One Boss. One Snake

di Frency031194
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mission ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Anger ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Guilty ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Death ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Tears ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Hope ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: It's just an illusion ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Sorry ***



Capitolo 1
*** Mission ***


Capitolo 1:  Mission

Aveva sempre lottato per il suo paese, anche se di conseguenza le aveva tolto tanto, come suo figlio molti anni prima sul campo di battaglia ed erano passati solo due anni da quando aveva dovuto uccidere il suo amato, non che ex-compagno dei Cobra: The Sorrow.
Ora i Cobra erano riuniti e la sua missione era semplice, fermare Volgin.
Poi lo vide, il suo ultimo allievo, colui che per lei era come un figlio.
Jack.
Era venuto per Sokolov, probabilmente per riportarlo in America, lontano dalle grinfie del sadico capitano russo, ma ben presto si sarebbero reincontrati, solo che questa volta sarebbero stati nemici.

La missione Virtuosa per Snake era stata molto semplice, era arrivato al ponte con Sokolov che lo seguiva teso, ma teneva la pistola puntata in avanti, pronto a difendere lo scienziato.
Solo in quel momento dalla piccola nebbia che si era formata vide arrivare qualcuno, fece per sparare, ma si bloccò, vedendo la sua mentore camminare di fronte a lui.
Da una parte era sollevato, ma quei missili nucleari che portava con sé fecero traballare il ponte e guardando negli occhi la sua maestra capì che qualcosa non quadrava.

Rivedere il suo allievo in quelle circostanze la fece dubitare solo per un attimo, ma era la sua missione, era sicura che appena finita quella missione, tutto si sarebbe risolto, avrebbe salvato il suo paese ancora una volta, doveva solo avere pazienza.
- Boss.. cosa significa?-
- E’ un piccolo regalo-
In quel momento arrivò Volgin che con facilità, ed un sorriso trionfante sul volto, prese i due missili americani rubati, subito dopo uno dei cobra recuperò , senza che Snake potesse fare qualcosa per fermarlo, Sokolov portandolo sull’elicottero.
-E’ uno dei vostri?- Chiese Volgin a The Boss, indicando con la testa Snake ancora più confuso.
- Sì, ma lui non viene con noi, è troppo puro-
Dove va farlo, per il suo bene e per quello del paese, avrebbe voluto dirglielo, ma non poteva, la sua era una missione segreta.
Così lo fece.
Fu così che con facilità mise fuori gioco Snake, rompendogli un braccio e buttandolo giù dal ponte e mentre tutti salivano sull’elicottero lei si prese qualche minuti stringendo forte la corda del ponte e guardando il punto in cui era sparito portandosi via la sua bandana.
“ Non morire” pensò prima di salire insieme alla sua nuova squadra.



 
Angolo Autrice: Yes! Sono tornata! L'ispirazione non arriva per Naruto, ma per Metal Gear e questa volta sono decisa a finirla.
So di avere altre storie in sospeso, ma questa fan fic mi sta veramente a cuore e spero davvero che vi piaccia.
Oltretutto adoro il personaggio di Big Boss e volevo ripercorrere tutti i momenti in cui lui e The Boss si incontrano, fino alla morte di lei e continuare parlando di Big Boss e del suo cambiamento.
Perchè alla fine tutto è iniziato quelgiorno in un campo pieno di fiori bianchi.
Ho messo anche Solid Snake perchè ci sarà anche lui, anche se per pochi capitoli.
Questo è tutto ci vediamo al prossimo capitolo! Au Revoir!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Anger ***


Capitolo 2: Anger
 
Quante volte era capitato che le cose non andassero secondo i piani? Molte volte, ma nonostante tutto lei era sempre riuscita a cavarsela in ogni missione, anche se questo aveva richiesto molti sacrifici.
Quella volta però non c’era scampo, ed era tutta colpa della brama di potere di Volgin, della sua voglia di provare quei missili nucleari americani, lanciandone uno sul sito di ricerca di Sokolov.
Appena lo aveva saputo il suo cuore si era fermato, sapeva che questo avrebbe messo a rischio l’incolumità delle persone, del suo paese e di Jack.
Perché doveva succedere ora? Proprio adesso che si era guadagnata la fiducia di Volgin e il piano stava procedendo bene.
La conferma arrivò il giorno dopo, quando ricevette un messaggio radio dagli USA.
Lei non sarebbe dovuta rientrare in patria viva.
Altrimenti la guerra fredda sarebbe diventata la terza guerra mondiale, altri morti, altre perdite.
<< The Boss… non pensi che questa decisione sia stata presa alla leggera, ma non possiamo permetterci un’altra guerra di quelle dimensioni>>
Disse la voce alla radio, mentre lei fissava un punto imprecisato nella stanza, con gli occhi leggermente socchiusi.
<< Sarò disposta a sacrificarmi, ma ad una condizione… che sia Snake a doverlo fare, affidate a lui questa missione>>
<< Il suo allievo?!>>
<< Lascerò questo mondo, morirò in terra straniera, ma per mano sua>>
Ci fu un po’ di silenzio, ma acconsentirono, quello fu l’ultimo contatto radio con la sua patria.
Una settimana dopo si diresse, in groppa al suo cavallo, nel punto in cui Jack sarebbe atterrato.
Cosa provava in quel momento? Solo tanta rabbia.
Per Volgin, che senza volerlo aveva firmato la sua condanna a morte.
Per Jack, che gli aveva affidato il compito più difficile.
Per se stessa, che ancora una volta, non era riuscita a mantenere una promessa.
Lasciò il cavallo vicino ad un albero e quando tornò da esso vide Jack, notò subito che si era messo la bandana, che cosa voleva dimostrare? Pensava che mettendosela avrebbe cambiato le cose? No, non sarebbe tornata, non viva.
<< A quanto pare, non era ancora giunta la tua ora>>
Disse comparendo alle spalle del ragazzo, guardandolo fredda e distaccata, subito lui mise mano alla sua arma, esattamente come lei gli aveva insegnato.
<> Disse sconcertato.
<>
Lentamente Snake abbassò l’arma, senza distogliere lo sguardo dalla sua figura, lei con un piccolo sorriso sul volto.
<< Cosa ci fai qui?>>
Il volto di lei cambiò, la sua rabbia venne fuori e Snake capendo subito si lanciò all’attacco contro di lei, ma fu semplice disarmalo e rompergli la pistola.
<< Vattene!>>
Anche se la sua missione era quella di morire, una parte di lei voleva che se ne andasse, che dimenticasse tutto di lei, la missione e il resto, ma sapeva che non lo avrebbe fatto, non gli aveva insegnato così.
Infatti lo vide rialzarsi e attaccarla e ancora una volta lo stese a terra.
<< Vattene, il GRU e i miei figli aspettano più avanti, non hai nessuna possibilità di finire la missione.
Non sei nemmeno armato>>
Voleva alimentare la sua rabbia, voleva passargli la sua rabbia, per quella situazione che si era venuta a creare, per il fatto che si sarebbero incontrati solo per combattere un ultima volta.
<>
Si stava allontanando, ma ancora una volta lui la chiamò costringendola a fermarsi ancora e ancora una volta lo mise a terra facilmente.
<< Non sono più il tuo Boss>>
Dire quelle parole fu una pugnalata al cuore, ma lei doveva andare avanti, sapeva che ce l’avrebbe fatta, che alla fine di tutto avrebbe capito.
<>
Prese la sua mitragliatrice e gliela puntò contro.
<>
Dove andarsene e c’era solo un modo per farlo allontanare, con la mitragliatrice sparò a raffica contro il veicolo con il quale Snake era atterrato e sparò finchè esso non esplose.
<< Questo dovrebbe agitare le acque, meglio che ti sbrighi>>
In quel momento venne a piovere e lei sentì chiaramente la presenza di The Sorrow accanto a lei.
<< Il confine dista circa 100 chilometri a sud. Dovresti farcela a correre fino a lì>>
Ancora una volta cercò di avvicinarsi al suo cavallo.
<< Perché ha disertato?>>
Era sempre stato così, sapeva sempre che domande fare e dove colpire, quello era il suo Jack.
<< Non l’ho fatto. Resto fedele al mio … “fine”, al mio intento e tu invece, Jack?
Cosa farai? Resterai fedele al tuo paese o a me? Al tuo Paese o alla tua vecchia guida? Alla missione o alle tue convinzioni? Al dovere verso la tua unità? O ai tuoi sentimenti personali?>>
Si rimise il mantello, sapendo di avergli messo ancora più domande in testa, ma era certa che in mezzo a quelle domande avrebbe trovato la risposta e la forza per compiere il suo dovere.
Salì a cavallo guardandolo un ultima volta.
<< Non sai ancora la verità, ma prima o poi dovrai scegliere.  Non mi aspetto che mi perdoni, ma non puoi neanche sconfiggermi>>
Doveva alimentare la sua rabbia, altrimenti non avrebbe ottenuto la forza necessaria per premere quel grilletto.
<< Mi conosci troppo bene. Guarda quella bandana, per sopravvivere devi lasciarti il passato alle spalle>>
Fece in modo che il cavallo gli pestasse una mano e con tono freddo e minaccioso gli disse:
<< Se ci incontriamo di nuovo, ti ucciderò.  Ora tornatene a casa>>
Partì via con il cavallo, allontanandosi sotto la pioggia, mentre il cuore le si stringeva, aveva sfogato in parte la sua rabbia, sperava di averlo provocato abbastanza da farlo andare avanti.
Lui era la sua sola speranza.

Angolo Autrice: E un'altro capitolo in poco tempo! Mi sento soddisfatta e come sempre spero che questa storia piaccia.
Questa volta si parla esclusivamente di The Boss, i pensieri di Jack li farò solo più avanti o quando li riterrò necessari, credo che fino a quando The Boss non sarà morta, di Jack non parlerò molto, solo dopo la sua morte, quando mi concentrerò degli avvenimenti in Peace Walker, lì Jack e the Boss saranno una cosa sola.
Spero vi piaccia e recensite che fa sempre piacere.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Guilty ***


Capitolo 3: Guilty

Sapeva che Snake sarebbe arrivato a Groznyj Grad,  era un soldato abile e testardo, sarebbe andato fino in fondo, ma lei sapeva che non sempre in una missione le cose vanno come si deve.
Aveva seguito Volgin nella stanza dove avevano rinchiuso Sokolov, per cercare la sua “amante” e invece si era ritrovato Sokolov in compagnia del maggiore.
In pochi sapevano che Volgin era un tipo che amava chiunque, adorava gli uomini quanto le donne, sadico com’era si divertiva nelle sue stanze con chiunque gli interessasse e il maggiore era uno di quelli, uno dei suoi “preferiti”.
Snake era riuscito a metterlo a terra e lei subito era intervenuta combattendo un po’ contro di lui, inutile dire che anche se lui era diventato forte, lei era riuscita a bloccarlo e togliergli quella maschera tenendogli il coltello sulla gola.
Vide Volgin avvicinarsi puntando la pistola al volto di Snake.
<< Ne resti fuori!>>
Spostò in malo modo Snake e con due colpi mise a terra anche Volgin, che si rialzò poco dopo guardandola un po’ intimorito.
<< Capisco perché la chiamano The Boss… cos’era una mossa di Judo?>>
<< No, si chiama CQC, la tecnica base del combattimento ravvicinato, l’ho perfezionata con lui>>
Disse voltando lo sguardo verso Snake ansimante a terra, non potè impedire che Volgin lo prendesse per la collottola guardandolo con un ghigno sadico, mentre le scariche elettriche cominciavano ad attraversare il suo corpo.
<< Ha intenzione di ucciderlo?>>
Quella domanda la fece dando le spalle ai due uomini, non riusciva a guardare, perché il senso di colpa l’assaliva, ma come al solito la sua faccia mostrava indifferenza.
<< Naturalmente, ma prima … voglio fargliela pagare per ciò che ha fatto ad Ivan>>
Cominciò a riempirlo di botte, sentiva i gemiti di dolore di Snake e ognuno di essi era un colpo al cuore, cominciò ad allontanarsi da quella stanza e , anche se non lo poteva vedere, sentì il suo sguardo su di lei e ancora una pugnalata al cuore.
Colpa.
Si sentiva in colpa perché non poteva salvarlo da quell’uomo.
Perché avrebbe dovuto procurargli altro dolore.
Perché lo aveva coinvolto in tutto questo.
Aveva mentito quella sera, quando lui tornò dopo una settimana, gli aveva detto che non si aspettava che la perdonasse quando in realtà sperava che lo facesse.
Colpa.
Era tutto ciò che sentiva in quel momento, persino quando incrociò Ocelot, perfino lui capì, ma non la fermò, perché nessuno dei due poteva fare niente.
Neanche nella sala delle torture, sentiva le due grida di dolore e solo quando sentì una pausa entrò.
<< Non parlerà, è stato addestrato a non arrendersi … è stato addestrato da me>>
<< Questo non va bene, quindi date le circostanze lei mi deve dimostrare che non avete un accordo segreto>>
<< Non si fida di me, vero?>>
Si avvicinò a Volgin minacciosa e lui indietreggiò, lui sapeva bene quanto poteva essere pericolosa.
<< Non dico questo, solo lo dimostri … gli cavi gli occhi, non mi piacciono i suoi occhi azzurri, lei lo ha reso un soldato e ora lo rovini, lo faccia!>>
Ancora una volta, doveva subire, doveva fargli del male, per quanto sarebbe durata quella colpa?
Si avvicinò con il coltello all’occhio di Snake e per la prima volta il suo braccio tremava, fu allora che Tatyana, la fermò e nel profondo tirò un sospiro di sollievo.
Assistette al solito gioco di Ocelot, ma non potè prevedere quello che sarebbe successo, che mentre Ocelot metteva alla prova la ragazza, lei capì che la prossima pistola era quella con il proiettile e ovviamente anche Snake lo capì, ma non avrebbe mai pensato che pur di difendere quella ragazza, lui si mise in mezzo spintonando Ocelot.
Il proiettile però colpì l’occhio destro di Snake e lei non resistette, diede un grosso ceffone a Ocelot.
<< Questo ti basta?>>
Tono atono, ma minaccioso allo stesso tempo e aspettò che si Volgin che Ocelot uscissero prima di sparare ad una gamba di Snake e dargli la sua arma.
<< Corri>>
Disse prima di uscire.
Era un modo per espiare le sue colpe, dargli una speranza per scappare? Non lo sapeva neanche lei, sapeva solo che lui doveva salvarsi, lui era la sua  speranza.
Sperava solo che un giorno, sarebbe riuscito a perdonarla.
 
Angolo Autrice:  Ed ecco finalmente il terzo capitolo! Rivivere questa scena è sempre come la prima volta, orribile.
Vedere Big Boss torturato e anche la scena in cui perde un occhio... bhe per una sua fan è sempre stato brutto, ho odiato moltissimo Volgin e solo dopo il gioco possiamo capire The Boss.
Come sempre mi dedico solo ai suoi pensieri e alle sue sensazioni, quando morirà invece sarà Big Boss il principale protagonista, con però la figura della sua mentore sempre al suo fianco.
Spero sempre che vi piacci, grazie a chi segue questa storia, ai lettori silenziosi e se lasciate una recensione così mi fate sapere cosa vi piace, non vi piace, dove posso migliorare o altro mi fate un grossissimo piacere.
Grazie ancora per averla letta e al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Death ***


Capitolo 4:  Death


Dopo la fuga di Snake da quel posto, Ocelot era subito venuto a fare rapporto sia a lei che a Volgin e quello che disse fu per lei sconcertante, ma nascose tutto sotto la solita maschera d’indifferenza.
Pur di fuggire Snake si era lasciato cadere giù per una cascata.
Era certa che fosse vivo, non poteva morire così, non doveva morire.
Però avendolo cresciuto come un figlio, non poteva fare a meno di essere preoccupata e sperava in fondo che Eva lo trovasse per curarlo, ma non lasciò trasparire niente, se non un commento gelido.
Volgin dal canto suo, per non rischiare aveva voluto accelerare il tutto e ormai mancava poco, veramente poco al lancio dello Shagohod.
“Muoviti Jack” pensò mentre seguiva Volgin dirigendosi verso l’arma.
Fu sollevata nel vederlo sano e salvo, ma doveva continuare a recitare per il bene della missione e per l’incolumità del suo pupillo, perciò si scontrarono di nuovo e anche con quella benda sull’occhio riusciva a combattere, forse era più sbilanciato, ma riuscì a tenerle testa e per un istante l’aveva quasi messa a terra.
Però lei riuscì ad atterrarlo ancora.
Subito Ocelot li raggiunse puntando la pistola contro Snake, che si ritrovò davanti a Volgin, imponente e con quel ghigno sadico che lo contraddistingue guardava il ragazzo davanti a sé trionfante, tirando fuori l’eredità dei Filosofi.
Tutti furono sconvolti e volsero lo sguardo verso quel piccolo microchip, tenuto dal capitano russo.
<< Questo microfilm contiene tutte le informazioni contiene tutte le informazioni sull’Eredità, si potrebbe dire che questo microfilm è l’Eredità dei filosofi>>
Snake sembrava non ascoltarlo, guardava Eva con fare preoccupato, lei era a terra priva di conoscenza, e the Boss capì che se avesse potuto sarebbe corso da lei per assicurarsi che stesse meglio.
<< L’ha tradita l’odore, non il suo profumo. La benzina per motocicletta, ne era impregnata>>
<< E pensare che la bella Tatyana era una spia… le abbiamo trovato addosso anche questa radio>>
Usando l’elettricità che scorreva nel suo corpo, Volgin distrusse la radio prima di rivolgersi di nuovo a Eva.
<< Era una donna così bella… quasi quasi mi duole ucciderla>>
Vide Volgin guardare jack con sfida e in quel momento The Boss capì che tra i due c’era qualcosa di più di un’amicizia, sapeva che gli avrebbe spaccato la faccia se solo ne fosse stato in grado.
<< Si lei era una che obbediva… era il mio animaletto da compagnia>>
Con furia le diede un calcio che ebbe il potere di ridestarla e anche quando lei provò a colpirlo, lui la bloccò per un polso dandole delle scariche elettriche che la fecero urlare dal dolore.
<< Lurida cagna… mi hai già baciato abbastanza >>
La buttò a terra per poi darle un altro calcio e ancora una volta Snake provò di nuovo a correre verso di lei, ma fu bloccato nuovamente dalla pistola di Ocelot.
Per provare a sviare il discorso, Snake riportò su di sé l’attenzione con una domanda.
<< Che cos’è l’Eredità dei filosofi?>>
<< Va bene… prima te lo spiego e poi ti ammazzo >>
Cominciò la lunga spiegazione di come nacque quel microfilm, di come il padre di Volgin facesse parte di quegli uomini che la crearono, di come lui ne entrò in possesso.
<< Ho perso i Cobra, ma ho ancora lo Shagohod e l’Eredità.. l’America non può fare niente per fermarci!... Boss metta al sicuro questa>>
Era così facile? Pensava che avrebbe dovuto addirittura chiedergli se la poteva tenere lei, ma così almeno le cose erano più facili e appena la ebbe in mano sorrise tra se e sé, per poi rivolgersi a Snake… che non la guardava.
<< Lui non sarebbe tornato qui se non avesse avuto un buon motivo… il C3 è stato rubato.. starà architettando qualche atto di sabotaggio, vado a vedere se ci sono delle sorprese… eliminerò anche lei>>
Non attese risposta e alzò la ragazza sussurrandole poco dopo.
<< Lascia fare a me >>
Eva la guardò sorpresa, comprensibile in fondo, non si sarebbe mai aspettata un aiuto da colei che era alleata con Volgin.
La lasciò andare un po’ avanti prima di rivolgersi nuovamente al russo.
<< Combatta da guerriero Volgin >>
<< Certamente >>
Guardò un ultima volta Ocelot che gli fece un cenno d’assenso e poi seguì la ragazza, lasciando tutto nelle mani di Snake.
 
<< Perché mi ha salvata?>>
<< Salvalo>>
<< Cosa?>>
<< Fidati di me, dì a Jack che io lo aspetto al lago… sarà la nostra ultima battaglia >>
Eva la guardava confusa e non riusciva a capire il significato di quelle parole, poi The Boss le passò alcuni documenti.
<< Ti chiedo, di raccontargli tutto quello che c’è scritto in quei documenti appena tutta questa storia sarà finita>>
<< Perché io?>>
<< Perché io non potrò>>
The Boss guardò la ragazza con un sorriso triste, quasi rassegnato, ma in pace con se stessa.
<< Torno indietro>>
<< Aspetta… appena lo vedi, gli puoi dire una cosa?>>
<< Cosa?>>
<< Non ho mai visto degli occhi così belli>>


Era arrivata in quel luogo, una lago con a riva un campo di fiori bianchi, un buon posto per morire, almeno però poteva ritenersi soddisfatta, nonostante avesse sofferto molto nella sua vita, sacrificando molte cose non aveva rimpianti.
Non rimpiangeva di aver amato The Sorrow.
Non rimpiangeva di aver avuto un figlio, anche se poi glielo avevano portato via.
Non rimpiangeva niente.
Le dispiaceva però non poter tornare a casa con Snake, dirgli ancora una volta che aveva fatto un ottimo lavoro, vederlo ascendere nella sua carriera militare, stargli accanto se mai si fosse trovato una donna stabile.
E ora che era lì davanti a lei… un po’ si sentì rincuorata, almeno avrebbe potuto vederlo un’ultima volta.
<< La fine della vita non è bella? E’ quasi tragica…quando la vita finisce emana un ultimo odore duraturo, la luce non è che un dono d’addio alle tenebre a coloro che si avviano a morire.
Ho aspettato Snake.. per tanto tempo, aspettato che tu nascessi, crescessi e la finalità di oggi>>
<< Boss…>>  Disse Snake con voce dolorante << Perché fa questo?>>
<< Perché? Per riunire di nuovo il mondo, di mondo c’è n’era solo uno, ma al termine della Seconda Guerra Mondiale i Filosofi iniziarono a lottare l’uno contro l’alto e il mondo fu diviso, anche i miei amici Cobra, che si allearono e combatterono con me, furono divisi>>
Fece una pausa guardandolo ancora.
<< Gli alleati di ieri diventano gli oppositori di oggi e questa Guerra fredda? Quando ero a capo dei Cobra, Russia e America erano insieme.. ma saranno ancora nemiche nel 21° secolo? Io ne dubito.
I nemici cambiano con il tempo, con lo scorrere delle ere e noi soldati siamo costretti ad adeguarci… Le capacità di un soldato non sono fatte per colpire gli amici.. Allora cos’è un nemico?>>
Stava perdendo tempo con quel discorso? No.. se proprio doveva andarsene, voleva lasciargli un’ultima cosa, un ultimo insegnamento, qualcosa che lo potesse accompagnare durante la sua vita.
Lui era lì fermo e immobile che l’ascoltava, come aveva sempre fatto, ascoltò ogni cosa, di lei, dei suoi sacrifici, non l’aveva interrotta, non aveva perso neanche una parola.
<< Non ho mai parlato tanto di me prima d’ora.. grazie… grazie per avermi ascoltato>>
Sorrise guardandolo, mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia, era felice, poteva lasciare questo mondo, con la consapevolezza, che lui non si sarebbe arreso.
<< Mi sento soddisfatta… Snake>>
Con gli occhi lucidi si voltò di scatto e avviò l’operazione, in quei dieci minuti doveva sconfiggerla o tutto il suo lavoro sarebbe stato vano.
La battaglia fu dura, violenta, entrambi erano forti e determinati, ma il colpo che la mise a terra arrivò e lei era mentalmente e fisicamente stanca, ma pronta… anche se non sarebbe stato facile, perché una parte di lei voleva ancora vivere.
Gli diede l’Eredità dei Filosofi, mentre lui la guardava, il suo occhio azzurro trasmetteva tutta quella tristezza di quel momento.
“ Non guardarmi così… ricordami come un tempo”
Con fatica gli diede anche la sua arma.
<< Una patriot? Perché la da a me?>>
<< Jack… o dovrei dire.. Snake, sei un uomo meraviglioso.. Uccidimi. Uccidimi Adesso.. fallo.. c’è spazio per un solo Boss… e per un solo Snake>>
 
One Boss. One Snake.
 
Snake si alzò piano brandendo la Patriot e puntandola dritta al cuore della sua mentore, lo stava per fare, sapeva che sarebbe dovuto arrivare questo momento, ma per la prima volta in vita sua, la mano tremava.
Doveva spararle, mettere fine alla vita di colei che lo aveva cresciuto.
Come poteva?
Non voleva, al diavolo la missione al diavolo tutto, lui non voleva!
Eppure vederla davanti a lui fragile come non lo era mai stata, la vide chiudere gli occhi serena, mentre ancora una lacrima le scendeva delicatamente sulla guancia.
Poi uno sparo.
Il colpo più difficile della sua vita.. e lasciò cadere l’arma che fece un tonfo sordo.
In quel momento si sentì più vuoto che mai, cercava di darsi una risposta concreta a quello che era successo, ma sentiva solo altro dolore.
Fu difficile per lui non pensarci, ma ricordatosi di dov’era, cominciò a correre verso Eva, dovevano andarsene, e subito.
 


Angolo Autrice:  E siamo arrivati al quarto capitolo! Uno dei più strazianti per me, ho perso il conto delle lacrime che mi sono scese quando l'ho scritto... but anyway, arrivando al dunque ringrazione per l'unica recensione a questo capitolo a cui risponderò sottostante.
Da questo capitolo in poi, il protagonista assoluto sarà Big Boss e avverto che questa storia parlerà fino alla morte di quest'ultimo.
Sperando che Phantom Pain esca presto (?) così che la storia in futuro potrà definirsi completa *^*
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Tears ***


Capitolo 5: Tears

Quando si era risvegliato, sperava di ritrovarsi Eva al suo fianco, per abbracciarla e forse amarla ancora come era successo la sera prima, ma non la vide.
Solo un registratore e la foto che gli aveva scattato quella volta nella grotta, con dietro scritto semplicemente un arrivederci che assomigliava ad un addio.
Si diede una ripulita e si vestì mettendosi dei semplici abiti quotidiani accendendosi il suo sigaro per poter ascoltare ciò che diceva la registrazione, che in parte lo immaginava, ma dall’altra avrebbe preferito non sapere niente, perfino Zero glielo aveva detto che essendo una spia c’era una percentuale sul fatto che lei lo stava usando, ma dopo quella notte, era difficile ammettere a se stesso che non ci fosse rimasto male, una delle poche donne con cui aveva immaginato un futuro.
Sentire le scuse di Eva gli fece capire una cosa: Poteva aver mentito su tutto, ma non sulla loro storia, anche se breve, i sentimenti  erano veri come le scuse.
Fu però la seconda parte della registrazione che gli fece venire un colpo al cuore, The Boss voleva che lui sapesse la verità.
Quale verità?  Era morta per mano sua, perché era una traditrice, cos’altro poteva esserci?
Con queste domande in testa prese ad ascoltare ogni cosa.
I suoi passi risuonavano nel lungo corridoio che portava al luogo dove lui sarebbe stato premiato dal Presidente stesso, per la sua riuscita nella missione, per aver salvato il mondo dalla minaccia di una nuova guerra mondiale nucleare.
Il suo unico occhio azzurro rimasto mostrava tutta la tristezza che in quel momento provava, sentiva che tutto quello che stava per accadere fosse sbagliato.
Quella medaglia non andava a lui e dopo quello che aveva saputo, non sentiva neanche di volerla, ma doveva recitare la parte.

Snake, ascoltami… Lei non ha tradito gli Stati uniti, anzi, al
contrario è stata un’eroina morta per il suo Paese.
Ha portato avanti la missione, pur sapendo
che cosa sarebbe successo.

Appena entrò nella stanza, vide subito i suoi compagni d’avventura, Paramedic e Signint, il suo capo Zero e tutte le più alte cariche compreso il Presidente stesso, tutti che lo acclamavano come un eroe, cosa che lui non era, non si sentiva di esserlo, sentiva solo di aver preso per errore il posto di qualcun altro.

Abnegazione, perché quello
era il suo compito.

<< Lei è stato persino più grande di The Boss.. così le conferisco il titolo di Big Boss >>
Un titolo che non si meritava, ma che l’uomo per cui qualche giorno prima avrebbe dato persino la vita stessa, ora gli sembrava solo un uomo potente che giocava con la vita delle persone, puntando sulla loro lealtà a quel paese, che in quel momento per Snake, aveva perso ormai ogni valore.
Fece qualche foto con il Presidente e quando cercarono di stringergli ancora la mano, lui con sguardo impassibile, se ne andò senza dire una parola, senza salutare nessuno, non voleva nessuno.
Prese con sé la Patriot di The Boss e la mise dentro una valigetta, dirigendosi verso il cimitero, mentre le parole di Eva risuonavano ancora nella sua testa.

La diserzione di The Boss, fu uno stratagemma degli Stati Uniti, fu
tutta una messinscena di Washington per poter mettere le
mani sull’Eredità dei filosofi e The Boss era la star dello spettacolo.
Il loro piano era d’impossessarsi dell’Eredità del Colonnello Volgin e di
distruggere contemporaneamente lo Shagohod.
Solo un’eroina come The Boss avrebbe potuto farlo, tutto stava
andando secondo il piano…

Se Volgin non avesse lanciato quella testata nucleare contro l’impianto di ricerca di Sokolov, la Russia non avrebbe avuto motivo di sospettare dell’America, non ci sarebbe stato bisogno del suo sacrificio.
Mentre camminava su quella ghiaia, sentiva la valigetta pesare come un grosso macigno e ad ogni passo sentiva sempre più le lacrime salirgli, ma lui non aveva mai pianto.
Aveva provato tristezza, vero, ma la sua dura disciplina gli aveva insegnato a non piangere, lui con il tempo aveva smesso di farlo, anzi, succedeva solo quando il suo corpo non riusciva più a contenere tutte le sue emozioni.
Gli USA dovevano dimostrare a Krusciov
la loro estraneità ai fatti, senza abbandonare la missione.
La missione doveva essere eseguita da uno dei loro.
The Boss non sarebbe dovuta rientrare in patria viva.
La sua morte per opera tua, era un compito
che lei doveva eseguire.

Arrivò davanti ad una tomba bianca, con sopra inciso “ Un patriota che ha salvato il mondo” , nome azzeccato per lei, che aveva accettato di essere insultata dalle generazioni future, di essere ricordata dagli USA come una spregevole traditrice, in Russia come un mostro che ha scatenato una catastrofe nucleare, una criminale di guerra.
A parte lui e Eva, ma lei non la conosceva come lui, si è rivelata a lei solo per poter interagire con lui anche dopo la sua morte, il suo “vero” ultimo messaggio.

Quella era la sua missione finale… E da vero soldato
la portò avanti fino alla fine, ma penso che
lei volesse che tu fra tutti, sapessi la verità.

S’inginocchiò davanti alla tomba, tirando fuori la Patriot come se fosse una reliquia e l’appoggiò delicatamente davanti ad essa, vicino all’arma appoggiò anche due fiori bianchi, anche se lui non era mai stato un tipo che regalasse fiori, ma in quel momento glielo doveva.
Per ricordarla in qualche modo.

Voleva continuare a vivere nella tua memoria, in qualità di donna.
Snake, la storia non saprà mai cosa ha fatto… la sua storia, le
sue informazioni, sopravvivranno solo nel tuo cuore..

Un saluto militare a chi l’aveva cresciuto, a chi l’aveva fatto diventare ciò che era, a chi era morto per salvare chi amava, lei The Boss era la donna più straordinaria che avesse mai conosciuto, lui l’aveva uccisa con un solo colpo al cuore.
Una lacrima scese dal suo occhio sinistro.
L’unica della sua vita.
L’unica che avesse mai voluto versare.
Quella sera stessa,  Snake preparò tutto per andarsene da quel Paese, non ci era più legato, avrebbe lasciato il suo paese alle spalle.
Un soldato senza frontiere.

 


Angolo Autrice:  Si lo so che è passato parecchio tempo, da quando ho postato l'ultimo capitolo, ma finalmente ho ritrovato l'ispirazione e dovevo rivivere questa scena giocando per poterla raccontare al meglio e spero d'averlo fatto.
E' difficile raccontare la marea di feels che questa saga riesce a donarti attraverso le parole e le emozioni di Big Boss, mio personaggio preferito sia come cattivo, che come quando è buono.
Alla fine, riviverlo, vedere da vicino la prima lacrima che Big Boss versa, ti fa davvero capire la sofferenza di quel momento, perciò come sempre spero che vi sia piaciuta, che recensiate per farmi sapere le vostre critiche, approvazioni, complimenti, bestemmie varie (?), no ok a parte gli scherzi xD
Ci vediamo al prossimo capitolo e alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Hope ***


Capitolo 6: Hope

Si era ormai abituato a quel clima umido, dove pioveva quasi tutto l’anno, per questo non badava alla pioggia mentre con la moto ritornava alla base.
Un intero giorno passato fuori, come faceva di solito, per reclutare gente o solo per stare un po’ da solo, si era alzato presto, aveva preso la moto ed era semplicemente andato via, dicendo ad uno dei suoi che sarebbe tornato più tardi.
Sì, perché ormai.. si era creato un proprio esercito, insieme ad un uomo chiamato Kazuhira Miller, detto comunemente “Kaz”, metà giapponese e metà americano.
Lo aveva conosciuto dopo San Hieronymo, in Columbia e con lui aveva fondato quel piccolo esercito chiamato Militaires Sans Frontières, perché loro in fondo erano così, soldati che avevano lasciato tutto alle spalle.
Lui era così.
Erano passati dieci anni dalla sua morte, lui era più freddo, più distaccato, aveva ormai perso contatti con i Patriots, la Foxhound… il suo vecchio amico Zero, tutto ormai per lui non esisteva più niente, se non la battaglia.
L’unico con cui poteva dire di avere un forte legame era Kaz, socio e amico, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente.
Arrivato a destinazione vide che i suoi soldati si stavano allenando, cercò di accendersi inutilmente il sigaro, ma non ottenendo niente, scese dalla moto dirigendosi verso i suoi uomini, togliendosi piano la giacca e la maglia rimanendo a petto nudo sotto quella pioggia battente che non accennava a smettere.
A lui non importava, si concentrò soltanto sull’allenamento, cercando di non pensare agli incubi che faceva tutte le notti, a quel rumore che si ripeteva nella sua mente come un’eco lontano, a quel nome ormai dimenticato.
Jack.
Finito l’allenamento, sentì il rumore di una jeep avvicinarsi dalla quale uscì Kaz.
<<  Che succede, Kaz?>>
<<  Abbiamo ospiti>>
<<  Dobbiamo andarcene?>>
<<  Non preoccuparti, non sono i nostri amici di Langley, li ho portati io. Mi sono assicurato che nessuno ci seguisse>>
Kaz passò una giacca a Snake, che subito prese a seguirlo verso la loro “base”, ma appena fece un passo uno dei suoi lo ringraziò chiamandolo Big Boss, ma lui preferiva essere chiamato Snake.
<<  Ascoltami bene… per noi non esiste nessuna vittoria.>>
<<  Ma in una rivoluzione non bisogna scegliere tra vittoria e morte?>> Chiese il soldato confuso.
<<  Noi non scegliamo nessuna delle due>>
Disse Snake prima di allontanarsi ed entrando nella baracca insieme a Kaz e ai suoi “ospiti”
Mentre Kaz dava una tazza di caffè del Costa Rica all’uomo seduto di fronte a Snake, lui era più che altro impegnato a cercare ancora di accendere quel dannato sigaro.
Un distinto professore della Costa Rica era venuto da loro, Galvèz si chiamava, un professore dell’Università della Pace che era venuto a chiedere loro aiuto per scacciare un gruppo di militanti dalla Costa Rica che , secondo il professore , portavano armi  e in quel paese erano abolite.
Continuò tranquillamente ad ascoltare la conversazione mentre ancora cercava di accendere il sigaro, per quanto la missione potesse essere allettante, lui in fondo non era molto interessato.
L’unica cosa allettante era la donazione di una base marittima in cambio del successo della missione, vide Kaz subito entusiasta, ma lui rimase fermo sulle convinzioni che loro erano un esercito nomade.
Mentre Kaz cercava di convincere il professore a dar loro anche un elicottero da trasporto, lui si alzò di scatto fissando Galvèz con il suo occhio azzurro.
<<  Aspettate, per voi non siamo altro che mastini da guerra, non è vero?>>
<<  Sì.. è ciò che ho sentito.. siete un esercito senza frontiere..>>
Ancora una volta il professore cercava di convincerlo ad aiutarli, ma cercò di chiudere la discussione dicendogli di trovare una soluzione politica, ma quando il professore gli disse che non era venuto per conto del governo.
<<  Per oltre vent’anni ho insegnato la virtù della pace in molte università, oggi sono qui come educatore… lei è una mia studentessa.. il suo nome è Paz Ortega>>
La bambina che era venuta con il professore, si tolse il cappuccio rosso che portava, rivelando duo occhi blu scuro e dei capelli biondi mossi e un viso d’angelo.
Aveva solo sedici anni, ma ne aveva già viste di tutti i colori, si era imbattuta in un impianto mentre cercava la sua amica scomparsa, fu catturata, ma in qualche modo era riuscita a scappare e ora era lei a chiedergli di scacciare quei militanti.
<<  Mi spiace ragazzina…>>Rispose freddo.
<<  Sappiamo chi sei Big Boss, ecco perché siamo venuti da te>>
In quel momento il suo cuore si era fermato… pensava che nessuno sapesse chi fosse in quel paese a parte Kaz, aveva nascosto bene le sue tracce, ma a quanto pare non era andata esattamente così.
Li fece uscire un attimo perché doveva parlare in privato con Kaz di quello che stava accadendo, che di sicuro il professore faceva parte del KGB.
Quando il professore e la ragazza rientrarono, Galvèz rivelò una mano protesica che faceva anche da accendino, così accese il tanto amato sigaro di Big Boss  e il professore rivelò subito le sue carte, chiedendo ulteriormente a Snake di scacciare i militanti.
<<  Infiltrati nell’impianto dove Paz è stata tenuta prigioniera, scopri informazioni su di loro e poi scacciali dal paese>>
<<  Ci stai chiedendo di dar vita ad una guerra tra il KGB e la CIA?>>
<<  Ho nascosto a Paz la mia appartenenza al KGB>>
<<  E pensi che cederemo per una storia commovente?>> Chiese Kaz con un sopracciglio alzato.
<<  No avevo un buon motivo per portarla con me, lei è riuscita a scappare, ma la sua amica no… perché sono state attaccate? La risposta potrebbe essere questo nastro>>
Kaz e Snake guardarono il nastro sorpresi e appena esso partì, subito sentirono il canto di un uccello, più precisamente il Quetzal, un uccello raro che si trova solo in Costa Rica.
<< L’amica di Paz era un’ornitologa… ma il bello arriva adesso>>
Ad un certo punto si sentono le voci di due donne, un era sulla trentina, con un accento inglese, l’altra però … Snake sentì solo una cosa uscire da quel nastro.
 
Jack
<<  Boss!?>>
<<  L’analisi conferma che quella è la voce della leggendaria eroina e criminale The Boss, dell’altra donna non sappiamo nulla>>
Tu invece, Jack?
Cosa farai?
Resterai fedele al tuo paese o a me?
Al tuo Paese o alla tua vecchia guida?
Alla missione o alle tue convinzioni?
Al dovere verso la tua unità?
 O ai tuoi sentimenti personali?
Di nuovo quelle parole, quel giorno vicino al lago, in quel campo di fiori bianchi, tutto era di nuovo lì, Lei era lì… ancora viva?
<< The Boss è viva ed è in Costa Rica?>>
<<  Per quanto ne so era il tuo comandante, ha combattuto al tuo fianco.. e tu l’hai uccisa per ordine della CIA … Così l’hai superata diventando l’eroe conosciuto come Big Boss>>
Uno sparo solo.
Risuona forte nella tua mente.
Ogni notte
Respirava affannosamente,  mentre delle gocce di sudore gli scedevano sugli zigomi, come se si fosse svegliato da un incubo.
Lei viva.
Lei poteva davvero essere viva?
<<  Allora? Accetterai il lavoro?... a quanto pare non puoi ancora voltare le spalle al tuo paese..dunque non avrete bisogno di questo..>>
Il professore prese la cassetta e l’avvicinò alla fiamma che usciva dal pollice della mano protestica, ma subito Snake recuperò la cassetta, stringendola forte tra le mani.
<<  Lo farò per la ragazza… per Paz>>
<<  Molto bene.. allora.. per la pace>>
La ragazza sorrise, ma lui sapeva che non  lo faceva per quella ragazzina, almeno non completamente… no lui lo stava facendo per quel briciolo di speranza che si era riaccesa in lui.
 

Angolo Autrice:    Finalmente risorgo dalle ceneri!!! (?) No ok torniamo seri... sempre se lo siamo mai stati (?) Comunque sia è da parecchio che non postavo, ma finalmente siamo arrivati al sesto capitolo! *si sentono applausi in lontananza*
Da qui in poi Big Boss sarà il protagonista assoluto e The Boss al suo fianco tramite ricordi e pensieri stessi di Snake, perciò Peace Walker è intriso di momenti tra loro due, feels , ricordi e quant'altro.
Perciò da ora la storia si farà più interessante e cercherò di essere più puntuale lo giuro! (?)
Seguitemi in questo viaggio, accompagnatemi fan della saga e non (?), recensite che mi fa sempre piacere sapere cosa pensate, vi piace, cosa vi fa schifo eccettere, grazie anche ai lettori silenziosi o leggermente più timidi se possiamo dire così xD
Perciò Grazie ancora e alla prossima!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: It's just an illusion ***


Capitolo 7: It’s just an illusion
La missione procedeva bene, avevano scoperto dove poteva trovarsi il nemico, dentro ad un antico tempio maya, però il pass che gli aveva dato Huey, uno scienziato che aveva contribuito a costruire quelle pseude macchine da guerra che alla fine avrebbero portato al progetto Peace Walker, non andava.
Recuperato il pass giusto entrò dentro al laboratorio, pronto a liberare The Boss e a distruggere il Peace Walker per impedire una rappresaglia nucleare.
La speranza era ancora viva dentro lui, era sicuro che The Boss era viva… insomma era la sua voce! Probabilmente era un ostaggio, ma era impossibile che lei si fosse fatta catturare.
Troppe domande e molti dubbi, ma andava avanti, solo perché era forte in lui la speranza di poterla rivedere.
Appena entrò dentro la base, puntando l’arma pronto a sparare dall’angolo sbucò un cavallo bianco e Snake sgranò l’occhio azzurro.
Avrebbe riconosciuto quel cavallo tra mille, avrà avuto oltre vent’anni, ma ancora vedeva negli occhi del cavallo la stessa forza che aveva dieci anni fa, quando lui, dopo averla uccisa, se lo era visto arrivare.
Il cavallo aveva avvicinato il muso al braccio della sua padrona, strusciandosi piano su di esso, quasi come la stesse accarezzando e poi aveva nitrito al cielo dicendole addio.
<<  Non può essere… >>
Disse incredulo mentre il cavallo strusciava il muso sulla sua mano in cerca di carezze, ma appena Snake sentì una voce riprese l’arma in mano puntandola verso la figura.


<< A quanto pare la morte non era ancora pronta per te>>
<< Boss!?>>
Chiese in un sussurro ricordando quella frase che lei gli aveva detto appena si erano reincontrati, ma ciò che vide era solo una donna albina, con grandi occhiali scuri e un’impermeabile rosso.
<< E tu chi saresti?>>
<< Tu?... Il dottor Strangelove suppongo>>
<< Ti stavo aspettando Snake, senza gioia o piacere… Aspettavo colui che disprezzo!>>
<< Non muoverti!>> Velocemente le puntò l’arma contro, mentre la fissava.
<< “Non muoverti?”… gli uomini e le vostre armi, dite tutti la stessa cosa… suppongo che tu sia qui per distruggere la mia ricerca. Sì lo so… come so ciò che hai fatto dieci anni fa>>
Strangelove, guardò Snake con un ghigno.
<< Forza fallo. Uccidimi come hai ucciso lei.  Uccidimi come hai ucciso The Boss!>>
Ancora la sua mano tremava, come esattamente dieci anni fa, l’occhio sgranato e una goccia di sudore che gli scendeva davanti all’occhio quasi come se fosse una lacrima.
Non riusciva a premere il grilletto, troppo sconvolto per quelle immagini che ancora una volta gli si paravano davanti agli occhi, come un ciclo infinito, come la sua colpa.
<< Esattamente… cosa?>>
<< Andiamo Snake… o dovrei dire Big Boss?  Quell’ignobile titolo che ti hanno dato come ricompensa per un omicidio… Lo porti ancora con orgoglio?  Hai scelto un “paese” irreale piuttosto la guida che ti ha reso ciò che sei!  Sei la vergogna di ogni soldato nel mondo>>
Cosa ne poteva sapere quella donna di lui? Lui non avrebbe mai voluto premere quel grilletto, non avrebbe mai voluto che The Boss si sacrificasse a tal punto per quel paese, neanche lo immaginava… quella donna non poteva capire che una parte di lui era morta con lei quel giorno.
<< Hai usato il pretesto di una missione per uccidere una vera eroina! Questo è ciò che tu chiami fedeltà? Rispondimi!>>
Guardava la donna ancora sconvolto, le sue parole facevano male, per il semplice fatto che alla fine aveva fatto il gioco di quello sporco paese, ma era inevitabile, si era trovato di fronte ad una situazione in cui non aveva avuto scelta.
<< Cos’hai da dire in tua difesa?>>
<< Ha tradito l’America, ha rubato un David Crockett e poi ha disertato passando al nemico, ha usato un’arma americana per attaccare il territorio sovietico, l’unico modo per Washington di provare la sua innocenza a Mosca era eliminare il traditore, la morte di Boss è stata l’unica cosa che ha impedito una guerra nucleare.>>
Disse quelle parole come se fosse un copione imparato a memoria, neanche lui sapeva perché continuava a nascondersi dietro a quelle parole false.
<< Questo è ciò che tu chiami “verità”?>>
<< E’ la verità per come mi è stata raccontata>>
<< Così la verità è che tu hai disonorato la reputazione della tua guida, la donna a cui più tenevi al mondo prima di seppellirla?>>
Sì.. in fondo con quel gesto, non le aveva tolto solo la vita, ma anche la dignità, perché ora tutti la ricordano come una traditrice.
<< Era la mia missione>>
<< Dunque è questa la conclusione che hai raggiunto per vivere in pace con te stesso?>>
Lui non sarebbe mai vissuto in pace, probabilmente non la sfiorerà mai, aveva deciso il suo destino già quando era entrato nei berretti verdi.
Andando avanti con la conversazione, Snake scoprì che Strangelove era molto legata al The Boss, probabilmente l’amava davvero tanto e ora si trovavano faccia a faccia, lei disposta a tutto per sapere la verità.
<< Noi due siamo uguali… siamo morti che camminano.. Ti piacerebbe incontrarla?>>
Tenendo ancora la pistola puntata verso la donna, a quella domanda il suo cuore perse un battito.
<< The Boss è morta>> disse quella frase in un sussurro, quasi come se lo dicesse a se stesso, perché pian piano la speranza dentro di lui si stava affievolendo.
<< Non correre, ti piacerebbe incontrarla vero? Posso organizzare la cosa. Tu le hai preso la sua vita e io gliel’ho ridata>>
<< Tu cosa?>>
Era possibile che Strangelove abbia salvato The Boss dalla morte? Poteva davvero rivedere la sua amata mentore e redimersi dal suo peccato?
Strangelove mise del tabacco sulla sua mano e chiese a Big Boss di sniffarlo, visto che non c’era niente da fumare e visto che lei non aveva niente da offrirgli da fumare gli voleva far sniffare del tabacco.
Lui si inginocchiò e le sniffò il tabacco, era pronto anche ad umiliarsi in quel modo pur di vedere se ciò che la donna diceva era la verità.
Entrarono dentro all’hangar costruito esattamente dentro il tempio maya, davanti a Snake si presentò un cilindro metallico da cui usciva la melodia che spesso sentiva provenire dalle macchine da guerra che già prima aveva affrontato da quando era iniziata la missione.
Da quel cilindro venne fuori una voce, la sua voce.
<< C’è qualcuno qui>>
Disse la voce e lui sgranò l’occhio, era strano che un cilindro meccanico, fatto di circuiti, potesse avere la voce di lei, così come se fosse imbambolato si avvicinò ad esso.
<< Un  uomo… un soldato>> disse la voce meccanica di The Boss.
<< Boss.. sei tu?>> Chiese Snake con voce tremolante.
In quel momento Strangelove con un ghigno sul volto prese a parlare.
<< Io lo chiamo il Pod Mammifero, in cambio della mia partecipazione al progetto, ho preteso di aver accesso ad ogni informazione su The Boss. Tutto ciò che la CIA aveva.
La sua storia personale, documenti militari, dati fisiologici, corrispondenza, i file di ogni missione in cui lei ha partecipato, ogni decisione che lei ha preso in ogni situazione.
Ciò che ha preso e ciò che gli altri hanno preso da lei, il suo dolore e il suo piacere, la sua gioia e la sua sofferenza, la sua vita e la sua morte.
E sì anche tu.>>
Ascoltava la donna quasi distrattamente, mentre lo sguardo era fisso sul macchinario, quel macchinario che aveva come intelligenza artificiale la mentalità di The Boss, lei viveva dentro a quella macchina.
<< Perché… Perché lo hai fatto? >>
<< Coldman cercava un IA basata sulla teoria della distruzione mutua assicurata, che avrebbe condotto un attacco di rappresaglia, contro il bersaglio più indicato per un attacco nucleare da un ipotetico avversario. Un dispositivo senza pilota che agisca da deterrente e capace di prendere decisioni e compiere azioni che un umano non sceglierebbe di fare.
Aveva bisogno degli schemi decisionali della mente più razionale in grado di pensare su scala globale, di soppesare sia passato che futuro e di prendere la decisione migliore, non importa quanto sia dolorosa.>>
<< Ed è per questo che hai richiesto tutto quanto avessero su The Boss?>>
<>
Che cazzo di risposta era?  Per Snake quello era un ulteriore sfruttamento della dignità di The Boss, perché almeno non potevano lasciarla riposare in pace? Persino nella morte, sfruttano la sua grande abilità di poter pensare sul campo e agire essendo consapevole delle conseguenze delle sue azioni.
<< Conoscevo solo una persona a cui avrei affidato il destino dell’intera razza umana>>
<< Ma qual è il tuo vero obbiettivo?>>
<< Riabilitare il suo nome! Perché un’eroina è stata costretta a tradire il suo paese? Perché era destinata ad essere assassinata da te il suo allievo più amato? Io voglio la verità, l’ultima volontà di The Boss!>>
<< No.. No ha abbandonato il suo paese, ci ha abbandonato tutti… >>
Ancora una volta cercava di nascondere a la verità, dicendo ciò che in realtà non pensava, perché così era andata, così lui sapeva che The Boss avrebbe voluto… anche se in quel momento era pieno di dubbi.
<< Pensi davvero di comprendere i suoi sentimenti?>>
Quella domanda fu una pugnalata al cuore, nella sua vita non era mai stato così restio o così perso, quelle sensazioni che aveva provato alla sua morte.. pensava che gli incubi fossero una giusta punizione per quello che era costretto ad affrontare, invece no, ora si trovava a doverla uccidere di nuovo, in un’altra maniera.
<< Stai cercando di ricreare l’ultima volontà di The Boss non è vero?>>
<< Perché non glielo chiedi tu stesso… Jack?>>
<< Jack>>
A sentire quel nome la macchina si riattivò, sussurrando a sua volta il nome di Snake, lui si avvicinò mentre il contenitore dove c’era il cilindro venne chiuso rinchiudendolo dentro.
Ora lui si trovava davanti alla sua IA e mentre la macchina ripeteva incessantemente “ Vai a casa, non sono più il tuo Boss!” lui tirava fuori velocemente le schede di memoria, sperando così di poterla salvare, senza doverla distruggere completamente come l’ultima volta, ma subito dopo ci fu una grande luce che lo accecò e fu tramortito da un colpo alla testa.
Si risvegliò fuori dal tempio, in mezzo ad un cespuglio di fiori bianchi, esattamente come aveva lasciato The Boss.
Fece appena in tempo a vedere l’IA di The Boss che veniva portata via, che subito un’altra macchina costruita da quella donna lo attaccò, questa volta era il Chrysalis.
Questa volta fu più difficile sconfiggerlo, ma mentre guardava il veicolo esplodere, sentì la voce di Kaz alla radio.
<< Snake… >>
<< Mi ha fregato alla grande>>
<< Non pensarci, le recupererai. Almeno finchè avrai la volontà di farlo.>>
<< Io non mollo>>
<< Molto bene allora, Huey mi ha confermato il luogo, la base per il collaudo del Peace Walker è a circa 24 chilometri a nord del laboratorio, camuffato da una miniera, dovrai distruggerla>>
<< Bene>>
<< Snake puoi distruggerla vero?>>
<< Sì>> Rispose per niente convinto.
<< Tutti noi abbiamo i nostri limiti, azioni che vanno oltre le nostre capacità>>
<<  Non preoccuparti, questa volta non fallirò>>
<<  Tu sei colui che ha ucciso The Boss. Distruggere quell’ IA significa rivivere quel ricordo>>
<< E’ solo una macchina>>
<<  Snake, sono preoccupato, per lo stesso motivo per cui la CIA ha affidato il lancio nucleare a un IA, un uomo può condannare un gruppo di criminali alla pena capitale se è pronto ad assumersi quella responsabilità, ma chi tra noi può fare lo stesso per migliaia di civili innocenti?  Chi può ridurre in cenere centinaia di anni di storia dell’uomo in un solo istante? Può un essere umano in carne ed ossa prendere una decisione del genere? Non esiste. Nessun uomo potrebbe sopportare il peso di un genocidio totale. E’ ciò che ha permesso alla nostra codarda specie di sopravvivere tutto questo tempo, ma per una macchina non è un problema>>
<< Cosa stai cercando di dire Kaz?>>
<< Tu sei un eroe Snake, ma non sei una macchina>>
<< Pensi che non possa distruggere quell’affare?>>
<< Quella macchina non è il problema, il problema è che The Boss è ancora viva dentro di te>>
<< Sciocchezze!>>
<< Lei è morta, Snake.  E’ ora di accettarlo>>
Snake sbuffò in risposta, dentro di lui sapeva che Kaz aveva ragione, ma erano dieci anni che lui non riusciva a dimenticare quello sparo e le parole dentro al nastro di Eva.
<< Guardala in un altro modo, hai lasciato tutto alle spalle, il tuo paese, la tua identità, i tuoi ideali, ma c’è ancora una cosa che non hai lasciato andare… non l’hai ancora dimenticata.  Ecco perché sei così spaventato di scoprire la verità su di lei ed è ciò che ti sta trattenendo dal tuo futuro, per quanto ancora vuoi vivere come un fantasma?>>
<< Kaz, pensavo di sapere tutto su di lei>>
Era la prima volta che si confidava apertamente con lui, aveva paura e non sapeva dove avrebbe trovato la forza per distruggere quella macchina, anche se avrebbe dovuto farlo.
Non era mai riuscito a comprendere perché The Boss avesse accettato di morire per mano sua, ha dovuto mentire a tutti, come si è sentita sapendo di dover morire per poter salvare il culo agli Stati Uniti? Non si era ribellata, aveva accettato ogni cosa e lui non si spiegava il perché.
<< Perché ha scelto me?>>
<< Vuoi sapere la verità?  Non cambierà il passato, la vuoi ancora sapere?>>
<< No.. ho accettato questa missione per una bambina che credeva nella pace>>
Ora avrebbe compiuto quella missione per la bambina, sperando che la sua illusione di rivedere The Boss viva, non intralciasse il suo intento.
Avrebbe scoperto la verità? Forse sì o forse no, in questo momento doveva svegliarsi dall’illusione e proseguire.
 
Angolo Autrice:  Alla fine ho anche postato abbastanza presto! Incredibile, ne sono davvero felice *^* Ammetto che questo non è uno dei miei capitoli migliori, ma questo momento di Peace walker era davvero importante e non potevo non mettere i dialoghi.
Nel prossimo ci saranno più riflessioni e meno dialoghi perchè io ovviamente cerco sempre di far capire i sentimenti e i pensieri di Big Boss! Ringrazio tutti come sempre, lettori silenziosi e alla prossima!
  

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Sorry ***


Capitolo 8: Sorry

Aveva trovato il Peace Walker, una macchina bipede gigantesca con incorporati missili e mitragliatrici, la testa rotonda con al centro una luce rossa, fissava Snake.
Era bastato sparare due colpi alle gambe per diventare l’obbiettivo principale della macchina, un obbiettivo da distruggere, per il semplice motivo che essa era stata creata per distruggere qualsiasi minaccia.
Doveva distrarla in ogni maniera possibile, perciò cominciò una lunga battaglia, con lui che sparava con l’RPG per danneggiarla, ma essa sembrava più dura di qualsiasi altra materiale, in quel momento non si sorprese che l’intelligenza artificiale di quella macchina fosse di The Boss.
Era riuscito però a fermarla, almeno così credeva, perché un’ elicottero con dentro il pazzo scienziato Coldman e la dottoressa Strangelove, attaccarono anch’essi con una mitragliatrice il Peace Walker, in modo  da diventare la sua preda.
In quel momento il Peace Walker cominciò a seguirli e Snake doveva impedire che passassero il confine, altrimenti non li avrebbe più recuperati e Coldman avrebbe lanciato una testata nucleare uccidendo migliaia di vite umane.
Cominciò a correre, sapendo benissimo che a piedi non li avrebbe mai raggiunti, ma un nitrito gli fece voltare di scatto la testa.
il cavallo di The Boss correva verso di lui e velocemente gli salì in groppa e partì all’inseguimento della macchina.
<< Eccolo è ancora vicino!>>  Sentì Kaz alla radio e in groppa al cavallo partì velocemente.
<< La velocità massima del Peace Walker sul terreno è di circa quaranta chilometri all’ora>> Disse Huey alla radio.
<< Andiamo… so che tu puoi raggiungere facilmente i cinquanta>> Sussurrò Snake al cavallo ed esso, quasi come se l’avesse capito, aumentò la velocità.
<<  Paz è sull’elicottero, è la nostra cliente dobbiamo proteggerla, Snake non far scappare il Peace Walker!>>
Il cavallo riusciva a stare dietro ad una macchina bipede, ma di certo inseguirli e basta non sarebbe stato semplice, anche perché il Peace Walker non esitò a lanciare loro dei missili, perciò tirava forte le redini del cavallo per farglieli evitare.
Aveva sempre visto The Boss su quel cavallo, aveva una certa maestria a cavalcarlo e adesso la situazione era sicuramente tragica e ironica allo stesso tempo… sul cavallo della sua mentore stava inseguendo una macchina che portava l’IA di lei.
La stava inseguendo ancora, per fermarla un’altra volta e mentre l’aria gli sferzava il viso, vide il confine poco distante da loro.
<< Snake! Quello davanti a te è il confine!>>
Sgranò l’occhio e diede un colpo di redini al cavallo, che cominciò a salire quella salita ripida, stava perdendo di vista il Peace Walker, doveva sbrigarsi ,non poteva finire in quel modo.
<< Resisti!>>
Gridò al cavallo sentendolo ansimare per la fatica, ma proprio in quel momento mise male una zampa ed entrambi caddero rovinosamente a terra con un grosso tonfo.
Quando si rialzò il Peace Walker si era allontanato abbastanza velocemente, provò persino a scalare, ma appena arrivato in cima potè solo vedere il suo fallimento, mentre Coldman sull’elicottero sorrideva beffardo.
<< Ci vediamo,  Big Boss>>
Urlò di frustrazione, ansimando poi per lo sforzo che aveva appena compiuto e l’unica cosa che poteva fare era tornare dal cavallo, con la testa bassa e si fermò di fianco a lui per guardarlo.
“ Mi dispiace”
Era l’unica cosa che riusciva a pensare mentre guardava l’animale soffrire, la zampa anteriore destra storta e per un attimo si guardarono negli occhi.
Quell’animale era corso da lui, per poterlo aiutare nella missione e lui aveva fallito, aveva reso vano quel tentativo che solo il cavallo di Lei avrebbe potuto fare.
Si rivedeva in quell’animale sofferente, perché lui stesso stava morendo dentro, troppi ricordi che facevano male, troppo dolore, quel giorno lontano di dieci anni fa si ripeteva davanti ai suoi occhi mentre sentiva la voce della sua mentore provenire dal Peace Walker.

La fine della vita… non è bellissima? E’ quasi tragica

Le parole di The Boss gli risuonavano nella mente, mentre tirava fuori la sua pistola, guardando ancora una volta l’animale sofferente.
Gli sembrava di essere tornato a quel giorno, lui in piedi davanti al corpo del cavallo, che per un attimo venne sostituito dal corpo di The Boss, con il volto sorridente e rilassato, perché sì, lei era morta con il sorriso, sapendo che si stava sacrificando per il paese che amava, nonostante l’avesse tradita tante volte.
“Mi dispiace”
Pensò ancora mentre puntava l’arma verso il cavallo, era l’unica cosa giusta da fare, non poteva lasciarlo soffrire, ma ancora una volta si sentiva come se stesse uccidendo The Boss ancora una volta.
Dieci anni fa, le aveva chiesto come avrebbe dovuto pensare un soldato, ma lei non poteva insegnarglielo perché un soldato doveva essere forte sia nello spirito che nel corpo, ma l’unica cosa di cui doveva avere l’assoluta certezza, era la missione.
Quella stessa missione che l’aveva uccisa, quella stessa missione in cui lui ha dovuto premere il grilletto contro la persona che lo aveva reso ciò che era, quella che aveva sempre considerato come una madre.
Sparò un colpo deciso alla testa dell’animale e come quella volta si sentì vuoto.
 
Uno deve vivere, l’altro deve morire.
Ci può essere un solo Boss e un solo Snake

Si allontanò piano dal corpo morto dell’animale, camminava come quando raggiunse la tomba di The Boss, passo lento e un po’ barcollante.
Si voleva scusare con lei, per averla delusa, per non essere riuscito a dimenticarla, per aver dubitato di lei in molte occasioni in quella missione.
Sperava che da lassù, ovunque lei fosse, lo avesse perdonato, perché lei era rimasta nei suoi ricordi, come un segno indelebile.
Il nastro stesso di Eva aveva detto che The Boss voleva che lui sapesse la verità, in modo che la ricordasse come la donna fantastica che era stata e lui lo aveva fatto, ma lei lo ricordava come l’uomo che l’aveva uccisa o come il suo amato allievo?
Nessuno avrebbe mai saputo la verità, la sua storia, le sue informazioni, sarebbero rimaste per sempre nel suo cuore, triste e martoriato per aver perso una persona che aveva sacrificato tutto per la sua madrepatria e lui non riusciva neanche a fermare una macchina bipede in grado di estinguere l’umanità, per la quale lei stessa si era sacrificata.
Forse fu questo pensiero a fargli capire che non doveva arrendersi, che c’era ancora qualcosa che poteva fare, non poteva eguagliarla e ancora pensava che quel titolo non lo meritasse, ma doveva continuare la missione.
Aumentò velocemente il passo, mentre con Kaz alla radio cercava un modo per raggiungere il Peace Walker e distruggerlo definitivamente, Strangelove avrebbe potuto anche torturarlo una seconda volta, ma lui doveva salvare il mondo e la dignità di The Boss.
 
Angolo Autrice: Ed io imperterrita continuo ad annegare nei feels in questi capitoli! I momenti Snake/The Boss in Peace Walker sono molto belli, resi magici dalla musica di sottofondo e dalle cutscenes a mo di fumetto.
Ci avviciniamo sempre di più alla fine di PW e ho saltato apposta il punto in cui Big Boss viene catturato perchè più che altro preferisco parlarne nei prossimi capitoli e niente, spero continuate a seguire questa Fan Fiction in cui ci sto davvero mettendo l'anima.
Ringrazio chiunque la segua, ai lettori silenziosi e non abbiate paura a recensire, per dirmi che cosa piace non piace,  impressioni e altre cose, tuuuutto quello che volete xD
Quindi vi saluto calorosamente e al prossimo capitolo!

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