She looks so perfect

di jas_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Wedding ***
Capitolo 2: *** What's in your mind? ***
Capitolo 3: *** It's you ***



Capitolo 1
*** The Wedding ***






The Wedding


 
L’aria era fredda, la pelle di Holly era d’oca eppure lei era seduta su quella panchina da quarantasei minuti esatti. La luna piena splendeva alta nel cielo scuro e ai suoi piedi le luci di Manchester schiarivano un po’ quella sera di fine settembre. Erano le undici passate, il vento le scompigliava i capelli e l’acconciatura che si era fatta quella mattina era ormai disfatta.
Holly strinse la sua pochette tra le mani e sospirò, abbassando lo sguardo sui suoi piedi nudi e poi su quelle scarpe col tacco abbandonate lì accanto.
Sarebbe dovuta essere a festeggiare in quel ristorante che distava un centinaio di metri da lì, sarebbe dovuta essere dentro a ballare con la sua migliore amica che si era appena sposata a soli ventitré anni, sarebbe dovuta essere dentro a ridere, divertirsi, bere, e invece era lì, seduta al freddo con la mente troppo occupata e il morale troppo basso per rientrare e prendere almeno la sua giacca.
Aveva provato a ignorarlo. Aveva provato a resistere. Aveva provato a far finta di niente, a sforzarsi di sorridere, di non far battute acide, di non guardare quelle mani intrecciate tra di loro durante un lento senza provare invidia e sentire la mente annebbiata alla gelosia. Ci aveva provato davvero a non comportarsi male, a sorridere, ma aveva finito per uscire da quella sala di corsa, senza che nessuno si accorgesse di lei. Erano passati quarantasei minuti e il suo cellulare non aveva ancora vibrato, non uno squillo o un sms, nessun “dove sei?”, niente.
Holly sospirò, non voleva incolpare Meredith, era il suo matrimonio, gli invitati erano molti ed era normale che non potesse concentrarsi su ognuno di essi – sebbene fosse lei la sua damigella d’onore – e lui… Holly scosse la testa.
«No» disse a se stessa, sebbene ad alta voce. Nemmeno lui. Era sicuramente occupato con Taylor, troppo occupato per accorgersi della sua assenza al tavolo dei testimoni degli sposi. Infondo che cos’era lei? Cos’erano i suoi capelli sfibrati, deboli e crespi in confronto a quelli perfetti di Taylor? Cos’erano i suoi occhi di un comune marrone in confronto a quelli azzurro cielo di Taylor? Cos’erano i suoi denti un po’ da criceto, come la prendevano in giro al liceo, in confronto a quelli perfetti di Taylor? Per non parlare del suo fisico minuto, la sua assenza di curve, la sua risata a maialino e il suo smalto perennemente rovinato. Nemmeno il suo vestito – quello della damigella d’onore, di un banale blu – era bello tanto quello di Taylor. E lo aveva visto, il sorriso che lei e Nico si erano scambiati quando lui l’aveva invitata a ballare. E Holly li aveva osservati ondeggiare al ritmo della musica con i loro corpi che si sfioravano, ma si era vergognata dei suoi stessi pensieri: che diritto aveva di essere gelosa? Nico sapeva a malapena il suo nome, si erano visti tre volte, in una cena con Meredith e suo marito Derek, alla scelta del posto in cui festeggiare e agli assaggi per la decisione del menu del matrimonio e della torta nuziale.
Si erano scambiati sì e no tre parole, dei saluti cordiali e poco altro, frasi di circostanza che Holly nemmeno ricordava.
Nico l’aveva colpita subito: il suo sorriso gentile, la sua voce, il suo accento di Manchester – ovviamente lì tutti parlavano così ma le aveva fatto comunque un certo effetto sentirlo, soprattutto perché anche lei avrebbe voluto parlare così e perdere completamente il suo accento scozzese. Era una persona solare, la sua risata sì che era bella, e non assomigliava di certo a quella di un maialino. Holly aveva scoperto che era appassionato di calcio, tifava il Manchester United come Derek e, con lui e altri amici, giocava a calcio tutti i giovedì sera. Era all’ultimo anno dell’università, studiava architettura, era appassionato di cinema e aveva origini italiane. Holly aveva cercato di immaginarselo più volte parlare italiano, una lingua così sensuale parlata da lui sarebbe stato il massimo ma lei non sapeva altro se non “ciao” “bellissima” e “vaffanculo”, e non sapeva se Nico era madrelingua o se il suo accento inglese si sentisse anche quando parlava italiano.
Fumava, gesticolava molto ma a Holly non dava fastidio, soprattutto perché le sue mani erano bellissime. Le aveva osservate per diversi minuti quando avevano assaggiato il menu per il matrimonio e non aveva trovato loro nemmeno un difetto. Sospirò e alzò entrambe le mani sulla sua testa cominciando a togliere una ad una le forcine che la parrucchiera le aveva letteralmente conficcato in testa. Si scompigliò leggermente i capelli per cercare di far passare il senso di fastidio che sentiva ed aprì la pochette per mettere dentro tutti i fermagli.
Sbadigliò e si alzò da quella panchina, prese le scarpe in mano e decise di tornare dentro. Aveva perso la sensibilità alle braccia e non avrebbe concluso niente stando seduta lì fuori al freddo, avrebbe potuto deprimersi al caldo e guardando Nico e Taylor insieme, così da farlo per bene.
Si avvicinò all’entrata del salone ma si arrestò alcuni metri prima della porta, si diresse verso destra e si avvicinò alla veranda occupata da pochi invitati che peraltro lei non conosceva. Si appoggiò al muro e buttò le scarpe per terra senza preoccuparsi dei sacrifici che aveva dovuto fare per comprarle.
«Deve essere proprio brutto camminare sui tacchi.»
Holly alzò la testa di scatto sebbene i suoi sensi avessero riconosciuto quella voce prima che il suo cervello ne fosse pienamente consapevole.
Nico stava rollando una sigaretta, la cartina si muoveva tra le sue dita esperte ma il suo sguardo era su di lei.
«Non puoi capire» mormorò Holly abbozzando un sorriso imbarazzato che lui ricambiò. Nico avvicinò poi la sigaretta alle labbra e leccò l’estremità con la colla senza distogliere lo sguardo da quello di Holly. Lei si ritrovò a respirare più velocemente, trovando quel gesto particolarmente sensuale, e il suo cuore accelerò il battito. Probabilmente Nico non si era nemmeno reso conto di che cosa fosse ma forse era meglio così, sarebbe stato più difficile per lui accorgersi delle reazioni di Holly.
«Ti stai divertendo?» domandò dopo essersi portato la sigaretta alle labbra ed aver aspirato la prima boccata di fumo.
Holly avrebbe potuto dire che aveva passato l’ora precedente seduta su una panchina a congelare e a pensare a lui con quella, e che quindi non si stava divertendo per niente, che sebbene quello fosse il matrimonio della sua migliore amica era una serata di merda, invece si ritrovò ad annuire. «Te?»
Nico si strinse nelle spalle. «Sì. Meredith e Derek sembrano divertirsi, ballano da ore. È quello l’importante.»
Holly abbassò lo sguardo sui suoi piedi nudi e rabbrividì quando una folata di vento la colpì.
«Hai freddo?» le chiese Nico, ma senza aspettare una risposta tenne la sigaretta ferma tra le labbra e si tolse la sua giacca di dosso appoggiandola poi sulle sue spalle.
Il cuore di Holly perse un battito e non seppe se era per le mani perfette di Nico che le avevano sfiorato le spalle, per il suo profumo del quale era improvvisamente avvolta o se per la sua giacca che nel giro di due secondi si era ritrovata addosso.
«Tu sei matta a stare qui fuori così con questo freddo. E scusa se non me ne sono accorto prima ma ho bevuto un po’» spiegò Nico, togliendosi la sigaretta dalle labbra ed espirando il fumo lontano da Holly. «Non ti piace il fumo, vero?»
Lei scosse la testa.
«E non parli nemmeno tanto.»
Holly sorrise.
«Beh, ci sono io che parlo per entrambi. Già da sobrio sono chiacchierone, quando bevo divento logorroico.»
Alla ragazza scappò una risata. «Non preoccuparti, non mi dà fastidio.»
«Non ci credo» ribatté lui.
«No davvero. Mi piace sentiti parlare.»
Holly si morse il labbro inferiore l’istante dopo. Aveva pronunciato tre sillabe in totale ed era riuscita a fare una figuraccia lo stesso. Cosa c’era che non andava in lei? Chissà cos’avrebbe pensato Nico, non riusciva a decifrare quell’inarcamento delle sue folte sopracciglia.
«Davvero?» domandò.
«Beh…» Holly cominciò a pensare a qualcosa di sensato da dire per giustificare quella sua uscita imbarazzante ma si ritrovò a balbettare cose senza senso fino a quando Nico non la interruppe.
«Mi fa piacere sentirtelo dire, anche se potresti pentirtene ben presto.»
Nico finì la sigaretta e la buttò nel posacenere lì accanto.
«Rientriamo?» propose.
«Io sto qui ancora un po’» fu la risposta di Holly.
Nico la guardò perplesso, sembrava voler aggiungere altro ma alla fine annuì. «Ci vediamo dopo allora» disse, facendole l’occhiolino prima di tornare dentro.
Holly sospirò e chiuse gli occhi, appoggiando la testa al muro col cuore che le batteva nel petto come un martello pneumatico. Le serviva un attimo per digerire gli inaspettati avvenimenti degli ultimi minuti. Cercò di ripercorrere mentalmente ogni singolo scambio di sguardi e di parole che c’era stato tra di loro e più lo faceva più era convinta che Nico fosse il ragazzo per lei. Sembrava colmare le sue lacune, lo aveva detto lui stesso, sebbene indirettamente, sebbene probabilmente non si fosse nemmeno reso conto di ciò che aveva detto.
Holly si ritrovò a sorridere tra sé e sé, raccolse le scarpe da terra e le indossò, stava per rientrare ma Taylor tra le braccia di Nico attirò di nuovo la sua attenzione.


 

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Capitolo 2
*** What's in your mind? ***









What's in your mind?


 

Dopo aver discusso più del previsto, più di quanto si pensava fosse possibile, con Meredith, Holly si ritrovò di fianco al campetto nel quale Nico e Derek erano soliti giocare il giovedì sera.
Non era ancora convinta di quella mossa, Holly aveva paura di risultare appiccicosa, di esporsi troppo quando in realtà non ne aveva il diritto – Nico aveva la ragazza – ma Meredith aveva insistito così tanto che alla fine lei ci era andata in quel campetto il giovedì sera. Teneva la giacca di Nico appoggiata su un braccio, non era riuscita a restituirgliela la sera del matrimonio in quanto lui se n’era andato poco dopo la loro conversazione – Meredith le aveva detto che Taylor non si era sentita bene – e così l’aveva conservata con cura in camera sua per poco più di una settimana. Avrebbe potuto farsi viva il giovedì dopo ma la sua paura di sembrare fissata era maggiore della sua voglia di rivedere Nico.
Holly si avvicinò al campo e si chiese se fosse nel posto giusto. Il posto era completamente deserto sebbene le i fari che illuminavano l’erba sintetica fossero accesi. Aveva già in mano il telefono e stava per chiamare Meredith quando sentì degli schiamazzi provenire dall’edificio alle sue spalle. L’attimo dopo riconobbe Derek uscire da una porta. Holly alzò un braccio e lo chiamò attirando la sua attenzione, si avvicinò velocemente a lui.
«Holly! Che ci fai qui?» domandò lui.
«Devo ridare la giacca a Nico, l’hai visto?»
Lui annuì. «Si sta facendo la doccia, tra poco dovrebbe uscire. Scusa ma io devo scappare invece, fermati da noi a cena una volta di queste!»
«Certo, con piacere!» rispose Holly prima di salutarlo e guardarlo andarsene.
Non se l’era bevuta. Era impossibile che Derek non sapesse il motivo della sua visita quella sera, Meredith gli diceva qualunque cosa, troppe cose, e quella era una faccenda troppo importante per essere omessa.
Holly si guardò in giro per un attimo, indecisa sul da farsi. Stava per avvicinarsi all’edificio dal quale era uscito Derek, così da appoggiarsi al muro intanto che aspettava, quando la porta si aprì di nuovo.
Nico alzò lo sguardo non appena mise piede fuori dallo spogliatoio e le sue sopracciglia s’inarcarono in segno di sorpresa quando vide Holly, sorpresa quanto lui, in piedi a pochi metri di distanza con la sua giacca tra le braccia.
«Ehi!» esclamò lui, avvicinandosi a Holly e stringendola in un abbraccio che sapeva di shampoo.
«Mi sono lavato» scherzò Nico passandosi una mano tra i capelli ancora bagnati, e Holly annuì, ancora scioccata da quell’inaspettato abbraccio.
«Sono passata per ridarti la giacca» spiegò lei, porgendola a Nico.
Il ragazzo sorrise. «Avresti potuto darmela un’altra volta. Non dovevi passare apposta.»
Holly si strinse nelle spalle, evitando di dire che era stata contenta di passare apposta, di rivederlo dopo quasi due settimane, senza la sua petulante ragazza alle calcagna.
«Non c’è problema. Non avevo niente da fare quindi…»
Nico annuì, cominciando a camminare verso la strada e lasciando quindi il campo da calcio alle sue spalle.
«Il minimo che posso fare è darti un passaggio, casa tua è di strada.»
«Come fai a sapere dove abito?» fu l’immediata risposta di Holly, troppo sorpresa da quella novità per riuscire a trattenersi.
Nico parve a disagio per un attimo. «Non ricordo bene di cosa stessi parlando con Derek ma è uscito che tu abiti vicino a Camden, niente di che» spiegò, sorridendo nervosamente.
Holly annuì, leggermente delusa da quella risposta. Ma infondo cosa si aspettava? Che lui avesse apertamente chiesto a Derek dove lei abitava perché era interessato? Quello era il tipo di conversazione che intratteneva lei con Meredith. Nico aveva una ragazza, e anche se le faceva male ammetterlo, non si sarebbe mai innamorato a lei, nemmeno da single.
Holly era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse che Nico si era fermato e stava cercando le chiavi della macchina nella giacca, rischiò di andargli addosso ma riuscì a fermarsi prima.
«A cosa stai pensando così intensamente?» domandò divertito Nico mentre apriva la macchina e subito dopo la portiera.
Holly trasalì, cercò di pensare a qualcosa di credibile il più velocemente possibile ma Nico l’anticipò.
«Non sono affari miei, scusa.»
Holly scosse la testa. «Non preoccuparti.»
«È che ti vedo sempre con la testa tra le nuvole, come se con la mente fossi in un mondo parallelo, non so se mi spiego» confessò Nico.
Holly stava per rispondere ma lui continuò.
«Non prenderla come un’offesa, anzi. È che anche al matrimonio, mentre ballavo con Taylor, vedevo che ci guardavi ma era come se non vedessi realmente noi, come se stessi pensando ad altro. Eri assente e…»
Holly trasalì a quelle parole. Non solo fantasticava su un ragazzo felicemente fidanzato, non riusciva nemmeno a guardarlo senza passare per una sottospecie di stalker che fissa la gente.
«Ammetto che avrei voluto sapere cosa ti passava per quella testolina bionda» concluse Nico, distraendosi per un istante dalla guida per guardare il profilo di Holly.
«Cazzate» disse lei.
«Come scusa?»
«Per la mia testolina bionda. Passano solo cazzate» concluse.
Nico rise. «Non solo nella tua. Se sapessi cosa frulla nel mio di cervello.»
“Vorrei saperlo” pensò subito Holly, ma si morse il labbro inferiore per evitare di lasciarsi sfuggire qualcosa di troppo.
«Non mi batteresti» disse Holly, decisa a porre fine a quella conversazione il più presto possibile.
«Sentiamo allora.»
«Non credo che…»
«Forse, tu ammetti qualcosa e io pure. Se dirò qualcosa in giro tu potrai fare lo stesso. Saremo legati per sempre.»
Nico sorrise e le fece l’occhiolino, Holly non poté fare a meno di guardare quel sorriso per alcuni istanti e ritrovarsi a sorridere anche lei, senza nemmeno rendersene conto. Si fidava di Nico, anche se non lo conosceva nemmeno. Era quello il punto, non si conoscevano nemmeno e lei era in mezzo a quella che tutti definiscono una “cotta adolescenziale” sebbene lei non fosse più un’adolescente.
«Dovrei dire troppe cose, non abbiamo tempo» cercò di difendersi, notando di essere quasi arrivata a casa.
Nico non rispose, continuò a guidare in silenzio ma quando all’incrocio svoltò a sinistra Holly si allarmò.
«Guarda che io abito dall’altra.»
«Il mio coinquilino oggi non c’è, abbiamo tutta la sera per poter confessarci le nostre cazzate.»
 
 
 
L’appartamento di Nico era un bilocale col muro fatto di mattonelle rosse e il parquet per terra. Era ordinato per essere il covo di due maschi e profumava terribilmente di lui.
«Ti sei sistemato bene» osservò Holly, togliendo la giacca mentre si guardava intorno ed appoggiandola sul divano.
Nico annuì, buttò la borsa dell’allenamento accanto alla porta e si avvicinò al frigorifero.
«Hai fame?» domandò, aprendo lo sportello per poi richiuderlo sconsolato.
«Sono le nove di sera» osservò Holly.
«Non ho ancora cenato ma non c’è niente da mangiare» disse Nico, frugando nel congelatore. «Ho trovato una pizza surgelata» aggiunse vittorioso, mostrando il cartone ad Holly. 
Mise la pizza nel microonde ed aprì di nuovo il frigo per prendere due bottiglie di birra.
«Spero che ti piaccia perché non ho altro» spiegò Nico, stappandole e porgendone una a Holly per fare un brindisi.
«Sei fortunato allora» ribatté lei divertita.
Il ragazzo le sorrise e fece sbattere i due colli delle bottiglie tra di loro. «Ai nostri segreti» disse facendole l’occhiolino prima di prendere un lungo sorso della sua birra.
Holly lo guardò chiudere gli occhi e tirare leggermente la testa all’indietro mentre il suo collo si muoveva nel deglutire la bevanda. Era così bello da fare male, ancora faticava a rendersi conto che era in casa sua ed erano soli. Era più che consapevole che non sarebbe successo niente tra di loro ma quando alcune ore prima aveva deciso di andare a ridargli la giacca non avrebbe mai pensato che sarebbe finita nel suo appartamento a bere birra.
Quando Nico riaprì gli occhi Holly fu costretta a riscuotersi dai suoi pensieri ma il sorriso che il ragazzo le rivolse le fu sufficiente per capire che era stata beccata.
«Di nuovo» disse lui.
Holly lo guardò con un cipiglio confuso in viso, sebbene sapesse a cosa si stava riferendo. «Di nuovo, cosa?»
«Quello sguardo. A cosa stavi pensando?»
Holly cercò il modo più adatto di dirgli ciò che le frullava per la testa, certa che Nico avrebbe capito subito se lei stava mentendo oppure no, ma fortunatamente il timer del microonde suonò prima che dalla sua bocca uscisse una parola.
Nico prese la pizza e tornò a sedersi di fronte a Holly. «Vuoi un pezzo?» le domandò.
Lei scosse la testa. «Non ho fame.»
Nico mangiò velocemente, chiacchierarono di un po’ di tutto, degli studi, dei loro hobby, gusti musicali e in fatto di cinema lasciando perdere l’argomento precedente. Holly scoprì che Nico sapeva suonare la chitarra.
«Mi suoni qualcosa?» domandò lei.
Il ragazzo si pulì la bocca con un tovagliolo e scosse la testa. «Non sono così bravo.»
«Per favore!»
Holly cominciò a guardarsi intorno alla ricerca dello strumento ma in salotto non c’era.
«È al sicuro in camera mia» osservò Nico, intuendo cosa Holly stesse cercando.
«Ti prego! Puoi fare anche solo tre accordi e smettere di suonare.»
«Ho detto di no!»
Nico rise e aprì il frigo per prendere altre birre, Holly si perse solo per un istante ad ammirare la sua schiena messa in risalto dalla maglietta aderente prima di parlare senza nemmeno rendersi conto di ciò che stava facendo.
«Scommetto che a Taylor suoni di tutto.»
Holly si pentì delle sue parole nell’istante stesso in cui queste uscirono dalla sua bocca, Nico la guardò sorpreso e poi leggermente dispiaciuto.
«Lei non mi ha mai chiesto di suonarle qualcosa.»
Se Holly pensava di aver raggiunto il fondo con le sue parole, la risposta di Nico fu in grado di farla sentire peggio. Boccheggiò per alcuni istanti, incapace di formulare qualunque frase quando avrebbe dovuto davvero parlare.
«A cosa stai pensando adesso?» le chiese Nico, senza distogliere gli occhi dai suoi nemmeno per un istante.
«Che devo tornare a casa. Che è stato uno sbaglio venire qua» rispose Holly alzandosi dalla sedia e cercando con lo sguardo la sua giacca.
Nico si avvicinò a lei fino a quando la distanza tra i loro corpi fu di pochi centimetri. Scosse la testa e «bugia» sussurrò.
Holly deglutì senza tuttavia smettere di guardare Nico negli occhi.
Il profumo che aveva sentito quando l’aveva abbracciata all’inizio di quella serata si era rifatto vivo e poteva percepire persino il suo respiro rilassato e il suo alito che sapeva di birra. Non sapeva se la tachicardia fosse causata dalla sua vicinanza o dalla situazione in generale. Avrebbe voluto solo annullare le distanze tra di loro, sentire le sue mani sul suo corpo e non solo per un abbraccio, le sue labbra sulla sua pelle e i suoi capelli tra le sue dita.
«A cosa stai pensando ora?» le domandò lui.
Holly non rispose.
Nico alzò la mano destra e le accarezzò i capelli, spostandole una ciocca dietro l’orecchio. Abbassò poi il viso fino a quando le sue labbra non lo sfiorarono e le prese il lobo fra i denti facendo sospirare Holly. Le sue labbra si spostarono poi sotto il suo orecchio, sul suo collo, sulla sua mascella e sulla sua guancia mentre con la mano sinistra le accarezzava i capelli.
Holly si ritrovò a chiudere gli occhi, sopraffatta dalle emozioni e da un piacere che non pensava fosse possibile provare con soli baci. Quando le labbra di Nico si allontanarono dalla sua pelle aprì gli occhi e lo scoprì fissarla intensamente per un solo istante prima di buttarsi sulle sue labbra con ferocia. I loro denti si scontrarono a causa della foga di quel gesto e Holly si ritrovò a dischiudere immediatamente la bocca per lasciare il pieno accesso alla lingua di Nico.
Le mani di Holly si mossero velocemente sul corpo del ragazzo, cercando di sentirlo il più possibile come se quello fosse un sogno e potesse risvegliarsi da un momento all’altro. Aveva aspettato quel momento per così tanto che aveva paura che l’incantesimo si spezzasse, Nico si rendesse conto di cosa stava facendo e si allontanasse da lei dicendole di andarsene. Invece non accadde. Nico le accarezzò la pancia e la schiena, le tolse la maglietta, i jeans e la biancheria e Holly fece lo stesso con lui senza dimenticarsi di baciargli il collo, il petto e ancora una volta quelle labbra che prima di allora aveva sfiorato solo nei suoi sogni.






Ho scritto questa storia ad Aprile, l'ho postata alcune settimane fa senza un particolare motivo, in realtà non mi aspettavo nemmeno che qualcuno la leggesse visto che non è sui soliti One Direction e invece mi avete lasciata piacevolmente sorpresa!
Volevo solo avvisarvi che dira tre capitoli, l'ho scritta prendendo spunto dalle "flashfic" che leggo su Tumblr su Nico ma anche My Mad Fat Diary e ho pensato di provare a cimentarmi anch'io in questa tipologia di racconto visto che al momento non ho né la voglia né la testa per mettermi a scrivere una long. 
Forse le cose vi sembreranno affrettate, leggendo le vostre recensioni mi avete detto che il comportamento di Holly sembra piuttosto ossessivo ma io credo che per fissarsi su una persona basti vederla anche solo una volta, questo capitolo invece credo che parli da sé :)
Alla prossima!
Jas

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Capitolo 3
*** It's you ***









It's you

 
 
 
 
Un rumore sordo svegliò all’improvviso Holly. La ragazza sussultò, aprì gli occhi di scatto ma fu costretta a chiuderli l’istante dopo a causa della luce che filtrava dalla finestra. Sentì un movimento accanto a lei e un borbottio infastidito, le ci vollero pochi secondi per ricordare la sera precedente.
Aprì gli occhi di nuovo, sforzandosi di non richiuderli a causa della luce, ed osservò Nico alzarsi dal letto ed indossare i pantaloni di una tuta, appoggiati a una sedia.
Il ragazzo si voltò verso il letto con un’espressione corrucciata e innervosita, Holly sentì un brivido di paura invaderle la spina dorsale: paura che lui la sera precedente non fosse pienamente in sé, paura che si fosse pentito di ciò che era successo. Immediatamente anche lei fu invasa dal rimorso, Nico era fidanzato e lei avrebbe dovuto rifiutare l’invito a casa sua sebbene lui non le avesse propriamente dato l’impossibilità di farlo.
I suoi pensieri furono interrotti dal sorriso che Nico le regalò l’istante dopo, come se anche lui avesse dovuto riordinare i pensieri prima di rendersi conto di che cos’era successo. Si avvicinò al letto ed appoggiò le mani sul materasso per chinarsi verso Holly e baciarle dolcemente le labbra.
«Buongiorno» sussurrò poi, senza staccarsi completamente da lei.
La ragazza sentì una strana sensazione all’altezza del petto, la stessa sensazione che aveva percepito durante tutta la serata precedente e che non era sicura l’avesse abbandonata nel sonno.
Holly stava per rispondergli ma lo stesso suono del campanello che l’aveva svegliata la interruppe.
Nico alzò gli occhi al cielo, come se per un attimo si fosse dimenticato che c’era qualcuno al di là della porta.
«Arrivo subito» disse, alzandosi ed uscendo dalla stanza lasciando la porta socchiusa.
Holly ammirò la linea della sua spina dorsale, la sua pelle chiara, le sue spalle e Nico appena sveglio nel complesso, quando poi lui sparì si buttò sul cuscino e sospirò sognante e ancora incredula.
Avrebbe voluto gridare, saltare dalla gioia e dall’emozione per tutto quello che era accaduto e perché Nico sembrava tutt’altro che pentito, ma una voce famigliare le fece gelare il sangue nelle vene.
«Ero da queste parti e ho deciso di passare.»
Holly rimase pietrificata per un attimo indecisa su cosa fare. Taylor era al di là del muro e lei era nuda nel letto del suo ragazzo. Li sentì spostarsi in cucina, Holly uscì dal letto e si vestì velocemente. Avrebbe voluto darsela a gambe all’istante ma quella casa era così piccola che era impossibile uscire senza farsi scoprire. Si avvicinò alla porta per ascoltare ciò che Nico e Taylor si stavano dicendo.
«Ti ho svegliato io?» chiese lei.
«Sì, volevo riposarmi un po’ visto che poi dovrò studiare tutto il giorno.»
Ci fu un attimo di silenzio, Holly si trattenne dall’uscire dalla stanza e affacciarsi sul salotto per vedere cosa stava succedendo.
«Ma… Eri nudo?» domandò Taylor.
«Stavo per fare la doccia» rispose prontamente Nico.
«Non hai detto che ti ho svegliato?»
Il ragazzo rise nervosamente. «Ero ancora mezzo addormentato quando hai suonato, quindi in un certo senso mi hai svegliato. Ero in piedi da due minuti.»
Altro silenzio. Holly si morse un labbro nervosamente.
«Credo che andrò a vestirmi, torno subito» disse Nico.
«Che ne dici se andassimo a farla insieme, la doccia?»
Holly alzò gli occhi al cielo sentendo il tono lascivo di Taylor, se la immaginò scorrere le sue dita lunghe e magre sul petto nudo di Nico, che fino a poche ore prima era lei ad accarezzare.
Holly si spostò e si appoggiò al muro, chiudendo gli occhi cercando di tirare indietro le lacrime.
Era lei “l’altra”, quella cattiva, quella che aveva rubato un ragazzo d’oro ad un’altra persona, era lei quella che non avrebbe dovuto sfiorarlo, quella nel torto.
Holly sussultò quando vide la porta aprirsi, Nico la guardò sorpreso quanto lei chiudendosi la porta alle spalle.
«Che ci fai qui?» chiese, evidentemente agitato.
«Dovevo mettermi sotto il letto?» ribatté lei, lasciando uscire la rabbia che provava per se stessa.
Nico la guardò accigliato. «Che c’è?»
Holly sentì il labbro inferiore tremarle, le lacrime che era riuscita a trattenere, scorsero sulle sue guance dopo lo sguardo preoccupato e il tono dolce che Nico le rivolse. Non se lo meritava.
La ragazza scosse la testa, asciugandosi il viso con la manica della felpa.
«Devo andare a casa» sussurrò.
Nico le si avvicinò, le prese il viso tra le mani e le asciugò le lacrime coi pollici. «Rimani qui, tra un po’ arrivo» la rassicurò. Il ragazzo si sporse per lasciarle un bacio sulle labbra ma Holly si scostò. Senza aggiungere altro Nico uscì.
 
 
 
«Amore devo studiare, ti chiamo stasera. Ok?»
Taylor annuì imbronciata. «Ti lascio perché se ti va male l’esame poi mi sento in colpa.»
Nico sentì lo stomaco alleggerirsi, cercò comunque di non dare a vedere il sollievo che provò e prese il viso della sua ragazza tra le mani lasciandole un leggero bacio sulle labbra.
«Buono studio» disse Taylor, prima di uscire dall’appartamento.
Nico chiuse la porta a chiave e tornò in camera sua, trovandola sorprendentemente vuota.
«Holly?» chiamò a bassa voce, col timore che Taylor potesse sentirlo sebbene fosse impossibile.
«Sono qua» gli rispose lei, spuntando poi fuori da sotto il letto.
Nico rise. «Che ci fai lì?»
Holly si alzò e si pulì i jeans e la maglietta dalla polvere. «Non volevo che Taylor mi vedesse nel caso venisse qua in camera all’improvviso.»
Il ragazzo scosse la testa divertito.
«Se n’è andata?» domandò lei.
«Sì, le ho detto che dovevo studiare per un esame. È talmente distratta che non si è accorta che ora non ci sono esami» disse Nico divertito.
Holly lo guardò confusa, come faceva ad essere così tranquillo in una situazione simile? Provò pietà per Taylor, ma solo per pochi istanti, poi il rimorso tornò a impossessarsi di lei.
«Bene, devo andare anch’io» disse Holly, dirigendosi verso la porta della stanza, ma Nico le si piazzò davanti impedendole il passaggio con il suo corpo.
«Cos’hai?» domandò preoccupato.
Holly respirò profondamente e scosse la testa. «Questa situazione è assurda. Tu sei impegnato, la tua ragazza era di là fino a pochi minuti fa e io non dovrei essere qui.»
«Fino a poco tempo fa non la pensavi così» sussurrò Nico, cercando di non far trapelare la sua rabbia.
«Ho commesso un errore, okay?»
Holly alzò la voce senza nemmeno rendersene conto. «Non dovevo accettare il tuo passaggio ieri, tu non dovevi essere così provocatorio e io così perdutamente…» La ragazza sospirò lasciando la frase in sospeso.
«Così ora sarei io il colpevole? Quello che ti ha provocata?» sbottò Nico. «Sei tu che dalla prima volta che ci siamo incontrati non hai fatto altro che guardarmi di nascosto, sorridere nervosamente, arrossire ed abbassare lo sguardo imbarazzata ogni volta che le nostre braccia si sfioravano. Sei tu che hai passato la sera del matrimonio di Meredith a guardarmi ballare con Taylor senza avere il coraggio di chiedermi di ballare.»
«Avevi la tua ragazza con te!» gridò Holly.
«Eravamo i due testimoni, non sarebbe stato poi così assurdo!» ribatté Nico.
«Sì ma sono i maschi che chiedono alle femmine di ballare, non il contrario! E se ti sei accorto di tutti i miei atteggiamenti, perché non mi hai chiesto tu di ballare? Perché non ti sei fatto avanti? O perché non mi hai lasciata perdere completamente?»
«Perché anch’io non faccio altro che pensare a te da quando ci siamo conosciuti!» finì per gridare Nico, esasperato.
Il caos causato dalle loro urla finì in un silenzio carico di tensione: Holly scioccata per le parole che aveva sentito e Nico altrettanto sorpreso da se stesso per aver sputato fuori la verità, una verità che aveva cercato di tenere nascosta perfino a se stesso.
«Ora che lo sai, puoi anche andare» mormorò Nico, sposandosi per lasciar passare Holly, ma lei non si mosse. Alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi scuri e feriti di Nico che la guardavano spenti.
«Devo ancora registrare ciò che hai detto» sussurrò Holly imbarazzata.
Nico riconobbe la ragazza che Derek gli aveva presentato mesi prima, la timida ed impacciata Holly, quella che subito l’aveva incantato. Non era alta e slanciata come Taylor, anzi, era piuttosto minuta e magrolina, il suo viso non rispecchiava i comuni canoni di bellezza ma Nico trovava il suo nasino all’insù e i suoi denti un po’ sporgenti perfetti. Aveva cercato di tenere dentro di lui i suoi sentimenti, di mostrarsi indifferente ma allo stesso tempo gentile, la sera precedente, però, quando dopo la partita aveva visto Holly fuori dagli spogliatoi, non era riuscito a fare finta di niente, a lasciarla andare a casa da sola, senza nemmeno provare a far funzionare le cose.
Taylor era completamente sparita dalla sua mente, i capelli a caschetto sostituiti da quelli un po’ crespi e più lunghi di Holly e gli occhi azzurri sostituiti da un comune marrone.
Solo quella mattina si era reso conto di ciò che aveva combinato, ma nonostante tutto, se guardava Holly, Taylor scompariva dalla sua mente.
Taylor non aveva il senso dell’umorismo di Holly, e nemmeno i suoi stessi gusti musicali. Taylor era una ragazza d’oro, ma non era il tipo adatto a lui. Per mesi aveva cercato di adattarsi a lei, di concentrarsi solo sui suoi pregi e non sui suoi difetti ma non riusciva ad ignorare il suo modo di fare appiccicoso, la sua fissa per i vestiti e i sabati pomeriggi che Nico era costretto a trascorrere tra i negozi. Per non parlare del suo egocentrismo, delle sue amiche pettegole e dei loro ragazzi che non sapevano chi fosse Rooney.
Lasciare Taylor gli sembrava la cosa più facile del mondo, se poi avrebbe avuto Holly.
«Ho detto che mi piaci, Holly» ripeté divertito dal rossore che alleggiava ancora sulle sue guance.
«Ma…» Holly sospirò. «Taylor?»
Nico si strinse nelle spalle. «Una relazione può anche finire male.»
«Non voglio essere quella che ti ha portato via dalle sue braccia.»
Nico si avvicinò ad Holly ed appoggiò le mani sulle sue spalle. «Le cose tra noi non vanno bene già da un po’. Non… Non è la ragazza giusta per me» spiegò, accarezzandole dolcemente una guancia.
«E chi è la ragazza giusta per te?» domandò Holly, lusingata.
Nico fece finta di pensarci per un attimo. «Megan Fox non sarebbe male» osservò.
Holly rise e gli tirò un pugno sul braccio.
«Sei tu» sussurrò Nico, guardando intensamente Holly negli occhi. «Sei tu la ragazza giusta per me» chiarì, prima di sorridere e baciarla sulle labbra.

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