The Memory of Trees

di October
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In città (contiene Prefazione e Intro) ***
Capitolo 2: *** Secrets (Segreti) ***
Capitolo 3: *** I veri sentimenti tornano sempre ***
Capitolo 4: *** Our Farewell - L'ultimo addio ***
Capitolo 5: *** Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Prove ***



Capitolo 1
*** In città (contiene Prefazione e Intro) ***


PREFAZIONE

Questa storia ha come protagonisti personaggi elaborati dall’Autrice. Ogni riferimento ad altri caratteri non viventi è puramente casuale.


I personaggi dell’anime e manga Naruto pertanto non le appartengono e questa fan fiction non è stata scritta a scopi di lucro.


Saranno presenti nella fanfic testi di canzoni (riconoscibili grazie alla scrittura centrata) non scritti personalmente dall’Autrice. Inoltre non compare citazione degli autori sotto tali testi, la stessa Autrice non ne ha fatto uso per non togliere l’effetto sorpresa; per questo ci tiene a precisare qui che tutti questi senza citazioni sono originariamente scritti ed arrangiati dalla band olandese Within Temptation.


A fine capitolo, vengono scritti i titoli delle canzoni dei Within Temptation citate, con relativo album di provenienza, per garantire maggior reperibilità al lettore.


Altri titoli di canzoni o altre “lyrics” non appartenenti a questo gruppo musicale portano fedele citazione dell’artista o degli artisti che ne posseggono i diritti d’autore; talvolta viene citato anche l’album di appartenenza, sempre per maggiore reperibilità.


Sono presenti anche talvolta poesie (sempre riconoscibili grazie alla scrittura centrata e all’uso del corsivo) scritte da Gertie, la quale mi ha ceduto i diritti d’autore.


I lettori sono dunque invitati ad ascoltare le canzoni proposte nel momento in cui leggono il titolo, per entrare e capire meglio la trama della storia. Inoltre questa azione potrà dare forti emozioni al lettore per l’attinenza con la vicenda del momento e l’energia che può evocare la suddetta canzone, se ascoltata attentamente; ma nulla è obbligatorio.





Buona lettura,





La sottoscritta

Autrice

October
*****


INTRO:


If I tell you
Will you listen?
Will you stay?
Will you be here forever?
Never go away?

Never thought things would change
Hold me tight
Please don’t say again
That you have to go

A bitter thought
I had it all
But I just let it go
Hold your silence
It’s so violent
Since you’re gone

All my thoughts are with you together,
Until the day we’ll be back together
I will be waiting for you.

If I had told you
You would have listened
You had stayed
You would be here forever
Never went away.

It would never have been the same
All our time
Would have been in vain
Cause you had to go.

The sweetest thought
I had it all
Cause I did let you go

All our moments
Keep me warm
When you’re gone

All my thoughts are with you forever,
Until the day will be back together
I will be waiting for you.









*Bittersweet, Mother Earth (2000), Within Temptation


*****


“Ahiaaa! Uffa, stavolta mi è venuto proprio un bel bernoccolo… Dici che mi daranno i punti all’ospedale, Kim?”
“Maddai, Phoebe, figurati… Non si vede niente! Comunque, cara la mia socia, sei proprio spacciata. Come farai a vincere il torneo di pallavolo del liceo se non riesci a parare nemmeno una mia schiacciata?”
Il sole illuminava e riscaldava anche un po’ troppo quel rosso campo da pallavolo. La ragazza dall’altra parte della rete, ‘Kim’, si stava come al solito preoccupando per la sorte della sua amica. Lei proprio non riusciva a pararle, le schiacciate! Ma era sicura che presto avrebbe imparato, in un modo o nell’altro.
“E’ questo il punto, Kimi! Era la tua schiacciata! Tu sei troppo brava per allenarmi! Hai vinto una marea di partite!” rispose per tutto punto l’amica ululando e Kimberly si sentì avvampare per i complimenti.
“Ma và, io non sono così brava… E tu hai ancora un mese e mezzo per allenarti, il torneo inizierà solo a settembre! Non scoraggiarti proprio ora!” ^^
“Sei sempre così gentile!” E Kimberly riusciva chiaramente a vedere la sincerità negli occhi blu mare di Phoebe. Il suo cuore fece un tuffo nella tenerezza e nell’immenso bene che provava per lei.
“Ma figurati! Ti aiuto perché ti voglio bene! Sennò che razza di socia sarei?” disse, facendole l’occhiolino.
Le due amiche si fecero delle belle risate prima di continuare l'allenamento.

***

“Un gelato al pistacchio, grazie! E tu che cosa prendi, Sidney?”
“Mmh… nocciola e limone… Grazie mille! Tenga pure il resto!”
“Come mai così allegra oggi, Sid? Mi devo preoccupare??”
“Ma và! È solo che… forse sto davvero cominciando a dimenticare quel cretino di Laurence.”
“Wow… insomma, cara la mia Sidney, fai progressi! Io e Evie te l’abbiamo sempre detto che era un deficiente… Almeno adesso l’hai ufficialmente riconosciuto!” ^^
Le due amiche uscirono dalla piccola gelateria nel centro della cittadina illuminata da un sole afoso e s’incamminarono per il parchetto verde situato davanti alla scuola di danza di Elena.
“Lena!!!” fece Sidney facendo cadere metà del suo gelato sul marciapiede.
“Uh! Madò, mi hai fatto spaventare! Che succede, hai visto un fantasma?”
“Peggio, Ele, ho visto Ashley! Eccola lì!” disse indicando il negozio Dolce & Gabbana situato lì di fianco.
“Aaah! Quell’odiosa che se la tira della mia compagna di classe! Spero che un giorno io e Eve avremo la nostra vendetta…”
“Dio, mi sembri Sasuke Uchiha…”
“Chi, scusa?”
“Niente, è un personaggio del mio anime e manga preferito… sai, Naruto…?”
“Sì sì, Evie giusto ieri me ne parlava, mi ha detto che all’ultima puntata della prima serie ha pianto come una fontana… Anche a lei piace, ma io non l’ho mai visto!”
“Beh, faresti meglio a cominciare, ragazza mia, è spassosissimo…”
“Umpf, se lo dici tu…”
All’improvviso, una musica dance cominciò ad echeggiare ad alto volume nell’aria.
Ele: “O cavolo questo deve essere il mio cellulare…”
Sid: “Ah ah” fece continuando a mangiare quello che era rimasto del suo gelato alla nocciola, “non l’avrei mai detto… dalla musica, sai…”
Ele: “Lo sai che faccio danza modern… devo adeguarmi alle esigenze del mio istruttore di ballo! … Pronto! Oh, ciao papi! … No, stasera Sidney ed io andiamo a cena da Evelyn, ha detto che ci deve dare una notizia importante… …Ma no, papà, non è mica incinta!!” disse Elena con una faccia alquanto preoccupata e schifata rivolta a Sidney, “a dopo, ciao!”
Sid: “No comment.” =_=”
Le due amiche si abbandonarono su una panchina di legno all’ombra di una grande quercia, per rilassarsi e prendersi un po’ di fresco in quella dolce calma delle vacanze estive. Dolce calma. Si sa che la dolce calma dura sempre poco.

***

… *batteria che strimpella in sottofondo*
“Ehi Bry, questo pezzo che hai scritto è davvero favoloso!” Il ragazzo era talmente entusiasta che per poco nell’agitarsi non faceva cadere i suoi occhiali.
“Lampi di genio, Ian!”
“Ma se per tutto l’anno non sei riuscito a scrivere nulla che poteva competere con una canzone di Paris Hilton!”
“Uffa… sempre a rinfacciarmelo… Guarda che durante l’anno scolastico ho studiato tanto, eh! E all’ITIS non abbiamo musica nelle materie di routine… Beato te che fai il liceo musicale…”
“Eh sì, mio caro Brian, sì sa che sono un piccolo genietto quando si tratta di pentagramma e note…”
“MA TE LA TIRI SEMPRE TE, EH, IAN??”
“ *.* solo ora… ^^ ”
“Sei senza speranze… Ma te li ricordi quei bei tempi, quando eravamo in classe insieme? Quando eravamo piccoli?”
“Già… ci siamo divertiti un mondo… Tu hai più sentito i nostri vecchi amici, Bry?”
“Ho avuto notizie di Susan, sai… era già carina, ma ora è diventata proprio la cosiddetta ‘amica di tutti’!”
“Sinceramente non me ne stupisco… non so come faceva a piacerti una ragazza così stupida e immatura…”
“Cambiando discorso, ho sentito Samuel… è diventato davvero insopportabile… pensa di essere il migliore del mondo… ricorda vagamente un Uchiha… Io penso Itachi, ma se fosse stata qui Evelyn avrebbe detto che sarebbe assomigliato a Sasuke!”
“Già, era risaputo che avevano una bella tresca… Ma lui giocava con lei; mi sembravano proprio Sasuke e Sakura! Lei però non voleva solo giocare… Così Sam le ha trafitto il cuore con mille kunai…”
“Eh già! Ma oggi facciamo i paragoni solo con i personaggi di Naruto? ^^ A proposito di Evie, non l’hai più sentita?”
“Chi, quella matta? No, e sinceramente mi dispiace… eravamo un bel gruppo, ma ora… Dopo quello che ha passato per Sam, non ho più avuto il coraggio di chiamarla.”
……………
“Sai che facciamo, Ian? Domani dopo le prove proviamo a chiamarla! Ma magari dopo tutto questo tempo ha cambiato numero di telefono…”
“Proviamoci almeno… Va bene, ci vediamo domani allora… Ciao Brian!”
Il ragazzo occhialuto percorse con passo veloce che permettevano tranquillamente le sue gambe come aste, uscendo dal cancello in ferro battuto, e dirigendosi alla sua villa poco distante. Intanto Brian, il ragazzo biondo, smontava e riponeva la sua grancassa nel grande scatolone utilizzato nel trasloco di poche settimane prima.

***

‘Io credo in me, nel cuore mio… Il sogno mio realizzerò, tu ci puoi scommettere… Un ninja anch’io diventerò, che di amici non ne ho…’ stava canticchiando la vocina stridula da cartone animato di Kimberly.
“Ma cosa succede??? Da dove viene questa orribile musica?”
“Primo, mamma: non è orribile. Secondo: è la suoneria del mio cellulare, me l’ha passata Kimi in uno dei suoi tanti momenti di follia. …Pronto?” rispose Evelyn rivolta all’interlocutore. La madre si limitò ad andarsene con espressione esasperata.
“Pronto, ciao Evelyn, sono Thomas…”
“Tom! Ciao… scusa è che pensavo fosse Elena… Tutto a posto?”
“Sì sì grazie… Senti posso chiederti un favore megagalattico?”
“Certo, spara pure.” ^^
“Sono appena tornato dalle vacanze e il prof. di latino si è dimenticato di passarmi le versioni da fare per settembre… Non è che tu le hai?”
“Oh sì certo, le ho. Senti, puoi passare tu a casa mia che io… mi sa che non posso uscire…” disse guardando sua madre con fare alquanto preoccupato dato che l’altra la ricambiava con sguardo minaccioso.
“Grazie mille Evie! Però dimmi dove abiti, io non sono mai stato a casa tua!”
“Okay, certamente…”

********************************************************************







Ecco fatto, il primissimo capitolo... So che non si capisce molto, ma aspettate il secondo (che è troppo esilarante!) e saprete di più sui nostri eroi! Vi prego, se almeno vi interessa minimamente, non mollate ora! E recensite, ho sempre bisogno di consigli e critiche,
Baci dalla vostra
October

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Capitolo 2
*** Secrets (Segreti) ***


Grazie intanto per le vostre recensioni!

Littlemoonstar: se ti piacciono i Within (e se continuerai a leggere) avrai delle belle sorprese presto...

Lady Gaara: spero che ti piaccia veramente! Eccoti accontentata, secondo capitolo... ^^ lo posto subito perchè parto per le vacanze e per un po' non ci sarò. PS *ç* Gaa... leggi leggi cosa succede ad Evelyn in questo capitolo *.*


SECRETS (Segreti)

Dlin dlon…
Evelyn appena si avvicinò alla porta vide un ragazzo non troppo alto dai folti capelli corvini e si trovò davanti a due occhi profondi color nocciola.
“Ciao Tom! Vieni pure… vuoi qualcosa da bere?”
“Oh, beh, un bicchiere d’acqua mi piacerebbe…”
“Certo, arrivo subito! Non fare il timido, siediti pure!”
“Grazie Evie… Sei proprio gentile, sai?”
“Ma dai, il giusto necessario! ^^ ” disse con entusiasmo andando in cucina, ma subito dopo si trovò a fissare un punto imprecisato del frigorifero aperto con occhi vuoti.
“Ehi, vuoi scongelare tutto quello che c’è dentro?” ^^
La luce tornò nei grandi occhi verdi della ragazza. “Oh… hai ragione, che stupida! Acqua fresca in arrivo!”

Evie era fatta così. Cercava di fare tutto per gli altri, il più possibile. Era consapevole di avere un caratteraccio, ma aveva imparato con duri allenamenti a trasformare la maggior parte di questa energia per aiutare gli altri e il resto lo impiegava… per essere ribelle. Si ribellava contro tutto.
Ma alla fine era una brava persona, spesso folle e quasi squilibrata… (“Psicopaticaaa! nd Elena) (Uffa, solo un pochino >.< nd Evie) …ma i suoi amici le volevano bene.
Ogni tanto il passato riaffiora nella memoria e ti senti distrutta dentro, lacrime escono incontrollate dai tuoi occhi, come pioggia silenziosa sulla verità amara. Ma a lei non piaceva piangere. Diceva sempre che era stato il passato a renderla così, anche più forte, e aveva imparato ad accettare la situazione.

“Allora…” fece la ragazza tornando da camera sua “ecco qua le versioni di Cicerone… e qui ci sono quelle di Livio… Giulio Cesare…”
“Ma quante sono?! Il prof. ci vuole uccidere! Uffa… che razza di vacanze che dovremo passare…” ç _ ç
“E’ quello che ho detto quando il prof. ce le ha consegnate… Solo che io l’ho detto davanti a lui… Non ti dico come mi ha guardato…”
Scoppiarono a ridere entrambi.

Al liceo Thomas ed Evelyn non si erano mai frequentati molto, anche se erano compagni di classe.
Evie aveva conosciuto da poco Elena e Sidney, quelle che poi sono diventate le sue migliori amiche, e aveva saputo che Lena e Tom spesso si sentivano, ed erano praticamente diventati amici ma… il suo sesto senso le diceva che la sua amica e Thomas erano più che amici. (Non è vero, NON E’ VEROOO! Nd Lena)

“Oh, che sciocca, non ti ho neanche portato a fare il giro turistico di casa mia…”
“Ma non ce n’è biso…” Tom non fece in tempo a finire la frase che Evie lo aveva già trascinato per un braccio.
“Allora… cucina… quella è camera di mia madre, off limits, non ci possiamo entrare… il bagno, e voilà camera mia!”
“Wow che bella!”
“Eddai di’ la verità…”
“Beh in effetti, è un po’ piccola…”
‘Neanche 2 x 3 metri quadrati… è minuscola!’ stava intanto pensando la ragazza.
“Ma è bella, è accogliente e intima allo stesso tempo!” le rispose Tom.
Poi il moretto si soffermò ad osservare le decine di posters e abbellimenti vari che Evelyn aveva appeso per le pareti.
“Beh, direi che ti piace il punk-rock, a giudicare di tutti quei posters di gruppi che manco conosco… Wow, ma che bello quel papiro! Ti piace l’Egitto?” le chiese il ragazzo indicando un grosso e pregiato foglio di papiro raffigurante divinità e regine.
“Molto! Pensa che mi sono appena fatta fare…” ma la ragazza venne interrotta da un gridolino eccitato di Tom.
“…un tatuaggio.” Finì con voce atona, ma ormai il ragazzo non l’ascoltava più.
“Non ci credo! Ti piace Naruto??? Non l’avrei mai detto!” disse guardando un grosso poster come un critico d’arte guarda un quadro di Leonardo da Vinci.
“A me infatti non piace…” rispose Eve.
“???”
“Ne vado assolutamente mattaaa!!!”
“Brava brava, vedo che siamo d’accordo! Ma… a giudicare da tutti questi posters e foto… Non faticherò a giudicare qual è il tuo personaggio preferito!” fece guardando l’Angolo di Gaara, dove, appunto c’erano solo immagini del ragazzo dai capelli di rubino che rispondeva al nome di Gaara del Deserto.
“Eh, già…” rispose imbarazzata. *.* “E il tuo preferito? Chi è?”
“Sasuke Uchiha!”
“Naaaaa!” >_<
“Siiiiiiiii!” ^.^
“Ognuno ha i suoi gusti!” ^^”
“Ma che ore sono, Evie?
“Occavolo, sono già le sette di sera! Stanno arrivando le mie amiche! Non vorrei essere scortese, ma… SCAPPA!!” disse lei spingendolo fuori dalla cameretta.
“Ehm… Chi sono precisamente queste ‘tue amiche’?”
“Eheheh… Sidney (Ah sì, quella che fa ragioneria! nd Tom) ed… Elena!” gli disse la ragazza sogghignando beffarda.
La pelle di Thomas divenne del colore di capelli di Kimimaro Kaguya e il ragazzo rabbrividì.
“Ehm… devo proprio scappare… ci ve-vediamo p-presto… Ciao Evelyn e g-grazie di tutto!” disse scappando più veloce che poteva in direzione delle scale a chiocciola che portavano all’uscita.
Evie scoppiò a ridere. Sì sì, mi sa che aveva proprio una cotta per la sua migliore amica! (O forse era terrore? Bah… nd Autrice) La ragazza non potè fare a meno di rallegrarsi perché Thomas dopotutto era un bravo ragazzo… e in più gli piaceva Naruto. ^^

***

Dlin dlon.
Il campanello risuonò dopo cinque minuti dalla fuga di Tom, per la seconda volta in quella giornata in cui il sole ormai stava tramontando.
Le due ragazze entrarono in casa della loro amica.
Quella più bassa indossava una maglietta blu notte e un paio di jeans. I suoi boccoli color castano scuro non erano composti come al solito, sembrava che la ragazza fosse un po’ scossa. L’altra ragazza, un po’ più alta, le cingeva le spalle con una mano cercando di calmarla e con l’altra si sistemava in vestito color giallo sole.
“Ti prego Evie, dimmi che sono diventata miope!”
“Ma di che parli, Lena?”
“Elena è convinta di aver visto Thomas uscire dal cancello sul retro… Andiamo, diglielo anche tu che non è possibile!” disse con fare implorante Sidney.
“Beh, in effetti… Tom è appena stato qui…” Evelyn non fece in tempo a finire di parlare che Elena svenne.
“… per prendere i compiti di latino! Ma che pensava ‘sta qui! Eddai riprenditi!”

Lena non ne voleva sapere di riprendersi. Alexa perse la pazienza e face per tirarle uno schiaffo.
“Ma che fai??” urlò Sidney con voce stridula.
“Tu non ti preoccupare, ci penso io…”
‘Stiamo a posto!’ pensò l’altra con i suoi occhi nocciola come mandorle rivolti verso il soffitto.

SBAM!

“Ahiaaa! Dove sono? Che è successo?”
“Ehi guardami. Sai chi sei? Sai chi sono io?”
“Certo. Tu sei il dottor House.”
Evie e Sidney assunsero un’espressione inorridita e spaventata al solo pensiero di quali conseguenze gravi poteva aver avuto il cervello della povera amica e si guardarono stranite.
“Ok, forse non sei lui, ma sei comunque pazza come lui! Mi hai tirato uno schiaffo, Evelyn!!”
“Beh, eri svenuta…”
Sid: “Sempre no comment…”

Dlin dlon.
Era già la terza volta che quel maledetto campanello suonava in quel serata estiva!
“Vado io, ragazze” fece Sidney con aria scocciata guardando le sue amiche.
“Pizzeee!!! Evvai si mangia!!! Adoro la pizza!” urlò la ragazza due minuti dopo con tre pizze in mano e lasciando per la casa una scia di profumino invitante.
*ç*
Anche le altre non vedevano l’ora di mangiare.
Dopo un po’, ad Elena le si accese una lampadina nella testa, stile Archimede.
“Ma, Eve, non avevi mica detto di doverci dare una notizia importante?” disse la riccia, masticando l’ultimo boccone di pizza.
“Uuuuh sì, me n’ero dimenticata!” ^^ “A dir la verità non è una notizia, ma sono TRE!”
Sid: “Oddio, mi devo preoccupare?” °_°
Ele: “Eheh, mi sa di sì… Dai spara, però vacci piano, non vorrei ri-svenire!”
“Come siete tragiche! … Mia madre, dopo tante storie, mi ha fatto un regalo di promozione…”
“Davvero? Cosa?” chiesero sinceramente curiose le due amiche.
“… … Questo… …” fece Evie scoprendosi l’avambraccio destro e mostrando quello che sembrava un occhio riccamente decorato con l’inchiostro sulla sua bianca pelle, mostrando fiera un sorrisone a 32 denti.
“OH-MIO-DIO-TI-SEI-FATTA-UN-TATUAGGIO!!!!!!!” urlò Elena scandendo ogni parola, in un chiaro raptus di follia.
“Non ci credo… ma… quando?” chiese Sidney.
“Una settimana fa… oggi ho tolto le bende… Ma aspettate, la sorpresa non è ancora finita…!” ^_____^
“Sentiamo…” dissero preoccupate Lena e Sid.
Evelyn non parlò: scoprì solo l’altro avambraccio, il sinistro.
Stavolta fu Sidney ad emettere un urlo alquanto preoccupante. Elena rimase semplicemente ad osservare l’altro tatuaggio impresso nella pelle dell’amica con aria attonita.
“TU SEI PAZZA!” esclamarono in coro.
Sid: “Ma… comunque, questo è proprio bello!”
Ele: “Ma se sembra un codice a barre!”
Sid: “Ma tu che ne vuoi sapere di Giappone! È davvero bello il tuo kanji ai, Evie!”
Eve: “Grazie mille! Sapevo ti sarebbe piaciuto, Sal!”
Sid: ^^
Ele: “Ehi, ma c’è qualcosa che mi sfugge… cos’è che mi nascondete? Cosa significa quell’ideogramma?”
Sal: “Significa amore in giapponese… Si chiama kanji ai.”
Ele: “Wow… ma perché è rosso il tuo kanji, Evelyn?”
In effetti, era vero. Il tatuaggio era talmente rosso che sembrava illuminare di fiamme il candido braccio della ragazza.
“Credo mi abbia fatto allergia… Ma l’ho curato, non c’è bisogno di preoccuparsi… Credo che mi rimarrà così, rosso. Comunque questo è stato il regalo di mio padre…”
“Beh, è bello anche così, è sempre un colore alternativo, dopotutto fa pan dan con i tuoi capelli!”
“Uffa Lena, ma quante volte te lo devo dire?? Io-non-ho-i-capelli-rossi!”
“Se se… Ma l’ultima sorpresa, Eve?”
“Oh, quella è stata la… più… dolorosa.”
“Comincia a preoccuparti, Sidney…”
Evie si girò di schiena rispetto alle sue socie.
Con un gesto si tolse dalla schiena i suoi lunghi capelli color sabbia dai riflessi miele, quel giorno stranamente sciolti, scoprendo le spalle e le scapole.
Elena non ci poteva credere. Sid stava tremando, spaventata.
In mezzo alle due scapole si trovava una stella a cinque punte nero pece, inscritta in due cerchi.
La prima a parlare fu Lena. “Wow” si limitò a dire, “è bellissima”. Poi guardò Sidney che fissava spaventata il tatuaggio dell’amica. “Sidney, non è mica qualcosa di brutto!”
“Scusate ragazze, ma Evelyn me l’ha detto da poco di… quella cosa… e ho un po’ paura.”
“Ma di cosa devi aver paura, Sid?” le rispose Evie un po’ alterata. “La Wicca è la religione più pacifica del mondo, non provare neanche a pensare che sono satanista, i wiccan non credono neanche nel diavolo!” le disse per la millesima volta. Poi continuò: “Questo è un simbolo di protezione, un pentacolo inscritto in due cerchi è molto potente, ed è… bellissimo! Poi questo è stato il regalo che mi sono fatta io!” ^^
“Sid? Che dici?” chiamò Lena.
“E va bene. Abbraccio di gruppo?”
Le altre scoppiarono a ridere. Si abbracciarono dicendo:

“NOI WONDERWALLS PER SEMPRE!!!”

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Spero vi sia piaciuto... i vostri commenti sono sempre mooooolto graditi! ^^ A presto!
October

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Capitolo 3
*** I veri sentimenti tornano sempre ***


‘Io credo in me, nel cuore mio… Naruto… Naruto… Il sogno mio realizzerò…’
La ragazza alzo la mano sul comodino dietro sé in una vana ricerca del cellulare; aveva ancora gli occhi serrati a causa della forte luce che entrava dall’enorme finestra di camera sua e sentiva la pigrizia bloccarla al letto come una morsa.
“Uffa, ma chi mi chiama a quest’ora!” protestò Evie guardando la sveglia: le 11.00.
Era davvero tardissimo! Questa volta sua nonna non l’avrebbe perdonata. Si alzò di scatto e finalmente trovò il telefonino.
“Pronto, chi parla?” disse a fatica con la voce impastata dal sonno.
“Ehm… Evelyn, sei tu?”
“Sì sì che sono io! Ma tu chi sei, chi parla?”
“Sono Ian… non so se ti ricordi di me… Andavamo in classe insieme, sai quello alto con gli occhiali…”
“Ma certo! L’Albert Einstein della classe! Che bello risentirti Ian!”
“Sono contento che ti ricordi di me! Senti… ieri ho visto Brian e mi ha ricordato che è da un bel po’ che non ci vediamo… come i vecchi tempi, insomma. Ti va di venire a fare una passeggiata oggi pomeriggio? Così recuperiamo il tempo perso!” ^^
“Molto volentieri! Perché non ci troviamo davanti alla nostra vecchia scuola?”
“Ottima idea, a dopo allora!”
La biondina si catapultò giù dal letto e aprì l’armadio alla ricerca di un qualsiasi vestito da mettere. Nel giro di trenta secondi si era già infilata un paio di pantaloncini e si stava cambiando le scarpe.
‘Meglio che corra dalla nonna, mi aspettava per fare le pulizie!’

***

Poco dopo passato il mezzogiorno di quella stessa giornata, ad un tavolino che era a malapena ombreggiato di un locale caotico che dava sulla strada, c’erano due adolescenti che mangiavano e chiacchieravano tranquille e si godevano le vacanze estive.
“Mmmh… ma che buono questo panino! Chomp chomp…”
“E meno male che eri a dieta, Phoebe! Proprio da McDonald’s dovevamo andare?!” la rimproverò severamente la sua migliore amica mentre si legava i capelli castani in una coda.
“Quante storie Kimi…”
“Uff… o cavolo, mi vibra il cellulare… aspetto un secondo, Phoebe! … Pronto?”
“Ciao Kim! Sono Evelyn! Allora, come va?”
“Oh ciao Evie!! Sì tutto a posto, grazie, sono fuori a mangiare con la mia socia!”
“Che bello! Salutamela! Che prima o poi me la devi presentare!” ^^ “Ascoltami, proposta oscena: vuoi venire in vacanza con me? Io e mia madre andiamo in Puglia e c’è dell’altro posto libero…”
“Sarebbe fantastico!!! E va bene, accetto la tua proposta! Tu mandami i dati via sms!”
“Evvai! …Salutami Kimimaro!” ^^
“Eheheh, come se fosse il mio ragazzo… ç _ ç Facciamo così, riunione a casa mia questa domenica?”
“Perfetto Kim! Ciao!” Click.

“Anche tu vieni a casa mia domenica.” disse Kimberly rivolta ad una Phoebe stupita. O_O ‘Ma cosa avrà in mente la mia socia? Non vorrà mica presentarmi a questa sua amica! Lo sa che sono timidissima… ç.ç ’

***

“Wow ragazzi, come siete cresciuti! Siete quasi degli uomini!”
“Ma se non abbiamo ancora 15 anni! Piuttosto guardati, tu sei già una donna!”
“Concordo pienamente.”
Evie era commossa nel vedere i suoi vecchi amici dopo tutto quel tempo. Quanti bei ricordi dell’infanzia passata insieme… poi il destino, se così si può chiamare, li aveva separati dopo l’ ‘incidente’ con il loro ex-amico Samuel… Ma non basta di certo un amore perso per separare dei veri amici. E quella ne era la perfetta dimostrazione.
Certo che erano davvero cresciuti! Ian era già alto, ma ora la superava di almeno 10 centimetri! Il resto non era molto cambiato: i capelli castani erano come al solito ribelli e spettinati, portava ancora gli occhiali, ma dietro alle lenti i suoi occhi nocciola erano diversi: erano più maturi. Ma era pur sempre il genio ribelle di sempre! Un po’ come Einstein o come in quel film dove bidello di una grande università americana scopre di avere un quoziente intellettivo ben oltre alla media. Un po’ come Shikamaru Nara. Che paragone!
Brian invece era sempre stato un nanerottolo, ora però l’aveva praticamente raggiunta. Si era fatto crescere di qualche centimetro i capelli biondo cenere che quasi nascondevano quei grandi occhi; aveva finalmente tolto gli occhiali e ora si poteva vedere chiaramente il grigio perla in essi. Era diventato proprio un bel ragazzo!
“Allora come va? Come state, ragazzi?”
“Bah, niente di speciale, Lynn” le rispose Ian.
“MA INSOMMA IAN! LO ODIO QUEL NOME! QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DI CHIAMARMI EVIE!” esplose la ragazza, come se Deidara le avesse lanciato una bomba a mano.
“Non è cambiata di una virgola…” si affrettò ad aggiungere Bry sorridendo scherzosamente al suo compare. ^^
Parlarono del più e del meno per tutto il pomeriggio, ridendo come matti. Ricordarono anche con nostalgia i tempi in cui potevano vedersi tutti i giorni e giocare, quando erano più piccoli.
“Ma insomma, nessuno di voi due è fidanzato, o non me la state raccontando giusta?...”  ^.- chiese ammiccando con fare malizioso Evelyn.
Entrambi si fecero paonazzi. “Ma va, guarda che non abbiamo la ragazza! Singles e felici di esserlo!” rispose Brian cercando di fare il duro e assumendo un’espressione scocciata, ma si vedevano lontano un miglio quelle strisce di colore sulle sue candide guance, come infiammate.
“Sarà…” ^.*
“Beh, e tu allora, cara Eve? Scommetto che tu sì che sei fidanzata!” le rispose Ian con lo stesso tono che lei aveva riservato prima per loro, e con un pizzico di maligna vendetta.
La ragazza s’incupì solo ad aver sentito quelle parole, con la stessa velocità di un lampo prima di un temporale: “… … no … …”
Brian guardò malissimo il suo amico, pensando ‘Sei un cretino.’ Ian assunse un’espressione terribilmente colpevole mentre i suoi piccoli occhi imploravano le più sincere scuse.
“Ci pensi ancora… a… lui… Non è vero?” le chiese cauto Bry.
“… mmh … a volte … spesso … credo di averlo… amato davvero … troppo …”
I due amici si guardarono. Perché spesso non servono le parole per comunicare. Solo uno sguardo. Se due persone si conoscono da molto, sanno anche leggere le frasi e i sentimenti scritti nel profondo del cuore. Anche solo con uno sguardo.
Il loro ex migliore amico ne aveva combinate davvero troppe, e far soffrire una delle loro più care amiche in quel modo… dopo tutti quegli anni… tutto quel tempo… lei ricordava ancora. L’aveva amato talmente tanto che ora non riusciva neanche ad odiarlo. No, ci aveva provato in tutti modi, ma invano. L’unica soluzione che aveva trovato era stata quella di ignorarlo, aveva sperato che con l’indifferenza sarebbe riuscita a dimenticarlo, ma questa strada che aveva scelto era in realtà un vicolo cieco; buio, oscuro, senza via di scampo per la sua anima. Ma questo in fondo lo sapeva anche lei; sapeva che se un giorno l’avesse rivisto sarebbe ricominciato tutto. Tutto quell’incubo. Non voleva, no di certo. Purtroppo però il suo istinto le diceva che un giorno tutto questo sarebbe riaccaduto. ‘Quel giorno dovrò essere pronta, dovrò comprenderlo e così allontanarlo. Per sempre… Will I ever, will I never free myself by breaking these chains?’*
Evelyn era perfettamente consapevole di non volere più Samuel al suo fianco, perché quel ragazzo aveva un potere tremendo su di lei, quello di distruggerla…
Ma ora la ragazza aveva paura di amare… anzi, dopo tutti quegli anni aveva capito che nessuno l’avrebbe mai amata in quel modo, anche per questo motivo si era tatuata il kanji Amore.

Il demone che ama solo se stesso.

Era arrivata a quel punto, sapeva che solo così un giorno o l’altro avrebbe trovato un po’ di pace. Non aveva idea di come faceva a sapere questo, ma era ormai diventata una cosa certa per lei, dopo tutte quelle notti insonni a pensare, a ragionare, meditare.
Con una battuta, Evie fece tornare il sorriso ai suoi amici. La cosa le riusciva sempre alla perfezione. Per fortuna, ricominciarono a chiacchierare tranquillamente e a ridere come prima e si dettero appuntamento per qualche giorno a venire.

***

*Jillian, The Silent Force (2004), Within Temptation

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Ecco il terzo capitolo... Come al solito, vi chiedo gentilmente di farmi notare i vari errori, in modo tale da migliorare in futuro e... comunque spero che la storia vi incuriosisca sempre di più!
*con fare ipnotico* recensite recensite recensite... Ma grazie anche a chi legge soltanto!
Baci, October

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Capitolo 4
*** Our Farewell - L'ultimo addio ***


Our Farewell
- L’ultimo addio -









Una ragazza dai lineamenti orientali fece per prendere il suo telefonino, appoggiato sul tavolo della cucina, facendo ondeggiare i lisci capelli color cioccolato fondente.
Si bloccò all’improvviso, riflettendo.
Poi si convinse e lo prese in mano, componendo un numero.
“Pronto!”
“Ciao Elena! Sei libera giovedì sera?”
“Siii, sono liberissima…” Dopo una pausa corrucciata la riccioluta riprese “devo solo fare i compiti di latino, ma quelli sono assolutamente rimandabili! Perché?” concluse, pesando le parole 'solo' e 'assolutamente'.
“Perché sei invitata a casa mia a cena! Ci prendiamo una pizza e ci guardiamo un film, magari quello dell’orrore che voleva vedere Evelyn…”
“Brr… Quella matta ha dei gusti tremendi nel scegliere i film, vero, Sid?”
L’altra, per tutta risposta, mugolò frettolosa. “Allora… alle 7 a casa mia.”
“Va bene, ci penso io ad avvisare Evie! Ciaoo!”
Elena, seduta alla scrivania di camera sua davanti al computer, chiuse la telefonata e il sorriso le si spense sul quelle labbra sottili. Non aveva mai sentito la sua amica così, priva di vitalità e scostante.

***

“Mamma, io esco!”
“E dove vai a quest’ora?! Sono già le sei e mezza di sera!”
“Guarda che non vado a Roma, Sidney ha invitato me e Lena a cena, stasera!”
“Va bene, ma non tornare tardi!”
“Il tempo di una pizza e un film e sono a casa! A dopo!” ^^
Evie stava per uscire dal cancello bianco di casa sua. Aveva davanti a sé un chilometro buono, se voleva arrivare a casa dell’amica. Si guardò: lo faceva talmente poco, che ormai metteva le prime cose che trovava e usciva.
Indossava un paio di jeans ultra-consumati, i suoi preferiti, una maglia dello stesso colore dei suoi capelli, che quella sera aveva stretto con delle mollette sopra alle orecchie. Spesso si legava i capelli in quel modo: le piacevano le sue orecchie, perché se si guardavano bene, erano a punta. Sì, neanche fosse un elfo!
Poi ovviamente aveva i suoi guanti a rete. Non sarebbe mai uscita senza quelli. Ma all’improvviso la fermò sua madre.
“Ma cosa ti metti! Sono orribili!”
“Mamma, non insultare le mie reti alla Temari!”
“Eeeh? …???... Va bene, ci rinuncio…”
Discussione che si svolgeva quasi quotidianamente.  ^^

Dlin dlon.
“Eccola qua! Ciao Evie!” Elena le mise le braccia al collo, come sempre.
“Ciao ragazze! Ciao Sidney, grazie di averci invitate!” disse la bionda rivolta all’amica.
………..

Dlin dlon.
“PIZZAAAAAAA!” Urlarono contemporaneamente Elena ed Evelyn.
Sidney andò immediatamente a prenderla senza proferir parola.
“… e questo significa anche … PIZZAIOLO FIGOOO!” aggiunse Lena, catapultandosi letteralmente giù dalle scale raggiungendo l’amica in cortile.
“Io ci rinuncio… non cambierà mai…” rispose Evie lanciando gli occhi al soffitto della camera di Sid.
Cenarono tranquille, come sempre, con Elena che raccontava di “quel figo del mio maestro di ballo… aaah com’è bello ragazze! Un giorno ve lo faccio conoscere!”
Evie parlava con gli occhi, come a lei piaceva. Sidney era come sempre piuttosto silenziosa e preferiva ascoltare che commentare, ma quella sera non era addirittura partecipe e sembrava essere su un altro pianeta.
“Beh, mò che abbiamo finito… film!” disse la biondina cercando di sistemare al meglio i cartoni delle pizze. “Lena, ci pensi tu a prepararlo? Sai che sono una frana con le tecnologie!” ^^
“Ok, certo ……………….
………………………….
………………………………………….
……………. RAGAZZE CHE PALLE NON FUNZIONA!!!”
“NOOOOOOOOOOOO QUEL FILM E’ TROPPO BELLO PER NON ESSERE VISTO! NON E’ GIUSTOOOO!” urlò ancora più forte Evelyn facendo quella tenerissima faccia pucciosa alla Naruto.
“E ora che si fa?”
“Beh, possiamo sempre sdraiarci sui materassi a chiacchierare e raccontarci cavolate” (Cosa che vi riesce sempre molto bene… Nd Autrice) (>o< non vuoi farci incavolare, vero?? Nd Ele) (… ehm …. No ….. Calma ti prego! AAAAAH! NON UCCIDERMI!!! Nd Autrice)

***

Così passarono una serata tranquilla a raccontarsi di tutto e di più.
Anche se qualcosa non andava.
Qualcuno non parlava.
Qualcuna non parlava.
Sidney.
“Sid, ma si può sapere che hai?” Elena ormai era esasperata, e non capiva quel che passava per la mente della sua amica, ed era la prima volta.
“Chi, io? Ma no, niente!” ^^’
Anche Evelyn si aggiunse all’interrogatorio con tono scherzoso, o almeno il migliore che le veniva.“Eh no, così non va, spara tutto!”
“Uffa …….. non volevo ma ……. Prima o poi ……… Va bene …… allora …….”
La ragazza si alzò cautamente e si mise seduta con fare solenne sulla poltroncina rossa del computer, davanti alle sue amiche. Fece un bel respiro: Evie e Lena la fissavano sinceramente interessate.
“Io… è un periodo che… c-che… insomma mi sento… cambiata. Sapete che lunedì parto, vado in vacanza… e… quando tornerò… le cose p-potrebbero… non essere più le stesse, ecco. E… oh ragazze non ce la faccio! Posso scriverlo, così poi lo leggete?”
Elena guardò Evie. Entrambe avevano un brutto presagio e lei aveva già gli occhi lucidi. Quindi decise di parlare lei.
“O-okay…” le fece con voce tremante.

***

Gli attimi sembravano non passare mai. Il tempo si era fermato? Le due ragazze potevano sentire i reciprochi respiri, da tanto erano sdraiate vicine. Avevano paura. Tanta.
Sentivano solo l’orologio ticchettare segnando i secondi, i minuti. La penna di Sidney muoversi con movimenti non più aggraziati ma veloci e caotici su un sottile strato di carta.
Apparte questo, intorno alle Wonderwalls regnava il silenzio più orribile. Un silenzio che pareva eterno. Ma non fu così.
La voce della mora spezzò quell’incantesimo.
“Ho finito.”
Gelide parole, gelida voce. Non più calda e accogliente come una volta.
“L-leggi prima tu, per favore, Lena.”
La ragazza ubbidì.
Evie poteva sentire il respiro dell’amica mentre leggeva le parole di Sidney farsi più veloce, poi sempre più lento, quasi si spegnesse. In quella penombra poteva appena percepire le lacrime silenziose percorrere le sue guance e suicidarsi sul suo collo sottile.
Dopo qualche minuto accadde quello che la biondina aveva meno aspettato e più temuto. Ora era il suo turno. La sua ora di capire.

Ragazze, voi siete fantastiche, piene di pregi così come di difetti. Infatti non è colpa vostra. È colpa mia. Ormai è da tempo che non riesco più a sentirmi a mio agio con voi. Siamo così diverse l’una dall’altra… Non penso che saremo mai unite veramente. Non possiamo più essere “le Wonderwalls”. Un gruppo. Non mi sento parte di voi.
Per questo quando tornerò dalle vacanze, a settembre, anche se ci incroceremo al liceo, preferirei non parlarvi più, almeno come prima. Sì, sto troncando la nostra ancora giovane e fresca amicizia. Vi avviso che cancellerò anche i vostri numeri di telefono.
Sono più che sicura che starete meglio senza di me. Voi potete essere felici comunque. Siate forti.
Grazie dei bellissimi momenti passati insieme.
Sidney


Un’amara lacrima ora scendeva da quegli occhi verdi pieni di dolore, sfiorando la pelle chiara e bagnando la federa del cuscino come pioggia salata.
Non poteva sopportare altro dolore. Non da una sua amica, almeno.
Era arrabbiata e triste. Non capiva. Non capiva perché. Perché Sidney stava facendo questo a loro. Alle sue migliori amiche.
Cominciò a singhiozzare più forte. Cercava di nasconderlo, ma ormai non riusciva più a respirare. La mano di Elena si avvicinò lentamente alla sua spalla e prese a consolarla col suo dolce tocco.
Ad Evie venivano in mente milioni di domande: stai forse cambiando Sidney? Beh, noi siamo tue amiche, anche se cambierai potrai sempre contare sul nostro aiuto! Invece no. Tu non vuoi.
Siamo forse diverse? È proprio questo che ci tiene unite! Cosa abbiamo io e Lena più in comune rispetto a me e te? Niente.
Non ci capiva più nulla. Il suo cervello le stava dando il Game over.
Lei e Lena avrebbero superato il dolore? Anche la mora cercava di soffocare le lacrime, i gemiti, inutilmente.
Poi qualcuno suonò improvvisamente il campanello interrompendo quegli ultimi attimi umidi e dolorosi. Era il padre di Elena. Lei e Sidney si diedero l’ultimo addio.
Lena era tanto triste. Troppo per lei. Disse a Sid che loro le sarebbero sempre state vicino, che le avrebbero voluto comunque bene, anche dopo la sua dolorosa scelta.
Evie pensò che Elena aveva un cuore d’oro. Perché quella non era solo una dolorosa scelta. Ma era anche definitiva.
L’ospite rimasta ora guardava la padrona di casa con occhi distanti, annunciandole che si era fatto tardi e da lì a pochi minuti sarebbe dovuta tornare a casa.
“Prima però vorrei salutare tua mamma, almeno per l’ultima volta.”
Tornata in casa abbracciò la signora, che arrivava a malapena alle sue spalle. La madre di Sidney rise imbarazzata. Lei non poteva sapere, e non avrebbe nemmeno saputo che quella sarebbe stata l’ultima volta che la poteva vedere, Evie conosceva bene la natura riservata della figlia: voleva che quella decisione rimanesse un segreto tra loro. E non riusciva a condividere neanche questa scelta.
Uscì da quel portoncino che le era così familiare, e che non lo sarebbe più stato, ma si bloccò di colpo. Aveva ricominciato a singhiozzare.
“Dai, ti prego, non piangere più! Non voglio che mia madre ti senta, nemmeno che scopra tutto!” le sussurrò Sidney.
La biondina si sentì le budella in gola.
Aveva ragione. A Sid non importava più di niente ormai. L’importante era non far sapere a nessuno quello che aveva fatto.
Non aveva mai visto la sua ormai ex amica sotto quella luce. E la cosa la stava facendo soffrire terribilmente.
“Sidney…” chiamò con un flebile gemito, parlando a voce così bassa che la mora riusciva a malapena a percepirla.
“Sai perché il mio personaggio preferito di Naruto è Gaara del Deserto?” riuscì a dire, mentre una lacrima, la più amara e silenziosa, scendeva sulla sua guancia destra.
Sidney si trovò completamente impreparata. Non capiva cosa poteva centrare il loro manga e anime preferito con la situazione, così tragica. Le uscì un istintivo… “No!”
Evelyn fece per chiudere per sempre quel portoncino, che ormai era l’unica cosa che le teneva unite.
“Perché io sono come lui.”

***

Il vento. Gelido. Come il suo cuore.
Il viaggio per tornare a casa fu glaciale.
Sentiva il profumo delle foglie. Dei campi ormai maturi che accerchiavano la sua villa.
Si stava avvicinando agosto, ormai.
Ricordò quel momento di poche ore prima, con un sentimento di tristezza. Stavano allegramente mangiando una pizza.
È incredibile come tutto cambia lentamente e non te ne accorgi. Come le stagioni, i mesi, i minuti.
La natura.
Sì, le stagioni… Cambiano con elegante gradualità, trasportandoci dall’una all’altra con dolcezza. Ma la sua vita, quella sera, era cambiata in un solo attimo.
Pregò ancora una volta la sua Dea pagana, la Madre Terra, di non farla soffrire.
Quante volte l’aveva pregata per non farle provare dolore e darle un po’ di sincera felicità? Tante, troppe. Infinite.
Lacrime. Lacrime e ancora lacrime. Ricordi. La pioggia dell’anima inondò il suo cuore. Ancora.
Non può piovere per sempre. No, non può! continuava a ripetere sottovoce, cercando di convincersi. Ormai erano quasi 15 anni che pioveva, e le rimanevano solo le sue care amiche e parte della famiglia. Tutto, ma le mie amiche no… Morirei per loro. La pioggia si fermava per pochi secondi, tanto per farla sperare. Credere in qualcosa di bello, una sorta di equilibrio e pace tra i due aspetti del mondo, Yin e Yang. E poi quando pensava che finalmente le sue preghiere fossero state esaudite, ricominciava a piovere.
E quella sera aveva ricominciato. Forte, pioveva forte nella sua anima, grandinava, e il freddo ghiaccio tagliente solcava il suo cuore come sottili lame.
Sapeva che le sue stesse emozioni le stava provando in quell’istante anche la sua socia Elena. Sperava che almeno loro due non si fossero abbandonate.
Se così fosse stato, sapeva che quella volta non avrebbe resistito al dolore, che non ce l’avrebbe fatta.
Entrò dallo stesso cancelletto bianco che poche ore prima aveva attraversato tutta contenta per la prospettiva della serata con le sue socie.
Salì le varie rampe di scale che portavano in cima all’abitazione, aprì silenziosamente la porticina ocra della mansarda, sperando che sua madre non la vedesse entrare; purtroppo era già pronta in agguato con un’espressione minacciosa dipinta sul volto sottile.
“Eccoti qui! Sei un po’ in ritardo… Ma che cos’hai? Hai il viso tutto rosso e gli occhi gonfi! Non avrai mica pianto, vero?!”
“Ma no mamma, perché avrei dovuto piangere!” ^^ disse cercando di assumere un tono convincente e un viso rilassato e sorridente. “Sono solo molto stanca, poi mi bruciavano gli occhi e… il film è stato parecchio pauroso!”
Quante bugie! Necessarie, però, per mantenere la privacy di Sid. Non sapeva se era per quello che gliele aveva dette, ma di certo, in quelle condizioni non sarebbe stata capace di raccontare la verità.
“Vado a letto, mamma, mi sto addormentando in piedi.”

***

Buio. Oscurità più totale. Così piaceva a loro. A Elena e ad Evelyn.
Due camerette, due ragazze, due diverse tristezze, intensità uguale.
Oscurità dentro e fuori. Fuori, nel buio della notte; dentro, nei loro cuori straziati.
Lena stette sveglia fino alle tre di notte: non riusciva proprio a dormire. Non dopo tutte quelle cose successe la sera prima.
Quel dolore… terribile. Aver perso un’amica… Pensò che avrebbe volentieri ceduto il bel maestro di danza a quell’acida ochetta dell’accademia pur di vedere Sidney tornare indietro, indietro da loro.
Poi le lacrime le si spensero sul morbido cuscino. Anche loro finirono, ma il dolore no. Il sangue continuava a sgorgare libero e selvaggio dal suo cuore ferito, e non c’era antidoto o benda che poteva fermarlo.
Si era stancata troppo. Soffocò anche l’ultimo singhiozzo e si addormentò, tormentata da orribili sogni.

Evie era davvero sfinita. Nell’oscurità, almeno, era riuscita a calmarsi un poco.
Passò una macchina che con i suoi fari bianchissimi fece entrare un po’ di luce dalla finestra, illuminando la piccola camera della ragazza.
Tra le lacrime e tra la sabbia dei suoi capelli la ragazza scorse degli occhi color acquamarina guardarla tristi dalla parete davanti a lei.
“Oh Gaara… se tu fossi qui… sapresti meglio di me come ci si sente a chiedersi se…”
Morfeo era ormai giunto a prendere anche lei.
… se ci sarà mai un momento della tua vita in cui sarai veramente felice.

********************************************************************





Ok, questo capitolo è struggente, ma spero comunque che vi sia piaciuto! A dire la verità non era in programma, ma poi sono successi degli avvenimenti che mi hanno fatto cambiare idea... Anche se è un po' "O.T:", tengo moltissimo a questo cappy; spero recensiate in tanti! Ormai mi sono affezionata a voi... e vi mando tanti baci!
October

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Capitolo 5
*** Presentazioni ***


Presentazioni









Non sapevano neanche Evie e Lena come, ma la domenica arrivò, e con il suo arrivo si accorsero entrambe di aver retto a fatica il dolore.
“Pronto, ciao Lena… Ti va se oggi pomeriggio andiamo da questa mia amica di cui ti ho parlato e… niente, stiamo un po’ insieme, tutto qua.”
Non aveva la solita voce allegra, quel giorno non riusciva proprio a mascherare la tristezza, e inoltre temeva la reazione dell’amica.
“Sì! Che bello! Vengo a casa tua e poi andiamo là!” Elena invece, forse perché aveva superato il ‘trauma’ o forse perché ormai era diventata più brava di Evelyn nel celarsi dietro ad un sorriso, era stranamente felice ed esuberante.

***

“Eccoti qua! Entra pure, Ele!”
La moretta indossava dei morbidi jeans neri con una canottiera rossa e rosa, che lasciava scoperta parte della schiena. I capelli ricci erano adornati da un sottile cerchietto degli stessi colori della maglietta; assomigliava quasi ad una coroncina e le donava un’aria quasi principesca.
“Oooh ma come siamo sexy oggi!” ^^ continuò prendendola in giro Eve.
“Gggrrrrrrrr! Eddai, piantala! Piuttosto guardati tu, non ti ho mai vista così elegante, se così si può dire…!”
Era vero, per quel giorno niente jeans!
Non è di certo quello che a una sfilata di moda si può definire femminile, pensò Ele, ma sicuramente per lei è un record!
Evelyn indossava un vestitino di cotone cortissimo, color verde militare, e sotto portava dei fuseaux neri che le arrivavano alle ginocchia. I capelli erano legati in una coda alta in modo tale che le fluttuassero intorno al collo e sulla schiena.
“Non mi fissare così, Lenny! Dai, pronta?”
Presero le biciclette e si diressero verso la periferia della città, a casa di Kimberly.

***

Con grande sollievo di entrambe, né Lena né Evie vollero parlare dei fatti accaduti una settimana prima, a casa di Sidney. Dopotutto, di cosa avrebbero dovuto discutere?

In cuor loro, decisero non di dimenticare la faccenda, ma di superarla. Non era certo semplice, ma forse ce l'avrebbero fatta. Non volevano certo passare una giornata a rimuginare su un passato felice che ormai non esisteva più, e su uno, più recente, che le aveva sgozzate di dolore...

***

Dlin dlon.
“Sono loro?”
A parlare era stata una ragazza dal viso dolce, che in quel momento era un po’ teso. I suoi capelli castani erano lasciati cadere sulla schiena, e sembravano formare onde morbide e ripide cascate. Gli occhi blu mare stavano fissando la porta un po’ a disagio.
“Ma Phoebe! Eddai! Evelyn la conosco! È una persona socievolissima, non c’è bisogno che fai la timida, …quando fai così mi sembri Hinata!” le rispose la sua amica Kimberly assumendo un tono d’incoraggiamento e dirigendosi verso la porta di casa.
“Mmmh…” si limitò a rispondere l’altra.

“CIAO! QUANTO TEMPO!” si ritrovarono a dire in coro Evie e Kim abbracciandosi, anche se era passato solo un mese dall’ultima volta in cui si erano viste.
L’ingresso dell'abitazione era molto spazioso e subito davanti ad esso, al centro, si trovava un’ampia scalinata dal tappeto rosso che portava alle camere da letto e al bagno, al primo piano.
Sulla sinistra della scala si trovava una piccola cucina in stile moderno – l’unico locale della casa arredato in quel modo, mentre sulla destra si poteva scorgere il salotto con il suo ampio divano e un paio di poltrone dall’aria vecchia.
Nell’appartamento si respirava un’aria antica e polverosa, ma anche piacevole. Era stato arredato dai nonni di Kimberly, i quali erano molto tradizionalisti; per fortuna si erano preoccupati anche della giovane età della nipotina e l’avevano resa graziosa e familiare, accogliente.

“Allora, Kimi, ti presento la mia migliore amica Elena! Lena, come hai capito, lei è Kimberly!”
Ele era diventata un po’ rossa, più che altro perché era piuttosto bassa mentre la ragazza che le era davanti e le porgeva la mano amichevolmente era circa 25 centimetri più alta di lei.
Superando questo disagio iniziale, riuscì a dirle “Molto piacere Kim! Da come Evie parla di te, devi essere molto simpatica!” ^^
Beh, se l’è cavata piuttosto bene! pensava intanto la bionda, che ormai leggeva la mente della sua socia e sapeva perché non era totalmente a suo agio.
“E… Evie, Elena, lei invece è la mia migliore amica Phoebe! Dai Phoe, vieni!”
La ragazza giunse dalle altre e salutò brevemente le nuove arrivate con le paffute gote rossicce, che aveva abilmente mascherato con una grossa onda castana davanti al viso. Eh sì, in presenza di estranei era un po’ timida, ma una volta conosciuta meglio e presa confidenza, era la ragazza più simpatica del mondo, come assicurava Kimberly!
Evelyn, per rompere il ghiaccio con la nuova amica, aggiunse con un perfido ghigno, che era anche la sua firma inconfondibile: “Sai Ele, anche a loro due piace da morire Naruto…”
“Oh mamma mia, sono finita in un covo di matte…!” rispose l’altra con fare teatrale, concludendo con un’alzata di occhi verso l’alto soffitto bordeaux.
Le altre due rimasero molto sorprese dall’affinità delle due ospiti, le quali sapevano esattamente cosa avrebbe detto l’altra, e improvvisamente la bocca rossa di Phoebe si schiuse ed uscì una risata naturale e delicata. Finalmente… Evie sorrise alla sua socia: ce l’avevano fatta!

Il pomeriggio passò tranquillo; le ragazze prepararono i popcorn in scatola – fecero quasi scoppiare il forno a microonde, ma il risultato fu… croccante (e anche un po’ bruciacchiato Nd Autrice), e si misero a parlare degli argomenti più disparati.

Finchè… Una delicata suoneria dal ritmo cantilenante ruppe quell’atmosfera tranquilla.
“Oh, ragazze… è il mio… scusate un secondo…” era il telefono di Phoebe. “Pronto?”
“Ohi, ciao cuginetta!”
“Ciao Tom! Sono a casa di Kimi con alcune amiche, dimmi.”
“Eh, cara lei… Ti va di venire in vacanza con me? Se vuoi puoi portare un’amica o un amico, sai che per me non fa differenza…” ^^’
“Wow! Che bello! Va bene, mandami i dati del posto via sms e ti faccio sapere… Ciao!”

Elena guardò di sbieco la sua socia; stavano avendo entrambe lo stesso pensiero: Tom?!?!?
Quante persone ci sono in un paesino che si chiamano Tom??? … … … Lena era visibilmente alterata, preoccupata, inorridita e un altro migliaio di sentimenti che in quel momento stava provando che non scrivo perché dovrei fare una fan fiction solo per questo.
Tom?!?!? Thomas?!?!? Ma no che non era lui! Assolutamente!!! …Almeno credo… Nd Autrice.

Kimberly chiese con voce tranquilla e curiosa all’amica: “Allora, dove va di bello la mia socia col suo cugino Hyuuga?”
“Perché ‘cugino Hyuga’?” rispose corrucciata Phoebe.
“Beh, mi sembra chiaro, tu assomigli a Hinata e quello è tuo cugino… Ogni riferimento a Neji è puramente casuale…” ^.^
“Seh, c’hai beccato proprio… Muahahahah, che ridere! Se mai lo vedrei più come Sasuke… sai come, lui è bisex…”
Il silenzio più assoluto coprì come un velo la casa. Nessuno osava muoversi. Poi si sentì un botto, come di qualcosa di pesante che cade all’improvviso sul pavimento. Quel “qualcosa di pesante” era Elena.
Svenuta! E finita sul parquet dell’appartamento di Kim scivolando dalla sedia.

Evie invece cominciò ad urlare come un’isterica. In effetti in quel momento lo era.
Sì, ma tanto quello non era il ‘loro’ Thomas..
“EHI, VOI DUE, CHE SUCCEDE? EVELYN CALMATI! PHOEBE, CERCA DI RIANIMARE LENA! EVIE, STA’ FERMA!!!” si mise a strillare Kimi cercando di sovrastare il casino, purtroppo però il suo gesto le tornò indietro come un boomerang e quadruplicò la confusione.
Ecco. Teppareva. L’inferno.
Finalmente, dopo pochi minuti, Phobe riuscì ad animare la ragazza con i boccoli, che si riprese immediatamente e fissando gli occhi blu della nuova amica le disse determinata: “Ora, Phoebe, mi devi dire se questo tuo cugino ha i capelli corvini e gli occhi neri e studia lingue al liceo.”
Phoebe era un po’ imbarazzata, spaventata e soprattutto sorpresa. “Ehm… veramente… beh, mi pare proprio di sì… cioè… è sì.”
Kim finalmente era riuscita a calmare Evie, o almeno a fermarla cingendole il busto con le braccia per farla star ferma. Ma quando la ragazza sentì le parole di Phoebe… ricominciò a emettere gridolini incontrollati. “Porcaccia la miseriaccia! Quel Thomas è un nostro compagno di classe! Mio e di Lena!!!”
“Ehm… com’è piccolo il mondo… eheh…”
“Già Phoebe! Guarda te che caso che si conoscono! Anzi, destino, come direbbe Neji…”

“Beh, Phoebe, allora… dove ti ha invitata tuo cugino? Mentre cercavo di tener ferma Eve, mi è parso di sentire la suoneria dei messaggi provenire dal tuo cellulare! Era Tom?”
“Fammi vedere… sì è lui! Mi scrive che andremo al Green Village… Io non lo conosco…”
Evelyn stette calma di botto, per poi sussurrare con flebile voce: “O porca… cioè volevo dire… wow che bel posto! Diciamo che… ne ho sentito parlare…” ^^”
La biondina prese da parte Elena dicendole a voce bassissima, tanto che l’amica dovette accostare più vicino il suo orecchio destro: “Ehm, Ele, abbiamo un problemino…”
“Ok, tanto peggio di così… spara pure.”
“D’accordo… sai che io e te dobbiamo partire per le vacanze insieme e ho invitato anche Kimberly… Beh, ehm… non ti ho detto dove andremo…”
“No, non dirmi…”
“Già… al Green Village… E mò che si fa? Va bene che andiamo in vacanza con Phoebe, che è molto simpatica, ma con Thomas…”
“Beh, sono semplicemente terrorizzata… O.o Ma ti rendi conto?? E’ bisex! E chi lo sospettava…=.= ”
“Dai, su con la vita! Non sarà una vacanza poi tanto male!” ^^’ Il viso di Evie era felice e tranquillo, ma la voce la tradiva spudoratamente.
“Sì, certo………” Anche la voce di Lena si comportava come quella dell’amica, ma dato che lei era meno ‘allenata’, la tradiva pure l’espressione.

Dopo questa breve riunione tra socie, le due riferirono alle altre la notizia che sarebbero andate quindi in vacanza insieme; Kimberly, Phoebe, Elena, Evelyn e… Thomas.
Già, Thomas. Chissà come l’avrà presa…

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POST SCRIPTUM:
… “Ehi Kim, ma l’hai visto il tatuaggio di Evie???”
“Porco Kabuto Yakushi, non l’avevo notato!!!!!”
“Wow… è bellissimo… complementi Evelyn, che coraggio… e poi quello è il kanji che ha Gaara del Deserto sulla sua fronte… wow…”
“Grazie Kimi! E grazie anche a te Phoebe! ^^ Ci sentiamo presto! Bacioni e buona notte!”

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Postato quinto capitolo… Ragazzi non uccidetemi! ^^’ Lo dedico comunque alla MIA socia (stavolta ^^)  Francesca (che sono sicura, si sarà sganasciata dalle risate)!
Vi chiedo come sempre di recensire per sapere le vostre opinioni e le vostre critiche… Bacioni a tutti! *kiss kiss* October

Lady gaara: ti ringrazio intanto che segui la mia ficcy *fa breve inchino con le mani giunte*, e per vedere i nostri beniamini kishimotiani dovrai aspettare solo un altro paio di capitoli… Un bacio e a presto! Berry

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Capitolo 6
*** Prove ***


Prove




Erano le 16 di un caldo lunedì pomeriggio di fine luglio quando Thomas bussava al grande portone di legno di una triste villa grigia. Sembrava proprio appena uscita da un film dell’orrore.

Ma che cavolo ci faccio io qua? si chiedeva per l’ennesima volta mentre ripiegava e infilava nella tasca dei pantaloncini beige la cartina della città su cui era segnata la strada per arrivare alla casa gotica.
Thomas bussò sul legno di mogano e dopo qualche istante un ragazzo tutto pelle e ossa che lo superava in altezza di un pezzo aprì la porta e gli fece cenno di entrare.
L’interno della casa era a dir poco gigantesco, tanto che sembrava un castello antico; alle pareti erano appesi un paio di arazzi, nel salone grande come l’intera casa di Thomas c’era un tavolino per il tè di un tenue betulla, un divano scuro e strappato in più punti, una poltrona impolverata e un meraviglioso pianoforte, di un nero lucido e intenso come il cielo notturno d'estate.
In effetti aveva un arredo molto essenziale, che faceva sembrare tutto ancora più triste e grande, provocandone la solitudine e la depressione di chi vi abitava.
Su un comò a muro che prima il moro non aveva notato, si trovava una foto raffigurante una bellissima donna dai capelli del color del rame e dal grande sorriso splendente che stringeva forte tra le sue esili braccia un bambino magro e piuttosto alto per la sua età, come se non volesse lasciarlo andare; il tutto era contornato da una cornice d’argento e smeraldi. Doveva essere una famiglia molto ricca, pensò Thomas.
Appena Ian si accorse quale foto l’ospite appena arrivato stava osservando con sincero interesse, si rabbuiò e cercò di richiamare la sua attenzione.
“Ahem, benvenuto, io mi chiamo Ian e ho 15 anni. Lui invece, è il mio migliore amico Brian” disse indicando un terzo che Thomas prima non aveva notato, troppo preso ad occuparsi di quel castello dell’orrore. Brian era un po’ più basso di lui, e aveva i capelli biondi, la pelle candida e le gote rosate. Queste caratteristiche sono tipiche dei Paesi nordici… Ma che carino! pensò squadrandolo.
“Piacere! Io sono Thomas, per gli amici Tom, e sono qui per l’audizione del nuovo chitarrista che avete organizzato!” ^^
“Fantastico! Allora, se sei pronto, cominciamo!” Il biondo si sedette dietro la sua batteria.
“Ok, allora, che pezzo vuoi suonare, Tom?”
Il ragazzo rispose mentre si sistemava a tracolla la sua chitarra elettrica nero pece, che si intonava perfettamente con i suoi capelli, “Mi sono preparato la parte di One step closer dei Linkin Park… se voi la conoscete, ovvio.”
“Oh, sì sì, mi piacciono tanto i Linkin!!!” Bry, da buon rockettaro, conosceva ogni canzone del genere in circolazione, e Ian non si stupì certo a sentirlo parlare con fare così eccitato. Aggiunse con tono sconsolato: “Andata per One step closer, meglio però che tiri fuori la tastiera, posso fare ben poco col pianoforte… Ma canti anche, Thomas?”
“Oh, nono, non sono molto intonato! ^^’ Invece voi due?”
“Io me la cavicchio, ma ho una voce piuttosto anonima, mentre Brian è veramente bravo, ma non riesce a suonare la batteria mentre canta!”
“Già Ian, è giusto un po’ difficile… Quindi Tom, quando avremo trovato il nostro chitarrista, dovremo andare anche ‘alla ricerca del cantante perduto’! Anche se forse abbiamo già una candidata…”
“Ahahah poveracci voi! Allora, cominciamo?”
“E... one two, one two three four!”

     …Linkin Park, One step closer…     

“Ecco, finito” fece Tom affaticato per la dura prova appena affrontata. Non era stata certo una passeggiata, ma doveva riconoscere che se l’era cavata piuttosto bene, molto meglio delle prove dove gli saltavano tutte le corde della chitarra!
“Wow, sono rimasto senza parole! Sei davvero il migliore chitarrista che abbia mai suonato con noi! Ti va di unirti alla  band?”
Brian si mise all’attenti ed incrociò le dita in quel momento fatidico. “Allora…”
“Allora… d’accordo! Per me sarà un onore essere dei vostri! Suonate davvero come dei professionisti!”
Brian sciolse tutte le dita e corse come un fulmine a ciel sereno nella spaziosa cucina di Ian. Sul viso di Tom si dipinse un grosso punto interrogativo: dove era scappato quel ragazzo? Sarà pure carino pensava il moro ma è anche un po’ fuori di testa…
Il nordico rientrò col fiatone nell'immensità di quella che sembrava essere stata una sala da ballo dimenticata dal Quattrocento. Teneva con le mani due grossi bicchieri di vetro colorato e un altro dello stesso tipo che reggeva a mala pena tra il petto spazioso e il gomito destro. Non senza difficoltà riuscì ad appoggiare gli oggetti sul tavolino da tè davanti al divano logoro. Ian lo guardava in un misto di stupore ed esasperazione. Il biondo gli fece un sorrisone a 32 denti e tornò da dove era venuto, per poi ricorrere in sala con tre bottigliette di birra fresca da frigo portate con lo stesso precedente metodo. Thomas era un po’ stranito e lo guardava con sincero stupore, mentre Ian si limitò a sbuffare: “Va beh, allora brindiamo al nuovo membro del gruppo più fico della città…” disse sollevando il bicchiere verso il soffitto
“Eh già, al nostro nuovo compare Tom!” Brian imitò il suo vecchio amico nello stesso gesto.
“Beh… allora… a me!” ^^ …e brindarono insieme scherzando e ridendo.
Fu l’inizio di una lunga e sincera amicizia.

***

“Allora ci vediamo!” “Ciao Tom!” “A presto, ragazzi!”
…………………

Drin drin… driiin!
“Ma che rottura questo cellulare!... Pronto?”
Ormai era sera, e Thomas camminava lungo le vie periferiche della cittadina; ripensava a quell’emozionante pomeriggio appena trascorso ascoltando il dolce ma allo stesso tempo amaro lamento delle cicale e il rumore del vento creato dal passare dei piccoli pipistrelli in quella notte d’estate, prima di sentire il fastidioso trillo del suo cellulare.
“Ciao cugino! Sono Phoebe! Senti, so che ti dispiace, ma ho deciso di portare una ragazza al mare…” La voce di Phoebe risuonò dolce e pacata nella sua mente.
“Ma va! Mica dispiace, a me! Lo sai che sono bisex… quindi mi accontento di tutto! Eheheh!!!”
Ah beh allora…” rispose la ragazza con tono compiaciuto e scherzoso. “Si tratta della mia socia Kimberly, hai presente quella alta alta che ti supera di un pezzo, cuginetto?”
“Eddai, così sembra che sono un tappo! Invece sono tutti quelli che mi stanno intorno che non sono più bassi di 1 metro e 75… pensa anche il tastierista del gruppo dove ho appena fatto l’audizione… a proposito, mi hanno preso!!!”
“WOW CHE BELLOOOO!!!” ^^ “Così mò cominci seriamente la tua carriera musicale…”
“Ma non scherzare cugina! Pensa che ci manca ancora un cantante…” –.–”
“Dai lo troverete… Ehm, ascolta, ci sarebbe un problemino, ma che poi se lo vedi bene sarebbe anche una cosa gradita, almeno lo è per me…”
“O santo Uchiha, non ci girare intorno Phoe, vai al sodo che mi preoccupi…”
“Oki… si tratta della vacanza… Ieri quando mi hai avvisata ero a casa di Kimberly appunto, e c’erano anche due sue amiche… Praticamente abbiamo scoperto che andremo tutti al mare insieme!”
“Ah, guarda un po’ te che destino! Eh, va beh, non c’è problema, cuginetta” ^^
“Ehm, aspetta, non ho finito… Penso proprio che tu le conosca queste due… dicono di essere tue compagne di classe. Evelyn ed Elena, hai presente?”
”…… Oooh …… porca ……”   o.o   0.0   o.0   è_é   >.<   >.>   (ahem... come avete capito dalle faccine, Thomas era un po’ fuori di sé… nd Autrice)
“Eddai sono così simpatiche! Ti divertirai di sicuro, Tommy!”  ^^'
“Ma non è giusto! Così siete 4 ragazze e io sono l’unico maschio! E no, io così non ci vengo!” >.<
Dato che ormai la voce di suo cugino aveva preso una piega da capriccioso-scherzoso, Phoebe fece finta di viziarlo, dicendogli con voce maliziosa che non era solita fare: “Dai Tom, puoi sempre invitare in vacanza i tuoi nuovi amici… Intendo il tastierista e il batterista… No??” ^.^
Sedotto dalla proposta, le rispose: “Eh, però, non male come idea… Ora li chiamo…”

***

Qualche giorno dopo Evelyn e Lena si stavano interrogando sulle ultimissime e alquanto difficoltose definizioni di fisica. Le loro valigie erano già pronte, o meglio, quella di Evie sì, strabordavano solo un po’ di reti e borchie; mentre quella di Elena era ancora in fase di restauro per quanto riguardava i vestiti, che erano completamente riversati sul letto della sua cameretta.
Kimberly stava suggerendo il costume che donava meglio a Phoebe al centro commerciale; anche se la ragazza dagli occhi blu protestava animatamente perché considerava ‘il prescelto’ troppo succinto e giurava che non l’avrebbe neanche indossato una sola volta perché si sarebbe vergognata da matti.
Thomas stava cercando invece di chiudere la sua valigia, ma non ci riusciva perché questa era già quasi piena e il ragazzo aveva voluto infilare a tutti i costi anche la sua amata chitarra classica di legno chiaro, che non ne voleva sapere di entrare. Dopo aver spinto la valigia, essersi seduto e averci saltato sopra, e come unico risultato aver ottenuto un paio di corde rotte, decise finalmente di optare per un’altra custodia rigida da mettere a tracolla.
Gli altri due ragazzi stavano invece preparando canzoni e lavoricchiando al computer sistemando i ‘loro affari’ di tecnologia prima di partire; Ian fu più saggio di Thomas e nella sua valigia non volle mettere la tastiera, né tanto meno il pianoforte… prese solo la preziosa foto della mamma dai capelli come fiammeggianti, la piegò in due parti e la infilò accuratamente nella tasca dei jeans.
Anche Brian non decise di portarsi dietro la batteria (e meno male!! nd Autrice) ma mise di nascosto nella sua valigia le sue amate bacchette. Non poteva certo separarsene!

Così in una fredda alba d’agosto si trovarono tutti all’aeroporto.
Sette ragazzi, così diversi, ma legati da un unico destino.

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Waaaaaaah! Ragazzi, sono depressa... ma questa storia non interessa proprio a nessuno? Sono così terribilmente terribile nello scrivere?? T.T non mi vorrete far diventare emo, vero? xD
Con la speranza che qualcuno recensisca questo capitolo anche negativamente, ma che lo recensisca... Un bacione a tutti sempre e comunque! (perdonatela, è un momento di incertezza... Nd Evie, Lena, Kim, Phoebe, Ian, Tom e Bry)

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