YouAreImpossible

di Kebabby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 

Caro Diario,

Oggi sono strana.

O meglio, tutto è strano oggi.

Stamattina a scuola, tutti facevano i carini con me.

Cosa strana numero 1.

Alexa, la mia ex migliore amica mi ha sorriso.

Cosa succede?

Proprio non lo so.

A volte la vita ci riserva sorprese inaspettate, ma non è detto che siano belle.

Ma parliamo di altro, perché non ho proprio voglia di parlare di scuola.

Oggi è arrivato un nuovo ragazzo in classe mia ed è veramente uno che ti sta antipatico sin dalla prima occhiata.

È molto carino, lo devo ammettere, ma non è il mio tipo.

Fuma.

Si droga.

E chissà cosa fa alla sera.

E sono in banco con lui.

I professori non hanno voluto saperne e nessuna scusa ha retto e quindi ora sono in banco con lui.

Quando si è seduto vicino a me, non mi ha neppure salutato.

E io, con i miei jeans e la mia felpa mi sono sentita una sfigata.

Lui invece sembra essere uscito da un catalogo di alta moda, o meglio, da un catalogo di perfezione.

Oggi è uscito con i fighi della classe e ha fatto rissa con uno di loro. Marco, mi pare, o Tommaso.

E quando eravamo in mensa non ha preso niente da magiare.

Cosa strana numero 2.

Ok, so che forse sto esagerando, ma c'è qualcosa di strano in lui.

Rifiuta tutte le ragazze che tentanto di parlare con lui.

Perfino Lucrezia ha scacciato via.

Lucrezia, e ripeto, Lucrezia.

Lucrezia, la più carina della scuola, la ragazza perfetta, insomma, la regina in un mondo di api operaie al suo servizio.

Lo so che il paragone è strano, ma è la verità.

Infatti oggi tutte le sue presunte amiche sono state obbligate a cercare informazioni sul nuovo arrivato, ma non hanno scoperto niente e Lucrezia si è infuriata.

Ma quel ragazzo è perfetto, caro diario.

Quel ragazzo è l'impossibile.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2 Alison si avvicinò con passo pesante verso la scuola, sapendo che avrebbe dovuto sopportare tutto il giorno il suo vicino di banco. Abbassò la testa nello stesso istante in cui un ramo mosso dal vento le stava per colpire la testa, ma non fu abbastanza veloce. Infatti il ramo le colpì in pieno la nuca e lei prima di svenire sentì un braccio forte che le sorreggeva la mano e poi il buio. Si svegliò in infermeria e subito un forte dolore le offuscò la vista. Ma non le impedì di vedere che il suo vicino di banco era nell'angolo e la stava guardando con aria preoccupata. Dei pallini danzavano davanti ai suoi occhi e non ci vide più. Delle linee le attraversavano lo spazio davanti agli occhi. Dio, quante erano quelle linee. Ad un certo punto si voltarono tutte verso di lei e cominciavano a danzarle attorno. Poi il buio, di nuovo. Si svegliò in preda al panico dopo un lunghissimo incubo e vide di essere in ospedale. Tutto quel bianco la stava accecando, quando intravide una piccola macchiolina blu che russava. Tentò di alzarsi, ma lanciò un gidolino di dolore. Aveva il braccio ingessato e non riusciva a muoversi nemmeno di un millimetro. Tentò di scrutare meglio l'intruso, quando capì tutto. Il suo vicino di banco, aveva tentato di sostenerla quando il ramo le aveva colpito la nuca, ma lei era caduta lo stesso e si era rotta un braccio. Tentò di chiamarlo. "Hey, svegliati, devo chiederti una cosa." Niente, anzi, cominciò a russare ancora più forte. "Svegliati!" cominciò ad urlare Alison. E finalmente lui si svegliò e la guardò negli occhi. E i suoi occhi erano orribili. Arrossati tutto intorno all'iride e il suo sguardo era spento. "Cosa c'è? Non vedi che stavo dormendo?" "Perché sei qui?" "Non lo capisci da sola?" "No, sono stupida." "No che non lo sei." "Sì invece." "Sai che sei bellissima quando dormi?" "Cosa?" disse Alison prima di cadere in un sonno artificiale, causato dall'anestetico iniettato direttamente nel sangue.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 Caro Diario, Non immaginerai mai quello che è successo. Io e il mio vicino di banco, cioè Alin, siamo diventati amici. Non ci crederai, lo so. Ma ti racconto come è successo. Dopo che lui mi ha detto:"Sai che sei bellissima quando dormi." mi sono addormentata e colmo dei colmi, lui mi stava accarezzando la guancia quando mi sono svegliata. Ora che lo conosco meglio è una persona simpaticissima, ma non credo mi abbia rivelato tutti i suoi segreti. Io vorrei che lo facesse, però. Comunque oggi a scuola anche se faceva caldissimo, lui era in maniche lunghe. Così gli ho chiesto: "Caldo, eh?" "Naa, io sto benissimo e poi fa quasi freddo." Guardo il termometro e c'erano 25 gradi. 25. Questa cosa mi insospettisce, ma non voglio andare a fondo, perché oggi dopo che la prof di matematica ci ha consegnato i compiti, lui era tristissimo. Quando gli ho chiesto il perché di quella faccina triste, lui mi ha risposto solamente: "È per il voto di matematica, un'altra insufficienza." "Dai non fare quella faccia, così fai diventare triste anche me." "Scusami." "Ehi, sai che facciamo?" "No." "Vieni in biblioteca alle 5 in punto così ti posso dare delle ripetizioni per la verifica di inglese di domani, così non prenderai di nuovo un' insufficienza!" "Ok, va bene verrò." ha detto tutto sorridente Alle 5 però non si è presentato. Io pensando fosse una presa per il culo, me ne sono andata. E due ore dopo, passeggiando davanti a casa mia, me lo ritrovo che sta entrando nel supermercato tutto tranquillo. Allora io, da stupida, mi avvicino a lui e gli tiro la manica per chiamarlo. L'errore più grande della mia vita. La sua pelle era ruvida, caro diario. La sua pelle era piena di graffi, caro diario. La sua pelle era orribile, caro diario. Lui è un autolesionista, caro diario.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4 Alison attraversò quasi di corsa la distanza che la separava fra arte e biologia, ma non fu abbastanza veloce e si ritrovò faccia a faccia con Alin. Abbassò lo sguardo e continuò a camminare a testa bassa, tentando di non farsi notare, ma non ci riuscì. Alin la notò lo stesso e le prese un braccio. Alison tentò di divincolarsi, ma sembrava che la stretta fosse troppo forte, così lasciò perdere. "Che ci fai qui?" "Come che ci faccio qui? Alison, non ti ricordi? Io studio in questa scuola." "Sì, lo so, ma adesso mollami il braccio." "Trovami un motivo valido per cui dovrei farlo." "Devo andare a lezione. Se non mi molli immediatamente, farò tardi." Come per affermare le parole di Alison la campanella cominciò a suonare. Alin fece una faccia strana, ma poi lasciò andare Alison. Lei corse ancora più veloce di prima per tentare di non arrivare in ritardo catastrofico. Entrò nel preciso momento in cui la professoressa Malino pronunciava il suo nome, così prese posto nel suo solito banco e mentre la professoressa pronunciava qualcosa che asosmigliava a "Che non succeda mai più" Alison stava facendo correre i suoi pensieri a una persona che odiava. Alin. Perchè era un autolesionista? Aveva tutto quello che voleva: soldi, felicità, ragazze che gli correvano dietro ogni secondo... Come poteva essere così infelice dentro? Mentre la rabbia le cresceva dentro, decise che avrebbe fatto meglio a rinfrescarsi un po' prima di cercare di seguire la lezione. Alzò la mano e chiese di andare in bagno. Prima di avere una risposta un'occhiataccia da parte della professoressa la fece sentire in colpa, ma dopo il permesso di uscire fu accordato e Alison uscì dalla classe per prendere una boccata d'aria e si diresse verso il bagno. Stava per entrare quando un fruscio alle sue spalle attirò la sua attenzione. Si voltò lentamente e si ritrovò davanti Alin per la seconda volta. Tentò di spingerlo via, ma lui era troppo forte e ne approffittò per prenderle il braccio e attirarla verso lui. La strinse contro il suo petto e per un attimo i loro battiti divennero uno solo e il loro respiro che mandava avanti la loro vita sembrava fondersi. Ma fu solo un attimo e Alison si scostò dal suo petto muscoloso e si diresse verso il bagno con il fiato corto. Quell'attimo era stato l'attimo più bello di tutta la sua vita.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 Caro Diario, Ormai mi sembra impossibile. Mi sono innamorata di Alin. Il suo modo di fare, il suo bellissimo sorriso, il suo respiro. Mi sono innamorata follemente. Lo desidero ogni momento della giornata, però c'è una parte del mio cervello che sussurra al cuore: "Stagli alla larga! Stagli alla larga! È un autolesionista!" Ma il mio cuore non ascolta quella piccola parte di cervello che non è ancora stata infettata dall'amore puro. Ogni giorno a scuola provo a chiedergli il motivo dei suoi tagli, ma mi si fermano in bocca le parole e alla fine ne esco sempre con dei discorsi stupidi sulla scuola. Non ce la faccio più, caro diario, devo parlargli. Ma non ci riesco e non so nemmeno il perchè. Le parole formano un grosso nodo difficile da madar giù e ogni, santa volta, non riesco a parlargli. Forse dovrei aspettare che mi parli lui, ma sarà difficile. Lui non è nella mia classe e per quanto ne so io potrebbe essere già fidanzato con qualcuna della sua classe. Ma stamattina ho preso tutto il coraggio accumulato in questi 14 anni e gli ho scritto un bigliettino: "Vieni in bagno alla 5 ora verso le 12.30, ti devo parlare. Per favore, vieni." Ho aspettato fino alle 12.35 stamattina, e mentre stavo per tornare in classe, è sbucato fuori dalla porta della sua classe e mi ha sorriso. "Ciao principessa, di cosa dovevi parlarmi?" "Ehm...volevo chiarire alcune cose." "Che "cose"?" ha detto lui inclinando la testa come sa fare solo lui quando è confuso. "Ehm...sai il compito di biologia..." gli ho detto io. "No.No. Così non va. Digli tutto Alison. Digli tutto Alison." mi sussurrava il cervello. "Che cos'ha il compito di biologia che non va?" ha detto lui sorridendo. "Non capisco alcune cose rispetto la fotosintesi clorofilliana." ho detto, mentendo. "Ho come il sospetto che non c'entri la fotosintesi clorofilliana..." "Tira fuori il coraggio Alison. Tiralo fuori." continuava ad urlarmi il cuore così gli ho detto: "Perchè sei un autolesionista?" e lui ebbe la reazione opposta a quella che avevo previsto. Si è messo a piangere.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 Alison guardando il volto stravolto di Alin non potè fare a meno di provare una punta di rimorso. Non avrebbe dovuto fargli quella domanda. Così avvicinò la sua mano alla guancia rigata dalle lacrime di lui e asciugò quasi tutte le lacrime. Poi avvicnò il viso al suo e gli sussurrò in un orecchio: "Scusami." Si sentiva in colpa come mai così le lacrime cominciarono a scendere involontariamente dal suo viso e il mascara cominciava a macchiare il suo viso pallido. Come se quelle lacrime le lasciassero una linea indelebile nel suo cuore. E così fu. Quell'attimo le stava distruggendo il cuore passando come acido sulla pelle. Le ginocchia non riuscirono più a sorreggerla e scivolò a terra. Il mondo cominciava a girare su se stesso, ma lei era consapevole che Alin era lì con lei. A piangere con lei. Così in un sussurro disse: "Per favore smettila di piangere." Lui, con un ultimo singhiozzo si asciugò le lacrime con il bordo della maglia e posò i suoi occhi sul suo volto sfigurato dalle lacrime nere come la pece. Così, nonostante la sua maglia fosse bianca, si mise ad asciugare le sue lacrime macchiando la sua maglia perfetta. Quando però si sollevò per un attimo la sua maglia, lui la ricacciò subito al suo posto. Alin avvicinò il suo volto a quello di Alison e per un solo, inutile attimo, sorrise. E poi la baciò. Con le labbra che sapevano di lacrime, di parole mai dette, di spiagazioni inutili. Quelle labbra ora si fondevano per unirsi in una danza vorticosa che rapiva tutta la concentrazione di Alison. In quel momento si rese conto che lei voleva solo lui e lui voleva solo lei. Un' anima sola, un solo respiro, un unico mondo. Il loro. Le labbra di lui fecero dischiudere quelle di lei e il sapore di Alin invase la bocca di Alison. Sapeva di amore, di dolcezza, di perfezione. Ma una nota amara le fece aprire gli occhi. Sapeva anche di tristezza. Alison ricominciò a piangere, ma non c'erano più lacrime da usare, così si limitò a chiudere gli occhi e a sospirare lievemente. "Cosa c'è principessa?" disse lui con quelle labbra perfette. Alison, temendo di ferire un'altra volta i suoi sentimenti, rimase zitta. Si accorse che erano ancora sul pavimento, così si rialzò, ma le sue ginocchia erano ancora troppo deboli. Alin la prese per i fianchi e la strinse forte, come per dire: "Stai tranquilla." E fu quel "stai tranquilla" a farle sgorgare le lacrime di nuovo. Solcavano il suo viso come un fiume in piena, mentre ormai niente aveva più senso.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7 Caro diario, Io e Alin stiamo ufficilmente insieme. Dopo essere stati abbracciati per più di mezz'ora, la prof è venuta fuori a vedere dov'ero finita e mi ha vista in braccio ad Alin. Ha chiamato subito la preside che ci ha convocati nel suo ufficio immediatamente. Dopo la ramanzina della preside sull'amore, ci ha sospesi per 2 giorni. Ma a me non interessa niente di quei due giorni di sospensione, perchè li passerò con Alin. Non so cosa mi sta succedendo, caro diario. Sto perdendo la ragione. Fidanzarmi con un autolesionista era un'idea che mi sconcertava una settimana fa, ma solo ora capisco quanto possono influenzare i pregiudizi. Lui è un ragazzo dolcissimo, insomma, è il ragazzo perfetto. Ma non capisco ancora cosa ci sia che non va perchè continuo a vedere nuovi tagli sulle braccia. Ora che siamo fidanzati, non dovrebbe più essere triste, no? Non lo so e non capisco niente. Mi sento impotente e vorrei fare qualcosa. Ma non posso fare niente, ma mi sento come se potessi fare tutto. Devo aiutarlo, ma non so come. Troverò un modo, ne sono sicura. Domani gli parlerò, ma ho paura che scoppi a piangere di nuovo. Mi piacerebbe che anche lui fosse felice come me. La disperzione si fa strada dentro di me come una muffa. Mi sta facendo marcire. Non posso più sopportare questo peso, devo parlargli domani. Ma cosa gli dico? "Ehy, perchè sei triste?" oppure qualcosa di più formale? Magari posso scriverglielo per messaggio. No, sono sicura ci rimarrebbe malissimo. Sapere che una persona sta piangendo dall'altra parte di uno schermo e non poterla consolare mi distruggerebbe. Devo reagire, caro diario. Domani gli parlo, promesso. Non sono capace di mantenere le promesse.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8 Pioveva. C'era la nebbia. "Giorno perfetto" pensò Alison mentre si stava stiracchiando. Scese dal letto, si mise le pantofole e scese le scale facendo meno rumore possibile. Doveva essere tutto perfetto in quel sabato grigio e piovoso. Prese un k-way ed uscì di casa. Guardò il cielo ed era tutto grigio. Alcune gocce di pioggia le solcavano la faccia mentre si dirigeva verso la casa di Alin. Doveva chiarire questa faccenda. E se avesse dovuto, avrebbe usato anche le maniere forti. Mentre camminava con le cuffiette sulle orecchie e la musica a mille non si rese conto del pericolo che le stava piombando addosso direttamente dall'inferno. Un fracasso indescivibile le distrusse le orecchie mentre ogni singola cellula del suo corpo gridava aiuto. La macchina tentò di frenare, ma non fu abbastanza veloce e l'impatto fu devastante. Ormai era morta, non gliene fregava più niente. Della vita, di Alin, di tutto. Perchè quando la morte arriva, non può andarsene. A meno che non accada un miracolo. In quegli ultimi istanti di vita Alison pensò a tutto. Di come la musica l'avesse uccisa. Dell'ultimo, dolcissimo bacio d'addio con Alin. Della sua vita di merda. Perchè altro non era stata. Era solo una quattordicenne senza sogni, senza sentimenti, senza niente. Un suono piuttosto rumoroso si fece strada nei suoi pensieri. Tentò di aprire gli occhi ma vedeva tutto nero. O meglio. Ora stava cominciando a vedere tutto color rosso. Girò la testa e continuava a vedere tutto rosso. Poi un volto familiare le spuntò davanti. Le sue labbra carnose, le sue ciglia folte, i suoi occhi azzurri, i suoi capelli spettinati. Alin la stava osservando e piangeva. Le sue mani erano sporche del suo sangue mentre le accarezzava i capelli. Quel sangue all'improvviso le sembrò un legame. Una corda indistruttibile fra lei e Alin. Provò a dirgli qualcosa, ma tutto ciò che venne fuori fu solo un grugnito. L'asfalto era freddo mentre lei tentava di parlare. Poi le sottili dita di Alin si posarono sulle labbra fredde di Alison e lasciarono l'impronta indelebile del sangue di lei. Sorrise distorcendo quella linea rossa per un attimo. E in un attimo, il mondo divenne inutile. Loro potevano stare insieme anche da morti.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9 Caro Diario, Sono in ospedale e Alin non si è ancora presentato dopo la mattina dell'incidente. Mi sento triste e vuota. Il conducente della macchina che mi ha investito era sotto effetti di droga. Mi sento triste, caro diario. Lui mi manca da morire. Quel segno sulle labbra con il mio sangue è andato via, ma il segno indelebile nel mio cuore non se ne andrà mai. Ora più che mai vorrei che fosse accanto a me, che mi dicesse che va tutto bene, che guarirò presto. Ma vorrei vederlo affianco a me. Il mio corpo non sopporta più i medicinali che mi danno. Sono sempre più stanca, spossata e provata da tutte le emozioni. Sono arrabbiata, delusa, felice tutto contemporaneamente Arrabbiata perchè se Alin non viene neppure domani, non credo di riuscire a sopportare un altro giorno senza di lui. Delusa perchè credevo venisse per farmi compagnia, invece niente, come se non gliene importasse nulla di me. Felice...bhe non so perchè sono felice. È un po' come quando tutti i colori mescolati insieme formano il bianco. Tutte queste emozioni insieme, rabbia, tristezza, spossatezza, formano la felicità. Forse perchè per una volta sono al centro dell'attenzione. O forse perchè per una volta ho qualcuno per cui vivere. Non vedo l'ora di tornare a casa e andare a trovare Alin, dato che non mi viene lui a trovare. E devo chiarire questa faccenda. Altrimenti ci saranno troppi segreti fra noi e la nostra storia non potrà più andare avanti. Mi fa male solo il pensiero di stare lontana da lui, ma non ci posso fare altro. Non mi piacciono i segreti e non mi sono mai piaciuti. In questo momento ho scoperto che si parla solo di me a scuola. Circola la voce che io sono stata investita da Alin mentre ci stavamo baciando. Ma non è niente vero! Sarò presa in giro da tutti. E non mi piace. Mi chiameranno troia, o puttana. Ma a me non me ne frega niente se sarò con Alin. Lui che di offese ne avrà ricevute tante. E attraverserò quel corridoio, con tutte quelle voci nella mia testa, mano nella mano con Alin.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10 Alison entrò nella scuola a testa bassa. Non aveva previsto le risate. Tutto ma non risate. Pensava che si limitassero a guardarla e a commentare. Non aveva nemmeno previsto la sua mano vuota. Pensava che Alin venisse a scuola, invece niente. Aveva chiesto in segreteria, ai bidelli, ai suoi cosiddetti "amici", alle sue spasimanti, ma niente. Sembrava scomparso. Intanto le risate continuavano. Passava corridoi e risate. Perfino quando andò in bagno le ragazze non poterono fare a meno di mettersi a ridere. Tutte quelle risate le corrodevano il cuore e non sopportava più di stare senza Alin. Mentre usciva di soppiatto da scuola si chiese se valeva veramente la pena stare con uno che si tagliava, con uno che di diceva sempre bugie, con uno che ti nascondeva tutto. Ne valeva veramente la pena. Le sue gambe corsero fino alla sua casa. Grigia, buia, chiusa, misteriosa. Bussò ma non rispose nessuno. Così tentò di spingere la porta. Magicamente si aprì. Il soggiorno era buio così accese la luce. Sarebbe stato meglio se non l'avesse mai accesa. Schegge di legno, pezzi di vetro erano a terra sparsi come un puzzle incompleto. Scioccata tentò di muovere un passo ma gli scricchiolii riecheggiarono nella casa e nel suo cuore. Cosa era successo in quella casa? Tentò di aggirare il lago di pezzi di vetro e legno, ma non potè evitare di fare rumore. Tutto in quella casa era semplicemente terrificante. Dai quadri appesi sul muro. Immagini di donne in pose strazianti mentre venivano torturate. La cucina era ancora peggio. Dei coltelli di varie misure erano sparsi sul pavimento. "Mio padre è spesso via da casa" si ricordò improvvisamente Alison. Ecco con cosa si tagliava. Non semplici lamette. Veri e propri coltelli giacevano sul pavimento con del sangue incrostato. Ne prese uno in mano. L'impugnatura era lunga e la lama seghettata. All'improvviso sentì come una fitta alla mano con cui aveva afferrato il coltello e una forza la spinse a mollare la presa sul coltello, che cadde rovinosamente a terra. Quel suono riecheggiava in tutta la casa. Alison si coprì le orecchie involontariamente ma il suono le lacerò lo stesso i timpani. Doveva uscire al più presto da quella casa. Ma c'era come una forza che la spingeva a salire sulle scale. Verso la camera di Alin. I gradini scricchiolavano mentre saliva. Gli stessi, identici, quadri erano appesi alla parete. La stessa donna mentre veniva torturata. Le scale sembravano infinite, quando Alison riuscì a distinguere nel buio pesto una porta. Sapeva che era quella di Alin. La mano le tremava mentre spingeva verso il basso la maniglia gelata. La porta scricchiolò sui cardini mentre l'orrendo spettacolo davanti ai suoi occhi si faceva strada nei suoi peggiori incubi. Al centro della stanza una macchia di sangue formava la sua inziale. "A" diceva il sangue.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11 Caro Diario, dopo aver visto la "A" disegnata con il sangue nella camera di Alin sono corsa come una pazza fuori da quell'inferno. Era colpa mia se lui si tagliava. Quella "A" mi ha ferito. Mentre correvo l'aria gelida mi sferzava il viso e riuscivo solo a pensare a lui. Dov'era? Era scappato? Si sentiva in colpa? In questo momento mi sento in dovere di svuotare il sacco. Non voglio sembrare invadente, ma voglio sapere. È più forte di me. Credo di impazzire. Io voglio lui in una maniera impressionante. Devo vederlo. Giorno e notte. Ho deciso. Torno a casa sua. Mentre camminavo in quella stradina buia, mi sono chiesta se volessi veramente scoprire tutti i segreti di Alin. Ho preso tutto il coraggio possibile e ho suonato il campanello per la seconda volta in due giorni. Come al solito non c'era nessuno, ma la porta non si apriva. Ho tentato di spingerla, ma non si muoveva Così ho deciso di lasciar perdere e mi sono incamminata per uscire da quel giardino. Arrivata al cancello un rumore mi ha insospettito. Era come se qualcuno stesse camminando dentro la casa. Così sono corsa via. Ormai erano quasi le otto di sera ed era buio pesto. Correvo mentre le strade intorno a me si facevano sempre più buie. Poi all'improvviso si sono spente tutte le luci. Mentre continuavo a correre tutto era contro di me. Gli alberi sembravano ghermirmi tra le loro fauci e ogni sasso si metteva contro di me per cercare di farmi inciampare, poi, non so come, sono arrivata di fronte all'ospedale. Anche lì tutto era spento e ho aperto la porta mentre le mie mani si muovevano senza seguire il cervello. Era tutto buio e io camminavo come se conoscessi quel posto come le mie tasche. Mi sono fermata di fronte ad una porta anonima, grigia e con un numero. 487. La maniglia era fredda come il ghiaccio e bollente come una brace, ma sapevo già cosa ci avrei trovato dentro. Mentre la porta si spalancava, la faccia di Alin sempre più sorpreso ha riempito la mia mente mentre aprivo la bocca, sorpresa. Era attaccato a dei fili che pompavano sangue costantemente nel suo corpo. E i tagli sulle sue braccia. Pieni di sangue incrostato, avevano assunto una colorazione marroncina. Sono svenuta, caro diario.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12 Alison corse verso il letto con quanta forza aveva in corpo mentre i demoni dentro di lei si scatenavano e colpivano ogni parte del suo corpo. Corse mentre piangeva. Era distrutta, vedere lui, distrutto come era lei, era straziante. Si appoggiò piano al suo petto mettendosi in ginocchio e pianse tutte le lacrime possibili. Lui sorrideva, mentre lei piangeva. Era una scena da incorniciare. E così, con le mani piene di sangue lui cominciò ad accarezzarle la testa pian piano come aveva fatto quella volta che era stata investita. Oramai il mondo era senza senso e mentre Alison chiudeva gli occhi pian piano cullata dal dolce andare avanti e indietro della sua mano sui suoi capelli. Si risvegliò distesa nel suo letto, nella sua camera. Per un attimo si chiese se avesse sognato tutto, ma poi si passò la mano fra i capelli e capì che non era stato un sogno. Andò in bagno e mentre si faceva la doccia per togliere le chiazze di sangue fra i capelli, si ricordò cosa doveva chiedere ad Alin. Fece più in fretta possibile per raggiungere la scuola in netto anticipo, ma non servì a niente. Alin non c'era. La scuola sembrava buia senza le sue carezze, senza i suoi baci sul collo, ma passò, come tutti i normali giorni di scuola. Arrivata a casa pensò a cosa fare. Tornare a casa sua. Nemmeno per sogno. Chiamarlo per telefono. Lei voleva il suo viso, non uno schermo davanti. Mentre pensava distesa sul letto suonò il campanello e lei scese a rispondere, dato che i suoi erano al lavoro. La faccia triste le scivolò via dal viso mentre Alin le sorrideva davanti. “Chiudi gli occhi” le disse con la sua stupenda voce roca. Lei, fidandosi ciecamente, chiuse gli occhi e gli strinse la mano. Salirono in moto e mentre il vento le sferzava il viso lei si stringeva sempre di più sulla sua schiena, calda e rassicurante. “È ora, puoi aprire gli occhi” disse lui. E spense il motore. Davanti ai suoi occhi stupefatti c'era il mare. Scesero quasi rotolando sulla sabbia ancora calda e si sedettero a riva, di fronte al sole calante. Sfumatore di rosso e arancione annebbiarono la mente di Alison tanto che si ritrovò ad appoggiarsi alla spalla di lui. Mentre la notte scendeva tutto era perfetto. Alison scoprì che Alin sapeva suonare la chitarra e cantarono a squarciagola le loro canzoni preferite mentre il sonno li veniva a prendere. Stesi sulla sabbia umida guardavano il cielo e le stelle. “È questo il momento” si disse Alison, ma in cuor suo sapeva che avrebbe rovinato quella sera perfetta. “Alin, ti posso fare una domanda?” “Me l'hai già fatta” disse lui ridendo nervosamente. Il silenzio calò come un telo oscuro fra di loro. “Perchè ti tagli? Insomma, stiamo insieme, sei felice con me, credo. Perchè ieri sera eri in ospedale? E perchè c'erano nuovi tagli sulle tue braccia?” “Pensi davvero che sia io a tagliarmi?” fu la sua risposta che sconvolse l'intero andare del mondo.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13 Caro diario, Eravamo sulla spiaggia quando il mondo mi è crollato sulle spalle. Non è Alin a tagliarsi, ma è suo padre. Ha una specie di malattia che non gli permette di controllarsi. Suo padre quando ha scoperto che stavamo insieme, si deve essere arrabbiato di brutto e deve aver scritto quella “A” in camera di Alin per convincerlo a mollarmi. Ecco perchè era così triste. Sapeva che noi due non potevamo stare insieme, ma contiunava a resistere, a essere torturato per me. Suo papà gli fa del male perchè la sua ex moglie aveva il mio stesso nome, Alison. E quindi siccome la sua ex moglie gli ha distrutto il cuore, ora suo padre ha paura che io faccia lo stesso con Alin. È una situazione parecchio intricata, ma saprò venirne fuori. Ma mentre mi rendo conto che ho rovinato Alin per sempre, mi metto a piangere. Eccome se potrei spezzargli il cuore. Andando via suo padre smetterebbe di tagliarlo, ma lo lascierei con il cuore spezzato. Rimanendo lo distruggerei ancora di più, perchè suo padre continuerebbe a tagliarlo. Non so più cosa fare. Potrei lasciarlo pian piano, ma lo distruggerebbe lo stesso. Potrei uccidermi, per fermare il dolore che suo padre gli causa. Sono sicura che si dimenticherebbe di me dopo due giorni. Non penso di essere così importante per lui. Oh caro diario, sono distrutta. Dopo quella rivelazione in spiaggia non ci siamo più parlati e lui mi ha portato a casa aprendo la bocca solo per salutare mio papà fuori dalla porta. Credo che la cosa migliore da fare adesso sia uccidermi. Farla finita con tutto. Ma adesso che ci penso, perchè dovrei sprecare la mia vita per un ragazzo? Farla finita con tutto solo per alleviare il dolore ad un ragazzo? Ma è colpa mia. Sono io che mi sono innamorata di lui. Oh mio Dio, non so più cosa fare. Non è da me soffrire per un ragazzo. Ma non so più cosa fare. Alin è così dolce, simpatico, e penso che sia la mia anima gemella. Ma cosa diceva mia mamma? “Non tutti i puzzle si risolvono con pezzi uguali.” Forse sono io il pezzo sbagliato. E rischio di rovinare il puzzle con la mia esistenza. Sono incastrata come in un vicolo cieco. Se faccio un passo verso destra Alin soffrirà a causa di suo padre. Se faccio un passo verso sinistra soffrirò io a causa della mia morte. Non so cosa decidere. Destra o sinistra. Rimanere o andare. Penso che sceglierò la sinistra, caro diario.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Alison si diresse con passo deciso verso Alin, che era in segreteria.

Aveva intenzione di dirgli che aveva scelto la sinistra, la strada giusta per lei.

Mentre superava il bancone della segreteria notò che Alin non era solo.

Suo padre era davanti a lui e discutevano animatamente con una professoressa.

Suo padre era alto e sembrava un buon padre, uno di quelli che ti dicono sempre di sì se gli chiedi di uscire con gli amici, uno di quelli che di danno i soldi se devi comperare stupidate, insomma il padre perfetto.

Ma non tutti sono quello che sembrano.

Ad un certo punto lo sguardo del padre cadde su lei.

E tutta l'ira nel suo sguardo andò a colpire la parte più indifesa di Alison.

Ma lei, non si sa come, alzò la testa e restituì lo sguardo acido.

Mentre il padre di Alin si preparava con i pugni alzati, Alin notò lo scambio di sguardi e fermò il padre prima che potesse spedire Alison in ospedale.

Alison corse in bagno in preda ad un attacco di vomito.

Mentre era seduta in bagno a pensare a cosa diavolo aveva combinato entrò una figura insapettata.

Alin era entrato nel bagno delle ragazze.

A Alison scoppiò da ridere, ma in quella situazione non c'era niente da ridere.

“Qualcosa non va?” disse Alin preoccupato.

“No, niente.” rispose lei.

Un velo di imbarazzo si creò fra di loro e poteva essere colmato solo da un bacio.

Il velo d'imbarazzo scomparve appena le labbra di Alin toccarono quelle di Alison.

Le labbra di Alin sapevano di zucchero e mentre il bacio diventava sempre più intenso, Alison si appoggiò al muro per non cadere mentre le sue ginocchia rifiutavano di stare al loro posto.

Quel bacio le ricordava tanto quello fuori dalla classe e le ginocchia di Alison cedettero e si ritrovarono a baciarsi sul pavimento come quando tutto era iniziato.

Mentre tutto ruotava le labbra di Alin si staccarono dalle sue.

“Sei bellissima, non me ne frega niente di quello che mi fa mio padre, io ti amo”

“Anche io” rispose Alison con la gola secca.

Aveva bisogno di quei baci più dell'aria.

Tirò verso di lei Alin e mentre si baciavano i loro corpi sembravano fondersi e formare un puzzle completo.

Al diavolo mia madre e la sua frase “Non tutti i puzzle si risolvono con pezzi uguali”.

Io e Alin eravamo uguali e perfetti insieme.

Avevamo bisogno dell'uno e dell'altro come due calamite che si attraggono e mentre la mente di entrambi vagava come un'anima il bacio si stava facendo sempre più appassionante.

Le labbra di Alin si staccarono di nuovo e ricominciarono a parlare.

“Senti io voglio stare con te, qualunque cosa succeda. Ti amo Alison.”

“Io farò qualsiasi cosa per impedire a tuo papà di farti del male, te lo prometto.”

“Lo, so che lo farai, lo so.”

Le labbra di Alison erano in febbricitante attesa di quelle di Alin e il bacio ricominciò nel momento esatto in cui il padre di Alin fece irruzione nel bagno delle ragazze.


Spazio scrittrice...

Volevo scusarmi in anticipo se non ho mai usato il codice html, ma siccome sono nuova in questo sito, non ci capisco molto... perdonatemi XD
Ringrazio Cuddlian per l'aiuto nell'editare questo capitolo
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito i vari capitoli ovvero...
Cuddlian
Rebel_Spirit
the_demon
graziegraziegrazie
ps. Se avete Google+ potete seguirmi (Sono "Pazzia Portami Via...") e leggere in anteprima i prossimi capitoli, dato che lì li pubblico con più frequenza :3


Irene_1308

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Caro diario,

Voglio morire.

Ero in bagno con Alin e ci stavamo baciando quando suo padre è entrato.

Ha urlato qualcosa tipo: “Che cazzo stai facendo?!”

E ha cominciato a prendere a pugni suo figlio.

Io ero sempre più impotente mentre cominciavano ad apparire dei lividi sulla pelle candida di Alin.

Mentre la rabbia montava dentro di me e l'adrenalina saliva mi sono ritrovata ad urlare a suo padre di smetterla.

“Basta! Smettila! Gli fai male!” gli ho urlato mentre la rabbia mi faceva scoppiare.

Lui si è girato verso di me mollando improvvisamente la presa sul colletto del figlio.

“Cosa pensi di fare piccolina? Vuoi rompere il cuore a mio figlio per caso? Vuoi lasciarmi a casa con uno che piange e manda messaggini alla sua ex del tipo: tvukdb torna con me? No cara, tu non rovinerai la mia famiglia.”

Ok in quel momento era completamente pazzo.

Mentre mi accucciavo per terra e mi facevo piccola piccola lui mi ha preso per il cappuccio e mi ha alzato mentre i miei polmoni richiedevano aria.

Mi ha alzato il mento e mi ha detto: “Stai lontana da mio figlio, hai capito? Prova a toccarlo ancora una volta e sei morta.”

Così prese suo figlio per una manica e lo tirò verso l'uscita del bagno..

Lui tentò di divincolarsi, ma la rissa lo aveva stremato così rinunciò e si lasciò trascinare fuori.

“Ti amo” mi ha detto prima che suo padre lo zittisse con un pugno sulla mascella e lo trascinasse fuori dalla mia vita.

Il giorno dopo a scuola non c'era e mi sentivo sola andando in mensa.

Mentre tutte le ragazze mi guardavano con odio e i ragazzi con malizia, la mia testa si è abbassata abbastanza da non ricevere dritto negli occhi gli sguardi agghiaccianti rivolti a me.

Seduta al mio solito tavolo ho scoperto il perchè di tutti quegli sguardi agghiaccianti.

Credevano che io e Alin fossimo andati a letto assieme e che io adesso fossi incinta.

Non riuscivo a credere ad una cosa del genere.

Adesso capisco perchè non mi piace stare con la gente.

Idee sbagliate, pettegolezzi circolavano in tutta la mensa, così ho deciso di andarmene.

Mi sono seduta fuori in giardino mentre le idee più stupide mi annebbiavano la mente.

La gente non capisce niente e quando non ha cosa nuove da dire in giro le inventa.

Ormai la scuola sta per finire e finalmente io potrò andamene via dai miei problemi, scappare, non parlare più a nessuno.

Credo che me ne andrò dopo il diploma.

Mi ricostruirò una vita lontano da lui, lontana da tutti questi casini che ho combinato nascendo.

Dopo il diploma mi trasferisco lontano da qui, così lui potrà riavere la sua vita e suo padre lo lascerà in pace una volta che sarò scomparsa.

Spero.

 

2 mesi dopo...

 

Caro diario,

sono andata via da lui.

L'ho dimenticato per sempre.

Ora vado in un'università fantastica e ho addirittura una nuova amica. Helen si chiama.

È bionda e ha gli occhi azzurri. Mi ricorda tanto Alin, caro diario, ma non glielo voglio dire.

Lei pensa che io sia una normalissima ragazza, quindi non voglio rovinare la nostra amicizia, se così si può chiamare.

Ogni giorno chiacchieriamo del più e del meno, ma non le ho mai rivelato nulla.

Nè di Alin, né di suo padre, né della mia vita passata.

La vita che ho abbandonato per colpa sua.

Sto cominciando ad odiarlo caro diario.

Ma parliamo di cose felici.

Io e Helen siamo in stanza assieme e lei è proprio l'amica che desidero.

Silenziosa, mi consola durante i miei attacchi di pianto anche se non sa che sto piangendo per lui.

Vorrei dirglielo, ma non so come fare.

Cosa gli dico?

“Hey sai che prima di venire qui c'era il mio ragazzo che veniva tagliato da suo padre per colpa del mio nome?”

No, così non va.

Magari domani sera posso dirglielo.

Spiegargli le cose come vanno.

Forse mi prenderà per pazza.

O forse mi dirà che adesso è tutto a posto, che si risolverà tutto, che la vita tornerà ad avere un senso.

E io le risponderò che niente ha senso in questo mondo.

Sono solo una normalissima ragazza mora con delle lentiggini, cosa può volere il destino da me?

Forse vuole che mi rimetta insieme a lui.

O forse dovrei dimenticarlo una volta per tutte.

Ma so che farà male. Come tutte le cose d'altronde. Non ottieni niente senza il dolore e la fatica.

Non voglio soffrire per un ragazzo, caro diario.

Voglio indietro la mia vita. Voglio che tutto torni normale, com'era prima che il mio sguardo incrociasse quello di Alin.

Non otterrò niente parlandone con Helen, ma almeno una piccola parte del fardello che ho sulle spalle di dissolverà nel nulla, spero.

Quante cose in cui sperare.

Troppi desideri fanno male certe volte.

Credere troppo fa male perchè quando fallisci fa malissimo.

E io non voglio fallire, caro diario.


Spazio scrittrice...

Mi sto pian piano abituando adesso con il codice html :3
Stavo pensando che forse sarebbe meglio pubblicare capitoli ad intervalli regolari... che dite se ne pubblico 2 alla settimana? 
Se utilizziamo questo metodo dovremmo finire la saga in poco tempo...
Non so ditemi voi come preferite ^_^


Irene_1308
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***



Capitolo 16
 

Mentre Alison chiacchierava animatamente con Helen riguardo alla moda, degli occhi magnetici attirarono lo sguardo di Alison verso la porta.

Stava entrando il ragazzo più figo della scuola, Lucas.

Mentre passeggiava nel corridoio attirando sguardi innamorati da parte delle ragazze e invidiosi da parte dei ragazzi, mise la mano in tasca e proseguì verso Alison.

Si fermò giusto ad un metro dalla sua faccia e sorrise.

Dio quanto era bello. I capelli neri come la pece che incorniciavano perfettamente il viso e gli occhi marrone cioccolata che sprizzavano sicurezza. E il suo sorriso. Qualcosa di talmente dolce da farti squagliare il cuore.

“Ehi! Ciao” disse Lucas. Aveva una voce roca che rimbombò nelle orecchie di Alison.

“Ehm ciao... scusami, ma chi sei?” chiese Alison un po' stupefatta che qualcuno gli rivolgesse la parola.

“Ahahah davvero non mi conosci?” disse ridendo Lucas.

“Ehm, no. Dovrei?” disse Alison facendo una faccia schifata. Odiava quel tipo di persone. Quelle che si credono tanto fighe ma alla fine non sono nessuno.

“Ci vediamo a pranzo, ci conto.” disse Lucas con la sua voce seducente.

Alison rimase di sasso mentre Lucas andava via.

Helen cominciò a scuoterla, così alla fine si risvegliò.

“Alison, Alison.” la chiamava Helen.

“Sì ehm cosa c'è?” rispose Alison ancora un po' intontita.

“Non ha visto? Lucas ti ha invitato a pranzo!” disse Helen mentre batteva le mani come una foca.

Alison si mise a ridere.

“Cosa c'è da ridere?” disse Helen mentre strabuzzava gli occhi.

“Sembri una foca.” le disse Alison.

Insieme, mentre ridevano come pazze, attraversavano i corridoi per andare alla prossima lezione, geometria.

 

Alla fine della lezione di geometria...

 

“Hey Alison! Ciao!” la sua voce squillante rimbombò in tutta la classe.

Lucas si avvicinò ad Alison e le si sedette accanto.

Alison sentì le guance diventare di fuoco mentre gli sorrideva.

Non sapeva perchè, ma Lucas stava diventando sempre più simpatico. Il motivo non riusciva a capirlo nemmeno Alison, che si continuava a fare domande sul perchè lui la cagasse.

Non era nessuno in quella scuola.

“Ci sei o ci fai?” disse Lucas svegliandola dai suoi pesieri.

“Sì, sì... Cosa c'è?” disse Alison annoiata.

“Ti ricordi prima che ti ho chiesto se volevi venire a pranzo con me?” disse aprendo gli occhi ancora di più.

“Sì, perchè?” disse Alison sempre più confusa.

“Ti dispiace se vengono anche dei miei amici?”

“No, tranquillo.” disse Alison sfoggiando uno dei sorrisi più grandi.

“Ok allora ci vediamo a pranzo” disse Lucas sorridendo.

Poi mentre usciva fece l'occhiolino ad Alison.


Spazio Autore
Ringrazio tutti colore che hanno recensito i capitoli precedenti, grazie, grazie , grazie!
L'altro ieri ho scoperto che si possono aggiungere immagini, quindi a breve scoprirete come sono fatti tutti i personaggi (Alison, Alin, Helen, Lucas)... spero che questo capitolo soddisfi tutte le vostre esigenze (oddio che parolone ahahah!) ee... buona lettura!!


Irene_1308

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Caro diario,

mentre entravo nell'enorme mensa della scuola, degli sguardi si posarono su di me mentre andavo a prendere da mangiare. Mi sarebbe bastato un piatto di pasta, così mentre camminavo con il vassoio in mano mi sono avvicinata al tavolo di Helen che era in compagnia di alcune nostre compagne.

Mi sono seduta al tavolo con le altre mentre nella mensa si levava un coro di sospiri. Stava entrando Lucas con la sua combriccola di amici, falsi, di sicuro.

Il suo passo sicuro e troppo esibizionista non faceva nessun suono mentre si avvicinava al mio tavolo.

“Cia Alison! Ti va di venire a mangiare con noi? Porta anche Helen se vuoi.” disse sfoderando uno dei suoi sorrisi più grandi per non ricevere da me un “no” secco. Probabilmente c'èra troppa gente ad assistere al suo fallimento, così ho tirato la manica della maglia attillata di Helen e l'ho spronata ad alzarsi. Lei ha fatto un sorriso a trentadue denti come se fosse una bambina in un negozio di caramelle.

Il tavolo dei “fighi” era sempre affollato, ma Lucas riuscì a far entrare me, Helen e i suoi tre amici, Aaron, David e Jason in un posto alla fine del tavolo, in fondo alla mensa.

Mentre i quattro sono andati a prendere da mangiare per tutti, mi sono accorta che Helen era leggermente piegata su sé stessa, cosa molto rara, dato che lei stessa era una maniaca della postura e dell'eleganza.

“Qualcosa non va?” le ho chiesto.

“No, solo un leggero mal di testa.” mi ha risposto lei, e non ho potuto indagare perchè Lucas, Aaron, David e Jason sono arrivati da noi portando vassoi pieni di cibo spazzatura tipo hamburger, patatine, e un casino di roba fritta. Da bere Coca Cola e della Red Bull, illegale nella scuola, portata da casa.

“Pensate davvero di mangiare quella roba?” ho chiesto io con un' improvvisa fame che mi rodeva lo stomaco. Mentre mi ricordavo che avevo lasciato la pasta nel tavolo prima che arrivasse Lucas, ho deciso di mangiare qualcos'altro. Mi sono alzata e sono andata al banco mensa, dove servivano qualsiasi tipo ti pietanza disponibile sulla Terra.

“Un' insalata e una Sprite basteranno.” ho pensato.

Per la cronaca, odio tutte quelle robe schifose e fritte che la maggior parte dei ragazzi prendono in mensa. Odio la Coca Cola e la Nutella. Adesso sì che mi rendo conto di essere strana.

Ma non ci posso fare niente, il mio stomaco non sopporta tutto quel cibo spazzatura, ecco perchè ho optato per un'insalata con feta greca e pomodorini.

Quando mi sono seduta al tavolo, tutta la combriccola, compresa Helen, mi hanno scrutato con uno sguardo del tipo “C'è tutto questo ben di Dio e tu ti mangi un'insalata?”.

“Che c'è?” ho chiesto con la faccia più innocente che sono riuscita a fare.

“C'è tutto questo ben di Dio e tu ti mangi un'insalata?” mi ha chiesto Aaron con una faccia più che sbalordita.

“Sì, odio quelle schifezze.” ho risposto sorridendo.

Finito il pranzo abbiamo giocato ad “Obbligo o Verità” con la mia bottiglia di Sprite vuota.

La prima volta è toccato a David scegliere un obbligo per Aaron. David gli ha fatto bere un bicchiere di Coca Cola con dentro patatine e un pezzo di cipolla. Vomitevole.

Ma quando è toccato a me dire la verità a Lucas, la mia vista si è annebbiata.

“Ti piaccio?” mi ha chiesto Lucas fissandomi con quegli occhi color cioccolata che mi piacevano tanto.

 


Spazio autore...

Ecco le immagini come promesso... mis scuso in anticipo se sono un po' troppo grandi, ma la loro formattazione mi impediva di rimpicciolirle XD (Sotto le foto ho una piccola nota da farvi...)



Alison

(L'immagine di Alin non riesco a caricarla, scusate, vedrò di sistemare la situazione D:)


Lucas 


Helen

Scusate se la foto di Alin non è venuta fuori, vedrò di sistemare la faccenda in qualche modo...
Come sempre ringrazio chiunque abbia recensito la mia storia ( tutti commenti positivi grazie mille :D) e spero che questo nuovo capitolo possa piacervi come tutti gli altri...
Ah, dimenticavo, la storia è composta da 30 capitoli, verso la fine si allungheranno un po' per problemi di editing, spero vada bene lo stesso XD



Irene_1308

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 

Punto Di Vista Di Alin

 

Perchè esisto?

Non lo so. Voglio morire ora che Alison è uscita dalla mia vita. Non ce la faccio, non ce la posso fare.

Lei ha tagliato tutti i contatti, ha cambiato numero di telefono, città e scuola. Io sono solo.

Anzi, no. Solo solo io e le mie cicatrici. Ho sofferto per lei. Quelle cicatrici me le sono lasciate fare perchè l'amavo, l'amavo veramente.

Era quel tipo d'amore dolce, senza troppe pretese. Ci bastava essere vicini e andavamo in paradiso.

Cosa adesso mi impedisce di andare da lei, stringerla tra le mie braccia e baciarla come quell'ultima volta in bagno?

Devo trovarla. Ma non so come fare. Non aveva amici qui, le ragazze credevano fosse troppo strana e i ragazzi credevano fosse troppo brutta. Dio mio quanto mi manca.

Mentre sto qui a distruggermi l'anima e mentre cado nella disperazione, Alison è in una nuova scuola, fa la stessa vita di tutti i giorni senza i miei abbracci.

Chissà, magari ha trovato qualcun'altro che riesca a sostituirmi. Che riesca a baciarla come facevo io, che riesca a dirle “Buongiorno principessa” ogni santa mattina.

Ho paura di questo, ecco perchè non vado a cercarla.

Ho paura di vederla fra le braccia di un'altro, che la baci davanti ai miei occhi.

È tutta colpa delle mie stupide cicatrici.

Ci sono certe ragazze che si tagliano perchè fanno belle, che le esibiscono come se fossero trofei di guerra mentre io darei qualsiasi cosa per cancellarle dalle mie braccia e dai miei ricordi.

La verità viene sempre nascosta da una bugia.

Dovevo dirlo ad Alison a cosa andava incontro innamorandosi di me. Dovevo dirglielo.

Ma ormai è tardi per chiedere scusa.

Lei non è più mia e se n'è andata.

Supide cicatrici. Ricordo ancora la sua faccia sconvolta quando ha toccato per la prima volta il mio braccio. La sua faccia piena di delusione, pregiudizio e orrore. Penso che all'inizio non volesse avere a che fare con un autolesionista, ma poi quando ha capito tutto, ha cominciato ad amarmi.

Quell'amore sincero e dolce.

Anche se ci reincontrassimo, penso che non sarebbe più lo stesso. Lei mi guarderebbe in modo diverso, come di una persona che le ha trafitto il cuore con un pugnale avvelenato.

Non mi perdonerà mai. Devo accettarlo. Ma ci posso provare, posso provare almeno a chiederle scusa, a tentare di ritornare insieme come se non fosse successo niente.

Voglio vedere il suo sorriso ogni giorno.

Di lei mi è rimasta un'unica foto.

Quella sera che le ho spiegato tutto di fronte al tramonto, le ho fatto una foto e le ho detto: “Questa è per tutte le volte che vorrò vedere il tuo sorriso.”

E mentre lei sorrideva come nella foto sentivo che il paradiso era vicino.

Ma ho combinato un casino e adesso sono all'inferno a ricordarmi chi ero.


Spazio autore...

Ed eccoci finalmente con il punto di vista di Alin.
Vediamo un Alin con il cuore spezzato, pronto a tutto per riconquistare la sua amata Alison...
Ci riuscirà?

Ringrazio enormemente tutti coloro che recensiscono le mie storie e so che continueranno ancora.
Vi voglio un mondo di bene, anche se non so se sarebbe abbastanza XD
Grazie grazie grazie


Irene_1308

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Alison era sconvolta mentre si metteva le cuffiette nelle orecchie e tornava a casa a piedi.

Ora anche Lucas era innamorato di lei. Che cosa aveva di tanto attraente? Non aveva di certo un bel fisico, nemmeno dei bei occhi. Che ci avevano trovato Alin e Lucas in lei? Non era sicura però che Lucas fosse seriamente innamorato di lei. Magari anche lui aveva dei segreti come Alin, chissà, magari era un orfano adottato o uno che spendeva i soldi a destra e a manca. O magari aveva assistito alla morte dei suoi genitori, o magari suo padre era un assassino.

Alison si mise a ridere. Perchè chiedersi tutte queste cose se poteva iniziare una vita normale? Senza sangue, cicatrici, tagli e problemi. Aveva una migliore amica, un ragazzo che stravedeva per lei, perchè qualcosa avrebbe dovuto andare storto?

Così quando arrivò a casa scrisse a Lucas.

 

Lei " Hey, scusa per oggi in mensa... è che... "

Lui " Hey piccola, tranquilla di solito faccio questo effetto alle ragazze :) "

Lei " Hem... "

Lui " Scusa della battuta, spero non ti sia offesa... "

Lei " No, no. Tranquillo. Piuttosto... che fai? "

Lui " Guardo Facebook... ah dimenticavo... ci sei su Facebook? "

Lei " Sì ci sono... Mi chiamo Alison_Aly "

Lui " Chiesto l'amicizia... io sono Lucas_1505 "

Lei " Perchè 1505?? Spero tu non sia nato nel 1505! >>

Lui " No hahaha... è il giorno del compleanno della mia ex... "

Lei " Ah..."

Lui " Ma ricordati che per me ci sei solo tu... "

Lei " Hem... devo andare ho ospiti ciao... "

Lui " Hey dove vai devo chiederti ancora una cosa!! "

 

Ma Alison era ormai sul letto con le sue cuffiette nelle orecchie a pensare a tutt'altro che agli ospiti in casa. Voleva davvero bene a Lucas; il modo in cui lui l'aveva accolta subito a braccia aperte le era subito piaciuto. All'inizio pensava fosse solo uno stupido snob e pensava di essere per lui niente di più che una semplice ragazza. Ma il modo in cui la salutava alla mattina era molto simile a quello di Alin. Dio quanto le mancava Alin. I suoi baci teneri e le sue coccole che riuscivano a mettere a posto tutto, ma anche a creare altri problemi. Era il modo in cui loro due, insieme, riuscivano a mettere a posto tutti i problemi, il modo in cui riuscivano prima o poi a uscirne.

Ma c'è stato il problema che non sono riusciti a risolvere nel migliore dei modi, così Alison se né andata.

Non voleva spezzare il cuore ulteriormente ad Alin, così l'aveva lasciato.

Così mentre prendeva il cellulare e mandava uno screen della conversazione fra lei e Lucas ad Helen, cominciò a ridere.

Aveva davanti due possibilità: tonare indietro o andare avanti.

Tornare indietro da Alin e farlo soffrire ancora di più oppure vivere una vita normale con Lucas tra popolarità e feste in discoteca.

Spazio Autore...

Non so a voi, ma a me questo capitolo mi è sembrato noioso, ma d'altronde non posso cambiare la storia...
Io l'ho già finita di scrivere, quindi al posto di due alla settimana, ne metterò circa 3...
I capitoli sono 30 esatti e nel finale io mi sono commossa (scrivendolo ahhaha)... spero avrete la stessa reazione... mi sono affezzionata molto ai personaggi :D
Come sempre ringrazio tanto tanto tanto tanto tanto tutti coloro che recensicono le mie storie (sempre positivamente, grazie infinite) eee basta XD

Irene_1308

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 

Caro diario,

Domani dirò tutto ad Helen.

Lei mi ha invitata ad un pigiama party a casa sua, così troverò il tempo e il coraggio per raccontarle tutto. Intanto ieri a scuola Lucas era stranamente appiccicoso. Mi continuava a tenere la mano ovunque andassimo e mi sussurrava parole dolci con la sua voce stupendamente roca.

Mi ricorda tanto Alin. Come cammina fiero di quello che è, come mi sussurra le parole nelle orecchie, tutto di loro mi fa arricciare la punta dei piedi. Ma non so scegliere. Non penso di essere una ragazza diversa da quelle che Lucas portava a casa. Credo che per lui sono solo un giocattolino da usare per poi gettare. Invece l'amore vero che provava Alin per me è tutt'altra cosa. Lui mi amava davvero e non mi avrebbe mai considerato un giocattolino da portare a casa. Forse neanche Lucas la pensa così, ma dato che lo conosco da pochissimo tempo, non posso ancora giudicarlo.

Così ieri mentre eravamo in mensa e lui mi teneva per mano mentre pranzavamo, io ho provato a sciogliere la mia mano da lui. La sua stretta ferrea non me l'ha permesso così si è alzato e mi sono dovuta alzare con lui, costretta. Siamo andati al banco frutta e mentre lui mi stringeva ancora di più la mano ha avvicinato le sue labbra carnose e perfette al mio orecchio e mi ha detto:

“Fai la brava, piccola.” e ha preso una mela rossa come il sangue dal banco della frutta e l'ha morsa.

“La vuoi?” mi ha chiesto. Io abbassando la testa gli ho fatto capire che non la volevo. Ma poi ho alzato lo sguardo con aria di sfida e ho preso un'altra mela.

“Prendo questa.” ho detto con il tono più arrogante che riuscivo a fare.

Non so perchè mi sono arrabbiata, ma il modo di fare di Lucas ieri non mi è piaciuto per niente.

Così gli ho mollato la mano e sono andata a mangiare la mia mela fuori nel parco.

Poco dopo Helen mi ha raggiunto nel parco e mi ha chiesto se mi piace seriamente Lucas o se è solo una finta.

Io mi fido di lei, così gliel'ho detto che mi piace Lucas.

Mentre il sorriso di Helen scivolava via dal suo stupendo viso io mi sentivo in colpa sempre di più finchè non le ho chiesto il perchè di quella faccia smorta.

“Non è niente Alison, davvero.”

“Adesso tu mi dici cosa c'è altrimenti ti dichiaro guerra.” ho detto io sorridendo.

“Ok uccidimi pure.” mi ha detto facendo una faccia sorpresa quando ha capito cosa volevo farle.

“No! Il solletico no!! Alison smettila! Ahahaha! Basta Alison mi farai morire!” urlava mentre la campanella suonava e gli studenti si riversavano fuori dalla mensa.

Eravamo io e lei stese sul prato ancora fresco di rugiada a rotolarci e a ridere come due foche.

La gente passava e rideva di noi, ma eravamo insieme e non ce ne fregava niente di quello che pensava la gente.

“Pensino pure che siamo lesbiche.” ha detto Helen leggendomi nel pensiero.

“Cosa? Tu hai dei cuori maschili da conquistare tesoro mio! Ma guardati! Sei perfetta, hai un fisico perfetto, degli occhi stupendi, sei bionda e ha la risata più bella della terra.” ho detto io facendo una faccia gelosa.

“Eddai Alison, non eri tu quella che mi diceva che ridevo come una foca?” e ha cominciato a farmi il solletico imitando la risata di qualche giorno fa.

Mentre eravamo lì distese sull'erba a ridere come delle matte è passato Lucas, e giuro di averlo visto ridere anche lui e imitare Helen che batteva le mani come una foca.


Spazio Autore...
Rieccoci qui con un altro capitolo...
Lucas sta diventando sempre più possessivo... Alison apprezzerà la cosa?
Sembrerebbe di no...
Ultimo capitolo della settimana dato che ieri era il mio compleanno, non ho fatto a tempo a pubblicare niente... preparatevi perchè a breve inizierò un'altra storia (ancora da definire bene, ma avrei in mente qualcosina...) 
Ah e ho fatto domanda per cambiare il nickname da
"Irene_1308" in "Kebabby" (Irene_1308 mi sembrava troppo formale XD)...
grazie grazie grazie :3 


Irene_1308 (Futura Kebabby)

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21
 

Mentre Alison bussava alla porta della casa di Helen sentì dei rumori provenire dai cespugli e mentre si stava per girare, Helen aprì la porta e l'abbracciò fino a stritolarla.

“Dai entra! Abbiamo un milione di cose da fare stasera! Dobbiamo pettinarci, raccontarci pettegolezzi, farci le unghie, ma a proposito, sai che ho comperato un nuovo smalto che grazie ad una calamita...” cominciò a dire Helen parlando talmente veloce che Alison non riuscì a capirla.

“Hey, ma... che c'è?” chiese Helen facendo una faccia stranita.

“No niente... è solo che ho sentito dei rumori strani venire dai cespugli...” vuotò il sacco Alison.

“Ahahahahah” si mise a ridere Helen

“Foca, cosa c'è?”chiese Alison completamente confusa.

“Zuccona è il mio cane!!” disse Helen tentando di frenare la risata.

“Hai un cane? E non me l'hai mai detto? Tu menti!” disse Alison cominciando a fare il solletico ad Helen che ormai rideva come una pazza.

Era un momento perfetto. Due amiche per la pelle che ridevano insieme, ma quel momento non poteva durare per sempre perchè dal cespuglio spuntò il cane di Helen, un labrador che saltò addosso a tutte e due e cominciò a leccare la faccia di Alison.

“Hope smettila!” urlava Helen tentando di togliere dalla faccia di Alison Hope.

Così, dopo ruzzoloni sull'erba ancora bagnata si ritrovarono in casa di Helen fradice e con la bocca secca per le troppe risate.

Subito dopo andarono in camera e cominciarono a tirare fuori smalti e trucchi di ogni tipo.

Si truccarono un po' poi si stufarono e iniziarono a parlare.

“Chi erano i tuoi ex?” chiese Helen ad Alison.

“Ehm... io non ho avuto ragazzi...” disse Alison arrossendo, non perchè si vergognasse, ma perchè non era vero.

“Oddio stai scherzando? Ma non hai nemmeno baciato nessuno?” chiese Helen con la faccia più scioccata che riusciva a fare.

“No... tu, invece?” chiese Alison tentando di deviare il discorso sulla vita amorosa di Helen.

“Io ho avuto qualche ragazzo...” disse lei arrossendo più Alison

“Dai...chi erano?” chiese Alison facendo una faccia da cucciola.

“Ehm... Aaron, David e Sean. E poi forse anche Edward e Dakota.” disse lei pensandoci sù un po'.

“Oddio Dakota? Non posso credere che tu sia stata con uno sfigato tale!” disse Alison in preda a finto panico.

“Ahahah sì ci sono stata assieme. Per poco però...non sono stata infettata dallo sfigatismo.” e dopo aver detto queste parole mosse i suoi stupendi capelli biondo cenere.

Alison non poteva mentire alla sua migliore amica. Non a lei.

Aveva visto che effetto aveva fatto nascondere qualcosa ad Alin, non chiedere il motivo dei suoi tagli. “Ora o mai più” si disse.

“Helen... posso confidarti una cosa? Prometti di non dirla a nessuno?”

“Ok vuota il sacco se ti farà stare meglio.”

Eccome se vuotare il sacco avrebbe fatto star meglio Alison.

“Prima di venire in questa scuola stavo insieme un ragazzo. Era stupendo, il ragazzo perfetto, la mia anima gemella, il mio angelo custode.”

“E perchè l'hai mollato e sei venuta qui?” disse Helen amareggiata per la bugia di poco fa.

“Oddio Helen non ci riesco...” Alison si mise a piangere e si prese la testa fra le mani.

Helen le prese le mani e le sussurrò un dolce “Dimmi tutto Alison, per favore.”

“Era un autolesionista Helen” disse Alison fra i singhiozzi.

Helen di tutta risposta sollevò le maniche e fece a vedere ad Alison quello che lai aveva imparato ad osservare sulle braccia di Alin. Una trama intricata di tagli distorgeva la pelle luminosa e cadaverica di Helen.



Spazio autore...
Devo dire che scrivere questo  capitolo è stato piuttosto impegnativo per il fatto che io se non è un giorno di pioggia, non ho l'ispirazione (ok sono strana) e quindi mi è risultato veramente difficile scrivere un capitolo decisivo come questo.
Ringrazio chiunque recensirà questa storia, veramente, grazie mille.
Sto per scrivere qualche storiella a parte, quindi state attenti ahahah! 


Kebabby (non mi hanno ancora cambiato nome ma vabbe mi piace di più Kebabby)

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Caro diario,

Anche Helen si tagliava. L'ho scoperto ieri sera a casa sua durante il pigiama party. Poco dopo aver tirato su la manica del suo pigiama con le paperelle è scoppiata a piangere anche lei. E mentre il buio calava sulla piccola casetta con le mura dipinte di giallo di Helen noi eravamo lì, sole a piangere.

“Lo capisco, certe volte anche io ho pensato di smettere, ma il problema continuava.” mi ha sussurrato Helen fra i singhiozzi.

“Ma lui era diverso Helen. Era colpa mia se lui si tagliava.” ho detto poi io cercando di sembrare convincente.

“Io so che non era colpa tua Alison. Non poteva essere colpa tua.” ha detto lei mentre mi asciugava con la manica del pigiama una lacrima.

Il suo comportamento mi ricordava troppo quello di Alin quel maledetto giorno in cui sono scoppiata a piangere nel corridoio di quella scuola buia, ma che allo stesso tempo conteneva tutto quello che volevo.

Piangendo i ricordi fluivano come un'eruzione vulcanica, bollente e lasciava segni indelebili nella mia mente stupida.

“Sì invece che era colpa mia. Il papà di Alin era sposato con una donna con il mio stesso nome. Dopo che Alison ebbe tradito il papà di Alin lo lasciò col cuore spezzato. Il padre di Alin tagliava suo figlio con coltelli, non con semplici lamette ma con coltelli veri e propri. E tutto questo solo perchè ho lo stesso nome della sua ex moglie. È ingiusto Helen, è ingiusto.” ho detto io cominciando a singhiozzare.

“Chi ha mai detto che la vita è giusta? Io mi sono innamorata della persona sbagliata e adesso? Mi ritrovo a guardare la persona che amo parlare con un'altra ragazza. Ed è ingiusto Alison. È tutto ingiusto.”

Helen sembrava così matura mentre diceva quelle parole.

Nell'esatto momento in cui mi rendevo conto di essere la ragazza di cui parlava Helen, la ragazza che parlava con il ragazzo che amava, abbiamo sentito sbattere qualcosa violentemente sulla porta.

Mentre il panico saliva dalla parte più selvaggia di me l'adrenalina ha riempito tutte le vene possibili con la sua scarica di coraggio.

A quell'ora poteva essere solo un ladro o qualcuno mal intenzionato.

Helen era ancora in uno stato di shock mentre i colpi sulla porta si facevano sempre più forti e insistenti.

Così, senza nessun motivo, ho preso il braccio sfigurato di Helen e l'ho trascinata nel bagno e, trovata la chiave dentro il cassetto sotto il lavandino, ci siamo chiuse dentro.

“Cosa succede? Chi batte alla porta?” mi ha chiesto Helen ancora sotto shock.

“Shhh...” ho detto io appoggiandole l'indice sulle labbra rosse e perfette.

Mentre il ladro perquisiva la casa in cerca di oggetti preziosi, Helen si era addormentata.

Avrei voluto chiamare la polizia, ma il telefono era rimasto fuori dalla porta del bagno.

E uscire in quel caso non sarebbe stata la scelta più giusta.

Così, pregando Dio che quel maledetto ladro non si interessasse del bagno (in fondo cosa ci puoi trovare in bagno? Un cesso?) mi sono addormentata sulla schiena di Helen, in quel piccolo bagno privo di calore, in quel pavimento gelato, mentre qualcuno era lì fuori a cercare qualcosa di prezioso da rubare all'angelo distesto vicino a me.




Spazio autore...
Un capitolo un po' movimentato eh? Ricordate che per chiunque avesse GooglePlus (un social di google) io sono la page "Pazzia Portami Via..." contattatemi in un post privato se vi interessa sapere di più su YouAreImpossible... sarò contentissima di rispondervi XD
Detto questo... i soliti ringraziamenti non bastano... per cui...
grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie... anche se non basteranno mai :)


Kebabby

 

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