IL PERIODO RIBELLE DI KATE

di pentolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Dopo tre mesi lontano da New York, trascorsi nella sua villa negli Hamptons con la sua ex seconda moglie, Castle torna nella grande mela.
“Ciao papà!” Lo saluta calorosamente Alexis saltandogli letteralmente addosso.
“Ciao zucca!” Risponde abbracciandola forte e lasciandole un bacio tra i lunghi capelli.
“Ciao Richard. Ben tornato.” Saluta Martha appoggiata al bancone della cucina con un drink in mano.
“Sono solo le 11 e stai già bevendo un martini.” Commenta Castle avvicinandosi alla donna insieme alla figlia.
“Richard, sto festeggiando il tuo ritorno. Ne vuoi uno anche tu?” Domanda gentilmente Martha.
“No, sono passato solo a salutarvi. Voglio andare a salutare Beckett e i ragazzi al distretto.” Risponde l’uomo.
“Spero che Katherine ti cacci a calci nel sedere.” Afferma l’attrice bevendo un sorso.
“Grazie, madre. Molto gentile da parte tua… E sentiamo: perché mai dovrebbe cacciarmi?” Domanda Castle appoggiandosi al bancone.
“Sei stato via tre mesi e non l’hai mai chiamata… se fossi in lei non ti rivolgerei più la parola.” Risponde l’attrice.
“E tu come fai a sapere che non l’ho mai chiamata?” Domanda curioso.
“Papà, in questi ultimi tre mesi, precisamente ogni venerdì, Kate ha cenato qui con noi.” Rivela Alexis.
“Beckett?” Domanda sorpreso lo scrittore.
“Katherine è una ragazza d’oro peccato che tu preferisca Gina.” Commenta sbuffando Martha per poi domandare: “A proposito di  Gina, dov’è?”
“Non ne ho idea. Se ne è andata dopo quattro giorni e non l’ho più vista o sentita.” Risponde Castle.
“Siete resistiti anche troppo. Io vi avevo dato un giorno.” Dice sarcasticamente Martha.
“Papà, io devo uscire.” Dice Alexis recuperando cellulare e borsa.
“Tesoro, ceniamo assieme stasera?”
“Mi dispiace papà ma oggi è venerdì. Vado da Kate. Abbiamo organizzato una serata cinema con Lanie.” Spiega la ragazza abbottonandosi la giacca.
“Non ci sono nemmeno io, Richard. Ho già un impegno.” Annuncia Martha.
“Ok. Chiederò ai ragazzi se vogliono fare una serata fra uomini, allora.” Afferma Castle salutando le due donne prima d’uscire.
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“Ehi ragazzi!” Saluta Castle arrivando alla scrivania dei due detective.
“Ah… sei vivo! Buono a sapersi.” Afferma Esposito guardandolo male per poi alzarsi e andarsene.
“Ben tornato, Castle.” Lo saluta Ryan.
“Per caso è arrabbiato con me?” Domanda lo scrittore sedendosi al posto di Esposito.
“Se l’è presa perché non ti sei fatto sentire. Ma non preoccuparti gli passerà.” Lo rassicura il detective.
“Dov’è Beckett?” Domanda non vedendola in giro.
“È fuori a pranzo con Lanie. Allora com’è andata negli Hamptons?” Domanda Ryan concludendo di compilare un modulo.
“Benissimo. Ho scritto e soprattutto mi sono rilassato. Tre mesi di assoluto silenzio e relax.” Racconta Castle con un sorriso.
“Silenzio? Non sei andato con la tua ex?” Domanda confuso.
“Si, ma se ne è andata dopo quattro giorni. Ci abbiamo riprovato ma siamo troppo diversi. Troppe incomprensioni, troppe idee e interessi differenti. Ero completamente solo. Ho partecipato ad un paio di feste ma per il resto silenzio assoluto. Ora però sono stufo e annoiato della solitudine. Ho voglia di tornare in azione.” Dichiara lo scrittore strofinando le mani l’una contro l’altra.
“Guarda… guarda… chi è tornato!” Dice Lanie avvicinandosi insieme a Kate.
“Bentornato, Castle.” Lo saluta con un sorriso Beckett.
“Ciao ragazze. Splendide come sempre.” Risponde gentilmente.
“Alza le chiappe dal mio posto!” Gli ordina Esposito tornando con una tazza di caffè in mano.
“Scusa, Espo. Non pensavo te la prendessi tanto.” Dice lasciando immediatamente libera la sedia.
“Il tuo problema è che non pensi proprio!” Borbotta il detective sedendosi.
“Allora com’è andata? Ti sei riposato?” Domanda Beckett.
“Si, lo stavo giusto raccontando a Ryan. Posso offrirti una tazza di caffè?” Domanda Castle invitando la donna a seguirlo.
“Kate, ci vediamo stasera. Ciao Castle. Ciao ragazzi.” Saluta Lanie andandosene.
“Castle, mi piacerebbe fare una pausa ma ho dei documenti da finire entro stasera. Ti spiace se mentre mi racconti vado avanti con il lavoro?” Domanda lei invitandolo ad accomodarsi sulla sua solita sedia.
“Nessun problema, detective. Vedo che la mia sedia è ancora qui.” Afferma contento sedendosi e accarezzando i braccioli.
“Perché non ci sarebbe dovuta essere?” Chiede Beckett aprendo la cartellina per proseguire il lavoro.
“Mia madre prevedeva che mi avresti buttato fuori a calci. Per fortuna si sbagliava.” Spiega sorridendo.
“Sono ancora in tempo a cambiare idea.” Scherza la detective.
“Molto simpatica, detective. Comunque ti trovo bene. Mi sembri diversa. Sicuramente più serena di Espo.” Commenta lo scrittore ammirando la donna.
“Prestagli la tua Ferrari per un week-end e ti perdonerà.” Gli consiglia lei.
“Tu come stai? Ti sei annoiata senza di me? Dì la verità?!” Chiede Castle sicuro della risposta che darà la donna.
“Benissimo. Non mi sono mai sentita così bene in vita mia. Non mi sono affatto annoiata anzi mi sto divertendo anche troppo ultimamente.” Risponde sincera.
“Ho saputo da Alexis che hai passato del tempo con lei e mia madre.” Dichiara lo scrittore.
“Si… vero. Abbiamo passato delle bellissime serate assieme. Avrei voluto vederle più spesso ma tra il lavoro e le serate fuori con Lanie non ho avuto molto tempo libero.” Confessa la detective firmando un documento.
“E da quand’è la detective “solo lavoro” ha iniziato ad uscire?” Chiede meravigliato Castle mentre il cellulare della donna inizia a suonare.
“Beckett!” Dice la donna rispondendo alla chiamata.
“Oh… ciao Alex!” Risponde seria Beckett.
“Certo che mi ricordo di te. Come scusa?” Domanda non avendo capito.
Castle ascoltata attentamente, studiando l’espressione della sua musa e cercando di capire chi diavolo possa essere questo Alex.
“Ah il numero che ti ho dato era sbagliato?! Oh scusa forse ti ho dato quello vecchio… l’ho cambiato da poco. Mi sarò confusa.” Cerca di giustificarsi Kate.
Castle capisce che la detective sta palesemente mentendo.
“No figurati. Sei stato molto gentile.”
“No è solo che in questo momento non sono alla ricerca di una relazione stabile.” Dichiara Beckett.
A quelle parole lo scrittore viene pervaso da un’improvvisa gelosia.
“Scusa ma devo andare. Mio marito sta rientrando a casa.” Taglia corta la donna riattaccando.
“Birichina la mia musa.” Scherza lo scrittore.
“E non hai visto ancora niente.” Risponde maliziosamente facendogli l’occhiolino.
Castle sorpreso dalla risposta della donna resta a fissarla a bocca aperta.
“Porto questi al capitano.” Afferma alzandosi lasciandolo solo.
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“Ragazzi, che dite di una serata tra uomini?” Propone Castle ai due detective.
“Mi dispiace, Castle ma sono già impegnato questa sera. Ho i miei suoceri a cena.” Risponde Ryan.
“Espo?” Chiede lo scrittore.
“No!” Risponde secco.
“Dai bro… ti lascio fare un giro sulla mia Ferrari.” Propone cercando di corromperlo.
In risposta Esposito si alza e se ne va.
“Ryan,  mi spieghi cos’è successo a Beckett? La vedo diversa. È felice, sta alle mie battute,  prima l’ho chiamata musa e non mi ha rimproverato e per finire ha appena recitato un’ottima parte per scaricare un uomo al telefono.” Chiede curioso lo scrittore.
“So solo che da due mesi lei e Lanie si stanno divertendo alla grande. Appena finisce il turno schizza via. Si è presa addirittura una settimana di vacanza, circa quindici giorni fa, è andata alle Hawaii con Lanie. Pensa che, una mattina, si sono presentate su una scena del crimine in minigonna, dovevano ancora rientrare a casa dalla sera prima.” Racconta Ryan.
“Beckett? Sei sicuro che stiamo parlando della stessa persona?” Domanda schioccato lo scrittore.
“E ti dirò di più… una sera il tuo barman ha chiamato Espo perché andasse a prenderle. Quando è arrivato ha trovato 3-4 ragazzi che discutevano su chi doveva dare un passaggio a casa a Kate e Lanie e questi sono solo alcuni aneddoti.” Afferma il detective raccontando un altro dei tanti episodi accaduti in quei due mesi.
Castle per la seconda volta in quella giornata si trovava senza parole.
Dov’era finita la sua Kate? Cosa l’aveva portata a un cambiamento così radicale?
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


“Bentornato signor Castle!” Lo saluto Jack da dietro al bancone indaffarato a preparare un cocktail.
“Ciao Jack. Come sono andati gli affari?” Domanda sedendosi difronte al barman su uno sgabello.
“Benissimo. Negli ultimi due mesi abbiamo raddoppiato gli incassi. Vuole il solito signor Castle?” Domanda il ragazzo.
Lo scrittore fa un cenno di consenso con il capo per poi elogiarlo: “Complimenti Jack!”
“Per quanto mi piacerebbe prendermi i meriti… non è grazie a me che sono aumentate l’entrate.” Risponde servendogli il solito bicchierino di whisky.
“E chi devo ringraziare, allora?” Domanda bevendo un sorso.
“Kate.” Confessa Jack facendo andare di traverso il liquore allo scrittore che inizia a tossire.
“Kate? Il detective Kate Beckett?” Domanda per conferma.
“Si proprio lei. Lei e la sua amica Lanie hanno iniziato a venir qui quasi tutte le sere negli ultimi mesi. Di solito arrivano verso le nove, restano fino a mezzanotte poi spariscono in direzione di altri locali solitamente seguite da alcuni ragazzi. Nel giro di poco tempo hanno iniziato ad arrivare un sacco di clienti nuovi.” Spiega il ragazzo.
“Cosa fanno per attirare tutta questa gente?” Domanda confuso Castle.
“Servono da bere.”
“Servono da bere?” Domanda ancor più sorpreso.
“Si, ha presente il film “Le ragazze del Coyote Ugly”?” Chiede il ragazzo.
“Vorresti dirmi che Kate e Lanie servono da bere in top e minigonna camminando in piedi su questo bancone?” Domanda scioccato.
“Si più o meno. Kate è quella che riscuote il maggior successo ma è anche quella tra le due che...” Jack fa una pausa nel tentativo di trovare le parole giuste.
“Diciamo che è quella che offre di più al suo pubblico.” Conclude il barman.
Castle ammutolito svuota il suo bicchiere tutto d’un fiato.
“Signore, ne vuole un altro?” Domanda il ragazzo pronto con la bottiglia in mano.
“Si.” Risponde sotto shock.
“Ciao Jack!” Saluta un omone alto due metri, ben piazzato con due braccia enormi.
“Ciao Jo! Vieni qui ti presento il nostro titolare. Il signor Castle.” Lo saluta invitandolo ad avvicinarsi.
“È un piacere conoscerla, signor Castle! Ed è un piacere lavorare per lei.” Lo saluta Jo allungano una mano verso lo scrittore.
“Piacere mio, Jo.” Risponde stringendogli la mano e guardando il barman in cerca di una spiegazione.
“La vedo confuso signore! Sua madre non le ha detto nulla?”
“Cosa doveva dirmi?” Domanda Castle.
“La signora Rodgers ha assunto Jo come buttafuori del locale da quando Kate e Lanie hanno iniziato a lavorare qui.” Spiega Jack.
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“Buon giorno Richard. Com’è andata al distretto ieri?” Domanda Martha entrando in cucina e trovando il figlio indaffarato a preparare la colazione.
“Buon giorno!” Risponde con tono infastidito.
“Che succede, Richard?” Chiede Martha sentendo il tono amaro del figlio.
“Mi piacerebbe che mia madre mi informasse quando decide di assumere qualcuno al MIO locale!” Risponde seccato guardando la donna.
“Richard, non volevo disturbarti per una sciocchezza simile e poi pensavo fossi d’accordo. Avresti preferito che Katherine fosse esposta a pericoli?” Si giustifica la donna.
“Avrei preferito che almeno mia madre si prendesse il disturbo di comunicarmi che Kate ha iniziato a fare la spogliarellista.” Controbatte infastidito.
“Spogliarellista? È questo che ti hanno riferito? Katherine e Lanie si stanno solo divertendo non fanno nulla di male e Jo è lì per assicurarsi che nessuno ne approfitti. Dopo la rissa di un mese fa ho preso la decisione di assumere un buttafuori per tenerle al sicuro ed evitare altri incidenti.” Spiega Martha bevendo un sorso di caffè.
“Ah… comunque figliolo, ti ringrazio, ma non mangio pancake. Solo caffè per me.” Aggiunge la donna notando il piatto di dolci.
“Non sono per te, sono per Lexi.” Risponde lo scrittore.
“Richard, Alexis non c’è. È restata da Katherine per la notte.” Lo informa Martha.
Castle sbuffa sbattendo i pugni sul bancone.
“Caro, perché sei così arrabbiato?! Farai colazione con tua figlia domani.”
“Sono stato via tre mesi ed è cambiato tutto. Nessuno si è preso la briga di farmi sapere che cosa stava succedendo qui!” Risponde arrabbiato prendendo i pancake e gettandoli nell’immondizia.
“Tesoro, non capisco perché te la prendi tanto. Cosa pensavi che il tempo si fermasse e che avresti trovato tutto uguale a prima?” Domanda Martha.
“No, ma avevo il diritto di sapere che mia figlia trascorre le notti a casa di Beckett e che quest’ultima ha deciso di donarsi a tutti gli uomini di New York.” Controbatte infuriato.
“Richard, non permetterti di parlare così di Katherine! Cosa pretendevi che stesse chiusa in casa fino al tuo ritorno. Il primo mese ha sofferto molto la tua mancanza e tu, non ti sei mai degnato di chiamarla. Poi Lanie è riuscita a convincerla ad uscire. Tutto è iniziato come un gioco. Una sera eravamo al locale tutti assieme e per una scommessa tra le ragazze e il detective Esposito: Katherine è finita a servire da bere ai clienti. Da lì è nata la loro idea. Non ci vedo niente di male in quello che fanno. Le ragazze si divertono. Per quando riguarda Alexis, Katherine l’ha aiutata con i compiti, con i ragazzi, insomma con tutti i problemi adolescenziali. Inoltre mi ha assistito nell’organizzare gli eventi per la mia scuola.” Racconta sperando di riuscire a tranquillizzare il figlio.
“Perché Alexis non si è rivolta a me? L’avrei aiutata come ho sempre fatto.” Domanda triste l’uomo.
“Caro, certi argomenti non si affrontano con un padre. Per certi problemi ci vuole il parere di una donna e io sono felice che si sia rivolta a lei.” Chiarisce Martha avvicinandosi al figlio prendendogli le mani fra le sue per poi continuare: “Ragazzo mio, non hai idea di che donna straordinaria ti stia facendo sfuggire.”
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“Ciao papà! Che profumino… cosa stai preparando di buono?” Domanda Alexis entrando in cucina.
“Ciao tesoro. Spaghetti all’amatriciana!” Risponde Castle sorridendo alla figlia.
“Mmhh… buoni!” Esclama lei.
“Com’è andata da Beckett ieri sera?” Domanda mescolando il sugo.
“Bene. Abbiamo fatto la maratona dei film dei Pirati dei Caraibi.” Risponde la ragazza iniziando a preparare la tavola.
“Che invidia! Grazie per l’invito, comunque!” Dice mettendo il muso.
“Dai papino… Oggi sono tutta tua possiamo fare ciò che vuoi.” Cerca di consolarlo andando a stampare un bacio sulla guancia del padre.
“Finalmente tutta per me!” Afferma felice abbracciandola.
BLIN… BLIN…
I due vengono interrotti dal suono del campanello.
“Aspettavi qualcuno?” Domanda Alexis.
“No. Tieni d’occhio il sugo vado a vedere chi è.” Dice l’uomo dirigendosi verso l’ingresso.
Castle apre la porta trovandosi davanti un bel ragazzo biondo più o meno dell’età di sua figlia.
“Salve, c’è Lexi?” Domanda educatamente.
“Chi vuole saperlo?” Chiede Castle squadrando il giovane da capo a piedi.
“Sono Jesse, un compagno di scuola di Alexis.” Risponde intimorito dallo sguardo dell’uomo.
Prima che lo scrittore possa spaventare ulteriormente il ragazzo il rumore dell’ascensore attira l’attenzione dei due.
“Ciao Kate!” La saluta con entusiasmo Jesse.
“Ehi… Ciao Jesse. Castle.” Saluta entrambi gli uomini.
“Beckett, prego entra.” La invita lo scrittore lasciandole spazio per entrare.
“Chi era papà?” Domanda Alexis raggiungendo l’ingresso.
“Kate! Jesse, che ci fai qui?” Domanda diventando leggermente rossa in viso alla vista del giovane.
“Fallo entrare, Castle!” Gli suggerisce la detective.
“Ma… Io… In realtà volevo saperne di più prima di lasciarlo entrare. Potrebbe essere un serial killer.” Dice lo scrittore guardandolo male.
“Smettila, Castle. È solo il ragazzo di Lexi. Non uno spietato assassino. Entra Jesse!” Afferma Kate tirando il ragazzo per una manica e facendolo entrare.
“Il suo cosa?” Domanda scioccato.
“Alexis, offri qualcosa da bere a Jesse mentre parlo con tuo padre.” Consiglia la detective alla ragazza vedendo lo scrittore sconvolto.
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“Chi diavolo è questo Jesse? E perché io non ne sapevo niente?” Domanda irritato camminando avanti e indietro nel suo studio.
“Castle, abbassa la voce. Io non so perché Alexis non te ne abbia parlato ma tranquillo l’ho controllato io. Mi sono informata su di lui.” Lo rassicura la detective.
“Si può sapere cosa vi prende a tutti? Sono stato via tre mesi mica dieci anni. Sono tornato da meno di ventiquattro ore e non ho fatto altro che scoprire cose scioccanti. Si può sapere perché a nessuno è venuto in mente di chiamarmi e avvertimi che mia figlia esce con un ragazzo, che tu fai la spogliarellista nel mio locale e che passi del tempo con la mia famiglia?!” Domanda arrabbiato guardando la donna seduta sulla sua scrivania.
“Forse avresti dovuto chiamare tu!” Controbatte Kate offesa per la definizione con cui l’ha appena chiamata.
“IO? PER TUA INFORMAZIONE HO CHIAMATO MA LA MIA FAMIGLIA HA DECISO DI TENERMI ALLO SCURO DI TUTTO! DA MIA MADRE POSSO ANCHE ASPETTARMELO MA NON DA TE, KATE! DOPO TRE ANNI PENSAVO DI POTERMI FIDARE DI TE.” Urla arrabbiato.
“Castle, noi lavoriamo assieme e basta. Non sono la tua ragazza o una delle tue ex mogli. Io non ti devo nessuna spiegazione! Se la tua famiglia non ti ha raccontato niente, mi dispiace, ma non è un problema mio e…”
“NON È UN PROBLEMA TUO?! PERÒ  NON TI SEI FATTA PROBLEMI A PASSARE DEL TEMPO CON LA MIA FAMIGLIA!” La interrompe l’uomo.
“Allora, è questo il tuo problema?! Il fatto che io abbia passato del tempo con la TUA famiglia? Bastava che lo dicessi subito! Non preoccuparti, Castle, non passerò più del tempo con TUA figlia e TUA madre.” Grida Kate per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta in faccia a Castle.
“Kate? Che succede?” Domanda preoccupata Alexis vedendo la donna uscire come una furia dall’ufficio del padre e avendo sentito le urla.
“Chiedi a tuo padre. Jesse, meglio se vieni via con me.” Risponde la detective invitando il ragazzo a seguirla.
“KATE!” La chiama Castle uscendo dall’ufficio.
“Hai già detto abbastanza per oggi, Castle.” Lo zittisce lei uscendo dal loft insieme a Jesse.
“Cosa le hai detto, papà?!” Domanda arrabbiata Alexis.
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“Kate, stasera vuoi proprio far strage di cuori.” Commenta Lanie vedendo il vestito succinto dell’amica.
“Stasera usciremo di qui con talmente tanti uomini da riempire un pullman!” Afferma la detective decisa.
“Qualcuno ha fatto arrabbiare la mia detective.” Dice ridacchiando la dottoressa prendendo sottobraccio l’amica ed entrando nel locale.
“CIAO RAGAZZE!” Le saluta Jack da dietro al bancone.
“Ciao Jack! Stasera Kate è sul piede di guerra. Mi sa che farà una strage.” Scherza Lanie togliendosi la giacca.
“Allora, Jo, tieni gli occhi ben aperti.” Lo avverte il barman.
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Dopo due ore il locale è talmente oberato di gente che Jo è costretto a stare sulla porta a  bloccare le persone.
“Salve Jo!” Lo saluta Castle superando la coda di gente.
“Buona sera signor Castle!” Lo saluta lui facendogli largo per passare.
“Cosa ci fa tutta questa gente fuori?”
“Il locale è troppo pieno non posso più far entrare nessuno.” Spiega il bodyguard lasciandolo entrare.
Castle si fa largo fra la folla di gente raggiungendo a fatica il bancone.
“Buona sera, signor Castle!” Lo saluta Jack.
“Ciao Jack! Hai bisogno di una mano?” Domanda levandosi la giacca e raggiungendo il ragazzo dietro il bancone.
“Ho già un ottimo aiuto, signor Castle. Ma potrebbe tener d’occhio le ragazze. Di solito è Jo che pensa a loro ma stasera c’è troppa gente ed è costretto a stare all’ingresso.” Suggerisce il giovane.
“Certo. Dove sono?” Domanda lo scrittore cercando di individuarle.
Nemmeno il tempo di ricevere una risposta che si sentono grida d’incitamento e Kate viene sollevata da alcuni ragazzi sul bancone. La detective cammina verso Jack con il vassoio vuoto, urlando: “ Tre birre, una bottiglia di champagne e un mojito.”
La detective ignora spudoratamente lo scrittore il quale a bocca aperta sta ammirando le lunghe gambe e il decolté in bella vista.
“Ehi dolcezza!” La chiama un ragazzo appoggiato al bancone accarezzandole un polpaccio.
“Ehi Mike… le mani mi raccomando.” Scherza la detective inginocchiandosi per essere all’altezza dell’uomo.
“BOSS!” Urla Esposito avvicinandosi alla donna.
“Ciao Espo… desideri qualcosa da bere?” Domanda l’amica.
“No, stavo cercando Lanie. Da lassù riesci a vederla?” Chiede il detective.
“Aspetta.” Così dicendo Kate torna in piedi.
La detective individua subito l’amica dall’altra parte della sala.
“LANIE!!!” Urla per attirare la sua attenzione.
In quel momento sente due mani che le accarezzano le cosce.
“Mike! Cosa ti ho detto?!” Afferma Kate abbassando lo sguardo scoprendo che non è il suo amico Mike ma un altro ragazzo molto ubriaco.
A quel punto Castle interviene urlando all’uomo per farsi sentire: “Toglile immediatamente le mani di dosso!”
L’uomo lo ignora completamente restando con le mani sulla donna.
Esposito che è vicino all’individuo lo afferra per il giubbotto trascinandolo verso l’uscita.
“Kate, l’ordinazione che hai richiesto è pronta.” La informa Jack mettendo ai piedi della donna il vassoio pieno.
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Un’ora e mezza dopo la situazione nel locale e all’ingresso è leggermente migliorata permettendo così a Jo di rientrare.
Castle si è rassegnato a dare una mano al barman dato che le due donne non lo vogliono attorno.
Kate prende il microfono salendo sul bancone con Lanie.
“Ragazzi, purtroppo la nostra serata è conclusa.” Annuncia la detective.
Grida di disapprovazione e fischi invadono il locale.
“Ci rivediamo qui martedì sera. Buona serata a tutti. Siete fantastici!” Li saluta la dottoressa prima di spegnere il microfono.
Mentre Kate sta finendo di abbottonarsi la giacca Castle ne approfitta per provare a parlarle.
“Ehi… vuoi che ti riaccompagni a casa?” Si offre lo scrittore.
“No, grazie. Ho già un passaggio.” Risponde Kate senza guardarlo.
“Ascoltami, Kate. Mi dispiace, ok! Non volevo dire quelle cose.” Cerca di scusarsi.
“Tranquillo, Castle. Abbiamo esagero entrambi. Ci vediamo lunedì al distretto.” Afferma per poi andarsene.
Kate e Lanie escono dal locale seguite da quattro/cinque ragazzi sotto lo sguardo attonito dello scrittore.
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TOC… TOC… TOC…
Kate ancora addormentata si rigira nel letto guardando l’ora sulla sveglia: 11.00 A.M.
TOC… TOC… TOC…
Alla porta qualcuno insiste costringendola ad alzarsi.
La detective senza guardare dallo spioncino apre la porta trovandosi davanti Castle con due caffè e un sacchettino in mano.
“Che ci fai qui, Castle?” Domanda assonata appoggiando la testa alla porta.
“Ti ho portato la colazione.” Risponde entrando senza aspettare l’invito della donna.
“Cosa non ti era chiaro della frase: “Ci vediamo lunedì al distretto?”?” Domanda chiudendo la porta seguendo l’uomo in cucina.
“E cosa non ti era chiaro del fatto che ho provato tutta la sera a parlarti?!” Controbatte lui appoggiando le cose sul bancone.
La detective sospira sedendosi su uno sgabello e prendendo una delle due tazze.
“Non potevi farlo lunedì?” Domanda stanca bevendo un sorso della sua droga preferita.
“No. Lunedì usato la scusa che al lavoro non si parla della vita privata. Ormai ti conosco.” Spiega lo scrittore estraendo una ciambella dal secchetto.
“Allora parla! Così poi posso tornare a dormire!” Gli ordina irritata.
“Volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto ieri. Alexis mi ha raccontato che l’hai aiutata parecchio durante la mia assenza e ti volevo ringraziare. Sono felice che si sia rivolta a te.” Dice lo scrittore.
“Figurati è stato un piacere.” Risponde Kate strofinandosi gli occhi.
In quel momento il cellulare di Beckett interrompe la loro tranquilla conversazione.
“Dove?” Domanda la detective posando il caffè e alzandosi.
“Ok, arrivo.” Conclude dirigendosi verso la propria camera da letto.
“Abbiamo un omicidio?” Domanda eccitato lo scrittore.
“Si. Cinque minuti e sono pronta.” Risponde Kate.
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Dopo tre giorni fuoco, finalmente martedì riescono a chiudere il caso e ad arrestare il colpevole.
Esposito e Ryan dopo aver portato il colpevole dietro le sbarre raggiungono Beckett, Castle e il capitano in sala riunioni.
“Ora che ci siamo tutti, voglio complimentarvi con tutti voi per l’ottimo lavoro e la rapidità con cui avete risolto il caso. Dato che avete passato le ultime 72 ore dentro queste quattro mura prendetevi il resto della giornata libera e anche domani tutto il giorno. Ci vediamo qui giovedì.” Ordina Montgomery orgoglioso del lavoro della squadra, per poi congedarsi.
“Grazie capitano!” Dicono in coro i detective e lo scrittore.
“Finalmente si dorme!” Afferma Ryan sbadigliando.
“Sei proprio vecchio, bro!” Lo prende in giro Esposito dandogli una pacca sulla spalla.
“Ok, non so voi ma io me ne vado a casa.” Annuncia Beckett appoggiando la tazza vuota sul tavolo.
“Ci vediamo stasera?” Domanda Esposito.
“Certo che si. Anche se rischio di addormentarmi sul bancone.” Confessa la detective stiracchiandosi.
“Non è il caso che salti per stasera?” Domanda preoccupato lo scrittore.
“Castle, ho preso un impegno ed è giusto che lo rispetti e poi ho ancora cinque ore per riposare.”
Risponde lei.
“Tu sei pazza. Io vado a dormire. Buona notte!” Commenta Ryan salutando i colleghi dirigendosi a fatica verso la scrivania per recuperare la giacca.
“A stasera.” Saluta Esposito raggiungendo il collega.
“Ok, io vado!” Afferma Beckett.
“Kate, sul serio dovresti saltare e recuperare le ore di sonno perdute in questi giorni.” Insiste lo seguendola alla scrivania.
Kate fulmina lo scrittore con lo sguardo.
“Ok. Sto zitto.” Si ammutolisce Castle aiutando la donna ad indossare la giacca.
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Castle, arriva tutto trafelato nei pressi del locale.
Si è addormentato appena arrivato a casa e si è svegliato solo mezzora fa grazie al suo cellulare.
Mentre attraversa la strada vede davanti al locale due macchine della polizia con i lampeggianti accesi e una folla di curiosi attorno.
“Che succede?” Domanda Castle raggiungendo l’ingresso trovando Jo.
“Mi dispiace, signor Castle. Abbiamo dovuto chiamare la polizia, la situazione è degenerata.” Si giustifica l’uomo.
“Espo, dov’è Kate?” Chiede preoccupato vedendo il detective uscire dal locale con una borsa del ghiaccio sull’occhio.
“È dentro con Lanie!” Risponde il detective seguendo un agente.
Castle, entra facendosi largo fra le poche persone rimaste.
“Signor Castle!” Lo chiama Jack andandogli incontro.
“Jack!” Dice raggiungendolo.
“Mi dispiace, signor Castle. È stata colpa mia mi prendo tutta la responsabilità dell’accaduto.” Dice mortificato il ragazzo tamponandosi con uno strofinaccio la ferita sul sopracciglio destro.
“Dov’è Kate?” Chiede guardandosi attorno.
“Oddio Kate! Ho fatto il possibile per raggiungerla prima che la trascinassero giù dal bancone!” Dichiara Jack agitato cercando la donna con lo sguardo.
“Jack, fammi vedere se ti servono dei punti!” Ordina Lanie arrivando di corsa con delle garze in mano.
“Lanie, dov’è Kate?” Chiedere disperato lo scrittore bloccando la donna.
“Non so… era qui con tua madre ma poi non le ho più viste.” Risponde Lanie liberandosi dalla presa e raggiungendo il barman.
Castle, frustato per l’ennesima risposta inutile, sbatte i pugni sul tavolo facendo cadere alcuni bicchieri che finiscono a terra in frantumi, attirando l’attenzione dei presenti.
“Signore, metta le mani in vista!” Gli ordina un’agente.
“Scherza, vero?” Domanda irritato lo scrittore.
“Non me lo faccia ripetere un’altra volta.” Ribadisce l’agente.
“Io voglio solo sapere dov’è Kate!” Afferma incazzato avvicinandosi all’uomo.
“Fermo! Non faccia un altro passo!” Grida l’agente estraendo la pistola.
“Altrimenti che fa mi spara? Faccia pure se vuole perdere il posto di lavoro!” Lo sfida Castle facendo un altro passo.
“FERMO!” Urla di nuovo puntando la pistola contro lo scrittore.
“Ehi… ehi!!” Interviene Lanie mettendosi fra l’agente e lo scrittore.
“Stiamo calmi. Castle, zitto e seduto.” Gli ordina la dottoressa spostando una sedia per farlo accomodare per poi rivolgersi al poliziotto.
“E lei metta via quell’arma. Non è un criminale è il proprietario del locale.” Afferma Lanie rivolgendosi all’agente.
“Signorina, non s’intrometta! Quell’uomo ha minacciato un pubblico ufficiale.” Controbatte il poliziotto.
“Lanie, io voglio solo vedere Kate! Mi dici dove diavolo è?!” Domanda alzando la voce.
“Cerchiamo di risolvere un problema alla volta.” Risponde trattenendo l’uomo per la manica della giacca.
“NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUEL CRETINO CON LA PISTOLA. VOGLIO VEDERE KATE!” Grida Castle liberandosi dalla presa della dottoressa.
“Resti seduto!” Lo avverte l’agente.
Castle, ignora l’ordine e si muove verso l’ufficio a grandi passi.
Spalanca la porta, precipitandosi all’interno seguito a ruota dall’agente che gli sta ancora intimando di fermarsi.
“Richard!/Castle!” Esclamano contemporaneamente le due donne sorprese mentre Kate in biancheria intima, imbarazzata cerca di coprirsi con il vestito appena tolto.
“Kate…” Sussurra lo scrittore guardandola e ricominciando finalmente a respirare.
“Signore, metta le mani sopra la testa!” Ordina l’agente raggiungendo Castle estraendo le manette.
“Richard, cosa succede? Perché quell’uomo vuole arrestarti?” Chiede preoccupata Martha mettendosi davanti alla detective per coprirla.
Castle, ignora tutti, continuando a guardare la sua musa.
“Castle! Smettila di fissarmi!” Lo ammonisce la detective abbottonandosi i jeans.
“Chi è stato?” Domanda severo lo scrittore vedendo il livido sul braccio della donna.
“Non so chi ha iniziato a prendere a pugni chi.” Risponde Kate infilandosi la maglietta.
“Signore, deve seguirmi in centrale.” S‘intromette l’agente afferrandolo per il braccio.
“NON MI TOCCHI!” Urla liberandosi della presa dell’uomo.
“Agente, ci penso io a lui.” Interviene Kate finendo di allacciarsi le scarpe.
“Con tutto il rispetto, signorina, questo è il mio lavoro non il suo. Mi dovete seguire entrambi in centrale.” Controbatte il poliziotto.
“Sono sicuro che il capitano Ross non sarà contento di sapere che un suo agente ha arrestato una detective della omicidi.” Lo avverte la detective con il telefono all’orecchio.
“Buona sera, capitano Ross.”
“Tutto bene, lei?”
“Abbiamo un piccolo problemino qui. C’è un certo agente Smith che vuole arrestarmi.”
“Certo glielo passo.” Afferma Kate passando il cellulare all’agente che timoroso dice:
“Pronto?”
“Si, signore.”
“Mi dispiace signore.”
“Agli ordini, signore.” Dice mettendosi sull’attenti come se il capitano potesse vederlo concludendo la chiamata.
“Tutto risolto. Buona serata.” Afferma l’agente Smith riconsegnando il cellulare e uscendo rapidamente dalla stanza.
“Ora posso sapere chi ti ha fatto questo?” Domanda Castle prendendo delicatamente il braccio ferito della sua musa.
“Katherine, se hai bisogno di qualcosa sono qui fuori.” Dichiara Martha prima di lasciarli soli.
“Avrò sbattuto da qualche parte. Non lo so, Castle.” Risponde Kate ripiegando il vestito e mettendolo nella borsa.
“Mi prendi per cretino!?! Si distinguono chiaramente i segni delle dita di una mano.” Asserisce lo scrittore.
“E allora? Cosa te ne frega?” Domanda infastidita chiudendo la zip.
“Me ne frega eccome. Qualcuno stasera ha scatenato un putiferio e sono sicuro che quel qualcuno ti ha fatto questo… quindi voglio sapere chi è!” Incalza Castle.
“Castle, so cavarmela anche da sola. Non mi serve l’aiuto del super scrittore. Saresti dovuto restare negli Hamptons!” Afferma la detective raccogliendo le sue cose per andarsene.
Castle sbarra la strada alla donna mettendosi davanti alla porta.
“Cosa credi di fare? Spostati!” Gli ordina Kate.
“Non ci penso nemmeno. Il mio locale non è più a disposizione ed è ora che la finisci di comportarti come una ragazzina del college.” Dichiara lui.
“Tranquillo, troverò un altro posto.” Afferma lei cercando di spostarlo.
“Tu non farai niente di simile. Non ti permetto di continuare con questa follia.”
“Io faccio quello che mi pare e piace. Non intendo discutere oltre. SPOSTATI!” Conclude gridando l’ultima parola per farsi sentire da Martha.
“Che succede?” Domanda Martha aprendo la porta e vedendo il figlio impegnato nel bloccare la strada alla detective.
“Richard! Lasciala andare!” Le ordina la madre.
“Non t’intromettere madre!” La zittisce Castle girandosi leggermente per guardare la donna.
Kate approfitta della distrazione dello scrittore per svignarsela riuscendo a uscire dall’ufficio.
“KATE! ASPETTA!” Urla cercando di raggiungerla.
“Espo, portami a casa.” Ordina la detective raggiungendo il collega.
“KATE!” La chiama inutilmente lo scrittore.
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Castle bussa insistentemente alla porta della detective senza però ricevere risposta.
Ad un certo punto la porta dell’appartamento accanto si apre e una signora anziana dice: “La signorina Kate non è in casa evidentemente altrimenti le avrebbe aperto.”
“Mi scusi… non volevo disturbarla signora.” Si scusa Castle dirigendosi verso l’ascensore.
“È il suo fidanzato?” Domanda l’anziana.
“No, siamo solo amici.” Risponde lo scrittore premendo il pulsante per prenotare l’ascensore.
“Adesso che la vedo da vicino la riconosco. Lei è lo scrittore, vero?” Chiede per conferma.
“Si sono io. Ha letto uno dei miei libri?” Domanda educatamente.
“No… non sono il mio genere ma Kate mi ha parlato di lei signor Castle. È proprio un bel tipo.” Afferma la donna.
“La ringrazio… signora?”
“Rosy… puoi chiamarmi Rosy.” Risponde l’anziana stringendo la mano allo scrittore.
TIN… le porte dell’ascensore si aprono.
“Meglio che vada. Piacere di averla conosciuta signora Rosy.” La saluta Castle.
“Arrivederci.” Risponde Rosy.
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CASTLE… appare il nome sul display.
Kate rifiuta la chiamata tornando a dormire.
Dopo un paio di minuti il cellulare della detective riprende a suonare svegliando la dottoressa che dorme accanto all’amica.
“Kate, rispondi a quel dannato telefono…” Si lamenta Lanie tappandosi le orecchie.
La detective zittisce un’altra volta il cellulare togliendo definitivamente la suoneria.
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Un’ora dopo è il telefono della dottoressa a disturbare le due giovani donne.
“Giuro che se è ancora il tuo amico scrittore lo uccido!” Dice irritata Lanie afferrando il cellulare dal comodino.
“È lui?” Chiede Kate alzando la testa dal cuscino.
“No… è Lexi.” Dice prima di premere il tasto verde.
“Ehi… dolcezza. Che succede?”
“Si… è qui!” Risponde Lanie guardando verso l’amica.
“Vuoi che te la passi?” Domanda la dottoressa.
“Kate… Lexi vuole parlare con te.” Afferma passando il cellulare all’amica.
“Ciao Lexi.” Dice la detective mettendosi seduta.
“ODDIO!” Esclama Kate, afferrando il braccio dell’amica, vedendo un uomo nudo che dorme ai piedi del letto.
“Che ti prende?!” Domanda Lanie girandosi verso la detective.
“No… niente Lexi… Tutto ok.” Risponde Kate mentre fa cenno a Lanie di alzarsi.
“Chi cavolo è?!” Esclama la dottoressa vedendo l’individuo nudo per terra.
“Ascolta Lexi… che dici se ci vediamo per pranzo da qualche parte?” Propone Kate cercando di concludere rapidamente la telefonata.
“Ah… sono già le tre di pomeriggio. Scusa non avevo visto l’ora.” Si giustifica la detective guardando la sveglia sul comodino mentre l’amica sta controllando se l’uomo è vivo.
“Possiamo fare per cena?” Domanda Kate.
“Ok. Ci vediamo al Remy alle 7. A dopo. Ciao Lexi.” Dice riattaccando.
“È vivo!” Afferma Lanie.
“È già qualcosa… ma chi diavolo è?” Chiede Kate alzandosi dal letto raggiungendo l’amica inginocchiata affianco del ragazzo che dorme beatamente.
“Kate… ti ricordi qualcosa di ieri sera? Perché io ho come un vuoto.” Ammette la dottoressa.
“Fammi pensare…” Risponde cercando di fare mente locale sugli avvenimenti della sera precedente.
“C’è stata la rissa al locale di Castle… Ho chiesto a Espo di portarmi a casa ma invece che andare a casa ci siamo trovate al locale infondo alla strada. Poi…”
“Poi?” Domanda preoccupata.
“Poi… non lo so. Non ricordo. Non dirmi che abbiamo assunto della droga?” Chiede iniziando ad agitarsi.
“LANIE! SONO IO!” Si sente gridare dal soggiorno.
“Oddio… è Javier!” Esclama Lanie.
Nemmeno il tempo di realizzare cosa sta succedendo che il detective spalanca la porta della camera da letto.
“Capo!” Esclama Esposito trovandosi davanti la collega in reggiseno e mutandine.
“Espo! Esci immediatamente!” Urla Beckett coprendosi con il cuscino.
“Scusa!” Risponde il detective richiudendo immediatamente la porta.
Con tutto quelle urla il ragazzo si sveglia.
“Cos’è questo baccano?” Afferma sbadigliando.
“Ssshhh!” Lo zittisce Kate tirandogli il cuscino e colpendolo il pieno volto.
“AHI!” Si lamenta il ragazzo.
“Ragazze, tutto ok?” Domanda Esposito al di là della porta.
“Si... Mi vesto e arrivo. Metti su il caffè.” Grida Lanie per farsi sentire.
“Cosa facciamo adesso?” Sussurra Kate mettendosi la maglietta.
“Mi vesto… esco. Cerco di convincere Javier ad uscire… tu e mister universo restate chiusi qui dentro.” Propone Lanie.
“Si potrebbe avere un po’ di caffè?” Domanda il ragazzo alzandosi e facendo cadere il lenzuolo che gli copriva le parti intime.
“Ah però!” Esclama la detective guardando inevitabilmente le dimensioni del giovane.
“Mi sento male!” Sussurra Lanie osservando anche lei l’uomo.
“Buon giorno, ragazze.” Saluta lui sorridendo.
“Ok… Lanie. Torniamo serie. Vestiti e porta via Espo da questa casa. Al resto penso io.” Afferma Kate distogliendo lo sguardo dall’uomo.
“Furba lei… si prende il meglio!” Scherza Lanie recuperando i vestiti.
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TOC… TOC… TOC…
“Ehi, Castle! Che ci fai qui?” Domanda Esposito aprendo la porta.
“Ciao Espo… cerco Kate è qui?” Chiede entrando nell’appartamento.
“Si… è qui.” Risponde imbarazzato ripensando alla collega mezza nuda.
“Si stanno vestendo.” Aggiunge dopo un momento di silenzio.
“Ok… aspettiamo allora.” Afferma lo scrittore sedendosi accanto all’amico.
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“Eccom…” A Lanie muoiono le parole in gola alla vista dello scrittore.
“Castle, che ci fai qui?” Domanda la dottoressa ad alta voce sperando che l’amica dalla stanza riesca a sentirla.
“Cercavo Kate. Espo, mi ha detto che è qui.” Risponde alzandosi.
“Torno in un secondo!” Dice Lanie sparendo lungo il corridoio.
“Kate! Aprimi sono io.” Chiama la dottoressa bussando alla porta della stanza.
“Che succede?” Domanda la detective sbucando fuori con la testa.
“Castle è qui!” Sussurra Lanie per non farsi sentire dai ragazzi.
“Cosa?!” Esclama Kate scioccata.
“Ssshhh… non urlare. Sa che sei qui. Quindi vestiti ed esci di lì prima che entri lui qui.” Le consiglia l’amica.
“Ok, arrivo subito.” Risponde Kate richiudendo la porta.
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“Castle! Che ci fai qui?” Chiede la detective entrando in cucina e trovando i tre amici che chiacchierano tranquillamente fra loro.
“Ti cercavo… volevo parlarti.” Risponde lo scrittore.
“Peccato io non abbia nulla da dirti.” Controbatte Kate versandosi una tazza di caffè.
“Kate…” Prova a parlare Castle.
“Abbiamo un appuntamento fra tre ore... meglio se ci lasciate andare a lavarci.” Dice la detective rivolgendo un’occhiata all’amica, posando la tazza vuota nel lavandino.
“Kate ha ragione… dobbiamo prepararci!” Conferma la dottoressa.
“Ma volevo portarti fuori a cena!” Confessa dispiaciuto Esposito.
“Mi dispiace, tesoro. Magari puoi passare dopo cena.” Risponde Lanie maliziosamente.
“Ok… a dopo allora.” Sussurra il detective facendole l’occhiolino.
“Kate…”
“No, Castle. Lascia stare. Ci vediamo domani al distretto.” Lo zittisce sparendo lungo il corridoio.
“Vi accompagno alla porta.” Si offre Lanie.
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“Scusa Lanie… non volevo rovinare i tuoi piani con Espo ma ci serviva una scusa per mandare via entrambi.” Dice mortificata Kate recuperando borsa e giacca.
“Tranquilla… non c’era altra soluzione. Ora lo chiamo e gli dico che mi sono liberata.” Risponde sorridendo la dottoressa.
“Sei pronta?” Domanda il ragazzo uscendo dal bagno.
“Hai scoperto come si chiama?” Chiede Lanie all’amica.
“Lanie… lui è Jon.” Dice la detective presentandogli il ragazzo.
“Tanto per sapere abbiamo fatto qualcosa noi due ieri sera?” Domanda Lanie.
“Tranquilla, da quello che mi ha raccontato l’unica che ha fatto qualcosa con lui sono io.” Confessa Kate.
“Peccato!” Afferma la dottoressa.
“Ci vediamo domani.” Saluta la detective aprendo la porta di casa seguita dal giovane che si è offerto di accompagnarla a casa.
“Ciao Lanie!” Saluta Jon.
“Ciao Jon… a domani detective.” Risponde richiudendo la porta alle loro spalle.
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


“Buon giorno, Beckett. Mi dispiace svegliarti ma c’è stato un omicidio.” Annuncia Ryan.
“Ok… mandami l’indirizzo.” Risponde lei controllando l’ora sulla sveglia: 4.OO A.M. lampeggia sul display.
La detective si alza recuperando velocemente il necessario per una doccia rapida.
“Che ore sono?” Domanda Jon strofinandosi gli occhi.
“Presto. Torna a dormire. Io devo andare.” Risponde Kate precipitandosi in bagno.
---
C’è qualcosa che non va in me…
Pensa Kate ferma al semaforo rosso.
Non sono una che va a letto con un estraneo…
Devo darmi una regolata!
Un clacson la fa risvegliare dai suoi pensieri.
Due isolati dopo Beckett parcheggia davanti a un palazzo.
Ryan la sta aspettando all’ingresso.
“Buon giorno, Beckett.” La saluta il detective.
“Buon giorno, Ryan. Cos’abbiamo?” Chiede seguendolo all’interno del negozio.
“A prima vista sembrerebbe una rapina andata male.” Risponde conducendola nel retro bottega.
“Buon giorno… la vittima è un noto ladro. Era ricercato per diversi furti avvenuti nell’ultimo anno.” Aggiunge Esposito.
“Lanie… che mi sai dire?” Domanda la detective all’amica.
“Buon giorno, tesoro. Notte brava?” Domanda la dottoressa indicando il collo dell’amica.
“Wow… Beckett, hai avuto un incontro ravvicinato con un vampiro?” La prende in giro Esposito notando anche lui l’enorme succhiotto.
“Non ci posso credere!” Afferma Kate incavolata tirando su il colletto della giacca.
“Sei uscita senza di me?” Chiede sorpresa Lanie.
“No. Possiamo parlare della vittima?!” Domanda troncando la discussione sul nascere.
“Il nostro amico qui è stato pugnalato per ben cinque volte. Direi che il colpo letale è stato questo. Dopo quattro tentativi è riuscito a colpirlo dritto al cuore.” Spiega la dottoressa indicando le diverse ferite.
“Ora del decesso?”
“Direi intorno a mezzanotte ma sarà più precisa dopo l’autopsia.” Risponde alzandosi in piedi.
“Beckett, non ci sono testimoni. Nessuno ha sentito o visto qualcosa.” Dichiara Esposito.
“Chi ha trovato il cadavere?”
“Chiamata anonima al 911. Vista l’ora e la zona potrebbe essere stata una prostituta a fare la segnalazione.” Risponde Ryan.
“Ryan, controlla le telecamere della zona magari salta fuori qualcosa. Esposito, cerca di rintracciare il proprietario del negozio e convocalo al distretto.” Ordina Beckett ai suoi uomini.
“Ragazza, hai tempo per un caffè?” Domanda Lanie all’amica.
“Certo, andiamo.” Risponde Kate.
---
“Allora, chi è il fortunato?” Chiede curiosa bevendo un sorso di caffè.
“Jon. Lo stesso dell’altra sera.” Confessa giocherellando con il cucchiaino.
“E sentiamo com’è il super dotato?” Scherza la dottoressa.
“Senza dubbio ha delle ottime doti…” Risponde seria la detective.
“E allora perché fai quella faccia?!” Domanda sorpresa.
“Perché non sono normale… deve esserci qualcosa di sbagliato in me. Da quando vado a letto con uno che ho conosciuto da due ore? E da quando lascio che un estraneo dorma nel mio letto, a casa mia, per tutta la notte?” Chiede preoccupata Kate.
“Non ti sentirai per caso in colpa nei confronti di Castle?”
“No, assolutamente no. Ha passato gli ultimi tre mesi a farsi i cavoli suoi. Si sarà pure divertito e non ha pensato minimante a me. Non è per lui... è che mi sembra di essere tornata ai tempi del liceo. Non ti sembro un po’ troppo grande per fare certe cose?!” Afferma Kate.
“Non stiamo facendo nulla di male, e poi magari è la volta buona che Castle si dia una mossa. Guarda me… ho passato gli ultimi tre mesi a divertirmi con te e Javier si è subito ingelosito. Si è fatto avanti e ora stiamo quasi assieme.” Spiega Lanie.
“Conoscendo Castle se avesse saputo che nell’altra stanza c’era un uomo insieme a noi si sarebbe infuriato. Non è come Esposito. Noi finiamo sempre con farci ripicche a vicenda.” Ammette la detective.
“Secondo me sbagli… Castle, è cotto di te.”
“Si, è talmente cotto che mi ha scaricato per andare in vacanza con la sua ex moglie e ha passato gli ultimi tre mesi nel silenzio totale. Lasciamo perdere.” Afferma Kate bevendo l’ultimo sorso di caffè.
Il cellulare della detective interrompe la discussione costringendo quest’ultima a congedarsi.
---
“Buon giorno, detective!” La saluta Castle posandole davanti il caffè.
“Buon giorno, Castle!” Risponde senza alzare lo sguardo dalle carte.
“Nuovo caso, vedo.” Nota lo scrittore guardando la lavagna.
“Ehi, bro.” Saluta Esposito avvicinandosi.
“Ehi!” Risponde con un cenno del capo.
“Scoperto qualcosa?” Chiede Kate guardando il collega.
“Carino il foulard…” Scherza il detective.
“Il caso, Espo!” Lo ammonisce Beckett.
“Ho rintracciato il proprietario sarà qui a momenti.” Risponde Esposito.
“Beckett, abbiamo delle immagini.” La informa Ryan consegnando alla detective delle foto.
“Dall’abbigliamento si capisce chiaramente che è una prostituta.” Commenta Castle.
“Prova a fare un giro nel quartiere e vedi se qualcuno la conosce. Anche se dubito che i clienti si facciano avanti.” Ordina la detective.
“Che fai stasera?” Domanda Castle.
“Dipende da come prosegue il caso.” Risponde Kate alzandosi per aggiungere delle annotazioni sulla lavagna.
“Beckett, nel mio ufficio.” Le ordina il capitano.
“Subito.” Risponde Beckett appoggiando il pennarello sul tavolo per poi dirigersi nell’ufficio del capitano.
Mentre Castle attende il ritorno della detective il cellulare di quest’ultima inizia a suonare vibrando sulla scrivania.
Lo scrittore curioso legge il nome sul display: CASA.
Dopo sei squilli il telefono smette di suonare.
Un paio di minuti dopo Beckett fa ritorno alla scrivania.
“Beckett, ti è suonato il cellulare mentre eri via.” L’avverte Castle trattenendosi dal farle mille domande. Curioso di sapere chi la sta chiamando da casa sua.
“Ah… grazie.” Dice controllando le chiamate perse.
---
“Ehi, ragazzi. Che fate?” Domanda lo scrittore raggiungendo i due detective nella sala relax.
“Mangiamo… non si vede?!” Risponde Esposito.
“E sei anche uno scrittore di gialli!” Aggiunge Ryan.
“Spiritosi. Era tanto per dire.” Controbatte Castle.
“Beckett, ti ha cacciato?” Domanda Ryan.
“È scesa da Lanie… pranzo all’obitorio. Non la invidio per niente.” Afferma lo scrittore.
“Chi ti dice che mangiano in mezzo ai morti!”
“Ah… no? Dove sono andate?” Chiede curioso.
“Saranno andate a comprare un altro foulard…” Dice ridacchiando Esposito scambiandosi il cinque con il collega.
“Perché ce l’avete tanto con quel foulard?” Domanda Castle.
“Se vuoi altre informazioni devi darci qualcosa in cambio.”
“La Ferrari per un giorno… vi basta?”  
“Un giorno a testa e l’accordo è fatto.”
“Fatta! Ora parlate!” Ordina Castle sedendosi davanti a loro.
“Stamattina Beckett è arrivata con un succhiotto enorme sul collo e non se n’era nemmeno accorta. Gliel’ha fatto notare Lanie.” Racconta Ryan.
Lo scrittore all’idea della sua musa a letto con un uomo che non è lui s’incupisce sentendo lo stomaco stringersi.
“Ehi ragazzi… Avete visto Kate?” Domanda Lanie interrompendo i tre pettegoli.
“No, in realtà pensavamo fosse con te.” Risponde Esposito alzandosi.
“Castle, ti senti bene? Mi sembri un po’ pallido…” Chiede preoccupata la dottoressa notando lo sguardo dello scrittore.
Silenzio… l’uomo resta assorto nei suoi pensieri senza accorgersi che i tre amici lo stanno fissando in attesa di una risposta.
“Ehi, Castle!” Lo chiama Ryan toccandogli il braccio.
“È? Cosa?” Esclama lo scrittore.
“Ti senti bene?” Chiede nuovamente Lanie.
Sta per rispondere quando Beckett entra nella saletta dicendo: “Pausa finita. Abbiamo l’identikit dell’assassino.”
---
“Dove sei stata nella pausa pranzo?” Domanda curioso lo scrittore.
“Sono passata a casa un attimo.” Risponde secca la detective scendendo dall’auto.
“Ryan, controlla che non ci siano uscite laterali mentre noi saliamo.” Ordina Beckett.
“Io?” Chiede Castle.
“Tu vai con Ryan.” Risponde la detective passandogli il giubbotto.
Esposito sale per le scale mentre Beckett decide di prendere l’ascensore per evitare che il sospettato possa scappare.
La detective arriva per prima al piano controlla a destra e poi a sinistra. Il corridoio è deserto si sente il rumore del televisore e il pianto di un bambino provenire dai primi due appartamenti.
Arriva al numero 28 e bussando grida: “Fox, apri la porta. Polizia di New York!”
Una pioggia di proiettili buca la porta e la detective si sposta rapidamente di lato per non farsi colpire.
Beckett attende un paio di secondi poi calciando la porta la spalanca.
In quel momento Esposito la raggiunge entrando con la collega nell’appartamento.
Beckett va verso le camere da letto mentre Esposito si reca nella cucina.
“LIBERO!” Urla per primo il detective.
“SCALA ANTINCENDIO!” Grida Beckett prima di uscire dalla finestra.
Fox salta dalla balaustra finendo nel container dell’immondizia mentre la detective scende rapidamente le scale.
L’uomo si rialza, esce dal bidone per poi iniziare a correre lungo il vicolo.
Beckett salta l’ultimi scalini urlando: “FOX, FERMATI!”
Ma lui ignora l’ordine continuando a correre.
In quel momento dal fondo del vicolo sbucano Ryan e Castle. Il primo grida: “FERMO O SPARO!”
Fox si ferma guardando da entrambe le direzioni, indeciso sul da farsi.
Beckett riesce a sorprenderlo e saltandogli addosso lo trascina a terra assieme a lei.
“Resta qui!” Ordina Ryan allo scrittore prima di avvicinarsi ai due in lotta.
Beckett cerca di disarmarlo sbattendo ripetutamente il braccio dell’uomo a terra ma Fox riesce a ribaltare la situazione e a bloccare la donna a terra.
Esposito prende la mira, ora che l’uomo è sopra alla collega, ha una buona visuale dell’obbiettivo.
Entrambi i detective prendono la mira e sparano contemporaneamente ma prima che l’uomo possa cadere a terra riesce a sparare un colpo colpendo la detective.
Ryan lo colpisce alla spalla destra mentre Esposito lo colpisce al fianco sinistro.
Fox si accascia dolorante accanto alla detective che a differenza di quello che si aspettano i colleghi non si alza restando a terra.
“Kate!” Grida Castle avvicinandosi assieme ai due detective.
“AH… Cazzo!” Impreca Beckett mettendosi seduta, premendo la mano destra sulla spalla sinistra.
“Fermo!” Ordina Esposito all’uomo ammanettandolo.
“Chiamo due ambulanze!” Afferma Ryan.
Castle inginocchiato ai piedi della detective le toglie il foulard per poi annodarlo attorno alla spalla della detective fermando così l’emorragia.
“Aiutami ad alzarmi!” Ordina Beckett.
“Resta seduta stanno arrivando i soccorsi.” Dice Castle nel tentativo di bloccarla.
Testarda come sempre la detective appoggiando la mano a terra alzandosi senza l’aiuto di nessuno.
“QUI!” Grida Ryan ai paramedici.
“Pensate a lui.” Esclama Beckett incamminandosi verso l’uscita del vicolo.
“Kate, dove vai? Aspetta!” Dice lo scrittore correndole dietro.
“Per questa volta ti lascio guidare…” Afferma ridendo Beckett lanciandogli le chiavi.
“Sei sicura? Sta arrivando l’ambulanza.”
“Castle! Zitto e guida!” Ordina salendo dalla parte del passeggero.
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“Ecco fatto… è stata fortunata, detective. Ferita superficiale.” Afferma il medico finendo di fasciare la spalla della donna.
“Grazie, dottore. Ora posso andare?” Chiede Beckett.
“Certo… mi raccomando non sollevi pesi e cerchi di tenere il braccio a riposo. Ci rivediamo tra una settimana per togliere i punti.” Dice il dottore aiutando la detective a scendere dal lettino.
“Sarà fatto. Arrivederci.” Lo saluta Beckett aprendo la porta e uscendo.
“Stai bene? Cosa ti hanno detto?” Domanda Castle precipitandosi affianco della detective.
“Tutto ok, Castle. Dammi le chiavi!” Risponde Beckett aprendo la mano in attesa delle chiavi.
“Guido io.” Afferma lo scrittore.
“Castle! Dammi quelle dannate chiavi!” Controbatte lei.
“No! O mi lasci guidare o ti porto a casa invece che al distretto.” L’avverte Castle.
“Ok, guida tu ma solo per questa volta!” Acconsente irritata la detective dirigendosi verso l’uscita.
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“Ehi… ragazza. Come va? Ho sentito che ti sei fatta un giro all’ospedale.” Scherza Lanie fermandosi davanti alla scrivania dell’amica.
“Si mi annoiavo e volevo un’altra cicatrice da aggiungere alla mia collezione.” Risponde sorridendo Kate.
“Dottoressa Parish, Detective Beckett vi ricordo il mio addio al nubilato di domani sera!” Afferma l’agente Miller.
“Ci saremo di sicuro!” Risponde Lanie.
“Complimenti… non sapevo ti sposassi.” Si congratula Castle.
“Grazie Castle… potresti unirti anche tu alla festa.” Propone Miller.
“Ma l’addio al nubilato non è riservato a sole donne?” Domanda lo scrittore sorpreso della richiesta.
“Certo che si ma nello stesso locale ci sarà anche l’addio al celibato del mio futuro marito. Abbiamo pensato di organizzare una cosa alternativa, il locale sarà diviso a metà: uomini e donne.” Spiega l’agente.
“Wow… sembra divertente. Non sono mai stato ad un nubicelibato…” Scherza Castle facendo ridere la donna mentre la dottoressa e la detective lo guardano male.
“Allora a domani!” Saluta Miller congedandosi.
“A domani!” Rispondo in coro le due donne.
“Ci sarò!” Esclama lo scrittore salutando l’agente.
“Shopping?” Propone Lanie all’amica.
“Certo… il capitano mi ha dato il resto della giornata libero.” Spiega Kate alzandosi e recuperando giacca, chiavi e borsa.
“Vado a salutare Javier poi ti raggiungo.” Afferma Lanie dirigendosi verso la scrivania dell’uomo.
“Kate, dovresti andare a casa a riposare.” Suggerisce una volta soli.
“Non sono stanca.” Risponde la detective.
“Sei stata ferita… hai perso del sangue. Dovresti riposare.” Insiste Castle.
“A domani.” Lo saluta Beckett.
“Kate…” Prova a parlare lo scrittore.
“Smettila, Castle!” Lo zittisce la detective raggiungendo l’amica che la sta attendendo davanti all’ascensore.
 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


“Ehi… guarda chi è il deejay!” Afferma Lanie una volta entrate nel locale.
“Non ci posso credere?! Con tutte le persone che vivono a New York proprio lui dovevano scegliere?” Commenta Kate guardando in direzione di Jon.
“RAGAZZE!” Urla l’agente Miller saltellando come una bambina.
“Mi sa che è già ubriaca.” Sussurra Lanie all’amica, sorridendole e salutandola con la mano l’agente.
“D’altronde la festa è iniziata già da due ore…” Constata la detective guardando l’ora.
Nemmeno il tempo di fare un passo verso la metà del locale dedicata alle donne che una sirena inizia a suonare sovrastando la musica.
Un faro bianco punta verso le due donne illuminandole mentre il deejay esclama: “Ahi… ahi… vedo due bellissime signorine dalla parte sbagliata!”
Le due amiche si scambiano uno sguardo sorpreso e prima che possano dire o fare qualcosa vengono accompagnate da due ragazzi verso il palco dove le attende Jon.
“OH… chi abbiamo qui! Ciao Kate. Ciao Lanie.” Le saluta il ragazzo aiutandole a salire.
“Ragazze, siete finite dalla parte sbagliata del locale e quindi vi aspetta una punizione, vero?” Annuncia il deejay al microfono.
La parte maschile del locale urla un SI generale incitando il ragazzo a proseguire.
“Abbiamo deciso che chi oltrepassa la linea deve bere tre bicchierini di Tequila!” Spiega il deejay preparando sei bicchierini e stappando la bottiglia.
“BEVI! BEVI! BEVI!” Urlano gli uomini.
La detective fa per prendere il bicchierino quando Jon la blocca prendendole la mano e dicendo: “Non così! Troppo facile! Senza mani!”
Kate scambia un’occhiata con l’amica che affianco a lei se la ride indicandole la scollatura.
Ovviamente la detective ha il vestito sbagliato per questo genere di giochi.
Jon blocca entrambe le braccia della detective dietro la schiena per assicurarsi che non imbrogli mentre la gente la incoraggia a bere.
Kate si piega in avanti verso il tavolino aprendo la bocca per poter afferrare il bicchierino mostrando generosamente al pubblico il suo decolté perfetto e il suo reggiseno di pizzo rosso.
“Non avrei mai pensato che sotto quelle camicie serie Beckett nascondesse quel ben di dio.” Commenta Ryan appoggiato al bancone del bar assieme al collega.
“Io l’ho vista praticamente nuda.” Ammette Esposito bevendo un sorso del suo drink.
“Chi è che hai visto nuda?” Domanda Castle arrivando alle spalle dei due detective.
“Sembrerebbe che il nostro amico qui abbia visto Beckett nuda.” Risponde Ryan porgendo allo scrittore una birra.
“Ah si!? E quando?” Chiede leggermente infastidito dall’idea.
“L’altro giorno quando ci siamo trovati a casa di Lanie, ho aperto la porta della camera da letto e mi sono trovata davanti Kate in biancheria intima.” Spiega Esposito.
“Oddio ma quella è Beckett?!” Esclama schioccato lo scrittore sputando la birra vedendo la detective sul palco che tracanna tequila.
“Castle, ti senti bene?” Domanda Ryan.
“Dobbiamo fermarla!” Afferma Castle.
“Calmati, Castle è solo un gioco. Hanno superato la linea.” Spiega Esposito.
“Vediamo se la pensi ancora così ora che tocca Lanie!” Controbatte lo scrittore indicando verso il palco.
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Un paio d’ore dopo Lanie e Kate tra un cocktail, birra e le svariate volte che sono finite sul palco a causa della loro indisciplina, sono alquanto ubriache.
Le due amiche intenzionate a far impazzire gli uomini dall’altra parte della linea danzano al limitare strusciandosi sensualmente l’una contro l’altra sotto lo sguardo eccitato degli uomini che cercando di afferrarle per tirarle dalla loro parte.
Lanie bisbiglia qualcosa all’orecchio dell’amica che in risposta scoppia a ridere annuendo.
Kate scorre le mani ai lati dei seni della dottoressa scendendo sempre più giù mentre quest’ultima le accarezza il viso.
“Ragazzi, dobbiamo assolutamente fare qualcosa prima che la situazione degeneri.” Afferma Esposito.
“È più di un’ora che ve lo sto dicendo!” Dice nervoso Castle.
“Venite di qua!” Le invita un ragazzo allungandosi nel tentativo di afferrare Kate per un braccio.
Le due divertite continuando il loro gioco di seduzione fino a quando accidentalmente Lanie spinge l’amica indietro facendola avvicinare alla linea.
“PRESA!” Urla un ragazzo agguantandola e tirandola nella zona maschile.
La sirena suona per l’ennesima volta mentre Lanie nel tentativo di riprendersi l’amica viene a sua volta portata dalla parte opposta.
“UN’ALTRA VOLTA RAGAZZE!?!” Esclama Jon al microfono.
“Adesso basta!” Afferma Castle poggiando il bicchiere vuoto sul tavolino, scattando in piedi.
Esposito segue l’amico fra la folla seguito a sua volta da Ryan.
Lanie viene portata sul palco mentre Kate è bloccata a ballare in mezzo ad un paio di ragazzi che non sanno tenere le mani al loro posto.
Castle prova l’approccio gentile battendo le mani sulle spalle dei due e facendogli cenno di allontanarsi.
“Che cazzo vuoi?” Domanda uno.
“Cercatene un’altra…” Aggiunge l’altro.
“CASTLE!!!” Esclama Kate abbracciandolo.
“Credo che dobbiate cercarvene un’altra voi.” Risponde lo scrittore stringendo la detective a se.
“Non credo proprio!” Controbatte il più vecchio dei due cercando di riprendersi la donna.
“EHI! Vi conviene stare alla larga.” Interviene Ryan mostrando il distintivo.
I due uomini alzano le mani in segno di resa allontanandosi.
“Grazie.” Dice Castle al detective.
“Vado ad aiutare Esposito…” Lo informa Ryan allontanandosi.
“Ok… andiamo a sederci, che dici?” Propone lo scrittore alla musa.
“No… voglio ballare.” Afferma lei iniziando ad ancheggiare accarezzando il petto dell’uomo.
“Kate!” Cerca di bloccarla Castle appoggiando le mani suoi fianchi della donna.
“Dai, Castle! Muovi questo bel culetto!” Lo incita Kate palpandogli le natiche senza pudore.
“KATE!” Esclama sorpreso lo scrittore.
“Perché sei così rigido… rilassati.” Sussurra la detective all’orecchio dell’uomo sbottonandogli i primi bottoni della camicia.
“Andiamo!” Ordina Castle prendendola per mano e conducendola verso i divanetti.
“Ehi bellezza! Vieni qui!” Afferma un uomo strattonando la detective.
“AH!” Urla Kate mollando la mano dello scrittore portandola sul braccio ferito.
Castle senza pensarci troppo sferra un pugno alla mascella dell’uomo facendolo cadere a terra.
“Kate? Stai bene?” Chiede preoccupato lo scrittore, accarezzandole delicatamente il viso.
“EHI… STRONZO!” Grida l’uomo rialzandosi.
“Sparisci!” Gli ordina Castle parandosi davanti alla detective.
“Chi cazzo credi di essere?!” Afferma spingendo indietro lo scrittore.
“Vai a farti un giro.” Suggerisce Castle ma l’uomo non è dello stesso parere e ricambia il pugno ricevuto un paio di minuti prima dando inizio così ad una e vera propria rissa.
Ryan ed Esposito una volta recuperata Lanie, vedendo la confusione in fondo alla sala si precipitano ad aiutare l’amico.
“Ehi… tesoro. Dov’eri finita?” Domanda la dottoressa incontrando l’amica.
“Hai già bevuto?!” Chiede Kate barcollando verso di lei.
“Solo uno… Javier non mi ha lasciata continuare. Sarà forse perché è geloso…” Dice Lanie ridacchiando.
“KATE…” La chiama a gran voce Jon scendendo i tre scali e porgendo la mano alla detective.
“Tocca a me?” Chiede Kate entusiasta afferrando la mano del deejay.
“Si, vieni dolcezza.” La invita Jon tirandola a se.
“Vieni Lanie!” Ordina la detective all’amica.
Jon accompagna sul palco le due donne restando però sempre avvinghiato a Kate.
“ECCOLE QUI! LE CAMPIONESSE DELLA SERATA!” Annuncia al microfono il deejay accompagnando in aria le braccia delle due donne come si fa con i vincitori di box.
Lanie inizia a toccare tasti a caso facendo ripartire la musica a tutto volume mettendosi le cuffie per sembrare un vero e proprio disc jockey e incitando la folla a scatenarsi.
Kate si posiziona dietro all’amica e prendendole le mani le fa muovere le braccia a destra, a sinistra, in alto e in basso mentre Jon stringendo la detective per la vita, le bacia il collo strusciando contro il suo fondo schiena l’evidente rigonfiamento nei pantaloni.
Una volta cacciato l’aggressore, lo scrittore e i due detective fanno rientro nel locale alla ricerca delle due donne notando con disappunto che sono nuovamente sul palco a dare spettacolo.
“Cambia metti questa!” Suggerisce Kate premendo altri tasti a caso con l’intenzione di cambiare canzone.
“Beckett!” La chiama Ryan arrivando per prima ai piedi del palco.
“Ehi Lanie… guarda chi c’è!” Afferma la detective indicando il collega.
“RYAN! CHE CANZONE VUOI?” Grida Lanie guardando l’uomo.
“Ragazze, è ora di andare a nanna!” Annuncia Esposito salendo.
“JAVIER, AMORE MIO VIENI QUI!” Strilla la dottoressa abbracciandolo.
“Kate!” La chiama Castle trattenendosi per non prendere a pugni il deejay appiccicato alla sua musa.
“CASTLE!” Esclama la detective liberandosi dalla presa di Jon e saltando letteralmente addosso allo scrittore che è costretto ad aggrapparsi al parapetto per non cadere all’indietro.
“Kate vieni con me.” Sussurra Castle all’orecchio della donna.
“Dove andiamo?” Chiede curiosa la detective.
Esposito riesce a convincere Lanie a seguirlo e sorreggendola l’aiuta a scendere i tre scalini.
“CIAO, JON! E COMPLIMENTI PER IL PACCO!” Lo saluta la dottoressa sorridendo e facendo ridere l’amica aggrappata alla camicia dello scrittore.
“Kate, resta. Ti porto a casa io tra un po’.” Suggerisce il deejay avvicinando il viso a pochi centimetri da quello della donna.
“Mi piacerebbe ma…” Risponde lei sentendo lo scrittore irrigidirsi.
“Ma devo andare… domani lavoro.” Conclude la detective accarezzando il viso perfetto del giovane.
“Allora a presto.” Sussurra Jon facendole l’occhiolino mentre Castle fa un passo indietro per allontanarla dall’uomo.
“Portiamole via di qui!” Ordina Esposito tenendo la donna per mano e facendo cenno agli amici di seguirlo verso l’uscita.
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“Sei venuto in macchina?” Domanda Ryan allo scrittore mentre Esposito ferma un taxi.
“Si ho la Ferrari parcheggiata qui dietro.” Risponde Castle.
“Aspetta devo salutare la mia amica!” Afferma Lanie liberandosi dalla presa del compagno e barcollando verso la detective.
“Buona notte, amore mio!” La saluta la dottoressa abbracciandola.
“Buona notte.” Risponde la detective contraccambiando la stretta.
“Brava! Ora andiamo… Sali!” Ordina Esposito afferrando per il braccio la donna.
“Ciao ragazzi, a domani!” Saluta Castle passando un braccio attorno alla vita della detective e dirigendosi verso la macchina.
“Posso guidare?” Domanda Kate.
“Non penso tu ne sia in grado in questo momento.” Risponde Castle aprendole la portiera da parte del passeggero e facendola salire.
“Forse hai ragione, Riiiicck!” Afferma la detective ridendo.
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Appena usciti dal parcheggio la mano di Kate si posiziona sulla coscia destra dello scrittore che a quel contatto si irrigidisce immediatamente facendo sorridere la donna.
Un paio di secondi dopo la mano della detective inizia a accarezzare la gamba dell’uomo andando man mano sempre più su e sempre più in dentro.
“Kate…” Sussurra Castle posando la mano sopra a quella detective.
“Che c’è? Non ti piace?” Domanda sorridendo.
“Non vorrei finire fuori strada.” Scherza lo scrittore nel tentativo di non farla arrabbiare.
“Concentrati… non è difficile!” Afferma Kate liberandosi dalla presa e mettendo la mano dritta sul cavallo dell’uomo facendolo frenare bruscamente.
“Kate, sul serio… fermati.” Dice spostandole nuovamente la mano.
La detective dopo un paio di minuti riparte alla carica questa volta sbottonandogli la camicia e cercando di intrufolare la mano all’interno.
“KATE!” Esclama spingendola via.  
“Che succede, Rick? Non sono abbastanza troia da poterti toccare?” Domanda infastidita dal rifiuto.
“Kate, non…” Cerca di rispondere lo scrittore ma viene interrotto dalla detective.
“Non ho abbastanza tette rifatte e labbra carnose per poterti piacere?!” Afferma prendendo come esempio la sua ex seconda moglie.
“Kate, per piacere. Non voglio litigare.” Risponde lo scrittore sperando di calmare la detective posando la mano sopra alle sue appoggiate sul suo grembo.
Il resto del viaggio lo passano in silenzio ognuno assorto nei propri pensieri fino a quando Castle si accorge che si è addormentata.
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“Kate, svegliati. Siamo arrivati.” La chiama dolcemente accarezzandole il viso.
“Mmm…” Mugugna la detective restando però ferma con gli occhi chiusi.
“Dai su… aggrappati a me. Ancora pochi minuti e poi finalmente potrai dormire.” La invita Castle spostandole una ciocca di capelli dal viso.
Kate, senza aprire gli occhi, passa le braccia attorno al collo dell’uomo appoggiando la testa sulla sua spalla lasciandosi sollevare.
Castle con non poche difficoltà e grazie l’aiuto del suo portiere riesce ad arrivare all’ascensore.
“Grazie Scott!” Lo ringrazia lo scrittore premendo il pulsante del suo piano.
“Buona notte, signor Castle.” Risponde Scott prima che le porte si chiudano.
“Rick…” Bisbiglia assonnata Kate.
“Dimmi…” La invita a proseguire tenendola stretta a se mentre l’ascensore inizia a salire.
La detective sussurra talmente piano che lo scrittore non riesce a capire nemmeno una lettera.
“Non ho capito, Kate.” Ammette Castle avvicinando il viso a pochi centimetri da quello di lei.
“Ti ho aspettato…” Ripete un po’ più forte tenendo sempre gli occhi chiusi.
“Di cosa stai parlando?” Domanda confuso.
“Ho sperato mi chiamassi…” Confessa Kate.
“Mi dispiace, Kate.” Ammette mortificato stringendola più forte a se.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


“Richard? Sei tu?” Chiede Martha sentendo la porta d’ingresso chiudersi.
“Si, c’è anche Kate.” Risponde prendendo in braccio la detective stile sposa.
“Oddio cosa le è successo?” Domanda preoccupata Martha raggiungendogli.
“Ha esagerato con i drink. Mamma, sistemami i cuscini, per favore .” Spiega lo scrittore andando verso il divano.
Martha ordina i cuscini per poi aiutare il figlio a sdraiare la detective.
“Oddio, Richard sei ferito?” Domanda preoccupata toccando la camicia del figlio insanguinata.
“Cavoli!” Esclama Castle affrettandosi a controllare la spalla della detective togliendole la giacca.
“Mamma, vai a prendere un po’ di garze e del disinfettante!” Le dice lo scrittore per poi rivolgersi alla detective: “Kate! Ascoltami!”
“Castle…” Sussurra aprendo leggermente gli occhi.
“Ascoltami, Kate… devo controllarti la ferita, stai sanguinando.” Le spiega Castle.
“Papà? Che succede?” Domanda Alexis assonnata scendendo le scale.
“Niente, tesoro…” Risponde lo scrittore coprendo la ferita della donna con la giacca, andando incontro alla figlia.
“Papà! È sangue?” Chiede la ragazza vedendo la chiazza rossa sulla camicia del padre.
“Non è mio… tranquilla, tesoro.” Afferma raggiungendola e baciandola dolcemente sulla fronte.
“Eccomi Richard, ho trovato tutto il necessario!” Dichiara Martha entrando nella stanza.
“Grazie, appoggia tutto lì. Ci penso io. Mamma, perché non porti Lexi al piano di sopra.” Suggerisce facendo cenno alla madre di avvicinarsi.
“Papà, che succede? Chi c’è sul divano?” Chiede Alexis cercando di superare il padre per riuscire a vedere.
“Lexi, per favore. Sali in camera tua.” Le ordina Castle.
“Vieni, cara.” La invita Martha trascinando la nipote al piano superiore.
Una volta solo lo scrittore s’inginocchia accanto al divano togliendo la giacca che copre la detective notando che la macchia si è notevolmente allargata.
“Kate?!” La chiama Castle.
“Mmmm…” Mugugna in risposta con gli occhi chiusi.
“Riesci a girarti leggermente su un fianco? Devo toglierti il vestito.” Spiega sperando in una collaborazione da parte della donna.
Kate annuisce ma non si muove nemmeno di un millimetro dalla sua posizione.
Castle riesce comunque in qualche modo a far scendere la zip del vestito.
“Spero non mi ucciderai…” Sussurra facendole scendere la spallina del reggiseno.
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Una decina di minuti dopo, con diverse difficoltà e con l’ansia per un imprevisto risveglio della detective, Castle finisce di pulire e disinfettare la ferita.
Ora gli aspetta la parte più pericolosa che scatenerà quasi sicuramente una reazione da parte della donna.
Tolto completamente il vestito Castle cerca di farle indossare una sua maglietta che dalla grandezza le farà da vestito, sperando che la detective continui a dormire.
Purtroppo per lui le cose non vanno come sperate.
Kate apre gli occhi ritrovandosi a pochi centimetri dalle labbra del partner e sentendo le mani dell’uomo su di se ancora inebriata dall’alcool cerca di baciarlo.
“Kate! No!” Esclama allontanandosi leggermente.
“Ssshhh…” Sussurra Kate accarezzandogli le labbra con l’indice.
“Riesci ad alzarti?” Chiede lo scrittore cercando di non perdersi negli occhi scuri della donna.
“No… ma… potresti portarmi.” Suggerisce la detective togliendosi la maglietta.
“Kate… cosa… fai?” Balbetta lo scrittore ritrovandosi nuovamente la donna in intimo davanti agli occhi.
“Ho caldo!” Ammette portando le mani dietro la schiena nel tentativo di slacciarsi il reggiseno.
“No… ferma!” Cerca di bloccarla Castle non sapendo però dove mettere le mani.
Kate prosegue con il suo spogliarello lanciandogli addosso il reggiseno rosso.
Castle da gentiluomo distoglie lo sguardo dal corpo della donna mentre quest’ultima usa una rivista per farsi aria.
“Kate… dobbiamo andare… devi… devi andare a dormire.” Afferma lo scrittore tenendo sempre lo sguardo fisso su un vaso di cristallo sul mobile alla sua destra.
“Prima dobbiamo rimediare a questo.” Dichiara portando le mani sul bottone dei jeans dello scrittore.
“KATE!” Esclama facendo un passo indietro per allontanarsi ritrovandosi a guardare il corpo perfetto della detective.
“Che c’è, Rick? Vedi qualcosa che ti piace…” Lo istiga alzandosi in piedi e raggiungendolo.
“No! SI! Ma… ma dobbiamo andaaa…”
A Castle muoiono le parole in gola quando la detective lo abbraccia appoggiando il seno nudo contro il suo petto.
“Il mio scrittore ha perso le parole…” Scherza Kate sbottonandogli la camicia.
“Ferma…” Sussurra bloccandole le braccia, prendendola per i polsi e accidentalmente sfiorale il seno destro.
In quel momento il cellulare dello scrittore inizia a squillare interrompendo i due.
Castle ne approfitta per sfuggire dalle grinfie della detective scattando verso il bancone della cucina recuperandolo.
“Pronto?” Risponde.
“Ehi… bro. Come va? Sei riuscito a mettere a nanna Beckett?” Domanda Esposito.
“Non ancora… ho… ho dovuto medicarla. Le sanguinava la ferita.” Spiega Castle dando le spalle alla detective e cercando di calmare i battiti del cuore.
“Auguri… se è posseduta come lo era Lanie ti conviene pensare a qualche attività per farla stancare. Io ovviamente non ho avuto problemi a trovarne una.” Racconta soddisfatto il detective.
“Grazie del consiglioooo…” Risponde Castle ritrovandosi improvvisamente bloccato fra il bancone della cucina e il corpo nudo della donna che gli sta sbottonando rapidamente la camicia.
“Che succede, bro?” Domanda curioso Esposito.
“Niente ma devo… Kate… Kate… devo andare.” Risponde riattaccando.
“Andiamo a letto, Rick…” Suggerisce accarezzandogli su e giù il petto nudo.
“Kate… per quanto cerchi di trattenermi. Devi tenere in considerazione che sono un uomo… e in questo momento ho diverse difficoltà a ragionare.” Ammette lo scrittore allontanandola a fatica.
“Lasciati andare!” Afferma lei seguendo l’uomo che continua ad allontanarsi.
“Kate, per quanto mi piacerebbe non possiamo.”
“Quando una delle tue ex ti salta addosso non hai problemi a sbottonarti i pantaloni!” Grida amareggiata.
“Kate…”
Questa volta vengono interrotti dal cellulare della detective.
Kate aggrappandosi a sedie e divani riesce a trovare la borsetta.
Recuperato il cellulare rispondere prima che la persona dall’altra parte riattacchi e appoggiandosi con i gomiti al divano dona allo scrittore una visione spettacolare del suo fondo schiena.
“Ehi!” Risponde.
“Ciao bellezza, dove sei? Sono fuori dal tuo appartamento.” Afferma Jon.
“Sono a casa di Rick… ma potresti passare a prendermi…” Dice sedendosi.
“Ok, dammi l’indirizzo.” Risponde il ragazzo.
“Kate… no. Tu, resti qui.” Le ordina Castle sedendosi accanto a lei.
“In questo momento mi sfugge l’indirizzo…” Confessa la detective ridendo.
Castle riesci a rubarle il cellulare riattaccando immediatamente.
“CASTLE!” Strilla arrabbiata Kate colpendolo con una manata al petto.
“Ssshhh… Kate, non gridare. Ci sono mia figlia e mia madre al piano di sopra.” Le ricorda lo scrittore.
“E ALLORA? NON ME NE FREGA UN CA…”
Castle per zittirla le tappa la bocca coprendola con la sua iniziando a baciarla.
La detective spiazzata dalla reazione dell’uomo resta immobile ma quando lo scrittore approfondisce il bacio Kate si riprende facendo scontare le loro lingue e passando una mano fra i capelli dello scrittore tirandolo a se.
Rick recupera quel poco di lucidità che gli rimane e rendendosi conto della gravità della situazione si stacca immediatamente da lei scattando in piedi come se il divano fosse diventato ardente.
Kate eccitata ed entusiasta per il bacio appena scambiato con il partner si alza e avvinandosi a lui, senza pensarci due volte, struscia la mano destra sui jeans contro l’erezione dello scrittore.
“NO! Kate…” Dice bloccandole la mano e sentendo i boxer farsi più stretti.
“Smettila di lottare… e lasciati andare!” Insiste lei accarezzandole con la mano libera il petto nudo arrivando all’altezza della cintura.
“Kate…” Sospira lui chiudendo gli occhi sentendo un’altra scossa di desiderio percorrere tutta la lunghezza del suo pene ormai sveglio.
La detective approfitta dello stato dello scrittore per avvicinarsi ulteriormente riuscendo a mordergli il collo, facendo sfiorare i suoi capezzoli contro l’ampio petto dell’uomo.
“Kate… no! Non possiamo.” Dice allontanandosi ancora una volta.
La detective stufa, arrabbiata e infastidita dall’ennesimo rifiuto dello scrittore recupera la maglia e dopo averla indossata prende borsetta e cellulare con l’intenzione di andarsene.
“Dove vai?” Domanda Castle.
“A casa mia!” Risponde lei dirigendosi verso l’uscita.
“Non credo proprio.” Controbatte bloccandole la strada.
“Tu non sei nessuno per dirmi quello che devo o non devo fare!” Ribatte cercando di superarlo.
“Sei ubriaca e mezza nuda… tu, di qui non ti muovi.” Afferma lo scrittore.
“Voglio proprio vedere…”
Nemmeno il tempo di finire la frase che Castle la carica in spalle come sacco di patate.
“LASCIAMI!” Grida Kate colpendo l’uomo sulla schiena.
“Non gridare.” Dice tenendola stretta e dirigendosi verso il suo studio.
“CASTLE!” Urla colpendolo di nuovo ma lui ignora le urla della donna proseguendo verso la camera da letto.
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Tra proteste, urla, minacce e sberle lo scrittore riesce finalmente a sistemare la detective sotto le coperte.
“Si fa meno fatica a mettere a letto un esercito di bambini…” Commenta fra se e se spegnendo la lampada sul comodino.
“Rick…” Lo chiama la detective.
“Kate, è ora di dormire e…”
“Resta.” Lo zittisce lei.
“Non mi sembra il caso.” Risponde lui.
“Per favore… resta.” Sussurra Kate supplichevole.
“Ok.” Cede lo scrittore sdraiandosi sopra le coperte nello spazio accanto a lei mantenendo una certa distanza.
“Notte.” Dice la detective sbadigliando e cercando nel buio la sua mano.
“Notte, Kate.” Sussurra lo scrittore sfinito intrecciando le dita della donna con le sue.
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“Buon giorno, papà.” Lo saluta Alexis raggiungendolo in cucina.
“Buon giorno, zucca. Dormito bene?” Chiede offrendo alla figlia una tazza di caffè.
“Si, a parte qualche schiamazzo intorno alle tre.” Risponde lei guardando male il padre.
“Buon giorno, cari.” Saluta Martha facendo una delle sue entrate teatrali.
“Ecco il suo latte macchiato…” Dice Castle consegnandolo alla madre.
“Grazie, caro. Allora sei ancora vivo… significa che Katherine è legata al tuo letto o che se ne è andata?” Domanda curiosa.
“Nessuna delle due… dopo innumerevoli proteste sono riuscito a convincerla a dormire.” Racconta lo scrittore.
In quell’istante un rumore attira l’attenzione del trio che girandosi verso lo studio vede sbucare la detective ancora mezza addormentata con addosso il vestito della sera prima.
“Buon giorno, detective.” La saluta Castle per primo.
Kate fa un cenno infastidito trascinandosi verso il divano alla ricerca della borsetta.
“Cara, ti preparo immediatamente uno dei miei rimedi infallibili contro il post-sbornia.” Afferma Martha iniziando a trafficare in cucina.
“Grazie…” Sussurra Kate controllando le innumerevoli chiamate perse.
“Kate, vuoi un muffin?” Chiede Alexis gentilmente.
“No, grazie.” Risponde lei sorridendo e sedendosi accanto a lei.
Castle come ogni mattina consegna una tazza di caffè alla sua musa che da quando è entrata nella stanza non l’ha mai guardato in faccia.
“Ecco… ha un sapore orrendo ma funziona.” Spiega Martha posando un bicchiere colmo di un intruglio verdino davanti alla detective.
“Grazie, Martha.” Dice Kate portando la bevanda alla bocca facendo una faccia schifata.
“Niente lavoro oggi?” Domanda Alexis.
“No…” Risponde la detective ingoiando a fatica il beverone.
“Alexis, vedi se riesci a trovare qualcosa di pulito per Katherine.” Suggerisce Martha alla nipote.
“No, tranquille. Non disturbatevi stanno venendo a prendermi.” Afferma Kate posando una mano sul braccio della ragazza per bloccarla.
“Kate, bastava chiedessi… ti avrei portato a casa io.” Si affretta a dire lo scrittore.
Il cellulare della detective fa tre squilli poi la chiamata s’interrompe.
“È arrivato il mio passaggio… grazie per l’intruglio Martha. Buon giornata, Lexi.” Saluta Kate alzandosi dallo sgabello.
“Vuoi che ti accompagni giù?” Domanda Castle gentilmente senza però riceve risposta.
La detective recupera le ultime cose e dopo aver salutato nuovamente le due donne esce dal loft.
“Cosa le hai fatto, Richard?” Chiede Martha.
“A parte rifiutare le sue innumerevoli avances… niente.” Ammette riponendo le tazze sporche nel lavandino.
“Ah… ecco spiegato tutto.” Esclama l’attrice.
“Vorresti dire che è arrabbiata con me perché l’ho rifiutata?” Domanda confuso lo scrittore.
“Non è arrabbiata… è imbarazzata. Probabilmente sa di aver fatto qualcosa ma non ha abbastanza ricordi per capire cosa effettivamente ha combinato.” Spiega Martha.
“Immagino avrai uno dei tuoi super consigli da darmi, vero?”
“Semplicemente comportati come non fosse successo nulla, è l’unico modo per far si che torni a rivolgerti la parola.” Suggerisce la donna.  
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“Lanie, credo di essermi letteralmente spogliata davanti a Castle e credo di averci provato spudoratamente.” Confessa la detective fissando il soffitto, sdraiata sul letto dell’amica accanto a lei.
“E?” Chiede mettendosi su un fianco.
“E mi ha rifiutata. Evidentemente non sono abbastanza per lui.” Dice tristemente.
“Ma non dire stupidaggini… Castle ti sbava dietro da anni.”
“E allora perché mi ha respinta?”
“Forse perché eri talmente ubriaca da non reggerti nemmeno in piedi.” Risponde sicura la dottoressa.
“Non lo so…” Sussurra Kate sbuffando e coprendosi il viso con le mani.
“Hai provato a parlargli?” Domanda Lanie.
“No…” Borbotta.
“E allora fallo.” Le suggerisce la dottoressa.
“E cosa gli dico: “Ehi… Castle, perché non hai voluto fare sesso con me due sere fa?”?” Domanda Kate mettendosi nella stessa posizione dell’amica guardandola.
“Assolutamente no ma per cominciare potresti tornare a rivolgerli la parola dal momento che è due giorni che eviti in tutti i modi di comunicare con lui.”
“Lanie, ogni volta che lo guardo negli occhi mi partono dei flash mentali dove sono nuda davanti a lui.”
“E allora? Credi che non abbia mai visto una donna nuda?!”
“No, ma credo di essere la prima donna nuda che rifiuta.” Afferma Kate.
“Ascolta la tua vecchia amica per una volta. Cerca di passare del tempo al di fuori del distretto con lui ma soprattutto parlaci.” Insiste Lanie.
“Mi stai consigliando di tornare a essere sua amica come prima che mi scaricasse per la sua ex?” Domanda infastidita dal ricordo di Gina che esce con Castle dal distretto.
“Esattamente…” Risponde Lanie.
“Usa la tua amicizia con Lexi per stargli attorno per capire cosa prova realmente.” Aggiunge dopo un momento di silenzio.
“Non voglio sfruttare sua figlia per provarci con lui.”
“Ma non devi provarci… ora tocca a lui. Penso tu abbia mostrato anche troppo.” La prende in giro la dottoressa ricevendo una cuscinata da parte dell’amica.
Dando inizio così ad una vera e propria battaglia.
“Sexy! Lotta fra donne…” Commenta Esposito entrando in camera e trovando le due amiche ricoperte di piume che ridono a crepapelle.
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


“Ciao, tesoro!” Saluta Castle chiudendo la porta di casa.
“Papà, giusto in tempo! Vieni ad aiutarmi!” Dice invitandolo ad unirsi a lei.
“Cosa stai facendo?” Domanda togliendosi la giacca.
“Pizza!” Risponde Alexis.
“Non è un po’ troppa per noi due?” Chiede vedendo le due teglie.
“Non siamo soli.”
“Chi hai invitato?” Domanda curioso.
“Jesse e…”
“Jesse?” La interrompe Castle.
“Si, Jesse quello che mi hai chiesto di conoscere meglio.” Conferma infornando la prima.
“Ok… e Jesse mangia così tanto?”
“Abbiamo un altro ospite oltre a lui.” Spiega Alexis.
Il suono del campanello interrompe la conversazione.
“Vado io.” Si offre Castle dirigendosi verso l’ingresso.
“Kate?!” Dice sbalordito trovandosi davanti la detective.
“Ciao Castle… spero di non essere in ritardo.” Dice salutandolo.
“No, vieni. Accomodati.” Risponde spostandosi e lasciandola entrare.
Lo scrittore l’aiuta a togliersi la giacca riponendola poi nell’armadio all’ingresso.
“CIAO, KATE!” Esclama felice Alexis correndo ad abbracciarla.
“Ciao, Lexi. Grazie per l’invito.” Dice accarezzando su e giù la schiena della giovane. 
“Grazie a te per aver accettato di partecipare a quest’incontro evitando così che papà possa uccidere Jesse.” Scherza lei.
“È sempre un piacere tenere a bada Castle.” Ammette Kate ridendo.
“Ehi! Io sono qui e vi sento.” Si lamenta lo scrittore consegnando un bicchiere di vino alla detective.
“Grazie.” Dice sorridendo e guardandolo per la prima volta negli occhi dopo giorni.
“Buona sera, cari!” Saluta Martha scendendo le scale, vestita di tutto punto pronta ad uscire.
“Sei stupenda, Martha!” Si complimenta Kate.
“Troppo gentile, tesoro.” Risponde la diva abbracciandola.
“Ragazzi, non aspettatemi tornerò a casa tardi.” Dichiara Martha indossando la mantella.
“Che novità.” Sussurra Castle ricevendo una gomitata da parte della detective.
“Divertiti, nonna.” La saluta Alexis.
“Ma non troppo.” Scherza lo scrittore.
“Non ascoltarlo, Martha. Divertiti!” Afferma Kate.
“Grazie, cara. Au revoir!” Saluta teatralmente uscendo di casa.
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“Complimenti per la pizza, Lexi. Era buonissima.” Afferma Kate addentando l’ultimo boccone.
“Si, ottima.” Conferma Jesse posando la mano sopra a quella della ragazza ricevendo un’occhiataccia da parte dello scrittore.
“Castle, mi aiuti con il dolce?” Domanda la detective alzandosi.
“Ti aiuto io.” Si offre il ragazzo.
“No, Jesse… tu sei un ospite. Vero Castle?” Chiede Kate dando una pedata sotto il tavolo allo scrittore che non ha ancora smesso di guardare male il giovane.
“Ahi!” Si lamenta toccandosi la gamba.
“Alzati!” Gli ordina la detective.
Lo scrittore ubbidisce spaventato dallo sguardo truce della sua musa seguendola in cucina.
“La devi smettere!” Lo rimprovera una volta soli.
“Cos’ho fatto?” Chiede sorpreso.
“Sul serio? Devo dirtelo? Non hai fatto altro che guardarlo male!” Afferma la detective estraendo dal frigo la torta.
“Non è vero…” Cerca di protestare.
“Ti avverto, Castle. Se osi guardarlo male ancora una volta ti taglio…” Lo avverte indicando verso il basso prendendo il coltello in mano.
“Ehi! Non si scherza su queste cose!” Si lamenta coprendosi con le mani le parti basse.
“Allora smettila.” Ripete lei.
“Ci proverò ma…”
Kate lo fulmina con lo sguardo puntando l’arma verso il basso.
“Ok! Ok! Ci tengo al mio… alla mia virilità.” Ammette.
“Tanto non funziona…” Bisbiglia per conto suo la detective recuperando i piattini per il dessert.
“Cos’hai detto?” Domanda curioso.
“Niente… parlavo per conto mio.” Risponde tornando in sala da pranzo.
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“Che dite se ci spostiamo sul divano per un film?” Propone Alexis.
“Magari Jesse ha il coprifuoco.” Afferma Castle.
“Nessun coprifuoco.” Risponde sorridendo il giovane.
“I tuoi non ti hanno dato delle regole?” Domanda sorpreso lo scrittore.
“I miei genitori… i miei…”
“Castle, non tutti hanno dei genitori rigorosi come te.” Interviene la detective in aiuto del ragazzo.
“Ma…” Prova a controbattere lo scrittore.
“Jesse, vieni a scegliere il film con me.” Lo invita Alexis prendendolo per mano e trascinandolo verso la raccolta di DVD.
“Ottima idea. Noi prendiamo i pop-corn.” Afferma Kate.
“Già non mi piaceva prima… figurati adesso che so che i genitori lo lasciano libero di fare ciò che vuole.” Commenta Castle.
“Castle, i suoi genitori sono morti.” Rivela la detective raccogliendo i piattini sporchi.
“Oh… mi dispiace. Non lo sapevo.” Si giustifica lo scrittore.
“Allora se non sai evita di tirare conclusioni affrettate.” Spiega irritata.
“Perché te la prendi tanto?” Domanda seguendola in cucina.
“Lascia stare. Prendi qualcosa da bere.” Gli ordina recuperando la ciotola dei pop-corn.
“Fermati un attimo!” Dice bloccandola contro il bancone.
“Cosa non mi stai dicendo?” Chiede togliendole la ciotola dalle mani.
“Castle, lasciami andare.” Ordina la detective cercando di spostarlo.
“No, adesso parli!” Controbatte lui.
“Ti ho sentito l’altro giorno quando parlavi con i ragazzi. Tu, non hai nessun diritto di giudicare cosa faccio o con chi lo faccio. Tu, sei il primo che è andato a puttane fino a poco tempo fa. Tu, mi hai ridotto così. Tu, mi hai scaricato davanti a mezzo distretto per andartene negli Hamptons con la tua ex-moglie.” Afferma con rabbia trattenendosi per non scoppiare a piangere.
“Kate, tu…”
“PAPA’… KATE! SIAMO PRONTI!” Urla Alexis dal soggiorno.
“ARRIVIAMO!” Grida Castle per farsi sentire.
“Spostati!” Ordina Kate spingendolo.
“Stavi con Demming, Kate. Pensavo che…”
“Avevo lasciato Demming… l’avevo lasciato per venire con te.” Confessa Kate non riuscendo più a trattenere le lacrime.
“Kate…”
“No, Castle. Hai fatto la tua scelta mesi fa.” Lo zittisce poggiando l’indice sulle labbra dello scrittore mentre lui le asciuga il viso con il pollice.
“Gina era un rimpiazzo non…”
“Mi hai usata… mi hai presa in giro, Castle.” Afferma cacciandolo in malo modo la mano dello scrittore dal suo viso.
“Non è affatto così! Io non desideravo altro che passare l’estate con te ma quando ti ho vista in quel dannato corridoio con quel tipo che vi baciavate non ci ho più visto.” Ammette arrabbiato.
“Stronzate! Se ci tenevi così tanto non mi avresti rimpiazzata con un’altra nel giro di mezza giornata!” Controbatte Kate riuscendo a spingerlo lontano.
“Dove siete finiti?!” Esclama Alexis entrando in cucina.
“Allora che film avete scelto?” Chiede Kate recuperando i pop-corn fingendo che non sia successo nulla.
“Che succede?” Domanda la ragazza notando gli sguardi strani dei due.
“Niente, Lexi.” Risponde prontamente la detective dirigendosi verso il soggiorno.
“Papà?”
“Andiamo, tesoro.” La invita lo scrittore posando una mano sulla schiena della figlia.
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A metà del film Lexi si appisola contro Jesse, che fra l’altro, è l’unico concentrato a seguire la storia.
Lo scrittore, seduto dalla parte opposta del divano rispetto alla detective, non ha mai smesso di guardarla mentre quest’ultima non ha fatto altro che ricevere e scrivere sms.
Castle non ha la minima idea di quale sia la trama del film, è troppo impegnato a elaborare teorie e a trattenersi per non urlare contro alla detective, infastidito dal suo continuo chattare con chi sa chi.
Kate riceve nuovamente un messaggio e questa volta a differenza delle altre le si forma un enorme sorriso sulle labbra diventando anche leggermente rossa in viso.
Sarà quel pezzo di merda che le scrive!  Pensa lo scrittore sull’orlo di una crisi di nervi.
Dopo l’ennesimo sms Castle esplode alzandosi in piedi come una molla e urlando: “SMETTILA! LA DEVI SMETTERE!”
Tutti i presenti sussultano alle grida dell’uomo, soprattutto Alexis che, essendo addormentata, si sveglia di soprassalto spaventata.
“PAPA’! Sei impazzito! Mi hai fatto morire di paura.” Lo sgrida la rossa alzandosi in piedi.
“Mi dispiace… non volevo.” Si affretta a scusarsi vedendo la figlia agitata.
“Che ti è preso?” Domanda confusa la ragazza sotto lo sguardo schioccato della detective e di Jesse.
“Io… io…” Inizia lo scrittore alla ricerca di una spiegazione plausibile.
“Ce l’ha con me.” Risponde Kate alzandosi in piedi e riponendo il cellulare nella tasca posteriore dei jeans.
“Ma… perché? Cosa succede?” Chiede Alexis ancor più confusa.
“Meglio che vada. Grazie per la cena e la compagnia.” Afferma la detective dirigendosi verso l’uscita.
“BRAVA! SCAPPA! SCAPPARE È UNA COSA CHE TI RIESCE BENE.” Le urla dietro lo scrittore arrabbiato mentre la detective prosegue la sua camminata.
“Papà! Non...” Cerca di parlare la ragazza.
“Non t’intromettere!” La zittisce lo scrittore.
“CASTLE! NON PRENDERTELA CON TUA FIGLIA! SEI ARRABBIATO CON ME, URLA A ME! INSULTAMI, MANDAMI VIA, FAI QUELLO CHE VUOI MA NON PRENDERTELA CON LEXI!” Grida Kate arrabbiata girandosi di scatto.
“ALTRIMENTI CHE FAI? MI ARRESTI!?!” La provoca Castle.
“Sei ridicolo!” Lo insulta la detective recuperando borsa e giacca.
“Ah… Io sono ridicolo?! E tu?! Fai tanto la vittima e poi te la fai con il primo che passa! TU SEI RIDICOLA! PER NON DIRE ALTRO.” Controbatte avvicinandosi.
“DILLO! DILLO, CASTLE! Dì CHE SONO UNA PUTTANA!!!” Grida Kate facendo un passo verso di lui.
“BASTA! SMETTETELA!” Grida Alexis a squarciagola per poi scoppiare in lacrime.
Jesse cerca di abbracciarla mai lei lo spinge via, correndo poi nello studio del padre, sbattendo la porta dietro di se.
Castle e Beckett si guardano basiti per la reazione della giovane, incapaci di dire o fare qualcosa.
“Complimenti, comportamento adulto e maturo!” Afferma Jesse applaudendo guardando prima l’uno e poi l’altro.
Lo scrittore è il primo a reagire precipitandosi a bussare alla porta dello studio chiamando la figlia senza però ricevere risposta.
La detective dopo aver appoggiato borsa e cappotto sulla sedia raggiunge il partner chiamando a sua volta la rossa che questa volta risponde invitandola ad entrare.
---
Una quindicina di minuti dopo Beckett apre la porta dello studio invitando Castle ad entrare.
“Lexi, ha qualcosa da dirci.” Spiega lasciandolo entrare.
“Sedetevi.” Ordina Alexis facendogli cenno ai due di accomodarsi sul divano di fronte a lei.
“Tesoro, mi dispiace. Non volevo urlare.” Si scusa lo scrittore sedendosi accanto alla detective.
“Papà, durante la tua assenza ho avuto l’opportunità di conoscere meglio Kate. Grazie ai suoi preziosi consigli ho superato diverse difficoltà e problemi. Grazie a lei ho conosciuto Jesse. Non so come avrei fatto senza di lei e con questo non voglio colpevolizzarti per la tua assenza anzi… probabilmente avrei comunque avuto bisogno di lei e dei suoi consigli. Papà ci sei sempre stato, hai sempre fatto del tuo meglio per non farmi mai sentire la mancanza di una figura materna ma ora che sono cresciuta ho bisogno di potermi confrontare con una donna e per quanto la nonna possa essere esperta certi discorsi mi imbarazza affrontarli con lei. Con Kate è diverso, lei è la sorella maggiore che non ho mai avuto, la mamma che ho sempre desiderato e l’amica fidata che tutti vorrebbero avere. Tutto questo è per farvi capire che a prescindere da quello che provate l’uno per l’altro io ho bisogno di entrambi e quando mezz’ora fa ho assistito a quella scenata, a quella discussione, mi si è spezzato il cuore; mi sono sentita peggio di quelle migliaia di volte in cui hai litigato con mamma. Non so precisamente quali sono i vostri problemi e non voglio nemmeno entrare nel dettaglio. Spero solamente che possiate risolverli al più presto ma fino ad allora vi chiedo un favore: evitate discutere davanti a me. Evitate di coinvolgermi. Non fatemi scegliere da che parte stare.” Conclude Alexis supplicando i due adulti che la stanno ascoltando attentamente guardandola con sguardi colpevoli.
---
Nel mentre in soggiorno.
Jesse nell’attesa fa zapping, nella speranza di rivedere presto il sorriso luminoso della sua ragazza ma viene distolto dai suoi pensieri dal rumore della porta d’ingresso che si chiude.
“C’è nessuno?” Chiama Martha passando per la cucina e arrivando in soggiorno.
“Oh ciao, Jesse!” Lo saluta educatamente l’attrice.
“Buona sera, signora Rodger.” Contraccambia il giovane.
“Martha… chiamami semplicemente Martha. Quante volte te lo devo ripetere.” Dice melodrammaticamente la donna.
“Giusto.” Risponde Jesse sorridendo.
“Cosa fai qui tutto solo? Dov’è Lexi?” Domanda curiosa.
“Sono là dentro da più di mezzora.” Risponde controllando l’ora.
“Come mai? È successo qualcosa?” Chiede preoccupata.
“Il signor Castle e Kate si sono messi a litigare davanti a noi e credo che Lexi non l’abbia presa bene.” Spiega Jesse.
“Oh mio dio, quei due bisognerebbe rinchiuderli da qualche parte per una settimana.” Commenta Martha sospirando.
“Nell’attesa di vedere uscire qualcuno mi faccio un martini ne vuoi uno?” Domanda l’attrice.
“No, grazie. Devo guidare.” Risponde Jesse.
“Che bravo ragazzo, per fortuna disponiamo di un’autista altrimenti sarei senza patente già da molti anni.” Rivela dirigendosi assieme al ragazzo in cucina.
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“Mamma, stai cercando di far ubriacare il ragazzo di tua nipote.” Scherza Castle raggiungendo i due in cucina seguito dalle due donne.
“No, caro. Lo sto istruendo sulla vasta gamma di drink.” Risponde Martha porgendo alla detective un martini.
“Grazie, Martha.” Dice accettando volentieri.
“Jesse, non imparare questo genere di cose. La cultura è altro.” Suggerisce lo scrittore versandosi un bicchiere del suo adorato whisky.
“Detto da uno che beve whisky dal bicchiere per la birra c’è dentro tutto!” Commenta l’attrice facendo ridere i presenti.
“Cara, ne vuoi un altro?” Chiede Martha alla detective.
“Non credo sia il caso, deve guidare.” Afferma Castle.
“Oh, non preoccuparti Castle. Sono sicura che il mio autista mi darà un passaggio fino a casa anche se ho bevuto un po’.” Dichiara Kate tintinnando il calice contro quello dell’attrice.
“Invece per me è ora di tornare a casa. Domani lavoro.” Annuncia Jesse recuperando il cellulare.
“Ti accompagno.” Si offre Alexis contenta di sfuggire agli sguardi che si stanno scambiando il padre e la detective.
“Ciao Jesse.” Lo salutano i tre adulti.
“Vi saluto anch’io. Sono rientrata presto perché non mi sentivo molto bene.” Ammette Martha dirigendosi verso il piano superiore portandosi appresso il drink.
“Per fortuna non si sentiva molto bene altrimenti finiva tutti gli alcolici.” Commenta lo scrittore aprendo la lavastoviglie.
“Buona notte, Martha e grazie.” Le urla dietro la detective.
“Buona notte, cara.” Risponde l’attrice salendo le scale.
“Castle, forse è meglio che vada anch’io. Si è fatto tardi.” Afferma passando al partner il bicchiere vuoto.
“Kate, dobbiamo parlare.”
“Lo so ma non ora. Per oggi abbiamo detto anche troppo.” Risponde lei.
“Ok, ti accompagno.” Acconsente lo scrittore conducendola verso l’uscita.
 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


“Ehi… accomodati.” Lo invita ad entrare.
“Ho portato il dolce dato che è quasi ora di merenda.” Annuncia consegnandole la vaschetta di gelato.
“Ottima idea, avevo giusto un po’ di fame.” Ammette andando verso la cucina.
“Spero ti piacciano ancora gli stessi gusti.” Dice seguendola.
“Castle, non esagerare. Siamo stati lontani tre mesi mica tre anni.” Gli ricorda la detective prendendo due cucchiaini.
“Vero ma a me è sembrata un’eternità.” Confessa.
“Va bene se ci sediamo qui o preferisci che ci mettiamo comodi sul divano?” Domanda Kate.
“Come vuoi…” Risponde lo scrittore cercando di accondiscendere ad ogni desiderio della donna per evitare di partire con il piede sbagliato.
“Castle, so cosa stai facendo e non serve. Puoi stare tranquillo, questa volta staremo chiusi qui dentro fino a quando non ci saremo chiariti una volta per tutte.” Assicura la detective consegnandogli un cucchiaino e aprendo la vaschetta.
“Ok. Vuoi iniziare tu o preferisci che parta io?” Domanda rifacendo lo stesso identico errore.
“Castle… cosa ti ho appena detto?! Se vuoi iniziare prima tu fallo e basta.” Ripete iniziando a gustarsi l’amarena.
“Sul serio avevi lasciato Demming per venire con me?” Chiede Castle.
“Si. Quel pomeriggio, probabilmente quando ci hai visti sul corridoio, lo stavo lasciando. Tom è un ragazzo fantastico ma non era abbastanza. Dopo tutto il giorno che ci pensavo avevo decido di darti una chance. Volevo capire se eri cambiato veramente e passare del tempo con te, lontani dal distretto, mi sembrava un buon inizio ma poi quando a fine caso ti stavo per comunicare la mia scelta è apparsa Gina e mi è crollato il mondo addosso. Mi sono sentita umiliata, usata e presa in giro, avrei voluto tirati addosso l’intera scrivania. Quando te ne sei andato tutto felice a braccetto con la tua ex-moglie ho capito che non eri affatto cambiato e che non ci sarebbe mai stato un noi.” Confessa Kate giocherellando con il cucchiaio.
“Mi sento un emerito idiota in questo momento e vorrei prendermi a pugni. Vorrei tornare indietro nel tempo e poter cambiare tutto.” Ammette maledicendosi ripetutamente.
“Forse è stato meglio così.” Afferma la detective.
“Perché? Non ci siamo sentiti per tre mesi e da quando sono tornato non abbiamo fatto altro che litigare. Sei soddisfatta di come stanno andate le cose?” Chiede confuso dall’affermazione della donna.
“No, certo che no ma evidentemente non ti interessavo abbastanza altrimenti non mi avresti rimpiazzata con la tua ex.” Risponde spostandosi una ciocca di capelli dal viso.
“Questo non è vero! Tu mi interessavi e mi interessi tuttora!” Chiarisce lo scrittore.
“E allora perché non ti sei fatto sentire per tre mesi? Perché hai rinunciato?”
“Perché mi sono reso conto di essermi comportato da stupido, ti ho invitata e poi non ricevendo una risposta immediata ti ho sostituita. Ho approfittato del fatto che Gina ci voleva riprovare con l’idea che potesse funzionare ma non è stato così. Ho passato i quattro giorni più orrendi della mia vita. Non abbiamo fatto altro che discutere, discutere e discutere da quando siamo partiti da New York a quando siamo arrivati negli Hamptons.” Racconta Castle.
“Ammetto che ti avrei sbattuto il telefono in faccia ma se avessi insistito, come sai fare bene, alla fine ti avrei risposto. Castle, hai rinunciato a un possibile noi accontentandoti della tua ex.”
“Lo so e mi dispiace ma Kate… io… io voglio solo te!” Confessa afferrando una mano della donna.
“Ho passato le prime settimane a colpevolizzarmi e a colpevolizzarti per quanto era successo. Ero diventata insopportabile e me ne rendevo conto. Esposito e Ryan hanno dovuto subire la mia ira per giorni. Poi una bella sera di luglio Lanie mi ha trascinato fuori da queste quattro mura portandomi in una discoteca. Poi dai una sera, dai due siamo arrivate ad un certo punto dove ero io a stressare lei per uscire. Non vedevo l’ora finisse il turno per correre a casa a prepararmi per la serata. Ho conosciuto più gente in questi due mesi che in tutta la mia vita. Avevo le giornate e le notti talmente piene d’impegni che  non avevo il tempo di fermarmi e di pensare a te e alla tua ex. Ero felice, ero tornata a vivere dopo settimane di clausura. Poi si sono aggiunte le serate con tua madre e tua figlia e anche se passavo del tempo a casa tua non stavo male. Ero talmente abituata a non averti attorno che dopo le prime settimane non mi rendevo nemmeno conto che non c’eri. Il venerdì non andavo a casa tua ma a casa di Lexi e Martha." Spiega la detective.
“Questo significa che avresti preferito non tornassi più?” Domanda tristemente.
“No! Non avrei retto ancora per molto il ritmo frenetico che aveva preso la mia vita e sarei controllata presto di nuovo. Sarei ritornata a pensare a te e a noi. Castle, non ti ho mai realmente dimenticato. Ho semplicemente condotto una vita frenetica al massimo delle mie possibilità per non pensare a te.” Ammette prendendogli entrambe le mani.
“E ora cosa vuoi fare? Vuoi cercarti un’altra attività che ti tenga la mente occupata?”
“Non credo sia una soluzione: occuparmi la mente con altro per non pensare a te. Ora che ci siamo sputati addosso tutta la verità credo che non ci resti altro da fare che aspettare e vedere come vanno le cose.” Risponde la detective.
“Quindi vuoi provarci?” Domanda speranzoso.
“Castle, non puoi venire qui dopo quello che è successo: scusarti e dichiararti e pretendere che io possa dimenticare tutto saltandoti addosso… Anche se… in teoria l’ho già fatto.” Dice Kate sussurrando imbarazzata l’ultima frase.
“Capisco e a proposito della sera dell’addio al nubicelibato ti assicuro che sono stato un vero gentiluomo. Ti ho respinta ripetutamente e ho cercato di non guardare troppo anche se mi è risultata un’impresa quasi impossibile e non l’ho fatto perché non mi piaci o perché non sei abbastanza. L’ho fatto semplicemente perché, se mai ci sarà un noi, non voglio assolutamente succeda così… mentre sei ubriaca.” Chiarisce lo scrittore.
“Lo so e mi dispiace ti averti molestato. Meriterei l’arresto.” Scherza Kate, finalmente sorridendo.
“Allora che facciamo?”
“Mangiamo il gelato che ormai è quasi sciolto e aspettiamo il domani. Prendiamo le cose così come vengono.” Risponde convinta riconsegnando al partner il cucchiaino.
“Mi sembra un ottimo piano! Non avrei mai immaginato ci servisse una tirata d’orecchie da parte di un’adolescente per obbligarci a parlare.” Afferma lo scrittore.
“Siamo complicati, Castle. Lo dovresti sapere. Assaggia questo.” Dice prendendo una cucchiaiata di nutella e imboccando lo scrittore.
“Mmmhh… buona. Cerca di non finirla tutta.” L’ammonisce vedendo la detective mangiare avidamente quel gusto.
“Castle, è casa mia. Il gelato l’hai comprato per me, non fare l’egoista.”
“No, in realtà l’ho preso per noi, non per te.” La corregge lo scrittore sbattendo il proprio cucchiaino contro quello della donna.
“CASTLE!” Grida ricambiando la cucchiaiata appena ricevuta.
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Due settimana dopo
“Buon giorno, detective. Caffè e muffin.” Annuncia entrando nell’appartamento della donna.
“Grazie, Castle ma non ti dovevi disturbare.” Ringrazia Kate.
“Nessun disturbo. Questo ed altro per la mia musa ammalata.” Afferma posando il sacchetto sul piano.
“Non ho la forza di contraddirti quindi per oggi ti è permesso chiamarmi come vuoi.” Dice lasciandosi cadere sul divano.
“Sarà una splendida giornata allora!” Esclama lo scrittore.
“Non saresti dovuto venire… non voglio averti sulla coscienza.”
“Tranquilla, non mi ammalo. Hai ancora la febbre?” Domanda lo scrittore porgendole la tazza.
“Non lo so ma credo di si.” Risponde bevendo un sorso di caffè.
“Misuriamola allora. Sai, Beckett, le persone normali usano i termometri per questo e non come soprammobile.” Scherza passandoglielo.
“Sei quasi più simpatico del solito oggi.” Commenta Kate infilandosi il termometro sotto l’ascella.
“Lo prendo come un complimento anche se credo non lo sia.” Afferma addentando un muffin al cioccolato.
“Chissà che cera che ho… non ho avuto coraggio di guardarmi allo specchio.” Ammette passandosi una mano sul viso.
“Sei stupenda come sempre.” Si complimenta Castle sorridendole.
Dopo quattro/cinque minuti il termometro suona segnalando una temperatura di: 38.
“Castle, mi potresti prendere le pastiglie in cucina. Lanie le dovrebbe aver messe vicino alla macchinetta del caffè.” Spiega la detective.
“Ai suoi ordini, detective!” Esclama Castle scattando in piedi.
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“Kate, devi mangiare qualcosa. Non puoi fare digiuno.” Insiste Castle cercando d’imboccare la donna.
“Castle, smettila. Altrimenti ti caccio!” Lo minaccia allontanandolo.
“Ok, per ora ti lascio in pace ma per cena devi assolutamente mangiare… a costo di legarti.” L’avverte riportando il piatto di minestra in cucina.
“Vedremo…” Sussurra Kate stanca.
“Hai voglia di vedere un film.” Propone Castle.
“Come vuoi.” Risponde alzando le spalle.
Sistemato il DVD lo scrittore si siede accanto alla musa coprendola accuratamente con la coperta.
Circa mezz’ora dopo, a forza di muoversi Kate si ritrova accoccolata contro il petto dello scrittore che dolcemente le accarezza la schiena.
“Non farci l’abitudine.” Sussurra la detective mezza addormentata.
“Ok.” Risponde sorridendo tornando a concentrarsi sul film.
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Due ore dopo
“Oh… guarda che carini che sono.” Bisbiglia Lanie ad Esposito trovando i due beatamente addormentati l’uno nelle braccia dell’altro.
“Devo assolutamente mandare una foto a Ryan!” Ridacchia il detective estraendo il cellulare dalla tasca.
“Cerca di non svegliarli!” Lo avverte la dottoressa sistemando la spesa nei vari armadietti.
“Con queste potremmo ricattarli a vita.” Dice Esposito sghignazzando guardando le foto.
“Smettila di fare il cretino e vieni a darmi una mano.”
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La detective è la prima a svegliarsi accorgendosi di essere praticamente in braccio allo scrittore che dorme come un angioletto in una posizione assurda e sicuramente scomodissima.
Kate allunga una mano accarezzando delicatamente la guancia sentendosi per la prima volta in vita sua protetta e al sicuro fra le braccia di qualcuno.
Quanto siamo ridicoli… continuiamo a scontrarci come tori in un’arena. Prendendoci a cornate ripetutamente. Perché non può essere più facile? Perché continuiamo a lottare? Perché non possiamo amarci come tutte le persone normali di questo mondo?
Pensa la detective rendendosi conto, solo ora, di aver sbottonato la camicia dell’uomo e di aver intrufolato la mano all’interno, sul suo petto, sentendo il suo cuore battere lentamente.
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Oddio che dolore…
Pensa Castle aprendo gli occhi e muovendo leggermente la testa per alleviare il dolore.
Una volta sveglio abbassa lo sguardo trovando una montagna di riccioli castani che gli solleticano il petto, accorgendosi di avere la camicia mezza sbottonata.
Kate… Kate… non puoi farmi questo.
Sospira Castle buttando la testa all’indietro.
Un giorno o l’altro mi farai morire d’infarto ne sono certo. Prima mi balli attorno, poi cerchi di farmi uscire di strada, poi ti strusci mezza nuda contro di me e ora questo e questa volta non sei nemmeno ubriaca. Sei una continua tentazione. Fatico a resisterti e vorrei non doverlo fare. Vorrei poterti stringere a me tutti i giorni. Vorrei poterti amare liberamente.
Lo scrittore viene distolto dai suoi pensieri dal movimento della donna che sospirando sposta la mano dal petto leggermente più giù provocando al pover uomo un brivido di piacere.
Castle trattiene il fiato cercando di non muoversi, fingendo di dormire ma la miglior detective di New York non si fa fregare e sentendo il cuore dell’uomo battere velocemente sussurra: “Castle, so che non stai dormendo!”
Lo scrittore per evitare una situazione d’imbarazzo, causato della loro posizione e per il suo petto mezzo nudo, gioca la carta del buffone iniziando a russare rumorosamente facendo scoppiare a ridere la detective.
“Smettila!” Lo rimprovera dandogli una leggera sberla sul petto ma Castle non accenna a fermare la sua recita anzi.
Così Kate decide di giocarsi la carta: tentazione.
Gioco pericoloso intrapreso negli ultimi giorni da entrambi.
Sbottona del tutto la camicia dello scrittore iniziando a mordicchiargli il collo, i capezzoli, i pettorali scendendo lentamente più giù.
“OK… OK… Mi arrendo!” Esclama sentendo i jeans farsi improvvisamente stretti.
“Hai finito di fare il pagliaccio!?!” Domanda per conferma la detective alzando lo sguardo e incontrando finalmente gli azzurri del suo scrittore.
“Sei una tentatrice nata.” Afferma Castle sorridendo, spostandole una ciocca di capelli dal viso e approfittandone per accarezzarle la guancia.
“Non è affatto vero, sei tu che sei troppo facile.” Lo prende in giro Kate facendogli la lingua.
Prima che lo scrittore possa controbattere il cellulare della detective interrompe la coppia.
“Dov’è?!” Domanda cercando di capire da che direzione proviene il suono.
“Direi che viene dalla cucina.”
“Uff… troppo lontano.” Sbuffa Kate tornando ad appoggiarsi contro di lui.
“Lasciamolo suonare allora.”
Nemmeno il tempo di concludere la frase che il cellulare della detective smette di suonare e viene sostituito da quello dello scrittore che inizia a vibrare e a squillare sotto il sedere della donna.
“Ah… era il tuo telefono… pensavo fosse altro.” Scherza la donna alzandosi leggermente, permettendo così allo scrittore di sfilarlo dalla tasca dei pantaloni mentre lancia uno sguardo malizioso alla sua musa.
“È Lanie.” Dice mostrandole il nome sul display.
“Buona sera, dottoressa!” La saluta Kate premendo il tasto vivavoce.
“Ciao Kate… sento che ti sei ripresa. Il tuo scrittore fa miracoli allora.” La prende in giro Lanie.
“Così… così. Ha dormito per tutto il tempo.” Scherza Kate ricevendo una linguaccia da parte del partner.
“Come dottoressa suggerirei un po’ di attività fisica… un’attività che faccia sudare. Quando si ha la febbre fa bene eliminare le tossine.”
“Grazie del consiglio, amica mia ma non credo che Castle sia a disposizione per quel tipo di attività.” Afferma Kate sorridendo mentre lo scrittore offeso mette il muso.
“C’è sempre Mr super-pacco a disposizione se vuoi. Una chiamata e corre da te.” Le ricorda l’amica scoppiando a ridere.
La detective sente lo scrittore irrigidirsi a quella frase vedendolo incupirsi leggermente.
“A parte gli scherzi sto meglio.” Ammette cambiando argomento.
“Sono contenta. Prima mentre dormivi beatamente fra le braccia del tuo scrittore sono passata a portarti la spesa. Cerca di mangiare qualcosa.” Le ordina la dottoressa.
“Brava, Lanie. Diglielo anche tu che deve mangiare.” Esclama Castle intromettendosi nella conversazione.
“Castle, se non vuole obbligala, imboccala. Fai quello che vuoi basta che mangi.” Afferma Lanie.
“Sarà fatto!” Risponde lo scrittore.
“Ok, credo stia per cadere la linea ciao Lanie grazie.” Dice Kate tutto d’un fiato per poi attaccare il telefono in faccia all’amica.
“Adesso detective che ti piaccia o no dobbiamo mangiare, soprattutto tu.” Afferma riprendendosi il cellulare.
“Va bene… però pensaci tu. Io sono ammalata.” Chiarisce la detective spostando la coperta con l’intenzione di alzarsi.
“Un giorno o l’altro dovrai ripagarmi per tutti i caffè e i vari servizi che il tuo scrittore preferito ti ha fornito gratuitamente.” Afferma lo scrittore tirandola giù a sedere sulle sue ginocchia.
“Non sei il mio scrittore preferito… Petterson lo è.” Dice seriamente alzandosi.
“Ah si?! Allora chiama Petterson a prepararti la cena.” Risponde offeso mettendo il muso.
“Stavo scherzando, Castle.” Ammette la detective nella speranza di fargli tornare il sorriso.
“Sono ufficialmente in silenzio stampa con te.” Dichiara alzandosi a sua volta.
“Finalmente un po’ di silenzio!” Scherza Kate seguendolo in cucina.
“Strega!”
“Zitto, Petterson.” Lo prende in giro la detective.
“Questo è troppo me ne vado.” Afferma dirigendosi verso l’ingresso.
“Dove credi di andare senza queste?!” Chiede mostrando il mazzo di chiavi.
“Ladra! Quando me le hai prese?! Dammele!” Esclama sorpreso cercando di afferrarle.
“Troppo lento, Castle.” Lo sfotte nascondendo le chiavi nel pugno e dandogli le spalle.
“Vieni qui!” Ordina prendendola per la vita e tirandola a se.
“Preparami la cena e potrai riavere le chiavi.” Afferma Kate appoggiando la schiena contro il suo petto.
“Sfruttatrice…” Dice Castle azzardando un po’ e mordendole il collo nudo e facendola rabbrividire.
“Muuoviitiii…” Ordina la detective con parecchie difficoltà mentre lui continua a torturarle il collo.
“Che succede, detective? Non riesce più a parlare.” La prende in giro Castle.
“Per così poco… ci vuole questo ed altro per farmi stare zitta.” Afferma riuscendo a liberarsi dalla sua presa.
 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


Una settimana dopo
“Kate, è stupendo!” Esclama Alexis ammirandosi allo specchio.
“Sono contenta che ti piaccia.” Risponde sorridendo.
“Posso dare il mio parere?” Domanda Castle.
“Papà, so già cosa dirai, quindi no.” Risponde la ragazza.
“Ma…” Inizia provando a parlare.
“Castle, non iniziare a fare il vecchio.” Lo avverte Kate.
“Dato che il vecchio paga, dico che quel vestito è troppo corto.” Afferma lo scrittore.
“PAPA’!” Esclama Alexis.
“Tranquilla, Lexi. Siamo in un negozio economico, te lo compro io.” La rassicura la detective guardando male il partner.
“Scherzi, vero?! Mia figlia non andrà in giro vestita così.” Controbatte Castle.
“Gli arriva appena sopra al ginocchio non è nuda.” Gli fa notare Kate.
“E la scollatura sulla schiena… non sono ancora ceco.”
“Preferivi che la scollatura fosse davanti?”
“No! Ma nemmeno lì.” Chiarisce indicando la figlia.
“Castle, ti ricordo che ti abbiamo permesso venire con noi solo perché ti sei quasi messo a piangere promettendo di essere un accompagnatore invisibile ma ti assicuro che non lo sei, anzi.” Gli ricorda la detective.
“Non stavo per piangere.” Protesta.
“Papà, stavi letteralmente piangendo, non negare.” Dice Alexis.
“Lexi, vai a cambiarti. Dobbiamo cercare un paio di scarpe d’abbinargli.” Le dice la detective.
“Ecco brava, vai a cambiarti prima che uccida qualcuno.” Afferma Castle guardando male un ragazzo un paio di metri più in là.
“Castle, sei ridicolo!” Lo rimprovera la detective seguendo il suo sguardo.
---
“Come mi sta?” Chiede Kate uscendo dal camerino.
“Wow… sei bellissima!” Si complimenta Alexis mentre lo scrittore l’ammira a bocca aperta.
“Castle?” Lo chiama la detective.
“PAPA’!” Dice più forte la giovane vedendolo imbambolato a fissare le gambe della donna.
“Cosa?” Domanda Castle risvegliandosi.
“Commenti?” Chiede Kate.
“Sexy…” Risponde.
“Troppo, troppo sexy… perché non provi questo?” Aggiunge Castle indicando un abito lungo.
“Castle, quel vestito è per una serata di gala non per una festa di compleanno in discoteca.” Gli fa notare Kate.
“Questo allora!” Propone indicandone un altro.
“Papà, è da vecchie.”
“Questo?!” Dice indicandone un altro ancora.
“Ok, deciso. Prendo questo!” Afferma Kate tornando in camerino per cambiarsi.
“Questo! Questo è perfetto!” Esclama lo scrittore.
“Certo, papà. È perfetto se vuoi farti suora.” Dice Alexis facendo ridere la detective.
“Da quando i vestiti lunghi ed eleganti sono passati di moda?” Domanda deluso.
“Non sono passati di moda… semplicemente non vanno bene per un compleanno di una ragazza di diciotto anni.” Risponde Kate uscendo dal camerino con il vestito appeso al braccio.
“Non sapevo conoscessi qualcuno dell’età di Alexis.” Afferma lo scrittore.
“Di cosa stai parlando?” Chiede confusa.
“Hai detto che sei invitata ad un compleanno di una ragazza di diciotto anni in discoteca.”
“Papà, sta parlando di me.” Afferma Alexis.
“COSA?!” Esclama spalancando gli occhi.
“Castle, ne abbiamo già parlato una settimana fa e tua madre ha trovato la location giusta.” Gli ricorda Kate dirigendosi verso la cassa.
“QUANDO? Non ricordo!” Esclama scioccato.
“Evidentemente eri troppo concentrato a giocare con i ragazzi per riuscire a connettere.” Lo prende in giro la detective.
“Secondo me, mi state imbrogliando! Io non ho mai autorizzato nessuna festa in discoteca, non ne ho mai sentito parlare.” Dichiara Castle.
“Capita quando la vecchiaia avanza.” Scherza Kate scambiandosi il cinque con la ragazza.
“Divertenti! E quando sarebbe questa festa, di cui non sapevo nulla?” Domanda curioso.
“Sabato sera.” Risponde Alexis.
“Voi due assieme sarete la mia rovina.” Ammette drammaticamente lo scrittore.
“E siamo solo all’inizio…” Sussurra la detective all’orecchio dell’uomo.
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“Grazie nonna è tutto perfetto!” La ringrazia Alexis entusiasta.
“Di niente, tesoro. Ma non chiamarmi nonna… altrimenti non riuscirò a concludere niente questa sera.” Scherza Martha facendo ridere Lanie.
“Esattamente quante persone abbiamo o meglio hai invitato?” Domanda Castle vedendo il continuo arrivare di gente.
“Un centinaio di persone circa.” Risponde l’attrice.
“E da quando Alexis conosce tutta questa gente?” Chiede sorpreso.
“Mezze di queste persone non le conosce ma sarebbe stata triste fare una festa con solo dieci invitati.” Spiega Martha.
“Ora scusatemi ho del lavoro da sbrigare.” Dice l’attrice congedandosi.
“Dannata quella volta che ho detto si.” Brontola lo scrittore.
“Oh… è arrivato il nostro amico deejay. Scusa vado a salutarlo.” Afferma Lanie vedendo Jon entrare seguito da Kate.
“Cosa?! Pago quello stronzo per mettere un po’ di musica mentre ci prova con Kate!” Esclama irritato sbattendo la mano sul tavolino.
“Tranquillo, Castle mentre lui sarà impegnato a lavorare tutta la sera tu potrai dedicarti alla tua musa.” Gli fa notare Ryan.
“Sempre se Mr super-pacco, come lo chiamano le ragazze, non te la soffia da sotto il naso.” Lo prende in giro Esposito.
“Siete proprio degli ottimi amici.” Dichiara sbuffando senza mai distogliere lo sguardo dalla coppia.
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“Castle… che fai qui tutto solo?” Chiede Kate sedendosi sul divanetto accanto a lui.
“Ti ho cercata dappertutto… dov’eri?” Domanda irritato.
“Ero con tua madre a controllare la torta.” Risponde la detective appoggiando una mano sul suo ginocchio.
“Ah…” Sussurra lo scrittore sentendosi un emerito idiota.
“Che hai?” Domanda Kate notando il suo sguardo strano.
“Niente… ha voglia di ballare, detective?” Chiede alzandosi e allungando la mano verso di lei.
“Molto volentieri, signor Castle!” Risponde afferrando la mano e seguendolo in pista in mezzo alla folla di gente.
La coppia abbracciata inizia ad ondeggiare sulle note di una delle poche canzoni romantiche proposte dal deejay fino a quel momento.
“Che fai?” Domanda Kate mentre lo scrittore la trascina verso un angolo nascosto della pista.
“Ci nascondiamo.” Risponde semplicemente.
“Da chi?” Chiede confusa.
“Dal tuo amico, prima che si accorga di noi e cambi genere musicale di proposito.” Spiega accarezzando con il pollice la colonna vertebrale nuda della donna.
“Sbaglio o sento un leggero tono di disprezzo nei suoi confronti?” Domanda sorridendo, lusingata dalla gelosia del partner.
“Non sbagli.” Confessa lo scrittore.
“Non serve.” Sussurra la detective dopo un paio di minuti di silenzio.
“Cosa?” Chiede staccandosi per guardarla negli occhi.
“Non serve che tu sia geloso.” Risponde accarezzandogli il petto con la mano destra.
“Ma lui…”
“Lui non è te.” Dichiara Kate.
Castle sorride, accarezzandole con delicatezza il viso.
“Però sono geloso lo stesso.” Aggiunge dopo un attimo facendo ridere la detective che si stringe ulteriormente a lui poggiando la testa al suo petto.
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“Complimenti, Castle. Festa stupenda.” Si complimenta Esposito.
“Ogni diciottenne pagherebbe per avere una festa di compleanno così.” Aggiunge Lanie.
“Io non fatto nulla… tutto merito di Kate e mia madre.” Dichiara lo scrittore rivolgendo un sorriso alla musa seduta accanto a lui.
“Ecco qui!” Esclama Jenny appoggiando il vassoio con le bevande sul tavolo.
“Grazie, Jenny.” Dice Kate prendendosi il suo cocktail.
“Gentilissima.” Aggiunge Castle afferrando una delle birre.
“Ragazzi, giovedì super serata poker?” Domanda Esposito bevendo un sorso di birra.
“Perfetto!” Risponde lo scrittore.
“Ci sto!” Conferma Ryan.
“Jenny, ti consiglio di cercarti un nuovo futuro marito perché giovedì lo lascerò in mutande!” Dichiara Esposito sicuro di vincere.
“Allora è meglio che anche la nostra dottoressa se ne cerchi un altro… perché Espo… io lascerò te senza mutande.” Lo avverte lo scrittore.
“Vedremo e questa volta mi assicurerò che non bari!” Risponde il detective puntando il dito contro Castle.
“Mai barato! Se mai sei tu quello che nasconde le carte nelle maniche della camicia.” Controbatte lo scrittore.
“Sempre meglio di Ryan che casualmente ha sempre delle fiche in più.” Afferma Esposito.
“Non è assolutamente vero!” Si difende il detective.
“Potreste giocare in mutande così nessuno può nascondere carte o fiche!” Propone Lanie.
“Ti prego, non ci tengo a vedere quei due nudi!” Esclama Esposito schifato indicando i due amici.
“Io e Kate abbiamo passato un’intera serata in bikini con una tavolata di venti persone.” Rivela la dottoressa.
“Veramente?” Chiede Jenny schioccata.
“Si e non conoscevamo nessuno!” Aggiunge la detective.
“Eravate tutte donne?” Chiede Esposito eccitato dall’idea.
“Quasi…” Risponde Kate restando vaga e scambiandosi un’occhiata con l’amica che scoppia a ridere.
“Non ci posso credere! Eravate le uniche donne?!?” Afferma Esposito.
“Quasi.” Ripete Lanie continuando a ridere.
Il gruppo di amici viene interrotto dall’arrivo di Martha accompagnata un uomo elegante sulla cinquantina.
“Ragazzi, volevo presentarvi Chet. Lui è mio figlio Richard.” Dice l’attrice presentando l’uomo ai presenti partendo dal figlio.
Lanie alla vista dell’uomo si ritrae nascondendosi dietro Esposito e iniziando a fare gesti all’amica che non ha ancora riconosciuto il nuovo arrivato.
Kate in un primo momento non capisce cosa voglia dirle poi però guardando più attentamente l’uomo lo riconosce e rapidamente assume la stessa posizione nascondendosi dietro lo scrittore.
Martha parla un po’ con Jenny mentre Chet scambia un paio di battute con Castle che sente al suo fianco la detective bisbigliare qualcosa mentre si fa più vicina a lui.
“Che succede?” Sussurra lo scrittore girandosi leggermente verso la donna approfittando dell’intervento di Esposito che ha iniziato a parlare con Chet.
“Girati!” Le ordina la detective spingendogli la guancia dalla parte opposta.
“Kate!” Si lamenta Castle tornando a guardare verso l’uomo.
“Sshhh…” Sussurra Kate mettendo una mano sulla gamba del partner.
“Chet, voglio presentarti la detective Beckett. Mio figlio si ispira a lei per i suoi libri.” Spiega Martha facendo cenno al figlio di spostarsi.
La detective alza gli occhi al cielo prendendo un profondo respiro prima di uscire allo scoperto sotto lo sguardo divertito di Lanie.
“Piacere di conoscerla!” Lo saluta Kate allungando la mano verso di lui.
“Il piacere è tutto mio… ma… sbaglio o ci siamo già visti prima?” Domanda educatamente l’uomo facendo il baciamano.
“Non credo.” Risponde lei sorridendo.
“Ora che mi viene in mente lei, assieme ad una ragazza mora, avete rovinato la mia festa di fidanzamento.” Afferma Chet.
La detective imbarazzata guarda verso l’amica che tutto ad un tratto ha smesso di ridere ed è diventata seria.
“Io… emm…” Kate cerca le parole adatte per scusarsi sotto lo sguardo confuso degli amici.
“Ci dispiace, signore.” Esclama Lanie uscendo allo scoperto.
“Si, ci dispiace molto. Non eravamo in noi quella sera.” Aggiunge Kate.
“Tranquille, ragazze. Non sono arrabbiato anzi vi devo ringraziare. Dopo il vostro spettacolino ho avuto una pesante discussione con la mia fidanzata e grazie a voi ho capito che donna orribile stavo per sposare.” Racconta l’uomo sorridendo mentre le due amiche si scambiano un’occhiata sorpresa.
“Ci dispiace comunque, signore. Io e la mia amica non dovevamo permetterci di rovinare la sua festa.” Si scusa nuovamente la detective.
“Basta scuse. Ragazzo, porti una bottiglia del miglior champagne ai miei nuovi amici.” Ordina Chet ad un cameriere.
“No, ma non si disturbi!” Dice Lanie.
“Nessun disturbo. Buona serata, ragazzi. Cara, balliamo?” Domanda Chet galantemente offrendo la mano all’attrice.
“Certo, tesoro.” Risponde Martha lasciandosi condurre verso la pista da balla.
“Allora? Raccontate!” Ordina Esposito alle due donne.
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“Kate, ci pensi tu a pagare il deejay?” Chiede Martha consegnando alla detective una busta contenente dei contanti.
“Si, certo.” Risponde la detective prendendola e dirigendosi verso il palco.
“Dove scappi?” Chiede Lanie incontrando l’amica.
“Pago Jon e poi vi raggiungo.” Spiega Kate proseguendo nella sua direzione.
“Ehi… ciao. Allora ci sei ancora, pensavo te ne fossi andata.” Afferma il deejay aiutando gentilmente la detective a salire sul palco.
“No, ci sono… sono solo stata impegnata.” Si giustifica Kate.
“Allora cosa dicono le voci? Sono piaciuto?” Domanda Jon avvicinandosi molto alla donna per non dover urlare.
“Si… molto. Mi hanno mandato a pagarti.” Dice mostrandogli la busta.
“Ok, grazie.” Dice Jon sorridendo.
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Dall’altra parte del locale
“Hai visto Kate?” Chiede Castle alla dottoressa.
“Si, là!” Risponde indicando verso il palco dove la detective e il deejay stanno parlando molto, molto vicini.
Lo scrittore alla vista dei due s’irrigidisce diventando serio.
“Vai a prenderla…” Suggerisce Lanie vedendo lo sguardo triste dell’uomo.
“Cosa?” Chiede.
“Vai a prendertela prima che Jon la inviti a passare la notte da lui.” Dice la dottoressa.
Senza farselo ripetere due volte lo scrittore si dirige a passo spedito verso di loro.
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Sul palco
“Kate, ti va di venire da me quando ho finito?” Chiede Jon.
“Non so, Jon. Non credo sia il caso. Inoltre devo alzarmi presto.” Risponde Kate cercando una scusa.
“Ti lascio dormire.” Insiste il ragazzo accarezzandole il viso.
“Jon, io…” Sta per rispondere quando una mano le si posa sulla schiena e Castle appare al suo fianco.
“Jon, a mia figlia sei piaciuto molto.” Si complimenta lo scrittore.
“Grazie, signor Castle.” Risponde il deejay.
“Ti hanno già pagato?” Chiede Castle facendosi più vicina alla detective.
“Lo stavo giusto per fare.” Risponde Kate alzando lo sguardo verso il partner che continua a fissare Jon.
“Dovrebbero essere giusti.” Dice la detective consegnandogli la busta.
“Ok, grazie.” Dice Jon mettendola via senza controllarne il contenuto.
“Preferirei se controllassi.” Afferma Castle.
“Mi fido di Kate.” Risponde il deejay.
“Sono io che ti pago, non Kate.” Lo corregge lo scrittore.
Jon e Castle restano a fissarsi negli occhi per un paio di secondi dopodiché la detective decide d’intervenire per evitare ulteriori discussioni.
“Controlliamo assieme, ok?!” Propone Kate piegandosi e prendendo nuovamente la busta in mano.
La detective inizia a contare ad alta voce il denaro mentre i due uomini continuano a scambiarsi sguardi poco amichevoli.
“Ci sono tutti.” Assicura Kate restituendo la busta.
“Grazie, Kate.” Dice Jon sorridendole.
“Siamo a posto allora, possiamo andare.” Afferma Castle facendo un passo indietro e afferrando la mano della detective.
“In realtà io e Kate stavamo parlando prima che arrivasse lei, signor Castle.” Li blocca il deejay.
“Kate?” Chiede lo scrittore in attesa di una sua conferma.
La detective fa un passo verso Jon sussurrandogli all’orecchio: “Ci sentiamo.” Nella speranza di evitare che i due si prendano a pugni per poi lasciarsi condurre giù dal palco dallo scrittore.
 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Due settimane dopo
“Avete finito di bisbigliare voi due!?!” Si lamenta Alexis, comodamente seduta accanto al fidanzato e infastidita dal continuo borbottare della coppia sdraiata sull’altro divano.
“È colpa sua!” Si affretta a dire lo scrittore indicando la detective appoggiata contro di lui e seduta nella V delle sue gambe.
“Sei proprio un cavaliere, Castle.” Afferma Kate pizzicandogli una gamba.
“AHI!” Grida lo scrittore cercando di arrivare al punto dolente.
“Smettila, non ti ho nemmeno toccato.” Lo prende in giro la detective massaggiandogli l’interno coscia.
“SSSSHHH!” Urla Jesse mentre Alexis scuote la testa divertita.
“Detective, occhi a dove mette le mani.” Sussurra lo scrittore all’orecchio della donna.
“Paura, Castle?!” Domanda Kate divertita, spingendosi un po’ più su con la mano.
“Kate…” Bisbiglia chiudendo gli occhi e cercando di concentrarsi per non far svegliare l’amico nelle parti basse.
“Buona sera, ragazzi!” Saluta Martha entrando in soggiorno.
“Ciao Martha…” Risponde Kate sorridendole.
“Richard, che fai? Dormi?” Chiede l’attrice vedendo il figlio immobile con gli occhi chiusi.
“Sta fingendo…” Le rivela la detective spostando ancor più su la mano e controllando che il plaid gli stia comprendo per bene.
Lo scrittore a quel contatto spalanca gli occhi sussultando.
“Nonna, per favore non ti ci mettere pure tu. Noi vorremo seguire il film.” La rimprovera Alexis.
“Katherine, potresti venire un attimo. Mi serve un tuo consiglio.” Chiede gentilmente Martha abbassando il tono di voce.
“Certo.” Risponde la detective cercando di alzarsi ma viene subito bloccata dalle braccia dello scrittore che la trattengono a se.
“Castle?!” Si lamenta Kate.
“Mamma, Kate al momento è occupata.” Afferma Castle.
“È questione di un minuto Richard, te la riporto subito.” Insiste Martha.
“Amen… prenotala per un altro giorno. Ora è il mio turno.” Risponde lo scrittore invitandola ad andarsene.
La diva sbuffa sparendo in cucina.
“Da quando la gente mi deve prenotare come se fossi un oggetto?” Chiede perplessa.
“Non sminuirti, Kate… non sei un oggetto. Semplicemente è una settimana che cerchiamo di passare dei momenti soli ma siamo stati oberati di lavoro… quindi oggi, che finalmente sei qui, non voglio assolutamente dividerti con qualcun altro.” Ammette Castle accarezzandole l’addome con la mano destra.
“Passiamo assieme dieci ore al giorno, non ti bastano?” Domanda Kate spostando leggermente la testa per poterlo guardare.
“No!” Risponde sorridendo e osando un po’ con i tocchi.
“Castle? Dove stai andando con quella mano?” Chiede Kate sentendo il contatto sulla pelle con le dita dell’uomo.
“Ssshh… voglio ascoltare il film.” La zittisce lo scrittore rivolgendo lo sguardo alla tv e continuando ad accarezzare la pelle vellutata della pancia della detective.
Da quando si sono chiariti la coppia è passata ad un livello successivo del loro rapporto e, anche se non si sono ancora baciati; tocchi, carezze, coccole e provocazioni sono ormai all’ordine del giorno.
Senza imbarazzo e senza tanti pensieri la coppia vive giorno per giorno la crescita e l’evoluzione del loro rapporto sotto lo sguardo attento di famigliari e amici che non perdono l’occasione di prenderli in giro.
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“Fine primo tempo! Finalmente… è ora del gelato!” Esulta Castle obbligando la detective ad alzarsi.
“Aspetta, papà. Faccio io le porzioni.” Grida Alexis correndogli dietro.
“No, tu imbrogli.” Protesta lo scrittore.
“Non è vero. Sei tu quello che distribuisce in maniera poco equa il gelato.” Controbatte la ragazza riuscendo ad arrivare per prima al freezer.
“No, ferma!” La blocca Castle richiudendo lo sportello prima che la figlia possa estrarre la vaschetta.
“PAPA’! Sei pazzo quasi mi schiacciavi la mano.” Grida Alexis.
“Castle! Smettila di fare il bambino!” Lo rimprovera la detective avvicinandosi.
“Ha cominciato lei.” Afferma lo scrittore.
“Non è vero!” Controbatte Alexis.
“Ok basta. Le porzioni le faccio io.” Dichiara Kate togliendo la mano di Castle dal freezer.
“Noooo.” Dice Castle sbuffando.   
“Se continui riceverai la parte più piccola.” Lo avverte la detective.
“Ok! Sto zitto!” Promette lo scrittore tappandosi la bocca con le mani.
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“Tu hai più scaglie di cioccolata di me.” Si lagna lo scrittore confrontando la sua ciotola con quella della detective.
“Hai ancora da lamentarti?! Hai voluto pesare ogni coppetta per assicurarti di prendere quella più abbondante e ora ti lamenti per due pezzettini di cioccolato in più?!” Esclama Kate scioccata dall’infantilità del partner.
“Ti prego! Me le dai?” Chiede Castle supplichevole sfoderando il suo miglior sguardo da cucciolo.
“Forse…” Risponde lei proseguendo a mangiare.
“Per favore, Kate.” Sussurra lo scrittore, dopo trenta secondi, all’orecchio della donna.
“Sshhh…” Lo zittisce tornando a concentrarsi sul film.
All’improvviso a Castle viene un colpo di genio e, dopo aver appoggiato la ciotola vuota a terra, sposta con la mano destra i capelli dal collo della detective iniziando a lasciarle dei languidi baci.
“Stai cercando di sedurmi per del cioccolato?” Domanda Kate cercando di resistere alla dolce tortura.
“No…” Mente spudoratamente proseguendo il suo lavoro.
“Castle…” Sussurra la detective chiudendo gli occhi.
“Profumi di ciliegia…” Bisbiglia succhiandole il lobo dell’orecchio.
Kate dopo aver preso un paio di respiri profondi, approfittando di quel minimo autocontrollo che le è rimasto, raccoglie le rimanenti scaglie di cioccolata con il cucchiaio divorandole.
“NOOO!” Urla lo scrittore disperato facendo spaventare Alexis e Jesse.
“È l’ultima volta che vi invitiamo per un film!” Dichiara Alexis infastidita per essersi persa mezze battute per colpa del padre.
“Scusa, tesoro!” Si affretta a dire Castle.
Alexis gli fa cenno con la mano di tacere per poi tornare a seguire il film.
Kate gira la testa mostrando al partner le scaglie di cioccolata quasi del tutto sciolte sulla sua lingua e, come capita spesso, lo scrittore reagisce d’impulso avventandosi sulle labbra della donna.
La detective in un primo momento spiazzata dalla reazione dell’uomo resta paralizzata ma dopo un attimo passandogli una mano fra i capelli, lo tira a se approfondendo il bacio e facendo scontrare le loro lingue.
La coppia si perde presto nell’oblio del piacere proseguendo per diversi minuti fino a quando un colpo di tosse li fa separare.
Martha li osserva con le braccia appoggiate ai fianchi e un enorme sorriso sulle labbra. La detective imbarazzata avvampa asciugandosi la bocca con la mano e appoggia la ciotola ormai vuota accanto a quella del partner che con nonchalance saluta la madre con la mano.
“Ti serve qualcosa?” Chiede Castle vedendola immobile davanti a loro.
“Non volevo interrompervi, anzi… ma Katherine, il tuo cellulare è già la terza volta che suona.” Risponde Martha consegnando alla detective il telefono.
“Grazie.” Dice Kate prendendolo senza però guardare l’attrice in faccia, ancora imbarazzata per la situazione.
“Chi è?” Domanda curioso lo scrittore allungandosi sopra la spalla della donna nel tentativo di riuscire a leggere il nome di chi ha osato interrompere il loro bacio.
“Lanie…” Risponde la detective vedendo tre chiamate senza risposta: due di Lanie e l’altra di suo padre seguita dagli undici sms di Jon.
“Chi ti scrive?” Chiede Castle curioso e infastidito vedendo gli innumerevoli messaggi ma non riuscendo a leggere il nome del mittente.
“Smettila di sbirciare!” Lo rimprovera Kate spostando il telefono in modo da impedirgli di vedere.
Prima che Castle possa controbattere il cellulare della detective suona nuovamente e il nome: Esposito appare sul display.
“Dimmi, Espo!” Risponde Kate.
“Ok, arriviamo. Mandami l’indirizzo.” Ordina la detective riagganciando.
“Dobbiamo andare?” Chiede Castle sbuffando.
“Si… muoviti.” Risponde Kate alzandosi.
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Tre giorni dopo
“Castle, devi smetterla di…” Alla detective muoiono le parole in gola aprendo la porta di casa e trovandosi una persona diversa da quella che si immaginava.
“Ehi…” Saluta l’uomo.
“Jon, che ci fai qui? Mi sembrava ci fossimo detti tutto.” Afferma Kate irritata.
“In realtà hai parlato solo tu o meglio le uniche parole che mi hai urlato contro sono state: “SMETTILA DI CHIAMARE!” Prima di sbattermi il telefono in faccia. Non penso si possa definire una vera e propria chiacchierata. Non trovi?” Chiede Jon facendo un passo verso di lei.
“Ero al limite della sopportazione, non mi puoi bombardare di sms per tutto il giorno. Ho un lavoro e non posso concentrarmi se il mio telefono continua a squillare. Mi sembra di essere stata chiara con te fin dall’inizio: nessuna relazione, nessun obbligo, solo divertimento, solo sesso.” Gli rammenta la detective tenendo l’ospite, poco desiderato, sul pianerottolo.
“Forse era così all’inizio ma poi…”
“È sempre stato così, Jon. Non venire a dirmi che sei innamorato di me perché sono tutte bugie. Non ti ho mai illuso che potesse esserci qualcosa in più oltre a del buon sano sesso. Quindi non…”
La detective viene interrotta dal suono del cellulare.
“Beckett!” Risponde senza guardare chi è.
“Ok, arrivo subito.” Dice rimettendo il telefono in tasca.
“Mi dispiace devo andare. Jon, è stato un piacere conoscerti. Ci siamo divertiti per un po’ ma penso sia arrivato il momento che le nostre strade si dividano.” Ammette la detective recuperando giacca e chiavi per poi uscire di casa chiudendo la porta dietro di se.
“Kate, per favore. Proviamoci.” Afferma Jon seguendola giù per le scale.
“Jon, lascia stare. Non c’è mai stato un noi e mai ci sarà.” Taglia corto uscendo dal portone e dirigendosi verso l’auto.
“Ciao, Jon!” Si sente esclamare da un ragazzo che sta passando sul marciapiede accanto a loro permettendo così alla detective di seminare definitivamente il deejay.
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Quattro giorni dopo
“Sappi che ora sei in debito con me… a vita.” Sussurra lo scrittore prima di firmare il millesimo autografo della serata sfoderando il suo miglior sorriso.
“Per così poco, Richard!” Afferma Martha.
“Il così poco mi ha fatto perdere un arresto importantissimo e mi sta facendo paralizzare la faccia a forza di sorridere.” Dice girandosi per guardarla.
“Dovresti ringraziarmi invece, ti stai guadagnando un sacco di fan e di pubblicità dato che si tratta di una serata di beneficenza e ti stai facendo conoscere tra la gente bene di Manhattan.”
“Peccato che io la conosca già tutta la gente bene di Manhattan dato che il sindaco è un mio grande amico e dato che il capo della polizia gioca a poker con me ogni primo venerdì del mese.” Le ricorda Castle.
“Smettila di lamentarti e sorridi.”
“Per non parlare del fatto che ho dovuto rinunciare alla serata con Kate.” Aggiunge lo scrittore.
“Ce ne saranno tante altre, tranquillo. Ora devo andare, tu continua a sorridere e a fare complimenti.” Le suggerisce Martha per poi sparire.
Lo scrittore prosegue con i complimenti evitando educatamente le varie avance che certe signore, anche di una certa età, gli fanno.
Dopo altre due ore non ce la fa più.
Annoiato e sfinito ripete a nastro le stesse frasi a tutte le donne senza nemmeno più alzare lo sguardo domandosi quando mai finirà questa processione infinita.
“Molto elegante, signora. Purtroppo sono molto impegnato altrimenti accetterei volentieri il suo invito.” Risponde Castle autografando la copertina del suo ultimo libro.
“Peccato, ero venuto a salvarti.” Risponde una voce molto famigliare.
Lo scrittore alza finalmente lo sguardo ritrovandosi davanti la sua detective in jeans e camicetta con ancora addosso distintivo e pistola.
“Kate, dimmi che non sto sognando?!” Domanda speranzoso.
“Non stai sognando te l’assicuro.” Risponde lei ridendo.
“Grazie a dio, portami via ti prego! Arrestami!” La supplica sfinito.
La detective sta per rispondere quando una voce alle sue spalle la precede.
“Scusi, c’è altra gente che sta aspettando.” Le dice la donna dietro di lei.
Kate si gira e senza dire una parola le mostra il distintivo alzando un sopracciglio.
La donna anche se indispettita si zittisce.
“Andiamo.” Ordina Kate ritornando a guardare lo scrittore.
“Mia madre mi ucciderà!”
“Tranquillo, mi ha chiamata lei. Alzati prima che cambi idea.” Lo avverte la detective.
Castle non se lo fa ripetere due volte e scusandosi con le persone in fila si allontana assieme alla sua musa.
“Sei la mia salvezza.” Afferma lo scrittore.
“Potresti almeno offrire da bere alla tua salvatrice.” Le suggerisce la detective.
“Dammi un minuto ho un’idea.” Esclama Castle sorridendo e andando verso la hall dell’albergo.
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“Che te ne pare? Sei stata ripagata abbastanza per avermi salvato?” Chiede lo scrittore versandole dello champagne.
“Un po’ megalomane, come sempre ma direi che ci voleva proprio.” Afferma Kate ammirando il tramonto dalla suite del ventitreesimo piano del più lussuoso hotel di Manhattan. 
“Oh, finalmente dopo un’offesa sento un apprezzamento.” Nota lo scrittore sedendosi accanto a lei e passandole un braccio sulle spalle e tirarla a se.
“Non prenderci troppo l’abitudine. È che ho accumulato talmente tanta stanchezza e stress negli ultimi giorni che mi sento come se mi meritassi un trattamento speciale.” Ammette accoccolandosi contro di lui.
“Te lo sei meritato.” Sussurra baciandole la tempia e intrecciando le dita con le sue.
“Io direi che: CE lo siamo meritati. Siamo una squadra non te lo dimenticare.” Gli fa notare la detective alzando il viso e incontrando i suoi occhi azzurri.
Castle si avvicina lasciandole un tenero bacio a fior di labbra.
“Assaggiamo qualcosa prima che si freddi?!” Propone Kate indicando il carello con gli innumerevoli piatti.
“Subito!” Risponde Castle tirando il carello verso di loro.
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“Mmmm… che bontà!” Esclama Kate gustandosi la crema catalana.
“Fammi assaggiare.” Dice lo scrittore preparandosi con la bocca aperta in attesa di essere imboccato.
La detective fingendo di avere davanti un bambino iniziando a fare il rumore di un aereo zizzagando qua e là con il cucchiaino colmo del dolce fino ad atterrare nella bocca del partner che ride divertito.
Ovviamente, trattandosi di un “bambino”, nel far gesti per far ridere la sua musa si sbrodola finendo per sporcarsi la camicia, il mento e il triangolino di petto scoperto grazie ai primi tre bottoni slacciati.
“Castle! Sei peggio di un bambino!” Lo prende in giro Kate.
“Sei tu che sei una pessima imboccatrice…” Afferma inventandosi un nuovo termine.
Imboccatrice? Smettila di inventarti parole assurde.” Lo ammonisce la detective pulendogli con l’indice il mento per poi succhiarsi il dito sotto lo sguardo malizioso del compagno.
“Sono sporco anche qui.” Le fa notare indicandosi il petto per poi chiudere gli occhi pronto a ricevere una sberla.
Kate, invece, senza pensarci due volte gli sbottona anche il quarto bottone, si piega e gli lecca via il dolce.
Castle impreparato sussulta spalancando gli occhi sentendo improvvisamente i pantaloni farsi decisamente troppo stretti.
“Che c’è Castle, non fai più lo spiritoso, ora?!” Lo prende in giro la detective mordendosi il labbro inferiore.
Lo scrittore ancora sotto shock non si accorge nemmeno del suono del cellulare della donna fino a quando non la vede alzarsi.
“Dove vai?” Chiede risvegliandosi.
“Il cellulare… non lo senti?!” Domanda allontanandosi.
“Si, giusto.” Afferma sentendo la suoneria in sottofondo.
“Castle, pausa finita. Dobbiamo andare.” Lo informa la detective recuperando la giacca.
“Sempre nei momenti migliori!” Borbotta lo scrittore seccato dall’interruzione, alzandosi.
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Una settimana dopo  
“Smettila…” Si lamenta cercando di allontanarlo.
“Che succede detective non riesce ad impastare se le sto così vicino?” Chiede Castle opponendo resistenza e riuscendo a rimanere avvinghiato alla donna.
“Sei insopportabile, lo sai?!” Afferma Kate mettendosi un po’ di farina sulle mani.
“Ma tu mi ami proprio per quello.” Commenta sorridendo e lasciandole un bacio sulla tempia.
“In realtà non ho mai detto di amarti.” Controbatte lei stendendo l’impasto.
“Non ad alta voce… ma sono certo che sei follemente innamorata di me. D’altronde è impossibile non amarmi.” Afferma Castle pavoneggiandosi.
“Oddio qualcuno apra immediatamente la finestra qui dentro non si respira più!” Esclama Kate.
“Ti senti male?” Chiede preoccupato spostandosi al suo fianco.
“No, semplicemente il tuo ego sta consumando tutto l’ossigeno necessario per respirare.” Lo prende in giro la detective guardandolo male.
“Molto, molto spiritosa!” Risponde lui facendo il finto offeso e mettendo il broncio.
Kate prende un pugno di farina tirandola al povero scrittore che, non aspettandosi un attacco improvviso da parte della donna, non si muove di un millimetro prendendosela tutta in faccia.
“EHI!” Esclama pulendosi gli occhi mentre la detective ne approfitta per versarne un altro po’ sui folti capelli del partner.
“KATE! No! I capelli, no!” Piagnucola Rick.
“Oh… povero piccolo. Kate ti ha rovinato l’acconciatura?!” Lo prende in giro Alexis raggiungendo la coppia in cucina.
“Pagherai per questo!” L’avverte lo scrittore cercando, inutilmente, di arrivare al sacchetto della farina.
“Troppo lento, Castle!” Esclama la detective riuscendo a sottrarglielo in tempo.
“Ne vuoi un altro po’?!” Chiede scherzosamente Alexis.
“Richard! Sei peggio dei bambini. Vai a cambiarti prima che arrivi il nostro ospite. Non vorrei che Chet mi giudicasse una cattiva madre per come ti ho educato.” Lo rimprovera Martha raggiungendo il gruppetto.
“La mia vendetta sarà improvvisa e spietata!” Le avverte lo scrittore puntando il dito contro la figlia e successivamente contro la detective per poi sparire verso la sua camera da letto.
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“Vado io!” Grida Alexis aprendo la porta di casa.
“Ciao!” Saluta sorpresa la ragazza.
“Ciao, cercavo Kate, è qui?” Chiede Jon cercando d’entrare.
“Alexis, ho finito la carta forno. Dove posso tr…” La detective smette di parlare vedendo l’uomo all’ingresso.
“Ehi!” La saluta il deejay con un cenno della mano spingendo leggermente la ragazza ed entrando.
“Che diavolo ci fai qui?” Domanda Kate arrabbiata.
“Volevo…” Inizia a dire Jon ma viene immediatamente bloccato dalla detective.
“Zitto! Ed esci!” Ordina andando verso di lui.
“Cosa?”
“Fuori!” Ripete spingendolo sul pianerottolo.
“Alexis, torno subito.” Dice Kate alla ragazza chiudendosi la porta alle spalle.
“È già arrivato Chet?” Chiede Martha scendendo in fretta le scale.
“Chi era alla porta?” Domanda lo scrittore allacciandosi gli ultimi bottoni della camicia.
“Nessuno. Vado a controllare il pane.” Afferma Alexis dirigendosi in cucina lasciando i due adulti a guardarsi perplessi.

Sulle scale
“Basta! Sei al limite e ti assicuro che se lo superi finisce molto, molto male per te.” Lo minaccia la detective.
“Ti chiedo solo una possibilità! Una.” Insiste Jon alzando l’indice e avvicinandosi alla donna.
“NO! La devi smettere, non voglio darti ne una ne mezza possibilità!” Afferma Kate esasperata.

In casa
“Dov’è Kate?” Chiede Castle.
“È uscita un attimo.” Risponde Alexis restando sul vago.
“Uscita? Per andare dove?” Domanda sorpreso.
“Sta salendo Chet!” Annuncia Martha felice riagganciando il citofono.

Sulle scale
DLIN… I due impegnati a discutere non si accorgono nemmeno del rumore dell’ascensore che segnala l’arrivo al piano.
“Non mi toccare!” Esclama Kate cacciando la mano del deejay.
“C’è qualche problema?” Domanda Chet riconoscendo immediatamente la donna.
“Fatti i cazzi tuoi vecchio!” Urla Jon.
“Ragazzo, con chi crede di parlare?!” Afferma avvicinandosi.

In casa
“Come mai non è ancora arrivato?” Si domanda l’attrice notando che sono passati diversi minuti da quando il portiere l’ha avvisata.
“Prova a guardare sulle scale magari ha sbagliato piano o non sa a che numero stiamo.” Suggerisce Castle.
Martha sta per aprire la porta quando Alexis la blocca.
“Ci penso io, nonna… tu vai a sistemarti il trucco, hai una sbavatura, qui.” Dice indicando sotto l’occhio destro.
“Oddio… corro. Grazie, tesoro.” Afferma l’attrice andando vero il bagno.

Sulle scale
“Jon! Allontanati immediatamente!” Ordina Kate al deejay che faccia a faccia con Chet è chiaramente pronto a colpirlo.
“Saresti dovuto restare all’ospizio invece che venire qui!”
“Perché cosa vorresti farmi? Prendermi a pugni?” Lo provoca Chet.
“Chet, per favore. Non provocarlo.” Interviene Kate riuscendo a infilarsi in mezzo ai due uomini dando le spalle a Jon.
“Kate…” Chiama Alexis avvicinandosi.
“Alexis, accompagna Chet in casa, per favore.” La prega la detective.
“Si accompagna il vecchio…” Dice sghignazzando Jon posando entrambe le mani sulle spalle della donna.
“Detective, credo sia il caso che rientri anche lei con noi.” Le suggerisce Chet.
“Lo accompagno all’uscita e arrivo.” Risponde Kate.
“Credo sia meglio che il portiere lo faccia al posto suo.” Le consiglia l’uomo.

In casa
“Ma dove sono finiti?” Domanda Castle.
“Meglio che vada a controllare.” Dice Martha.
“Ci penso io, mamma.” Afferma lo scrittore dirigendosi verso l’uscita.

Sulle scale
Castle trova il gruppetto sulla rampa di scale del suo piano notando immediatamente la presenza del deejay.
“Muoviti! O finisce che ti butto giù!” Gli ordina la detective al limite della tolleranza.
“Tu vieni con me!” Esclama Jon afferrandola con forza per un braccio.
“EHI! Lasciala immediatamente!” Grida Castle facendosi finalmente notare e dirigendosi a passi spediti verso la coppia.
“Ecco che arriva lo scrittore!” Annuncia Jon stringendo la presa.
“Ti ho detto di lasciarla!” Ripete arrabbiato.
“Altrimenti?” Lo provoca Jon allentando la presa e permettendo così alla detective di liberarsi.
“Castle…” Sussurra Kate spingendolo indietro.
“Ti fai comandare da una donna!?!” Lo sfotte Jon.
“Castle, andiamo.” Lo invita la detective afferrandolo per un braccio e tirandolo verso casa.
“Castle??? È così che ti chiama quando ti scopa?” Domanda il deejay ridacchiando.
A quella frase lo scrittore si scaraventa sull’uomo dandogli un pugno per poi sbatterlo contro il muro.
“Tutto qui?!” Lo provoca Jon con il sangue che gli cola dal sopracciglio rotto.
“Castle, lascialo!” Cerca di convincerlo la detective.
“Prova ad avvicinarti ancora una volta a lei e di te resteranno solo dei minuscoli pezzettini.” Lo minaccia lo scrittore.
“Che paura!”
“Rick, lascialo.” Ripete Kate posandogli una mano sulla spalla mentre Castle stringe la presa sul collo dell’uomo.
Il deejay smette di ridere cercando di togliere le mani dello scrittore non riuscendo più a respirare.
“RICK!” Grida Kate.
Castle molla immediatamente la presa facendo un passo indietro.
Jon inizia a tossire inginocchiandosi a terra.
“Io… io ti denuncio scrittore di merda!” Urla Jon respirando a fondo.
“Fallo! Vai… denunciami!” Controbatte Castle.
“Rick, basta. Rientriamo.” Ordina Kate spingendolo verso casa.
“Vai, ubbidisci!” Lo sfotte il deejay alzandosi in piedi.
“BASTA!” Grida la detective girandosi verso l’uomo.
“Signore, deve seguirci fuori dal palazzo.” Ordina un agente arrivando di corsa dalle scale.
Castle prende la detective per mano portandola verso l’ingresso dove Martha gli sta aspettando.
“Sei una troia, Kate! ECCO COSA SEI!” Gli urla dietro Jon mentre viene trascinato via dai due poliziotti.
-----
“Giuro, che se si fa rivedere lo ammazzo!” Afferma lo scrittore arrabbiato.
“Ehi… nessuno ammazza nessuno.” Interviene Alexis passando alla detective il disinfettante.
“Ma guarda un po’ te sto stronzo.” Borbotta Castle.
“Richard, smettila di parlare in quel modo.” Lo rimprovera Martha.
“Smetterla?! Ma l’hai visto? Hai sentito come ha parlato a Chet e con che presunzione e violenza ha toccato Kate?” Domanda infuriato.
“Tuo figlio ha ragione Martha, si è proprio comportato da cafone.” Ammette Chet.
“Castle, fermo.” Lo rimprovera Kate che non riesce a medicarlo per il suo continuo movimento.
“Scusa è più forte di me!” Dice lo scrittore riappoggiando la mano sulla scrivania.
“Anzi no! Non mi scuso, sono incazzato nero! Quello ti ha messo le mani addosso e ti ha dato della puttana. Io lo denuncio.” Afferma Castle dopo un minuto di silenzio.
“Castle, basta!” Gli ordina la detective.
Martha fa cenno alla nipote e a Chet di seguirli fuori in modo da lasciare sola la coppia.
“Non riesco a capire… erano settimane che non si faceva sentire come mai si è presentato qui oggi?” Domanda confuso.
“Non so che dirti. Evidentemente attiro i pazzi.” Scherza la detective sperando di sdrammatizzare la situazione e soprattutto di far calmare il partner.
“Sul serio? Ti sembra una cosa divertente? Un uomo ti aggredisce e tu ridi?” Chiede arrabbiato.
“Castle, ora stai esagerando. Non è un assassino che vuole uccidermi è solo un uomo che è stato respinto e nonostante gli innumerevoli messaggi e chiamate rifiutate non ha rinunciato.” Risponde Kate.
“Ti ha scritto?! Perché non me l’hai detto? Perché non hai detto che ti stava importunando?” Domanda sentendosi escluso ancora una volta dalla vita della detective.
“A che scopo!?! Per farti arrabbiare e agitare per niente?”
“Per niente? Kate, quell’uomo ti sta molestando da settimane e tu lo chiami niente? Ci tengo a te, ti amo e lo sai benissimo, voglio proteggerti anche se so che lo sai fare da sola. Kate, io voglio un futuro con te e da come stanno andando le cose mi pare di capire che lo voglia anche tu o mi sbaglio?” Chiede alzandosi e prendendole il viso fra le mani.
“No, non sbagli.” Risponde guardandolo negli occhi.
“E allora fidati di me, confidati, parla, non tenermi con un piede fuori dalla porta. Io voglio starti accanto sempre anche per delle cavolate.” Afferma appoggiando la fronte contro la sua.
“Scusa, hai ragione. Pensavo avesse rinunciato e non volevo allarmarti.” Ammette.
“Ok, facciamo così, io mi calmo e mi lascio medicare se tu mi prometti che se si fa sentire di nuovo mi avverti subito.” Propone lo scrittore.
“Ok. Ora siediti!” Ordina sorridendo.
Castle torna seduto lasciandola proseguire.
“AHI!” Si lamenta mentre la detective gli fascia la mano.
“È il prezzo che si paga a fare gli eroi.” Scherza Kate.
“Stai ammettendo che sono il tuo eroe?” Chiede Castle pronto a pavoneggiarsi un po’.
“Mmmm… forse.” Risponde sorridendo.
“Allora ho diritto a ricevere un premio come tuo eroe e come vincitore.” Afferma tirandola a se.
“E cosa vorrebbe il mio eroe?” Domanda la detective passandogli una mano fra i capelli.
“Un bacio…” Ammette lo scrittore alzando la testa e guardandola negli occhi.
Kate sorride piegandosi in avanti e appoggiando delicatamente le labbra a quelle dell’uomo che approfondisce subito intrufolando la lingua nella bocca della donna.
“Ragazzi…” Chiama Martha entrando nello studio del figlio e interrompendo la coppia che si stacca immediatamente.
“Hai sempre un tempismo perfetto…” Afferma lo scrittore sbuffando.
“Forse siete voi che vi baciate sempre nel momento sbagliato.” Scherza l’attrice.
“Non esistono momenti giusti o sbagliati per questo tipo di cose, esistono solo mamme impiccione che non bussano mai alle porte o che non avvisano del loro arrivo.” Controbatte Castle alzandosi in piedi.
“La madre impicciona è venuta a dirvi che la cena è servita.” Dichiara Martha uscendo dallo studio.
“Riprendiamo il discorso dopo. Ok?” Propone Kate sistemandogli il colletto della camicia.
“Ci puoi scommettere.” Risponde baciandola dolcemente per poi condurla verso la sala da pranzo.
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“Non ti sembra di esagerare?” Domanda la detective.
“No e poi me lo devi.” Risponde tirandola verso la camera da letto.
“Cos’è che ti devo… spiegami.” Dice seguendolo.
“Perché hai mentito… non mi hai detto del deejay-stalker!” Spiega consegnandole una maglietta enorme da indossare come pigiama.
“Quindi questa sarebbe una punizione per averti tenuto all’oscuro di tutto?” Domanda perplessa.
“Si. Vai in bagno prima tu?” Chiede iniziando a spogliarsi.
“Se queste sono le tue punizioni dovrò mentirti più spesso.” Scherza Kate avvicinandosi e proseguendo a slacciargli la camicia.
“Non ci provare!” L’avverte diventando serio.
“Rilassati stavo scherzando.” Afferma accarezzandogli i pettorali.
“Sarà meglio per te. Fila in bagno altrimenti ci vado io.” Dice spingendola via.
“Non addormentarti, devi raccontarmi una storia.” Scherza la detective dirigendosi verso il bagno.
“Ok.” Risponde sorridendo.
“Ah, Castle! Non farci l’abitudine, questa notte dormo qui solo per farti star tranquillo ma non succederà di nuovo.” L’avverte prima di chiudere la porta.
“Vedremo!” Urla per farsi sentire.
 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Una settimana dopo
“Allora racconta… come va con Castle?” Chiede Lanie curiosa.
“Bene.” Risponde brevemente la detective.
“Bene e basta?!? I ragazzi mi hanno raccontato che vi hanno beccati in atteggiamenti tutt’altro che amichevoli.” Afferma la dottoressa.
“Benissimo allora.” Dice Kate correggendosi.
“E…?” Dice Lanie facendole cenno di raccontare di più.
“E ci siamo baciati, o meglio ci baciamo spesso ultimamente e abbiamo dormito assieme. SOLO dormito!” Chiarisce immediatamente vedendo l’amica con la bocca spalancata pronta a urlare.
“SOLO dormito?” Domanda poco convinta.
“Si, solo dormito.” Ripete confermando quello appena detto.
“Spiegami, da quando dormire con Castle è diventata un’abitudine?!” Chiede la dottoressa.
“Non è un’abitudine, lo dovresti sapere noi siamo una coppia strana. Comunque una volta ci siamo addormentati a casa sua mentre stavamo guardando un film e siamo rimasti lì tutta la notte, poi la stessa cosa è successa a casa mia e la terza volta è stato quando Jon ha fatto quella scenata a casa sua. Castle ha insistito e io sono rimasta a dormire lì.” Racconta Kate.
“Nel suo letto?” Domanda.
“Si.”
“E non avete fatto niente?”
“Proprio niente no… ci siamo baciati e coccolati.” Risponde un po’ imbarazzata la detective.
“A proposito di baci, tornando alla tua frase iniziale, da quanto vi baciate come se fosse una cosa normale?”
“Da un mesetto circa.” Dichiara la detective facendosi un rapido calcolo.
“Tu mi stai dicendo che è un mese che vi state baciando senza che accada altro?” Chiede Lanie scioccata.   
“Si.” Conferma Kate.
“Voi due non siete normali!” Afferma la dottoressa scandalizzata.
“Chi non è normale?” Domanda Castle sedendosi accanto alla detective.
“Sono senza parole, per la prima volta in vita mia sono senza parole!” Annuncia Lanie alzandosi.
“Dove vai?” Chiede la detective.
“Ho assolutamente bisogno di bere.” Risponde lasciandoli soli.
“Cosa le hai detto?” Domanda curioso appoggiando la mano sopra a quella della detective.
“Niente, ti fa ancora male?” Chiede Kate vedendo ancora le nocche arrossate.
“No, ma non ti assicuro di riuscire a colpire di nuovo qualcuno.” Risponde Castle facendola ridere.
“Non serve che prendi a pugni nessuno.” Lo rassicura la detective.
“Si è fatto più sentire?” Chiede lo scrittore diventando serio.
“Chi?” Domanda Kate concentrata a guardare l’amica.
“Kate! Sai benissimo di chi sto parlando… non dirmi che si è fatto vivo di nuovo!” Afferma Castle irrigidendosi.
“No, non l’ho più visto o sentito.” Risponde Kate accarezzandogli con il pollice il dorso della mano.
“Kate, dimmi la verità.”
“Mi pare di averlo appena fatto.” Afferma la detective sciogliendo il legame con la mano dell’uomo.
“Me lo diresti se si facesse ancora vivo?” Domanda Castle con un tono meno severo.
“Si, anche se significherebbe la morte per Jon e poi te l’ho promesso.” La mette sul ridere Kate nella speranza di alleggerire la tensione creatasi.
“Questo poco ma sicuro.” Scherza lo scrittore riprendendo possesso della mano della donna.
“Non vorrai finire in prigione proprio ora.” Sussurra all’orecchio del partner per poi lasciargli un bacio sul collo.
“In effetti… sarebbe proprio un peccato.” Conferma Castle baciandola sull’angolo della bocca.
--
“Guarda quei due?!” Dice Esposito all’amico indicando verso la coppia.
“Sembrano due fidanzatini.” Commenta Ryan.
“Ecco, hai detto bene: SEMBRANO! Si comportano come se fossero assieme ma se gli chiedi qualcosa ti rispondono che sono solo amici. Non riesco proprio a capire perché continuano a negare l’evidenza. Cioè guardate: baci e carezze in pubblico come se fosse la cosa più normale di questo mondo… ma sono solo amici!” Afferma Lanie irritata dall’ostilità della coppia.
--
“Ciao, Kate. Papà, sono passata per dirti che io e Jesse andiamo ad una festa e probabilmente restiamo fuori a dormire.” Dice Alexis interrompendo i due.
“Ciao, Lexi.” La saluta Kate allontanandosi un po’ dallo scrittore.
“Ciao, tesoro. Sono felice anch’io di vederti. Come stai? Io bene. Come è stata la tua giornata? La mia o meglio la nostra perfetta. Abbiamo incastrato l’assassino grazie ad una mia brillante idea.” Dice Castle guardando la figlia.
“Hai finito?” Domanda seccata la ragazza.
“Non mi ricordo, quando ti ho dato il permesso di dormire fuori con il tuo ragazzo?” Ammette grattandosi il mento e facendo finta di pensare.
“Papà, uno ho diciotto anni e due dormiremo in una stanza con altre venti persone fra ragazzi e ragazze.”
“Di cui diciotto saranno ubriachi e faranno cose che non voglio nemmeno immaginare.” Afferma lo scrittore.
“Dai papà, devo andare mi stanno aspettando.” Dice guardando l’orologio.
“Non mi hai dato abbastanza elementi da poter dire di si.”
“Kate, posso restare fuori a dormire?” Chiede la ragazza rivolgendosi alla detective che fino a quel momento è stata zitta.
“Lexi, credo sia una decisione che spetta a tuo padre.” Risponde lei cercando di starne fuori.
“Ma se fossi tua figlia mi lasceresti andare?” Insiste Alexis.
“Si, credo di si. Sei una ragazza responsabile e mi fido di te.” Ammette la detective.
“Vedi?! Kate si fida di me a differenza di te che non fai altro che dubitare.” Afferma Lexi offesa rivolgendosi di nuovo al padre.
“Tesoro, io mi fido di te…”
“… è degli altri che non ti fidi. Ormai la so a memoria questa storia!” Conclude la frase la ragazza.
“Lexi, ci puoi lasciare un attimo soli?” Chiede Kate facendole l’occhiolino.
La ragazza annuisce dirigendosi verso Lanie e i ragazzi.
“Kate…” Inizia lo scrittore ma viene immediatamente interrotto dalla detective.
“Rick, lasciala andare è solo una festa. Jesse è un bravo ragazzo ci si può fidare di lui e di Lexi. Questo è tutto quello che ti serve sapere.”
“Quindi dovrei lasciarla dormire in mezzo a dei pischelli ubriachi?!? Non chiuderò occhio per tutta la notte.” Ammette lo scrittore.
“Non preoccuparti, per quello possiamo trovare una soluzione.” Dice Kate maliziosamente.
“Detective, sta cercando per caso di sedurmi per permettere a mia figlia di andare alla festa?”
“Non oserei mai fare una cosa simile. Ti sto seducendo per altri motivi che ti rivelerò una volta soli a casa.” Risponde accarezzandogli la gamba sotto il tavolo.
“Quindi significa che dormirai da me?”
“Probabile. Ora però rispondi a tua figlia che sta attendendo con ansia il via libera.” Suggerisce la detective.
“LEXI!” Chiama ad alta voce lo scrittore facendole cenno di avvicinarsi.
“Allora mi dovrai mandare almeno un messaggio ogni ora per rassicurarmi e per qualsiasi problema chiamami, chiaro?”
“Grazie, Kate!” Dice la ragazza abbracciando la detective.
“Tranquilla, non serve che gli scrivi ad ogni ora. Però se ti serve qualcosa chiama.” Le sussurra Kate all’orecchio.
“Grazie, papi!” Esclama baciandolo per poi correre verso l’uscita.
“Scrivimi!” Le urla dietro lo scrittore ricevendo una gomitata da parte della donna.
-----
“Ti serve una mano?” Domanda lo scrittore bussando alla porta del bagno.
“No, ma potresti portarmi un bicchiere di vino.” Risponde Kate beatamente sdraiata nell’enorme vasca da bagno di casa Castle.
“Posso entrare?”
“Sei già andato a prendere il vino?” Chiede sorpresa.
“Si, ti conosco troppo bene detective.” Risponde lo scrittore.
“Entra.” Lo invita Kate.
“Ecco a lei.” Afferma spalancando la porta.
“Grazie.” Dice la detective mettendosi seduta e accidentalmente mostrando un po’ troppo.
Lo scrittore deglutisce sedendo improvvisamente caldo.
“Vedi qualcosa che ti piace?” Domanda la detective mordendosi il labbro inferiore e bevendo un sorso di vino.
“No. Cioè si ma non vorrei che mi prendessi per un pervertito.” Si affretta a dire lo scrittore distogliendo lo sguardo.
“Rick…” Lo chiama la donna appoggiando il bicchiere a terra.
“Si?” Risponde continuando a fissare il soffitto.
“Guardami.” Lo invita la detective.
“Io… io…” Balbetta lo scrittore indeciso sul da farsi.
Kate lo afferra per i pantaloni tirandolo più vicino al bordo della vasca.
“Guardami.” Ripete la donna.
Castle abbassa lo sguardo perdendosi negli splendidi occhi della donna che gli sta regalando un enorme sorriso.
“Sei stupenda.” Si complimenta inginocchiandosi accanto a lei.
“Devo essere proprio sexy con questo mollettone in testa.” Scherza Kate posando una mano bagnata sopra a quella dell’uomo.
“Kate, tu sei sempre sexy.” Ammette lo scrittore accarezzandole il viso.
Kate si piega in avanti incontrando le labbra dell’uomo che ricambia immediatamente.
“Hai voglia di raggiungermi?” Domanda fra un bacio e l’altro.
“Sei sicura?” Chiede lo scrittore appoggiando la fronte contro la sua.
“Sicurissima.” Risponde lei iniziando a sbottonargli la camicia.
Lo scrittore si toglie i jeans assecondando il volere della donna.
Una volta nudo, Kate gli fa posto dietro di se, per poi appoggiarsi con la schiena contro il suo petto.
“Puoi toccarmi, tranquillo.” Lo rassicura la detective vedendolo in difficoltà su dove mettere le mani.
“Scusa è che non vorrei sbagliare qualcosa e rovinare questo splendido momento.” Ammette lo scrittore.
“Rick, non avere paura. Se avessi voluto scappare l’avrei già fatto venti giorni fa quando ci siamo baciati la prima volta.” Gli fa notare Kate prendendogli la mano destra e appoggiandola sul seno sinistro.
“Lo senti?” Chiede la detective girando leggermente la testa per guardarlo.
“Va veloce.” Risponde sentendo il cuore della donna battere sotto le sue dita.
“Batte per te, solo per te.” Confessa sorridendogli.
“È solo che… non voglio rischiare di rovinare tutto. Preferirei lasciare le cose così come sono piuttosto che svegliarmi domani mattina e non trovarti più accanto a me.” Ammette lo scrittore rivelando le sue paure.
“Rick…” Inizia la detective girandosi e mettendosi in ginocchio fra le sue gambe.
“Rick, ho paura anch’io. Ho paura di perdere la tua amicizia e il rapporto stupendo che abbiamo creato in questi anni ma voglio provarci, voglio credere che tutto possa andare bene. Voglio di più, voglio svegliarmi con te al mio fianco.” Dichiara accarezzandogli il viso.
“Ci proviamo, allora?” Chiede per conferma.
“Proviamoci.” Sussurra la detective baciandolo dolcemente.
Finalmente Castle prende coraggio… allunga le mani sfiorandole i seni, scendendo più giù tirandola verso di se e invitandola a sedersi a cavalcioni su di lui.
“Sei la cosa migliore che potesse capitarmi.” Ammette Castle spostandole una ciocca di capelli dal viso.
“Tu, sei la cosa migliore che potesse capitarmi. Io sono un disastro. Tu sei stato l’unico che dopo la morte di mia madre è riuscito a leggermi dentro. Tu sai sempre cosa penso, cosa sto per dire o fare.” Risponde Kate facendo scontrare le loro intimità.
“E tu mi hai reso un uomo migliore. Prima ero solo un miliardario pieno di se che se la spassava con donne che miravano solo al mio successo e ai miei soldi. Ora invece, sono sempre miliardario ma l’unica donna che voglio sei tu. Solo ed esclusivamente te.” Confessa accarezzandole su e giù la schiena.
A quelle parole la detective rabbrividisce sentendosi veramente amata per la prima volta in vita sua.
Castle inizia a baciarla con passione, ardore e desiderio facendo scorrere le dita sulla pelle morbida e bagnata della donna.
Kate si distende su di lui strusciandosi contro la sua erezione provocando così un forte brivido di piacere ad entrambi. Si baciano nuovamente e il desiderio di diventare una cosa sola si fa sempre più forte. La mano della donna si precipita proprio in quel punto facendolo rabbrividire; finalmente lo scrittore si decide a fare qualcosa. Dalla schiena lascia scendere le mani sui glutei palpandoli per bene. Da lì porta la mano destra sull’intimità della donna facendola gemere per quel contatto. “Mhmm” Ride sulle sue labbra entusiasta che si sia finalmente sbloccato. Delicatamente, lei, come ha fatto lui, porta una mano sull’erezione dell’uomo e lo incita maggiormente stringendola quel tanto che basta per farlo gemere fortemente.
“Kate…” le parole gli muoiono in gola quando sente le dita della donna giocare con la punta del suo pene.
“Lasciati andare, Rick.” Gli dice con voce sensuale mordendogli il collo umido.
L’uomo non resiste e poggia la testa sul bordo della vasca godendosi quel momento, quella piacevole tortura che lo sta facendo impazzire.
Quando si sente vicino, spalanca gli occhi e con quel poco di lucidità che gli resta riprende il controllo della situazione e la penetra diretto con due dita.
“Ah!” Geme la donna sentendo una forte presenza dentro di se.
Questo le impedisce di terminare il lavoretto al suo uomo che invece, sorride iniziando a flettere le dita dentro e fuori dalla sua intimità. Lo scrittore, prima di andare al dunque, si gode la visione della sua donna in estasi per il piacere. Con le dita cerca di arrivare più in fondo che può; la donna inizia ad ansimare e si sdraia letteralmente sul petto dell’uomo, che ne approfitta per ribaltare la situazione posizionandosi su di lei. A causa del movimento appena compiuto un po’ d’acqua esce dalla vasca.
Rick riprende possesso delle sue labbra e cerca il contatto con la sua lingua continuando a torturarla. Per lo scrittore sta diventato sempre più difficile resistere: i gemiti della donna e il suo corpo perfetto lo stanno facendo impazzire.
Ad un tratto toglie le dita e senza far niente resta a guardarla sorridendole.
Kate lo guarda sorpresa e confusa dall’improvvisa interruzione ma prima che possa dire qualcosa lui si fionda sulle sue labbra catturandole in un dolce bacio. Le loro lingue si cercano, s’incontrano e s’intrecciano. Si baciano con foga e senza che lei se ne accorga, lui si posiziona alla sua entrata ed ecco che accade la magia. La penetra con un solo colpo creando la loro unione. Gemono entrambi a quel contatto. Entrambi vengono pervasi da una sensazione di piacere inspiegabile.
“ODDIO!” Esclama la detective sentendo un brivido percorrerla dal petto fino alla sua intimità.
Lo scrittore sorridere soddisfatto del suo amichetto e della reazione avuta dalla donna.
Lentamente da una spinta facendo oscillare leggermente l’acqua tra i bordi della vasca. Un brivido lo percorre lungo la sua intimità, segno che deve velocizzare le cose o i giochi si chiuderanno troppo presto. Incrementa la velocità iniziando ad ansimare insieme alla sua musa, porta il suo membro dentro e fuori dall’intimità della donna provocando un piacere unico ad entrambi. Si muove lentamente dentro di lei cercando di far uscire meno acqua possibile dalla vasca fino a quando la detective lo incita dicendo: “Più forte!!”
Lo scrittore l’accontenta donando un piacere maggiore ad entrambi. Dopo qualche altra spinta la detective, non ancora soddisfatta gli fa capire che vuole di più facendo sorridere Castle che pensa fra se: ”La mia detective è insaziabile.”
Le spinte aumentano ulteriormente fino a incrementare sia la forza che la velocità. Dal suo viso e dalle urla della donna capisce che ora e soddisfatta dal ritmo preso.
I  loro movimenti e la loro intesa è perfetta, sorprendendo entrambi, sembra quasi che è da sempre che fanno l’amore.
Lo scrittore spinge dolcemente dentro di lei memorizzando ogni attimo di quel momento; la loro prima volta. Riprende possesso delle sue labbra e la bacia con passione, mettendo tutto l’amore che prova per lei.
Il calore del loro amore, il fuoco della passione che brucia dentro ad entrambi e l’intensa attività che stanno intraprendendo non gli fa nemmeno accorgere dell’acqua, ormai fredda, in cui sono immersi.
Castle stringe i denti nel tentativo di resistere, non vuole assolutamente venire prima di lei.
Geme più forte sul collo della donna sussurrandole parole dolci all’orecchio e dopo qualche altra spinta la detective si sente pervadere da una sensazione di benessere totale i muscoli della sua intimità stringono per poi venire, premettendo così, allo scrittore di esplodere finalmente in lei. I loro semi si mischiano fra gemiti e brividi di piacere.
Ansimanti e stremati si lasciano andare sulle dure e freddi pareti della vasca.
Lo scrittore la bacia dolcemente sciogliendo il loro legame. La detective sorpresa dal gesto viene pervasa da una sensazione di vuoto e un velo di tristezza si crea sul suo viso.
“Spostiamoci in un posto più caldo e asciutto.” Le sussurra dolcemente lo scrittore all’orecchio per poi baciarle il collo.
Castle si alza uscendo dalla vasca e, ignorando l’enorme quantità d’acqua sul pavimento, si copre per poi prendere un accappatoio per la sua musa.
La detective esce lentamente attenta a non scivolare, lasciandosi avvolgere dal morbido tessuto e dal forte abbraccio dello scrittore che le sorride nel riflesso dello specchio baciandole la tempia.
“È stato meraviglioso.” Ammette passando le mani su e giù sulle braccia coperte della detective.
Kate annuisce girandosi verso di lui e abbracciandolo forte seppellisce il viso nel suo petto nudo.
“Ci mancano solo le paperelle.” Scherza la detective notando la quantità d’acqua sul pavimento.
“È tutta colpa tua, detective.” La prende in giro Rick conducendola fuori dal bagno verso la sua stanza.
“Non credo proprio eri tu quello che dettava il ritmo.” Controbatte Kate.
“No! Il ritmo l’hai deciso tu. Ti è impossibile non comandare ed è molto eccitante.” Sussurra l’ultima frase mordendole il collo per poi spingerla delicatamente verso il letto.
“Rick, dobbiamo sistemare il lago che abbiamo fatto.” Dice la detective cercando di alzarsi.
“Ci sarà tempo domani per quello, adesso voglio le coccole.” Ammette obbligandola a sdraiarsi sotto le coperte.
“Vieni qui, kitten.” Lo prende in giro la detective.
“Non chiamarmi kitten!” Protesta sdraiandosi accanto a lei.
“Altrimenti?” Chiede lei.
“Altrimenti…” Non finisce di fare la frase che si piomba sulla donna iniziando a farle il solletico.
“NOO… FERMO…ahahaha…” Grida la detective con le lacrime agli occhi ridendo come una matta cercando di liberarsi.
“Nonn… non… ti chiamo… più…ahahah… kitten.” Afferma Kate sperando di farlo smettere.
“Chi l’avrebbe mai detto che la detective di ferro soffrisse così tanto il solletico.” Commenta Rick smettendo di torturarla.
“Ci sono tante cose che non sai.” Lo informa la detective mettendosi seduta, togliendosi l’accappatoio e gettandolo a terra sotto lo sguardo ammaliato dello scrittore.
“Sono pronto!” Esclama Castle gettandolo a terra l’asciugamano e lasciando in bella vista il suo amichetto già sveglio.
“Non volevi le coccole?” Domanda Kate.
“Non ricordo di aver parlato di coccole.” Afferma tirandola a se.




Breve commento: un ringraziamento alla mia socia Emy77... la parte rossa di questo capitolo è opera sua.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


Due settimane dopo
Sala da pranzo
“Allora, hanno ammesso di stare assieme o continuano a negare?” Chiede Martha alla nipote.
“Semplicemente non rispondono, evitano abilmente la domanda.” Risponde Alexis apparecchiando la tavola mentre l’attrice spia la coppia in cucina.
“Vai a capire quei due, sono proprio un caso disperato.” Commenta la donna bevendo un sorso di champagne.
“Non riesco a capire perché negano quando praticamente dormo assieme tutte le notti e si baciano in pubblico come se fosse la cosa più normale di questo mondo.” Afferma la ragazza.
“E poi questa cena, perché hanno organizzato questa cena con noi, Jim e i ragazzi del distretto?” Si chiede Martha.
“Magari ci dicono che si sposano!” Esclama Alexis felice dall’idea.
“Oppure che Katherine è incinta.”
“Mi piacerebbe un fratellino ma non credo che Kate sia incinta.” Risponde la ragazza.
Cucina
“Ci stanno ancora guardando.” Dice Kate sentendo lo sguardo delle due donne su di loro.
“E allora diamogli qualcosa da vedere.” Afferma lo scrittore spingendola contro il frigo.
“Rick, una di quelle due persone è tua figlia. Ricordatelo!” Gli rammenta la detective prima che le labbra dello scrittore si avventino sulle sue.
“Sai di cioccolato Rick, hai assaggiato la tor…” Lo scrittore non gli permette di finire la frase che è di nuovo sulle sue labbra donandole un bacio mozzafiato.
Kate sente le gambe cedere e brividi correrle lungo la colonna vertebrale, Rick la stringe a se sentendo i pantaloni farsi sempre più stretti mentre il bacio diventa sempre più infuocato.
La detective sente l’erezione del suo scrittore contro la gamba e prima di perdere totalmente il controllo lo allontana staccandosi da lui.
“Rick…” Sussurra con il fiatone e con le guance rosse.
“Fantastico come la prima volta!” Ammette lo scrittore accarezzandole il viso.
“Stai cercando di confondermi, so che hai assaggiato la torta!” Afferma Kate cercando di recuperare il suo autocontrollo.
“Sono innocente!” Mente Castle alzando le mani in alto.
“Quindi se io apro il frigo troverò la torta intatta?” Chiede la detective puntandogli il dito contro.
“Sicuro, guarda.” Risponde lo scrittore aprendo il frigorifero.
Kate si avvicina per controllare attentamente la torta e da ottima detective nota che da un lato la torta è stata leggermente tagliata e risistemata alla meglio.
“E questo cos’è?” Domanda indicando il punto.
“Io non vedo niente, è tale e quale a quando l’hai messa via tu.” Risponde Rick usando le sue migliori doti di attore ereditate dalla madre.
“Cosa state facendo?” Chiede Alexis interrompendo i due.
“Lexi, dai un occhio alla torta, secondo te, qualcuno l’ha assaggiata?” Domanda Kate alla ragazza che si avvicina.
“Sicuramente. Papà! Sei peggio dei bambini. Cosa diremo agli invitati quando vedranno che manca un angolo di torta?” Lo rimprovera Alexis.
“Diremo che è stata la nonna!” Risponde sorridendo lo scrittore ricevendo due scappellotti da entrambe le donne.
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“Ciao ragazzi… benvenuti!” Li saluta Castle invitandoli ad entrare.
“Ehi, bro!” Dice Esposito facendo il galantuomo e lasciando passare prima Lanie.
“Ciao, Castle! Dov’è Kate?” Chiede la dottoressa togliendosi la giacca.
“È in cucina con gli altri.” Risponde appendendo la giacca della donna nell’armadio.
“Ecco! Siamo arrivati in ritardo lo sapevo!” Esclama Lanie guardando male il detective.
“No, tranquilla, Lanie.” Afferma Kate andando incontro all’amica e abbracciandola.
“Ciao, dolcezza. Sei bellissima.” Si complimenta ricambiando la stretta.
“Vieni, eravamo di là con le ragazze a sparlare di Castle.” Dice ad alta voce prendendola sottobraccio.
“Ehi! Non è giusto!” Si lamenta lo scrittore mettendo il muso mentre le due donne proseguono verso la cucina.
“Ciao a tutti!” Saluta Lanie vedendo Jenny, Martha e Lexie attorno al bancone a chiacchierare.
“Ben arrivata. Prego!” Dice l’attrice consegnandole un bicchiere di campagne.
“Allora avete scoperto il motivo di questa cena?” Chiede guardando verso la detective.
“No, per ora è tutto un mistero.” Risponde Jenny.
“Lo scoprirete tra poco.” Rivela la detective controllando il pasticcio in forno.
“Ah, c’è pure tuo padre! Allora è una cosa seria!” Afferma Lanie intravedendo Jim in soggiorno con i ragazzi.
“No comment! Tutti a tavola, forza!” Risponde Kate invitandole ad accomodarsi.
“Ti serve una mano?” Chiede Jenny.
“Assolutamente no. Ho già il mio aiutante.” Risponde la detective accompagnando l’amica al tavolo.
“Ragazzi, a tavola.” Dice Alexis interrompendo la discussione degli uomini sul poker.
“Castle!” Chiama Kate dalla cucina.
“Arrivo.” Risponde immediatamente scattando verso di lei.
“Guardalo come ubbidisce!” Lo prende in giro Esposito.
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“Complimenti, tesoro. Era tutto squisito!” Si complimenta Jim.
“Si, veramente ottimo.” Ammette Castle regalandole un sorriso meraviglioso.
“Allora ora che abbiamo mangiato e abbiamo assistito al vostro continuo flirtare possiamo sapere il misterioso segreto?” Chiede Lanie facendo ridere tutti.
“Non stavamo flirtando!” Afferma la detective.
“Certo, come no?!” Esclama Esposito.
“Flirtate tutto il giorno, tutti i giorni e siete convinti che nessuno lo noti.” Aggiunge Ryan.
“E nell’ultimo periodo non si lanciano solo sguardi ma fanno altro come se nessuno vedesse niente.” Aggiunge Lanie.
“Ah, lo fanno anche al lavoro?” Chiede Martha bevendo un sorso di vino.
“In continuazione e appena glielo fai notare ti dicono…” Risponde Esposito.
“Ti sbagli… noi non stiamo facendo niente.” Conclude Alexis al posto suo.
“Noto con piacere che danno a tutti le stesse risposte.” Interviene Jim che fino a quel momento non ha detto niente.
“Jim, l’hai notato anche tu?” Domanda sorpresa l’attrice.
“Si, li ho visti solo una volta assieme una settimana fa, alla mostra di quadri ma devo dire che mi è stato subito chiaro come stessero le cose. Ho provato a parlare con mia figlia ma la risposta è stata la stessa che danno a tutti.” Racconta Jim.
Castle e Beckett si scambiano sguardi restando ad ascoltare la discussione intrapresa dagli amici sorpresi da quello che sta venendo fuori.
“L’altro giorno al distretto io e Ryan eravamo seduti alle nostre scrivanie stavamo chiacchierando quando delle risate dalla sala break attirarono la nostra attenzione. Alziamo lo sguardo e li vediamo avvinghiati che si baciano. Due minuti dopo escono tornando alla loro scrivania e Ryan chiede: “Sbaglio o vi stavate baciando?” Beckett risponde: “Avrai visto male.” Negano spudoratamente.” Afferma Esposito.
“Martha e Alexis diteci un po’ come sono qui a casa?” Chiede Lanie curiosa.
“Sono una coppia a tutti gli effetti!” Ammette Martha.
“Ovviamente senza ammetterlo.” Aggiunge la giovane Castle.
“Non riesco proprio a capire perché continuino a negare quando praticamente Katherine vive qui con noi.” Dichiara l’attrice.
“Come vive qui con voi?” Chiede Ryan sorpreso.
“Ma si, non lo sapevi? La nostra detective passa tre notti a settimana a casa Castle.” Rivela la dottoressa.
“Alza il tiro.” Gli suggerisce Martha facendo su con la mano.
“Più di tre?” Domanda Lanie scioccata.
“Castle, non ti sembra che i nostri amici e parenti sono privi di una vita sociale? Dobbiamo preoccuparci, secondo te?” Chiede la detective ad alta voce interrompendo la discussione su quante volte dormono assieme in una settimana, prima che la situazione diventi imbarazzante.
“Si, è molto grave. Mi stanno anche venendo dei dubbi… non è che abbiano installato telecamere di sorveglianza ovunque per poterci spiare a nostra insaputa!?” Domanda lo scrittore passando un braccio sullo schienale della sedia della detective avvicinandosi a lei e guardando male il gruppo di amici.
“Magari! Magari ci fossero delle telecamere. Almeno vi rendereste conto di quanto ridicoli siete.” Afferma Lanie.
“Ridicoli?” Chiede Kate confusa posando sovrappensiero la mano destra sulla gamba sinistra dello scrittore.
“Si, ridicoli! Vi siete visti?!” Risponde Esposito.
“Cosa ci sarebbe da vedere?” Domanda Castle coprendo la mano della detective con la sua.
“Sul serio, Richard?! Guarda…” Dice indicando la vicinanza fra i due e le loro mani unite.
“Per quanto ancora continuerete a negare ciò che è chiaro ed evidente a tutti?” Domanda l’attrice.
“Non stiamo negando nulla, vi abbiamo giusto invitati a cena per annunciarvi che stiamo insieme. Siamo una coppia.” Risponde Castle stringendo la mano della detective.
“Veramente? Avete fatto una cena per dirci qualcosa che sapevamo già?” Domanda Lanie delusa.
“Non sei incinta?” Chiede Martha.
“Non vi sposate?” Domanda Jim.
“Papà!” Esclama scioccata la detective.
“Mi dispiace, tesoro ma pensavo veramente ci deste delle news un po’ più interessanti.” Ammette l’uomo.
“Sono delusa ancora una volta da voi due!” Afferma Lanie ripensando a quando l’amica aveva ammesso di aver baciato e dormito con lo scrittore senza farci nulla.
“Che delusione, bro!” Dice Esposito guardando l’amico.
“Io volevo un fratellino!” Ammette tristemente Alexis.
“Ma che cavolo di amici abbiamo?” Domanda lo scrittore rivolgendosi alla sua musa.
“Non lo so Rick, penso che non si meritino nemmeno di sapere l’altra notizia. Non trovi?” Risponde lei.
“Sono d’accordo con te. Ti va il dolce?” Chiede accarezzandole il viso e ignorando gli sguardi del resto del gruppo.
“Molto volentieri.” Risponde Kate alzandosi e tirandolo verso la cucina.
“Aspettate! Quale sarebbe l’altra notizia?” Domanda Lanie.
“Ora vi interessa? Non sarete delusi nuovamente?” Chiede Castle bloccandosi e fermando anche la compagna.
“Dai… parlate!” Gli invita Alexis curiosa.
“Che dici glielo diciamo?” Chiede la detective passando un braccio attorno alla vita dell’uomo.
La coppia si guarda un secondo per poi dire ad alta voce: “No!” “No!”
“Da più soddisfazione il dolce!” Afferma Castle conducendola verso la cucina sotto lo sguardo scioccato del gruppo.
“No!”
“Fermi!”
“Dove andate!”
Grida di proteste accompagna la coppia che continua imperterrita per la sua strada sogghignando soddisfatti.
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“Sbaglio o manca un pezzettino di torta?” Domanda Esposito notando immediatamente il difetto.
Kate e Lexi si girano a guardare lo scrittore che finge di non capire.
“Come dicevi: ”Non se ne accorgerà nessuno!”?” Domanda la detective puntando il coltello verso di lui.
“Ehi! Piano… abbassa l’arma.” Esclama coprendosi le parti basse ricordandosi di quella volta che la detective l’aveva minacciato puntando il coltello verso i suoi gioielli.
“Avevi proprio detto così, papà!” Afferma Alexis schierandosi dalla parte della donna.
Kate fa un passo avanti con l’arma puntata verso di lui con fare minaccioso.
“Amore! Faccio quello che vuoi per un mese se abbassi il coltello.” Esclama Castle facendo un passo indietro.
“Castle, fai già quello che voglio. Proponimi qualcos’altro!” Gli suggerisce lei facendo un altro passo.
“Faccio da solo il trasloco!” Grida sperando di averla azzeccata.
“Lexi, sei testimone di quello che ha appena detto!” Afferma Kate posando l’arma sul tavolo e guardando la rossa.
“ODDIO! VIENI A VIVERE QUI!” Urla Alexis entusiasta saltandole addosso e abbracciandola.
La detective sorpresa dalla reazione della ragazza perde quasi l’equilibrio ma grazie alla sua prontezza riesce ad aggrapparsi allo scrittore che una volta vista la donna disarmata si era avvicinato.
“Ne deduco che ne sei felice?!” Chiede Castle per conferma accarezzando la schiena della figlia.
“SII!” Strilla coinvolgendo anche il padre nell’abbraccio.
“Congratulazioni!” Esclama Martha.
“Ma sono l’unica che si è accorta che Castle ha chiamato Beckett: “AMORE”?” Domanda Lanie.
“No, l’ho sentito anch’io.” Ammette Jenny.
“Dottoressa, è un po’ troppo puntigliosa per i miei gusti!” Afferma Castle sciogliendo l’abbraccio con la figlia ma restando attaccato alla detective.
“Scusa scrittore ma oggi vi state smentendo. Fino a ieri negavate tutto e oggi: ammettete di essere una coppia, andate a vivere assieme e la chiami amore davanti a tutti senza che lei ti uccida!” Risponde Lanie.
“Manca solo che vi baciate!” Fa notare Esposito.
“Che problema c’è! Basta chiedere.” Afferma lo scrittore per poi avventarsi sulle labbra della detective che sorpresa si aggrappa alla sua camicia ricambiando il bacio.
Fischi e urla d’incitamento da parte degli amici accompagna il loro bacio che sembra non finire più fino a quando Jim schiarendosi la voce dice: “Rick, per quanto sia felice per voi lei è sempre la mia bambina.”
Castle sentendo le parole, del futuro suocero, si stacca immediatamente alzando le mani in segno di resa dicendo: “Mi scusi! Ha ragione!”
“Coraggioso come sempre!” Lo prende in giro Kate facendo ridere tutti.
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“Finalmente soli…” Sussurra lo scrittore seppellendo il viso nel collo della donna e stringendola a se.
“Però è stato divertente, sicuramente un modo originale per annunciare alla tua famiglia che vai a convivere. Non trovi?” Dice la detective ripensando alla scenetta con il coltello.
“Altro che!” Conferma baciandole il collo.
“Guarda che mi aspetto veramente che fai il trasloco tu.” Lo avverte passandogli una mano fra i capelli.
“Certo, che problema c’è.” Risponde alzando il viso per guardarla.
“Castle, non chiamerai una ditta apposita per farlo… lo farai tu.” Chiarisce conoscendo bene lo scrittore.
“Vedremo, ora sai cosa voglio?” Domanda sdraiandosi sopra alla detective stando attendo a non farle male.
“Certo che lo so… me lo sta comunicando il tuo amico lì sotto.” Risponde lei sentendo l’erezione del compagno contro di se.
“Allora accantoniamo per il momento il discorso del trasloco e dedichiamoci ad altro.” Propone baciandola e palpandole il seno.
“Per ora…” Risponde ricambiando il bacio e togliendogli la maglietta.
Castle ne approfitta per levarle la canotta ammirando il corpo perfetto della donna.
“Però lo fai tu…” Insiste Kate godendosi le attenzioni che sta donando al suo corpo.
“Basta parlare…” La zittisce scendendo con le labbra sulle mutandine.
“Dico sul serio.” Afferma lei aprendo le gambe e assecondando i suoi movimenti.
“Anch’io!” Dichiara lo scrittore penetrandola con due dita.
Kate pervasa dal piacere, si morde il labbro inferiore cercando di parlare di nuovo.
“Io… io…” Cerca di dire ma lo scrittore accelera i movimenti facendole perdere il controllo.
“Che succede, detective? Non riesce più a parlare?” Scherza Castle continuando la sua magia.
“Zitto!” Esclama tirandolo a se e tappandogli la bocca con la sua.
 
 
 
 
FINE
 
 
 
Ringraziamenti: Grazie ancora a Emy77 per l’aiuto… <3
Grazie a tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione: Vale2875, Ombra8, _only_hope, caskett_merder, if_only, 6aga3, chia_kant, giorgio40, carmelina62…
Un grazie speciale a Luc9518 e ItsBettys che mi hanno seguita costantemente dal primo capitolo all’ultimo.
Baci alla prossima.
Giulia
 

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