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di Reis The Golde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Nota ***
Capitolo 2: *** 2 Nota ***
Capitolo 3: *** 3 Nota ***
Capitolo 4: *** 4 nota ***
Capitolo 5: *** 5 Nota ***
Capitolo 6: *** 6 Final Note ***



Capitolo 1
*** 1 Nota ***


Stavo tornando a casa a piedi , come ogni giorno peró c’era qualcosa che non andava bene, era come se il mio instinto mi dicese di fermarmi pero non ci dai tanto caso…ancora oggi mi pento amaramente della mia scelta , se solo mi fossi fermato forse mi sarei salvato. Peró non si puo cambiare il passato quindi devo continuare a soffrire o gioire le conseguenze delle mie azione.Quando arrivai al solito vicolo vicino casa in quel momento sentii dei rumori , pensai che fossero gatti e non ci dai tanta importanza e quando stavo per arrivare a casa…il vuoto…cadi a terra semicosciente, riuscii a vedere cosa mi aveva colpito: era una mazza da baseball, probabilmente fatta di alumino(Dal rumore causato dall’impatto e dal suo colore) ricoperta di sangue, forse il mio, poi sveni completamente. Quando mi svegliaì mi ero accorto che mi avevano messo dentro un camion e non ero solo, c’erano 10 persone in totale (incluso me) cercai di parlare ma con mia sorpresa, mi accorsi che avevo un pezzo di nastro adesivo che me lo impediva, cercai di muovere le braccia ma niente, medesima storia per le gambe ero alla loro mercé, be almeno non mi hanno coperto gli occhi pensai , ma avrei preferito che me li avessero coperti anche a me come tutti gli altri. Dopo una trentina di minuti ci fermamo, la maggior parte di noi si muoveva quindi pensai che fossero svegli, aprirono il camion e uno ad uno iniziarono a farci scendere alcuni si dimenavano per liberarsi dalla presa dei rapitori ma in quel momento uno di loro presa in mano una pistola e sparo in testa a una giovane donna senza la minima esitazione e il suo sangue schizzo copiosamente fin ad arrivare ai miei occhi e che dal colore grigio divenerró un rosso sangue, fortunatamente non sono riuscito a vedere il cadavere per colpa dello schizzo di sangue cosi mi salvai da quella orribile vista e gli altri non potevano sapare cosa fosse successo, per loro quello era solo uno sparo che doveva spaventarli cosi stessero calmi e non pensavano che quel proiettile avessè ucisso qualcuno, ma io, che sapevo, ero terrorizato, avreberro sparato anche a me se mi fossi ribellato? Ma io non volevo morire cosi, senza nessuno a saperlo! Sarei scomparso cosi…da solo… senza neanche arrivare I miei 20! No, io devo continuare! Ho qualcuno a casa che mi sta aspettando io devo tornare a qualunque costo!. Perso nei miei pensieri non mi accorsi che eravamo entrati dentro a una villa di legno, ci fermamo a guardare un grande schermo, grande quanto quelli del cinema, tolsero agli altri il pezzo di stoffa che copriva chi occhi e subito inizio un video che raffigurava una persona. La faccia era nascosta nell’ombra quindi impossibile da vedere e la voce era modificata, la persona con un tono molto serio ci disse: Benvenuti, umani in questo gioco in qui solo le vostre abilita vi salveranno e vi farano andare avanti e invece chi non ci riuscise puó solo aspettare silenziosamente la morte. Tutti i presenti erano terrorizati, alcuni iniziarono a muoversi peró un colpo di cecchino calmó tutti. Dopo il colpo ci escortarono dentro un ascensore peró le guardie si fermarono al entrate dell’ascensore e ci mandarono in quel posto che io ricordero per sempre come: “L’Inferno In Terra”.

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Capitolo 2
*** 2 Nota ***


Ancora dentro l’ascensore…ad aspettare che le porte si aprininò ma ancora niente.Sono passati una quindicina di minuti ma niente tutti stavano a guardare le porte dell’ascensore, aspettando che si aprino, come per magia.Per un momento alzaì lo sguardo e mi accorsi che eravamo arrivati alla fine e in quel preciso momento le porte si aprirono ma nessuno si noi si poteva muovere quindi non potevamo uscire, ma uno di noi (che non so come diamine abbia fatto) si liberò e inizio a liberare pure gli altri, appena mi slegarono mi sedeti in un angolo e mi sforzaì di piangiere ma inutilmente, non scendeva niente come se non avessì la funzione di piangere, che stessi diventando catatonico?( La catatonia è una sindrome di tipo psichiatrico caratterizzata da anomalie motorie, emotive e comportamentali che può dipendere sia da patologie organiche sia psichiche) Pensai tra me e me, ormai pure i musculi facciali non si muovevano, sembrava che la mia faccia fosse diventata di cera, stavo inziando a perdere me stesso senza la possibilita di riprenderlo ma solo vedendolo andare via dal mio corpo, ma il quel momento l’uomo che ci aveva liberati si sedete di fianco a me(mi accorsi che non era un uomo, ma bensi un ragazzo della mia stessa eta) e io mi sorpresi, ma lui prima che io potessi chiedere il perche della sua azione lui mi disse che sembravo come un morto, il quel mometo rimasì di sasso, come puo una persone rapita essere cosi…positivo, in quel momento sentivo che il vero io stesse tornando non so perche ma sembra che questo ragazzo abbia il potere di far sentire a proprio agio ogni persona che sta intorno a lui. Io e il ragazzo ci presentamò, il suo nome era Adam e veniva anche lui come me dall’Italia mi presentaì anchio e lui si sorprese dal mio nome e io gli dissi che i genitori venivano da stati differenti, Adam capì e cosi continuamò a parlare. Ad un certo punto uno dei presenti chiese cosa si doveva fare adesso, mi alzai in piedi e indicaì la porta in fine al corridorio, ma nessuno voleva andare ad aprire la porta, cosi radunaì tutto il mio coraggio e andaì dritto verso la porta, ma appena ero uscito dall’ascensore una mano mi prese la spalla e mi spaventai molto e institivamente presi la sua mano e lo lanciaì in avanti, ma lui si alzo immediatamente e mi accorsi che era di Adam,lui mi disse che se avevo paura di andare da solo bastava chiedere a ui di venire con me e io gli dissi che se voleva venire bastava farsi avanti e venire insieme a me. Senza tante giri di parole ci avicinamò alla porta, un respire profondo ed entramo ma l’unica cosa visibile era una grande chiazza di sangue, Adam aprì l’interuttore e per di poco non mi veniva un infarto, davanti a me un uomo molto alto con una maschera in faccia e vestito da macellaio. Rimaso un pó a guardarlo...non respirava, magari era una statua vestita? Pensai e non ci dai tanta importanza, cosi inizia a muovermi per la stanza e mi accorsi che c’era una mannaia la presi in mano e in quell preciso istante sentii le urla strazianti di Adam, mi girai con la mannaia nelle mani e vidi un uomo con la testa di Adam nella mano sinistra e un coltello sulla destra…!? Ma quello cosa lo gia vista! Era …

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Capitolo 3
*** 3 Nota ***


Non ci volevo credere…la cosa che aveva ucciso Adam era la statua di prima! Ero…senza… parole… non riuscivo a pensare a niente, era come se la mia mente si fosse spenta, ma un urlo della statua mi fece tornare in me, ma lui non mi diede tempo, mi lanció a dosso la testa di Adam, appena la testa cadè a terra( con un terribile rumore) il mostro mi cercó di accoltellare…mi salvaì per un pelo e il coltello andó a sbattere al muro e si rupè. Il mostro si era bloccato, non avevo la più pallida idea come, ma ringraziavo la mia fortuna che si fosse bloccato…la pace prima della tempesta questo proverbio dice tutto, cercaì di calmarmi…inutilmente, il quella stanza c’era ancora il corpo senza vita di Adam e più lo vedevo più cadevo nella Fossa Della Disperazione. Alzai lo sguardo e mi accorsi che la statua si era mossa, saltaì subito in piedi e presi la mia mannaia in mano pronto a qualunque cosa, lui mi caricó, cercaì di schivarló ma grazie alla mia fortuna mi prese proprio nelle costole. Pensavo che mi avesse rotto almeno 2 costole ma la cosa peggiore era il dolore che non mi lasciava concentrarmi sul toro pronto ad infilzarmi con le sue corna. Sono spacciato, pensaì ma non posso morire qui, presì tutte le mie force rimanenti e provocaì il mostro e lui mi caricó ed io concentraì tutta le mie energie sulle braccie e lanciaì la mannaia che lo colpì proprio in mezzo agli occhi ma dopo averlo colpito svennì. Pensavo che il mostro mi avesse preso, ma mi ero sbagliato, il mostro aveva la testa letteralmente nel muro ed io ero proprio sotto di lui… ileso a quanto pare la mia caduta mi ha salvato la vita, sono stato molto fortunato, avrei volute la stessa forturna anche per Adam…mi alzaì dolorante e mi accorsi che il mostro aveva il mano un pezzo di carta lo aprii ma il contenuto era quasi illegibile, mi concentrai sulla scritta e mi accorsi che c’era scritto:You passed (Sei passato). Ero confuso, per cosa ero passato? Ma il dolore non mi lasciava pensare il modo correto cosi decisi mi incamminarmi verso la porta ma mi accorsi che per terra c’erano degli antidolorifici gli presi e guardaì intorno, ero sicuro che prima questi non erano qui…poco importa, li presi e li mandaì giù, (grazie a Dio che c’erano senó sarei morto dal dolore). Ero davanti alla porta cercaì di aprirla ma la porta era bloccata, come se l’avesseró chiusa a chiave “!?” Magari gl’ altri hanno chiuso la porta dall’altra parte per paura che il mostro potesse venire da loro! In parole povere ero intrappolato come un topo senza la possibilita di far niente. Mi addormentaì e al mio risveglio mi accorsi che c’era una porta dall’altra parte della stanza…alluzinazioni…di bene in meglio pensaì, ma quella era una porta vera ed appena cercaì di sbirciare una mano mi prese e con forza mi fece entrare nella porta dove avrei scoperto qualcosa di orribile

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Capitolo 4
*** 4 nota ***


“O Mio Dio! Ho appena ucciso qualcuno…un’altra volta”. Appena aperto gli occhi vidì una figura esile,magra…non sembrava la figura di un uomo…magari quella di una ragazza. Mi alzaì in piede, la chiamaì e lei come un fulmine(fulmine è la parola esatta) mi colpì con un gancio sinistro proprio nelle mie costole. Mi inginocchiaì dal dolore (anche con gli antilororifici il dolore si poteva sentire o meglio toccare) lei si sorprese e mi chiese perche ero ancora vivo “Non ti preoccupare tanto stavo per morire e il tuo pugno mi ha datto un grande aiuto” volevo dirle queste parole ma il sangue in bocca me lo impediva. Lei si scusó con me e ci presentamó il suo nome era Erica e anche lei come me era stata rapita e buttata in queto posto. Mi alzaì in piede ma lei con una presa mi bloccó e mi lancio precisamente su una sedia, stavo per chiederle una spiegazione ma lei disse che avevo bisogno di riposo…aveva ragione cosi chiusi gli occhi e mi addormentaì. Il sonno non voleva proprio venire, diedi un occhiata al mio orologio e vidì che erano ancora le 10 del mattino!. Mi alzaì dalla sedia e mi accorsì che in fondo al corridorio c’era una porta, mi avvicinaì a quest’ultima e con mio orrore vidì Erica tagliare i arti di un altro sopravvisuto le sue urla straziante erano proprio uguali a quelli di Adam ed Erica in quell momento stava sorridendo! “Mio Dio” furono le uniche parole ad essere uscite dalla mia bocca e lei (non so come) mi sentii e inizió a correre verso la porta. Mi giraì e corsi come se non ci fosse un domani (be, se lei mi prendeva veramente non ci sarebbe stato un domani per me) non mi giraì mai indietro e per caso vidì una porta con un buco grande quanto la mia faccia sulla parte superiore ma a me in quel momento l’estetica era l’ultimo dei miei problemi. Entraì nella stanza e mi nascosi proprio sotto il buco (potete pensare che sia sbagliato perche se lei apre le porta sono finito, ma lei guarderá attraverso il buco cosi per evitare che io corrá da un altra parta…almeno cosi spero). Nessun rumore, niente…che se ne sia andata altrovè? Pensaì ma in quel momento ho potuto vedere il mio corpo da un altro punto di vista…potevo vedere il mio sangue uscire dal mio collo come fosse una fontana e prima di toccare terra l’unica cosa che vidì fu la faccia rossa di Erica e il suo sorriso sadico.

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Capitolo 5
*** 5 Nota ***


Mi svegliaì di colpo per colpa di dolore lancinante al collo. Mi guardaì intorno, ero in una piccola stanza nera. Mi alzaì in piedi e mi accorsì che c’era uno specchio. Andaì davanti allo specchio e vidì una grande cicatrice su tutto il collo. Sinceramente parlando non mi ricordavo come avevo”ricevuto”quel segno e non ci pensaì più di tanto. Proprio sotto lo specchio vidì un grimaldello ma non sapevo dove utilizzarlo. Cosi iniziaì a cercare per la stanza alla ricerca di una porta”nascosta”che tanto nascosta non era perche ci missì neanche 5 minuti per trovarla peró non era questo il problema, quando cercaì di aprirla la porta era chiusa. In quel momento pensaì che per me era la fine peró mi ricordaì del grimaldello. Corsì a prenderlo e quando ero davanti alla porta pensaì”Non avrei mai creduto che mio padre mi avrebbe aiutato in questi moment”. Mio padre non era una persona normale…direi bizzaro e ogni volta che imparava qualcosa me la insegnava anche a me peró non avrei mai creduto di doverle mettere in pratica. Stavo per aprire la porta, mancava ancora poco ma in quel momento ‘Ting’…il grimaldello rupè. Il quell momento il panico più totale, non sapevo che fare. Ero furioso e disperato e dalla rabbia diedi un calcio alla porta e quest’ultima si apri. E quelli che vidì fu orribile. Davanti a me c’erano tre teste…erano impalate al muro…come se fossero dei trofei di caccia. Mi avvicinaì e mi accorsì che le teste non avevano gli occhi e al posto di quest’ultimi c’erano dei grandi pozzi neri senza fine. In quel momento il dolore al collo mi colpi di nuovo ma stavolta c’era pure il sangue che usciva come una fontana…ho appena ricordato qualcosa che non avrei volute rivedere. Dal dolore inavertitamente diedi un pugno ad una delle teste e la mia mano era proprio li dove doveva essere il cervello. Peró quest’ultimo non era lì ma trovai una piccola chiave. Mi abbasaì per vedere dove potese essere il posto per la chiave.’Trovata’ la porta era molta piccola mi sono dovuto sdraiare per poterci entrare. Appena dall’altro lato una luce accecante abbaglió I miei occhi…!. Quella non era una luce normale: Erano raggi di sole!. Ero libero finalmente! Ero salvo da quel posto ma il destino aveva altro in serbo per me.

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Capitolo 6
*** 6 Final Note ***


Abbasaì il mio sguardo e intravi una figura. Era un uomo ...! Si mi ricordo di quell’uomo era colui che era apparso nella villa di legno ma che ci faceva qui? “A quanto pare sei riuscito a scappare” volevo dirgli qualcosa ma la mia voce non voleva uscire peró non era quello il problema principale. Costui aveva un arma in mano, invece io non avevo niente ero alla sua mercé. “Mi dispiace ragazzo ma ti devo uccidere...sai non voglio che trovino il mio parco giochi”. Il quel momento la rabbia prese il sopravvento fecì uno scatto in avanti e gli diedi un montante sotto alla mandibola con tutta la mia forza. L’uomo cade a terra ed io immediatamente presi la pistola e mi allontai da lui. Costui si alzo ma avevo io il vantaggio o forse? L’uomo prese dalla sua giacca una granata e gli tolse la sicura. Il quel momento un pensiero mi passo la mente: se mi viene incontro sono spacciato. Peó credevo che lui non era cosi stupido ma invece lo era.Iniziai a correre al indietro ma lui era più veloce di me. Appena eravamo circa due metri di distanza mi lanció la granata. La mia unica possibilita era di colpire la granata al volo, peró con un proiettili era impossibile per me. In quel momento mi venne un idee: lanciare la pistola. In questo modo le possibilita di colpire la granata sono aumentate. Dicono quando stai per morire il cervello inizia a lavorare ad una velocita fuori dal comune...e questo mi é successo pure a me. Lanciaì la pistola e colpi la granata, ma dopo quello non ricordo niente. Mi risvegliaì in un ospedale, di fianco a me c’erano mia madre e mia sorella. Volevo alzarmi da lettino ma invece di toccare terra colle gambe cadì di testa. Mi giraì a vedere la mia mano destra magari era addormentata...! Mi accorsi che dal gomito e in giù non avevo niente, medesima cosa sulla mano sinistra. Ero atterrito...peró cosa era questa senzazione come se potessi ancora muovere le dite. Mia madre e mia sorella si svegliarono dal tonfo della mia caduta. Loro pianseró dalla gioia di vedermi vivo peró io piangievo dal dolore di non poterle abbracciare. Da quel giorno sono passati molti anni peró i danni fatti da quel giorno si possono vedere ancora oggi, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Sono sopravvisuto e continuró a stare in vita fino a quando non catturerano quel demone. Questo é l’unica cosa che mi sta tenendo lontano dal suicidarmi.

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