The Memory of Trees di October (/viewuser.php?uid=55622)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In città (contiene Prefazione e Intro) ***
Capitolo 2: *** Secrets (Segreti) ***
Capitolo 3: *** I veri sentimenti tornano sempre ***
Capitolo 4: *** Our Farewell - L'ultimo addio ***
Capitolo 5: *** Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Prove ***
Capitolo 1 *** In città (contiene Prefazione e Intro) ***
PREFAZIONE
Questa storia ha come protagonisti personaggi elaborati
dall’Autrice. Ogni riferimento ad altri caratteri non viventi
è puramente casuale.
I personaggi dell’anime e manga Naruto pertanto non le
appartengono e questa fan fiction non è stata scritta a
scopi di lucro.
Saranno presenti nella fanfic testi di canzoni (riconoscibili grazie
alla scrittura centrata) non scritti personalmente
dall’Autrice. Inoltre non compare citazione degli autori
sotto tali testi, la stessa Autrice non ne ha fatto uso per non
togliere l’effetto sorpresa; per questo ci tiene a precisare
qui che tutti questi senza citazioni sono originariamente scritti ed
arrangiati dalla band olandese Within Temptation.
A fine capitolo, vengono scritti i titoli delle canzoni dei Within
Temptation citate, con relativo album di provenienza, per garantire
maggior reperibilità al lettore.
Altri titoli di canzoni o altre “lyrics” non
appartenenti a questo gruppo musicale portano fedele citazione
dell’artista o degli artisti che ne posseggono i diritti
d’autore; talvolta viene citato anche l’album di
appartenenza, sempre per maggiore reperibilità.
Sono presenti anche talvolta poesie (sempre riconoscibili grazie alla
scrittura centrata e all’uso del corsivo) scritte da Gertie,
la quale mi ha ceduto i diritti d’autore.
I lettori sono dunque invitati ad ascoltare le canzoni proposte nel
momento in cui leggono il titolo, per entrare e capire meglio la trama
della storia. Inoltre questa azione potrà dare forti
emozioni al lettore per l’attinenza con la vicenda del
momento e l’energia che può evocare la suddetta
canzone, se ascoltata attentamente; ma nulla è obbligatorio.
Buona lettura,
La
sottoscritta
Autrice
October
INTRO:
If I tell you
Will you listen?
Will you stay?
Will you be here forever?
Never go away?
Never thought things would change
Hold me tight
Please don’t say again
That you have to go
A bitter thought
I had it all
But I just let it go
Hold your silence
It’s so violent
Since you’re gone
All my thoughts are with you
together,
Until the day we’ll be
back together
I will be waiting for you.
If I had told you
You would have listened
You had stayed
You would be here forever
Never went away.
It would never have been the same
All our time
Would have been in vain
Cause you had to go.
The sweetest thought
I had it all
Cause I did let you go
All our moments
Keep me warm
When you’re gone
All my thoughts are with you
forever,
Until the day will be back
together
I will be waiting for you.
*Bittersweet,
Mother Earth (2000), Within Temptation
*****
“Ahiaaa! Uffa,
stavolta mi è venuto proprio un bel bernoccolo…
Dici che mi daranno i punti all’ospedale, Kim?”
“Maddai,
Phoebe, figurati… Non si vede niente! Comunque, cara la mia
socia, sei proprio spacciata. Come farai a vincere il torneo di
pallavolo del liceo se non riesci a parare nemmeno una mia
schiacciata?”
Il sole illuminava e
riscaldava anche un po’ troppo quel rosso campo da pallavolo.
La ragazza dall’altra parte della rete,
‘Kim’, si stava come al solito preoccupando per la
sorte della sua amica. Lei proprio non riusciva a pararle, le
schiacciate! Ma era sicura che presto avrebbe imparato, in un modo o
nell’altro.
“E’
questo il punto, Kimi! Era la tua
schiacciata! Tu sei troppo brava per allenarmi! Hai vinto una marea di
partite!” rispose per tutto punto l’amica ululando
e Kimberly si sentì avvampare per i complimenti.
“Ma
và, io non sono così brava… E tu hai
ancora un mese e mezzo per allenarti, il torneo inizierà
solo a settembre! Non scoraggiarti proprio ora!” ^^
“Sei sempre
così gentile!” E Kimberly riusciva chiaramente a
vedere la sincerità negli occhi blu mare di Phoebe. Il suo
cuore fece un tuffo nella tenerezza e nell’immenso bene che
provava per lei.
“Ma
figurati! Ti aiuto perché ti voglio bene! Sennò
che razza di socia sarei?” disse, facendole
l’occhiolino.
Le due amiche si
fecero delle belle risate prima di continuare l'allenamento.
***
“Un gelato
al pistacchio, grazie! E tu che cosa prendi, Sidney?”
“Mmh…
nocciola e limone… Grazie mille! Tenga pure il
resto!”
“Come mai
così allegra oggi, Sid? Mi devo preoccupare??”
“Ma
và! È solo che… forse sto davvero
cominciando a dimenticare quel cretino di Laurence.”
“Wow…
insomma, cara la mia Sidney, fai progressi! Io e Evie te
l’abbiamo sempre detto che era un deficiente…
Almeno adesso l’hai ufficialmente riconosciuto!” ^^
Le due amiche uscirono
dalla piccola gelateria nel centro della cittadina illuminata da un
sole afoso e s’incamminarono per il parchetto verde situato
davanti alla scuola di danza di Elena.
“Lena!!!”
fece Sidney facendo cadere metà del suo gelato sul
marciapiede.
“Uh!
Madò, mi hai fatto spaventare! Che succede, hai visto un
fantasma?”
“Peggio,
Ele, ho visto Ashley! Eccola lì!” disse indicando
il negozio Dolce & Gabbana situato lì di fianco.
“Aaah!
Quell’odiosa che se la tira della mia compagna di classe!
Spero che un giorno io e Eve avremo la nostra
vendetta…”
“Dio, mi
sembri Sasuke Uchiha…”
“Chi,
scusa?”
“Niente,
è un personaggio del mio anime e manga preferito…
sai, Naruto…?”
“Sì
sì, Evie giusto ieri me ne parlava, mi ha detto che
all’ultima puntata della prima serie ha pianto come una
fontana… Anche a lei piace, ma io non l’ho mai
visto!”
“Beh,
faresti meglio a cominciare, ragazza mia, è
spassosissimo…”
“Umpf, se lo
dici tu…”
All’improvviso,
una musica dance cominciò ad echeggiare ad alto volume
nell’aria.
Ele: “O
cavolo questo deve essere il mio cellulare…”
Sid: “Ah
ah” fece continuando a mangiare quello che era rimasto del
suo gelato alla nocciola, “non l’avrei mai
detto… dalla musica, sai…”
Ele: “Lo sai
che faccio danza modern… devo adeguarmi alle esigenze del
mio istruttore di ballo! … Pronto! Oh, ciao papi!
… No, stasera Sidney ed io andiamo a cena da Evelyn, ha
detto che ci deve dare una notizia importante…
…Ma no, papà, non è mica
incinta!!” disse Elena con una faccia alquanto preoccupata e
schifata rivolta a Sidney, “a dopo, ciao!”
Sid: “No
comment.” =_=”
Le due amiche si
abbandonarono su una panchina di legno all’ombra di una
grande quercia, per rilassarsi e prendersi un po’ di fresco
in quella dolce calma delle vacanze estive. Dolce calma. Si sa che la
dolce calma dura sempre poco.
***
… *batteria che
strimpella in sottofondo* …
“Ehi
Bry, questo pezzo che hai scritto è davvero
favoloso!” Il ragazzo era talmente entusiasta che per poco
nell’agitarsi non faceva cadere i suoi occhiali.
“Lampi di
genio, Ian!”
“Ma se per
tutto l’anno non sei riuscito a scrivere nulla che poteva
competere con una canzone di Paris Hilton!”
“Uffa…
sempre a rinfacciarmelo… Guarda che durante l’anno
scolastico ho studiato
tanto, eh! E all’ITIS non abbiamo musica nelle
materie di routine… Beato te che fai il liceo
musicale…”
“Eh
sì, mio caro Brian, sì sa che sono un piccolo
genietto quando si tratta di pentagramma e note…”
“MA TE LA
TIRI SEMPRE TE, EH, IAN??”
“ *.* solo
ora… ^^ ”
“Sei senza
speranze… Ma te li ricordi quei bei tempi, quando eravamo in
classe insieme? Quando eravamo piccoli?”
“Già…
ci siamo divertiti un mondo… Tu hai più sentito i
nostri vecchi amici, Bry?”
“Ho avuto
notizie di Susan, sai… era già carina, ma ora
è diventata proprio la cosiddetta ‘amica di
tutti’!”
“Sinceramente
non me ne stupisco… non so come faceva a piacerti una
ragazza così stupida e immatura…”
“Cambiando
discorso, ho sentito Samuel… è diventato davvero
insopportabile… pensa di essere il migliore del
mondo… ricorda vagamente un Uchiha… Io penso
Itachi, ma se fosse stata qui Evelyn avrebbe detto che sarebbe
assomigliato a Sasuke!”
“Già,
era risaputo che avevano una bella tresca… Ma lui giocava
con lei; mi sembravano proprio Sasuke e Sakura! Lei però non
voleva solo giocare… Così Sam le ha trafitto il
cuore con mille kunai…”
“Eh
già! Ma oggi facciamo i paragoni solo con i personaggi di
Naruto? ^^ A proposito di Evie, non l’hai più
sentita?”
“Chi, quella
matta? No, e sinceramente mi dispiace… eravamo un bel
gruppo, ma ora… Dopo quello che ha passato per Sam, non ho
più avuto il coraggio di chiamarla.”
……………
“Sai che
facciamo, Ian? Domani dopo le prove proviamo a chiamarla! Ma magari
dopo tutto questo tempo ha cambiato numero di
telefono…”
“Proviamoci
almeno… Va bene, ci vediamo domani allora… Ciao
Brian!”
Il ragazzo occhialuto
percorse con passo veloce che permettevano tranquillamente le sue gambe
come aste, uscendo dal cancello in ferro battuto, e dirigendosi alla
sua villa poco distante. Intanto Brian, il ragazzo biondo, smontava e
riponeva la sua grancassa nel grande scatolone utilizzato nel trasloco
di poche settimane prima.
***
‘Io credo in me, nel
cuore mio… Il sogno mio realizzerò, tu ci puoi
scommettere… Un ninja anch’io
diventerò, che di amici non ne ho…’
stava canticchiando la vocina stridula da cartone animato di Kimberly.
“Ma cosa
succede??? Da dove viene questa orribile musica?”
“Primo,
mamma: non è orribile. Secondo: è la suoneria del
mio cellulare, me l’ha passata Kimi in uno dei suoi tanti
momenti di follia. …Pronto?” rispose Evelyn
rivolta all’interlocutore. La madre si limitò ad
andarsene con espressione esasperata.
“Pronto,
ciao Evelyn, sono Thomas…”
“Tom!
Ciao… scusa è che pensavo fosse Elena…
Tutto a posto?”
“Sì
sì grazie… Senti posso chiederti un favore
megagalattico?”
“Certo,
spara pure.” ^^
“Sono appena
tornato dalle vacanze e il prof. di latino si è dimenticato
di passarmi le versioni da fare per settembre… Non
è che tu le hai?”
“Oh
sì certo, le ho. Senti, puoi passare tu a casa mia che
io… mi sa che non posso uscire…” disse
guardando sua madre con fare alquanto preoccupato dato che
l’altra la ricambiava con sguardo minaccioso.
“Grazie
mille Evie! Però dimmi dove abiti, io non sono mai stato a
casa tua!”
“Okay,
certamente…”
********************************************************************
Ecco fatto, il primissimo
capitolo... So che non si capisce molto, ma aspettate il secondo (che
è troppo esilarante!) e saprete di più sui nostri
eroi! Vi prego, se almeno vi interessa minimamente, non mollate ora! E
recensite, ho sempre bisogno di consigli e critiche,
Baci dalla vostra
October
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Capitolo 2 *** Secrets (Segreti) ***
Grazie
intanto per le vostre recensioni!
Littlemoonstar: se ti piacciono i Within (e se continuerai a leggere)
avrai delle belle sorprese presto...
Lady Gaara: spero che ti piaccia veramente! Eccoti accontentata,
secondo capitolo... ^^ lo posto subito perchè parto per le
vacanze e per un po' non ci sarò. PS *ç* Gaa...
leggi leggi cosa succede ad Evelyn in questo capitolo *.*
SECRETS (Segreti)
Dlin
dlon…
Evelyn appena si
avvicinò alla porta vide un ragazzo non troppo alto dai
folti capelli corvini e si trovò davanti a due occhi
profondi color nocciola.
“Ciao Tom!
Vieni pure… vuoi qualcosa da bere?”
“Oh, beh, un
bicchiere d’acqua mi piacerebbe…”
“Certo,
arrivo subito! Non fare il timido, siediti pure!”
“Grazie
Evie… Sei proprio gentile, sai?”
“Ma dai, il
giusto necessario! ^^ ” disse con entusiasmo andando in
cucina, ma subito dopo si trovò a fissare un punto
imprecisato del frigorifero aperto con occhi vuoti.
“Ehi, vuoi
scongelare tutto quello che c’è dentro?”
^^
La luce
tornò nei grandi occhi verdi della ragazza.
“Oh… hai ragione, che stupida! Acqua fresca in
arrivo!”
Evie era fatta
così. Cercava di fare tutto per gli altri, il più
possibile. Era consapevole di avere un caratteraccio, ma aveva imparato
con duri allenamenti a trasformare la maggior parte di questa energia
per aiutare gli altri e il resto lo impiegava… per essere
ribelle. Si ribellava contro tutto.
Ma alla fine era una
brava persona, spesso folle e quasi squilibrata…
(“Psicopaticaaa! nd Elena) (Uffa, solo un pochino
>.< nd Evie) …ma i suoi amici le volevano bene.
Ogni tanto il passato
riaffiora nella memoria e ti senti distrutta dentro, lacrime escono
incontrollate dai tuoi occhi, come pioggia silenziosa sulla
verità amara. Ma a lei non piaceva piangere. Diceva sempre
che era stato il passato a renderla così, anche
più forte, e aveva imparato ad accettare la situazione.
“Allora…”
fece la ragazza tornando da camera sua “ecco qua le versioni
di Cicerone… e qui ci sono quelle di Livio…
Giulio Cesare…”
“Ma quante
sono?! Il prof. ci vuole uccidere! Uffa… che razza di
vacanze che dovremo passare…” ç _
ç
“E’
quello che ho detto quando il prof. ce le ha consegnate…
Solo che io l’ho detto davanti a lui… Non ti dico
come mi ha guardato…”
Scoppiarono a ridere
entrambi.
Al liceo Thomas ed
Evelyn non si erano mai frequentati molto, anche se erano compagni di
classe.
Evie aveva conosciuto
da poco Elena e Sidney, quelle che poi sono diventate le sue migliori
amiche, e aveva saputo che Lena e Tom spesso si sentivano, ed erano
praticamente diventati amici ma… il suo sesto senso le
diceva che la sua amica e Thomas erano più che amici. (Non
è vero, NON E’ VEROOO! Nd Lena)
“Oh, che
sciocca, non ti ho neanche portato a fare il giro turistico di casa
mia…”
“Ma non ce
n’è biso…” Tom non fece in
tempo a finire la frase che Evie lo aveva già trascinato per
un braccio.
“Allora…
cucina… quella è camera di mia madre, off limits,
non ci possiamo entrare… il bagno, e voilà camera
mia!”
“Wow che
bella!”
“Eddai
di’ la verità…”
“Beh in
effetti, è un po’ piccola…”
‘Neanche 2 x
3 metri quadrati… è minuscola!’ stava
intanto pensando la ragazza.
“Ma
è bella, è accogliente e intima allo stesso
tempo!” le rispose Tom.
Poi il moretto si
soffermò ad osservare le decine di posters e abbellimenti
vari che Evelyn aveva appeso per le pareti.
“Beh, direi
che ti piace il punk-rock, a giudicare di tutti quei posters di gruppi
che manco conosco… Wow, ma che bello quel papiro! Ti piace
l’Egitto?” le chiese il ragazzo indicando un grosso
e pregiato foglio di papiro raffigurante divinità e regine.
“Molto!
Pensa che mi sono appena fatta fare…” ma la
ragazza venne interrotta da un gridolino eccitato di Tom.
“…un
tatuaggio.” Finì con voce atona, ma ormai il
ragazzo non l’ascoltava più.
“Non ci
credo! Ti piace Naruto??? Non l’avrei mai detto!”
disse guardando un grosso poster come un critico d’arte
guarda un quadro di Leonardo da Vinci.
“A me
infatti non piace…” rispose Eve.
“???”
“Ne vado
assolutamente mattaaa!!!”
“Brava
brava, vedo che siamo d’accordo! Ma… a giudicare
da tutti questi posters e foto… Non faticherò a
giudicare qual è il tuo personaggio preferito!”
fece guardando l’Angolo di Gaara, dove, appunto
c’erano solo immagini del ragazzo dai capelli di rubino che
rispondeva al nome di Gaara del Deserto.
“Eh,
già…” rispose imbarazzata. *.*
“E il tuo preferito? Chi è?”
“Sasuke
Uchiha!”
“Naaaaa!”
>_<
“Siiiiiiiii!”
^.^
“Ognuno ha i
suoi gusti!” ^^”
“Ma che ore
sono, Evie?
“Occavolo,
sono già le sette di sera! Stanno arrivando le mie amiche!
Non vorrei essere scortese, ma… SCAPPA!!” disse
lei spingendolo fuori dalla cameretta.
“Ehm…
Chi sono precisamente queste ‘tue
amiche’?”
“Eheheh…
Sidney (Ah sì, quella che fa ragioneria! nd Tom)
ed… Elena!” gli disse la ragazza sogghignando
beffarda.
La pelle di Thomas
divenne del colore di capelli di Kimimaro Kaguya e il ragazzo
rabbrividì.
“Ehm…
devo proprio scappare… ci ve-vediamo p-presto…
Ciao Evelyn e g-grazie di tutto!” disse scappando
più veloce che poteva in direzione delle scale a chiocciola
che portavano all’uscita.
Evie
scoppiò a ridere. Sì sì, mi sa che
aveva proprio una cotta per la sua migliore amica! (O forse era
terrore? Bah… nd Autrice) La ragazza non potè
fare a meno di rallegrarsi perché Thomas dopotutto era un
bravo ragazzo… e in più gli piaceva Naruto. ^^
***
Dlin dlon.
Il campanello
risuonò dopo cinque minuti dalla fuga di Tom, per la seconda
volta in quella giornata in cui il sole ormai stava tramontando.
Le due ragazze
entrarono in casa della loro amica.
Quella più
bassa indossava una maglietta blu notte e un paio di jeans. I suoi
boccoli color castano scuro non erano composti come al solito, sembrava
che la ragazza fosse un po’ scossa. L’altra
ragazza, un po’ più alta, le cingeva le spalle con
una mano cercando di calmarla e con l’altra si sistemava in
vestito color giallo sole.
“Ti prego
Evie, dimmi che sono diventata miope!”
“Ma di che
parli, Lena?”
“Elena
è convinta di aver visto Thomas uscire dal cancello sul
retro… Andiamo, diglielo anche tu che non è
possibile!” disse con fare implorante Sidney.
“Beh, in
effetti… Tom è appena stato
qui…” Evelyn non fece in tempo a finire di parlare
che Elena svenne.
“…
per prendere i compiti di latino! Ma che pensava ‘sta qui!
Eddai riprenditi!”
Lena non ne voleva
sapere di riprendersi. Alexa perse la pazienza e face per tirarle uno
schiaffo.
“Ma che
fai??” urlò Sidney con voce stridula.
“Tu non ti
preoccupare, ci penso io…”
‘Stiamo a
posto!’ pensò l’altra con i suoi occhi
nocciola come mandorle rivolti verso il soffitto.
SBAM!
“Ahiaaa!
Dove sono? Che è successo?”
“Ehi
guardami. Sai chi sei? Sai chi sono io?”
“Certo. Tu
sei il dottor House.”
Evie e Sidney
assunsero un’espressione inorridita e spaventata al solo
pensiero di quali conseguenze gravi poteva aver avuto il cervello della
povera amica e si guardarono stranite.
“Ok, forse
non sei lui, ma sei comunque pazza
come lui! Mi hai tirato uno schiaffo, Evelyn!!”
“Beh, eri
svenuta…”
Sid: “Sempre
no comment…”
Dlin dlon.
Era già la
terza volta che quel maledetto campanello suonava in quel serata estiva!
“Vado io,
ragazze” fece Sidney con aria scocciata guardando le sue
amiche.
“Pizzeee!!!
Evvai si mangia!!! Adoro la pizza!” urlò la
ragazza due minuti dopo con tre pizze in mano e lasciando per la casa
una scia di profumino invitante.
*ç*
Anche le altre non
vedevano l’ora di mangiare.
Dopo un po’,
ad Elena le si accese una lampadina nella testa, stile Archimede.
“Ma, Eve,
non avevi mica detto di doverci dare una notizia importante?”
disse la riccia, masticando l’ultimo boccone di pizza.
“Uuuuh
sì, me n’ero dimenticata!” ^^
“A dir la verità non è una notizia, ma
sono TRE!”
Sid: “Oddio,
mi devo preoccupare?” °_°
Ele: “Eheh,
mi sa di sì… Dai spara, però vacci
piano, non vorrei ri-svenire!”
“Come siete
tragiche! … Mia madre, dopo tante storie, mi ha fatto un
regalo di promozione…”
“Davvero?
Cosa?” chiesero sinceramente curiose le due amiche.
“…
… Questo… …” fece Evie
scoprendosi l’avambraccio destro e mostrando quello che
sembrava un occhio riccamente decorato con l’inchiostro sulla
sua bianca pelle, mostrando fiera un sorrisone a 32 denti.
“OH-MIO-DIO-TI-SEI-FATTA-UN-TATUAGGIO!!!!!!!”
urlò Elena scandendo ogni parola, in un chiaro raptus di
follia.
“Non ci
credo… ma… quando?” chiese Sidney.
“Una
settimana fa… oggi ho tolto le bende… Ma
aspettate, la sorpresa non è ancora
finita…!” ^_____^
“Sentiamo…”
dissero preoccupate Lena e Sid.
Evelyn non
parlò: scoprì solo l’altro avambraccio,
il sinistro.
Stavolta fu Sidney ad
emettere un urlo alquanto preoccupante. Elena rimase semplicemente ad
osservare l’altro tatuaggio impresso nella pelle
dell’amica con aria attonita.
“TU SEI PAZZA!”
esclamarono in coro.
Sid:
“Ma… comunque, questo è proprio
bello!”
Ele: “Ma se
sembra un codice a barre!”
Sid: “Ma tu
che ne vuoi sapere di Giappone! È davvero bello il tuo kanji
ai, Evie!”
Eve: “Grazie
mille! Sapevo ti sarebbe piaciuto, Sal!”
Sid: ^^
Ele: “Ehi,
ma c’è qualcosa che mi sfugge…
cos’è che mi nascondete? Cosa significa
quell’ideogramma?”
Sal:
“Significa amore in giapponese… Si chiama kanji
ai.”
Ele:
“Wow… ma perché è rosso il
tuo kanji, Evelyn?”
In effetti, era vero.
Il tatuaggio era talmente rosso che sembrava illuminare di fiamme il
candido braccio della ragazza.
“Credo mi
abbia fatto allergia… Ma l’ho curato, non
c’è bisogno di preoccuparsi… Credo che
mi rimarrà così, rosso. Comunque questo
è stato il regalo di mio padre…”
“Beh,
è bello anche così, è sempre un colore
alternativo, dopotutto fa pan
dan con i tuoi capelli!”
“Uffa Lena,
ma quante volte te lo devo dire?? Io-non-ho-i-capelli-rossi!”
“Se
se… Ma l’ultima sorpresa, Eve?”
“Oh, quella
è stata la… più… dolorosa.”
“Comincia a
preoccuparti, Sidney…”
Evie si
girò di schiena rispetto alle sue socie.
Con un gesto si tolse
dalla schiena i suoi lunghi capelli color sabbia dai riflessi miele,
quel giorno stranamente sciolti, scoprendo le spalle e le scapole.
Elena non ci poteva
credere. Sid stava tremando, spaventata.
In mezzo alle due
scapole si trovava una stella a cinque punte nero pece, inscritta in
due cerchi.
La prima a parlare fu
Lena. “Wow” si limitò a dire,
“è bellissima”. Poi guardò
Sidney che fissava spaventata il tatuaggio dell’amica.
“Sidney, non è mica qualcosa di brutto!”
“Scusate
ragazze, ma Evelyn me l’ha detto da poco di… quella cosa…
e ho un po’ paura.”
“Ma di cosa
devi aver paura, Sid?” le rispose Evie un po’
alterata. “La Wicca è la religione più
pacifica del mondo, non provare neanche a pensare che sono satanista, i
wiccan non credono neanche nel diavolo!” le disse per la
millesima volta. Poi continuò: “Questo
è un simbolo di protezione, un pentacolo inscritto in due
cerchi è molto potente, ed è…
bellissimo! Poi questo è stato il regalo che mi sono fatta
io!” ^^
“Sid? Che
dici?” chiamò Lena.
“E va bene.
Abbraccio di gruppo?”
Le altre scoppiarono a
ridere. Si abbracciarono dicendo:
“NOI WONDERWALLS PER
SEMPRE!!!”
********************************************************************
Spero vi sia
piaciuto... i vostri commenti sono sempre mooooolto graditi! ^^ A
presto!
October
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Capitolo 3 *** I veri sentimenti tornano sempre ***
‘Io
credo in me, nel cuore mio… Naruto…
Naruto… Il sogno mio
realizzerò…’
La ragazza alzo la
mano sul comodino dietro sé in una vana ricerca del
cellulare; aveva ancora gli occhi serrati a causa della forte luce che
entrava dall’enorme finestra di camera sua e sentiva la
pigrizia bloccarla al letto come una morsa.
“Uffa, ma
chi mi chiama a quest’ora!” protestò
Evie guardando la sveglia: le 11.00.
Era davvero
tardissimo! Questa volta sua nonna non l’avrebbe perdonata.
Si alzò di scatto e finalmente trovò il
telefonino.
“Pronto, chi
parla?” disse a fatica con la voce impastata dal sonno.
“Ehm…
Evelyn, sei tu?”
“Sì
sì che sono io! Ma tu chi sei, chi parla?”
“Sono
Ian… non so se ti ricordi di me… Andavamo in
classe insieme, sai quello alto con gli occhiali…”
“Ma
certo! L’Albert Einstein della classe! Che bello risentirti
Ian!”
“Sono
contento che ti ricordi di me! Senti… ieri ho visto Brian e
mi ha ricordato che è da un bel po’ che non ci
vediamo… come i vecchi tempi, insomma. Ti va di venire a
fare una passeggiata oggi pomeriggio? Così recuperiamo il
tempo perso!” ^^
“Molto
volentieri! Perché non ci troviamo davanti alla nostra
vecchia scuola?”
“Ottima
idea, a dopo allora!”
La biondina si
catapultò giù dal letto e aprì
l’armadio alla ricerca di un qualsiasi vestito da mettere.
Nel giro di trenta secondi si era già infilata un paio di
pantaloncini e si stava cambiando le scarpe.
‘Meglio che
corra dalla nonna, mi aspettava per fare le pulizie!’
***
Poco dopo passato il
mezzogiorno di quella stessa giornata, ad un tavolino che era a
malapena ombreggiato di un locale caotico che dava sulla strada,
c’erano due adolescenti che mangiavano e chiacchieravano
tranquille e si godevano le vacanze estive.
“Mmmh…
ma che buono questo panino! Chomp chomp…”
“E meno male
che eri a dieta, Phoebe! Proprio da McDonald’s dovevamo
andare?!” la rimproverò severamente la sua
migliore amica mentre si legava i capelli castani in una coda.
“Quante
storie Kimi…”
“Uff…
o cavolo, mi vibra il cellulare… aspetto un secondo, Phoebe!
… Pronto?”
“Ciao
Kim! Sono Evelyn! Allora, come va?”
“Oh ciao
Evie!! Sì tutto a posto, grazie, sono fuori a mangiare con
la mia socia!”
“Che
bello! Salutamela! Che prima o poi me la devi presentare!” ^^
“Ascoltami, proposta oscena: vuoi venire in vacanza con me?
Io e mia madre andiamo in Puglia e c’è
dell’altro posto libero…”
“Sarebbe
fantastico!!! E va bene, accetto la tua proposta! Tu mandami i dati via
sms!”
“Evvai!
…Salutami Kimimaro!” ^^
“Eheheh,
come se fosse il mio ragazzo… ç _ ç
Facciamo così, riunione a casa mia questa
domenica?”
“Perfetto Kim!
Ciao!” Click.
“Anche tu
vieni a casa mia domenica.” disse Kimberly rivolta ad una
Phoebe stupita. O_O ‘Ma cosa avrà in mente la mia
socia? Non vorrà mica presentarmi a questa sua amica! Lo sa
che sono timidissima… ç.ç ’
***
“Wow
ragazzi, come siete cresciuti! Siete quasi degli uomini!”
“Ma se non
abbiamo ancora 15 anni! Piuttosto guardati, tu sei già una
donna!”
“Concordo
pienamente.”
Evie era commossa nel
vedere i suoi vecchi amici dopo tutto quel tempo. Quanti bei ricordi
dell’infanzia passata insieme… poi il destino, se
così si può chiamare, li aveva separati dopo
l’ ‘incidente’ con il loro ex-amico
Samuel… Ma non basta di certo un amore perso per separare
dei veri amici. E quella ne era la perfetta dimostrazione.
Certo che erano
davvero cresciuti! Ian era già alto, ma ora la superava di
almeno 10 centimetri! Il resto non era molto cambiato: i capelli
castani erano come al solito ribelli e spettinati, portava ancora gli
occhiali, ma dietro alle lenti i suoi occhi nocciola erano diversi:
erano più maturi. Ma era pur sempre il genio ribelle di
sempre! Un po’ come Einstein o come in quel film dove bidello
di una grande università americana scopre di avere un
quoziente intellettivo ben oltre alla media. Un po’ come
Shikamaru Nara. Che paragone!
Brian invece era
sempre stato un nanerottolo, ora però l’aveva
praticamente raggiunta. Si era fatto crescere di qualche centimetro i
capelli biondo cenere che quasi nascondevano quei grandi occhi; aveva
finalmente tolto gli occhiali e ora si poteva vedere chiaramente il
grigio perla in essi. Era diventato proprio un bel ragazzo!
“Allora come
va? Come state, ragazzi?”
“Bah, niente
di speciale, Lynn” le rispose Ian.
“MA INSOMMA
IAN! LO ODIO QUEL NOME! QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DI CHIAMARMI
EVIE!” esplose la ragazza, come se Deidara le avesse lanciato
una bomba a mano.
“Non
è cambiata di una virgola…” si
affrettò ad aggiungere Bry sorridendo scherzosamente al suo
compare. ^^
Parlarono del
più e del meno per tutto il pomeriggio, ridendo come matti.
Ricordarono anche con nostalgia i tempi in cui potevano vedersi tutti i
giorni e giocare, quando erano più piccoli.
“Ma insomma,
nessuno di voi due è fidanzato, o non me la state
raccontando giusta?...” ^.- chiese ammiccando con
fare malizioso Evelyn.
Entrambi si fecero
paonazzi. “Ma va, guarda che non abbiamo la ragazza! Singles
e felici di esserlo!” rispose Brian cercando di fare il duro
e assumendo un’espressione scocciata, ma si vedevano lontano
un miglio quelle strisce di colore sulle sue candide guance, come
infiammate.
“Sarà…”
^.*
“Beh, e tu
allora, cara Eve? Scommetto che tu
sì che sei fidanzata!” le rispose Ian con lo
stesso tono che lei aveva riservato prima per loro, e con un pizzico di
maligna vendetta.
La ragazza
s’incupì solo ad aver sentito quelle parole, con
la stessa velocità di un lampo prima di un temporale:
“… … no …
…”
Brian
guardò malissimo il suo amico, pensando ‘Sei un
cretino.’ Ian assunse un’espressione terribilmente
colpevole mentre i suoi piccoli occhi imploravano le più
sincere scuse.
“Ci pensi
ancora… a… lui…
Non è vero?” le chiese cauto Bry.
“…
mmh … a volte … spesso … credo di
averlo… amato davvero
… troppo …”
I due amici si
guardarono. Perché spesso non servono le parole per
comunicare. Solo uno sguardo. Se due persone si conoscono da molto,
sanno anche leggere le frasi e i sentimenti scritti nel profondo del
cuore. Anche solo con uno sguardo.
Il loro ex migliore
amico ne aveva combinate davvero troppe, e far soffrire una delle loro
più care amiche in quel modo… dopo tutti quegli
anni… tutto quel tempo… lei ricordava ancora.
L’aveva amato talmente tanto che ora non riusciva neanche ad
odiarlo. No, ci aveva provato in tutti modi, ma invano.
L’unica soluzione che aveva trovato era stata quella di
ignorarlo, aveva sperato che con l’indifferenza sarebbe
riuscita a dimenticarlo, ma questa strada che aveva scelto era in
realtà un vicolo cieco; buio, oscuro, senza via di scampo
per la sua anima. Ma questo in fondo lo sapeva anche lei; sapeva che se
un giorno l’avesse rivisto sarebbe ricominciato tutto. Tutto
quell’incubo. Non voleva, no di certo. Purtroppo
però il suo istinto le diceva che un giorno tutto questo
sarebbe riaccaduto. ‘Quel giorno dovrò essere
pronta, dovrò comprenderlo e così allontanarlo.
Per sempre… Will
I ever, will I never free myself by breaking these chains?’*
Evelyn era
perfettamente consapevole di non volere più Samuel al suo
fianco, perché quel ragazzo aveva un potere tremendo su di
lei, quello di distruggerla…
Ma ora la ragazza
aveva paura di amare… anzi, dopo tutti quegli anni aveva
capito che nessuno l’avrebbe mai amata in quel modo, anche
per questo motivo si era tatuata il kanji Amore.
Il
demone che ama solo se stesso.
Era arrivata a quel
punto, sapeva che solo così un giorno o l’altro
avrebbe trovato un po’ di pace. Non aveva idea di come faceva
a sapere questo, ma era ormai diventata una cosa certa per lei, dopo
tutte quelle notti insonni a pensare, a ragionare, meditare.
Con una battuta, Evie
fece tornare il sorriso ai suoi amici. La cosa le riusciva sempre alla
perfezione. Per fortuna, ricominciarono a chiacchierare tranquillamente
e a ridere come prima e si dettero appuntamento per qualche giorno a
venire.
***
*Jillian,
The Silent Force (2004), Within Temptation
********************************************************************
Ecco il terzo capitolo... Come
al solito, vi chiedo gentilmente di farmi notare i vari errori, in modo tale da
migliorare in futuro e... comunque spero che la storia vi incuriosisca
sempre di più!
*con fare ipnotico*
recensite recensite recensite... Ma grazie anche a chi legge soltanto!
Baci, October
|
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Capitolo 4 *** Our Farewell - L'ultimo addio ***
Our
Farewell
-
L’ultimo addio -
Una ragazza dai lineamenti
orientali fece per prendere il suo telefonino, appoggiato sul tavolo
della cucina, facendo ondeggiare i lisci capelli color cioccolato
fondente.
Si
bloccò all’improvviso, riflettendo.
Poi si
convinse e lo prese in mano, componendo un numero.
“Pronto!”
“Ciao
Elena! Sei libera giovedì sera?”
“Siii, sono
liberissima…” Dopo una pausa
corrucciata la riccioluta riprese “devo
solo fare i compiti di latino, ma quelli sono assolutamente
rimandabili! Perché?” concluse,
pesando le parole 'solo' e 'assolutamente'.
“Perché
sei invitata a casa mia a cena! Ci prendiamo una pizza e ci guardiamo
un film, magari quello dell’orrore che voleva vedere
Evelyn…”
“Brr…
Quella matta ha dei gusti tremendi nel scegliere i film, vero,
Sid?”
L’altra,
per tutta risposta, mugolò frettolosa.
“Allora… alle 7 a casa mia.”
“Va bene, ci penso
io ad avvisare Evie! Ciaoo!”
Elena,
seduta alla scrivania di camera sua davanti al computer, chiuse la
telefonata e il sorriso le si spense sul quelle labbra sottili. Non
aveva mai sentito la sua amica così, priva di
vitalità e scostante.
***
“Mamma,
io esco!”
“E
dove vai a quest’ora?! Sono già le sei e mezza di
sera!”
“Guarda
che non vado a Roma, Sidney ha invitato me e Lena a cena,
stasera!”
“Va
bene, ma non tornare tardi!”
“Il
tempo di una pizza e un film e sono a casa! A dopo!” ^^
Evie stava
per uscire dal cancello bianco di casa sua. Aveva davanti a
sé un chilometro buono, se voleva arrivare a casa
dell’amica. Si guardò: lo faceva talmente poco,
che ormai metteva le prime cose che trovava e usciva.
Indossava
un paio di jeans ultra-consumati, i suoi preferiti, una maglia dello
stesso colore dei suoi capelli, che quella sera aveva stretto con delle
mollette sopra alle orecchie. Spesso si legava i capelli in quel modo:
le piacevano le sue orecchie, perché se si guardavano bene,
erano a punta. Sì, neanche fosse un elfo!
Poi
ovviamente aveva i suoi guanti a rete. Non sarebbe mai uscita senza
quelli. Ma all’improvviso la fermò sua madre.
“Ma
cosa ti metti! Sono orribili!”
“Mamma,
non insultare le mie reti alla Temari!”
“Eeeh?
…???... Va bene, ci rinuncio…”
Discussione
che si svolgeva quasi quotidianamente. ^^
Dlin dlon.
“Eccola
qua! Ciao Evie!” Elena le mise le braccia al collo, come
sempre.
“Ciao
ragazze! Ciao Sidney, grazie di averci invitate!” disse la
bionda rivolta all’amica.
………..
Dlin dlon.
“PIZZAAAAAAA!”
Urlarono contemporaneamente Elena ed Evelyn.
Sidney
andò immediatamente a prenderla senza proferir parola.
“…
e questo significa anche … PIZZAIOLO FIGOOO!”
aggiunse Lena, catapultandosi letteralmente giù dalle scale
raggiungendo l’amica in cortile.
“Io
ci rinuncio… non cambierà
mai…” rispose Evie lanciando gli occhi al soffitto
della camera di Sid.
Cenarono
tranquille, come sempre, con Elena che raccontava di “quel
figo del mio maestro di ballo… aaah
com’è bello ragazze! Un giorno ve lo faccio
conoscere!”
Evie
parlava con gli occhi, come a lei piaceva. Sidney era come sempre
piuttosto silenziosa e preferiva ascoltare che commentare, ma quella
sera non era addirittura partecipe e sembrava essere su un altro
pianeta.
“Beh,
mò che abbiamo finito… film!” disse la
biondina cercando di sistemare al meglio i cartoni delle pizze.
“Lena, ci pensi tu a prepararlo? Sai che sono una frana con
le tecnologie!” ^^
“Ok,
certo
……………….
………………………….
………………………………………….
…………….
RAGAZZE CHE PALLE NON FUNZIONA!!!”
“NOOOOOOOOOOOO QUEL
FILM E’ TROPPO BELLO PER NON ESSERE VISTO! NON E’
GIUSTOOOO!” urlò ancora
più forte Evelyn facendo quella tenerissima faccia pucciosa
alla Naruto.
“E
ora che si fa?”
“Beh,
possiamo sempre sdraiarci sui materassi a chiacchierare e raccontarci
cavolate” (Cosa che vi riesce sempre molto bene…
Nd Autrice) (>o< non vuoi farci incavolare, vero?? Nd
Ele) (… ehm …. No ….. Calma ti prego!
AAAAAH! NON UCCIDERMI!!! Nd Autrice)
***
Così
passarono una serata tranquilla a raccontarsi di tutto e di
più.
Anche se
qualcosa non andava.
Qualcuno
non parlava.
Qualcuna non parlava.
Sidney.
“Sid,
ma si può sapere che hai?” Elena ormai era
esasperata, e non capiva quel che passava per la mente della sua amica,
ed era la prima volta.
“Chi,
io? Ma no, niente!” ^^’
Anche
Evelyn si aggiunse all’interrogatorio con tono scherzoso, o
almeno il migliore che le veniva.“Eh no, così non
va, spara tutto!”
“Uffa
…….. non volevo ma …….
Prima o poi ……… Va bene
…… allora …….”
La ragazza
si alzò cautamente e si mise seduta con fare solenne sulla
poltroncina rossa del computer, davanti alle sue amiche. Fece un bel
respiro: Evie e Lena la fissavano sinceramente interessate.
“Io…
è un periodo che… c-che… insomma mi
sento… cambiata. Sapete che lunedì parto, vado in
vacanza… e… quando tornerò…
le cose p-potrebbero… non essere più le stesse,
ecco. E… oh ragazze non ce la faccio! Posso scriverlo,
così poi lo leggete?”
Elena
guardò Evie. Entrambe avevano un brutto presagio e lei aveva
già gli occhi lucidi. Quindi decise di parlare lei.
“O-okay…”
le fece con voce tremante.
***
Gli attimi
sembravano non passare mai. Il tempo si era fermato? Le due ragazze
potevano sentire i reciprochi respiri, da tanto erano sdraiate vicine.
Avevano paura. Tanta.
Sentivano
solo l’orologio ticchettare segnando i secondi, i minuti. La
penna di Sidney muoversi con movimenti non più aggraziati ma
veloci e caotici su un sottile strato di carta.
Apparte
questo, intorno alle Wonderwalls regnava il silenzio più
orribile. Un silenzio che pareva eterno. Ma non fu così.
La voce
della mora spezzò quell’incantesimo.
“Ho
finito.”
Gelide
parole, gelida voce. Non più calda e accogliente come una
volta.
“L-leggi
prima tu, per favore, Lena.”
La ragazza
ubbidì.
Evie poteva
sentire il respiro dell’amica mentre leggeva le parole di
Sidney farsi più veloce, poi sempre più lento,
quasi si spegnesse. In quella penombra poteva appena percepire le
lacrime silenziose percorrere le sue guance e suicidarsi sul suo collo
sottile.
Dopo
qualche minuto accadde quello che la biondina aveva meno aspettato e
più temuto. Ora era il suo turno. La sua ora di capire.
Ragazze, voi siete
fantastiche, piene di pregi così come di difetti. Infatti
non è colpa vostra. È colpa mia. Ormai
è da tempo che non riesco più a sentirmi a mio
agio con voi. Siamo così diverse l’una
dall’altra… Non penso che saremo mai unite
veramente. Non possiamo più essere “le
Wonderwalls”. Un gruppo. Non mi sento parte di voi.
Per questo quando
tornerò dalle vacanze, a settembre, anche se ci incroceremo
al liceo, preferirei non parlarvi più, almeno come prima.
Sì, sto troncando la nostra ancora giovane e fresca
amicizia. Vi avviso che cancellerò anche i vostri numeri di
telefono.
Sono più che sicura
che starete meglio senza di me. Voi potete essere felici comunque.
Siate forti.
Grazie dei bellissimi momenti
passati insieme.
Sidney
Un’amara
lacrima ora scendeva da quegli occhi verdi pieni di dolore, sfiorando
la pelle chiara e bagnando la federa del cuscino come pioggia salata.
Non poteva
sopportare altro dolore. Non da una sua amica, almeno.
Era
arrabbiata e triste. Non capiva. Non capiva perché.
Perché Sidney stava facendo questo a loro. Alle sue migliori
amiche.
Cominciò
a singhiozzare più forte. Cercava di nasconderlo, ma ormai
non riusciva più a respirare. La mano di Elena si
avvicinò lentamente alla sua spalla e prese a consolarla col
suo dolce tocco.
Ad Evie
venivano in mente milioni di domande: stai forse cambiando Sidney? Beh,
noi siamo tue amiche, anche se cambierai potrai sempre contare sul
nostro aiuto! Invece no. Tu non vuoi.
Siamo forse
diverse? È proprio questo che ci tiene unite! Cosa abbiamo
io e Lena più in comune rispetto a me e te? Niente.
Non ci
capiva più nulla. Il suo cervello le stava dando il Game over.
Lei e Lena
avrebbero superato il dolore? Anche la mora cercava di soffocare le
lacrime, i gemiti, inutilmente.
Poi
qualcuno suonò improvvisamente il campanello interrompendo
quegli ultimi attimi umidi e dolorosi. Era il padre di Elena. Lei e
Sidney si diedero l’ultimo addio.
Lena era
tanto triste. Troppo per lei. Disse a Sid che loro le sarebbero sempre
state vicino, che le avrebbero voluto comunque bene, anche dopo la sua
dolorosa scelta.
Evie
pensò che Elena aveva un cuore d’oro.
Perché quella non era solo
una dolorosa scelta. Ma era anche definitiva.
L’ospite
rimasta ora guardava la padrona di casa con occhi distanti,
annunciandole che si era fatto tardi e da lì a pochi minuti
sarebbe dovuta tornare a casa.
“Prima
però vorrei salutare tua mamma, almeno per
l’ultima volta.”
Tornata in
casa abbracciò la signora, che arrivava a malapena alle sue
spalle. La madre di Sidney rise imbarazzata. Lei non poteva sapere, e
non avrebbe nemmeno saputo che quella sarebbe stata l’ultima
volta che la poteva vedere, Evie conosceva bene la natura riservata
della figlia: voleva che quella decisione rimanesse un segreto tra
loro. E non riusciva a condividere neanche questa scelta.
Uscì
da quel portoncino che le era così familiare, e che non lo
sarebbe più stato, ma si bloccò di colpo. Aveva
ricominciato a singhiozzare.
“Dai,
ti prego, non piangere più! Non voglio che mia madre ti
senta, nemmeno che scopra tutto!” le sussurrò
Sidney.
La biondina
si sentì le budella in gola.
Aveva
ragione. A Sid non importava più di niente ormai.
L’importante era non far sapere a nessuno quello che aveva
fatto.
Non aveva
mai visto la sua ormai ex amica sotto quella luce. E la cosa la stava
facendo soffrire terribilmente.
“Sidney…”
chiamò con un flebile gemito, parlando a voce
così bassa che la mora riusciva a malapena a percepirla.
“Sai
perché il mio personaggio preferito di Naruto è
Gaara del Deserto?” riuscì a dire, mentre una
lacrima, la più amara e silenziosa, scendeva sulla sua
guancia destra.
Sidney si
trovò completamente impreparata. Non capiva cosa poteva
centrare il loro manga e anime preferito con la situazione,
così tragica. Le uscì un istintivo…
“No!”
Evelyn fece
per chiudere per sempre quel portoncino, che ormai era
l’unica cosa che le teneva unite.
“Perché
io sono come lui.”
***
Il vento.
Gelido. Come il suo cuore.
Il viaggio
per tornare a casa fu glaciale.
Sentiva il
profumo delle foglie. Dei campi ormai maturi che accerchiavano la sua
villa.
Si stava
avvicinando agosto, ormai.
Ricordò
quel momento di poche ore prima, con un sentimento di tristezza.
Stavano allegramente mangiando una pizza.
È
incredibile come tutto cambia lentamente e non te ne accorgi. Come le
stagioni, i mesi, i minuti.
La natura.
Sì,
le stagioni… Cambiano con elegante gradualità,
trasportandoci dall’una all’altra con dolcezza. Ma
la sua vita, quella sera, era cambiata in un solo attimo.
Pregò
ancora una volta la sua Dea pagana, la Madre Terra, di non farla
soffrire.
Quante
volte l’aveva pregata per non farle provare dolore e darle un
po’ di sincera felicità? Tante, troppe. Infinite.
Lacrime.
Lacrime e ancora lacrime. Ricordi. La pioggia dell’anima
inondò il suo cuore. Ancora.
Non può piovere per
sempre. No, non può! continuava a ripetere
sottovoce, cercando di convincersi. Ormai erano quasi 15 anni che
pioveva, e le rimanevano solo le sue care amiche e parte della
famiglia. Tutto, ma le
mie amiche no… Morirei per loro. La pioggia si
fermava per pochi secondi, tanto per farla sperare. Credere in qualcosa
di bello, una sorta di equilibrio e pace tra i due aspetti del mondo,
Yin e Yang. E poi quando pensava che finalmente le sue preghiere
fossero state esaudite, ricominciava a piovere.
E quella
sera aveva ricominciato. Forte, pioveva forte nella sua anima,
grandinava, e il freddo ghiaccio tagliente solcava il suo cuore come
sottili lame.
Sapeva che
le sue stesse emozioni le stava provando in quell’istante
anche la sua socia Elena. Sperava che almeno loro due non si fossero
abbandonate.
Se
così fosse stato, sapeva che quella volta non avrebbe
resistito al dolore, che non ce l’avrebbe fatta.
Entrò
dallo stesso cancelletto bianco che poche ore prima aveva attraversato
tutta contenta per la prospettiva della serata con le sue socie.
Salì
le varie rampe di scale che portavano in cima all’abitazione,
aprì silenziosamente la porticina ocra della mansarda,
sperando che sua madre non la vedesse entrare; purtroppo era
già pronta in agguato con un’espressione
minacciosa dipinta sul volto sottile.
“Eccoti
qui! Sei un po’ in ritardo… Ma che
cos’hai? Hai il viso tutto rosso e gli occhi gonfi! Non avrai
mica pianto, vero?!”
“Ma
no mamma, perché avrei dovuto piangere!” ^^ disse
cercando di assumere un tono convincente e un viso rilassato e
sorridente. “Sono solo molto stanca, poi mi bruciavano gli
occhi e… il film è stato parecchio
pauroso!”
Quante
bugie! Necessarie, però, per mantenere la privacy di Sid.
Non sapeva se era per quello che gliele aveva dette, ma di certo, in
quelle condizioni non sarebbe stata capace di raccontare la
verità.
“Vado
a letto, mamma, mi sto addormentando in piedi.”
***
Buio.
Oscurità più totale. Così piaceva a
loro. A Elena e ad Evelyn.
Due
camerette, due ragazze, due diverse tristezze, intensità
uguale.
Oscurità
dentro e fuori. Fuori, nel buio della notte; dentro, nei loro cuori
straziati.
Lena stette
sveglia fino alle tre di notte: non riusciva proprio a dormire. Non
dopo tutte quelle cose successe la sera prima.
Quel
dolore… terribile. Aver perso un’amica…
Pensò che avrebbe volentieri ceduto il bel maestro di danza
a quell’acida ochetta dell’accademia pur di vedere
Sidney tornare indietro, indietro da loro.
Poi le
lacrime le si spensero sul morbido cuscino. Anche loro finirono, ma il
dolore no. Il sangue continuava a sgorgare libero e selvaggio dal suo
cuore ferito, e non c’era antidoto o benda che poteva
fermarlo.
Si era
stancata troppo. Soffocò anche l’ultimo singhiozzo
e si addormentò, tormentata da orribili sogni.
Evie era
davvero sfinita. Nell’oscurità, almeno, era
riuscita a calmarsi un poco.
Passò
una macchina che con i suoi fari bianchissimi fece entrare un
po’ di luce dalla finestra, illuminando la piccola camera
della ragazza.
Tra le
lacrime e tra la sabbia dei suoi capelli la ragazza scorse degli occhi
color acquamarina guardarla tristi dalla parete davanti a lei.
“Oh
Gaara… se tu fossi qui… sapresti meglio di me
come ci si sente a chiedersi se…”
Morfeo era
ormai giunto a prendere anche lei.
…
se ci sarà mai un momento della tua vita in cui sarai
veramente felice.
********************************************************************
Ok, questo capitolo
è struggente, ma spero comunque che vi sia piaciuto! A dire
la verità non era in programma, ma poi sono successi degli
avvenimenti che mi hanno fatto cambiare idea... Anche se è
un po' "O.T:", tengo moltissimo a questo cappy; spero recensiate in
tanti! Ormai mi sono affezionata a voi... e vi mando tanti baci!
October
|
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Capitolo 5 *** Presentazioni ***
Presentazioni
Non sapevano neanche Evie e
Lena come, ma la domenica arrivò, e con il suo arrivo si
accorsero entrambe di aver retto a fatica il dolore.
“Pronto,
ciao Lena… Ti va se oggi pomeriggio andiamo da questa mia
amica di cui ti ho parlato e… niente, stiamo un
po’ insieme, tutto qua.”
Non aveva
la solita voce allegra, quel giorno non riusciva proprio a mascherare
la tristezza, e inoltre temeva la reazione dell’amica.
“Sì! Che
bello! Vengo a casa tua e poi andiamo là!”
Elena invece, forse perché aveva superato il
‘trauma’ o forse perché ormai era
diventata più brava di Evelyn nel celarsi dietro ad un
sorriso, era stranamente felice ed esuberante.
***
“Eccoti
qua! Entra pure, Ele!”
La moretta
indossava dei morbidi jeans neri con una canottiera rossa e rosa, che
lasciava scoperta parte della schiena. I capelli ricci erano adornati
da un sottile cerchietto degli stessi colori della maglietta;
assomigliava quasi ad una coroncina e le donava un’aria quasi
principesca.
“Oooh
ma come siamo sexy oggi!” ^^ continuò prendendola
in giro Eve.
“Gggrrrrrrrr!
Eddai, piantala! Piuttosto guardati tu, non ti ho mai vista
così elegante, se così si può
dire…!”
Era vero,
per quel giorno niente jeans!
Non è di certo quello
che a una sfilata di moda si può definire femminile,
pensò Ele, ma
sicuramente per lei è un record!
Evelyn
indossava un vestitino di cotone cortissimo, color verde militare, e
sotto portava dei fuseaux neri che le arrivavano alle ginocchia. I
capelli erano legati in una coda alta in modo tale che le fluttuassero
intorno al collo e sulla schiena.
“Non
mi fissare così, Lenny! Dai, pronta?”
Presero le
biciclette e si diressero verso la periferia della città, a
casa di Kimberly.
***
Con grande
sollievo di entrambe, né Lena né Evie vollero
parlare dei fatti accaduti una settimana prima, a casa di Sidney.
Dopotutto, di cosa avrebbero dovuto discutere?
In cuor loro, decisero non di dimenticare la faccenda, ma di superarla.
Non era certo semplice, ma forse ce l'avrebbero fatta. Non volevano
certo passare una giornata a rimuginare su un passato felice che ormai
non esisteva più, e su uno, più recente, che le
aveva sgozzate di dolore...
***
Dlin dlon.
“Sono
loro?”
A parlare
era stata una ragazza dal viso dolce, che in quel momento era un
po’ teso. I suoi capelli castani erano lasciati cadere sulla
schiena, e sembravano formare onde morbide e ripide cascate. Gli occhi
blu mare stavano fissando la porta un po’ a disagio.
“Ma
Phoebe! Eddai! Evelyn la conosco! È una persona
socievolissima, non c’è bisogno che fai la timida,
…quando fai così mi sembri Hinata!” le
rispose la sua amica Kimberly assumendo un tono
d’incoraggiamento e dirigendosi verso la porta di casa.
“Mmmh…”
si limitò a rispondere l’altra.
“CIAO!
QUANTO TEMPO!” si ritrovarono a dire in coro Evie e Kim
abbracciandosi, anche se era passato solo un mese dall’ultima
volta in cui si erano viste.
L’ingresso
dell'abitazione era molto spazioso e subito davanti ad esso, al centro,
si trovava un’ampia scalinata dal tappeto rosso che portava
alle camere da letto e al bagno, al primo piano.
Sulla sinistra della scala si trovava una piccola cucina in stile
moderno – l’unico locale della casa arredato in
quel modo, mentre sulla destra si poteva scorgere il salotto
con il suo ampio divano e un paio di poltrone dall’aria
vecchia.
Nell’appartamento si respirava un’aria antica e
polverosa, ma anche piacevole. Era stato arredato dai nonni di
Kimberly, i quali erano molto tradizionalisti; per fortuna si erano
preoccupati anche della giovane età della nipotina e
l’avevano resa graziosa e familiare, accogliente.
“Allora,
Kimi, ti presento la mia migliore amica Elena! Lena, come hai capito,
lei è Kimberly!”
Ele era
diventata un po’ rossa, più che altro
perché era piuttosto bassa mentre la ragazza che le era
davanti e le porgeva la mano amichevolmente era circa 25 centimetri
più alta di lei.
Superando
questo disagio iniziale, riuscì a dirle “Molto
piacere Kim! Da come Evie parla di te, devi essere molto
simpatica!” ^^
Beh, se l’è
cavata piuttosto bene! pensava intanto la bionda, che
ormai leggeva la mente della sua socia e sapeva perché non
era totalmente a suo agio.
“E…
Evie, Elena, lei invece è la mia migliore amica Phoebe! Dai
Phoe, vieni!”
La ragazza
giunse dalle altre e salutò brevemente le nuove
arrivate con le paffute gote rossicce, che aveva abilmente mascherato
con una grossa onda castana davanti al viso. Eh sì, in
presenza di estranei era un po’ timida, ma una volta
conosciuta meglio e presa confidenza, era la ragazza più
simpatica del mondo, come assicurava Kimberly!
Evelyn, per
rompere il ghiaccio con la nuova amica, aggiunse con un perfido ghigno,
che era anche la sua firma inconfondibile: “Sai Ele, anche a
loro due piace da morire Naruto…”
“Oh
mamma mia, sono finita in un covo di matte…!”
rispose l’altra con fare teatrale, concludendo con
un’alzata di occhi verso l’alto soffitto bordeaux.
Le altre
due rimasero molto sorprese dall’affinità delle
due ospiti, le quali sapevano esattamente cosa avrebbe detto
l’altra, e improvvisamente la bocca rossa di Phoebe si
schiuse ed uscì una risata naturale e delicata.
Finalmente… Evie sorrise alla sua socia: ce
l’avevano fatta!
Il
pomeriggio passò tranquillo; le ragazze prepararono i
popcorn in scatola – fecero quasi scoppiare il forno a
microonde, ma il risultato fu… croccante (e anche un
po’ bruciacchiato Nd Autrice), e si misero a parlare degli
argomenti più disparati.
Finchè…
Una delicata suoneria dal ritmo cantilenante ruppe
quell’atmosfera tranquilla.
“Oh,
ragazze… è il mio… scusate un
secondo…” era il telefono di Phoebe.
“Pronto?”
“Ohi, ciao
cuginetta!”
“Ciao
Tom! Sono a casa di Kimi con alcune amiche, dimmi.”
“Eh, cara
lei… Ti va di venire in vacanza con me? Se vuoi puoi portare
un’amica o un amico, sai che per me non fa
differenza…” ^^’
“Wow!
Che bello! Va bene, mandami i dati del posto via sms e ti faccio
sapere… Ciao!”
Elena
guardò di sbieco la sua socia; stavano avendo entrambe lo
stesso pensiero: Tom?!?!?
Quante
persone ci sono in un paesino che si chiamano Tom??? …
… … Lena era visibilmente alterata, preoccupata,
inorridita e un altro migliaio di sentimenti che in quel momento stava
provando che non scrivo perché dovrei fare una fan fiction
solo per questo.
Tom?!?!?
Thomas?!?!? Ma no che non era lui! Assolutamente!!! …Almeno
credo… Nd Autrice.
Kimberly
chiese con voce tranquilla e curiosa all’amica:
“Allora, dove va di bello la mia socia col suo cugino
Hyuuga?”
“Perché
‘cugino Hyuga’?” rispose corrucciata
Phoebe.
“Beh,
mi sembra chiaro, tu assomigli a Hinata e quello è tuo
cugino… Ogni riferimento a Neji è puramente
casuale…” ^.^
“Seh,
c’hai beccato proprio… Muahahahah, che ridere! Se
mai lo vedrei più come Sasuke… sai come, lui
è bisex…”
Il silenzio
più assoluto coprì come un velo la casa. Nessuno
osava muoversi. Poi si sentì un botto, come di qualcosa di
pesante che cade all’improvviso sul pavimento. Quel
“qualcosa di pesante” era Elena.
Svenuta! E finita sul parquet dell’appartamento di Kim
scivolando dalla sedia.
Evie invece
cominciò ad urlare come un’isterica. In effetti in
quel momento lo era.
Sì,
ma tanto quello non era
il ‘loro’ Thomas..
“EHI,
VOI DUE, CHE SUCCEDE? EVELYN CALMATI! PHOEBE, CERCA DI RIANIMARE LENA!
EVIE, STA’ FERMA!!!” si mise a strillare Kimi
cercando di sovrastare il casino, purtroppo però il suo
gesto le tornò indietro come un boomerang e
quadruplicò la confusione.
Ecco.
Teppareva. L’inferno.
Finalmente,
dopo pochi minuti, Phobe riuscì ad animare la ragazza con i
boccoli, che si riprese immediatamente e fissando gli occhi blu della
nuova amica le disse determinata: “Ora, Phoebe, mi devi dire
se questo tuo cugino ha i capelli corvini e gli occhi neri e studia
lingue al liceo.”
Phoebe era
un po’ imbarazzata, spaventata e soprattutto sorpresa.
“Ehm… veramente… beh, mi pare proprio
di sì… cioè… è
sì.”
Kim
finalmente era riuscita a calmare Evie, o almeno a fermarla cingendole
il busto con le braccia per farla star ferma. Ma quando la ragazza
sentì le parole di Phoebe… ricominciò
a emettere gridolini incontrollati. “Porcaccia la
miseriaccia! Quel
Thomas è un nostro compagno di classe! Mio e di
Lena!!!”
“Ehm…
com’è piccolo il mondo…
eheh…”
“Già
Phoebe! Guarda te che caso che si conoscono! Anzi, destino, come
direbbe Neji…”
…
“Beh,
Phoebe, allora… dove ti ha invitata tuo cugino? Mentre
cercavo di tener ferma Eve, mi è parso di sentire la
suoneria dei messaggi provenire dal tuo cellulare! Era Tom?”
“Fammi
vedere… sì è lui! Mi scrive che
andremo al Green Village… Io non lo
conosco…”
Evelyn
stette calma di botto, per poi sussurrare con flebile voce:
“O porca… cioè volevo dire…
wow che bel posto! Diciamo che… ne ho sentito
parlare…” ^^”
La biondina
prese da parte Elena dicendole a voce bassissima, tanto che
l’amica dovette accostare più vicino il suo
orecchio destro: “Ehm, Ele, abbiamo un
problemino…”
“Ok,
tanto peggio di così… spara pure.”
“D’accordo…
sai che io e te dobbiamo partire per le vacanze insieme e ho invitato
anche Kimberly… Beh, ehm… non ti ho detto dove
andremo…”
“No,
non dirmi…”
“Già…
al Green Village… E mò che si fa? Va bene che
andiamo in vacanza con Phoebe, che è molto simpatica, ma con
Thomas…”
“Beh,
sono semplicemente terrorizzata… O.o Ma ti rendi conto??
E’ bisex! E chi lo sospettava…=.= ”
“Dai,
su con la vita! Non sarà una vacanza poi tanto
male!” ^^’ Il viso di Evie era felice e tranquillo,
ma la voce la tradiva spudoratamente.
“Sì,
certo………” Anche la voce di
Lena si comportava come quella dell’amica, ma dato che lei
era meno ‘allenata’, la tradiva pure
l’espressione.
Dopo questa
breve riunione tra socie, le due riferirono alle altre la notizia che
sarebbero andate quindi in vacanza insieme; Kimberly, Phoebe, Elena,
Evelyn e… Thomas.
Già,
Thomas. Chissà come l’avrà
presa…
********************************************************************
POST
SCRIPTUM:
…
“Ehi Kim, ma l’hai visto il tatuaggio di
Evie???”
“Porco
Kabuto Yakushi, non l’avevo notato!!!!!”
“Wow…
è bellissimo… complementi Evelyn, che
coraggio… e poi quello è il kanji che ha Gaara
del Deserto sulla sua fronte… wow…”
“Grazie
Kimi! E grazie anche a te Phoebe! ^^ Ci sentiamo presto! Bacioni e
buona notte!”
********************************************************************
Postato quinto
capitolo… Ragazzi non uccidetemi! ^^’ Lo dedico
comunque alla MIA socia (stavolta ^^) Francesca (che sono
sicura, si sarà sganasciata dalle risate)!
Vi chiedo come sempre
di recensire per sapere le vostre opinioni e le vostre
critiche… Bacioni a tutti! *kiss kiss* October
Lady gaara: ti
ringrazio intanto che segui la mia ficcy *fa breve inchino con le mani
giunte*, e per vedere i nostri beniamini kishimotiani dovrai aspettare
solo un altro paio di capitoli… Un bacio e a presto! Berry
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Capitolo 6 *** Prove ***
Prove
Erano le 16 di un
caldo lunedì pomeriggio di fine luglio quando Thomas bussava
al grande portone di legno di una triste villa grigia. Sembrava proprio
appena uscita da un film dell’orrore.
Ma che cavolo ci faccio io qua?
si chiedeva per l’ennesima volta mentre ripiegava e
infilava nella tasca dei pantaloncini beige la cartina della
città su cui era segnata la strada per arrivare alla casa
gotica.
Thomas
bussò sul legno di mogano e dopo qualche istante un ragazzo
tutto pelle e ossa che lo superava in altezza di un pezzo
aprì la porta e gli fece cenno di entrare.
L’interno
della casa era a dir poco gigantesco, tanto che sembrava un castello
antico; alle pareti erano appesi un paio di arazzi, nel salone grande
come l’intera casa di Thomas c’era un tavolino per
il tè di un tenue betulla, un divano scuro e strappato in
più punti, una poltrona impolverata e un meraviglioso
pianoforte, di un nero lucido e intenso come il cielo notturno d'estate.
In effetti aveva un
arredo molto essenziale, che faceva sembrare tutto ancora
più triste e grande, provocandone la solitudine e la
depressione di chi vi abitava.
Su un comò
a muro che prima il moro non aveva notato, si trovava una foto
raffigurante una bellissima donna dai capelli del color del rame e dal
grande sorriso splendente che stringeva forte tra le sue esili braccia
un bambino magro e piuttosto alto per la sua età, come se
non volesse lasciarlo andare; il tutto era contornato da una cornice
d’argento e smeraldi. Doveva essere una famiglia molto ricca,
pensò Thomas.
Appena Ian si accorse
quale foto l’ospite appena arrivato stava osservando con
sincero interesse, si rabbuiò e cercò di
richiamare la sua attenzione.
“Ahem,
benvenuto, io mi chiamo Ian e ho 15 anni. Lui invece, è il
mio migliore amico Brian” disse indicando un terzo che Thomas
prima non aveva notato, troppo preso ad occuparsi di quel castello
dell’orrore. Brian era un po’ più basso
di lui, e aveva i capelli biondi, la pelle candida e le gote rosate. Queste caratteristiche sono
tipiche dei Paesi nordici… Ma che carino! pensò
squadrandolo.
“Piacere! Io
sono Thomas, per gli amici Tom, e sono qui per l’audizione
del nuovo chitarrista che avete organizzato!” ^^
“Fantastico!
Allora, se sei pronto, cominciamo!” Il biondo si sedette
dietro la sua batteria.
“Ok, allora,
che pezzo vuoi suonare, Tom?”
Il ragazzo rispose
mentre si sistemava a tracolla la sua chitarra elettrica nero pece, che
si intonava perfettamente con i suoi capelli, “Mi sono
preparato la parte di One
step closer dei Linkin Park… se voi la
conoscete, ovvio.”
“Oh,
sì sì, mi piacciono tanto i Linkin!!!”
Bry, da buon rockettaro, conosceva ogni canzone del genere in
circolazione, e Ian non si stupì certo a sentirlo parlare
con fare così eccitato. Aggiunse con tono sconsolato:
“Andata per One
step closer, meglio però che tiri fuori la
tastiera, posso fare ben poco col pianoforte… Ma canti
anche, Thomas?”
“Oh, nono,
non sono molto intonato! ^^’ Invece voi due?”
“Io me la
cavicchio, ma ho una voce piuttosto anonima, mentre Brian è
veramente bravo, ma non riesce a suonare la batteria mentre
canta!”
“Già
Ian, è giusto un po’ difficile… Quindi
Tom, quando avremo trovato il nostro chitarrista, dovremo andare anche
‘alla ricerca del cantante perduto’! Anche se forse
abbiamo già una candidata…”
“Ahahah
poveracci voi! Allora, cominciamo?”
“E... one
two, one two three four!”
…Linkin Park, One step
closer…
“Ecco,
finito” fece Tom affaticato per la dura prova appena
affrontata. Non era stata certo una passeggiata, ma doveva riconoscere
che se l’era cavata piuttosto bene, molto meglio delle prove
dove gli saltavano tutte le corde della chitarra!
“Wow, sono
rimasto senza parole! Sei davvero il migliore chitarrista che abbia mai
suonato con noi! Ti va di unirti alla band?”
Brian si mise
all’attenti ed incrociò le dita in quel momento
fatidico. “Allora…”
“Allora…
d’accordo! Per me sarà un onore essere dei vostri!
Suonate davvero come dei professionisti!”
Brian sciolse tutte le
dita e corse come un fulmine a ciel sereno nella spaziosa cucina di
Ian. Sul viso di Tom si dipinse un grosso punto interrogativo: dove era
scappato quel ragazzo? Sarà
pure carino pensava il moro ma è anche un
po’ fuori di testa…
Il nordico
rientrò col fiatone nell'immensità
di quella che sembrava essere stata una sala da ballo
dimenticata dal Quattrocento. Teneva con le mani due grossi bicchieri
di vetro colorato e un altro dello stesso tipo che reggeva a mala pena
tra il petto spazioso e il gomito destro. Non senza
difficoltà riuscì ad appoggiare gli oggetti sul
tavolino da tè davanti al divano logoro. Ian lo guardava in
un misto di stupore ed esasperazione. Il biondo gli fece un sorrisone a
32 denti e tornò da dove era venuto, per poi ricorrere in
sala con tre bottigliette di birra fresca da frigo portate con lo
stesso precedente metodo. Thomas era un po’ stranito e lo
guardava con sincero stupore, mentre Ian si limitò a
sbuffare: “Va beh, allora brindiamo al nuovo membro del
gruppo più fico della
città…” disse sollevando il bicchiere
verso il soffitto
“Eh
già, al nostro nuovo compare Tom!” Brian
imitò il suo vecchio amico nello stesso gesto.
“Beh…
allora… a me!” ^^ …e brindarono insieme
scherzando e ridendo.
Fu l’inizio
di una lunga e sincera amicizia.
***
“Allora ci
vediamo!” “Ciao Tom!” “A
presto, ragazzi!”
…………………
Drin
drin… driiin!
“Ma che
rottura questo cellulare!... Pronto?”
Ormai era sera, e
Thomas camminava lungo le vie periferiche della cittadina; ripensava a
quell’emozionante pomeriggio appena trascorso ascoltando il
dolce ma allo stesso tempo amaro lamento delle cicale e il rumore del
vento creato dal passare dei piccoli pipistrelli in quella notte
d’estate, prima di sentire il fastidioso trillo del suo
cellulare.
“Ciao
cugino! Sono Phoebe! Senti, so che ti dispiace, ma ho deciso di portare
una ragazza al mare…” La voce di Phoebe
risuonò dolce e pacata nella sua mente.
“Ma va! Mica
dispiace, a me! Lo sai che sono bisex… quindi mi accontento
di tutto! Eheheh!!!”
“Ah beh
allora…” rispose la ragazza con tono
compiaciuto e scherzoso. “Si
tratta della mia socia Kimberly, hai presente quella alta alta che ti
supera di un pezzo, cuginetto?”
“Eddai,
così sembra che sono un tappo! Invece sono tutti quelli che
mi stanno intorno che non sono più bassi di 1 metro e
75… pensa anche il tastierista del gruppo dove ho appena
fatto l’audizione… a proposito, mi hanno
preso!!!”
“WOW
CHE BELLOOOO!!!” ^^ “Così mò
cominci seriamente la tua carriera musicale…”
“Ma non
scherzare cugina! Pensa che ci manca ancora un
cantante…” –.–”
“Dai
lo troverete… Ehm, ascolta, ci sarebbe un problemino, ma che
poi se lo vedi bene sarebbe anche una cosa gradita, almeno lo
è per me…”
“O santo
Uchiha, non ci girare intorno Phoe, vai al sodo che mi
preoccupi…”
“Oki…
si tratta della vacanza… Ieri quando mi hai avvisata ero a
casa di Kimberly appunto, e c’erano anche due sue
amiche… Praticamente abbiamo scoperto che andremo tutti al
mare insieme!”
“Ah, guarda
un po’ te che destino! Eh, va beh, non
c’è problema, cuginetta” ^^
“Ehm,
aspetta, non ho finito… Penso proprio che tu le conosca
queste due… dicono di essere tue compagne di classe. Evelyn
ed Elena, hai presente?”
”……
Oooh …… porca
……”
o.o 0.0 o.0
è_é
>.< >.>
(ahem... come avete capito dalle faccine, Thomas era un
po’ fuori di sé… nd Autrice)
“Eddai
sono così simpatiche! Ti divertirai di sicuro,
Tommy!” ^^'
“Ma non
è giusto! Così siete 4 ragazze e io sono
l’unico maschio! E no, io così non ci
vengo!” >.<
Dato che ormai la voce
di suo cugino aveva preso una piega da capriccioso-scherzoso, Phoebe
fece finta di viziarlo, dicendogli con voce maliziosa che non era
solita fare: “Dai
Tom, puoi sempre invitare in vacanza i tuoi nuovi amici…
Intendo il tastierista e il batterista… No??” ^.^
Sedotto dalla
proposta, le rispose: “Eh, però, non male come
idea… Ora li chiamo…”
***
Qualche giorno dopo
Evelyn e Lena si stavano interrogando sulle ultimissime e alquanto
difficoltose definizioni di fisica. Le loro valigie erano
già pronte, o meglio, quella di Evie sì,
strabordavano solo un po’ di reti e borchie; mentre quella di
Elena era ancora in fase di restauro per quanto riguardava i vestiti,
che erano completamente riversati sul letto della sua cameretta.
Kimberly stava
suggerendo il costume che donava meglio a Phoebe al centro commerciale;
anche se la ragazza dagli occhi blu protestava animatamente
perché considerava ‘il prescelto’ troppo
succinto e giurava che non l’avrebbe neanche indossato una
sola volta perché si sarebbe vergognata da matti.
Thomas stava cercando
invece di chiudere la sua valigia, ma non ci riusciva perché
questa era già quasi piena e il ragazzo aveva voluto
infilare a tutti i costi anche la sua amata chitarra classica di legno
chiaro, che non ne voleva sapere di entrare. Dopo aver spinto la
valigia, essersi seduto e averci saltato sopra, e come unico risultato
aver ottenuto un paio di corde rotte, decise finalmente di optare per
un’altra custodia rigida da mettere a tracolla.
Gli altri due ragazzi
stavano invece preparando canzoni e lavoricchiando al computer
sistemando i ‘loro affari’ di tecnologia prima di
partire; Ian fu più saggio di Thomas e nella sua valigia non
volle mettere la tastiera, né tanto meno il
pianoforte… prese solo la preziosa foto della mamma dai
capelli come fiammeggianti, la piegò in due parti e la
infilò accuratamente nella tasca dei jeans.
Anche Brian non decise
di portarsi dietro la batteria (e meno male!! nd Autrice) ma mise di
nascosto nella sua valigia le sue amate bacchette. Non poteva certo
separarsene!
Così in una
fredda alba d’agosto si trovarono tutti
all’aeroporto.
Sette ragazzi,
così diversi, ma legati da un unico destino.
********************************************************************
Waaaaaaah! Ragazzi,
sono depressa... ma questa storia non interessa proprio a nessuno? Sono
così terribilmente terribile nello scrivere?? T.T non mi
vorrete far diventare emo, vero? xD
Con la speranza che
qualcuno recensisca questo capitolo anche negativamente, ma che lo
recensisca... Un bacione a tutti sempre e comunque! (perdonatela,
è un momento di incertezza... Nd Evie, Lena, Kim, Phoebe,
Ian, Tom e Bry)
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