Il mio e suo migliore amico

di Giadavnt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chat e preparativi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Lasagneeee ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 + avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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-MAMMA SONO A CASAAAA-

La mia voce fece eco per tutto il corridoio fino ad arrivare alle orecchie della mia interlucutrice.

Ero appena tornata dal liceo, quell'odioso edificio, che però, nonostante tutto, mi dava la possibilità di dimostrare le mie migliori capacità intellettuali e dare mostra della pagella migliore e più ambita dell'intero istituto. Finalmente anche quest'anno scolastico era finito e ora volevo solo pensare a rilassarmi e divertirmi. Dopotutto ero al quarto anno e non avevo alcun esame da fare.

- Tutto bene cara?- la voce indaffarata di mia madre mi risvegliò dai miei pensieri e risposi con un semplice “si” per poi buttarmi a capofitto sul bracciolo del divano lasciandomi cadere sul morbido materasso e urlare un “FINALMENTE INIZIANO LE VACANZEEEEE” seguiti da una leggera risata di mia madre. Mi impossessai del telecomando e accesi la TV sintonizzandomi su MTV. Stavano parlando di una nuova band che da pochi giorni aveva lanciato il suo primo disco ma che da subito avevano avuto un grande successo. Tra un messaggio di Whatsapp e un altro capii il nome della band: Linkin Park. Stavo per cambiare canale quando cambiarono inquadratura e cominciarono a intervistare il cantante della band.

-Non mi aspettavo tutto questo successo e soprattutto in così pochi giorni dalla pubblicazione dell'album- Il traduttore parlava sulla voce del cantante americano.

Guardai meglio il cantante: magro, alto, capelli tinti biondi, viso spigoloso, braccia tatuate, molto probabilmente non aveva più di 20-22 anni. L'unica cosa che stonava sul suo abbigliamento quasi total black era l'espressione felice e sinceramente sorpresa che aveva sul volto. Sorrisi di rimando senza sapere perchè, c'era qualcosa in quel cantante che mi ritornava familiare, come se lo avessi conosciuto ma forse era solo un'impressione. Continuando a vedere l'intervista lessi automaticamente il nome dell'uomo comparso nella barra in basso a sinistra: Chester Bennington.

Chester Bennington? C'era qualcosa che non quadrava in quel nome. L'inquadratura si allargò e riprese anche un altro componente della band.

-Siete molto affiatati tra di voi?- il giornalista continuò la sua serie di domande

-Si certo, siamo grandi amici, ci vediamo spesso. Specialmente io e Chaz che senza saperlo ci siamo trovati vicini di casa-

-Si infatti, io e Mike siamo rimasti scioccati quando ci siamo incontrati entrambi nello stesso palazzo.- e detto questo scoppiarono a ridere entrambi forse ricordando quel momento.

-Chaz è il tuo soprannome o un nome d'arte?- la giornalista, questa volta era rivolta a Chester.

-E' il nome con cui mi chiamano i miei amici più stretti sotto mia stessa richiesta.-

-Come mai tieni tanto a questo soprannome?-

-E' un po' lunga come storia- continuò con un tono vivace, forse più di prima.-Quando avevo più o meno 12 anni sono stato un po' di tempo in Italia a causa di un trasferimento di mio padre per lavoro.-

Sussultai a quelle parole, improvvisamente cominciò a ritornarmi tutto in mente.

-E in quel periodo conobbi una bambina che in seguito divenne la mia migliore amica. Avevamo poco meno di 5 anni di differenza di età però nonostante questo divenne una persona molto importante per me. La consideravo come una sorella ed è stato davvero un colpo quando tornai negli Stati Uniti. E ritornando al soprannome, “Chaz” era il modo in cui mi chiamava.-

Chaz, Chaz, Chaz, Chaz....nella mia mente continuava a ripetersi quel nome mentre ricordavo il bambino dai capelli a spazzola neri e con la mania degli occhiali da sole.

Saltai in piedi sul divano urlando:- MAMMA CHAZ E' DIVENTATO UNA CANTANTE FAMOSO!-

Mia madre corse preoccupata dalla cucina al salotto. Non le diedi neanche il tempo di parlare che gli presi il viso con una mano indirizzandola verso lo schermo a LED e indicandolo contemporaneamente.

-Mamma ti ricordi di Chester, il bambino inglese?! Guarda qua: è diventato un cantante famoso!-

La liberai dalla presa e il suo viso si aprì in un sorriso:- Certo che mi ricordo di lui. Ah quasi dimenticavo: ha telefonato stamattina per parlarti ma tu eri a scuola e così mi ha lasciato il suo numero di cellulare in modo che potessi richiamarlo.-

-COOOOOSA?! E ORA ME LO DICI!?- mia madre si mise a ridere, forse il tono che avevo usato sembrava quello di una bambina a cui era stato tolto l'uovo di Pasqua o il regalo di Natale.

-Dove hai messo il numero?- dissi cercando di trattenermi.

-E' proprio affianco al telefono-

Non le diedi tempo di dire altro perché ero corsa sparata verso il mobile con sopra il telefono e una volta afferrato il pezzetto di carta mi ero subito diretta verso le scale per salire in camera mia mentre pensavo di dovermi fare un nuovo abbonamento telefonico con almeno 400 minuti a settimana verso l'estero. Sul mio viso non potevate trovare altro che un sincero sorriso.

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Capitolo 2
*** Chat e preparativi ***


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Appena arrivata in camera chiusi la porta e mi lasciai cadere sul mio letto coperto solo dal lenzuolo blu scuro stellato. Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e una volta messa la password di sicurezza digitai velocemente il numero scritto sul pezzetto di carta. Premetti invio che lo avvicinai all'orecchio. Dopo circa un minuto i vari “biiip” si interruppero per dare spazio ad una voce assonata. Certo che è diventato proprio un dormiglione Chester!

-Hello?-

Non si era neanche accorto che il prefisso del numero era italiano e non americano.

- Lascia perdere l'inglese Chester! Sono Giada!-

-Giada?-parve pensarci su un attimo -Giada! Sei tu! Allora tua madre si è ricordata di darti il mio numero...-

Allora ricordava come si parla italiano! Mi stavo giusto chiedendo come aveva fatto mia madre a capirlo visto che lei non sa una virgola dell'inglese...

-Veramente se ne era dimenticata...le è tornato in mente solo dopo che le ho fatto vedere la tua intervista su MTV. E bravo Chaz! Sei diventato famoso!-

-Eh si...- la sua voce era tornata stanca dopo l'entusiasmo iniziale. Non mi feci problemi a dirglielo.

-Ma stavi dormendo? Non ti sei accorto che sono quasi le 14?-

-Forse da te sono le 14. Ti ricordo che c'è una differenza di orario tra l'Europa e l'America.-

Giustoooo! E' vero. C'è una differenza di circa 9 ore! Quindi se qui sono le 14...IN AMERICA SONO LE 5 DI NOTTE!

-Oddio, è vero, scusa!- il mio tono era seriamente dispiaciuto.

-Va be non preoccuparti, che ne dici se ci sentiamo da qualche oretta su Skipe? Così dormo per un'altro po' e poi ci vediamo pure...-

Ragionamento senza una piega.

-Si, va benissimo! Allora tra 2 ore su Skipe, intesi?-

-Cooooosa?! Non mi voglio alzare alle 7!-

-Ok, due ore e mezza, ultima offerta.-

-Solo perché sei tu...Buonanotte-

-Allora ci vediamo tra due ore e mezza. Ciaoooo.-

Ero troppo felice! E ora dovevo assolutamente cominciare a prepararmi! Dovevo essere al massimo della mia bellezza e due ore e mezza era anche poche! Non ci vedevamo da anni e volevo fare bella figura con lui!

Mentre mi lavavo i capelli cominciai a pensare. Io mi ero dimenticata di Chester, invece lui no, altrimenti come si sarebbe spiegata la tanta familiarità con cui mi parlava? E inoltre mi aveva anche citata in TV, anche se non ha detto il mio nome, ma, ehi, aveva pur sempre parlato di me ritenendomi la sua migliore amica! Poi come aveva fatto ad avere il numero di telefono di casa mia? Avevo cosi tante domande!

Mi asciugai i capelli rossi e li fermai all'indietro con una fascia per non sporcarli con la maschera per il viso. Nel frattempo la piastra si riscaldava. Passai così in bagno circa 2 ore. Mi ero truccata leggermente ed ora stavo accendendo il mio PC.

Gli mandai un messaggio col mio nickname su Skipe e dopo circa 5 minuti mi arriva una richiesta di chat...guardo il nickname: si, è proprio Chester.

Accetto e sullo schermo compare l'immagine di Chester.

-Ehi ciao!- sorride.

-Ciao Chaz!- sorrido anche io di rimando.

-Mamma mia come sei cresciuta!-

-Eh si, ho la bellezza di quasi 9 anni in più dall'ultima volta che ci siamo visti.- dico ovvia.

-Non sei l'unica a invecchiare, cara.-

-Ehi! Che vorresti insinuare!?- se fosse stato un altro ragazzo mi sarei arrabbiata sul serio, invece con lui non ci riesco, infatti il mio tono è falsamente offeso.

Lui ride di gusto e non posso far altro che pensare come sia bella e contagiosa la sua risata.

-Chester, volevo farti una domanda...-ero tornata seria -Io non mi ricordavo di te mentre tu mi hai addirittura citata in TV...e poi come hai fatto ad avere il mio numero di telefono?-

-Non ricordi proprio niente?!- era sorpreso.

Muovo la testa per dire no e aggiungo -Va be, ero piccola. Forse per questo non mi ricordo.-

-Ok, allora ci penso io a rinfrescarti la memoria...quando ero in Italia ti parlavo sempre del mio sogno di diventare un cantante famoso e tu dicevi sempre che mi avresti seguito e che avresti visto tutti i miei concerti. Così prima di partire ti promisi che una volta famoso di avrei ricontattato e portata con me.- fece una pausa- Non ho fatto altro che mantenere la mia promessa.-

Gli sorrisi sincera. Ci teneva davvero tanto a me.

-Per la questione del numero, ho cercato sulle vecchie rubriche di mio padre e, indovina un po', il numero di casa tua era tra le prime pagine.-

-Che colpo di fortuna, eh.-

-Si infatti, cambiando discorso...ormai la scuola è finita giusto?-

-Giustissimo.-

-Bene, allora perché non vieni qui in America per l'estate? Così passiamo un po' di tempo insieme e ti faccio conoscere tutta la band al completo. Che ne dici?-

Non riuscivo a crederci.

-Che ne penso?! E me ho chiedi anche?! Certo che si! Aspetta un attimo.-

Mi allontanai dal PC e mi sporsi dalla porta urlando: MAMMA, PAPA'! CHESTER MI HA INVITATO A PASSARE L'ESTATE IN AMERICA CON LUI E I LINKIN PARK...POSSO ANDARE???-

Ovviamente mi avrebbero detto di si! E' da quando cominciai a studiare l'inglese che gli chiedevo ogni giorno di andare in America o Inghilterra e ora avevo anche una ragione in più per andare.

Dal piano di sotto mi raggiunse la voce di mio padre:- Va bene, ma solo perché hai avuto un ottima pagella!-

Esultai e gli urlai un “grazie” e un “vi voglio troppo bene”. I miei genitori infatti, per quanto potevano essere possessivi con me, sui regali di promozione scolastica non scherzavano affatto.

Ritornai al PC e feci segno di si con la testa a Chester.

-Benissimo allora ti prenoto un volo per Los Angeles per dopodomani, ok?-

-Fantastico, non vedo l'ora di venire li e di rivederti.-

-Lo stesso anche per me. Scusa ora devo chiudere...si stanno svegliando Mike e Rob.-

-Va bene, ci sentiamo più tardi per telefono?-

-Certo, ti chiamo io-

-Ok, ci sentiamo dopo.-

-Ciaoo-

Stavo per chiudere la schermata quando Chaz mi richiama:

-Ehi Giada, volevo soltanto dirti: cerca di urlare un po' meno...prima mi stavi rompendo i timpani.-

-Certo, certo- rispondo tra il seccato e il divertito.

Ci salutiamo e spengo il PC.

Scendo per le scale e trovo i miei genitori sul sofà.

-Chester mi prenota il volo per Los Angeles per dopodomani.- lo dico con tranquillità, tanto mi hanno già detto si.

-Già dopodomani?!- mamma come al solito ha sempre da ridire.

-Perché? Non va bene?-

-No, per niente!- credo abbia notato la mia espressione confusa e così si spiega meglio- come farai a preparare le valigie in così poco tempo?!- la guardo con una faccia tipo “ma sei seria?” e aggiungo:

-Si mamma, non sono come te che ci metti una settimana per fare una valigia.-

Mi guarda con la faccia fintamente offesa, in fondo lo sa che ho ragione...

-Dove sono il mio trolley e il mio borsone?-

-Sono sull'armadio nel ripostiglio.- mio padre di alza dal divano – andiamo che ti aiuto a prenderle.-

Sorrido felice e comincio a farmi la lista mentale di tutti i vestiti che dovrò portarmi. Con un calcolo veloce mi rendo conto di dovermi portare tutto l'armadio...dopotutto resterò un'estate intera in America e non posso certo accontentarmi di una decina di completi!

Afflitta, mi rendo conto che il trolley e il borsone non basteranno..stessa cosa avrà pensato mia madre, infatti prima che possa uscire dal salotto mi dice di prendere anche un'altra valigia delle sue.

Come mi conosce bene la mia mammina.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Avevo passato l'intero giorno seguente a riempire le mie valigie. Avevo messo tutti i miei completi estivi (formati prevalentemente da degli shorts di jeans e una maglietta a mezze maniche o un top a varie fantasie), qualche pantalone lungo e 3 paia di scarpe Nike e, ognuna chiusa accuratamente in una busta a parte. Nel borsone invece misi varie cose per l'igiene personale: cambi, il trucco, lo spazzolino, la piastra e tante altre cose... Aggiunsi anche un altra piccola borsetta per gli accessori del cellulare che probabilmente avrei usato durante il viaggio per passare un po' il tempo.

Arrivò presto la sera e cercai di andare a dormire presto visto che il volo era già alle 7. Faticai a prendere sonno ma alla fine, verso le 23 riuscii a cadere tra le braccia di Morfeo con pensiero fisso di Chester.

***

Mi svegliai verso le 5 ancora prima che suonasse la sveglia. Strano, di solito aspettavo prima che suonasse per almeno 3 volte e poi mi alzavo. Mi lavai velocemente in bagno e indossai un semplice jeans scuro e una t-shirt grigia per poi finire con delle Converse nere alte e col tacco interno per sembrare un po' più alta del mio quasi metro e 55. I miei genitori mi accompagnarono all'aereoporto e, dopo vari abbracci e saluti, salii sull'aereo diretto a Los Angeles. Il volo durò circa 10 ore e arrivai alle 17 anche se queste, in America, erano circa le 8. Scesa dall'aereo mi guardai intorno spaesata nel grande ambiente completamente pitturato di bianco alla ricerca di Chester, il quale doveva aspettarmi vicino il passaggio che avevo appena attraversato. La prima cosa che notai fu la grande quantità di gente presente. Sarebbe stato impossibile trovarlo in mezzo ad un tale affollamento. Già stavo cominciando a scoraggiarmi quando mi sentii poggiare una mano sulla spalla. Ero già pronta a tirare una borsata all'uomo ma quando andai a girarmi non trovai nulla se non il viso di Chester che mi sorrideva. Non passò neanche un secondo che mollai le valigie che mi ero trascinata fino ad ora e mi lanciai tra le sue braccia al grido di “CHESTER!”.

-Sshhhhhhh non urlare! Non vorrei essere assalito dai fan!- per poi aggiungere sotto voce un “come se non mi avessero già notato abbastanza”.

Non ascoltai neanche le sue parole e continuai ad abbracciarlo forte. A causa della differenza di altezza potei solo poggiare la testa sul suo petto. Però lui mi spostò le braccia dai fianchi a sotto il sedere. Stavo giusto per chiedergli cosa cavolo stesse facendo che mi sentii sollevata senza il alcuno sforzo da parte sua. Gli spostai le braccia al collo e gli diedi un leggero bacio sulla guancia.

-Mi sei mancata tantissimo.-

-Anche tu.- non riuscivo a dire altro per la grande felicità.

Restammo così ancora per qualche secondo poi mi mise giù e mi aiutò a portare le valigie fino alla sua auto parcheggiata proprio fuori il grande edificio. Mi sedetti al posto del passeggero avanti e non appena salì anche lui in auto gli chiesi:

-Allora...dove abiti? Il tuo appartamento è vicino?- mi guardò stranito.

-Appartamento?-

-Si, il tuo appartamento! Nell'intervista hai detto che vivevi in un palazzo insieme all'altro componente della tua band...Mike, mi sembra.-

-Ah si!- parve risvegliarsi -Comunque non abito più lì. Avevamo preso quelle case in affitto provvisoriamente, solo per incidere il disco. Poi però abbiamo deciso di trasferirci completamente qui e così abbiamo comprato una villa, si trova un po' in periferia ma abbiamo tutto ciò che ci serve. Viviamo tutti li.-

I miei occhi brillarono. Una Villa!? Fantastico!

-Avete anche la piscina?- chiesi speranzosa.

-E lo chiedi pure? Ovvio che abbiamo la piscina!-

-EVVAI!!!- esultai lanciando le braccia in alto.

Non ci volle molto tempo ad arrivare.

Quando scesi dall'auto non potevo credere a ciò che c'era davanti a me. Una villa gigante bianca di due piani più la soffitta che ricopriva metà costruzione, l'altra metà era occupata da un grande terrazzo. Abbassai lo sguardo sul giardino ritrovandomi un esplosione di verde sul terreno. Il viale era interamente ricoperta da erba verde e ben curata, l'unica parte cementata era una piccola stradina che permetteva di giungere alla casa senza calpestare il prato. Al lato della costruzione vidi la piscina: grande, quadrata e dal fondo ricoperto di mattonelle turchesi. Proprio come piace a me.

Devo essermi imbambolata davanti a quella villa perché sentii la voce di Chester che mi chiamava:

-Ehiiiii! Terra chiama Giada. Ci sei?-

-Ehm...sisi! Cosa c'è?- parlai come risvegliata da un sogno.

-Beh...queste valigie pesano molto e se mi potresti dare un aiutino...-

-Oh sisi certo, scusa.- presi il borsone e me lo misi in spalla mentre lui portava con una mano il trolley e con l'altra la valigia che mia madre mi aveva prestato.

-Ma che ti sei portata?!-

-Tutto ciò che potrà servirmi.- risposi ovvia.

-Certo certo...-

Nel frattempo eravamo arrivati alla porta e Chester stava aprendo la porta con le chiavi.

Appena entrati si sentì una voce:

-Ehi Chester, is there your friend too?- la voce si stava lentamente facendo sempre più forte e si sentiva il rumore di tanti passi.

-Yes, she is here.- un momento dopo il ragazzo che avevo visto in TV comparve dalle scale e si avvicinò a me porgendomi la mano.

-Ciao, io sono Mike.- parlava in italiano e me ne meravigliai.

-Piacere, Giada. Se ti dà fastidio posso parlare io in inglese...non ci sono problemi.- cercai di dimostrarmi il più disponibile possibile.

-Nono, non preoccuparti. Chester ha insistito così tanto che imparassimo l'italiano e ormai lo conosciamo tutti benissimo.- disse sorridendo e guardando il ragazzo al mio fianco.

Nel frattempo erano arrivati davanti la porta anche gli altri e a turno si stavano presentando: Brad (il chitarrista), Phoenix (il bassista), Rob (il batterista) e Joe (il DJ).

Poi Chaz e Mike mi fecero fare il giro della casa.

Era enorme! Tutte le pareti pitturate di bianco e altri colori tempera, il pavimento era completamente fatto di parquet. L'arredamento si atteneva alle varie sfumature di marrone.

 

Poi Mike mi portò a vedere la mia camera mentre Chester andava a prendere le valigie al piano di sotto: era bellissima! Pareti lilla e bianche, pavimento a specchio, letto matrimoniale bianco lucido e viola e tutti gli altri mobili abbinati.

-Allora...ti piace?-

-Scherzi!? E' bellissima.-

Lo sentii sussurare qualcosa che però non capii.

-Cosa? Non ho capito.-

-Nono niente...parlavo tra me e me.- sembrava abbastanza preso in contropiede ma cercai di non farci caso.

 

Pov Mike

-Scherzi!? E' bellissima.-

-Non quanto te.- lo sussurai appena in modo che non potesse sentirmi ma evidentemente non ci riuscii perché si girò di scatto a chiedermi cosa avessi detto.

-Nono niente...parlavo tra me e me.- il cuore batteva all'impazzata. Speravo davvero che non avesse capito.

A interrompere quel momento imbarazzante fu Chester che entrò in stanza con le valigie di Giada in mano chiedendole se le piacesse.

-Certo che mi piace! Una domanda: chi è stato ad arredare la casa? Da quanto ne so i ragazzi non se ne intendono molto di abbinamenti e moda..- poi rise.

-Allora sapevi male. Abbiamo arredato noi la casa interamente.- si atteggiò come al solito.

Di risposta la ragazza gli diede un leggero buffetto dietro la testa. Non potei non ridere a quella scena. Certo che è strano: come fanno 2 persone a rincontrarsi dopo così tanto tempo ed avere tanta familiarità tra di loro?. Credo che solo che vive queste vicende lo sappia.

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Capitolo 4
*** Lasagneeee ***


Dopo qualche altra chiacchiera Mike e Chester uscirono da quel paradiso che per i prossimi tre mesi sarebbe stata la mia stanza. Erano circa le 11 e decisi di svuotare e sistemare un po' le valigie. Spalancai l'armadio e i cassetti e cominciai a infilare uno ad uno tutti i vestiti tra trolley e borsone. Non arrivai neanche a metà che la voglia di riordinare andò subito a farsi benedire. Presi il primo cambio che mi capitava a tiro e mi chiusi nel bagno annesso alla mia camera. Restai a mollo circondata dalla schiuma per non so quanto tempo giocando come una bambina piccola e facendo bolle di sapone unendo il pollice e l'indice della mano a cerchio e soffiandoci dentro. 

Quando mi fui rilassata abbastanza uscì dalla vasca e infilai l'intimo e una semplice canotta blu. Ritornando in stanza, intenta a strizzarmi i capelli con un asciugamano, non mi accorsi della valigia aperta lasciata in mezzo al pavimento e, indovina, ci inciampai e caddi. 

-Ahi!!- mi lasciai scappare e passato il primo momento di dolore mi misi a sedere sul pavimento massaggiandomi la testa.
Dopo qualche secondo si aprì di scatto la porta mostrando un Mike preoccupato dagli occhi grandi e la bocca semiaperta.

-Ehi! Tutto bene? Ti sei fatta male?-
-No, non preoccuparti. Sto bene.- dissi sorridendo mentre mi alzavo da terra per non farlo preoccupare ancora di più.
-Mi capita spesso a causa del mio disordine e mi ci sono abituata.- dissi ridendo di me stessa.

-Ah, va be se è così.- disse calmandosi e ridendo anche lui.

Solo in quel momento mi ricordai che ero coperta solo da una leggera canotta e il rossore che stava comparendo sul viso che cantante era segno che se ne era accorto anche lui. 

-Ehm...scusa se te lo chiedo ma puoi uscire un attimo?- dissi mentre le spingevo già fuori dalla porta senza dargli neanche il tempo di rispondere e chiudendo di botto la porta.

-E CHE DIAMINE! CI MANCAVA LA FIGURA DI MERDA GIORNALIERA!- esclamai arrabbiata cercando un paio di pantaloncini o qualsiasi altra cosa per coprirmi.


Pov Mike

Giada mi aveva appena spinto fuori dalla sua camera quando sentii proprio da dietro la porta la sua voce in collera.

-E CHE DIAMINE! CI MANCAVA LA FIGURA DI MERDA GIORNALIERA!-

Beh, la capisco...sarei dovuto uscire subito e invece ero rimasto li come un pesce lesso a guardarla mentre sentivo il viso andare a fuoco. -"Che idiota che sono."- pensai mentre mi davo uno schiaffo in fronte. E credo che quello stesso schiaffo mi abbia fatto ricordare del perché ero venuta a chiamarla. Bussai alla sua porta aspettando e dopo poco la porta mi aprì un po' mostrando solo quei 4-5 centimetri del corpo di Giada. Poi aprì completamente.

-Ah Mike, dimmi tutto.- disse lei mettendo le braccia dietro la schiena cercando di far finta che non fosse successo niente.

-Ti volevo dire che Chester ha finito di cucinare ed è tutto porto a tavola.- dissi facendo finta di niente anch'io.

-Eh? Di cucinare? Perché che ore sono?- disse incredula per poi rientrare in stanza e prendere il cellulare. Dopo poco però si dirò verso di me.
-Ehm...Mike mi potresti dire tu che ore sono? Io porto ancora l'orario italiano.- disse mostrandomi lo schermo dello smartphone.
-Sono le 13 e 30 passate.- dissi guardo a mia volta lo schermo del mio.

-Ok, adesso che ci ripenso ho una certa fame.- disse superandomi e arrivando all'inizio delle scale per poi girarsi verso di me. -Ehi, che fai? Non vieni?-

-Eh? Sisi eccomi.- dissi raggiungendola dalla porta della sua stanza dove mi ero fermato.

-Non sapevo che Chester sapesse cucinare. Cosa ha preparato di buono?- mi chiese mentre scendevamo le scale.

-Ha detto di volerci far assaggiare qualcosa tipico dell'Italia e ha preparato le lasache...lasate o qualcosa del genere.-  risposi cercando di ricordarmi il nome di quel piatto senza riuscirci.

-Ah! Le lasagne vuoi dire!-
-Ah sisi! Quelle!-

Andammo in cucina e io mi sedetti a tavola insieme a Rob, Brad, Dave e a Joe che già era pronto assaggiare in nuovo piatto con tanto di coltello e forchetta serrate nelle mani. Giada invece andò da Chester abbracciandolo da dietro.

-Ehi ti aiuto?-
-No è già tutto pronto.- disse girandosi e sorridendole -devo solo prenderle dal forno.-
-Va bene- poi venne sa sedersi a tavola tra Joe e il posto vuoto di Chester, proprio di fronte a me. Mi sorrise non appena alzò lo sguardo.

-Ragazzi e ragazze pronti a nominarmi il miglior cuoco di tutto il mondo?- ecco Chester con le sue solite manie di grandezza. -Io si!- rispose immediatamente Joe. Non nego che il biondo qui affianco a me sia veramente bravo ai fornelli ma la verità è che il nostro DJ mangerebbe di tutto e classificare quel tutto come "il miglior cibo del mondo".

Appena Chester poggiò la tegame ripieno di lasagne si alzò un coro di applausi e lui col grembiulino da donna di casa cominciò a inchinarsi continuamente dicendo cose del tipo : "Grazie, grazie. Sento il vostro calor*". E tra le risate generali cominciammo finalmente a mangiare per la gioia di Joe.

.....

Ok...forse dovremmo davvero nominare Chester miglior cuoco del mondo visto che io e tutti i miei compagni abbiamo chiesto il bis (e se fosse rimasto ancora un po' di lasagne anche il tris). Ci eravamo tutti buttati a peso morto sul divano con la pancia che minacciava di scoppiare. Solo Giada sembrava non averne sofferto e, forse vedendo le nostre condizioni, si era offerta di lavare i piatti. 

-Ma come fai a non sentirti gonfia come un pallone?- Dave si rivolgeva a Giada intenta a pulire i piatti.

-Beh, come prima cosa non ho fatto il bis come voi sei. Secondo: a casa mia si cucinano lasagne almeno una volta a settimana.- rispose ridacchiando.

Vidi gli occhi di Joe illuminarsi e immaginai che stesse per sparare qualcosa del tipo...

-Posso trasferirmi da te?- Joe aveva anticipato i miei pensieri e tutti ci mettemmo a ridere ma con la pancia piena anche ridere faceva male e le risate durarono poco.

Continuammo a chiacchierare così, noi distesi sul divano neanche fossimo mezzi morti e Giada che finiva di pulire la cucina. Varie volte le chiesi se volesse aiuto ma lei rifiutava sempre dicendo che così avrebbe anche un po' smaltito il pranzo. Ci disse che lei abitava a Roma, vicino una piazza che mi pare si chiami "Piazza di Spagna" ma non ne sono tanto sicuro visto il gran numero di posti che aveva citato. Poi, rispondendo a Chester, disse che frequentava il quarto anno di liceo scientifico cavandosela piuttosto bene, infatti il permesso di passare la vacanza qui da noi gli era stato concesso proprio come regalo per la promozione.

Quando ci raggiunse sedendosi in orizzontale sulla poltrona ci scambiammo i numeri di cellulare e cominciammo a scherzare un po' su whatsapp mandandoci messaggi nonostante fossimo a circa un metro di distanza. Dopo poco però sentii Brad, seduto accanto a me, che mi dava una leggera gomitata per svegliarmi dallo schermo del mio cellulare. Alzai lo sguardo e lui mi indicò la poltrona dove c'era la nostra ospite. Non capii finché, seguendo il suo dito, la vidi addormentata raggomitolata su se stessa. 

-Credo sia normale...se contiamo le dieci ore di viaggio più le sette ore qui si può dire che abbia passato quasi un intera giornata sveglia.- Chester si alzò avvicinandosi a lei, la prese in braccio a mo di sposa e si avviò di sopra per portarla in camera. Dopo poco infatti tornò giù sedendosi sulla poltrona. Ma non passò neanche un minuto di silenzio che fece una proposta molto allettante a tutti.

-Perché non facciamo un pisolino anche noi?-

E proprio come succede nei film tutti acconsentono e si alzano di scatto per dirigersi nella propria stanza. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 + avviso ***


POV Giada

Aprii lentamente gli occhi. Sentivo la testa ancora pesante e “poco connessa” tipico di quando mi sveglio. Mi misi lentamente a sedere guardando la luce filtrare dalle tapparelle della finestra. Ma che ore sono? L'orologio dice le 10:03. Vabbè...mi sa che è ero di alzarsi. Mi do una veloce lavata in bagno e mi cambio. Il mio cervello comincio a connettere. E' strano quanto il sonno di annebbi la mente. Tipo, solo ora ricordo che non sono a casa mia ma tutt'altra parte. America, Los Angeles, villa di Chester e Linkin Park. Eh già, penso proprio che sarà una bellissima estate qui. Anche se non l'unica ragazza in una casa di 6 ragazzi mi sento completamente a mio agio. Sono tutti gentili e simpatici.

Comincio a sentire un po' di confusione al piano di sotto. Apro la porta e vengo investita da musica rock, tonfi e voci divertite. Scendo velocemente le scale e indovinate che trovo? Ci sono Mike, Chester, Brad e Rob che si scatenano davanti al televisore giocando a Guitar Hero. Joe e Dave sono più in la seduti a tavola che sgranocchiano qualche biscotto e portano il ritmo con la testa. Vedo Chester e Mike saltare sul divano e usarlo come un trampolino mentre cantano con tutta la forza e la passione che hanno in corpo. Si vede chiaramente che si stanno divertendo. La canzone finisce e mentre i due scendono dal divano con un salto io batto le mani. Solo ora si accorgono della mia presenza e si voltano.

-Ehi! Pazzi scatenati.-li saluto scherzando.

-Ehi! Dormito bene?- mi chiede Chester.

-Benissimo.- poi mi giro verso il televisore e lo indico -Era “One Step Closer”, giusto?-

-Si, conosci già le nostre canzoni?- stavolta parla Joe sorpreso.

-Certo! Venivo a conoscere i Linkin Park senza conoscere le loro canzoni secondo voi?- poi mi avvicino a Chester e gli prendo il controller dalle mani. -Le so tutte a memoria. La mia preferita è “A place for my head”. Per caso c'è?-

-Sisi, eccola- e Mike imposta la canzone.

-Vuoi provare a cantarla?- mi guarda Chester assumendo una posizione da sbruffone.

-E perchè no?- lo sfido -Dai Mike facciamo vedere a Chester chi siamo!- e attivo la canzone che subito parte.

Comincia a rappare Mike e subito dopo io comincio con il ritornello. Ovviamente non ho la stessa tono di Chester e la mia voce da una piega più dolce, diciamo così, alla canzone. Arriviamo alla parte del “Go away” ma ci ho provato a casa e per quanto possa sforzarmi, lo scream come Chester, non mi riesce e così veloce mi avvicino a lui e cantiamo insieme. Lui i toni alti e io i bassi. Devo dire che non ce la caviamo tanto male. Continuiamo così per tutto il resto della canzone e infine Mike conclude la canzone.

-Evvai! Grande!- mi batte il cinque Brad.

-Ehi Chester!- lo richiama Dave -Mi sa che in futuro hai buone possibilità di essere sostituito!- finisce Joe la frase e scoppia a ridere. Vedo Chester farsi tutto rosso.

-Eddai! Non fare così, stanno solo scherzando!- mi metto davanti a lui -Come potrei sostituirti, tu che sei il più grande cantante di heavy metal e alternative rock?- gli prendo le guance magre tra le dita e gli giro la testa di qua e di la leggermente come si fa con i bambini. E ridiamo tutti quanti.

-BENE! Ora che vi siete sfogati facciamo colazione!- esclama Joe sorridente.

 

Angolo dell'autrice

 

Scusate infinitamente per questo ritardo! Inizialmente ci tenevo tantissimo a questa storia ma poi mi sono persa per la strada. Ho tralasciato questa ff e ultimamente mi concentro solo sull'altra mia fanfiction “Resta qui...” su Chester e Talinda. Ora me ne esco con questo piccolo capitolo ma non so se riuscirò a continuarla. Ogni giorno guardo su Internet foto di Chester e Talinda e Mike e Anna e intaccare anche solo nella mia immaginazione queste coppie perfette mi fa sentire male. Mi convinco sempre di più che è meglio la realtà che questa mia piccola immaginazione XD. Spero che tutti riusciate a scusarmi se non aggiornerò. Magari, finiti gli impegni di scuola e avviata per bene “Resta qui...” cercherò di rivedere questa fanfiction modificandone la trama o gli eventi dato che il mio progetto iniziale non mi soddisfa più di tanto. Vi chiedo ancora scusa, a tutti coloro che hanno seguito questa breve storia che ha, diciamo un futuro incerto XD , a coloro che hanno recensito o anche solo letto. Grazie a tutti.
A presto
Giada00

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