissime altre immagini sconclusionate della stessa donna, di studenti e professori e... la giovane Bellatrix su un letto mentre leccava un diario...

Tom staccò immediatamente il contatto magico, sbigottito, senza fiato.

Severus si acasciò, il dolore lancinante che gli aveva provocato alla testa gli fece sanguinare il naso e lo privò di quasi tutte le sue energie.

“che cosa...” la voce sconvolta di Tom gli impedì di svenire “ come.. come diavolo hai visto..”

“lord” esclamò Severus esausto e in preda al panico, mentre cercava di trovare un rimedio a quello che era appena successo “Voldemort, il fatto è che..come dire..”

“COSA?” gli ringhiò Tom, sferrandogli un calcio “rispondimi! Come hai potuto vedere quest'immagine? Parla! Maledetto mezzosangue! Parla!”

Ma dato che Il giovane Severus non risponderva, Riddle gli si avventò contro e lo tirò su di peso, prendendolo per il colletto

“sei sordo lurido mezzosangue? Ti ho chiesto dove diavolo hai visto quelle immagini!”

“i-io...”

“DOVE?!”

“legilimens” riuscì a scandire Severus, riprendendosi progressivamente

“cosa?”

“feci il legilimens a Bellatrix qualche anno fa, durante un'esercitazione”

Tom allentò leggermente la presa, e Severus continuò, aggrappandosi disperatamente a quell'espediente “questa immagine mi è rimasta impressa, lord, è molto erotica...” gli disse, sorridendo allusivo “ capiscimi, chiunque vorrebbe essere quel libro...”

Tom lo guardò incolore “non ti facevo così vile, Severus”

“non puoi negare che la strega sia una bellissima donna... e poi, da dove ha origine tutto questo turbamento? Perchè reazioni così forti? È solo una strega, solo Bellatrix..”

Tom lasciò andare il colletto strapazzato del professore, senza rispondergli.

“lord?” lo incalzò Severus freddamente, mentre Tom si era girato e spostato per sedersi su un divano di velluto, con le spalle meno dritte e aperte del solito.

“perdonami” continuò Severus “ma non riesco davvero a capire per quale motivo Bellatrix Black debba rimanere ad Azkaban. Una strega così straordinaria, una guerriera così coraggiosa e spietata, perchè sprecare un potenziale del genere? Una donna così eccezionale e dal sangue così puro?

“ perchè ti importa così tanto di lei?” gli rispose con tono stanco, privo della solita freddezza pungente che lo contraddistingueva

“non mi importa di lei” rimbeccò subito il professore “mi importa del suo potenziale e della sua lealtà verso di te, una lealtà cieca e travolgente, che, se posso, nessuno di noi potrà mai vantarsi di avere, una lealtà che sono sicuro sia rimasta inalterata nel tempo e che non aspetta altro che risbocciare fuori”

Tom guardava fisso verso il camino acceso, i suoi occhi vermigli si erano visibilmente anneriti e il suo respiro era tornato regolare.

Severus attese la sua risposta, e nel frattempo si mise ad osservarlo con attenzione, capendo improvvisamente perchè Silente gli aveva chiesto se era cambiato.

Non era più il giovane che aveva visto nei ricordi e che si ricordava lui stesso, ora era molto diverso, molto più pallido e sciupato, molto più magro e più...serpentesco? C'era qualcosa, infatti, nel suo viso che gli ricordava in modo inquietante il muso di una serpe, ma Severus scacciò quell'idea, ripetendosi che era solo un'impressione.

Certo la sua reazione alla proposta di liberare la donna era a dir poco significativa.

“va bene, Piton” gli rispose Tom con molta calma, cogliendolo di sorpresa “desideri liberare la signorina Black? Va bene. Fallo”

“ io, signore?”

“si proprio tu” gli rispose brusco, con ancora gli occhi fissi sul fuoco “ Vai ad Azkaban e tirala fuori. In fondo ho visto che sei un caro amico dell'auror Lily Potter, perchè non le chiedi di aprirti l'accesso alla prigione?”

Severus rabbrividì

“allora, Severus?” continuò Tom, sorridendo appena “Preferisci forse che vada io dalla cara Lily Potter a chiederle questo favore? In effetti so essere molto persuasivo, soprattutto con le donne”

“no! Ci vado io! Penserò a tutto io, tu non darti alcun pensiero”

Tom gli sorrise “e perchè? Ora che ci penso, Lily Potter è una donna così graziosa, sarebbe un piacere andare a farle visita”

Severus arrossì dalla rabbia e dalla paura, e il suo cuore iniziò a battergli furiosamente nel petto.

Guardò con rabbia l'espressione irrisoria di Tom, le mani gli pungevano dal desiderio di prenderlo a pugni e deturpargli per sempre il suo bel visino.

“lord Voldemort, ti prego, non annoiarti con degli stupidi auror” gli rispose invece mellifluo, sfoderando tutta l'ipocrisia di cui era capace “ci penserò io, ti farò avere Bellatrix Black qui in meno di una settimana,”

Tom fece una risata velenosa “come se io avessi bisogno di te per liberare... per liberarla, razza di idiota!” gli rispose, alzandosi in piedi “lo sai, credo che tu mi faccia pena, Severus, un uomo sveglio e intelligente come te, così ossessionato da una donnetta da quattro soldi” scosse la testa, disgustato “ che, oltre ad essere una lurida mezzosangue della peggior specie, non ti ha nemmeno mai voluto, mai degnato di uno sguardo, ha giusto sopportato la tua compagnia quando era bambina perchè mossa da pietà, ma poi, quando è cresciuta e le voglie di donna si sono accese anche per lei, si è dileguata a gambe levate...” Severus tacque e Tom continuò divertito, ridacchiando subdolo “perchè diciamocelo, Severus, la natura è stata piuttosto crudele con te, non ti ha dato nulla che possa piacere a una donna, neppure a una vile mezzosangue come la tua cara Lily, che addirittura ha preferito stare con un uomo squallido e meschino come quel Potter, piuttosto che con te, dico bene?”

“si, sicuramente hai ragione” sussurrò Severus a denti stretti, tremante di rabbia “ ho tante, tantissime mancanze ma almeno io non ho perso la testa per una puttana, milord.

Non potè controllarsi, quelle parole gli uscirono dalla bocca incontenibili, tanto piacevoli quanto fatali.

Infatti il ghigno beffardo di Tom scomparve in un lampo, e prima che Severus potesse rendersi conto pienamente di quello che aveva detto, Tom aveva impugnato la bacchetta e gli aveva lanciato la maledizione Cruciatus, con gli occhi rossi tanto sfavillanti che sembravano lampeggiare.

Il professore venne lanciato violentemente contro il muro, invaso dal dolore più forte e atroce che avesse mai sentito in vita sua, un dolore innimmaginabile, come se si trovasse in mezzo a dell braci ardenti e acuminate.

“CRUCIO!”infierì Tom con più forza di prima, e il dolore aumentò esponenzialmente.

“piccolo inutile insetto”sibilò fuori di sé, arrossito dalla rabbia “hai fatto un grave errore a metterti contro di me, Severus!” gli tirò un altro calcio “Crucio!”

altra scossa, altro urlo straziante.

“Morirai, ti ucciderò mezzosangue, ma prima di farlo voglio che tu mi guardi mentre mi scopo e ammazzo la tua sgualdrina mezzosangue. Che ne dici? Ti piace?”

Severus urlava e si contorceva disperatamente, ma malgrado il dolore aveva capito ciò che quel pazzo stava dicendo, con uno sforzo sovraumano cercò invano di spezzare la maledizione, ma Tom era troppo forte, e lui troppo debole.

“ allora Piton? Non mi rispondi? CRUCIO!”

Un'altra scossa di fuoco colpì il corpo del professore, e piano piano le immagini che vedeva si facevano sempre più sfuocate e tremolanti, i suoni e le risate sadiche del mago oscuro diventano degli echi lontani... e infine socchiuse lentamente gli occhi.

Lily...sto morendo,

Lily..

ti amo. ti..

...Improvvisamente, il fuoco acuminato si indebolì considerevolemente, finchè non arrivò a spegnersi del tutto.

Esamine, Severus sentì come un eco di sibili sinistri, e poco dopo riuscì a mettere a fuoco Tom Riddle, che si era piegato ad ascoltare Nagini con un'espressione allarmata.

 

N.D.A.

Questo capitolo lo dedico a Fenice Cremisi, che mi sprona sempre a continuare la storia! :) spero che ti sia piaciuto!

… e spero che sia piaciuto anche voi che leggete silenziosamente! :)

A presto,

LadyIce

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Prigione d'Azkaban, ottobre 1986



oh no, uno nuovo... per Salazar, speriamo che non faccia tutto il casino che ha fatto quello dell'altra volta”


Bellatrix Black era ranicchiata sopra il suo panno lurido, mentre guardava annoiata un mago orientale venire scortato dai dissennatori nella cella di fianco alla sua.

Il tizio urlava e piangeva come un matto, si dimenava e sferrava pugni e calci all'aria, con le gambine corte a penzoloni. Probabilmente stava strillando suppliche in cinese e proclamando la sua innocenza...Povero illuso.

Bella si rannicchiò più strettamente sopra lo straccio umido, era da un po' che sentiva molto più freddo del solito, perciò immaginò che stesse arrivando l'inverno. Sospirò amaramente. L'inverno era di gran lunga la stagione peggiore ad Azkaban, le celle gelavano, così come l'acqua con cui si lavavano, l'acqua potabile e il cibo. Cercò di non pensarci, e il mal di testa battente a questo scopo le fu d'aiuto.

Con la sua mano scarna e lurida cercò di massaggiarsi le tempie, desiderando con tutto il suo cuore che il suo nuovo vicino smettesse di strillare e piangere come un maiale. Ma sapeva che era impossibile. Da quando era lì, si erano susseguiti almeno cinque o sei maghi diversi, e tutti, appena arrivavano, piangevano e si dimenavano ininterrottamente per almeno dieci giorni consecutivi, finché lo sfinimento non aveva la meglio anche su di loro e sui loro strilli. Bellatrix pensò al suo primo giorno di prigionia, ed era abbastanza sicura di non aver versato neanche una lacrima.

come vorrei sapere quanto tempo è passato..” si disse chiudendo gli occhi e girando intorno al collo quella sciarpa stopposa che era diventata la sua capigliatura “forse dieci anni? O di più? Quindici? Dannazione se sono quindici anni ora avrei.. trentasette anni? O di più?” quel pensiero la disgustò, e se non fosse stata quasi disidratata, avrebbe sicuramente pianto. Anzi no, lei non piangeva più. Aveva imparato a controllare tutti i suoi sentimenti e le sue emozioni, aveva imparato a convivere quotidianamente con la sete, la fame, lo sporco, il buio, il freddo, l'odore salmastro, le urla, e, infine, con i dissennatori. Dopo tutti questi anni, infatti, aveva compreso, pur senza rendersene conto, il segreto per resistere all'influsso negativo di quegli spiriti dannati: L'apatia e la disillusione. Azkaban infatti era come nuotare in una fossa oceanica, in cui, più ci si sforzava di salire, più lo spiraglio di luce si faceva lontano.

Perdete ogni speranza, o voi che entrate.”

Bellatrix infatti non sperava più, viveva in una sorta di torpore esistenziale che la proteggeva dal dolore dei ricordi, soprattutto di quelli felici.

Però l'uomo di fianco a lei non voleva saperne di smettere di piangere e strillare frasi in cinese. Le sue urla acute penetravano in modo così pungente nelle sue orecchie che decise di fare qualcosa.

TACI!” gli inveì contro esasperata, senza però risolvere nulla. Quindi si alzò faticosamente in piedi, provando le solite fitte in tutto il corpo scheletrico e intirizzito e si trascinò barcollando verso le sbarre profondamente piantate nella roccia,

Dissennatoree!” gridò con voce stridula verso lo spirito più vicino “Fai tacere subito quel maledetto tizio, urla come una sirena, mi fa venire mal di testa”

Il dissenatore si girò minaccioso verso di lei, cercando di addolorare la sua anima ormai resa incolume dall'abitudine, e poi, incredibilmente, le obbedì e si avventò verso il cinese che con un gemito di dolore smise subito di gridare.

Bellatrix guardò lo spirito e annuì soddisfatta, per poi rigettarsi di nuovo a terra, sul suo straccio.

Finalmente un po' di silenzio. Certo, le urla e gli echi c'erano sempre, ma almeno erano lontani e non la disturbavano più di tanto. Il dissennatore di prima, però, entrò nella sua cella.

Ho fame”gracchiò Bellatrix non appena percepì il gelo della sua presenza“sei venuto a portarmi da mangiare, non è vero spiritello?”

Il guardiano si protese verso di lei, minaccioso, e Bellatrix si girò supina per fronteggiarlo, mettendo in mostra i suoi denti scheggiati e anneriti in un sorriso

No, a quanto pare niente cibo per oggi... peccato” continuò irrisoria, guardando il suo volto putrefatto da dietro il dal mantello nero “lo sai che sei proprio carino, spiritello? Ti va di darmi un bacio? Scommetto che muori dalla voglia di farlo, non è così?”

Burlarsi dei suoi aguzzini era l'unico divertimento che le era rimasto, soprattutto da quando aveva capito che i dissennatori non potevano farle alcun male senza espressa autorizzazione del Ministero. Quindi, malgrado sentisse la nausea e i capogiri, continuava imperterrita a ridere e ad ammiccare verso di lui, mentre il dissennatore cercava di svuotare la sua anima disillusa

il fantasmino mi vuole baciare...” canticchiò, arricciando le labbra screpolate “Ma non può, perchè è l'elfetto del Ministero! Povero piccolo fantasmino che si è innamorato di Bellatrix, povero piccolo.”

Non provocare, strega”

Bellatrix sentì quella risposta nella sua testa, come un eco lontano e temibile. Dischiuse le labbra dalla sorpresa, ma subito dopo iniziò ridere di nuovo, alienata.

E invece lo faccio” rispose beffarda, continuando a ridere “io faccio tutto quello che voglio!”

L'umanoide allora si spinse di più verso di lei, arrabbiato, aumentando la forza e il gelo dei suoi poteri. Bella si sentì malissimo, tutto il suo corpo era in preda a spasmi e a tremiti dolorosi, la vista le si era offuscata e l'unica cosa che poteva percepire chiaramente era il mantello del guardiano che le solleticava le gambe. Ma, malgrado tutto questo, continuò a ridere come una pazza e a provocarlo, cercando di attorcigliare le gambe sul suo mantello.

Il dissennatore però si allontanò da lei improvvisamente, veloce come era arrivato.

Infatti, dopo qualche istante un rumore sordo e inusuale rimbombò per tutta la prigione di Azkaban, così forte da far tremare il suolo e le mura.

Bellatrix lo senti però rimase sdraiata dov'era, esausta, svuotata fin nell'anima, non cercò nemmeno di alzarsi o di guardare cosa stesse succedendo, il dissennatore aveva carpito tutto da lei.

Un'altro tonfo, però, molto più vicino, la fece traslire e la costrinse almeno ad alzare la testa. I prigionieri accanto a lei avevano cominciato a gridare e a saltellare pieni di eccitazione, e lei, non riuscendo ad alzarsi, strisciò verso le sbarre per vedere, mentre un debole barlume di speranza si stava riaccendendo nel suo cuore. Si arrampicò tremante sulle sbarre, ascoltando passivamente le grida di gioia degli altri detenuti. Guardava senza vedere, sentiva senza ascoltare, un solo volto infatti padroneggiava la sua mente e tutti i suoi pensieri, non c'era posto per nient'altro.

Ci fu un terzo tonfo, così vicino da buttarla a terra, e le urla dei detenuti aumentarono esponenzialmente

QUI!! QUI! Ssiamo qui!” gridavano tra gioia e disperazione “Aiuto! Siamo qui! Venite qui!! Qui! Pietà!”

La strega alzò di nuovo la testa, doveva vedere, capire, era chiaro che c'era qualcuno che stava sabotando la prigione, qualcuno che voleva fare uscire un dei tantissimi prigionieri, magari proprio lei, magari era...

Quel pensiero le diede la forza di rialzarsi, ma quello che riuscì a vedere, la raggelò: una calca spaventosa di dissennatori si stava precipitando verso di lei. Erano migliaia, come se si fossero tutti radunati in un solo punto, e stavano scivolando veloci, proprio verso di lei.

Bellatrix di nuovo si buttò a terra, gridando dal dolore, mentre quei fantasmi infernali la superavano e la investivano senza pietà. Era troppo. Non aveva mai visto così tanti dissennatori insieme, tutto il gelo e la negatività che si trasportavano dietro la fecero urlare dallo sfinimento e dal dolore, tutti i sentimenti più bui, tutti i ricordi più tristi le ritornarono alla mente, proprio come accadeva i primi tempi.

Quando finalmente tutti i dissennatori passarono e lui riuscì a domare quest'ondata di negatività, si alzò verso quel buchetto nella roccia che faceva da finestra, e da lontano intravide qualcosa che la lasciò senza parole.

Un punto di luce, bianchissimo e lontano, si stava facendo velocemente strada tra la massa indistinta di dissennatori, e stava andando proprio verso di lei.

Bellatrix barcollò all'indietro, fissando quella luce acciecante e riuscendo a distinguere un paio di ali...

Il patronus superò e scacciò grandioso tutti i dissennatori con una facilità disarmante, e si diresse velocemente contro la prigione, abbattendo le mura stregate nel punto e nel modo in cui gli aveva intimato chi lo aveva evocato.

Nel momento stesso in cui il Ministero fu informato di quell'inaspettato attacco ai dissennatori, la fenice prese il corpo svenuto della ormai ex detenuta e scomparve nel nulla.

***



Nessuno saprà che è qui, ma tu devi fare in modo che non esca o non si muova”

Certo, ma come faccio se lui la trova?”

Se starà dentro, non la troverà. La casa è isolata, nessuno, ti dico, potrà sentirla”

grazie..”


Bellatrix si svegliò, ma non osò riaprire gli occhi. Sentiva delle strane voci ovattate, come degli echi, ma non ascoltò quello che dicevano. Era troppo sbalordita.

Un calore e profumo sublimi, infatti, avevano catturato tutta la sua attenzione, per non parlare del silenzio inquietante che lì regnava sovrano.

Non c'era più il frastuono, il suo corpo era completamente rilassato e stava disteso su qualcosa di morbidissimo, così morbido da essere spiacevole, quasi gelatinoso.

sto galleggiando nel mare?” si domandò intontita “no, il mare non può essere così silenzioso e così caldo, ma allora...oh, sono morta.”

A quel pensiero strinse furiosamente i pugni, ma non potè conficcarsi nei palmi le sue unghie lunghissime perchè non c'erano più, qualcuno gliele aveva tagliate.

sono morta..” ripensò ancora, delusa, delirante dal sonno “ Ma cos'è questo? Questo sarebbe l'inferno? Non può essere così.. e se invece fossi..? No, impossibile. Magari c'è lui, magari è proprio qui che mi sta aspettando, mi è venuto a prendere...”

Quel pensiero la fece fremere dalla gioia, e incapace di trattenersi oltre, aprì lentamente gli occhi, carica di speranza..

La prima cosa che vide fu un paio d'occhi bellissimi, ma non quelli che sperava lei: erano azzurri come il mare, e le sorridevano, poi una voce dolce e vagamente famigliare parlò

Bella” disse melodiosa, così piacevole che le parve un canto “sorella mia, ti sei svegliata”

Bellatrix riprese totalmente conoscenza e si guardò intorno sconcertata. Non era morta e non era all'inferno, ma era in una camera, sdraiata in un letto, e quella che parlava era sua sorella Andromeda.

Ma soprattutto, lui non c'era.

Andromeda abbracciò quel corpo d'ossa, fragile e delicato, piangendo sommessamente e dicendo una marea di frasi disperate tra un singhiozzo e l'altro.

Bellatrix rimase rigida e impassibile, continuava a guardarsi intorno incredula, senza capire, aveva tante di quelle domande che le doleva la testa. Si sforzò di parlarle, ma dalla sua bocca uscivano solo dei gemiti. Si divincolò sgarbatamente dall'abbraccio di Andromeda e parlò prendendo più fiato che potè

An..Andromeda?” esclamò con voce stridula, guardando la sorella senza un briciolo di affetto “Cos'è tutto questo? Dove sono?”

Sei al sicuro, ora. Non devi temere più nulla” le diede un bacio sulla fronte “non puoi neanche immaginare quanto ho sofferto per te. Non ho smesso di pensarti neanche per un attimo, Bella, mi sembra un sogno..”

Bellatrix la guardava basita. Che senso aveva tutto questo? Dov'erano i dissennatori? Dov'erano le grida, i pianti, il gelo?

io.. dov'è Azkaban? Perchè sono qui?”

Azkaban è solo un ricordo che devi cancellare per sempre. Ora sei libera, nessuno ti riporterà più lì”

Libera. Non poteva essere vero. La guardò incredula

sono libera?”

si”

Bellatrix scosse la testa, senza parole. Non poteva crederlo... Ma una nuova domanda, molto più pressante e incisiva, la distrasse

sei stata tu a liberarmi?”

no, tecnicamente no, diciamo che..."

Bellatrix non la lasciò finire, i suoi occhi pesti si fecero lucidi di gioia, il suo cuore aveva iniziato a martellare forte.

è stato lui?” la interruppe esagitata, prendendole le mani “è stato lui, Andromeda? Mi ha liberato lui, vero? Dov'è ora? Chiamalo qui, ti prego chiamalo qui”

Andromeda si morse un labbro, avrebbe voluto con tutto il suo cuore dirle di sì, ma mentirle non avrebbe risolto nulla. Le sorrise.

Ne parliamo dopo, ora non è importante..” temporeggiò sorridente “adesso devi solo riposarti e mangiare qualcosa, guarda come sei magra, sembri un uccellino...”

NON VOGLIO MANGIARE!!!” urlò isterica, facendola sobbalzare “CHIAMALO QUI! ORA!”

Bella ti prego, calmati”

NO!” urlò, facendo per alzarsi “andrò io da lui, dimmi dov'è!”

Io non lo so dov'è, per piacere, calmati”

Come non lo sai?” le rispose Bella preoccupata “per Salazar, è qui da qualche parte, vero? È ...è vivo, vero?”

si, si, è vivo e sta bene” le rispose subito, contenta finalmente di rassicurarla “Non ti preoccupare di questo Bella, adesso devi riposarti”

Bellatrix si lasciò cadere sul materasso, il suo incubo peggiore non si era avverato.

No, sorella, non voglio mangiare nè riposarmi” le rispose con tono più pacato “Non mi importa di riposarmi, voglio solo andare da lui, ti prego portami da lui, non avrò pace finché non lo rivedrò”

Bella ti prometto che lo farò presto, però ora devi calmarti, non ti fa bene tutta questa agitazione”

NO! Io voglio andare or... aspetta, tu non mi hai risposto, lui sa che sono qui? È stato lui a liberarmi da Azkaban, vero?” .

La bionda la guardò tristemente, cercando invano di farla ragionare.

Bella, per piacere” le disse dolcemente “hai passato sette anni ad Azkaban per colpa sua, ora è giunto il momento di pensare a te”

Bellatrix scosse la testa ostinata “Rispondimi subito sorella, lui.. Tom, mi ha voluto liberare, è stato lui a mandare quel.. quella cosa per tirarmi fuori, vero?”

Andromeda scosse debolmente la testa, guardando gli occhi sconvolti di sua sorella, che dopo moltissimi anni, cominciarono a piangere disperatamente.



N.D.A.

Buona sera! :)

Allora vi è piaciuto il capitolo? O è stato un po' troppo veloce? Avevo pensato di dividere le due parti e farle più dettagliate, però boh, mi sembrava un inutile tentativo di “voler allungare il brodo”, e credo che non sia il caso... Comunque se non vi è piaciuto potete scrivermi una bella vagonata di recensioni negative, non c'è niente di peggio che l'indifferenza, a mio avviso!

Ad ogni modo ringrazio di cuore Black Beauty che mi ha recensito tutti i capitoli! Grazie cara, presto ti dedicherò un capitolo! Ah, come mi hai consigliato, ho cambiato il carattere, e devo dire che così è decisamente meglio ;)

a presto,

LadyIce


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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Villa Malfoy, ottobre 1986

 

 

“Non può essere, sei veramente sicura?”

 

Sssi , mio sssignoore, la sstrega non è più nella prigione”

 

“Dov'è ora Nagini? Non la sento...”

 

Neanch'io riessco a capirlo, perdonate, mio padroneee...”

 

Tom imprecò e si smaterializzò in fretta al primo piano di villa Malfoy, dove trovò tutta la famiglia seduta rigidamente davanti al fuoco, intenta a parlottare.

Avevano un'espressione inquieta e, appena lo videro, tacquero e si alzarono in piedi.

Lucius gli andò incontro e parlò per primo

“Pare sia successo qualcosa nella prigione di Azkaban, un attacco ai dissennatori, circa quattro ore fa” gli disse risoluto, sperando di fare cosa gradita “il Ministero mi ha appena contattato, perciò ho subito congedato i mangiamorte, nel caso un dipendente venga qui a parlarmi di persona”

Allora è vero..” pensò tra sé Tom, sconcertato. Riprovò a intercettare la traccia della strega, ma di nuovo non ne avvertì neanche l'ombra, nemmeno in lontananza.

“Tu sai forse qualcosa?” gli chiese Lucius, studiando con curiosità la sua espressione assorta “è stata opera tua? Sai che queste mura ti sono amiche, puoi parlare liberamente”

Ma il mago oscuro non gli rispose. Era troppo occupato a chiedersi perchè quella dannata donna non l'avesse ancora raggiunto o contattato in qualche modo. Quattro ore erano tante, troppe. Bellatrix non poteva restare latitante per così tanto tempo, all'aperto, alla mercè degli auror e dei dissennatori: qualcuno a quest'ora l'avrebbe già trovata e catturata. Ma perchè non si faceva vedere?

Fortunatamente la tensione dei Malfoy riuscì a distrarlo, guardò i loro volti con disinteresse, si soffermò su quello pallido e signorile di Narcissa, si incantò a guardarlo, era bello, certo, elegante ed aggraziato, ma nulla in confronto a quello di lei...

La rivedeva ridere e combattere per lui, lei era sempre stata la migliore, la più bella e la più dotata delle tre, e, anche se l'aveva convinta del contrario, l'aveva sempre pensato... Non poteva certo rischiare di compromettersi, non poteva farle sapere che niente era più oscuro dei suoi occhi, niente più eccitante del suo corpo nudo e del suo sguardo supplicante, triste e adorante al tempo stesso...

Si voltò subito, esasperato, voleva scacciare quelle immagini, odiava quando si ritrovava a pensare a lei, odiava il calore che si accendeva come un fuoco ardente, si impose subito di spegnerlo, doveva mantenere il controllo del suo corpo, lui era superiore, non poteva abbassarsi a certe debolezze umane, non più...

“Strano, un attacco alle prigioni proprio quando ne discutiamo noi” esclamò Lucius per rompere quel silenzio troppo teso “Buffo, non trovi cara?”

Quelle semplici parole scossero Tom con violenza, improvvisamente tutto gli fu chiaro.

“ Di nuovo mi permetto di domandarti” si affrettò Lucius, vedendolo sorridere in modo strano“L'attacco alle prigioni è stata...”

“Levati di mezzo” lo interuppe Tom secco, iniziando a fissare Narcissa Malfoy, ritta in piedi davanti a Draco.

“Narcissa, cara” cominciò suadente avvicinandosi verso di lei “Devo scambiare due parole con te, puoi seguirmi?”

Narcissa Malfoy si irrigidì, i suoi occhi grigi corsero subito verso quelli di Lucius, che non tardò ad intervenire

“Lord, se hai qualcosa da chiedere ti prego di rivolgerti a me,” esclamò teso “Mia moglie non sa niente”

Ta-ci” gli ringhiò Tom senza spostare gli occhi dalla padrona di casa, che stava consegnando il piccolo Draco agli elfi domestici, apparsi e scomparsi in una frazione di secondo.

“Oh, via, Narcissa” le disse Tom, ridacchiando “Credi davvero che mi importi qualcosa del tuo bambino? L'ho mai sfiorato da quando sono qui?”

Narcissa affrontò il suo sguardo, con alterigia.

“Che cosa vuoi da me?”

“Lo sai già, cara” le sibilò bieco “Mi credi così sciocco? Portala qui, subito”

La donna lo guardò confusa “Non so di cosa parli”

“Tua sorella, Narcissa, lo so che la stai nascondendo. Eri d'accordo con Piton, quel vile mi ha fatto quella proposta per distrarmi cosìcche tu potessi portarla qui, indisturbata”

Narcissa dischiuse le labbra dalla sorpesa, il suo cuore perse un battito.

La chiamata misteriosa del Ministero, l'attacco ad Azkaban, gli auror in movimento... Bellatrix.

“No, non è affatto così io non so niente” si affrettò a dire, mentre i due uomini la fissavano accigliati “Se è successo qualcosa a mia sorella, lo vengo a sapere ora.”

“Dove si trova, Narcissa?” la ignorò Tom, sforzandosi di essere gentile “So che è con te. Scommetto che l'hai nascosta proprio qui, osa dire che sbaglio”

L'idea che Bellatrix potesse essere lì lo fece eccitare ancora di più, ne era sicuro, non poteva essere altrimenti.

Tesoro” la pregò Malfoy a denti stretti “Parla, per Salazar, non mentire”

“No, v-vi ripeto che non so niente” ripetè la donna, spaventata come non mai in vita sua “Vi giuro sul mio onore, io non vedo Bellatrix da sette anni nè ho idea di dove sia”

“Te lo chiedo per l'ultima volta” l'ammonì Tom minaccioso “Porta qui la strega, subito”

Narcissa lo guardò angosciata, ormai aveva indietreggiato così tanto che aveva sbattuto contro la parete.

Tom avanzò verso di lei, la guardava con uno sguardo intenso, strano

“Non le farò alcun male...” le disse con un sussurro impercettibile ma convincente, in modo che solo lei potè sentire “Non hai da temere per lei”

Narcissa agrottò la fronte “Io ti giuro” gli rispose atona “Ti giuro sul mio onore che io non so dov'è... Mi dispiace”

“NON MENTIRMI!” sbottò Tom iracondo “Lo so che è qui! L'hai isolata in una stanza per indurmi in inganno! Portamela qui!”

Una scossa di adrenalina gli elettrizzò tutto il corpo, si era così autoconvinto che Bellatrix fosse lì che quasi gli pareva di sentire il suo odore e la sua voce... Doveva vederla, subito.

Lucius intanto cercava risposte negli occhi della moglie, ma non appena vide Riddle schizzare contro di lei e schiacciarla al muro, la paura gli annebbiò il cervello. Non fece in tempo a urlargli di fermarsi e di non farle del male, tanto Tom fu veloce.

Dov'è?”

Narcissa gemette, sentiva il corpo di lui premere dolorosamente contro il proprio, una morsa nel collo toglierle il fiato. Dalla paura non riuscì neanche a rispondergli.

Riddle si spinse più forte contro di lei, quella vicinanza forzata gli piaceva, la sua paura lo allettava ancora di più.

“Narcissa... “ ridacchiò “Rispondimi o ti ammazzo”

La morsa nel collo si fece più forte “AHH... Ti prego, ti scongiuro...”

“Devo chiederlo a Draco?” le soffiò all'orecchio “Forse lui mi risponderà”

“Leg... Leggimi la mente” biasicò senza fiato “Fallo, fallo e vedrai tu stesso”

Tom lo fece, lesse con facilità la mente della donna e capì incredulo che stava davvero dicendo la verità: Bellatrix non era con lei. La lasciò cadere bruscamente, mentre la delusione lo travolgeva come un mare in piena.

“Stai bene?” sussurrò Lucius alla donna, aiutandola ad alzarsi

“Si..” sussurrò Narcissa atona, senza staccare gli occhi da Tom

“Mia sorella?” gli domandò spavalda “Cosa le è successo?”

Ma Riddle non le rispose, e si smaterialezzò, scomparendo in un secondo.

Appena se ne fu andato, Lucius aggredì Narcissa, come se l'aggressione di prima non fosse già sufficiente.

“Che cosa voleva da te?” abbaiò irritato “Perchè ti chiedeva di Bellatrix? È stata lei? È stata lei a fuggire da Azkaban? Narcissa, se è qui...”

“NON è QUI!” sbottò Narcissa, massaggiandosi il collo arrossato “Io non so niente, dannazione, in che lingua te lo devo dire?”

Il marito la guardò sprezzante e si spostò svelto a prendere il suo mantello in pelle di centauro, come faceva sempre quando voleva uscire. Non se lo fece nemmeno consegnare dagli elfi, tanta era la fretta di andarsene.

“Lucius, aspetta un momento” lo chiamò Narcissa, inviperita “Dove stai andando adesso?”

“Vado al Ministero” le rispose brusco “Non è certo colpa mia se ho una moglie reticente, che mi tiene all'oscuro di tutto”

“Lucius, per Salazar, io non ti tengo all'oscuro proprio di nulla!” esclamò esausta “ Tu semmai continui a mentirmi e a tacermi le cose! Credi davvero che io non sappia quello che fate? I crimini che commettete? Qui, in casa mia, davanti a mio figlio?”

“Occupati di Piton” fu la sua risposta glaciale “Non vorrei che un professore di Hogwarts fosse trovato morto in casa mia”

“IN CASA NOSTRA! NOSTRA!” sbottò Narcissa “LUCIUS! Non andar...”

Ma Malfoy si era già smaterializzato.

Narcissa si lasciò cadere nel divano, si sentiva così furiosa che avrebbe voluto distruggere tutto, arrabbiata come non mai.

Di nuovo, la colpa era di Bellatrix. Perfino quando era lontana riusciva a metterla nei guai. Iniziò quindi a pensare a lei, a colei che un tempo aveva chiamato sorella, e non potè fare a meno di rabbrividire.

Non sapeva di preciso cosa sperare, se Bellatrix fosse scappata o morta, perchè effettivamente la scelta migliore per lei era proprio la prigione: viva... ma frenata. Perchè sua sorella doveva essere frenata, non poteva stare in libertà, non dopo le atrocità che aveva commesso.

Narcissa chiuse gli occhi, cercando di scacciare dalla sua mente quelle immagini persecutrici di sua sorella mentre rideva e torturava fino alla morte tre giovani apprendisti auror nella camera degli ospiti, mentre sacrificava e trucidava babbani per folli riti oscuri... Il tutto insieme a quei suoi dannati amici e a lui, Riddle.

Era colpa di quel mago infernale se sua sorella si era ridotta così, pensò con rabbia, era stato lui a irretirla, a spronarla ad usare la magia nera e a trascinarla con sé nei suoi viaggi e nell'oscurità... Certo, in lei aveva trovato terra fertile, ma non per questo si sentiva di giustificarlo. Era sua la colpa se aveva perso una sorella. Perché, se anche Bellatrix fosse davvero riuscita a scappare da Azkaban, come in fondo sperava, non era più sua sorella.

E la stessa cosa valeva per Andromeda, colei che aveva tradito il suo sangue e la sua famiglia, sposandosi con un nato babbano... No, Narcissa Malfoy non aveva più sorelle.

Mentre pensava queste cose, un rumore pesante di passi la fece trasalire. Si girò e vide Severus Piton che si stava trascinando faticosamente dalle scale, più pallido di un fantasma, con gli occhi e naso inniettati di sangue.

Narcissa corse verso di lui e lo aiutò a sedersi nel divano di pelle, porgendogli una pozione al dittamo già pronta, per ridestare e quietare il dolore.

Severus la bevve subito e senza complimenti, riconobbe facilmente quell'antidolorifico dal colore ocra e dal suo odore legnoso, era uno dei più costosi e difficili da preparare, infatti il benessere e il vigore arrivarono subito.

“Grazie” le sussurrò mentre trangugiava la fiala “Te la rifarò”

“Non preoccuparti” gli disse Narcissa gentile “Ne vuoi un' altra?”

“No, sono a posto” esclamò, sentendosi meravigliosamente meglio “ Ma che cosa è successo?”

“Non ho capito bene” rispose Narcissa seriamente “Ma credo che...Mia sorella Bellatrix sia evasa da Azkaban”

Al professore andò si traverso l'ultima goccia

Che cosa?”

Narcissa lo guardò affranta “Non ho capito di preciso, ora Lucius è andato al ministero per informarsi meglio, ma direi che o è scappata oppure..”

“è morta?”

“Già”

Severus rimase senza fiato, non poteva credere alle sue orecchie. Bellatrix scappata da Azkaban? Proprio ora che lui e Silente avevano architettato di farla fuggire? E se invece fosse morta? Tutti i loro piani sarebbero caduti miseramente.

“Ma... Non capisco, non può essere vero” sussurò Severus sconvolto “Ma come ha fatto a scappare? Chi è stato? Quando?”

Narcissa lo fulminò con lo sguardo. Ci si metteva anche lui adesso?

“Non lo so, Severus, io non so niente”

“sai almeno quando è successo?”

“Qualche ora fa. Vol..lui, è sceso a chiedermi se ne sapevo qualcosa, ma io, come ti ho detto, non ne sapevo niente, né non voglio saperne niente. Quella donna non è più mia sorella, per quanto mi riguarda può essere morta o viva, non mi importa”

“ma Voldemort ti ha chiesto se era scappata o se era morta?”

“per Salazar, Severus, la smetti di interrogarmi anche tu? Ti ho detto che non so niente!”

“Non posso credere che sia morta adesso” disse Severus più a sé stesso che a Narcissa “mi rifiuto di pensarlo, non può essere possibile”

“non credevo che le fossi così affezionato” gli disse Narcissa con una punta di fastidio “Lo sai che ti ucciderebbe senza alcuna remora se quel mostro le dicesse di farlo, vero?”

“Narcissa non sono affezionato a lei” le rispose Severus irritato “Tutt'altro, solo che... Come dire, è strano che sia morta proprio adesso che io sono qui”

Narcissa alzò le spalle, la facciata fredda e indifferente che voleva mantenere le impediva di fare domande o di sbilanciarsi troppo, e perciò fu il professore a continuare

“Quindi ora Voldemort è andato a cercarla?”

“Credo di si”

“Incredibile. Non sono solito avere la fortuna dalla mia parte”

“Che vuoi dire?”

“Semplicemente che se non era per lei, ora saresti al terzo piano a raccogliere i miei resti, milady

Narcissa lo guardò con imbarazzo.

“Severus mi dispiace, noi abbiamo sentito le tue urla...Volevamo intervenire, l'avremmo fatto, Lucius stava per andare, solo che è successo un gran trambusto, il Ministero lo ha contatto e gli ha riferito di un ipotetico attacco ad Azkaban, poi c'erano i man..mangiamorte da congedare, Draco che ha iniziato a piangere e io...”

“Si Narcissa, eravate estremamente occupati, ho capito” la interruppe Severus sarcastico “Certo non posso lamentarmi. Me la sono cavata solo con tre maledizioni Cruciatus”

“Tre maledizioni cruciatus?”esclamò Narcissa sgomenta, portandosi una mano sul cuore “tre? Da lui, lui? Per Salazar, Severus, sono mortificata, qui, in casa mia... ”

“Non ti mortificare. Qui o altrove, non fa differenza”

Narcissa lo guardò amareggiata, si sentiva terribilmente in colpa, ma malgrado questo non potè tenere a freno la lingua e chiedergli quello che pensava.

“Ma non capisco, Severus” iniziò titubante “Cosa hai fatto per adirarlo in quel modo? Sapevo che lui avesse un'alta considerazione di te...”

Severus, ripensando all'umiliazione che era riuscito a infliggergli, sorrise soddisfatto, si era preso proprio una bella rivincita, certo a caro prezzo, ma pur sempre una vendetta estremamente piacevole.

“Niente di così tremendo alla fine” le rispose sorridendo “Ho detto semplicemente la verità, solo che per lui è troppo dura da sopportare.”

Narcissa lo guardò colma di curiosità, e Severus, quasi leggendole nel pensiero, continuò “ fidati, Narcissa, non lo vuoi sapere”

“Perchè non dovrei? Devo preoccuparmi?”

“No” le rispose divertito “Cioè, a questo punto non avrebbe più senso preoccuparsi”

“Come non avrebbe più senso? Severus, insisto, cosa gli hai detto? Riguarda mio marito?”

“No. Riguarda Riddle e il suo rapporto speciale con Bellatrix, devo aggiungere altro?”

“No...”

Severus la guardò allusivo, poi, alzandosi con fatica, le disse “Ora devo tornare ad Hogwarts, devo parlare con Silente, subito”

“Va bene, capisco...Ehm, Severus?”

“Cos'altro c'è?”

“Mi dispiace, davvero, sono mortificata per... Per non avergli impedito di farti del male, però lui è così... Come dire...”

“Non fa niente, sono vivo” le rispose spiccio, fece poi per smaterializzarsi, ma Narcissa lo fermò di nuovo “Aspetta, un'altra cosa. Ti prego di evitare di dire a Silente o a qualsiasi altro mago tutto ciò che è successo e che lui vive qui, in questa casa. Te ne prego”

Severus trattenne a stento un ghigno divertito “Mi dispiace, Narcissa, ma temo che sia un po' tardino per una richiesta del genere”

Lei gli scoccò un'occhiata angosciata, ma lui si era gia smaterializzato.

 

 

 

N.D.A.

Eccomi qua! Anche questo capitolo è andato... Boh, non so... Vi piace? È stato un continuo cancella-scrivi-cancella, spero di essere riuscita a trasmettere quello che avevo in mente... Intanto grazie mille per continuare a leggere, credo che siate tanti.. grazie davvero! Niente, se avete voglia di lasciarmi due righe mi farete estremamente piacere :)

a presto,

LadyIce

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


N.D.A. Buona sera! ^^ Allora, vi rompo i boccini subito per dirvi che questo è un capitolo un po' di stallo, sarà “chiarificatore”, nel senso che risponderà a parecchie questioni lasciate in sospeso e chiarirà un po' di più la storia... Per questo temo che sia un po' noiosetto, vi avverto subito...

Spero comunque che lo leggiate lo stesso e fino alla fine ( perchè la fine è sicuramente la parte migliore) e che continuiate a seguirmi, perchè tutto ciò è la classica quiete prima della tempesta, presto ci saranno sviluppi e incontri moooolto interessanti ;)

 

Hogwarts, tempo presente

 

“È SCOMPARSA!”

Severus Piton fece irruzione bruscamente nell'ufficio di Silente, con la veste da mago tutta sporca di sangue e un pallore cadaverico. Non si era neanche concesso il tempo il tempo di cambiarsi o di riprendersi, tanto era smanioso di parlargli.

“Bellatrix Black è sparita da Azkaban!” continuò esagitato, zoppicando verso di lui “L'ho scoperto proprio adesso da Narcissa Malfoy, ma non ho capito se sia morta o semplicemente scappata, la donna non me l'ha voluto dire, continuava a ripetere che non ne sapeva niente e che Bellatrix non era più sorella... Sciocchezze” Si fermò per fare una smorfia disgustata “Le streghe purosangue sanno sempre tutto di tutti, e lei a maggior ragione. Comunque sia, Bellatrix non è più nella prigione, e questo è quello che conta. Si rende conto? Il giorno in cui vado a proporre la sua fuga, lei scompare. Non può essere solo un caso...”

Severus guardò il preside in modo sospettoso, sentiva il cuore scoppiargli in petto dall'agitazione, ma Silente non pareva affatto turbato, anzi, continuava a bere il suo infuso caldo come se niente fosse. Le sue guance stranamente arrossate e le labbra bluastre però lo tradirono, doveva essere appena tornato da un'escursione all'aperto, proprio come il professore. Questi però preferì non sindacare. Era troppo preso dalla scomparsa improvvisa di Bellatrix per pensarci.

“Quando sono andato a chiedere spiegazioni, Lucius Malfoy purtroppo era già uscito” continuò circospetto “Così come gli altri Mangiamorte, perciò non ho potuto scoprire nient'altro. Una cosa è certa, Bellatrix è sparita mentre noi facevamo la riunione, perciò Riddle e i Mangiamorte presenti non possono essere stati. Rosier però mancava, come cugino della Black potrebbe avere un qualche interesse a...”

“Severus” lo interruppe Silente accigliato, notando la sua veste insanguinata “Cosa ti è successo, ragazzo?”

“Niente di importante” minimizzò irritato “Piuttosto, ha sentito cosa ho appena detto? Bellatrix Black non è più ad Azkaban! È sparita, scomparsa nel nulla!”

“Oh lo so bene” gli rispose sorridendo, appoggiando delicatamente la sua tazza violetta sul piattino “L'ho fatta sparire io”.

“Prego?”

“Hai capito perfettamente”

Severus ammutolì. I suoi sospetti erano fondati.

“No, invece” insistette acido, con un'espressione di costernata disperazione “Temo, o meglio, spero di aver frainteso, signor preside”

“Ci ho riflettuto a fondo” gli rispose calmo “È stata una decisione difficile, ma alla fine molto giusta”

“Professor Silente” scandì Severus spazientito, come se avesse di fronte uno studente “Mi auguro che lei stia scherzando”

“Sempre, Severus” lo provocò Silente, divertito “Ma non in questo caso, non sono mai stato più serio di così, giuro

Severus lo guardò allibito. Non poteva credere alle sue orecchie. Quella fu la notizia più destabilizzante che sentì dopo la profezia di Harry Potter.

“Come sarebbe a dire l'ha fatta sparire lei!?” esclamò incredulo “L'ha... l'ha fatta scappare da Azkaban? Mi vuole spiegare, dannazione?”

“Si ma non imprecare, non ce n'è bisogno” gli rispose severo “So quello che faccio, non dubitare. Mi sono voluto occupare personalmente di questa faccenda per comodità, così da evitare tutt'una serie problemi logistici che sarebbero sorti di conseguenza”

“Problemi logistici?” ripetè beffardo

“Si. Come avrei potuto controllare Bellatrix se l'avesse liberata Tom? Come avrei potuto nascondergliela e consegnarla ad Andromeda? E poi c'era il rischio che i Mangiamorte liberassero altri prigionieri, non potevo certo permetterlo”

“Ma... Perchè non me l'ha detto subito?” gli domando snervato, sedendosi a fatica in una delle sedie di fronte “Perchè mandarmi da lui, farmi rischiare la vita, quando aveva già deciso di fare da solo? E poi dov'è? Dove l'ha nascosta? Non qui a Hogwarts, mi auguro..”

“No... E comunque mi dispiace, tu hai ragione” gli rispose imbarazzato “Ma io dovevo essere sicuro che Tom fosse distratto, lontano con la mente e con il corpo...”

“E quindi cosa c'è di più sviante che torturare qualcuno, non è vero?”

Silente lo guardò amareggiato “Cosa è successo?”

“Nulla, Silente!” esclamò rabbioso, furente come non lo era mai stato “ Mi ha solo torturato a sangue per colpa sua e delle sue folli elucubrazioni! Perchè diavolo non me l'ha detto subito? Per chi mi ha preso? Per un pezzo di carne? Un agnello da sacrificare per comodità?”

“Severus ti prego di non parlarmi così, ti giuro che non avevo idea che Tom potesse farti del male, anzi, ero sicuro del contrario, pensavo che una proposta del genere lo avrebbe sfiancato, impensierito... Se avessi saputo che c'era anche un solo rischio per te e per la tua incolumità, non te l'avrei mai chiesto”

“Però l'ha fatto!” gli urlò contro Severus “Mi ha torturato per colpa sua e delle sue sciocchezze!”

“Puoi spiegarmi cos'è successo di preciso? Ti ha attaccato subito dopo che tu gli hai chiesto di liberare Bellatrix? È andata davvero così?”

Severus si irrigidì

“Certo” mentì con poca spinta “Più o meno...”

“Più o meno?”

“Sì, beh... Diciamo che ci siamo provocati a vicenda. Il serpente è parecchio suscettibile, non gli puoi dire niente che si adira come un invasato”

Silente sorrise, aveva già capito tutto.

“Severus...L'hai provocato tu, non è vero?”

“Affatto” gli sussurrò lapidario “È lui che ha provocato me”

“Lo sapevo” gli rispose Silente, rasserenato “Lo provochi tu e fai sentire in colpa me... Non è molto ortodosso da parte tua”

“No invece! Io non ho detto proprio niente!”

“Dimmelo...”

Severus si accigliò ancora di più, avrebbe voluto ribattere, continuare a mentire, ma sapeva che con uno come Silente sarebbe stato inutile. Perciò si limitò a tacere, contegnoso.

“Avanti Severus, che cosa gli hai detto?”

“La verità” esclamò infine “Voldemort non faceva altro che insultare lei, non ho potuto tacere... Non che abbia detto nulla di così grave, era già talmente scosso che è bastata una facezia per farlo esplodere come uno schiopodo”

Silente lo guardò allusivo, e Severus continuò, infastidito “D'accordo...Gli ho semplicemente fatto capire di aver compreso i suoi sentimenti per la Black, nulla di più”

“Nulla di più?” ripetè Silente, incredulo ma sempre molto posato “Per la barba di Merlino! Non c'era cosa peggiore che potevi fare! Sei stato uno sciocco, un vero sciocco. Poteva ucciderti... e ammetto che mi stupisce vederti ancora qui, vivo e vegeto... Tom è molto più morigerato di quello che potevo sperare”

“No Albus, non ho mosso a compassione quel bastardo, se è questo che intende” gli rispose befffardo, sempre felice di infamare Tom Riddle “Semplicemente sono vivo perchè il suo animale, quel disgustoso serpente antropofago, è intervenuto e ha attirato tutte le sue attenzioni...” Si sforzò di ricordare la scena di poco fa, le immagini erano tutte confuse e sbiadite, però i sibili, echi freddi e rimbombanti, quelli erano chiarissimi.

“Sono sicuro che lui e il rettile riescano a comunicare, hanno una specie di linguaggio primitivo, illetterato...”

“Certo che comunicano, Tom è un rettilofono” gli rispose Silente svelto “E Nagini non è un serpente normale... È una creatura mitologica, piena di magia antica e facoltà sensoriali. Sicuramente deve aver captato la fuga Bellatrix e deve averglielo riferito” Silente alzò lo sguardo su di lui, serio. I suoi occhi chiari, malgrado fossero vecchi e stanchi, erano ancora molto espressivi e penetranti, a tal punto che il professore dovette abbassare lo sguardo.

“Sei stato molto fortunato Severus, e anche molto sciocco.” Continuò Albus

“Te lo sei reso nemico, dopo tutta la fatica che hai fatto per acquistare la sua fiducia. È stata una mossa davvero stupida, concedimelo”

“Certo, lo so, ma non sono proprio riuscito a trattenermi. Mi dispiace”

“Risolveremo anche questo... Almeno la prossima volta abbi la decenza di non colpevolizzarmi”

“Beh, se lei non mi avesse intimato ad andare...”

Silente lo ignorò “Dopociò comunque cosa è successo?”

“Niente. Come le ho detto, ho parlato con Narcissa Malfoy e sono corso qua. Narcissa mi ha solo detto che Riddle è andato a cercare Bellatrix” fece una pausa, sperando invano in una sua reazione “A quest'ora l'avrà già trovata...”

“No, invece” lo corresse Silente, compiaciuto “Nessuno la troverà mai, l'ho nascosta io, celata a tutti i sensi e a tutte le magie, sia buone che oscure, in una località babbana protetta, nelle Alpi Italiane... Letteralmente introvabile”

“In Italia?” ripetè Severus incredulo “Ha nascosto Bellatrix nell'Italia babbana? In un comune prottetto?”

“Sì, e questa volta mi sono superato” continuò Silente, meno serio “L'ho confinata nella casa dei genitori di Ted Tonks, gli suoceri di Andromeda, e ho isolato la casa personalmente, cosicchè nessun mago o magia la possano rintracciare” sorrise tra sè “Tom impazzirà a cercarla”

Severus lo guardò allibito.

“Quindi non solo ha nascosto Bellatrix Black in un comune babbano, ma perfino l'ha rinchiusa in casa degli scuoceri babbani di Andromeda Tonks!?”

Silente ridacchiò “Sarò matto, ma non fino a questo punto, Severus! Quella non è la loro residenza fissa, è solo una casa di villeggiatura, pensata per le vacanze invernali... I genitori di Ted Tonks lo sanno naturalmente, sono fuori da questa storia, così come lo stesso signor Tonks e la piccola Ninfadora”

“Mentre la signora Tonks...”

“È insieme a lei” lo anticipò Silente “Si occupa di Bellatrix e fa in modo che non esca. Finchè resteranno dentro, tra quelle mura, nessun Auror o Mangiamorte potrà trovarle”

“E cosa pensa di fare con Andromeda? Ted Tonks e il San Mungo dove lavora lei si accorgeranno subito della sua assenza” continuò Severus Piton sempre più esterefatto “Come farà quando il mondo inizierà a cercarla?”

“Di questo non devi preoccuparti, ha pensato a tutto lei. Ha preso due mesi di aspettativa dal lavoro e ha detto a suo marito che aveva una sorta di meeting medico non so dove, non c'è nessun problema di sorta”

Severus annuì. A quanto pare avevano pensato proprio a tutto...

“Ma dimmi, come ha reagito Tom quando gli hai fatto la proposta di liberare Bellatrix?”

La domanda di Silente lo detestò dai suoi pensieri

“Uh? Oh... Male, malissimo. Mi ha trascinato in un altro piano del manor, tanto si era innervosito”

“Proprio come mi aspettavo” gli rispose Silente meditabondo “ Non ha chiaramente senso. Perchè Tom dovrebbe rifiutarsi di liberare il suo alleato più forte e fedele? E non solo, appena scopre che è scappata, corre a cercarla. Totalmente incoerente, non trovi?”

“Molto incoerente... Come lei, signor preside”

Albus lo guardò sorpreso “io, dici?”

“Sì, lei.” disse Severus sicuro “ Perchè adesso vuole tenere Bellatrix nascosta? Non aveva archittettato tutto questo affinchè quei due si incontrassero il prima possibile? O forse sono io che ho travisato tutto?”

“No, non hai travisato proprio niente” gli rispose il preside “Però hai fatto bene a chiedermelo... Sono sicuro che tenerli lontani, almeno per un po', sia la cosa migliore da fare. Sia perchè Tom sarà distratto per molto tempo da tutti i suoi piani eversivi, sia perchè di solito, quando si vuole una cosa, e questa pare sempre più lontana e irragiungibile...”

“... La si desidera di più. Si, lo so bene” rispose Severus amaro. Conosceva perfettamente quella sensazione di disagio, rabbia e desiderio, da quando la sua Lily Evans era diventata Lily Potter.

“Questo è ciò che abbiamo pensato io e Andromeda” continuò Silente, cercando di ignorare la tristezza negli occhi dell'altro “Inoltre, Andromeda voleva passare del tempo con sua sorella, sai per curarla, parlarle, presumo che abbiano molte cose da dirsi”

“Immagino” rispose Severus atono, ancora preso dal ricordo di Lily

“Il Ministero naturalmente è già stato avvertito” continuò Silente “Domani l'intero mondo magico saprà di Bellatrix, tutti i giornali avranno la sua foto in prima pagina... Ci sarà un bel trambusto, spero solo che il ministro Bagnold non permetta ai dissennatori di scorrazzare per le città, quello davvero non lo sopporterei”

“Ma come ha fatto?” gli domandò ad un tratto Severus, ridestatosi “ Come Merlino è riuscito a liberare la Black da Azkaban?”

“Con il mio patronus” gli rispose tranquillo, come se fosse la cosa più scontata del mondo “La mia vecchia fenice sa essere ancora molto arzilla quando vuole”

“LA SUA FENICE?” sbottò Piton, incapace di controllarsi “Ma dico è impazzito? Lei è l'unico ad avere una fenice come patronus! È altamente riconoscibile, se qualcuno l'avesse anche solo scorta, come farà, Albus? L'accuserebbero di alto tradimento, Il Ministero le toglierebbe la bacchetta, sarà bandito dalla comunità magica e rinchiuso proprio come Bellatrix Black, Grindelwald e simili nei piani più alti di Azkaban! E per fortuna che non è ammessa la pena di morte, se no...”

“Severus basta, non essere così tragico” minimizzò Silente, con uno strano sorriso “Non accadrà niente del genere, la fenice era trasfigurata, non l'ha vista nessuno.E comunque, il secondo che hai nominato non si trova ad Azkaban, ma a Numergard...”

Il professore alzò le spalle “È uguale.... Quello che ha fatto resta una pazzia, ha corso un enorme rischio”

“Ma è andata bene” gli rispose Silente spiccio “Quindi non serve parlarne. Piuttosto devo condividere con te un'altra cosa, un sospetto che mi tormenta senza sosta. Rammenti l'ultimo ricordo che hai visto, di Bellatrix e del diario di Tom?”

Severus deglutì, stringendosi il braccio ferito “Sì, lo ricordo...”

“Bene, io ho il sospetto che quel diario sia uno degli Horcrux, Severus”

“Temevo che lo dicesse” convenne il suddetto “Non volevo dirlo, però l'ho pensato anche io”

“Quando Bellatrix ha detto che ha sentito l'energia di Tom in quel libro, che era come se lui fosse lì con lei, e lui a sua volta le ha detto che ha sentito lei mentre...” sventolò allusivo una mano, facendolo arrossire “Beh, non è una cosa normale. Non esistono incantesimi per “sentire” le persone attraverso gli oggetti, a meno che tu non i trasfiguri nell'oggetto o non trasferisci una parte di te nello stesso”

Severus si sentì invadere da un misto di rabbia e preoccupazione. Perchè il mago non gli aveva detto niente? E se era vero? Se Riddle aveva creato già un Horcrux? O magari più di uno? Come potevano fare? Poi gli venne un dubbio...

“Albus ma per creare un Horcrux bisogna uccidere, non è vero? Riddle da ragazzino non credo che abbia ucciso nessuno, altrimenti lo saprei”

“È vero, e ho pensato anche a questo. Non sai quanto spero di sbagliarmi, ma il padre di Tom, Tom Riddle sr., è stato trovato morto con la sua famiglia in circostanze inspiegabili, durante l'estate che precedeva il settimo anno di suo figlio, e allora non ho potuto fare a meno di pensare che fosse stato lui”

“Certo” rispose Severus sentendo la preoccupazione accrescere “Sarà stato lui, non c'è alcun dubbio. Odia le sue origini babbane, come minimo li avrà uccisi tutti”

“Beh, in realtà non ne sono così sicuro” gli rispose Silente, quasi pentito della sua accusa “In fondo era solo un ragazzino di sedici anni”

“No, no Albus, lui non è mai stato solo un ragazzo... Io nei miei primi tre anni di scuola ho avuto modo di conoscerlo bene, o, meglio, di osservarlo, e vedevo che era strano, diverso. Non faceva le cose stupide che facevano gli altri suoi coetanei, stava sempre in disparte, snobbava tutte le ragazze e passava ogni pomeriggio a studiare, proprio come me. Me lo ricordo perchè spesso alla sera ci beccavamo in biblioteca, e lui si sedeva nello stesso tavolo dove c'ero io e...”

Severus esitò, stava per raccontare un'altro episodio molto personale e delicato della sua vita, di cui non andava particolarmente fiero, però continuò lo stesso, ormai non aveva più niente da nascondere.

“...E devo ammetterlo, a me faceva piacere. Ero contento che si sedesse vicino a me, terribilmente contento. Sapevo quanto fosse piacete e popolare a scuola, e la sola idea che uno come lui passasse il tempo a studiare proprio come facevo io, perfino nel tavolo dove sedevo io, mi dava un enorme conforto. Non che mi salutasse o mi rivolgesse la parola, però rimaneva lì, si faceva vedere da tutti con me, non mi respingeva e non mi guardava male, anzi, non gliene interessava proprio niente della mia presenza, mi trattava come se fossi stato un normalissimo ragazzo e non l'oggetto delle angherie e delle prese in giro della scuola. Ed è per questo che io, dopo che ho saputo del fidanzamento di Lily sono corso da lui, perchè è stata la seconda persona al mondo con cui non mi sia mai sentito giudicato o preso in giro.

E poi, ovviamente, c'era anche il fascino e il potere della magia oscura che mi aveva da sempre attratto, ma alla fine è stato soprattutto per lui e il suo ricordo ad indurmi a cercarlo.”

Fece un bel respiro. Era ora di parlare.

“Buffo, vero?” continuò “ Quando mi presentai da Riddle avevo appena compiuto diciotto anni, ero giovane, disperato e con il cuore a pezzi, ma lui mi accolse nella sua setta quasi a braccia aperte, senza fare domande e senza pretendere niente, anzi si dimostrò gentile, amichevole perfino, e io da parte mia ero così debole e sofferente, così bisognoso di qualcuno a cui aggrapparmi, che iniziai a fare tutto ciò che mi diceva. E poi lo sa, me ne sono pentito amaramente...”

Severus tacque e guardò Silente, che ricambiò il suo sguardo con empatia. In realtà non sapeva perchè aveva detto tutte quelle cose... però si sentiva meglio, come se si fosse improvvisamente tolto un carico pesante dalla schiena.

“Ti ringrazio per avermi detto questo, Severus” disse Silente con sincera gratitudine

“sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto, e ti assicuro che nella mia vita ne ho conosciute tante”

Un sorriso discreto incurvò le labbra del giovane professore, che continuò, con più leggerezza

“Ah... Molto spesso si sedeva anche Bellatrix con noi”

Silente lo guardò curioso, incitandolo tacitamente a continuare.

“Non gliel'ho mai detto prima perchè non volevo darle corda con la storia della loro... Della loro affinità, ma ora devo ammettere che lei aveva ragione.” lo accontentò Severus, a suo malgrado “Bellatrix avrà passato più pomeriggi chiusa in biblioteca con noi che in qualsiasi altro posto. Ammetto che studiava molto, più di quanto avrei mai immaginato per una come lei, però era chiaro che stava lì solo per lui. E Riddle, invece, non la degnava neanche di uno sguardo, mai un saluto o una parola. Può immaginarsi che affronto inconcepibile era per i miei occhi giovani e sentimentali, un ragazzo che disdegna così le attenzioni di una fanciulla...” Sorrise, ripensando alla delicatezza dei suoi sentimenti “Infatti, notavo subito come lui si incupisse quando lei non c'era, come lanciasse sguardi veloci e furtivi verso l'ingresso, come se aspettasse... Certo era solo una mia impressione, la teoria di un ragazzino sciocco e sognatore come potevo essere io”

Silente annuì sorridendo, immaginandosi chiaramente la scena.

“Certo che l'aspettava, Severus” gli rispose dolcemente “ Noi comunque dobbiamo scoprire se Tom ha fatto o meno un Horcrux con il suo diario, è di vitale importanza”

“E se lo ha fatto? Se ha davvero ucciso suo padre e messo la sua anima nel diario cosa intende fare?”

“In quel caso, o riusciamo a farlo pentire, o temo che non ci sarà altro da fare”

“Farlo pentire?”

“Sì, la porzione di anima strappata può ricongiungersi con l'intero se chi l'ha separata si pente veramente dell'omicidio commesso, ma il pentimento deve essere reale e sentito”

“Questa ipotesi possiamo scartarla tranquillamente” rispose Severus acido “Riddle è troppo orgoglioso per pentirsi, non lo farebbe mai”

“Mai dire mai, Severus...”

 

 

 

 

N.D.A

 

Eccomi qua di nuovo, dato che ho già scritto sopra le note contenutistiche, ne approfitto qui sotto per ringraziarvi tutti! Sono entusiasta!^^ L'ultimo capitolo ho toccato il record di 4 recensioni (!!!) E davvero sono stata troppo contenta. Ero in modalità WOW. Spero che anche questo raggiunga lo stesso numero... Anche se dubito xD

Spero inoltre di aggiornare presto (non come oggi) ...La prossima volta ci saranno Bellatrix, Andromeda e forse anche qualcun'altro... Devo decidere!

A presto

LadyIce

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


La Magdeleine, Valle d'Aosta, novembre 1986

 

Bellatrix Black era terribilmente depressa.

Come ogni giorno, stava seduta davanti alla stessa finestra, ferma, con lo sguardo fisso e vacuo preso a guardare il cortiletto innevato. Si mordeva con insistenza il labbro screpolato, senza fare altro.

Un mese era trascorso da quando era libera, e più i giorni passavano, più sentiva vuota e priva di vita. Mai aveva desiderato la morte così tanto come in quei giorni di semi-libertà. Non sapeva neanche dove si trovava, ma aveva capito con stizza che quella ridente e innevata cittadina doveva essere sicuramente un luogo babbano.

Represse un conato di vomito.

Un tempo come minimo avrebbe distrutto tutto, ma ora le cose erano cambiate, e non tanto per l'esperienza distruttiva di Azkaban, che pur l'aveva segnata fin nel profondo, quanto piuttosto per la disperazione cieca e onnipresente che accompagnava ogni momento della sua vita e che la privava di ogni ardore, di ogni desiderio e di ogni speranza. L'apatia di Azkaban era ben diversa da questa.

Almeno ad Azkaban una scintilla, seppur debole, illuminava timidamente le sue giornate e le permetteva di andare avanti, di resistere e non cedere alla tentazione del suicidio... La speranza cioè che lui, un giorno, sarebbe arrivato e l'avrebbe portata via. Bellatrix infatti non aveva mai rinunciato a questo anelito, e niente, nemmeno il tempo e i dissennatori, erano mai riusciti a strappargliela via.

Ma ora le cose erano diverse. Lei non era più ad Azkaban, e lui... Lui non c'era.

Non si era neanche disturbato di venire, neanche per rimproverarla e riportarla dentro, magari... Niente di niente. Solo una paralizzante e dolorosa indifferenza.

Oh, almeno, così credeva.

Non poteva certo sapere di trovarsi in una baita sperduta e isolata da ogni forma di magia, non poteva immaginare che in realtà Tom Riddle e gli altri Mangiamorte la stavano cercando per il mondo, confusi e spiazzati, proprio come gli Auror del Ministero.

Andromeda infatti si era accordata con Silente di nasconderla in Italia, nella casa in montagna dei genitori di Ted Tonks, in una impensabile località babbana, isolata dal mondo magico e resa impenetrabile da qualsiasi magia o mago. Silente stesso si era premurato di fare ciò, e aveva anche intimato ad Andromeda di non far uscire Bellatrix nemmeno per un istante, altrimenti sia gli Auror che i Mangiamorte avrebbero potuto localizzarla e arrivare subito.

E così passarono le prime settimane di Bellatrix dopo Azkaban, tra l'isolamento magico e la grottesca convinzione di essere stata dimenticata da tutti, quando in realtà non era mai stata più famigerata e voluta di così.

Da quando era evasa, infatti, nel mondo magico era scoppiato un vero putiferio: Il Ministero, per agevolare le ricerche della “Strega più pericolosa dell'ultimo secolo”, aveva fatto tappezzare tutti i muri e i quotidiani con la sua foto, i detenuti più pericolosi di Azkaban furono trasferiti per questioni di sicurezza nella prigione di Nurmengard, creando un enorme scompiglio e via vai di ergastolani assetati di sangue, agli Auror di conseguenza furono imposte tante ed estenuanti ore di straordinario, mentre ai dissennatori fu concesso di girovagare indisturbati per i centri abitati, con tutte le disastrose conseguenze del caso. E, come se non bastasse, anche i privati, vedendo Bellatrix Black da tutte le parti, contribuivano ad aumentare la tensione con le loro continue e stupide segnalazioni.

Certo, nessuno poteva immaginarsi che la donna in questione si trovasse in una località turistica babbana e che fosse nascosta da una delle medimaghe più brave e gentili di Londra: Andromeda Tonks.

Costei, infatti, godeva di grande stima, sia per le sue abilità di curatrice, sia per la sua nobiltà d'animo. Nessuno pareva ricordarsi che lei fosse stata una Black, e nessuno avrebbe mai creduto che fosse la sorella minore della “Indesiderabile numero uno”. Eppure lei lo era, e faceva di tutto per farla stare meglio, per distrarla e curarla dai mali del corpo e dell'anima... Ma, malgrado queste sue sue cure e attenzioni, Bellatrix non era migliorata. Il suo corpo era ancora debilitato e disabituato a mangiare, mentre la sua psiche mostrava gravi segni di fragilità, non tanto mentale quanto psicologica: Bella era diventata molto più violenta e aggressiva, manesca e totalmente ingestibile, come se Azkaban le avesse strappato via quella poca umanità e ragionevolezza che aveva avuto prima di entrare.

I suoi sbalzi di umore mettevano a dura prova Andromeda: A volte urlava come un'ossessa, distruggeva, graffiava, si strappava i capelli e la minacciava di morte, altre volte invece si chiudeva in se stessa, passava intere giornate alla finestra o a letto, muta e immobile, senza parlare, mangiare o dormire.

Era visibilmente depressa, e Andromeda sapeva anche il perchè.

Benchè avesse cercato in tutti i modi di tranquillizzarla, mentendole e facendole promesse che non avrebbe mai mantenuto, la strega oscura continuava a disperarsi per lui, per la sua lontananza e il suo apparente disinteresse.

Un giorno però le cose cambiarono, dopo circa un mese da quando era giunta lì, Andromeda non riuscì più a mentirle. L'occasione si presentò quando Bellatrix rivide, per la prima volta dopo sette anni, la propria immagine riflessa allo specchio.

Andromeda infatti aveva cercato di celarle il suo aspetto deturpato, togliendo la maggior parte degli specchi e opacizzando i vetri, ma sapeva che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato, e quando arrivò, la medimaga se ne accorse subito.

Sono un mostro”

Bellatrix, dopo essere entrata (buttando giù la porta) in una camera blindata, si era imbattuta davanti a un antico e prezioso specchio a figura intera, cimelio babbano della famiglia di Ted. Inutile dire che rimase senza fiato dallo sgomento: il suo corpo sinuoso si era ridotto a un mucchio d'ossa, le curve abbondanti erano sparite, i suoi capelli lunghi, recisi, il viso un tempo fresco e luminoso, era diventato grigio, secco e scavato.

Riusciva a stento a riconoscersi, si immaginava che il suo corpo fosse cambiato in peggio, ma non credeva così in peggio.

“Sono un mostro” ripetè con rabbia, appena si accorse della presenza di Andromeda “Guardami, non sono io”

“Bella” le rispose Andromeda tristemente, avvicinandosi alle sue spalle “Certo che non sei tu, dai tempo al tempo, sette anni di sofferenza non possono sparire in un giorno”

Bellatrix si girò di scatto, con gli occhi assassini che scintillavano di rabbia “INVECE SONO IO!” le strillò furiosa “GUARDAMI! GUARDAMI! È COLPA TUA!! TUA!”

Andromeda roteò gli occhi, paziente. Ormai era abituata alle sue sfuriate, così come a quelle dei suoi pazienti.

“Bella, certo che sei tu” le rispose pacata “Ma quello che vedi non è l'aspetto che ti appartiene, tu sei diversa da così”

La strega tacque a guardarla, con il respiro ancora affannato, e Andromeda continuò “Tu sei la mia bellissima sorella maggiore, lo sei sempre stata e sempre lo sarai, non darti pena, devi solo riprenderti e mettere su qualche kilo...”

Quelle parole però le fecero l'effetto opposto. Bellatrix si acasciò a terra, sconvolta.

“Bella” disse Andromeda triste “Oh Merlino, Bella..”

“Riportami ad Azkaban, non voglio stare qui”

“Via, non essere sciocca” le rispose spiccia, tirandola su da terra “Vieni a mangiare qualcosa...”

“No...” piagnucolò Bellatrix, cercando debolmente di divincolarsi “Non ho fame, non osare costringermi”

“Coraggio” le rispose paziente “Lo sai che devi sforzarti, solo così potrai tornare bellissima, proprio come eri una volta”

Bellatrix le scoccò un'occhiata di puro odio, un moto di invidia assassina la invase tutta, fin nell'anima. Perfino ora che non era più una ragazzina, Andromeda continuava ad essere splendida, ancora di più di come se la ricordava.

“Tu dici che ero bella” iniziò collerica, stringendo i pugni “È facile lusingare quando si sa di essere migliori, non è vero sorella?”

Andromeda aggrottò la fronte dallo stupore “Migliore di te? Io?” ripetè con sottile ironia “Se pensi una cosa del genere devi stare molto male, Bellatrix”

“No, certo che non lo penso!” precisò subito l'altra, con l'orgoglio da difendere e la sua superiorità da riaffermare “Io non l'ho mai pensato! Mai, cara sorella!” fece una pausa, indecisa se continuare o meno “Lui, lo diceva...

Andromeda alzò le sopracciglia, sorpresa. Era la prima volta che parlava di Riddle, dopo il primo giorno.

“Ah, si? Non mi avevi detto che mi odiava e che lo... Come dicevi? Ah, che lo ripugnavo?” esclamò mordace “Dai Bella, sto scherzando, non dirmi che gli credevi, aveva occhi solo per te...”

“CERTO CHE GLI CREDEVO!” sbottò carica di risentimento, mandando in frantumi il vetro dello specchio “Lui non mi ha mai mentito! Quello che diceva a me era sempre vero!” trasse un respiro profondo, perfino urlare l'affaticava “Mentiva a voi, non a me”

Andromeda scosse la testa, lanciando un'occhiata cupa allo specchio

“Eravate solo due ragazzini” le disse calma “Quello che ti diceva, lo diceva solo per ferirti e per mascherare i suoi sentimenti... E tu lo sai Bella, lo hai sempre saputo”

“No, non è vero” sussurrò Bellatrix “Lui non hai mai provato nessun sentimento che non fosse ascrivibile all'odio o alla rabbia. L'unico motivo per cui mi permetteva di stargli vicino erano le mie potenzialità oscure e la mia abilità nei duelli” un sorriso nostalgico le incurvò le labbra “Non l'ho mai deluso, ogni cosa che mi chiedeva io la facevo, in modo veloce e impeccabile... Gli ero utile”

“Oh, si. Gli eri utile nell'uccidere e nel seminare panico tra le persone” le disse Andromeda, con tono grave “Ancora non mi capacito di quello che hai fatto...Hai ucciso delle persone, Bellatrix, delle persone innocenti”

“Si, ma l''ho fatto per una giusta causa!” gridò veloce, con un disgusto paralizzante “Erano inutili e sporchi babbani! Creature inferiori, indegne di convivere con noi! Proprio come i maghi scellerati che li supportano e che si accoppiano con loro... Meritano la morte. Tutti.”

Andromeda fece un respiro profondo. Bellatrix non era cambiata. Non che lo avesse sperato, però... Non poteva farne a meno. Il suo inconscio la rimandava sempre alla sua infanzia, quando Bella era solo una ragazzina superba e arrogante, ma pur sempre amichevole, confidenziale e protettiva, seppur con pochi eletti. Sapeva che quella Bella c'era ancora, da qualche parte dentro di lei, come sapeva che un giorno le avrebbe potuto parlare di Ted e Dora, senza dover correre per metterli in salvo. Certo quel giorno era lontano, ma Andromeda non aveva fretta, e per adesso si era limitata a dirle che aveva rifiutato la sterile proposta di Rabastan Lestrange, cosa per altro vera.

“Se solo mi degnasse di vederlo” le parole disperate di Bellatrix la destarono “Di toccarlo un'ultima volta... Non chiedo altro”

Un moto di compassione investì la più giovane “Vedrai che arriverà quel giorno” le disse rassicurante, sfoderando un sorriso “E qualcosa mi dice che ti degnerà di fare ben altro...”

Bellatrix la guardò male, pentendosi di tutte le stupide confidenze che le aveva fatto in giovane età “Non insinuare... Guardami, guarda come sono... Fortuna che non può vedermi, almeno questo.”

Andromeda sorrise, sua sorella era così prevedibile.

“Non credo che si farebbe troppi problemi”

Bellatrix le graffiò il braccio con cui la sorreggeva, pur senza farle male. Odiava essere contraddetta.

“Si invece!” sbottò “Non ero il tipo di donna che gli piaceva, semplicemente premiava i miei successi, qualche volta...”

“Oh, certo. Che spirito magnanimo, un martire, direi.”

Bellatrix stava per ribattere, ma Andromeda continuò

“Comunque, facciamo finta che tu abbia ragione. Che ti usava solo per scopi militari, che non gli piacevi e tutto il resto. Però ora io ti chiedo una cosa: Secondo te, un uomo attraente e carismatico come lui quanti problemi avrebbe avuto a trovarsi una donna di suo gusto da portarsi a letto?”

Bellatrix la guardò con odio, rifiutandosi di risponderle.

“Magari bionda, con gli occhi celesti e preziosi? Nessuno” la investì Andromeda, con la sua stessa sicurezza travolgente “Eppure stava solo con te, Bella, quando c'eri tu le altre sparivano davanti ai suoi occhi, me compresa...”

“Bugie!” le rispose Bellatrix ostinata, con un sorriso beffardo “Credi davvero che io avessi l'esclusiva? Piccola, stupida, bambina ingenua... Se non prestava attenzione alle donne, era solo perchè ne era superiore, le debolezze che piegano in due gli uomini non l'hanno mai sfiorato, cedeva con me per pietà, perchè io lo tentavo in ogni modo e gli davo tutto... E poi cosa ne sai, tu? Chissà con quante donne sarà stato in tutti questi anni e quante altre avrà posseduto anche quando c'ero io... Tu sei veramente troppo ingenua, stupida

“Dai sorella, sai benissimo che non basta dare 'tutto' agli uomini per tenerli lontani dalle altre, soprattutto quando sono giovani e belli come lui, e poi come poteva avere rapporti con le altre quando tu gli stavi sempre addosso? Dai c'era ben altro fra voi, non puoi negarlo”

“Da parte mia, c'era ben altro... ”

“Anche da parte sua!” esclamò Andromeda convincente “Io è da una vita che provo a dirtelo, lui ti..”

“NO!” la interruppe Bella con isterismo “Non lo dire! Non osare dire...”

Ama”

Bellatrix strillò per rabbia e disperazione, per fortuna che non aveva la sua bacchetta.

“Dannazione, Dromeda!” le strillò contro con fare isterico, tirandosi i capelli “Perchè mi devi torturare così? Che cosa ti ho fatto di male? Lui non può! NON PUÒ!!”

“Ti riferisci all'Amortentia, non è vero?” le rispose Andromeda, che invece rimase tranquilla, su imitazione di Silente “ È un mare di sciocchezze, stupide leggende medievali che non hanno alcun fondamento magico”

“Non sono delle sciocchezze!” strillò di nuovo Bellatrix, colma di rabbia per il suo scetticismo “è tutto vero, tutto stra-maledettamente vero! Se no come spieghi la sua diverstà? La sua assoluta perfezione? Lui non può amare, e sai che ti dico? Questo è uno dei motivi pr cui io lo amo

“Però, se davvero non è in grado di amare, allora non può essere neanche l'uomo perfetto e senza difetti come credi, anzi, avrebbe un deficit piuttosto grande, non essendo capace di fare una cosa che tutti riescono a fare, animali compresi”

Bellatrix aprì e chiuse la bocca senza sapere cosa ribattere, a disagio, e Andromeda continuò “E poi, se non è capace di amare, allora non può neanche odiare, perchè l'amore e l'odio sono sentimenti complementari, sono due faccie della stessa medaglia che trovano l'uno la condizione di esistenza nell'altro, e d'altronde se non può odiare allora non può provare rabbia, rancore, antipatia e tutti i sentimenti negativi che si esplicano nell'odio”

“Per il sangue, ma come sei saggia Dromeda” la interruppe Bellatrix, sarcastica “Non sei cambiata in questi anni... Ma io, delle tue inutili elucubrazioni accademiche, non me ne faccio proprio un bel niente, io so come stanno realmente le cose, e tu non puoi dire o fare niente per cambiarle. Nessuno può”

“Non è vero, Bella... tu le hai cambiate, se no perchè credi che ti abbia fatto catturare dagli Auror? In questi sette anni ci hai mai pensato? Hai pensato al perchè di quel gesto?”

“Certo che ci ho pensato! È da quando mi hanno catturato che ci penso ininterrottamente, che mi tormento nel cercare una risposta!”

“E allora? Te la sei data?”

“Si” disse convinta, con gli occhi che le bruciavano di lacrime mai versate

“ Ebbene? Qual è?”

“Quale può essere secondo te?” le rispose acida “Si era stancato di me, non mi voleva più tra i piedi! E non mi vuole tutt'ora, dato che non è venuto neanche a parlarmi...Non una parola, nemmeno un cenno, niente, da quando sono qui. E non dirmi che non lo sa, perchè è impossibile. Per lui è come se fossi morta”

“No... Questo non è propriamente vero...”

Andromeda si pentì di quelle parole nello stesso istante che le pronunciò. Non potè trattenerle, non ce la faceva più a vederla ridotta così. Silente le aveva di tenerla all'oscuro per molto tempo... In fondo un mese poteva bastare, no?

“Come non è vero?” le chiese subito Bellatrix “ Tu che diavolo ne sai sorella?”

La medimaga si andò a sedere nel divano dilaniato dai graffi della strega, il cuore le batteva all'impazzata e le mani le tremavano.

“Bella...Prometti di non uccidermi?”

Bellatrix sgranò gli occhi, che, ironia della sorte, si accesero proprio di un fuoco omicida.

“Lui... Non è vero che non ti vuole o che ti ha dimenticato” proseguì titubante, mentre l'altra la guardava con l'immobilità minacciosa di un rapace “Infatti, credo, anzi, sono sicura che ora... Ti... ti stia cercando...”

Che cosa? Che cosa vuol dire che mi sta cercando, Andromeda?” la sua voce aumentò pericolosamente di un tono

“Qui siamo in una casa di babbani che è stata magicamente isolata, finchè sei qui nessun Auror, creatura magica o... mago potrà trovarti, nemmeno volendo”

Bellatrix si pietrificò, un pallore spettrale colse il suo viso già esangue.

“Bella perdonami, io l'ho fatto per te, per tenerti al sicuro, e... E anche gli Auror ti stanno cercando notte e giorno, hanno perfino perlustrato i fondali marini che costeggiano Azkaban, nella speranza della tua dipartita...”

Ma Bellatrix non sentì altro.

Che cosa?” ripetè incredula, con il cuore che martellava impazzito, tutto il suo corpo squassato da tremori

“Bella ho dovuto farlo” si scusò Andromeda angosciata, guardando la sua espressione furiosa “Avevi bisogno di cure, dovevi riposarti almeno per un mese, eri ridotta in uno stato pietoso e lui non te l'avrebbe permesso, ti avrebbe ucciso”

Bella strillò due volte, una rabbia antica l'assallì come un mare in tempesta. Molti oggetti esplosero sotto la potenza del suo turbamento, perfino le luci saltarono, lasciandole entrambe alla luce grigiastra di novembre.

“Come hai potuto?” le disse tremante “Come hai potuto farmi questo? COME HAI POTUTO!”

“Bella, ti prego, calmati” disse spaventata Andromeda, indietreggiando fino a sbattere contro la parete

“CALMARMI? CALMARMI?” anche i vetri delle finestre, e Andromeda dovette piegarsi per evitare le schegge di cristallo.

“Bella l'ho fatto per te” mentì “ti avrei portato da lui appena saresti stata meglio”

Fallo. Ora.” le ordinò ineluttabile, sforzandosi intensamente di mantenere il controllo sul suo corpo e sulla sua magia che vibrava come impazzita

“HO DETTO, FALLO, ORA!” scandì rabbiosamente, vedendo che la bionda non si muoveva

“Non posso Bella, mi dispiace” le rispose seria “Sei ancora troppo debole e poi, anche volendo, io non so dove si trova lui...”

“Come non lo sai, dannazione?!” strillò angosciata “E allora come faccio io a..”

Bellatrix si fermò di colpo, improvvisamente aveva capito cosa doveva fare: doveva semplicemente uscire da quella casa per allontanarsi dalla copertura.

Il solo pensiero bastò per sconvolgere e svegliare le sue membra intorpidite e, più veloce di un gatto, scattò in piedi e schizzò giù per le scale lasciando Andromeda a bocca aperta.

Sapeva di essere troppo debole per smaterializzarsi, perciò non ci provò neanche e si limitò a correre più veloce che poteva, incurante delle proteste del suo corpo consumato e dei richiami concitati di Andromeda.

Finalmente varcò la soglia, e un'ondata di freddo polare la colpì duramente, ma lei sprezzante, continuò a correre in mezzo alla neve e al ghiaccio, con i piedi nudi che si intirizzivano dolorosamente e le gambe sottilissime che parevano potersi spezzare da un momento all'altro.

Ma niente e nessuno a quel punto avrebbe potuto fermarla, quel fuoco vivo che la contraddistingueva si era riacceso, e lei più correva e si allontanava dalla casa che l'aveva ospitata, più percepiva chiaramente la presenza del giovane mago, riusciva a sentirlo nell'aria, nel freddo, nella fatica... Non sapeva se era la verità o solo la sua immaginazione, ma non le importava, sapeva solo che lo sentiva vicino, e questo per lei era sufficiente per non fermarsi e per spingersi ancora più lontano e più veloce.

Correva come un razzo, sorpassando i pochi babbani che passeggiavano quieti e talvolta scaraventandoli a parecchi metri di distanza se mai si fossero trovati ad ostacolarla, mentre Andromeda, sconvolta, continuava a chiamarla a squarciagola e a correrle dietro.

Quest'ultima non si spiegava da dove scaturisse tutta quell'energia e quella forza travolgente, infatti la strega correva talmente veloce che lei stessa riusciva a malapena a starle dietro, ma non si diede per vinta e continuò a rincorrerla, imponendosi di non usare la magia per non attirare ulteriormente la pericolosa attenzione degli Auror...

Poi, improvvisamente, la vide fermarsi di botto, nel mezzo di quello che doveva essere un parchetto per bambini, deserto e completamente ricoperto di neve. Istintivamente si fermò anche lei, avanzando giusto di qualche passo, osservando incuriosita l'immagine che si dipingeva davanti ai suoi occhi: il cielo plumbeo era talmente grigio che si confondeva con il candore accecante del paesaggio, creando un nonsochè di inquietante e infinito, in cui il nero di Bellatrix sembrava un misero puntino, solo e abbandonato.

“Che bella immagine” si ritrovò a pensare Andromeda, incantata, guardando quello scenario quasi metafisico, mentre una folata di vento le scompiglio i capelli “Sarebbe una panorama perfetto per i dipinti di Cathrine... Povera la mia Bella, se sapesse quello che lui vuole fare, se sapesse che lei serve proprio per.... Oddio”

Un altro puntino nero si era affiancato al primo, rompendo la pace e la staticità.

Andromeda trattenne il fiato dalla sorpresa, mentre uno dei due puntini cadde ai piedi dell'altro.

BELLA!” urlò disperata, riprendendo a correre più veloce che poteva verso la sorella e il mago vicino a lei.

“Ti prego! strillò appena fu abbastanza vicina, provata dal freddo e dalla fatica Ti prego, è molto debole, ha ancora bisogno..”

“Starà bene” le rispose Tom Riddle secco, sorreggendo con un braccio il corpo svenuto di Bellatrix

“Ha bisogno di cure, se mi lasciassi..”

“Addio, Andromeda” sussurrò Tom, smaterializzandosi con la ragazza in una coltre nera e istantanea.

Andromeda però non fece neanche in tempo ad assimilare quell'evento, che un gruppo di Auror, armati fino al collo, si materializzò davanti a lei, proprio nello stesso punto in cui un secondo fa c'erano sua sorella e Tom. I maghi bianchi le puntarono contro le bacchette, con occhi feroci e minacciosi.

“Signora Tonks” disse severamente il più vecchio, un uomo rude e nerboruto “Il Ministero ha appena percepito un distinto flusso di magia oscura, non identificato, proprio qui dove si trova lei”

Andromeda impallidì, sentiva gli auror scrutarla e accerchiarla minacciosamente, come lupi intorno a un agnello.

“Ma-magia oscura? Davvero?” esclamò, fingendosi sorpresa “Oh no, non credo proprio, io stavo solo facendo una passeggiata, non ho notato nessuna presenza oscura...”

“Mente” disse una giovane donna dai capelli corti “ è trafelata e ha il fiatone, stava sicuramente correndo”

“Signora Tonks, lo sa che la falsa testimonianza al Ministero è una delle più serie e gravi circostanze aggravanti che ci sono, non è vero?”

“Sentite, io non sono una strega oscura, chiaro? Sono venuta qui per... Per una vacanza dai genitori di mio marito, non potete accusarmi di nulla, non ne avete le prove”

“Lo so signora Tonks, e non lo metto in dubbio, c'è solo un problema”

“E quale sarebbe?” rispose Andromeda, colma di irritazione

“Sarebbe che lei, signora, è la sorella della strega pluriomicida evasa meno di un mese fa, Bellatrix Black”

E allora?”

“E allora” le rispose Malocchio Moody in tono di sfida, avvicinandosi pericolosamente “È pregata di venire con noi”.

 

 

 

N.D.A

OK, ci sono! Buona sera a tutti! ^^

Finalmente e sottolineo finalmente, sono arrivata a questo capitolo!!! Vi giuro che non vedevo l'ora... Spero davvero che vi sia piaciuto, ho cercato di renderlo al meglio!

Prima di salutarvi, ci tengo a dire due cose:

La prima è che voglio ringraziare Blueviolin per avermi recensito TUTTI i capitoli, e ne approffitto per consigliarvi la sua FF “Dopo una battaglia- Una Fanfiction di Harry Potter” leggetela, non ve ne pentirete! :)

La seconda invece riguarda Black Beauty, che, a quanto pare, o è stata davvero uccisa da Bellatrix Black (Per capire cosa intendo, date una letta alla sua FF “Un regalo del Signore Oscuro” ...) oppure è semplicemente finita ad Azkaban, per istigazione al mangiamortismo... Ad ogni modo spero che tu torni presto, Blacky, anche perchè c'è un certo e bellissimo BANNER che deve assolutamente essere inserito <3

Chiaramente ringrazio anche Fenice Cremisi e Neverletmego che mi recensiscono sempre, e tutti voi che seguite, in tutto siete una quarantina, non so se è tanto o poco considerato il fandom, ma sta di fatto che io sono già felicissima così! :)

Spero che la storia continua a piacervi, e, se avete qualsiasi cosa da dire non fatevi scrupoli mi raccomando ^^

Ora vi saluto davvero :)

A prestissimo,

LadyIce

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


“...Perchè Margherita è un sogno,

perchè Margherita è il sale,

perchè Margherita è il vento,

e non sa che può far male.

Perchè Margherita è tutto,

ed è lei la mia pazzia,

Margherita, Margherita,

Margherita, adesso, è mia.”

 

R. Cocciante, “Margherita”

 

 

 

 

Godric's Hollow, novembre 1986

 

 

E per la seconda volta nella sua vita, Severus Piton si nascondeva dietro al verde, coperto dalla presenza rassicurante di un faggio spoglio.

Si vergognava di se stesso, credeva di aver superato certe ridicole timidezze, lui che era un professore di ruolo, un mago abile e un uomo intelligente. Eppure lo stava rifacendo, come quando aveva undici anni.

Datti un contegno” si disse irritato, senza smettere di fissare la residenza dei Potter, una semplice ma robusta casa a due piani, contornata da un cortiletto malmesso e un po' vissuto. Ancora non poteva credere di aver ubbidito anche a quella richiesta di Silente, e di essere lì, a due passi da lei, a due passi da Lily... Insomma, va bene andare da Voldemort, va bene rischiare la vita o l'arresto... Ma rivedere Lily, dopo quasi dieci anni di gelo assoluto, no, era assolutamente impensabile.

Impensabile... Fino a quel giorno.

Le arringhe furbe e martellanti di Silente, infatti, lo avevano messo con le spalle al muro, privandolo di tutte le sue facoltà di scelta “...I Potter hanno il diritto di sapere, Severus, sono i suoi genitori, e come tali devono poter proteggere Harry con tutte le loro forze e con tutto il loro amore. Cosa succederebbe se Tom lo venisse a sapere prima di loro? Li troverebbe impreparati, confusi e... Vincerebbe. È questo vuoi, ragazzo? E questo che vuoi per Lily?”

“No! Certo che no!” ringhiò Severus esasperato, stringendo i pugni. Era incredibile come Silente riuscisse a scegliere le parole più adatte e opportune, efficaci e penetranti come la lama di una spada. Ma Severus ormai non si stupiva più, aveva capito che dietro a quello sguardo bonario e un po' svampito si nascondeva uno degli uomini più saggi e pericolosi del mondo magico, capace di irretirti e annientarti con un semplice colpo di bacchetta.

Non c'era quindi da stupirsi se quel pomeriggio di novembre lui era lì, a Godric's Allow, per informare i Potter dell'esistenza di una profezia mortale sul loro figlio e su un terribile quanto sconosciuto mago oscuro. Quel pensiero lo fece trasalire, come poteva dire ai Potter una cosa del genere? Così, senza alcun preavviso, dopo quasi dieci anni che non li vedeva? Era una cosa folle.

Severus si affacciò di più dall' albero, mentre una leggera quanto antipatica pioggerellina aveva cominciato a inumidirgli i capelli e le vesti. Guardò riliuttante verso casa Potter, e notò con fastidio che le finestre erano illuminate, quindi non poteva neanche addurre la scusa che non ci fosse nessuno...

Poi, li vide.

Irruppero davanti al suo sguardo con violenza, come dei tornado in una prateria: Tre piccoli e amatoriali anelli da quidditch, alti e ferrosi, spiccavano da sopra il tetto come le punte di un castello, nel giardino di casa. Severus si nascose di nuovo dietro all'albero, con rabbia cieca.

Non aveva pensato a lui, il maiale.

Subito risentì tutto il disagio e la sofferenza degli anni scolastici, tutto il dolore che gli aveva procurato James Potter e la sua banda, ingiustamente, prendendolo di mira e approfittandosi della sua solitudine e della sua apparente debolezza. Ragazzini stupidi e codardi, poveri d'animo e di contenuti, si ripeteva, ragazzini deboli.

Un moto d' orgoglio serpeverdesco lo invase con forza, che paura doveva avere lui? Che cosa aveva da temere lui, Severus Piton, di fronte a quel gruppetto di stupidi scalzacani? Niente, semmai il contrario, loro dovevano temere lui e le sue conoscenze, dovevano piegarsi di fronte al suo intelletto fine e pregiato!

Quest'ultimo pensiero bastò per rinvigorirlo, si allontanò dal suo nascondiglio e si mosse a passo veloce verso casa Potter, convinto e sicuro.

Si fermò dinnanzi al cancello e il fuoco della sicurezza fu subito sostituito dal buio dell'esitazione. Di nuovo fu preso da mille dubbi e mille pensieri, così intensi che gli fecero cambiare idea repentinamente. Ma come si girò per tornare indietro, una voce acuta e stridula lo bloccò, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.

“Signore” disse la vocetta, troppo squillante per essere umana “ Dolly chiede scusa, signore, ma si chiedeva se il signore gradiva qualcosa”

Severus si girò spiazzato e vide ai suoi piedi una piccola elfetta domestica, con grandi occhi castani e un sorriso incoraggiante

“È molto che il signore è davanti alla casa della mia famiglia” continuò l'elfa cortese

“Dolly l'ha vista e ha pensato che il signore avesse bisogno di qualcosa, e allora si è permessa di domandare”

“Oh... Salve” rispose Severus imbarazzato, guardando a destra e a sinistra, come per cercare una via di fuga “Ehm, si... io, ecco...”

L'elfa continuava a osservarlo con un sorriso enorme, e il mago non potè fare a meno di notare che era decisamente ben tenuta per essere un comune elfo domestico, aveva infatti un vestitino rosa cucito su misura, e delle scarpette da tennis verdi e gialle.

“...Mentre il signore ci pensa, Dolly può chiamare la sua padrona?”

Severus si sentì gelare il sangue, le sue gote pallide e scavate si colorarono subito di rosso.

Lily. Quell'elfo voleva chiamare Lily.

“No, no... Io stavo giusto per andarmene, non chiamare ness...”

 

Dolly, cara? Chi c'è fuori?”

 

...Una voce femminile e meravigliosamente famigliare interruppe il professore, che si agitò più di quanto avesse mai immaginato.

“Si, padrona Lily” rispose l'elfa, alla voce interna “Qui c'è un signor mago che chiede di lei”

Severus strabuzzò gli occhi, guardando la creatura con un'espressione incredula e rabbiosa.

“Di me?” rispose la voce di Lily Potter, sopresa e sempre più vicina “Se è Malocchio, digli che il Whisky è finito...”

La porta si aprì velocemente e la donna uscì, continuando a parlare allegramente “L'ha già bevuto tutto lui l'altro...”

Ma non finì la frase.

Appena Lily lo vide, la bottiglia di vino elfico che aveva in mano gli cadde a terra, rompendosi con un tonfo. Lo guardò incredula, e per un momento credette di sognare.

“Severus?” sussurrò appena, con gli occhi aperti e allibiti “Severus, sei tu?”

Il professore deglutì, senza risponderle. Si limitava a fissarla incredulo, con il cuore che gli martellava così forte da fargli male.

Salazar, come era bella.

“Padrona Lily, vuole che Dolly lo mandi via? È pericoloso?” domandò l'elfa attenta, mentre una minacciosa palla d'energia si stava formando nella sua manina bitorzoluta.

“No” sussurrò Lily assente, senza degnarla di uno sguardo “ Vai... Vai pure in casa...”

L'elfa obbedì, e dopo essersi inchinata goffamente si materializzò con uno schiocco, lasciandoli soli.

Severus continuava a fissare la strega muto e impotente, aveva la bocca impastata e la gola secca, immaginandosi angosciato che genere di espressione idiota doveva avere stampata in faccia.

Lily ricambiava il suo sguardo, e nei suoi lineamenti la sorpresa e lo smarrimento lasciarono lentamente il posto alla in felicità, finchè non arrivò a sorridergli.

“Severus” gli disse timida, avvicinandosi lentamente “Sev...”

L'uomo ancora non le rispose, sentire di nuovo quel soprannome uscire da quelle labbra dopo tutti quegli anni lo impietrì ancora di più, impedendogli sul serio di respirare.

Respira” si disse irritato, cercando di esorcizzare la donna che lo guardava confusa. Aveva sentito parlare di crisi di panico, ma non le aveva mai assaporate in prima persona.

Lily socchiuse gli occhi, smarrita, senza sapere come reagire.

“Severus?” riprovò, avvicinandosi cauta “Va tutto bene?”

“Si” borbottò infine il professore, riuscendo finalmente a inspirare aria dal naso “Chiedo... Chiedo scusa per il disturbo, signora, sono qui per ordine del professor Albus Silente, preside di Hogwarts, membro emerito del Ministero, primo trasfiguratore, magiavvocato del Wizengamot e custode...”

Lily gli sorrise di nuovo, interrompendolo.

“Sì, ho capito di chi parli” gli disse amichevole “Ho frequentato anch'io Hogwarts, ricordi? Primi cinque anni, primo banco a sinistra, eravamo compagni di Pozioni e di Trasfigurazione”

Severus arrossì in modo imbarazzante, ma Lily gli si avvicinò svelta, attraversando in pochi passi tutto il cortiletto. Non aveva smesso di sorridergli, e i suoi occhi verdi si fecero presto lucidi.

“Posso abbracciarti, professore?” gli domandò scherzosa ma emozionata, non appena lo fronteggiò “O devo prima chiedere una concessione amministrativa?”

Il giovane pozionista barcollò all'indietro, ma annuì, permettendo a Lily di stringerlo forte, ma con il garbo e la delicatezza che le erano propri. Severus per un momento credette di essere morto e arrivato in Paradiso. Una miriade di situazioni e sensazioni già vissute, belle e sbiadite come il ricordo di un sogno, tornarono prepotentemente a galla, cullandolo in tutta la loro bellezza.

Mi sei mancato tanto” la sentì dire, tra le lacrime- Lily stava piangendo!- “Grazie per essere venuto qui, non è passato un momento senza che io abbia desiderato di vederti...”

Dopo certo tempo lei si staccò da lui, frastornata e ancora in lacrime, e Severus capì che era il suo turno di parlare. Le parole gli uscirono impetuose e liberatorie:

“ Mi dispiace, mi dispiace tanto, Lily... Mi dispiace di averti chiamata mezzosangue il giorno dei G.U.F.O.” Lily scosse la testa, sorridendo mite, ma lui continuò, ormai non poteva più trattenersi oltre “Mi dispiace di non averti più parlato, mi dispiace di averti ignorato per tutti questi anni, di non essere venuto al tuo... Al tuo matrimonio, al battesimo del bambino, mi dispiace di... di...”

-averti persa, angelo mio-

“Sev” lo interruppe lei scuotendo dolcemente la testa “ Sev va tutto bene, ora sei qui, è tutto passato”

Quelle parole furono forse le più belle e felici che il professore sentì in ventisei anni di vita, e per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo, sorrise.

“Dai, vieni in casa” gli disse dolcemente “Tra un po' piovono scope e draghi...”

E così i due entrarono in casa, e Severus, come si aspettava, provò un grande disagio a varcare quella soglia.

Casa Potter era sicuramente intima e confortevole, ma anche ampia e molto luminosa, con i muri bianchissimi e un arredamento di raffinata sobrietà.

Non c'era traccia di stendardi, armature antiche, quadri loschi, scritture in latino o altri simili corredi che invece abbondavano in villa Malfoy o in villa Black: Quella era semplicemente la casa di una giovane famiglia di maghi, forse un po' troppo rosso-oro e disordinata, ma pur sempre una casa bella e accogliente.

Una casa buona.

“Bolide! giù dal tavolo!” gridò Lily a un gattone bianco e nero, che scese rapido e guizzò tra le gambe magre di Severus, facendolo traballare.

“Scusa” ridacchiò Lily “Il gatto è un po' scemo. Comunque, accomodati, posso offrirti qualcosa?”

“Ehm no. No grazie”

“Sicuro? Un'acquaviola? Un tè delle fate? Un bel bicchiere di whisky incendiario?”

“No davvero, grazie” dire che si sentiva in imbarazzo è minimizzare

“Neanche il whisky?” continuò Lily con tono sorpreso e un sorriso radioso, proprio come se lo ricordava “James fa carte false per il whisky, pensa che devo nascondere le scorte se no lui e Sirius sono capaci di scolarsi tutta la cantina in una sola sera...”

Severus si irrigidì. Il suo cuore perse un battito.

Per un momento si era dimenticato di lui. Del maiale.

“Ah... Uhm, e lui, il signor Potter, è in casa, al momento?” chiese controllato, cercando di mascherare alla meglio tutto il disgusto e l'avversione

“No, è in servizio”

 

-oh Dio, grazie-

 

“Ma che peccato...”

“Sev, finiscila lo so che James non ti piace” gli disse Lily divertita “Non ti è mai piaciuto”

“Oh no...” mentì “diciamo che non è mai stato il mio ideale di amico però, insomma..”

“Tranquillo, va tutto bene” gli rispose divertita e continuò cambiando discorso “Sai, da quando Bellatrix Black è evasa da Azkaban è scoppiato il finimondo. Non ci danno un attimo di tregua, e oltretutto quella scocciatrice di Hepzibah Smith ha pensato bene di chiedere tre guardie a presidio della sua casa, notte e giorno... Certo, ha rischiato di essere derubata, però questo non giustifica un allarmismo così esagerato, non in questi tempi almeno!”

Severus affinò i sensi, quella notizia lo aveva molto incuriosito

“Hepzibah Smith ha rischiato di essere derubata? Di che cosa per curiosità?”

“Non ho capito bene, credo di alcuni gioielli di famiglia”

“Ah...”

“Comunque non siamo qui per parlare della signora Smith” disse Lily allegramente “allora Sev, dimmi di te, come stai? Ho sentito che sei professore ordinario a Hogwarts... È vero?”

L'ammirazione con cui Lily esclamò quelle parole lo fecero arrossire, perciò si limitò ad annuire timidamente, abbassando lo sguardo

“Per Godric, Severus...” gli disse incredula “ Sei il professore più giovane della storia di Hogwarts... È fantastico...”

“Niente di che, anche la McGranitt ha iniziato molto giovane, e poi Silente è stato molto generoso con me, non è stato merito mio”

“Non sminuirti, Silente è stato giusto, tu sei sempre stato un pozionista eccezionale, mi ricordo come correggevi il libro di testo, praticamente lo riscrivevi da capo a piedi”

Severus sorrise. Era vero. Il suo libro di pozioni era praticamente un cumulo di note e correttivi... Chissà dov'era finito...

Senza accorgersene, Severus alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Lily, di nuovo felici e amichevoli. Non potè farne a meno, quel verde luminoso lo travolse come un mare in piena, non poteva credere di essere lì con lei, non poteva credere che una donna dicesse mai l'aggettivo “eccezionale” per riferirsi a lui.

Eppure era successo, e quella donna era lì che lo guardava, felice e speranzosa, ai suoi occhi bella da far male.

“Comunque, professore” gli si rivolse Lily, appoggiandosi allo schienale e incrociando le gambe “Come mai non sei a Hogwarts?”

Quella domanda lo destò e lo riportò con i piedi per terra, alla realtà.

“Si, ecco...mi manda Silente, devo parlarti di una cosa importante, Lily” fece una pausa, sperando che la ragazza notasse la dolcezza con cui aveva pronunciato il suo nome “Riguarda tuo figlio, Harry”

A Lily morì il sorriso nelle labbra.

“Harry? Perchè? Che cosa è successo?”

“È una storia lunga...”

E così il professore cominciò a raccontare tutta la storia della profezia mortale, del piccolo Harry e di un tal mago oscuro non ancora identificato, ma terribilmente potente e pericoloso. Lui e Silente erano d'accordo di non rivelare il nome Tom, sia perchè non erano sicuri che quel “oscuro signore” fosse davvero lui, sia perchè effettivamente non era il caso di combattere una guerra prima ancora che venisse dichiarata.

Lily per tutta la storia aveva fatto di no con la testa e si era messa una mano alla bocca, interrompendolo ogni tre parole per chiedere spiegazioni: Chi avesse vaticinato tale profezia, perchè proprio suo figlio, chi ne era a conoscenza, chi fosse questo maledetto mago oscuro...

Severus dovette lottare contro sé stesso per tenerle nascosta l'identità di Voldemort, sapeva che quello non era il momento e che più avanti avrebbe rischiato volentieri di morire piuttosto che lasciare in pericolo lei o quel piccolo Potter.

Lily naturalmente era sgomenta, angosciata come non l'aveva mai vista. Si era alzata in piedi e camminava avanti e indietro con le mani sul viso, aveva pianto, si era arrabbiata, poi aveva pianto di nuovo.

“Devo dirlo a James, devo dirglielo subito...”

“Mi dispiace di averti dato proprio una notizia del genere dopo tutti questi anni, però Silente ha ritenuto doveroso che voi lo sapeste, e ha mandato me...”

“No Sev, va tutto bene” disse cercando di sorridergli tra la paura e l'angoscia “Anzi grazie, avete fatto benissimo... In fondo è solo un mago oscuro, noi ne catturiamo anche tre al giorno, non sarà certo un problema” si interruppe, insicura “Però sai, quando si tratta di mio figlio è diverso...”

“Capisco, ma vedrai che non sarà niente di grave” rispose riluttante, sapendo che Riddle-Voldemort non era “solo” un mago oscuro...

Improvvisamente, una voce calda e maschile proveniente dal camino del salotto spezzò la quiete, sorprendendoli entrambi

“Lils! Lils ci sei?”

“Sirius?” sussurrò la strega stupita, muovendosi a grandi passi verso il camino, che si era acceso di un fuoco dal volto umano “Che cosa è successo? Perchè sei lì?”

Severus arretrò di grandi passi, per non farsi vedere. Quel nome lo ripugnava tanto quanto quello di Potter.

“Lily devi venire subito in dipartimento, è successo un casino, hanno appena catturato mia cugina e vogliono sottoporle la Veritasserum, l'accusano di favoreggiamento a delinquere, ma è una follia...”

Sia Lily che Severus strabuzzarono gli occhi.

“Che cosa?” esclamò Lily incredula, rimasta ferma alla prima parte “L' hanno presa!? Hanno catturato Bellatrix Black?!”

Sirius fece una smorfia “No, non quella, sto parlando di mia cugina Andromeda! E vogliono interrogarla. Devi venire subito e testimoniare in suo favore, Malocchio è fuori controllo...”

Lily si stupì ancora di più. Conosceva bene Andromeda, era la sua guaritrice di fiducia, nonché una cara amica. Non poteva centrare nulla con Bellatrix.

“Va bene, arrivo... James è con te?”

“...Ciao, Evans!” l'eco di una nuova voce riempì il salotto, una voce inconfondibile che Severus riconobbe subito: James Potter.

“Idiota” gli rispose Lily “Hai poi rititrato la torta alla melassa per il compleanno di mia sorella, vero?”

James tacque, ma rispose Sirius, divertito “Certo Lils, ne ha prese tre”

Lily alzò gli occhi al cielo, naturalmente il marito si era dimenticato.

“Ora dobbiamo tornare in servizio” rispose Sirius “ E Ramoso chiede umilmente scusa...”

“Sì, certo. Dì al tuo amico che se non porta la torta a casa, sta notte può anche dormire su un albero”

“Sarà fatto. Ti aspettiamo”

E così il volto del giovane Auror sparì, insieme alle fiamme e alla luce del fuoco.

Lily fece un sospiro teatrale, poi si girò verso Severus.

“Scusa tanto” gli disse imbarazzata “Di solito non capitano queste cose...”

“Non ti scusare...” le rispose Severus amaro “Sono pur sempre in casa tua”

Lily gli sorrise, arricciandosi nervosamente una ciocca di capelli.

“Voglio presentarti una persona!” gli disse poi, sorridendogli dolcemente.

“Dolly” chiamò quindi Lily verso le scale “Dolly, scendi giù e porta qui Harry! Per piacere”

In meno di due secondi l'elfa apparve con la mano stretta a quella di un bambino dall'aria dolce, con tanti capelli neri e arruffati e un paio di occhialini azzurri.

Harry Potter guardò imbronciato sua madre, mettendosi a braccia conserte in segno di protesta

“Mamma, ma che c'è?” disse infatti “Io e Dolly stavamo giocando ai duelli!”

“Sì lo so, scusa tesoro”

Lily abbracciò forte il piccolo Harry, che incrociò subito gli occhi neri e smarriti di quell'estraneo cupo e nero vestito, fermo al centro del suo salotto.

Mamma...” sussurrò Harry ai capelli della madre, piano ma non abbastanza da non farsi sentire da Severus “ Credo che sia entrato in casa l'uomo nero...”

Lily rise e disse al bambino scostandolo dall'abbraccio

“No Harry, il signore che vedi è un caro amico, è lo zio Sev. Su, saluta!”

-lo zio Sev?-

“Ehm... Ciao” lo salutò Severus per primo, impacciato e ancora allibito per quel nomignolo

“Ciao”gli rispose Harry timidamente, con un leggero sorriso infantile

“Ma che bella maglietta che hai..” si sforzò di dire Severus, guardando la maglietta di Harry, rossa e con la stampa di un boccino d'oro svolazzante.

“Grazie” gli rispose felice il bambino “Me l'ha regalata lo zio Sirius!”

Oh...” fu tutto ciò che riuscì a rispondere il professore, disgustato.

“Bene” disse Lily, con gli occhi rivolti al professore “Severus ti andrebbe di fermarti a cena? Mi farebbe immensamente piacere”

“No, no, grazie” le rispose “Sei molto genitile, ma ora sarà meglio che vada”

“Ma come? Di già? Sono quasi dieci anni che non ti vedo e già te ne devi andare?”

“Mi spiace Lily, ma.. ho altre faccende da sbrigare.. sai, ingredienti da trovare, libri, documenti da portare al ministero..”

-... andare a chiedere perdono al mago oscuro che vuole uccidere tuo figlio...-

“ Capisco” disse la donna, sinceramente triste “ Beh, sappi che sei il benvenuto, qui..”

“Grazie” le sussurrò timidamente, sconfortato “Ti saluto, Lily, stammi bene”

La giovane si morse il labbro, poi con gli occhi lucidi lo chiamò, correndogli dietro

“Sev, aspetta!”

L'uomo si girò di scatto, sorpreso e pieno di aspettativa.

Lily indugiò, voleva dirgli qualcosa d'importante, glielo leggeva negli occhi verdi, ma evidentemente era frenata da qualcosa.

“Sev..” disse dopo un momento che a lui parvero ore “ Io...Mi dispiace

Severus si limitò ad annuire e uscì chiudendosi la porta alle spalle, mentre Lily rimase ferma sul posto, a guardarlo.

 

 

 

N.D.A

buona sera! :)

Prima o poi doveva accadere, e, finalmente, ci siamo. La storia sta prendendo forma, ed ecco che piano piano cominciano a comparire altri personaggi, come la nostra cara Lily Eva... ehm, Lily Potter. Ammettetelo, credavate che avessi inserito la coppia Lily/Severus così a caso, eh? Ihihi ;)

E invece no, ci saranno anche loro due e si intrinsecheranno con la Bellamort... Il mio folle piano è infatti avvicinare queste due coppie totalmente opposte e diverse, ma nel contempo simili e più vicine di quello che sembra: Entrambi infatti sono due amori impossibili, fortissimi, sofferti, ritenuti non corrisposti da una parte (Bellatrix e Severus), calpestati, ignorati e smentiti dall'altra (Tom e Lily)...

Sappiate che comunque la Bellamort resta la coppia principale e quella che verrà trattata più spesso! ;)

A questo punto, vi chiedo per favore di dirmi cosa ne pensate di tutto ciò e anche di questo capitolo in particolare... Vi dirò, come primo incontro di Lily e Severus speravo di fare molto meglio, però mi è venuto così, spero che vi sia piaciuto lo stesso... Naturalmente ringrazio di cuore tutti coloro che leggono, soprattutto chi mi lascia una recensione, sappiate che se non ci foste voi avrei già smesso da un pezzo!

P.S. Ho voluto inserire all'inizio l'utlima strofa del capolavoro di Cocciante, la canzone “Margherita”, perchè oltre ad essere a mio avviso è molto evocativa della Lily/Severus, si sposa bene con la mia storia! ;)

A presto e grazie a tutti,

LadyIce

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


ATTENZIONE: RATING ROSSO.




 

 





“Un’altra immagine di te
Un nuovo modo di vedere le cose.
Eccone una che non sai,
ecco il mio modo di parlarti d’amore.
A te che cerchi di capire
E che provi a respirare aria nuova
E non sai bene dove sei
E non ti importa anche se in fondo lo sai che ti manca qualcosa.
Amami ora come mai,
Tanto non lo dirai,
È un segreto tra di noi,

tu ed io soltanto...”

F. Renga “Vivendo adesso”
 

 

 

Villa Malfoy, tempo presente

 

Devo smetterla di fare questi dannati sogni.”

Bellatrix si rigirò nel letto, esausta e dolorante. Anche se aveva dormito per un tempo immemorabile, continuava a sentire freddo e dolore da tutte le parti, come se fosse appena uscita da un lago ghiacciato.

Che buio...” pensò con indifferenza, guardando il vuoto dell'oscurità“Perchè Andromeda ha sbarrato le finestre?”

Rimase ferma sul letto, in attesa, persa in quello strano e inusuale silenzio. Troppo silenzio. Non sentiva nemmeno l'insopportabile vocio dei piccoli babbani, neanche i dannati frastuoni elettrici dei cantieri e dei... come si chiamavano? Ah, trapani. Che chiasso insopportabile facevano quegli affari, la prima cosa da fare, una volta guarita, sarebbe stata prenderli e ficcarli in bocca a quei babbani costruttori, chissà se così avrebbero avuto ancora voglia di fare casino. Sorrise all'idea, mentre un brivido freddo le scosse la schiena. Oltre al silenzio, faceva assolutamente troppo freddo.

Non era normale, decisamente c'era qualcosa che non andava.

Si guardò intorno, le pareti parevano lontanissime, così come il soffitto, che era tanto alto da sembrare un cielo scuro e minaccioso, niente a che vedere con quello di Andromeda, basso, legnoso e babbano.

Anche il profumo nell'aria era diverso, superbo e agrodolce, come di mirra e cera, così come il letto su cui era sdraiata, molto più ampio e duro, dalle lenzuola tanto setose da sembrare impalpabili...

Bella però era troppo disillusa per lasciarsi entusiasmare da qualcosa, e si limitò a concludere che la sorella doveva averla spostata in un'altra camera, o magari in un'altra casa. Niente per cui entusiasmarsi, insomma.

Decise quindi di alzarsi, ma, appena mosse la gamba destra, un dolore tanto improvviso quanto lancinante la fece trasalire, costringendola a restare dov'era e a riprendere fiato.

Ma che cazzo mi è successo?” pensò fuori di sé, con gli occhi che le lacrimavano per il male e per la rabbia “Ora basta, non ne posso più... basta”

“DROMEDAA!” urlò rabbiosa con la gola che le bruciava “ANDROMEDA! Dannazione! AND...”

Andromeda non c'è, piantala di gridare”

Bellatrix si paralizzò. Una nuova voce aveva parlato, e non era certo quella di Andromeda...

“Ti sei rotta un osso” continuò la voce nell'ombra, calma “Niente di grave”

La strega chiuse gli occhi, inforcando con forza le lenzuola di seta. Il dolore al ginocchio destro era sparito, ma stava per avere uno scompenso cardiaco.

Pregò disperatamente la propria mente di tacere e di smettere di tormentarla, mentre quello che riteneva un sublime incubo si era alzato e si stava avvicinando verso di lei, silenzioso come uno spettro nel buio.

Oh, Salazar, basta, ti prego...” pensò disperata, mentre la presenza straniera sempre più vicina“Io non sono pazza, non sono pazza...”

“Smettila di fare l'idiota” le ordinò Tom Riddle con tono spazientito “Apri gli occhi”

Come di fronte a un comando inesorabile, la donna lo fece subito, e, la prima cosa che vide, furono due schegge rosse e acuminate...

Bellatrix si alzò bruscamente a sedere, incurante del dolore, e senza pensare gli afferrò un polso, come per accertarsi che fosse vero, stringendolo con la poca forza che le era rimasta. Anche se non ce n'era bisogno, riconobbe subito la sua pelle fredda, il profilo delle ossa e il suo profumo fresco, boscoso e gelato...

Era lui. Davvero lui.

“Bellatrix” scandì Tom a voce alta, aggirando il baldacchino con passi felpati “Che cos'è tutta questa smania? Calmati”

Lei infatti respirava rumorosamente, e, non appena vide il suo viso illuminato dalla luce, non potè più trattenersi più, iniziando a piangere dopo sette anni di rigido contenimento.

Non capiva più niente, vedeva tutto confuso e appannato, la testa le doleva, la gola bruciva, i tremori le addoloravano l'arto rotto e la schiena... E lui era lì che la fissava, diverso, freddo, scocciato.

Bella cercò subito di calmarsi e di trattenere le lacrime, ma non ci riuscì, queste cadevano ribelli e impetuose come fiumi nel mare.

“Tu... Sei tu?” la voce le uscì roca e flebile, e Tom le sorrise distaccato, allungando una mano per accarezzarle il viso. La strega aveva la pelle liscia e sottilissima, tanto bianca da sembrare trasparente, peccato che era bagnata dalle lacrime.

“Sono io, e tu faresti bene a calmarti”

“I-io..s-scusa, mi.. mi dispiace” sussurrò tra i singhiozzi, asciugandosi gli occhi con violenza, quasi volesse punirseli “I-io..Non ci riesco a... Mi dispiace”

Tom la fissava senza battere ciglio, con la bacchetta di fenice ben stretta nella destra, infastidito dall'intensità dei suoi sentimenti.

“Ho capito” le rispose incolore “Presumo che tu sia felice di essere tornata tra noi, è comprensibile”

Bella annuì subito, anche se non era certo quello il motivo.

“Ti ho... Beh, ti abbiamo cercata a lungo da quanto sei scappata da Azkaban” continuò apparentemente tranquillo, appoggiandosi alla testata di velluto “Credevamo che non volessi farti trovare, che ci serbassi rancore...”

Per qualche inspiegabile motivo, Bellatrix non rispose subito: I fili invisibili del risentimento, della rabbia e dell'orgoglio le impedirono drasticamente di mentire. Perchè, nel profondo del suo inconscio, lei non solo gli serbava rancore, ma proprio lo odiava, violentemente e sinceramente, per tutto quello che le aveva fatto e per gli anni di vita che le aveva rubato, con quella condanna improvvisa e spietata come la morte.

L'odiava molto, sì... Peccato però che l'amasse ancora di più.

“No” mentì infatti, dopo un po', con la voce incrinata dai singhiozzi “Io non... non ti serbo rancore, non potrei”

“Bene” le sussurrò Tom tra i denti, percependo tutta la portata di quell'esitazione “Meglio per te”

Quell'incertezza lo fece infuriare... Ma come osava?

Era forse colpa sua se lei era stata così molesta e appiccicosa da tormentarlo e distoglierlo dal suo unico obbiettivo, ovvero l'immortalità? Era forse colpa sua se lei lo distraeva e lo faceva sentire così schifosamente umano? Certo che no.

La guardò attentamente, Bellatrix era così debole e smarrita, sembrava un uccellino con un'ala spezzata, lei, che era sempre stata la guerriera più forte e spietata di tutti, delicata ma letale, come un fiore venefico.

Vederla così, delusa e distrutta, lo fece arrabbiare ed eccitare al tempo stesso.

“Ora che hai smesso di frignare” le disse svelto, sedendosi sul letto a gambe incrociate “Spiegami come sei riuscita a scappare e perchè diavolo ti sei rifugiata proprio da quella sorella traditrice”

Bellatrix lo guardò sconvolta. L'unica cosa che aveva colto era stata la sua improvvisa seduta sul letto.

“Allora?” la incalzò infastidito, con gli occhi che scintillavano di rosso “Non me lo vuoi dire?”

Bella ebbe un sussulto, una paura irrazionale e innata prese lo stomaco e le salì fino alla bocca, impedendole di riflettere.

Cos'era quel rosso?

“Io... Io non lo so...Ti prego”

“Come sarebbe non lo sai!? Mi prendi in giro?”

Bella si ranicchiò contro la tastiera del letto, quasi volesse scappare

“Ti prego” lo implorò con una vocina sottile “Ti prego, non lo so...”

Eccitante, supplicante...

Senza rendersene conto, il mago le aveva messo una mano sopra la gamba rotta, coperta da chissà quanti strati seta e piume. Le aveva placato il dolore, e stranamente non aveva voglia di farglielo tornare. Iniziò ad accarezzarla su e giù, al di sopra delle coltri, mentre lei lo guardava con gli occhi spalancati.

“Va bene, non ti agitare” le disse tenue “ Piuttosto, ho una cosa per te”

Si girò per estrarre dal soprabito sartoriale una bacchetta di noce, lunga e rigida. Bellatrix dischiuse le labbra dalla sorpresa, le gote le si arrossarono

“La mia bacchetta!” esclamò emozionata, strappandogliela di mano “Oh, Salazar...”

Tom la guardò mentre la impugnava fremente di gioia, con gli occhi che sfavillano come carboni. Era ancora bella, pensava, e per un momento l'aveva ancora guardato con quello sguardo tutto suo, adorante e inquieto al tempo stesso.

Gli era mancato quello sguardo soddisfacente, quella dipendenza così lusinghiera e opportuna che solo lei sapeva dimostrargli, in silenzio e senza pretese, con la dignità di una regina.

Non appena tornò a guardarla, però, rimase basito: La strega si era portata la bacchetta alle labbra e la baciava delicatamente, per il lungo, proprio come faceva con lui qualche anno fa...

Distolse subito lo sguardo dal suo viso, ma si ritrovò a sondare la sua figura con insistenza. I contorni del suo corpo si intravedevano appena, ma abbastanza per fargli capire che era nuda o quasi, alla sua mercè, il frutto succulento di anni infernali che ora voleva assaporare e leccare fin nell'osso.

E il desiderio pulsò inesorabilmente.

Come la odiava quando succedeva, soprattutto se lo riduceva così senza neanche accorgersene, come in quel momento. E quella bacchetta, poi? Aveva occhi e bocca solo per lei, pareva più contenta di riavere quell'arma che averlo rivisto.

Inaudibile.

Si mosse quindi per riprendersela ma, prima che potesse farlo, Bella lanciò una fattura contro una gabbia per uccelli, facendo strillare dal dolore tre piccoli pavoncini bianchi.

“Bella!” la chiamò esigente, stringendole con violenza la mano che impugnava l'arma “Smettila di giocare, io sono ancora qua!”

Bellatrix arrossì, stringendosi nelle spalle.

“Scusa, non stavo giocando, volevo solo riprovare...In questi anni ho desiderato così tanto...”

Tom le strinse più forte la mano, guardandola dritto negli occhi

“Che cosa, Bella?” le sibilò appena “Cosa hai desiderato?”

“La m-magia”

E poi?”

Bellatrix si limitò a gemere dolore senza rispondere, di nuovo quel senso di paura la invase completamente.

 

Avanti, dillo, dillo mia piccola sgualdrina...

 

“Io... Non lo so, volevo solo uscire...”

Tom le lasciò la mano, furibondo.

Perchè la strega non coglieva? Un tempo a quest'ora lo aveva già accolto da un pezzo, perchè ora no? Probabilmente si disse che era solo troppo confusa e turbata per capire, e che magari con un altro approccio...

“Comunque sia, vedo che hai gradito” le disse dolcemente, facendo un cenno verso la bacchetta

“Oh, sì” gli rispose commossa “Immesamente, grazie”

“Non ringraziarmi, mia Bella” le rispose vellutato, carezzandola con lo sguardo “Mi aspetto grandi cose da voi e dalla vostra magia... Perchè, tu sei ancora la mia strega, non è vero Bella?”

Tom la guardò avvampare compiaciuto, sbilanciandosi su un fianco per farsi più vicino. Ora sì che si ragionava.

“Oh, io...”

“Lo prendo come un sì” l'anticipò con un sorrisetto “E sei ancora la mia ragazza?”

Lei lo guardò allucinata, ma quegli occhi rossi e affusolati la costrinsero ad abbassare subito lo sguardo.

Che cos'era diventato?

“Vuoi che me ne vada, Bella?” la canzonò Tom, di nuovo

“No!” sbottò lei, terrorizzata al solo pensiero “Oh no! Non vorrei mai, non andartene, non ora che sei qui, ti prego non and..”

“Ma sentiti, sei più patetica di quello che ricordavo” la interruppe lui con finto disprezzo, mentre il suo orgoglio esultava in silenzio “Vuoi davvero che resti?”

Bella deglutì a vuoto. Era vicinissimo.

“Sì, ti prego”

“Va bene... E cos'altro vuoi da me?”

La guardò allusivo, ma lei parve non accorgersene. Era talmente lontana da una simile eventualità che neanche ne covava il sospetto. Insomma, come poteva volerla in quello stato? Lui, che era diventato più bello e maestoso di un angelo sterminatore?

La strega si limitò infatti a sorridere timidamente, illudendolo, schiudendo le labbra pallide ma carnose.

“Nient'altro che questo, Tom”

Bellatrix gli parlò con rispetto, ma capì dalla sua espressione incredula che quello che aveva detto non andava bene... Ma non se ne preoccupò, per lei tutto ciò era solo una finzione. Si era infatti autoconvinta che tutto quello che stava succedendo non esisteva, che era frutto di un sogno malato, e che, presto, si sarebbe trovata di nuovo in quella cella lurida e gelida, da sola e nella quiete dei suoi tormenti.

Una cosa però era certa, quel mago che vedeva non era Tom.

Gli assomigliava, aveva lo stesso sorriso affilato e la stessa voce suadente, ma non era lui... Era meglio.

Ancora più bello di come se lo ricordava, aveva qualcosa di diverso nell'aspetto e nello sguardo che non riuscì a cogliere, che era lampante ma indecifrabile allo stesso tempo, come la sensazione di minaccia che percepisce la preda, quando il felino è nascosto nell'erba alta. E quelle iridi inumane ne erano la prova, vistose nel suo viso pallido come rubini in mezzo alla neve.

Belle, inquietanti, rosse.

“È inutile che ti sforzi” le sussurrò Tom con un sorriso assorto, interrompendo il flusso dei suoi pensieri “Tanto non lo capirai mai”

Bellatrix lo guardò curiosa, per nulla sorpresa che le avesse letto la mente.

“È un segreto, Bella...”

“Sei cambiato”

“Sì, ma in meglio, a differenza tua”

La vide abbassare lo sguardo, risentita. Adorava il fatto che lei credesse a tutto quello che le diceva, sempre e comunque, senza neanche un ragionevole dubbio.

“Comunque non è stata una mia scelta...”

Il sorriso di Tom scomparve “Che cosa?”

“Non sono andata da Andromeda di mia volontà” gli rispose asettica “Mi sono ritrovata lì, dopo Azkaban”

“Sei fuggita da sola?”

“No... C'è stato qualcosa mi ha trascinato fuori” replicò incerta “Prima di svenire ho visto come un punto di luce, bianco, tanto luminoso da essere accecante, che si faceva breccia tra i dissennatori e veniva verso di me, volando...”

Alzò lo sguardo verso di lui, cercando una vaga forma di comprensione, ma tutto ciò che trovò fu solo uno sguardo fisso e apatico, di quella calma minacciosa che non preannuncia niente di buono.

“Mmmh, interessante...” esclamò Tom dopo una pausa, rigirandosi la bacchetta tra le mani “Quindi, mi stai dicendo, che ti ha liberato un angelo, Bellatrix?”

“No! No, certo che no” si corresse subito, arrossendo e sentendosi una perfetta idiota “Sicuramente me lo sono solo immaginato, non stare ad ascoltarmi”

“In effetti non sarebbe la prima volta che ti immagini le cose”

Che sogno scortese...

“Ne riparleremo, ora non ho voglia di parlare...” continuò Tom, insinuando una mano sotto le coperte, come un serpente che si infila nella tana. Le toccò le gambe, erano piacevoli, calde e lisce.

“Bellatrix, tu lo sai, sai dentro di te che ho dovuto farlo, lo capisci...”

Lei trasalì, ma non si lasciò distrarre, quello che le aveva detto era più importante.

“No” gli rispose infatti, cercando di non fare caso al suo tocco “Non riesco proprio a capire”

“Sì, invece” insistette impaziente “Io dovevo stare da solo, e con te non era possibile, chiuso il discorso”

Bellatrix lo guardò sgomenta, arrossendo per il rancore e la rabbia che aveva covato e represso per più di sette anni.

Che cosa?” esclamò furibonda, con il suo tipico sguardo infervorato “Come sarebbe volevi stare da solo? E c'era bisogno di sbattermi ad Azkaban per farlo?”

“Bella...”

“No!” disse fuori di sé dalla rabbia “Tu non sai che cosa ho passato io! Non puoi neanche immaginarlo! Sette dannati anni in quell'inferno, da sola, senza sapere il perchè, il come, senza sapere se sarebbe mai finito, se sarei mai potuta uscire viva!Avevo solo la vana speranza che un giorno tu tornassi e mi portassi via, e ovviamente non mai successo!”

“Sai benissimo che non ti avrei lasciata lì per sempre”

Bellatrix lo guardò infuriata, in un modo così intenso e sincero che lo sorprese... Se davvero stava sognando, infatti, tanto valeva parlare a chiare lettere.

“No che non lo sapevo! Come potevo saperlo? Come potevo sperarlo se non mi hai neanche dato il coraggio di farlo? Non una parola, non un segno o un messaggio in sette anni! Non sapevo neanche se eri vivo!!”

Di nuovo sentiva le dannate lacrime bruciarle gli occhi. Non aveva versato neanche una lacrima per sette anni e lo stava facendo proprio ora davanti a lui. Imprecò mentalmente, ma non riusciva a controllarsi.

Ma a quel punto neanche lui potè più controllarsi... Era troppo.

Quell'odio puro e tangibile, accompagnato dalla rabbia repressa, furono come afrodisiaci deliziosi e irresistibili, troppo forti per essere ignorati.

Velocissimo, si avventò sopra di lei e la scoprì tutta, infilando entrambe le mani sotto la veste di seta che le avevano infilato gli elfi di Malfoy Manor, riempendosele del suo corpo magro, testimone dell'inferno appena passato. Bella squittì sbigottita, con le braccia e il corpo rigido, mentre lui le baciava il collo con la lingua e con i denti.

“Tom...” ansimò incredula, infiammandosi “Tom che cosa...”

Stai zitta”

Senza tante cerimonie le mise una mano in mezzo alle gambe, oltre gli slip, trovando facilmente la parte caldo umida che cercava. Iniziò ad accarezzarla con prepotenza, facendola ansimare come se stesse affogando nell'acqua e non tra sue braccia.

“Sei ancora arrabbiata con me?” le sussurrò, prendendole il mento in modo che lo guardasse negli occhi “Dimmelo, Bella, mi serbi ancora rancore?”

Per rispondergli, lei cercò di baciarlo, con la bocca aperta e le pupille dilatate dall'eccitazione. Ce l'avrebbe fatta, ma lui le spinse la testa giù sul cuscino, con forza.

“No, così, no” la rimproverò sorridente, smettendo di toccarla “Devi portarmi rispetto, le cose non sono più come le ricordi, adesso io sono lord Voldemort, il signore e padrone di tutti i purosangue, tutti coloro che conosci e che stimavi ora mi mi servono e mi temono come schiavi, fanno tutto ciò che voglio...”

La sua espressione infiammata e adorante gli strappò un sorriso compiaciuto

“E tu sei disposta a farlo?”

Bellatrix annuì vigorosamente, senza ragionare, infatti arpionò la sua schiena con la gamba sana, sentendo subito l'erezione che spiccava dai pantaloni. Ci si spinse contro, voleva solo quello.

Ma Tom reagì male, le afferrò la gamba e gliela spinse giù con forza, balzando via veloce come si era sdraiato.

“Che cosa ti ho appena detto!” tuonò rabbioso “Azkaban ti ha fatto diventare stupida, oltre che brutta?”

“No, no ti prego!” gemette terrorizzata, mentre il freddo le intirizziva la pelle “Non volevo, non andartene...”

Lo vedeva già scomparire nel nulla, proprio come sette anni fa, mentre la cella di Azkaban le ritornava agli occhi, con le urla, i pianti e gli ululati ovattati dei dissennatori... Stava per mettersi a gridare, ma l'altro si mosse prima, ammutolendola dalla sorpresa.

“Va bene” le sussurrò con finta dolcezza, aderendo al suo corpo come un balsamo aderisce su una ferita “Ti perdono, mia Bella, ma solo perchè non sapevi...”

Le accarezzò il ventre concavo, poi scese nel linguine, aprendole le gambe e sentendola contrarsi in modo delizioso.

“Oh... ti prego, fallo subito...”

“Almeno in questo non sei cambiata” le soffiò divertito, mentre le sue mani e i suoi occhi avevano ripreso a perlustrarla con più vigore.

Bella cercava disperatamente di stare ferma, ma appena capì che la stava spogliando si contorse con una smorfia.

“Uhm..no” piagnucolò debolmente, senza opporre alcuna resistenza “Non farlo, sono orribile”

Shh...”

La seta gnomica si lacerò in due sotto il suo tocco, lasciandola nuda, e lui si immerse in quel tripudio di sofferenza e sensualità, iniziando a venerarla con baci e morsi voluttuosi, le unghie conficcate nella sua schiena scheletrica.

Bella a quel punto smise di pensare e si lasciò travolgere da quel maremoto di piacere e dolore insieme, assecondando i suoi movimenti e spingendogli la testa contro di sé, con una mano tra i suoi capelli e l'altra sotto la camicia, negli addominali appena accennati.

“Sei mia, Bella” le sussurrò suadente, alzando il volto stropicciato “Sai bene che non ti avrei lasciato lì per sempre, sai quanto sono attaccato alle mie cose...”

Tolse le dita da dentro di lei e si sostituì rapidamente con un colpo secco, dopo averle messo la gamba sana intorno al proprio fianco, mentre l'altra, addormentata rimaneva distesa rigidamente sul letto.

Bella cercò di baciarlo, ma lui scostò il viso malamente, facendole segno di no

 

 

 

 

 

N.D.A

Salve a tutti :)

Tanto per incominciare, scusate l'immondo ritardo... Ma sappiate che è stato un periodaccio, pieno zeppo di impegni mattina e sera, una roba allucinante e mai successa... PERÒ ora dovrebbe andare meglio, molte incombenze sono finite e quindi credo che avrò più tempo sia per scrivere che per leggere e recensire le storie che sto seguendo :)

Coomunque, sappiate che a me questo capitolo piace molto e che mi sono divertita molto a scriverlo (Chissà perchè? :D)

.....Però, sono stata combattuta fino all'ultimo, non sapevo se era il caso di pubblicare questo o la sua versione più “soft”, ma come potete vedere, alla fine, ho optato per questa qui.. Beh, ditemi che ho fatto bene. °.°

Altra cosa, ho cercato di rispettare il carattere originale dei personaggi, se vi sembrano OOC ditemelo pure che vi spiego il mio punto di vista :)

Niente, spero tanto che il capitolo vi sia piciuto e che mi lascierete una piccola recensione :)

...Ps: Avete visto che bel banner? ^^ Me l'ha fatto Black Beauty con le sua manine! Un plauso a lei e alle sue storie, please <3

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***



Villa Malfoy

 

Ahia! Fai piano, maledizione!”

“Scusa” si giustificò Narcissa, smettendo di pettinare i capelli di Bellatrix “Non è colpa mia, questi non sono capelli, sono corde, di questo passo diverranno ricci come quelli di papà”

“Non dire sciocchezze” la fulminò Bella, non senza controllarsi la chioma “E comunque meglio così che come i tuoi!”

Narcissa sorrise, per nulla offesa. Bella si era svegliata quella mattina stessa, dopo tre giorni passati a dormire, e già aveva messo a soqquadro il Manor e la sua vita.

Si erano salutate per la prima volta qualche ora fa, Narcissa l'aveva vista scendere le scale zoppicando e con la coperta arrotolata addosso, e si era precipitata da lei per abbracciarla, in uno strano quanto sincero slancio di affetto.

E Bella, altrettanto stranamente, le rispose, con un sorriso ebbro di gioia e uno sguardo trasognato, come se si fosse appena drogata.

Azkaban le ha dato alla testa” pensò Narcissa mentre si erano sedute e facevano colazione, osservandola fissare le finestre, con fare deliziato “Non è più lei, povera la mia Bella...”

Rivederla dopo tanti anni era stato quasi un trauma per Narcissa, perfino il compostissimo Lucius per poco non si era quasi affogato con l'Ogden Stravecchio appena l'aveva vista comparire sul tappeto del salotto, sorretta da lui.

Erano infatti piombati con la dirompenza di due stelle cadenti, senza alcun preavviso e durante l'ora di pranzo, mentre la famiglia era serenamente riunita a tavola.

Bellatrix era svenuta e sporca di neve, mentre lui aveva un'espressione tesa e tirata, e tutto ciò che gli disse fu un secco 'fatela rinvenire', senza aggiungere altro o tanto meno dare spiegazioni. E naturalmente Lucius si adoperò subito, dedicando buona parte della servitù e il terrorizzato curatore di famiglia alla cura della strega.

Narcissa invece non sapeva come sentirsi, se felice, delusa o magari arrabbiata. Dentro di sé era contenta che la sorella fosse viva, però il fatto che stesse in casa sua e che presto sarebbero arrivati tutti gli altri mangiamorte, da Piton ai fratelli Lestrange fino a Karkaroff, la mandava in escandescenza.

Non bastava Riddle, adesso anche Bellatrix dove vivere con loro? No, non poteva sopportarlo, era come se la sua adorata villa fosse diventato un centro per maghi oscuri e completamente rimbecilliti, assolutamente inaccettabile.

Quando poi aveva sentito che la strega per tutto quel tempo era stata nascosta da sua sorella Andromeda e che, a quanto pareva, l'avesse fatta evadere proprio lei, non potè crederci, e un sentimento molto simile alla gelosia le sfociò dentro con forza. Che Andromeda si fosse redenta e avesse capito che genere di disonore avesse recato all'antichissimo casato dei Black?

Non le pareva possibile, così come non era possibile che Bellatrix si fosse lasciata accudire da una come lei... Certo che era molto cambiata, pensò, e non solo fisicamente. Oltre al sorriso trasognato, aveva una strana luce negli occhi, come se fosse perennemente ispirata da qualcosa, e teneva sempre la bacchetta in mano, senza mai separarsene, neanche a tavola o nel bagno. Eppure l'assenzio era intatto...

“Cissy, devi procurami un altro distillato capillare” ordinò Bella “quello che hai puzza ed è totalmente inutile, così come tutti i tuoi oli per il corpo, hanno un odore repellente”

“Il gelsomino per te sarebbe un odore repellente?” replico Narcissa, pacata “Avresti bisogno di rispolverare un po' di buone maniere, guarda come hai ridotto la mia sottoveste”

Indicò con un cenno del viso lo straccio di seta nera ai piedi del letto, accartocciato e completamente sbrindellato. Bellatrix sorrise, alzando le spalle senza rispondere.

“Era di seta filata, hai idea di quanto l'abbia pagata?”

“È un ottimo pretesto per comprarne delle altre”replicò pungente “Magari di pizzo rosso e con le coppe più grandi, molto più grandi...”

“Finiscila Bella, non è divertente” soggiunse fredda, riprendo a pettinarla “Come hai fatto a ridurla così? Sembra che ci abbia dormito un drago in quel letto, non una persona”

Narcissa parlò con cognizione di causa, notando che l'altra era arrossita e aveva rifatto il sorrisetto trasognato della mattina prima. Evidentemente i suoi sospetti erano fondati, per quanto le pareva folle e assolutamente impossibile.

“Ho avuto una notte movimentata” disse candidamente Bella “Dopo che passi gli ultimi sette anni della tua vita in galera, le tue buone maniere finiscono tutte nel cesso, anche quando dormi”

Narcissa le lanciò un'occhiata scettica, senza dire una parola.

“Comunque ti ho pensato spesso” accennò appena “Mi sarebbe piaciuto venire a trovarti ma non ho potuto, era troppo rischioso per mio marito farmi vedere con te, soprattutto in questo momento”

“A quanto pare è stato rischioso per molti” soggiunse Bella, sarcastica “Immagino che sia stata dura per te restare chiusa qui dentro a impartire ordini e a cambiarti d'abito, non è vero Cissy?” la bionda la guardò in modo dispiaciuto, ma la strega continuò “Mentre io ero chiusa là dentro a sputare sangue, da sola e con i dissennatori come unica compagnia?”

“Non essere ingiusta” scandì severamente “Non è stata colpa mia se qualcuno ti ha consegnato agli Auror e ti ha fatto rinchiudere apposta, la notte di sette anni fa”

Bellatrix si girò di scatto, così veloce che Narcissa le strappò inavvertitamente dei capelli con la spazzola

“Ha dovuto farlo!” tuonò furibonda “Non ti permettere di giudicare quello che fa, è sempre giusto!”

“Hai ancora il coraggio di difenderlo?” Narcissa la guardò sconvolta “Ancora lo difendi dopotutto quello che ti ha fatto?”

“Ha avuto le sue buone ragioni, e ora chiudiamo il discorso”

“No che non lo chiudiamo! Ti ha rubato sette anni di giovinezza” continuò ostinata “Come puoi averlo già perdonato? Dove trovi la forza di farlo?”

Bella si rigirò di fronte allo specchio, guardando il suo riflesso con un'espressione vuota, quasi contemplativa. Fece un sorriso prima di rispondere.

“Mi fido di lui” rispose dolcemente “Non posso fare altro, è tutta la mia vita”

Le due donne si guardarono per un momento, e Narcissa annuì, sforzandosi di comprenderla.

“Anche Lucius è la mia vita” le disse calma, sedendosi nella poltroncina affianco alla sua “Farei di tutto per lui, ma non credo che riuscirei a perdonargli un torto simile, anche perchè Lucius non lo farebbe mai. Preferirebbe mille volte richiudere se stesso ad Azkaban piuttosto che rinchiudere me, sua moglie... capisci cosa voglio dire?”

“Sì”

“E allora?” insistette “Come puoi...”

“È complicato” la interruppe “Non si può spiegare a parole e tu comunque ti rifiuteresti di comprendere. Lui merita questa sofferenza, Cissy, merita tutto il dolore e tutti gli anni persi là dentro, merita questo ed altro, e sarei disposta a rifarlo per lui, perchè lo amo e perchè finora sono stata l'unica ad aver capito chi è veramente e cosa è in grado di fare!” fece un sospiro “Voi altri stupidi non ve lo immaginate neanche, solo io l'ho capito... E lui lo sa”

Narcissa la guardò incredula, con un' espressione a dir poco confusa

“Stai delirando, Bella, sei completamente matta” esclamò convinta “Come puoi dire una cosa del genere? È di un uomo che stai parlando, non di un dio! Nessuno può valere tutta questa sofferenza, tanto meno un mago che non è neanche... neanche...”

Bellatrix la guardò dritta negli occhi, in un tacito invito a proseguire, con la bacchetta minacciosamente stretta in mano.

Narcissa sospirò “...Buono, ma cattivo, crudele ”

Bellatrix le sorrise, la sorella minore come sempre si era dimostrata troppo debole per ribellarsi o dar voce ai suoi veri pensieri, a differenza sua.

“Lui non è crudele, è solo giusto” le rispose Bella dolcemente “Ciò che fa, lo fa per noi e per la nostra magia, per salvaguardarla e mantenerla viva. Dovremo essergli tutti grati, se non ci fosse lui i maghi finirebbero estinti nel giro di un paio di secoli”

Narcissa tacque, capendo che tutti i tentativi di farla ragionare sarebbero stati vani, come parole gettate al vento.

Inutile dire, però, che anche lei ne fosse d'accordo. Dopotutto era cresciuta in una famiglia di inflessibili purosangue, che le aveva inculcato fin dalla tenera età gli ideali di purezza, meritevolezza e nobiltà magica e, come Bellatrix, anche lei riteneva i mezzosangue delle fecce, degli indegni portatori di bacchette magiche, ma da qui a eliminarli fisicamente, a torturarli o a seviziarli...

“Sarà, ma c'è modo e modo di praticare la giustizia” soggiunse “E non credo che la tortura e l'omicidio rientrino tra i metodi contemplati dalla legge...”

“Però sono i più efficaci” ghignò Bellatrix “Tu come credi che facesse il grande Serpeverde con i mezzo-babbani dei sui tempi, eh?”

“Non lo so e non voglio sapere”

“Li torturava a morte” continuò Bella lo stesso, piena di entusiasmo “Finchè non vedeva il loro sudicio sangue uscire dalle loro sudicie bocche, e dopo ciò li dava in pasto ai suoi basilischi, ancora vivi, riempendosi le orecchie delle loro urla e del rumore delle loro ossa che si spezzavano tra le zanne...”

“Basta! Santo Cielo, Bellatrix!” sbottò Narcissa, con una smorfia disgustata “Chi ti ha detto queste atrocità? Ah, lo so, uno a caso...”

“In verità me le ha dette Rod” precisò “A proposito, lui come.. come...”

Lasciò la frase a metà, incerta, e Narcissa sorrise, contenta di toccare l'argomento 'Rodolphus'.

Come sta, dici? Bene, molto bene a vederlo, è così cambiato...”

“Si è sposato?”

Il sorriso di Narcissa si allargò “No, benchè abbia ricevuto molte proposte da tante purosangue, ha preferito restare libero e riservarsi alla sua promessa sposa, un uomo ricco e attraente come lui”

Bellatrix roteò gli occhi al cielo “Cissy, per Salazar, sono appena uscita da Azkaban...”

“Ho solo risposto alla tua domanda, sorella” replicò con fare innocente “E comunque presto lo vedrai, viene qui spesso, è molto amico di Lucius e a quanto pare di Vold...”

“Sì” la interruppe subito Bellatrix, arrossendo “Ho capito”

“Bene”

Quel nome la attirava e intimoriva al tempo stesso. Non sarebbe mai riuscita ad esclamarlo ad alta voce, questo era certo. Come non sarebbe mai riuscita ad amare Rodolphus, forse...

 

Avevano appena rivissuto parecchi attimi di quando erano bambine, Cissy che le pettinava i capelli e lei che si lamentava, Bella che le diceva cose paurose e la piccola Narcissa che si spaventava e piangeva fino all'arrivo di Andromeda, consolatrice e mediatore ufficiale della famiglia.

“Mi ricordi tanto Andromeda, Cissy” le disse con un pizzico di malizia “ Sei tenera e delicata come lei, a volte mi domando come possiate essere mie sorelle”

A quella frase apparentemente innocua, Narcissa si tese e la sua espressione si incupì, come se Bellatrix l'avesse offesa.

“Cosa c'è sorella?” le domandò curiosa “Ho detto qualcosa di sbagliato?”

“Mi chiedo come fai a parlare di quella con tanta semplicità. O forse, lei ti ha celato la verità...”

“Verità?” ripetè confusa, stringendo inavvertitamente la bacchetta “Di quale verità stai parlando?”

Narcissa sorrise compiaciuta.

Naturalmente Bella non sapeva niente, e se c'era una cosa che la bionda aveva bramato in questi anni, quella era di sfogarsi e sparlare liberamente di Andromeda con la sorella più fanatica della famiglia, senza preoccuparsi dell'etichetta o di altri stupidi formalismi. Le sembrava un sogno.

“Ma come non te l'ha detto?” le rispose beffarda, mettendosi comoda sulla poltroncina affianco alla sua “Non ti ha presentato la sua bella famigliola di mezzi babbani nei due mesi che avete passato insieme? Dunque è anche bugiarda, non solo traditrice...”

Bella si staccò dallo schienale, guardandola come se fosse un fantasma.

“Cosa stai dicendo?”

“Sto dicendo che nostra sorella Andromeda, mentre tu eri in giro a spassartela chissà dove, ha tradito e infangato il nostro buon nome sposandosi con un lurido Sanguesporco” Bellatrix sgranò gli occhi, e Narcissa continuò, trionfante “Sì, hai capito bene, Bella, ha anteposto al suo sangue, al nostro sangue, un pezzente da marciapiede figlio di due babbani, che naturalmente si è approfittato del danaro e dello stato sociale di nostra sorella. E ha avuto anche una figlia con lui, una creatura orrenda, la bambina più brutta e sgraziata che abbia mai visto, identica a quel cialtrone di suo padre, con dei capelli talmente ridicoli che quando li ho visti stavo per sve...”

“Non è possibile”la interruppe Bellatrix, scioccata“Andromeda non lo farebbe mai, è nostra sorella, è cresciuta con noi, è cresciuta con me, non può aver fatto una cosa simile!”

“E invece l'ha fatto” rispose Narcissa asciutta “E io ho avuto anche la sfortuna di conoscere il marito, un certo Edward Tonks, un mezzo babbano di ultima categoria che venne smistato Tassorosso, oltretutto, proprio come Ninfadora quest'anno, nostra nipote...”

Bella cominciava a sentirsi male.

Improvvisamente le era salita forte la nausea e le sembrava che la stanza avesse iniziato a girarle intorno, facendole venire i brividi e la voglia di gridare, gridare e dimenarsi proprio come ad Azkaban.

Dov'era lui? Perchè non tornava?

La pura e preziosa Andromeda con un Sanguesporco? La nobile e antichissima e casata dei Black macchiata per sempre, di nuovo? Non era bastato il piccolo Sirius, ora anche lei, sua sorella preferita?

Tutto ciò che voleva in quel momento era scacciare Narcissa e parlare con lui. Solo lui sarebbe riuscito a calmarla, solo lui era capace di dire quelle due parole che bastavano a risolvere tutto, a far sembrare la peggiore delle prospettive un evento favorevole e fortunato.

“Bella, sei scioccata, non è vero?” le domandò Narcissa cautamente, scrutando il suo viso spaurito e arrossato “Come ti capisco, sorella mia, ma non temere, Andromeda è stata bandita e diseredata dalla famiglia, esattamente come quel degenere di nostro cugino. Gli elfi hanno già provveduto a bruciare il suo viso dall'albero genealogico”

Andromeda bandita, Sirius, il viso bruciato... Troppe informazioni in una volta, sentiva che stava per scoppiare...

“Perchè non arriva?” si lamentò Bellatrix, prendendosi i capelli con fare nervoso “È già sera ormai, perchè non torna?”

Narcissa la guardò confusa, anche se aveva capito perfettamente a chi si stesse riferendo.

“Non so di chi stai parlando...”

“Certo che lo sai!” urlò isterica, facendo esplodere una boccetta di profumo “Ho bisogno di lui qui, ti prego chiamalo, fai qualcosa!”

Gli occhi scuri di Bellatrix si inumidirono distintamente, lasciando Narcissa a dir poco basita.

“Io non ho nessun potere di richiamarlo” soggiunse Cissy seria, omettendo il 'per fortuna' che stava pensando “Però non tarderà, ha passato l'intera estate tra queste mura, e lo so bene perchè c'ero anch'io... vedrai che presto sarà qui”

Il broncio triste di Bella mutò molto velocemente in qualcos'altro, passando da sconfortato a minaccioso in meno di un istante.

Hai passato tutta l'estate con lui!?” sibilò alzandosi pericolosamente in piedi, il viso un misto di furia e disperazione “Allora!? Sei stata con lui?”

“Oh, per carità, Bellatrix! Lasciami andare!” si difese Narcissa, riferendosi al braccio che la donna le aveva dolorosamente afferrato “Non essere sciocca, l'avrò visto si e no due volte, lui mi ha sempre ignorata e io certo non ho fatto nulla per fargli cambiare idea, anzi! E lasciami!” la strattonò con forza, offesa che la sorella potesse pensare una cosa del genere “Non credere che mi abbia fatto piacere restare qui con mio figlio, sapendo che c'era un assassino che vagava come un fantasma per i miei corridoi... Ho passato momenti orribili a causa sua, si divertiva a spaventarmi”

Bella non potè trattenere un ghigno, e Narcissa continuò “E dato che siete così intimi, perchè non lo chiedi direttamente a lui?”

Le scoccò un'occhiata allusiva, inarcando le sopracciglia.

“Ti ho sentito ieri notte, hai fatto l'amore con lui” soggiunse freddamente, facendola avvampare “Come hai potuto permetterglielo, dopo tutto il male che ti ha fatto?”

Ma Bella sorrise, riproponendo lo sguardo trasognato di prima.

“Ha detto che gli sono mancata!” cinguettò emozionata, afferrandole una mano “Ti rendi conto, Cissy? Gli sono mancata!”

“Bella devi allontanarlo” decretò rapidamente Narcissa, mollandole bruscamente la mano e guardandole il collo delicato e ricoperto di segni “Non puoi continuare a farti fare quello che vuole. Guardati, guarda che cosa ti ha fatto, ti ha rubato sette anni di vita, ti ha abbandonato in una prigione e tu continui imperterrita ad amarlo e adorarlo come un dio. Non lo capisci che ti sta usando? Che non gliene importa niente di te?”

Narcissa pronunciò quelle parole con il cuore in mano, in fondo voleva bene a Bellatrix, e non poteva sopportare che soffrisse ancora per mano di quell'uomo, che la stava distruggendo indisturbato, facendola diventare sempre più simile a sé e alla sua crudeltà.

“Non è vero” replicò trasognata “Lui non mi ama, ma non per questo mi sta usando o mi disprezza come credi tu” fece un sorriso caloroso “Ieri notte è stato il giorno più bello della mia vita, mi ha dedicato tanto tempo, solo a me, mai avrei sperato tanto...E poi mi ha ascoltato, Cissy, ha sopportato tutti i miei sfoghi lasciandomi parlare, ricompensandomi di tutto il dolore, di tutti i giorni passati ad Azkaban a pensarlo”

“E quindi? Credi che basti una notte per cancellarne mille altre? Sta diventando un mostro, non hai visto gli occhi che ha? Inumani...”

“Non ha alcuna importanza” le rispose convinta “A me basta stare con lui e amarlo di nascosto, proprio come ho fatto ieri notte”

“Va bene, come vuoi tu, sorella...” soggiunse Narcissa con fare arrendevole “Se questo basta a renderti felice, lo accetterò”

“Basterebbe, se fosse qui” gemette, guardando la finestra “Ieri, quando avevo capito che stava per andarsene, l'ho subito supplicato di restare, ma lui si è materiallizzato lo stesso, dicendomi solo che dovevo stare calma e aspettarlo qui... Ma io non ci riesco!” la sua voce si alzò di molti toni “Non ce la faccio più, non posso stare calma, ci ho provato oggi, ma non ci riesco, se solo sapessi dove fosse, magari...”

“È a Notturn Alley” ammise Narcissa, presa dall'esasperazione “Lavora lì, nel negozio di Borgins e Burke, Magie Sinister”

Bellatrix ammutolì, quella era una delle tipiche informazioni che la mandavano in iperventilazione.

“Come sarebbe lavora lì?” domandò dopo un po', con le labbra dischiuse dalla sorpresa “Perchè si è dovuto abbassare a una cosa del genere? Non certo per i soldi, noi ne abbiamo a palate, vero Cissy?

“I soldi sono l'ultimo dei suoi pensieri, puoi stare tranquilla” le rispose Narcissa, inacidita “E comunque, se mai ne avesse avuto bisogno, li avrebbe indebitamente sottratti a Lucius, come ha sempre fatto...”

Ma Bella non l'ascoltava più, ormai era troppo presa da quella notizia. Tom era da Magie Sinister, il luogo magico dove l'aveva baciato per la prima volta...

Il suo cuore prese a martellare dalla felicità, bastava una piccola materializzazione e l'avrebbe raggiunto subito!

“Vado da lui!” sentenziò emozionata, alzandosi in piedi e barcollando verso il guardaroba d'ebano, senza sapere che era vuoto “Se lui lavora lì, allora ci andrò anch'io”

“Che cosa? Non dire sciocchezze!” la fermò Narcissa “Hai una gamba mezza rotta e sei ricercata in tutto il mondo magico, gli auror ti catturerebbero subito!”

“Al diavolo gli auror, vorrà dire che gli ammazzerrò tutti” le rispose eccitata, aprendo l'armadio “Perchè l'armadio è vuoto? Cissy dove sono i miei vestiti? Voglio subito i miei vestiti, esigo che me li porti qui, subito”

“Tu non esigi un bel niente, ora ti rimetti a sedere e stai calma!”

“Sei uguale alla mamma” ghignò Bellatrix “Sei debole, indifesa e succube, proprio come lo era lei... Mi fai pena”

“Se c'è qualcuno ad essere succube quello non sono io, Bellatrix” le rispose offesa e inviperita “E i tuoi vestiti io non li ho, dovresti andare nella casa di nostro padre per recuperarli, sempre che non li abbia bruciati... Sai com'è, l'onta di una figlia che finisce in galera è peggiore di una figlia che si accoppia con un mezzosangue”

-e tu gli hai fatti entrambi-

In un istante Bellatrix le puntò contro la bacchetta, furiosa come non lo era mai stata. Aveva capito la sua insinuazione, gliel'aveva quasi letta nella mente, insieme al disprezzo e alla superiorità che cullava nel suo sguardo, proprio come Druella prima di lei. Non sapeva cosa le avrebbe fatto, tutti i suoi sensi e gli influssi magici vicini e lontani le suggerivano un solo incantesimo, quello mortale, la sua stessa bacchetta pareva anelare per l'anatema smeraldino, ma Bella non lo fece, sapendo già che non avrebbe funzionato: Non voleva uccidere Narcissa.

Abassò quindi la bacchetta con una lentezza esasperante, e l'altra riprese a respirare, portandosi la mano sul petto ansante.

“Perdonami, Bella” le disse tristemente “Non pensavo quello che ho detto, mi dà talmente fastidio che quell'uomo abbia un tale influsso su di te e su Lucius che a volte perdo la testa, dico cose senza pensare”

“Portami dei vestiti, subito”

“Lui ci ha detto di nasconderti” l'implorò Narcissa “Se tu te ne vai, condannerai Lucius e farai al lord un grande torto, lui vuole che tu rimanga qui, ti ha detto di aspettarlo qui, no?”

Bella alzò lo sguardo, l'ira pian piano si sciolse dai suoi occhi grandi e dilatati

“Sì...”

“E allora, fai come ti ha detto” continuò Narcissa, agitata “Se non per noi, rimani qui per lui, solo per lui, per compiacerlo...”

Bellatrix annuì tristemente, l'entusiasmo di poco prima scemò alla velocità della luce, lasciandola più vuota e depressa che mai.

L'altra invece fece un sospiro di sollievo.

“Tra poco arriveranno Piton e gli altri” le disse con fare incoraggiante “Ci saranno quasi tutti i Mangiamorte, vedrai che...”

I chi?”

Narcissa si bloccò, maledicendo mille volte la sua lingua lunga.

Ora sì che era nei casini.

 

 

 

 

 

 

 

 

N.D.A.

Ciao a tutti, scusate il ritardo...

Mi domando se ci sarà ancora qualcuno a leggere questa storia... :(

Comunque, in questo capitolo mi sono immedesimata in Bella più del solito e ho cercato di spiegare in cosa consista il (contagioso) sentimento che lei nutre per Voldy-Tom, almeno secondo il mio punto di vista... E poi ho chiarito un po' il controverso rapporto delle sorelle Black, che, malgrado tutto e tutti, per me continua a essere positivo e incentrato sull'affetto (<3)

Infine, dato che non voglio modificare nulla del libro, Tom deve lavorare da Magie Sinister e il buon Rod non può sposarsi con nessuno che non sia Bella (o no?) ... Per ora sappiate che tra poco entrerà in scena anche lui, e saranno scintille ;)

Grazie sempre per le bellissime recensioni e per chi legge silenziosamente, spero di fare prima del solito! :)

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


 




Dolore, dolore e ancora dolore.

Una creatura infima, debole e simile a un neonato, era abbandonata al suolo, sotto la panchina di una stazione

Tremava ed era disgustata da se stessa, ma non poteva farci niente: quella era la sua condizione, se l'era cercata.

La stazione immacolata era calma e pacifica, ma la creatura era a dir poco agitata, continuava a contorcersi spasmodicamente, voleva guardare, alzarsi, gridare! Ma non poteva fare nulla di tutto ciò. Le sue mani erano anchilosate, le gambe ridotte a due moncherini e la voce afona, inesistente.

Avrebbe voluto urlare, piangere e chiedere perdono, ma tutto ciò che poteva fare era solo dolersi e accecarsi davanti al chiarore bruciante del cielo e delle colonne, e poi davanti ai suoi occhi comparve un ragazzo sconosciuto, etereo come un angelo, con gli occhi verdi e colmi di commiserazione per lui...

Aiutami, ti prego”

Però, improvvisamente, quel ragazzo scomparve, velocemente com' è arrivato.

Al suo posto una voce femminile, lontanissima ma famigliare, giunse e strappò un fremito all'essere sotto la panchina, facendolo agitare ancora di più. Voleva sentire bene quella voce, avrebbe voluto risponderle e implorarle di non andarsene e, incredibilmente, questa si fece più forte, quasi avesse sentito i suoi pensieri, diventò sempre più forte, sempre più forte, lo chiama...

 

 

Tom si svegliò di soprassalto, tremante e con il cuore che batteva furiosamente. Aveva i capelli appiccicati alla fronte, il respiro affannoso e gli occhi talmente brucianti che gli lacrimavano.

Di nuovo quella cosa, quella orrenda, terrificante, disgustosa cosa.

Si portò una mano alla tempia, questa volta gli incubi l'avevano tormentato più del solito. Infatti, da quando aveva creato il suo primo Horcrux, dormire sogni tranquilli era diventata una specie di utopia, una speranza vana che sfociava molto più spesso nell'insonnia che nel riposo, ma mai in vita sua aveva fatto un incubo così credibile e pregnante, così angosciante.

Sarebbe diventato così da morto?

Era talmente scioccato che non si era accorto che Bellatrix lo stava fissando dal basso, accucciata al lato destro della poltrona. Appena la vide, sussultò.

“Che cosa ci fai tu qui!?” le disse bruscamente, stupito e confuso insieme “Vattene via subito!”

“Scusami” balbettò Bellatrix, alzandosi subito in piedi “Non volevo entrare o svegliarti, ma ho sentito... credevo che tu...”

Una rabbia folle gli montò nel petto, nessuno avrebbe dovuto vederlo in quello stato, lei a maggior ragione.

“Che cosa?” la anticipò tagliente “Che volessi essere svegliato in piena notte? Per una volta che mi ero addormentato... Vattene via, Bellatrix”

Lei però esitò, guardandolo timidamente da sotto le lunghe ciglia. Tom capì subito cosa voleva, e un sorriso gli spezzò il viso in due come una crepa.

“Ho detto che non succederà mai più” le disse calmo “Smettila di pensarlo”.

Bella fece un'espressione corrucciata, di insofferenza e rabbia insieme.

“Ma perchè?” sussurrò impotente “Perchè no? Che cos' ho fatto di sbagliato?”

“Niente, Bella. Semplicemente io ho deciso così” le rispose beffardo “Sono sicuro che troverai qualcun altro, sei talmente deliziosa...”

Bella lo guardò implorante. Naturalmente la stava prendendo in giro, come sempre.

“Per favore...”

“Esci”

Lei a quel punto se ne andò, trascinandosi verso la porta con un'andatura strisciante, ben diversa dall' incedere maestoso che aveva da sempre avuto, sia da bambina che da ragazza.

Tom sorrise, adorava la soggezione di Bella, gli ricordava che presto tutti i purosangue sarebbero diventati come lei, sottomessi e dipendenti. Era rassicurante, in un certo modo.

Infatti, malgrado si fosse guadagnato il loro rispetto e suscitasse un certo timore, capiva che non aveva ancora ottenuto il pieno controllo su di loro, che molti erano scettici e che alcuni si reputavano più meritevoli o perfino migliori di lui, come quel damerino sprezzante di Rodolphus Lestrange, ad esempio. Sì, Bella avrebbe avuto un posto privilegiato tra le sue schiere, anche se, probabilmente, non l'avrebbe mai saputo.

Guardò la porta, sentendo il vago, strano impulso di richiamarla indietro...

Ma lo soffocò subito, non poteva più permettersi di ricadere in quell'errore. Già aveva sbagliato la notte in cui era tornata, lasciandosi sopraffare dai suoi istinti come un qualsiasi schiavo del proprio corpo, senza resistere, senza ragionare. Ed era stato orribile. Troppo intenso, troppo incontrollabile, mai aveva provato delle sensazione così forti, dei sentimenti così vivi e umani... Ed era proprio quel genere di intensità che doveva evitare come la morte, se voleva diventare davvero Lord Voldemort, il mago immortale più forte del mondo. Infatti, quanto più è salda la struttura caratteriale di un individuo, tanto più gli riuscirà di governare le pulsioni istintuali, di frenarle, di metterle a tacere una volta per tutte. E Voldemort era questo, padrone non solo degli altri, ma anche di se stesso.

Non l'avrebbe rifatto mai più con lei, di questo ne era certo. Peccato solo che l'idea lo inquietasse non poco, procurandogli una specie di fastidio all'altezza dello stomaco...

Si sforzò quindi di pensare ad altro, di pensare a se stesso. Oggi avrebbe incontrato di nuovo quella povera illusa di Hepzibah Smith, e se tutto andava secondo i suoi piani, finalmente avrebbe avuto il suo medaglione e la coppa di Tassorosso.

Dopodichè avrebbe fatto il terzo e il quarto Horcrux, con la speranza di non dover soffrire le pene dell'inferno come era accaduto con i primi due, il diario e Nagini.

Il peggiore però era stato sicuramente primo, ricordava ancora il dolore lancinante che aveva provato, come se degli artigli gli avessero strappato brutalmente una parte del corpo e se la fossero mangiata, inghiottita per sempre nell'oscurità.

Ma questo non gli importava, l'immortalità aveva un prezzo che lui era disposto a pagare, costi quel che costi. E poi era sicuro che, più Horcrux avesse creato, meno vulnerabile sarebbe diventato in futuro, non avrebbe più sentito il dolore fisico, la fame, il sonno o gli altri stupidi bisogni che lo accomunavano ai babbani.

Non avrebbe mai più pensato o desiderato Bellatrix, finalmente.

Tom sorrise, quella sì che sarebbe stata una liberazione, valevole più di qualsiasi dolore. Chissà poi se lei avesse continuato a desiderare lui, dopo sette Horcrux...

Il mago si scosse, confuso dai suoi stessi dubbi. Che razza di domanda era? A lui non sarebbe cambiato nulla, anzi! Sarebbe stato molto meglio se lei si fosse levata dalla testa certe pretese, rimanendo al suo posto come gli altri.

...E comunque la risposta è sì.”

 

Quale risssssposta, mio Padrone?”

 

Nagini il serpente strisciò lentamente ai suoi piedi, per poi salire sinuosamente sullo schienale, per raggiungere il suo viso.

“Niente mia cara, solo stupidi pensieri” mentì lui, guardandola negli occhi

 

Padrone, c'è la ssstrega dietro alla porta, osa origliarvi”

 

Tom si accigliò, concentrandosi per sentirla. Percepì subito la sua presenza, la donna era rimasta davvero lì, seduta per terra con la schiena appoggiata alla porta.

Strano che non l'avesse sentita.

“Ribelle come sempre” sussurrò compiaciuto “Non importa Nagini, lasciala lì”

 

Ma padrone, vi disobbedisce e io sssono affamata...”

 

“Con ciò?” le sibilò sorpreso ma divertito “ Ti vorresti mangiare Bellatrix, mia Nagini?”

 

Quale altro scopo può avere, mio sssssignore? È debole e disturbata, sssento che vi creerà solo problemi, mio padrone”

 

“No, mia cara, devo dissentire” le rispose placido “Bella è la mia serva più fedele, ci verrà molto utile”

 

Vi credo, mio sssignore”

 

Tom guardò il rettile allontanarsi e acciambellarsi davanti al camino, silenzioso e... offeso. Nagini era palesemente infastidita dal suo comportamento, questo gli era chiaro.

Ma d'altronde non poteva accontentarla. Dire che avrebbe fatto a meno di Bella sarebbe stata una menzogna, soprattutto ora che era appena tornata e che gli era diventata inspiegabilmente più dipendente e sottomessa. Doveva ammetterlo, quella donna era un bel rebus, di difficile comprensione perfino per lui, che da sempre si era ritenuto il signore degli enigmi. Insomma, come poteva non odiarlo, dopo che aveva passato tutti quegli anni ad Azkaban a causa sua? Perchè non si era vendicata in modo avventato e violento, come si era aspettato che facesse? L'avrebbe uccisa in quel caso, duramente e senza indugio. Ma, per quanto gli dolesse ammetterlo, era stata proprio questa la motivazione che più l'aveva trattenuto dal liberarla, in tutti quegli anni di omicidi e riflessioni.

Negarlo sarebbe stato da deboli, 'illusioni da anime belle', come aveva letto in chissà quale libro.

In qualche modo sapeva che avrebbe convissuto con lei e che, volente o nolente, l'avrebbe avuta tra i piedi per tutta la vita, come un cane tenacemente affezionato.

Ma il problema più gorsso era la consapevolezza di esserne felice, come il fatto di continuare a desiderarla anche così, dopoche era stata distrutta e avvilita da Azkaban.

Perchè?

Perchè doveva reagire così? Che significato aveva tutto ciò? Non sapeva rispondersi.

Sibilò frustrato, Lord Voldemort l'avrebbe sicuramente saputo al suo posto, e comunque non si sarebbe certo abbassato a faccende così insignificanti da diventare stupide. Ma lui non era Voldemort... Sapeva dentro di lui di essere ancora Tom, schifosamente e vergognosamente Tom, e tali pensieri ne erano la prova, così come il suo integro viso da babbano.

Due Horcrux non sarebbero bastati per farlo diventare il più grande mago del mondo, doveva agire subito e bene, non poteva più sopportare di essere così vile.

Era deciso: Hepzibah Smith avrebbe avuto una bella sorpresa, e lui non avrebbe più pensato a quella voce...

 

 

Ministero della magia, secondo livello: Ufficio applicazione della legge sulla magia.

 

Andromeda tossì forte, il liquido denso che era stata costretta ad ingerire le procurò dolorosi conati di vomito e un mal di testa tanto improvviso da farle sanguinare il naso. Si dimenò nella sedia dov'era magicamente legata, domandandosi se era lecito trattare così un civile che non era neppure indagato sui fatti.

La sua vista cominciò ad annebbiarsi, come se qualcuno le avesse messo un velo di tulle intorno agli occhi, ma ciò non le impedì di riconoscere suo cugino Sirius, il suo migliore amico occhialuto e a debita distanza Lucius Malfoy, seduto con una cartelletta in mano per trascrivere il verbale dell'interrogatorio.

“Allora ci diamo una mossa?” domandò bruscamente un auror con il viso deturpato dalle cicatrici “Ne abbiamo altri tre da interrogare, di questo passo facciamo notte”

“Solo dieci minuti, Malocchio, attendi almeno che la pozione faccia effetto...”

Andromeda trasalì, chiedendosi che diavolo di pozione le avevano somministrato questi maghi bianchi.

Guardò Sirius, l'unico parente con cui era rimasta in contatto, ma questo scosse la testa, impotente e dispiaciuto al tempo stesso.

“Qual è il tuo nome?” le domandò improvvisamente Malocchio Moody, a un palmo dal suo naso.

“Andromeda Black in Tonks”

L'auror sorrise “Che lavoro fa signora Tonks?”

Andromeda avrebbe voluto tacere, ma un impulso irrefrenabile la costrinse subito a rispondere, con voce forte e chiara.

“La curatrice al San Mungo, nel reparto Dementi e Lesionati da Incantesimo”

“Ti piace il tuo lavoro?”

“Sì, anche se rispetto alle mie competenze sono decisamente sottopagata”

La donna spalancò gli occhi cerulei, interdetta. Aveva davvero detto così!?

“È pronta” dichiarò l'auror ridacchiando, e, improvvisamente, fu tutto chiaro: Le avevano veramente somministrato la pozione Veritaserum.

 

 

 

N.d.a

Per il ciclo: A volte ritornano.

Mi dispiace non aver aggiornato per tutti questi mesi, solo che ho avuto il famigerato blocco dello scrittore, per cui ogni cosa che scrivevo o mi faceva schifo o non riuscivo proprio a stenderla in italiano...insomma, 'na tragedia. Inoltre mi rendo conto che questo non è neanche un vero e proprio capitolo, è più uno 'stream of consciousness' di Tom Riddle, con annessa anticipazione di quello che accadrà in futuro... Però ho voluto pubblicarlo lo stesso, un po' per ripresentare timidamente questa storia, un po' perchè ritengo che sia utile capire cosa pensa (per me) Mr. Enigma, per una volta... Anzi, a proposito di questo, so già che molti di voi grideranno all' OOC, che Tom è troppo sentimentale o simili, però posso dire in mia discolpa che ciò che ho descritto sono i suoi pensieri più profondi e segreti, suscettibili come tali di molte interpretazioni (soprattutto con un soggetto complicato come lui!), l'OOC è proiettato soprattutto all'esterno, rispetto ai rapporti con gli altri personaggi, almeno secondo me.

Detto questo accetto qualsiasi crtica, posso tranquillissimamente sbagliarmi! :)

Avrei tantissime altre cose da dire, tipo sul rapporto Tom-Voldemort e sulla rivalità tra Nagini e Bella (sì, qui la gelosia è reciproca! come mi diverto xD) però non voglio fare delle note troppo lunghe, anche se, inesorabilmente, finisco per farlo sempre. Quindi basta, vado via e ringrazio di cuore chi ha recensito e voi tutti che avete pazientemente aspettato!

A presto,

LadyIce :)

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


 





Un' ora prima...

 

Bellatrix era seduta a terra, con la schiena appoggiata alla porta. Non sapeva quanto tempo era passato, probabilmente un'ora, o magari tre. Dopo Azkaban la sua cognizione del tempo non si era ancora del tutto ristabilita, così come il suo senso del giorno e della notte. In prigione infatti era sempre buio, sempre inverno e sempre umido, non c'era spazio per le stagioni o per le ore. Solo la comparsa della Luna, sfocata in un cielo distante, suggeriva che era passato un giorno e che ne iniziava un altro. Per prigionieri dei primi piani era fondamentale saperlo, un incoraggiamento vitale che scandiva i giorni e ricordava loro che presto sarebbero usciti. Ma per i condannati a pene perpetue, la comparsa del satellite era solo una beffa crudele e ben architettata... Non per niente riuscivano a vederla meglio degli altri, confinati com'erano nella cima più alta e inespugnabile della prigione.

Ma ora era diverso.

Lei poteva stare lì anche tutto il giorno, non le pesava affatto. Aveva sentito troppa paura in lui per andarsene e lasciarlo solo, una paura talmente penetrante da toglierle il fiato.

E non era la paura della morte, no. Quella Bellatrix la conosceva bene, l'aveva vista così spesso negli occhi degli altri e sentita nelle sue membra che ormai le era diventata famigliare.

La sua era una paura sconosciuta, primitiva, non sapeva neanche lei che natura avesse, sapeva solo che si era talmente spaventata che aveva iniziato a stringerlo e a chiamarlo, e solo quando aveva pronunciato il suo nome, quello vero, lui si era svegliato di soprassalto, più tremante di un bambino. Gli occhi scuri e spalancati, privi della crudele sfumatura rossa.

Che cosa aveva visto di così brutto? Che cosa temeva? Bella si angosciava al solo pensiero. Sapeva che i sogni dei maghi sono intrisi di magia, glielo diceva sempre suo padre, sono come ombre del futuro e specchi della realtà, non vanno mai sottovalutati. E allora?

Avrebbe voluto tanto restare con lui e rassicurarlo, distrarlo in qualsiasi modo volesse pur di non vederlo così, con il dolore, con il piacere... Ma niente, l'aveva cacciata via e non la toccava più.

Non c'era penuria più grande di quella, essere costretta a rinunciare alla più grande delle felicità subito dopo averla assaporata. E allora si toccava, si stringeva, si graffiava, si crogiolava per terra pur di risentire un briciolo di quello che aveva provato, anche solo per un istante, ma non serviva.

E ogni volta che lo vedeva, in quelle rare notti in cui rientrava al manor, sempre con quella maledetta biscia appesa al collo, non poteva fare a meno di farglielo notare.

Anche nelle occasioni più inopportune come poco fa, quando si era appena svegliato dall'incubo più tormentoso della sua vita. Ma era più forte di lei, doveva provarci e ci provava spudoratamente, con lo sguardo o con la voce, calpestando il suo onore, la sua ostentata superiorità... E lui rideva, si divertiva dei suoi tormenti, superiore alle passioni come un vero mago oscuro. Solo una volta aveva scorto l'indecisione nei suoi occhi, ma era durata poco: come si era seduta a cavalcioni sopra di lui, tremante dall'aspettativa, il mago l'aveva spinta a terra con violenza, insultandola in tutti i modi e vietandole di rifarlo.

E oltretutto non le diceva neanche il perché. Forse era troppo sciupata, troppo magra, troppo debole per attirarlo? Sicuramente sì. Meritava di meglio, lo sapeva bene, e non solo perché era bellissimo, quella era solo una qualità marginale e provvisoria, che perfino i babbani potevano avere.

No, lui era molto di più, mille volte di più, e il pensiero che poteva riaverlo dentro di sé la mandava su di giri dall'eccitazione e le faceva ricordare tutto di quella notte, dal moto inaspettato in cui l'aveva toccata fino a quando se n'era andato, veloce e silenzioso come un vampiro.

Ricordare, ma non sentire.

Si girò di scatto verso la porta a due ante e ci bussò contro, non poteva resistere un minuto di più. Doveva sentirlo, almeno vederlo, pensò agitata, in fondo che male c'era a guardare? Glielo permetteva sempre, oggi non sarebbe stato diverso.

Ma non sentì risposta. Si alzò in piedi esagitata e bussò più forte, e poi una terza e una quarta volta, ma di nuovo non ci fu risposta, perciò presa da un impulso di follia rabbiosa fece esplodere la serratura e si precipitò dentro, ma appena vide che la stanza era vuota, che lui se n'era già andato, gridò forte per la frustrazione e si lasciò cadere al suolo, tremando e gemendo disperatamente.

Il pavimento marmoreo era gelido e le solite mille paure arrivarono puntuali a dilaniarle l'anima: Dov'era? Quando sarebbe tornato? E se non fosse tornato mai più? Che cosa avrebbe fatto? Per quel che ne sapeva ogni volta che se ne andava poteva essere l'ultima, non c'era niente che l'avrebbe potuto trattenere. O, ancora peggio, se ciò che aveva sognato gli avesse fatto del male?

Bella appoggiò la testa sulle ginocchia, avvolta da un'aura di tristezza profonda. Lui era la luce che guidava la sua vita, senza non sarebbe sopravvissuta. Fattasi piccola piccola, iniziò a gridare, tanto forte da attirare l'attenzione di qualcuno che attendeva nell'atrio...

 

“La padrona ha detto che non potete salire!!” lo strillo acuto di un elfo rimbombò dalle scale “Signore, tornate subito indietro!! Tornate indietro, ho detto!”

“È qua sopra, non è vero?”

Bellatrix si irrigidì, un uomo aveva parlato, e dalla voce capì che non era né il suo mago oscuro né quel burattino di Malfoy. Aveva infatti un accento spiccatamente francese, che non le era affatto nuovo.

“Signore, Dobby non risponde! I miei padroni mi hanno ordinato di non far salire nessuno al terzo piano, e voi non salirete!”

“Basta!” ringhiò lo sconosciuto, per poi lanciare uno schiantesimo contro l'elfo, facendolo stramazzare al suolo “Stupida deplorevole creatura, impara a stare al tuo posto!” finì sprezzante, continuando a salire.

Lo schiantesimo era oscuro, Bellatrix lo riconobbe subito, mentre i passi pesanti dell'altro si facevano sempre più vicini. Si asciugò le lacrime ma continuò a restare seduta sul pavimento, raddrizzando giusto la schiena e le spalle con fare superbo.

Il mago in questione era un giovane alto e bruno, elegantemente e riccamente vestito, con gli stivali, i guanti e il porta bacchetta in finissima pelle di drago. Era proprio un signore, Purosangue fino al midollo.

Appena i loro occhi si incrociarono, un sorriso soddisfatto gli illuminò il bel volto.

“Eccoti qui, poussin” esclamò beffardo “Finalmente ti ho trovato”

Il mago iniziò ad avvicinarsi pericolosamente, sotto il sguardo algido e un po' invasato della strega.

“Se sapessi quanto mi sei mancata” continuò allo stesso modo “Non ho fatto altro che pensarti”

Bellatrix non rispose, si limitò a linciarlo con gli occhi.

“Via, possibile che non mi riconosci?” le disse sorridente, piegandosi sulle ginocchia per guardarla meglio “Sono io, Rod

La strega indietreggiò col busto, troppo confusa e sopraffatta dalle emozioni per poter parlare. Come riconobbe Rodolphus Lestrange, un caldo improvviso iniziò a renderle affannoso il respiro.

“Dov'è finita la tua corte, Bellatrix?” continuò il mago vagamente divertito “Vedere una regina come te seduta per terra è una cosa troppo deprimente da sopportare”

Come allungò la mano per scostarle una ciocca dal viso, lei gliela schiaffeggiò.

Ahia... Ma come siamo prepotenti” esclamò Rodolphus guardandosi la mano “Chi ti ha insegnato a comportarti così, poussin?”

“Non toccarmi” ringhiò Bellatrix con un'espressione bestiale “Non-osare-toccarmi”

Rodolphus ridacchiò “Va bene, va bene! Non ti tocco, non ti scaldare”

Bella lo guardò furibonda, aveva accumulato tanta di quella rabbia, tanta di quella paura mista a frustrazione sessuale che sentiva di star per esplodere.

“Come mai hai urlato così?” continuò Rodolphus dolcemente, chino su di lei “Che cosa è successo alla mia Bella?”

Bella lo puntò negli occhi, e come lo vide sorridere in modo malizioso, esplose.

Si gettò su di lui e lo baciò violentemente, mordendogli le labbra con forza, facendogli male, senza pensare, senza riflettere, fregandosene delle conseguenze.

In poco tempo furono a terra, lui sopra e lei sotto, eccitati e aggressivi come due animali. La strega rimase stupita dalla violenza della sua passione, le mani di Lestrange si muovevano febbrili lungo tutto il suo corpo, i suoi baci erano selvaggi e insistenti e lei restava lì a goderseli tutti, in silenzio e completamente rilassata. Appena entrò dentro di lei smise finalmente di pensare e dimenticò tutto, lasciando che il vuoto dentro di lei si riempisse.

Incrociò le gambe sul suo bacino e si adeguò al suo ritmo, sottomessa come era sempre stata con Riddle. Non si fermarono neppure davanti agli strilli scandalizzati dell'elfo domestico, anzi, fu un incentivo per aumentare di intensità.

Appena vennero e finirono, Rodolphus si stese sul fianco, e la bolla di piacere che l'aveva avvolta scoppiò.

Bellatrix si alzò a sedere, con il corpo ancora sensibilizzato.

Che cosa diavolo avevano fatto?

“Comunque ti saluta Rabastan” le disse Rod estatico, sedendosi a sua volta per accarezzarle un fianco “Spero però che non gli riserverai tutto questo entusiasmo”

“Vai al diavolo” gli rispose Bellatrix, più sconvolta di prima “È stato solo un errore, dillo a qualcuno e ti strappo la lingua”

Il mago sghignazzò “Sai dove te la metterei la lingua, amore?”

Bella lo guardò dritto negli occhi, e l'imbarazzo iniziale degenerò in beffa. Iniziò infatti a ridere senza motivo, con la bocca aperta.

“Ti faccio ridere?” domandò Rod ridendo di rimando “Mi fa piacere in verità, e dire che mi avevano detto che eri impazzita”

“No caro, ma lo sono abbastanza per ucciderti qui e ora senza motivo”

“Di bene in meglio, Bellatrix” sorrise calmo, spingendola di nuovo a terra con il suo corpo “Peccato che adesso non me ne starei a guardare”

“Ohh, sei diventato un maghetto grande?” lo sbeffeggiò lei, con una vocina pungente e i capelli sparpagliati sul pavimento “Roddie è cresciuto e porta gli stivali alti di paparino, attenzione Bella!”

“Nah...” minimizzò con un cenno della mano “ Nessuna crescita, sono solo un Mangiamorte”

Il sorriso beffardo della strega scomparve, e le sue gote scavate si tinsero di rosso. Lestrange se ne accorse e alzò un sopracciglio, sprezzante.

“ Sei uno di loro?”

“Perché tu no?” la provocò “No? Effettivamente non c'è da stupirsene. Voldemort non voleva neanche farti uscire di galera quando Piton lo propose, abbiamo dovuto insistere e insistere per convincerlo”

Gli occhi chiari dell'uomo la trapassarono come una freccia, facendola sentire inerme e spogliata. Lestrange non era più il ragazzetto scontato e indisponente che ricordava, ora la sua bellezza algida era diventata quasi intimidatoria, talmente aristocratica da risultare antipatica.

Ma non era questo ad averla angosciata.

“Non è vero” gridò convinta, allontanandolo da sé con le mani chiuse a pugno “Non è vero, sei un lurido bugiardo!”

“Lo sai anche tu che è vero” le rispose mellifluo, trattenendole i pugni “E non dovresti farne un dramma, non mi sembra un gran partito...”

La donna lo guardò rabbiosa, ma non fece in tempo a rispondere che lui la baciò di nuovo, con meno irruenza rispetto a prima, dolcemente... Ma lei non glielo permise. Bella ricambiò con troppa foga, spinta dalla disperazione e dalla frustrazione. Allacciò di nuovo le gambe nude su di lui, voleva evadere di nuovo, non sopportava più quel dolore.

“No, aspetta... Bella...”

“Fallo” gli ordinò spudoratamente “Muoviti”

“Ma per chi mi hai preso?” ribattè Rodolphus, slegandosi senza fatica dall'abbraccio delle sue gambe “Per un babbano da compagnia?”

Lei fece una smorfia di protesta, e lui continuò, alzandosi in piedi con calma “Via, non guardarmi così poussin, non posso proprio restare”

Bastardo” pensò fra sé la strega, guardandolo mentre si aggiustava i polsini della camicia “Fottuto bastardo”

Bella non si era mai sentita peggio di così. Era disgustata da se stessa, non credeva che si sarebbe mai abbassata a elemosinare le attenzioni di un uomo, per non parlare della ferita a cuore aperto che le avevano procurato le sue parole.

To... Voldemort non la voleva, se fosse stato per lui sarebbe ancora a marcire in prigione, ora ne aveva la conferma. Sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi, ma questa volta le trattenne, per conservare quel briciolo di dignità che le era rimasta.

Improvvisamente però Lestrange si piegò di nuovo alla sua altezza, illudendola che avesse cambiato idea.

“No bastardo, ormai è tardi!” sputò subito Bellatrix, più per ripicca che per convinzione “Adesso te lo tieni così!”

Rod sorrise “Se avessi accettato di sposarmi tutto questo non sarebbe successo”

Bella lo guardò sorpresa, non si aspettava una frase del genere.

“Cosa?”

“Oggi abbiamo il primo attacco diretto al Ministero, dieci Auror contro quattro di noi” le rivelò invece “I Mangiamorte mi stanno aspettando a Notturn Alley, è lì che devo andare...” fece una pausa per guardarla negli occhi “ Ti va di venire con me?”

Bellatrix rimase basita. Il cuore iniziò a batterle all'impazzata, i suoi occhi già grandi di loro si aprirono spalancati. Non era mai stata nella comunità magica dopo Azkaban, e la sola idea di uscire e ritornarci le mandava vivaci scariche di magia e adrenalina in tutto il corpo.

Per non parlare dei Mangiamorte, vibrava dalla curiosità di conoscerli tutti.

Strinse con forza la bacchetta, che pareva esagitata come lei.

“Voldemort ci ha detto di farlo” continuò lui, tentatore “Pare che una prigioniera sappia più del dovuto, perciò noi abbiamo l'incarico di portarla via prima che spiattelli qualcosa di compromettente... Tu saresti un ottimo diversivo, hanno tutti una paura folle di te, sono convinto che appena ti vedrebbero perderebbero subito il controllo, e per noi sarebbe più facile”

“Io non lo so... Lui mi ha detto che devo restare qui”

“Diventeresti una di noi” continuò Rod, ignorando infastidito quel segno di devozione “Una Mangiamorte, una guerriera della magia pura, del sangue... Non è quello che hai sempre voluto? Ciò per cui lottano le nostre famiglie, ciò che Salazar ci ha chiesto di fare?”

“Certo che lo è!” sbottò adirata, prendendosi una ciocca tra le dita “Ma non so se lui lo vuole!”

“Massì che lo vuole” le disse secco “Gli renderesti un servizio, te ne sarebbe riconoscente. Anzi, qualcosa mi dice che con te lo sarebbe ancora di più, soprattutto se lo accogli con quel vestitino lì...”

Riconoscente. Quella parola bastò per farle sentire un'ondata di calore e speranza in tutto il corpo.

Si alzò quindi in piedi, tremula per l'agitazione, davanti allo sguardo trionfante e rapace del giovane Mangiamorte. Malgrado l'evidente sottopeso, Bella aveva mantenuto una figura armoniosa, sorprendentemente forte seppur innegabilmente femminile.

“Va bene, Roddie” gli disse con un filo di malizia “Mi hai convinto”

Rod la trasse a sé, e lei notò subito che fra loro c'era solo mezza testa di differenza... Era più basso di Tom, pensò, stranamente confortata.

“Allora è meglio che ti cambi, amore” le disse, accarezzandole la seta sgualcita della sottoveste “A meno che tu non voglia debellare gli Auror con altre armi”

La strega sorrise maliziosa, coprendosi il petto scollacciato con le braccia.

Dopotutto, non sarebbe stata un'idea così pessima.

 

 

 

 

 

Ministero della Magia, ufficio applicazione della legge sulla magia.

 

Due ore dopo.

 

Lucius Malfoy tamburellava nervosamente le dita sulla cartelletta.

Questa volta Voldemort aveva esagerato con le richieste. Da quando era tornata quella psicopatica di sua cognata anche lui aveva iniziato a dare i primi segni di squilibro, neanche fosse stato contagiato.

Eppure il messaggio criptato di Piton era stato chiaro...

 

Carissimo, ho l'incarico di dirTi che la Curatrice ha finalmente accettato il tuo invito. Sarà felice di venire a pranzo da voi il secondo giovedì di Novembre. Sottolineo che è vegetariana, quindi potete risparmiare il bestiame.

Distinti Saluti,

S.P.”

 

A Lucius è bastato poco per comprenderne il significato.

Il secondo giovedì del mese coincideva con la data dell'interrogatorio di Andromeda Tonks, guarda caso fissato proprio prima di pranzo. L'unica cosa che non riusciva a comprendere era perché Voldemort l'avesse detto prima a Piton (e non a lui) e soprattutto perché dovevano risparmiare gli Auror. Non aveva alcun senso.

Lucius naturalmente non gli aveva opposto alcuna perplessità, aveva taciuto e dissimulato, proprio come era tenuto a fare. Era straordinario il modo in cui fingevano anche fra di loro, recitando mirabolanti discorsi solo per evitare di insospettire gli esterni. E Riddle era geniale in questo, l'arte dell'ipocrisia apparteneva più a lui che a qualsiasi altro, nessuno avrebbe potuto sospettare di quel giovane così attraente e carezzevole, sempre garbato, sempre gentile... Lucius non riusciva a simulare fino a quel punto, ci aveva provato, ma il suo viso si rifiutava di celare il disprezzo e lo sdegno, soprattutto davanti ai Sanguesporco.

Ma, da un po' di tempo a questa parte, la fiducia che serbava verso Tom stava scemando sempre di più. Lo vedeva nervoso, scattoso e a tratti perfino distratto. Anche la sua aura oscura pareva essersi affievolita, insieme alla sua inscalfibile sicurezza. Evidentemente c'era qualcosa che lo preoccupava, questo l'aveva notato anche Lestrange.

E ora che stava per compiere l'impresa più pericolosa della sua vita solo per compiacerlo, si chiese davvero se ne valesse la pena. Voldemort era senza dubbio il mago più potente, ma loro erano in tanti e soprattutto avevano il sangue. Poco contava che fosse parente dei Gaunt e che Salazar stesso l'avesse prescelto fra tutti, come soleva dire lui stesso: Il sangue puro non l'aveva e questo era un dato di fatto.

Ma ciò non toglieva che Malfoy fosse troppo codardo per ribellarsi e troppo approfittatore per rinunciare ai favori di un potenziale dominatore oscuro. E poi, perseguire i suoi ideali razzisti dietro al mantello di qualcun altro lo allettava. Se mai gli avessero scoperti lui avrebbe negato tutto, salvaguardando se stesso e il buon nome dei Malfoy. Sì, dopotutto ne valeva la pena, e poi era sicuro che al momento opportuno Voldemort li avrebbe sgominati tutti, utilizzando uno dei suoi segreti, terribili, assi nella manica. Era solo questione di tempo. E chissà, nel frattempo poteva anche scapparci una nomina a Primo Ministro inglese, o magari mondiale... Lucius sorrise compiaciuto, essergli amico era senza dubbio la scelta migliore.

E se poi gli altri si davano una mossa era ancora meglio.

Andromeda infatti aveva appena ingerito la pozione e dei Mangiamorte nessuna traccia. Si guardò intorno preoccupato, i maghi in sala erano circa una decina, otto dei quali erano Auror professionisti.

Perchè non arrivano?” pensò agitato “Avevano detto prima della discussione, per Salazar! Se questa parla siamo finiti...”

Guardò James Potter e Sirius Black, lasciandosi scappare una smorfia disgustata. Il pallone gonfiato e il cane pulcioso... Gli Auror erano proprio caduti in basso.

“Allora ci diamo una mossa? Ne abbiamo altri tre da interrogare, di questo passo facciamo notte!”

La voce sgarbata del vecchio squilibrato gli penetrò nelle orecchie, rendendolo ancora più nervoso.

Guardò l'ingresso e le finestre, ancora nessuna traccia di Rosier, Lestrange e gli altri.

Ma dove diavolo si sono cacciati!?”

“...Sì, anche se per le mie competenze sono decisamente sottopagata”

Malfoy alzò subito lo sguardo, appena in tempo per vedere il ghigno burlesco di Malocchio.

“È pronta” lo sentì sghignazzare al sotto capitano Dawlish “Possiamo comin...”

“Perdonate l'interruzione” gli Auror si girarono verso Malfoy, che continuò ossequioso “Avete dimenticato di firmare i documenti d'avvio del procedimento, se volete procedere...”

Moody sbuffò rumorosamente “Ti sembra il momento, Malfoy?” esclamò polemico

“È la procedura, capitano, senza la sua firma scritta i documenti sono invalidi ad substantiam , e gli effetti retroagiscono al giorno in cui l'atto è stato emanato...”

Moody fece una smorfia buffa.

“Inutili ciarle” borbottò, zoppicando verso la postazione del serpeverde “Solo Merlino sa dove me li metterei i vostri documenti...”

Malfoy fece un sorriso tirato, allungandogli l'enorme plico di fogli da firmare.

Ovviamente era un pretesto, le firme erano meramente confermative, niente che pregiudicasse l'efficacia dell'atto.

Mentre Moody e Dawlish sfogliavano il plico con un'espressione inorridita, Lucius potè scorgere

Andromeda, chiusa in una gabbia di sicurezza, tra Lily Potter, un giapponese armato fino ai denti e un enorme sudafricano. Neanche ci fosse Lord Voldemort in persona.

Appena i loro occhi si incrociarono, lui non potè trattenere un sorriso di complicità. La donna aggrottò le sopracciglia, confusa, ma il mago abbassò subito lo sguardo. Lo infastidiva vederla così, sembrava che ci fosse Narcissa dentro quella gabbia, non la traditrice ripudiata.

Presto comunque l'avrebbe tirata fuori... sempre se Lestrange e company si fossero degnati di arrivare, si intende.

“Ma da quando dobbiamo firmare tutta questa roba?!” domandò Malocchio, sfogliando tutti quei fogli “Non è mai successo prima d'ora”

“Il Ministero ha emanato un provvedimento giusto tre giorni fa” mentì Lucius “È burocrazia, niente che voi difensori possiate comprendere”

Moody arrossì per la rabbia “Senti un po' signorotto del...”

“Dai Alastor, sono solo un paio di firme” lo interruppe Lily con fare preoccupato, mentre Sirius e James se la ridevano di gusto “Ci vorranno soli pochi minuti”

L'Auror sbattè bruscamente i documenti sul banco, non senza fulminare con lo sguardo Malfoy.

Iniziò a firmare con la bacchetta i primi fogli, mentre Dawlish era piegato dietro di lui ad attendere il suo turno. Sirius e James invece sparlottavano divertiti con un collega, Lily comunicava qualcosa ad Andromeda, e infine il giapponese stava spiegando al sudafricano in che modo funzionava la balestra stregata che teneva in mano... Gli Auror insomma erano completamente distratti, distesi e spensierati, lontani mille miglia dalla possibilità che una strega oscura stesse per comparire nel centro della sala, seguita da altri quattro maghi ugualmente oscuri e completamente mascherati.

 


*Poussin vuol dire 'pulcino', è l'equivalente francese del nostro 'passerotto'

N.D.A.

Eccoci qua! Temevate di attendere altri sei mesi, vero? ;)

Ammetto che sono un po' imbarazzata, non tanto per la scena di Bella e Rod (che non è poi così spinta, credo che rispetti bene il rating arancione, vero?) quanto per le modalità in cui si è svolta... Sappiate però che c'è un motivo di fondo, l'ho voluta fare un po' per presentare Rodolphus e un po' per farvi capire come mi immagino il suo rapporto con Bella (un rapporto essenzialmente alla pari).

Inoltre credo che si adatti ai due personaggi, Bella per mille motivi ha i nervi a pezzi e non riesce a controllarsi, mentre Rod non è certo il tipo d'uomo che si fa degli scrupoli, soprattutto con Bellatrix, che ritiene di sua proprietà. (un po' come Tom...)

Un'altra cosa, se non l'aveste capito, Tom non sa assolutamente niente dell'attacco al Ministero (lo ha architettato Severus insieme a Silente...), ma lo saprà nel prossimo capitolo, in circostanze tragicomiche, poverino... xD

Mi rendo conto che è tutto molto contorto e che magari non avete capito molte cose, sappiate però che diverrà tutto chiaro, io comunque sono qui per qualsiasi domanda :)

Grazie come sempre a chi legge e soprattutto a chi mi lascia il suo Fondamentale parere (prima fra tutti Black Beauty), grazie di cuore!

LadyIce

 

PS vi lascio una foto di Tom che rispecchia tantissimo l'idea che ho di lui <3

http://www.taaz.com/images/84261C56D233FFDE5C4D23CDB9121942.jpg

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Casa di Hepzibah Smith,   25 novembre

 

 

-Hokey, che ore sono?-

-Sono le due e tre minuti e ventotto secondi, padrona-

Hepzibah Smith ansimò rumorosamente, facendosi aria con il ventaglio di pizzo.

- Buon Merlino, perché deve tardare proprio oggi? Aveva detto alle due! Dico bene, Hokey? Aveva detto alle due, vero?-

Hokey l'elfa domestica annuì appena con fare rassegnato.

-E dunque perché tarda?!-

-Signora... Padrona Smith- cominciò l'elfa, tentando di farla ragionare -Sono solo tre minuti, magari il signor Riddle è stato intrattenuto altrove, o forse si è solo dimenticato...-

Non l'avesse mai detto. La donna divenne rossa come un peperone e per poco non le lanciò contro una tazzina del servizio che aveva fatto preparare per Tom.

-Scimmietta che non sei altro! Non dirlo neanche per scherzo!- sbottò - Tom non si dimentica di me, se è in ritardo avrà avuto sicuramente le sue buone ragioni, e poi non è in ritardo, sono solo tre minuti!-

-Sì, padrona. Certo-

Detto questo si alzò dal suo cuscino sformato e andò a controllarsi allo specchio, ondeggiando goffamente per via dei tacchetti che si era messa per l'occasione.

Era tutto a posto. I capelli che le aveva contonato la sua amica Elvire erano ancora alti e vaporosi, il rossetto e l'ombretto verde pure, e il vestito nuovo color carbone, il suo colore preferito, le stava, a suo dire, benissimo. Da quando infatti aveva conosciuto quel ragazzo adorabile, Hepzibah aveva ripreso a fare ginnastica, dimagrendo la bellezza di un chilo e mezzo.

L'erede di Tassorosso, infatti, per quanto piena di qualità, non era mai stata né bella né tanto meno magra. Ed era un grosso guaio dato che, ironia della sorte, ciò che più amava al mondo erano i dolci e i giovanotti affascinanti.

Non c'era da stupirsi quindi se quella mattina d'inverno Hepzibah stramazzò dall'entusiasmo quando Tom Riddle, un giovanotto decisamente affascinante, non declinò il suo invito e rimase a prendere il tè da lei, nella sua variopinta dimora.
Lì per lì non ci credette nemmeno lei, era talmente abituata a ricevere delle porte in faccia che pensò che la sua fosse solo una burla mal architettata, sicura che Tom, come molti altri prima di lui, se ne sarebbe andato in un battito d'ali. E invece il ragazzo di Magie Sinister non solo rimase, ma si presentò da lei molte altre volte, sempre più gentile, sempre più amabile e sempre più affascinante.

Da quel primo giorno, quindi, Hepzibah non fece altro che pensare a lui e ai suoi baciamano asciutti e delicati, fantasticando come una quindicenne su come poteva essere il loro prossimo incontro. Non aveva neanche permesso alla sua anziana elfa di buttare via le rose appassite che Tom le aveva regalato, né che lavasse la tazza da dove lui aveva bevuto. Erano anni che non si sentiva così felice e gioiosa.

Si guardò allo specchio soddisfatta, convinta che quelle ore passate a prepararsi e a truccarsi avrebbero sicuramente dato i loro frutti. Se si presentava così spesso doveva pur avere un qualche interesse per lei, no? Magari era uno di quei benedetti uomini che preferiva le signore alle sciacquette anoressiche, magari aveva una qualche 'fissa' per le donne mature... Quel pensiero la fece ridacchiare, e l'elfa scosse la testa, impotente.

Hokey infatti era l'unica ad avere un briciolo di cervello in casa Smith.

-Padrona...- disse infatti -Quel signor Riddle... A me non piace padrona, non dovreste dargli tutta questa confidenza, è un mago così... Così, insomma, dubito che potrebbe...-

-Oh taci, Hokey- le rispose spiccia -Cosa vuoi sapere tu di queste cose? Piuttosto dici che quest'abito mi ingrossi? Come sta dietro?- chiese, voltandosi e mostrando all'elfa il didietro imponente e non più giovane.

-Vi sta divinamente, padrona-

Hepzibah sorrise e dopo pochi minuti quasi saltò dalla gioia.
Il campanello della porta aveva tintinnato: Tom Riddle era arrivato.

-Mio adorato ragazzo!- cinguettò la strega non appena lo vide varcare la soglia, bello ed elegante come al solito -Eccoti finalmente! Temevo che non saresti venuto più... -

-Perdonate il ritardo, madame- le rispose Riddle con voce suadente -Un impiccio mi ha trattenuto altrove... Per farmi perdonare vi ho portato dei fiori-

Detto questo, il mago fece comparire dal nulla un mazzo di rose rosse.

-Oh, Morgana mia! Ma sono bellissime- gli disse emozionata, ghermendo i fiori con mani avide -Tom, tesoro, non dovevi... Dei fiori così belli li devi portare a una ragazza, mica a una matrona come me!-

Naturalmente la donna non lo pensava affatto. Era un metodo per accertarsi che Tom fosse ancora sul mercato. E lui di tutta risposta le sorrise sornione, facendola rabbrividire.

Troppo facile.

-Ma madame, e che cosa ho fatto io? Li ho portati a una ragazza...-

Hepzibah scoppiò a ridere fragorosamente, in maniera del tutto inadeguata, davanti allo sguardo subdolo dell'altro.

-Ma sentitelo, sentitelo!- strillò deliziata, portandosi il ventaglio alla bocca -Hokey, hai sentito cosa ha detto questo furbacchiotto?-

L'elfa domestica annuì dall'angolino più buio e remoto del salone, torcendosi le mani.

-Ma dì un po', sei sempre così birichino con tutte o solo con me?-

Tom le sorrise  -Temo di esserlo solo con lei-

-Ah! Quando è così... Via ora siediti, caro- continuò Hepzibah, dopo essersi ricomposta -Sei talmente alto che mi viene il torcicollo a guardarti da quaggiù... Ti va un cioccolatino?-

-No, grazie-

Lei sorrise e ne prese tre, mettendoli in bocca tutti insieme con un'espressione maliziosa. In quel momento la facciata imperturbabile di Tom rischiò seriamente di cadere in frantumi.

-Dunque, come vanno gli affari dal signor Borgin? Ho sentito che dopo l'evasione di Bellatrix Black il Ministero gli ha confiscato molte reliquie, è vero?-

-Sì, madame, purtroppo è così-

-Oh, ma che disdetta!- soggiunse, esageratamente preoccupata -Quella donna è una sciagura vivente, ha portato solo guai! Io ho sempre saputo che c'era qualcosa che non andava in lei, anche quando era bambina e veniva qui a prendere il tè con sua madre, la povera Druella... -

Tom alzò lo sguardo, per la prima volta le parole di quella vecchia gli sembravano quasi interessanti. Quasi.

-Davvero, madame?-

-Oh, sì! Era una bambina violenta e viziata- gli disse con gusto -Ma Druella neanche se ne accorgeva, dovevi vedere come era orgogliosa di quella figlia! Non faceva altro che lodarla e ammirarla davanti a tutti. Poi certo, lei era bellina, non dico no, anche se con quegli abitini rosa froufrou sembrava più un confetto che una bambina, per non parlare dei cappellini minuscoli che tutte le volte... Ma... Ti fa ridere, caro?-

-No, no, affatto- si affrettò Tom, mordendosi l'interno guancia -Scusi se cambio discorso... Ma ora come procedono le ricerche? Gli Auror hanno qualche sospetto su di lei e su dove possa trovarsi?-

-Purtroppo no. So che hanno inviato un plotone a costeggiare l'Islanda e le terre del nord, però dubito che la strega sia lì. Io personalmente sono terrorizzata, ma almeno non sollevo inutili polveroni come fa Agatha, che l'altro giorno ha fatto arrestare due turisti russi convinta che fossero Bellatrix Black e quel Lefevre sotto mentite spoglie. Sai, devi sapere che Agatha soffre di una strana forma di asma paranoide che quando le si sfoga non le permette più di vedere chiaramente la realtà, e il respiro...-

Ecco che ricomincia, pensò Tom, irritato dalla sua solita logorrea.

La donna infatti quando cominciava a parlare non la smetteva più. Sapeva tutto di tutti e pareva che traesse un certo piacere a renderlo partecipe di tutti i pettegolezzi e le cronache rosa del quartiere.

Mentre quindi Hepzibah ciarlava come una macchinetta di Agatha e di altri soggetti non identificati, Tom si alzò in piedi e con disinvoltura andò a perlustrare la casa.
'Casa' era senza dubbio una parola grossa per descrivere la dimora della donna, che invero sembrava più un bazar.

In ogni angolo infatti c'erano teche e scaffali colmi e ricolmi di cianfrusaglie inutili, come globi, totem e testoline, mentre dagli stipiti penzolavano piante rampicanti e pendagli piumati, per non parlare dei quadri loschi e dei ciuffi di capelli di dubbia attribuzione appesi al muro.

Però ciò che in particolare cercava Tom non era esposto in bella vista come il resto.

-Madame- la interruppe bruscamente, fermandosi a guardare il ritratto di Tosca Tassorosso -L'armatura fatta dai Goblin continua a interessarvi?-

-Come, caro?-

-L'armatura che mi voleva vendere la scorsa settimana- le rispose carezzevole -Non la vedo esposta nelle vostre collezioni-

Hepzibah sogghignò, accavallando le gambe -Certo che non la vedi! È nascosta...-

-Nascosta, madame? E dove?-

-Sì, insieme alle altre cose di grande valore...- la donna esitò, divertita dalla curiosità dell'altro -Posso fidarmi di te, vero ragazzo mio?-

Fatto

-Ma certo-

-Io possiedo dei tesori- gli disse a bassa voce, come se volesse incrementare il mistero -Degli oggetti antichissimi e di inestimabile valore, unici al mondo-

Tom si finse sorpreso -Davvero?-

-Oh, sì. E se non ti conoscessi bene...- ammiccò la strega, stringendo le labbra con fare sbarazzino -Scommetto che ti piacerebbe vederli, non è vero ragazzaccio?-

Riddle ricambiò il sorriso e si piegò verso di lei, sfoderando il sorriso più ammaliatore del suo repertorio  

-Non credevo di essere così prevedibile... Lei mi conosce troppo bene-

Hepzibah rimase per un momento a bocca aperta, incantata. Appena trovò la forza di reagire, si alzò subito in piedi.

-Hokeyyy!- gridò tutta rossa, agitando una campanella -Portami qui la cassaforte rossa, su su su!-

L'elfa si presentò con gli occhi sgranati – Quella rossa!? Ma padrona, non...-

-Obbedisci Hokey, non farmi arrabbiare- le disse dura e imperiosa, girandosi però per fare l'occhiolino a Tom.

La creatura sospirò, impotente -Va bene, padrona...-

Detto questo, andò verso una porticina che faceva angolo tra il salotto e la sala da pranzo, la aprì e, senza fare caso a tutto il ciarpame che si riversò a cascata per terra, si fermò davanti a una vecchia cassapanca arabescata.

Si girò di nuovo verso la padrona, speranzosa che cambiasse idea, ma quella era risoluta come una sfinge e le intimò nervosamente di continuare con un cenno della mano. Tom intanto osservava la scena con fare trionfante e vide la cassapanca rimpicciolirsi sempre di più, fino a diventare una piccola cassaforte d'ottone laccata di rosso.

-Un bene mutaforma, ingegnoso madame-

-Dovresti saperlo ormai che sono una ragazza piena di risorse...-

-Ho solo da imparare-

-Sei giovane, tesorino, è normale. Ma guarda- disse orgogliosa, estraendo i cimeli dalla fodera di velluto blu -Questo qui era il Medaglione di Salazar Serpeverde, il tuo rinomato fondatore. Guarda com'è bello... Dicono che Serpeverde l'avesse vinto a un duello di magia quando era ancora un ragazzino e che da lì non se fosse più separato. Era proprio un uomo affascinante, infatti si racconta che Priscilla Corvonero, la notte in cui...-

-Posso vederlo?- la interruppe Tom bruscamente, strappandole con malagrazia il medaglione dalle mani.

-Oh, ehm... Certo-

-Splendido- sussurrò lui, osservando affascinato le sfumature smeraldine alla luce del sole -È splendido-

-Come te- si lasciò sfuggire Hepzibah, sopraffatta dal fascino dell'altro. Tom però non si voltò neanche, perciò lei continuò -Questa invece è la coppa della mia fondatrice, Tosca. Guarda come è bella, così piccola e dorata-

Tom spostò lo sguardo verso di lei. I suoi occhi rigorosamente neri per un momento scintillarono di rosso.

-Madame... Gradisce una cioccolata?-

-Caro, i tuoi occhi hanno...-

-Oh la prego, non ci faccia caso- le rispose spiccio, con un sorriso perlaceo -Piuttosto, vuole bere qualcosa con me?-

Hepzibah annuì nervosamente, non sapeva perché ma non si sentiva tranquilla. Tom se ne accorse, perciò si piegò di nuovo verso di lei, prendendole la mano dolcemente. La differenza che c'era tra le loro mani era evidente, la sua diafana e affusolata, mentre quella di lei tozza e arrossata dalla pressione degli anelli.

-Posso avere l'onore di portargliela, Hepzibah?-

- C-certo...-

Tom sorrise, i giochi erano fatti. La vecchia stava per morire e l'elfa si sarebbe presa tutta la colpa, confusa a dovere con una maledizione apposita... Era tutto perfetto.

Peccato però che successe qualcosa di imprevisto.

Dal camino spento si accese improvvisamente un fuoco inverosimilmente rossastro, che prese presto la fisionomia di un viso baffuto. Sia Tom che Hepzibah sussultarono.

-Hepzibah, vieni qui di corsa!- gridò il volto del funzionario – C'è stato un attacco al Dipartimento Applicazione! Due morti e due streghe rapite! È un codice rosso!-

Hepzibah trattenne rumorosamente il fiato. Si precipitò subito vicino al camino. Tom nascose l'irritazione sotto la sua solita maschera di cera. Ci mancava solo l'attacco di un delinquentello qualunque a mettergli i bastoni tra le ruote.

 -Oh cielo! Oh, Merlino! Ma come è possibile? Un attacco nel dipartimento Auror, ma vuoi scherzare, Alfred!?! Ma si sa chi è stato!? E chi è morto?-

-Chi vuoi che sia stato? Bellatrix Black, naturalmente!-

-Cosa!?-

Tom si sentì mancare la terra sotto i piedi. Sia la strega che la testa del funzionario si volsero verso di lui, che aveva parlato.

-C'è stato sicuramente un errore, non può essere stata lei- esclamò pacato ma furibondo, sentendosi montare da una collera irrefrenabile -L'avrete confusa con qualcun altro-

-No giovanotto, è stata proprio lei- gli rispose l'altro in modo spazientito -Si è presentata come tale e ha scatenato l'inferno in terra, lei e i suoi adepti-

-Tom, caro, non temere- intervenne Hepzibah, mentre si vestiva per uscire -Vedrai che la prenderanno-

-Ah! Ma voi non sapete la cosa migliore!- continul Alfred il funzionario -Un Auror del dipartimento, Sirius Black se non sbaglio, è riuscito a ferirla mortalmente! Se siamo fortunati la strega ci lascerà le penne entro stasera-

L'ira funesta di Tom si spense all'improvviso.

Mortalmente?

-Oh, almeno questo! Tesoro, ora io devo andare, rimandiamo a doma...-

Hepzibah non finì la frase, il ragazzo era già scomparso.

 

 

 

NDA

Sono tornataaa! :D

Scusate il ritardo, ma come sempre ho avuto un sacco impegni di studio e anche di altro genere... Questo capitolo l'ho scritto in un attimo (per quanto due ore e un quarto possano definirsi un attimo) e secondo me rispetto ai precedenti fa schifo, ma capitemi, avevo fretta di aggiornare, è passato un mese :(
Una cosa però la posso dire, sono morta dal ridere.
Era da una vita che volevo scrivere l'incontro di Hepzibah e Tom, perciò spero che questa rivisitazione tragicomica vi sia piaciuta, io ho sempre immaginato una cosa del genere, spero di non essermi lasciata prendere un po' troppo la mano.

Comunque ho revisionato alcuni dei primi capitoli (inutile dire che quando li ho riletti mi è preso un colpo, come ho fatto a pubblicare robe così?)... Quindi, revisionerò anche questo, non temete ^^'

Anche se questo non è il posto giusto, mi scuso con tutti gli autori che volevo recensire, tra cui  Black Beauty e Delia_Blu. Confido sia di recuperare le loro recensioni che di iniziare a leggere storie nuove che si profilano molto succulenti! :)

A presto,

LadyIce

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Ella, ella era l’idolo che seduceva in lui tutte le volontà del cuore, rompeva in lui tutte le forze dell’intelletto, teneva in lui tutte le più segrete vie dell’anima chiuse ad ogni altro amore, ad ogni altro dolore, ad ogni altro sogno, per sempre, per sempre... 
G. D'annunzio, "Il Piacere"

 


Tom rimase un attimo immobile, chiedendosi cosa avrebbe fatto.
L'aria fredda gli accarezzava appena la fronte sotto i capelli, mentre la sirena d'allarme del Ministero risuonava fatalmente in lontananza, tanto forte da sentirsi perfino da lì. La gente agitata si muoveva convulsamente per le strade, molti maghi infervorati si erano radunati in gruppi di rivolta, altri, più codardi, si erano chiusi in casa con una fattura alla porta.
Tom andava avanti a passo lento, ignorando passivamente tutte le spallate e i vari 'Attento, ragazzo!' degli altri concittadini.
Per la prima volta nella sua vita non sapeva come comportarsi o come reagire. Sicuramente aveva sentito il bisogno fisico di andarsene da quella casa, non potendo più sopportare un secondo di più quella buffonata da giovane Bel Ami di buone speranze, ma ora che era uscito?
Continuava a camminare per le vie torbide di Londra, passando come se niente fosse da pensieri di vendetta cruenta ad altri di paura, incredulità e incomprensione.
Perché avevano fatto una cosa del genere?
Ma era ben altro ciò che più lo lasciava perplesso e sbigottito, questo a confronto era una bazzecola. Era una nuovissima sensazione di paura che sovrastava tutte le altre come mille oceani, a cui oltretutto non sapeva dare una spiegazione logica, perché davvero non l'aveva mai provata prima e davvero non credeva l'avrebbe mai potuta provare, come se fosse in uno stato di immunità dai sentimenti sbagliati.
Eppure quella paura che esorbitava dalla sua persona e si poneva all'esterno, sull'incolumità di un altro, o meglio, di un'altra, c'era.
Lui temeva per lei, e non sapeva se era peggio saperlo o provarlo.
Aveva camminato tanto a lungo da essere entrato per vie traverse nella Londra babbana, come sempre meno chiassosa e più depressa della gemella magica. C'erano pochi babbani in giro, forse per il freddo o forse per l'ora di pranzo, e i pochi che c'erano sfrecciavano in auto o in quei ridicoli veicoli a due ruote.
Una ragazza bruna e mal vestita gli si avvicinò, sorridente.
-Ehi scusa, non è che hai da accendere?-
Tom si girò verso di lei, con gli occhi rossi e affilati come due rubini, decisamente anormali.
La ragazza indietreggiò, incantata e spaventata al tempo stesso.
-Senti non importa, grazie comunque...-
-No, perché?- le rispose dolcemente -Ce l'ho eccome. Qui però sta per piovere, vieni con me...-
E così sfogò buona parte della sua ira, bruciando viva una babbana dopo averla indotta a seguirlo con un paio di sorrisi rassicuranti. Per un momento fece finta che ci fosse Bellatrix tra quelle fiamme, anche se il piacere che ne trasse fu comunque inquinato dalla stessa forma di inquietudine che aveva provato qualche minuto prima.
E se anche fosse morta? Che differenza fa?
Si allontanò velocemente dal luogo del delitto, non tanto per la paura di essere intercettato dall'occhio vigile degli Auror, quanto piuttosto perché si sentiva soffocare.
Aveva perso l'occasione d'oro di prendersi i suoi cimeli, fatto la figura dello stupido e reagito come uno sprovveduto davanti a due idioti che non meritavano neanche la sua attenzione. Tom detestava sbagliare, forse perché la sua indole perfezionista non lasciava niente al caso e non gli concedeva neanche il beneficio del dubbio. Tutti i suoi passi erano frutto di decisioni ponderate e calibrate, perciò cozzavano inevitabilmente con l'evento anomalo e imprevedibile per eccellenza: l'errore.
E, sembrava incredibile, ma dietro ogni suo errore c'era lei.
Lei lo distraeva, lei lo assillava, lei occupava indebitamente i suoi pensieri e penetrava dentro di lui come un raggio di luce in una camera buia, e gli faceva provare cose che decisamente non voleva provare.
Aveva ragione la sua Nagini, doveva liberarsi di lei proprio come aveva fatto qualche anno fa... Ma questa volta definitivamente.
Era ferita? Meglio. Era morta? Ottimo, un affare in meno da sbrigare.
Si sentì come se si fosse liberato da un peso opprimente, a lui non importava niente di Bellatrix! Certo che no!
Sorrise trionfante, sì, quell'inquietudine era solo rabbia repressa e mascherata, l'avrebbe uccisa appena arrivato a Malfoy Manor.
Anzi, non indugiò un momento di più in quella fogna brulicante di babbani e si materializzò subito.
_________________


Narcissa Malfoy attendeva davanti a un infuso ormai freddo. Come volevasi dimostrare, Lucius e gli altri erano in ritardo e lei si era lasciata sopraffare dai pensieri più pessimistici e catastrofici che una mente umana poteva immaginare. E più il tempo passava, più il suo nervosismo aumentava.
Era passata più di un'ora, quanto tempo occorreva per salvare un maledetto indagato?
Non sapeva più cosa fare per distrarsi, gli elfi avevano già sgombrato il salotto da tutti i mobili per consentire ai Mangiamorte un atterraggio il più possibile pulito e ordinato (e per evitare i consueti capitomboli e danni alla sala), mentre Draco era intrattenuto in camera sua da Dobby.
Come sempre, a lei spettava l'ingrato compito di aspettare e sperare. Iniziò a tamburellare con le unghie sul tavolino di frassino e i suoi occhi grigi saettavano continuamente verso finestra, anche se sapeva perfettamente che loro non sarebbero giunti dal giardino.
All'improvviso, il rumore che aveva tanto sperato di sentire fece capolino nelle sue orecchie, e poco dopo, due persone caddero maldestramente sul marmo tirato a lucido. Narcissa si alzò subito in piedi col cuore in gola e il fiato corto.
I nuovi arrivati erano due donne, di cui una con i capelli rossi che stringeva stretta l'altra, bionda e...
Oddio.
La signora Malfoy quasi ebbe un mancamento: La bionda in questione era sua sorella Andromeda, la traditrice rinnegata dai Black, che era appena comparsa in casa sua con un'Auror del Ministero attaccato alle costole.

Narcissa però non ebbe la prontezza di parlare, anche perché Lily Potter le aveva puntato contro la bacchetta con fare minaccioso.

-BACCHETTA A TERRA E MANI DIETRO LA TESTA!- le sbraitò con voce aggressiva, cercando di alzarsi e di tenere ferma Andromeda in contemporanea -Non osare muoverti, ogni inosservanza potrà essere usata contro di te e aggraverà solo la tua posizione!-

Narcissa obbedì senza parole, fissandola in stato di choch. Tutto si sarebbe aspettata, dai Troll ai Pixie, ma non certo questo.

-Lily... Oddio, non è come pensi!- farfugliò Andromeda -Te lo giuro, tu... Non devi stare qui!-

-Non è come penso? - le domandò l'altra, quasi dispiaciuta -Andromeda dei maghi oscuri hanno appena attaccato il Ministero per salvare te! Come può non essere come penso? Noi ci fidavamo di te! Io e Sirius abbiamo appena testimoniato in tuo favore!-

La strega del Ministero era comprensibilmente fuori di sé, ma Andromeda cercò di mantenere calma e di spiegarsi, cercando di ignorare lo sguardo incredulo e pungente di sua sorella.

-Io non so perché l'hanno fatto, ma tu non puoi restare qui! Te ne devi andare subito! Se lui ti vede potrebbe scoprire e saperlo...-

Lily corrugò la fronte, senza lasciarla andare -Lui chi? Di che cosa stai parlando?-

Andromeda si girò per guardarla negli occhi -Sto parlando di tuo figlio Harry. Lily, sul serio, devi andare via subito-

Quel nome bastò per annichilire la Potter. Scattò in piedi involontariamente e liberò Andromeda senza neanche rendersene conto. Il coraggio fu spodestato dal panico più totale.

Harry, la profezia, un nemico mortale, il mago oscuro...

Guardò Andromeda colma di angoscia, senza riuscire più a ragionare come si deve. Perfino Narcissa si accorse della piega strana del discorso.

-Come fai a sapere di... di...-

-Me l'ha detto un mio amico- l'anticipò -Un caro e fidato amico-

-Severus?-

Andromeda trovò la forza di sorriderle -No, non Severus, un amico di Severus... Ma non ti preoccupare di questo, se mi ascolti e te ne vai in tempo, nessun altro lo saprà mai-

-Ma tu sai chi è lui?- sussurrò Lily con tono quasi supplichevole -Se lo sai, ti prego, dimmi chi è-

-In realtà non lo sappiamo con certezza...-

-Non importa! Andromeda devo saperlo, se lo sai me lo devi dire!-

La bionda corrugò la fronte, combattuta, ma in quello stesso momento si materializzarono con un tonfo anche Lucius Malfoy, due Mangiamorte mascherati e infine Rodolphus, con in braccio Bellatrix, sveglia e vistosamente ferita.
Dopo di che, accadde tutto troppo velocemente e in modo confuso. Narcissa, che era rimasta quasi tutto il tempo con le mani in alto, sospirò di sollievo e corse verso i suoi alleati, che erano tutti destabilizzati e preoccupati per motivi diversi. Chi per il dolore di una ferita fresca, chi per l'adrenalina ancora in corso, chi perché si era inevitabilmente compromesso davanti alle autorità... Però almeno una preoccupazione la condividevano: quella dell' Auror giunto indisturbato fino al Quartier Generale.
Lily Potter, infatti, come ogni eroico e intrepido Grifondoro, appena comprese il significato di quell'attacco si lanciò su Andromeda giusto in tempo da essere materializzata insieme a lei a Villa Malfoy, ignorando le urla di protesta di suo marito James e degli altri.
E ora, benchè fosse sola contro sei, prese l'iniziativa e li attaccò per prima, come avrebbe fatto una vera Grifondoro, coraggiosa oltre il limite del buon senso.
-Stupeficium!- gridò a pieni polmoni contro la bolgia confusionaria dei Mangiamorte -Stupeficium! Stupeficium!!!-
Dalla sua bacchetta uscirono fiotti rossi e precisi, che colpirono in pieno Lucius Malfoy ed Evan Rosier, ma ciò era ben lungi dall'essere sufficiente. Ci fu un altro grido, un ringhio e una scarica rossa ma più sanguigna dello Stupeficum -Crucio!-
Lily si gettò a terra come una leonessa abbattuta, piegata dal dolore, mentre la sua assalitrice teneva il braccio teso in modo innaturale, con grande fatica.
L'Auror gemette dal dolore, mentre un insieme di voci scomposte si sovrapponevano nel suo campo uditivo.
-Cazzo, Bella, stavi per colpirmi!-
-E quel bel fiorellino cos'è? Un regalino dal Ministero?-
-Smettetela! Non fatele del male!-
-Portatela nelle segrete. Basta, Bellatrix, non vedi che la stai ammazzando? Dobby, Daisy! Narcissa dove sono i miei servi?!-
-Io e te dobbiamo parlare! Subito!-
-Bella sta male...-
Il dolore terminò, e poi il nulla.


Quando Lily si risvegliò, non era certo dove si aspettava di essere. La testa le doleva immensamente e gli occhi le bruciavano, ma ciò non le impedì di capire di essere dentro una prigione fredda e stranamente spaziosa. Tutto era silenzioso, la luce che proveniva dall'alto illuminava faticosamente la cella, creando un'atmosfera ancora più tetra e buia.
Lily si alzò a sedere e cercò di riordinare i pensieri, mantenendo la calma come le avevano insegnato i Maestri Auror in Accademia. Prima di tutto, se era viva c'era un motivo... I Mangiamorte infatti non risparmiano qualcuno per niente. Secondo, non aveva la bacchetta. Terzo, doveva capire assolutamente dove si trovava. Si sforzò di ricordare, era sicuramente una casa padronale, molto ricca e sontuosa. Si ricordava dettagli inutili come le scanalature delle colonne e le venature del marmo... E poi, sì, non c'erano mobili ma c'era la sorella di Andromeda, Narcissa Black... Anzi no, Narcissa... Greengrass? O Bulstrode?

Lily aggrottò la fronte, possibile che non si ricordasse quale purosangue avesse spostato Narcissa Black? Eppure lo sapeva, ne aveva parlato mille volte! Ma niente, in quel momento aveva il vuoto più totale.

L'idea di non ricordare le procurò dell'angoscia aggiuntiva, il marito di Narcissa poteva essere tranquillamente il mago oscuro della profezia! Come poteva scoprire l'identità del suddetto se non ricordava neanche chi aveva spostato una sua ex compagna? Sempre che per 'mago' non si intenda un qualsiasi portatore di poteri magici, perché in quel caso poteva essere anche una strega.

'In fondo le profezie sono imprecise ed enigmatiche' pensò tra sé, preoccupata 'Non sarebbe la prima volta che fossero da interpretare... '.
All'improvviso, un suono metallico e singolare sulle sbarre interruppe i suoi pensieri.
La strega si alzò in piedi allarmata e scorse subito uno di quei maghi oscuri con la maschera d'argento, che indugiava davanti alla sua porta con le mani strette alle sbarre. Si alzò subito in piedi, coraggiosa e orgogliosa.
-Che cosa vuoi?!- gli gridò malamente, con la voce che faceva eco - Io non ho paura di te, dove sono?!-
Il Mangiamorte non le rispose ed iniziò a cercare qualcosa nelle tasche della veste da mago. La strega indietreggiò, si aspettava che l'uomo (o la donna) tirasse fuori la bacchetta e infierisse su di lei, ma invece tirò fuori una... Barretta di cioccolato?
Il Mangiamorte allungò il braccio oltre le sbarre, cercando di porgergliela. Rivelò un braccio magro e pallido, di una singolare carnagione giallognola.
Lily lo guardò attonita. Oltretutto era cioccolato aromatizzato alla lavanda, il suo preferito.
-Non lo voglio!- gli gridò sprezzante -Mi rifiuto!-
Il Mago fece quello che sembrava uno sbuffo spazientito, e lo tirò lo stesso oltre le sbarre della prigione.

-Ho detto che non voglio niente da persone come voi! Mangiatelo te!-

Severus quasi sorrise. La sua Lily era ancora testarda come un mulo. Però non si diede per vinto e riprovò di nuovo, porgendole questa volta una fiala di dittamo in elisir.
La donna però conosceva bene quel tipo di miscuglio, era costoso ed estremamente difficile da preparare, perciò rifiutò l'offerta con più veemenza di prima. D'altronde trovava impossibile che i suoi carcerieri avessero dei motivi per i quali preoccuparsi per lei, senz'altro quella fiala doveva contenere come minimo succo velenoso di Belladonna.
A meno che non la volessero sveglia e vigile per...
Un brivido di paura la scosse tutta. Indietreggiò di molti passi, col fiato grosso e il cuore che batteva rumorosamente, angosciata. Ecco cosa volevano da lei, ma certo.
Si portò una mano alla bocca e lo guardò spaventata, quasi supplichevole, ma quel Mangiamorte, quello strano Mangiamorte, iniziò a scuotere vigorosamente il capo, come se avesse inteso cosa la stesse preoccupando, e fece un segno con l'indice e il pugno chiuso, tanto per fugare ogni dubbio.
-No cosa?!- gli gridò Lily disperata -Cosa volete da me?-
-Niente, stai tranquilla, devi solo stare tranquilla- gli rispose con la voce mostruosamente contraffatta dalla maschera -Nessuno ti farà del male, non temere nulla-
Lily lo fissò allibita. Era forse uno scherzo?
_______________________

'Secondo me è già morta...'

Tom arrivò giusto in tempo per non trovare nessuno.
Il salone di Malfoy Manor era inesorabilmente vuoto e il fatto che ci fossero i mobili ancora adiacenti al muro significava solo che erano arrivate tante persone e da poco tempo.
Impugnò la bacchetta e la strinse forte, aveva accumulato fin troppa rabbia e frustrazione per poter mantenere il controllo e sopportare oltre. Dove erano tutti? Perché nessuno l'accoglieva come si meritava?
Si sentiva scoppiare.... Controllare gli istinti voleva dire essere padroni di se stessi, ma soffocarli e piegarli fino all'inverosimile significava solo esserne succube. E Tom non era succube proprio di nessuno.
-Oh, Amycus! Eccolo, è arrivato!- esclamò Alecto Carrow pimpante, scendendo di corsa dalle scale e andando verso di lui -Meno male che sei arrivato! Tutto è andato bene, ci sono stati giusto un paio di problemi rispetto a un'Auror che si è...-
-Dov'è Bellatrix?-
La bruna si interruppe con una smorfia -È al secondo piano, non so se...-
-Bene-

Prego, eh... Pensò Alecto amaramente, guardando il mago più inespugnabile del mondo scomparire in un attimo.

Tom infatti si era materializzato, con l'intento ferreo di concludere per sempre questa storia. Si sentiva forte come se potesse strangolare un leone, trionfante nella certezza della vittoria imminente. Niente e nessuno l'avrebbe potuto distogliere dal suo proposito, si sarebbe liberato per sempre da quei pensieri stupidi e inquinanti, che vertevano sempre e solo su una stessa cosa: lei.
Ci mise poco a capire dove fosse e una volta arrivato la prima cosa che vide fu una donna bionda, piegata su un letto. Come la riconobbe si stupì, era Andromeda Tonks.
I due si guardarono per un attimo, entrambi sorpresi di vedersi lì, ma Tom non indugiò oltre.
-Fuori- le disse perentorio.
Andromeda ammutolì e rimase con le bende in mano -Perché, scusa?-

Tom osservò Bellatrix e una scomoda sensazione gli aumentò il battito cardiaco. La strega era pallida, esangue e con gli occhi chiusi. Sembrava decisamente morta.
-Voglio restare da solo con lei- continuò come se nulla fosse -Svegliala subito e togliti di mezzo-
-Che cosa vuoi farle?- rimbeccò Andromeda in tono di sfida, indietreggiando di un passo fino a colpire il giaciglio su cui stava la sorella. Aveva colto tutta la portata minacciosa di quella richiesta, ma non per questo si lasciò intimorire.

-Tu intanto svegliala-

-Prima dimmi il perché-

Tom serrò la mascella, ci mancava solo quella donniciola.

-Ti ho detto di svegliarla...-

-No!-

Era troppo. Riddle si lanciò impetuoso contro di lei e la scansò con violenza, talmente tanta da farle perdere l'equilibrio e indurla a barcollare verso sinistra e appena si trovò di fronte a Bellatrix le ghermì il collo con una mano, percependo come prima cosa che il battito c'era ancora.

'È viva' pensò subito, con un vago senso di sollievo 'Devo ucciderla io...'

Strinse la presa nel suo collo caldo e sottile, d'altronde era proprio quello che voleva, liberarsi una volta per tutte di quel pungolo assillante che era Bellatrix, che lo distraeva e lo rendeva molto più debole di quello che era.

Però lei era anche potente, una strega di Serpeverde, meravigliosamente purosangue, oscura e...

 

-Uccidetela padrone, ssstarete molto meglio dopo-

 

Il sibilo lontano di Nagini gli arrivò forte e chiaro.

 

-Fatelo con la bacchetta, sssssarà meno difficile per voi-

 

Sì, la bacchetta... pensò Tom, concordando che ucciderla a mani nude non era affatto una buona idea. Le tolse la mano dal collo e afferrò l'arma fidata, puntandogliela nello sterno.

Fissò gli occhi sul manico della bacchetta, concentrandosi e sforzandosi intensamente di volere la sua morte. L'Avada Kedavra non ha effetto se non si desidera veramente la morte della vittima...

Cercò quindi di richiamare tutti i motivi per cui lo stava facendo, ad esempio il fatto che l'avesse circuito quando era solo un ragazzino, privo delle risorse necessarie per difendersi, oppure quando gli aveva preso il diario, il suo primo Horcurx, e l'aveva disonorato in modo così torbido, depravato, cattivo, conturbante... La sua mente gli fece rivedere la scena che a suo malgrado aveva immaginato fin troppe volte. 

'Basta, smettila!'

E invece la vedeva eccome, la vedeva che sorrideva, la vedeva nuda mentre entrava nella piscina del bagno dei prefetti, o quando studiava e imparava un incantesimo oscuro dietro l'altro, lanciandoli in modo impeccabile, senza paura di uccidere, di ferire o di farsi ferire...

Senza rendersene conto gli si era fatto corto il respiro, la bacchetta, ancora puntata, era inerme e non vibrava neanche.

-Te ne pentirai per tutta la vita, lo sai vero?-

-Taci!-

Lanciò ad Andromeda con uno sguardo furioso, ma come si girò, la donna riprese a parlare.

-Se la uccidi non avrai più nessuno di cui fidarti, rimarrai completamente solo e abbandonato a te stesso-

-Stai zitta, ho detto!-

-Pensa. Tutto quello che avresti voluto godere insieme a lei scomparirà, e tu non potrai fare niente per riaverlo indietro-

-Ora basta! CRUCIO!-

Anrdromeda si gettò a terra e urlò dal dolore, ma per fortuna quel suppliziò durò relativamente poco.

-Quando dico basta è basta!- le ringhiò il mago, inferocito -Impara ad obbedire a chi ti è sopra!-

-Sai, non siamo tutte come Bellatrix- gli rispose lei, altrettanto pungente -Molte di noi pensano con la propria testa e fanno quello che vogliono. Tienitela stretta, una così non la ritrovi-

Tom fece una risata nervosa.

-È un invito a domarti?- le rispose sdegnoso, guardandola dalla testa ai piedi – Se è così accetto la sfida, sappi però che mi annoio molto facilmente-

-Non si direbbe, dato che sei sempre stato con la stessa donna-

-Ma quanto rancore...- le rispose beffardo, celando bene la collera che gli tempestava dentro -Il tuo candore è adorabile, Andromeda, se vuoi qualcosa da me basta chiederlo-

 

-Mio padrone, uccidetele tutte e due!!-

 

-Sì mia adorata, ho già indugiato abbastanza-

Detto questo si girò di scatto verso Bellatrix ma, come lo fece, si dovette fermare perché si ritrovò davanti gli occhi neri e lucidi di quest'ultima, che lo fissavano spalancati.

Bellatrix si era svegliata e loro neanche se n'erano accorti.

Come i loro occhi si incrociarono, lei abbassò subito lo sguardo e si guardò il fianco ferito, mesta , senza aggiungere nulla. Ci fu un momento di grave silenzio, e improvvisamente il fuoco distruttivo che gli ruggiva dentro si attenuò, insieme a tutta la voglia di ucciderla. La rabbia e la furia regredirono notevolmente in uno strano sentimento di paura e svilimento, mentre gli occhi neri di lei continuavano a guardare in basso.

-Che cosa ti è successo?- le domandò svuotato, sottovoce come per non farsi sentire.

-Sirius mi ha ferito- gli rispose imbarazzata -Mi ha fatto molto male...-

-E tu perché sei uscita?- le chiese combattuto -Ti avevo detto che dovevi aspettarmi qui-

-Lo so, ma Ro... Gli altri mi avevano parlato di una missione importante per te, che ti avrebbe reso felice se fosse andata bene, perciò ho voluto aiutarli pensando di...-

-Una missione per me?- la interruppe incredulo, senza capire -Bellatrix, non c'era nessuna missione per me!-

-Ma loro mi hanno detto di sì!- singhiozzò stravolta

-E da quando in qua tu ascolti loro prima di me!? Lo sai che per colpa vostra ho perso dei beni che bramavo da degli anni? Lo sai che ora per colpa tua devo ripetere tutto daccapo con il rischio concreto di perdere tutto?!-

-Non lo sapevo...Mi dispiace...-

-Non mi importa niente se ti dispiace, hai rovinato tutto come sempre! È colpa tua, sei un'incapace, un peso inutile!-

La rimproverò duramente fino a farla piangere, ignorando le repliche difensive di Andromeda.

Vederla così lo fece sorridere, si sentiva già molto meglio. Bella era lo sfogo migliore e più soddisfacente che potesse avere, la sua sofferenza era così vera e tangibile che superava quella di qualsiasi maledizione.

'Ucciderla è un tale spreco, non ha senso...' pensò euforico, avvicinandosi verso di lei.

Si sedette sul letto dove era sdraiata, e con la voglia sadica ed eccitante di farle del male le prese il mento tra le mani. La sentì rabbrividire.

-Cosa dovrei farti adesso, eh?- le sussurrò dolcemente, guardandole la bocca dischiusa -Ti uccido o gioco un po' con te?-

Le penetrò allusivamente le labbra con un dito, osservando il suo immediato cambiamento d'espressione. Le si accostò ancora di più.

'Prevedibile, è una certezza' pensò ancora, contento di vantare un controllo così totale su di lei 'Chissà se è già ...'

Gli venne un'indomita voglia di togliersi il dubbio e di toccarla tra le gambe, una voglia che troncò sul nascere e che lo fece infastidire ulteriormente. Possibile che lei gli facesse ancora quest'effetto? Oggettivamente non era niente di che, era molto meno bella di un tempo, anche se erano subentrate altre cose che la rendevano egualmente affascinante... Come l'aura ancora più nera e malvagia che emanava, impregnata di cattiveria e crudeltà. La strega più pericolosa e cattiva degli ultimi due secoli succube e prostrata ai suoi piedi. Quello si che era eccitante.

Mentre pensava si accorse che lei si era avvicinata e che gli puntava la bocca, sempre alla ricerca spasmodica di quel maledetto bacio. Sorrise e decise di assecondarla a modo suo, restando fermo fino all'ultimo secondo per indurla a credere di volerlo. Appena fu abbastanza vicina da sfiorargli le labbra, Tom gli infilzò il fianco ferito con le unghie, artigliandolo come se volesse staccarne un pezzo, e poi spinse le labbra contro le sue, soffocandole il gemito di dolore.

Fu un bacio asciutto e dal retrogusto doloroso, ma pur sempre un bacio, sufficiente a far sciogliere la strega, che si abbandonò di peso su di lui, come una marionetta senza fili.

-Ti è piaciuto?- le chiese beffardo, continuando a farle male in modo meno intenso -Ne vuoi un altro?-

La guardò mentre strizzava gli occhi dal dolore, infervorandosi sempre di più. Sentiva le dita sporcarsi di sangue, quel preziosissimo sangue puro che a lui era stato ingiustamente precluso, e in quel momento iniziò a desiderare da lei cose diverse.

-Questo sangue è mio, lo sai vero?- le sussurrò all'orecchio, bieco -Tutto ciò che hai è mio, Bella, ne sei conscia, no?-

-Bella, no! Digli di no!- le gridò Andromeda -Tu non sei un oggetto, non è affatto vero quello che dice!-

-Sì, è tutto tuo, sono tua- gli rispose Bellatrix elettrizzata, ignorando completamente Andromeda -Prenditi tutto quello che vuoi-

-Anche tua sorella?- le domandò divertito, facendo impallidire una e arrossire l'altra.

I suoi occhi però si soffermarono solo su Bella, godeva troppo nel vederla così amareggiata, le labbra che aveva sfiorato poco fa si erano fatte piccole e strette, con gli angoli piegati all'ingiù, e i suoi occhi neri sempre così algidi e alteri erano diventati umili e inespressivi.

-Non ascoltarlo, lo dice solo per farti ingelosire-

Tom ridacchiò, senza staccare gli occhi da Bellatrix -Se avessi voluto farla ingelosire, tu a quest'ora non saresti vestita-

-Non ti permetto di parlarmi così- tentò la bionda imbarazzata, beccandosi un'occhiata assassina dalla sorella -Io sono sposata, non ti permetto certe insin...-

-Sposata?- domandò Bellatrix, afferrando involontariamente il braccio del mago -Con chi, di grazia? Immagino che ciò che mi disse Cissy sia stato uno scherzo, tu non sei sposata con uno scarto magico, vero sorellina?-

Andromeda la guardò angosciata, i suoi occhi celesti si velarono di lacrime -Ti prego, Bella, tu mi puoi capire, quando si ama qualcuno non si guarda più a niente, tu lo sai bene...-

Bellatrix sgranò gli occhi, tirando indietro le labbra in modo minaccioso.

-Non osare- scandì tra i denti, con la voce che vibrava dalla rabbia -Non osare...-

-Bella, aspetta mi hai frainteso!- si affrettò Andromeda - Non volevo dire che lui... Loro...-

-NON OSARE! HAI SPOSATO UN MEZZO LURIDO BABBANO!- gridò fuori di sé, scattando in piedi -UN ABORTO DELLA MAGIA! UNA FECCIA!-

Tom ridacchiò, gustandosi appieno quella scena inaspettata. Bellatrix sapeva essere davvero spettacolare quando voleva, adorabile.

-Lui non è... Se solo lo conoscessi, capiresti...-

-È UN MEZZO BABBANO!! Meglio sposare un cane di un babbano!-

-Su colpiscila, Bella- la incitò l'uomo alle sue spalle, tranquillamente -Non vorrai lasciare impunito un affronto del genere, pensa solo all'umiliazione che ha subito la tua famiglia-

Bellatrix annuì e prese la bacchetta che riposava sul comodino, puntandogliela subito contro.

-Sei troppo debole per fare un incantesimo, ti farai ancora più male-

-Stai zitta!- le ringhiò -Devi pagare per quello che hai fatto! Io... Eri mia sorella!-

-Lo sono ancora- la supplicò Andromeda, disperata -Ti prego, io lo so che dentro di te mi capisci, per piacere...-

-Allora, Bellatrix? La colpisci o no!?-

La strega annuì forte, ma come pronunciò parte della maledizione Cruciatus, una fitta al fianco e all'altezza dello stomaco la paralizzò e la fece crollare sul materasso, proprio contro a Riddle.

-Inutile, totalmente- esclamò quest'ultimo con freddezza, scrollandosela di dosso con poca cura -Non sai fare neanche le maledizioni adesso?-

Lei gemette dal dolore, ma questa volta solo fisico.

-Mi fa male, mi fa troppo male- singhiozzò senza fiato -Mi sento come spezzata in due...-

Gli occhi le piangevano dal dolore, e Tom capì che doveva soffrire sul serio, dato che la ferita aveva ripreso a sanguinare copiosamente. Glielo sfiorò appena, e questo solo bastò per farla fremere dal male.

-È solo un graffio, non fare la tragica- mentì fingendosi spazientito, per poi girarsi e notare che Andromeda non c'era più. Si girò nuovamente verso di lei, era pallida e aveva gli occhi chiusi, proprio come l'aveva vista appena arrivato. Il cuore gli riprese a battere velocemente, e, senza potersi trattenere, prese la bacchetta e gliela puntò contro, per la seconda volta in meno di un'ora.

-Vulnera Sanentur- sussurrò tre volte, pensando che per la maledizione smeraldina ci sarebbe stato tempo.

 

 

 

 

 

 

N.D.A.

1) La babbana sfigata che all'inizio ci prova con Tom sono io. Un piccolo cameo dell'autrice, non vogliatemene (anche se non fumo e mi ci vuole giusto Tom Riddle per prendere l'iniziativa, ma fa nulla) ;D

2) il 'mi rifiuto' che dice Lily contro Severus richiama appositamente Harry Potter e il Calice di Fuoco, quando Harry lo dice a Voldemort per evitare di inchinarsi prima del duello. In breve: tale madre, tale figlio. Harry quel coraggio (patologico) da qualcuno deve averlo pure preso!

3)Il cioccolato alla lavanda non esite, me lo sono inventato.

4)Ho trovato due prestavolti che mi sconfinferano: Lily James per Andromeda (nella versione cinematografica 'Cenerentola', per me è 100% uguale al personaggio) e Jon Kortajarena per Tom (è un modello
, fa piangere).

5)Ringrazio FOLLEMENTE Black Beauty, sia per il BANNER nuovo che per avermi aiutato/supportato con il capitolo, anche se purtroppo non ho messo (quasi) tutto il pezzo che mi ha magistralmente corretto (se volete leggerlo basta chiedere in messaggio privato o, se vi va, con una recensione. Prendetelo come una 'scena inedita' in stile film)

6)Spero di cuore che vi sia piaciuto, e mi dispiace moltissimo per aver tardato così, però io studio molto (pure d'estate, sì, lasciamo stare) e scrivere è una bomba ad orologeria! Mi vengono in mente dei dialoghi/scene mentre leggo il manuale, e addio che mi riconcentro! (e poi sono lenta come una lumaca, non dico di no).

7) GRAZIE a tutti voi per le letture e le recensioni! :)

A prestissimo,

LadyIce

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