Discovering you

di fiocca_en
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


 

Liam

Sto di nuovo cambiando città e spero vivamente che questa sia l’ultima volta. Ho promesso al giudice Harris che avrei fatto di tutto per non cacciarmi nei guai, avevo solo quest’ultima possibilità, altrimenti per quel poco tempo che rimaneva al raggiungimento della maggiore età sarei finito in un riformatorio e l’idea non mi piaceva affatto. Ricordo ancora il racconto di questo posto dettomi da un ragazzo in quel breve periodo quando ho abitato a Nottingham e credo di non essermi spaventato mai così tanto in vita mia perciò ho intenzione di rendere fieri di me il giudice Harris e i signori Carter, David e Elizabeth, che mi hanno preso in custodia. Sono una bella coppia, entrambi sulla cinquantina, rimasti soli dopo che la loro unica figlia morì per un motivo che purtroppo non so, non parlano molto di lei, un bel giorno decisero di volere una compagnia e quando fui espulso dall’ultima scuola e arrivai qui a Brighton decisero di tenermi con loro. Non finirò mai di ringraziarli soprattutto perché non mi hanno giudicato come fanno tutti non appena sanno qualcosa del mio passato.

“Benvenuto alla St. Patrick High School Signor Payne”.

Ecco la voce cantilenante del preside che mi accoglie in questo prestigioso istituto, come lo ha appena definito. Mi trovo in presidenza insieme a David che si alza, seguito a ruota dal preside cui stringe la mano e saluta per poi invitarmi a fare lo stesso e mi accompagna nel corridoio prima di andarsene.
Eccomi di nuovo solo, in un posto dove non mi conosce nessuno e dove io non conosco nessuno. Sbuffo e guardo l’orario. Prima ora: Chimica, Aula 3, primo piano. Non mi resta che avviarmi alle scale.

Melody

“Melly è ora di alzarsi.”

Oddio è già ora, non sono ancora pronta. Apro gli occhi e subito vengo accecata dal sole che si è intrufolato dalle fessure della serranda  della porta-finestra che dà su un balconcino, proprio di fronte al mio letto. Ecco che vedo la porta aprirsi per dare spazio alla figura di mia madre,già vestita di tutto punto, che mi informa del mio leggero ritardo sulla “tabella di marcia”. Mi alzo e comincio a decidere come vestirmi pensando che comunque non avrebbe migliorato il mio umore. Non ero quel tipo di ragazza elettrizzata per l’inizio della scuola, anzi odiavo il liceo, non solo perché avevo un'unica amica, Juliet, ma anche perché nonostante mi facessi spesso e volentieri i cavoli miei venivo presa di mira dalle stronze e dai loro ragazzi, giocatori di football naturalmente, perché me la cavo piuttosto bene a scuola e perché appartengo ad una buona famiglia, ragione per cui, secondo loro, prendo voti alti. Andai in bagno per una rapida doccia, indossai ciò che avevo scelto e feci colazione per poi dirigermi alla fermata dell’autobus.

Quando arrivai di fronte a quell’immenso edificio, inspirai ed espirai un paio di volte prima di entrare. L’atmosfera dentro era uguale a quella degli altri anni e ciò non era un bene: non era cambiato nulla. Mi diressi verso il mio armadietto e presi i libri che mi sarebbero serviti per letteratura. Richiusi l’armadietto e mi affrettai a raggiungere l’aula 5 al secondo piano visto che ero in ritardo ma sfortuna volle che andai a sbattere contro Jake.

“Attenta a dove vai,strega.”

Strega: mi era quasi mancato quest’orrendo soprannome. Jake e tutti quelli che fanno parte del suo gruppo mi chiamano così per via dei miei capelli rossicci e il viso pieno di lentiggini. Molte credenze popolari attribuiscono questi caratteri alle streghe.

Cercai di ignorarlo e passare avanti ma continuamente mi sbarrava la strada.

“Ehi, amico lasciala stare. Può capitare di urtare qualcuno.”

Mi voltai. Questa voce proveniva da un ragazzo che non avevo mai visto prima. Con uno sguardo gli intimai di andarsene poiché sapevo che sarebbe successo a breve. Infatti, in un batter d’occhio Jake rispose all’ ”offesa” di averlo contraddetto con un pugno e il povero ragazzo si accasciò a terra. Dopodiché Jake se ne andò, seguito a ruota da Amber che era sopraggiunta nel frattempo. Rivolsi il mio sguardo al ragazzo e abbozzai un sorriso di gratitudine. Nessuno mai aveva provato a difendermi, pur sapendo come venivo trattata, ormai ci avevo fatto l’abitudine perciò era facile intuire che questo ragazzo fosse nuovo. Lo aiutai a rialzarsi mentre la folla di studenti si diradava poiché lo spettacolo era terminato e timidamente presi la parola:

“Grazie mille, ma non dovevi. Tutti qui sanno che succede quando si contraddice Jake.”

 Egli rimase zittò per un lungo lasso di tempo che impiegò a fissarmi ma poi, finalmente, anche perché la situazione stava diventando imbarazzante si decise a parlare:

“Lo ricorderò ma non aveva il diritto di trattarti in quel modo. Il mio nome è Liam. Piacere.”

Stavo per rispondere quando il preside si ha interrotti.

“Signor Payne in presidenza.”
 
 
Salve a tutti, eccomi con una nuova fan fiction. Che  dire? Spero che vi piace e vorrei tanto sapere una vostra opinione, è molto importante per me. Recensite, recensite, recensite!
Ps vi chiedo solo di non essere prevenuti. Questo capitolo è un po’ breve perché è una specie d’introduzione.

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Capitolo 2
*** secondo capitolo ***


Liam

“Signor Payne non è possibile che si trovi in questa scuola da un paio di minuti e già si caccia nei guai.”

Ed eccomi in presidenza dove mi trovo da dieci minuti durante i quali il preside non ha fatto altro che sgridarmi e ricordarmi le mie espulsioni, rimproveri eccetera eccetera ma io ormai da nove circa non faccio altro che pensare a quella ragazza. Mentre attraversavo il corridoio per dirigermi alle scale la vidi e mi sembrò piuttosto taciturna e indifesa. Sopportava le offese che quel bullo, con cui ho fatto velocemente conoscenza, le faceva cercando di mostrarsi indifferente perciò mi sono detto che sarebbe stato giusto dire a quel deficiente di lasciarla in pace, in fondo non aveva fatto niente di grave. Detto fatto,ed eccomi con un occhio nero e piuttosto dolorante ma ne è valsa la pena, in fondo. Grazie al mio intervento “eroico” ricevetti in cambio un bellissimo sorriso riconoscente ed ebbi l’opportunità di ammirare da vicino i suoi occhi. Erano di un verde intenso quasi smeraldo. L’unica cosa negativa di tutta questa storia, oltre al pugno e l’occhio nero ovviamente, è che non so ancora il suo nome, giacché questo grassone del preside ci ha interrotto, e non so se la rincontrerò nuovamente, ma lo spero.

A proposito del preside ecco che ha terminato il suo discorso e ora tocca a me parlare.

“Signor Preside, la ringrazio per non aver chiamato David ed Elizabeth, si sarebbero preoccupati tanto, e lo so che il mio passato non è stato calmo ma sto cercando di migliorare. Mi sto impegnando tanto per non deludere nessuno. Sta mattina non mi sembrava giusto vedere quella ragazza che era presa in giro, solo per essere andata distrattamente addosso ad un bullo. Ho solamente parlato con lui, non ho nemmeno alzato la voce e ho ricevuto questo pugno in faccia.”

“Sa dirmi chi era a infastidirla?”

“No, mi dispiace, non conosco ancora nessuno in questa scuola quindi non lo so.”

“Allora dovrò prendere provvedimenti contro di lei.”

Feci una smorfia pensando al peggio e il preside continuò.

“Mi dispiace tanto Signor Payne, non pensi che io sia ingiusto ma si metta nei miei panni ho trovato lei con l’occhio nero quindi devo agire di conseguenza.”

“Si capisco. Mi dica la punizione.”

“Sa, stavo pensando che la Signorina Edwards ha bisogno di nuovi studenti nel suo club.”

“Di che club sta parlando, Signor Preside?” Risposi preparandomi al peggio ma la bocca del preside si allargò in un sorriso.

“Non sono sicuro che le piaccia la lettura ma sono convinto che la signorina Edwards gliela farà amare.”

Se la mia faccia prima aveva un’espressione rassegnata, adesso era un misto tra terrore e scetticismo. Non avevo mai amato la lettura e preferivo soprattutto fumetti che non si possono considerare veri e propri libri perciò sarebbe stato un vero strazio partecipare a questo club.

“Suppongo di non avere altra scelta, vero?”

“Suppone bene. Dovrà andarci obbligatoriamente il primo semestre. La punizione consiste in questo.”

Non so se considerarlo un bene o un male, ma tutto sommato era un bene poiché il preside non aveva preso provvedimenti disciplinari e per questo lo ringraziai. Almeno adesso 4 persone avevano fiducia in me, è un numero grandioso.

“Si ricordi di passare in segreteria per gli orari del club.”

“Certo, grazie ancora Signor Preside.”

Dopo di ciò uscì e siccome mancavano ancora 10 minuti all’inizio della prossima lezione decisi di passare adesso in segreteria. Arrivato in segreteria, chiesi gli orari del club di lettura a una signora bassina con gli occhiali che sembravano fossero incollati al naso e persino lei mi guardò con aria scettica. Non appena mi consegnò il foglio guardai il primo incontro: martedì ore 14:00.

Melody

Già dal primo anno di liceo avevo sempre partecipato alla maggior parte delle attività pomeridiane: pittura, scacchi, tennis da tavolo e così via. Mi piace passare delle ore in più a scuola e darmi da fare e poi, con questa scusa, rimango lontana qualche ora in più da casa, dove non mi piace trascorrere il tempo visto che sono quasi sempre sola.

 Però il club che adoro in assoluto è di lettura. Sono stata sempre un’amante della lettura. All’inizio leggevo piccoli romanzi come Piccole donne, Pollyanna, il libro Cuore ma crescendo ho cominciato a leggere qualsiasi tipo di romanzo, anche se i miei preferiti sono quelli romantici, firmati Jane Austen possibilmente. Vedo nella lettura una fuga dalla realtà, un passatempo, è qualcosa di  fantastico che lascia libera la tua fantasia e ti spinge a immaginare i luoghi, i personaggi e le situazioni di cui stai leggendo fin quando ti rendi conto di fare parte del libro e stai vivendo in prima persona la storia, è qualcosa che solo chi ama veramente leggere e fuggire dal mondo reale capisce.

 E la Signorina Edwards è della mia stessa opinione. Lei è anche un’altra ragione per cui amo questo club. È una signorina gentile e in gamba, nonostante la sua giovane età, ti capisce al volo e sa rendere interessante persino un libro che avresti giudicato noioso a primo impatto.

Oggi c’era il primo incontro dell’anno e come al solito era più una riunione per stabilire i partecipanti, conoscerci meglio e stabilire insieme cosa fare per il resto dell’anno.

Ero così felice che mi presentai un quarto d’ora prima dell’inizio del club e mentre la sala si stava man mano riempiendo scambiai due parole con la signorina Edwards e poi andai al mio posto. Mancavano ormai pochi minuti all’inizio e mi soffermai a notare che solo uno o due studenti in più si erano iscritti al club quest’anno, quindi ci saremmo ritrovati sempre i soliti pochi studenti che vi partecipavano annualmente. La signorina Edwards si alzò e chiuse la porta per poi cominciare a presentarsi ai nuovi arrivati e procedere con le solite cose quando la porta si aprì per dar spazio a una figura che non mi era nuova.

Era un ragazzo piuttosto alto e magro, aveva capelli castani sistemati  in modo da formare una piccola cresta e man mano che avanzava riuscivo a vedere chiaramente il colore dei suoi occhi: erano color nocciola. Indossava una semplice maglia bianca, un paio di jeans scuri e delle sneakers.
Continuavo a chiedermi perché mi sembrava avesse un’aria così familiare e poi ricordai che si trattava dello stesso ragazzo che mi aveva difeso ieri in corridoio.

Mentre io ero imbambolata a fissarlo evidentemente lui aveva chiesto scusa per il ritardo e aveva preso posto, proprio accanto a me.

Dopo aver fatto a turno le presentazioni, la signorina Edwards ci assegnò il compito per il prossimo martedì.

“Allora” cominciò a dire “non è niente di complicato, dovete solo scegliere un libro, che sia il vostro libro preferito o quello che avete letto recentemente e parlarne alla classe.”

Mi sembrava una brillante idea e già sapevo che libro avrei scelto.
Dopo poco la signorina Edwards ci salutò e piano piano cominciammo ad uscire dalla classe.
Mi avviai silenziosamente verso la fermata dell’autobus ma mi bloccai quando mi sentì chiamare.

“Ciao Melody.”

Era il ragazzo nuovo che mi stava raggiungendo. Quando si fermò davanti a me ansimava in seguito alla corsa che aveva fatto per raggiungermi.

“Liam, giusto?”

“Si.” Rispose e un largo sorriso gli si disegnò in faccia.

Non so perché ma avevo la strana sensazione che nascondesse qualcosa anche se sembrava un ragazzo apposto aveva un non so che di misterioso e la mia coscienza diceva di stargli lontana però mi sembrava sgarbato comportarmi in modo distaccato, ormai avevo intuito che era nuovo e non era giusto avere pregiudizi legati ad una mia sensazione, che poteva anche non essere vera.

“Avrei un favore da chiederti” continuò vedendo che ero piuttosto taciturna.

“Si, dimmi.” Risposi ancora un po’ titubante e scettica.

“Non ho un libro preferito.”

“Non necessariamente devi raccontare il tuo preferito, hai sentito la signorina Edwards? Puoi anche raccontare uno che hai letto recentemente.”

“Non ho mai letto un libro.” Confessò in uno sbuffo e la mia bocca si aprì formando una O.

“Non capisco. Allora perché ti sei iscritto al club di lettura?”

“è una lunga storia. Giuro che ti spiego tutto ma per favore aiutami. Non conosco nessun posto qui.”

“Va bene. Ci vediamo domani dopo scuola. Sii puntuale sennò me ne vado.”

“Grazie mille. A domani.” Disse quasi saltando dalla gioia. Mi sembrava un po’ strano ma ormai mi avevo accettato di aiutarlo e dovevo sopportare la sua stranezza. Con un profondo sospiro mi diressi verso casa.
 
 
Ehilà allora vi piace? Secondo voi perché Melly pensa che Liam nasconda qualcosa? E dove andranno il giorno dopo insieme?
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** terzo capitolo ***


Liam

“Beh e dopo aver preso quel pugno in faccia come sai sono finito in presidenza. Lì il preside mi ha chiesto chi me l’ha dato ma essendo nuovo non conosco nessuno, a parte te, quindi non ho saputo dirgli il nome e così come punizione devo partecipare un semestre al club di lettura.”

Avevo appena finito di parlare e guardai Melody. Aveva sempre quell’aria scettica ma era stata disponibile ad aiutarmi e ad ascoltare quel poco che le dissi riguardo al mio passato e al perché, pur odiando la lettura, partecipo al club del libro.

Lei voltò il viso e annuì girandosi nuovamente per guardare la strada di fronte a sé. Non aveva intenzione di parlare e quel silenzio cominciava a diventare imbarazzante perciò presi la parola.

“Allora dove stiamo andando?”

“Aspetta un attimo e vedrai. Siamo quasi arrivati.”

Disse guardandosi intorno. Dieci secondi dopo mi afferrò per il braccio e mi tirò con forza verso un vialetto buio e isolato.

In questi pochi giorni che la conosco, ho notato che è contemporaneamente così sicura ed insicura di sé. Ed è anche molto bella, non la bellezza che si attribuisce alla ragazza più popolare della scuola, una bellezza diversa, misteriosa, che si scopre quando la osservi attentamente in ogni piccolo dettaglio, come sto facendo in questo momento. Ho notato anche che è molto timida, riservata e cauta, probabilmente è una corazza per far sì che non tutti sappiano troppe cose di lei. Ho costruito pure io una corazza simile nel corso degli anni, man mano che le mie esperienze negative aumentavano, e riesco a riconoscere al volo chi si comporta allo stesso modo.

Quando ritornai alla realtà, mi ritrovai in una stanza enorme, piena zeppa di libri e mi venne spontaneo esclamare wow.

“Ciao Paul.” La sentì dire mentre ancora esterrefatto mi guardavo intorno.

“Ciao Melly.” Rispose l’uomo di rimando.

 Era la prima volta che sentivo questo soprannome e  già m’immaginavo il giorno in cui mi avrebbe detto di chiamarla così. Ok, andiamo piano, dopo che saremmo usciti da questo posto, probabilmente lei sarebbe andata a casa sua e io a casa mia e qualsiasi tipo di rapporto sarebbe terminato. Ma io non volevo questo, però una parte di me sapeva che doveva essere cauta con lei. Non si sarebbe aperta a chiunque.

“Ho portato un amico.” Disse non appena arrivammo al bancone.

“Paul.” Mi porse la mano.

“Liam.” Gliela strinsi.

“Diamo un’occhiata in giro.” Disse mentre in faccia le compariva un sorriso. Si vedeva chiaramente che fremeva d’eccitazione e si fiondò subito verso un’ala di questa che suppongo sia una libreria. Non capisco il perché di tutta quest’allegria: sono solo libri non un parco divertimenti. Non osai dire questo pensiero, probabilmente mi avrebbe fulminato con un’occhiata seduta stante.

Man mano che percorrevamo i corridoi le mie braccia si riempivano di libri.

“Allora ti ho preso i libri più famosi per ogni genere così individuiamo quello che ti piace.”

Annuì mentre stavamo uscendo dalla libreria. Lei salutò Paul e io feci lo stesso con un cenno della mano.
Stavamo percorrendo la strada al ritroso quando un tuono richiamò la nostra attenzione.

“Oh no, mi sa che dobbiamo correre.” Disse e già era sfrecciata via.

Cominciai a correre fino a che non stavo quasi per sputare un polmone quando la raggiunsi ed ebbi la possibilità di fermarmi e riprendere fiato. Mentre piccole gocce scendevano giù dal cielo cupo, raggiunsi Melody sotto un balcone.

“Mio Dio sei velocissima” dissi quando finalmente respiravo normalmente.

“Faccio anche atletica a scuola.”

“Ecco che si spiega tutto.”

“Sei pronto per un’altra corsa?”

“Che? Corsa?”

Ma prima che collegassi, aveva già cominciato a correre e ripresi anch’io nel tentativo di raggiungerla.

La conoscevo da poco ma questa ragazza mi stava già facendo impazzire, in tutti i sensi.

Eravamo già arrivati vicino scuola quando la sentì urlare un no.

“Che succede?” dissi preoccupato.

“L’autobus è appena andato” disse mentre indicava il mezzo in lontananza.

“Tranquilla ho la macchina, ti do un passaggio così ti restituisco anche quest’enorme favore che mi hai fatto.”
 

Melody

Non avevo avuto scelta, avrebbe insistito comunque perciò mi feci accompagnare a casa. La sua macchina non si poteva certo definire una macchina lussuosa, tutt’altro. Era un vecchio modello, chissà quante volte rimessa a nuovo, però non era male anzi, era pulita e ben tenuta.

Il viaggio si svolse la maggior parte del tempo in silenzio. Le uniche parole che Liam ha pronunciato sono state spese per ringraziarmi di averlo aiutato, io ho annuito e non ho aggiunto niente.

Ero così immersa nei miei pensieri da non essermi accorta che la macchina si era fermata davanti casa.
Liam si schiarì la voce per riportarmi alla realtà e io aprì la portiera per scendere. Dopo una frazione di secondo m’imitò e ci ritrovammo davanti la porta di casa mia.
A questo punto non sapevo se fare come mi aveva detto questa mattina la signorina Edwards.
Flashback

Era l’intervallo tra la terza e la quarta ora e mi stavo dirigendo verso l’aula dove si tiene il club di lettura sperando di trovarvi la signorina Edwards.

Fortunatamente la trovai.

Avevo bisogno di parlarle. L’incontro con Liam mi ha sconvolta e non ne capisco il motivo. Sembra che ci sia qualcosa in più che lui non mostra a tutti, qualcosa che mi incuriosisce scoprire ma anche mi inquieta. È inspiegabile tutto ciò, non mi è mai capitato prima, ma sembra che il destino stia giocando una parte importante.

Tutto ciò lo dissi alla signorina Edwards e lei con un sospiro mi rispose.

“ Credo che per una volta dovresti smetterla di porti sempre domande, fai come ti dice il cuore e non il cervello. Non è una cosa brutta che questo ragazzo ti abbia chiesto aiuto, è appena arrivato in questa scuola perciò è normale che cerchi di fare amicizia. Poi hai solo Juliet come amica e Liam sembra un ragazzo a posto.”

Dopo che la professoressa finì di parlare le sorrisi e andai via. Era appena suonata la campanella così mi avviai verso il corridoio principale mentre riflettevo su ciò che aveva detto la signorina Edwards.
Aveva ragione dovevo smetterla di essere così cauta. Potevo dare una chance a Liam.

Fine Flashback

Melody ci sei?”

Liam stava agitando la mano davanti al mio viso e immediatamente ritornai alla realtà.

“Si si ci sono” dissi infilando le mani nella borsa per prendere un pezzo di carta.

“Ecco il mio numero.” Continuai “Quando scegli il tuo genere preferito mandami un messaggio. Adesso devo proprio entrare, mia madre si starà preoccupando.”

Liam rimase esterrefatto quando gli consegnai il biglietto con il mio numero. Non si aspettava che lo avessi fatto, ne ero sorpresa pure io a dire la verità ma, in fondo, non era una cosa brutta avere un amico in più.

“Si certo. Grazie ancora”  disse per poi voltarsi per raggiungere nuovamente la sua macchina.

Entrai salutando mamma e corsi in camera mia per fare i compiti anche se non ne avevo voglia. È stata una giornata carina oggi e poi, nonostante la pioggia, l’aria era tiepida ed era bello stare fuori.
Ormai il cielo era quasi buio quando alzai gli occhi dai libri distratta da un rumore proveniente dal mio cellulare.
Lo presi e mi accorsi non solo che erano le otto passate ma anche che avevo un nuovo messaggio di un numero sconosciuto. Lo aprì.

Ciao Melody sono Liam. È una noia mortale leggere il romanzo romantico che mi hai ordinato di leggere.

Guardando quel messaggio mi misi a ridere. Avevo immaginato che probabilmente non gli sarebbe mai piaciuto leggere di una storia romantica. Non mi sembrava il tipo.

Avevo il sospetto che leggere romanzi che parlano d’amore non avrebbe fatto per te.

Inviai e dopo poco mi arrivò la risposta.

L’amore fa per me ma questi due mi stanno facendo venire il diabete. Presto andrò in coma glicemico.

Allora finiscilo presto così potrai passare a qualcosa di meno zuccheroso.

Perché lo devo finire?

Certamente. È un ordine.

Oh no! Troppi ordini sto ricevendo ultimamente.

Ahahahah.Vado a mangiare che tutto questo parlare di zuccheri mi ha fatto venire fame.

A presto, Melly.

Non appena vidi quel soprannome rimasi un po’ scossa. Solo mamma, papà e Juliet mi chiamavano però non era male che mi chiamasse anche lui così. Dovevo solo abituarmi all’idea.

Posai il cellulare sulla scrivania e mi avvai verso le scale ma ad un tratto vidi tutto buio.
 
Ciao a tutti. Allora che ne pensate?
Vi devo avvisare che parto per un mese quindi sarà difficile aggiornare e scrivere qualcosa ma spero di farcela, non prometto nulla.
Devo fare un ringraziamento speciale alla mia amica
The Mockingjay mi supporta e aiuta sempre. Ti voglio bene!
 
 
 
 

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