Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Salve! Colei che scrive si reputa una
fan di uno dei manga e anime che in questi anni è riuscito a
conquistare grandi e piccini. Mi sto riferendo all'intramontabile
Dragon Ball, creazione partorita dalla mente di Akira Toriama circa
20 anni fa. Il nostro caro Akira però si è dimenticato
di spiegare come sia nata la coppia più improbabile e
misteriosa di Dragon Ball. A questo proposito ho deciso di raccontare
cosa a mio modesto parere accadde in quei tre anni che precedono
l'arrivo dei terribili androidi.
ESORDI
Quando lo strano ragazzo venuto dal
futuro sparì in una luce abbagliante sulla sua macchina del
tempo e Goku, con la partecipazione di Junior perchè colpito
da alzaimer, aveva riferito quale fosse il messaggio che egli
portava, i nostri amici si congedarono tra di loro per darsi
appuntamento ben tre anni dopo quando ormai avrebbero dovuto
fronteggiare la minaccia degli androidi.
Tutti presero il volo verso le
rispettive dimore.
Anche Vegeta che non si sa ancora per
quale arcano motivo aveva deciso di unirsi ai guerrieri Z per
difendere la Terra, abbandonando la professione di mercenario
spaziale, si stava dirigendo alla Capsule Corporetion, che forse per
la presenza di Yancha aveva scambiato per un luogo di accoglienza per
i senza tetto, volando a tutta velocità per evitare di sentire
le continue chiacchiere di quella sciocca donna dai comunissimi
capelli azzurri, che al momento rimproverava e minacciava di morte se
l'avesse fatta cadere quel buono a nulla di Yancha.
Atterrò nel giardino di casa
Brief e senza degnare di un solo sguardo la madre di Bulma che non
appena lo vide cominciò a tessere una serie di elogi su come
fosse bello ed intelligente, si diresse verso il laboratorio dove era
certo di trovare il signor Brief. La porta del laboratorio si aprì.
“Buon giorno Vegeta cosa posso
fare per te?” chiese appena vide il sayan che gli si
avvicinava.
“Voglio una stanza speciale in
cui allenarmi come quella che hai fatto per Kaarot. Costruiscimela!!”
gli urlò prendendolo per il colletto della camicia e lasciando
così cadere il povero gatto-pipistrello-non ho ancora capito
cosa nero che lo scienziato usava portarsi in spalla quasi fosse una
cosa normale.
“Certo Vegeta, non ci sono
problemi guarda caso ne ho una pronta, puoi usarla anche subito se
vuoi” disse dopo che Vegeta rendendosi conto di essere sul
punto di ucciderlo lo lasciò andare.
“Bene non ho tempo da perdere io”
“Perfetto, da questa parte
seguimi.”
Il professor Brief condusse il principe
dei sayan sul grande giardino che dava alle spalle della casa dove
furono accolti dalle urla di una Bulma furiosa.
“Ti prego Bulma non fare così
mi sono già scusato centinaia di volte” cercava di dire
un povero Yancha mentre schivava il vassoio da thè che Bulma
gli aveva lanciato dopo averlo tolto dalle mani della madre.
“Non me ne faccio niente delle
tue scuse imbecille!!! come hai potuto lasciare che cadessi ti avevo
avvisato!!” urlò la ragazza che già aveva preso
una sedia da giardino con tutta l'intenzione di lanciargliela.
“Te l'ho detto è stato un
incidente. Te l'avevo detto di non agitarti in quel modo”
disse, schivando per poco la sedia.
“non mi sarei agitata se tu non
ti fossi messo a sbavare dietro quella ragazza idiota!!” e
iniziò a correre verso Yancha il quale capendo le intenzioni
della ragazza cominciò a scappare.
I genitori di Bulma cercavano a parole
di calmare la figlia, ma inutilmente.
Vegeta che nel frattempo assisteva alla
ridicola scena, decise di intervenire e di mettere fine a quella
pagliacciata per incominciare finalmente i suoi allenamenti.
Si avvicinò e fece lo sgambetto
a Yancha il quale cadde goffamente ai suoi piedi e il nostro principe
guardandolo con tutta la sua superba regalità lo schernì
dicendo:
“Sei così codardo
terrestre da non avere neppure il coraggio di affrontare una donna?
Thuft! Mi fai pena!”
“ Come ti permetti?!”
rispose Yancha mentre si alzava e stava già assumendo la
posizione di combattimento.
“Mi permetto e come, sei una
nullità! Se non fosse stato per Kaarot sareste già
finiti tutti all'altro mondo” gli diede le spalle e si rivolse
a Bulma che stava osservando la scena.
“è tutto tuo donna!”
“Ah dimenticavo” e si girò
nuovamente verso Yancha “ Se ti impegni potresti anche riuscire
a batterla! Ahahahaha!” la risata di Vegeta colpì
Yancha che consapevole della sua inferiorità fu costretto ad
incassare il colpo, limitandosi a guardarlo con odio.
“ Forza professore devo inziare
subito ad allenarmi se ci tenete alla vostra pellaccia, mi mostri
questa stanza”.
“Ah si certo dimenticavo...vieni
è proprio qui dietro” disse e fece strada a Vegeta.
Quando Vegeta girò l'angolo,
Yancha si sentì libero e soprattutto sicuro di sfogarsi con la
sua, ancora per poco, attuale fidanzata.
“Non riesco proprio a capire come
puoi ospitare un mostro del genere in casa tua Bulma! È
pericoloso! Chi ci assicura che si stia allenando per aiutarci e non
per schierarsi con i ciborg e conquistare la Terra? Eh? Ci hai
pensato?”
“Oh sta zitto Yancha! Stai
esagerando! Se le intenzioni di Vegeta fossero state queste ci
avrebbe già uccisi tutti quando un anno fa Goku non era qui a
difenderci! Parli così solo perchè sai che ha ragione!
E se vuoi smentire le sue parole ti conviene darti da fare e
allenarti subito invece di perdere tempo con certe chiacchiere”
e senza aggiungere altro entrò dentro casa.
Quando Bulma tornò in giardino
teneva in mano una busta. Dentro c'erano una maglietta bianca a
maniche corte, dei pantaloncini blù e un paio di scarpe da
tennis. Vegeta aveva bisogno dell'abbigliamento adatto per allenarsi
pensò, così dato che quel testone non glieli avrebbe
mai chiesti decise che doveva prendere lei l'iniziativa. Fuori in
giardino c'era ancora Yancha che, dopo aver sistemato le sedie e il
tavolo, che erano state le prime povere vittime dello scompiglio di
poco fa,stava mangiando una fetta di torta gentilmente offerta dalla
signora Brief che al momento stava facendo qualche stupido discorso
che il povero Yancha era costretto ad ascoltare se voleva un altro
pezzo di torta. Bulma non lo guardò nemmeno e si diresse verso
la gravity room da cui vide uscire suo padre.
Prima che la porta si chiudesse Bulma
entrò rischiando di rimanere schiacciata.
“Che cosa vuoi donna?”
disse Vegeta infastidito. Bulma gli lanciò un'occhiataccia
gridandogli
“Ti ho già detto che il
mio nome è Bulma! Lo vuoi capire testone!!”
“uhmf! ... è un nome
ridicolo...secondo me ti sta meglio “donna”! Comunque non
hai risposto alla mia domanda”
“Maleducato! E io che mi
preoccupo per te!” urlò lanciandogli la busta che il
sayan prese al volo.
“Vedo che sei ancora
nervosetta....che cos'è questa roba?”
“Non puoi allenarti con quei
vestiti, così te ne ho portati altri più adatti”
“mi sembrava di averti detto che
non ho intenzione di indossare i vostri insulsi abiti terrestri! Anzi
dove hai messo la mia tuta da combattimento donna?”
“ti riferisci a quello straccio
con cui sei arrivato? L'ho messo a lavare! Oh quanto puzzava! Si è
allargato il buco dell'ozono per colpa tua, per non parlare dei
vicini che pensavano ci fosse stata una fuga di gas! Quindi ti
consiglio di accontentarti di quello che ti ho portato”.
Vegeta osservò la busta. Un
lampo di terrore gli attraversò gli occhi. Cosa mai poteva
contenere?
I primi abiti che quella ragazza gli
aveva fatto indossare erano imbarazzanti!! anche peggio di quella
stupida tutina blu e arancione che Kaarot indossava da quando aveva
12 anni. Guardò un attimo gli abiti che aveva addosso:
maglietta bianca, pantaloni giallo canarino Titty, scarpe verdi e per
finire una bella camicia rosa con una scritta intimidatoria, per chi
non lo conoscesse, dietro “Bad man”. Cosa ci poteva
essere di peggio?
Diede una rapida occhiata al contenuto
della busta e quando si assicurò che non ci fossero colori
sgargianti che lo facessero apparire ridicolo, guardò Bulma
che se ne stava ad aspettare un grazie.
La poverina però non sapeva che
prima che tale parola uscisse dalla bocca del principe sarebbero
spuntate le palme in Siberia.
“e bene?” disse irritato
notando che Bulma non accennava ad andarsene.
“ah e me lo chiedi pure? Potevi
anche ringraziarmi non ti pare? O non sono degna nemmeno di un tuo
grazie?! Ma che parlo a fare con uno scimmione come te?! Mi fai solo
perdere tempo!!” urlò avvicinandosi a Vegeta che si era
girato verso le apparecchiature della gravity room che trovava molto
più interessanti.
“ bene...allora perchè non
te ne vai?”
“ Ti odio!” urlò ed
esaudiendo il desiderio del sayan se ne andò.
Le si spezzeranno le corde vocali se
continua a gridare in questo modo. Devo ammettere però che ha
un bel caratterino! Se non fosse per quei ridicoli capelli potrebbe
anche sembrare una sayan. Pensò mentre si stava cambiando.
Ben
tornati a tutti voi! Ecco il secondo capitolo di questa ff su Bulma e
Vegeta! Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che hanno letto il
precedente a capitolo e soprattutto lasciato una recensione. Spero
che vi piaccia. Buona lettura.
UN
CUORE e un naso SPEZZATI
Vegeta non si vedeva
praticamente mai.
Il principe dei sayan
aveva deciso che oltre alla gravity room, alla sua stanza e alla
cucina (ovviamente) non doveva conoscere altro delle capsule
corporetion. Era come se in tutto il resto della casa ci fosse appesa
sulle pareti una sua foto con scritto “io non posso entrare”.
Sorvolando inoltre sul
fatto che il ragazzo sembrava sordo-muto, egli infatti non rivolgeva
la parola a nessuno. L'unico ad essere degnato di un tale onore era
il povero prof. Brief che, dal canto suo, vedeva la cosa come una
disgrazia, poichè tutte le sue conversazioni con il principe
consistevano in minacce di morte se non gli avesse costruito
macchinari sempre più adatti a migliorare i suoi allenamenti.
Macchine ed invenzioni che a Vegeta sembravano usa e getta dato che
le distruggeva dopo un solo pomeriggio di allenamento.
“Non lo sopporto. È
antipatico, maleducato ed intrattabile. Se ne sta tutto il giorno ad
allenarsi e ci degna della sua “regale persona” solo
quando i suoi istinti di sopravvivenza lo conducono in cucina per
svaligiarci il frigorifero”. Si lamentava Bulma con la madre
mentre entrambe se ne stavano sedute sul divano a guardare la TV.
“Oh su via cara non
fare così...lo sai che Vegeta si sta allenando per salvare
tutti noi da quei terribili mostri. Io credo che tu sia arrabiata con
lui perchè è troppo impegnato ad allenarsi e non ha
tempo per te...non è forse così tesoro?”
“Ma che cosa dici
mamma? Come puoi pensare che io mi possa interessare a un tipo rozzo
come lui?!” rispose Bulma arrossendo.
“no, non è
rozzo, io lo trovo molto affascinante con quella sua aria da bel
tenebroso...”
Bulma sospirò, sua
madre era fatta così e lei sapeva che la cosa migliore da fare
era quella di darle sempre ragione altrimenti non l'avrebbe lasciata
in pace.
Si alzò dal divano.
“Vado a fare una
passeggiata”.
Il sole splendeva emanando
un dolce tepore sulla città dell'ovest quel pomeriggio. Bulma
stava passeggiando sulla via principale con alcuni pacchetti in mano.
Fare shopping riusciva sempre a metterla di buon umore. Quando era
uscita di casa era un pò infastidita. Non le andava di uscire
da sola così si era diretta in palestra dove sapeva che Yancha
si stava allenando, ma quando gli chiese di farle compagnia per le
vie della città, lui rifiutò l'invito dicendo che non
poteva interrompere i suoi allenamenti per qualcosa di inutile come
lo shopping. Frase che ebbe come risposta uno schiaffone sulla
guancia sinistra, la preferita di Bulma quando i due litigavano.
Quell'idiota aveva
preferito gli allenamenti a lei.
Arrivò alla
macchina e posò i pacchi nel cofano. Nella via parallela a
dove si trovava lei c'era un bar, l'era venuta voglia di un gelato,
così decise di entrare.
Una volta dentro si
avvicinò al bancone e mentre aspettava che qualcuno la
servisse, diede una rapida occhiata alla sala e un'ondata di
tristezza mista a un pò di invidia la colpì. Il bar era
pieno di coppiette! Non era giusto, pensò lei, non si meritava
questo abbandono!
Prese il gelato sul quale
pervasa dal nervosismo aveva fatto aggiungere una montagna di panna.
Prima di uscrire diede un
ultimo sguardo alla sala.
“no, non può
essere lui...non oserebbe mai!” si ritrovò a dire tra se
e se.
Era Yancha quello che se
ne stava seduto con una bella ragazza bionda a sorseggiare un frappè
insieme?
Si avvicinò per
confermare la sua teoria con il terrore di avere ragione.
Si, era proprio lui! Il
suo fidanzato che non aveva avuto il tempo di stare con lei ora stava
tranquillamente seduto al bar con un'altra ragazza...
Quella ragazza aveva
qualcosa di familiare notò Bulman dove l'aveva già
vista?
Poi ricordò. Era la
stessa ragazza che quel giorno, dopo aver incontrato il ragazzo del
futuro, proprio quando Bulma e Yancha, al quale si reggeva, stavano
atterrando nel giardino di casa, aveva fatto distrarre Yancha
facendola cadare.
“Yanchaaaaa!”
urlò con tutto il fiato che aveva in corpo!!
Yancha nell'udire la soave
voce di Bulma rischiò di affogarsi.
“sei un verme!!”
continuò lei che senza dargli neppure il tempo di rispondere
prese il gelato e glielo gettò in faccia.
“Non voglio più
vederti, mi fai schifo!!” continuò ad urlare ed uscì
dal bar come una furia.
Vegeta aveva finito i suoi
allenamenti per quel giorno. Era esausto, l'unica cosa che adesso
poteva farlo sentire meglio era una sostanziosa cena, dopo però
essersi fatto una doccia riflettè, altrimenti quella
fastidiosa donna non l'avrebbe nemmeno fatto entrare in cucina. Stava
per entrare in casa quando vide arrivare Bulma.
“oh no!”
pensò. Tutte le volte che i due si vedevano lei cercava sempre
di rivolgergli la parola e la cosa lo infastiva perchè non
faceva altro che assillarlo con stupide chiacchere che poi si
concludevano con le sue insopportabili urla. Quindi il principe dei
sayan si preparò psicologicamente ad affrontarla, ma a
differenza di quello che aveva immaginato, la ragazza gli passò
davanti ignorandolo. Strano, doveva essere il suo giorno fortunato
pensò. Era comunque strano però. Poi ci riflettè.
Aveva gli occhi gonfi e rossi, come se avesse pianto. Purtroppo in
quanto sayan, nella sua scala di importantanza, dopo il combattimento
c'era il cibo, quindi sorvolando sulla ragione di quel pianto andò
a farsi una doccia.
Dopo essersi ripulito,
Vegeta andò in cucina dove già la signora Brief, i cui
occhi brillavano tutte le volte che il sayan entrava in una stanza,
gli aveva preparato una gustosa cena.
Si era seduto a tavola da
un pò(ovvero il tempo necessario per divorare tutto quello che
era stato preparato) quando Yancha fece irruzione nella cucina.
“Bulma è in
casa signora Brief?” disse agitato.
“Si, deve essere
nella sua stanza, ha detto che non si sentiva bene e non ha voluto
mangiare...è successo qualcosa Yancha?”, ma Yancha non
le rispose e si precipitò verso la camera di Bulma.
Vegeta, che ormai saziata
la fame stava tornando a ragionare, collegò il pianto di Bulma
a Yancha.
Si sentirono le urla dei
due solo dopo qualche minuto.
Vegeta, che terminata la
cena non aveva alcun motivo per continuare a restare in cucina, si
alzò e si diresse verso le voci. La situazione poteve essere
anche divertente.
“Apri la porta ti
prego Bulma lascia che ti spieghi” implorava un pietoso Yancha.
“Sparisci! Non c'è
nulla da spiegare”
“dai apri. Non è
come pensi”
“Mai!! vai via ti ho
già detto di lasciarmi in pace!!” continuava a urlare
Bulma che non riusciva a capire con che faccia si fosse presentato a
casa sua.
“Ti prego apri!”
“ahahahaha! Ancora
problemi con quella donna, terrestre?!”
Yancha si voltò.
Appoggiato alle parete con le braccia conserte c'era Vegeta che lo
fissava con il suo solito ghigno.
“ Vegeta... non sono
affari tuoi” rispose irritato.
Bulma, appena udì
la voce di Vegeta, rimase in silenzio ad ascoltare la discussione
sorpresa dall'intromissione di questo ultimo.
“umf! sarà...ma
resta il fatto che tu non riesca a farti rispettare neppure da una
donna!!”aggiunse divertito.
“Adesso basta mi hai
stancato con i tuoi atteggiamneti di superiorità”.
Detto questo si lanciò
su Vegeta con l'intenzione e l'illusione di fargliela pagare.
All'interno della sua
stanza Bulma immaginò il peggio. Aprì immediatamente la
porta.
Yancha era a terra con le
mani che gli coprivano il volto in parte insanguinato e Vegeta lo
guardava soffrire ridendo.
“ma come sei già
fuori combattimento?! peccato...vuol dire che ti avevo
sopravvalutato”
“ Un giorno...Te la
farò pagare”
“allora ti consiglio
di non innervosirmi ulteriormente e di toglierti di mezzo se vuoi che
quel giorno arrivi pivello!”
Yancha si alzò,
guardò Bulma aspettandosi una sua reazione, ma inutilmente.
Lui l'aveva fatta grossa questa volta e doveva ritenersi fortunato ad
averci rimesso solo un naso rotto o forse disintegrato conoscendo
Vegeta, pensava la giovane.
Sconfitto se ne andò.
QuandoYancha se ne fu
andato Bulma rimase a fissare Vegeta incredula per ciò che era
successo, anche lui rimase a fissarla per qualche secondo, finchè
fu proprio lui a rompere questo magico silenzio.
“Sciocca”
“Cosa? Come hai
detto scusa?” chiese Bulma dopo che l'insulto l'aveva riportata
alla realtà.
“Hai capito bene sei
una sciocca! Come puoi piangere per una nullità del genere!
Voi terrestri siete così deboli...avete anche fatto rammollire
Kaarot e...”
“Basta! Tu non sai
niente di me e non puoi permetterti di dirmi certe cose! Cosa puoi
saperne tu che sei solo uno stupido scimmione?” gli urlò
tra le lacrime che le rigavano il volto e proprio quando stava ormai
per chiudere la porta si ritrovò Vegeta, che si era mosso con
la super velocità, solo a qualche cm di distanza da lei. Bulma
entrò nel panico, forse aveva esagerato a parlargli in quel
modo, nonostante sentisse che fosse cambiato rimaneva sempre lo
spietato principe dei sayan. Non riuscì a dire niente. Lui le
si avvicinò ancora.
“Forse hai
ragione...cosa posso saperne io dei sentimenti?, ma una cosa l'ho
capita. Puoi avere di meglio di quel fallito”. Così
dicendo se ne andò...
Scusate
per l'attesa, ma ultimamente ho avuto un po da fare con lo studio
(noi streghe oscure dobbiamo sempre tenerci informate sui progressi
della magia nera). Spero comunque che questo non abbia distolto la
vostra curiosità.
Vi
ringrazio tutti per le vostre adorabili recensioni. Buona lettura.
RISVOLTI
Ultimamente
Bulma non riusciva a dormire bene. Yamcha l'aveva prorpio ferita
questa volta.
In
più le sue notti venivano continuamente stravolte quando
pensava alla sua conversazione con Vegeta, il che le capitava molto
spesso.
Non
riusciva a capire il comportamento del sayan, tralasciando il pugno
a Yamcha, cosa che entrava perfettamente nel suo stile, con quella
sola frase che le aveva sussurrato era come se per la prima volta il
grande e orgoglioso principe dei sayan si fosse tolto la sua armatura
da guerriero, lasciando intravvedere dentro il suo cuore.
Era
confusa...
Poi
a complicare le cose c'era Yamcha che dopo alcuni giorni le era
riuscito a spiegare, con un enorme cerotto sul naso, come in realtà,
anzi per meglio dire secondo lui, quel pomeriggio fossero andate le
cose.
Le
spiegò che dopo lo schiaffo che aveva ricevuto in palestra
aveva deciso di andarla a cercare, poi dopo aver girato le via della
città senza successo, era andato a prendere qualcosa al bar
dove, “per pura coincidenza”, la ragazza con cui l'aveva
visto tra una parola e l'altra gli stava offrendo qualcosa da bere e
lui, in quanto perfetto gentiluomo, si era trovato costretto ad
accettare l'invito, contro la sua volontà, ma solo per pura
educazione, puntualizò.
Ovviamente
Bulma non era molto convinta della sua spiegazione e nonostante i
continui fiori e regali che da parte sua continuavano ad arrivare
alle capsule corpotation, lei gli disse che al momento non era più
sicura di quello che provava e che doveva prendersi del tempo per
riflettere sul loro rapporto, ma lui poteva continuare a vivere e ad
allenarsi perfettamente alle capsule corporation.
“è
per Vegeta vero?” gli rispose Yamcha dopo che Bulma gli aveva
illustrato le sue intensioni.
La
giovane era rimasta senza parole. Si era limitata a guardarlo senza
dire nulla, anche perchè ad essere sincera nemmeno lei sapeva
rispondere a quella domanda.
Quel
silenzio fece sbiancare Yamcha che aggiunse:
“Non
ti permetterò di compiere l'errore più grande della tua
vita...riconquisterò il tuo cuore!”
Da
quel momento ovunque lei andasse Yamcha era li, pronto ad esaudire
ogni suo piccolo desiderio e a rifilarle sempre qualche frasetta
sdolcinata da cioccolattino.
Nel
frattempo Vegeta continuava ad allenarsi senza tregua e da quella
sera non si erano più rivolti la parola, il che rendeva i suoi
pensieri ancora più confusi.
“Qualche
cosa non va tesoro? Sei sempre così pensierosa ultimamente”
Bulma
era senza parole, nonostante sua madre potesse sembrare una donna
superficiale e con una mente poco brillante, riusciva sempre a
capirla.
“No
mamma è tutto apposto...” rispose accennando un sorriso.
Anche volendo non sarebbe riuscita a spiegare alla madre quello che
stava provando da lacuni giorni.
“Questa
torta è ottima dove l'hai comprata?” chiese cercando di
cambiare discorso.
La
signora Brief che sembrava avere un amore nascosto per le pasticcerie
cominciò a tessere elogi su una nuova pasticceria che aveva
aperto in città e che al momento sembrava essere la sua
preferita.
Dopo
qualche secondo l'intera casa venne scossa da quella che sembrava
essere un'esplosione. La signora Brief cadde e Bulma finì con
la faccia sulla torta.
“Oh
santo cielo ma che cosa è stato” disse la signora Brief
mentre si rialzava.
“Non
lo so mamma... sembrava un'esplosione”a quel punto Bulma capì
e terrorizzata si ripulì la faccia e corse fuori.
Dopo
qualche minuto la raggiunse Yamcha, a quanto pareva pure lui aveva
tratto la sua stessa conclusione.
Arrivarono
dove si trovava la gravity room in cui si allenava Vegeta e quello
che videro era raccapricciante. L'intera costruzione era andata
distrutta, ora quello che ne rimaneva non era altro che un cumulo di
rottami. Di Vegeta nessuna traccia.
“Oh
no...Vegeta...” Bulma cadde in ginocchio con le lacrime agli
occhi.
“Visto
che cosa succede ai fanatici della guerra come lui?!...ah poveraccio”
disse Yamcha con un espressione da “te l'avevo detto” e
abbracciò Bulma.
Dopo
pochi secondi una mano ricoperta di graffi riaffiorò dai
rottami, poi con fatica il principe dei sayan riemerse, malconcio, ma
riemerse.
Bulma
e Yamcha dallo spavento caddero a terra.
Vegeta
era riuscito a mettersi in piedi anche se traballante.
“Oh
Vegeta allora sei vivo!” disse Bulma sorridendo.
“Certo...per
chi mi hai preso?!”rispose .
Bulma
trasse un sospiro di sollievo poi iniziò a gridare:
“Ma
sei impazzito?! Hai intenzione di distruggermi la casa?”
Il
sayan non disse nulla e cadde.
“Vegetaa”
Bulma si rialzò, gli andò in contro e tenendolo tra le
braccia lui le disse:
“Ti
prego...non...intrometterti...con i miei...allenamenti” detto
ciò il principe svenne.
Bulma
era preoccupata. Vegeta era seriamente ridotto male. Per respirare
aveva addirittura bisogno della maschera d'ossigeno.
Nonostante
avesse sempre quell'atteggiamento antipatico verso i suoi genitori,
anche loro erano molto preoccupati.
Suo
padre si era premurato di fornirgli i macchinari più avanzati
per agevolare la sua guarigione e sua madre stava quasi tutto il
giorno al suo capezzale a piangere temendo il peggio.
Per
quanto riguarda lei, non si muoveva mai dalla stanza in cui stava
Vegeta. Sapeva che se la sarebbe cavata, un guerriero come lui doveva
aver affrontato anche di peggio, ma ormai erano già alcuni
giorni che non riprendeva conoscienza, inoltre lo sentiva delirare
frasi del tipo “Kaaroth...ti raggiungerò”. Il suo
era un chiodo fisso. Sonfiggere Goku sembrava avere la priorità
anche sulla sua salute, al punto che con quei severi allenamenti
aveva rischiato di morire.
Non
aveva mia conosciuto un tipo come lui, così fiero e
orgoglioso, forse anche troppo, al punto che Bulma pensava che la
cosa lo avrebbe portato a compiere qualche pazzia.
Vegeta
si trovava in un luogo buio. Non riusciva a vedere niente, finchè
non venne abbagliato da un ' immensa luce dorata. Era Goku
trasformato in super sayan. Dopo qualche secondo la sua attenzione
venna attratta da una luce simile a quella di prima, si voltò.
Era il ragazzo del futuro, anche lui allo stadio di super sayan. I
due gli si avvicinarono e cominciarono ad aumentare le proprie auree
quasi a voler rendere più chiara l'inferiorità del loro
principe.
Poi
i due scomparvero e Vegeta si ritrovò davanti suo padre che lo
osservava disgustato quasi vergognato di avere un figlio che non
riusciva a superare la potenza di un guerriero di infimo livello.
Chiuse gli occhi non riusciendo più a sostenere lo sguardo del
padre. Quando li riaprì rimase senza parole. Si trovava tra le
rovine di una città, dopo qualche passo cominciò a
vedere tra le macerie dei corpi che poi riconobbe con orrore. Erano i
cadaveri di tutti i guerrieri Z. Continuava a fissarli terrorizzato
finchè non vide due figure dai diabolici occhi rossi che si
avventavano verso di lui.
Apri
gli occhi.
Sudava
e respirava a fatica. Dopo essersi consolato del fatto che si
trattasse solo di un sogno, si lasciò andare nella comodità
del letto, poi qualcosa di azzurro attirò la sua attenzione.
Si
voltò, e proprio li piegata sulla scrivania c'era Bulma.
Dormiva.
Vegeta
rimase a fissarla per un po, poi ripensando all'oribile incubo di
prima decise che non poteva perdere tempo e dedicare ogni singolo
momento ad aumentare la sua forza.
Con
qualche sforzo riuscì ad alzarsi e andò verso il bagno
dove si sciacquò il viso per riprendersi.
Guardandosi
allo specchio constatò che era pieno di bende e medicazioni
che erano ormai inutili e che lo avrebbero solo rallentato nei suoi
allenamenti.
Così
cominciò toglieresi alcune bende.
Bulma
si svegliò. Quando aprì gli ochhi rimase sconvolta
natando il letto vuoto, poi si girò e con grande conforto vide
che Vegeta era lì.
“Oh
Vegeta...finalmente! Come ti senti?”
Vegeta
non rispose, continuava a sbendare le sue medicazioni, “Ma
quante bende mi hanno messo? Volevano forse mummificarmi vivo?”
pensò il principe dei sayan.
Superata
la gioia del suo miglioramento, Bulma notò le intenzioni
suicide di Vegeta.
Gli
si avvicinò preoccupata.
“Che
cosa stai facendo? Sei diventato pazzo per caso?”
Niente,
il sayan continuava a ignorare Bulma.
“Non
penserai mica di tornare ad allenarti subito vero? Sei ancora debole.
Non te lo permetterò!” e così dicendo gli mise
una mano sul braccio con tutta l'intenzione di fermarlo.
Vegeta
si girò e velocissimò le afferò le spalle
gridandole
“Perchè?
Perchè fai tutto questo? Perchè non mi lasci in pace e
continui a preoccuparti per me?”
Lui
la guardava intensamente, così intensamente che Bulma non
riuscì a sostenere il suo sguardo e una lacrima cominciò
a rigarle il volto.
“Io...
io... se ti da così fastidio ti prometto che non...”ma
non riuscì a completare la frase.
Bene, prima di cominciare volevo ringraziare tutti quelli che con le
loro recenzioni mi fanno venir voglia di continuare quest
Bene, prima di
cominciare volevo ringraziare tutti quelli che con le loro recenzioni mi fanno
venir voglia di continuare questa ff, ovvero: 8WeirdSisters8; Bulma Briefs;
maggie89; nana987; Bulma Miky; Swwtcicia; Faleset90; ladydarkprincess;
Pink_Videl; hinatina; ///; martyk; Dolicissima Bra; gokuccia; vale_88; Miky
Simpa; Angelo Azzurro; crusade; Gaia; joey_ms_86; lisepotter; miettajessica.
GELOSIA
L'aveva baciata.
Non era stato un
bacio qualunque, era stato dolce e intenso.
Peccato però che
fosse durato poco, poiché sua madre era entrata nella stanza interrompendo quel
magico momento. La signora Brief aveva fatto il suo ingresso nella stanza con
una faccia devastata dal dolore e ne era uscita con un enorme sorriso
scusandosi per averli interrotti.
A causa
dell'intrusione Vegeta si era bruscamente allontanato da lei arrossendo e
quando la signora Brief se ne fu andata ,lui dopo averla guardata con i suoi
occhi neri come la pece, fece lo stesso.
Bulma era rimasta
da sola nella stanza, incredula, sconcertata, quasi sul punto di utilizzare la
maschera d'ossigeno per qulache minuto per riprendersi.
Come poteva
immaginare che quel King Kong in miniatura potesse farle provare un'emozione
simile? Si passo una mano sui capelli turchini e si distese nel letto con
un'espressione sognante.
Cosa le stava
succedendo?
Tralasciando le
sue solite scappatelle con ragazze dai facili costumi, nemmeno Yamcha era
riuscito a farla sentire in quel modo durante tutti quegli anni insieme, eppure
a Vegeta era bastato un solo e fugace bacio.
L'aveva baciata.
Lui il grande,
fiero (...cotinuate voi) principe dei sayan aveva ceduto a quegli occhi color
del cielo che si stavano riempiendo di lacrime per colpa sua e si era lasciato
andare.
Come aveva potuto?
Il suo atteggiamento non era stato certo quello di un guerriero sayan!?
Chiuse gli occhi e
scosse il capo cercando di allontanare quei pensieri dalla sua mente mentre con
passo deciso si avviava verso il giardino. Si fermò e pensieroso alzò la testa
per osservare il cielo, finchè una voce non lo ridestò.
“Ehi Vegeta! Sono
contento che ti sia ripreso!”.
Era il professor
Brief che, con in mano una chiave-inglese, salutava il sayan accanto a una
nuova gravity room che questa volta sopra la scritta Capsule Corporation aveva
un gigantesco 4 disegnato(le precedenti, come voi tutti sapete, per un motivo o
per un altro, non avevano fatto una bella fine).
Vegeta come era
prevedibile non rispose al saluto, ma dovette riconoscere le abilità dello scienziato
che in soli pochi giorni aveva costruito la sola cosa che sulla Terra poteva
essere considerata degna di un sayan.
“Avvicinati
figliolo, ho apportato delle modifiche”, continuò e quando Vegeta lo raggiunse
gli fece strada fino al pannello di controllo dicendo:
“Vedi Vegeta anche
se all'apparenza sembra identica in realtà la struttura è stata rinforzata per
adeguarsi alla tua potenza ed evitare incidenti simili a quello di qualche
giorno fa”. A quelle parole Vegeta fece una smorfia, come se quell'insignificante
uomo volesse ricordargli la sua recente sconfitta.
“Inoltre” continuò
lo scienziato “ho aumentato il limite di gravità, puoi spingerti fino a 400
adesso”.
“E quando potrò
usarla?”
“Bhe...è già
pronta, quindi appena ti sarai ripreso potrai...”
“Bene allora
comincerò subito”
“Ma.. ragazzo non
puoi, non ti sei ancora ristabilito! È troppo presto!” disse cercando di farlo
ragionare
“Non ho chiesto il
tuo parere, anzi va a costruirmi qualche aggeggio utile per i miei
allenamenti”.
“Ah! Come vuoi
Vegeta, ma mi raccomando non esagerare” e sospirando se ne andò.
Bulma aveva appena
finito di farsi una doccia e mentre era avvolta in un morbido accapatoio rosa
stava scegliendo che cosa indossare, un'impresa ardua considerando il numero di
indumenti che la giovane possedeva. Dopo una serie di riflessioni aveva scelto
una gonnellina marrone, un maglione bianco, una fascia per capelli dello stesso
colore e degli stivaletti marroni.
Andò in cucina
dove sua madre stava preparando una serie di deliziose pietanze per festeggiare
la guarigione del loro “principesco ospite”.
“Sai per caso
dov'è Vegeta, mamma?” chiese mentre si prendeva del succo di frutta dal
frigorifero.
“Non lo vedo da
questa mattina” rispose facendo l'occhiolino alla figlia la quale capendo il
riferimento arrossìfacendo quasi
cadere a terra il bicchiere che aveva appena riempito.
“Anzi, ora che mi
ci fai pensare credo che sia andato ad allenarsi” continuò assumendo
un'espressione preoccupata.
“Cosa? Stai
scherzando?”
“Mi dispiace
tesoro, tuo padre gli ha detto che era meglio aspettare...Bulma, dove stai
andando?”
Bulma non rispose,
era già sfrecciata fuori dalla cucina infuriata.
Era pazzo non
c'era altra spiegazione. Aveva rischiato di morire e adesso stava mettendo alla
prova la sua fortuna.
Entrò nel
laboratorio dove suo padre stava trafficando con la sua ultima invenzione.
“Ciao tesoro”
disse il professore appena vide la figlia.
“Papà mettimi in
contatto con quel primate di un sayan!”.
Lo scienziato
guardò la figlia perplesso.
“Sbrigati!!!”.
Doveva ammetere
che in quelle condizioni allenarsi era molto faticoso, ma per un sayan come lui
quello non era altro che una sfida da vincere. Dopo una serie di flessioni si
era alzato in volo pronto ad un nuovo esercizio, poi un enorme schermo scese
dal soffitto e nel giro di qualche istante apparve Bulma.
Vegeta era senza
parole, quella stanza era l'unico luogo in cui sapeva di poterle sfuggire, di
riuscire a non pensarla e lei adesso lo disturbava anche li.
“Sei impazzito per
caso? Che cosa ti avevo detto?”
“Umf! Io faccio
quello che voglio e non prendo ordini da nessuno, specialmente da una donna!”
rispose il principe poco prima che un dolore acuto gli attraversasse la testa
facendolo cadere a terra.
Bulma era
angosciata, non poteva vederlo in quello stato, ma doveva resistere, doveva
farlo smettere.
“Vedi!? Sei ancora
troppo debole, ora smetti di fare stupidagini e torna dentro!”
Tutta colpa sua,
l'aveva distratto e con le sue chiacchiere gli aveva fatto perdere la
concentrazione, pensò il principe che cercava faticosamente di rimettersi in
piedi.
“Adesso basta! Tu
e le tue inutili preoccupazioni, non ti sopporto...lasciami in pace non voglio
più vederti” e così dicendo lanciò una piccola sfera di energia che distrusse
lo schermo, contento, ma anche un pòdispiaciuto di non avere più addosso quei grandi occhi azzurri.
Dentro il
laboratorio Bulma era rimasta incredula a fissare lo schermo su cui aveva visto
avvicinarsi minacciosa la sfera di luce lanciata da Vegeta.
No, non poteva
trattarla in questo modo, era questo il ringraziamento per averlo accolto in
casa sua?! No, questa volta non l'avrebbe passata liscia.
Bulma uscì dal
laboratorio come una furia. Una volta raggiunto il giardino vide Vegeta che
usciva dalla gravity room, certamente non perchè aveva deciso di darle ascolto,
ma solo perchè si era fatta ora di pranzo e prorpio quando stava per dirgli ciò
che pensava di lui qualcosa o meglio qualcuno attirò la sua attenzione.
“Ciao Bulma!” era
Yamcha che sceso da un'auto sportiva le stava venendo incontro sfoderando un
enorme sorriso.
“Oh...ciao
Yamcha...che ci fai qui?”
“Beh...ero qui
vicino emm... ecco... volevo invitarti fuori a pranzo” disse nervoso il ragazzo
notando che Vegeta si era fermato a fissarli.
All'inizio Bulma
sembrò infastidita dall'intrusione dell'exfidanzato e proprio quando era sul
punto di cacciar via Yamcha, un lampo di genio le attraversò la mente. Dato che
con le parole quello scimmione non le dava retta e continuava a trattarla male
poteva usare un'altra tattica.
“Emm... allora che
ne dici, ti va?” disse sorridendo Yamcha riportando Bulma alla realtà.
“Oh certo Yamcha!
Come sei gentile... tu si che sai come trattare una donna” e prendendo Yamcha
sotto braccio si avviò alla macchina dopo aver dato un ultimo sguardo a Vegeta
e consapevole d'avere quegli occhi d'ebano su di lei.
Trascorsero tutta
la giornata insieme andando al cinema e passeggiando per le vie della città al
punto che quando Yamcha la riaccompagnò a casa era già buio.
“Mi sono divertito
molto”
“Già sono stata
proprio bene con te oggi!” disse sorridendo la scienziata e proprio quando
stava per scendere dalla macchina Yamcha la trattenne e cercò di baciarla.
“No, Yamcha ti
prego non insistere” rispose lei respingendolo.
“Ma come? Io
credevo che noi... hai detto che sei stata bene con me...”
“Si è vero, ma io
intendevo solo come amici.” Il giovane continuò a fissarla silenzioso.
“Mi dispiace
Yamcha” e dopo avergli dato un bacio sulla guancia uscì dalla macchina.
Yamcha rimase a
guardarla finchè lei non entrò in casa, temendo d'averla persa per sempre.
L'intera
abitazione era piombata nel silenzio e l'oscurità regnava in tutto l'edificio.
Dovevano dormire tutti pensò Bulma, così cercando di non fare rumore raggiunse
la sua stanza.
Appena accese la
luce pensò d'avere un'allucinazione. Era lì! Spalle al muro, braccia conserte e
quel solito sguardo tenebroso che lo accompagnava dalla nascita. La stava
aspettando.
“V-Vegeta?! Si può
sapere che cosa ci fai nella mia stanza?”
Il sayan la gurdò
e avvicinandosi disse:
“Dove sei stata?”
“Umf... non sono
affari tuoi! E poi non avevi detto che non volevi più vedermi?! Quindi,
cortesemente, sei pregato di portare la tua regale persona fuori di qui!”
Avanzò ancora
verso di lei.
“Sei stata insieme
a quel fallito?”
“E se anche fosse?
Sei geloso per caso?”
“Come? Geloso...
io sono il grande principe dei sayan e...”
“Si, si lo so, il
grande principe del pianeta della scimmie!Ora basta sono stanca vattene!”disse
facendosi sempre più vicina a lui.
“Attenta donna
adesso stai esagerando!”
“E SMETTILA DI
CHIAMARMI DONNA, IO MI CHIAMO BULMA!!!” Urlò la giovane che aveva già alzato un
braccio pronta a schiaffeggiarlo, ma Vegeta le afferrò il polso tirandola a se.
Bulma stava
cominciando ad avere paura, le capitava spesso di litigare con lui, ma mai, mai
erano arrivati a quel punto, comunque non manifestò la sua paura e sostenne gli
occhi accusatori del sayan.
“Non voglio più
vedere quel rammollito ronzarti intorno.”
Detto ciò si
allontanò da lei e tornò nella sua stanza sovrastato da una serie di sensazioni
che in tutta la vita non aveva mai provato e che certamente non erano adatte ad
un guerriero come lui.
Si gettò nel letto
esausto. Era tutta colpa sua, tutta colpa di quell'angelo azzurro.
Eccomi
nuovamente qui con un nuovo capitolo. Mi dispiace per la lunga attesa, ma sperodi rimediare con il
seguito di questa storia.!!Vi ringrazio tutti per le vostre recenzioni. Buona lettura!
LA PARTENZA
“Dobbiamo
partire tesoro.” disse il mattino seguente BunnyBrief mentre porgeva alla
figlia una tazza di caffè. Bulma assunse
un'espressione interrogativa e la madre continuò.
“Vedi,
tuo padre deve partecipare ad un convegno importatente
all'estero, ora non mi ricordo bene quale fosse il problema tanto urgente, era
troppo noioso, fatto sta che avrò una buona scusa per rilassarmi” concluse
sorseggiando il caffè.
“Wau! Ci voleva proprio una vacanza, quando partiamo?”disse entusiasta mangiando un biscotto.
“Oh no
cara, tu non puoi venire, andremo solo io e tuo padre”.
“Come sarebbe a dire io non posso venire?”
“Beh mi
sembra ovvio, non vorrai lasciare Vegeta solo, povero caro,
come farebbe senza nessuno che si occupi di lui?”
“Ti
assicuro,mamma, che quello sa cavarsela benissimo
anche da solo”.
“Alloraper voi due sarà una
buona occasione per stare un pochino soli.”
“La vuoi
finire una buona volta di dire stupidagini?!”ma sua madre continua a sorridere
anche perchè la guance di Bulma
erano diventate di un rosso acceso. “ E va bene
rimarrò con quel troglodita, ma sia chiaro, solo perchè
non mi fido a lasciarlo da solo, rozzo com'è potrebbe anche distruggerci la
casa.”. Mandò giù unpo di
caffè. “Quando partite?”
“Dopo
pranzo uno dei jet della compagnia ci porterà a
destinazione”.
Bulma
quasi si soffocava.
“Dopo
pranzo?!E quando avevi intenzione
di dirmelo?”
“Scusa,
è solo che con l'incidente di Vegeta mi sono dimenticata e poi non preoccuparti
sarà solo per qualche giorno” concluse la donna sfoderando uno dei suoi soliti
sorrisi.
Bulma si
sedette sulla sedia che le era più vicina e guardò fuori
dallafinstra pensando a quello che le aveva
appena detto la madre, sarebbe rimasta sola con Vegeta e la cosa non era poi
così male, oppure si?
Esattamente
come aveva detto sua madre, nel primo pomeriggio un lussuoso jet atterrò alle
spalle dell'imponente costruzione color crema.
“Mi
raccomando tesoro occupati di Vegeta, sono così triste
a doverlo lasciare qui, se non fosse stato per i suoi allenamenti avremmo
potuto fare una bel viaggetto tutti insieme”
“Ugr! Ancora con questa storia mamma!” disse Bulma mentre accompagnava i genitori verso il
jet.
“Ricordati
di passare in ufficio in questi giorni e non ti dimenticare di completare le
invenzioni che sto creando per Vegeta” le disse il padre
mentre un dipendente caricava i bagagli.
“Come
vuoi” rispose sbuffando, era incredibile che i suoi genitori fossero più in
pena per Vegeta che per lei. “Fate buon viaggio” aggiunse imbronciata e dopo
averli salutati con un grande abbraccio, i coniugi e l'inseparabile animaletto
nero che vive in simbiosi sulla spalla del professor Brief
salirono sul jet.
La
giovane rimase a fissare il jet finchè
esso non divenne un minuscolo puntino, poi si diresse verso la gravity room. Si affacciò da uno degli oblò cercando di
scrutare Vegeta. Il principe era talmente preso dagli allenamenti che non si
accorse di essere spiato o almeno così sembrò a Bulma,
in realtà il sayan era riuscito a percepire la
fievole aura della ragazza e ormai arreso sapeva che tra pochi minuti lei lo
avrebbe infastidito con qualche sciocchezza.
La
giovane fece il giro della struttura dove sapeva che in gran segreto suo padre
aveva collocato un dispositivo che avrebbe immediatamente riportato la gravità
alla normalità “come precauzione” le aveva detto lo
scienziato. Premette il pulsante edopo qualche minuto la porta si aprì
automaticamente.
Lo
stupore si dipinse sul volto del sayan quando constatò che la gravità non era
più a 320 e confuso si diresse verso il pannello di controllo pensando che
qualcosa si fosse danneggiato, poi un cespuglio azzurro cominciò ad intravvedersi.
“Ehi là
Vegeta!”
“Che cosa vuoi? Non l'hai ancora capito che non voglio essere
disturbato?!”le disse senza neppure guardarla in
faccia.
“Oh
tranquillo non ho intenzione di perdere il mio prezioso tempo
parlando con te, sono una ragazza molto impegnata, sai?”
“Non si direbbe”
“Antipatico!
Volevo solo dirti che i miei genitori sono
partiti,staranno via per qualche giorno
e io ora devo sbrigare delle commissioni, quindi, mio caro gorillone,
dovrai stare da solo per un po, pensi di riuscirci
senza combinare danni?”
“Per chi
mi hai preso? Va pure dove vuoi non ho bisogno di nessuno io, soprattutto di
te.”
Le iridi
azzurre della scienziata sembrarono prendere fuoco a quelle parole, con fare
minaccioso si avvicinò a Vegeta e quando gli fu abbastanza vicino assunse un espressine maliziosa e poggiondogli
una mano sul petto disse: “Ne sei sicuro?”.
Il
principe rimase impietrito, un brivido gli percorse la
schiena a causa di quel dolce contatto e quasi temendo che lei potesse capire
cosa stava provando si affrettò a fare una smorfia. “Umft”
“Bene,
io vado, ci vediamo stasera”. Bulma uscì lasciando
Vegeta nella più totale confusione e prima di rientrare in casa ripremette il pulsante riprestinando
la gravità all'interno della rotonda struttura. Decise di dare un'altra
occhiata dall'oblò e scoppiò a ridere dal momento che
vide il fiero principe dei sayan disteso a terra
colto alla sprovvista dall'improvviso cambio di gravità.
“Strega”
disse a denti stretti il principeall'allegra faccia che lo fissava e
che soddisfatta dalle risate se n'era andata.
Bulma
stava per uscire di casa, aveva già in mano le chiavi
dell'auto quando la propria immagine riflessa nello specchio collocato su una
parete laterale dell'ingresso richiamò la sua attenzione. I capelli. Era come
se si stesse guardando per la prima volta da mesi, erano terribili! Se li sfiorò quasi disgustata e ancora più decisa di prima uscì
dalle capsule corporation.
Passeggiava
lungo la via principale della città dell'Ovest, lascinado
che i tiepidi raggi del sole le sfiorassero il viso
allegro. L'enorme batuffolo di cotone era scomparso e al suo posto regnava una
liscia chioma turchese. Con
quella nuova acconciatura si sentiva nuovamente se stessa.
Ormai
era uscita da un paio d'ore, doveva tornare a casa e preparare la cena al sayan prima che la fame gli facesse
perdere quel poco di civiltà che la vita gli aveva donato, ma questo non prima
d'aver fatto un altro po di compere. Al diavolo Vegeta pensò, infondo le aveva detto che non
aveva bisogno di nessuno.
Stava
morendo di fame. Che fine aveva fatto quella dannata
femmina? Aveva finito di allenarsi da un pezzo, si era dato una ripulita e ora
era da solo in cucina, seduto su una sedia a tamburellare nervosamente le dita
sul tavolo. Guardò l'orologio, erano le 21.00, se ci fosse stata quell'oca dai capelli biondi avrebbe già avuto lo stomaco
pienodi
prelibatezze. Sfortunatamente pensare ai manicaretti culinari della signora Brief non rese più facile l'attesa al principe,
poi Bulma entrò nella stanza tenendo in mano
dei pacchi.
“Oh! Ciao Vegeta” disse posando i pacchi sul tavolo. Dal canto
suo Vegeta contiunava a guardarla con la sua solita
espressione torva e anche occusatoria questa volta.
“Bhe? Perchè mi guardi così?”
“Non fare domande e sbrigati a cucinare qualcosa”
“Mi hai
preso per la tua schiava per caso? Sei il solito maleducato, non dici mai
grazie o perfavore, come se essere gentile ti facesse
venire qualche strana malattia e... e... non ti sei neppure accorto del mio
nuovo taglio di capelli!” aggiunse offesa.
Lui
silenzioso continuò a fissarla.
“Umft! Così almeno si riesce a vedere quello che c'è alle
tue spalle” disse secco il sayan,
litigare con lei a stomoco vuoto era stancante.
“Cafone!”
“Non
usare quel tono con me o io ti...” si bloccò, un
brontolio echeggiò nella stanza e le gote del cinico e ora imbarazzato principe
dei sayan si tinsero di rosso.
Bulmacominciò a ridere di gusto e per evitare una reazione violenta si
affrettò ad aggiungere.
“Ahahaha! Per questa volta ti è andata
bene, testone, ti preparo qualcosa”.
L'indomani
mattina la giovane scienziata ricevette in media 30 telefonate da parte della
madre, telefonate che avevano come soggetto il loro tenebroso ospite, quindi
non ci fu da meravigliarsi quando appena il telofono suonò per la trentunesima volta rispose infuriata:
“Adesso
basta mamma! Ti assicuro che Vegeta sta benissimo, ha mangiato, ha dormito,non si è ferito
durante gli allenamenti e se la cosa ti può interessare sto bene pure io,
grazie, gotidi il viaggio e non chiamare più per
oggi!”
“Cosa? Bulma? Pronto, mi senti Bulma?”
Vergognata
si accorse che quella non era certamente la voce della madre.
“Pronto?
Bulma sono io Yamcha”
“Ciao Yamcha, scusa credevo che fossi mia madre”.
Stettero qualche minuto al telefono.
“Coooosaaa? Sei sola con Vegeta perchè i tuoi sono partiti?” urlò il ragazzo.
“Non
urlare, ci sento benissimo”
“Non
scherzare Bulma, quello è pericoloso! È imprudente da
parte tua rimanere con lui”.
“Oh non
dire sciocchezze e poi ti stai preoccupando troppo, ti assicuro che andrà tutto
bene, comunque ora devo lasciati, ci sentiamo”.
Vegeta aveva interrotto gli allenamenti per il pranzo, sudato, a petto
nudo e con un asciugamano attorno al collo era entrato in cucina.
“Santo
cielo Vegeta, quante volte ti ho detto di non sederti a tavola se prima non ti
sei lavato, eh?” gli disse mettendo a tavola l'ultima pietanza che aveva
preparato.
In altre
circostanze sarebbe sicuramente scoppiata una lite, ma il nostro famelico
principe non ci vedeva più dalla fame e con la bocca piena di
arrosto guardò infastidito Bulma.
“Sembri
un'animale, senti io ho del lavoro da sbirgare in laoratorio, se mi cerchi sono li”
e detto ciò uscì dalla stanza.
Ormai
aveva finito di pranzare e sazio stava per tornare
alla sua adorata gravity room, quando il campanello
cominciò a suonare. Solitamente non ci avrebbe fatto neppure caso, ma l'aura di
colui che si trovava dietro la porta fece sorridere il
sayan che cambiando la sua traiettoria andò ad
aprire. Appena aprì la porta non riuscì a vedere il viso del visitatore dal momento che era nascosto da un gigantesco mazzo di rose
rosse.
“Ahaha! Ciao sono venuto a farti
visita, sai dopo quello che mi hai detto al telefono non ero molto tranquillo,
quindi eccomi qui! Oh ovviamente queste sono per te, anche se non sono
paragonabili alla tua bellezza”
“Umft! Mi dispiace ma non sei il
mio tipo” rispose acido Vegeta.
Finalmente
Yamcha aveva messo da parte il mazzo di rose e
sconcertato dovette affrontare gli oscuri occhi del sayan.
“V-Vegeta”
riuscì a dire, poi raccogliendo quel poco di coraggio che aveva in dotazione
aggiunse “Spostati, sono qui per Bulma”.
“Uhuhuh, sai, non credo che possa venire, vedi eravamo un po...come dire... “impegnati”.
“Impegnati!?
Che vuoi dire con “impegnati”?”.
“Non ci
arrivi?”
Il
giovane impallidì, no, non era possibile, la sua cara
e dolce Bulma si stava concedendo a quell'assassino galattico.
“Beh? Perchè quella faccia? Non vorrai dirmi
che non l'avevi ancora capito? Ahahah! Sei patetico!
Ora sparisci, mi hai stancato.”stava
per chiudere la porta, ma Yamcha che ancora non aveva
capito quanto la forutna lo avesse baciato prima
continuò:
“No, io
non me ne vado finchè...” non
potè aggiungere altro, riusciva a stento a respirare,
Vegeta l'aveva colpito allo stomaco.
“Se ci tieni alla tua insignificante vita, terrestre, ti
consiglio di non farti più vedere e di starle lontano o sarà peggio per te”. Fatto
ciò lo guardò con il suo solito sguardo di superiorità e dopo aver capito
d'averlo umiliato abbastanza entrò in casa.
Al
povero Yamcha non restò altro da fare che tornare a
casa con il cuore e sicuramente qualcos'altro a pezzi.
Ben
tornati a tutti voi! Mi scuso nuovamente per la lunga attesa, ma
l'università non mi lascia tregua, cmq sono riuscita lo stesso
a continuare questa ff su Bulma e Vegeta. Ringrazio tutti quelli che
hanno letto i precedenti capitoli e lasciato una recensione.
BLACKOUT
Vegeta, tanto per fare qualcosa
di nuovo, si stava allenando. Era circondato da delle piccole sonde
che a turno scagliavano contro il principe delle potenti scariche
elettriche.
Ogni singola cellula del suo
corpo era concentrata ad evitare quegli attacchi, ma la sua mente si
trovava da tutt'altra parte.
“Kaaroth,
come hai fatto? A che tipo di allenamento ti sei sottoposto? Perchè
io, il grande Vegeta, non sono ancora un super sayan? Come hai osato
superare il tuo principe?” . Questi pensieri scaturirono una
grande rabbia nel fiero sayan che con grande destrezza e rapidità
distrusse una dopo l'altra tutte le sonde. Si fermò e rimase a
riprendere fiato, poi senza il minimo preavviso, il buio lo circondò.
Dopo un primo momento di stupore un ghigno malefico apparve sul suo
volto. “Deve essere opera di quella donna” pensò
non sentendo più addosso il peso madornale provocato
dall'elevata gravità.
Per farsi un pò di luce
creò un piccola sfera di energia e si incamminò verso
lo sportellone che, per sua sfortuna, non si accennava ad aprire e
che di conseguenza venne fatto esplodere da un poco tranquillo
Vegeta. “Adesso mi sente” disse minaccioso il sayan. Con
passo veloce entrò all'inerno delle Capsule Corporation.
L'intera costruzione era piombata nell'oscurità più
totale e il nostro principe si aggirava tra le varie stanze alla
ricerca di Bulma, munito di una piccola sfera.
“Ehi
donna, mi senti? Dove diavolo ti sei cacciata? Vieni subito qui!”
sbraitava. Entrò in cucina convinto di trovarla li, ma la
stanza era vuota. Il sayan fece una smorfia e si avvicinò alla
finestra, a quel punto si accorse che non era solo la Capsule
Corporation nella completa oscurità, ma l'intera città.
Le strade e le altre abitazioni erano tutte al buio. Riprese la sua
ricerca, finchè non si ricordò delle parole che la
ragazza gli aveva detto durante il pranzo e con sicurezza si diresse
verso il laboratorio.
Contemporaneamante
Bulma
era in laboratorio.
Stava
lavorando all'ultima invenzione che suo padre aveva iniziato a
costruire per Vegeta, non volontariamente si intende, ma solo con le
dovute “minacce regali” e che dovendo partire, lo
scienziato si era visto costretto a lasciare incompiuta. Era chiusa
in laboratorio già da qualche ora e dalla piccola finestra
presente nella stanza aveva notato che ormai si era fatto buio. Non
che le dispiacesse trascorrere del tempo a costruire e inventare
marchingegni sempre più tecnologici, ma farlo per qualcuno che
non le dimostrava un minimo di riconoscenza la faceva innervosire.
“Quel
Vegeta è davvero insopportabile!” si ritrovò a
dire tra sè e sè “Arrogante, presuntuoso e
villano! Non fa altro che vantarsi della sua superiorità,
principe dei sayan a destra, principe dei sayan a sinistra, non lo
sopporto più! È un incivile che del principe ha solo
il titolo e ora mi tocca pure accontentare ogni suo capriccio, ma
come mi è venuto in mente di invitarlo a vivere qui?”
concluse mentre seduta al grande tavolo da lavoro avvitava con forza
un bullone, ma la sua rabbia scemò in poco tempo e un velo di
tristezza apparve sul suo giovane volto. Erano passati alcuni giorni
da quando Vegeta l'aveva baciata e i due non avevano fatto altro che
litigare per tutto il tempo, poi l'intera stanza piombò
nell'oscurità .
“Che...
che cosa è successo?” si chiese.
Non
vedeva niente. Si voltò alla sua destra, dove sapeva bene che
si trovava un piccolo mobile munito di molti cassetti. Ne aprì
uno e con la mano ne tastò l'interno senza trovare quello che
stava cercando. Ne aprì un altro e questa volta riuscì
a riconoscere tra i vari oggetti una piccola torcia.
“Ah,
sapevo che papà ne teneva una qui dentro” disse contenta
poichè stava per mettere fine a quell'oscurità, tutte
quelle tenebre la stavano infastidendo, fin da piccola aveva sempre
avuto paura del buio e crescendo la situazione era cambiata di poco.
Non perse tempo e accese la torcia, la vista di quella piccola scia
di luce le provocò un sospiro di sollievo.
L'unica
spiegazione per quell'improvvisa assenza di corrente era che si fosse
verificato qualche guasto alla centralina, pensò la
scienziata. Si alzò e si diresse verso una porta che si
trovava sul lato opposto della grande sala.
Quando
la raggiunse l'aprì, c'era una lunga rampa di scale che,
sapeva bene, l'avrebbe condotta in una piccola stanza che poteva
considerarsi il cuore delle Capsule Corporation.
Le
mencavano la metà dei gradini da percorrere quando la luce
della torcia cominciò ad apparire e a scomparire ad
intermittenza, finchè, causandole un tuffo al cuore, si
spense completamente.
“Oh
no, questa non ci voleva e adesso come faccio?” piagnucolò
la giovane che invano cercava di riaccendere l'ormai “defunta”
torcia. Doveva riuscire a raggiungere la centralina e magari fecendo
ricorso alla sua memoria fotografica e con un pò di fortuna
sarebbe riuscita ad attivare il generatore d'emergenza. Avvolta
dall'oscurità e con una mano appoggiata al muro continuò
con estrema cautela la sua discesa.
Le
mancavano solo pochi gradini, ma la giovane mise un piede male che le
fece perdere l'equilibrio. Colta alla sprovvista, cadde a terra e
sbattendo la testa, perse i sensi.
Bulma aprì lievemente gli
occhi, era ancora stordita e quindi non fu molto convinta di quello
che stava vedendo, forse stava sognando? Alzò lo sguardo.
L'oscurità continuava a predominare, ma c'era una piccola
fonte di luce che le permise di riconosce quei seri lineamenti resi
ancora più duri ma allo stesso tempo affascinanti dalle
tenebre. Vegeta. Il sayan la teneva in braccio. Bulma fece ricadere
la testa sul petto ben modellato e lascindosi cullare dalle sue
possenti braccia richiuse gli occhi.
Quando si svegliò si
ritrovò sdraiata sul suo letto. Vedendo la stanza buia dedusse
che la corrente non fosse ancora tornata. Cercò di rialzarsi,
ma appena lo fece un dolore acuto le attraversò la testa. Mise
una mano sulla parte dolorante e si accorse che era ricoperta da un
cerotto. “Che cosa era successo?” si chiese confusa la
giovane.
“Cominciavo
a pensare che fossi morta”.
Bulma si girò. In piedi,
difronte alla finestra con lo sguardo rivolto al cielo stellato c'era
Vegeta. Allora non l'aveva immaginato, quel poco che si ricordava era
vero.
“Morta?!”
“Beh,
la tua razza è così debole che non ho escluso
l'ipotesi”
“Che
cosa è successo?” domandò ignorando l'ironia del
sayan.
“Se
non è opera tua, non lo so, comunque tutta la città è
al buio”.
“Capisco,
deve trattarsi di un blackout. Sei... sei stato tu?” chiese la
giovane con un' espressione incredula e indicando con un dito il
punto in cui era presente il cerotto.
“Umft!
Certo che sei perspicace!”
Bulma avrebbe voluto
rispondergli con lo stesso tono acido, ma decise di non rovinare
quell'improbabile momento e si limitò a dire “Grazie”.
Vegeta non rispose e rimase a
fissare il panorama. Bulma invece continuava a guardare Vegeta il cui
volto veniva illuminato dal chiaro di luna e la nostra cara amica dai
capelli turchini non potè fare altro che constatare quanto
fosse bello.
“Voi
terrestri siete così primitivi nel campo della scienza medica
che mi meraviglia come non vi siate ancora estinti” continuò
il principe.
“Invece
andare in giro per lo spazio a sterminare popolazioni indifese è
proprio civile e da persone evolute” rispose Bulma sarcastica,
tirando fuori tutto il suo orgoglio di terrestre.
“Non
capisci...” disse Vegeta e per un istante Bulma riuscì a
vedere al di la del suo rigido sguardo un'aria di tristezza e
malinconia.
“Che
hai da guardare?”borbottò il sayan notando la sfumatura
di pietà con cui Bulma lo stava fissando.
“Oh,
emm... niente, stavo pensando...” rispose alzandosi dal letto e
raggiungendo Vegeta alla finestra.
“A
quel mollusco che prima abitava qui?”
Si stupì della domanda,
ma decise di rispondere ugualmente.
“Ti
riferisci a Yamcha? No, non tanto spesso almeno. Insomma dopo la sua
ultima scappatella ero veramente infuriata con lui, ma adesso...”
si fermò e Vegeta notò le iridi azzurre riempirsi di
lacrime.
“Vedi,
siamo stati insieme per così tanti anni e io credo d'avergli
voluto veramente bene... fin da quando ero adolescente fantasticavo
di metter su famiglia con lui”. calde lacrime le rigarono il
volto “Sono stata una sciocca, una povera illusa che è
stata tradita per l'ennesima volta.”. Il principe dei sayan
sentì il cuore stretto come in una morsa alla vista di quelle
camdide perle che le bagnavano il viso. Le sfiorò con
delicatezza una guancia e sussurrandole le disse:
“Non
piangere, lui... non merita le tue lacrime”
A quelle dolci parole Bulma gli
si gettò tra le braccia cercando conforto. Alzò il viso
verso quello di lui e lo baciò. Il principe dei sayan
ricambiò con passione il bacio.
La prese in braccio e l'adagiò
dolcemente sul morbido letto.
Per quello che segue, non c'è
bisogno che io aggiunga altro.
Allora? Vi è
piaciuto? Spero di non essere stata troppo OOC , fatemi sapere.
Ciao a tutti! Sono
contenta che, malgrado i lunghi periodi di tempo con cui aggiorno,
siete in molti a seguirmi. Continuo a ringraziare chi ha aggiunto la
mia storia tra i preferiti e chi ha commentato o semplicemente letto
i precedenti capitoli. Spero che anche questo vi piaccia, buona
lettura!
Una
leggera brezza mattutina sfiorava il suo volto e un tiepido raggio
solare gli accarezzava il principesco viso svegliandolo. Vegeta aprì
gli occhi. Dopo qualche secondo, lo sguardo rivolto alla finestra
semi aperta, da cui il vento entrava facendo svolazzare le tende
rosa, si posò sul lato opposto e lì, con la testa
turchina sul suo petto, c'era lei.
Nel
vederla una strana sensazione lo invase.
La
sua indole guerriera gli imponeva di alzarsi e di andarsene libero da
ogni legame , come fino a quel momento aveva sempre fatto con le
prigioniere che Freezer gli aveva concesso di avere, ma questa volta
era diverso, lui era diverso.
Non
riusciva a separarsi da lei, a privarsi del calore del suo corpo,
anzi il solo pensarlo lo faceva star male. Richiuse gli occhi
sperando che quel momento non avesse mai fine, poi riaprì le
scure iridi.
Era
impazzito forse?
Da
quando uno spietato signore della guerra come lui provava tutte
queste disgustose emozioni per una femmina qualsiasi?
Perchè
lui, il principe dei sayan, aveva ceduto così facilmente a
certi sentimentalismi?
No,
non poteva essere così, lui era il grande Vegeta e lei era
solo una comune terrestre con cui soddisfare i suoi bisogni, niente
di più!
Questi
almeno erano i pensieri che albergavano nella sua mente mentre con
decisione si alzava dal letto e si vestiva, ma quando prima di
abbandonare la camera da letto le diede un 'ultima occhiata, il suo
cuore la pensava diversamente.
Come
infastidito da quello che provava, uscendo scaricò la sua
frustrazione sulla porta che venne chiusa con violenza. Aveva bisogno
di sfogarsi e quasi meccanicamente si diresse verso l'esterno della
casa per ricongiungersi alla sua amata Gravity Room.
“Tsft!”
Fu
solo quando vide il portellone distrutto ai piedi della sferica
struttura che si ricordò dell'assenza di energia ellettrica.
Tornare
in casa era fuori discussione.
Sollevò
lo sguardo e dopo essersi perso per qualche secondo nell'immensità
del cielo di un intenso color cobalto così simile agli occhi
di lei, si alzò in volo.
Aveva
bisogno di stare da solo.
Quando
Bulma si svegliò non fu sorpresa di trovare l'altra metà
del letto fredda e vuota, non si aspettava mica di vedere entrare
Vegeta con una vassoio in mano e dirle: “Ti ho portato la
colazione, amore” ma ciò non le impedì di
rimanerci male. Non le sarebbe dispiaciuto stare ancora un pò
con il sayan o almeno scambiare con lui qualche parola.
Svogliata
si alzò dal letto e ancora assonnata entrò in bagno.
Doveva
rilassarsi e una doccia l'avrebbe aiutata, ma appena il getto d'acqua
colpì il suo morbido corpo non potè evitare di urlare,
l'acqua era gelida.
Solo
a quel punto si ricordo del problemino elettrico che ancora doveva
risolvere. Fece un lungo sospiro, “Bhe... l'acqua fredda
tonifica, no?” pensò, cercando di guardare il bicchiere
mezzo pieno.
Dunque,
si prese di coraggio e riprese a lavarsi, è inutile dire che
non fu per niente rilassante.
Finita
la doccia, tornò in camera sua e dopo essersi vestita si
diresse verso la cucina dove pensava di trovare il suo tenebroso
principe. Si sbagliava. Tranquillamente fece colazione e andò
in giardino.
Nonostante
l'inverno fosse alle porte era una bella giornata ed era quasi certa
che lo avrebbe trovato lì ad allenarsi.
Niente,
di Vegeta neanche l'ombra.
“Che
fine ha fatto quello scimmione?!” si domandò quando non
lo trovò da nessuna parte.
Arresa,
decise che era meglio non perdere altro tempo e se ne andò in
laboratorio.
Ormai
erano alcune ore che Vegeta volava senza sosta. Non riusciva a capire
che cosa gli stesse succedendo, ma di una cosa era certo, la colpa
era tutta di quella donna. Aumentò la velocità e senza
volerlo si allontanò così tanto dalla Capsule
Corporation da avvicinarsi ai monti Paoz, a quel punto cominciò
a percepire l'aura del muso verde, del suo eterno rivale e di quel
marmocchio mezzosangue.
Non
gli andava di essere scoperto, così scese a terra e
proseguendo a piedi si diresse verso la residenza dei Son.
Nascosto
dagli alberi che precedevano l'abitazione, Vegeta rimase ad osservare
la casa.
Era
piccola, no minuscola, pensò mentre contiuava a fissarla con
disgusto, anzi pensandoci bene era giusto così, era giusto che
un guerriero di infimo livello come Kaaroth abitasse in una
catapecchia come quella. Dopo qualche secondo la porta si aprì
e uscì Chichi con in mano un vassoio contenente un gigantesco
pollo al forno che appoggiò sul tavolo. Era una bella giornata
e la nostra massaia dell'anno aveva deciso di pranzare in giardino.
Per
un pò di tempo la donna fece avanti e indietro portando una
miriade di leccornie, poi tre figure atterrarono in prossimità
della casa.
“Waw
Chichina, hai preparato tutti i miei piatti preferiti, sei
fatastica!” disse il sayan dopo aver dato una rapida e
soprattutto affamata occhiata al tavolo, ma proprio mentre stava
afferrando una coscia di pollo la sua adorabile mogliettina gli colpì
la mano con il mestolo.
“Aaaaaahhhh!
Che male!”
“Quante
volte ti ho detto di lavarti le mani prima di mangiare, eh? Che razza
di esempio dai a nostro figlio?” lo rimproverò.
“Scusa
tesoro, ma io ho tanta fame”
“Smettila
di trovare scuse e fila a lavarti le mani, ho detto!” continuò
la donna minacciando il marito con il mestolo.
“Si,
si corro”
“Ah,
papà è sempre il solito” disse entrando in casa
il piccolo Gohan.
“È
incredibile come l'uomo più forte dell'universo possa avere
paura di sua moglie” disse Junior prendendo posto a tavola.
Vegeta
dal canto suo era rimasto a fissare la scena vergognandosi di avere
come unico rappresentante della prorpia razza quel rimbambito di
Kaaroth e che proprio quel rimbambito fosse più forte di lui.
Poco
dopo l'intera famiglia Son stava pranzando e forse il vedere
abbuffarsi l'amico-nemico o anche perchè era da tutto il
giorno che non toccava cibo, fece brontolare il suo regale stomaco.
“Urca
Chichi, è tutto buonissimo!”
“Perchè
ti meravigli? È dovere di ogni brava moglie saper cucinare”
rispose orgogliosa la donna.
Junior,
che come al solito se ne stava a braccia conserte e a occhi chiusi,
apri gli occhi e mise fine alla tranquillità del pranzo
dicendo:
“Goku,
c'è qualcuno” il namecciano, avendo l'udito più
sviluppato rispetto a quello dei terrestri, aveva sentito uno strano
rumore proveniente poco lontano da loro.
Chichi
guardò preoccupata i presenti, Gohan smise di mangiare e Goku
con la bocca ancora piena assunse un'espressione interrogativa.
Il
nostro principe, notando questi piccoli cambiamenti, si rese conto
d'essere stato scoperto.
Uscì
dal suo nascondiglio.
“V-Vegeta!”
bisbigliò Chichi impallideno e andando a nascondersi dietro il
marito tirando via con se il piccolo Gohan.
“Ciauo
vugeta, ge sci vai qui?!” disse Goku a bocca piena.
“Che
cosa vuoi Vegeta?” chiese serio Junior.
“Sono
venuto a vedere come andavano i vostri allenamenti, ma per quanto
riguarda te, muso verde, le cose non devono andare molto bene, non
sembri migliorato affatto”
“Come
osi?”
“Ehi
ragazzi, calmatevi! Non è il caso di litigare, anzi Vegeta,
perchè non rimani un pò con noi, se ti va potremmo
allenarci insieme, che ne dici?” propose sorridente, ma
attirandosi lo sguardo maligno della moglie.
Vegeta
rimase in silenzio e abbassò lo sguardo rivolgendolo alle
cibarie.
“Tsft!”
“Allora
Vegeta? Che ti prende?” poi aggiunse “Non avrai mica
litigato con Bulma? È così vero? Avete litigato e lei
non ti ha preparato da mangiare! Ahaha la nostra Bulma sarà
anche un pò aggressiva ma è anche molto dolce, carina
affettuosa e...”
“Basta,
sta zitto Kaaroth! Hai forse dimenticato chi sono io?! Io sono il
cinico principe dei sayan e... e NON SONO COME TEEE” urlò
sprigionando la sua potente aura e dopo ciò volò via.
“Ma che cosa gli è
preso?” chiese al namecciano sconcertato e fissando la scia
che Vegeta si era lasciato alle spalle.
“Umm... non lo so
Goku, non ho mai visto Vegeta comportarsi in questo modo” fece
una pausa e pensieroso si avvicinò al saiyan “Credi che
ci sia stato qualche problema? Non vorrei che qualcosa andasse storto
con la nascita di quel ragazzo.” bisbigliò Junior.
“Tu dici? Beh, forse
è meglio che dopo vada a far visita a Bulma”.
Dopo essersi assicurata
d'essere fuori pericolo, Chichi si rivolse al marito esigendo delle
spiegazioni.
“Ehi, che avete da
bisibigliare voi due? e dimmi Goku, che ci faceva quel pazzo a casa
nostra?” urlò.
“Già papà,
che cosa è successo? Vegeta era così strano...”
disse Gohan svincolandosi dall'abbraccio protettivo della madre.
“Oh, niente, niente”
imbarazzato Goku cercava di distogliere la curiosità della
moglie e del figlio, “ ne sappiamo quanto voi, che credete? È
solo che... non vorrei che fosse successo qualcosa a Bulma”.
Chichi portò le
mani ai fianchi e con sguardo severo disse:
“Umft, quella Bulma
non la capisco proprio! Come ha potuto accogliere in casa sua quel
mostro di Vegeta? La sua è stata proprio un'incoscenza”.
“Ahahaha, e dai
Chichi, Bulma è un ragazza piena di sorprese, lo sai! Però,
forse è meglio che dopo vada a dare un'occhiata a casa sua,
che ne dici?”
“Per me va bene,
quando si tratta di Vegeta non si può stare tranquilli”.
“Vengo con te papà?”
“No figliolo, tu
resta pure qui con Junior a continuare gli allenamenti”
“No, Gohan! mentre
tuo padre andrà da Bulma, tu resterai qui a studiare, capito?”
Gohan fissò
supplichevole la madre, ma alla fine si arrese e abbassando lo
sguardo disse:
“Come vuoi tu
mamma”.
“Bene, allora ci
vediamo dopo” e detto ciò Goku spiccò il volo.
“Ecco, ci siamo,
devo solo avvitare meglio qui, collegare questi fili e il gioco è
fatto” si disse Bulma.
Stare in laboratorio
l'aiutava sempre a scacciar via i pensieri e le preoccupazioni,
insomma era un modo che l'aiutava a rilassare i nervi e in quel
momento ne aveva proprio bisogno, Vegeta non era ancora tornato.
“Dannato Vegeta!
Dove si è cacciato? Gli sembra il modo di comportarsi con una
signora? Quando torna gliene dico quattro, niente più gravity
room, niente più pasti abbaondanti e allora vedrà...”
Già, quando torna?
E se non torna?
Queste erano le domande
che tra una vite e un filo elettrico nascevano nella mente della
scienziata. Era così assorta nei suoi tristi pensieri che non
si accorse dell' uomo che era appena entrato nel laboratorio.
“Ciao Bulma!”
“Aihaihai! Che male”
la giovane colta alla sprovvista aveva sbattuto la testa sul pannello
sotto cui stava lavorando.
“Oh, sei tu Goku”
disse dopo essersi rialzata. Peccato per un momento aveva pensato e
sperato che si trattasse di Vegeta.
“Ma dico, sei
impazzito per caso? Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai?”
gli urlò.
“Eheheh... scusa,
non volevo!” le disse con un sorriso e portandosi una mano
dietro alla testa.
“Sei sempre il
solito Goku, comunque, non che mi dispiaccia la tua visita, ma posso
sapere cosa sei venuto a fare qui? Hai bisogno di qualcosa?”
“Bhe, ecco io... ero
qui di passaggio e sono venuto a vedere come stavi”
Bulma lo guardò
sospettosa, Goku non era certo il tipo che veniva a far visita agli
amici, per lui esistevano solo il cibo e il combattimento, come ogni
saiyan dopo tutto.
“Umm... non me la
racconti giusta, vuoi dirmi la verità?” gli disse
posando le mani sui fianchi minacciosa.
“Eheheh, ma che dici
Bulma?” era in difficoltà, come faceva a dirle il vero
motivo della sua visita. “mi hai scoperto, in realtà
stavo cercando Vegeta per allenarmi con lui, sai Gohan e Junior non
sono ancora al mio livello e mi stavo un pò annoiando, anzi
dov'è?” disse sperando d'averla convinta.
Dopo quella frase Bulma
parve convincersi e facendo apparire un velo di tristezza sul suo
volto rispose:
“Già, vorrei
saperlo pure io”.
“Perchè
quella faccia? Avete litigato, è successo qualcosa?”
Bulma arrossì.
“No, cioè si,
senti Goku, tu sai che tipo è Vegeta e credo che abbia dei
piccoli problemi ad ambientarsi qui sulla Terra, è da questa
mattina che non lo vedo, vallo a cercare e parlagli se puoi.”
il saiyan le si avvicinò
e guardandola negli occhi la rassicurò:
“Non preoccuparti,
entro oggi ti riporterò a casa Vegeta”
Mai, mai e poi mai lui
avrebbe fatto la fine di Kaaroth. Non si sarebbe abbassato a quel
livello.
Era inconcepibile che un
guerriero si comportasse in quel modo. Condurre una vita sedentaria,
avere una dimora fissa, una moglie che ti comanda a bacchetta, per
lui era assurdo.
Vegeta era atterrato nel
bel mezzo del deserto, precisamente su una gigantesca rupe e da
qualche minuto se ne stava li, fermo, immobile e lasciando che i
raggi del sole sfiorassero il suo viso, poi...
“Hai scelto proprio
un bel posto per meditare, è tranquillo, silenzioso e non c'è
anima viva”
“Almeno fino a poco
fa... che cosa sei venuto a fare qui, Kaaroth?”
“Sai, è da
tanto che tu ed io non ci misuriamo in un combattimento, quindi ti
sono venuto a cercare sapendo che non avresti rifiutato la mia
offerta...”
“E non ti sei
sbagliato, forza Kaaroth, in guardia!”
Si scagliò contro
il suo avversario scaricandogli una serie di potentissimi colpi, non
aveva idea del motivo per cui il suo “miglior nemico” lo
cercasse, ma almeno poteva scaricare la sua frustrazione su di lui.
“Sei migliorato
moltissimo dall'ultima volta che ti ho visto combattere, ti faccio i
miei complimenti, Vegeta” disse evitando per poco una serie di
sfere d'energia e avventandosi sul suo avversario.
“Di che ti
meravigli, non sono stato certo con le mani in mano per tutto questo
tempo, mi sono sottoposto ad allenamenti che tu neanche immagini”
rispose colpendolo con un calcio.
“Certo, immagino che
Bulma e suo padre ti abbiano costruito dei macchinari più
avanzati rispetto a quelli con cui mi sono allenato io, se continui
così scommetto che presto raggiungerai il livello del
supersaiyan”
Vegeta si fermò e
guardò cupo l'altro saiyan, ora aveva capito cosa aveva in
mente.
“Non sono uno
stupido, Kaaroth, forza rispondi alla mia domanda, ti ha mandato lei
a cercarmi?”
Goku si fece serio e
rispose:
“Non esattamente”
Vegeta gli diede le
spalle.
“Comunque sia, stai
perdendo il tuo tempo, non ho intenzione di tornare in quella casa,
io non ho bisogno di nessuno, non ti dimenticare che sono il principe
dei saiyan! Adesso vattene, la tua presenza mi innervosisce”.
Goku gli si avvicinò,
aveva l'ultima carta da giocarsi.
“Fa come vuoi, ma
ricordati le mie parole, Vegeta. Per diventare un supersaiyan non
basta solo allenarsi”.
Buona
sera a tutti! Finalmente sono riuscita ad aggiornare, perdonatemi per
il ritardo! Cmq spero che vi sia piaciuto! Grazie a chi ha solo letto
e soprattutto a chi ha recensito!
Vegeta stava ancora
fissando serio verso la direzione in cui Goku era volato via.
L'ultima frase che gli
aveva detto continuava a rimbombargli nelle orecchie senza riuscire a
comprenderne a pieno il significato.
Per raggiungere il livello
di supersaiyan non bastavano gli allenamenti? Che storia era questa?
Forse lo stava solo
prendendo in giro, aveva usato quella scusa per convincerlo a tornare
in quella che sulla Terra poteva considerare una casa, oppure diceva
la verità?
Si portò le mani
alla testa, gli stava scoppiando, non si era mai sentito così
nella sua vita. Fino a prima di arrivare sula Terra le sue priorità
consistevano solo nel combattere e diventare più forte per
spodestare Freezer dal dominio dell'universo, invece adesso provava
quelle strane sensazioni che i terrestri chiamavano... sentimenti.
Alzò lo sguardo al
cielo, un cielo limpido e azzurro come gli occhi di lei.
Sentì una stretta
al cuore, era rimorso quello che provava? Rimorso per averla
abbandonata senza dirle niente?
Quello stato d'animo lo
stava angosciando, non poteva tollerare di sentirsi così.
Strinse i pugni, concentrò al massimo la sua aura e si sfogò
distruggendo il paesaggio roccioso circostante.
Goku non era ancora
tornato a casa quando sentì la forza spirituale di Vegeta
espandersi, si fermò a mezz'aria e si guardò indietro.
La tentazione di tornare sui suoi passi era grande, ma ormai non
poteva fare di più, anzi si era immischiato anche troppo in
questa storia e sapeva che adesso dipendeva tutto da Vegeta.
Finalmente era riuscita ad
avviare il generatore di emergenza, per un paio d'ore avrebbe avuto
un pò di energia elettrica. Ne approfittò per farsi una
doccia come si deve e per cucinare la cena, poi riempì la casa
di candele e andò a staccare il generatore. Si affacciò
alla finestra, non aveva avuto nessuna notizia di Vegeta e in più
stava cominciando a piovere.
Sospirò, mille
pensieri l'avvolsero, poi sentì dei rumori provenienti dal
piano di sotto.
Scese le scale e risentì
quel rumore, qualcuno stava bussando alla porta.
Si avvicinò con il
cuore in gola, chi poteva essere se non lui?
Aprì la porta con
un enorme sorriso che subito svanì, quello non era Vegeta.
“Oh, sei tu Yamcha”
disse con voce fievole.
“Ciao Bulma! Che
hai? Sei così pallida? Stai male per caso?” le chiese
chiudendo l'ombrello.
“Ciao, no, sto bene,
grazie”
“Emm, posso entrare,
devo darti una bella notizia!” le disse mostrando una bottiglia
di champagne.
“Come? Oh, si certo,
entra”.
Lo fece accomodare nel
salotto mentre andava a prendere due bicchieri, quando tornò
lo trovò seduto mentre stappava la bottiglia con un enorme
sorriso.
“Ma si può
sapere a cosa brindiamo? Non ti ho mai visto così felice!”
gli disse sedendosi accanto a lui e porgendogli i bicchieri.
Lui li riempì e con
il viso pieno di gioia le rispose:
“Mi hanno preso!
Sono ufficilamente uno dei titolari della squadra di beasball della
Città dell'Ovest!”
“Wow! Ma è
fantastico, sono contenta per te, Yamcha” gli rispose facendo
incontrare i loro bicchieri.
Bevvero un lungo sorso e i
loro occhi si incontrarono.
Bulma abbassò lo
sguardo, era imbarazzante dopo quello che era successo tra loro, lui
invece continuò a fissarla.
“Sai, sono contento,
però manca qualcosa, anzi qualcuno che renderebbe la mia vita
perfetta”
Bulma si sentiva a
disagio, aveva capito a cosa il suo ex si stesse riferendo, poggiò
il bicchiere sul tavolino evitando i suoi occhi, poi si voltò
e disse:
“Yamcha, credevo che
ormai tu...” non potè completare le frase, Yamcha la
stava baciando. Provò a respingerlo, ma lui le strinse i polsi
facendola sdraiare sul divano.
“No, Yamcha... ti
prego...” continuava a tapparle la bocca con baci che lei non
voleva. Le lasciò andare un polso e con la mano libera iniziò
a invadere l'intimità del suo petto mentre lei cercava di
liberarsi.
“Basta, mi stai
facendo male” supplicò dal momento che lui continuava a
stringerle violentemente il polso, poi riuscì a dargli uno
schiaffo.
Per qualche secondo
rimasero immobili, lei sdraiata sul divano con le lacrime agli occhi
e lui sopra di lei con una guancia arrossata.
Yamcha si alzò, si
ricompose e con uno sguardo freddo le disse:
“Lo sai, un giorno
ti pentirai della tua scelta, lui è un assassino, che futuro
pensi ti possa offrire un mostro come quello?! e quando te ne
renderai conto, sappi che io non ci sarò più per te”
detto ciò uscì dalla stanza.
Bulma era rimasta sul
divano con gli occhi sgranati e terrorizzati, solo dopo che sentì
il rumore della porta che si chiudeva potè dar sfogo alle sue
lacrime.
Una volta fuori, Yamcha
diede un ultimo sguardo all'edificio.
Sentendo l'aura di Vegeta
lontano dalla Capsule Corporation per tutto il giorno, aveva pensato
che quella era la sua occasione per riconquistarla, invece lei si era
rivelata la solita sciocca. Mise una mano in tasca e prese il
cellulare su cui digitò dei numeri:
“Pronto, Kelly? Si
amore sono io, ho cancellato quell'impegno, ti aspetto a casa mia,
ok?”
Passarono delle ore, il
temporale era peggiorato e lei non si era mossa da quel divano.
Nell'oscurità della
stanza in cui le candele che aveva sistemato prima si stavano
spegnendo, si era rannicchiata su se stessa stringendo al petto un
cuscino su cui venivano riversate le sue lacrime. Si sentiva vuota e
incapace di reagire.
Improvvisamente il
silenzio fu interrotto da un tuono e la stanza fu illuminata da un
fulmine e lì, sul davanzale, vide Vegeta.
Si mise dritta sul divano
sgranando gli occhi, forse l'aveva immaginato, in fondo nelle sue
condizioni non c'era da stupirsene, poi la luce provocata da un altro
fulmine le ripropose la stessa scena.
“Vegeta!”
bisbigliò alzandosi e andando ad aprire l'infisso.
Lo fece entrare e si
specchiarono l'una negli occhi dell'altro, ma lei sviò subito
lo sguardo, non lo riusciva a guardare dopo quello che le era
successo.
“Sei completamente
fradicio, ti vado a prendere un'asciugamano” con questa scusa
si allontanò da lui e uscì dalla stanza. Quando tornò
gli porse l'asciugamano dicendogli: “Prendila o ti verrà
un raffreddore”.
Vegeta però non si
mosse nè disse niente, a quel punto Bulma stessa cominciò
ad asciugargli il viso e i capelli, senza mai guardarlo negli occhi.
“Si può
sapere che ti prende?” le disse dopo qualche secondo.
“Che vuoi dire?”
“Non è da te
agire in questo modo, insomma non ti sei arrabbiata per come mi sono
comportato, non stai urlando”
“Non capisco cosa
vuoi dire?”
“Non mentirmi,
donna!” le disse fermandole la mano con cui lo stava
asciugando.
Bulma emise un lamento, il
polso le faceva ancora male.
Dubbioso, Vegeta spostò
il braccio della giovane sotto la luce della candela più
vicina e li vide sul candido polso dei lividi.
“Come te li sei
fatti?”
Bulma rimase in silenzio.
“Accidenti Bulma,
vuoi dirmi che cosa ti è successo?” le domandò
notando solo adesso il suo volto addolorato e i suoi occhi arrossati.
In tutta risposta Bulma
scoppiò nuovamente in lacrime gettandosi tra le braccia di
Vegeta.
“Ti prego,
abbracciami e non lasciarmi mai”
Continua...
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio tutti per le
splendide recenzioni!
Un
grazie anche a chi si è aggiunto tra i preferiti e a chi ha
solo letto.
Mercoledì
dovrei riuscire a mettere il capitolo seguente!
Vegeta rimase immobile e
lasciò che Bulma lo abbracciasse.
Non sapeva cosa fare, nè
tantomeno il motivo di quel pianto. Possibile che stesse piangendo
per lui? Si stava disperando in quel modo per essersene andato via
senza nessuna spiegazione?
Impacciato l'abbracciò
a sua volta.
Mentre volava verso la
città dell'Ovest si era immaginato un diverso tipo di
accoglienza. Aveva dato per certo che l'avrebbe fatto dormire fuori
con il temporale, motivo per cui stava cercando di entrare senza
farsi vedere. Si era immaginato una sfuriata da parte della ragazza
con frasi del tipo: “Brutto scimmione... non costruirò
più nulla per te... puoi scordarti la gravity room... per
quello che mi riguarda, finchè non torna mia madre, puoi
morire di fame...”
Invece niente di tutto ciò
era uscito dalle sue labbra, anzi aveva parlato poco, cosa insolita
conoscendola bene ed era stata gentile invece di essere infuriata.
Arrossì, non era
abituato ad avere quel tipo di rapporto sentimentale con una donna.
Le donne della sua razza non si sarebbero mai comportate in quel
modo, almeno non in presenza di qualcuno, il loro orgoglio non
l'avrebbe tollerato. Erano guerriere, donne forgiate dal dolore e
dalla brutalità della guerra, nate con il solo obiettivo di
servire il loro pianeta e il loro popolo, nessuna di loro perdeva
tempo per certi sentimentalismi.
Mentre questi pensieri
nascevano nell'ampia fronte del saiyan, la giovane donna non la
smetteva di piangere.
Bulma in quel momento era
ben lontana dallo stereotopo della guerriera, non voleva altro che
conforto, qualcuno che la consolasse e soprattutto qualcuno che la
proteggesse, perchè mai come in quella sera si era resa conto
della sua impotenza e della sua debolezza.
Con quel gesto Yamcha
l'aveva ferita come nussun tradimento era capace di fare. Era come se
su quel divano le fossero crollati i ricordi felici della sua
adolescenza, un'adolescenza trascorsa con quel timido ragazzo che
fino a qualche mese prima credeva di amare, un ragazzo che era
diventato un uomo a cui aveva donato se stessa e con cui sarebbe
stata disposta ad andare fino in fondo e che adesso scopriva solo
d'averla presa in giro.
Ripercorrere con la mente
tutti i loro momenti felici non faceva altro che farla stare peggio,
non faceva altro che rendere spregevole e ingiusto quello che aveva
subito.
I suoi singhiozzi si
fecero più forti e Vegeta sempre più incerto su quello
che doveva fare.
“Maledizione! Dov'è
quella gallinaccia di sua madre? Non c'è mai quando serve”
pensò il principe, poi decise di dar fine a quel pianto
straziante, era certo che qualcosa non andasse, aveva un dubbio che
lo stava tormentando e che poteva aiutarlo a capire cosa fosse
accaduto.
“Basta piangere, non
ne capisco il motivo, spiegami invece come ti sei procurata quei
lividi” le disse sollevandole delicatamente il mento.
Lei lo guardò
intensamente cercando di smettere di piangere, impresa ardua
considerando che non aveva idea di come spiegare l'accaduto. Si
asciugò gli occhi e allontanandosi da Vegeta disse:
“Niente, non è
successo niente, anzi scusami, non avrei dovuto...” gli diede
le spalle e fece per andarsene, in fondo non si era dimenticata della
“fuga” di Vegeta, non vedeva nessun motivo per cui lui
potesse essere interessato, andandosene via aveva reso chiaro cosa
lei significasse per lui.
Prima che potesse
raggiungere la porta, Vegeta le si parò davanti.
“Mi dispiace, ma
adesso esigo delle spiegazioni” incrociò le braccia
bloccandole il passaggio.
Quelle parole riusciro a
scuoterla e riprendendo la grinta che da sempre l'aveva
caratterizzata disse:
“Ah, adesso vuoi
delle spiegazioni? Certo che hai una bella faccia tosta! Quella che
dovrebbe chiedere delle spiegazioni sono io, sei andato via senza
dirmi niente!” gli gridò riprendendo a piangere.
“Non hai risposto
alla mia domanda e poi io non devo dare spiegazioni a nessuno su
quello che faccio”
“Benissimo, se la
metti così allora non c'è bisogno che tu sappia niente
di quello che è successo”
Gli occhi del saiyan
divvennero due fessure.
“Allora lo ammetti
che è successo qualcosa!”
“Ti ho detto che se
anche fosse, la cosa non ti riguarderebbe! E adesso lasciami
passare”era stravolta e adesso ci si metteva pure lui a farle
saltare i nervi.
“Non essere stupida,
donna, lascia perdere quello che ho fatto, non mi sembra poi così
importante...”
“Lo è
invece!” lo interruppe lei tra le lacrime “Perchè
se tu fossi stato qui, lui non si sarebbe mai permesso!!”
Vegeta strabuzzò
gli occhi.
“LUI? LUI, CHI?”
chiese, anche se credeva di conoscere la risposta.
“È stato
Yamcha per caso? Rispondimi!” le urlò.
Lei non parlò, ma
il suo silenziò fu una risposta sufficiente per il principe
che dirigendosi nuovamnete verso l'infisso, lo aprì e volò
via.
“Sei stato
fantastico, amore mio” disse Kelly accostando il suo fisico da
modella al suo ben scolpito.
“Come sempre, no? Di
cosa ti meravigli?” disse Yamcha mentre si accendeva una
sigaretta.
La ragazza gli accarezzo
il petto e specchiando gli occhi azzurri in quelli neri di lui gli
chiese:
“Che hai? Sembri un
pò strano”
Prima di rispondere Yamcha
esitò, quell'azzurro gli ricordava Bulma.
“Non dire
sciocchezze, sono sempre il solito”
“Se lo dici tu,
comunque mi dici cosa sei andato a fare prima?”
Aspirò un lungo
tiro dalla sigaretta.
“Niente di
importante”
Indispettita, Kelly si
girò su un fianco, e rivolse il suo sguardo alla finestra dove
tra la pioggia vide una rotonda fonte di luce che sia avvicinava.
“Yamcha, la vedi
anche tu quella luce?”
Lui si girò, ma
troppo tardi per reagire.
Dopo qualche secondo la
finestra esplose e i due furono investiti da una pioggia di vetro e
detriti.
Quando il fumo
dell'esplosione svanì, ai due fu chiara la figura di Vegeta
che guardando cupo Yamcha disse:
“Ti dò il
tempo di vestirti. Non provare a scappare, sarebbe inutile.”
detto ciò sparì alla vista dei due e rimase
pazientemente in giardino.
“Ma chi diavolo era
quel pazzo? E perchè ce l'ha con te?” chiese spaventata.
“Kelly, vai a casa”
riuecì a dire dopo un attimo di esitazione.
“Cosa?”
“Ascoltami, è
meglio che tu vada via”.
Dopo qualche minuto,
Vegeta vide la giovane bionda uscire di casa e salire sulla propria
auto, poi sull'uscio della porta apparve Yamcha.
Per qualche secondo i due
si limitarono a guardarsi silenziosamente. L'atmosfera era carica di
tensione e Yamcha sudava freddo.
“Che cosa vuoi,
Vegeta?” gli chiese, anche se temeva di conoscere la risposta.
“Dovresti saperlo,
oppure quella biondina è riuscito a fartelo dimenticare?”le
sue parole erano cariche d'odio.
“Bene, dovevo
immaginarlo e dopo tutto me lo merito, ma prima che tu mi tolga di
mezzo, voglio dirti una cosa. Mi dispiace, non era mia intenzione
farle del male, cercavo solo di...”
“Si è capito
perfettamente cosa cercavi di fare! Adesso basta con queste
chiacchere e preparati a ...”
“La colpa è
solo tua, Vegeta, non so come, ma sei riuscito a portarmela via, sei
riuscito conquistare il suo cuore e la cosa magari non ti interessa
neppure. Tu non sei altro che un mostro, la tua anima è
macchiata del sangue di milioni di innocenti, ma a lei questo non ha
importato. Ti ha accolto nella sua casa e ti ha aperto il suo cuore
donandoti qualcosa che tu non saresti mai in grado di capire: amore.
Sono sicuro che l'unico motivo che ti ha spinto qui è quello
di combattere. E adesso, fa pure quello che vuoi, non farò
nessuna restistenza.” chiuse gli occhi, pronto a ricevere il
suo castigo.
Il rumore della pioggia
riempiva il silenzio che era sceso tra i due, poi Vegeta agì.
Scattò verso Yamcha e si fermò a qualche cm da lui.
“Hai ragione, è
vero che la mia anima è sporca del sangue di moltissimi
innocenti, ma la mia vita non è stata tutta rose e fiori come
la tua, bamboccione, quindi non permetterti più di giudicarmi”
lo colpì all'addome
con un pugno che gli tolse il fiato, poi gli alzò la testa
tirandolo per i capelli e aggiunse:
“Per quanto riguarda
il resto, non sono affari tuoi, comunque...” gli diede un pugno
che gli fece perdere quasi i sensi “... questo è da
parte di Bulma”
Continua...
Ciao
a tutti! Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Mi
farebbe piacere sapere cosa ne pensiate. Ringrazio chi continua a
seguirmi e chi ha aggiunto la ff tra i preferiti.
Grazie
per aver commentato gli ultimi capitoli a :
Dalla finestra della sua
camera poteva ancora vedere la violenza del temporale che si
abbatteva sulla capitale.
Asciugando le ultime calde
lacrime, si sdraiò sul suo morbido letto, rivolgendo lo
sguardo al comodino, sopra il quale stava una candela, la cui fiamma
si specchiava nei suoi occhi.
Senza riuscire a fare
niente per fermarlo, l'aveva visto prendere il volo sotto il cielo
buio e tempestoso di quella funesta notte, una notte di cui non
desiderava altro che la fine.
“Oh, Vegeta”
bisbigliò.
Più di una volta
aveva assistito all'ira del saiyan e stava cominciando a temere che
potesse compiere qualcosa di irreparabile.
Chiuse i suoi occhi
stanchi avvolta dall'oscurità, un'oscurità che gli
ricordavano tanto quei fieri e penetranti occhi neri di quel
guerriero che aveva imparato ad amare.
Yamcha era rimasto a
terra, con la schiena appoggiata al muro, la testa inclinata da un
lato e un rivoletto di sangue che gli scendeva da un margine della
bocca. La pioggia continuava a cadere forte, andando a dare un pò
di ristoro al terrestre che dolorante fissava il principe dei saiyan
il quale, invece, lo ricambiava con lo sguado cinico tipico della sua
stirpe.
“Ahah... ahahah!”
rise faticosamente Yamcha tra qualche colpetto di tosse.
L'espressione di Vegeta si
corrucciò a quell'inaspettata reazione.
“Che hai da ridere,
terrestre? Ti sei bevuto il cervello, per caso? O forse ti ho colpito
così forte da farti impazzire?” chiese infastidito da
quella risata insensata.
“Ahahahahaha... non
sono impazzito per niente... forse quello che è impazzito sei
tu?! Sai, sono proprio curioso di vedere quanto resisti, mio caro
principe...” ancora qualche altro colpo di tosse interruppe le
sue parole, poi aggiunse “ il grande Vegeta ridotto ad un
banalissimo terrestre... ahahah... che fine ha fatto il tuo smisurato
orgoglio, eh? L'hai venduto per un tetto sulla testa e per la
Gravity Room?”
Le braccia di Vegeta, che
fino a quel momento erano state incrocate, scesero lungo i fianchi.
Fece qualche passo verso
Yamcha dicendo:
“Non ho ancora
capito se il tuo è coraggio, o semplicemente pazzia, fatto sta
che non permetto a nessuno di parlarmi in questo modo, soprattutto
ad uno “scarto” come te”
“Sarò anche
uno “scarto”, come dici tu, ma almeno non nego la
verità...”
Le parole del giovane
ebbero come risposta un pugno all'altezza dello stomaco che gli fece
quasi perdere i sensi. Vegeta lo afferrò dal colletto della
camicia, sollevando il suo corpo inerme di qualche centimetro da
terra.
“Di un pò,
bamboccio, vuoi che ti spedisca all'altro mondo?”
Yamcha non rispose, ormai
le forze lo avevano abbandonato e sconfitto si preparava al peggio.
Sulla mano libera di
Vegeta apparve una sfera di energia che avvicinò al viso
dell'avversario ormai battuto.
“Bene, chi tace
acconsente, no?”
Era pronto, pronto ad
eliminare quell'insignificante essere umano dalla faccia della Terra.
Già una volta, sotto i suoi occhi aveva visto estinguersi la
vita in quell'insulso individuo, per un suo ordine, per un suo
capriccio. Stava riprovando la stessa emozione che non sentiva da
molto ormai e di cui in quel momento si stava inebriando. Era
incredibile la sensazione di superiorità che si poteva provare
nel decidere della vita o della morte di un essere, era un'esperienza
che la tradizione del suo pianeta natale aveva voluto che vivesse
dalla più tenera età, eppure sapeva che qualcosa non
andava...
Stava esitando...
Che mi
sta succedendo? Perchè non la faccio subito finita? pensò.
Rimase
ancora in quel limbo, finchè nella sua mente non apparve la
risposta alla sua domanda:
due splendidi occhi
color zaffiro...
Chiuse
gli occhi scuotendo la testa, per poi riaprirli, deciso a concludere
quello che aveva iniziato.
Avvicinò
ancora di qualche centimetro, la luminosa sfera al volto del povero
Yamcha, che emetteva dei rantoli di sofferenza per le ferite
riportate.
Tremante,
continuava ad agitarsi minacciosa, finchè dopo qualche secondo
la sua potente luce svanì dal palmo del fiero guerriero.
Lasciò
andare il giovane che con un sordo tonfo cadde a terra.
“Tsk,
non ne vale la pena” gli disse prima di ergersi in volo e di
sparire tra le nere nubi di quella notte.
In
quel preciso istante, sul tetto di un edificio non molto lontano da
quello in cui ciò sopra descritto accadeva, un sorriso
compiaciuto era apparso sul radioso viso del saiyan dalla tuta
arancione.
“Bravo,
Vegeta... sapevo che avresti fatto la cosa giusta” si disse,
mentre sereno si avviava verso le selvagge montagne in cui si trovava
la sua dimora.
Senza
nessuno sforzo, riuscì a forzare la finestra della camera in
cui da alcuni mesi i Brief l'avevano fatto accomodare. Una volta
dentro, riuscì a percepire l'aura di Bulma. Aprì la
porta e lentamente percorse il lungo corridioio che lo separava dalla
donna. Una volta raggiunta la sua meta, diede qualche colpetto alla
porta...
Nell'udire
quel bussare, con il cuore in gola, Bulma afferrò la candela
che aveva collocato sul comodino per poi andare ad aprire. Non appena
vide il volto di Vegeta duro e inespressivo, reso ancora più
tenebroso dalla mancanza di una fonte di luce adeguata, temette il
peggio.
“Vegeta,
non avrai mica...” le parole le uscirono come un lamento, quasi
come una preghiera.
“Tranquilla,
è ancora vivo, anche se sono sicuro che non ti darà più
fastidio” le rispose capendo quale domanda stava per porgli.
Un'espressione
sollevata apparve sul volto della scienziata, che istintivamente
spalancò la porta per poter abbracciare il suo principe, il
quale però non sembrava della stessa idea.
“Penso
che per oggi possa bastare, va a dormire” le disse mentre con
delicatezza respingeva le morbide braccia della donna e chiudeva la
porta lasciandola sconcertata.
Bulma
era rimasta senza parole. Non capiva quell'improvviso cambiamento
d'umore, non riusciva a capire lui...
Era
vero, per quel giorno ne aveva avute abastanza, ma lui di certo non
aveva migliorato le cose.
Stare
insieme a lui era come andare sulle montagne russe, prima si sale su,
fino a poter toccare il cielo con un dito, e l'attimo dopo invece è
l'inferno scendendo sempre più in basso.
Colma
di una nuova amarezza e di un nuovo dolore, tornò a letto dove
avvicinando a sè il cuscino concretizzò tra i suoi
pensieri che l'amore non era altro che la peggiore sofferenza
dell'anima.
Dopo
essersi cambiato ed asciugato si era messo a letto pure lui e con
sguardo assente fissava il soffitto. Il vortice di emozioni che
quella femmina era in grado di fargli provare era inaccettabile per
il principe dei saiyan, ancora peggio se il solo pensarla lo facesse
tornare sui suoi crudeli passi ed esitare durante uno scontro.
Stava
cambiando, lei lo stava cambiando...
Si
stava trasformando in un burattino comandato da una ninfa azzurra che
lo costringeva a fare solo la cosa giusta?!
Troppe
erano le disattenzioni che lei gli stava recando e che non facevano
altro che allontanarlo dal suo più grande sogno, anzi non
sogno, diritto, perchè in quanto principe dei saiyan
ricoprirsi di quel manto d'oro era un suo regale diritto.
Sfinito
fiscamente e mentalmente si addormentò con un solo pensiero:
Da
domani, le cose sarebbero state diverse...
Continua...
Ringraziamenti:
Juu_Nana:
grazie, mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento e sapere
che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!
sere4ruru
: grazie, sei molto gentile e si, il principe dei saiyan ha
conquistato anche il mio cuore!
8WeirdSisters8:
grazie, sono contenta che vi appassionate così tanto alla mia
storia, soprattutto del desiderio che avete di vedere morto Yamcha!
Grazie anche per i complimenti sul mio account (che è ancora
offeso con voi per l'errore di prima), ammetto che mi è venuto
bene!
chrystal_:
grazie e spero di non deluderti con questo nuovo capitolo!
Grazie
anche a chi ha solo letto e chi ha aggiunto la ff tra i preferiti.
Bulma sbattè
lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco.
Quando lo fece, gli occhi,
no scusate, le palpebre di sua madre le apparvero difronte al viso.
“...mamma?”
“Perchè sei
ancora a letto? Ti senti male per caso? Vuoi che ti porti qualcosa?
Raccontami come è andata in questi giorni?!...”
“Ma quando sei
tornata?” si affrettò a chiedere la ragazza sperando di
porre fine a quella sorta di interrogatorio a cui la madre l'aveva
sottoposta e mettendosi a sedere sul letto.
“Circa dieci minuti
fa... non hai idea di come sia stato noioso questo viaggio! Quel
maledetto blackout mi ha rovinato la vacanza, meno male che tuo padre
e gli altri scienziati del convegno sono riusciti a rimediare
risolvendo il problema, anche se non capisco perchè ci abbiano
messo tanto? Avevano detto che si aspettavano un imprevisto del
genere... Se lo avessi saputo sarei rimasta qui con te e il
fustacchione e poi...” era partita, ormai Bunny Brief aveva
cominciato a parlare a raffica.
“Capisco...scusami,
ma ho un gran mal di testa...”
“Oh, vuoi che ti
prepari qualcosa?”
“No, grazie, ho solo
bisogno di riposare, tutto qui...” disse sperando di liberarsi
della madre.
Non aveva la forza di
starla a sentire dopo la serata “tranquilla” che aveva
passato.
“Va bene cara, ma
quando starai meglio, mi racconterai in ogni dettaglio quello che...”
Madre e figlia si volsero
verso la finestra.
La frase della donna venne
interrotta da delle urla che provenivano dal giardino.
“Come sarebbe a dire
che non funziona?” sbraitò.
“Devi credermi... è
così!” disse a fatica l'anziano scienziato che era stato
afferrato dal colletto del suo camice da lavoro e sollevato da terra.
“Non mi interessa!”
“Sii ragionevole...”
disse cercando di mantenere il sangue freddo, in fondo si era un pò
abituato agli scoppi d'ira che il saiyan gli rifilava ormai da mesi.
“ Sistemala!”
gli urlò facendo cadere il microscopico gatto nero del
professore che impaurito si nascose dietro le esili caviglie della
signora Brief che insieme alla figlia era arrivata in giardino.
Notando la loro presenza,
Vegeta lasciò andare lo scienziato.
“Te l'ho già
spiegato, Vegeta, non è colpa mia... il blackout ha lasciato
il generatore privo di energia per molto tempo e adesso devi
aspettare che si ricarichi... devi solo avere un pò di
pasienza, figliolo, penso che un paio di giorni possano bastare.”
disse mentre si sistemava gli occhiali.
“... e adesso io
come faccio ad allenarmi?!”
“Puoi usare
momentaneamente la nostra palestra...”
“Taci! Credi che una
comunissima palestra possa servirmi?”
“Mi dispiace, ma non
posso farci niente” rispose rimettendosi sulla spalla il
gattino.
“ Tsk! Essere
inutile...” disse allontanandosi dallo scienziato prima di
perdere il controllo e appoggiandosi ad una delle grandi palme che
adornavano l'immenso giardino .
Bulma era rimasta
sconcertata dalla reazione del saiyan e così decise di
avvicinarsi.
“Mi spieghi perchè
ti sei comportato in quel modo?”
Il principe non rispose
continuando a tenere lo sguardo basso e gli occhi chiusi, come se lei
non fosse lì.
Bulma incrociò le
braccia al petto aspettando spiegazioni.
“Vegeta?!”
disse dopo qualche secondo di silenzio e alzando il tono della voce.
Il giovane aprì gli
occhi che trafissero quelli di lei.
“Lasciami in pace”
“Come? Si può
sapere che ti prende?” disse avvicinandosi e sfiorando
dolcemente un braccio del saiyan il quale reagì allontanandola
bruscamente.
“Ti ho detto di
lasciarmi in pace! E poi, chi ti dà il permesso d'avere tutta
questa confidenza?”
“Mah... io credevo
che noi...”
“NOI? Non c'è
mai stato nessun noi! Non sarai stata così stupida d'averlo
pensato?” un sorriso maligno decorò il suo volto “
Tsk! Non so cosa tu abbia creduto, ma sappi che per me sei stata solo
una valvola di sfogo, tutto qui! Adesso togliti di mezzo” la
spostò brutalmente e ignorando le sue lacrime entrò
dentro casa.
Senza parole, troppo
stupefatta per riuscire a esprimere ad alta voce anche una sola delle
decine di pressanti domande che le si affollavano in mente, Bulma
seguì con lo sguardo la figura del principe mentre lacrime
amare inumidivano la sua candida camicia da notte.
Una volta giunto nella
tranquillità della sua camera, Vegeta non riuscì a
trattenersi nel colpire con un pugno una delle pareti.
Perchè? Perchè
si sentiva così?
Aveva strappato alla vita
milardi di persone innocenti con la freddezza e la brutalità
di un demone, eppure aver visto l'espressine di tristezza sul suo
splendido volto lo faceva star male.
Il senso di colpa per
essere stato l'artifice del suo dolore lo stava tormentando.
Sfinito, si lasciò
cadere sul letto facendo sprofondare la testa sul cuscino.
Sapeva che la sua scelta
l'avrebbe fatta soffrire, in fondo la vita dei terrestri girava
intorno a quelle assurde cose astratte che chiamavano sentimenti...
quello a cui non aveva pensato era che avrebbe sofferto anche lui.
Sospirò.
Nella sua mente si
manifestò l'immagine della terrestre che gli aveva conquistato
il cuore.
Sarebbe stato in grado di
privarsi di lei? In grado di rinunciare al calore del suo corpo...
alla tenerezza delle sua carezze... al suo amore?
Ma doveva, doveva privarsi
di ogni distrazione se voleva raggiungere quella terza classe che
aveva osato superare il suo principe.
La sera precedente era
sicuro d' aver preso la decisione più giusta per un guerriero
come lui.
Chiuse gli occhi,
girandosi su un fianco, questa volta certo d'aver preso la scelta
sbagliata per un uomo.
Continua...
Ciao!
Come va? Mi scuso per il capitolo corto, vi prometto che il prossimo
sarà più lungo!
Ringrazio
chi legge e chi ha messo la ff tra i preferiti.
Grazie
per i commenti:
pinkgirl
Saku_chan
chrystal
Juu_nana
Scusate
se non vi rispondo come si deve e per eventuali errori di ortografia,
ma sono un pò di fretta...
Come aveva potuto
lontanamente immaginare che fosse cambiato?
Di uomini con la
sensibilità di un cucchiaino se ne trovavano a milioni anche
sulla Terra, che cosa le aveva fatto pensare che un sanguinario
principe di una razza guerriera potesse essere diverso?
Eppure...
Eppure in quella lontana
settimana aveva avuto l'impressione di non avere più a che
fare con Vegeta, cinico principe dei saiyan, ma con un uomo come
tutti gli altri.
In quei giorni aveva avuto
l'occasione di vederlo sotto una luce completamente nuova, al punto
di sorprenderla, al punto di stupirla... al punto di farla
innamorare.
La dolcezza delle sue
carezze, la passione con cui si erano amati, possibile che fosse
tutta una finzione?
Per me sei stata solo
una valvola di sfogo, tutto qui!
Quelle
parole, taglienti come la lama di una spada, le avevano trafitto il
cuore mandandolo in mille pezzi.
Una
ventata gelida le colpì il volto distraendola da quelle
dolorose riflessioni.
Erano
ormai entrati nella stagione invernale e dall'alto della finestra
della sua stanza poteva vedere i primi addobbi della festa più
magica dell'anno: il Natale.
Un'
altro freddo soffio la investì facendola rabbrividire e
stringere nella sua camicia da notte, ma mentre chiudeva la finestra
pensò:
L'inverno...
freddo e arido come il suo cuore.
Si
preparò per uscire e dopo essersi avvolta in un caldo cappotto
bianco, prese le chiavi della sua aircar.
Prima
di aprire la porta osservò la sua immagine riflessa nello
specchio.
Bella,
giovane, ricca e intelligente... quante persone esistevano al mondo
con tutte quelle doti rinchiuse in un unico essere?
Era
dunque possibile che in tutto il pianeta non ci fosse un uomo che
l'apprezzasse e che le donasse il suo amore?
Corrucciò
le sopracciglia e uscì fuori dalla rotonda struttura seguita
dal tonfo della porta che con violenza veniva chiusa alle sue spalle.
Mentre
percorreva il vialetto, posò lo sguardo sulla GR e poco prima
di salire sul veicolo per dirigersi agli uffici dell'impresa di
famiglia, le sue labbra si contorsero in una smorfia e pensò
che a quanto pareva non era riuscita a trovare quell'uomo neppure in
tutto lo spazio.
L'aveva
vista esitare e rivolgere un'occhiata furtiva alla gravity room,
come ormai faceva da quando si erano parlati per l'ultima volta .
In
quei lunghi giorni aveva visto la coltre di tristezza e malinconia
che opprimeva quelle perle azzurre e di cui lui e il suo innato
orgoglio erano artefici.
Più
di una volta l'aveva sentita piangere nel cuore della notte.
In
quelle occasioni era rimasto immobile difronte alla porta della
giovane a sentire quei singhiozzi, senza trovare il coraggio di
entrare per consolarla e per rimediare all'errore più grande
di tutta la sua vita.
Uscire
da quella dannata gravity room, inseguirla, stringerla in un tenero
abbraccio e unire le sue labbra con quelle morbide di lei, ecco
quello che il suo cuore gli dettava. Il problema era che da quando
era solo un bambino gli era stato insegnato ad ascoltare la voce
spietata della sua anima saiyan.
Scosse
la testa riprendendo gli allenamenti, stava facendo un enorme
sacrificio, non doveva distrarsi, doveva diventare un supersaiyan.
Sulla
sua scrivania, circondata da un numero sproporzionato di documenti
che con attenzione leggeva e firmava, Bulma sembrava aver trovato il
modo per non pensare al saiyan che le aveva spezzato il cuore.
Nell'ultimo
mese si era buttata nel lavoro con tutta se stessa e quando non era
impegnata in ufficio si rinchiudeva nel laboratorio.
“Si
può sapere che cosa ti prende? È da quando siamo
tornati che ti comporti in modo strano” le disse una volta sua
madre mentre l'aiutava a cucinare.
Bulma
non aveva risposto, lasciando che il silenzio parlasse per lei.
“E'
successo qualcosa con Vegeta? Ho notato che anche il fustacchione si
comporta in modo strano. Trascorre più tempo del solito ad
allenarsi, preferisce mangiare da solo ed è diventato
difficile incontrarlo...”
“Basta!”
la interruppe sbattendo una mano sul tavolo “ non voglio più
sentire una parola in più su quello scimmione! Non l'ho
buttato fuori di casa solo perchè mi fa pena e ha bisogno
delle nostre apparecchiature per diventare più forte! Tra meno
di tre anni le nostre vite saranno in pericolo e quel testone deve
dare una mano a Goku per difendere la Terra! Non voglio più
sentire parlare di lui! Adesso vado in laboratorio, mi è
passata la fame”
Perchè
le faceva pena, perchè doveva aiutare Goku a difendere
l'umanità aveva urlato a sua madre, la verità era che
non sopportava l'idea di allontanarsi definitivamente da lui.
“Presidente?!
Sono venuta ad informarla che il presidente della Turner Industries è
appena arrivato”
le
aveva detto la sua fedele segretaria entrando nell'ufficio.
“Si,
Betty. Finisco di firmare tutte queste scartoffie e arrivo, fatelo
accomodare nella hall”
“E'
già lì. La sta aspettando da quasi dieci minuti”
“Umm...
è va bene, arrivo, ma tu Betty starai con me. Lo sai quanto
odio queste noiose riunioni”
le
disse mentre usciva dalla stanza.
“Io
invece credo proprio che le piacerà” aggiunse quasi
divertita.
“Che
vuoi dire? Che cosa avrà di speciale? Sarà vecchio e
presuntuoso come tutti gli uomini di potere di queste aziende”
continuò una volta dentro l'ascensore.
Prima
di risponderle, la giovane segretaria le rivolse un sorriso.
“Beh,
sarà lei a constatarlo...”
Bulma
la guardò dubbiosa e non appena le porte dell'ascensore si
aprirono, percorse curiosa il corridoio.
“Che
cosa è tutto questo mistero, Betty? Spiegati! Chi è
questo Turner?”
A
Betty brillarono gli occhi e rispose:
“Allora...
da dove cominciare? Bello, giovane, ricco e intelligente... l'uomo
perfetto! Sono sicura che le piacerà! È affascinante e
famoso per la sua galanteria con le donne e in più... se la
cosa le può interessare... è single”
“Ah,
no Betty! Non farti venire strane idee! Non sono dell'umore giusto
per queste cose...”
“Vedremo”
concluse l'assistente una volta che arrivarono nella hall.
“Oh,
ecco arrivare il nostro presidente!” disse uno del consiglio di
amminstrazione della Capsule Corporation a un uomo che Bulma vedeva
solo di spalle.
Quest'ultimo
si voltò e la giovane donna non potè fare altro che
rimanere senza parole.
Continua...
Grazie
a chi ha commentato:
bulma_89:
grazie, sei molto gentile, leggere il tuo commento mi ha fatto molto
piacere, spero che la storia continui a piacerti!
chrystal_:
eh, si! L'orgoglio è il nemico numero uno di questo amore!
Grazie ancora per il commento!
Ringrazio
chi ha letto e chi ha messo la ff tra i preferiti, ma soprattutto vi
chiedo di farvi sentire, mi farebbe piacere sapere cosa pensate di
questa mia storia!ù
Lineamenti delicati,
capelli color dell'oro, suadenti occhi verdi e un sorriso ammaliante,
per non parlare del fisico atletico che si poteva intravvedere sotto
la giacca.
Betty aveva perfettamente
ragione, era bello, era tremendamente bello.
“Presidente, ho il
piacere di presentarle William Turner, presidente delle Turner
Industries” disse l'uomo che faceva parte del consiglio
d'amministrazione.
“E' un piacere
conoscerla” disse la giovane porgendo la mano dopo essersi
ripresa dalla divina visione.
“E' un'onore
incontrarla, signorina Brief” rispose il giovane uomo
prendendole la mano e poggiandovi sopra delicatamente le labbra.
A quel gesto, Bulma non
potè evitare di arrossire.
Era pure galante!
A furia di frequentare
guerrieri e scimmioni dello spazio, aveva dimenticato che sulla Terra
esisteva qualcosa chiamata cavalleria.
“Ho sentito molto
parlare di lei, soprattutto della sua bellezza e finalmente posso dar
credito a quello che si dice in giro” aggiunse fissandola
intensamente.
Era un evento che accadeva
raramente, ma in quel momento Bulma Brief era rimasta senza parole.
Che stesse sognando?
Che da un momento
all'altro quel meraviglioso uomo cominciasse a chiamarla “donna”
e a dirle di aver fame?
“Sono sicuro che non
avremo nessun problema a lavorare insieme” continuò
sorridendo.
Un breve silenzio scese
tra i presenti, un silenzio che venne interrotto dall'intervento di
Betty che con una disinvolta gomitata al proprio datore di lavoro,
fece tornare nel mondo reale la giovane Brief, che accortasi del
proprio imbarazzo cercò immediatamente di ritornare in sè.
“Lo spero, signor
Turner”
“Mi chiami pure
William, signor Turner mi fa sentire così vecchio”
“Emm si, William...
prego, accomodiamoci in uno dei nostri uffici”.
“Da questa parte,
prego” intervenne Betty indicando la strada e lanciando un'
occhiata alla giovane presidentessa.
Bulma si lasciò
sfuggire un sorriso, la sua segretaria aveva ragione, quella sarebbe
stata una riunione molto interessante.
“Ecco qui, Vegeta.
Ho preparato i tuoi piatti preferiti.” disse la signora Brief
finendo di mettere a tavola le portate.
“Buon appetito!”
aggiunse entusiasta.
Il principe, come era sua
abitudine, non la degnò di uno sguardo, soprattutto in un
momento tanto importante per un saiyan come il pranzo.
“Sai, Vegeta, da
quando conosco te e Goku non posso evitare di essere affascinata
dalla vostra razza” affermò sedendosi difronte al
giovane che aveva già iniziato a mangiare.
“Siete entrambi così
affascinanti! E pure Gohan si sta trasformando in un bel giovanotto.
Comincio a pensare che la bellezza sia una prerogativa di voi saiyan”
continuò.
“Ma sicuro! Ora mi
metto alla ricerca delle sfere del drago e faccio ritornare in vita
il tuo popolo, così il nostro pianeta si riempirà di
bellissimi uomini” esclamò.
Vegeta lanciò una
rapida occhiata alla donna pensando a quanto fosse vero che alla
stupidità non ci fosse mai fine.
“Sarebbe fantastico,
ne sono certa! Ma non temere, tu rimarrai sempre il mio preferito!”
continuò con la sua voce smielata, troppo fastidiosa per le
orecchie di un guerriero.
“Oh cielo! sono
sicura che tu e la mia Bulma sareste in grado di mettere al mondo dei
bellissimi bambini! E io potrei andare in giro vantandomi della
bellezza dei miei nipotini”
Il nostro silenzioso
principe, che fino a quel momento era stato in grado di rimanere
indifferente agli assurdi discorsi della padrona di casa, all'udire
quella affermazione rischiò il soffocamento.
“Oh caro, ti senti
bene?”
“Ta-ci”
rispose tra i colpi di tosse e rosso in volto.
Dopo qualche secondo la
porta della cucina si aprì e nella stanza fece irruzione una
Bulma raggiante.
“Ciao mamma! Che
cosa prepari di buono?”
“Ciao, tesoro! È
successo qualcosa di particolare? Erano settimane che non ti vedevo
così!”
“Particolare? Direi
fantastico!” rispose sedendo accanto alla madre.
“ Ero sicura che
oggi sarebbe stata una normale e noiosa giornata in ufficio, invece
ho conosciuto l'uomo dei miei sogni e...”
La giovane si fermò,
solo in quel momento si era accorta della presenza di Vegeta che la
stava scrutando con le sue scure iridi.
“E tu che cosa vuoi?
Non lo sai che è maleducazione ascoltare le conversazioni
altrui?”
“Tsk, ma sentila, io
non stavo ascoltando proprio un bel niente! Sei tu che hai fatto
irruzione nella stanza”
“Beh, allora
vattene”
“Cosa?! Io non vado
da nessuna parte! Non vedi che sto...”
“Va bene, va bene,
se ci tieni tanto resta pure. Ti stavo dicendo mamma che ho
conosciuto un uomo estremamente affascinante. Si chiama William
Turner ed è il presidente di una delle società più
importanti del pianeta, ma la cosa interessante è che molto,
molto carino e c'è di più, stasera mi ha invitata a
cena in uno dei ristoranti più romantici della città!
Ahaha, non vedo l'ora che arrivi stasera, anzi corro in camera mia a
scegliere che cosa indossare!”
“Lo sai cara, sono
proprio contenta di vederti così felice!”
La giovane sorrise e
scattando dalla sedia si avviò verso la sua stanza.
Non appena Bulma se ne fu
andata, anche Vegeta si alzò in piedi.
“Dove vai, Vegeta?
Per caso quello che ho cucinato non era di tuo gradimento”
“Mi è passata
la fame” e detto ciò si diresse verso la Gravity Room.
Non si rivolgevano una
parola da tempo e ora lei era entusiasta di un altro uomo e per di
più sembrava infastidita dalla sua presenza.
Litigare faceva parte
delle loro abitudini giornaliere, era una sorta di gioco che entrambi
conoscevano bene ma questa volta sembrava diverso, non c'era nessun
gioco.
Entrò nella stanza
gravitazionale, per quel giorno avrebbe affrontato un duro
allenamento, doveva sfogare l'agitazione che quella stupida donna era
in grado di fargli provare.
Continua...
Ciao
a tutti! Scusate per il ritardo, ma vi prometto che il prossimo
capitolo uscirà molto presto! Passiamo ai ringraziamenti:
8WeirdSisters8:
sono contenta che il mio nuovo personaggio vi piaccia! Cmq vi informo
che mi sento come quelli della pubblicità della CostaCrociere.
chrystal_
: grazie, mi fa piacere che la storia ti appassioni e spero che il
capitolo sia di tuo gradimento! Quale altre mie ff stai leggendo? A
presto ciao!
trullitrulli:
hai immaginato bene, è carino e ci prova con Bulma! Grazie
mille per il commento!
pinkgirl:
spero che il giovane aitante non ti abbia deluso! Grazie!
Juu_Nana:
tranquilla, non ci sono problemi, anzi mi fa piacere sapere che la
mia idea ti piaccia! Grazie!
bulma_89:
già, vedremo se sarà così perfetto! Grazie per
il commento!
Grazie
anche a chi ha letto e a chi ha messo la ff tra i preferiti ai quali
chiedo di darmi un parere sulla trama della storia!
“No, questo non va
bene” disse osservando attentamente un vestitino rosa che, dopo
aver ricevuto il giudizio dalla giovane, volò sul letto.
“Forse questo
completino?” si chiese osservando dubbiosa un top e una gonna
verde che aveva appena uscito dall'armadio.
“No, troppo
sportivo...” decise, lanciando gli indumenti sul mucchio di
vestiti che aveva scartato.
“Magari questo...”
decise analizzando compiaciuta un tubino nero.
“Si, credo proprio
che al presidente Turner piacerà tantissimo, ahaha”
aggiunse maliziosa guardandosi allo specchio.
“Bene, devo solo
abbinare i giusti accessori e il gioco è fatto...”
affermò mentre guardava alcuni modelli di scarpe.
Stava per togliersi
l'asciugamano, quando sentì bussare alla sua porta.
Incerta rimase qualche
minuto immobile chiedendosi chi fosse, poi la porta si aprì e
lei ebbe la sua risposta.
“Ehi, donna...
AAAAhhhh! Ma dico, sei pazza?! Ti sembra il modo?” sbraitò
Vegeta mentre con una mano si massaggiava la parte di fronte colpita
dalla scarpa che gli aveva lanciato Bulma.
“E a te invece
questo sembra il modo di entrare nella stanza di una signora?! Ti sta
bene, cafone!” rispose la ragazza stringendosi di più
nell'asciugamano.
“Cafone, io? Tu mi
hai lanciato una scarpa! Ti ricordo che ho ucciso per molto meno!”
ruggì il saiyan rosso di rabbia e di imbarazzo.
“E io ti ricordo che
ne ho un'altra in mano, se non te ne vai subito!”
“Tranquilla, appena
avrò ottenuto quello che voglio me ne andrò”
rispose con voce cupa e avvicinandosi alla giovane.
“Co-cosa?”
riuscì a chiedere mentre un brivido le correva su per la
schiena.
Vegeta sfoderò il
suo solito ghigno incrociando le braccia al petto nudo.
“Si, una cosa in cui
sei molto brava...”
“Sarebbe?”
domandò indietreggiando di qualche passo.
“Ma come? Non ci
arrivi?” rispose continuando ad avvicinarsi a lei fino a
metterla con le spalle al muro.
“Ti ho detto di
andare via, Vegeta” disse lanciandogli l'altra scarpa che
questa volta fu deviata dal saiyan.
“Ahaha, sei di
parola. E lo sono anche io: ho detto che me ne andrò dopo che
avrò ottenuto ciò che voglio” ripetè
sorridendo maligno.
“Stammi lontano!”
disse cercando di schiaffeggiare il principe che le afferrò il
polso e le si fece così vicino da fare aderire il suo fisico
scolpito con quello sinuoso di lei.
“Quanta energia...
devo aver scelto la serata giusta”
Un lampo di terrore
attraversò gli occhi di Bulma.
“Se non te ne vai,
mi metto a urlare!” minacciò.
“Tsk, come se
servisse a qualcosa” la schernì avvicinando il suo viso
a quello della ragazza.
Bulma rimase in silenzio,
mentre Vegeta continuò a fissarla per qualche interminabile
minuto negli occhi.
Avere nuovamente addosso
quello sguardo triste e tenebroso allo stesso tempo, la fece
sussultare, provando sensazioni che con sofferenza aveva cercato di
dimenticare.
“Tranquilla, ho
bisogno che tu rimetta a nuovo la Gravity Room, deve esserci stato un
corto circuito” disse allontanandosi da lei compiaciuto.
Dopo qualche secondo, la
giovane riuscì a bisbigliare:
“Gravity Room?”
“Si, non ci senti?
Cosa credi che fossi venuto a chiederti? E non startene lì
impalata, corri a sistemare quel marchingegno”
“Grrr... mi hai
preso per la tua schiava?! Chi ti credi di essere? Io ho una vita
sai? Non ho tempo da perdere con te e i tuoi dannati allenamenti! Se
ci tieni tanto sistematela da solo!” gridò.
“Ah, si... hai un'
appuntamento con un altro mollusco... impiegheresti meglio il tuo
tempo a sistemare la GR” ironizzò.
“Come ti permetti di
giudicare quello che faccio, eh? Sei il solito scimmione! vattene!”
gli urlò.
“Sai che ti dico?”
disse dandole le spalle e avviandosi verso la porta “Me ne
vado solo perchè in tutta la galassia non esiste niente di più
fastidioso della tua voce, donna”
“Bene, tanto qui non
ti trattiene nessuno”
Proprio mentre stava per
uscire dalla stanza, Vegeta si voltò facendo un sorriso
sghembo:
“Ne sei sicura?”
Ma prima che la ragazza
potesse rispondergli, lui chiuse la porta.
“Scimmione!!”
gli urlò.
Rimasta sola, si sedette
sul bordo del letto, con il cuore che le batteva a mille.
Senza smettere di
sorridere, Vegeta continuava a percorrere il corridoio.
Soddisfatto, si stava
dirigendo in cucina.
Era riuscito nel suo
intento...
Aveva perfettamente notato
le reazioni che le provocava la sua presenza, il modo in cui le
brillavano gli occhi per il semplice fatto d'aver ridotto le distanze
tra loro.
Era riuscito a
dimostrarle che il principe dei saiyan non poteva essere sostituito
da un banalissimo terrestre.
Entrò in cucina
dove trovò la signora Brief seduta a leggere una rivista.
“Ho fame, preparami
qualcosa, sbrigati!” le disse.
Bunny Brief, che a quanto
pare non sapeva molto di anni di lotta per i diritti delle donne,
rispose raggiante:
“Certo, Vegeta! Sono
contenta che ti sia tornato l'appetito. Sai, mi hai fatto preoccupare
quando ti sei alzato da tavola senza finire il pranzo. Stavi male per
caso, caro?”
Ovviamente Vegeta non
rispose, ma la donna parve non farci caso e tutta allegra si mise ai
fornelli.
Il saiyan invece, prese
posto con sguardo assente.
Aveva reagito d'impulso,
tutto qui.
Il suo era stato solo un
istinto...
Nonostante non fosse una
sua priorità, non l' avrebbe mai permesso.
Volente o nolente, quella
terrestre gli apparteneva...
Si incupì,
sconvolto da quei pensieri che non si addicevano affatto al principe
dei saiyan, eppure...
Eppure, nel profondo,
sapeva che era la verità.
Continua...
Buona
sera!!!
Tornata
da Lipari sto cercando di aggiornare tutte le mie storie, ma
sfortunatamente non so quando aggiornerò, perchè lunedì
parto di nuovo, quindi, vi prego perdonatemi per il ritardo
(l'ennesimo)...
Passiamo
ai ringraziamenti:
chrystal_:
no, scusami tu per l'enorme ritardo! Cmq il nostro principe sta
scoprendo di essere più umano di quello che pensa! Sono
contenta che ti piaccia, grazie! Wow sono curiosa di sapere un tuo
giudizio sulle mie storie che segui, alcune di quelle le ho anche
aggiornate recentemente... cmq grazie ancora!
8WeirdSisters8:
grazie, grazie, sono lieta di suscitare la vostra ammirazione, oh mie
adepte!
raffa_94:
già, Bulma avrà le idee un pò confuse... grazie
mille!
Juu_Nana:
mi dispiace per il ritardo, ma spero che ti piaccia il capitolo! Beh,
credo che questa volta Vegeta dovrà impegnarsi... grazie!
pinkgirl:
si, Vegeta è geloso e ne avrà di cose da fare... ahaha,
grazie!
trullitrulli:
ahaha, forse mi odierai un pò tra qualche capitolo... cmq
grazie mille per il commento!
kry333:
ahahah, già era un aitante pirata! grazie!
Saku_chan:
grazie, sono felice di sapere che la mia storia di appassiona così
tanto! Eh si, la situazione comincerà a complicarsi...
Grazie
mille a chi legge e a chi ha messo la ff tra i preferiti!