I fell in love with a teenager

di Dionisie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Endou's little sister ***
Capitolo 2: *** Rock You Like A Hurricane ***
Capitolo 3: *** We are golden ***
Capitolo 4: *** Paint ***
Capitolo 5: *** Amai kotoba - Dolci parole ***
Capitolo 6: *** Piccoli per sempre ***
Capitolo 7: *** Di pensieri e cocci ***
Capitolo 8: *** Maggiorenne ***
Capitolo 9: *** 9. After that day ***
Capitolo 10: *** 10. A Female Ninja, But I Want To Love (English Cover) ***
Capitolo 11: *** 11.So much for my happy ending ***



Capitolo 1
*** Endou's little sister ***


Endou's little sister
 

-Ti prego,ti prego,ti prego!-
L'uomo alzò lo sguardo dal piatto che stava cucinando,posandolo sull'altro che continuava a pregarlo di fargli un favore. Un favore enorme. Endou non era cambiato per niente dai tempi del FFI. Beh,a parte che i capelli erano più scompigliati. Si era fatto anche più alto,i lineamenti erano più maturi ed era più abbronzato. I suoi occhi,però erano gli stessi,come il modo in cui chiedeva qualcosa a qualcuno.
-Tobitaka,ti scongiuro,solo per due mesi...-
Tobitaka sospirò,sfiancato dall'insistenza del suo capitano.“Ex” capitano. “Ex” da ormai più di 10 anni,anche se ancora si ostinava a chiamarlo così. Capitano.
-So che è un grande favore...ma ti prego,ospita mia sorella per due mesi,ti prometto che ti pagherò tutte le spese che farai per lei!-
Tobitaka fissò in tralice Endou. Insomma,lui fino a quel momento nemmeno sapeva che avesse una sorella! Ma lui era pur sempre il suo capitano,quello che l'aveva aiutato più di tutti nel momento in cui era più in crisi,quindi...
-Non ce n'è bisogno-
Si asciugò le mani sul grembiule e posò il piatto di ramen fumante davanti all'altro uomo.
-Abito da solo,non ho problemi ad ospitare qualcuno-
Per poco Endou non cadde dalla sedia. Prese a ringraziarlo a raffica. Tobitaka rimase ad ascoltarlo per un po',poi gli suggerì di mangiare e basta.
Infondo,non era colpa sua se i suoi genitori dovevano fronteggiare una ristrutturazione alla casa per problemi strutturali e nemmeno se la sua casa era troppo piccola per tutti e 5.
-Almeno Hiyoko mangerà bene.-
Sorrise il capitano.
-Meglio di me,almeno-
Tobitaka storse la bocca mentre Endou rideva di gusto. Era risaputo che la consorte del capitano cucinasse da fare schifo. Tuttavia lui mangiava senza fiatare e faceva pure i complimenti. Non c'era che dire,lui sì che aveva una volontà ed uno stomaco di ferro. Si passò una mano sui corti capelli lilla e prese a lavare le pentole che aveva sporcato. Tanto era l'ora di chiusura,non le avrebbe certo riutilizzate. Assaporò il silenzio,riordinando e pulendo,fino a che Endou non ebbe un'illuminazione.
-Ah,giusto-
Asserì con l'aria di qualcuno che si ricordava di qualcosa di importante solo in quel momento.
-Sì?-
-Mi sono dimenticato di dirti che mia sorella è una idol-
Il silenzio pesò sulle orecchie del giovane cuoco.
-Come?-
-Sì,sai,canta,fa da modella per degli spot,cose così...-
Il castano mosse con noncuranza le bacchette per aria.
-E tu vuoi mettermi per casa...una idol?!-
Quella parola riecheggiò per le pareti del locale,fino a raggiungere le stelle. Sarebbero stati due lunghissimi mesi.


Angolo dell'autrice pazza
Allora,inizierò ringraziando tutte le persone che hanno anche solo aperto questa fiction. Continuerò dicendo che è la mia prima fanfiction,quindi vi prego di mandarmi tutte le critiche costruttive che volete. Spero vi sia piaciuta,baci,Dionisie.

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Capitolo 2
*** Rock You Like A Hurricane ***


 Rock You Like A Hurricane

 

-BUONGIORNO A TUTTI!-
Endou aprì un occhio, insonnolito, mentre Natsumi, sua moglie, saltava a sedere spaventata. Non era ancora abituata alla presenza di quella ragazza esuberante in casa.
-Buongiorno Hiyoko-
La donna guardò il marito come fosse un alieno. Come era possibile che ogni volta fosse così calmo e tranquillo con tutto quel trambusto? Alla ragazza si illuminarono gli occhi mentre correva verso il letto, dal lato dove dormiva il fratello.
-Onii-chan,avevi detto che alle 10 mi avresti portato da un tuo amico! Sono le 9 e mezza e non ti sei ancora nemmeno degnato di alzarti dal letto! Non è carino fare aspettare le persone!-
Natsumi la fissò intensamente. Gli occhi color nocciola erano vispi e vivaci, contornati da un ombretto color rosa molto leggero. Le guance, arrossate per l'emozione, sembravano lisce come una pesca. Le labbra, con un velo di lucidalabbra, erano tirate in un enorme sorriso raggiante. Mentre scuoteva il fratello per svegliarlo, i lunghi e mossi capelli marroni si muovevano e si scompigliavano ancora di più.
-Ok, ok, ho capito, sono sveglio-
Hiyoko si alzò.
-Bene, ti aspetto in cucina. Ah, Natsumi-chan, ho già preparato la colazione, spero non ti dispiaccia-
Natsumi fissò la ragazza stranita. Erano le 9 e mezza e lei si era già lavata, vestita, truccata e aveva pure preparato la colazione per tutti? Ma a che ora si era alzata quell'uragano ambulante? Sconvolta, riuscì a balbettare un “No, certo che no”. La ragazzina sorrise di nuovo e corse in fuori dalla camera. Natsumi si lasciò cadere e la schiena incontrò di nuovo il materasso matrimoniale.
-Ma quanta energia ha tua sorella?-
Chiese,ma suo marito stava già di nuovo russando.
 

-HERE I AM! ROCK YOU LIKE AN HURRICANEEE!-
Hiyoko usava il suo cellulare come microfono, mentre Mamoru rideva di gusto. Sua sorella sembrava così elettrizzata ed emozionata che anche lui per empatia provava un certo senso di eccitazione. Ingranò la marcia successiva mentre sua sorella si esibiva in un balletto -da seduta, ovviamente- inventato sul momento. Il giovane uomo frenò, tirò il freno a mano e spense il motore. Con esso si spense anche la radio.
-Ma nooo! Moru, riaccendi!-
Il castano sorrise, sentendosi chiamare in quel modo. Sua sorella aveva preso a chiamarlo così da quando aveva iniziato a parlare. Mamoru era un nome troppo lungo per lei, così l'aveva abbreviato. E così era rimasto Moru. Da sempre questa sua costanza lo confortava, lo spingeva a pensare che sarebbe rimasta la sua innocente sorellina ancora per un po'.
-Hiyo, non posso di certo andare in macchina in una zona pedonale-
-Potevi almeno farla finire, tanto siamo già in ritardo di mezz'ora-
E uscì aprendo la porta di scatto. Il fratello prese gran parte delle valige che la ragazza si portava dietro, mentre lei continuava a chiedergli se non fossero troppo pesanti per lui.
-Hiyo, ti ho preso in braccio fino a 3 anni fa, due valige non mi faranno certo capitolare. Inoltre- Fece, muovendo la mano ad indicare un ristorante -Siamo arrivati-
-Oh-
La ragazza rimase interdetta. Non aveva fatto caso alla strada, troppo presa dal fratello, e non si era accorta di essere arrivata. Mamoru fece scorrere la porta del Rairaiken.
-Hey,Tobitaka-
Hiyoko sbirciò dentro. Un giovane uomo stava pulendo quella che chiaramente era la cucina. Aveva i capelli di un lilla intenso e corti, quasi sparati, tenuti su da una fascia bianca.
E gli occhi che si alzarono la spiazzarono.
Erano Neri.
Nero pece.

Angolo dell'autrice
Ed ecco che appare Hiyoko. Allora? Com'è la piccola idol? Un po' di vita nella vita di Tobitaka XD ora devo trovare altre idee...sarà un po' difficile XD

Un ringraziamento per aver messo le storie tra le preferite a:
-cucciola14

Un ringraziamento per i commenti a:
-Crow Angel of White Roses
-Magnet_
-_Kiiko Kyah

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Capitolo 3
*** We are golden ***


 We are golden
 

 
La fissava. Fissava il corpo minuto della ragazza stagliarsi sulla soglia del locale, in una posa tra il timido e l'autoritario che non avrebbe saputo descrivere. Osservò gli stivaletti estivi
che nuovi di zecca portava ai piedi, le calze rosa fluo che le fasciavano le gambe lunghe, i pantaloni corti e neri, la maglia smanicata dello stesso colore delle calze. Poi passò al viso e
ne studiò ogni dettaglio.
No, decisamente non gli ricordava nessuno di famoso quel visetto rosa e quegli occhioni nocciola. Non che lui fosse un grande appassionato di musica, ma lei non gli ricordava proprio
nessuno.
-Lei è mia sorella Hiyoko-
Il sorriso timido di lei si allargò in uno più solare e caldo.
-La ringrazio per la sua ospitalità-
Lui mosse appena il capo, mentre il suo sguardo si posava sulla miriade di bagagli.
-Benvenuta.-
-Vieni Hiyo, ti aiuto a portare su i bagagli-
Tobitaka fissava incerto l'amico, che gli sorrideva rassicurante.
-Vedrai che andrà tutto bene-
Sussurrò, passandogli vicino. Il difensore sospirò. Lo sperava veramente 

Hiyoko si guardò intorno. La stanza era spoglia e ben tenuta. Semplice ed essenziale. Come il proprietario. O, almeno, così sembrava. Con un sorriso sulle labbra prese una decisione. Frugò nella valigia più grande e quando vi trovò ciò che cercava sorrise e corse giù.
-Onii-chan!-
La ragazza piombò nel locale con in mano un grembiule.
-Non ci sono problemi se do' una mano al locale, vero?-
Suo fratello sorrise ed annuì, mentre il proprietario del negozio era più scettico. Lei gli si avvicinò.
-Tobitaka-san, non preoccuparti, posso aiutarti in molte cose! Vedrai, sarà divertente-
Il ragazzo annuì poco convinto.
-D'accordo-
Hiyoko lanciò un urletto e lo abbracciò di scatto. Tobitaka si irrigidì leggermente. Contatto fisico. Non era bravo, non lui, non in certe cose. Per fortuna lei si staccò quasi subito e corse
verso le scale, dove prese scopa e paletta, appoggiate al muro, pronta a fare quello che lui non aveva ancora fatto.
-Tua sorella è...come dire...-
-Un vulcano? Un uragano? Una bomba? Sì, concordo con te-
-Ti somiglia, capitano-
Il castano rise e la osservò spazzare con forza e perizia il pavimento.
-Fossi in te però nasconderei tutto ciò che non ha ancora raggiunto-
Il capitano gli sorrise con aria criptica.
-Cosa intendi dire?-
-Beh, per esempio potresti nascondere...-
-E questi cosa sono?-
La più piccola prese in mano dei fogliettini sui tavoli e il fratello sospirò, rassegnato.
-...i menù. Scusa, non sono stato abbastanza veloce-
L'uomo dai capelli lilla lo guardò interrogativo, chiedendosi cosa mai avrebbe potuto fare di tanto grave quello scricciolo con i suoi menù.
-Ma non vanno bene!-
-Come?- Inarcò un sopracciglio, interdetto.
-Sì, insomma, sono...vecchi-
-E allora?-
-E allora non va bene, ci va qualcosa per attirare nuovi clienti! Questo non attirerà mai qualcuno di giovane. E' bocciato-
E lo lanciò dietro di sé, sotto lo sguardo di un Tobitaka sotto shock e le risate mal trattenute del fratello.

Un ringraziamento per aver commentato a:
-_Kiiko Kyah
 -Crow Angel of White Roses
-Magnet

Un ringraziamento per aver messo la storia tra le segute a:
Whiteney Black 

Un ringraziamento per aver messo la storia tra i preferiti a:
cucciola14


 

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Capitolo 4
*** Paint ***


Paint

 

Tobitaka aveva fatto più fatica di quel che aveva messo in conto per abituarsi alla presenza di qualcun altro in casa. In quattro giorni, inoltre, le aveva permesso di lavorare al ristorante, di cambiare menù e di distribuire volantini, anche se lui non era proprio convinto che tutto quello che faceva la ragazza avesse un senso. Ma a vederla vestita con abiti logori e dei secchi di vernice alla mano, proprio non riuscì a trattenersi.
-Stop. Dove pensi di andare?-
La ragazza lo guardò con innocenza.
-A ridipingere il locale, perchè?-
-Vengo con te.-
-Non ti fidi?-
Tobitaka stette zitto. Non voleva ferire i suoi sentimenti.

 

Hiyoko rideva mentre lo schizzava di vernice. Per fortuna si era cambiato prima di scendere.
-Hai intenzione di dipingere me al posto della parete?-
Lei annuì e con un pennello tracciò un cuore sulla parete. Si poteva intravedere appena la scia del pennello sul colore appena dato.
-Ecco. Così possiamo dire che ci ho messo il cuore a dipingere questa parete.-
Lui la guardò interdetto. L'espressione della castana era così soddisfatta, come se avesse compiuto un gesto straordinario.
-Chissà quante persone si accorgeranno di questo disegno-
Ora i suoi occhi scintillavano entusiasti.
-Ehi, è permesso?-
La porta si aprì, e mentre Tobitaka stava per dire che il locale era chiuso, intravide sotto un cappello bianco dei lineamenti famigliari.
-Someoka?-
-Yo, da quanto tempo!-
Il rosato entrò e fece per avvicinarsi all'altro uomo ma fu investito da una tempesta.
-GOOOOOO!-
Tobitaka rimase fermo. Aveva detto “Go”? Chi era Go? Poteva capire fosse stato Gouenji, ma da Someoka a “Go” ce n'era di strada...che avesse sbagliato persona?
-Allora eri qui! Insomma, staccati che sei pesante!-
-Ciao Go-
-SMETTILA DI CHIAMARMI GO!-
Hiyoko rise.
-Go?-
Chiese il lilla, interdetto. A chiarirgli le idee fu lo stesso Someoka.
-Questa piccola peste la conosco da quando facevo parte della Raimon, quindi da quando aveva 5 anni. Allora chiamava tutti per nome, ma visto che erano troppo lunghi li storpiava.-
-Non li storpiavo! Go è la fine di Ryuugo, come Moru è la fine di Mamoru-
Asserì convinta la ragazza sciogliendo l'abbraccio.
-Questo piccolo essere infame ci chiamava tutti con la finale del nome se era troppo lungo per la signorina.-
-Anche noi dell'Inazuma Japan?-
-Certo! Quando avevo 5 anni chiamavo tutti per nome, quindi ho imparato solo i vostri nomi. Quando Moru ha detto “ti porto da Tobitaka non avevo capito che in realtà intendeva “ti porto da Seiya”-
Tobitaka sentì la nostalgia e la tenerezza investirlo. Era passato tanto tempo da quando qualcuno lo aveva chiamato per nome. Sorridendo leggermente guardò la ragazza ridere mentre Someoka la sgridava per avergli sporcato di vernice l'impermeabile bianco.
Desiderava essere chiamato ancora per nome.

Angolino dell'autrice

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato, messo la storia sui preferiti o tra le seguite.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Baci, Dionisie

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Capitolo 5
*** Amai kotoba - Dolci parole ***


甘い言葉 (Amai kotoba)

 

誰かのものに成りたいよ / Dareka no mono ni naritai yo
Voglio appartenere a qualcuno
Le luci si spegnevano e si accendevano, dando l'illusione che il mondo si muovesse a scatti. Sul palco, una ragazza dai chilometrici capelli biondi che volteggiavano nell'aria ad ogni suo movimento. Il ritmo faceva muovere tutti i presenti, sia chi assisteva al concerto, sia chi stava dietro le quinte. Una sola persona non si muoveva e stava a braccia incrociate nel backstage. Stava prestando attenzione solo alla ragazza e alle sue parole.
ここから逃げ出して/ Koko kara nigedashite
熱情の場所へ行こう/ Netsujou no basho he ikou
今の場所はいやだ / Ima no basho wa iya da
踊っても慎みが無い / Odotte mo tsutsushimi ga nai
Scappiamo da qui e andiamo alla dimora della passione. Questo posto ora non va bene. Ballo, ma non ho controllo di me stessa.
Tobitaka fissava la snella figura di Siren muoversi sul palco. Era così agile e bella, nonostante la sua giovane età. E aveva fan ovunque che l'adoravano. Sbirciò appena fuori dalle quinte e vide la folla di gente muoversi e ballare. Si chiese come fosse possibile che quello scricciolo non fosse spaventato da tutta quella gente.
止まりたくないわ!!/ Tomari taku nai wa!!
Non voglio fermarmi
Un boato si levò dalla folla, facendo comparire un lieve sorriso sul volto di Tobitaka. Quelle iene dei fan avevano apprezzato lo spettacolo. Annuì alla ragazza che si era girata verso di lui con un sorriso enorme sul volto. Avevano lavorato molto per quello spettacolo. Si meritava tutte quelle grida ed acclamazioni. Lei fece un inchino e si infilò dietro le quinte.
-Sei stata brava-
Approvò il ragazzo, mentre lei agguantava una bottiglietta e beveva avidamente, spostandosi davanti al ventilatore.
-Piano o ti strozzerai.-
Le porse un asciugamano. Era così sudata che Tobitaka era sicuro che si sarebbe presa la febbre se fosse rimasta ancora un po' a crogiolarsi al fresco.
Una giovane donna dai capelli corti e scompigliati le si avvicinò. Indossava un tailleur marrone e una camicia bianca. Le sorrideva.
-Sei stata fantastica questa sera-
-Grazie mille signorina Oshighe-
La donna annuì.
-Ora vai a fare un ultimo salutino ai tuoi fan e poi torna qui che ti facciamo cambiare. Hai capito, Hiyoko?-
La ragazza si imbronciò.
-Quando sono così sono Siren, signorina Oshighe-
-Sì, ora sbrigati che ti stanno aspettando tutti-
Hiyoko annuì e corse sul palco a salutare i suoi fan e a ringraziarli.
 

Tobitaka aprì la porta del suo appartamento e Hiyoko ci si fiondò dentro, puntando il divano.
-Yahooooooooooo!-
-Non sei stanca?-
-No! E' l'adrenalina del concerto!-
Tobitaka si diresse in cucina, scuotendo la testa.
-Hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare?-
Non ci fu risposta.
-Hiyoko, mi stai ascoltando?-
Di nuovo, nessuno rispose. Preoccupato tornò in sala e trovò la ragazza profondamente addormentata sul divano.
-E meno male che non eri stanca...-
La prese in braccio e la sollevò, portandola in camera. Le rimboccò le coperte. Si diresse verso l'uscita e spense la luce per farla riposare.
-Buona notte, piccola star-
Il leggero tonfo della porta che si chiudeva fece piombare la stanza nell'oscurità. Il buio nascose il suo bellissimo volto rilassato e sorridente.

 


Angolino dell'autrice
La canzone è questa qui:
http://www.youtube.com/watch?v=aUQHu8YlCZU

Ringrazio tutti quelli che hanno letto, commentato, messo tra i preferiti o nelle seguite questa storia. Grazie infinite a tutti. Spero vi sia piaciuto questo capitolo.

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Capitolo 6
*** Piccoli per sempre ***


 Piccoli per sempre


La porta scorrevole del locale si aprì per l'ennesima volta, trovando la piccola idol con un sorriso enorme. Accolse il suo amato fratellone con un abbraccio. Quella sera poteva permetterselo, infondo. Il locale era prenotato e nessuno sarebbe venuto a disturbare la sua serata speciale. Nel locale c'erano gli atleti della prima generazione della Raimon, della seconda, quella della battaglia contro gli “alieni”, e dell'Inazuma Japan. 
Tutti.
Hiyoko pensava sarebbe morta dalla felicità. Erano lì per ricordare i bei vecchi tempi ed ingozzarsi. Lei sospettava che molti avrebbero giocato la carta del “vecchio compagno” con Tobitaka per uno sconto, ma lei dubitava che avrebbe funzionato. Ridacchiò, preparandosi a servire ed a correre a destra e manca come una matta. Si legò il grembiule e iniziò a prendere ordini.
La stanza era piena delle chiacchiere dei ragazzi, tanto che Hiyoko pensò che ci sarebbe affogata tra tutte quelle parole. 
Volteggiò tra i tavoli, ascoltando voci sottili cercare di farsi sentire nella confusione e voci alte ruggire di risate. Osservò Tobitaka da lontano. Aveva un sorriso sbieco sulle labbra, nonostante il caos e il caldo dei fornelli. Il sudore scintillava sulla sua fronte su cui ricadevano alcuni ciuffi lilla. I suoi occhi neri sembravano rilassati e concentrati allo stesso tempo. Senza accorgersene si era fermata a fissarlo. E per la prima volta lo aveva trovato bellissimo. Certo, aveva sempre pensato che fosse un bell'uomo, ma vederlo così rilassato e così...appassionato. Dai suoi occhi si capiva perfettamente che amava quello che stava facendo con tutto sé stesso. Si capiva anche che apprezzava l'atmosfera leggera e frizzante. Era la prima volta che fissava i suoi occhi onice e vedeva così tante cose. 
Scosse la testa ed andò da suo fratello. Aveva bisogno di pensare ad altro. Parlottò per qualche attimo con lui, giusto per chiedergli come andavano le cose, prima di ritornare tra i tavoli, attenta a non guardare mai Tobitaka negli occhi. 
-Hey, ragazzina, hai intenzione di cantare qualcosa o no?-
La ragazza si girò verso un Fudou un po' brillo. In quel momento era calato il silenzio più assoluto. Tutti gli occhi erano puntati su di loro.
-Prego?-
-Sì, insomma, sei una idol, no?-
Hiyoko sobbalzò al boato che scoppiò alla parola “idol”. Fu letteralmente bombardata di domande, cosa che la fece indietreggiare. Aveva fatto circa tre passi indietro quando un rumore metallico e penetrante fece zittire tutti. Quando si girò vide Tobitaka con un mestolo a pochi centimetri da una pentola di metallo. La ragazza sentì il volto andare in fiamme. Lui l'aveva appena protetta.
-Così la spaventate, datevi una calmata.-
Fubuki  fu il primo a guardare, fissandola con scintillanti occhi color ghiaccio.
-Hai cantato qualche canzone che posso conoscere?-
-B-beh...Amai kotoba. La conosci?-
Sul suo viso apparve un dolce sorriso mentre annuiva. Anche Hiyoko sorrise. Parlare con quell'uomo che sembrava un ragazzino la tranquillizzava. 
-Ma allora sei Siren! Certo che ti conosco, sei su tutti i giornali!-
Toramaru era saltato in piedi, fissandola entusiasta. Il ragazzo fece per avvicinarsi, ma sembrò cambiare idea osservando qualcosa dietro alla ragazza che incuriosita si girò, trovando Tobitaka che osservava il moro con uno sguardo di rimprovero ed avvertimento. Se possibile, Hiyoko arrossì ancora di più.
-Allora? Ci canti qualcosa o no?-
Il suo istinto le gridò di prendere in mano la prima cosa che le capitava e di tirarla dietro Fudou, ma non lo fece.
-D'accordo,unm...”piccoli per sempre”?-
-Hey, stai forse insinuando qualcosa?-
Un coro di risate si alzò alla protesta di Tsunami. Hiyoko poggiò il vassoio che aveva in mano e prese fiato. 

Portami l'ultima birra fammi compagnia lei è andata via spero che poi la vedrò a casa mia, che tra due ore ripartono i tram fammi fumare tanto chi ti può multare a quest'ora mi sa che è a dormire

Il silenzio era assoluto, spezzato solo dalla sua voce e qualche sussurro qua e là.

E abbassa pure la saracinesca non credo che né io né te domani si andrà a messa 
curami un po' questa amarezza che ho 
Perché ero io quello che non parlava 
il bambino così magro che il bullo picchiava 
il ragazzino che tutto voleva e quando non poteva rubava 


Era una sensazione diversa dei concerti, sempre così rumorosi e caotici. L'aria stessa sembrava diversa.

Ci sono quelle sere 
che sono più dure 
dove serve bere via le paure 
e dentro ci si sente 
piccoli per sempre.... 


Ci sono quelle sere 
belle da morire 
dove puoi giocare invece di dormire 
quando ci si sente 
piccoli per sempre.... 


Sorrise sentendo che qualcuno canticchiava la canzone a mezza voce, altri, tra cui riconobbe Tsunami, la seguivano in toni più alti e, talvolta, stonati. Era contenta di aver scelto una canzone ò che conoscevano tutti. Alzò il tono per sovrastare la canzone quasi urlata ed un po' sbiascicata che intonavano i ragazzi più allegri – o brilli-. Si sentiva così libera. Amava così tanto cantare. Aprì un po' gli occhi per guardare Tobitaka. Non sapeva come, ma era come se gli stesse dedicando quella canzone.

Piccoli come i banchi di scuola quando li si vede da grandi 
del libro cuore ora ricordi soltanto franti 
piccoli come i cortili adibiti ai giochi 
come quando la mami ed il papi ascoltavano drupi 
intanto stavamo imparando 
tante e tante poesie che hai dimenticato 
ma le canzoni dei cartoni è quello che hai salvato 
piccoli come big jim su una saltaffos 
ci facevamo piste solo polistil poi vinavil michael j fox 
e vai di gioco nelle patatine giù con l'album delle figurine 
piccoli prima di crescere assieme al prezzo del barile 
ogni tanto stanco manco stai lottando con rocky e rambo 
ma ne vale la pena anche quando


Hiyoko dovette tapparsi le orecchie per come gli ex-giocatori ulularono gli ultimi versi della canzone. Considerando il loro grado di maturità, erano proprio “Piccoli per sempre”. Scoppiò a ridere, sentendosi viva e libera.


Angolo dell'autrice
Questa fic sta diventando una song-fic XDD comunque, mi spiace di non aver postato prima, ma ho problemi in casa...abbiate pietà. Per farmi perdonare, questo capitolo è più lungo degli altri, ma vi avverto che sarò sempre in ritardo a causa dei problemi che ho tra le mani e l'inizio della scuola. Intanto ringrazio come sempre tutti quelli che seguono, commentano e mettono la fic tra i preferiti/seguiti. Grazie a tutti di cuore.

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Capitolo 7
*** Di pensieri e cocci ***


 Di pensieri e cocci

 

Erano passati diversi giorni dalla giornata, o, meglio, nottata con gli ex-giocatori e Tobitaka era sempre più confuso. Da quella sera qualcosa era cambiata nella sua convivenza con Hiyoko: lui si era riscoperto inspiegabilmente protettivo verso la ragazza e da allora aveva avuto il desiderio di proteggerla. Era come se la gravità fosse cambiata per lui, che aveva iniziato a ruotare attorno alla ragazzina. Lei, però, sembrava volergli stare più lontano possibile. Gli scivolava via come sapone dalle mani e ciò lo rendeva inquieto ed ansioso.
Il giovane uomo si immerse nella vasca. L'acqua era bollente; rilassante sia per i suoi muscoli dopo una lunga giornata di lavoro, sia per la sua testa dolorante per il troppo pensare.
Si passò una mano tra i capelli umidi, poggiando la schiena contro la parete della vasca. Aveva appena chiuso gli occhi quando un urletto femminile seguito da un tump ed un crash lo fece scattare in piedi. Si legò frettolosamente un asciugamano alla vita e scattò fuori.
Hiyoko era per terra, sdraiata tra i cocci di...qualcosa.
-Hiyoko!-
I suoi occhioni cioccolato si aprirono e si posarono su di lui e Tobitaka ci si perse.
Osservò come il marrone in alcuni punti si facesse più chiaro diventando quasi color dell'oro, mentre in altri punti si scuriva diventando scuro come la notte.
D'altro canto, Hiyoko stava per morire d'infarto visto che lui era corso da lei con addosso solo un asciugamano e bagnato da testa a piedi. Sentiva che presto sarebbe sventa se l'avesse osservato ancora per un po'. Distolse a fatica lo sguardo, rossa in volto. Tanto bastò a Tobitaka per riprendersi.
-Stai bene?-
Domandò preoccupato, inginocchiandosi di fianco a lei.
-Sì...sono inciampata ed avevo un bicchiere in mano...l'ho rotto, mi spiace...-
Tobitaka scosse la testa.
-Non dirlo nemmeno per scherzo, l'importante è che tu non ti sia fatta male seriamente. Comunque è meglio disinfettarti, ti sei tagliata sulla guancia...e direi che anche le mani sono ridotte male...-
Hiyoko si guardò le mani piene di taglietti.
-Ehm, Tobitaka...posso chiederti un favore?-
-Uh, certo-
-Puoi...potresti andare a vestirti?-
Era così rossa che in confronto un pomodoro maturo sfigurava. Tobitaka diventò dello stesso colore e balbettò qualche scusa prima di scattare di nuovo
verso il bagno.

Sentiva solo il sangue scorrergli nelle orecchie. L'averla vista così, tra i cocci di vetro, l'aveva spaventato a morte. Ma poi lei aveva aperto quegli occhioni e l'aveva guardato come se fosse la cosa più bella al mondo. Probabilmente si era immaginato tutto, ma quegli occhi l'avevano guardato con adorazione. E davanti a quella vista il cuore gli era saltato in petto.
Hiyoko, invece, stava rischiando la morte sul serio. Come biasimarla d'altronde? Aveva appena avuto una bella visuale dei pettorali inaspettatamente scolpiti dell'uomo. Il suo corpo era asciutto ma era...fantastico. Le aveva tolto letteralmente il fiato. Era...wow. E non c'erano altre parole per descriverlo. La porta che si apriva di nuovo le preannunciò un nuovo infarto. Aveva indossato un pigiama slabbrato che lo faceva sembrare estremamente tenero e...sexy.
-Hiyoko lascia, faccio io-
-No Tobitaka, l'ho rotto io ed è giusto che...-
Si bloccò quando le mani del ragazzo si posarono sui suoi polsi.
-Ora è il caso di disinfettarti e fasciarti,ok?-
Tobitaka sorrise a vedere Hiyoko arrossire ed annuire. Era troppo carina.

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Capitolo 8
*** Maggiorenne ***


 8. Maggiorenne

 

-COSAAAAA?!-
Tobitaka si girò verso Rika che si era sporta oltre il balcone, guardando stralunata Hiyoko.
-Non l'avrei mai detto.-
Touko la fissava con occhi stupiti. L'uomo si avvicinò per sentire la conversazione.
-Cos'è successo?-
-Lei...lei...ha...ha...-
Touko diede una botta sulla testa dell'amica.
-Siamo solo sorprese che questo esserino abbia 18 anni...-
-Io le avrei dato 15 anni!-
Hiyoko la fissò sorpresa e poi offesa.
-Ecco, con quell'espressione scendiamo a 13...-
Tobitaka sorrise nel vedere la sua espressione diventare preoccupata ed imbronciata allo stesso momento. Era così carina tutta confusa ed agitata.
Alzò una mano e le carezzò la testa dolcemente.
-Non c'è nulla di male nel sembrare più piccoli-
Lei alzò gli occhioni verso di lui.
-Anche tu sembravi più piccolo Tobitaka-san?-
Rika scoppiò in una risata.
-Lui? Più piccolo?-
Touko le diede un altro scappellotto.
-Sembrava più grande di almeno tre anni...-
Hiyoko lo guardò con un pizzico di invidia.
-Non preoccuparti, è questo che sei tenera. Infatti hai molti fan!-
Hiyoko lo abbracciò.
-Grazie!-
Poi si allontanò ed andò a servire un tavolo tutta contenta.
-E' proprio una bambina-
Constatò Rika, beccandosi un'altra botta in testa da Touko.

 

Tobitaka entrò in sala. Nonostante l'ora tarda, la TV era accesa e sentì qualcuno singhiozzare. Si avvicinò al divano e ci trovò Hiyoko raggomitolata a mangiare gelato e a piangere davanti ad un programma strappalacrime...come si chiamava? Ah, sì, Ghost Whisperer.
-Hey, che succede?-
Si sedette di fianco a lei, fissando il suo visetto pallido rigato di lacrime.
-Ah, scusami, ti ho svegliato?-
-No, non avevo sonno. Tu?-
-Mal di pancia...-
Lui la fissò senza capire.
-Hai mangiato qualcosa di strano?-
-No...ecco...-
Le sue guance si arrossarono.
-Dimmi pure tutto, non vergognarti...-
-E'...che...mi devono arrivare!-
Tobitaka sbattè le palpebre.
-Oh-
-Scusa, è imbarazzante...-
Tobitaka ci pensò su. Infatti era da un po' che stavano nella stessa casa, prima o poi sarebbe dovuto succedere.
-Stai bene?-
-Più o meno...-
-Posso fare qualcosa per te?-
Hiyoko ci pensò su.
-Posso avere un abbraccio?-
Tobitaka sorrise e la strinse. Amava quel contatto. Lei era così dolce e tenera. Piccola, tra le sue braccia. Sospirò.
Solo per oggi. La stringerò solo per ora. Poi la lascerò andare.

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Capitolo 9
*** 9. After that day ***


 9. After that day

 

Il giorno dopo fu traumatizzante per entrambi; Tobitaka non aveva mai avuto a che fare con una ragazza con il ciclo e Hiyoko aveva l'istinto di buttarsi giù dalla finestra per la vergogna. Non che ci fosse molto da vergognarsi visto che lui l'aveva vista solo 3 volte nell'arco della giornata: per portarle una borsa dell'acqua calda e la colazione al mattino, il pranzo a mezzogiorno in punto e successivamente la cena. Il fattaccio che imbarazzava tanto entrambi era la consapevolezza per Tobitaka di sapere una cosa così intima e per Hiyoko di averlo reso partecipe di qualcosa di così personale.

Il giorno dopo fu molto più rilassato e, anzi, sembrava che lo spazio tra i due fosse diminuito appena: l'uomo girava attorno alla ragazza, attento che non si sforzasse e preoccupandosi di chiederle spesso come stesse, in un continuo “come stai?” e “come ti senti?”. Lei rideva dolcemente, carezzandogli un braccio.
-Sto bene, stai tranquillo-
Rispondeva sorridendo tranquillamente e riprendeva a scarabocchiare frasi su un foglio. Incuriosito, Tobitaka si sporgeva per sbirciarne il contenuto, ma tutte le volte lei posava la mano sopra il pezzo di carta prima che lui potesse anche solo mettere a fuoco le frasi.
-Non è ancora pronto-
Diceva semplicemente, con un sorriso furbo sul volto. Poi assumeva un'aria fintamente scocciata e diceva a mezza voce:
-Non hai del lavoro da fare?-
Allora Tobitaka non poteva fare altro che ridere e scompigliarle i capelli dolcemente. Quella scena si era ripetuta uguale a sé stessa o leggermente diversa per tutta la giornata, intervallata da occhiate fugaci da parte di entrambi per controllare cosa facesse l'altro.
-Mi dici che stai scrivendo?-
Domandò infine l'uomo, in un momento di vuoto del locale. Hiyoko alzò lo sguardo e fece per parlare, ma Tobitaka la precedette.
-Non è ancora finito, ho capito. Ma almeno un indizio me lo potresti dare, no?-
E si poggiò sul balcone, mettendosi alla sua altezza.
-E' una ballata. Ma sarà molto ritmata-
-E' moderna, quindi-
Lei annuì.
-Molto.-
-E di che parla questa ballata?-
Hiyoko storse la bocca e rimase in silenzio per un po'.
-Lo scoprirai quando la sentirai!-
Il ragazzo sospirò e le carezzò la testa.
-E va bene...ma voglio essere il primo a sentirla-
Lei ci pensò su ed annuì.
-Va bene!-



Angolo dell'autrice sfinita
Ok, lo so che non scrivo da secoli e questo è un capitolo cortissimo, ma sto attraversando l'inferno sia a casa che scuola e spesso e volentieri ho mal di testa. Chiedo scusa a chi ha aspettato questo capitolo fino ad oggi.

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Capitolo 10
*** 10. A Female Ninja, But I Want To Love (English Cover) ***


 10. A Female Ninja, But I Want To Love (English Cover)

 

I love and want to love but, no, it's not allowed
It's not fair! I don't care! Just let me do what I want
"Stop this!" and "Quit that!" You're making me freak out
You know what isn't cool? All these stupid rules!

 

What to do with me and you to set this feeling free?
This I think as I watch you from a hole secretly
Can I really hide inside and under lock and key?
Ninja girl I am though, fall in love with me!

 

Tobitaka si coprì gli occhi con una mano, desiderando sprofondare. Era arrossito fino alla punta delle orecchie, imbarazzato. Quella canzone d'amore era estremamente -e quando diceva “estremamente” intendeva immensamente, ultra, super- imbarazzante. Se la si guardava in un certo modo era quasi una dichiarazione d'amore per lui. Ma non era così, no? No, non era così. Non poteva essere così.

 

I love and I want to love, but the foes are ever near!
Wanna dice through them all with a cut cut I'll be done
"Stop this!" and "Quit that!" You're making me freak out
You know what isn't cool? All these stupid rules!

 

What should I do, I can't be excused for feeling how I feel!
Bonsai tree I will be in just to watch you breathe
Can I really hide inside and under lock and key?
Ninja girl I am though, fall in love with me!

 

Tobitaka fissò la ragazza cantare nella sala di registrazione, muovendosi come fosse sul palco, senza curarsi che stava ballando ad un ritmo che solo lei sentiva nelle sue cuffie, davanti ad un vetro scuro che le impediva di vedere chiaramente chi ci fosse al di là.

 

I love and want to love but, no, it's not allowed
That's the fate that my life is destined to pursue
"Stop this!" and "Quit that!" You're making me freak out
You know what isn't cool? All these stupid rules!

 

Underneath the harvest moon, I know the time is soon
Flipping walls, I appear and I'm here before you now
O happy daggers I have hidden, set me free!
Ninja girl I am though

Fall in love with me!

 

Hiyoko smise di ballare e si tolse le cuffie.
-Com'era?-
La signorina Oshighe fece tirò su il dito e sorrise.
-Era perfetto!-
La ragazza sorrise ed uscì dalla sala di registrazione con aria soddisfatta, sedndosi di fianco all'uomo, fissandolo divertita.
-Com'era?-
Tobitaka la guardò tra le dita che ancora gli coprivano gli occhi, fulminandola con lo sguardo.
-Hai presente la parola “imbarazzante”?-
Hiyoko rise.
-Suvvia, è una canzone d'amore, che ti aspettavi? E poi non è mica una canzone d'amore per te-
Sorrideva, ma aveva uno sguardo indecifrabile.
-Hai finito?-
La ragazza rise di nuovo, annuendo.
-Sì, finito.-
L'uomo ringraziò tutti i Kami, grato di potersene tornare nel suo amato ristorante.

 

-Nee, Tobitaka-
L'uomo alzò lo sguardo su Fudou che lo fissava piuttosto brillo.
-Che c'è?-
-Sei conscio che l'ultima canzone che quella bambina ha scritto è una dichiarazione d'amore per te?-
Tsunami, al fianco del castana, scoppiò in una risata fragorosa. Lui era già ubriaco invece.
-Certo che se ne è accorto! Chiunque se ne sarebbe accorto!-
Someoka sorrise, brillo pure lui.
-Se se n'è accorto pure Tsunami è proprio evidente-
Tobitaka poggiò il bicchiere che stava asciugando sul bancone leggermente più forte del dovuto.
-No che non è una canzone d'amore per me, smettetela.-
Fudou inarcò un sopracciglio.
-Sì che è così e tu lo sai. Non capisco cosa aspetti! La ragazza è maggiorenne, ti adora e penso che anche lei non ti sia indifferente-
Il lilla guardò a lungo il difensore.
-Abbiamo 10 anni di differenza.-
Tsunami rise ed alzò il bicchiere di birra, divertito.
-Cosa vuoi che sia in confronto all'immensità dell'oceano?!-
Someoka annuì, facendo spallucce.
-Per una volta ha ragione lui.-
Tobitaka sospirò.
-Almeno pensaci, ok?-
Disse Someoka, ridendo.

 

Angolo dell'autrice
 Video della canzone -> https://www.youtube.com/watch?v=dPw-0vctJJQ
Ok, sto facendo pubblicità occulta a 
JubyPhonic, che adoro <3 Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento anche se in realtà il capitolo è formato per metà dalla canzone, ma vabbè. 

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Capitolo 11
*** 11.So much for my happy ending ***


11.So much for my happy ending

 

Appena Tobitaka aprì gli occhi, comprese subito che c'era qualcosa di diverso quel giorno; percepiva che qualcosa stava cambiando nell'aria più elettrica, quasi come se l'universo intero volesse mostrargli cosa stava accadendo. Si mise a sedere e guardò il calendario.
-Oh, accidenti...-
Fu il basso borbottio che gli sfuggì dalle labbra. Si alzò di mala voglia, quasi volesse ritardare il più possibile l'avvento di quella giornata e si diresse al bagno con quanta più lentamente possibile. Uscito, quasi non si sentì male quando, entrando in cucina, trovò Hiyoko seduta al tavolo concentrata sulla lettura di un libro. Il profilo della ragazza era più pallido del solito mentre stava curva sulla lettura che sfogliava senza entusiasmo, quasi fosse una rivista. Non gli sembrava nemmeno più la stessa persona che aveva conosciuto.
-Buongiorno Hiyoko...-
La ragazza alzò lo sguardo e nei suoi occhi vide subito che non c'era più la spensierata felicità a farla da padrone, ma qualcosa di cupo e quasi triste. Sorrise dolcemente mentre scuoteva appena la testa, come a riprendersi, e il suo viso riacquistò un po' di colore che però era solo una pallida imitazione del suo colorito normale.
-Buongiorno, Tobitaka-san...-
L'uomo si avvicinò al tavolo e si sedette, mentre Hiyoko gli serviva la colazione. Mangiò in silenzio mentre lei fissava con aria distratta il libro. Tobitaka non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato da quando era entrato nella stanza prima di decidersi a parlare. Più volte aveva aperto le labbra e preso un respiro, come se volesse iniziare un discorso, ma più volte si era trovato incapace di spiccicare parola ed altrettante volte si era rimproverato per la sua codardia.
-Così oggi te ne tori a casa, eh?-
Avrebbe voluto picchiarsi da solo per quella affermazione così...inutile! Non era tra le cose che avrebbe voluto dirle, non era una consolazione, non era nulla! La ragazza alzò lo sguardo su di lui e gli sorrise appena.
-Eh, già...-
Di nuovo, nessuno dei due parlò. L'uomo si sentiva così a disagio con quegli occhioni tristi che lo guardavano come se stessero per riempirsi di lacrime. Si alzò di scatto.
-Vado a fare la spesa.-
Disse, dirigendosi verso la porta. Non notò nemmeno il tentativo di Hiyoko di afferrargli il braccio per fermarlo, tanto era concentrato a fuggire lontano da lei.

Tobitaka sospirò passandosi le mani sul volto, esasperato.
-Oi, vuoi spiegarci qual'è problema?-
Akio era stato il primo a notare il suo malessere, come era prevedibile. Ma sempre quando lui non li voleva vicini dovevano presentarsi al suo ristorante?
-Non è nulla-
Tsunami alzò la mano come se fossero a scuola.
-Lo so io! Oggi Hiyoko torna a casa!-
Someoka gli strappò il bicchiere di birra dalla mano.
-Insomma, già a quest'ora ti metti a bere?! Dannato ubriacone!-
Il surfista allungò le mani disperato verso il bicchiere, mentre Someoka lo teneva lontano da lui.
-Oh, quindi sono problemi di cuore...di nuovo.-
Akio ingoiò un pezzo di carne, fissandolo in tralice.
-Ascoltami bene razza di deficiente, questa è l'ultima occasione che hai per avere una relazione con lei, quindi vedi di non sprecarla perchè io qui a fare di nuovo la comare che consola i cuori spezzati non non ci sto!-
Someoka e Tsunami guardarono con approvazione Fudou.
-Sì, non è esattamente quello che avrei detto io, ma ci sta. Insomma, fai la tua mossa.-
Disse l'attaccante, mentre l'amico faceva scivolare lentamente il bicchiere di birra lontano da lui per poterselo bere in pace. Purtroppo per lui, fu subito notato e la lotta per il possesso del bicchiere riprese. Tobitaka sospirò di nuovo. Sapeva di doversi sbrigare, non aveva molto tempo, ma non voleva nemmeno ferire Hiyoko. …No, non era così. Non aveva paura di ferire Hiyoko, aveva paura di essere ferito. Aveva sempre avuto paura della ferita che il suo orgoglio maschile avrebbe potuto subire in una relazione. Era un codardo, era questa la realtà: era un codardo che aveva evitato la ragazza per cui aveva iniziato a provare dei forti sentimenti solo perché aveva paura di soffrire. Come se quell'esserino vivace e chiassoso potesse ferire qualcuno di proposito. Più volte l'aveva vista fare uscire insetti di varia natura -nonostante lo schifo- fuori dalla finestra senza ucciderli o portare ai cuccioli abbandonati del cibo che comprava con i suoi soldi. Tra le sue conoscenze, lei era la più attenta ai sentimenti altrui.
-Tobitaka, ti si sta bruciando la carne.-
Il lilla sobbalzò, riportato malamente alla realtà. Abbassò lo sguardo sul pezzo di carne che stava rapidamente diventando scuro.
-Accidenti!-
Con un movimento rapido girò il pezzo in questione, facendo ridere Tsunami sotto i baffi.

Hiyoko uscì dal ristorante, trascinando tristemente una valigia di media misura verso la macchina del fratello. I sospiri scivolavano di continuo fuori dalle labbra mentre Mamoru le carezzava le spalle, come a consolarla. Le sorrideva incoraggiante mentre trasportava meno valige del solito, dicendo che aveva mal di schiena. La ragazza sapeva benissimo che era una scusa per lasciarla un po' più a lungo con Tobitaka e glie n'era grata, sebbene ogni istante in più le sembrava un'agonia. Mamoru le sfilò delicatamente il bagaglio dalle mani.
-Dai qui, non sforzarti.-
Hiyoko sentì come se avesse dovuto dire lei quella frase considerando il “mal di schiena” del fratello. Eppure lei desiderava solo allontanarsi, sperando che il suo cuore smettesse di contrarsi e rilassarsi in maniera così dolorosa una volta lontana dal Rairaiken ed il suo proprietario. Anche solo pensare al giovane uomo che osservava il lavoro dei fratelli Endou dalla porta con sguardo indecifrabile le toglieva il respiro e le metteva voglia di piangere fino allo sfinimento. No, non si sentiva affatto bene.
-Hiyoko, torna dentro a salutare Tobitaka. Io vado a portare gli ultimi bagagli in auto.-
La ragazza sentì le gambe tremare. Non voleva andare, ma non poteva certo fare la bambina: aveva 18 anni, si sarebbe comportata da ragazza responsabile e matura. Mise il suo miglior sorriso e girò i tacchi, dirigendosi di nuovo verso il locale sotto lo sguardo dei due uomini. Mamoru sorrise e continuò a camminare nella direzione opposta. Aveva affidato sua sorella a Tobitaka per due mesi, lo avrebbe fatto tranquillamente anche per più tempo.
Hiyoko, nel frattempo, si trovava di fronte all'uomo che l'aveva ospitata per così tanto. Sorrise poco convinta, mentre lui si spostava per farla entrare.
-Tobitaka-san, grazie per avermi ospitata...-
Iniziò, ma l'uomo le poggiò entrambe le mani sulle spalle, fermandola. La ragazza alzò lo sguardo, sperduta.
-Sono felice che tu sia venuta a stare da me per questi due mesi. Mi sono molto divertito, grazie.-
Tobitaka si morse un labbro, un po' indeciso sul cosa dire e, anche se non lo avrebbe ammesso mai ,nemmeno sotto tortura, era agitato.
-Ma, vedi, c'è un problema...ora mi sono affezionato a te.-
Si sentiva infinitamente stupido ad avere così paura, non riusciva nemmeno ad articolare bene le parole.
-Ti voglio bene, ma non come un amico o come un fratello.-
Ok, ora o lei lo prendeva a schiaffi e scappava urlandogli che era un pedofilo, o scoppiava a ridere pensando fosse uno scherzo riducendo a brandelli quel poco di coraggio che gli era rimasto. Contrariamente alle sue più rosee aspettative, invece, la ragazza sorrise e lo abbracciò di slancio con le lacrime agli occhi.
-Anche io...anche io Tobitaka-san! Anche se abbiamo dieci anni di differenza, anche se non sono sicura che questo sia amore, io ti voglio tanto bene!-
Per la prima volta da quando si erano conosciuti, Tobitaka ricambiò l'abbraccio, stringendola dolcemente a sé. Poco importava se probabilmente i genitori di lei lo avrebbero accusato di volere solo del sesso da loro figlia o se probabilmente molte persone gli sarebbero andate contro. Si allontanarono e lui asciugò le lacrime di Hiyoko con la manica.
-Non piangere...-
Lei sorrise ad annuì.
-Quindi stiamo insieme ora?-
Domandò un po' confusa. Tobitaka si grattò la nuca: nemmeno lui aveva le idee molto chiare.
-Beh...si può dire così?-
-Il mio primo ragazzo ha 10 anni più di me!-
Hiyoko rise, facendo arrossire l'uomo.
-Scusa se sono vecchio.-
Borbottò offeso, scatenando altre risate da parte della ragazzina.
-Allora, ci vediamo domani, Tobitaka-san?-
Lui annuì e le baciò la fronte, prima che lei scappasse fuori, ridendo felice. Era contento di aver dato ascolto a Fudou, per una volta; la prossima volta gli avrebbe offerto la cena. Sorrise, guardando il cielo azzurro. Anche se sarebbe stato difficile, sarebbe diventato un buon fidanzato per Hiyoko, l'avrebbe protetta e rispettata, in modo che nessuno potesse dubitare delle sue buone intenzioni. Sì, sarebbe andato tutto bene, pensò mentre rientrava nel ristorante.

 

Angolo dell'autrice.

Ascendano gli angeli, squillino le trombe! Per la prima fiction finita voglio sentire l'”alleluja” cantata dalle voci bianche! …E finalmente ecco l'ultimo capitolo! Ci ho messo più di 3 giorni a scriverlo D: e, ovviamente, quando lo finisco viene una grandinata che fa danni e fa partire la corrente (probabilmente si è rotto un cavo elettrico o qualcosa di simile). Senza corrente non si può aggiornare, zio banana >_> Tobitaka è imbranato, ma sinceramente io non ho mai avuto dichiarazioni (la mia vita sentimentale fa schifo!) e non sapevo come farlo XD Comunque, spero che il finale non sia troppo sdolcinato e che vi sia piaciuto. Ci vediamo nelle prossime fic che devo finire XD

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