I promise, my love will protect you.

di chanyara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***










 
Le gocce di pioggia scendevano delicatamente sul vetro della finestra. Amavo il fatto che si muovessero in quel modo, così lentamente da snervare chiunque ma non me. Non me che ero diverso, tremendamente diverso.
Appoggiai le dita sul vetro e seguii l’andamento delle gocce, sentii l’umidità sotto i miei polpastrelli e mi parve quasi che questa li attraversasse fino a toccarmi le ossa.
Ero da solo, non che fosse una novità. Le persone tendevano ad ignorarmi e con “persone” intendo ogni genere umano vivente in questo fottuto pianeta. Tutti, nessuno escluso. Anche i miei genitori… anche loro. Non ne conosco il motivo, forse mi temono. Ho sentito qualcuno parlare di me, nei bagni della scuola. Dicono che vedo spiriti, alcuni hanno affermato che posseggo poteri paranormali, altri invece che sono un esorcista. Almeno loro hanno idee chiare su di me perché io non so ancora chi sono.
Qualcuno aprì la porta della classe, mi girai di scatto e guardai la figura del professore che era lì, a fissarmi. Odio quando mi fissano.
-Che ci fai in classe, Baekhyun?- sospirò avvicinandosi alla cattedra e prendendo alcuni fogli sparsi qua e là. Gli tremavano le mani, riuscivo a percepire il suo disagio –Sono tutti andati alla mensa per fare ricreazione, perché non vai anche t-
-No-
-Ma… io lo dicevo pe-
-Ho detto di no, professore- lo interruppi di nuovo.
Annuì prima di abbassare lo sguardo ed uscire a passo svelto dalla stanza.
La porta si chiuse lasciando che ancora una volta fosse la solitudine a farmi da compagnia. Guardai fuori la finestra, aveva smesso di piovere e il cielo si stava schiarendo. Alcuni ragazzi uscirono fuori per giocare con la palla, altri si limitarono a passeggiare chiacchierando. La ricreazione era una di quelle cose che non potevo permettermi. Mi sarei di certo divertito di più rimanendo in quella stupida classe con la mia amica solitudine e i miei pensieri che si proiettavano nella mente come un film.
La campanella, ahimè, suonò. Avrei dovuto rivedere quelle facce di cazzo dei miei compagni di classe. Forse neanche quelli visto che non mi considerano parte del gruppo, se così posso definirlo.
La porta si aprì e un mormorio fastidioso riempì l’aula. Come al solito nessuno mi rivolse la parola, probabilmente troppo impegnati ad inventarsi racconti fantasy o addirittura horror su di me.
Nessuno ricordava il mio nome, alcuni mi chiamavano “quello seduto all’ultimo banco” oppure “emo” altri invece “bacon” questo probabilmente per ridicolizzare il mio nome ma, pazienza, era una cosa con cui avevo imparato a convivere.
Le lezioni finirono prima che potessi interessarmi alle disavventure della professoressa Yume e del suo cane.
Seguii la massa di alunni che camminavano nei corridoi. Lo consideravo il momento più bello di tutte le mie noiosissime giornate, quando nessuno mi fissava o mi sparlava dietro, tutti troppo occupati ad uscire il prima possibile dalla scuola. Per qualche minuto mi faceva sentire normale. In realtà stavo ancora cercando un senso a quella parola. Già, che significa essere normali? Probabilmente sentirsi a proprio agio è un sintomo della normalità.
Un ragazzo dai capelli rossicci mi passò davanti con un gruppetto di persone che gli stavano dietro, come fastidiosissimi insetti. Spesso avevo sentito parlare di lui. Era una delle persone più popolari dell’istituto. Park Chanyeol, era quello il suo nome. Tutti lo adoravano, femmine o maschi che fossero. Era costantemente circondato da persone. Lo ammiravo, in un certo senso. Ne ero geloso. Volevo essere come lui, amato da tutti, ma purtroppo ero solo me. Io ero Bacon, il ragazzo emo dell’ultimo banco.
Ripresi a camminare più velocemente, attraverso la folla, fino a raggiungere l’uscita.
Il vento freddo di metà dicembre mi colpì in pieno volto facendomi arrossare guance e naso. Quelle stupide divise scolastiche non riscaldavano per niente. Cercai di prendere la sciarpa dallo zaino ma mi scivolò fra le mani e il vento se la portò via.
-Fantastico- borbottai, guardando la sciarpa volare lontano da me.
-Questo vento è davvero fastidioso, per fortuna ne porto sempre una di scorta-mi girai di scatto incontrando due occhi castani che mi sorridevano, abbassai lo sguardo notando che mi stava porgendo qualcosa –Tieni-
Mi incantai guardando quella figura davanti a me. Mi aveva parlato, stava offrendo la sua sciarpa a… me.
-Sai, se non la prendi subito va a finire che vola anche questa- rise e me la mise al collo lasciando che il suo profumo mi inebriasse le narici.
-N-Non…-
-Oh no, non dire nulla. Me la restituirai la prossima volta-
Annuii coprendomi naso e bocca. Perché mi stava parlando? E perché era stato così gentile? Avrei dovuto ringraziarlo ma le parole mi rimanevano bloccate in gola e non riuscivano ad uscire.
-Chanyeol, andiamo!-
Il ragazzo si girò –Arrivo!- urlò all’amico prima di voltarsi nuovamente verso di me –Ci si vede in giro- mi sorrise prima di sparire fra la folla di ragazzi.
Rimasi fermo, guardando un punto fisso di fronte a me. Il vento mi scompigliava i capelli ma non ci feci caso. Stavo sognando, probabilmente. Ma, per la prima volta, avrei voluto non svegliarmi più.

 


Hi~
Eccomi con il primo capitolo di questa... ehm... cosa (non so davvero come definirla). So cosa state pensando, "questo capitolo è così corto" and im so sorry guys, il prossimo lo farò più lungo (ho come l'impressione di star parlando da sola come Chanyeol ma ok).
Bene, spero che vi piacca almeno un po', so che non è una storia eccellente ma la noia mi porta a creare certe cose e non riesco a tenermele solo per me, proprio non ci riesco >//< 
Ho bisogno di sentire le vostre opinioni, è molto importante per me! Recensite in tantii mi raccomando ~(*^*)~

-chanyara xx

Ps: Non sono nè brava con i titoli nè con le trame so, please, abbiate pietà di me (?) lmao
Ps2: VI PREGO NON PRENDETE L'HEADER IN ALTO A DESTRA, CI HO MESSO ORE PER FARLO E MI SERVE ESCLUSIVAMENTE PER LA STORIA, THANKS <3 


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***









 
Pioveva, di nuovo. Non che la cosa mi toccasse, insomma, era come se io e il tempo fossimo dello stesso umore e, in un certo senso, non mi faceva sentire poi così solo.
Ecco, è così che si consolano le persone solitarie.
Mi rigirai fra le mani una di quelle tante palline anti-stress che avevo nel comodino, mia madre me ne comprava sempre ogni volta che poteva. Ne avevo di tutti i tipi, di tutti i colori e forme varie.
Ricordo ancora quando ruppi il suo piatto preferito di porcellana, per rabbia. È stato da allora che mia madre incominciò a considerarmi una persona violenta, come se potessi davvero far del male a qualcuno, come se fossi un… mostro. La psicologa disse semplicemente che quelle stupide palline mi avrebbero aiutato nei momenti di ira. La verità è che non servivano a un cazzo. Mi arrabbiavo raramente, sono sempre stata una persona tranquilla e silenziosa ma i miei genitori non hanno mai avuto tempo per capirlo, troppo impegnati fra investimenti e guadagni. Il lavoro, a quanto pare, è più importante della famiglia. Ma non mi lamentavo, anzi, più passava il tempo e più mi rendevo conto che non avevo bisogno di loro.
Mi incamminai verso la camera da letto con una bella tazza di tea caldo e la figura riflessa nello specchio attirò la mia attenzione. Delle ciocche di capelli neri come la pece mi ricadevano sulla fronte, quasi a coprirmi gli occhi, le mie labbra erano di un colore acceso, probabilmente a causa del freddo. Sembravo un fottuto vampiro.
Forse ero davvero inquietante come dicevano.
-Mi hanno chiamata dalla scuola di Baek oggi…-
La voce di mia madre mi fece sussultare. Il suo tono era tra il nervoso e il preoccupato, come se si fosse sempre interessata alla mia vita scolastica, come se lo facesse abitualmente, ma la cosa che mi preoccupava era il motivo per cui l’avevano chiamata. Forse avevano sentito le voci che giravano su di me e volevano informarla della situazione. Dannazione.
Mi appoggiai con la schiena al muro vicino la porta della sua camera e cercai di sentire ciò che stava dicendo –I professori dicono che nonostante tutti questi anni non è ancora riuscito ad ambientarsi nella sua classe, che lo escludono e che non si sforza per comunicare con i suoi compagni-
-Stronzate- borbottai, stringendo un pugno.
-Cosa possiamo fare?-
-Il preside mi ha consigliato di fargli cambiare classe, magari conoscendo gente nuova potrebbe cambiare i suoi atteggiamen-
-No!- la interruppi entrando nella stanza. La tazza mi cadde dalle mani facendo scorrere il tea su tutto il tappeto ma la cosa non fece che farmi piacere, essendo quello il suo preferito.
Odiavo con tutto me stesso il fatto che dovessero sempre decidere per me nonostante non sapessero un cazzo della mia vita.
-Ma caro, i tuoi compagni…-
-Non sono loro il problema- 
Rimase in silenzio, a guardarmi con compassione.
-Smettila..- sussurrai, distogliendo lo sguardo da lei. Non riuscivo a sopportare quel suo modo di fare. Le facevo pena? Forse non ero il figlio che aveva sempre desiderato, intelligente e popolare, ma non mi importava nulla… né di lei né del suo stupido comportamento.
-Ormai è deciso, domani mattina andrai in un’altra classe- questa volta fu mio padre a parlare, con un tono che non ammetteva obbiezioni.
-Bene, ma non cambierà nulla- uscii dalla stanza e mi recai nella mia camera, facendo sbattere la porta.
Aprii il comodino e presi uno di quegli affari per lo stress stringendolo in un pugno con tutta la forza che avevo. Non potevano capire, nessuno poteva. Forse la colpa era la mia, avrei dovuto cambiare il mio comportamento… rendermi più socievole e cazzate varie.
Scossi la testa a quei pensieri, non sarei cambiato per nessuno.
 
 
 
Aprii un occhio infastidito dalla luce del sole, mi sentii qualcosa nella mano e mi accorsi di avere ancora quello stupido affare anti-incazzatura.
Lo buttai a terra sbuffando, come sospettavo non era servito a nulla. L’orologio sul comodino segnava le sette e la signora delle pulizie che sbatteva i piedi mentre spazzava mi informava indirettamente che era arrivata l’ora di svegliarmi. Con una velocità che non mi sarei mai aspettato da me stesso mi alzai e, senza pensarci due volte, mi diressi al bagno per una bella doccia mattutina.
Una strana sensazione allo stomaco mi fece ricordare che quella mattina, per mia grandissima sfortuna, avrei dovuto cambiare classe di conseguenza conoscere i miei nuovi compagni e di conseguenza essere inevitabilmente ignorato da loro o, peggio, deriso.
Ma, pazienza, sarei sopravvissuto anche a quello.
Una volta fresh and clean uscii dalla doccia, mi asciugai e indossai la divisa scolastica, o meglio, la maledettissima e per niente calda divisa scolastica.
Prima di uscire di casa mi guardai allo specchio cercando di rendere il mio aspetto accettabile o un qualcosa che si avvicinasse a quell’aggettivo. Tentai di aggiustare le ciocche che mi cadevano sulla fronte ma inevitabilmente ritornavano al loro posto. Era una causa persa, feci spallucce e uscii di casa dando, ti tanto in tanto, dei morsi alla mela che mi ero preso per colazione.
Non faceva molto freddo, quella mattina, ma probabilmente ero così teso che non riuscivo a sentire nulla al di fuori del mio stomaco contorcersi.
Continuai a camminare fino ad arrivare all’ingresso della scuola, non molto lontana da casa mia. A quel punto la mia agitazione era alle stelle. Ingoiai rumorosamente prima di entrare coraggiosamente nell’istituto. La mia nuova sezione sarebbe stata la C, ben conosciuta per aver sempre avuto alunni competenti e studiosi provenienti da famiglie benestanti, come la mia. Camminai lentamente lungo i corridoi, cercando con attenzione la classe in cui sarei dovuto capitare. Come sempre ad ogni mio passo si sentivano dei mormorii come “È lui, Bacon” e “Chi? Ah, quello emo”. Già, proprio io.
Con un movimento del capo scostai una ciocca dalla mia fronte e mi fermai davanti quella che avrebbe dovuto essere la mia nuova classe. Entrai sussurrando un timido –Buongiorno- prima di sedermi in uno dei banchi liberi in prima fila. Il ragazzo affianco a me fece una smorfia prima di alzarsi e allontanarsi da me.
Hey bello, non ti mangio tranquillo.
Ma, quel gesto, non mi scosse minimamente. Ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Stavo tranquillamente guardando fuori la finestra quando qualcuno entrò dalla porta facendo agitare la classe.
-Hey Chanyeol! Amico come stai?-
-Channie, se non disturbo… dopo mi potresti accompagnare al centro? Devo comprare una cosa e avrei bisogno di un tuo consiglio-
-Certo Yeonsoul, nessun problema!-
-Chan com’è andato l’allenamento ieri?-
-Hai preso un bel voto in matematica, complimenti Chanyeol!-
Una folla di ragazzi e ragazze circondò l’arrivato che sorrideva come se tutto quel parlare l’uno sull’altro non lo disturbasse. Era lui, il ragazzo della sciarpa. Park Chanyeol, la persona che avrei voluto essere.
Appoggiai la testa su una mano e tornai a guardare fuori dalla finestra.
-Chanyeol… il tipo strano della sezione D si è trasferito nella nostra classe-
Strinsi il lembo del pantalone in un pugno. Il tipo strano? Ma siamo seri? Io almeno non lecco il culo al più fighetto della scuola per sentirmi importante.
Sentii dei passi avvicinarsi a me, rimasi fermo nella mia posizione cercando di non pensare a quello che sarebbe potuto succedere.
-Buongiorno, Baekhyun-
Cosa? È uno scherzo?
Mi girai di scatto rimanendo paralizzato subito dopo. Era seduto nel banco affianco e sorrideva come se fosse la cosa più normale del mondo parlare con uno come... me.
Arrossii ricordando che poco prima mi aveva chiamato per nome e nessuno, dico, NESSUNO lo aveva mai fatto.
-B-Buongiorno- balbettai guardandolo con aria sconvolta.
Ridacchiò –Son contento che tu sia venuto in classe nostra- .
A quelle parole sentii un mormorio alle mie spalle ma probabilmente gli altri erano solo sorpresi quanto me.
Annuii non sapendo davvero cosa dire.
Mi sembrava un sogno, finalmente qualcuno mi aveva rivolto la parola come se fossi un normale ragazzo senza badare al mio aspetto o a quello che si diceva sul mio conto.
Non mi importava se lo aveva fatto per cortesia o chissà che altro. Ero felice.
Sperai soltanto che quella felicità potesse avere una lunga durata.
 
 
 

 Hello
~
Eccomi qui con il secondo capitolo! Che ve ne pare?? Sinceramente sono molto emozionata per questa storia, sopratutto perché, miei cari ragazzi, NELLO SCORSO CAPITOLO HO RICEVUTO DUE RECENSIONI! AAAAAAH >///< (ok chanyara contieniti, avanti sei in pubblico).
No guys, non me l'aspettavo! Sono così felice ~(*^*)~

GRAZIE GRAZIE GRAZIE!! Un ENORME grazie anche a chi ha messo la storia nelle seguite (ben sette persone, io vi amo) e per chi l'ha messa fra le preferite (troppo gentili <3).
Naturalmente ringrazio anche i cosidetti "lettori silenziosi", vi ame tutti.
Beh, ora scappo!
Un grosso hug a tutti.
-Chanyara xx

 
 
 
 
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***








 
Continuavo a guardare sconcertato il ragazzo affianco a me, come se avesse fatto chissà cosa. Le sue lunghe dita scorrevano lungo il libro seguendo la sequenza di parole che, lentamente, ripeteva a bassa voce. Si girò verso di me e sorrise facendo inevitabilmente arrossare le mie guance. Non ero abituato a quelle attenzioni, era ancora tutto nuovo per me e mi chiedevo quanto sarebbe durato.
Distolsi lo sguardo portandolo sul mio libro e le parole su di esso sembravano non avere più significato, tutto quello in cui credevo mi sembrava così stupido e insignificante rispetto a quel sorriso. Tutto il mio mondo sembrava improvvisamente essere stato sconvolto da un qualcosa che non riuscivo ancora a capire.
Come riusciva a farlo? Era così che si sentivano tutti gli altri quando gli erano vicino?
Appoggiai la mano sulla frangia lasciando che le ciocche di capelli mi coprissero gli occhi, per la prima volta nella mia vita ero agitato. Ora che finalmente qualcuno mi si era avvicinato così non potevo lasciare che andasse tutto a puttane. Sospirai chiudendo gli occhi.
-Va tutto bene?-
Sgranai gli occhi e mi girai di scatto incontrando i suoi che mi scrutavano curiosi. Da quanto mi guardava?
Distolsi lo sguardo e lo posai sulla lavagna dove la professoressa cercava di spiegare la lezione. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, mi rendeva troppo nervoso.
-Perché mi hai rivolto la parola? Non hai sentito le cose che si dicono sul mio conto?- quelle parole uscirono dalle mie labbra come proiettili, così velocemente che non avevo nemmeno avuto il tempo di pensarci.
-Io non ascolto quello che dicono gli altri, preferisco conoscere le persone prima di poterle giudicare-
-Quindi vuoi solo essere certo che quelle cose su di me siano vere-
-No, voglio solo scoprire com’è davvero la persona che si nasconde in quel guscio-
Sussultai a quelle parole, arrossendo appena. Mi girai per guardarlo, ancora una volta.
Aveva la testa appoggiata ad una mano, mi guardava con una naturalezza tale che mi fece quasi innervosire. Sorrise a labbra chiuse lasciando che delle rughette gli si formassero vicino agli occhi e una fossetta gli spuntasse sulla guancia.
Portai una mano al petto costatando che il mio cuore era inequivocabilmente accelerato. Abbassai lo sguardo imbarazzato dal fatto che il mio battito diventava sempre più irregolare.
Perché mi fai questo…
La campanella suonò risvegliandomi da quello strano stato di trance.
Era l’ora di ricreazione, il momento che “preferivo”. Mi rassegnai all’idea di dover rimanere in classe, anche quella volta.
Chanyeol si alzò mettendosi le mani in tasca e guardandomi con aria seria.
-Andiamo- affermò dandomi le spalle e cominciando a camminare verso l’uscita.
Le mie gambe si mossero da sole, accelerando per raggiungerlo.
Gli guardavo la schiena, mentre camminavamo. Era così strano stare con qualcuno che volesse la mia compagnia… perché era così, no?
Si fermò di colpo e per poco non ci andai a sbattere –Non starmi dietro, non riesco a vederti- si girò e mi sorrise aspettando che mi metessi al suo fianco.
Rimasi immobile per qualche secondo prima di avvicinarmi lentamente. Mi misi le mani in tasca e cercai di guardare qualunque cosa che non fosse lui, rimanendo in silenzio.
Camminammo per i corridoi lasciando che mille occhi si puntassero addosso a noi e dei mormorii si creassero ad ogni nostro passo.
Ero abituato ad essere al centro dell’attenzione ma non in quel modo. Alcune ragazze borbottavano un “che invidia” lasciando che sul volto di Chanyeol si formasse un sorriso soddisfatto. Non molto tempo dopo arrivammo alla mensa e, come avevo immaginato, si voltarono tutti dalla nostra parte sopresi di vedere il popolare Park Chanyeol con lo sfigato emo Bacon.
-Ignorali- mi sussurrò, passandomi un vassoio.
Era tutto così irreale, tutto così stranamente bello per essere vero. Alcune ragazze mi sorrisero, addirittura, e a parte lo spilungone davanti a me nessuno lo aveva mai fatto. Un ragazzo dai capelli castano chiaro si avvicinò a Chanyeol dandogli amichevolmente un pugnetto sulla spalla. Sembrava si conoscessero da tanto.
-Hey Hyung, che mi combini di bel- si bloccò guardando la mia figura dalla testa ai piedi, come se fossi un alieno o una qualche creatura strana.
-E lui chi è?- gli sussurrò continuando a guardarmi, come se non lo potessi sentire. Per una qualche strana ragione improvvisamente si illuminò –Ah già, lui è Baco-
-Baekhyun, il suo nome è Baekhyun- affermò serio, guardandolo a mo’ di rimprovero. Il  cuore perse un battito a quelle parole, sentire il mio nome fuoriuscire dalle sue labbra in quel modo faceva uno strano effetto su di me. Tutto così stranamente bello per essere vero.
-Scusa amico, non sapevo ti chiamassi così- mi sorrise per poi avvicinarsi e pattarmi la spalla –Io mi chiamo Sehun comunque- mi regalò un altro meraviglioso sorriso prima di girarsi verso l’amico –Ci vediamo oggi pomeriggio per quella cosa Hyung, bye- si aggiustò il capello e mi fece un cenno del capo per salutarmi.
-Ciao- sussurrai, muovendo la mano come un bambino di cinque anni mentre saluta la mamma dallo scivolo. Ero davvero così imbarazzante? Cavoli.
Una volta trovato un posto a sedere ci accomodammo e un gruppo di ragazzi si vennero a sedere velocemente vicino a noi lasciando che alcuni rimanessero in piedi borbottando qualche “sono stato troppo lento” o “la prossima volta mi siedo io”. Alzai lo sguardo verso Chanyeol che sorrideva e parlava amichevolmente con tutti, anche a chi era di altre classi e che non conosceva bene. Era incredibile come, ad ogni sua parola, i volti di tutti si illuminassero, come se stessero ascoltando la cosa più interessante e importante del mondo. Ogni tanto si girava dalla mia parte e ogni volta il mio cuore aveva un sussulto così, troppo imbarazzato dal rossore che si formava sulle mie guance, distoglievo lo sguardo.
Non riuscivo ancora a capire se la mia fosse invidia o ammirazione. Forse entrambe.
-Scusami, mi passeresti quel tovagliolo?-
Mi girai di scatto guardando con aria persa il ragazzo affianco a me, troppo occupato a pensare che mi avesse rivolto tranquillamente la parola per rispondergli.
-Il… il fazzoletto- me lo indicò nuovamente sforzando un sorriso.
-Oh ma certo- mi alzai velocemente, troppo velocemente, troppo impacciatamente…
-Merda- guardai la maglietta completamente bagnata a causa della bibita che mi ero buttato addosso. Presi il fazzoletto e cercai di asciugarmi quando mi ricordai che quello era destinato a qualcun’ altro e che io, egoisticamente, lo stavo usando per me. Mi bloccai avvampando all’istante. Ero davvero così impacciatamente stupido?
-Senti lascia stare, non importa-
Aprii la bocca pronto a scusarmi ma il ragazzo girò la faccia, ignorandomi completamente.
Qualcuno mi diede un colpetto sul piede, mi girai incontrando gli occhi sorridenti di Chanyeol.
-Hey, che mi combini Baekhyun?- rise prima di appoggiare la testa sulla mano –Sei davvero adorabile-
Un mormorio si formò attorno a noi, i ragazzi si sussurravano chissà cosa a vicenda ma non mi importava, il sorriso di Chanyeol fece scomparire ogni mia preoccupazione. Mi toccai una guancia sentendo ancora quella familiare sensazione di calore sul mio viso. Adorabile… nessuno mi aveva mai detto che fossi adorabile. Quella volta, per la prima volta, sorrisi. In realtà non me ne accorsi nemmeno, i miei muscoli facciali fecero tutto da soli. Il viso di Chanyeol divenne improvvisamente serio ma non smise di guardarmi, forse non era stata una buona idea sorridere, insomma, non ero allenato, non lo facevo spesso, era una cosa tutta nuova per me e magari avevo sbaglia…
-Wow, cos’era quello?- il ragazzo affianco a lui mi fissava sbalordito, sorridendo.
-Non credevo ne fossi capace! Fantastico! Sai, dovresti farlo più spesso-
Il mio cuore si riempì di gioia a quelle parole e sorrisi, ancora una volta, lasciando che gli altri facessero versi strani, forse troppo stupiti.
Chiacchierai un po’ con loro e il tempo passò velocemente. Uno mi disse che era perfino disposto a prestarmi una maglia di ricambio ma rifiutai, comunque contento per quella offerta.
Finito di mangiare ci alzammo e Chanyeol si incamminò facendomi poi segno con la mano di seguirlo. Così feci ma, arrivato al suo fianco, mi accorsi che qualcosa non andava. Camminava svogliatamente, con le mani in tasca e sembrava pensieroso.
-Te la do io la maglia di ricambio-
Sgranai gli occhi a quell’affermazione non aspettandomi che parlasse ma che soprattutto dicesse una cosa del genere.
-No grazie ma non-
-Te la do io, ho detto- disse e il suo tono sembrava non voler ricevere obbiezioni.
Annuii e lo seguii verso gli armadietti.
 
 
 
Le ore volarono e il profumo che emanava la maglietta di Chanyeol mi portava in un’altra dimensione. Forse mi andava leggermente larga ma, più di tanto, non mi importava nulla.
Una volta uscito da scuola lo persi di vista, lo cercai con lo sguardo ma c’era troppa gente e non avrei individuato nemmeno Godzilla tra quella folla.
Così, tristemente, mi incamminai verso la fermata dell’autobus. Quella sì che era stata una meravigliosa giornata di scuola e ringraziai mentalmente la preside e i miei per avermi fatto cambiare classe. Era grazie a loro che avevo conosciuto Chanyeol. Sorrisi a quel pensiero, mi sembrava ancora tutto un sogno e la paura che da un momento all’altro potessi svegliarmi mi rendeva ansioso.
Il bus arrivò poco dopo, presi l’abbonamento dallo zaino ed entrai.
-Aspettate!-
Mi girai di scatto e guardai il ragazzo che correva in direzione del veicolo e che, frettolosamente, entrò mettendosi di fronte a me. Appoggiò le mani alle ginocchia cercando di riprendere fiato.
-Vo… Voglio accompagnarti a casa-
I miei occhi si illuminarono quando incontrarono i suoi. Mi sorrise lasciando che un miliardo di farfalle irrompessero nel mio stomaco. Come riusciva a farlo?
-Davvero molto toccante ragazzo ma ora devi pagarmi-
Chanyeol si grattò la nuca imbarazzato prima di dare i soldi all’autista e tornare a mettersi di fronte a me.
-Grazie- dissi, dopo qualche minuto, ancora troppo preso dalla situazione.
-Oh no… non ringraziarmi, devo comunque fare la stessa stra-
-Per tutto, grazie Chanyeol- guardai alla finestra non avendo il coraggio di incontrare i suoi occhi. Ero davvero commosso per tutto quello che aveva fatto e non mi andava di frignare come una femminuccia così cercai in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Mi poggiò una mano sulla spalla e strinse la presa.
Arrivati alla fermata scendemmo e incominciammo a camminare, silenziosamente. Nessuno dei due osava proferire parola ma averlo comunque così vicino mi faceva stare bene, troppo bene.
-Allora… io vado- dissi arrivati fuori casa. Mi guardai i piedi non sapendo davvero come avrei potuto salutarlo, magari con uno di quei colpetti sulla spalla o un pugnetto sul braccio, come aveva fatto quella mattina Sehun.
Chanyeol mi spostò una ciocca di capelli dal viso distogliendomi dai pensieri per poi mettersi le mani in tasca.
-Ci vediamo domani- mi regalò un sorriso a trentadue denti girandosi subito dopo, dandomi le spalle.
Guardai la sua figura camminare finché non scomparì e mi sentii, in un certo senso, vuoto.
Sospirai e aprii il cancelletto, entrando poco dopo. In quei giorni mi sarei dovuto dare davvero tanti pizzicotti per assicurarmi che non fosse tutto un sogno.





Hello 
~(*^*)~ (amo questa faccina ok)
Bene, eccomi qua ancora una volta (?) Terzo capitolo appena sfornato, tadaaa (??) che ve ne pare guys? Sono stata fuori in questi giorni quindi chiedo scusa per aver ritardato a rispondere alle recensioni, siete tutte così carine che mi sciolgo ;wwwww; i love you.

Ma NON PENSATE CHE MI SIA SCORDATA DEGLI ALTRI EH, HAHAHA, VI AMO. 
Recensita da: 5
Preferita da: 3
Ricordata da: 2
Seguita da: 12
Che dire... io non vi adoro, DI PIù (questa ù in minuscolo mi rovina tutto lo sclero, fuck) 
Un ENORME, ENORMISSIMO GRAZIE A TUTTI. CE L'HO ANCHE CON VOI, MIEI CARI LETTORI SILENZIOSI, NON PENSATE CHE MI SIA DIMENTICATA DELLA VOSTRA ESISTENZA(?) lol.
Ora direi che è arrivata l'ora di andare.
Vi aspetto al prossimo capitolo, *abbraccia tutti e manda baci*
Ciau <3
-Chanyara.

Ps: Scusate per l'orario ma morivo dalla voglia di pubblicare il capitolo hahaha 






 
 

                                       
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 





 
 

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