Nutzy tokio

di GELI93
(/viewuser.php?uid=53998)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.la parata ***
Capitolo 2: *** 2.28 anni prima ***
Capitolo 3: *** 3.alcuni mesi dopo ***
Capitolo 4: *** 4.stephanie ***
Capitolo 5: *** ricordi del passato ***
Capitolo 6: *** Vienna ***
Capitolo 7: *** l'inizio della fine ***
Capitolo 8: *** in trincea ***
Capitolo 9: *** l'ospedale ***
Capitolo 10: *** le conseguenze della guerre ***
Capitolo 11: *** Maldemannstrasse ***
Capitolo 12: *** Helene Hanfstaengl ***
Capitolo 13: *** NSDAP ***
Capitolo 14: *** Il puscht di Monaco ***
Capitolo 15: *** Il rifugio ***
Capitolo 16: *** L'arresto ***
Capitolo 17: *** La prigione ***
Capitolo 18: *** IL MEIN KAMPF ***
Capitolo 19: *** La villa in montagna ***
Capitolo 20: *** Kelsie ***
Capitolo 21: *** Il piano di Hermann ***
Capitolo 22: *** La gita al lago ***
Capitolo 23: *** Il nuovo cancelliere ***
Capitolo 24: *** La nomina ***
Capitolo 25: *** La prigionia di Kelsie ***
Capitolo 26: *** L'anniversario del Puscht di Monaco ***
Capitolo 27: *** L'Opera di Berlino ***
Capitolo 28: *** "Non ho più nulla" ***
Capitolo 29: *** In pubblico ***
Capitolo 30: *** "Bisogna fare qualcosa" ***
Capitolo 31: *** Heidrych ***
Capitolo 32: *** un brutto giorno ***
Capitolo 33: *** I Funerali ***
Capitolo 34: *** Magda Quartz ***
Capitolo 35: *** Eva ***
Capitolo 36: *** Exit Rohm ***
Capitolo 37: *** L'inverno ***
Capitolo 38: *** La vendetta di Magda ***
Capitolo 39: *** Una giornata a meditare ***
Capitolo 40: *** La riunione ***
Capitolo 41: *** Emile ***
Capitolo 42: *** Una spiacevole sorpresa ***
Capitolo 43: *** la Fucilazione ***
Capitolo 44: *** Hermann Goring ***
Capitolo 45: *** Tu sei la Germania ***
Capitolo 46: *** Il piano di Magda ***
Capitolo 47: *** Il dentista ***
Capitolo 48: *** Un Capodanno da dimenticare ***



Capitolo 1
*** 1.la parata ***


Il rullo di tamburi si stava avvicinando sembre di più, no, non era un rullo di tamburi,era il suono di tacchi di centinaia di stivali che battevano all'unisono il terreno destra,sinistra..pausa..destra,sinistra,destra. Tum Tum.....tum,tum,tum. Sembravano tuoni ma non lo erano eppure portavano il loro terrore...erano soldati,centinaia di soldati che avanzavano per le strade di Berlino,era una parata. Centinaia erano altrettante le persone che affollavano le strade per vedere il passaggio della truppa. Centinaia le donne tutte li per vedere e magari riuscire a farsi vedere dal generale. Il generale era propio un bell'uomo,no non era un uomo,era un ragazzo dai lunghi capelli a boccoli,a prima vista non nessuno avrebbe mai pensato a lui come generale,non ne aveva l'aria,e infatti era così. Eppure Tom lo era, uno tra i più amati e temuti quanto rispettati dai cittadini tedeschi,amato dalle donne quanto odiato dai suoi nemici. C'erano altri due generali d'alto livello,ma non come il suo,che al momento non erano presenti,Gustav e george, perchè non erano anche loro alla sfilata? ora che ci pensava era da giorni che non li vedeva e sui giornali aveva letto.... Si fermò,di colpo,dietro di se l'intera truppa si fermò a sua volta. Calò il silenzio,tanto strano qunato venuto. Tom scattò nel saluto,quel saluto che aveva realizzato suo fratello, no,non lo aveva inventato lui,lo aveva copiato,aveva imbrogliato,come lo aveva sempre fatto. Questa è una storia lunga da raccontare,dobbiamo spostarci indietro nel tempo da quando tutto è iniziato. Lettore preparati all'orrore

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2.28 anni prima ***


"Bill Tom,dove andate? Tornate indietro ho bisogno di voi!" La voce della madre dei due ragazzi risuonò per le scale ma i due ormai erano già lontani. Con un sospiro la donna tornò a preparare la cena,era turbata,molto turbata. Sua figlia Angela la soddisfava, suo figlio Tom la soddisfava, Bill la preoccupava. Era abulico,mangiava solo dolci,non aveva voglia di andare a scuola,era svogliato. Suo padre questo non lo sopportava, più il ragazzino cresceva e più vedeva che si opponeva a lui, e questo non lo poteva accettare. Pretendeva da lui la stessa disciplina di Tom e Angela.Bill era contrario a ciò. Suo padre era un ubriacone se ne stava più al pub che a casa,alla nascita di tutti i suoi figli lui non c'era al compleanno,a natale.a capodanno,mai... Tom e Angela ormai non ci facevano nemmeno caso,loro erano abituati,ma Bill no,era il più giovane e il più testardo. Suo padre morì propio in una birreria,un attacco cardiaco,fu Bill il primo a giungere li.Pianse appena vide il padre ma dentro di se non sentiva nulla. La madre dei ragazzi era una bella donna,ma di una bellezza sfiorrita dalle numerevoli responsabilità,dai lutti,dal dolore,dalle preoccupazioni. Ormai avevano quasi finito i soldi,bastavano a sufficienza per pagare l'affito della casa per il mese successivo, come poteva fare? come poteva andare avanti? Fuori dalla finestra due occhi rossi fissavano l'interno della casa,sembravano cercare qualcuno,all'improvviso svaniroso,la persona che cercavano doveva essere appena uscita

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3.alcuni mesi dopo ***


Helene stava asciugando i piatti nella piccola cucina dell'altrettanto piccola casa,affianco a se sua figlia Angela stava mescolando con un cucchiaio di legno la minestra di cavoli,ormai era l'unico cibo che riuscivano a comprare con quello che avevano. Non sapeva come e non gli importava sapere come era riuscita a superare tutti quei mesi con i pochi soldi che aveva.Angela e Tom in qualità di figli maggiori l'aiutavano sempre in casa,decisero di non voler andare nemmeno più a scuola nonostante le proteste della madre,ma come potere dargli torto? Avevano appena di che vivere pagare anche il costo della scuola sarebbe diventata un'impresa sovrummana. Bill se ne stava in camera sua scriveva in modo frenetico,scriveva canzoni,brani musicali,aveva talento. No lui era convinto di avere talento.Voleva andare a Vienna e iscriversi in una delle più prestigiose scuole di canto conosciute la sarebbe stato riconosciuto il suo talento sarebbe diventato famoso,avrebbe fatto soldi a palate,avrebbe finalmente sposato Stephanie.. Oh,Stephanie..gli occhi di Bill si svuotano al solo pensiero di provare a parlare con lei. Stephanie è bella,molto,porta i lunghi capelli color biondo cenere raccolti sempre in un elegante croccia gli occhi azzurri,così azzurri da trapassare l'etere quando li spalanca. é da settimane,da quando l'ha notata la prima volta che Bill attente mezzogiorno l'ora di quando lei passa vicino a casa sua con la madre e la vede scavalcare il muretto con la grazia e l'eleganza di una farfalla. Gli occhi rossi osservano Bill,la creatura misteriosa sembrava aver trovato chi cercava. Il ragazzo vide gli occhi,in un lampo la figura imponente di un enorme lupo si materializzò davanti a lui.Non era un lupo normale,era il lupo Fenrir,una delle divinità norvegesi il dio della distruzione. Il lupo Fenrir aprì le enormi fauci,la sua voce risuonò come un rumore sismico continuo,Bill poteva avvertire la terra tremare. "Io sono zero e da zero imparerò" dette queste parole il lupo balzò in aria per sparire all'improvviso come era venuto. Il lupo Fenrir era finalmente pronto a confiarsi di liquami,tradimenti e orrori.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4.stephanie ***


Stephanie era sdraiata sul divano ricoperto di seta nel suo salotto di casa. Aveva appena ritirato la posta,si era tutta bagnata,era molto carina,come del resto lo era sempre. La maglietta bagnata metteva in risalto il seno prosperante che attirava numerevoli sguardi maschili. Come ogni volta si era sentita osservata,era da un po di tempo che aveva la strana sensazione di essere osservata. Apre una lettera,profuma di fiori eppure,anche se le sembrava strano le sembrava di sentire provenire dalla lettera un vago odore di minestra di cavoli,propabilmente era solo frutto della sua immaginazione,o forse no? La lettera sembra scritta da un pazzo innamorato. La calligrafia è frenetica tremolante,è di un ragazzo che le promette che, una volta tortao da Vienna e diventato un famoso cantante e compositore l'avrebbe sposata e portata a vivere nella villa che avrebbe costruito in alta Baviera. Stephanie sorride,è lusingata,sembra lusingata,di lettere così ne riceve un sacco al giorno,eppure questa era diversa dalle altre,le lasciava un vago senso di timore. Getta la lettera nel camino,pochi secondi e della lettera rimangono solo le ceneri. La morte invita al suo matrimonio Stephanie e lei di rimando getta l'invito nel foco. FLASHBACHK!! Stephanie è davanti a un uomo,una volta lui l'aveva amata ma ora era cambiato tutto,l'uomo stava leggendo un documento datogli propio da lei.Stephanie era diventata una donna molto attraente,infatti il soldato alla sua sinistra le lanciava qualche occhiata di sfuggita,sapeva che forse avrebbe potuto vedere quella donna così bella solo quella volta..almeno da viva. L'uomo terminò di leggere il documento come Stephanie aveva fatto tempo indietro anche lui bruciò il foglio nel camino acceso nell'ufficio.Adesso il soldato che osservava Stephanie ne era certo,non l'avrebbe mai più rivista,la sua condanna a morte era stata firmata.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** ricordi del passato ***


Le sue giornate erano vuote,sempre una uguale all'altra,non voleva andare a scuola e infatti non ci andava.Sua madre non lo sapeva,quande cose Helene non sapeva di suo figlio e quante cose non saprà mai..se solo avesse saputo... Bill passeggiava,camminava e guardava assente i numerevoli edifici di Linz,tutti così simili così uguali l'uno dall'altro. Era annoiato,Linz l'annoiava,la sua casa lo seccava,le sue condizioni lo seccavano,l'odore della minestra di cavoli lo disgustava. Vienna non sarebbe stata la stessa cosa,Ah!Vienna!Doveva andarci,lo sentiva dentro di se che ci doveva andare sapeva che era nel suo destino anzi,che era il suo destino. Non sapeva ancora che a Vienna sarebbe stato si riconosciuto,ma non in ciò che lui si aspettava. Sapeva che sua madre avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui,sapeva quanto lei era legata a suo figlio,sapeva che a differenza di Tom e Angela aveva la vita più agevolata. tom e angela,suo fratello e sua sorella. Sapeva che molto probabilmente angela non era in realtà la sua vera sorella,infatti era nato nel primo matrimonio di suo padre. Ernest,così si chiamava l'uomo,si era sposato per tre volte e Angela era nata nel suo primo matrimonio con Fanny,una giovane cameriera di un bar da lui spesso frequentato.All'epoca Helene era la domestica di Ernest e Fanny,Helene sapeva che lui tradiva sua moglie tutti in paese sapevano tutto ma il silenzio era una norma del tempo. Ben presto divorziò da lei,e di risposò con una ricca donna,quest'ultima non gradendo la presenza di Helene,considerandola troppo giovane e inesperta la cacciò di casa. Non era vero,la cacciò perchè temeva che il marito potesse avere una storia con lei,Helene passò dei momenti difficili,trovare un lavoro era davvero un dramma a quei tempi. Quei tempi,che ci sembrano sempre così lontani e remoti quasi appartengano ad un'altra era quando invece sono più vicini di quello che sembrano. Inaspettatamente ricevette ben pretso una lettera da Ernest,la domestica era stata licenziata e aveva nuovamente divorziato dalla moglie,di conseguenza chiedeva a Helene di tornare. Ben presto divenne la terza moglie dell'uomo e l'ultima,poco tempo dopo diede alla luce Tom e quasi subito dopo ci fu Bill. Bill era molto diverso dai suoi due fratellini,era molto più fragile e di salute molto cagionevole,numerevoli furono le volte che si ammalava gravemente,fu questo a contribuire l'acrescita dell'affezione di Helene verso il figlio più giovane. Bill queste cose non le sapeva, Tom aveva avuto un accenno di ciò, Angela in parte sapeva Helene queste cose le sapeva fin troppo bene,ma altrettente erano le cose che suo marito si era portato nella morte di cui lei non ne era a conoscienza o non ne voleva propio parlare. La storia della loro famiglia la si poteva paragonare ad un enorme labirinto fatto di numerosi svincoli e vicoli cechi dotato di una sola uscita mai vista,a volte però sorge il dubbio che,forse,essa non esista nemmeno.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Vienna ***


Era raggiante,il suo viso era raggiante,il suo sorriso lo era. Era a Vienna,finalmente,la Vienna tanto sospirata,la meta tanto desiderata e irragiungibile ora era davanti a se. Poteva toccare con le propie mani gli edifici,era un sogno,sembrava un sogno,ma i sogni non possono essere così reali. Poteva toccare con le propie mani gli edifici,quegli edifici che non avevano nulla a che fare con quelli di Linz, non si era sbagliato,tutto era come si aspettava era come se lo era immaginato,il suo ingresso da sconosciuto ma il suo rientro a casa in pompa magna. Era davanti all'accademia,si era propio così.Le gambe tremavano,il cuore batteva,le tempie pulsavano,stava male ma era un male che ti facceva sentire bene,era l'attesa tutto consiste nell' attesa,è il momento che più ti fa desiderare una cosa e quando poi la raggiungi essa perde il suo valore la sua preziosità.Ma per Bill sarà diverso,per lui l'attesa è ancora lunga quessta attesa per il ragazzo avrà a sua un nome,illusione che si tramuterà a sua volta in delusione. Un passo nel primo scalino,è l'inizio,no,ogni secondo è l'inizio. é pronto,ci siamo,è pronto,ma per cosa esattamete??

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** l'inizio della fine ***


Non era pronto,non lo era mai stato sopratutto per questo. Non ci era riuscito,non aveva superato il test d'ammissione dell'accademia,non aveva nessun talento,non l'aveva mai avuto. Se ci pensava bene,adesso,tutti quei brani,quei solfeggi.erano stupidi,parole e simboli senza alcun valore,la musica lo aveva illuso FLASHBACK!!!!!!!!!!!! l'accademia musicale di Vienna è in fiamme,avvolta dal fuoco,non dal fuoco della passione per la musica madi fuoco d'odio,di un odio profondo che in tutti quegli anni era bruciato dentro una persona ma che ora era finalmente fuoriuscito.é stata quella stessa persona a bruciare l'accademia che aveva sempre sognato di frequentare,era stata quella stessa persona a condannare colei che aveva amato per anni,ma stiamo veramente parlando di una persona? Bè..in fondo anche lui era stato un bambino...o no? Ritorno al presente,Bill è confuso,non sa dove andare ne cosa fare,Vienna non gli era sembrata così grande la prima volta che l'aveva vista e nemmeno così oscura e inospitale. Ripiangeva ora la sua insignificante Linz,la sua casa... no, non poteva tornare a casa non ora,aveva così tanto insistito che doveva andare a Vienna ed era parso così sicuro agli occhi di sua madre e di angela e Tom che alla fine decisero di mandarlo veramnete a Vienna l almeno sarebbe andato nella scuola che desiderava esarebbe diventato qualcuno. Se sarebbe tornato a casa avrebbe dato una delusione troppo grande agli altri,questa era una delusione che doveva tenere solo per se era meglio per loro vivere d'illussione ed è ciò che sarebbe stato. Solo una cosa non era del tutto certa che sarebbe riuscito a sopportare,era sua madre con i suoi soldi che lo stava mantenendo lì.Ma dato che era sua madre a mantenerlo perchè allora gli sembrava sempre si stare rubando dei soldi a qualcuno? Voleva piangere,no non poteva piangere,non ha pianto quando il padre è morto,non ha pianto nemmeno appena ha saputo che non era stato ammesso a scuola. Se ne fregherà,non dirà nulla,vivrà a Vienna per alcuni anni fino a quando.... Il lupo Fenrir osserva,non visto,il ragazzo si,è lui il prescelto. é dunque questo l'inizio? Si,è questo l'inizio, ogni attimo è l'inizio, ogni frammento ogni secondo è l'inizio, ogni battito di ciglia è l'inizio. Ma l'inizio di cosa?l'inizio del baratro,del buio,del rullo di tamburi,degli spari di cannone,di mitraglie,del sangue di migliaia di persone innocenti. é iniziata la prima guerra mondiale.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** in trincea ***


Un colpo,lontano,distante. Un altro,adesso più vicino. Ora è assordante Bill si sdraia per terra,alcuni proiettili lo sfiorano,non ci fa caso è abituato a questo. La divisa militare è sporca di fango e sangue secco,nulla di cui sorprendersi dato che si trova in una trincea. é andato a combattere,nemmeno lui sa il perchè ci è andato semplicemente e basta! Così,si è sentito spingere attirare dalla guerra.Il che era molto strano.non aveva mai avuto particolare interesse ne simpatia per i conflitti,l'inizio della guerra non gli aveva fatto ne caldo ne freddo. Eppure un motivo c'era e come. Riguardava sua madre,era morta,perchè era morta?per una scheggia di granata, era andata a far la spesa,sapeva il pericolo che correva ma come poteva lasciar i suoi figli senza mangiare,sapeva che erano pronti a fare un sacrificio,ma non poteva,come madre doveva essere lei la prima a sacrificarsi. Una scheggia l'aveva colpita mentre tornava indietro,la ferita era grave,molto,riuscì comunque a tornare a casa. Venne chiamato un medico,le condizioni della donna erano critiche,aveva perso molto sangue e se non s'interveniva subito le cose avrebbero preso sempre più una brutta piega. Bill venne avvertito di ciò attraverso una lettera di sua sorella. Lasciò Vienna,pallido e sempre più magro. Un altro colpo,una scarica di mitragliatrici,Bill impugna la sua spara a sua volta,non è tempo di ricordi adesso,è tempo d'azione. In un attimo le trincee sono avvolte da un polverone.Non si sa cosa accada in questo momento. Bill, e Bill dov'è in questo momento? é la a sparare insieme alle altre camerate,è vivo o morto? non si sa,non si riesce a capire.éinsieme a molti altri,tutti nella trincea sono uguali,eppure lui si distingue dagli altri si è sempre distinto dagli altri come si distinguerà da tutti fino alla morte....

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** l'ospedale ***


Siamo in guerra,dovranno passare ancora molti mesi prima che tutto l'orrore svanisca,non svanirà mai completamente anzi,questo orrore servirà per preparare il mondo al vero orrore,ma a questo manca ancora molti anni. Siamo in ospedale,Bill si trova qui,è stato ferito durante un attacco da una scheggia,una scheggia di granata. Lui come sua madre,stessa sorte ma con epilogo diverso. Stringe gli occhi,serra i denti,morde le labbra,il fianco gli brucia mentre il dottore cerca di estrarre il residuo dell'ordigno. Il suo dolore ora è quello di sua madre. Helene soffriva,la scheggia era penetrata molto in profondità nella spalla,purtroppo al momento dell'esplosione si trovava troppo poco lontano dalla granata,il che aveva permesso la penetrazione nel pezzo troppo in profondità. Il dottore non sapeva cosa poteva fare,certo,di ferite del genere gli capitavano spesso quasi ogni giorno,ma una situazione del genere non aveva mai dovuto affrontarla. Helene soffriva,il dolore era troppo e continuo,partiva dalla spalla e si diffondeva in tutto il corpo. Tom,Angela e Bill soffrivano a vederla soffrire,dolore nel dolore. Bill non si era mai sentito così,non poteva vedere sua madre morire,non almeno in questo modo così atroce. Lui aveva bisogno di lei,ora più che mai. Il dottore capisce che se la donna dovesse morire quei tre piccoli sarebbero abbandonati al loro destino. Gli fanno pena,non si dovrebbe in questi anni di guerra avere pietà per gli altri,gli fanno pena,Bill sopratutto sinceramente quel ragazzo gli incute una specie di timore,il giovane dottore non sa spiegarsi perchè ne da dove nasce questa sensazione,non sa che fra degli anni quel volto sarà il più popolare e temuto di tutta la Germania. Decide di dare alla donna un antidolorifico,fa la cosa più giusta da fare,no sbaglia la sostanza fa uno strano efetto una volta igniettata nel corpo di Helene. Helene urla. Bill urla.Gli fanno estratto la scheggia,urla con tutto il fiato che ha in gola,anche quando il dolore è ormai svanito,in se rivive il dolore non solo suo ma anche quello di sua madre,dentro di se si contorce il suo spettro,il suo dolore non è simile a quello di Helene il suo dolore è quello di Helene,in quel momento Bill è Helene.Solo un altra volta nella sua vita proverà veramente dolore,un dolore profondo ma ben diverso da quello di adesso... Il medico capisce solo dopo l'iniezione l'errore commesso,ma è ancora in tempo.No,non è in tempo,non lo è mai stato,Helene sapeva che la sua morte sarebbe presto arrivata. La notte prima che tutto ciò accadesse aveva sognato il lupo Fenrir, "tu hai solo concepito lo zero,non cresciuto sarà lo zero a far crescere se stesso,il tuo compito è terminato".Queste erano state le parole del lupo prima di andarsene. Helene morirà all'alba della vigilia di natale,la scheggia di granata non verrà mai tolta dal suo corpo. FLASHBACK!!!!!!! Guardate questo uomo,non lo si può più chiamare tale,è in un treno insieme a centinaia di altri uomini donne bambini e anziani,tutti hanno in comune una cosa,tutti hanno cucita all'altezza nel petto una stella dorata. Ma in realtà quel simbolo cosa significava?.Era confuso non era certo di nulla,l'unica cosa di cui era veramente sicuro è che da quel viaggio non avrebbe mai fatto ritorno.Non sapeva che a mandarlo li era stato.....

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** le conseguenze della guerre ***


Guardate,guardate cos'ha fatto la guerra,guardate questa strada distrutta,l'asfalto è un cumolo di pietre,rovinato dal continuo passare dei carri armati. Guardate i negozi,le vetrine,un tempo colorate e sgargianti adesso bucherellate dai continui colpi di mitragliatrici. Guardate quella pasticceria,un tempoinnondava la strada di profumo di torte,di frutta,fiori,cioccolato,panna,glassa.. adesso l'unico odore che si può aspirare è quello della morte. é l'inferno per gli umani,per tutti..non per il lupo Fenrir,no. Per il dio della distruzione questo orrore è il paradiso,una giubilanza continua,che ancora continuerà,ma adesso basta,si fermerà,smetterà di diffondere per il mondo il suo alito di morte. Il mondo,la Germania adesso è matura,matura..ma per cosa? Che cosa attende il lupo Fenrir?Che cosa attende il dio della distruzione? Guardate,guardate quella ragazza,cammina..cammina per la strada,dove va? Non lo sa nemmeno lei,é scossa,è spaventata. Ha paura,è normale che si abbia paura in quegli anni di guerra,è normale che una ragazzina indifesa abbi paura ed è normale che a pagare le conseguenze della guerra siano gli innocenti come lei. Accade in un attimo,una scarica di proiettili,non si sa da dove è provenuta ne perchè. La ragazzina è a terra,le braccia spalancate,gli occhi spalancati,attorno a lei inizia una nuova sparatoria,una delle tante,l'ultima. Ma la ragazzina non sente la sparatoia,non può più sentire nulla ormai,è morta,morta come tante altre bambine innocenti come lei. C'e una poesia,di Giovanni Pascoli,intitolata "X Agosto" parla di una rondine,mentre essa porta a casa il mangiare ai suoi piccoli viene uccisa,dentro la poesia è presente anche la figura del padre del poeta,morto in un agguato mentre stava tornando a casa da un mercato,con se portava delle bambole di pezza per le sue due figlie. La bambina portava con se un cestino,dentro c'erano le medicine per sua madre e i suoi fratellini. Come la rondine non porterà mai il mangiare ai suoi piccoli,come le sorelle del poeta non riceveranno mai le sue bambole così anche la madre e i fratellini della bambina non riceveranno mai le cure che gli avrebbero salvati. Scene così atroci succedevano spesso a quei tempi..quei tempi..ma la cosa più atroce è.. ma nessuno si è chiesto perchè?Nessuno ha detto basta? Perchè di deve essere un perchè,una scusa,per tutto questo? Quale sarà la giustificazione per quella bimba? La sua bocca ora è chiusa ma se potesse sarebbe spalancata in un lungo grido di dolore. La Germania grida di dolore.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Maldemannstrasse ***


Piove per le strade di Vienna,una pioggia grigia e lugubre, è pioggia ma sembra cenere,è cenere ma ha l'aspetto di pioggia. Seduto a bordo del marciapiede ce un soldato,un reduce della guerra,mostra il capello alla gente "non ho soldi" mormora,la gente passa,veloce,non lo vede,lo ignora,il mondo lo ignora. Molti reduci della guerra finiscono così,feriti,abbandonati da tutto e da tutti,finiscono per soccombere. Tutti tranne questo,vedete quella medaglia al petto? Quella è una croce di ferro,una delle massime orificenze che si possono ricevere, la cosa strana era come riuscito a riceverla? Una croce di ferro non era mai stata data a un caporale fono d'ora... Ma adesso cos'era quella medaglia?nulla.. non significava niente,era solo un pezzo di ferro arruginito dalla pioggia. Ecco che fine ha fatto Bill, guardatelo, ha perso tutto, ha perso perfino se stesso. Non sa chi è,tutte le sue certezze erano svanite con la bocciattura all'esame d'ammissione all'accademia,la guerra aveva solo terminato il lavoro,aveva spazzato via ogni frammento di speranza rimasto. Abitava nella Maldemannstrasse. La Melmannstrasse detta anche "la casa degli uomini" era un vecchio edificio,sembrava stare in piedi per magia. Là erano radunati reduci come lui che erano stati abbandonati,ma anche barboni,ladri,ubriaconi..il fior fiore della società. Bill era mal visto la,l'esperienza delle guerra l'aveva profondamente cambiato,aveva completamente abbandonato la strada della musica,adessso si dava alla politica. La guerra era stata solo una grande illusione per la Germania,si credeva l'instaurazione di un governo forte autoritario e severo. La guerra era finita,in Germania adesso regnava la debole e vacillante repubblica di Weimar,non sarebbe durata a lungo. Bill passava interi pomeriggi a parlare,principalmente da solo,lunghi discorsi sul fatto di come,secondo lui doveva essere il governo tedesco. Gli altri occupanti della "casa" si lamentavano,a loro non gliene importava nulla di politica volevano solo dormire,moriranno tutti. Non era vero che tutti erano contro di lui, un giovane,della sua stessa età all'incirca lo proteggeva sempre, un certo Emile,Bill pensava che probabilmente era gay. Emile non sapeva che Bill lo avrebbe rivisto molto presto. FLASHBACK!!!!!!!!!!! Emile si butta fuori dalla finestra della casa,infrange il vetro,rotola nel prato,l'odore dell'erba gli impregna le narici mandandogli pulsazioni fino al cervello,la divisa da autista è bagnata di rugiada. Un uomo si affaccia dalla finestra dalla quale lui si è lanciato,gli urla agitando una sfrusta,lei non la deve nemmeno toccare..ma lei chi?

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Helene Hanfstaengl ***


Helene è bella,è dolce,è delicata. Helene è bionda,ha la pelle candida bianca sembra risplendere di luce propia,gli occhi blu perforano l'etere e sembrano perdersi in un mondo tutto loro,non vedono quello che tutti vedono,loro danno una propia interpretazione a tutto,occhi sognanti. Helene è sposata,dal 1916 con Ernst hanfstaengl. Helene ha un figlio,il piccolo Egon,ha cinque anni. Helene fa impazzire Bill,lui è completamente innamorato di lei. Emile è preoccupato, inutilmente ha cercato di far ragionare Bill,lui non può amare Helene,non può amare una donna già sposata che per di più ha un figlio. Bill non vuole sentire spiegazioni,è perso, Helene deve essere sua,sarà sua,lui ottiene sempre quello che vuole. è la sera di Natale,Bill e Emile sono stati invitati a cena da Ernst,ci sarà una grande festa in villa Hanfstaengl,come del resto c'è stata e ci sarà tutti gli anni,ma quella sarà l'unica alla quale loro parteciperanno. Helene è turbata,molto,Bill la turba,quando è andata ad aprire la porta lo si è trovata di fronte non è riuscita a reprimere un brivido,il mazzo di rose per lei era eccessivo,il suo baciamano era eccessivo, come la guardava come le sorrideva i complimenti che le rivolgeva..tutto era troppo eccessivo. é confusa,sa di piacere a Bill,lo ha sempre saputo,ma lei non è attratta da lui,Bill non è particolarmente bello eppure emana quel fascino non derivato dalla bellezza ma dalla persona in sè, e quegli occhi metallici,ogni volta che la guardano sembra che la vogliano divorare,e quelle pupille,così nere,sembrano volerla far precipitare nel loro nero e avvolgerla. Ernst ride,una risata grassa e rocca,tutti nella sala ridono,Emile accenna a un sorisetto,è nervoso. Bill lo ha abbandonato,è in salotto a giocare con il piccolo Egon,la c'è anche Helene..Emile teme ciò che l'amico possa fare. Bill gioca con Egon,giocano con il trenino,il piccolo chiama "zio" Bill,Helene è poco distante da loro,è seduta sul divano,li guarda giocare,freme,è tesa. Bill la guarda,lei lo guarda,i loro sguardi s'incrociano. Ernst entra nella sala,senza preavviso,è tardi e Egon deve andare a dormire,il piccolo protesta vuole ancora giocare con lo "zio" ma già crolla addormentato nelle braccia del padre,Ernst lo porta di sopra. Helene e Bill rimangono soli, lui si alza dal pavimento e prende posto affianco a lei nel divano,Helene quasi non respira più. Sente il braccio di lui avvolgerle la vita,vuole scappare,vuole andare via ma è bloccata. Volta il viso verso di lui,i loro occhi s'incontrano di nuovo,capisce le intenzioni dell'uomo,le ha sempre intuite. Sta per sottrarsi quando è propio lui a farlo,all'improvviso lui scatta in piedi,è confuso,scuote la testa inizia a farfugliare, Helene è spaventata,vorrebbe fare qualcosa..ma cosa? Bill corre fuori dalla stanza,prende la giacca il capello, spalanca la porta esce fuori,fuori nevica,Emile lo segue gli urla. Helene è immobile,muta,Bill non lo vedrà più. Ernst,non visto,ha assistito alla scena.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** NSDAP ***


Emile era turbato,d'altronde da quando si era aggregato a Bill non poteva fare altro che esserlo. Emile era una specie di tutore per l'amico,era l'unico di cui si poteva fidare,ed era anche l'unico con cui si poteva sfogare. Emile era turbato,Bill era sempre stato fragile,lo aveva capito subito da quando lo aveva conosciuto,era facile vittima di depressioni e malattie,la figura fatta in villa Hanfstaengl aveva avuto le sue conseguenze. Bill era da giorni ormai che non usciva dalla sua camera. Emile lo sentiva di notte uscire di nascosto per mangiare qualcosa ma non lo aveva mai fermato, riteneva opportuno non intervenire. Lo conosceva bene,fra poco gli sarebbe passato. Quella notte,affacciato alla finestra, Emile ripensò ai cambiamenti avvenuti in Bill. Dalla fine della guerra aveva iniziato a occuparsi di politica,e ben presto aveva portato anche lui nella stessa strada,collaboravano insieme. Ben presto,trovati i soldi, fondarono un partito tutto loro: lo NSDAP, il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi. La sede era situata all'interno di una osteria,si può già immaginare come doveva essere. Tanto era sporca l'osteria quanto pochi erano gli iscritti. Emile ne era certo,ben presto lo NSDAP sarebbe fallito,ma Bill nom si voleva arrendere,continuava a tenere comizi su comizi,discorsi, parlava urlava si agitava, la frangia inzuppata di sudore, il corpo era un continuo sussulto, gli occhi metallici s'incendiavano mentre scrutava la platea. Tutti lo ritenevano pazzo,non propio tutti,un giovane uomo, un certo Hermann Goring, lo ammirava,aveva assistito a uno dei suoi discorsi e ne era rimasto semplicemente sbalordito,il giorno dopo si era iscritto subito al partito. Voleva assolutamente conoscere quell'uomo così straordinario. Emile diffidava di quel Hermann, Bill invece lo ammirava come Hermann a sua volta ammirava lui. Hermann aveva prestigio in Germania, dalla sua parte aveva un certo Rohm,capo di centinaia di soldati, lo avrebbe portato a assistere a un suo discorso. Fu così,Rohm come Goring fu catturato praticamente da Bill ma in senso diverso, Rohm era gay, s'innamorò di Bill. Le sue truppe erano ora al servizio di Bill. Emile trema,non per l'aria che proviene da fuori della finestra, ha paura di ciò che può succedere. Ha come un presentimento, chiude la finestra, andrà a dormire,si gira,Bill è davanti a lui. Sembra euforico,è euforico "preparati Emile" la sua voce è vibrante il suo tono è eccitato " domani ci sarà il puscht, domani noi faremo la storia". Il lupo Fenrir ulula,è dunque questo l'inizio?.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Il puscht di Monaco ***


Tutto è pronto,è arrivato il gran giorno,Bill freme,Hermann è impaziente,Ernst non riesce a tenere ormai sotto controllo le sue truppe,lo NSDAP scalpita.,Emile trema. Emil ha paura,sa di aver sempre avuto paura ma sa anche che non può abbandonare Bill,ora più che mai. é stato quel Hermann a mettergli in testa l'idea,senza un puscht,un colpo di stato, non sarebbero mai riusciti a ribaltare la repubblica. Ernst aveva invece organizzato tutto,aveva smesso l'addestramento militare delle sue truppe apposta per prepararle a questo "evento". La sera precedente ha tenuto un lungo discorso ai suoi soldati,ce la faranno,è fiducioso nella riuscita del puscht,è sincero,lo sarà sempre. Bill ha acconsentito, come un bambino fiducioso che si lascia guidare dai genitori. Emile era contrario,nei giorni precedenti ci furono enormi discussioni tra lui e Bill,tanto violente che una volta i vicini chiamarono la polizia per paura che le cose finissero nel peggiore dei modi. Il risultato? Una multa da pagare per disturbo della quiete pubblica. Come finì la questione? Non si parlavano ormai da quattro giorni. Le mattinate invernali di Monaco sono molto meno fredde di quelle di Vienna,ma tutti non riescono a reprimere un brivido,provocato sicuramente dall'eccitazione per quello che stava per accadere.Ma cosa sarebbe accaduto in realtà? FLASCHBACK!!!!!! Ce confusione per le strade di Monaco,si sentono urla, spari, la polizia urla,ordina di arrendersi,Rohm urla a sua volta,dice ai suoi soldati di sparare,molti di loro sono feriti,altri morti,lo stesso Rohm a sua volta è ferito. Bill è ferito,gravemente,nonostante ciò avanza convinto verso la polizia che spara, Emile gli urla di tornare indietro,Hermann perde molto sangue urla a Bill che ormai è finita. Bill non sente quello che gli dicono,non vuole sentire repliche,continua la sua avvanzata,non si ferme, non è cosa da lui arrendersi. Grida: "Non potete più far nulla!! Anche se questo puscht fallirà la repubblica di Weimar è finita!! Il nazionalsocialismo è ormai parte della Germania". Un colpo.Uno sparo.Bill spalanca gli occhi,incredibilmente azzurri,il suo sguardo freddo metallico,è perso nel vuoto. Il proiettile lo ha colpito nel petto,vede scorrere il suo stesso sangue. Ora gli sembra tutto così distante,non vede Hermann svenire per il troppo sangue perso,non vede Rohm confuso che non sa cosa fare pronto alla resa e sopratutto non vede Emile che corre verso di lui piangendo. Il sangue fuoriuscito dal petto si riversa nella bandiera che reggeva,la bandiera idealizzata da lui,la bandiera del partito nazionalsocialista. Al centro è disegnata un enorme ruota del sole,la croce gammata,comunemente chiamata con il nome di svastica,nera come il baratro nel quale la Germania lentamente sta precipitando, il cerchio nella quale è richiusa è bianco,bianco=purezza la purezza della "razza ariana" e in fine lo sfondo rosso, rosso come il sangue delle migliaia di vittime che causerà...chi è che le causerà?. Il lupo Fenrir latra,è ferito,è moribondo. é la fine. é sempre la fine.Ma questa volta ci sarà un nuovo inizio?

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Il rifugio ***


Il puscht di Monaco è fallito,Hermann ricoverato con urgenza all'ospedale,Rohm arrestato con quello che rimaneva dei suoi soldati,Bill quasi morto. Quella era veramente la fine,almeno la fine del partito nazionalsocialista. Bill era rannicchiato ai piedi del letto,le braccia avvolte attorno alle ginocchia,piangeva. Lacrime continue gli scendevano dagli occhi, quegli occhi così azzurri..gli stessi di sua madre. Piange perchè sa che è la fine del partito,piange perchè sa che è arrivata la sua fine. Quello che ha fatto è alto tradimento verso la nazione,e lo sapeva ancor prima di farlo. é nascosto,si è rifugiato a casa della sorella,Angela, lei è confusa quanto lui, erano anni dalla morte della madre che non vedeva Bill,e all'improvviso dopo tutto quel tempo se lo era ritrovato davanti,bussare alla sua porta. Come poteva non aprirgli? Era suo fratello.Come poteva rompere la promessa fatta alla madre sei anni prima..... FLASHBACK!!!!!!!!!! Angela entra nella stanza,dentro fa caldo e tutto è buio,dalle finestre entra a mala pena uno spiraglio di luce "Angela..tesoro...vieni qui" la voce della madre,lenta strascicata fatica a parlare,è al giorno precedente alla vigilia di natale,Helene morirà il giorno dopo. Angela si avvicina,timorosa al letto,ringrazia di non poter vedere il volto della madre,ringrazia che lei non possa vedere il suo volto perchè è già in lacrime. "Angela,tesoro,ho voluto chiamare solo tu qua dentro..non voglio che i tuoi fratelli sentano queste parole.. non voglio che Bill le senta..potrai riferire tutto a Tom ma non a Bill..sai anche tu quanto è fragile.." "M...mamma.." "Ti prego Angela,ti chiedo solo,quando io non ci sarò più.." "mamma..non..non dire..tu.." "Tesoro mio,non fare così,so che ormai la mia morte è vicina,ed è per questo che io ti chiedo..per favore Angela,quando io non ci sarò più voglio che ti prendi cura di Bill,mi dispiace di non aver dato a te e a Tom una vita migliore,ma voglio che per Bill sia diverso,voglio che lui abbia una vita agievolata. Non voglio che passi le nostre stesse sofferenze" "m..ma.." "me lo prometti Angela?",silenzio,"si mamma..te lo prometto". FINE FLASCHBACK!. Angela adesso è una giovane donna,i suoi capelli neri sono uguali a quelli del fratello mentre i suoi occhi sono così verdi,come quelli del padre. Angela ha una bambina,la piccola kelsie,di due anni,la piccolina è vivace e allegra continua a chiedere di voler giocare con lo zio Bill e lo zio Emile. Continua a chiedere quando tornerà papà. Angela le continua a rispondere che tornerà presto,ma sa benissimo che quel giorno non arriverà mai. Angela è rimasta vedova,suo marito è morto in guerra,quando le mandarono la lettera dal fronte che l'avvertiva della disgrazia si era sentita sprofondare,anche perchè nello stesso fronte era andato a combattere Bill, e se ben presto sarebbe arrivata una lettera su lui?. Fortunatamente quella non arrivò mai,ma in compenso le era arrivato direttamente Bill,più morto che vivo. Angela non aveva detto ancora nulla alla figlia riguardo al padre,e come poteva farlo? Dopo che ogni mattina la piccola si posizionava sopra il divano e guardava fuori dalla finestra in attesa che lui arrivasse,ogni giorno la piccola si prendeva cura del fiore che il padre le aveva dato prima di partire.Come sarebbe stato orgoglioso al suo ritorno di vedere che quel fiore non era appassito e che il merito era solo della piccola Kelsie. Angela si sentiva stringere il cuore ogni volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** L'arresto ***


Emile è al telefono,sta chiamando l'ospedale. Bill ascolta,lo sguardo perso nel vuoto. Riattacca,le condizioni di Hermann peggiorano sempre di più deliri continui,il giorno prima aveva addirittura affermato che lui non aveva una coscienza che la sua coscienza era Bill, Ernst invece in carcere si rifiutava di parlare quando lo interrogavano e anche di maniare,lo stesso i suoi uomini. Emile è riuscito un colpo a parlare al telefono con Hermann, difficilmente ha capito cosa gli diceva,farneticava su di non arrendersi di continuare a lottare che guarirà che tornerà presto a fianco a Bill. Ernst invece era stato più preciso,erano solo questione di giorni se non di ore che la polizia poteva trovare Bill e lui. Ernst disse ad Emile che comunque finiranno le cose lui sarà sempre leale a Bill,lui crede ancora,ha sempre creduto e crederà sempre a Bill,ed è sincero. Prima di chiudere la chiamata consiglio ad Emile di fuggire,Ernst possedeva una casa lontano da Vienna,lontano da Monaco,lontano dal nazionalsocialismo. Lui vi trascorreva sempre le vacanze,le chiavi erano situate sotto lo zerbino,Bill e Emile erano liberi di andarci. Emile ne parlò con lui,niente,non sarebbe scappato. Se era quello che la polizia voleva allora quello avrà,sarebbe rimasto fermo dove stava fino a quando non lo avrebbero trovato. Erano passati appena tre giorni dal puscht,eppure era come se fosse stato ieri,Emile non si scorderà mai il momento in cui hanno sparato a Bill,il proiettile gli aveva appena sfiorato il cuore,qualche centrimetro più adestra e Bill sarebbe morto sul colpo. Emile rabbrividisce,a volte gli sembra quasi di vivere in un incubo dalla quale non si può svegliare. Se quando lo catturano decidono di fucilarlo? Come glielo dirà alla sua famiglia? i suoi amici? e Meredith? Di notte piange,ha paura, ha paura di tutto. A volte invece è sicuro i se,fin troppo,lui e Bill hanno appena ventdue anni,saranno clementi,in fondo sono ancora dei ragazzi. E allora è felice,allegro,ha voglia di vivere e di divertirsi. Bill invece è vuoto,non ha pensieri, non sa che la fuori il partito è ancora con lui,non sa che Hermann sta lottando per uscire dalle condizioni nel quale è, non sa che Ernst a sua volta gli è fedele e cerca,per quanto possibile,di cogliere più informazioni che può per avvertire appena riesce Emile di quello che dice la polizia. Bill è perso,vede la sua fine ovunque,non gl'interessa più nulla sa che ormai è tardi.Ogni passo che farebbe lo proterebbe sempre più vicino alla sua condanna. é sera. é ora di cena. Angela porta in tavolo l'arrosto,il profumo si sparge per tutta la cucina. A tavola ci sono Emile,lei e Kelsie,la piccola è impaziente di mangiare e continua ad agitare le manine. Angela inizia a darle da mangiare,Kelsie ora non strepita più,squilla il telefono. Emile va a rispondere, "pronto?" " E..Emile... Emile" "ERNST" "EMILE,la polizia..la polizia" "ERNST,ma co." "EMILE! VI PREGO ANDATE VIA! VI HANNO TROVATO STAN.". La linea è caduta,ma Emile ha capito lo stesso,li hanno trovati,vengono a prenderli,è finita. Emile è immobile,non si sente bene,gli gira la testa,l'arrosto gli pesa sullo stomaco. Il campanello suona. Angela va a aprire. Due uomini,due poliziotti sono davanti alla soglia. Angela è confusa, che cosa vorranno?. "Lei è la sign. Angela Hitler?" "s..si" "suo fratello Bill è dichiarato in arresto per alto tradimento verso lo stato maggiore".

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** La prigione ***


L'edificio è vecchio,è un rudere,abbandonato da tutto e da tutti. Dentro,se si può dire è ancora peggio,le celle sono numerose e strette,molte più di quello che in realtà dovrebbero essere,dalle pareti incrostate scendono interminabili gocce provenienti da un foro della tubatura che percorre il soffito. "Be,non avrei mai creduto di trovare un edifio peggio della Maldemanstrasse." "taci Emile e ringrazia che non sai da dove provengono quelle tubature". Emile si fa serio,da quando sono in carcere Bill ha subito una nuova metemorfosi,è irritabile,lunatico,nervoso. Eppure dovrebbe essere contento,dovranno passare solo nove mesi in quella cella,tutto perchè,grazie al cielo, Ernest Hansfstaengl quando ce stato il processo è riuscito a convincere il giudice di non dare loro la pena capitale, in compenso ha dovuto sborsare 3500 marchi. "Smettila di fare così il..il bambino,sei tu quello che dovrebbe ringraziare.. se non fosse per Hansfstaengl adesso saremo al muro!lo capisci?AL MURO" Emile non sapeva dove aveva trovato il coraggio di urlargli quelle parole,adesso che ci pensava lui non gli aveva mai propio urlato,perfino anche quando avevano litigato lui cercava di usare il tono più calmo e tranquillo che poteva,certo anche lui s'innervosiva,ma mai aveva osato dirgli cose simili. La reazione fu immediata,Bill si voltò,gli occhi azzurri dallo sguardo metallico erano fermi su quelli grigi di Emile,il volto sempre cereo era paonazzo,la frangia nera gli ridadeva nella fronte...brutto segno... "CAROGNA! ECCO COSA SEI! TU NON CAPISCI,TU NON HAI MAI CAPITO! FELICE? IO DOVREI ESSERE FELICE? E DI CHE? DIMMELO! COME CREDI CHE SARà MESSO LO NSDAP UNA VOLTA CHE SARò USCITO DA QUI? COME CREDI CHE SARà? A PEZZI! IN BRICIOLE! DISTRUTTO! ANNIENTATO! POLVERIZZATO! CALPESTATO DAI BOLSCENVICHI FINO A QUANDO NON è RIDOTTO IN CENERE! E TUTTO QUESTO PERCHè AL SUO INTERNO CI SONO SOLO VERMI! NESSUNO CREDEVA VERAMENTE NEL NAZIONALSOCIALISMO! QUEGLI.. QUEI SPREGIEVOLI INDIVIDUI..SAI PERCHè ERANO ISCRITTI AL PARTITO? PERCHè NON VOGLIONO LA REPUBBLICA,MA LORO NON HANNO MAI CREDUTO UN SOLO ISTANTE NELL'ASCESA NELL'ASCESA DA PARTE MIA..MIA DI UN NUOVO GOVERNO!! UNA VOLTA ROVESCIATA LA REPUBBLICA SAREBBERO STATI PRONTI AD ABBANDONARMI".Pausa. "MA LORO NON SANNO QUANTO SI SBAGLIANO,IL PUSCHT DI MONACO NE è STATA LA CONFERMA,LA POPOLAZIONE QUEL GIORNO ERA CON NOI,HAI VISTO ANCHE TU TUTTE QUELLE BANDIERE DEL NOSTRO PARTITO SVENTOLARE DALLE FINESTRE DELLE CASE,CREDI FORSE CHE QUELLO NON SIA STATO UN SEGNO FORSE? MA ORA NON ESISTE PIù NIENTE,NULLA, CON NOI IN QUESTO EDIFICIO COSì SOZZO CHE NOI STESSI POSSIAMO CONSIDERARCI ANIMALI PERCHè NESSUN UMANO CI POTREBBE MAI ENTRARE. HERMANN è PIù MORTO CHE VIVO. ROHM ANCHE LUI DIETRO LE SBARRE E I SUOI TEMIBILI SOLDATI SONO RINCHIUSI CON LUI. E NON RIESCO NEMMENO A IMMAGINARE IL MIO..IL M-I-O PARTITO IN MANO A QUEL VISCIDO INDIVIDUO DI NOME STRASSER! LO SAPEVO SCOMMETTO CHE è STATO LUI AD AVVERTIRE LA POLIZIA DI DOVE CI TROVEVAMO! LO SAPEVO LUI NON ASPETTAVA SOLO CHE QUESTO! QUESTO è UN AFFRONTO, è UN TRADIMENTO, AL PARTITO A ME ALLA MIA PERSONA! ALLA MIA PERSONA! NON MI SORPRENDERò SE APPENA USCITO DI QUI IO SARò DIMENTICATO! NON MI SORPRENDERò SE QUANDO USCIRò QUELL... QUELL'ESSERE VERRà A STRISCIARE AI MIEI PIEDI CHIEDENDOMI DI TORNARE A CAPO DELLO NSDAP! DOVREBBE STARCI LUI IN QUESTO PORCILE E FINIRE AL MURO FUCILATO MENTRE INVECE STA DISTRUGGENDO QUELLO CHE IO CON TANTA FATICA HO CREATO! STA TRASFORMANDO TUTTO IN UN COVO DI SERPI".Bill furens.é disumano, vederlo in quelle condizioni fa paura,farebbe paura a chiunque, Emile è bloccato,paralizzato,Bill lo ha praticamente sbranato a parole. Una guardia arriva,è scortese,si rivolge a loro in modo scortese,le urla di Bill sono risuonate in tutta la prigione,tutti gli altri si sono lamentate,se urlerà ancora la guardia lo prenderà a manganellate. Il capo della prigione è preoccupato,medita,ha ascoltato tutto quello detto da Bill,lo teme,leggermente, ha ragione, dopo quello che ha fatto è capace di fare veramente quello che ha detto una volta uscito,potrebbe essere un pericolo. Convoca una guardia "avete chiamato signore?" "si,ho un ordine per voi" " dica, Herr capitano".Silenzio. "Voglio che spostiate subito di cella i prigionieri Bill A.Hitler e Emile J.Maurice, portateli nella cella più comoda che ce in questo carcere,qualsiasi loro richiesta dovrà essere eseguita,nella mensa dovranno avere un loro tavolo personale e potranno mangiare ciò che ordinano loro,la loro cella dovrà essere fornita di letti comodi finestra su giardino e con tutto ciò richiesto da loro.Sono stato abbastanza chiaro?" " ma,Herr capitano.." " Caporale fritz, in qualità di capo della prigione di Monaco ogni mio ordine deve essere eseguito,non accetto proteste di alcun genere sopratutto da un mio inferiore" " Si herr capitano.Verrà subito fatto Herr Capitano". La guardia esce,il capitano rimane solo nel suo ufficio, si affaccia alla finestra,una leggera brezza gli solletica il viso.Avrà fatto la cosa giusta?.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** IL MEIN KAMPF ***


Emile scrive in modo frenetico,i polpastrelli delle mani sono in fiamme,Bill detta,parla,cammina avanti e indietro per tutta la cella. Emile si ferma,non riesce più a scrivere,chiude gli occhi, è esausto sono giorni che non fa altro che schiacciare i tasti di quella maledetta macchina da scrivere. Tutto è iniziato da quando hanno cambiato cella. Sinceramente Emile non aveva ancora compreso i veri motivi per il quale era avvenuto quello spostamento. Bill ne aveva dato una propia interprepazione,non era stato dimenticato da tutti,qualcuno,in quell'inferno era dalla su parte,allora quindi non era tutto perduto,poteva ancora emergere,ma era solo questione di tempo,ed ogni minuto sprecato era un minuto che non si poteva recuperare. Chiese che gli fosse subito portata una macchina da scrivere,la guardia gliela portò immediatamente, controvoglia. Dato che Emile era l'unico che sapeva scrivere dettò tutto a lui. Bill voleva fare un libro,un libro nel qualòi erano raccolti tutti i suoi pensieri nazionalsocialisti,un libro nel quale vengono raccontati tutti i suoi sacrifici, i suoi ideali,la repubblica decadente. Bill si ferma,si avvicina ad Emile, "Penso propio che ormai abbiamo finito" " Bill.. questo libro è una pazzia,lo sai benissimo anche tu,servirà solo a riaprirci le porte del carcere" "SCIOCHEZZE!QUANDO LA GENTE LEGGERà QUESTO LIBRO NE RIMARRà SBALORDITA,OGNI PERSONA VEDRà RIFLESSA LA SUA STESSA IMMAGINE IN QUESTO VOLUME,IN QUESTE PAGINE,IN OGNI SINGOLA PAROLA!".Calano alcuni minuti di silenzio,la guardia fuori freme vorrebbe prendere a manganellate Bill,ma non può e questo la rende ancora più amarreggiata. "Come vuoi che s'intitola questo..libro" " lotta di un nazionalsocialista contro la decadente repubblica di Weimar" "è troppo lungo come titolo abbreviamolo in: la mia lotta". La mia lotta.Il Mein Kampf. Il libro più venduto e meno letto della storia della Germania,una raccolta di farneticazioni senza alcun senso. .Visione vedi futuro. Berlino 30 aprile 1945, centinaia di copie di libri bruciano in un unico grande falò,in una si riesce a scorgere il titolo "MEIN KAMPF di.." non si riesce a scorgere il nome dell'autore ma noi sappiano già chi è. Poco distante da questo falò ce ne un'altro,molto più grande,dei soldati a distanza di alcuni minuti lo alimentano con della benzina,cercano di far modo che le fiamme li brucino bene,che cosa?. Il fuoco avvolge due lenzuoli,dentro ad essi ci sono due corpi,un uomo e una donna.Perchè bruciano?. Prigione di Monaco, 3 ottobre 1923. "Sei un genio Emile,è.. è questo il titolo,si è questo,è semplice ma allo stesso tempo che colpisce,ed è essenziale". Bill è commosso,appare commosso,abbraccia Emile, arriva una guardia,la stessa di prima "siete liberi avete finito di scontare la pena".

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** La villa in montagna ***


Bill socchiuse gli occhi,cerca di rilassarsi,un filo di vento gli solletica il viso,la frangia ricade nella fronte,lui la riavvia con una mano. Emile è seduto un uno sdraio affianco a lui,sono in terrazza,nella villa comprata da Bill in alta Baviera, sono andati li per trascorrere le vacanze di Natale. "Sai,ancora non mi sembra vero di essere qui,insomma solo fino a ieri eravamo in prigione e oggi.." "be..propio ieri non credo, sono passati diversi anni no? Chissà se la guardia che stava fuori dalla nostra cella sentirà la nostra mancanza"," io credo propio di si" entrambi iniziarono a ridere. Emile non ci poteva credere,era la prima volta che vedeva Bill così allegro,prima d'ora non era mai successo,forse allora le cose stavano finalmente prendendo il verso giusto,ma..quando ce di mezzo lui anche i giorni più sereni finiscono per rabbuiarsi. "Angela e Kelsie dovrebbero essere qui tra poco ormai, non dovrebbe mancare molto,sai sono rimasto sorpreso quando hai deciso di invitarle" " è da tempo che non vedo ne mia sorella ne mia nipote,sono curioso di vedere com'è diventata". Anche Emile si domanda la stessa cosa,l'ultima volta che ha visto Kelsie la piccola aveva solo due anni mentre ora, ne dovrebbe avere venti, quanto tempo era passato..gli sembrava ieri che.... Il cancello si apre,lentamente e cigolando,entra una macchina,parcheggia. Dall'interno scendono due donne, madre e figlia. Bill e Emile scendono contemporaneamente le scale. Bill rimane a bocca aperta,ha davanti a se la nuova perfezione,Kelsie corre aggraziata verso lui. Lo raggiunge,gli getta le braccia attorno al collo, gli sussurra all'orecchio "Zio Bill,finalmente.Sono così felice di vederti". Gli occhi di lei luccicano,gli occhi di lui luccicano. La perfezione lo aveva raggiunto di sua spontanea volontà, ma si sa che quando la perfezione lo raggiunge... essa viene sempre guastata. FLASCHBACK!!!! "Eccomi zio" "chiudi la porta" la voce di Bill è metallica quanto la sua voce,inespressiva. "Così zio?" Kelsie assunse una posa da bambina,innaturale, spalancando gli occhi alla malizia.Sa che quella è la posizione che piace tanto allo zio. "Sai benissimo di non chiamarmi zio" "si" "spogliati" sfuscio di seta su pelle liscissima. Noi siamo dietro la porta non possiamo vedere la scena,ma possiamo sentire ciò che accade,le voci si spostano in basso. "Sai quello che devi fare?" "si" "fallo".

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Kelsie ***


Non è bella,è volgare, a tratti molto evidente. Non è la tipica ragazza tedesca bella,dai lunghi capelli biondi e dagli occhi talmente blu da temere di guardarli per paura di perdersi dentro di loro. é pallida,è magra. Il volto cereo le conferisce un'aria da ammalata, i capelli,neri,sembrano stoppa,le ricadono lunghi nella schiena candida, l'unica particolarità che la lega a Stephanie e Helene è quello di possedere una pelle bianca come la loro,che sembra risplendere di luce propia. Ah,stephanie.. Oh,Helene. Dove sono loro ora? Che cosa è successo loro. Stephanie ricorda ancora quelle lettere scritte da quel suo ammiratore pazzo,è buffo,ma lei spera sempre di vederlo tornare da Vienna e venire da lei per chiedere di sposarla.Non lo vedrà mai. Helene a suo canto non lo ha mai più scordato da quella notte di Natale,a volte ripensa a ciò che è accaduto quella volta,le sembra ancora di vedere il suo sguardo, le sembra ancora di avvertire il suo braccio avvolgerle la vita. Stephanie e Helene non hanno dimenticato Bill. Bill ha dimenticato Stephanie e Helene. Per lui ora esiste un altra dea,un'altra perfezione. Lei è umorale,si rannuvola con un niente, a volte appare così spensierata da sembrare stupida. Fa strage di cuori, perchè possiede quello stesso magnetismo derivatole dalla sua famiglia,da sua madre. Si da arie,sa farsi desiderare,le piace respingere i suoi ammiratori con quel tono che lascia una speranza. Vuole cantare,lui la sente,avverte le sue stonature grossolane,"sei un'artista" le dice,le fa prendere lezioni da un professore privato. Nella villa in alta Baviera le ha regalato una bici,l'ha accompagnata in passeggiate interminabili,le ha fatto fare quello che voleva. Questa è Kelsie,da quando è andata a trascorrere le vacanze nella villa in alta Baviera Bill ha occhi solo per lei. Terminate le vacanze ha chiesto a sua sorella la permanenza di Kelsie nella sua casa a Vienna,Angela ha accettato,lei non può immaginare che.... Kelsie accettò volentieri. Una volta a Vienna Bill la elesse sua accompagnatrice,la porta all'opera ogni sera,la porta a cena nei più eleganti ristoranti della capitale austriaca,veste sempre alla moda. Le altre ragazze la invidiano,Bill ormai è noto e attira centinaia di sguardi,e lei è quella più vicina a lui,ogni ragazza vorrebbe essere al suo posto. Ma ben presto iniziarono quei giochi, quei giochi con lo zio Bill... La pervesione è miele, è dolce. La pervesione è droga,ne diventi dipendente,ne hai continuo bisogno. La pervesione non può essere spiegata con la pervesione. Quella scena,quella pervesione tra loro due si ripete,di continuo,ogni notte. Emile non sa nulla,ma se lo avesse saputo,se solo avesse sospettato qualcosa..le cose sarebbero andate di sicuro diversamente.... La morte porge la sua mano a Kelsie e lei,di rimando, sorride vezzosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Il piano di Hermann ***


La Germania ha dimenticato Bill se ne frega completamente di lui. Aveva ragione,una volta sbattuto in cella il partito era COMPLETAMENTE caduto a pezzi, ciò gli confermava due cose: 1.tutti gl'iscritti si appoggiavano solamente a lui, 2.nessuno condivideva pienamente le sue idee perchè altrimenti la fine del partito non sarebbe giunta così presto. Dentro la sala ci sono solo quattro persone: Bill,Emile,Hermann e Ernst. Sono seduti attorno a un tavolo,le loro espressioni sono gravi,la situazione è grave. "Signori,se a qualcuno non viene in mente subito un'idea qui è finita" la voce di Bill è lenta,strascicata inespressiva. "Bisognerebbe formare un nuovo partito,con le stesse ideologie di quello vecchio ma che pur sempre si differezia". L'idea di Emile era buona, Ernst e Hermann l'avrebbero approvata,non Bill. Lui si scagliò come una furia,di nuovo verso Emile,a volte gli sembrava che il suo unico scopo fosse quello di subire le sfuriate di Bill. "CREDI FORSE CHE NON CI ABBIA GIà PENSATO IO? E SE ANCHE CREASSIMO UN NUOVO PARTITO DIMMI.. CON CHE SOLDI? QUEI MALEDETTI TRADITORI HANNO PRESO TUTTO SOLDI COMPRESI E NON OSO NEMMENO IMMAGINARE CHE COSA CI STIANO FACCENDO..IO..IO.." sbatte un pugno sul tavolo,i quattro boccali di birra tremano,la birra trabocca. Emile è irritato,non riesce più a capire cosa stia accadendo a Bill,in pubblico si scaglia sempre contro di lui mentre in privato.. è tutta un'altra persona. "Forse..una soluzione ci sarebbe..." tre teste scattarono in direzione di Hermann,quset'ultimo teneva lo sguardo fisso nel calice " quale?" "dobbiamo riprendere il nostro partito". silenzio. " Tu vuoi dire.. che dobbiamo.. noi quattro entrare e metterci a gridare in mezzo a tutti che ci riprendiamo il partito? Hermann è una follia! Non ti è bastato il puscht? Vuoi la nostra rovina?" Emile è contrario, non ne vuole sapere di questa proposta non riesce nemmeno.. ma come gli è venuta in mente quell'idea cos' balorda?. "No io non ci sto! é troppo rischioso" "nemeno io, i miei soldati sono già stati dimezzati,non voglio che venga versato ancora sangue loro". Bill si alza,senza dire nulla,se ne va, "Fate quello che volete" dice,esce.Silenzio. Fuori piove,indossa l'impermeabile,tornerà a casa. é stanco,non ne vuole sapere più nulla,andrà a casa e cercherà di dimenticare tutto. A casa ce la cuoca che gli sta preparando la cena, ce il giardiniere che cura il suo giardino che Kelsie che lo attende... In fondo domani è un altro giorno.... "io so cosa si può fare per lui?" "cosa vuoi fare Hermann! Ormai è perduto hai sentito che ha detto? Fate quello che volete. é davvero finita,prima d'ora non aveva mai detto nulla di simile" "Perchè non lo proponiamo come cancelliere?" " CHE COSA?" Emile lo guarda stralunato. Ernst è sbalordito,Hermann sicuro di se. Lo iscrivono, a sua insaputa. Emile esce, saluta Hermann e Ernst con un accenno della mano, è stata la cosa giusta?

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** La gita al lago ***


é Aprile,fa caldo,molto caldo. Emile sta guidando una macchina,una mercades Benz uno dei primi modelli usciti. Bill è seduto affianco a lui,guarda fuori dal finestrino,lo sguardo assente. Nei sedili posteriori ci sono Kelsie e l'amica del cuore Henriette, stanno bisbigliando ogni tanto soffocano qualche risatina, Henriette è molto più attraente di Kelsie ma colpiscono entrambe ugualmente. "Allora,signorine,felici di questa gita?",Emile cerca di fare conversazione nonostante la sua timidezza. Ridono, "oh si,non sono mai stata al lago" risponde Henriette con voce mielosa,Emile arrosisce non è abituato ne a parlare con una ragazza ne che qualcuno usi quel tono con lui. "Grazie zio" esclama Kelsie,lo sguardo malizioso,Bill risponde con appena un accenno della mano, "Dovete scusare la mia inpertinenza,ma.. due belle ragazze come voi,avranno di sicuro un'ammiratore o qualcosa in più..". Henriette ride di nuovo,"insomma, non siete troppo evasivo Emile?" "e tu Kelsie? Non me ne hai mai parlato..", Kelsie sta per rispondere,vuole rispondere ma qualcosa la blocca, il sorriso nelle sue labbra si blocca,scompare,svanisce. Già,l'amore.. cos'è per lei l'amore,non ha un ragazzo ma è come se ce lo avesse, nessuno sa di lei e... é confusa,è disorientata "Kelsie, tutto bene?" domandò Henriette "io..io..si,bene". Non era vero non andava afatto tutto bene,quella semplice domanda l'aveva turbata. Per una volta da quando tutto era iniziato si chiese veramente cosa stava faccendo,era sbagliato era tutto sbagliato. "Emile guarda la strada e non disturbare Henriette" quella era la voce di Bill,aveva usato un tono seccato,probabilmente era stato infastidito da quella domanda,ma perchè allora aveva usato solo il nome della sua amica e non quello suo?. Il lago è grande,molto bello,l'acqua è limpida vi si specchiano le montagne che fanno da sfondo,il sole splende alto nel blu del cielo. Kelsie e Henriette scendono dalla macchina,si tolgono i vestiti,in costume si immergono nell' acqua,Kelsie vede che suo zio la sta guardando, si scioglie i capelli,neri, il sole vi riflette la sua luce,i raggi del sole illuminano la sua pelle. Alcune farfalle bianche si posano sulla sua mano,Kelsie soffia,le farafalle volano via per poi riappoggiarsi su di lei,ride. Bill è estasiato,Emile è estasiato " perchè non andiamo in acqua anche noi" " no Emile" "..ma.." "ho detto NO Emile" "perchè scusa?" "al momento non mi è possibile" "perchè?" " quando ti succederà anche a te capirai". Poco lontano c'è una fiera paesana. é tradizione,da loro, che durante la festa venga acceso un falò,i giovani in coppia tenendosi per mano lo devono saltare. Un ragazzo invita Henriette,lei accetta. Kelsie spera che sia lo zio a invitarla.. volge lo sguardo verso di lui anche lui la guarda,perchè se ne sta fermo li e non va da lei? la farebbe più felice faccendo quel piccolo gesto che in tutte le volte che..... Non la invita,arriva un altro ragazzo,porge a Kelsie la mano, lei accetta nascondendo un sorriso vezzoso,vanno verso al fuoco,lo saltano,Kelsie si brucia leggermente il costume,fa una piccola smorfia di sofferenza. Bill vede tutto, i suoi occhi s'incendiano, è geloso. Con passo svelto raggiunge Kelsie,i stivali sbattono con furia il terreno, la prende per mano,la porta via. La macchina riparte. Kelsie è irritata,è arrabbiata con lui,le ha fatto fare una brutta figura sia con la sua amica che con quel ragazzo. Emile non ci capisce niente.. cosa gli sarà preso a Bill non lo aveva mai visto così fino d'ora.. va bene che aveva promesso alla mamma di Kelsie che l'avrebbe protetta ma quella gli sembrava una reazione alquanto esagerata.. e preoccupante. A casa,la sfuriata, Kelsie urla Bill urla. Emile è fuori sta lavando la macchina,sente le gida,non capisce bene quello che dicono, è tranquillo se lo aspettava più tardi chiederà spiegazioni da Bill. "IO NON SONO UNA BAMBINA" "SI CHE LO SEI" " NON è VERO, PERCHè OGGI HAI FATTO COSì? COSA TI DAVA FASTIDIO?" "NON DOVEVI ANDARE CON QUELLO SCONOSCIUTO" "IL VERO SCONOSCIUTO QUI SEI TU". Si aspettava lo schiaffo ma non così violento. Le lacrimano gli occhi,guarda Bill lui è impassibile, " ti odio" sussurra Kelsie,spalanca la porta,corre in camera si sdraia nel letto,piange. Bill è fermo,immobile nel suo studio, questa notte non si farà niente.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Il nuovo cancelliere ***


Mattina,è l'alba,le strade di Vienna sono deserte. C'è un ragazzo che corre,è affannato,ha freddo è congelato, gli duole il fianco. Si ferma davanti a un vecchio locale ormai chiuso da anni, spinge la porta.. si apre,entra. Nel sentire la porta aprirsi gli altri due uomini che sono all'interno del locale si voltano. "Ne hai messo di tempo Emile" Emile non risponde si avvicina alla stufa,si riscalda le mani ghiacciate, "hai controllato bene che non ti seguisse?" "si..si.. non mi ha visto uscire..non sospetta di nulla" risponde a fatica, si siede anche lui,anche lui prende un boccale di birra,ne beve un sorso.. propio quello che ci voleva... "La lettera dovrebbe arrivare oggi,se la richiesta è stata accolta" Hermann è serio,è guardiglio, parla guardandosi attorno ha paura che qualcuno possa sentirli anche se il che era molto improbabile dato che quel locale era abbandonato. "Io ancora non capisco, perchè lo abbiamo fatto?" "Emile non capisci?" " lui l'altra volta ha det..." "lui l'altra volta non era in se, ultimamente non è più se stesso. Senti io credo che non abbia parlato sul serio" "Hermann, non credi che Bill abbi bisogno di tempo?". Hermann sbalanca gli occhi, è sbalordito " tempo? adesso non ce assolutamente tempo! Bisogna agire subito,il più presto possibile,prima che tutti si dimentichino ciò che è accaduto,non possiamo far che la gente dimentichi il nazionalsocialismo prima ancora che esso possa emergere in tutto il suo splendore. Sai Bill di che cosa ha bisogno? Di una sollecitazione e questa è l'unica occasione disponibile che abbiamo tutt'ora". "Ma..ma.. cancelliere? Hermann...Ernst di tu qualcosa" Emile si volta verso quest'ultimo,non aveva ancora detto una parola. "In molti aspiano a questo posto,trovo molto assurdo il modo in cui il presidente abbia deciso di nominare il nuovo cancelliere,quasi si trattasse come di una specie di concorso.Ciò è uno dei primi segni che ormai la reppublica è alla fine. Questo l'Hanno capito anche altri,e quindi concordo con Hermann che bisogna AGIRE AL PIù PRESTO. Bill è l'unico adatto a fare questo,lui ha già progettato il futuro dell'intera nazione,se diventasse cancelliere in breve tempo sarebbe anche capo della Germania." Emile ora era confuso più che mai,le parole di Ernst erano vere,anzi azzeccate..Bill era la persona più giusta,ma quello non era il periodo migliore per affrontare una cosa simile. "E se la lettera non arrivasse?" " di pure che vuoi che la lettera non arrivi" "..." "Hermann,lascia stare Emile,non siamo bambini ma adulti.Se la lettera non dovesse arrivare troveremo comunque il modo" il tono di Ernst era ottimista, Hermann invece pretendeva la riuscita del piano, Emile aveva molti dubbi "mettiamo che.. sia così, Bill riceve la lettera,diventa cancelliere,e se la cosa non gli dovesse comodare? E se.." "EMILE! Adesso sei ridicolo... e se.. e se.... basta! tu temi troppo per Bill! ti preoccupi con una esagerazione enorme, non capisci?" "capire cosa?" "lui non vuole bene a nessuno". Lui non vuole bene a nessuno... sono parole semplici,che a volte vengono spontanee da dire quando si vede una persona apparentemente impassibile,quasi priva di provarte affetto verso gli altri, Bill dirà essattamente le stesse parole dette da Hermann,le dirà qualche anno dopo.. nel 1934, la domanda che viene spontanea da farsi è: ma a chi le dirà?. é pomeriggio,fuori ce il sole,Kelsie è fuori in giardino, gioca con il cane dello zio,lancia la pallina distante,il cane corre la riprende "brava Blondi!" le dice ogni qualvolta che gliela riporta. Bill è alla finestra del suo studio,guarda Kelsie,non si parlano da tre giorni ormai dalla gita al lago e per tre sere consecutive non si è fatto nulla. Bill non può resistere senza passare una sola notte con Kelsie,gli manca la sensazione che avvertiva quando il corpo di lei era sopra il suo,gli manca poter accarezzare quella pelle liscissima,gli mancano quei giochi..... Kelsie sta parlando con un ragazzo,gli occhi di Bill si riaccendono di nuovo,va a chiamare la domestica,la signorina Kelsie deve rientrare subito. Lui torna alla finestra,vede la donna uscire,vede quando le ordina a Kelsie di andare dentro,Kelsie volge lo sguardo verso la finestra dove lo zio la sta guardando, anche i suoi occhi si accendono, ma di odio. Bill prende posto davanti alla scrivania,deve ancora leggere la posta, nel farlo nel frattempo mangia una torta, tutta, mangia solo dolci. Pubblicità..bolletta..bolletta...pubblicità. Una busta,diversa dalle altre,gialla,porta un sigillo nero,rosso,giallo sovrastato da un'aquila a due teste,simbolo della Germania in altro a destra c'era scritto " PER BILL A.HITLER, NAICHTSTRASSE N.18,VIENNA". Bill aprì la busta,la mano tremante,lesse la lettera: "DOPO AVER RIFLETTUTO A LUNGO ED AVER ESAMINATO CON ACCURATA PRECISIONE OGNI LETTERA DI OGNI SINGOLO CANDIDATO. SONO GIUNTO ALLA CONCLUSIONE CHE LEI SIA LA PERSONA PIù ADATTA PER QUESTO RUOLO. NATURALMENTE ALCUNI DETTAGLI SONO STATI SORVOLATI COME IL CASO DEL COLPO DI STATO AVVENUTO NEL '23 CON LA CONSEGUENZA DEL SUO ARRESTO. NO è STATO INVECE IGNORATO IL FATTO CHE HA PARTECIPATO ALLA GUERRA NEL '15 E LA RICEVUTA DI UNA CROCE DI FERRO, ORIFICERIA DAVVERO MOLTO COMPLESSA DA OTTENERE SOPRATTUTTO DA UN GIOVANE CAPORALE COME LEI CHE NON HA NEMMENO FREQUENTATO IL SERVIZIO MILITARE. LA RITENGO ADATTA A PRENDERE IL POSTO DI CANCELLIERE DELLA GERMANIA. LUNEDì 13 NOVEMBRE AVVERRà PUBBLICAMENTE LA SUA NOMINA, SI PREPARI UN DISCORSO. OSSEQUI, PRESIDENTE DELLA REPPUBBBLICA, OTTO VON HIDENBURG". La lettera cade dalle mani,lo sguardo assente "cancelliere..della germania....nomina ufficiale lunedì...preparare un discorso....presidente....Otto Von Hidenburg...". Bill è confuso,non capisce niente,è un sogno.. cose così non accadono nella realtà...si sente male..gli gira la testa... va in bagno... vomita tutto quello che aveva mangiato. Emile lo sente entra,lo vede pallido che trema in modo incontrollabile,è per terra,Emile s'inginocchia, gli poggia una mano attorno alle spalle. In quel momento arrivano anche la domestica,Kelsie,Ernst e Hermann (i due arrivati poco prima) "Bill,mi senti?" "zio Bill,ti prego,stai male? Cosa è successo?" "signorino Hitler che cos'ha?" "per l'amor del cielo! rispindi" "BILL!". Bill apre la bocca, lentamente parla "sono il cancelliere della Germania" scoppia in lacrime,piange. Emile,Ernst e Hermann si guardano i loro occhi luccicano, il piano è riuscito ma non glielo diranno mai a Bill di tutto ciò. Kelsie abbraccia lo zio,"sono così felice per te" adesso non è più arrabbiata,la domestica è fuori di se, questa sera si deve fare festa. E la si fece,si fece festa fino all'alba,Bill finalmente era felice,almeno per quanto la vedeva Emile. Il lupo Fenrir ulula.Si inizia.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** La nomina ***


Berlino,le strade sono affollate,la gente scalpita,la polizia fatica a tenere la situazione sotto controllo. Emile bussa alla porta,la decima volta, " per l'amor del cielo! Bill esci! Non possiamo fare tardi, stai per diventare cancelliere, che figura farai davanti al presidente" sente dei singhiozzi provenire da dentro la camera " lo so che sei emmozionato, ma..". La porta si apre,esce Bill, l'aria stravolta "il mio vestito...bruciato.." Emile guardò ciò che Bill teneva in mano, erano i vestiti che doveva indossare... bruciati.. "ma..ma che è succ.. ma co.." " la domestica non gli aveva stirati bene..e.. allora..ho provato io". Emile iniziò a ridere smise soltanto quando vide l'espressione di Bill..da assassino " be..questo è un bel guaio...hai un vestito di ricambio?" "no" "hai la tua divisa da militare?" "no" "hai qualsiasi vestito?" "no" "ti sei pettinato?" "no" "ti sei sistemato la frangia e i baffi?" "no" "....ma hai fatto qualcosa?" "si" "cosa?" "dormito" "......". In quel momento arrivò Kelsie,un vestito di velluto blu risaltava il suo corpo e i capelli raccolti in un'elegante ciocca..era..carina. Lei sbalancò gli occhi "zio,non credo che quello sia l'abbigliamento più adatto per un'occasione simile" sparì poi con una risatina "Bill" "..." "Bill?" "...." "BILL!" "eh? che vuoi?" "mancano 5 MINUTI!!!!!!". Il presidente guardò l'orologio,scrollò il capo "è in ritardo" il presidente Hindemburg era un uomo tanto buono quanto grosso,dai lunghi baffi bianchi alla austroungarica, i suoi occhi azzurri erano socchiusi severi. "Presidente,se posso permettermi di parlare" "dica segretario.." " questo giovane.. questo..Hitler..perchè lo avete scelto? Dopo quello.." "esatto,dopo quello accaduto nel '23..vedete..quel giorno la popolazione era effettivamente con lui, è capace di fare rivoluzione di far cadere tutti noi.Spero che con questo posto si plachi che abbi raggiunto quello che voleva,più vicino è a me più posso controllarlo". Hindemburg guarda la folla, " evidentemente vuole fare scena arrivando in ritardo" cerca di scherzare ma qualcosa lo turba,ha come la sensazione di aver fatto un passo sbagliato,un enorme passo sbagliato; è così; sta condannando l'intera nazione. "Possibile che non ci sia un solo negozio aperto? Quando sarò cancelliere le cose cambieranno,eccome se cambieranno" "Bill.." "c'e.. non può essere..uno ha bisogno di un vestito e..e.. tutto chiuso,non ce un solo negozio aperto" "Bill" "cosa c'è?" "non credi che ogni negozio sia chiuso perchè..FORSE..tutta la popolazione sta aspettando che tu arrivi per essere nominato cancelliere?" "ma non può essere che FORSE la popolazione oggi non ha voglia di lavorare ma di dormire invece?". Ok. Quello non era Bill,non lo aveva mai visto così,ma quante personalità possedeva quell'uomo?? Qualche giorno prima era sull'orlo della crisi e ora era così scherzoso così aperto e stava per diventare cancelliere..non avrebbe mai finito di stupire Emile. Emile è al volante della macchina,accellera,le strade sono completamente deserte,Kelsie nel sedile posteriore si lamenta,l'aria le rovina l'acconciatura; Bill è seduto affianco a Emile,indossa il pigiama con sopra una vestaglia, i capelli scompigliati e gli occhi stralunati non gli conferiscono l'aria temibile che mostra di solito "non rimangono che due soluzioni" "quali?" "be..o vai in pigiama o spacchi la vetrina di un negozio e rubi un completo" "..ferma la macchina" Emile si fermò,Bill scese,procedette a passo spedito verso la vetrina di un negozio di abiti "ma cosa vuole fare lo zio?" Bill prende un pezzo di ferro da terra; Kelsie e Emile si guardano "ma..lui.." "non vorrà mica.." SCRASCCCCCH!!!!! Rumore di vetri infranti. Hermann è nervoso,dov'è Bill? si allarga il colletto,è madido di sudore,la divisa decorata con numerose medaglie è pesante e gl'impedisce di muoversi con completa libertà, affianco a lui c'è Ernst,in piedi,impassibile,dietro di lui il suo esercito,impassibile anche esso. Dov'è Bill,pensa Ernst dentro di se pensa Hermann agitato, dov'è il nuovo cancelliere? pensa la popolazione,dov'è il giovane Hitler pensa Hindemburg. Una macchina arriva in quel momento,tra la folla,quest'ultima capisce,inizia a urlare,la polizia sta per cedere. Hermann si alza in piedi,Ernst si sistema il cappello, Hindemburg intreccia le mani dietro la schiena. Esce l'autista,esce una giovane di 20 anni. Ecco esce lui,esce un giovane pallido dagli occhi azzurri e freddi,i capelli neri con la frangia ricadente nella fronte,i baffi altrettanto neri tagliati in una specie di insolito quadrato. Hindemburg ha un'espressione corrucciata,sarebbe questo il giovane "pericoloso"? Si avvicina a lui,gli stringe una mano,Bill s'inginocchia, Hindemburg lo guarda,è ancora in tempo,può ancora salvare la Germania,non lo fa. Bill adesso è cancelliere. La nazione è condannata.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** La prigionia di Kelsie ***


I corridoi sono lunghi,semi oscurati,interminabili. I mobili sono d'ebano,neri placcati d'argento,caricano pesantemente l'atmosfera,puro stile "zio Bill". Kelsie cammina con aria assente,da quando è stata trasferita in quella casa a Monaco il suo volto,già pallido, aveva assunto un pallore cereo da ammalata. Kelsie cammina,pensa all'amore pensa ai mille sogni infranti..pensa a Emile e la mente vaga indietro nel tempo. Era una sera calda d'estate,Bill era stato nominato da pochi giorni cancelliere,erano a una festa nella villa del presidente. Kelsie era seduta in disparte,era la dama da compagnia di suo zio ma quest'ultimo dopo averla presentata ad alcuni l'aveva completamente dimenticata. L'orchestra inizia a suonare,un valzer lento Viennese,Kelsie adora quella musica adora ballare,spera che lo zio la inviti. Bill rimane a parlare come se niente fosse,Kelsie nel frattempo rifiuta tutti gli inviti che gli fanno gli altri ragazzi,secondo loro si da troppe arie,nessuno la invita più. é sull'orlo delle lacrime, "mi concedi questo ballo?" si gira,Emile è davanti a lei,le porge la mano Kelsie non sa cosa fare "si" mormora in fine,prende la mano di Emile vanno in terrazza a ballare. Emile è bravo a ballare,è gentile,sensibile dolce, lui le sorride "sei molto brava" Kelsie arrosisce sorride,un sorriso triste.. se solo quelle parole le avrebbe dette suo zio... Vanno a passeggiare,si siedono in un prato, "hai visto? Come sono belle la stelle?" "che senso ha guardare le stelle in cielo se al mio fianco brilla quella più bella" un complimento,Kelsie non ne aveva mai ricevuto uno,diventa nuovamente rossa,più di prima, guarda Emile lui la guarda;trova il coraggio,la bacia. Kelsie è confusa,ma il bacio le è piaciuto è stato strano, con Emile aveva avvertito un calore che con Bill non aveva mai sentito. Da quel giorno iniziò la loro relazione,uno spasso continuo senza contrazione,lei aveva ceduto solo quando lui le aveva chiesto di sposarlo. "Parlerò con Bill lui sarà d'accordo" Kelsie tace,non ha il coraggio di dirgli di lei e... Emile bussa alla porta "avanti" entra, Bill è seduto alla scrivania alza lo sguardo, "oh,Emile,scusa ma ho molto da fare.." "è urgente" " scusa ma.." " voglio sposare Kelsie". Bill si blocca, lo sguardo fermo su Emile,i suoi occhi s'incendiano,Emile è confuso,cosa ha detto di male?. Bill si avvicina a lui gli appoggia le mani sulle spalle inizia a scuterlo "TU LEI NON LA DEVI NEMMENO TOCCARE;NON TE LO PERMETTO" Bill urla,Emile urla, Kelsie piange. La mano di Bill scatta veloce verso la pistola che porta alla cintura,la sta per impugnare,si ferma,lascia la presa,Emile si libera. Bill prende la frusta appesa come ornamento al muro, "B..Bill.." fa schioccare la frusta sul pavimento, Emile ha capito cosa fuole fare,lo vuole uccidere, è completamente fuori di se,la porta è dall'altra parte dell'ufficio,come fare per raggiungerla? Vicino a lui c'è una finestra... è l'unica soluzione..si butta,infrange il vetro..questa scena l'abbiamo già vista. Emile licenziato,Kelsie prigioniera di suo zio. La sua gelosia la schianta,non può uscire senza un suo permesso,e quello non arriva mai,fuori dalla porta ci sono sempre delle guardie. é alla mercè di suo zio. "anima in pena quanto durerà la tua sofferenza? Non hai avuto un'infanzia,non sai cos'è l'amore,lui ha rapito il tuo cuore ha soffocato ogni tuo sogno ha infranto il tuo mondo innocente da bambina per trascinarti in quello nero che lui stesso sta creando. Pietà."

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** L'anniversario del Puscht di Monaco ***


La sala è piena è affollata,c'è gente che festeggia, molta. "questo è il giorno più bello di tutto l'anno" urla Hermann è ubriaco; siamo a Monaco in una delle birrerie più prestigiose di tutta la città. Quella serata si festeggia l'anniversario del puscht di Monaco,il presidente non c'è, è una beffa a lui. Tutti bevono birra,dei soldati di Ernst stanno preparando una grigliata di carne e verdura al centro della stanza, gli altri ridono,bevono, si divertono con una compagnia femminile. Ci sono le SA,la squadra di Ernst, ovvero le Starmebteilung le squadre di difesa per Bill. Bill è chiuso in una stanza a parte,lontano da quell'assordante rumore, è davanti a una scrivania sta leggendo delle carte,qualcuno bussa alla porta "avanti" entra Ernst. "Ernst" la voce di Bill è trascicata, Ernst scatta nel saluto nazionalsocialista "HEIL!", Bill risponde con appena un accenno, " quante responsabilità che si ha quando si diventa cancelliere" sospira. Ernst capisce,Bill è stanco è stressato,lo vede lo aveva avvertito da molti giorni ne aveva avuto la conferma quando era successa quella lite con Emile,ha parlato con lui, ha detto che in quella casa lui non ci metterà più piede almeno fino a quando Bill non sarà tornato in se. Ma quando Bill è stato veramente in se? Ha cambiato talmente così tante volte personalità che nessuno sa come lui sia veramente. Si sente in colpa,per la prima volta avverte un vago senso di disagio, fuori si sentono le urla di Hermann " giochiamo alla bignatta! bignatta! bignatta!" i soldati urlano a loro volta di si. "A quanto pare si stanno davvero divertendo la fuori.." "Bill... perchè sei così? perchè non vieni anche tu di là,questa è la tua festa, tu non puoi vivere così.. recluso in un mondo a parte, nessun umano c'è la farebbe" "allora molto evidentemente io non sono umano" "..a volte credo che tu non lo sia veramente". Bill non capisce le parole di Ernst, o almeno le comprende in modo sbagliato,Ernst si riverisce ai sentimenti, da quando ha conosciuto Bill non lo ha mai visto provare affetto per nessuno,lui prova affetto per Bill,Hermann prova affetto per Bill,Emile provava affetto per Bill... ma Bill? Lui prova affetto? Lui prova emozioni?. Bill è il vuoto,è la non-persona,gli è impedito di amare, il vuoto non prova sentimenti,o per lo meno li rinnega. "Guarda,queste carte,guarda le condizioni della Germania, lo vedi perchè non mi posso permettere di riposare un solo attimo?" " lo so perfettamente come è messa la Germania Bill,sono capo di un esercito ciò non significa che sono stupido o rozzo solo perchè insegno alle mie truppe ad essere spietate ed indisciplinate questo non significa che anche loro siano prive di cultura". Ernst è l'unico che può permettersi di usare questo tono con Bill, quest'ultimo chiude gli occhi inspira a fondo, " non stavo dicendo questo su di te.. anche se mi permetto di disentire sulle tue truppe.." " non sono d'accordo, lor..." "TACI ERNST,DICI QUESTO, PRENDI LE DIFESE DEI TUOI SOLDATI SOLO PERCHè TU SEI GAY E TE LI FAI? NON è VERO? PENSI FORSE CHE IO NON LO SAPPIA? TU NON PUOI NEMMENO IMMAGINARE QUANTE VOLTE TI ABBIA DIFESO,TU NON NE HAI LA MINIMA IDEA, NON PUOI NEMMENO LONTANAMENTE... NON PUOI E BASTA! CREDEVO CHE TU FOSSI L'UNICO A CAPIRMI VERAMENTE MA MI SBAGLIAVO,ULTIMAMENTE NON FACCIO ALTRO CHE SBAGLIARE, BILL SBAGLI.BILL SBAGLI.. MA PERCHè QUELLO A SBAGLIARE SONO SEMPRE IO? PERCHè ANCHE TU E HERMANN NON COMMETTETE SBAGLI? VOI PENSATE SOLO A DIVERTIRVI...ECCO!! ECCO! IL VOSTRO SBAGLIO!! VOI VI DIVERTITE MENTRE IO PENSO AL BENE DELLA NAZIONE!! PENSATE FORSE CHE LAS STORIA SI RICORDERà DI QUELLI COME VOI O COME ME?". "Bill.. tu sai,io sono tuo amico... non so se lo stesso vale anche per te, ti sono accanto,ti sono sempre stato vicino, ma voglio che tu sappia che se le cose stanno così tu non avrai più ne un esercito ne un suo capo.. questo è uno sbaglio,lo so,tu hai bisogno di tutto questo adesso più che mai,ma prima devi riflettere su quello che stai faccendo,e su come lo stai faccendo". Ernst scatta di nuovo nel saluto, esce dalla stanza senza più dire una parola,richiama a fatica i soldati all'ordine, la festa è finita,indossano i lunghi giubbetti verdi controvoglia Hermann chiede spiegazioni "Bill ha bisogno di riflettere su alcune cose,Hermann io e te dobbiamo farci da parte per un pò". Bill è perso, esce dalla stanza, la sala è vuota e a soqquadro,prende posto silenziosamente in una panchina,davanti a se c'è un calice di birra mezzo svuotato e un piatto con delle verdure e della carne grigliata Prende una forchetta,assaggia un ezzo di carne, beve un sorso di birra. é questo il banchetto di nozze con la Germania?

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** L'Opera di Berlino ***


L'Opera di Berlino,uno dei tetri più prestigiosi di tutta la Germania se non quello più esclusivo. Kelsie è all'ingresso,con lei c'è un uomo. Lui è bello, è attraente, i capelli biondi corti sono accuratamente pettinati sotto il cappello a visiera nero, altrettanto lo è il vestito che indossa l'unico contrasto è dato dalla camicia bianca di cotone sotto la giacca e dagli occhi, azzurri e gelidi come il ghiaccio. Cosa ci fa Kelsie con un uomo? Dov'è Bill? Lui non la lascerebbe mai da sola con un altro.. a mala pena è libera di uscire in giardino.... Infatti,come la maggior parte dei casi,l'apparenza inganna. Quella è una guardia di Kelsie..regalo dello zio. "Bella serata.. non trova, signor Heidrych?" "passabile..direi" il tono asciutto e l'espressione seria le lasciarono intendere che sarebbe stato alquanto impegnativo iniziare un dialogo con quell'uomo. La sala era enorme,al centro troneggiavano ben venticinque candelabbri d'oro e le poltrone erano rivestite di tessuto color porpora. Si sedettero. Non passò molto che Kelsie iniziò ad annoiarsi,d'altro canto attorno a lei non c'erano altro che vecchie scimmie rimbambite e non ragazzi della sua età..apparte quel Heidrych... "Va spesso lei a teatro?" "non molto,mi annoia" "però,ci è venuto questa sera..." Kelsie spalanca gli occhi alla malizia, Heidrych la guarda.. "signorina Kelsie, primo: sono qui per ordine di vostro zio e non perchè mi piaccia stare con voi, secondo: se questo è un tentarivo di attaccare bottone con me è cascata male, terzo:vostro zio mi ha incaricato di riferire ogni esatta cosa che accadrà o che è accaduta qui questa sera.. e non credo che sarebbe contento di sapere il comportamento.. < aperto > che ha sua nipote..". Quello era davvero troppo, il viso esangue di Kelsie divenne color papavero, non solo era stata offesa ma ogni sua cosa era controllata..ogni suo movimento,piccolo gesto annotato e poi riferito a suo zio e poi considerare il fatto che voleva solo parlare come una specie di flirt?? "Ma come si permette signor Heidrych..come come osa,mai non sono stata così.." "si sieda" Kelsie assunse un'espressione indignata " se crede davvero che adesso io accetti le sue scuse fraintende!" "credo che qui quella che fraintende sia lei.." "come prego?" "le ho detto di sedersi perchè..sta iniziando lo spettacolo". Kelsie rimase in piedi per qualche secondo,che figura aveva fatto, si sedette anzi s'afflosciò completamente nella poltrona e non parlò più fino alla fine dello spettacolo. Era circa mezzanotte quando uscirono dall'Opera, Heidrych le aprì la porta della macchina,lei salì,non una sola parola, lui prese posto al volante. "La porto a casa,è molto tardi" "io devo ancora mangiare" "a casa mangerà quello che le farà più piacere" "Herr Heidrych, io ho fame adesso! E non ho alcuna intenzione di andare a casa a mangiare,ma a ristorante". Heidrych fermò la macchina, "Mi scusi signorina, non so lei come era abituata con l'autista precedente ma..." "NON PARLATE DI EMILE, CHE NON MI SI PARLI DI LUI" gli occhi di lei si riempirono di lacrime,improvvisamente, Emile.. dov'era il suo Emile? Dov'era l'amore che ormai aveva perduto, perduto per colpa di suo zio. "Posso chiederle cosa non va?" Kelsie esitò,ma il bruciore che aveva dentro di se era troppo forte per essere tenuto ancora dentro per altro tempo. Si confidò con Heidrych, non seppe perchè lo fece,ma dopo si sentì subito meglio. Fu allora che lui fece una cosa che la sorprese più di tutto il suo comportamento, avvicinò le sue labbra a quelle di lei,la baciò. Kelsie si lasciò trascinare dal profumo di pino silvestre che Heidrych emanava,si lasciò avvolgere in una spirale di passione,diversa da quella in cui suo zio la portava. E mentre lei è là con Heidrych Bill è nel suo ufficio "Dov'è Kelsie?" si domanda "Dov'è Kelsie?".

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** "Non ho più nulla" ***


Bill è seduto ai piedi del letto nella sua camera,le lacrime gli rigano il viso. "é tutto perduto" pensa, d'altronde come poteva dargli torto?. Alla festa d'anniversario del puscht aveva litigato con Ernst insultando lui stesso e i suoi soldati,aveva licenziato Emile perchè voleva sposare Kelsie..la sua Kelsie,quest'ultima non gli parlava di nuovo da quella sera dell'Opera.... Kelsie era rientrata molto molto tardi da quella serata,erano circa le due e mezzo. Heidrych le aveva aperto la porta,l'unico gesto gentile che fece,stranamente era tornato freddo come all'inizio della serata come se in macchina non fosse accaduto nulla. "Grazie" sussurrò lei, lui rispose con un cenno di capo. Non aveva fatto in tempo a fare un passo che le luci si accesero,davanti a lei c'era suo zio seduto in una poltrona. "Dove sei stata?" la voce tagliente che non accetta repliche, "a..all'opera zio Bill,mi ci hai mandato tu" "l'opera è finita già da tempo, ti ripeterò la domanda e questa volta esigo una risposta:dove sei stata?" Kelsie abbassa lo sguardo "avevo fame....Heidrych mi ha portato a mangiare". Bill sembra confuso per un momento,guarda Heidrych lui è impassibile "l'ha portata a mangiare Herr Heidrych?" " Si Herr cancelliere,lei mi aveva raccomandato di eseguire ogni...richiesta di sua nipote" "ogni? sicuro?" si guardano, un silenzio strano scende, "si..". "Può andare" Heidrych esce,la porta si chiude, Kelsie sta ancora fissando il pavimento,Bill fissa lei "a mangiare?" "zio..lascia che.." "NO NON VOGLIO SENTIRE ALCUNA SPIEGAZIONE! CREDI CHE IO SIA COSì STUPIDO? TU VUOI FARMI CREDERE CHE HAI MANGIATO A QUEST'ORA? ALLE DUE E MEZZO DI MATTINA? E..SENTIAMO.. QUANTI RISTORANTI SONO APERTI A QUEST'ORA? IO NON NE HO MAI TROVATO NESSUNO!!!" "LO VEDI ZIO? TU NON CAPISCI NIENTE DI ME! NON MI HAI MAI CAPITA!! TU CREDI CHE IO SIA..SIA UN OGGETTO CHE TU PUOI MANIPOLARE COME E QUANDO VUOI MA NON è COSì!! SONO UNA PERSONA,UNA PERSONA COME TUTTE LE ALTRE!! HO DEI SENTIMENTI,HO APPENA VENTITRè ANNI MENTRE TU NE HAI TRENTATRE!HO LA MIA VITA CAPISCI??? NON SONO PIù LA RAGAZZINA DI DICIASETTE ANNI CHE CREDE CHE IL MONDO SIA TUTTO ROSA E FIORI! E LO CREDEREI ANCORA SE NON VIVESSI CON TE!! TU MI HAI FATTO CONOSCERE IL LATO OSCURO DEL MONDO!!! ADESSO SONO MAGGIORENNE, POSSO DECIDERE IO COSA FARE O NON FARE!! E IO NON VOGLIO ESSERE ALLA TUA MERCè!!". Di solito quell'effetto lo provocava Bill nelle sue sfuriate,ma quella volta fu l'esatto contrario, rimase senza fiato come se gli avessero lanciato adosso una bacinella con l'acqua fredda,quasi non riusciva a respirare. "Vai..subito..in..camera..tua" "non serve che mi ci mandi tu,ci vado benissimo da sola!!",una volta in camera Kelsie aveva pianto. Propio come Bill sta faccendo ora, il suo corpo e scosso da piccoli sussulti. L'unica persona che gli era rimasta era stata Hermann,ma nemmeno lui durò a lungo. Era un giorno come altri,Bill si trovava nel suo ufficio, "avanti" entra Hermann. "Hermann,non mi aspettavo questa visita.." mentre parlava Bill finiva di scrivere delle scartofie,da quando era cancelliere non facceva altro che quello, "Bill ho urgente bisogno di parlare" "si..si..parla" "vorrei che mi guardassi mentre parlo". Bill alza lo sguardo "dimmi Hermann" " Bill lo sai che sono tuo amico, e fino adesso ti sono stato vicino ma.." "ma Hermann? Cosa?". "Bill,cosa ti sta accadendo? Hai litigato con Emile hai litigato con Ernst,nemmeno tua nipote ti rivolge più la parola quasi. Praticamente ti sono rimasto io e non puoi affidare a me le cariche di Emile e Ernst,ho anche io i miei impegni; fare l'autista può sembrare facile ma per uno che non ha mai guidato come me non credo propio e figuriamoci dirigere un esercito di uomini fedeli a Ernst che non ne vogliono sapere di me e per di più irregolari e brutali.. è un suicidio..", Bill si passa una mano sugli occhi con un gesto stanco "vai al dunque Hermann..". "Bill..Ernst e Emile devono tornare" "non credo propio" "Bill.." "NO HERMANN NO! NON VOGLIO SENTIRE NE MA NE SE E NEMMENO BILL! SE ANCORA NON LO HAI CAPITO QUI ADESSO,COMANDO IO! IO!". Hermann scuote il capo," Bill..non ti sei mai chiesto come hai fatto a diventare cancelliere?" "era nel mio destino,La Germania finalmente mi ha riconosciuto". Hermann si toglie dal petto la medaglia del partito nazionalsocialista di Bill,l'appoggia nella sua scrivania, "Hermann cosa significa?" "rifletti Bill! E quando avrai preso una decisione fammi sapere ma nel frattempo..addio" esce dallo studio. A Bill gli sfugge un singhiozzo, è un uomo finito solo. Non ha più nessuno,non vuole nessuno non vuole Emile Hermann Ernst e Kelsie,eppure ha bisogno di loro. Ha bisogno di Ernst e del suo esercito perchè senza solo è indifeso come un agnellino e senza loro non può creare quell'alone di timore attorno a lui. Ha bisogno di Hermann per la sua collaborazione,per le sue idee per i suoi piani la sua organizzazione,era il consigliere più adatto. Ha bisogno di Emile,perchè è stato l'unico vero amico che ha avuto che si preoccupava per lui e gli era stato sempre vicino,nel bello e nel brutto tempo,nei momenti sereni e in quelli bui,non lo aveva mai abbandonato e lo aveva sempre sopportato anche durante le sue numerose sfogate...perchè,in fondo gli voleva bene. Ha bisogno di Kelsie perchè,per quanto uno sia forte,ha sempre bisogno di amore. Ma adesso? Forse non era troppo tardi.. "troppo tardi" mormora, " non ho più nulla",si sdraia vestito nel letto, gli girava la testa dal troppo piangere,l'indomani sarebbe stata una giornata impegnativa. Chiude gli occhi, in fondo, come disse sua madre una volta, domani sarebbe stato un altro giorno.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** In pubblico ***


Bill si allarga il colletto della camicia,fa caldo sotto quel tendone. Il presidente è seduto alla sua destra mentre il segretario di quest'ultimo è alla sua sinistra, insomma.. non ha alcuna via di scampo.... "é propio una bella giornata,non trovate?" "..si,be..da qua non saprei" "suvvia cancelliere non siate così agitato in fondo dovete fare un semplice discorso davanti a solo tutta la nazione..niente di più facile". "Niente di più facile per te vecchio pachiderma" pensò Bill lievemente nervoso, in quella giornata di commemorava il giorno della fine della guerra, e forse anche della repubblica,ma per quest'ultima dovevano ancora passare diversi mesi. Naturalmente vi dovevano essere presenti tutti,dai cittadini ai più importanti organi del governo e,neanche a dirlo, come poteva mancare il nuovo cancelliere; in fondo il motivo per cui la maggior parte della gente era venuta era apposta per vedere lui,ancora non lo conoscevano e poi dopo la giornata della nomina..... Al momento della nomina Bill si era inginocchiato,come del resto doveva fare e fu in quel momento che sentì come una specie di strappo, che cos'era stato? Nessuno ci aveva badato e il presidente stava già leggendo il discorso di giuramento eppure lui non riusciva propio a capire da dove poteva essere venuto, e pure non se lo era immaginato! Era propio un rumore di strappo come quando si strappavano dei vestiti!! Si! Il rumore era esattamente quello!!! Fu allora che a Bill gli venne un sospetto, il vestito che aveva appena "preso" non era decisamente della sua taglia,in realtà gli stava abbastanza attillato. Cercò di controllare dove si potevano essere strappati ma.. nella camicia niente,nelle ginocchia,nei gomiti nulla!! Allora gl'insorse allora un nuovo dubbio... gli si erano strappati i pantaloni... "....giuri?" "come presidente?" "lo giuri davanti alla nazione?" "si..si" "si alzi" "come?". Bill si sistema la frangia,non manca molto all'inizio del discorso, sinceramente non si sarebbe potuto dire se era più nervoso Bill o il presidente.. che cosa gli avrebbe riservato quel giovane?? Quali erano le sue idee? Ecco,è arrivato,è il suo momento, sale nel palco,guarda la gente, quasi gli manca il fiato si sente svenire, si avvicina al microfono improvvisamente gli manca la voce e si sente la gola secca "popolo..tedesco" gli è impedito di continuare perchè la gente è esplosa in urla eccitate. Adesso non ha più paura.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** "Bisogna fare qualcosa" ***


Qualcuno bussò alla porta, la domestica andò ad aprire, si chiese corruciata chi poteva essere, non aspettava visite soprattutto quando il signorino era fuori casa. Aprì la porta, davanti a lei c'erano Ernst Hermann e Emile "i signori desiderano?" "dobbiamo entrare" "temo sia impossibile, il signorino Bill nom è in casa,penso che voi lo sappiate e penso che sappiate anche che il SIGNORINO non desidera la vostra presenza" "si ma adesso il SIGNORINO non è presente in casa" "signori.. con tutto rispetto....". La donna stava per chiudere la porta "no,vi prego guardi,sono con me" "ma..signorina Kelsie!! Cosa ci fa lei..ma non era in camera sua?" "c'è anche il signor Heidrych". La domestica li lasciò passare,controvoglia, entrarono praticamente quasi correndo, "Dov'è che la tiene tuo zio?" "ne ha una nello suo studio,ne sono più che sicura". Lo studio era poco distante dalla porta d'ingresso ma la strada sembrava non terminare mai,entrarono nell'ufficio. Emile rimase un pò fermo sulla soglia.. quanto tempo che era passato,lo sguardo indugiò per un attimo sulla frusta appesa alla parete,si..era passato propio del tempo,soltanto ieri gli sembrava di averlo conosciuto.... Hermann stava sintonizzando la radio che stava sopra un comodino dall'altra parte della stanza, "accidenti! Quale sarà il canale" Ernst appoggiato alla parete affianco a lui disse "prova di nuovo" "ecco.... si è questo! Riconosco la voce del presidente! Fra poco dovrebbe toccare a lui!". Il discorso del presidente durò poco, più che un discorso era una specie di presentazione per Bill,subito dopo toccò a lui,inizialmente ci fu un lungo silenzio tanto che a un certo punto Hermann pensò che forse avevano perduto il segnale o che la radio avesse qualche problema. Ecco,la voce acuta di Bill,il discorso durò circa quarantacinque minuti,più che altro perchè ogni due parole la gente esplodeva in grida eccitate, era un discorso vuoto senza alcun senso, diceva che la guerra non era finita che si stava ancora combattendo una guerra interna e che la nazione doveva stare unita. Una volta che fu terminato il discorso spensero la radio, calò il silenzio, Emile nel frattempo si stava domandando "chi è quell'uomo?" e guardava Heidrych, da quando in qua Kelsie aveva fatto amicizia con una delle guardie che suo zio le aveva messo davanti alla porta di casa perchè non uscisse? E soprattutto perchè mettere delle guardie?. Emile guardava corruciato il profilo di Heidrych, quest'ultimo era impassibile come sempre. Kelsie fece un sorrisetto, aveva raggiunto lo scopo desiderato; a Kelsie dello zio non gliene poteva importare di meno,per lei lui era come morto però..quella era l'occasione di far incontrare Emile e Heidrych.... sperava di far ingelosire Emile ma in qualche modo di far suscitre qualche reazione in Heidrych..e ci stava propio riuscendo. "Qui la situazione è grave,molto" "che cosa si può fare? In questo periodo lui non è più se stesso" "appunto! Per questo dobbiamo aiutarlo" "ma se lui farà sempre così non riusciremo ma...". La porta si aprì in quel momento, davanti a loro apparve Bill, tutti rimasero bloccati sia per la sorpresa sia per lo spavento. Gli occhi di Bill passarono su ogni persona presente nella stanza "cosa...voi....qui.." era talmente infuriato che non riusciva a formulare nemmeno una parola,stranamente il volto che di solito quando s'infuriava diventava rosso in quel momento impallidiva sempre di più. "Bill.." "NO,NO IO NON VOGLIO SENTIRE NEMMENO UNA PAROLA! NON VOGLIO SAPERE NE PERCHè NE COME AVETE FATTO A ENTARE QUI IO.. VI VOGLIO SOLO FUORI DI QUI... USCITE.." "Bill noi..abbiamo sentito il tuo discorso alla radio... tu.. tu non ti rendi conto di quello che dicevi " "HERMANN,ERNST ANDATE VIA NON M INTERESSA NIENTE! NIENTE". Il suo sguardo passò a Emile,i due si guardarono,non una parola..da quella volta non si erano più rivisti. Lui non aspettò una sola parola,si alzò e uscì dalla porta, per uscire passò vicino a Bill,quasi lo sfiorò,lui rimase impassibile con lo sguardo puntato sulla parete di fronte a lui. Emile indugiò un attimo,voleva dire qualosa,Bill voleva che dicesse qualcosa, si limitò a scuotere la testa,dopo di lui uscì Kelsie,rivolse allo zio uno sguardo di sdegno, infine uscì Heidrych con un cenno di rispetto a Bill. laporta si richiuse,le gambe di Bill cedettero,si trovò in ginocchio con le lacrime che bagnavano il tappeto,il corpo scosso da fremiti continui. si sentiva male,andò in bagno,tornò nell'ufficio solo dopo aver vomitato tutto quello che aveva mangiato. Era finito, tutto era finito,se prima aveva ancora una briciola di speranza che forse i rapporti con loro si potevano riallacciare adesso sapeva che non c'era più nulla. Pensò che vederli uscire da quella porta era come vederli uscire dalla sua vita ma,quella volta,si sbagliva.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Heidrych ***


Era una giornata afosa di giugno che si sarebbe potuta trascorrere piacevolmente all'aperto. Nonostante ciò Heidrych se ne stava seduto nella cucina della villa di Bill,nella quale lui vi viveva da quando aveva iniziato a prestare servizio al giovane cancelliere. Ma chi è che era Heidrych? Henrych Albert Frank,questo era il suo vero nome,ma preferiva essere chiamato da tutti Heidrych. Era nato in un paesino,tanto piccolo quanto povero,poco lontano da Leonding,in Austria. Sua madre era morta dandolo alla luce,fu allevato dagli zii perchè suo padre non voleva avere niente a che fare con lui,già il lavoro gli creava abbastanza problemi,avere un figlio sarebbe stato solo un peso in più. Così il piccolo trascorse i primi quindici anni della sua vita a Vienna,gli zii non gli fecero mai mancare nulla e gli vollero sempre bene come se fosse stato veramente il loro bambino ma,nonostante ciò Heidrych si mostrò sempre schivo e diffidente nei loro confronti,non solo,ma anche di tutti gli estranei ed anche di tutti i bambini del quartiere. E come dargli torto? Come poteva fidarsi di qualsiasi persona se propio uno dei suoi genitori lo aveva abbandonato "non ci si può fidare di nessuno,nemmeno del propio padre" sono parole tristi,ma ancora più tristi se sentite dire da un bambino di dieci anni. Così Heidrych crescette,come unica sua compagna ebbe la solitudine; allo scoppio della guerra voleva arruolarsi al fronte,ma gli fu subito negato dagli zii,non potevano perdere il loro unico nipote. Il giovane si vide così costretto a fuggir di nascosco una notte ma poi,una volta al fronte venne rispedito indietro poichè era minorenne; Heidrych soffrì per questo,ogni giorno vedeva passare davanti alla finestra della casa soldati che marciavano pronti per combattere,quanto avrebbe voluto poter uscire e unirsi a loro.... soffrì ancora di più quando seppe che la Germania aveva perso la guerra "non prenderla come un fatto personale,questa guerra era persa fin dall'inizio,non avrebbe cambiato nulla se ci fossi stato anchr tu,anzi,si è risparmiato un altro innocente" "zio,tu non puoi capire,anche se la guerra sarebbe stata persa comunque...come puoi voltare le spalle alla nazione nel momento in cui ne ha bisogno? Mi vergogno io per te,per le tue parole". Alla morte dello zio partì per Monaco e li fece il servizio militare e fu lì che conobbe Bill... Heidrych era stato appena assunto nel carcere di Monaco,il giono stesso in cui iniziò a lavorare li gli venne assegnato un compito importante..... "Soldato Frank.." "Scusi,Herr Capitano,preferirei che mi chiamasse Heidrych" "non m'interrompa mentre parlo,se non se ne è reso conto qui a comandare sono io,sono stato abbastanza chiaro?" "si,herr capitano" "la assegnerò alla supervisione del caporale Fritz,insieme dovrete fare la guardia a due prigionieri,dovrebbero arrivare fra poche ore". "Chi sono questi prigionieri?" domandò Heidrych al caporale Fritz una volta fuori dall'ufficio,"oh,nulla di che...due rivoluzionari,hanno fatto un colpo di stato e ora ne pagano le conseguenze...strano che tu non ne abbia sentito parlare" "forse,un accenno..sono pericolosi" "uhm.. non mi è mai capitato di dover badare a degli insorgitori..è una novità per me quanto per te". Bill e emile arrivarono qualche ora più tardi,Heidrych fu letteralmente preso dalla figura di bill; "non farci caso" gli suggerì il caporale quella sera stessa ma il giovane ogni volta che incrociava quegli occhi metallici non riusciva a reprimere un brivido "ha visto i suoi occhi caporale? sembrano quelli di un lupo..e quando ti guarda..sembra sembra quasi che ti voglia saltare adosso e sbranare.Non è umano è animale" a quelle parole il caporale era scoppiato a ridere, "suvvia,in fondo.. che pazzo sarebbe uno se non ne ha l'aspetto?" "io rimango della mia idea,non è umano." Ben presto però,Heidrych fu catturato dalle parole che sentiva sempre ripetere da Bill,tutti quei discorsi sul colpo di stato,su la reppubblica cadente,se lui fosse al governo tutto sarebbe diverso...... Heidrych era come un agnellino indifeso mentre Bill era il lupo, e si sa che fine fa l'agnellino quando si trova davanti al lupo. Heidrych venne contaminato dal suo "morso" i pensieri,le idee di Bill divvennero i suoi pensieri e le sue idee, il caporale Fritz notò questo cambiamento radicale nel ragazzo. Quando bill venne rilasciato Heidrych si fece licenziare, adesso avrebbe seguito Bill,soltanto lui; prima di uscire per sempre da quel carcere il caporale Fritz lo prese in disparte "non andare con lui" "come?" "non seguirlo! Heidrych sei nella strada sbagliata,non puoi dare ascolto a quelle farneticazioni" il caporale lo teneva stretto saldamente al braccio destro; "quelle farneticazioni..come dice lei.. sono la verità" si divincolò dalla stretta e corse giù dalle scale fino in giardino. "Heidrych!" sentì la voce del caporale che lo chiamava,si voltò "morirai" furono quelle le ultime parole che gli disse,sembravano una specie di maledizione. In un primo momento si trovò a considerare quelle parole.... ma adesso lui era un uomo,e anche molto attraente decisamente,e quelle parole gli sembravano sciocche e insignificanti. "Signor Heidrych,ma non va fuori?" "no,non mi piacciono molto le giornate solari..preferisco i giorni di pioggia". FLASCHBACK!!!! 1942,Piove per le strade di Praga,sono tutte deserte,in un angolo è abbandonata una macchina,una delle quattro ruote è bucata da alcuni proiettili,poco distante giace un uomo, perde sangue,è ferito a una gamba. Subito gli prestano soccorso,alcuni lo caricano in una barella mentre un altro telefona,probabilmente al quartier generale "pronto?" si avverte una voce maschile dall'altra parte del telefono "mandate subito rinforzi,Herr Heidrych è stato ferito,gli hanno fatto un agguato!!" RITORNO AL PRESENTE: Heidrych guarda fuori dalla finestra, in giardino c'è Kelsie che gioca con alcune farfalle e raccoglie dei fiori,lui sente un tuffo al cuore,non gli era mai capitato,che cosa potrà significare?.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** un brutto giorno ***


Kelsie era sdraiata sul grande divano nel soggiorno, sfogliava annoiata una rivista di moda,c'erano molti articoli che la interessavano probabilmente avrebbe chiesto a suo zio di comprarli. Adesso era tornata a essere affettuosa con lui,Kelsie era così umorabile e volubile che a volte non si riusciva a capire come bisognava comportarsi con lei. Bill in quel momento entrò nella stanza,nella mano destra reggeva una valigia e un impermeabile, "dove vai zio?" "parto per alcuni giorni" Kelsie corrucciò la fronte "parti per qualche giorno?" "affari di politica" "ah..la politica..che cosa noiosa,e tu preferisci andare in giro che stare qui con me",Bill la baciò con delicatezza nella fronte, "non essere sciocca,sai benissimo che rimarrei se potessi ma devo propio andare" detto questo uscì senza aggiungere altro. Kelsie uscì fuori in balcone,agitò una mano in segno di saluto,Bill fece altrettanto...non poteva immaginare che quella sarebbe stata l'ultima volta che.... Kelsie rientrò in casa,che cosa avrebbe potuto fare? Non aveva amiche,la sua unica migliore amica era ammalata e,senza macchina e senza permesso,non poteva andare in alcun modo a trovarla. Era praticamente da sola. Prese la cornetta del telefono,chiamò prima Hermann poi Ernst ma nessuno dei due rispose..probabilmente dovevano essere a chissà quale importante riunione politica...la politica, quanto la odiava.. Heidrych quel giorno era anche lui ad una riunione,adesso suo zio lo aveva nominato capo delle sue squadre di difesa; Bill stravedeva per Heidrych,in lui vedeva riflesso l'immagine del perfetto tedesco. Era indecisa sul dafarsi,se non avrebbe risposto significava che era davvero impegnato e se invece avrebbe risposto che cosa gli avrebbe detto? Però... moriva dalla voglia di vedere che reazione avrebbe avuto. Compose il numero,il telefono squillò..una..due..tre volte,qualcuno rispose. "Pronto,qui quartier generale,chi parla" "pronto,buongiorno, parlo con il signor Heidrych?" "no,mi dispiace ma qui non c'è nessun Heidrych" "No..mi scusi..intendevo Henrych Albert Franz... solo che lui preferisce essere chiamato Heidrych" "aaah, Herr Franz? Spiacente ma adesso è in riunione e non vuole essere disturbato". "Mi scusi ma io gli devo parlare adesso" "è per caso la sua ragazza?" "ma..io..come..be..si,in un certo senso" "spiacente lo stesso ma non può essere interpellato" "guardi che sono la nipote del cancelliere.. pronto?..pronto??". Aveva riattaccato,era stato propio maleducato ma Kelsie non era tipo da arrendersi alla prima difficoltà,tutt'altro le sfide la intrigavano,ricompose il numero una seconda volta; rispose lo stesso uomo "Pronto,qui è il quar.." "mi faccia parlare con Herr Heidrych!!" "ancora lei? glielo ho già detto signorina! Herr Franz.. o Heidrych come dice lei è impegnato" "mi faccia parlare lo stesso" ci fu un lungo silenzio "PRONTO!" "perchè strilla?" "pensavo che avesse riattacato" "ne sarei tentato..aspetti in linea,vedrò cosa posso fare". Kelsie aspettò per vari minuti "pronto?" quando sentì la sua voce al telefono avvertì il suo cuore palpitare,adesso sapeva esattamente quello che provava per lui e quello che gli doveva dire "Heidrych!" "signorina Kelsie?" "Heidrych! Oh Heidrych! Io..io l'amo,l'amo con tutto il mio cuore non ho mai smesso di pensarla da quella notte dell'opera!" disse quelle parole tutte d'un fiato,non sentì più nulla, forse non aveva capito quello che aveva detto... "Signorina Kelsie,non mi sembra che questo messaggio fosse davvero così importante da essere riferito in questo momento senza contare il fatto che sono stato interrotto nel mezzo di una riunione così importante e non credo che lei possa immaginare l'imbarazzo quando sono stato avvertito davanti a un centinaio di ufficiali che la mia ragazza era al telefono che voleva parlare assolutamente con me. E poi considerando il fatto che io la ragazza l'ho già mi sembra grave il fatto che lei,per un attimo di confidenza,lo abbia frainteso per qualcosa in più. Infine ritengo opportuno precisare che quella sera ho soltanto eseguito gli ordini di vostro zio,ora,se non le dispiace devo andare." Heidrych riattaccò senza aspettare risposta,non pensava veramente quelle cose,ma già era nervoso per la riunione in sè e quella chiamata era stato il colpo finale ai suoi poveri nervi. Kelsie abbassò lentamente la cornetta,il volto rigato dalle lacrime,adesso quella giornata non le sembrava più così bella; corse di sopra nell'ufficio dello zio,frugò in uno degli impermeabili,qualcosa cadde dalla tasca,una lettera. Kelsie la raccolse,l'aprì,non era una lettere di quelle solite che gli inviavano dal governo..era una lettera da parte di una donna. "caro bill,so che mi hai detto che è meglio non inviarti nessuna lettera,che è rischioso come mi hai detto tu,anche se non capisco molto il perchè ma,se lo dici tu..ti credo. Non potevo non ringraziarti per gli ultimi biglietti che mi hai regalato per il teatro,è stata una serata bellissima mi sono davvero divertita con te, e il seguito è stato anche meglio. Non vedo l'ora che arrivino questi tre gioni che passeremo finalmente insieme,lo so che è poco tempo,forse sono io che pretendo troppo... ma non posso non contare il tempo che ci separa. Tua,Eva". La lettera cadde dalle mani di Kelsie..quello era davvero troppo,era stata presa in giro da tutto e da tutti.. Heidrych si era preso gioco di lei Bill si stava prendendo gioco di lei..della sua obbedienza..che anche Emile l'avesse presa in giro?. Come poteva essere stata così cieca da non vedere come stvano le cose?. Per tutti lei non era una persona ma un oggetto..da usare e gettare quando si vuole. Prende la pistola dello zio,corre in camera sua,scrive una lettera,una lettera d'addio. Poi,si punta la pistola alla tempia,una lacrima le riga la guancia,può una persona avere una vita cos'breve? Una persona no..ma un oggetto forse si.. Preme il grilletto,il colpo parte,adesso è libera.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** I Funerali ***


Le campane suonano,il loro cupo eco si propaga per tutta Monaco. La piccola cappella era tutta affollata di gente,tutta vestita di nero. Nei primi banchi sono presenti anche il Presidente e altri importanti organi dello stato e poi c'è lui..Bill. é vestito come tutti gli altri in nero,dalla camicia alle scarpe,dalla giacca ai pantaloni,tutto nero;l'unico contrasto era dato dagli occhi azzurro cielo e dal viso..bianchissimo. Bill era perso,non ci credeva non ci voleva credere,tutto gli appariva così offuscato così irreale,non riusciva nemmeno ad alzare il capo perchè la sola vista di quella bara lo faceva stare maggiormente male. Come poteva,come poteva essere che sua nipote..la sua Kelsie che fino al giorno prima era in casa ad aspettarlo adesso era chiusa per sempre in quella bara così piccola?. Se chiude gli occhi riesce ancora a vederla come era prima della sua partenza,sdraiata sul divano che leggeva una rivista di moda,una mano appoggiata alla guancia l'altra che girava le pagine. I ciuffi della frangia nera gli continuavano a cadere negli occhi,ma lei da quanto concentrata che era non ci faceva caso..e i suoi occhi...i suoi occhi si illuminavano ogni qual volta che vedeva un vestito che gli piaceva..e il suo profumo...Bill gli sembra ancora di sentirlo. Ma è pura illusione,Kelsie non c'è più ormai,è uscita dalla sua vita come vi ci era entrata,di colpo inaspettatamente. Nel banco alla sua sinistra sono presenti anche Hermann e Ernst,Bill non gli ha visti ma loro sono là,dopo gli dovranno parlare anzi,gli devono parlare. Dietro c'è anche Heidrych,non si da pace,sa che la colpa è sua tutta sua..se solo non le avesse detto quelle parole.. se solo avesse saputo quello che sarebbe successo non l'avrebbe mai fatto,ma ora era troppo tardi. Vicino a lui c'è una ragazza più giovane di lui,dai capelli ricci e rossi,i tratti del suo viso sono molto simili a quelli di Heidrych,è sua sorella;lo prende per mano. In fondo alla chiesa dietro a una colonna c'è Emile,non ha coraggio di avvicinarsi,non ha coraggio di alzare gli occhi non ha nemmeno il coraggio di piangere,in quel momento però si sente più vicno a Bill di quanto non lo sia mai stato. Dopo il funerale si sono spostati nel cimitero vicino, due soldati di Ernst stanno gettando terra dentro la buca dove vi è posta la bara,Bill è li davanti impassibile, tutti quando gli passano davanti non riescono a dargli altro che una pacca sulla schiena,nemmeno il presidente non sa cosa fare "coraggio ragazzo,la vita va avanti lo stesso" furono le uniche parole che riuscì a dire,Bill non rispose non aprì nemmeno bocca non ci provò nemmeno a rispondere.. non sentì nemmeno le parola del Presidente. Heidrych era poco distante,sua sorella era a suo fianco, Lui abbassò ancora di più la visiera del capello tanto quanto serviva che non si vedesse che piangeva,sua sorella lo abbracciò "non abbandonarmi anche tu,ti prego" le sussurrò all'orecchio piangendo,la teneva stretta quasi avesse paura che si poteva dissolvere nel nulla da un momento all'altro. "Bill...",nessuna risposta,"bill.." lui si voltò davanti a lui c'erano Hermann e Ernst e poi..c'era anche Emile. Bill avvanzò fino a quest'ultimo,adesso erano uno adavnti all'altro e si guardavano negli occhi,gli occhi azzurri di Bill perforavano quelli di Emile,era da tempo chw non si guardavano più in quel modo. A Bill non gliene importava se il vento gli scompigliava la frangia e a Emile non gliene importava del freddo,non lo sentiva più ormai. All'improvviso,Bill abbracciò Emile e finalmente iniziò a piangere,Emile fece lo stesso, quel silenzio..quell'abbraccio..quel pianto erano valsi più di qualsiasi altra parola,a volte i gesti sono più significativi di qualsiasi linguaggio. "Questa è stata veramente una disgrazia" "Hermann..per favore.." "Emile,dobbiamo affrontare l'argomento, non si può evitare.." "ma non ora Hermann", era sera ed erano a casa di Bill,Hermann Ernst e Emile erano seduti nelle poltrone vicino al camino acceso,Heidrych invece se ne stava in disparte in un angolo buio della stanza,quasi volesse evitare qualsiasi contatto con il calore delle fiamme. "Se non si riprenderà in fretta,ne pagherà le conseguenze la sua immagine.... se non vorrà più tenere discorsi o si mostrerà in qualsiasi modo debole in pubblico gli altri ne approffiteranno di questo,e potrebbero toglierli il posto da cancelliere" "ma chi gli vorebbe fare questo?" "tutti quelli che lo odiano" "andiamo...non c'è nessuno che.." "che lo odia? Ne saresti sorpreso nel vedere quante persone" interruppero i discorsi perchè era arrivato Bill. Lui prese posto nella poltrona più vicina al fuoco,nessuno parlò aspettarono che fosse lui a parlare "Hermann.. se desidera da questo momento è di nuovo il mio segretario.. ho conservato la spilla del partito che quel giorno mi ha dato...Ernst la stessa cosa vale per lei il suo esercito è il bentornato al mio servizio.... Heidrych lei è il capo delle mie squadre di difesa.si Ernst ho creato un esercito alternativo le tue sono le squadre d'assalto. Emile..sarai di nuovo il mio autista,potrai stare qui come Heidrych.. Ernst,Hermann..se volete fermarvi qui sta notte le camere non mancano..." "..cancelliere,lei.." "non essere sciocco Hermann,chiamami Bill e dammi del tu..lo hai sempre fatto..." "credo di parlare in nome di tutti quando dico:accetto". Bill gli guardò,uno a uno,avrebbe voluto sorridergli ma non ci riuscì,tornò a guardare le fiamme..per un attimo gli sembrò di vedere riflesso in esse la testa di un grosso lupo che lo fissava con quegli occhi rossi..ma fu questione di secondi nemmeno... Bill scosse la testa,forse stava impazzendo,era stata anche quella una illusione,si....o forse no?

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Magda Quartz ***


Dov'è Kelsie? é sepolta,nella terra...è sabbia,vetro. Guardatelo,dopo nemmeno cinque giorni dalla morte di sua nipote,per la quale la notte piange,è contento. Bill è nel salotto di un albergo,molto lussuoso,con lui ci sono Emile e Heidrych e..una donna. Non è bella,è bellissima,i capelli accuratamente acconciati le ricadono ondulati e biondi lungo il collo vezzoso bianco,sembrano mandare scintille di luce propia se indirizzati verso la luce del sole. Indossa un cappello,le piace fare la timida nascondendo il viso con esso ogni qualvolta che Bill le rivolge un complimento. Emana un profumo dolciastro da garofano, provoca della nausea ad Heidrych ,non si sente per niente bene Emile invece ne è intontito..è troppo forte. Quel profumo fa impazzire Bill,quella donna fa impazzire Bill...ma chi è?. Non è la donna di cui Kelsie ha letto la lettera,non è Eva. é Magda,Magda Quartz. Magda è bella,è furba è ambiziosa...sa come prendere gli uomini sa fruttarli,li sa illudere per poi deludere,adora respingerli lasciandoli delle speranza...lo stesso gioco che amava fare Kelsie..forse era quello uno dei motivi per cui lui si era innamorato di lei. Magda proveniva da una ricca famiglia svedese,aveva cinque anni quando si trasferirono in Germania e diciannove quando si sposò con un ricco finanziere,ma la cosa non durò a lungo,lui la tradiva e quando finalmente lei ebbe le prove sufficienti per incastrarlo decise di divorziare,riuscì a toglierli tutto..banca,villa,soldi... Questo si ripetè per altre quattro volte,riuscì a roviare la vita di altri quattro uomini e prendersi tutto così,quando si ritrovò finalmente da sola,era una delle donne più ricche della Germania. Aveva conosciuto Bill esattamente tre giorni dopo la morte della nipote,durante un discorso; Magda inizialmente era contraria al nazionalsocialismo,non l'attirava per niente,ma quando ebbe sentito uno dei discorsi di Bill le cose cambiarono,come tutti anche lei era rimasta abbagliata dalla sua immagine. "Mi scusi,Herr cancelliere,la prego permetta una parola..." Bill si era voltato a guardarla,come aveva fatto ad avvicinarsi a lui? Probabilmente aveva corrotto le guardie...a casa avrebbe fatto loro un bel discorso per far capire che non possono lasciar passare nessuno. "Come si chiama signorina?" "Magda Quartz,herr cancelliere" "non è necessario il herr cancelliere" " va bene herr cancel.." Magda finse di sbagliare,come anche di arrossire,sbattè in modo civettoso i grandi occhi blu. Quel giorno lo trascorse tutto con Bill,lui la portò a fare compere,dal parrucchiere,a pranzo, le comprò abiti,scarpe,pellicce,gioielli,fiori,la portò a teatro.. le comprò perfino una cagnolina con la scusa che "aveva gli occhi splendidi come quelli suoi e che quindi le consigliava di chiamarla Magda ". Era ormai sera quando si offrì di riaccompagnarla a casa "non è necessario,Bill,sono in albergo" "posso almeno sapere in quale albergo?" "in un albergo". Adesso si divertiva a fare la preziosa,voleva che lui la cercasse e,sperando,che la trovasse anche. Il giorno dopo Magda era in camera sua,la cagnolina era accanto a lei,era una graziosa barboncina bianca,aveva seguito il consiglio di Bill e quindi l'aveva chiamata Magda..ma per comodità la chiamava Mag "su Mag,fa la brava..dai il fermaglio a mamma..altrimenti non potrò acconciarmi i capelli ed essere carina". In quel momento era entrata una cameriera,reggeva in mano un voluminoso mazzo di rose rosse "per lei signora" "signorina,prego,non sono sposata,saranno di sicuro un regalo di quell'idiota..quando lo capirà che un divorzio è un divorzio?";insieme alle rose c'era anche un bigliettino che diceva "GIù IN SALOTTO,TI ASPETTO". Magda lo accartociò seccata,il suo secondo marito la continuava a tormentare,secondo lui era era solo un momento di pausa..si certo pausa,e di che?. Decise di andare giù e chiarire una volta per tutte la faccenda,era appena entrata nel salotto,già rossa in volto pronta alla sfuriata quando si era trovata davanti non il suo secondo ex marito ma...Bill,subito era arrossita per l'imbarazzo e per il fatto che,per la fretta,era scesa giù in camicia da notte. Heidrych guardò l'orologio appeso alla parete,le 17:30,dovevano essere tornati indietro già da quaranta minuti,pregò con tutto il cuore che se ne sarebbero andati da un momento o l'altro,stava troppo male per resistere ancora. Emile da parte sua guardava Bill parlare fitto fitto con Magda, ma quante maschere riusciva a mettere? Fino al giorno prima era straziante solo a vederlo,per non parlare di sentirlo piangere alla notte,aveva perfino ordinato che non venisse spostato nulla dalla camera di Kelsie,tutto doveva rimanere come lo aveva lasciato lei. "Sai cosa desidero?Che tu e lo zio facciate pace,lo vedo soffrire perchè non ci sei tu" quelle erano le parole che gli aveva detto Kelsie una sera "vorrei tanto poter fare qualcosa.." e ci era riuscita alla fine,era stato grazie a lei se tutto si era sistemato..ma a quale prezzo. Emile aveva compreso lo sbaglio che aveva fatto di essere andato via da Bill ma alla fine la colpa non era sua,Bill lo aveva cacciato...ma la sua colpa era stata di non aver cercato di ristabilire i rapporti con lui,adesso sapeva che non lo poteva,che non lo doveva più abbandonare anzi che lo doveva protteggere. La risata cristallina di Magda risuonò nel salotto,come risuonò quella sera stessa mentre lei e Bill erano a letto, "Magda,ho bisogno del tuo aiuto...." "e come Bill?" "entra nella politica,tu devi essere al mio fianco" "non è più semplice con un matrimonio?" Bill scosse la testa "non potrò sposare nessuna donna se prima non avrò la Germania" "..farò quello che vorrai..tutto" "ricordati Magda,non saremo sposati verbalmente..ma il nostro sarà un matrimonio spirituale". A molte decina di miglia una ragazza se ne stava seduta in camera sua,guardava con aria assente il telefono,non avrebbe cenato fino a quando lui non l'avrebbe chiamata "ti chiamerò questa sera,è una promessa". Lei scosse la testa,"quanto sei stata sciocca Eva,perchè non ti decidi a crescere?"sussurra prima di uscire dalla camera chiudendo la luce

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Eva ***


Nonostante siano in montagna e la brezza che muove le cime degli alberi sia fresca lei è in costume. Le braccia sono alzate e con esse si da lo slacio,il costume verde si snoda seguendo i movimenti del corpo,rimane in verticale,le piante dei piedi,esposte al sole,fanno presto ad arrossirsi e le sue mani bianche,così delicate, si impregnano della rugiada del mattino; i capelli le ricadono come una cascata dorata che sfiora l'erba. Si ridà lo slancio per tornare in piedi,rimane per qualche istante con le braccia aperte. Tutti iniziano ad applaudire,tutti tranne Magda,guarda la ragazza con il volto rabbuiato..da quando era apparsa l'attenzione ricadeva sempre su di lei,anche quella di Bill,anzi,soprattutto la sua...da quando era diventato lui il capo della Germania molte cose erano cambiate.... é l'ottobre del 1934,il presidente Hindemburg è nei suoi appartamenti,oltre a lui l'unico a cui vi è consentito l'accesso è il suo fido segretario, "presidente,se non sono troppo indiscreto le posso domandare..be..quando lei non ci sarà più,chi prenderà il suo posto?" "il mio posto lo potrà prendere chiunque,ma non voglio che sia il giovane cancelliere" "ma perchè presidente?". Il Presidente si alzò,andò alla finestra,passò in rassegna i tetti delle case "preferisco vedere la mia nazione in rovina piuttosto che nelle mani di quel ragazzo..." "io, non capisco..lui be,la nomina da cancelliere l'ha avuta e.." "esatto..esatto...io pensavo che voleva questo..prima credevo che il mio sbaglio sarebbe stato quello di non offrirgli il posto ma,adesso,ho visto che il mio vero sbaglio è stato propio quello di dargli il posto! Non capisce? Diventare cancelliere è solo stato il primo scalino,vuole avere il potere,vuole essere lui il capo" "ne è sicuro..presidente?" "caro segretario...se fosse possibile vorrei che prendesse lei il mio posto". Il presidente morì il mese successivo,prima di poter scrivere il suo testamento e due giorni più tardi venne ritrovato il corpo senza vita del suo segretario,molti questo lo trovarono strano,molto strano,ma nessuno era in possesso di prove sufficienti per incolpare qualcuno così,dato che il presidente non aveva figli e dato che non aveva avuto il tempo di fare un testamento,il posto passò in successione a Bill. Il giorno prima della nuova nomina Bill aveva pianto,fino a pochi anni prima tutto quello gli sembrava un sogno..bellissimo ma impossibile da realizzare,con la mente ripercorse tutte le tappe della sua vita,ricordava benissimo l'odore del sangue che scorreva nelle tricee durante la guerra e ricoradava altrettanto bene il gusto della minestra di cavoli che sua madre cucinava quando abitavano in Austria,erano quelli,dunque,gli odori e i sapori del destino?. "Sei bravissima" esclama Bill alla ragazza che aveva appena eseguito quella piroetta dando mostra della sua leggiadria,lei sorride timida arrossendo mentre tutti le continuano ad applaudire e a fare complimenti. Ma chi è quella ragazza visto che non era Magda? Come Magda anche Eva,così si chiamava,proveniva da una famiglia agiata,da quando era ancora piccolissima suo padre la mandò in un colleggio di sole ragazze. Eva odiava quel posto,le sue compagne non erano altro che bambine maliziose che si sporcavano le labbra mangiando ciliegie,Eva invece sognava uomini e lusso. Quando ebbe compiuto la maggior età se ne andò da quel posto per non tornarci mai più,dopo aver ottenuto il permesso della madre e del padre intrapese la carriera da ballerina ma,un brutto incidente la costrinse a dover abbandonare la sua carriera,l'unica sua consolazione fu che poteva ancora praticare la ginnastica artistica purchè non sottoponesse la gamba destra a esercizi troppo pesanti. Riuscì a trovare posto come infermiera in un ospedale durante la guerra,ma ben presto si licenziò,Eva non riusciva a sopportare la vista del sangue e nemmeno a stare tra i pazienti così tristi e sconsolati. Eva era fatta per il divertimento,organizzava di continuo feste e cercava di renderle sempre più rumorose possibili, forse per nascondere la solitudine dentro di se. Eva non aveva ne amiche ne amici,tutto il giorno se ne stava in casa a ballare,per quello che la gamba gli permetteva,oppure nella palestra che suo padre le aveva regalato per il suo compleanno ad allenarsi per ore,a volte addirittura per giornate intere. Ma come aveva fatto lei a conoscere Bill? Trovò lavoro in un negozio di fotografie come commessa,Eva adorava quel lavoro,le piaceva entrare nella camera oscura dove vi venivano sviluppate le foto o annusare tutti quegli strani liquidi che servivano per tenere lucido l'obbiettivo della machinetta,il loro odore pungente facceva reagire il corpo di Eva sensualmente. Eva stava cercando di mettere delle carte in uno scaffale particolarmente alto,suonò il campanello,era strano che venisse qualcuno a quell'ora era quasi l'ora di chiusura però,da come lo accolse il padrone,doveva essere un cliente importante. A Eva non fece particolare impressione però quando vide che quell'uomo le guardava le gambe lei cercò di spingersi più in alto che poteva così la gonna,alzandosi,le avrebbe scoperte di più. Eva era molto orgogliosa delle sua gambe,temprate da ore di lunghi esercizi ginnici,come lo era della sua pelle bianca,dei suoi capelli biondi e dei suoi occhi azzurro turchese che le conferivano un'aria da bambina innocente. Per tutto il tempo che quell'uomo stette lì non fece altro che guardarla,lei ne era lusingata anche se iniziava a essere un pò nervosa..... "signore,quasi dimenticavo di presentarle la mia commessa, ecco qui la mia piccola e brava Eva" Eva fu piuttosto infastidita dal contatto dei baffi di quell'uomo sulla sua pelle quando le fece il baciamano,ma non lo fece vedere. "Abita lontano signorina?" "abbastanza" "gradisce un passaggio?" Eva strinse forte le labbra,che avrebbe detto suo padre vedendola arrivare in macchina con uno sconosciuto?. Rifiutò l'uomo allora le chiese il suo indirizzo,lei glielo diede con molta riluttanza,prima di andare via lui le rivolse un'ultimo sguardo,Eva si sentì penetrata da quelli occhi così metallici,da quello sguardo da lupo. Una volta uscita il propietario da rincorse "davvero non sai chi è quell'uomo?" "no" "ma bambina mia,dove vivi? quello è il cancelliere!" Eva non sapeva nulla di politica e non ne saprà mai niente. Da quel giorno però iniziò a ricevere un sacco di regali,fiori e biglietti di teatro da "quel signore con quel buffo paio di baffetti" inizialmente ne era infastidita ma poi..a poco a poco il suo cuore si aprì a Bill; si era appena suicidata Kelsie quando lei cadde ai suoi piedi. "Non trovi anche tu che sia una bella giornata?" "si molto" improvvisamente Bill sentì un tuffo al cuore, il giorno prima che lui partisse una sua conversazione con Kelsie era propio iniziata con quelle due semplici frasi... "facciamo un gioco,io corro e tu mi prendi" Eva si alzò all'improvviso e iniziò a correre,Bill sospirò,poi si alzò anche lui e iniziò a seguirla. "ti ho preso" le sussurrò all'orecchio abbracciandola da dietro,affondò il viso nei suoi capelli biondi...adorava il profumo da violetta che emanava Eva;lei iniziò a ridere lui pure. Da una finestra della villa Magda gli osservava,strinse le labbra,"devo fare qualcosa" disse "e al più presto".

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Exit Rohm ***


Ernst percorre veloce la strada,i stivali sbattono pesantemente l'asfalto,nella mano destra regge un libro,sembra furioso,è furioso. Sale le scale della cancelleria,la giovane guardia appena lo vede si posiziona davanti a lui "non può passare signore" "ragazzo,quanti anni hai?" "quasi diciotto signore" "sembri più giovane,da quanto è che lavori qui?" " da questa mattina,signore" rispose lui tutto orgoglioso, era evidente che considerava quel lavoro fonte d'orgoglio. "Tu sai chi sono io?" "naturale,lei è Ernst Rohm,il capo delle SA ovvero le squadre d'assalto,colgo l'occasione signore per dirle quanto io l'ammiri,la rispetti e la stimi" "si,si,penso che questo possa bastare". Ernst fece un passo a destra e il giovane uno a sinistra,allore lui ne fece uno a sinistra ma la guardia lo aveva preceduto con uno a destra "ragazzo,non so se tu te ne sia accorto,ma mi stai bloccando il passaggio!" "mi dispiace,ma come ho detto lei....". In quel momento,dalle scale della cancelleria,scese Heidrych accompagnato da un omino dall'aria insignificante, entrambi,notò Ernst,indossavano un'uniforme nera e un capello a visiera altrettanto nero, Heidrych stava parlando all'altro uomo "bisogna assolutamente fare qualcosa per quando viene la signorina Magda,non riesco propio a sopportare quel profumo che si mette,mi fa venire sempre la nausea. Forse sarà meglio che vada a prendere appuntamento dal dottore,non è detto che non sia dovuto a qualcosa di più grave,con tutte le malattie che.." "Heidrych!" Heidrych si voltò non appena sentì la voce di Ernst,guardò corrucciato la guardia. "Herr,herr Frank...ecco..." "cosa succede? Perchè bloccate il passaggio a Rohm? Lasciatelo passare" "ma...voi sapete meglio di me che il Fuhrer ha ordinato di non lasciare entrare nessuno" "vede per caso il Fuhrer qui?" "n..no..no Herr Frank" "allora lasciate passare Rohm o potrei fare rapporto su di voi propio al Fuhrer in persona..da quand'è che lavorate come guardia qui? Da questa mattina giusto? Non vorrete mica perdere subito il lavoro vero? E quante volte dovrò ancora ripetere che voglio essere chiamato Heidrych? Non crediate che ciò significhi che sarò più aperto nei vostri confronti,ma odio il mio cognome tutto qui, e ora lasciatelo passare". Se la givane guardia avesse potuto sarebbe sprofondata nel terreno,purtroppo dato che ciò non era possibile se ne rimase zitto senza dire nulla,Ernst passando accanto a lui gli sussurrò "non preoccuparti ragazzo,non è successo nulla" ma era evidente che gli sarebbbe stato difficile dimenticare presto l'accaduto. Una volta entrati in cancelleria Ernst si ricordò il perchè era lì e la furia che aveva dimenticato avvampò nuovamente "Heidrych,hai..hai visto anche tu le..le librerie..e..tu.." "Ernst" la voce di Heidrych era fredda e glaciale,era la prima volta che si rivolgeva a Ernst con quel tono e lui ne fu piuttosto sorpreso. Heidrych si voltò a guardarlo,lo guardava così profondamente che semrava quasi che volesse stampare nella mente la sua immagine,aprì la bocca per dire qualcosa ma subito la richiuse,era evidente che voleva dirgli qualcosa ma non poteva "ti presento Henrich Himmler,è appena arrivato,è il mio assistente" disse infine indicando l'omino che Ernst aveva visto scendere le scale con Heidrych,non ne fu particolarmente colpito eppure c'era qualcosa...Ernst gli porse la mano,lui non la strinse nemmeno,in compenso lo squadrò dalla testa ai piedi..si,c'era veramente qualcosa che non andava in quell'uomo. "Heidrych,devo parlare con Bill" "il Fuhrer è molto occupato ora" "scusa,come lo hai chiamato?" "ciò nonostante prima quando stavo uscendo stavo apposta venendo a cercarti,ti vuole vedere" "e io devo vedere lui". Heidrych lo accompagnò fino a una porta,dopo di che l'aprì e vi lasciò entrare Ernst,quest'ultimo sempre più sospettoso,dopo di che la richiuse. La stanza era enorme e illuminata da un'unica grande vetrata situata nel capo opposto di dove Ernst si trovava, vi erano molti mobili e poltrone e un camino a muro spento. Bill era in piedi davanti alla vetrata che guardava fuori,non sembrava nemmeno che si fosse accorto della presenza di Ernst "sei arrivato" disse senza voltarsi, Ernst si avvicinò alla scrivania, "mi cercavi..Bill?" "e tu cercavi me?" "si,per questo" Erst sbattè forte sulla scrivania il libro che reggeva in mano. Bill finalmente si voltò e guardò la copertina del libro, "dunque?" la reazione di Ernst fu immaginabile "DUNQUE? DUNQUE? MA NON HAI LETTO,NON HAI VISTO QUESTO LIBRO...QUESTO..QUESTO.." "certo che l'ho letto,l'ho scritto io stesso" "APPUNTO,APPUNTO,MA..MA COME HAI POTUTO CHE VENISSE PUBBLICATO UN SIMILE ORRORE..QUESTO.. QUESTO NON è UN LIBRO.NON HA SENSO..LE PAROLE SCRITTE NELLE PAGINE NON HANNO ALCUN SENSO...... IL MEIN KAMPF,LA TUA LOTTA BILL? QUESTA è LA NOSTRA LOTTA..MIA TUA E DI TUTTI..LO HAI FORSE DIMENTICATO?". Bill non parlò,aspettò che Ernst si sfogasse "Ernst,te ne devi andare" "come?" Bill mostrò delle foto a Ernst,tutte lo ritraevano a letto con alcuni dei suoi soldati "ma...ma..co..." erano le uniche sillabe che riuscì a balbettare mentre sfogliava le foto "non...non capisco..". Questa volta fu Bill a reagire "NON CAPISCI,NON CAPISCI ERNST? EPPURE A ME I FATTI SEMBRANO COSì EVIDENTI... PERCHè NON MI HAI MAI DETTO COME STANNO LE COSE? SAI PERFETTAMENTE CHE LA MIA POLITICA ESCLUDE GLI OMOSESSUALI E POI VENGO A SCOPRIRE CHE IL CAPO..IL CAPO DEL MIO ESERCITO LO è! MI HAI FATTO DIVENTARE LO ZIMBELLO DI TUTTI,I GIORNALI SI PRENDONO GIOCO DI ME,LA GERMANIA DI PRENDE GIOCO DEL SUO CAPO TUTTO PER COLPA TUA..LEGGI COSA SCRIVONO" Bill gettò alcuni giornali a Ernst,dopo di che si sedette nella poltrona dietro la scrivania. Ernst lesse le prime pagine,in una erano state perfino pubblicate delle foto tra quelle che Bill gli aveva fatto vedere "TU MI STAI INFANGANDO, NON LO VEDI? QUESTE SONO TUTTE PROVOCAZIONE,FRA POCO SCRIVERANNO COSE ANCHE SU TUTTI GLI ALTRI,SU HERMANN.HEIDRYCH,EMILE..E TU CHE FARAI ALLORA? MANDERAI VIA ANCHE LORO? E QUANDO SCRIVERANNO COSE SU DI TE CHE TI FARAI? ELIMINERAI ANCHE TE STESSO? NON PUOI DAR RETTA A DEI FOGLI DI CARTA E NON A ME,IO TI SONO AMICO I GIORNALI NO!". Calarono alcuni minuti di silenzio "in fondo voglio essere sincero con te Bill,lo sono sempre stato e non smetterò di esserlo ora.. questa volta i giornali dicono la verità,sono davvero gay.Ma se tu neghi tutto loro.." "Ernst,ti prego,se non hai nient'altro da dire va via.." in realtà Ernst voleva dire un altra cosa,se l'era tenuta dentro per lungo tempo..troppo..e sentiva che quello era il momento migliore per dirglielo a Bill. "Bill.." lui rimase immobile, "che altro vuoi dirmi adesso?" "Bill io...io.." "Ernst,non farmi perdere altro tempo,dimmi quello che hai da dire e poi sparisci" "ti amo". Bill alzò lo sguardo,guardò Ernst come non lo aveva mai guardato, "ESCI SUBITO DI QUI" "Bill ti prego,io.. ti ho detto che voglio essere sempre sincero con te...questa cosa me la tenevo dentro da troppo tempo..non riesco più a nascondere come stanno le cose...ti amo,ti ho sempre amato fin dal primo momento che ti ho visto..ti prego". Bill si era alzato in piedi non appena aveva sentito quelle parole,Ernst si era avvicinato a lui e Bill era arretrato fino a trovarsi contro al muro..adesso Ernst lo teneva saldo bloccandogli le braccia lungo i fianchi. "Ernst..cosa..significa,lasciami subito stare..chiamerò le guardie..." "Bill,scusa scusa davvero,lo so che tu non sei come me ma non riesco più..perdonami" "per..per cosa?" "per quello che sto per fare" "e cosa..stai..per fare?" "ti sto per baciare". Anche se lo aveva detto,Bill non credeva che lo facesse veramente ma Ernst avvicinò il suo viso a quello di Bill e...lo baciò. Bill cercò di divincolarsi ma la presa di Ernst era così forte da impedirgli di fare qualsiasi movimento,lasciò così che lo baciasse. Calò di conseguenza un silenzio raggelante,Ernst era talmente emozionato che gli luccicavano gli occhi mentre Bill li teneva ancora chiusi.."Bill,Bill..." "ESCI SUBITO FUORI DI QUI...HEIDRYCH,HIMMLER,HERMANN". I tre entrarono subito,"PORTATELO FUORI,SUBITO" Heidrych e Himmler eseguirono subito l'ordine, "NON PUOI FARMI QUESTO BILL" urlò Ernst mentre lo portavano fuori. Hermann fece appena in tempo a avvicinarsi a Bill che quest'ultimo era già crollato a terra svenuto,troppe emozioni in un sol giorno.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** L'inverno ***


"Allora dottore,è grave?" "non molto,ma la febbre è molto alta e potrebbe alzarsi ancora,fate continui impacchi d'acqua e tenete sempre il camino acceso..bisogna che ci sia una continua fonte di calore" "si dottore" rispose Hermann. Emile era in piedi che guardava fuori dalla finestra,la neve ricopriva le strade di Berlino faccendo sembrare la città un'enorme distesa bianca,fuori la gente passeggiava per le strade e si fermava a guardare le vetrine dei negozi,c'erano anche molti bambini che giocavano,alcuni con la neve,con lo slittino o a fare dei pupazzi di neve,il Natale si stava avvicinando. Il dottore richiuse la valigetta con una risatina "da non credere,propio i potenti come voi che si ammalano..date alla gente un'immagine di invulnearibilità ma alla fine siete tra i primi a cedere..Non preoccupatevi,è tutto dovuto alla stagione,scommetto che non riuscirete mai ad indovinare quanta altra gente ho visitato oltre a voi. Herr Goring,per farle passare questo brutto raffreddore prenda questo sciroppo almeno due volte al giorno,non esageri con le quantità o potrebbe fare l'effetto opposto. Herr Maurice,lei che è l'unico sano cerchi di rimanerlo mentre lei Herr Heidrych non si deve preoccupare per la nausea che sente spesso,è solo particolarmente sensibile,prenda comunque questo infuso alle erbe una volta al giorno,è amaro ma la farà sentire subito meglio","grazie di tutto dottore". Il dottore uscì rivolgendo loro un'ultimo cenno di saluto,si trovavano nella stanza di Bill,quest'ultimo era sdraiato a letto sotto le coperte che dormiva,nella fronte aveva,avvolto,della garza su un fazzoletto bagnato che serviva per far scendere la febbre. Hermann e Heidrych erano seduti davanti al camino,il primo continuava a starnutire e a soffiarsi il naso,per cui si formò ben presto una pila di fazzoletti,mentre il secondo reggeva in mano una bacinella ed era di continuo scosso da conati di vomito. "Tutto sommato potrebbe andare peggio" "..stai scherzando vero Emile? Le cose non potrebbero andare più peggio di così.Siamo ammalati,e come fa lo stato senza di noi?" Emile si avvicinò al camino per riavviare il fuoco "Hermann..se per caso un solo dottore si dovesse ammalare ciò non significa che tutta l'intera nazione debba morire perchè non ha medicine.." "taglia corto" "intendo dire che,come in tutta la Germania non esiste un solo medico ma molti anche per noi è la stessa cosa". Hermann lo guardò accigliato "da quando è che sei diventato così saggio?" Emile rise,"non sono saggio Hermann,certe cose le si impara e basta". In quel momento dal corridoio si levò una voce femminile "COME SAREBBE A DIRE CHE NON POSSO ENTRARE,LEI SA CHI SONO? SONO MAGDA QUARTZ,HO IL DIRITTO DI PASSARE QUANTO HO IL DIRITTO DI VEDERE BILL...[..]COME SAREBBE A DIRE CHE LA MIA PRESENZA NON FAREBBE ALTRO CHE PAGGIORARE LE SUE CONDIZIONI? MA COME OSA? LEI è UN MALEDUCATO". Magda fece irruzione nella stanza e si precipitò nel letto in cui c'era Bill,"io..io ho tentato di fermarla..ma" cercò di giustificarsi la guarda,Hermann fece appena un accenno e la guardia se ne andò via richiudendo la porta. "Signorina Magda,la prego,non fate tutte queste storie...[..] ma no,non piangete su..non è morto,ma è solo molto malato,se fate così finirete per svegliarlo" Magda piangeva così forte che sembrava quasi che latrasse come una cagna. Heidrych non appena era entrata Magda aveva iniziato a vomitare,ci mancava solo quella per completare al meglio la giornata. In quel momento la porta si riaprì di nuovo,entrò Eva,indossava un lungo cappotto e un cappellino di pelo molto semplici rispetto al cappotto con la voluminosa pelliccia che indossava Magda. Eva non disse una sola parola,guardò tutti uno a uno,poi si avvicinò al letto,si sedette sul porto ed iniziò ad accarezzare i capelli a Bill, "ha la febbre?" "si" "come è successo?" "il dottore ha detto che è la stagione..". Eva si voltò a guardare Emile " siete fortunati,davvero,ho sentito che in molti quartieri sopratutto in quelli poveri è morta anche della gente,l'inverno quest'anno è giunto molto in anticipo ed è molto più rigido di quello dell'anno precedente" "sentitela un pò la saputella" disse Magda scocciata,adesso non piangeva più guardava invece Eva con occhi fiammeggianti e l'effetto era reso ancora più realistico dalle fiamme del camino che vi si riflettevano. Magda odiava profondamente Eva anche se lei non le aveva fatto nulla,l'unica sua colpa era di essere la prediletta di Bill,da parte sua Eva non odiava Magda,tutt'altro,si sforzava di capirla e non riusciva a capire questa sua ostilità..la riteneva una persona molto chiusa,che non si confidava facilmente,propio come lei. "Io durante la guerra ho lavorato presso un ospedale come infermiera,non amavo particolarmente quel lavoro,ma mi ha messo a conoscienza di alcuni sistemi curativi. Non è molto,ma sono sicura che potrò fare lo stesso qualcosa per voi" "ma sentitela,ma sentitela,non vi fiderete davvero di lei? E se dovesse sbagliare qualcosa? Potrebbe peggiorare le cose..". Emile guardò l'orologio "signorina Magda,non è un pò tardi per lei? Credo che sia giunta l'ora che lei vada a casa,non insisto nemmeno perchè lei rimanga perchè sarebbe da maleducati insistere con una signorina,venga,l'accompagno io a casa". Con una scusa Emile riuscì a portarla fuori dalla stanza,le urla infuriate della donna riecheggiarono ancora per qualche minuto nei corridoi. In quel momento Bill aprì gli occhi "Eva..Eva sei tu?" "ssst..non parlare,non sforzarti.." "la testa..sembra che mi voglia scoppiare.." "non preoccuparti,chiudi gli occhi,hai bisogno di guarire adesso.." ma..domani..ho un discorso.." non riuscì nemmeno a concludere la frase che aveva già richiuso gli occhi," non preoccuparti,mi prenderò io adesso cura di te".

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** La vendetta di Magda ***


Eva mantenne la promessa che aveva fatto,si prese cura di Bill e non sono,si assicurò che Emile non si ammalasse e che anche Hermann guarisse,ma la parte più difficile venne con Heidrych. Eva non conosceva molto bene Heidrych,in verità non ci aveva quasi mai parlato,ma aveva capito subito che era come Magda,era solo senza nessuno non aveva amici e dava l'impressione di non volerne...ma secondo Eva non era così e riteneva che sarebbe stato più semplice parlare con lui che con Magda. Così una mattina decise di portargli la colazione come scusa di poter iniziare una conversazione,bussò alla porta "avanti" la voce di Heidrych risuonò roca,forse per la distanza o per il maldigola che l'uomo aveva. "Buongiorno Herr Heidrych" lui le volse uno sguardo interrogatorio "temo abbia sbagliato stanza signorina Eva. Quella di Bill si trova al piano superiore" "oh,non siate sciocco! Non ho sbagliato stanza,so perfettamente che questa è la vostra." "Perchè mi avete portato la colazione?". Eva si avvicinò alla finestra,tirò le tende "suvvia,mettiamo un pò di luce a questa stanza,non mi piacciono i luoghi poco illuminati..danno un'aria così triste a tutte le cose..non trovate?" i raggi di sole che penetravano dalla finestra illuminavano il viso di Eva rendendolo quasi angelico,Heidrych non potè far meno di notarlo. "non avete ancora risposto alla mia domanda" "quando ho detto che mi sarei presa cura di Bill non significava che non mi sarei presa cura anche di Hermann,Emile e lei... lei,Herr Heidrych..è rimasto per ultimo,non starà per caso cercando di evitare il mio aiuto?" "non ho bisogno di nessuno ,e di sicuro non glielo ho chiesto io il suo aiuto". Nonostante avesse detto quelle parole con tanta convinzione iniziò lo stesso a mangiare quello che Eva gli aveva preparato,lei si sedette nel bordo del letto propio come aveva fatto con Bill...se ne stette in silenzio fino a quando l'uomo non ebbe terminato la colazione. "Ditemi Herr Heidrych,è vero che questo non è il suo nome?" "si,esatto" "perchè odia il suo vero nome a tal punto di inventarsene uno?" "signorina Eva,lei non è la mia psicologa e non ne ho nemmeno bisogno di averla.Credo che questi siano fatti miei personali,non credo che a lei farebbe piacere se qualcuno s'intrometesse nelle sue cose private". Eva si alzò non appena Heidrych terminò la frase,non era offesa ma solo dispiaciuta che avesse reagito così, "mi scusi,non volevo intrommettermi nei suoi affari personali,non era mia intenzione";Eva stava per uscire dalla stanza.."aspetti" le disse Heidrych. Lei si voltò,lui la guardava quasi la stesse studiando sembrava riflettere.."davvero le interessa?" "bè..un pò sono curiosa.." "preferirei non parlarne ma..per una volta.. Sa perchè ho voluto inventarmi un nome tutto mio? Quando ero piccolo mia madre è morta appena sono nato,mio padre non fu da meno..mi abbandonò,furono i miei zii a prendersi cura di me.Se non fosse stato per loro sarei stato portato direttamente all'orfanatrofio..lei è fortunata,ha entrambi i genitori...io invece non gli ho praticamente mai conosciuti;non so cosa significa l'affetto di una madre e di un padre..". Eva in tutta risposta l'abbracciò "oh,Heidrych mi dispiace..se l'avessi saputo non te lo avrei nemmeno chiesto..perdonami..",quell'abbraccio non significava niente per Eva,era lo stesso abbraccio che una sorella poteva dare a un fratello..era solo un abbraccio di consolazione... Magda camminava per i corridoi,aveva l'aria corruggiata. Benchè fosse passata una settimana non le era ancora andata giù il fatto di come era stata trattata quando era andata a trovare Bill che stava male,e sopratutto non le era andato giù il fatto che quella piccola smorfiosa di Eva si stava prendendo cura di Bill..del suo Bill mentre lei quasi non si poteva avvicinare;ma che cosa aveva Eva dopotutto in più di lei?. Stava salendo al terzo piano quando sentì delle voci provenire da una stanza,sembravano quelle di Heidrych e.. Eva! Da gran signora come era non avrebbe mai voluto origliare nè spiare,ma la tentazione fu talmente forte..e la scena che vide la ripagò altrettanto...Eva era abbracciata a Heidrych e sembrava che non si sarebbe sciolta da lui tanto facilmente. Le iniziarono a illuminare gli occhi,forse aveva trovato il modo per fargliela pagare. Salì le scale ed entrò nella stanza di Bill,lui era a letto che leggeva il giornale,era ancora malato ma la febbre era molto calata rispetto all'inizio e le sue condizioni non apparivano più gravi..ma non sarebbe mai riuscito a tornare pieno d'energia come era prima non sarebbe riuscito nemmeno a riavere il colorito roseo della pelle,purtroppo a quei tempi la gente non disponeva delle stesse medicine che abbiamo oggi,ciò nonostante non era in pericolo di vita. Quando sentì la porta aprirsi alzò lo sguardo "ah..Magda.." fu piuttosto deluso quando vide lei al posto di Eva,"mein Fuhrer,come stai?" "bene..bene,scusa ma ora sto leggendo il giornale" "naturale...sai,prima giù ho visto Eva...si è già ambientata molto bene qui vero?" "si..si,è una persona che socializza facilmente". Magda fece una risatina,"socializza facilmente..si questo lo sapevo già,ne ho avuto una prova poco fa.." "cosa vuoi dire?" Bill la guardò negli occhi distogliendo lo sguardo dai giornali "niente...solo che..bè... per esempio ha socializzato molto bene con Heidrych,talmente tanto che gli ho visti abbracciarsi". Il giornale sfuggì dalle mani di Bill "COSA?" Magda si finse sorpresa e si portò una mano alla bocca "Oh,non lo sapevi per caso?",la sua vendetta aveva avuto inizio.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Una giornata a meditare ***


"...Per tanto con queste parole concludo il mio discorso, auguro un lieto Natale a tutti voi cittadini tedeschi",la voce di Bill risuonò negli enorme autoparlanti diffondendola in tutta la piazza,la gente presente in tutta risposta lo acclama;anche se ormai lui è abituato a tutto ciò non può non lasciarsi sfuggire un sorrisetto. Hermann,ancora applaudendo,si alza e si avvicina a lui "molto bello come discorso,sai mi hai quasi commosso,sopratutto alla fine quando hai augurato buon natale alla popolazion..." "lasciami stare Hermann,non è il momento" lo interruppe Bill mettendosi l'impermeabile e il cappello a visiera. "Qualcosa ti turba?" domandò mentre salivano in macchina, "Hermann lo sai perfettamente,ti prego,non è giornata". Hermann rimase in silenzio,sinceramente non sapeva cosa dire,non era bravo in quel genere di argomenti..Emile era più adatto perchè aveva più tatto ma lui..no;"Bill,posso dirti sinceramente quello che penso? A mio parere ti lasci troppo..come potrei dire..distrarre,si,e non ti concentri abbastanza su il tuo vero obbietivo,cioè la politica". Bill scrollò il capo "no Hermann,tu non capisci..la faccenda è ben diversa..molto." "allora spiegami Bill,perchè io veramente ci sono dei momenti in cui non riesco a comprenderti,ma non solo io,anche gli altri.Sei troppo umorale,cinque minuti prima sorridi e subito dopo sei serio e zitto.Non so più come rivolgermi a te per paura di offenderti o che ridi delle mie parole" "dunque è così che la pensate?é questo che pensate di me?" "ecco!Lo stai faccendo di nuovo,fai la sceneggiata della vittima". Bill aprì la bocca per dire qualcosa ma a quella frase la richiuse subito,si voltò a guardare il finestrino e non proferì più alcuna parola "ti sei offeso?" "no..no io sto pensando" "Bill..." "dimmi Hermann" "lo so che io non sono la persona più adatta per dirti questo,e tu sei libero di fare ciò che vuoi..ma se non cerchi di migliorare il tuo umore,o almeno ti sforzi..perderai tutto di nuovo." "sai Hermann..hai ragione..." "dici davvero Bill?" "si..non sei la persona più adatta a dirmi questo..accostate la macchina". Bill era sceso dalla macchina ancora prima che avesse fermato,si allontanò a passo veloce,non sentì nemmeno Hermann che lo intimava di tornare indietro,aveva bisogno di riflettere e di pensare da solo,e quello era il momento. Che cosa gli stava succedendo in quel periodo non lo riusciva a capire nemmeno lui,mentre camminava per le strade la gente lo guardava per chè sapeva chi era..mentre molti anni fa,quando si trovava a Vienna a camminare per giornate intere nelle strade nessuno lo guardava,era come un fantasma. Per un attimo gli sembrò quasi che il tempo fosse tornato indietro,e gli sembrava che fosse veramente a Vienna,ma all'epoca non era altro che un ragazzino che sognava di fare il pittore e che non sapeva nemmeno chi fosse;mentre ora le cose erano molto cambiate..lui sapeva chi era,era il capo..la guida,insomma,lui era il Fuhrer della Germania, aveva faticato per arrivare a ciò,ma se lo era veramente meritato quel posto?. Bill guarda le vetrine dei negozi,lo sguardo è assente le vede ma allo stesso tempo non vi vede ciò che vi è esposto, cammina ma non sa nemmeno lui dove è diretto. Se lo meritava veramente quel posto?,era da un pò di tempo che si poneva quella domanda,in fondo non era ben diverso da tutti gli altri,forse non era nel suo destino,forse era stato tutto un caso...come adesso c'era lui ci sarebbe potuto essere benissimo qualcun'altro. Si fermò di colpo,alla sua destra c'era un lago ghiacciato,una ragazza cercava di pattinare ma era evidente che doveva essere la sua prima volta.... Bill lo conosceva bene quel posto,propio l'inverno dell'anno precedente ci aveva portato kelsie... "Posso aprire gli occhi?" "non ancora Kelsie,abbi pazienza" "ma sono così curiosa...dove mi hai portato zio?" "ecco..adesso puoi aprire gli occhi",Kelsie rimase a bocca aperta allo spettacolo che le si presentava davanti, "adesso hai capito perchè ti ho regalato un paio di pattini da ghiaccio e perchè ti ho detto di portarli con te" "oh zio Bill,questo è il regalo più bello che mi potevi fare". Bill fu percorso da un brivido,il freddo iniziava ad aumentare,affrettò il passo,prima però diede un'ultima occhiata al lago,quasi non ci riuscì..era fonte di ricordi belli ma dolorosi..ed erano pur sempre ricordi,non sarebbero serviti a far tornare indietro kelsie. Aveva ancora in mente lei,la sua Kelsie, ne aveva nostalgia eppure adesso amava Eva...lei gli assomigliava molto ma non avrebbe mai potuto sovrapporle,non si sarebbero mai potute fondere in una sola persona....Eva era viva mentre kelsie...era solo un ricordo. Ma adesso il suo rapporto con Eva era stato turbato,Bill non aveva creduto alle parole di Magda,anzi si era scagliato contro di lei,lui si fidava di Eva,non era come le altre, non era come Magda. Benchè non credeva alle sue parole il loro effetto si fece ben presto vedere lo stesso,bastarono per installare il dubbio a Bill; osservava sempre Eva quando parlava con Heidrych,lei gli parlava in modo normale,nello stesso modo in cui parlava a Hermann e a Emile,ma si sà che quando una persona è gelosa la propia mente mostra immagini che in realtà non esistono. Bill fraintendeva spesso ogni piccolo gesto,gli sembrava che lei fosse più aperta con Heidrych che con lui, Heidrych a sua volta cercava sempre Eva,lei si prendeva cura solo di lui e si intratteneva lunghe ore nella sua camera a parlare. Una volta Bill arrivò perfino ad origliare alla porta della camera di Heidrych e fu anche quasi scoperto,la gelosia lo divorava a poco a poco,boccone per boccone. In realtà Eva provava per Heidrych lo stesso affetto che una sorella può provare per un fratello,e questo valeva anche per lui;le sue intenzioni erano buone....voleva solo che lui si aprisse un po,sapeva benissimo come era brutto doversi tenere tutto dentro e non avere nessuno con cui confidarsi..arrivi a un punto in cui ti senti scoppiare e vorresti liberarti di tutto ma non ci riseci..e le lacrime ti bagnano gli occhi anche se a te non viene da piangere,e non riesci a fermarle......Eva non sarebbe mai stata in grado di poter fare soltanto un piccolo paragone tra Bill e Heidrych,non solo per il fatto che erano completamente diversi ma perchè provava per loro sentimenti opposti. Bill apre la porta della sua villa,è coperto dalla testa ai piedi di neve "dove sei stato per tutto questo tempo Bill? Non hai sentito che ti chiamavo quando sei sceso dalla macchina? Perchè lo hai fatto? Emile e Heidrych sono fuori a cercarti.." " ho meditato Hermann" "me..meditato?" "si Hermann". Bill salì le scale senza dire un'altra parola,in camera sua lo aspettava Eva più bella che mai "ciao amore" le disse richiudendo la porta dietro di sè.

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** La riunione ***


"La situazione è grave,mein Fuhrer..." "lo so,questo non fate altro che ripeterlo da quanto ci sono io a comandare" "Rohm e le sue truppe..." "..stanno facendo stragi nei paesi a noi confinanti e lo fanno a nome nostro..lo so ministro,lo so" lo interruppe Bill con voce strascicata. Era nella sala dove si tenevano le riunioni importanti,con lui erano presenti tutti i ministri e maggiori funzionari principali dello stato;non mancavano nemmeno i gerarchi più importanti:Hermann,da poco lui nominato ministro della guerra,Henrich Himmler (quell'omino che Heidrych ebbe presentato a Ernst il giono in cui andò a parlare a Bill) divenuto lui il capo delle SS mentre Heidrych era invece il capo della GESTAPO (ovvero la polizia segreta, formata di recente) ed Emile che era ormai il consigliere di Bill,carica che una volta era stata affidata a Hermann. Bill si passò una mano sugli occhi,Emile sapeva che lo facceva solo quando era molto stanco oppure se era stato innervosito...e in quel momento era molto probabile che fossero entrambe le cose "signori....innanzitutto volevo chiedere voi,dov'è che avete avuto o ricevuto l'ordine di riunire questo consiglio?" "da nessuna parte..." "e..ditemi signori,l'ho forse dato io quest'ordine?" "n..no..no,ma mein F...." "E ALLORA QUALCUNO DI VOI MI PUò SPIEGARE PERCHè,PERCHè è STATA FATTA QUESTA RIUNIONE? SE QUALCUNO DI VOI NON L'AVESSE ANCORA CAPITO QUI A COMMANDARE ORA CI SONO IO! E SE AVETE ANCORA IN MENTE I VECCHI SISTEMI DEL PRESIDENTE HINDEMBURG FARETE MEGLIO A DIMENTICARLI PERCHè QUI ORA COMMANDO IO E SI Fà COME DICO IO! HINDEMBURG è MORTO,CREPATO è UN CUMOLO DI CENERE RINCHIUSO IN UNA CASSA DI LEGNO SOTTOTERRA MENTRE IO SONO QUI PRESENTE E VIVO! A ME SEMBRA CHE VOI,SI PROPIO VOI SIGNORI,CHE STIATE CERCANDO DI METTERMI I BASTONI FRA LE RUOTE..VE L'AVEVA ORDINATO IL VOSTRO VECCHIO PRESIDENTE PRIMA DI MORIRE IMMAGINO? DICO GIUSTO SIGNORI? Bè..IN QUESTO CASO,SE AVETE INTENZIONE DI ESEGUIRE GLI ORDINI DI UN MORTO...QUELLA è LA PORTA!!". Uscirono,non ne avevano il coraggio ma lo fecero lo stesso, questo servì solo a confermare ciò che Bill aveva appena detto "Heidrych,dato che sei il capo della GESTAPO voglio che quelli individui vengano arrestati il prima possibile" "temo che sia impossibile mein Fuhrer,e lei lo sà meglio di me" "e perchè è impossibile Heidrych?" "perchè,almeno direttamente, non hanno commesso nessun genere di reato nè verso la popolazione nè verso lei.Se questo arresto dovesse accadere,e la voce si diffondesse fra la popolazione il malcontento inizierebbe a serpeggiare" "perchè Heidrych?" "perchè penserebbero che lei voglia eliminare ogni forma di opposizione con la violenza". Bill fissò in silenzio Heidrych,poi si alzò e andò alla finestra volgendo la schiena agli altri "sei un giovane molto sveglio Heidrych,ed è per questo che un giorno avrai una pagina tutta per te nei libri di storia.Ma,ti sei sbagliato in un punto,loro HANNO commesso un reato contro di me. Non obbidiscono ai miei ordini,cercano di fermare ogni mia decisione..mi trattano come un bambino..credono di potermi manovrare a piacere,ed è qui.." sbatte un pugno sul davanzale della finestra "..che si sbagliano.Se pensano,solo per un istante che IO possa essere sottomesso e controllato con facilità si sbagliano di grosso. Signori,io ho grandi progetti per il futuro,per la Germania,si sta aprendo una nuova era...ma per farlo non devo avere nessun ostacolo di fronte". "Ma..ma Bill,tu..vuoi veramente uccidere delle persone che..che la pensano diversamente da te?" Balbettò Emile, non credeva che Bill avesse detto e inteso VERAMENTE quelle parole "ho capito! non sarà necessario uccidere,basterà rinchiudere chiunque ci voglia vedere fuori gioco,una volta che siamo sicuri di avere la situazione sottocontrollo e,come diceva lei,che tutti i piani per il futuro del nostro paese sono realizzati allora li si potrà liberare perchè ormai loro non potranno fare più nulla perchè saremo noi i padroni" "esatto Heidrych! Esatto! Sapevo che tu avresti capito! Bene,credo che con questo...abbiamo finito questa inutile riunione". "Inutile non direi" disse Hermann "e Rohm,che si fà di lui?" gli occhi di Bill a quelle parole sembravano svuotarsi..non aveva più voluto che si parlasse di Ernst da quella volta.... "arrestatelo,insieme a tutti i suoi soldati ma... voglio che nessun poliziotto della GESTAPO o soldato delle SS faccia loro qualcosa fino a quando non l'ho deciso io...sono stato chiaro?" "si mein Fuhrer". Quella sera Emile raggiunse Bill in terrazza "bella serata vero?" "uhmm..." "dai Bill,dimmi" "dirti cosa Emile?" "perchè non vuoi che si parli di Ernst,avrai potuto mentire a Hermann e agli altri ma io ti conosco troppo bene" Bill lo guardò con una espressione interrogativa,"guarda che non devi fingere con me come quando fai con gli altri". Bill tornò a guardare il paesaggio,non aveva alcuna voglia nè di rispondere a Emile nè di parlare di quell'argomento, "senti...ho letto anche io il giornale,m'informo sai? Sò di Ernst e dei suoi uomini,di quello che fanno e,se devo essere sincero,un pò ho sempre sospettato qualcosa del genere ma non ho mai voluto dirti nulla perchè sapevo che tu stravedevi per lui. Volevo dirti che lo trovo stupido,insomma rovinare un'amicizia e perdere così un ottimo generale e il suo esercito solo per dei pregiudiz.." "Emile,per favore...tu non capisci.." "aiutami a capire..allora". Bill fece un lungo sospiro "quel giorno avevo convocato Ernst perchè ero abbastanza seccato da quell'articolo,e lui voleva vedere mè perchè...ti ricordi il libro quello che avevamo scritto in prigione? Ecco,l'ho fatto pubblicare..ti prego Emile non fare quella faccia...e lui l'ha trovato assolutamente insensato;le conseguenze? Una lite...e alla fine Ernst mi ha confessato che è veramente gay e mi ha anche confessato che,insomma,è innamorato di una persona" "davvero? Oh,non dirmelo... è Hermann vero? Ecco perchè lo guardava in quel modo,certo che pov.." "Emile! Sono io quella persona,Ernst si è innamorato di me! Mi ha detto che mi ama fin dal primo momento in cui mi ha visto" "...." "e..e poi.." "poi cosa..Bill?" "e poi mi ha detto...che..aveva intenzione di baciarmi..e l'ha fatto..l'ha fatto Emile..." "Bill..io... lo sapevo" "c..come?". Quella fu la volta di Emile a sospirare e a dover confessare..."io...Ernst me ne aveva parlato,sapevo già tutto ancora prima che i giornali pubblicassero ma non te ne ho voluto parlare perchè..perchè..credevo che non avesse mai veramente il coraggio di fare nulla". Bill lo guardò per alcuni istanti rimanendo impassibile poi,senza una sola parola,entrò in casa, Emile lo seguì a sua volta "sei arrabbiato con me?" "si Emile..." "che cosa farai ora a Ernst?" "l'ho detto oggi Emile,per il momento non gli farò niente....ma per il futuro non ti sò dire,non avevo nessun progetto per questa situazione perchè non credevo che me ne sarebbe mai presentata una simile davanti". Emile deglutì,il ton di Bill era freddo e tagliente propio come quello di una lama di un coltello... "e a me che farai?" "..niente.." "ma..ma non hai detto che sei arrabbiato con me?". Bill alzò lo sguardo e sorrise ad Emile "si,ma non voglio far del male a te". Le pensava veramente quelle parole?.

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Emile ***


Emile era fuori,in giardino,volge lo sguardo verso l'alto... Bill è chiuso nel suo ufficio,per quanto tempo ci sarebbe rimasto ancora chiuso?. Emile sospira,guarda le sue scarpe,non le vede il suo sguardo è perso nel vuoto..ripensa al suo passato che nemmeno lui ricorda più di tanto,che non vuole ricorade. Emile era una presenza nella vita di Bill ormai dal 1918,dal momento che lo aveva conosciuto non si era più staccato da lui. Emile era nato nel 1890,un anno dopo di Bill ma la sua situazione era quasi la stessa solo che differenziava per un piccolo particolare...lui era ricco,la sua famiglia era ricca,era potente,benestante. La sua era una vita agiata,viveva in una villa con un giardino enorme al centro del quale c'era una grande fontana decorata con figure d'argento nel quale Emile piaceva giocarsi durante l'estate,aveva un'infinità di animali...lui amava gli animali,aveva diversi pappagallini,due gatti,tre criceti,una vasca di pesciolini e un barboncino,loro erano stati i loro compagni d'infanzia. Emile era di salute molto fragile,propio come Bill,per questo era costretto a stare la maggior parte del tempo in casa,gli altri bambini li poteva guardare solo attravverso una delle grandi finestre...un giorno stava guardando dei bambini giocare,dovevano essere molto poveri visti i loro vestiti,uno di loro volse lo sguardo verso la finestra e vide Emile,gli fece un cenno di saluto,Emile aprì la finestra. "Perchè non esci fuori a giocare anche tu?" "non posso,mia mamma non mi lascia" "perchè?" "perchè sono malato" "ma tua mamma ti lascia far venire qualcuno da te?" "credo di si,mia mamma non mi ha detto nulla su questo" "se mi apri vengo da te a giocare". I due bambini giocarono tutto il pomeriggio,il bambino che Emile aveva fatto entrare gli piaceva giocare con il trenino e imitare il suono,facceva molto ridere Emile...il bambino aveva i capelli neri e gli occhi azzurri...Emile non sapeva che quel bambino era Bill,e Bill non sapeva che il bambino con cui aveva giocato dentro quelle grande villa era Emile,e nessuno dei due poteva sapere che si sarebbero incontrati di nuovo,ma erano troppo piccoli per ricordarsi del loro primo VERO incontro. Emile non aveva un buon rapporto con i suoi genitori,il padre era uno di quei uomini a vecchio stampo,rigidi e severi mentre la madre era troppo impegnata a salvaguardare il benessere economico della famiglia per badare ai suoi figli. Si,Emile non era figlio unico,aveva una sorella che si chiamava Meredith,era cinque più grande di lui;Emile voleva bene lo stesso ai suoi genitori e sapeva che anche loro,in fondo,gli volevano bene..era pur sempre il loro unico figlio maschio,ma fu Meredith la sua vera famiglia e il suo unico appoggio morale,quando era triste andava da lei,quando aveva bisogno d'aiuto,quando non riusciva a fare i compiti,quando alla notte pioveva e c'erano i tuoni e i lampi e lui aveva paura andava a cercare lei. Quando ebbe compiuto la maggior età suo padre,il giorno stesso del compleanno lo chiamò nel suo ufficio "sei un uomo,ormai Emile.." gli disse " e prenderai il mio posto" "ma,papà..io voglio fare il pittore.." "il pittore? Mio figlio che fa il pittore..questo non lo permetterò mai,mai...fin quando tu vivrai sotto questo tetto starai ai miei ordini e farai ciò che ti dirò" "sai papà,per una volta hai ragione..adesso sono maggiorenne,posso fare quello che voglio..non capisco cosa ci faccio ancora qui.." se ne andò cia il giorno stesso,senza un soldo,senza documenti,senza meta....da quel momento non rivide più nè suo padre nè sua madre e nemmeno Meredith. Allo scoppio della guerra andò anche lui a combattere,non resistette più di una settimana in trincea,chiese le dimissioni..gli furono negate,il sergente fu chiaro..quella guerra non era come una festa che vi potevi entrare e uscire come e quando volevi,una volta che vi eri dentro non potevi più uscire..non gli rimase che un'unica cosa da fare,fuggire. Andò a Vienna,stette lì per tutti gli anni della guerra, per tutti gli snni della guerra i suoi quadri furono inquinati dagli orrori che Emile aveva vissuto in trincea,non v'era tela che non riportasse il colore rosso del sangue che scorreva inninterrotto,come un fiume in piena, le trincee. Nel dopoguerra si stabilì nella Maldemannstrasse,là vi riunivano tutti i barboni o tutti quelli che erano senza tetto,si stabilì lì perchè non aveva da dove andare,si stabilì lì perchè non aveva soldi,suo padre non lo poteva vedere,aveva addirittura cancellato il suo nome,per lui suo figlio era morto. Era destino che lì avrebbe incontrato Bill,era destino che due vite,così simili,finissero per incontrarsi..si ricorda ancora la sua prima conversazione con Bill.... "sei qui da molto?" "da oggi" "perchè sei qui?" "non ho da dove andare,non ho soldi,sono venuto a Vienna per entrare nell'accademia musicale di Vienna,non mi hanno accettato.. ho combattuto,adesso sono reduce..come tutti" "quella non è una croce di ferro?" "hai una vista acuta.." "ma allora sei un capitano? un generale?un sottoufficiale?un sergente" "sono un ex caporale..." "un ex caporale?? e la croc.." "l'ho ottenuta..basta,e adesso lasciami dormire" ecco,quella era stata la loro prima conversazione,non era molto differente da quelle che ora faccevano..Emile cercava di far in modo che Bill si aprisse di più con lui,non sapeva come ma voleva che Bill capisse che si poteva fidare di lui,non aveva nessun scopo,Bill poteva essere famoso quanto voleva ma Emile aspirava solo a essere suo amico,anzi lo considerava quasi un fratello... "sai Emile,tu mi sarai utile" gli disse quando finalmente uscirono dalla Maldemannstrasse "tu si diverso dagli altri,si..e sai perchè? Perchè tu sei sincero,o ne dai molto bene l'impressione...stai con me Emile e non ti perderai,stai con me e insieme arriveremo in alto" Emile non era riuscito a dire altro che "si Bill". Ed era stato così,adesso erano in alto..molto in alto. Erano in basso,molto in basso..Emile stava scendendo un'altra rampa di scale..era sotto terra molto sottoterra,fuori si sentivano i tuoni dei cannoni,dell'artiglieria,avevano iniziato di nuovo a bombardare "sono qui vicino,disteranno a meno di cinque kilometri" urla a Bill,lui lo guarda..i suo volto è più pallido che mai e solcato,gli occhi cerchiati da profonde ombre nere "è la fine ormai",all'improvviso il rumore fuori cessò,"hanno finito,si sono arresi",un fischio che si avvicinava sempre di più,un tonfo,una luce accecante..non avevano finito..avevano sganciato una bomba sopra di loro ecco perchè si erano fermati.... Emile si sveglia urlando,è madido,era tutto un incubo.

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Una spiacevole sorpresa ***


Il viso di Bill guarda fuori dall'oblò dell'aereo,è bianco come del resto lo sono le nuvole nel cielo. La Germania non gli era sembrata più grande come ora,e lui ne era il capo,lui era sopra alla Germania,stava volando sopra alla Germania. L'aereo era lussuoso,era laccato di vernice nera,come la notte,metallizzata;nelle fiancate vi aveva fatto dipingere un'aquila sovrastata da una croce uncinata. Qualsiasi persona avrebbe dato ogni cosa,perfino la loro stessa vita,per salire su quel aereo in compagnia di Bill, invidiavano tutti quelli che vi potevano andare.... ma se vi fossero veramente saliti avrebbero subito cambiato idea. I corridoi erano stretti,talmente stretti che vi poteva passare una sola persona alla volta,la luce andava e veniva quando e come voleva,non vi erano cabine per la notte e quindi i passeggeri dovevano dormire nei sedili,si mangiava dove si poteva e,infine,vi era un solo bagno. "é la prima apparenza quello che conta,alla gente non interessa come è dentro ma come si presenta" disse Bill al momento dell'acquisto,non era molto portato per il lusso lui,e poi non si poteva permettere di sprecare i soldi a piacere per cose inutili,ben presto tutto il denaro che aveva gli sarebbe servito per altri scopi.... Bill era seduto,una mano appoggiata alla guancia destra,guardava fuori dal finestrino,lo sguardo assente..a che cosa stava pensando? Emile,seduto a suo fianco,leggeva il giornale. Hermann,dietro di loro,dormiva,la testa girata di lato...da quando erano partiti non aveva fatto altro che poltrire. Heidrych era in piedi,in mezzo al corridoio,se ne stava davanti a un tavolino a contemplare delle carte geografiche,ogni tanto tracciava dei segni con dei colori, il volto era rigido e serio,sotto gli occhi aveva dei profondi segni neri..non dormiva da due notti,non era fatto per i lunghi viaggi. Magda era in bagno con Henrich,lo stava seducendo,ormai aveva fatto quel gioco con quasi tutti,gli mancava solo Emile e Heidrych. "Guarda,altra pubblicità negativa per noi" Emile passò il giornale a Bill,in prima pagina c'era una foto di Ernst le altre ritraevano dei soldati delle SA che davano fuoco a negozi,picchiavano la gente e la derubavano "..e lo fanno a nome nostro." "uhm..." "Bill sai perfettamente perchè Ernst fa questo,e sai anche perfettamente come evitare che continui ciò.." Emile abbassò la voce in modo che lo sentisse solo Bill. Bill non lo ascoltava,stava pensando..pensava a Eva, "perchè non posso venire con te Bill? Mi sei così distante che a volte mi sembra di perderti,portami con te per favore" "Eva,tu non sei fatta per la politica,questo non è un viaggio di piacere..." "ma perchè? è pericoloso? non voglio che ti sia fatto del male.." "non mi verrà fatto alcun male..ho paura che venga fatto a te,tengo troppo a te Eva..non ti voglio perdere.." "Magda però viene" "tu non sei Magda" "va bene Bill,ti credo... il capo sei tu". "Bill?" la voce di Emile lo riportò alla realtà "scusa,stavo pensando" "a cosa stavo pensando?", in quel momento l'aereo atterrò,si prepararono ad uscire.. "dove eri finito?" sibillò Heidrych a Henrich mentre scendevano "ero in bagno" "si certo con Magda,credi che sia davvero così cretino? Non ci sei mai quando mi servi veramente...". Le strade di Amsterdam erano deserte,era mattina presto,lo si era voluto fare in quel momento perchè tutta la gente era ancora a letto e non si sarebbe creato nessun scalpore e avrebbero evitato anche le folle "gli uomini della GESTAPO dovrebbero essere già là,Heidrych?" "si mein Fuhrer" "ho mandato anche gli uomini delle SS,per sicurezza..in caso Ernst e le SA faccessero resistenza" "perfetto". Arrivarono davanti a un albergo,fuori c'erano una trentina di uomini in uniforme nera,uno di loro stava parlando con il propietario che appariva molto agitato... una volta termnata la chiacchera il soldato fece un cenno di consenso con la testa e,appena vide Bill,si diresse verso di lui con un'aria preoccupata. "Qualche problema?" "ecco..il propietario ha detto che..che.." "dove sono Ernst e le sue truppe?" "sono..sono state arrestate.." "COSA? E CHI é STATO?" il soldato esitò "mein..mein Fuhrer,sono già stati arrestati..a nome vostro,secondo un vostro ordine". A Bill sembrò come se qualcosa di pesante gli crollasse adosso..come erano potuti essere stati arrestati se lui aveva dato l'ordine appena prima che i soldati arrivassero?....Qualcuno aveva agito contro di lui... chi poteva essere stato?.

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** la Fucilazione ***


I corridoi erano lunghi,sembravano infiniti,erano uguali tutti uguali come le celle,come i volti che erano dietro le sbarre. Bill cammina per i corridoi anzi,corre,è disperato,si guarda attorno in modo disperato...dov'è Ernst? si domanda "DOV'é ERNST?" urla "QUALCUNO MI DICA DOV'è!" passa le mani fra i capelli,continua a correre. Ernst guarda da dietro le sbarre l'alba,le strade,le case, tutto prende una sfumatura rosata sotto il sole che sorge... Monaco,la sua Monaco..lì vi è nato e,tra poche ore vi morirà. Non ha ancora capito bene il perchè è stato arrestato,ma quando aveva sentito che il mandato di cattura era stato decretato da Bill non aveva fatto alcuna resistenza "tu e i tuoi soldati siete una minaccia per lo stato,per l'intera Germania...passate di paese in paese spargendo sangue,siete i primi nemici dello stato.." gli avevano spiegato alcuni vecchi Gerarchi,gli stessi che avevano chiesto a Bill di approvare l'idea di eliminare Ernst, "queste..frasi..le ha dette Bill?" "qualcosa di simile.." "voglio sentire queste esatte parole uscire dalla bocca di Bill e,se verrò ucciso,voglio venire giustiziato da lui" quelle erano state le uniche parole che aveva detto Ernst,non aveva avuto nessun processo,la sentenza era già stata decisa da quando lo avevano arrestato,da quando lo avevano richiuso in cella,da quando gli avevano spiegato il perchè era prigioniero...sarebbe stato fucilato;Ernst rimase impassibile quando glielo comunicarono "voglio che lo faccia Bill" ripetè soltanto. Emile è fuori di sè dalla paura,non ha mai visto Bill in quelle conzioni,è nervoso,isterico,continua ad urlare..è sull'orlo di una crisi di nervi...Hermann è calmo invece "se permetti Bill,direi che è inutile agitarsi così,senza un tuo ordine non possono procedere" "STA ZITTO HERMANN,LO HANNO ARRESTATO SENZA UN MIO ORDINE,LO HANNO CONDANNATO A MORTE SENZA UN MIO ORDINE E ADESSO LO UCCIDERANNO SENZA IL MIO ORDINE,DEVO FERMARLI.DEVO...NON DEVE ESSERE UCCISO,NON ORA...LO SAPEVO,LO SAPEVO,DOVEVO CACCIARE TUTTI QUEI VECCHI RIMBAMBITI APPENA ERO SALITO AL POTERE..E QUESTA è LA CONSEGUENZA DI NON AVERLO FATTO" Bill è senza fiato...il fianco gli duole,non riesce nemmeno a respirare...gli sembra come di avere qualcosa che gli comprime la gabbia toracica stringendogli i polmoni...si appoggia al muro,la mano destra posata all'altezza del petto. Lo portano fuori a peso "COSA FATE? UCCIDERANNO ERNST..NON CAPITE? MA DA CHE PARTE STATE? DA CHE PARTE STATE?" con difficoltà lo fanno salire in macchina, "Bill calmati" "CALMARMI? CALMARMI? COME FACCIO A CALMARMI? FATEMI TORNARE INDIETRO,INDIETRO". Due guardie entrano nella cella di Ernst,poggiano sul tavolino di metallo,unico mobile della cella,una pistola...Ernst la guarda,lo sguardo assente "ha tempo dieci minuti per spararsi,o lo faremo noi" "un vero soldato preferisce morire da parte del nemico che da parte di sè stesso" le labbra della guardia che aveva parlato con Ernst si contrassero in un ghigno "bene,Herr Rohm..si alzi in piedi davanti al muro" Ernst si alzò....andò davanti al muro,chiuse gli occhi..fece un respiro profondo,guardò nuovamente fuori dalla finestra...Addio Monaco,città della mia infanzia,città della mia morte,la mia culla la mia bara. Scatta nel saluto "Heil! Mein Fuhrer" una scarica di proiettili,nulla di più..il corpo di Ernst si affloscia a terra come una marionetta. Il telefono squilla nella villa di Bill,risponde Heidrych "pronto?...Si...si..temo sia impossibile ora parlare con ilo Fuhrer..oh..si,riferirò,grazie". Heidrych passa dalla cucina al salotto,Bill è sdraiato nel divano,il dottore lo sta visitando....Emile è pallido,Hermann è sempre calmo,apparentemente... appena vedono Heidrych capiscono cosa sta per dire,capiscono perchè la sua faccia è seria "signori...Ernst è stato giustiziato,è morto...la stessa sorte è toccata ai suoi soldati,le SA non esistono più". Emile emette un gemito,Hermann guarda Heidrych con la bocca socchiusa..non ha ancora capito il senso di quelle parole,Bill scoppia a piangere,non gl'importa se lo vedono in lacrime. Ernst come Kelsie,la sofferenza continua. Il corpo di Ernst è abbandonato,i suoi occhi sono persi nel vuoto..come quelli di Kelsie sembravano chiedere una sola cosa prima di spegnersi per sempre:Pietà.

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Hermann Goring ***


Le strade sono avvolte dalle tenebre,un forte e gelido vento fà sbattere le insegne di legno dei negozi,non c'è anima viva in giro. Hermann è nei suoi appartamenti personali,se ne sta seduto anzi sdraiato nella poltrona di seta color porpora posizionata davanti al camino acceso,la vestaglia che indossa e le pantofole sono delle stesse sfumature delle fiamme. La stanza era tanto grande quanto ricca di mobili,tutti quanti di legno pregiato. Ma in realtà chi era Hermann? Da dove veniva? Qual era stato il suo passato e quale segreti poteva nascondere.... Hermann Goring era nato nel 1902 presso la città di Norimberga in una agiata villetta di campagna insieme alla madre Alexandra al padre Albert e insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle:Gustav,Alois,Hanna e Hingry. Suo padre era un pilota e ben presto trasmesse la sua stessa passione al figlio "papà quando sarò grande sarò un pilota proprio come te" "davvero Hermann?" "si e tu mi vedrai non è vero papà?" "piccolo mio devi sapere che io purtroppo non sarò sempre con te.." "perchè? non ti piace stare con me e la mamma?" "no piccolo.. ma è difficile da spiegare e tu sei ancora troppo piccolo per capire certe cose..". Purtroppo la felicità non è fatta per durare a lungo... il padre ebbe un incidente durante uno dei suoi voli e ciò gli fu fatale,nello stesso anno ci fu una epidemia di difterite,verso dicembre ne morì Hanna e all'inizio di gennaio fu la volta della piccola Hingry;anche Hermann venne colpito dalla difterite ma riuscì a guarire. All'inizio della guerra Hermann svolse il ruolo da pilota mentre i suoi due unici fratelli andarono a combattere sul fronte,secondo lui furono stupidi...."se andrete a combattere sul fronte morirete a breve tempo di sicuro" "almeno combatteremo per la patria,non come voi piloti..sganciate le bombe sul nemico ma contemporaneamente ammazzate vostri compatrioti" "non vi capisco" fu l'ultima volta che sentì i suoi fratelli poi perse tutte le loro tracce,erano ancora ritenuti scomparsi...ma tanto Hermann sapeva che..... L'orologio segna le undici,si passa con fare stanco una mano sugli occhi,vicino al letto c'era un piccolo comodino sopra vi erano poste alcune fotografie...una in particolare ritraeva Bill,Heydrich,Emile. Che cosa pensava di loro? Pensava che Emile era solo un sempliciotto,che gli ostacolava la strada,i suoi piani...era colpa sua se molte volte Bill non aveva seguito i suoi consigli... Pensava che Heydrich fosse un pupazzo,un manichino bello quanto freddo ma ben presto si sarebbe rivelato assolutamente inurile e avrebbe fatto una brutta fine.... Pensava che Bill..fosse solo uno strumento con il quale avrebbe potuto raggiungere il potere.... Queste cose le pensava...almeno all'inizio... Ma le cose erano cambiate,molto cambiate...aveva capito che non sarebbe riuscito a realizzare nulla... Per carità,Hermann era un bell'uomo,alto biondo con gli occhi verdi,amante del lusso,cinico e calcolatore... ma per quanto lui sarebbe stato potente Bill lo sarebbe stato di lui,lui sarebbe sempre stato un passo indietro.. Spegne la luce,la camera è avvolta nelle tenebre come la strada...nel buio,verso il camino ancora acceso gli sembra di vedere due piccole fiamme rosse distaccate dal resto del fuoco...sembrano due occhi rossi fiammeggianti che lo scrutano..Hermann urla.

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Tu sei la Germania ***


Le campane suonano, un eco cupo,lontano,che perfora le barriere del suono..che perfora le barriere del silenzio. Questa scena l'abbiamo già vista, Monaco..è qui che si terranno i funerali di Ernst Rohm, i funerali delle SA. La popolazione è in lutto perchè molti dei soldati morti erano loro. La madre e il padre che piangono il figlio, la sorella che piange il fratello, la fidanzata il fidanzato, la moglie il marito. La popolazione è in lutto perchè molti dei soldati erano bambini. Che si ripeta. Molti.dei.soldati.erano.bambini. Centinaia di bambini,biondi,bellissimi..la reincarnazione dell'innocenza. Come può un bambino essere un soldato? Come può impugnare un'arma? Come può combattere? Questo non è niente,è il vuoto in confronto a ciò che veramente accadrà,quei bambini erano soltanto l'inizio,il principio. Ma dovrà passare ancora tempo,molto,lento,inesorabile tempo. Ai funerali ci sono Emile,Eva,Heydrich,Magda,Hermann... ma dov'era Bill? Non era voluto andare al funerale, era distrutto, completamente distrutto, la figura dell'uomo prima della fine. Emile sospira guarda ad uno ad uno..chi sarebbe stato il prossimo a morire? Lui? Heydrich? Hermann? Magda? Eva? O Bill?..... Bill si era ritirato nella sua villa in alta Baviera. Non era proprio riuscito ad andare al funerale,e come ci poteva andare? Quando era andato al funerale di Kelsie non era nemmeno quasi riuscito a guardare in faccia sua sorella Angela. Era andata al funerale con la sua seconda figlia,Friedl, Bill non sapeva nulla di lei,non sapeva nemmeno che Angela avesse avuto una seconda figlia. Bill rimase abbagliato quando la vide, era....era così uguale a Kelsie..gli stessi occhi,i stessi capelli... doveva avere circa diciasette anni,la stessa età che aveva Kelsie la prima volta che la vide. Angela non era distrutta,era gelida. "Tu non hai la minima idea del..perchè..Kelsie abbia fatto questo.." "Angela.." "tu non hai la minima idea di come io mi possa sentire..tu non hai perso una figlia come me..ho perso il marito..ho perso Kelsie.." "Angela...io..". Ed era partito lo schiaffo. Era la prima volta che Angela colpiva suo fratello, Bill era rimasto immobile,non aveva nemmeno cercato di fermarla, quel schiaffo era il minimo che si meritava. "Non voglio mai più vederti Bill,mai...adesso ho Friedl,non è Kelsie ma mi permetterà di rimediare agli errori che ho commesso". Angela era andata verso la tomba della figlia a deporre il mazzo di fiori che aveva con sè. Bill rimase da solo con Friedl, quanto assomigliava a Kelsie.... "sei uguale a tua sorella" le aveva sussurrato lei non sapeva cosa rispondere... si sentiva vagamente a disagio,quegli occhi metallici sembravano perforarla "grazie zio" "non hai mai conosciuto tua sorella giusto?" "no..zio". Bill le si era avvicinato e le aveva mormorato all'orecchio abbracciandola "io ho conosciuto tua sorella, era una ragazza fantastica.." "Friedl!" la voce della madre la chiamava "ho amato tua sorella più di ogni altra cosa al mondo" "FRIEDL!". Bill piangeva rannicchiato ai piedi del letto,fuori splendeva il sole..ma a lui non sembrava una giornata così solare. Ernst era morto,ed era morto secondo un suo ordine che non aveva nemmeno dato. Era stato tradito,ma la vendetta non era tardata ad arrivare. Il giorno dopo l'esecuzione si era scatenato con Emile e gli altri, "VOGLIO CHE VENGA SETACCIATO OGNI ANGOLO OGNI VICOLO OGNI PIù PICCOLA PARTE DELLA GERMANIA! VOGLIO CHE TROVIATE QUEI TRADITORI E CHE LI METTIATE IN PRIGIONE CON L'ACCUSA DI ALTO TRADIMENTO! IMPARERANNO COSA SIGNIFICA DISSUBIDIRE,ANNEGHERANNO NEI LORO STESSI TRADIMENTI". Il lupo,imprigionato,che spezza le catene e sbrana coloro che lo hanno catturato. Emile sospira, Eva si stringe nel cappotto, Hermann è muto, Heydrich assente, Magda stizzita. Il funerale è finito e loro sono gli unici a essere rimasti al cimitero... Il vento soffia, il vento mormora, mormora una parola:pietà. La sera stessa a cena, sono nella villa,hanno raggiunto Bill..ma lui non è sceso ad accoglierli,è rimasto in camera sua a piangere. "Bill.." Emile era andato da lui solo qundo tutti gli altri erano andati a dormire, "Bill" "non dire niente" "ma.." "per..favore.." Emile non aveva aperto più bocca,in risposta aveva preso posto accanto a Bill. "Sono un fallito,un derelitto,sono un niente Emile,uno zero..non ho fatto niente di buono..niente e mai riuscirò a farlo. Io ho grandi progetti,ma non riuscirò mai a realizzarli se le cose continuerranno in questo modo. Mi è impedito tutto..tutto.. le mie parole...le mie sono parole al vento,nessuno mi ascolta ormai più.". "Io non credo che sia così Bill,non lo credo proprio.. se tu fossi davvero un fallito allora perchè io sarei ancora qui?" "non lo so" "te lo dico io..perchè io credo ancora in te..anzi,non ho mai dubitato un solo secondo su di te e mai dubiterò un solo istante. Insieme abbiamo affrontato così tante difficoltà, ricordi quando eravamo alla Maldemannstrasse? E quando abbiamo fondato il partito? Allora sembrava tutto irrangiungibile e ora..eccoci qui.. al comando di una nazione.. Bill guardami" gli occhi di Bill si soffermarono a guardare quelli di Emile. "Bill..tu sei la Germania", parole il cui eco si propaga nei giorni, negli anni, nei secoli, per l'eternità. Che si ripetano queste parole, che si possa udire di nuovo il loro suono. Tu sei la Germania.

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Il piano di Magda ***


Ci sono persone che sanno accettare, ci sono persone che perdonano, ci sono persone che accolgono, ma,è anche vero che... ci sono persone che servono rancore, ci sono persone che non sanno perdere, ci sono persone che nutrono vendetta. Magda era una di quelle. Magda non era vendicativa,Magda era ESTREMAMENTE vendicativa. Eva proprio non la sopportava,non ci riusciva..anzi,non voleva. Ma cos'è che Magda voleva veramente? Semplice..... lei voleva Bill. Animo.Donna. Non rinunciare mai alle tue arti, non rinunciare mai alla seduzione, non rinunciare mai alla seduzione, non rinunciare mai ai doni regalati a te dalla natura. Animo.Donna. Incapaci per natura di fare del bene. Espertissime in ogni sorta di male. Non rinunciare. Bill.Bill.Bill. La sua mente non pensa altro, il vento non dice altro, l'acqua non sussurra altro. Ma Magda era davvero attratta da Bill? Lo amava o lo desiderava soltanto? L'unica cosa certa che sapeva era che Eva se ne doveva andare. E lei aveva già in mente come fare e,questa volta,niente sarebbe andato storto..... E l'idea gliela aveva proprio suggerita Bill.... La risata cristallina di Magda invase la stanza, estasi per occhi e orecchi maschili. Estasi per Bill. Magda,oh,Magda.... da dove poteva mai provenire quella creatura... Magda. Perfetta. Divina. La Dea. L'intoccabile. Eppure,lui la teneva nell'innominato,nessuno sapeva di lui e Magda,apparte Emile e gli altri....per gli altri Magda era la donna di Hermann. Magda aveva accettato questa condizione,per il momento. State attenti. é capace di tutto. Perchè? Perchè lei è una donna. Hermann aveva accettato questa condizione,e non perse tempo per sfruttarla. Emile non credeva che Magda fosse la donna ideale per Bill. Heydrich aveva rifiutato l'invito al party,Bill lo aveva messo di guarda fuori.....meglio il soffrire che morire. Gli occhi di Magda si puntarono in quelli di Bill, era una fredda serata d'inverno ma gli occhi di Magda lo riscaldavano. E mentre lei lo guardava lui capiva che non sarebbe mai stata sua. Non sarebbe stata la sua Dea. E fu allora che prese Magda per mano e la condusse fuori dalla sala assicurandosi che nessun altro li vedesse allontanarsi dalla sala o che li seguisse,quello che le doveva fare vedere era tanto segreto quanto importante. "Dove mi porti Bill?" domandò lei in tono scherzoso quasi si trattasse di un gioco,un gioco tra bambini. "Entra" le disse Bill aprendo una porta chiusa a chiave. La stanza era grande,un'ampia parete era occupata da una vetrata incorniciata ai lati da leggere tende di seta verde chiaro,tutta la tappezzeria era color verde chiaro. Ai piedi del letto una cassapanca di legno raffinamente decorata. Nell'unica parete libera c'erano un armadio e uno specchio,sotto uno specchio una piccola scrivania,sopra trucchi,una spazzola,forcine,fermagli. Nell'armadio semiaperto s'intravedevano alcuni vestiti. Chiaramente era la stanza di una ragazza. Sembrava che dovesse far ritorno da un momento all'altro. Magda non capiva,dove l'aveva condotta Bill? Si voltò a guardarlo. "Questa è la stanza di mia nipote Kelsie" "non sapevo che avessi una nipote Bill" "avevo....". Magda continuava a non capire,era confusa,per la prima volta. Bill era l'uomo che facceva confondere Magda. "é morta" "oh.." "è l'unica che ho amato veramente e che amerò per sempre. Kelsie era...così diversa dalle altre ragazze,lei era dolce,sensibile...Kelsie era un'artista,incompresa ma un'artista...Nessun altro potrà mai prendere il suo posto" Magda a quel punto aveva chinato il viso. Bill allora le si era avvicinato "Magda" "..." "Magda guardami,Magda tu sei una donna stupenda,sei bellissima... i tuoi occhi,i tuoi capelli,la tua pelle.... mi piace tutto di te...tutto...ma non è destino che tu stia a mio fianco...." "ma..io.." "Magda" "si...si..". Ma poi era arrivata Eva, e tutto era cambiato. E adesso le cose sarebbero cambiate di nuovo. O abracci soavissimi, profumo d'abete, occhi di metallo. I tuoi abbracci, il tuo profumo, i tuoi occhi che io mai avrò. E il vento che soffia in questa gelida notte, e mormora all'infinito il tuo nome. E io ormai senza più speranza di conquistare il tuo cuore freddo dal dolore volgo lo sguardo al cielo. E le stelle che brillano nel cielo che ormai più non ha nulla di così brillante sembra splendere il tuo nome all'infinito. E più nulla.

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** Il dentista ***


"No!no!no!no!no!no!no!no!Ho detto no e no sarà" "ma lo devi fare è un tuo dovere,e poi hai già preso appuntamento disdire sarebbe da maleducati" "HA! Io posso fare quello che voglio.." "non fare il bambino". Le urla di Bill e di Emile rieccheggiavano per tutta la villa,le poteva udire perfino la cuoca in cucina mentre preparava la cena,le poteva udire il giardiniere fuori mentre poteva un'aiuola. Quale poteva essere stato il motivo per cui aveva spinto Bill ed Emile ad un'ennesima discussione?. La questione risaliva a qualche giorno prima.... Era una sera come altre,una lieve brezza passava dalla finestra aperta che dava nella sala da pranzo. "Quali sono i progetti ora?" domandò Hermann rivolto a Bill "progetti...Hermann?.Penso che bisogni ristabilire la nazione..tutta...senza tralasciare alcun particolare,alcuna regione..." "perchè non proporre qualcosa di utile alla popolazione?" "per esempio?" "in italia,per esempio,so che propongono delle gite per i bambini..al mare,in montagna... piccole cose naturalmente ma che aiutano ad aumentare il consenso e..oh..so anche che là premiano le famiglie numerose...così da invitare le madri ad occuparsi di più della famiglia" "interessante..." osservò Bill,lo sguardo perso nel vuoto ad osservare le mani bianche,bellissime,di Eva. In quel momento era entrata la cameriera,portava con sè un enorme vassoio ne quale vi era un dolce altrettanto grande. "Un dolce? Mi scusi ma non mi sembrava che rientrasse nel menù della serata.." "Oui Monsier..." la cameriera era francese,non sapeva ancora parlare bene il tedesco lo si poteva notare dall'accento che aveva "non ho preporato moi il dolsce..regalo delle vostre ammiratrici pour vous.." "ah..regalo delle mie ammiratrici..pour moi?" "oui" "grazie mille signorina,può pure andare,grazie". "Assolutamente disgustoso" fu il commento di Magda non appena la cameriera ebbe lasciato la stanza "se io fossi stata in..queste.." "avresti fatto probabilmente la stessa cosa.." terminò Emile sottovoce "deve essere un dolce inglese.." commentò Heydrich osservandolo "si,è inglese" confermò poi. Tutti lo guardarono come se fosse un fantasma "ma..come fai a saperlo" "l'ho assaggiato una volta,e poi ha un aspetto diciamo particolare..." "ma..con che è fatto?" "miele...rognone..frutta secca..brandy...burro.." "eeeeeeeeeh? ma questo non è un dolce! è un attentato omicidio!" "ahahahahahahahahahah! si attentato omicidio...ma ve l'immaginate?..ammiratrici avvelenano il Fuhrer della Germania con un dolce inglese,la nazione in lutto,annunciata guerra contro l'inghilterra! ahahahahahahahah" Emile non riusciva più a fermarsi dal ridere... "Bravo,è così che parli di me? Del tuo capo? Se da questo dolce è in gioco la mia virilità allora lo assagerò...al massimo che mi potrà accadere? un indigestione.." bill prese un cucchiaio,rimase ad osservare il pezzo di dolce che aveva preso per qualche secondo,poi lo mangiò. "Com'è?" domandò Eva con una faccia tra il divertito e il sorpreso,"ti dirò..è più buono di quello che sembra.." "mi sono dimenticato di una particolarità di questo dolce... è un'usanza inglese metterci dentro una moneta...o comunque un oggetto di ferro,e chi lo trova.." prima che Heydrich potesse finire la frase,Bill aveva avuto come una specie di sussulto; "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!". Perchè aveva urlato? Perchè aveva trovato la moneta, aveva dunque urlato per la felicità? No,aveva urlato perchè la moneta gli aveva scheggiato un dente. Ed ecco il motivo per cui Bill stava litigando con Emile,quest' ultimo aveva fissato un appuntamento con il dentista. "E va bene! Ci vado!" aveva sbuffato in fine Bill indossando il cappello a visiera e l'impermeabile nero. Bill si trovava davanti ad un'edificio bianco,completamente candido,l'insegna,fissata sopra alla porta diceva : STUDIO DENTISTICO DEL DR.WESSEL. Entrò prima che qualcuno lo potesse riconoscere,le ammiratrici diventavano sempre più insopportabili e difficili da liberarsene; "avanti" disse la voce annoiata del dottore,era circa un uomo di cinquanta anni dalla calvizia ormai avvanzata. "Buongiorno...Herr Docktor" il dottore alzò lo sguardo e quando si trovò davanti Bill si risvegliò all'istante. "M..Mein Fuhrer..io,non sa quanto aspettavo questo momento..io.io..mi scusi davvero..ma,cerchi di capire il lavoro.." "Herr Docktor non si preoccupi,la capisco.." "mi chiami pure Dr Wessel" "allora lei mi chiami pure Bill" "oh,io non credo di essere degno..." "stia tranquillo,ne è degno..". Cinque minuti dopo Bill era seduto nella poltrona dentistica "allora,dunque...qual'è il problema?" "l'altra sera..ho mangiato una specie di dolce inglese all'interno della fetta c'era una moneta.." "oh si..si,ottimo dolce inglese.Immagino che le è capitato di trovare la moneta.." "si.." "uhm..penso di avere intuito il problema" "mi si è scheggiato un dente" "si,proprio come avevo pensato....bene..apra la bocca" "devo?" "non posso fare altrimenti,oh..aspetti..dimenticavo.." il dottore si alzò dalla sedia,frugò in un cassetto ed vi estrasse una siringa "l'anestesia". Emile era nel salotto che sorseggiava un thè caldo,era l'unica cosa che lo calmava quando Bill lo facceva arrabbiare...era..era un bambino a volte,lo facceva andare fuori di testa,non riusciva a sopportarlo,se la prendeva con lui solo perchè non aveva nient'altro con cui sfogarsi e poi..una volta lo aveva quasi ucciso quando gli aveva chiesto di sposare Kelsie.....come poteva essere suo amico?. Il telefono squillò in quel momento, andò a rispondere la domestica,"sigorino Emile..il dentista al telefono,dice che è urgente.." Emile si diresse con sguardo interrogativo verso il telefono "Pronto?" "mi scusi,Herr Emile..ecco..c'è stato un piccolo problema.." "cos'è successo? Bill sta bene?" "ecco..vede,io non ho fatto nulla solo che..quando ho preso la siringa con l'anestetico è...è.." "è?" "è..svenuto" "svenuto?" "si" Emile sospirò "si..io..arrivo.."......Bill non sarebbe cambiato mai.

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** Un Capodanno da dimenticare ***


La neve turbinava lenta per le strade di Berlino,un vortice soffice,fino,interminabile; una nevicata a rallentatore. Bill osservava questo strano spettacolo da dietro il finestrino della macchina,troppi pensieri gli affioravano per la mente. Oltre alle faccende politiche adesso vi si erano aggiunte anche quelle personali. Pensava all'ultima litigata con Emile,solo in quel momento pensò che doveva essere stato troppo gelido nei suoi confronti...ma che ci poteva fare? Il lavoro non facceva altro che stressarlo....."Bill".... Hermann da canto suo non aiutava molto,anzi,peggiorava la situazione,continuava ad ammassare riunioni su riunioni.. facile per lui che doveva solo assistere... "Bill...". E poi c'era la questione di Magda,troppo insistente,troppo invadente,sospettava che stesse tramando di nuovo qualcosa, aveva questa sensazione da parecchio tempo. "Bill!?" Bill finalmente si voltò,a suo fianco c'era Eva, più splendente che mai,che lo stava osservando preoccupata "oh,scusa Eva,stavo pensando" "Bill,ti senti bene?Sei pallido" disse lei appoggiandogli una mano su una guancia. "No,no tutto bene,davvero,non preoccuparti per me" rispose prendendo la mano di Eva fra le sue, "ti sei divertita ieri a teatro? Mi dispiace non essere venuto,mi farò perdonare al più presto" "oh,non è necessario,Heydrich è un buon accompagn...." al nome di Heydrich Bill aveva avuto un gesto di stizza. Eva corrucciò la fronte "qualcosa t'infastidisce?" "che? non no figurati.." "oh.allora ti stavo dicendo che Heydr.." di nuovo quel gesto seccato; Eva rimase pensierosa per qualche secondo. "Ma tu sei geloso!" esclamò con gli occhi che le si illuminavano "chi? io? geloso? Nahhhh....che..che sciocchezza" disse voltandosi dall'altra parte per non far vedere che era arrossito,ci pensò su...era geloso? Si! Lo era da morire! Era geloso di tutto il tempo che Heydrich passava con Eva...se solo lui non fosse stato ammalato quella volta.... aveva proprio centrato il problema!. "Ma qual'è il problema?" "ti ho detto di non toccarmi,mi lasci Hermann, Posso urlare molto forte se lo voglio" "non ti conviene",prima ancora che Magda potesse aprire bocca Hermann gliela aveva tappata con una mano,provò allora a mordergliela "ehi! allora oltre che avere la lingua biforcuta mordi come una vipera,chissà se sei velenosa.." le sussurrò all'orecchio con vose sarcastica. Magda sbuffò,che seccatura,per tutti lei e Hermann erano insieme,per carità! Era veramente un bell'uomo...attraente sempre raffinato..aveva savoir fare..ma lei puntava più in alto. "sarà meglio se farai la brava questa sera" le disse poi passandogli un braccio attorno alla vita,Magda voltò il viso dall'altra parte,non perchè fosse imbarazzata ma per nascondere il sorriso che le si era appena materializzato nel viso....già,quella sera sarebbe stata speciale,indimenticabile,aveva organizzato tutto nei minimi particolari,nulla poteva andare storto. "Va tutto storto" pensò Emile sprofondando ancora di più nel sedile dell'auto,accanto a lui Heydrich se ne stava impassibile,non aveva cambiato posizione da quando vi erano saliti "è strano.." pensò guardandolo. Heydrich guardava fuori senza vedere però veramente il paesaggio,stava sognando a occhi aperti,cosa che gli capitava assai raramente..anzi,forse non gli era mai capitato...pensava a Eva...Eva! Mai aveva conosciuto una creatura simile a lei...apparte Kelsie che era stata la prima a fargli battere veramente il cuore,aveva giurato che dopo di lei mai e poi mai avrebbe amato un'altra donna... ma poi era arrivata lei. "non posso amarla,per lei sono come un fratello,lei ama già uno e non sono io.." Heydrich si struggeva di notte con quei pensieri,molte volte si era sognato di lui e Eva che... poi alla mattina quando si trovava a faccia a faccia con Bill,il suo capo,l'amore di Eva,provava sempre un strano disagio...quasi come se quello che succedeva nel sogno fosse accaduto veramente. Le macchine rallentano "siamo arrivati" mormora Heydrich faccendo sobbalzare Emile. La sala era enorme,addobbata d'arte per l'occasione. L'aria era impregnata di musica e champagne,Magda guardava Bill e Eva volteggiare in mezzo alla pista fra gli altri invitati,non era l’ unica a lanciare occhiate di fuoco alla ragazza. Ecco. Era venuto il momento. La musica era finita, Bill aveva momentaneamente lasciato da sola Eva per parlare con un ragazzo che gli aveva presentato Eva "Bill questo è mio fratello Fegelein,ha la mia stessa età,siamo gemelli,mi avevi detto di presentartelo,eccolo qua" Fegelein assomigliava veramente molto a Eva,gli stessi occhi azzurri e i stessi capelli biondi,Bill stava discutendo con lui di un eventuale ruolo nel esercito di alto grado e il giovane rispondeva entusista. "Non è veramente un magnifica serata?" Magda si era avvicinata a Eva e la guardava con il sorriso più benevole che poteva "non ti stai divertendo forse,Eva?" nel pronunciare il nome della ragazza uno strano scintillio passò attraverso gli occhi di Magda. Eva voltò lo sguardo verso quest'ultima "Magda! Che piacere.." disse non sapendo che altro aggiungere.... Magda che andava da lei a parlarle....era davvero molto strano "oh Eva,so cosa starai pensando,ma cosa ci fa questa qui da me? Vedi cara, in questi giorni ho avuto molto modo di riflettere ma,ti prego,vorrei palarne con te in privato,per favore" Eva la guardò dritta negli occhi. Magda sembrava sincera,molte volte Bill le aveva ripetuto che non doveva mai fidarsi di quello che diceva,che era una vera serpe,eppure...c'era qualcosa negli occhi di Magda... Eva annuì convinta,forse finalmente sarebbe riuscita a fare amicizia con lei. Emile guardava stupito Heydrich che intratteneva alcuni ospiti suonando il violino,incredibile! Chi l'avrebbe mai detto che sapeva suonare! E ancora più incredibile era come si rilassava mentre suonava,come il suo viso si distendesse,come gli occhi s'illuminavano quando gli riapriva,Emile poteva giurare di scorgere perfino un vago rossore quando riceveva applausi. Improvvisamente fu attratto da una scena dall'altra parte della sala,Eva stava parlendo con Magda,Eva e Magda? E da quando?. Corruciò le sopracciglia sospettoso,avrebbe voluto andare da lei,quando una ragazza gli si parò davanti. Era una ragazza davvero minuscola,ben proporzionata e di una bellezza squisita,ma davvero minuscola,a malapena arrivava all'inizio del collo di Emile; "tutto solo?" domandò lei senza la minima traccia di imbarazzo ma senza anche alcuna civettuosità. "Vuoi fare un giro?" continuò lei indicando la pista da ballo,Emile era confuso,chi era quella ragazza simile a un folletto? Perchè gli sembrava di averla già vista?. "Come ti chiami?" le sussurrò non sapendo che altro dire, lei sbattè i grandi occhi verdi,"lo prendo come un si o un no?" Emile guardò ancora una volta nella direzione dove poco fa si trovavano Eva e Magda,sparite! Forse se le era immaginato...."andiamo" disse infine prendendo la ragazza misteriosa per mano. "Grazie per avermi seguito Eva,sono veramente sorpresa dalla fiducia che mi dimostri,anche se non me la merito" "Magda,non dire così" "ma si Eva,si,sono stata così perfida con te...ma...vedi...era per..per prottegerti". "Prottergermi?" ripetè Eva non capendo il perchè di quelle parole "ma si,si Eva da..oh,ma che sciocca,non mi crederai,lo so,è troppo tardi ormai..." vedere Magda agitata in quel modo che continuava a guardarsi attorno preoccupata fece nascere una certa inquietudine nella ragazza. Cosa poteva mai esserci di così grave? Magda la prese per mano,al contatto quelle mani sembravano di pietra....chissà se oltre alla lingua biforcuta aveva anche il sangue da rettile,Eva scacciò via subito questo pensiero "vieni,sarà più facile quando lo vedrai con i tuoi occhi...". Magda la condusse davanti a una porta che Eva non aveva mai visto,nella residenza di Berlino Eva non aveva accesso a tutte le camere..forse adesso stava per saperne il perchè... "Questa non è la chiave vera ma il doppio,Bill le dà sempre ad Emile,è l'unico di cui si fida veramente...ma lavorandomi un pò Hermann ho scoperto che anche i domestici ne hanno delle copie,di ogni stanza,non è stato difficile prenderle.." disse Magda rispondendo allo sguardo interrogativo di Eva. La serratura scattò "ci siamo" mormorò Magda,più a sè stessa che a Eva. La stanza era molto spaziosa,la luce della luna che filtrava dalla grande vetrata dall'altro lato illuminava tutti i mobili,Eva vide uno specchio,una cassapanca posizionata ai piedi del letto a baldacchino,un armadio nel quale si potevano intravedere vestiti femminili. Una stanza di una ragazza. Un particolare colpì Eva,in un angolo stava un piedistallo,isolato dal resto,sopra di esso stava il busto di una ragazza sorridente,affianco a questo v'era in un vaso un mazzo di fiori freschi,di giornata. Eva osservò il quadro che stava dietro a quel strano tempietto,ritraeva la stessa ragazza,si sorprese della sommiglianza che aveva con lei,se non fosse stato per gli occhi grigi e i capelli neri. Magda accese la luce così che tutto fu più chiaro,fremeva,era evidente. "Chi..." "chi è vuoi dire? é la nipote di Bill.." "Bill non ha una nipote.." Magda mostrò a Eva il comodino vicino al letto,tutte le foto che vi erano posate sopra ritraevano la ragazza con Bill. Eva non capiva nulla "non te ne ha mai parlato,vero?" la voce di Magda aveva un tuono suadente "non l'ho mai vista" "per forza non l'hai mai vista,è morta che ancora Bill non ti conosceva.." Eva spalancò gli occhi a queste parole "m..morta? C.." "come? Si è sparata.." "perchè?" Eva capiva sempre meno di quella storia. "Perchè la gelosia di Bill la stava faccendo impazzire,non la lasciava andare da nessuna parte,Emile quando gli ha chiesto la mano a sua nipote quasi non lo ammazzava, Kelsie viveva nella reclusione totale,logico che trovasse il suicidio l'unica via di fuga....oh...una parte che solo io sono a conoscenza,che nemmeno Bill sa, Kelsie si è sparata dopo aver trovato una tua lettera nel cappotto di Bill..." Magda disse quelle parole assaporandole..e la parte migliore doveva ancora arrivare " e sai perchè Bill era geloso? Penso che te lo immagini....aveva una storia con sua nipote,e che storia,ogni sera se la portava a letto... penso che se la volesse anche sposare." "BASTA! SMETTILA! LE TUE SONO SOLO BUGIE..BILL..BILL NON SAREBBE IN GRADO DI FARE TUTTO QUESTO...SEI CRUDELE..". Aveva fatto male a seguirla,perchè l'aveva fatto,stava per uscire dalla stanza,voleva andare da Bill, abbracciarlo e fingere che Magda non le avesse detto niente,dimenticare tutto ancora prima di averlo compreso. "Sarò crudele...ma...hai notato la somiglianza con sua nipote? Non dirmi di no perchè è troppo evidente" Eva a queste parole si bloccò "non lo capisci,sciocca? Lui non ama te...lui ama Kelsie attraverso di te..." "NON è VERO!" " ah no? Quante volte ti ha detto apertamente ti amo? quante volte l'avete fatto?". Eva sapeva la risposta,e sapeva che Magda la conosceva..mai... quella parola le aleggiava nella mente come un piccolo fantasma....sentiva gli occhi riempirsi di lacrime...allora,forse,non erano delle bugie quelle... Uscì dalla stanza correndo,il volto nascosto dalle mani. Magda sorrise,la prima fase era compiuta,la più difficile veniva ora. Heydrich era uscito dalla stanza completamente ubriaco, cercava il bagno,dopo aver eseguito vari brani con il violino alcuni,chissà chi non riusciva a ricordare,lo avevano invitato a bere,nonostante avesse rifiutato ripetutamente lo champagne alla fine aveva ceduto, "al diavolo" si era detto mentre beveva d'un fiato il primo bicchiere "per una volta,dato che è capodanno". Heydrich si accasciò nel lavandino del bagno vomitandoci dentro,"mai più" si disse "mai più". Asciugandosi la bocca e il viso ebbe modo di osservarsi allo specchio,che aspetto terribile,e non era ancora per niente lucido. Uscendo si appoggiò al muro per riprendere fiato e almeno un pò della ragione che era andata completamente a farsi benedire,gli sembrò allora di udire un singhiozzo,prima sommesso poi sempre più forte "ecco..iniziano le allucinazioni". Vide una figura rannicchiata in un angolo buio,la visione?, quando Heydrich la toccò sentì il tocco con la pelle..no, non era una visione. la figura sussultò,forse era perchè era ubriaco o per la poca luce..non riusciva a metterla bene a fuoco,eppure era sicuro che fosse.."Eva?" si stupì di quanto apparisse gracchiante la sua voce,si schiarì la voce e ripetè "Eva?". "Heydrich?" la sua voce era poco più di un sussurro, "ha pianto.." notò Heydrich "perchè sei qui? Fra poco sarà la mezzanotte...non vuoi vedere i fuochi d'artificio?" chissà da dove riusciva a trovare tutta quella lucidità. "Oh,Heydrich!" s'alzò d'impeto senza aggiungere altro e gli gettò le braccia attorno al collo,ricominciò a singhiozzare,no decisamente c'era qualcosa che non andava; "va tutto...bene...non piangere". Improvvisamente alzò il viso guardandolo negli occhi,non lo aveva mai guardato in quel modo,nonostante la poca luce Heydrich riuscì a interpretare perfettamente quello sguardo. Lo aspettava e lo temeva,contemporaneamente,da tempo,stava a lui,ora,decidere quale risposta dare. Optò per quella più rischiosa,sapeva che se ne sarebbe pentito all'istante. "Dov'è Eva?" pensò Bill guardandosi attorno,erano in giardino,mancavano pochi minuti alla mezzanotte, e di Eva nessuna traccia....non l'aveva più rivista da quando si era intrattenuto a parlare con il fratello di lei. Pensò che molto probabilmente era ancora dentro alla villa. "Magari sta preparando una sorpresa.."pensò con uno strano luccichio negli occhi,si,doveva essere proprio così. S'allontanò dagli altri invitati senza farsi vedere, un'impresa alquanto ardua da combiere, ma tutti erano impegnati a guardare altrove. Nella villa regnava il silenzio e il buio assoluto,sapeva che molto probabilmente Eva lo aspettava nella sua camera, non potè fare a meno di sorridere,certo,gli sarebbe piaciuto aspettare quel momento dopo il matrimonio (perchè lui voleva assolutamente sposare Eva,e al più presto) ma se l'occasione si presentava...di sicuro non si sarebbe tirato indietro. Si fermò davanti alla porta,si sorprese a sentirsi nervoso.. strano..non lo era stato nemmeno alle riunioni, forse perchè non sapeva che aspettarsi? E se facceva una figuraccia? E se non era all'altezza?. Era così perso nei suoi pensieri che non sentiva nemmeno le voci che provenivano dall'interno della stanza. Voci? fece un passo indietro, ok...riconosceva di essere nervoso, ma fino a questo punto...che fosse pazzo?. La parte più..strana..era che una voce...sembrava quella di Heydrich!. Ecco! La gelosia! Si,era pazzo di gelosia...forse doveva andare da un dottore. Aprì finalmente la porta con decisione "Eva, amore mi..." si bloccò immediatamente appena vide la scena davanti a lui. Eva era distesa nel letto,ma non era sola. Effettivamente a fianco suo c'era....Heydrich. Emile guardò l'orologio che aveva al polso,la ragazza dai bellissimi occhi verdi e particolarmente minuta stava a suo fianco,le braccia attorno alla vita di Emile. "Manca poco alla mezzanotte" gridò Emile,pronto a fare il conto alla rovescia. "Dieci..", Bill non riusciva a capire cosa stava accadendo, "Nove", un incubo...un incubo,il peggiore che aveva mai avuto, "otto", come poteva essere così reale,però? "sette", Heydrich ed Eva se ne stavano impalati come lui,nessuno si muoveva, "sei", Bill avvertiva che qualcosa iniziava a muoversi dentro di lui, "cinque", cominciava a rendersi conto di quello che stava accadendo, Eva..a letto,nel suo letto,con Heydrich, "quattro", il sangue iniziò lentamente a ribbollire dentro di sè, "tre", sentiva il suo corpo tremare in una maniera incontrollabile, "due", i suoi occhi presero a brillare di una luce folle, "uno..", estrasse la pistola che teneva sermpre con sè,puntandola verso Heydrich, "BUON ANNO NUOVO!" urlò Emile abbracciando l'esserino a suo fianco, "T'AMMAZZO!!!" urlò Bill completamente fuori di sè,il colpo partì quasi contemporaneamente. Eva saltò immediatamente fuori dal letto,indossava la camicia da notte,schizzò fuori dalla stanza,Bill nemmeno la vide. Heydrich era pietrificato,lo aveva mancato per un soffio,lo stesso non si poteva dire della testiera del letto. In quel momento la porta della camera si aprì,qualcuno accese la luce. Emile era accorso appena aveva sentito lo sparo,non potevano essere stati i fuochi d'artificio,proveniva da troppo vicino. Guardò la scena a occhi spalancati,soffermandosi prima su Heydrich,nel letto coperto solo dalòle lenzuola,poi su di Bill. Gli ci volle mezzo secondo per capire,e ancora meno per afferrare Bill e impedirgli di sparare di nuovo a Heydrich, lo trascinò fuori dalla stanza prima ancora che potesse avere di nuovo una reazione "manda via tutti" disse a Hermann,quest'ultimo,pallidissimo,si riprese solo a quelle parole,"signori vi prego,è giunta ora che torniate a casa,la festa è finita" nonostante il sangue freddo sapeva che lo scandalo si sarebbe saputo comunque,questione di ore. Emile chiuse a chiave la porta dell'ufficio di Bill. Un demone. Fu questo il suo unico pensiero. Sembrava posseduto dal diavolo, "LASCIAMI! FAMMI USCIRE! LO DEVO AMMAZZARE,LO AMMAZZO! LO VOGLIO SQUARTARE CON QUESTE MIE MANI,VOGLIO VEDERE IL SUO SANGUE SGORGARE NEL PAVIMENTO! LO AMMAZZO,LO AMMAZZO! TRADITORE,MALEDETTO, DEVE MORIRE,MORIRE,MORIRE,ANNEGHERà NEL SUO STESSO SANGUE!!". Emile guardava atterrito Bill fare a pezzi il suo studio, buttò a terra la libreria,frantumò i vasi di vetro,trappò i quadri appesi alle pareti scaraventandoli addosso alle finestre chiuse,il rumore del vetro rotto;rovesciò la scrivania con tutti i documenti sopra. "é posseduto.." non sapeva che altro dire,non osava avvicinarsi,semplicemente osservava quell'apocalisse senza far niente. Eva era andata in bagno,stranamente era tranquilla,accese la luce,prese dei vestiti che aveva nascosto lì,gli stessi che indossava quella sera,tutto calcolato. Si mise le mani nei capelli e...si tolse la parrucca bionda... una cascata di capelli,quasi altrettanto dorati,ma più lunghi,scese lungo le spalle di Magda. A quanto pare il suo piano aveva funzionato alla perfezzione,meglio di quanto si aspettasse....

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=270352