Mass Effect N2°: Antiche Minacce

di Uptrand
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente Riposo ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Noveria ***
Capitolo 4: *** Energia Bianca ***
Capitolo 5: *** Oscurità ***
Capitolo 6: *** Rothla ***
Capitolo 7: *** Il Brucia Pianeti ***



Capitolo 1
*** Finalmente Riposo ***


Nell'agosto 2214, già da diversi anni, la stazione spaziale Anderson era la nuova sede del parlamento dell'Alleanza dei Sistemi.
«...un sistema di visione notturna, usato per la sorveglianza, ha notato la forma triangolare dell'oggetto. Un altro avvistamento ha avuto luogo la notte successiva su Sur'Kesh...»
«...Una luce si muoveva avanti e indietro nel cielo di Palaven. I testimoni hanno detto, in una descrizione del video, che l'avvistamento è avvenuto verso tarda sera. I presenti non hanno saputo dire cosa fosse. »
«Nuovi avvistamenti di alcuni umanoidi di colore grigio e di bassa statura che si sarebbero velocemente allontanati...»
Il notiziario era finito e sulla TV stava andando in onda un programma che trattava i misteri ancora irrisolti della galassia, il servizio parlava dell'avvistamento di esseri non identificati e astronavi che non corrispondevano a nessuna specie conosciuta.
Nell'ilarità generale, qualcuno aveva tirato fuori il termine arcaico di UFO usato nel XX secolo.
In una società galattica in cui una decina di specie aliene vivevano mischiandosi fra loro, aveva ben poco significato.
La porta dell'appartamento si aprì e il padrone di casa fece il suo ingresso.
«Il negozio che vende alcolici sulla stazione stava chiudendo, ma sono riuscito a convincerli a restare aperti ancora due minuti.» disse, mentre chiusa la porta si dirigeva verso il salotto da cui arrivava la voce della TV.
«Non hanno una gran scelta, ma io che ne so? Tutto quello che non è whisky, va aldilà delle mie conoscenze. Abbiamo un cavatappi? Dove sei?»
«Qui!» rispose una voce femminile.
Seguendola, aprì la porta della camera da letto.
«Non c'è problema...non è necessario. Tu portami la bottiglia John e ci penso io.» dichiarò una donna con lunghi capelli mori e occhi scuri, che aveva superato la cinquantina.
Ashley Williams era distesa a pancia in su sul letto, a gambe accavallate, con addosso solo delle calze autoreggenti, una coperta rosso scarlatto che le copriva il petto e in una mano un paio di bicchieri di cristallo.
John Shepard sentì il cuore perdere qualche battito. Militare di carriera come lei, aveva qualche anno in più ma causa delle ferite subite in guerra sembrava ben più vecchio.
Essere l’eroe non era stato facile e aveva avuto conseguenze, portava i capelli molto corti e tra di essi comparivano i primi peli bianchi.
« Quando mi hai mandato fuori a comprare il vino, sono stato così ingenuo da pensare che davvero volessi una bottiglia di vino.» commentò lui.
«È una lamentela?»
«Nossignore.»
«Bene. Ora dammi quell'affare.»
«Stai parlando della bottiglia?»
«Per ora.» lei prese la bottiglia e con uno di quei trucchi che si imparano nell'esercitò, riuscì a togliere il tappo a mani nude.
«Mi porti nella stazione spaziale che dopo la Cittadella ha la vista più romantica della galassia, mi aspetto un po' di romanticismo. Ma per adesso voglio brindare alla nostra lunga, lunga e meritata vacanza.»
Lei si mise seduta sul letto, la coperta cadde mostrando che dopo due gravidanze e il tempo passato rimaneva una bella donna. Lui le sedette accanto.
«John Shepard sei tu quello con cui voglio stare...sei TU quello che AMO.»
Ash baciò appassionatamente il marito.
«Anch'io ti amo Ash.»
Shepard baciò appassionatamente la moglie.
«Credo che questo meriti un brindisi.» dichiarò lui.
Riempirono i bicchieri e brindarono, si chinò verso la moglie per baciarla, lei si fece schiacciare dal dolce peso del marito trascinandolo sul letto.
«MMMM...sei troppo vestito.» disse lei.
Shepard appoggiò distrattamente il bicchiere sul comodino vicino e assecondò la moglie.
Il bicchiere, vicino al bordo del mobile, lentamente prese a muoversi verso l'esterno per le continue vibrazione originate dalle molle del letto infrangendosi al suolo.
Era mattino e l'acqua della doccia scorreva calda e forte, dando la sensazione di massaggiare le spalle. Ad Ashley era sempre piaciuto fare una doccia al mattino presto quando tutto era ancora silenzioso, ma il mondo si preparava per affrontare un'altra giornata. Distrattamente, si trovò a domandarsi se si potesse parlare di mattino dove non c'era un sole che potesse sorgere.
Delle mani arrivarono da dietro, stringendole i seni.
«Capitano Shepard?»
«Si, comandate Williams?»
«Credo ci sia un uomo nella doccia con me.»
«Davvero? Sconcertante, ritiene che dovrei informane il Consiglio?»
Lei si voltò.
«Buongiorno.» salutò lui.
«Buongiorno. Non sono ancora sicura che si tratti di un uomo.»
«Penso ci sia solo un modo per scoprirlo.» detto questo l'eroe della galassia abbraccio e baciò la moglie che ricambiava.
Il trasmettitore incominciò a suonare, segnalando una comunicazione in arrivo per il capitano John Shepard.
«Merda!» commentò lui.
«Potremmo anche lasciarlo suonare.» suggerì la moglie, senza troppa convinzione.

*****

 
Su Virmire, il Mako fuoriuscì dalla foresta ad alta velocità, fece una brusca sterzata fermandosi in cima ad un promontorio.
« Non puoi non amare il mako M-35 dopo che lo guidi. Penso che siamo usciti dalla strada, meglio rientrare prima che la sicurezza ci scopra. Gran bella vista però, si vede tutto il villaggio vacanze.» ammise Steve Williams Shepard, tipo schivo e di poche parole aveva occhi e capelli castani. Primo tenente dell’Alleanza dei Sistemi, di recente aveva ottenuto la qualifica N4 del corso delle forze speciali. Specialista nell'uso di armature pesanti e in servizio sulla fregata Normady SR3.
«Strada? Porti il mako su Virmine per poterlo usarlo, piegando qualche legge, me lo fai guidare e pensi che mi accontenti di provarlo solo su strada? Non hai sentito come il motore “ruggiva” felice quando abbiamo scalato quella collina, come pilota ti dico che questo fuori pista gli ha fatto bene.» rispose Ilary Monreau. Una bella ragazza prosperosa dagli occhi di un azzurro scuro che tendevano quasi al blu e capelli corvini portati più lunghi che poteva in base al regolamento e raccolti in una treccia. Era il pilota della Normandy SR3, la nave più avanzata della galassia ma sapeva cavarsela con qualsiasi cosa avesse un motore.
«A me sembravano imprecazione, meglio andare adesso, la multa in questi casi è di minimo mille crediti per aver messo in pericolo l'habitat naturale.»
«Aspetta....volevo mostrarti questo posto.»
Steve guardò nuovamente fuori dalla cabina. Virmire, pianeta giardino e luogo dello scontro tra i suoi genitori e Saren, per lungo tempo non era mai stato colonizzato nonostante il magnifico clima  per colpa dei tumulti dei vicini Sistemi Terminus e delle tensioni politiche con la Cittadella. Terminata la guerra contro i Razziatori le tensioni tra i due gruppi erano diminuite ed era stato possibile per alcuni coraggiosi imprenditori iniziare la costruzione, lungo l'equatore, di tre esclusivi centri di villeggiatura. Nonostante nei documenti ufficiale si parlasse di colonizzazione, la popolazione non superava un migliaio di individui e solo per brevi periodi all'anno. L'attuale situazione però soddisfaceva un po' tutti, per questo nonostante si fosse certi delle mazzette che dovevano essere passate per ottenere i permessi, nessuno aveva mai fatto un'inchiesta approfondita. Era inutile cercare una risposta ad un problema che nessuno si poneva.
L'unica seria attenzione veniva posta alla salvaguardia del habitat del pianeta. I turisti era pesantemente ammoniti a non fare niente che fosse fonte di pericolo o inquinamento, oltre al divieto assoluto di entrare in una zona radioattiva dovuta ad un disastro naturale e sorvegliata da mech per motivi di sicurezza.
«Sono mesi che non ci vediamo, volevo stare un po' da sola con te e magari recuperare il tempo perso.» Ilary si fece avanti baciandolo, aveva sempre trovato seccante che Steve prendesse di rado l'iniziativa, dall'altro canto bastava il minimo “segnale” perché si desse da fare senza indugi.
Steve le sciolse il fiocco del bikini, lei gli rivolse un sorriso mentre lui iniziava ad accarezzarla.
Lui la baciò, poi affondò il volto tra i suoi seni. Ilary emise un sospiro e gli premette il volto contro il petto, poi si sdraiarono insieme sul sedile.
La mano di Steve risalì lungo le gambe di lei,  tuffandosi dentro la parte inferiore del bikini mentre continuava a baciarla. Un paio di minuti dopo, la ragazza emise un lieve grido miagolante.
«Alzati» lo invitò lei e gli abbasso il costume. Il respiro di Steve divenne affannoso. Quando inizio a carezzarlo, il tocco di Ilary gli sembrò  più delicato che mai dopo i diversi mesi in cui non si erano visti. Inaspettatamente, Ilary si piegò verso di lui aprendo la bocca. Steve era sbalordito, non lo aveva mai fatto prima.
Dopo un po' lei si alzò ansimando, inghiottendo e tossendo, prese un fazzoletto dalla borsa  e si pulì il mento «Mi hai colto di sorpresa.» gli disse.
«Anche tu.» rispose Steve.
«Voleva essere certa che fossi contenta di vedermi, il resto può attendere stasera.»
Lui non era sicuro di questo, ma decise di stare al gioco. Si ricomposero e Ilary condusse il mako via da lì.
 
Olivia stava passeggiando sulla spiaggia in compagnia di Arturus in una perfetta giornata di sole, più contenta che mai di quella settimana di licenza accordata alla sua squadra.
Coppie umani-turian erano piuttosto rare, soprattutto a causa di difficoltà biologiche come non poter mangiare lo stesso cibo o avere figli.
Lei era uno dei migliori ufficiali dell’Alleanza dei Sistemi con il grado di primo tenente. Un carattere sicuro e allegro, condito con un pizzico di follia e amore per l’avventura che ben si addicevano all'aspetto di lei. Magnifici capelli rosso fuoco che incorniciavano un viso allegro con qualche lentiggine, il tutto completato da due magnifici occhi verdi.
Da quando comandava la Normandy SR3 aveva affrontato diverse missioni, nessuna eccezionale come quella della SR2, ma avevano fatto il proprio dovere.
Alla fine era risultato che tutti avevano accumulato diversi permessi e incoraggiata del proprio capo ingegnere, sosteneva che la nave aveva bisogno di una buona manutenzione, le aveva usate per queste vacanze facendole coincidere col termine del corso operazioni speciali dell'Alleanza a cui Steve aveva partecipato.
A differenza dei propri obiettivi che prevedevano di entrare negli ufficiali d'alto rango dell'Alleanza e che non richiedevano di lasciare la nave, il desiderio di Steve di qualificarsi nel corpo operazioni speciali lo aveva costretto a lasciare per sei mesi la nave, recandosi a Rio de Janeiro presso l'Accademia Interplanetaria Militare e qualificandoci come N4.
Al solo pensiero lei avrebbe voluto picchiare il fratellino, aveva chiesto qualche favore e si era tenuta informata dell'andamento di Steve e come immaginava le sue lacune erano sulla leadership e linguistica. Nonostante nelle prove individuali avesse ottenuto valutazioni degne di un N6 queste da sole non erano bastate, dentro di se immaginava anche che gli istruttori si fossero tenuti bassi nella sua valutazione per paura di voci di favoreggiamento.
«Olivia...Ehi! Olivia...la mano.» borbottò Arturus lui indicando la propria mano a tre dita, ognuna delle quali terminava con un'unghia piuttosto lunga. L’aveva chiamata più per paura che lei si facesse male. Lui era un turian. La pelle del suo popolo era più spessa di quella degli umani, perfino la sua che per essendo per metà quarian da parte di madre era più morbida di quella di un puro turian, avrebbe potuto provocare ad Olivia qualche escoriazione.
Come tutti quelli della sua specie era più alto di un metro e ottanta, con una pelle della consistenza del cuoio e una serie di mandibole attorno a una bocca con denti che ricordavano quelli di un coccodrillo. Una linea blu, un tatuaggio tipico delle tradizioni turian, gli passava in verticale sopra l’occhio sinistro.
 «Cosa? Mi spiace Arturus, ero sovrappensiero.»
 «Cosa ha fatto Steve per irritarti?» disse il turian, figlio di Garrus Vakarian e Tali Zorah vas Normandy.
«Come fai...?»
«Hai quell'espressione solo quando lui fa qualcosa che ti irrita, immagino sia sempre per la storia del N4. Vero? Non capisco qual è il problema, lui è contento, i vostri genitori sono contenti, l'unica che si lamenta sei tu.»
«Sono la maggiore, non permetto a nessuno di mettere i piedi in testa al mio fratellino, nemmeno a se stesso!» disse mentre alzava un pugno in aria e sembrava che la sua determinazione come una fiamma l'avvolgesse, effetto accentuato dai suoi capelli rossi.
«Olivia!» chiamò una voce improvvisa, lei si voltò e vide Asiria, la figlia di Liara T'Soni e Javik, con un pallone, Mila e Pars vas Lippi andare verso di lei. «Ci serve una quarta persona per una partita sulla spiaggia.» spiegò l'asari. Vedendola in costume nessuno avrebbe pensato che la razza biotica delle asari fosse mono-sesso, i suoi tratti erano assolutamente femminili e il costume a righe metteva in risalto la sua pelle color verde acqua.
In testa, al posto dei capelli, delle creste cartilaginee.
Una voce metallica intervenne nella conversazione era Chrome, il geth di Pars, attualmente installato in un braccialetto al polso «Dalle mia analisi, questo sport è inadatto a chi ha solo tre dita per mani, il rischio di danni muscolari è del 32%. Ritengo meglio ritirarsi per evitare danni inutili.»
«Bosh'tet...a volte mi fa pensare di stare ancora con i miei.» si erano uniti all'equipaggio della Normandy SR3 dopo la partenza di Steve, anche se formalmente faceva ancora parte dell'equipaggio. I quarian erano più bassi e snelli degli umani, con tre spesse dita per mano come i turian, ma con una struttura facciale e capelli che li rendevano molto più simili ai primi.
Ad Olivia venne fatto capire che poteva scegliere chiunque volesse, purché quarian o salarian essendo attualmente le uniche razze del Consiglio non presente sulla SR3. Anche così era stata lo stesso contenta della sua scelta.
Quello che rimase dei geth, le intelligenze artificiali sviluppate dai quarian con cui furono in guerra per secoli dopo essersi ribellati, dopo la distruzione dei razziatori venne riportato su Rannoch con l'idea di metterli in un enorme cimitero.
Su proposta di IDA e con il coinvolgimento del capitano Shepard e dell'ammiragliato quarian, si ottenne il permesso di tentare un riavvio dei Geth usando il codice di Vendetta come fatto per l'IA della Normandy. L'esperimento funzionò e tornarono operativi, ma senza memoria antecedente al loro riavvio. Fu possibile risolvere questo problema usando banchi di dati come quello che Tali trovò sul pianeta dove la Normandy si era schiantata.
Contenevano vecchi dati antecedenti all'uso di tecnologia dei razziatori, per questo non furono distrutti del Crucibolo.
I quarian ritornarono sul loro pianeta condividendolo con i geth, che abitavano principalmente nelle loro città server. Cardine della vita politica rimase l'ammiragliato, mentre i personaggi più di spicco che riuscivano a farsi eleggere ottenevano il titolo di capitano di nave.
Il pellegrinaggio rimase in vigore anche se in forma diversa: il quarian ritornava non per farsi accettare da un equipaggio, ma per rientrare nella sua famiglia e portando qualcosa che dimostrasse che aveva saputo badare a se stesso.
Continuarono lo stesso a portare le loro tute e si prese l'abitudine non appena l'individuo raggiungeva un'età che gli permetteva di portarla di caricare in essa un geth creato per lui, succedeva quindi che crescendo si sviluppasse una vera amicizia, considerandolo come parte integrante della famiglia. Se entrambi i genitori avevano dei geth, spesso quello destinato a loro figlio veniva ottenuto da frammenti del loro codice.
Alla morte del loro partner quarian il geth scaricava la propria coscienza all'interno del Consenso, arricchendo l'esperienza collettiva e rendendo i suoi ricordi disponibili per i discendenti.
Le ragazze presero Olivia e la trascinarono via, senza aspettare una risposta.
Arturus rimasto in silenzio, non poté far altro che vedere la sua ragazza trascinata via.
«Mi sa che il momento romantico che speravi è finito.» commentò qualcuno. Arturus non si girò a vedere chi aveva parlato, conosceva bene quella voce. La massiccia figura gli si mise a fianco.
«Wow! Mordin cosa sono quelli?» domandò lui incuriosito al krogan, figlio di Urdnot Wrex e Bakara. Sopra gli occhi aveva messo una specie di visore, gli dava un aspetto più vigoroso. Essi erano una specie di grandi bipedi rettiliani, simili a dinosauri, alti oltre due metri e capaci di pesare oltre duecento chili, i loro occhi avevano pupille strette, ed erano datati di un ampio campo visivo e di grande acutezza.
In testa avevano una placca o cresta frontale, in genere usata dai krogan per scambiarsi amichevole testate o per tramortire il nemico.
Sulla schiena si trovava una gobba contenente liquidi e sostante nutritive, questo permetteva a loro di sopravvivere per lunghi periodi senza cibò né acqua. La loro pelle era spessa, a scaglie e rugosa. Tranne le asari, erano la sola altre specie conosciuta in cui la vita di un individuo può arrivare fino a un migliaio di anni.
«Figo, vero? Sono occhiali da sole, un'idea degli umani. Ne ho un altro paio, se vuoi? » disse Mordin porgendogli degli occhiali e un bastone.
Il turian fissò il bastone, sapeva bene cosa significasse.
«Scusate, ma cosa stanno facendo i ragazzi?» chiese Mila. Originaria delle colonie umane era un ufficiale dell’Alleanza dei Sistemi. Di carnagione scura, aveva un aspetto un po’ da contadinotta.
Le quattro donne interruppero la partita per dare un'occhiata.
Un krogan e un turian con in volto degli occhiali da sole si stavano divertendo a provocare con dei bastoni un pod crabs, animale simile ai crostacei terrestri.
«Maschi...» commentarono all'unisono.
«Riprendiamo ragazze» invitò Pars che lanciò in aria la palla, colpendola ma perdendone il controllo «Tre dita!» disse una voce proveniente dal suo braccialetto.
«ATTENZIONE!!» gridarono quasi all'unisono le ragazze, nell'accorgersi che la palla stava per colpire una signora su un lettino li vicino.
Una spada di legno deviò la palla, facendola cadere accanto alla donna sdraiata, la quale si alzò e la raccolse.
«Ci dispiace.» fece Olivia, con le altre era giunta di corsa per cercare di evitare l'inevitabile e per scusarsi. La persona a cui stava parlando era una donna umana, all'incirca della loro età, forse più grande di qualche anno, portava dei capelli di un nero intenso a caschetto che le arrivavano fino alle guance e aveva gli occhi dello stesso colore che un costume di colore lilla esaltava ulteriormente invece di nascondere.
«Non preoccupatevi è stato solo un incidente, non mi ha neanche colpita.» porse la palla.
«In effetti il colpo che l'ha respinta è stato davvero rapido, ero sicura che non ci fosse nessuna vicino a lei» disse Mila.
«Merito della mia amica, è un portento dell'arma bianca e ha un'agilità sorprendete» quindi indicò la persona rimasta fino a quel momento dietro di lei, in silenzio. Salutò con un cenno del capo ma non fece altro.
«Scusatela, parlo molto poco e solo quando necessario.» la persona in questione, anche lei una donna umana, indossava un costume intero con motivi floreali, aveva i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo che le arrivava fino alle scapole e occhi azzurri che apparivano freddi e distaccati, era un autentico splendore. L'intero suo corpo sembrava scolpito da un artista e aveva proporzioni perfette.
Le ragazze salutarono a sua volta, ringraziarono e si girarono per andarsene.
«Vi dispiace se ci uniamo anche noi, siamo qui da una settimana e incomincia a essere noioso. Che ne dite di una partita due contro due?» domandò la mora.
« Perché no! Io sono Olivia, loro sono Asiria, Pars e Mila. Tutti militari in licenza. Piacere.»
«Piacere mio, io sono Dasha e la mia amica si chiama Isabella.»
La palla colpì l'angolo del campo appena prima della linea, segnando il punto della vittoria per le avversarie per la seconda volta. Olivia e Asiria in ginocchio sulla spiaggia, non potevano credere di essere state battute sonoramente per due volte di fila. Dasha era una giocatrice come chiunque, ma Isabella sembrava essere ovunque sul campo e aveva una coordinazione perfetta con l’altra donna.
Asiria balzò in piedi « Non mi arrendo! Ho visto che Isabella è una biotica, durante la partita ho intravisto un leggero bagliore intorno a lei. Vi sfido in una partita biotica! Ogni squadra avrà un biotico e potremmo usare i nostri poteri sulla palla.»
«Ma sei sicura?» chiese Olivia.
«Tranquilla, su Thessia è un gioco comune.»
«Che ne dici Isabella?» domandò Dasha. L'interpellata si limitò ad un cenno della testa.
«D'accordo ci stiamo.»
Asiria andò alla battuta, la palla avvolta da una luce verde venne lanciata in aria e colpita.
Isabella reagì con un istante di ritardo di troppo, rimasta sorpresa da quello che aveva visto, si tuffò in un disperato tentativo di raggiungere la palla concentrando i propri poteri e riuscendo a toccarla.
La palla esplose all'istante, con violenza, quando la sfiorò.
Tutti corsero da lei mentre si metteva seduta a terra tenendosi stretta la mano, Dasha giunse per prima e appurato che stava bene le chino la testa con la mano, cercandone di nasconderne il volto. Isabella aveva lo sguardo folle di quando combatteva.
« Sta bene, non preoccupatevi.» disse rivolgendosi alle altre che sopraggiungevano, per accertarsi delle sue condizioni.
«Asiria ti avevo detto che non era una buona idea.» la rimproverò Olivia.
«Mi spiace, non so cosa sia successo. È la prima volta che mi capita.»
All'improvviso Isabella alzò di scatto la testa, sfuggendo alla presa di Dasha, mettendosi a ridere fino ad avere le lacrime agli occhi e il respiro corto. Dasha in tanti anni non l'aveva mai sentita ridere ed era la persona più sorpresa, aiutò Isabella ad alzarsi e la portò a farsi dare un'occhiata alla mano dopo aver salutato.
«Ehi gente, vi siete divertiti?» il gruppo si voltò verso chi aveva parlato, Ilary in compagnia di Steve erano tornati dalla loro gita sul mako.
«Si e voi? Tutto bene?» chiese Pars, in presenza di Steve si sentiva un po' a disagio. Era stata chiamata perché lui era temporaneamente trasferito altrove, se lui tornava, lei forse se ne sarebbe andata. --Cerchiamo almeno di essere amichevoli.-- pensò
«I ragazzi dove sono?» domandò lui.
«Stanno infastidendo una specie di granchio locale con dei bastoni.» gli rispose la sorella.
Un istante dopo lui si unì a Mordin e Arturus nel loro gioco, sotto lo sguardo di disappunto delle ragazze.

Sul villaggio vacanze era scesa la sera. Dasha indossava un abito da sera formale mono-spalla senza maniche di colore blu zaffiro.
Isabella aveva optato per un vestito da sera senza maniche ad alta vita a schiena nuda di colore rosso
Entrambi i vestiti offrivano una generosa scollatura e un spacco lungo le gambe, accentuando ulteriormente le curve delle due donne.
Dasha, ora a capo delle maggior organizzazioni criminali della galassia, aveva imparato l'importanza di partecipare anche a questi eventi che vedevano riunirsi alcuni dei criminali di maggior successo, per stringere accordi, alleanze, “marcare il territorio”, ottenere informazioni e se ci riuscivano sbarazzarsi di qualche rivale.
Sedute ad un tavolo lei e Isabella stavano ascoltando la musica dell'orchestra che si esibiva nella sala conferenze, elegantemente addobbata, in cui si svolgeva una festa quanto mai esclusiva. Lei al momento stava ancora pensando a cosa gli aveva detto Isabella. Si era detta sicura che l'asari di oggi fosse la stessa che aveva affrontato all'interno della torre del Consiglio, causando un'esplosione quando i loro poteri si erano incontrarti.
Se era così era probabile che le altre persone con lei fossero le stesse che l'avevano fermata, affrontata su Omega e sulla Cittadella. In ogni caso non era preoccupata, sicura che non fossero lì per lei, aveva impiegato molto tempo e denaro per cancellare le proprie tracce e nessuno aveva visto lei o Isabella in battaglia senza casco.
Inoltre era certa che nessuno avesse fatto il suo nome in quella storia, l'ultimo utilizzo che aveva fatto della sfera ottenuta da Woods fu di far dimenticare ai suoi soci qualsiasi cosa la riguardasse.
Era stata più preoccupata che scoperta l'identità dell'asari, Isabella volesse regolare i conti ma aveva dimostrato un insolito buon senso accettando di rimanere tranquilla. Da quello che aveva capito, ora che sapeva chi era, voleva prendersela con calma e aspettare la situazione giusta, sicura che sarebbe stato un bel combattimento da godersi senza distrazioni.
«Cara Dasha, sei stupenda come sempre.» a parlare era stato Nolite Potes, un turian con un tatuaggio triangolare di colore rosso appena sotto l’occhio sinistro, con cui in passato aveva fatto affari, gestiva una propria banda di mercenari che agivano nella fascia di attica e che ultimamente avevano espanso la propria attività anche su Omega, chiaramente con il consenso di Aria. Accompagnato da un umano, un uomo di colore di circa due metri, con un collo taurino e muscoli altrettanto sviluppati, il turian si sedette accanto a lei senza chiedere il permesso. «Speravo fossi qui, mi serve merce non facile da reperire: una trentina di fucile d'assolta di ultima generazione, voglio espandere il mio territorio su Omega.»
«Basta che paghi bene Nolite, come al solito. Se è un prodotto che non ho posso trovartelo, se esiste. Ma Aria cosa ne pensa?»
«Aria non sa niente di questa storia e va bene così, mi domandavo però, perché non ti sei mai espansa su Omega? Sicuramente potresti ritagliarti una buona fetta della stazione e molti si alleerebbero con te.» Dasha sapeva che aveva ragione, ma anche che se la regina di Omega avesse scoperto che era stata lei a far saltare in aria il suo locale, con più colpi di McCain causando decine di morti, avrebbe sicuramente cercato vendetta anche se non era lei il suo obiettivo, ma i due soldati che avevano sigillato la Normandy SR3 che aveva rubato e i soli a sapere come  sbloccarla  e che si trovavano all'interno dell'Afterlive. Sarebbe stata una guerra incerta che avrebbe consumato le risorse senza dare profitti e lei, in fondo, era una donna d'affari.
«Ho già quello che mi serve e poi vivere su Omega non mi sembra il massimo, a che scopo essere ricchi se si vive in un letamaio.»
Nolite cercò di fingere di non aver accusato il colpo e cambiò argomento, introducendo la persona alle sue spalle «Ti presento Zang é il mio campione biotico, ha partecipato a tutti gli scontri clandestini di biotici della fascia di attica vincendoli, mai una sconfitta, mi sono giunte voci che anche la tua assistente, Isabella, è un biotico di discreta potenza, potrebbe partecipare.»
«Isabella mi è utile in un'infinità di altri modi, inoltre lo considererebbe un insulto partecipare a un torneo dilettantesco.»
«Ma davvero...» - il turian si chinò avanti, poggiandole una mano su una coscia - « Potremmo fare una piccola scommessa...un carico di droga che mi deve arrivare è tuo se Isabella vince...se perde avrò il piacere di offriti la colazione domani mattina, dopo che avremo passato la notte insieme.»
«Mi leveresti la mano da dosso. Isabella desideri affrontare Zang?»
fino a quel momento era rimasta seduta affianco di Dasha, ascoltando la musica e bevendo ogni tanto. Alla domanda mosse soltanto gli occhi, degnando Zang di una sola occhiata e tornado a concentrarsi sulla musica.
«Mi dispiace, non le interessa.»
Fu Zang a intervenire, rivelando di avere anche una voce degna di un toro oltre che il fisico.
«È solo paura.» mosse la mano e il bicchiere di Isabella esplose insieme al suo contenuto, sporcandole il vestito. L'autore di questo scherzo si mise grossolanamente a ridere, mentre il suo capo lo rimproverava «Cattivo Zang non si fa, Dasha e Isabella sono signore e delle amiche.»
«Mossa stupida, il tuo campione ha anche il cervello di un toro.» commentò seccamente Dasha.
Isabella si alzò in piedi, la sua intenzione era chiara.
«Accetti la scommessa Dasha?»
«Si.»
Isabella era arrabbiata, le piaceva ogni tanto partecipare a queste serate, indossare abiti lunghi ed eleganti ed ascoltare della musica. Accettava perfino di separarsi momentaneamente dalle sue spade, trovava gradevole ogni tanto cambiare ambiente se Dasha era presente. Adesso l'arrivo di quella nullità aveva rovinato la serata. Si guardò intorno trovando quello che cercava. Un cameriere stava pulendo per terra, gli si avvicinò, prese la scopa staccandone il manico e si mise al centro della sala. Gli altri invitati fecero spazio.
Nolite e Zang risero di gusto « La tua amica non vorrà sfidare il mio campione con quello?» chiese il turian piuttosto divertito.
«Mi fido del suo giudizio.» rispose Dasha.
«D'accordo, quali regole vogliamo mettere. Non penso sia il caso di eccedere e rovinare questa piacevole festa.»
«Tutto è concesso tranne uccidere.» propose Dasha.
Nolite la guardò sorpreso «Sei sicura, la tua amica potrebbe farsi male?»
Lei inclinò la testa nella sua direzione « Nolite, mi sto stancando. Accetti? Ti avevo inoltre chiesto di togliere la mano dalle mie gambe.» voce e sguardo per un attimo cambiarono, rivelando chi si celava sotto l'apparente cordialità. Lui fece si con la testa.
Zang si fece avanti piazzandosi di fronte alla sua avversaria, creando in pochi istanti un enorme sfera tra le mani.
Isabella dopo aver sviluppato il doppio fendente, aveva fatto ricerche su come funzionassero i poteri biotici. Aveva appreso che lo strumento usato a volte per lanciarli, come nel suo caso, era noto come focalizzatore e che il suo scopo era quello di aiutare l'utilizzatore favorendone la concentrazione e che dimensioni, materiale e altri aspetti non avevano nessuna importanza.
In teoria avrebbe potuto usare i fendenti biotici anche senza spade, semplicemente a mani nude ma il loro uso le evitava un inutile sforzo mentale, oltre a darle un notevole piacere personale.
Zang lanciò la sfera contro la sua avversaria, la quale provò un senso di disgusto per la rozzezza dell'attacco.
Lei non si mosse fino a quando l'attacco non ebbe percorso più dei tre quarti della distanza. Alzò di scatto il bastone verso l'alto lanciando un fendete che non solo tagliò l'attacco nemico, la sfera si divise in due parti che si dispersero come fumo al vento, ma colpì il suo bersaglio che fece un volo di diversi metri indietro.
Sul pavimento, nel lussuoso rivestimento, un taglio profondo come fatto da una lama affilata. Tutto attorno gli ospiti applaudirono la vincitrice.
Isabella fece un cenno a Dasha con la testa di volersene andarsene, considerava la serata rovinata.
Un CRACK! distinto si udì nella sala, il turian si strinse la mano emettendo un urlo soffocato, il dito centrale era in una posizione innaturale «Nolite mi aspetto quel carico di droga a breve e non provare a fregarmi, ti avevo detto che dovevi togliermi le mani di dosso.» se ne andò seguendo Isabella.

Olivia e Steve con i loro amici stavano rientrando nel complesso principale dopo una festa in spiaggia quando senza volerlo Ilary si scontrò con una ragazza bionda che arrivava dalla sua destra.
«Scusa, non ti avevo vista» disse lei, Dasha arrivò in quel momento.
«Salve, così ci rincontriamo.» ci volle un attimo perché le ragazze riconoscessero le due donne che avevano incontrato sulla spiaggia, in quell'abbigliamento elegante.
Dopo i primi saluti Olivia presentò chi non aveva ancora avuto modo di conoscere, seguì qualche domanda sui vestiti eleganti e sulla festa esclusiva a cui avevano partecipato.
Alla fine fu Steve a chiedere «Per essere lì devi forse essere famosa ma sicuramente ricca.»
« Steve, sei indiscreto!»
Olivia si scusò per il fratello,  Dasha si chinò un po’ avanti mostrando meglio la scollatura.
«Forse...o magari sono una ricca annoiata alla ricerca dell'avventura di qualche ora che non vuole farsi riconoscere? A voi ragazzi piacerebbe?»
Arturs e Steve volevano ammirare il soffitto ma i loro occhi ritennero migliore la vista che c'era verso il basso, rimanendo tra l'altro muti alla domanda di Dasha. Il primo incrociando lo sguardo di Olivia incominciò a preoccuparsi, il secondo poté sentire la mano di Ilary che gli tirava la maglietta da dietro ma avvertendo una minaccia non osava voltarsi.
Alla fine Dasha salutò annunciando che andava a dormire, Isabella la seguiva. Adesso era certa che i sospetti di lei fossero giusti, aveva riconosciuto il soldato, il figlio minore di Shepard, a cui aveva fatto saltare un braccio su Omega e il pilota da cui aveva ottenuto il codice.
Tranne un certo senso di sorpresa non provava nient'altro, erano professionisti che agivano dalla parte opposta della barricata, finché non gli avessero nuovamente attraversato la strada era felice per loro, era anche contenta per il soldato che aveva recuperato il braccio.
Steve stava percorrendo il corridoio cercando un posto dove dormire, Ilary l'aveva chiuso fuori dalla camera per lo scherzo di quella donna. Scese al piano di sotto dov'era il bar e vide Arturus seduto con un drink. Il turian lo intravide, quando alzo il bicchiere per bere. I due amici si fissarono un istante, comprendendo al volo cos'era successo all'altro.
«...Ragazze...» dissero assieme.
*****


Il soldato suonò al citofono della porta e scattò sull'attenti, quando sulla soglia apparve il capitano John Shepard «Signore, sono il tenente Conrad, ho l'ordine....»
«Tenente, risponda alle mie domande. L'Alleanza è in guerra?»
«No, signore.»
«Lo è qualcuno dei nostri alleati? »
«No, signore.»
«C'è qualche situazione ad alto rischio, attualmente in atto?»
«No signore.»
«Non so quale sia il suo problema, ma se me lo spiegherà l'indirizzerò verso gente più che capace. Se è una questione che riguarda l'Alleanza vada dal capitano e s.p.e.t.t.r.o. James Vega, se interessa la galassia parli con Deerit Nunc, è un salarian e attualmente mi sostituisce come comandate dell'Agenzia N7 e quasi sicuramente sarà il mio successore quando me ne andrò in pensione, se questo ancora non dovesse bastare potrei metterla in contatto con la consigliera umana Chloe De Falco, non la conosco bene quanto il precedente consigliere Dominic Osoba ma è competente e decisa.»
«Signore come ho detto ieri quando l'ho contatta, hanno chiesto espressamente di lei.»
«Tenente, voglio chiarirle l'attuale situazione. Ho quasi sessant'anni e anche se li porto bene non sono più in forma come una volta, ogni tanto zoppico e penso che mi comprerò un elegante bastone di passeggio. Qualsiasi sia la sua motivazione può trovare di meglio in circolazione, ma soprattutto, dopo tutti questi anni in cui io e mia moglie ci siamo impegnati la sicurezza della galassia, ci siamo presi una vacanza molto lunga che grazie a tutte le licenze arretrate che ci spettano che terminerà il 16 maggio 2214. Quindi prima di allora, ameno che non si tratti di una vera emergenza, non interromperò le mie ferie.»
Il tenente era sulla soglia della disperazione, anche se cercava di non darlo a vedere.
«Signore...ehm...io non so perché la vogliono, mi hanno solo chiesto di farle incontrare una certa persona...mi hanno detto se necessario di arrestarla.» Il tenente era nel panico, si era talmente agitato che l'ultima parte gli era scappata.
«Tenente, ha davvero il coraggio di arrestare uno s.p.e.t.t.r.o.? Di arrestare me?»
« Sii...»
Shepard alzò un sopracciglio
«No..No...assolutamente no!» ritratto il tenente Conrad.
«Tenente ascolti il mio consiglio, lei sta facendo solo il galoppino per qualche politico, dica a questa persona di venire di persona se mi vuole parlare o di andare al diavolo e soprattutto si trovi un altro superiore a cui ubbidire. Le auguro buona giornata.» e chiuse la porta.
Quella stessa sera qualcuno suonò nuovamente all'appartamento che la famiglia Shepard occupava sulla stazione Anderson.
«Capitano Shepard, sono il primo ministro dell'Alleanza Tian Lynch, ho accettato il suo invito a venire di persona.» annunciò l’uomo sulla soglia della porta.
Un sorpreso capitano John Shepard si fece da parte lasciando accomodare i suoi ospiti, ad accompagnare il primo ministro era il tenente Conrad.
Tian si accomodò su una poltrona, Conrad preferì rimanere in piedi in disparte.
«Accetta un whisky primo ministro? Lei tenente?»
«Volentieri capitano.» disse il primo ministro.
«Per me no signore, sono in servizio.» rispose il tenente.
Shepard servì il primo ministro e si sedette anche lui, affianco la moglie Ashley.
«Capitano, sarebbe possibile…»
«Ash lo verrà sapere o da lei o da me, in ogni caso non la terrò all’oscuro...»
«E dove va John vado anch'io. Lo dico fin da ora, per mettere le cose in chiaro.» spiegò la signora Shepard.
Il primo ministro bevve un sorso del suo drink e si schiarì la gola
«Capitano siamo venuti da lei perché abbiamo bisogno di qualcuno che sia in buoni rapporti con il Consiglio e goda della fiducia e rispetto più ampio possibile...»
Tian bevve un altro sorso.
«L'Alleanza si è ritrovata con un “panno sporco”  di cui, forse, ora deve rendere conto anche se non infrange nessuna legge del Consiglio.»
«Mi scusi ma non capisco, se non infrange nessuna legge qual è il problema?»
«È una questione di forma...possiamo non aver infranto nessuna legge, ma saremo comunque moralmente criticati dalle altre specie.»
«Quindi avete bisogno di qualcuno che indori la pillola, come si è soliti dire.»
«Si almeno per ora, ci sono alcuni aspetti di cui non posso mettervi al corrente ameno che non accettiate di andare di persona. »
John e la moglie si guardarono fra loro, la faccenda si faceva sempre più strana.
«Ho bisogno di sapere altro se vuole che partecipi. Quale “scheletro” ha l'Alleanza nell'armadio e andare dove?»
«È uno “scheletro” molto vecchio e risale a prima dell'Alleanza, all'8 luglio 1947. Ho bisogno che si rechi alla base di Groom Lake in Nevada, in quella che nel XX secolo era la famosa Area 51.»
 
*****
 
Era mattino presto su Virmire. Dasha e Isabella si stavano dirigendo alla piattaforma sopraelevata, dove la navetta le stava aspettando per prelevarle. Fu davanti al portellone aperto che Dasha esordì dicendo «Vieni fuori, so che sei qui.»
Dopo qualche secondo un enorme figura scura uscì da dietro uno dei condotti della piattaforma, era Zang e sul volto una ferita lunga ma sottile che attraversava il viso in verticale dalla fronte al mento. A vederlo le due donne ridacchiarono.
Infuriato tirò fuori una pistola «Sono qui per farla pagare a quella stronza bionda, nessuno mi ha mai sconfitto o umiliato e deve rimanere così.»
«Ti manda Nolite?» chiese Dasha.
«No!»
«Bene, è solo una questione personale non d'affari e ucciderti non avrà conseguenze.»
«Sei pazza? Qui sono l'unico armato.»
Un movimento rapido del braccio, un tonfo e Zang crollò al suolo tenendosi la gola, dalla quale spiccava il manico del pugnale da lancio che Dasha portava nascosto nella manica. Mentre si avviava a recuperare l'arma si domandò perché le persone ritenevano, a torto, che chi sappia uccidere lo sappia fare con un'unica arma.
Lei aveva una mira straordinaria con le armi da fuoco, ma questo non escludeva che l'avesse con qualsiasi cosa, così come il fatto che Isabella amasse uccidere con le sue spade non voleva dire che non sapesse farlo in altri modi.
Quando si era professionisti nel loro campo era una questione di stile, non di capacità o mezzi.
Una semplice spinta e il corpo cadde in mare e finalmente le due donne poterono lasciare il pianeta.
 
*****
 
John e Ashley erano giunti alla base aerea di Groom Lake, in Nevada. Per prepararsi avevano fatto le loro ricerche o almeno ci avevano provato. Anche se non più famosa come una volta l'ex Area 51 era rimasta impressa profondamente nell'immaginario collettivo e sapevano cosa avrebbero trovato cercando informazioni al riguardo: Roswell, teorie complottistiche,  alieni grigi e un'infinità di altre cose che non avevano mai avuto riscontro. Alla fine vi rinunciarono, qualsiasi cosa ci fosse di vero c'era troppo immondizia tra cui cercare.
Dell'Area 51 rimaneva solo la base. Della vasta area militare, grande quanto la Sardegna, che un tempo la circondava non rimaneva più niente, al suo interno era sorto l'unico Luna Park per soli adulti dedicato al solo gioco d'azzardo.
Arrivandovi notarono lo scarso personale e gli edifici antiquati, avendo la sensazione di fare un tuffo nel passato, ma l'ambiente manteneva un suo fascino inalterato e il fatto che li avessero chiamati stuzzicava non poco la loro curiosità.
Un ufficiale dell'Alleanza si fece avanti per accogliere i due s.p.e.t.t.r.i. e il loro accompagnatore, il tenente Conrad voluto dal primo ministro Lynch come collegato tra loro e il suo ufficio.
«Signori, sono il colonnello Derek Burns, comandate della base...benvenuti...è un onore conoscervi di persona.»
 «Grazie colonnello, adesso potremmo sapere perché siamo qui?» Esordì John.
Il colonnello sospirò rumorosamente, dava l'impressione di non saper da dove incominciare a spiegare
«Seguitemi, un'immagine vale più di mille parole...anche lei tenente, ho ricevuto l'autorizzazione.»
Salirono con il comandate a bordo di un mezzo. L'autista li condusse fino ad un edificio che sembrava veramente risalire al XX secolo, realizzato in solo cemento armato e con un'ampia entrata da far pensare a un garage o un hangar. Vi entrarono, il Colonnello digitò un codice su un pannello a muro e le porte del locale incominciarono a scorrere, alla loro chiusura si percepì un fremito dal pavimento che incominciò a muoversi verso il basso.
«Un ascensore? Come su Marte, ben nascosto e molto più grande.» osservò Ash.
«Ci sono altre vie adatte per un gruppo così piccolo di persone, ma ho pensato fosse meglio farvi entrare dall'entrata principale.» spiegò il comandate della base.
Dopo un minuto l'ascensore si fermò, erano sottoterra, anche se era difficile dire quanto, il viaggio era stato davvero lento. Al loro arrivo si trovarono di fronte altre porte metalliche, ma queste sicuramente appartenenti al loro secolo e dall'aria più robusta.
«Benvenuti nel cuore dell'Area 51!» annunciò Derek ai suoi ospiti, le pesanti porte incominciarono a muoversi. Appena l'apertura lo consentì il gruppo vi entrò e ai loro occhi apparve una navetta aliena.
Moglie e marito si guardarono stupiti, ma non per quello che videro, ma all'idea che le voci sul lontano incidente potessero essere vere.
«D'accordo colonnello è un'astronave aliena, niente di strano almeno oggigiorno. Devo però ammettere di non capire a chi possa appartenere.» dichiarò Ash.
I tre ospiti si presero qualche minuto per guadare meglio e da più vicino l'astronave. Nessuno ne riconosceva lo stile. Aveva una forma a cupola, una superficie completamente liscia e una pinna centrale che si innalzava per un metro, dava l'idea di essere piuttosto stretta al suo interno.
«Se volete seguirmi, c'è altro...» vennero condotti in una stanza scura, con un forte odore di disinfettante « Accendete le luci!» ordinò il colonnello.
Nella parete in fondo alla stanza tre faretti si accesero illuminando altrettanti tubi con all'interno del liquido e altro materiale. Tutti si avvicinarono per guadare meglio
«Mi prendete in giro, non può essere vero!» esclamò John Shepard, accanto a lui la moglie era troppo sorpresa per dire qualsiasi cosa, al tenente Conrad mancò il fiato per lo stupore.
Nei cilindri davanti a loro erano conservati dei corpi di forma umanoide, di colore grigio,con altezza intorno un metro, un cranio molto grande rispetto al corpo e enormi occhi inclinati con grandi pupille, senza sopracciglia. Il naso risultava appena visibile, formato da due piccoli orifizi, privi di orecchie esterne e dotati di una bocca piccola e sottile senza labbra. Braccia lunghe in proporzione alle gambe e dotate di quattro lunghe dita affusolate. I piedi, piccoli e stretti, avevano quattro dita collegate da una membrana.
Nel XX secolo vi era stata una quasi una psicosi collettiva con centinaia di casi in cui le persone asserivano di essere state rapite da piccoli alieni, conosciuti più comunemente come “Grigi” per via del colore della pelle, che avevano inserito all'interno dei loro corpi sonde o altri dispositivi tecnologici e fatto esperimenti.
Ma da quando l'umanità aveva scoperto i campi di massa, i portali ed era entrata a far parte della comunità galattica, non aveva mai trovato niente che confermasse l'esistenza dei Grigi e accertata ormai la presenza aliena come qualcosa di normale e quotidiano, i grigi, Roswell e i rapimenti alieni erano stati pian piano dimenticati e classificati come semplice leggende e folklore locale. Solo i più appassionati ancora ci credevano.
Il colonnello Burns stava sorridendo, lo stupore che suscitavano quei corpi a chi per la prima volta li vedeva era uno dei pochi piaceri che il suo lavoro gli riservava.
«Il più grande trucco di Satana è far credere che non esiste.» disse come a rispondere a domande che non gli erano ancora state fatte.
Shepard si voltò verso di lui «Ok...ma perché mostrarle ora? Perché il primo ministro ha detto che questo vecchio “scheletro” potrebbe saltare fuori adesso? Cos'è successo?»
«Non sono io che posso rispondere a queste domande, ma so da chi portarla...mi segua.»
Andarono dietro al comandante della base per un lungo tratto, fino a prendere una via che li aveva condotti nuovamente in superficie, uscendo da un hangar vicino agli uffici del comando.
«Per motivi di sicurezza non ci fidiamo a portare quella persona lì sotto, mi spiace per la visita non prevista.» quindi, senza attendere una risposta, li scortò negli uffici del comando.
«Abbiamo abbandonato l'area ovest dell'edifico, adesso quella persona è l'unica ad occuparlo da ieri. Ecco questa è la porta. Io e il tenente vi aspetteremo qui, voi siete le sole due persone autorizzate ad entrarvi.» Shepard si chiese quale segreto potesse essere negato a qualcuno che già aveva accesso a uno così grande.
L'area ovest era formato da tre padiglioni laterali e una zona centrale, non essendovi ostacoli architettonici l'intero ambiente era visibile fin da subito. Quando vi entrarono, una figura in piedi dava loro le spalle
«Sono il capitano Shepard, chi sei?»
 «Capitano Shepard.» disse la figura voltandosi, con voce profonda e cavernosa. A questo seguì la terza sorpresa della giornata, di fronte a loro stava la dottoressa Ann Bryson e in braccio teneva una sfera del leviatano.
I due spettri estrassero immediatamente le pistole, sapevano cosa potevano fare quegli apparecchi, per quello che ne sapevano era una trappola e tutti gli altri erano sotto il controllo del leviatano.
I Leviatani terminata la guerra evitarono ogni contatto, lo spazio attorno al loro pianeta risultava interdetto sia su ordine del Consiglio che per la presenza di numerose anomalie.
«Capitano Shepard, non abbiamo preso contatto per combattere, faccende così futili non attirano il nostro interesse, ci sono cose importanti di cui parlare ma penso che prima voglia una prova.»
Ann Bryson chiuse gli occhi e barcollò un attimo, quando si riebbe era nuovamente lei « Capitano Shepard, maggiore Williams, lieta di rivedervi anche se in circostanze non molto piacevoli ma non è la prima volta. I leviatani hanno preso contatto per un valido motivo, so che può essere difficile da credere, ma quando mi hanno contatto per la prima volta, dopo anni, mi hanno permesso di vedere nella loro mente, le assicuro che hanno un buon motivo, la prego di ascoltarli e di dare almeno il beneficio del dubbio...»
 «Ne è veramente convinta dottoressa Bryson?» Chiese John
 «Si!»
 «Va bene» Acconsentì Shepard, ma sia lui e Ash tennero le armi in pugno.
 I Leviatani assunsero nuovamente il controllo della mente della dottoressa.
« Ha visitato la base? Sa cosa avete trovato voi umani in passato?»
 «Si e vorrei sapere perché vi interessa?»
«Come sa i razziatori ad ogni mietitura usavano la tecnologia che poteva tornale utile per migliorarsi e eliminavano il restante, questo significa che hanno sempre preso dagli altri ma mai inventando niente.» - Shepard fece segno che stava seguendo il discorso - « Ad un certo punto l'intelligenza che li guidava li usò per realizzare i portali di massa per accelerare il tempo che le razze impiegavano a svilupparsi. Ma non inventando, dovettero acquisire quella tecnologia ...»
 «I grigi...» interruppe Shepard
«Esatto...i “grigi”, il loro vero nome è troppo complicato nella vostra lingua. Furono una delle innumerevole razze raccolte durante le infinite mietiture, dal loro raccolto i razziatori ottennero la tecnologia per costruire i portali e ora stanno tornando.»
 «Cosa? È impossibile...quanto tempo deve essere passato dalla loro guerra con i razziatori? In ogni caso non dovrebbero essere stati mietuti?» Obiettò Shepard
«Furono mietuti, ma la loro razza non fu estinta....tu stesso comandante hai visto cosa contiene questa base. Erano una specie incredibilmente intelligente, noi li osservammo da distante, era la dominatrice del suo ciclo e la prima a scoprire la Cittadella e quella che più di ogni altra si avvicinò a intuirne la vera natura. Quando i Razziatori li attaccarono fecero ciò che nessuno aveva pensato di fare prima, scappare. Costruirono quella che voi umani definireste un'arca, somma di tutto il loro sapere, vi accolsero un quarto del proprio popolo e partirono, non sappiamo con che destinazione e scopo. Coloro che rimasero lavorarono a un modo per distruggere i Razziatori...un progetto che tu comandate hai portato a termine.»
 «Spiegati meglio.»
«Sono coloro che inventarono il progetto del crucibolo. Noi ti dicemmo che nel corso di vari cicli ogni razza aveva contribuito a svilupparlo, ma loro furono i primi a gettarne le basi. Loro sapevano che non sarebbero mai riusciti a completarne il progetto, per questo lo realizzarono per coloro che sarebbero venuti dopo nella speranza che ciclo dopo ciclo qualcuno sarebbe stato in grado di terminarlo. Diffusero il progetto nel maggior numero di mondi possibili e non sempre il progetto portato avanti dal ciclo successivo era lo stesso del precedente come nel nostro caso, innumerevoli volte il progetto andò distrutto...ma non illuderti comandante, non l'hanno fatto per il bene di nessuno, solo per loro stessi. Per fare in modo che distrutto chi li aveva annientati potessero tornare a reclamare ciò che ritengono loro.»
 « Ma come puoi essere certo che stiano arrivando adesso?»
«Voi li avete già visti ma rifiutate di credere...pensa a quando la galassia rifiutò di credere ai tuoi avvertimenti sui razziatori. I vostri canali parlano di strani avvistamenti di creature, sono loro, di questo siamo sicuri...quando  il crucibolo è stato attivato l'enorme energia liberata e stata un segnale che li ha avvertiti che il loro piano era giunto al completamento. Ora stanno raccogliendo informazioni...Shepard non ci aspettiamo che tu comprenda una specie così antica, ma non lasciare che il tuo pensiero umano offuschi il tuo giudizio. Stiamo parlando di una specie per cui il tempo non ha valore, non conta se un progetto impiega secoli o millenni, loro faranno in modo di portalo a termine. Li abbiamo visti agire dietro le quinte e innalzare e distruggere numerose specie del loro stesso ciclo per testare, confermare, ricercare nuove conoscenze indipendentemente dalle conseguenze. Per loro contano solo loro.»
«Allora spiegami perché noi umani siamo gli unici che hanno delle tracce della loro esistenza nel nostro passato, perché neanche le asari, la razza più antica di questo ciclo li ha mai visti? Poi ovunque siano non impiegherebbero un tempo assurdamente lungo per ritornare?»
«Perché sono interessati alla Terra, in passato, per anni hanno visitato questo pianeta per raccogliere campioni biologici per smettere quando il periodo della mietitura si stava avvicinando...riguardo al tempo che impiegherebbero ad arrivare... la tecnologia per i portali deriva dai motori delle loro navi più grandi che potevano compiere un balzo nello spazio paragonabile a quello dovuto a un portale in qualsiasi momento. Fu così che la loro “arca” fuggi ai razziatori, uscendo dalla galassia aveva perso ogni importanza per loro. Nella stesso modo in cui sono fuggiti ora stanno tornando.»
«Ma perché sono interessati a noi umani?»
«Mi hai frainteso comandate, non sono interessati alla tua specie. Le mietiture sono state più numerose di quanto puoi immaginare, ma i pianeti capaci di sviluppare la vita sono stati sempre meno di un quarto, sono interessati alla Terra perché è il loro pianeta d'origine.»

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Capitolo 2
*** Incontri ***


John Shepard era all'aperto, stava respirando profondamente, gli piaceva la sensazione che dava l'aria secca del deserto nei polmoni e il sole in faccia. Ma aveva l'aria di un uomo, il cui nemico aveva fatto del suo peggio. Alle sue spalle Ashley e il tenente Conrad lo osservavano.
«Penso che adesso tornerò sulla Anderson.» - Affermò l’eroe della galassia - «No, ripensandoci, credo che dovremmo prendere la Normandy SR2 solo per noi due e sparire su qualche pianeta incontaminato, goderci la vita e scordarci della galassia.»
«John hai unito la galassia contro i Razziatori » - Commentò la moglie che gli si era avvicinata - « Hai lottato per anni per fare della galassia un posto sicuro e decente, trovandoti ad affrontare situazioni completamente impreviste. Ora ti disperi per dei tizi di cui non sappiamo ancora niente? Ricorda che loro sono stati sconfitti dai razziatori, noi no.»
«Ne sono tentato» - Rispose il marito - «Tu no? Per quanto sforzi abbiamo fatto c'è sempre qualcosa che non va da qualche parte. Non sono più l'uomo di una volta, non sono più in grado di affrontare queste cose, i miei movimenti si sono fatti lenti, come le mie capacità di prendere una decisione.» Disse con un tono triste nella voce.
«John, non sei solo,non lo sei mai stato e lo sai. Quello che non riesci a fare lo farò io per te e se non sarò io lo farà Garrus o un altro,ricorda che hai una squadra, degli amici che ti seguiranno all'inferno se è li che sei diretto. Ma nessuno può fare a meno di te, se tu crolli..non arrendenti, ti chiedo solo questo.»
John le afferrò la mano e inclinò la testa toccandole la fronte con la propria «Grazie.» disse.
Ashley ebbe la sensazione che ci fosse anche dell'altro, ma per adesso preferì non approfondire.
«Che idea ti sei fatto della situazione?» Domandò lei
«L'esperienza mi ha insegnato che quando affronto qualsiasi avvenimento in questa galassia, devo prendere in considerazione l'evento peggiore che riesco a immaginare, lo moltiplico per dieci, e poi inizio a sospettare di avere ottenuto un quarto della vera entità del disastro.» Spiegò John.
Ashley rise. John desiderò di avere scherzato. «Cosa dobbiamo fare adesso?» Chiese la moglie.
«Tenente Conrad!» Gridò Shepard
«Sissignore!» Rispose l’ufficiale saltando sull’attenti.
«Contatti il maggiore Miranda Lawson e il Colonnello Martyn Coats suo marito, intelligence dell'Alleanza, la dottoressa Liara T'soni, il capitano James Vega, l'ammiraglio Tali'zorah vas Normandy e Garrus Vakarian, il tenente timoniere Jeff Monreau e sua moglie IDA. Li voglio incontrare sulla Cittadella il prima possibile. Ho bisogno di parlare con il primo ministro, ho alcune domande. La dottoressa Bryson com'è giunta qua? Qualcuno deve averla accompagnata.»
«Non saprei signore.»
«Dia la priorità a questo e poi si occupi del resto.»
Il tenente salutò e corse a fare quanto gli era stato detto, mentre Shepard in compagnia della moglie rimaneva all'aperto sotto il sole. Dall'incontro con il leviatano avvertiva il bisogno di spazi aperti e di aria fresca  « “Solo i cani idrofobi e gli inglesi stanno sotto il sole di mezzogiorno in Egitto”, si diceva una volta. Troviamoci un posto all'ombra o almeno dove stare seduti.» Disse
«Buona idea.» Rispose lei.

Qualche minuto dopo Ann Bryson accompagnata da quattro uomini lo raggiunse, non aveva la sfera e sembrava essere se stessa.
«Capitano Shepard, comandante Williams vi presento il sergente Patterson e la sua squadra, si sono occupati della mia sicurezza. » Spiegò la Bryson
«Signori, è un onore conoscervi.» disse il sottufficiale.
«Patterson prima di tutto abbiamo bisogno di essere sicuri che lei, la sua squadra e la dottoressa non possiate cadere sotto il controllo dei leviatani in qualsiasi momento. Può garantirmelo? » Volle sapere John
«Certamente signore.» - Rispose il sergente e abbassò il collo della divisa mostrando un collare - « Questo è un dispositivo che blocca gli effetti della sfera, funziona come il campo di forza che viene  usato nei laboratori per renderle innocue. Per sicurezza ne portiamo sempre due.» Tirò su la manica della divisa mostrandone un altro.
«Allora perché la dottoressa era sotto il loro controllo?»
«L’ho voluto io.» - Replicò l'interessata - «Dopo la guerra hanno interrotto ogni contatto. Nella speranza che un giorno si facessero nuovamente udire, ho ottenuto il permesso di essere l'unica nel laboratorio a girare senza protezione, sottoponendomi a regolari controlli medici. Non è mai successo niente fino a pochi giorni fa.»
«Sergente avete una nave?»
«Sissignore è con quella che siamo giunti. È in un hangar qui alla base.»
«Ci procuri un paio di quei collari, anche la dottoressa per adesso dovrà portarne uno. Noi veniamo con voi e ci accompagnerete alla Cittadella. C'è molto di cui discutere. Pronti a partire il prima possibile.»
«Sissignore» Il sergente salutò conducendo via la sua squadra e Ann Bryson
«Capitano, ho il primo ministro in contatto dalla sala comunicazioni.» Comunicò il tenente Conrad di ritorno.
Erano passate circa dieci ore da quando Shepard aveva parlato con il primo ministro, ora capiva le sue preoccupazioni. Le legge diceva che era vietata la vendita di tecnologia prothean o il rivendicarne il possesso per chiunque tranne il Consiglio, ma non diceva nulla su tecnologie di altre razze e solo in seguito alla guerra dei razziatori venne inclusa anche la tecnologia di questi ultimi. Ovviamente nessuno aveva pensato a quella dei “grigi”, anche se nessuna legge era stata infranta l'umanità rischiava di essere criticata per aver taciuto queste informazioni com'era successo per le asari, specialmente se l'avvertimento dei leviatani era giusto.

Le asari se l'erano cavata per il rotto della cuffia, facendo capire che erano disposte a tacere sul fatto che un ramo deviato del governo e forze armate Salarian aveva cercato di far esplodere il portale Caronte, quando tutte le flotte erano ancora riunite nel sistema solare in attesa di partenza. In cambio del silenzio su quei episodi anche gli altri consiglieri avevano ottenuto dei vantaggi per i rispettivi popoli, tutto era caduto nel dimenticatoio.
--Una mano lava l'altra.-- pensò, l'influenza delle asari all'interno del Consiglio ne aveva comunque risentito, ma questo era inevitabile e un prezzo accettabile da pagare per il silenzio.
--Sicuramente si ripeterà qualcosa di simile, nessuno vuole scandali e se questo salta fuori probabilmente diventeranno pubblici anche il tentativo dei salarian di ucciderci tutti e che le asari abbiamo tenuto per secoli tecnologia prothean solo per loro-- sospirò rumorosamente -- Chissà come stanno i ragazzi?-- pensò
Il primo ministro aveva avvertito che la consigliera De Falco era già stata messo al corrente della situazione e ne avrebbe parlato al Consiglio poco prima della sua udienza, col compito di convincerli che in caso di un'invasione l'umanità avrebbe fatto la sua parte per aiutare gli alleati e evitare inutili fratture. Il suo invece era far si che il Consiglio non perdesse troppo tempo per agire, se davvero i “Grigi” stavano arrivando e magari presentandosi con un piano.
La nave attraccò alla Cittadella. Lui non aveva ancora un'idea ma gli era tornata in mente una voce che aveva sentito riguardante un progetto, non sapeva se fosse vera ma avrebbe fatto a caso suo.
La dottoressa con la sua scorta si recò al laboratorio che usava sulla Cittadella, mentre Shepard diede a Conrad un'altra persona da contattare: Samantha Traynor.
Shepard aveva finito di parlare e stava assistendo da più di dieci minuti alla discussione incorso tra i consiglieri Umano, Turian, Asari, Salarin, Kroga, Quarian. Stava andando più o meno come immaginava, l'umanità accettava di consegnare le informazioni sui “grigi” in loro possesso, in cambio si riconosceva la sua buona volontà nel aver subito avvertito il Consiglio nonostante non vi fossero prove concrete, ma solo le parole dei Leviatani di cui nessuno si fidava particolarmente.

In tutto questo lui era intervenuto come “pompiere” cercando di riportare a più miti consigli quelli che si dimostravano più intransigenti, evitando che la discussione si arenasse.
--Dovrei essere in vacanza,invece sono qui, ho mal di testa-- fu il suo pensiero, voltandosi leggermente vide Ashley che gli sorrideva  facendogli capire di avere pazienza.
Alla fine fu il consigliere turian Volanti Deos a rivolgersi direttamente a lui « Shepard qual è la sua opinione in merito?» Sparatus si era ritirano qualche mese prima. Lui si ricordava ancora della sorpresa quando l'ex-consigliere si era presentato al suo appartamento sulla Cittadella con una bottiglia di liquore. Si erano ubriacati e si erano detti tutto quello che si erano taciuti per anni e dei problemi che l'uno aveva creato all'altro. Non era sicuro fossero in buoni rapporti, ma si rispettavano a vicenda.
«Abbiamo solo le parole dei Leviatani e alcune immagini di qualcosa che si è visto nei notiziari, non molto. Qualsiasi decisione prenderemo dovremmo almeno essere sicuri che esistano ancora e delle loro azioni. Vorrei evitare un'altra guerra del primo contatto.» Rispose Shepard.
«Il vero problema, in ogni caso, sono le capacità delle loro navi e sempre se quello che i leviatani ci hanno riferito sia vero. Se possono saltare quando e dove vogliono senza il bisogno dei portali, fermare un nemico con questa mobilità sarà difficile e impossibile formare un fronte con le nostre flotte.» Commentò il consigliere quarian e ammiraglio Xen, sempre attenta quando si parlava di nuove tecnologie.
Riprese il discorso il consigliere Krogan, Urdnot Bakara « Sperando che non riservino sorprese anche in altri campi.» Sottolineando come la minaccia potrebbe non limitarsi a quello.
Fu il consigliere asari Tevos a chiedere al capitano se si era già fatto un'idea su come scoprire la verità sui grigi
« Il progetto “Ascolto” all'interno del programma di Iniziativa di Difesa Globale (I.D.G), potrebbe tornare utile?» Disse giocando la sua miglior faccia da poker. Sapeva vagamente in cosa consistesse perché una persona di fiducia gliene aveva accennato ma niente di più, tranne che se ne parlava nelle teorie complottistiche. Ma vendendo da lui nessuno mise in dubbio che sapesse di cosa parlava.
I consiglieri fissarono Shepard e si guardarono l'un l'altro.
Il consigliere Salarian Jerod Wizard era scandalizzato «CAPITANO SHEPARD, quello è un progetto segreto a cui non è autorizzato come fa? No, chi glielo ha detto? Sarà uno S.P.E.T.T.R.O. ma non è autorizzato a intromettersi nelle procedure del Consiglio. Suggerisco l'apertura di un inchiesta!»
Tevos commentò rivolta al collega « Non credo sia un problema se Shepard conosce questo progetto.»- gli altri consiglieri annuirono all'unisono, solo il salarian dissentì - «Può darsi inoltre che abbia ragione, quel progetto era stato avviato e finanziato per trovare le minacce ovunque.»
I consiglieri parlottarono fra loro per alcuni minuti prima di rivolgersi nuovamente dal palco, a farlo fu il Consigliere turian «Capitano Shepard, Comandante Williams da questo momento siete autorizzati ad accedere al programma completo del I.D.G. Recatevi a incontrare il maggiore Venter Audit della S.O.S., vi dirà tutto quello che occorre e vedremo se può servire.» Ricevettero sui loro comunicatore dove recarsi.
Durante il tragitto in ascensore Shepard ripassò con Ashley quello che sapevano sull'I.D.G. Sulla carta il programma coinvolgeva le forze speciali delle specie del Consiglio e quelle sue alleate come Hanar, Elcor e Volus, mentre erano sotto sorveglianza i Batarian come possibili nuovi membri. Aveva lo scopo di preservare l'ordine nella galassia favorendo la lotta al terrorismo e atti criminali di vasta portata facilitando la cooperazione tra varie agenzie come S.P.ET.T.R.I, S.O.S., Guardia Nera Turian (G.N.T.), solo per citare le più famosi.
Le unità I.D.G., costituite da elementi provenienti da ognuno di questi corpi, sarebbero dovute essere equipaggiate per affrontare qualsiasi cosa: da disordini locali a conflitti armati. Avevano come direttiva primaria garantire che nessun conflitto nascente potesse degenerare di nuovo in una situazione di emergenza.
Tuttavia le squadre I.D.G. erano rimaste solo un'idea, ognuno di questi gruppi aveva regole proprie e gli S.P.E.T.T.R.I non ne avevano nessuna. Altamente specializzati nel agire in determinati modi e situazione trovavano difficoltà a collaborare tra loro, non di meno anche per motivi d'orgoglio d'appartenenza ai singoli gruppi. Il progetto non era stato un completo fallimento.
Le porte dell'ascensore si aprirono, a riceverli un salarian
«Sono il maggiore Venter Audit, onorato di conoscervi. Capitano deve aver sollevato un bel polverone a parlare così apertamente di questo progetto davanti al Consiglio, ma penso che abbia fatto bene, sono mesi che qui è tutto fermo perché devono decidere, ora forse stabiliranno se affossare o no questo progetto.  Vi mostro il posto, seguitemi, ditemi cosa sapete di “Ascolto” e io vi aggiungerò il resto.»
« Niente di più che le storielle di extranet e se non fosse per una fonte attendibile neanche ci avrei creduto.» Rispose lui
«Cosa? ...Aspetti...ma ne ha parlato al Consiglio!» - Gli occhi del salarian si spalancarono e si mise a ridere - «Un bluff! La giusta punizione per la loro tracotanza, bene allora vi spiegherò tutto dall'inizio.»
« “Ascolto” si basa su rivelazioni dell'energia oscura. Essa rappresenta una delle forze fondamentali dell’universo assieme a quella nucleare, elettromagnetica e gravitazionale e agisce sia a livello cosmologico che subatomico.
L'eezo o “elemento zero”, generato quando la materia solida come un pianeta è influenzata dall'energia di una stella che sta per diventare una supernova, se sottoposto ad una corrente elettrica, più forte è la corrente maggiori sono gli effetti, emette un campo di energia oscura che aumenta o diminuisce la massa del volume dello spazio-tempo. Questo "effetto massa" è usato in innumerevoli modi, dalla generazione di gravità artificiale alla produzione di materiali da costruzione ad alta resistenza, ma soprattutto consente viaggi spaziali FTL (Faster Than Light).Perdonate la lezione di fisica, ma era per chiarire alcuni concetti,“Ascolto” è un modo relativamente semplice per rintracciare chiunque ma senza “vederli” con i soliti sensori e si basa sul concetto del “sollevamento delle acque”, immaginate l'energia oscura come un oceano, quando una nave va in FTL e come se provocasse delle onde che noi tramite sensori rileviamo. “Ascolto” vede le onde non chi le produce, anche se tramite ricerche incrociate possiamo risalire a chi si tratta e nessuna nave sfugge a questo controllo, ne la Normandy SR2 ne la SR3. Saranno invisibili per gli altri ma nessuno può “nuotare senza fare onde”, eccoci arrivati.»
La porta si aprì e videro un enorme schermo collocato nella parete davanti a loro, più in basso  alcune file di terminali, almeno una trentina ma con solo una decina di operatori. Vicino all'ingresso quella che appariva chiaramente la postazione di comando.
Shepard e Ashley erano colpiti per quello che il salarian aveva detto «Ne è certo?» chiese Lei
Il salarian annuì «Parlo per esperienza, come test definitivo “Ascolto” aveva il compito di trovare queste due navi mentre erano occultate,vi siamo rimasti addosso per una settimana intera di prova senza mai perdervi di vista, occultamento e no. Con nostra sorpresa eravamo anche in grado di dire quando eravate occultati per via delle diverse onde.»
«Ho ancora i miei dubbi,come ci sareste riusciti?» Domandò il comandante Williams.
«Tramite sensori sparsi negli ammassi della galassia. Avete presente la rete di boe extranet? Quelle delle singole specie, governi, forze armate in giro nello spazio, noi...con la scusa di manutenzioni straordinaria...abbiamo fatto una piccola aggiunta ad ognuna.» - e rivolgendosi agli operatori ordinò - « Accendete lo schermo!» Sul grande visore centrale apparve la mappa della galassia a seguire una serie di piccole icone.
«Cosa sono?» Chiese John
«Quelle sono le reti di comunicazioni, tutte quante, ogni puntino è una boa» I puntini aumentarono fino a coprire più della metà degli ammassi della galassia, solo la parte rappresentante dei sistemi terminus  ne era priva « Visualizzate la rappresentazione!» Ordinò Audit
Sulla mappa comparvero altri dati, venne visualizzata la Cittadella, i portali e altre importanti strutture, tutto suddiviso all'interno di una griglia. Divenne una mappa tattica dell'intera galassia.
« Avviare “Ascolto”, cercare segnali di sollevamento “onde”» Proseguì il salarian.
Dopo qualche secondo apparve una nuova icona, poi una decina, un centinaio e poi troppe per essere contate.
«Ognuno di quei puntini è una nave con un motore FTL funzionante. Colpiti?» Chiese lui piuttosto orgoglioso.
«Eccome!» - Esclamò Ashley e continuò - « Se è così efficace perché il Consiglio ha bloccato il progetto?»
«Perché funziona troppo bene, con questo sistema si può scoprire la posizione di ogni singola nave e ogni specie ne ha sempre qualcuna di cui non vuole far sapere la posizione, oltre alla possibilità di scoprire località segrete seguendone la rotta. Guardate adesso.» Indicò un punto sulla mappa dove era apparsa una lunga linea, appena per qualche secondo, che attraversava una sezione della mappa, «Quello era un salto attraverso un portale, appena eseguito da una nave.» Specificò.
«Fuori dagli ammassi non ci sono boe, perché viene rilevata lo stesso la rotta seguita da quella nave?» Volle sapere lei.
«Rimanendo sulle onde...possiamo paragonare un FTL di una nave a delle normali onde, invece una nave che entra in un portale è simile a uno tsunami, emette così tanta energia che la rotta è segnalata anche con boe distanti anni luci. Tornado al nostro argomento, le motivazioni ufficiali furono la paura di ledere il diritto alla privacy e altri aspetti fondamentali della libertà, così si decise di fermare tutto e trasferire parte del personale in attesa di una decisione, ma da allora è tutto fermo da mesi...in origine avrebbe dovuto supportare le squadre I.D.G. Capirete anche voi che non potendo nascondersi chiunque sarebbe stato catturato, ma quando quel progetto rimase sulla carta, allora scoppiarono le prime paure ma penso che saremo arrivati a questa situazione in ogni caso.» - disse terminando la spiegazione-  «Questo è tutto, posso sapere perché siete qui? O almeno chi bisogna cercare? Perché è sicuramente di questo che si tratta,capitano Shepard non ha detto molto.»
Lui in disparte fino a quel momento, era stato molto colpito da quello che gli era stato detto e mostrato e aveva lasciato che fosse la moglie a fare le domande, mentre lui ragionava sulla cosa più utile da fare.
«Mi lasci dire che mi sono senza parole. » A quella frase il salarian sorrise, sorprendere l'eroe della galassia non era cosa comune « Sarebbe possibile risalire ai dati di almeno una, forse due settimane fa?»
Audit annuì « Forse, il sistema non era attivo, ma i sensori si....potrebbero aver rilevato qualcosa, sempre se non vi interessa avere dati completi. Avete altre informazioni per affinare la ricerca?»
Shepard gli diede località e ora di quando secondo i notiziari erano avvenuti gli strani avvistamenti
Tra i vari segnali, erano mostrati quelli di tutte le navi presenti in quel momento, sullo schermo apparvero tre segnali come quelli di un salto avvenuto tramite un portale, solo che avvenivano dove non ce n'erano e arrivavano fino al bordo della mappa che coincideva con quello galassia.
«IMPOSSIBILE!!» - esclamò il salarian e rivolgendosi al personale in sala - « ricontrollate tutto, trovate l'errore!»
«Non c'è nessun errore.»- l'ho interruppe Shepard - « È quello che stavo cercando, faccia un controllo approfondito di tutti i dati dell'ultimo mese e mi trovi altri segnali come quelli. Da questo momento il progetto “Ascolto” è pienamente operativo, recuperi tutto il personale che le serve e  analizzi tutto il prima possibile, voglio un'analisi completa. Al più prestò la metterò al corrente dei fatti, è uno S.P.E.T.T.R.O. A ORDINARLO!»
«Si, capitano!» Rispose  Audit
I due s.p.e.t.t.r.i. uscirono dalla stanza diretti al Consiglio
«Dunque è vero?» Chiese la moglie
«Pare di si» - Rispose lui mentre azionava il comunicatore - «Consigliere De Falco, sono Shepard, sto tornando e devo parlare subito al Consiglio. Abbiamo un problema.»
Avere ragione suo razziatori non era mai sembrata una vittoria e ora provava la stessa cosa per questa faccenda.
Arrivarono subito alla torre del Consiglio e all'ingresso trovarono i vecchi compagni di squadra e conoscenze. Il tenente Conrad non aveva potuto partecipare alla riunione del Consiglio, così Shepard gli aveva affidato il compito di riunire le persone da lui chiamate e comunicargli che potevano trovarlo al Consiglio o recarsi al suo appartamento sulla Cittadella.
« Shepard, felice di vederti» «Ehi Loco! Che succede» «Ash, quel messaggio pareva urgente» «Nuovi guai in arrivo, la Normandy dovrà darsi da fare, ve l'avevo detto...ho fiuto».  Si erano fatti tutti subito in avanti per salutare e informarsi su cosa succedeva.
«Grazie per essere venuti subito, andiamo dal Consiglio e avrete subito delle risposte»
I primi minuti dopo che Shepard ebbe riferito di quanto registrato da “Ascolto” furono alquanto concitati, sopratutto quando chiese di tenerlo attivo e di usarlo.
«Ha in mente qualche piano?» Chiese il consigliere turian Deos
«Ancora no, ma sono sicuro che con l'aiuto di queste persone e usando“Ascolto” qualcosa si possa fare.»
I consiglieri quarian, salarian e asari non erano chiaramente contenti di informare altre persone, ma dovettero ammettere che non c'era scelta.
Così  Lawson, Coats, Liara, James, Tali, Garrus, IDA e il tenente Conrad furono messi al corrente riguardo l'avvertimento del Leviatano, sui “Grigi” e “Ascolto”.
«Questo è il quadro a grosse linee, vi fornirò i dettagli alla prima occasione. Ho chiamato anche Traynor, immagino arriverà domani, per adesso è inutile preoccuparsi e ormai la giornata sta finendo. Domani vi mostrerò “Ascolto” e forse il sonno ci porterà consiglio. »
«Certo ragazzi, che viviamo su un pianeta che vogliono tutti...”Vi annoiate, venite sulla Terra, settimana prossima “L'invasione dei cervelli volanti””» Ci scherzò su James
Sullo stesso tono Joker gli rispose «Mi pare ovvio, non avete mai visto gli olo-film con i mostri? I cattivi invadono sempre il pianeta dell'eroe e noi abbiamo l'eroe per eccellenza, la cosa positiva e che vengono presi a calci in culo.»
«Vuoi dire che è colpa mia Joker?» Commentò Shepard,
«Certo che no, capitano!» Rispose il pilota col solito tono allegro.
Ashley percepì nuovamente qualcosa di strano nell'atteggiamento del marito.
Alla fine la seduta venne tolta e Conrad venne chiamato nell'ufficio della consigliera De Falco. All'uscita Ashley invitò i vecchi amici a cenare da loro, usando come scusa che presto ci sarebbe stato molto lavoro e poco tempo per il resto, a patto che si accontentassero di cibo pronto. L'appartamento era vuoto, non avendo pensato di doversene servire.
Mentre si avviavano il marito le disse piano « Strano, solitamente ti piace accogliere gli ospiti con la tua cucina casalinga.» Lei non rispose limitandosi ad approfittare della vicinanza del marito per baciarlo sulla guancia.
La cena fu saporita e si concluse presto, non volevano fare tardi, ma ci fu lo stesso il tempo di fare domande sul lavoro e famiglia.
«L'ho vista tante volte, ma quella foto è sempre bella» Commentò Joker riferendosi alla foto fatta al termine della prima festa in quell'appartamento, durante la guerra dei razziatori. Gli altri assentirono.
«Vi ho voluti qui anche per un altro motivo» - dichiarò improvvisamente Ashley - «John hai qualcosa che ti turba, lo so...è successo dopo che hai parlato con il Leviatano.»
«Mi sembra normale...visto quello che ci aveva appena detto.» Obiettò lui
«Anche dopo la battuta di Joker che fosse colpa tua, come si dice:”Ridendo e scherzando si può dire qualsiasi cosa.”»
«Qual è il problema?» Chiese Shepard con tono alterato. Ash lo osservò dritta sulla sedia con le braccia incrociate come a dire che quella reazione era una prova, gli altri avevano il medesimo sguardo.
«John, pensi che dopo trent’anni non sappia leggerti in faccia cosa ti passa nell'animo?»
Lui li fissò e dovette riconoscere che era inutile fingere con persone che lo conoscevano così bene «Voi tutti sapete come ho attivato il crucibolo e del catalizzatore?»
Tutti fecero di si con la testa.
«Scelsi di distruggere i razziatori,quindi l'attuale situazione è solo colpa mia. Con la mia decisione ho trasformato il crucibolo in un gigantesco bengala di segnalazione che ha richiamato questi esseri,se ci saranno dei morti saranno dovuti alla mia mancanza di coraggio.»
«Coraggio? Shepard sei impazzito?» - gli chiese Garrus stupefatto - «Hai fatto cose impensabili per chiunque come arrivare a Ilo, se vogliamo incominciare dall'inizio.»
Liara a intervenire a ruota «Ti ricordi quando ci siamo conosciuti Shepard, in quelle rovine prothean che crollavano, con quei geth e quel Krogan. Io mi rintanai a terra, dietro al pannello di comando mentre tu con Ash e Wrex li affrontaste.»
Gli altri a loro volta incominciarono a menzionare tutte le situazioni da cui erano usciti solo grazie a lui.
«SMETTETELA!» - Gridò John - « Non merito nessun elogio! Sapete perché scelsi distruzione? il VERO MOTIVO che mi spinse più di qualunque altro? PAURA DI MORIRE, il Catalizzatore mi fece capire che con le altre due scelte sarei sicuramente morto e ho avuto paura, mai avuta su di un campo di battaglia dove la morte è solo una probabilità, in quel momento era una certezza e non mi sembrava giusto e per questo scelsi distruzione. Decisi che la vita di IDA e di tutti i Geth non valeva più della mia. Sapevo che avendo ancora gli impianti di Cerberus in corpo sarei potuto morire, anzi era quasi una certezza, ma quel “quasi” mi fece scegliere. Legion e Mordin sacrificarono la loro vita sapendo di morire per il bene degli altri, io di fronte alla stessa scelta mi sono tirato indietro. LORO hanno avuto coraggio, non io. Se l'avessi avuto, i Razziatori sarebbero ancora attivi e innocui per noi e i “grigi” se ne sarebbero rimasti lontani.»
Tutti lo guardavano in silenzio, nessuno sapeva cosa dire e alla fine si rivolse a IDA «Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare IDA, a te e ai geth per la mia vigliaccheria e mi dispiace non avervi detto da subito tutta la verità.»
IDA dotata ora di un corpo organico, solo l'emisfero sinistro era sintetico, rispose «Non hai niente da scusarti Shepard, già una volta lo facesti per quanto accaduto e da allora non è cambiato niente, non dovevi scusarti in passato e non devi farlo adesso. Le forme di vita organica temono per natura la morte e non puoi sapere cosa sarebbe successo dopo le altre scelte. Non negherò che se avessi scelto sintesi questo avrebbe implicano una vita potenzialmente eterna, la conoscenza di centinaia di migliaia di specie mietute, la possibilità di far nascere un mondo pacifico, colto, direi perfetto. Ma avrebbe anche potuto portare a un universo senza spinte evolutive nel migliorarsi e un mondo senza evoluzione è un mondo morto, è un mondo immobile, un mondo senza sete di conoscenza in cui gli esseri rimarrebbero fermi perché non motivati da nulla.»
«Io non scambierei mai ciò che mi rende umana nel corpo e nell'anima. Non gioco la mia essenza organica fatta di emozioni,cuore e intelletto e nessuno ha il diritto di cambiarci. Sono umana e voglio vivere e morire da umana» Dichiarò Ashley
«Giusto! Lolita ha perfettamente ragione!» Esclamò James
«Esatto! Io sono un turian e voglio vivere e morire da turian.» Rispose Garrus
«E io sono una quarian e voglio vivere e morire da quarian.» Disse Tali facendo eco al marito
«E lo stesso ti direbbe Wrex se fosse qui.» Aggiunse Garrus
«Signore…Shepard.» Intervenne Coats, marito di Miranda non aveva fatto parte dell’equipaggio della SR2 «Abbiamo lottato a Londra per salvare tutte le specie della galassia, non per ottenere degli ibridi che nessuno ha chiesto. Da quello che sappiamo dai leviatani, non ho problemi a definire i razziatori e il catalizzatore un esperimento fallito. Quando un esperimento fallisce la cosa migliore è ricominciare da capo, usare le altre soluzioni significava agire su basi sbagliate.»
IDA si alzò e raggiunse Shepard abbracciandolo, avevo imparato da tempo l'importanza rivestita dal contatto fisico per gli organici, per poi guardarlo dritto in faccia. «Ha mai pensato a tutti noi, a Ashley, a come ci saremo sentiti a non averti più accanto o forse pensi che non avremmo rinunciato subito a quel futuro per riavverti con noi?»
«Shepard non c'è niente di male in un po' di egoismo,posso dire che ti sei sacrificato più di chiunque altro e lo so per esperienza...ricordi il progetto Lazzarus.» s'intromise Miranda.
«Se fai un'analisi oggettiva della situazione osserverai che io sto bene, i geth sono funzionanti e tu sei vivo, inoltre il catalizzatore non aveva mai preso in considerazione la possibilità di coesistenza tra organici e sintetici, processo attualmente in corso. Questo dimostra che nonostante fosse un IA estremamente evoluta il suo pensiero era offuscato e fallace come quello di chiunque» Spiegò IDA
Dopo averci riflettuto un attimo Miranda disse «Fortunatamente Shepard non ha scelto la soluzione dell'Uomo Misterioso. Avremmo ottenuto la pace in tutta la galassia senza snaturare la vita organica o sintetica e i razziatori sarebbero stati senz'altro utili nella fase di ricostruzione, ma alla fine l'universo sarebbe stato comunque alla loro mercè. Comandati da questo umano fatto Dio/Macchina che alla fine avrebbe chiuso tutti in una gabbia dorata, agendo secondo il suo esclusivo punto di vista.»
Shepard sentì un nodo serragli la gola, perché l'accaduto dimostrava ciò che sua mogli e suoi amici provavano per lui «Grazie ragazzi, adesso mi sento meglio...sono pronto a combattere.»
«Ben detto capitano, questi “grigi” li faremo “neri” appena si mostreranno» Intervenne Joker
«Giusto! I razziatori battono i grigi, noi battiamo razziatori, noi battiamo i grigi.. è un sillogismo perfetto!» Disse James
Tutti lo fissarono in silenzio e fu Miranda a intervenire «Sai cos'è un sillogismo?»
«Certo, anch'io mi sono fatto una cultura in questi anni,»
Un coro di prese in giro e la cena continuò ancora per un po'.

*****

Il giorno dopo Traynor fece il suo ingresso nella sala che Audit aveva loro messo a disposizione  nel centro di “Ascolto”, accompagnata da Conrad che era andata a riceverla e a svolgere altri incarichi, accolta dai saluti di tutti.
«Felice di vederti Traynor. Pare che te la passi bene, mi spiace di averti trascinato via dal centro comunicazioni quantiche.» Disse Shepard salutandola
«Non preoccuparti...sempre felice di darti una mano comandante..ops...capitano...a volte ci casco ancora. Ma questo che posto sarebbe?»
«Una volta mi accennasti che il Consiglio aveva un progetto che prevedeva l'uso di comunicatori per tenere sotto controllo tutte le navi, denominato “Ascolto” e che ne eri convinta dopo una volta che per caso esaminasti una boa dopo una manutenzione non prevista. Questo è “Ascolto!”» Con un braccio indicò tutto il locale
«Cosa? Mi prendi in giro! No, non mi faresti venire qui solo per questo.» D'improvviso Traynor si accasciò su una sedia li vicino, sul volto un espressione desolante.
Shepard rimase sorpreso da questa reazione e dall'improvviso cambio di umore «Comandante...capitano...se hanno coinvolto te in questo progetto segreto, quando dai tuoi messaggi avevi detto che eri in ferie vuol dire che ci sono grossi guai in arrivo. Ho ragione?» Chiese con uno sguardo stranamente inquietante Traynor.
Shepard non poté evitare di sentirsi leggermente in imbarazzo a quest'accusa, quasi paragonato ad un uccello del malaugurio. Non era colpa sua se era generalmente coinvolto solo in problemi di portata galattica «Mi spiace, è così.»
«Va bene...farò tutto ciò che posso per aiutarti» Asserì lei rianimandosi e andando a parlare con gli altri.
Conrad si fece avanti per parlare con Shepard «Signore,questo è il materiale che ci è arrivato sulla navetta dei grigi.» - Disse porgendogli un datapad - «La navetta come richiesto è in un hangar della N7 e solo il personale autorizzato può accedervi. Soldati dell'Alleanza formano un cordone di protezione, mentre agenti N7 ne formano uno più esterno. Il vice comandante  Deerit Nunc si è dimostrato estremamente collaborativo e avendolo informato da subito che agivo per suo conto non ha fatto nessuna domanda, mettendo a disposizione hangar e uomini immediatamente.»
« Nunc sa che non lo terrei allo scuro senza motivo né farei correre ai miei uomini più rischi del dovuto, da soldato con esperienza sa che non sempre si può dire tutto.»
«Il Consiglio manderà al più presto dei suoi esperti e fornirà le attrezzature necessarie per esaminarla.» Aggiunse ancora Conrad
«Molto bene tenente, ora per favore dica a Audit di venire e poi si fermi anche lei.»
«Sissignore!» E si allontanò per ritornare con il salarian, tutti presero posto nella sala.
Lui si mise al centro della sala, pronto a parlare «Per molti di voi quello che sto per dire sarà una ripetizione di quello che ho raccontato ieri al Consiglio, ma in quella ricostruzione mancavano alcuni dettagli e altri conoscono solo parzialmente cosa sta accadendo.»
Raccontò tutto dall'inizio, dell'Area 51, dell'incontro con il leviatano tramite la dottoressa Ann Bryson, delle informazioni apprese sui Grigi e sulla loro tecnologia e delle tracce rilevate da “Ascolto” che Audit aveva scoperto. Il salarian rimase sorpreso nell'apprendere cosa fossero e da tutta la faccenda. Fu poi la volta di quest'ultimo farsi avanti per spiegare il progetto che aveva rilevato quei segnali, presentare altri dati al riguardo risalenti a due settimane prima di quelli rilevati in presenza del Capitano Shepard.
Lui riprese quindi la parola e passò le informazioni  della navetta dal suo datapad a quello degli altri. «Bene adesso sapete quello che so io. La prima cosa da fare per come la vedo è trovarli e accertarsi delle loro intenzioni.»
«Vuoi dire che gli alieni potrebbero essere tra noi? Scusate, non ho resistito.» Dichiarò Joker con un sorriso in faccia
Fu Liara la prima a intervenire seriamente «Il problema principale è che quelle tracce giungono al limite della galassia e proseguono, vanno oltre l'ammasso di Nimbus nello Spazio esterno del Consiglio e non sappiamo da li per quanto continuino. Se quello che sappiamo sui loro motori è vero potrebbero essere ad una distanza impossibile da coprire per noi, con la nostra attuale tecnologia. Per la Dea, trovarli sarebbe solo una questione di fortuna.»
IDA proseguì il discorso «Vero, ma possiamo vedere che nonostante abbiano visitato punti diversi della galassia, queste tracce riconducono in un area limitata che va dall'ammasso di Niumbus a quello di Atheon, fornendoci una direzione in cui cercare ma rimane lo stesso il problema sollevato da Liara. Lo spazio oltre a quel margine di galassia è...infinito, fisicamente parlando. Trovo inoltre interessante un altro dato, queste rotte verso Thessia, Terra, Tuchanka sono linee dritte e continue, ma quella per Sur'Kesh s'interrompe prima di entrare nella Zona Krogan e riprende subito fuori da essa, ritengo possibile che come le navi che usano un portale proseguano in linea dritta così anche le loro navi non possano virare in quella modalità e che nell'avvicinarsi a un ammasso debbano passare a un tipo di propulsione standard. Non ho abbastanza informazione per formulare un perché.»
«La soluzione più semplice sarebbe aumentare la potenza di “Ascolto” costruendo una rete di boe oltre la galassia. Ho una certa esperienza in missioni sotto-copertura e posso immaginare che i sensori che avete applicato alle boe di comunicazione esistenti, non siano potenti quanto se li avreste ricostruiti da zero.» Osservò Miranda
«È così, per evitare che venissero scoperti sono stati applicati sensori di piccoli dimensioni e con limitato consumo energetico per evitare di richiamare l'attenzione. La conseguenza è stata una riduzione della portata ma ugualmente sufficiente per gli scopi iniziali» Spiegò Audit dandole ragione.
«Ma non per quello che corre a noi.» Obiettò la Lawson.
«Traynor, tra noi sei quella con più esperienza con i sistemi di comunicazioni e boe, pensi sia possibile costruire una rete esterna alla galassia usando sensori più potenti?» Chiese John
«Beh...ecco...» - Traynor ci rifletté un attimo - «In teoria penso di si, la soluzione dovrebbe essere attuabile ma solo per uno spazio limitato....non ho dati precisi....ma se devo fare una valutazione al momento direi che è possibile coprire la zona di spazio tra l'ammasso di Nimbus e quello di Atheon, ma solo per una distanza dal margine non superiore di 1 kpc, ma non posso garantirlo senza fare delle analisi.»  (Nota:1kpc = 1000 parsec= 3.08567758 × 1019 metri)
«D'accordo Traynor voglio che tu e IDA lavoriate con Audit per cercare di realizzare questa rete e ricercare altri dati. Liara, Tali e Miranda voglio che vi occupiate di analizzare e studiare la navetta. Coats, se quegli esseri sono veramente interessati alla Terra, l'Alleanza deve essere pronta. Voglio che indaghi su qualsiasi evento insolito che intelligence abbia registrato, fatti aiutare in questo da Conrad ha una linea diretta con il primo ministro Lynch, ti tornerà utile in caso di difficoltà. Ash e James, quegli esseri hanno visitato anche altri mondi del Consiglio, è possibile che qualcuno abbia delle informazioni, magari senza saperlo, contattate le altre agenzie e vedete cosa scoprite. Garrus le navi N7 di pattuglia potrebbero aver registrato qualcosa, parla con Nunc per vedere se ha sentito “voci” di qualcosa di strano. Joker, la Normandy SR2 è a riposo da qualche mese fai in modo di tenerla pronta.Io dirò al Consiglio che ora abbiamo un piano e cercherò di rassicurarli.»
Tutti si dimostrarono d'accordo.
Liara fece un'ultima osservazione «Come studiosa trovo però strano che questa scoperta abbia influenzato l'umanità in modo decisamente minore rispetto alla scoperta delle rovine Prothean di Marte. Capisco che la tecnologia umana fosse molto più rudimentale all'epoca, rispetto a quando giungeste su Marte e questo può averne impedito uno studio adeguato ma l'impatto sulla società fu minimo in ogni caso per una scoperta del genere.»
Tutti i presenti umani si dimostrarono d'accordo con Liara, incuriositi più che altro da nomi folkloristici come Roswell, Area 51 ecc...
John annuì e dichiarò « Come s.p.e.t.t.r.o. mi hanno fornito qualche informazione storica e non finirà l'universo se sprechiamo dieci minuti a soddisfare la vostra curiosità. Secondi alcuni l'unificazione dei diversi governi della Terra in una singola entità politica era avvenuta troppo in fretta. La formazione dell'Alleanza, dicevano queste teorie, era solo l'atto conclusivo di una lunga e complessa serie di trattati internazionali segreti e accordi clandestini che avevano richiesto anni, se non decenni, di negoziati. In parte questo era vero ma non fu dovuto alle rovine Prothean ma alla navicella dei “grigi”. Quando il governo americano dopo decenni di studio riconobbe che non avrebbe ottenuto di più da essa ne rivelò l'esistenza ad altre nazioni, tutto nel massimo segreto, fu allora che vennero presi i primi accordi che furono le basi dell'Alleanza. Quando le rovine Prothean furono rinvenute, si ritenne l'occasione giusta per portare alla luce il risultato di anni di accordi...ora tutti al lavoro!»
La riunione era finita e ognuno iniziò a svolgere il proprio ruolo.

                                                                 *****

Qualche giorno dopo la Normandy SR3 era nella Nebulosa Silean nel sistema Teyolia.
Olivia si stava precipitando in cabina di pilotaggio ancor prima di ricevere la chiamata di Ilary. La nave era andata in occultamento senza che lei lo ordinasse o fossero una situazione di pericolo.
«Ilary, cosa succede?»
«Non ci crederà signore, ma ho trovato una nostra vecchia conoscenza.» Dichiarò il pilota che dava del “signore” all’amica solo in situazioni serie.
«Di cosa parli?»
«Quando salvaste me e Steve su Omega e perdemmo la SR3 a causa dell'intervento di una nave sconosciuta, sono sicura di averla localizzata.»
«Eh! Come puoi dirlo con sicurezza?»
«Ho salvato i registrati di quella missione dal server della SR2, ottenendo i dati sulle emissioni di quella nave nel caso l'avessimo ancora incrociata, inoltre sono loro perché stanno usando il nostro stesso sistema di occultamento.»
«Ne sei certa?»
«Si, fidati. La SR3 dovrebbe essere l'unica nave ad emettere emissioni con quel tipo di distorsione che le rende difficili da individuare tranne che per noi, invece gli strumenti segnalano una nave con lo stesso sistema. Sola quella Nemesis e il Phantom sono le uniche scappate tra i responsabili del furto della SR3.»
«Mmhh...va bene seguiamoli e vediamo dove ci conducono.» Ordinò Olivia

La Atlantic Codex, con Dasha a bordo, si stava dirigendo su Nevos. Scoperto da pionieri Asari , era un vivace pianeta giardino e sede di una fiorente colonia Asari. Spiagge sabbiose e romantiche e lune gemelle alimentavano l'economia del turismo, mentre una frontiera sicura e vigilata l'aveva fatta diventare la sede di numerose lobby politiche ed economiche.
Come dire che è sede di alcune delle maggiori organizzazioni criminali dell'ammasso-- rifletté tra se Dasha, leggendo le informazioni sul Codex – non per niente un paio di esse lavorano per me.--
Era diretta su quel pianeta per risolvere una faccenda che l'aveva incuriosita. Qualcuno aveva tentato di fregarla, ma quello che trovava strano era la merce che stavano cercando di piazzare, dai dati che il generale Tetrius gli aveva preparato si trattava di componenti ad alta tecnologia molto diversi tra loro e parti di armi sempre di ultima generazione. Quella lista gli ricordava un campionario di prodotti. Aveva provato a investigare chiedendo a Mores cos'era possibile ottenere con quei componenti, ma lo scienziato krogan era stato chiaro: niente!
Una chiamata da  Neque, il pilota batarian, interruppe i suoi pensieri «Forse abbiamo dei seccatori.»
«Arrivo.»
In cabina il pilota spiegò che a volte appariva un segnale al limite del rilevamento e che stranamente aveva delle emissioni simili all'Atlantic Codex, ma non era sicuro di cosa fosse.
«Siamo occultati, in teoria nessuno dovrebbe trovarci o vederci.» Commentò il batarian riferendosi al loro doppio sistema d'occultamento, uno per i sensori e l'altro visivo che faceva assumere alla nave lo stesso colore di ciò che la circondava.
«Vero, ma c'è una nave che può trovarci.» Dichiarò Dasha, sapeva bene di cosa parlava avendo rubato lei la tecnologia installata sulla Normandy SR3 «Non corriamo rischi, manovre evasive, siamo vicini alla nostra destinazione e non ci porteranno via troppo tempo.»
 – Spero per loro che non mi attraversino la strada, li ho trovati simpatici su Virmire.-- pensò andandosene.

Su Nevos, in mezzo a una zona boschiva un asari solitaria sembrava in attesa.
«Ehi Liani! Ma che combinazione!» Disse una voce. L'asari si voltò subito puntando l'arma, alle sue spalle delle casse «Dasha! Come mi hai trovato? Parliamone...ti va?» Propose ma il suo tono parve incerto fin da subito.
La Weaver stava alla scoperto di fronte a lei, in corazza da combattimento nemesis, senza impugnare un'arma.
«Parlare mentre mi punti una pistola addosso? Non mi piace, eliminiamo la pistola.»
Un colpo esplose tra gli alberi e la pistola sfuggì di mano all'asari, che non perse tempo a raccoglierla ma caricò i propri poteri biotici. Una lama apparsa dal nulla la colpi alla testa stordendola, era viva ma perdeva sangue da un ampio taglio.
« Ben fatto Tenus!» - Commentò Dasha nel comunicatore, rivolta al drell nascosto tra gli alberi mentre si avvicinava all’asari «Liani, Isabella non ti ha ucciso solo perché gliel'ho chiesto. È il momento di parlare.» L'afferrò per la testa, buttandola in avanti facendole assumere una posizione a quattro zampe, Dasha le si era inginocchiata a fianco. «Isabella procedi!»
Il phantom le infilo una delle sue lame sotto l'addome e diede un unico e profondo taglio, l'asari urlò di dolore cadendo in avanti mentre si stringeva la ferita con le mani.
Dasha allungò la mano e gliela infilò violentemente nella ferita, strinse con forza alcune delle viscere e tirò . Un grido attraversò l'aria.
«ADESSO, LURIDA PUTTANA, PARLIAMO. Tu mi dirai ogni cosa del tuo affare, chi è il compratore, insomma tutto, se non sarò soddisfatta tirerò fuori, personalmente e a mani nude, i tuoi organi un po' alla volta...fidati non è una morte veloce.» Dasha diede un’altra stretta con la mano, l'asari strillò e mentre il suo volto diventava una mascherare di terrore incominciò a parlare.

La navetta entrò nell'atmosfera scaricando Olivia, Steve e Asiria vicino a una zona boscosa. I sensori della SR3 avevano rilevato tracce di una seconda navetta non troppo lontana, per evitare di farsi individuare erano attirati più distanti.
«Dasha sono Neque, una navetta è atterrata a qualche km da dove vi trovate, c'era veramente un'altra nave.» La informò subito il pilota
«Ricevuto, bene Liani mi dovrò accontentare di quello che mi hai detto.» Commentò la Weaver rivolta l'asari che non rispose limitandosi a versi di dolore.
«Uccidimi.» Chiese con un filo di voce,
«Mmh..Isabella è tua...ma abbiamo visite, fai veloce.» Sentenziò Dasha
«N-no, ti prego...p-pietà..u-uccidimi tu.» Chiese l'asari sputando sangue mentre il terreno su cui stava ne era intriso, ma venne ignorata.
Isabella l'afferrò per la gola alzandola, dall'ampio taglio fuoriuscivano sangue e organi, non sapeva che farsene di un pezzo di carne morente e per di più in fretta, alla fine ebbe un'idea. Aveva visto su extranet dei pescatori che uccidevano un pesce sbattendogli la testa contro una pietra, quel metodo l’aveva incuriosita.
Prese l'asari per la nuca, lasciandole la gola, sbattendole la fronte sulle casse della merce sempre con più energia, a ogni urlo che lanciava il phantom si eccitava di più mettendovi più forza.
Alla fine ci fu un'esplosione di materia cerebrale. Isabella presa da quello che faceva, eccitata, andò avanti a infierire sul cadavere fermandosi solo quando un pezzo di materia cerebrale le finì sulla visiera.
Riconobbe che era stata un'esperienza interessante, ma le spade erano tutt'altra cosa e sporcavano di meno. Si chiese se il cervello asari lasciava macchie indelebili.
Dasha aveva finito di parlare con Tenus, quando lei le si avvicinò « Sperò ti sia divertita, adesso abbiamo del lavoro extra.»
Isabella le fece capire così così.
Olivia, Steve e Asiria stavano procedendo in fila indiana con attenzione tra la vegetazione, fortunatamente non c'era sottobosco. 
Steve con armatura pesante da distruttore e fucile d'assalto Argus e fucile a pompa M-11 Wraith era in testa.
Dietro veniva Olivia, era al comando della squadra, indossava un'armatura media classica e non una da specialista come quella del fratello. Era armata con un fucile di precisione Indra M-90, riteneva sarebbe stato più utile rispetto a un fucile classico per via di tutti i rifugi che gli alberi offrivano e con una mitragliatrice M-12 Locust.
Per ultima Asiria con pistola M77-Paladin, mitragliatore M-25 Hornet e suoi poteri biotici. Portava una corazza leggera tipica del suo popolo.
Steve appoggiò il ginocchia a terra e fece segno di fermarsi, a gesti fece capire che vedeva qualcosa dritto davanti a loro.
Olivia guardò nel mirino, vide della casse e delle macchie di sangue su di esse e nel terreno. Disse qualcosa agli altri e diede ordine di rimanere leggermente indietro mente lei avanzava, trovò una copertura adatta dietro a delle rocce e si appostò, guardando nuovamente nel mirino.

Isabella salita su un tronco, occultata, aveva visto un soldato con un fucile di precisione avanzare isolato e prendere posizione dove Dasha aveva detto. Sorrise sotto il casco, questo era vero divertimento. Saltò a spade sguainate, l'occultamento venne meno come sempre quando usò i suoi poteri per potenziare le spade, pronta a tagliare entrambe le braccia al soldato, per passare poi agli altri. Le lame calarono sulla preda..
Steve avvertì un forte dolore al braccio sinistro, ma l'omni-scudo resse il colpo.
Isabella era sorpresa perchè non si aspettava un intrusione, ma aveva altri problemi a cui pensare, se non avesse deciso entro un secondo sarebbe caduta a terra, un bersaglio facile. Sfruttando il po' di spinta che le era rimasta riuscì a poggiare un piede sullo scudo energetico e a darsi una spinta all'indietro in un perfetto salto acrobatico, ma non ebbe tempo per indugiare. Il soldato aveva preso subito ad usare la sua arma senza aspettare che toccasse terra. La barriera biotica dell’armatura la protesse e si occultò nuovamente.
«Sorellina dovresti fare più attenzione, anche se avevi ragione.» Commentò suo fratello, lei era andata avanti facendo da esca. Non sapeva da dove ma era sicura che il phantom l’avrebbe attaccata. Si era appostata in un punto che qualsiasi cecchino avrebbe scelto, era certa che la nemesis le avrebbe teso una qualche trappola.
Olivia fece fuoco davanti a se, il suo obiettivo era quella che era sicuramente una donna in una tenuta da Nemesis leggermente diversa da quella che aveva studiato nei libri di storia.
«Non ho bisogno di fare attenzione, quando posso contare su di te.»
Dasha da dietro il tronco udì i vari colpi tutto attorno a dove si trovava – Un Indra M90 di sicuro e lo sa usare, chi comanda quella squadra è in gamba...chissà se è Olivia... diamogli una risposta -- decise
Olivia stava dicendo ad Asiria di alzare una cupola di protezione quando un punto della roccia dietro cui si era riparata esplose all'altezza della sua testa in un foro perfetto, ebbe appena il tempo di scansarsi che un proiettile attraversò precisamente il foro appena fatto. «State al riparo, abbiamo a che fare con un cecchino dannatamente abile. Ha sicuramente uno Javelin con caricatore modificato per  sparare più colpi.» Spiegò certa di ciò che diceva. Quello era stato un colpo 1+1, un tiro in cui riuscivano i tiratori più esperti in cui un proiettile entrava esattamente nel foro di quello che aveva preceduto
All'improvviso una filastrocca si udì nell'aria, “Un bel dì a pesca andai, ma un pesce non trovai, quindi te pescai”, un drell saltò fuori dal suo riparo, in qualche modo li aveva aggirati attaccandoli alternando attacchi biotici con armi da fuoco.
Asiria alzò la cupola biotica riuscendo a proteggere la squadra dai colpi e dando il tempo a fratello e sorella di reagire, mentre lei a sua volta abbandonata la cupola passava ad effettuare attacchi biotici.
Isabella incanalò i propri poteri biotici nell'armatura potenziata da phantom che li concentrava evitando inutili dispersioni di energia, permettendole per un tempo limitato di andare oltre le proprie capacità quali forza, velocità e attacchi biotici.
In combinazione con le sue spade, ideate da Mores, la lama sinistra, corta, diventava in grado di assorbire l’energia degli attacchi biotici e una volta fatto lei era libera di usarli per potenziare i propri e le capacità della sua armatura.
La spada nella sua mano destra, lunga, poteva essere attraversata da un sottile campo biotico che ne aumentava di molto l'affilatura e la capacità di taglio. Ma nessuna spada era affilata come il sorriso sul volto nascosto dal casco. L'asari che voleva cacciare era li, ma ancora di più le interessava il soldato in armatura presente. Lei era un predatore e sentiva che lo era anche quel soldato, si sarebbe divertita con entrambi.

Steve aveva sempre apprezzato le armature pesanti, in particolare quella del distruttore che indossava ma l'aveva personalizzata a suo modo, togliendo le difese missilistiche e sostituendo il braccio sinistro dell'armatura con quello del paladino riuscendo ad usarne lo scudo.
Non vide da dove arrivò l'attacco biotico, era stato troppo rapido, ma era di un tipo che non aveva mai visto prima e diretto contro Asiria. Usò nuovamente l'omni-scudo e ringraziò di usare un'armatura da distruttore, con i suoi micro motori nelle giunture conferiva maggior resistenza. Ma era certo che lo scudo non avrebbe retto a un secondo colpo.
Troppo veloce, non riuscì a reagire prontamente all'attacco che seguì a quello biotico. Vide la lama nella mano destra nel phantom penetrare definitivamente nello scudo che andò in sovraccarico disattivandosi, insieme a quelli dell'armatura e solo per riflesso riuscì a inclinare indietro la testa per evitare l'altra lama che gli incise il casco frontalmente, invece che trapassargli il capo. Il nemico non perse tempo, con un agile salto si fece indietro, prendendo le distanze occultandosi e attaccando nuovamente da un'altra direzione.
Molti fendenti andarono a segno con rapidità tale da rendere impossibile all'occhio seguirne l'azione, alcuni incisero l'armatura, altri anche la carne. Gli scudi non avevano il tempo per ricaricarsi
Dannazione! Sono il topo mentre il gatto si sta divertendo...troppo veloce, troppo rapida..non ho tempo di prendere la mira che si allontana e non mi lascia raggiungere un dannato riparo – rifletté incerto se chiedere aiuto alle due compagne di squadra che avrebbero dovuto lasciare i loro ripari. --Troppo pericoloso per loro.—

L'ultimo di quei colpi piombò sul lato del collo di Steve, avverti a pieno il tremendo colpo ma rimase ancora in piedi, anche se lui stesso si stava vagamente chiedendo in che modo. Era stordito e le protezioni del collo erano saltate.  Il phantom sicuro della vittoria non si allontanò.
«ALLABARDA SPAZIALE!» Grido Steve attivando il comando vocale dell'omni-lama dell'armatura da distruttore. Questa a differenza della altre omni-lame, era costituita oltre che da una lama protratta in avanti anche da una sua continuazione che copriva tutto l'avambraccio e parte del braccio.
Deciso ad approfittare dell'apertura che si era venuta a verificare dopo l'ultimo colpo, affondò pesantemente la lama in direzione del nemico.
Questa volta fu Isabella a urlare quando, la sua barriera cedette e agile come un gatto balzò indietro ma non abbastanza velocemente per evitare una ferita superficiale sulla pancia.
Isabella si sentiva stanca, da troppo tempo combatteva con i potenziamenti dell'armatura attivi, ma si divertiva e non aveva intenzione di smettere. Per questo aveva portato la maggior parte degli attacchi verso punti non vitali, per immobilizzare più che uccidere. Quello sarebbe venuto dopo e con esso il piacere. Quando avanzò nuovamente verso il distruttore, tuttavia, il phantom mostrò maggiore cautela di prima
Steve fu rapido a riprendersi e pur barcollando, in preda a una furia insensata andò contro il nemico.
Asiria stava tenendo a bada il drell da un po' di tempo. Javik, suo padre e dio onorario degli Hanar, l'aveva obbligata a seguire l'addestramento militare praticato su Kahje e oltre che quello tipico delle asari. Dalla sua posizione vedeva Steve e gli parse subito in condizioni di inferiorità e tuttavia troppo cocciuto.
«Per la dea, muoviti!» - esclamò l'asari  verso Olivia - «Non può tenerla a bada in eterno!»
«Attenta dannazione!» Strillò Olivia facendo abbassare l'amica, che in preda all'eccitazione si era alzata, giusto in tempo per evitare per evitare un colpo da parte del cecchino nemico «Vuoi farti ammazzare! Non sono sicura che i nostri scudi bastino contro quel fucile.»
Il phantom balzò contro Steve, le lame biotiche contro la omni-lama del soldato che cadde a terra.
Lui fece un ultimo tentativo con omni-scudo che si avviò. Come era stato addestrato a fare, Steve tenne lo scudo tra se stesso e l'avversario, e intercettò la spada del phantom, quando essa calò con violenza su di lui. Senti lo scudo che cedeva nuovamente sotto il formidabile attacco e comprese che il colpo successivo sarebbe stato l'ultimo.
Invece il phantom distolse da lui la propria attenzione per affrontare un nuovo nemico.
«Prenditela con chi è grande abbastanza da dartene!» - ruggì Olivia - « Avanti, usa le tue spade su di me.» Intervenne sparando brevi ma precise raffiche con la M-12 Locust.
Steve stava per precipitarsi in aiuto della sorella, ma si rese conto che così facendo nessuno avrebbe ostacolato il cecchino nemico. Individuò vagamente la posizione del nemico e alzò in aria il braccio destro. Si udì distintamente il suono di diversi corpi lanciati in aria.

Dasha stava guardando nel mirino, pronta a colpire quando vide il soldato in armatura pesante alzare il braccio nella sua direzione e qualcosa partire da esso.
«Cazzo!» Disse a denti stretti e corse via, lo javelin era un ottimo fucile ma pensate da trasportare. Tutto attorno a lei incominciarono a scoppiare le granate a grappolo lanciate dal soldato, alla fine si buttò a terra, sperando nella fortuna e confidando negli scudi.
Nel casco udì l'ordine di Dasha « Ritiriamoci per adesso», Isabella non era sicura di voler ubbidire, si stava divertendo come non mai. Quando vide arrivare l'asari, il drell doveva già essersi sganciato, lanciò l'ultimo doppio fendente che le sue forze le permettevano e chiedendosi se la sua idea avrebbe funzionato.
« A TERRA!» Gridò Asiria ai due compagni mentre lei lanciava una poderosa onda d'urto.
Quando i due attacchi si scontarono si verificò una detonazione enorme.

Isabella, allontanatasi subito dopo l'attacco, vide l'esplosione e sorrise. Sapeva cosa sarebbe successo quando i loro poteri si fossero scontrati, ebbe la tentazione di tornare indietro per vedere se erano vivi. Sarebbe stata veramente contenta di poterli finire tutti e tre ma doveva ritrovare Dasha.

«Tutto bene fratellino?» Chiese Olivia,sotto di lei Steve
«Sono io quello con l'armatura pesante, avrei dovuto proteggerti io.» Obiettò lui
«Ma sono io la maggiore, quindi io proteggo te» Si alzò aiutando Steve a fare lo stesso.
«Comunque, che diavolo è successo?»- chiese lui - «Un'esplosione così non mi sembra normale in uno scontro tra poteri biotici.»
«Infatti non lo è!» Rispose Asiria che si era rialzata da terra e li aveva raggiunti « Era successa la stessa cosa quando ci siamo affrontate nella torre del Consiglio. Ogni volta che io e quel phantom ci affrontiamo con i nostri poteri creiamo un'esplosione, non che non sia possibile normalmente ma non in questo modo e violenza. Qui è stata molto più forte perché entrambe abbiamo usato più energia rispetto ad allora.»
« Ma ora dove le troviamo?» Domandò Steve
«Sono sicuro che non sono distanti. Voglio esaminare quella casse, in formazione e andiamo, non è finita.» Ordinò Olivia
Dasha li stava osservando, in mano un detonatore. La carica era piazzata tra le casse.
Improvvisamente una luce blu riempì l’aria, annullando tutti gli altri colori: ogni cosa si tinse di un intenso blu elettrico che parve portare con sé un calore indescrivibile.

Il paesaggio fu incenerito in un istante ma senza che ci fosse fuoco. Il tutto avvenne e terminò in un secondo.
Olivia con Steve e Asiria trovarono riparo in una depressione del terreno entrandovi, l'aria era talmente calda da rendere difficile respirare. Erano privi di ogni protezione, avevano tenuto solo le armi sperando funzionassero. Il calore aveva reso le loro armature impossibili da indossare anche solo per un istante di più, un po’ ovunque avevano leggeri segni di ustioni su tutto il corpo. La parte elettronica di ognuna di esse era saltata, varie crepe si erano formate a causa dello sbalzo termico. Le gettarono via conservando sole le armi come da regolamento, sorprendentemente si raffreddarono quasi subito e riuscirono a tenerle in mano. 
«Com’è possibile che siamo ancora vivi?» Chiese il fratello, se le armature non avessero retto per quel singolo istante sarebbero morti arsi vivi.
Olivia fece cenno di tacere, prese la pistola e scivolò lungo la parete di terra fino a un punto dove curvava, un suono proveniente da li dietro richiamò la sua attenzione. Era sicura di non sbagliarsi, era il respiro di qualcuno in difficoltà. Non erano soli. Fece un profondo respiro è salto fuori arma in pugno.
Dasha mosse solo la testa per guardarla e commentò « Questo è decisamente un posto meno piacevole dove incontrarsi.»
«Tu!?!» Esclamò Olivia la cui voce si era alzata di colpo, spingendo Asiria e Steve ad accorrere e non furono meno sorpresi.
La Weaver era nelle loro stesse condizioni, aveva con se il suo fucile ma non pareva in grado di muoversi. «Da come siete messi direi che non è opera vostra?» Domandò, tossendo a causa del fumo che impregnava l'aria.
«Avrei non poche domande da farti Dasha, se questo è il tuo vero nome?» Disse infine Olivia
«A questa non posso rispondere, ma per farla breve sono una criminale...si, ho rubato io la Normandy SR3 e ho fatto saltare il braccio a Steve...contenta di vedere che ne hai uno nuovo...e sono qui perché un mio dipendente ha cercato di derubarmi e non centro assolutamente niente con quello che è appena accaduto....se avete altre domande dovranno aspettare.»
«Ok, facciamo che ti credo...dove sono i tuoi uomini, il phantom soprattutto e cosa ne hai fatto del tuo dipendente? Ho visto del sangue sulle casse, ma niente corpo.»
Dasha sorrise «Ho accettato le sue dimissioni...ma ora se avete un comunicatore e meglio che cerco di contattare il phantom e…»
«È Isabella...il phantom è Isabella» Dichiarò Olivia
Dasha fece si con la testa « Da cosa l'hai capito?»
«Su Virmire non si staccava mai da te, avevate un ottimo affiatamento insieme, è una biotica e lo vista esercitarsi in spiaggia con quella spada di legno che aveva quando ci siamo conosciuti.»
«Tutto giusto caro Sherlock, ma se ora non le parlo siate sicuri che vi ucciderà e forse anche il mio drell potrebbe farlo se è vivo, non penso siate voi il problema attualmente.»
«Hai molta fiducia in Isabella vedo,forse non c'è la fatta.»
Dasha sorrise dando a Olivia la sensazione di aver detto qualcosa di molto stupido.
Isabella stava camminando tra gli alberi inceneriti, aveva perso l'orientamento. Quando la luce blu  aveva investito ogni cosa, aveva incrociato le spade e usato i suoi poteri per proteggersi. Una cupola biotica era uno dei pochi poteri che non usciva ad usare, fortunatamente era l’armatura ad alzare la barriera biotica che normalmente la proteggeva.
In qualche modo la cosa funzionò ma aveva sentito lo stesso l'immenso calore, anche se l'armatura non aveva subito ulteriori danni sotto di essa sentiva il dolore provocato dalla pelle ustionata. Quella grezza barriera che aveva innalzato dando fondo ai suoi poteri l'aveva salvata ma consumato le sue ultime forze costringendola a non poter far altro che trascinarsi in giro cercando Dasha. Alla fine cadde a terra stravolta, cosciente ma senza la forza di muoversi guardò il cielo senza poter fare altro. Una figura le coprì la visuale.

Dasha stava cercando con un comunicatore di contattare chiunque fosse in ascolto, lo stesso stava cercando di fare Olivia, ma tutto risultava inutile, anche contattare le rispettive navi.
Un tremolio regolare e ritmico nel suolo richiamò l'attenzione di tutti che si sporsero a guardare.
Una figura sui tre metri d'altezza si stava dirigendo vero le casse rimaste intatte, il terreno bruciato terminava a pochi centimetri da esse. La luce blu non le aveva investiste. Il sole rendeva difficile guardarlo perché si rifletteva sul metallo lucido della corazza, ma si distingueva una forma umanoide con una testa, due gambe e braccia che a ogni passo lasciava impronte profonde sul terreno. Nessuno aveva mai visto un mech , così lo definirono, simile a quello. Gambe e braccia di forma umana, ma davano l'impressione di poter distruggere qualsiasi cosa tanto erano grosse e quello che doveva essere il volto, aveva solo due fessure che dovevano essere degli occhi. Non erano visibili armi o altro, la superficie era completamente liscia.
Concentrati com'erano a guardare nessuno notò la figura fino a quando non fece rumore scivolando nell’avvallamento facendoli sobbalzare.
« Credo che lei abbia bisogno di te capo.» Disse Tenus apparso dal nulla e riferendosi a Isabella che teneva addormentata in braccio. Il drell in qualche modo non era stato colpito, non aveva la minima traccia di bruciature o altro «Salve! Immagino ci sia una specie di tregua se non stiamo cercando di ucciderci.»  Chiese all’equipaggio della SR3.

Olivia e Dasha si guardarono e annuirono. « All'incirca.» Rispose Olivia, entrambe sapevano che avevano altri problemi.
Isabella si riebbe in quel momento, non sapendo cosa stesse accadendo si dimenò, liberandosi dalla presa di Tenus che non aveva riconosciuto. Si rimise in piedi in un istante, le mani sulle spade, pronte a essere sguainate. Dasha intervenne a chiamarla , era chiaramente confusa.
«ISABELLA! GUARDAMI...ISABELLA!! Va tutto bene, non ci sono minacce, calmati e dopo potrai uccidere quanto vorrai.» L'ultima frase lasciò perplessi Olivia e la sua squadra.
Il phantom parve rifletterci un attimo, anche con il volto coperto assunse un'aria interrogativa,  si avvicinò a Dasha e l'abbracciò. Da sotto il casco era udibile provenire un singhiozzo sommesso.
« Tenus che succede? Cosa diavolo è quell'affare e hai notizie dall'Atlantic Codex?»
« No a tutte le domande, mi sono rifugiato in una grotta quando tutto è diventato blu e incandescente. Quando ho visto arrivare...quell'affare...mi sono tenuto lontano e ho trovato Isabella. È tutto. Cosa facciamo?»
«Tenus dove si trova quella cosa?». Il drell si sporse a guardare «Accanto alle casse.»
«Bene…problema risolto...KABOOM!» Disse Dasha, estrasse un detonatore e lo premette
Una potente esplosione avvenne nel punto esatto delle casse. Olivia la guardò in modo accusatorio «Si, quella bomba era per voi. Era il mio piano B, speravo che spinti dalla curiosità avreste guardato nelle casse dopo che ci  fossimo ritirati. Tenus il problema è stato risolto?»
Due raggi blu scuro attraversarono l'aria e come prima ogni cosa che irradiavano s’inceneriva anche se era già bruciata. Solo quel fosso di terra in cui si trovavano, quell’angolo dove la luce non era arrivata li aveva salvati. Il misterioso mech avanzò nella loro direzione. «Ti basta come risposta, adesso pare arrabbiato!» - gli rispose Olivia - « Quei raggi sembrano partire direttamente dalle sua mani. Preparate le armi! Asiria pensi di poter usare i tuoi poteri?»
«Ehmm...io...un colpo forse...non di più.»
«Dasha...Isabella sarebbe molto utile, pensi che riesca a combattere.»
«Non credo, la fatica l'ha distrutta. L'unico biotico ancora sano è Tenus.»
Olivia non riuscì ad evitare una smorfia, avevano tre biotici potenti con loro ma solo uno capace di usare i suoi poteri. Ognuno prese posizione, tranne Isabella immobile vicino a Dasha. Al segnale di Olivia fecero fuoco simultaneamente. I colpi andarono a segno senza far danno e il mech avanzava apparentemente indisturbato a velocità maggiore, quasi correndo.
Asiria e Tenus usarono un attacco biotico combinato generando un'esplosione che lasciò indifferente il nemico. Purtroppo Asiria non era in grado di lanciare un secondo colpo.
Più veloce di quanto la sua massa facesse supporre, il mech fu su di loro. Afferrò Steve per la testa e un bagliore uscì dagli occhi, sembrava che lo stesse scansionando.
«GIÙ LE MANI DA MIO FRATELLO!!» Urlò Olivia , sparando alla testa del mech da distanza ravvicinata, senza provocare nessun danno.
Quando il bagliore finì il mech buttò Steve, come fosse un giocattolo, contro Olivia e volse la sua attenzione su Dasha.
Lei fece fuoco con lo Javelin da distanza ravvicinata, mirando alla testa. Questa scatto all'indietro quando colpita, ma rimase intatta. Tentò un movimento rapido per evitare di essere presa com'era successo a Steve, ma perse equilibrio finendo a terra. Prima che potesse rialzarsi il mech l'afferrò per una gamba sollevandola in aria, riuscì solamente ad evitare di perdere l'arma «Non ha gli attributi per fare un 69 con me!»
Con la canna del fucile che quasi toccava l'addome del mech fece fuoco. Le parve che rimanesse fermo un attimo, come stordito. Lei incominciò a urlare dal dolore quando gli strinse la gamba, certa che gliela avrebbe spezzata.
In preda al furore Isabella apparve alle spalle del mech, calando le sue spade, intrise del poco potere biotico che la sua ferocia gli aveva permesso di raccogliere, mirando alla base di quello che era il collo del nemico.
Per istinto molti animali uccidono spezzando le vertebre cervicale con un morso, decapitando di fatto la loro vittima. La stessa cosa guidava Isabella.
Le spade penetrarono nel collo, due tagli paralleli da sinistra a destra in tutta la larghezza del collo per non più di qualche centimetro di profondità, asportandone una parte. Isabella cadde distesa al suolo appena tocco terra, perdendo le sue spade. Aveva superato il suo limite.
Il mech lasciò andare Dasha appena subì il colpo, si mosse ondeggiando in maniera sempre più precaria alla fine si accasciò al suolo. Fino all'ultimo ricordarono i movimenti di una persona colpita a morte che vive gli ultimi istanti.
«OLIVIA! STEVE! ASIRIA!» Urlò una voce nell'orecchio di Olivia facendola sobbalzare.
«Dannazione Ilary, non è il caso di urlare…si, stiamo tutti bene...è troppo complicato da spiegare...manda una navetta e per l'altra nave...» Olivia e Dasha si fissarono, ambedue intente a parlare con il rispettivo pilota. Fu Olivia fare la prima mossa «C'è una specie di tregua, non fare niente a meno che la nave sia in pericolo». Udì Dasha dare gli stessi ordini.
La squadra della SR3 prese in consegna lo strano mech, Dasha preferì allontanarsi prima che arrivasse altro personale dell'Alleanza ma Olivia le volle parlare un'ultima volta.
«Dasha, noi in che rapporti rimaniamo? Non mi va di guardarmi sempre alle spalle e in teoria dovrei arrestarti, anche se per quello che hai fatto a Steve ti ucciderei, ma al momento ho altro da fare.»
«Non ho niente contro di voi ma se mi darete problemi vi ucciderò senza rimpianti, anche se siete degli Shepard.»
«Mi sta bene. Non oggi ma ti arresterò la prossima volta.» Le rispose Olivia
«Anche a me, non porto rancori per quello successo su Omega.» Aggiunse Steve che si era avvicinato alla sorella e aveva sentito la conversazione. Era un soldato, per lui essere ferito o la possibilità di essere ucciso faceva parte del lavoro. Prendersela perché qualcuno poteva esserci riuscito, gli sembrava poco professionale.
Questo però solo se riguardava lui, se in quell’occasione Dasha avesse fatto male ad Ilary non l’avrebbe perdonata.
Osservarono Dasha, con Isabella sulle spalle e Tenus a fianco allontanarsi e alla fine Olivia chiese al fratello «Hai davvero urlato Alabarda spaziale?»
«Beh...sai...la lama  del distruttore ci assomiglia a un'alabarda medioevale e se ti ricordi quel cartone che guardavamo da piccoli, ho pensato di mettere quello come comando vocale, voglio dire...quante volte un uomo nella vita ha l'occasione per urlare ALABARDA SPAZIALE?»
« Non deve averla.» - gli rispose la sorella - « Steve a volte...» smise di parlare quando s'accorse che il fratello non lo stava ascoltando assorto a guadare qualcosa in cielo.
Sopra di loro, un'astronave mai vista stava immobile nell'atmosfera. Era arrivata senza far rumore e nessuno se ne era accorto. Come era apparsa sparì.
“Ascolto”, sulla Cittadella, registrò un nuovo segnale.

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Capitolo 3
*** Noveria ***


Sulla Normandy SR3 la squadra sbarcata era in infermeria, a occuparsi di loro il dottor. Horace Hauler, intenta a farsi curare le bruciature riportate a causa dei quei raggi blu. Le ferite non erano così gravi da richiedere un ricovero in infermeria. Steve per il suo scontro prolungato con Isabella aveva numerosi tagli su tutti gli arti e una zona del collo, dove il colpo del phantom era calato, era pesantemente arrossata.
«Ha rischiato Tenente.» Disse il dottore rivolgendosi a Steve, a torso nudo e di spalle si stava facendo medicare seduto su un lettino. Sua sorella lo guardava impassibile «Se le protezioni del collo fossero state meno spesse, lei ora non sarebbe qui. Di certo il suo avversario era un biotico potente, bruciature biotiche se ne vedono raramente. Anche questi tagli, avete detto che era armata di spade, nessuno di questi colpi era diretto in un punto fatale ma sarebbe morto dissanguato se fossero stati più profondi....chiaramente se nessuno la uccideva prima. Bene Tenente è sistemato ed era l'ultimo.»
Steve ringraziò e uscì insieme alla sorella dall'infermeria «Avanti Olivia, cosa c'è?»
Desiderò aver tenuto la bocca chiusa. Lei lo fissò con uno sguardo freddo e distante, gli occhi verdi di lei sembravano trapassarlo. Questo era il sintomi più grave della sua contrarietà. «Hai rischiato inutilmente ad affrontare quel phantom da solo, avresti potuto chiedere supporto.» Lo criticò lei.
«Troppo pericoloso. Eravamo tre contro tre, se due si concentravano su un nemico, uno rimaneva libero di agire e la squadra poteva avere due perdite invece di una. Sei un soldato migliore di me, ero la perdita minore e poi rappresenti il futuro della famiglia.»
Olivia sapeva che suo fratello non aveva mai avuto paura di rischiare, credeva nella fortuna. Il vero problema era la sua carenza di stima in se stesso. Ottimo soldato, si sentiva di meno rispetto a tutti perché gli capitava di balbettare, in situazioni in cui era a disagio.

Lei si arrabbiava spesso con lui su questo nel tentativo di spronarlo e fargli capire le sue qualità, mentre lui se otteneva di meno di quanto era in grado semplicemente si adagiava come se fosse un dato di fatto, una dimostrazione che la sua opinione su se stesso fosse esatta. Non era mai stato pronto a lottare per se stesso.
« In tutta questa faccenda hai fatto un buon lavoro se guardiamo i risultati ma non posso lodarti.» Steve distolse leggermente lo sguardo da Olivia. Lei gli si avvicinò accarezzandogli una guancia con la mano e facendo in modo che la guardasse.
«Steve, fare il proprio dovere non è una giustificazione per far del male a se stessi.»
«Portare a termina una missione da valore alla mia esistenza. Se non ci riuscissi, la mia vita non avrebbe senso.» disse allontanandosi da lei e dandogli le spalle
«Ne abbiamo parlato molte volte » replicò lei con voce stanca «Sei il solo a pensarlo. Ci sono persone che soffrirebbero, se ti vedessero star male. Faresti bene a rendertene conto presto.» e  gli appoggiò le mani sulle spalle «Con questo fine della lezione.» disse passandogli davanti per andarsene.
Steve era a disaggio, si aspettava che si arrabbiasse, cosa che lui avrebbe fronteggiato senza problemi. Invece questo comportamento affettuoso l'aveva  lasciato con la sensazione di doversi rappacificare con la sorella.
«I rapporti sono fatti, quell'affare è al sicuro in stiva e dobbiamo solo attendere di arrivare sulla Terra per consegnarlo. Ci facciamo una partita?» Propose il fratello, a entrambi piaceva trascorrere qualche ora seduti a un tavolo da gioco.
Era passata mezz'ora quando sul terminale privato nella cabina di Olivia, aveva quella del capitano, arrivasse un messaggio contrassegnato urgente che gli ordinava di recarsi alla Cittadella, era firmato Cap. John Shepard. Si guardarono sorpresi, per quello che ne sapevano i loro genitori dovevano essere in ferie e non sulla Cittadella.

Arrivarono sulla stazione sei ore dopo. Steve e Olivia erano negli uffici N7, per loro era un po' come essere a casa, avevano appena finito di rispondere a tutte le domande che loro padre gli aveva sottoposti. La SR3 era stata attraccata ai moli dell'Agenzia e con enorme sorpresa di tutta la sua squadra vi trovarono genitori e amici ad accoglierli. Erano li per loro, ma il vero motivo era quella specie di mech sigillato in stiva.
Stavano per fare le loro di domande, quando il padre gli anticipò dicendo che non avrebbero avuto nessuna risposta e di accontentarsi. Sui loro volti era visibile la frustrazione.
John disse «Ci vediamo stasera a cena? Da molto la famiglia non mangia riunita.»
I figli diedero risposta positiva e il padre uscì salutando.
«Ora che facciamo? Pare abbiamo del tempo libero.» Chiese Steve

                                                                     *****

In un hangar della N7, Shepard fece il suo ingresso alla sera tardi, appena ricevuto un messaggio dalla Lawson.
«Miranda mi sembri stanca o peggio e anche le altre.» Tali e Liara avevano un aspetto molto affaticato, pareva non dormissero da qualche giorno.
«È il minimo direi,da dove vuoi iniziare?»
«Dimmi della navetta.»
«Non mi aspettavo molto, dopo che l'Alleanza l'ha avuta per tutti questi anni sarebbe stato arrogante da parte mia pretendere di arrivare e risolvere tutto subito. Posso confermarti quello che sappiamo. I motori sono alimentati da energia oscura che prelevano direttamente dalla spazio, ma non chiedermi come, posso però assicurare che non è in grado di effettuare un salto senza un portale, presumo sia una navicella per viaggi brevi. È risultato impossibile guidarla o costruire dei comandi che evitassero quelli originali, per via della sua struttura. È molto probabile, come proposto da altri, che il silicio contenuto nel DNA dei grigi gli permetta di fondersi con la loro nave e guidarla con la semplice volontà. Tali ha proposto di connettere dei Geth, ma ho paura di cosa potrebbe succedere, ho preferito rifiutare. Si potrebbe anche provare tramite il progetto Overlord, ma sarebbe ancora più pericolo e complicato. Sulla navetta non ho altro da dire che non si sappia già.»
«Riguardo al “mech” incontrato da Olivia e Steve?»
Il volto di Miranda si fece improvvisamente preoccupato «Ho qualche novità ma temo siano brutte notizie, seguimi.» L'addome del mech era stato aperto, rivelando una cabina di guida non differente da quella della navetta.
«Aspetta, vuoi dirmi che c'era un “grigio” li dentro?»
Miranda prese un telone li a fianco e lo tirò via, rivelando una capsula criogenica e al suo interno un alieno grigio.
«È morto?» chiese lui
«Si ma le cose interessanti sono altre. L'alieno è morto a causa di uno shock neurale. Fortunatamente sia Steve e Olivia sono attenti ai dettagli nei loro rapporti, pare che il “mech” si sia come fermato un attimo quando quella donna chiamata Dasha l'ha colpito, senza saperlo, all'altezza della cabina di guida.Immagino che con la potenza di uno Javelin il colpo sia rimbombato parecchio,questo spiegherebbe quella reazione di “rabbia” nel cercarle di romperle una gamba. Ma i veri problemi arrivano dopo, Isabella, il phantom, ha inciso il collo del mech alla base e subito dopo è crollato a terra, ora sappiamo il motivo, il pilota era morto. Le analisi hanno rivelato la presenza di una specie di colonna vertebrale nel mech tagliata dal phantom, presumo che questo abbia causato la morte. Ma ho scoperto qualcosa a cui non so rispondere.» Miranda fece un respiro per raccogliere le idee «Il mech è realizzato in materia oscura.»
Lei rimase un po' delusa dalla sorpresa contenuta di Shepard, era chiaro che non afferrava la situazione. Era un soldato, non uno scienziato.
«La materia Oscura è la materia più antica della galassia, almeno quanto l'energia oscura e di cui ne condivide l'origine, ha la densità più alta che esista. Impossibile da lavorare, impossibile anche solo da incidere.»
Lo sguardo di Shepard era cambiato,  stava afferrando la situazione.
«Loro possiedo una tecnologia che gli permette di farlo, io non saprei nemmeno da dove incominciare. Non voglio dire che siano indistruttibili, ma per eliminare questo mech sarebbe stata necessaria la potenza di fuoco di una corazzata. Quindi...»
«...come ha fatto il phantom, Isabella, a tagliarne la corazza?» concluse Shepard  per Miranda
«Esattamente...abbiamo fatto dei tentativi usando i poteri biotici di Liara, ma non è servito a niente solo a stancarla.»
«Tu come credi che sia possibile?»
«Non lo so, a volte capitano soggetti con capacità biotiche uniche. Ti posso però dire in che modo li ha attaccati e come sono sopravvissuti. Energia oscura, il mech ha sparato raggi di energia oscura alla stato puro, un biotico manipola  l'energia oscura, loro la usano così com'è. I ragazzi, invece, sono sopravvissuti grazie ai razziatori o per meglio dire allo studio di essi, tutte le corazze moderne si basano su quella dei razziatori. Abitando lo spazio oscuro tra un ciclo e l'altro, è  naturale pensare che si siano protetti dai pericolo dell'energia oscura con una corazza adeguata. Rappresenta lo stesso una protezione insufficiente allo stato attuale. A meno che non siamo in grado di fare una corazza identica a quella di un razziatore. Se le armi dei “grigi” sono tutte alimentate dalla medesima fonte, potranno infliggerci dei danni e molti.»
«Ho capito Miranda, ora è meglio se vi riposate. Mi preoccuperò di trovare questa Isabella.»

Il giorno seguente Shepard aveva riletto più volte il rapporto dei figli, facendosi anche ripetere l'accaduto da loro, per poi recarsi al QG del C-sec per parlare con Kasumi. L'ex ladra era diventato un agente della polizia della Cittadella grazie a lui e Ash, nota come capitano Misu Tokago.
«Shep, bello vederti. Di cosa hai bisogno?» Chiese Misu alias Kasumi
«Chi ti dice che mi serva qualcosa? Potrebbe essere una visita di cortesia.»
«Cortesia? Eri in vacanza e adesso sei qui con molti della vecchia squadra, un Hangar della N7 è sotto stretta sorveglianza ed è arrivata anche la SR3. Ci sono guai in arrivo.»
«Non posso negarlo ma non posso dirti di più. Ho un nome e ho bisogno di trovare quella persona, una criminale. Speravo sapessi già qualcosa su di lei, risparmiandomi la fatica di andare al centro S.P.E.T.T.R.I. per cercare informazioni.»
«D'accordo,il nome.»
«Isabella, non so altro ma lavora con un altra donna, Dasha Weaver, dovrebbero essere legate ai fatti della torre del consiglio. Il cognome compare solo una volta, mentre il nome lo ignoravamo fino adesso, hanno ricevuto rispettivamente un indottrinamento da phantom e nemesis.»
Kasumi si era appoggiata alla sedia con fare meditabondo.
«Non mi serve il computer, non troverei niente...forse qualche indizio...ma il mio “secondo lavoro” mi ha fatto sapere molto di più. Di recente qualcuno si è fatto largo nel mondo criminale eliminando molti pezzi grossi, pare risponda al nome di Dasha e sia dotata di una mira eccezionale, gira voce che sia accompagnata da un'umana pazza e potente biotica che uccide usando delle spade. Ha ottima nave e una squadra formata da alcuni dei maggiori ricercati della galassia. Nessuno sa dove sia la sua base operativa.»
«Deve essere lei, se è così “famosa” perché il C-sec non ha “ufficialmente” queste informazioni?»
«Perché si è nascosta abilmente e non ha mai creato problemi agli onesti cittadini, non ha cercato di creare una sua organizzazione combattendo contro le altre per una fetta di profitti. Non so come si sia procurata quella nave o i fondi necessari, ma ha attaccato è ucciso i capi di almeno delle dieci più grandi organizzazioni criminali della galassia prendendone il posto. Le vittime dei suoi crimini sono sempre e solo stati criminali e politici corrotti che hanno cercato di farla fuori dagli affari o di fregarla. Che sappia nessuno ci è ancora riuscito. Ha sempre evitato di pestare i piedi ad Aria, non so il perché.»
«Beh...se non cerca lo scontro con Aria, allora è più intelligente della media dei criminali. Grazie dell'aiuto Kasumi.» Shepard si alzò per andarsene
«Ancora una cosa. Pare che Isabella dia retta solo Dasha, non so cosa le leghi, ma se nuoci a Dasha, Isabella non ascoltarà mai le tue argomentazioni. Anche se è il grande capitano John Shepard a parlargli.»

Olivia ricevette l'ordine di presentarsi al Consiglio il giorno dopo. Era sull'attenti in una divisa che sembrava nuova, aveva passato buona parte della sera precedente a pulirla. Acconto a lei il fratello. Steve non era stato convocato, si era semplicemente accodato, curioso di vedere la sorella davanti al Consiglio la prima volta.
La sorella era sicura che lui era contento di non essere stato chiamato, considerava queste cerimonie noiose, inoltre come gli aveva detto ieri sera mentre discutevano della chiamata “ guai...guai in arrivo” era stata la sua opinione.
Ad accompagnarli c'erano i loro genitori, tranquilli come se fossero a casa propria. Reazione normale essendosi trovati li molte volte. Alla fine il Consiglio comparve e dopo i saluti di rito nei quali vennero anche inclusi loro due da Urdnot Bakara, che conoscevano personalmente, John Shepard prese la parola.

Lo sentirono fare un resoconto completo del misterioso mech che avevano affrontato su Nevos e menzionare una qualche razza chiamata i “grigi” e alla fine dire «Quel phantom in qualche modo ha tagliato quella corazza e dobbiamo trovarla per sapere come ha fatto.»
Fu Deos, il consigliere turian a farsi avanti « Mi fido del suo giudizio capitano, se ritiene che valga la pensa d'investirne il tempo. Ma prima vorrei sentire un resoconto dal caposquadra della squadra scesa su Nevos e fare alcune domande.»
Shepard si voltò a guardarli. Olivia si fece avanti. Il consigliere le fece alcune domande e così gli altri, confermando quello che il padre aveva già detto. «Molto bene. La ringrazio per la sua disponibilità tenente.» La ringraziò Tevos, Olivia fece un cenno con la testa e si voltò per andarsene.
«Tenente Steve Williams Shepard, per favore venga avanti. Vorrei approfittare della sua presenza per sentire la sua versione.» Lo chiamò sempre Deos. Gli occhi di Steve cercarono quelli di Olivia, come supplicandola di dirgli che quello era uno scherzo. Lei si morse le labbra e si rivolse nuovamente al Consiglio « Non penso ve ne sia bisogno, non potrà dire niente di più.» Dichiarò nel tentativo di proteggerlo.
«Se non sbaglio è stato il Tenente, suo fratello, a vedersela con quel panthom, Isabella, più di tutti voi. Ritengo sarebbe importante sentirne l'opinione prima di decidere.» disse Deos
«Ma..» Lei stava per aggiungere altro, quando si sentì afferrare alle spalle e voltandosi vide che era suo fratello. Steve si era fatto avanti, sapeva che non poteva trovare scuse, strinse sua sorella alle spalle e gentilmente la spostò per passare. A Olivia non sfuggì il volto senza un guizzo d'emozione del fratello e un rossore in viso che arrivava fino alle orecchie.
«Tenente, la prego ci dia la sua versione dei fatti.»
Seguì un momento di silenzio, e poi Steve incominciò il suo resoconto.
«Ma lei balbetta!» Commentò sorpreso Deos. Steve arrossì ancora più prima, ma cercava di mostrare un'aria decisa.
«È ve-ve-vero. Mi sp-sp-spiace. Starò attento» disse lui a denti stretti e prosegui ostinatamente.
Terminò il resoconto e senza dire niente si mise dov'era prima, affianco della sorella.
«Molto bene capitano Shepard sembra che tutto conformi quello sostenuto da lei. Ha un'idea di come trovare e catturare quel phantom e la sua socia?»
Prima che potesse rispondere la figlia si fece avanti «Io, noi ci possiamo riuscire!!»
Tutti i presenti la fissarono. Tevos disse « Tenente, non metto in dubbio le sue qualità. Ma questa è una missione molto importante. Cosa le fa pensare di aver maggior possibilità di successo?»
«Queste criminali si sono nascoste per molto tempo e nessuno aveva informazioni su di loro. Non dobbiamo dimenticare cosa è successo nella torre del presidium. Se il loro piano avesse avuto successo avrebbero indottrinato e preso il controllo di ogni essere vivente.» esordì Jerod il consigliere Salarian
«Abbiamo affrontato Dasha e Isabella e siamo vivi...inoltre....conosco Dasha, penso che potrei organizzare un incontro e magari trovare un accordo.»
«Un accordo? Con dei criminali? Tenente il Consiglio non può permetterlo.» Strillò Jerod
«Vorrei ricordare al Consiglio che in passato non ha avuto problemi trattare con l'Ombra, anche se ufficialmente è un criminale.» Commentò John Shepard.
I consiglieri si guardarono l'un l'altro. Dopo qualche cenno di assenso e qualche parola bisbigliata, acconsentirono a Olivia di tentare con il suo piano. Non primo che Tevos annunciasse «La responsabilità sarà solo vostra, il Consiglio negherà qualsiasi coinvolgimento. In caso di difficoltà dovrete cavarvela da soli.»
A voce ben udibile da tutti Ashley disse «Quando mai è l'incontrario.» Un paio di consiglieri le rivolsero uno sguardo di rimprovero ma niente di più. I suoi meriti, come quelli di chiunque della SR2, erano troppi perché una frase potesse essere un problema.
Quando la riunione terminò e uscirono, Olivia si trovò a camminare dietro a Steve. Lui stava procedendo a posso sostenuto verso l'uscita, quasi una corsa, non parlava o guardava nessuno. Lei sventò il suo tentativo di cambiare strada, all'uscita della torre «Vorrei scambiare due parole Steve »disse.
«Non voglio parlare.» - rispose bruscamente Steve - « Ci vediamo sulla SR3. Ho un lavoro che vorrei portare a termine il prima possibile» Gli volse le spalle e si allontanò.
Olivia lo afferrò per un braccio. Dallo scatto con cui Steve si girò, pensò che stesse per colpirla. Stendere il fratello con un gancio allo stomaco non era il miglior modo per chiudere la giornata, ma se fosse stato necessario era disposta a farlo. Forse Steve glielo lesse negli occhi, perché si fermò
I loro genitori si misero in mezzo fra loro due «Ora basta!» dissero assieme con voce calma e autoritaria. Lui lasciò andare Olivia. Non fu esattamente gentile nel farlo.
Steve si allontanò, stavolta Olivia non cercò di fermarlo. Lo segui con lo sguardo finché girò un angolo e scomparve.
«Stavolta l’ha presa molto male.» Commentò lei, affianco a lei i suoi genitori guardavano pensieri nella stessa direzione. Sapevano bene che fino a quando non avesse sbollito la rabbia, Steve sarebbe stato inavvicinabile per chiunque.

Sulla Normandy SR3, Olivia aveva radunato tutti i membri della sua squadra, nella sala riunioni, erano presenti Asiria, Mila, Pars vas Lippi e il suo geth Chrome, Arturus e Mordin. Alcuni erano decisamente di buon umore avendo avuto la possibilità, non prevista, di rivedere i propri genitori. Olivia era seccata ma decise di rimanere concentrata sulla loro missione, trovare Dasha e Isabella e convincerle a collaborare.
«Starai scherzando!» - esordì Mordin - « L'unica cosa da fare con loro è spaccargli la testa schiacciandola sotto i piedi.»
«Ma perché hanno bisogno di sapere con così urgenza come ha fatto quel phantom a tagliare quella corazza?» - chiese Asiria - «Ho parlato con mia madre. Ci stanno sicuramente nascondendo qualcosa.»
«Qualunque sia il motivo il nostro compitò è trovarle e ho un'idea.» Dichiarò Olivia.
«Ma una volta trovate, quali sono le tue intenzioni? Sai chi sono e cosa hanno fatto? Sono coinvolti nella morte di Eren e Lidia quando hanno rubato la SR3. Tu vorresti collaborare con loro? Così...semplicemente!» Disse Mila quasi allibita.
« No, non ho dimenticato. I veri responsabili sono stati catturati, anche se furono loro due a compiere il furto e  per poco non uccisero James , Jacob e Steve. Ma ora serve il loro aiuto. Ci saranno altre occasioni per regolare i conti.»
Ci fu un momento di silenzio in sala e Arturus prese la parola «Olivia cos'è successo? Steve è arrivato sulla SR3 e si è messo a lavorare in armeria, cercando di ignorarci il più possibile.»
« Mi ha detto che ha del lavoro da fare, se possibile vorrebbe terminarlo il prima possibile. Sarà di pessimo umore per un po', meglio se lo evitate.» Rispose lei con voce piatta
Tutti la guardarono in silenzio ma avevano compreso, non era la prima volta che capitava. L'unica a non capire fu Pars, la femmina quarian era l'ultima arrivata e in sostituzione di Steve, non era ancora informata su tutte le vicende interne.

                                                              *****

Olivia guardò il palazzo, situato nell'agglomerato Zakkera della Cittadella, davanti a se e sede di una compagnia di trasporti turian, il cui proprietario rispondeva al nome di Nolite Potes. In verità era un trafficante di sabbia rossa e gestiva una piccola banda di mercenari nella fascia di attica e la compagnia di trasporti gli serviva come copertura.
Si erano recati da Kasumi per chiedere quale tra i criminali sulla Cittadella potesse avere dei contati con l'organizzazione di Dasha. Il capitano C-sec e ladra a part-time le aveva dato quel nome e indirizzo, informandoli che era da poco arrivato sulla stazione. Olivia con Mordin e Arturus vi entrò dentro.
«Vi-Vi dico che non ho mai sentito quel nome. Sono solo un commerciante turian.» Rispose Nolite
«Si beh…quale commerciante turian ha con se mezza dozzina di uomini armati?» Chiese Arturus. Al loro ingresso avevano provato a fermali. Nolite avrebbe dovuto cercare nuovi impiegati.
Una mano gli si posò sulla nuca. La sua faccia sbatté violentemente contro la superficie della scrivania. «Ripeto la domanda. Sei in grado di contattare Dasha Weaver?» Domandò Olivia
«Eh,Eh,Eh.» - rise Mordin - « Meglio se rispondi. Oggi non è paziente come al solito.»
Olivia proseguì «Non m'importa cosa stai facendo qui o come conosci Dasha. Ma falle avere il seguente messaggio “Olivia Williams Shepard è disposta a incontrarla quando vuole alle sue condizioni, per discutere di Nevos. Se non risponderà tra una settimana, verrò a cercarla io e non sarò così gentile”.» Lasciato il messaggio uscirono dall'edificio.

Olivia sperava che la sua idea fosse giusta. Era sicura che Dasha avesse qualche orecchio sulla Cittadella e sperava che accettasse di vederla, l'alternativa era setacciare lo spazio e questo avrebbe richiesto molto più tempo.

 

*****

Su Illium, la Weaver era seduta a un tavolo in una sala conferenze di uno dei tanti grattacieli del pianeta. Davanti a lei e ai lati alcune persone aspettavano, sedute, il suo parere sulle attività svolte. Una delle prime cose che lei aveva capito quando si era data al crimine organizzato e che quest'ultimo era solo una grande azienda e come tale andava gestito. Quelle persone nella stanza con lei un tempo lavoravano per organizzazioni rivali, ma lei era intervenuta eliminando i capi di ognuna e prendendone il posto. Così ora su Illium esisteva una sola grande organizzazione criminale e altre più piccole che le orbitavano attorno. Usava poi i soldi ottenuti da questi traffici per reinvestirli in aziende oneste che prima aveva messo in difficoltà per acquistarle a poco e una volta entrata, faceva in modo che i rivali avessero dei problemi o  fossero incentivati a spostarsi altrove. Al momento, stava studiando i resoconti semestrali.
La porta dietro di lei si aprì e un turian fece il suo ingresso «Generale Tetrius, sapevo che non amava questi ambienti. Vuole unirsi a noi?» Scherzò lei.
«No, un campo di battaglia è un posto più confortevole di questa stanza vista la compagnia. Ma abbiamo ricevuto una comunicazione che dovresti ascoltare subito, a mio parere.»
«Mi fido del suo parere generale. Qual è il messaggio?» Tetrius si chinò in avanti e le bisbigliò nell'orecchio.
«Sono sorpresa. Tenga la Atlantic Codex pronta a partire, comunicherò al più presto dove e quando la voglio incontrare.»
« Agli ordini.» Disse voltandosi verso la porta da dov'era arrivato
«Ehm..generale...Ancora una cosa...» - lui si fermò - «Hanno usato Nolite per farmi arrivare questo messaggio, è un possibile pericolo per la sicurezza. Vediamo di risolverlo e servirà anche a far sapere che il messaggio è stato recapitato.»
«Sarà un piacere. Si è sempre creduto più in gamba di quanto fosse in verità. » Commentò il generale e uscì dalla stanza sorridendo.

*****

 

Il giorno dopo, nella sala controllo di Ascolto, Shepard aveva appena finito di mettere a corrente tutti i membri della squadra della SR3, sul perché era necessario trovare Isabella e a che scopo. Il Consiglio non aveva dato la sua approvazione riguardo al fatto di mettere altre persone al corrente della situazione, in effetti John Shepard non si era neanche preso il disturbo di avvertirli, ma non avrebbe mandato i propri figli e quelli degli amici in missione senza che avessero un quadro più completo possibile della situazione, ne aveva viste fallire molte perché i politici volevano che tutto rimasse segreto – Se al consiglio non va bene quello che faccio e come, cerchi qualcos'altro. Non ho chiesto io di essere qui-- pensò.
Alla notizia del pericolo rilevato dai leviatani, sui grigi, sulla solo tecnologia tutti ebbero molte domande da fare, le stesse che i loro genitori quando erano stati messi al corrente della situazione. Purtroppo, le risposte erano molte di meno risposte alle domande.
« Per adesso posso dirvi che la griglia che Traynor ha ideato è quasi pronta. Navi dell'agenzia N7, essendo navi che normalmente si vedono di pattuglia speriamo che nessuno indaghi, si dirigeranno verso il “bordo” della galassia e lanceranno delle boe di comunicazione. Nel giro di 10-15 ore la rete dovrebbe essere piazzata e attiva.» Fece una pausa per essere sicuro che tutti avessero capito e continuò «Se dovessimo affrontate altri di quei “mech”  dei grigi non avremmo idea di come fermarli o danneggiarli con delle semplici armi, speriamo di ottenere questa informazione studiando i poteri del phantom Isabella. Lo dico per ricordarvi quanto sia importante la vostra missione. Detto

questo sono sicuro che ce la farete, siete i migliori perché avete imparato dai migliori.» Dichiarò  ponendo fine alla riunione.
Tutti incominciarono a scemare fuori dalla stanza, ma lui chiamò a se Steve e Olivia, stava per dire qualcosa quando Asiria li interruppe «Ho appena saputo da un canale del C-sec che il turian che hai contattato è morto.» In quell'istante al trasmettitore di Olivia arrivò un messaggio, diceva solamente «Noveria.» e continuava con una serie di coordinate. «Pare che il messaggio sai stato recapitato, meglio andare.» Commentò Olivia.
«Buona fortuna a tutti.» Augurò il padre

 

*****

Noveria era un piccolo pianeta roccioso e ghiacciato considerato abitabile, anche se estremamente inospitale. Gestito privatamente dalla Corporazione per lo Sviluppo di Noveria che metteva a disposizione i suoi laboratori per ricerche ritenute troppo pericolose o controverse per essere condotte altrove.
Il posto noto come altopiano 224 era un insieme di vecchi magazzini, collegati fra loro per tener lontano il freddo e rendere più comodo il passaggio, usati da chiunque per mettere tutto ciò che non serviva più, ma non si poteva buttar via. I locali chiamavano il posto “il  ripostiglio”.
Olivia, affiancata dal fratello, stava passando attraverso essi, senza tentare di nascondere la propria presenza. Stavano camminando lungo un corridoio, formatosi semplicemente da tutta la roba che era stata ammucchiata ma che aveva lasciato aperta quella via, quando si parò innanzi a loro una figura seduta su una sedia. Aveva  indosso un'armatura nemesis e stava giocherellando tenendo un coltello in una mano e non poteva non averli visti. Altre figure fecero la loro apparizione, da dietro dei ripari circondandoli. Il phantom non si vedeva ma questo non significava niente.
«Bene Olivia, hai la mia completa attenzione.» - disse la figura sulla sedia - «Ma non sono sicuro che sia un bene per te.»
L'interpellata non rispose subito, preferendo togliersi il casco prima  «Meglio! Mi piace vedere in faccia la gente con cui parlo anche solo per essere sicura di sapere con chi sto parlando.» La nemesis non rispose, limitandosi a togliersi il casco a sua volta.«Soddisfatta?» chiese
«Si, Dasha.»
«Mi hai incuriosita, per questo ho accettato ma non farti ingannare perchè non significa che non vi ucciderò se ne avrò voglia.»
«Perché Noveria per incontraci?» Chiese lei. Dasha rimase un attimo sorpresa, non si aspettava quella domanda. «Quale posto migliore, qui i soldi valgono più della legge e non esiste legge al di fuori di quella dei soldi. Mi domandavo anche se avresti risolto i problemi che la sicurezza locale ti avrebbe sicuramente dato. Non sei neanche uno s.p.e.t.t.r.o. e secondo la “legge” potevano sbatterti fuori senza tante storie. Ora cosa vuoi?»
«Quel mech su Nevos, appartiene a qualcuno che rappresenta una minaccia e avrebbe dovuto essere indistruttibile a qualsiasi nostra arma, ma Isabella l'ha fatto fuori. Vogliamo il suo aiuto per capire come ha fatto.»
Dasha la osservò in silenzio, riflettendo su quelle parole per qualche istante «Tu sei pazza!» sentenziò «Volete studiare Isabella! Se non vi uccide tutti nel momento in cui iniziate siete fortunati, in ogni caso non permetterà a nessuno di studiarla, non una seconda volta.»
Olivia si chiese cosa significasse, ma non aveva tempo per approfondire «Voglio la tua collaborazione, Isabella ti darà retta, aiutami e forse potremo salvare la galassia.»
Lei rise sonoramente «Io le do la possibilità di uccidere e in cambio elimina chi le indico ma nessuno si mette tra lei e la sua preda. In questo momento a osservarvi si starà chiedendo quanto piacere ricaverebbe uccidendovi.»
Olivia sorrise «L'immaginavo. Ti informo che Isabella ci seguirà di sua spontanea volontà. Ti consiglio di decidere cosa fare.» Dasha la guardò come se fosse veramente pazza
Steve fece un passo avanti e gridò «ISABELLA!VOGLIO COMBATTERE!VOGLIO UCCIDERTI, ORA!!» Dasha e chi era con lei rimasero allibiti nel sentire quella frase.
Una figura, senza fare nessun suono, apparve alle spalle della nemesis. Un lampo blu. Isabella si era avventata su Steve con un salto biotico e le spade calarono con decisione, a stento lui riuscì a incassare con lo scudo il primo colpo. Sotto gli occhi inorriditi di Olivia, il fratello venne sbalzato indietro di parecchi metri, nonostante la sua corporatura robusta e la pesante armatura. Per l'occasione aveva passato gli ultimi giorni a lavorare sulla sua armatura da Distruttore N7, l'aveva alleggerita al massimo togliendo qualunque funzione extra, solo omni-scudo aggiunto del Paladino e lama erano attivi oltre agli scudi e ai micromotori delle giunture che permettevano di sviluppare una forza maggiore. Anche così rimaneva l'armatura con la corazza più spessa e pesante con cui muoversi, ma permetteva una maggior agilità.
Senza un grido, Steve si rimise in posizione e piantò saldamente i piedi per terra e attese l'attacco. Una tempesta di colpi furiosi lo accolse, avvertendone l'impatto fino alla spalla. Lui non cercò di rispondere all'aggressione botta su botta, mantenendosi sulla difensiva, con la omni-spada che saettava in un contrattacco soltanto quando poteva farlo senza pericolo.
«Olivia, ti concedo il tempo che impiegherà Isabella a uccidere Steve per spiegarmi cosa significa “questo” e convincermi a non ucciderti.»
Lei non rispose. Si rimise il casco, attivandone il localizzatore nascosto all'interno. Sopra di loro il soffitto esplose. Entrambe dovettero tuffarsi di lato per evitare le macerie
Steve si precipitò all'attacco. Isabella scartò di lato evitando il colpo, iniziando a girare lentamente intorno a lui. Finte e contro-finte si susseguirono per un tempo interminabile. Isabella era sublime nelle schivate, abilissima nell'eseguire movimenti assolutamente imprevedibili, nonostante questo Steve riuscì respingere a colpi di scudo i molteplici attacchi. Le spade biotiche si illuminarono di una luce azzurra, Isabella faceva sfoggiò dei suoi poteri e colpì con estrema forza omni-scudo di lui che crollò sui ginocchi a terra

Dasha,Dasha,Dasha – Questo era il pensiero del phantom, il suo impulso era di continuare a combattere ma una parte della sua mente la spingeva a preoccuparsi per Dasha, accertarsi delle sue condizioni. Questo la fece distrarre per un secondo.

Steve scattò subito in piedi e di slancio la attaccò alla testa con lo scudo, lei barcollò ricordando una torre sul punto di crollare . Uno sbocco di sangue le fuoriuscì dalla bocca, colando attraverso l'elmo.

Isabella era entusiasta, il suo avversario era bravo ma ad eccitarla era l’ostinazione a lottare a rimanere in vita, la rabbia che metteva in ogni attacco che le rivolgeva. Aveva la sensazione che non si sarebbe mai stancata di combattere contro quel soldato.

Inconsapevolmente, la sua attenzione era adesso tutta per lui. Nessun pensiero più la distraeva.

Si lanciò in una corsa contro Steve. Colto di sorpresa lui tentò di usare lo scudo per deviare le spade, ma nel compiere quel gesto non si accorse della finta e dell'improvviso cambio di direzione di una delle lame. Venne trafitto poco sopra al ginocchio.

Dall'apertura nel soffitto fece il suo ingresso una navetta dell'Alleanza. Il portellone si aprì e un turian alla mitragliatrice pesante, con un asari e un krogan incominciò a far cuoco.

Olivia  si lanciò contro Dasha approfittando della situazione, mentre dalla navetta le garantivano il fuoco di copertura necessario per tenere a bada il resto della squadra di lei, in poco istanti le fu addosso. Il coltello scattò in avanti. Olivia lo evitò a mala pena. Sentì il suono della lama contro il casco.

Dasha non fece in tempo ad evitare un pugno all'altezza del cuore che riuscì a buttarla a terra e la sua avversaria le fu sopra, ma lei diede una ginocchiata alla stomaco ad Olivia che le permise di liberarsi. Dasha si rialzò «Non conosco le tue intenzioni, ma finisce qui!», ma all'improvviso un  alone bianco la circondò e lei non riuscì più  a muoversi.
«Olivia tutto bene?» Chiese Asiria scesa dalla navetta, dopo che era entrata nel magazzino e porgendo all'amica un arma.
«Si, hai usato Stasi al momento giusto, portala alla navetta...io aiuto Steve.»
Il phantom non badò neppure a quello che stava succedendo, la furia omicida l'aveva invasa. Voleva il piacere di sentire le spade che fisicamente entravano nella carne e la lacerano e i rantoli della vittima. Non ricordava da quanto tempo non si divertiva così, da quanto non stava così bene.
Si lanciò in un attacco frontale, le spade rivolte contro la preda erano avvolte da fiamme blu di potere biotico, ma dovette fermarsi dietro un riparo quando i primi colpi centrarono da dietro la barriera biotica. Solo allora, incerta su cosa stava accadendo, Isabella badò a cosa stesse accadendo attorno a lei. 
Sfruttando il momento e pieno di rabbiosa frustrazione Steve scattò in avanti alzando l'omni-lama e abbassandola di colpo, in un gesto di pura forza bruta. L’impatto fu tremendo e venne udito da tutti. Isabella riuscì a intercettare il colpo con le spade, anche se la violenza dell'impatto quasi gliele strappò di mano. Steve avvertì un violento contraccolpo, quando Isabella con le spade ancora cariche parò il colpo e credette che il braccio si fosse rotto.
«Vienimi a cercare!» Gridò Steve rivolto a Isabella. I loro caschi erano così vicini che quasi si toccavano. « E chiuderemo questa faccenda.» disse, staccandosi poi da lei e correndo in direzione della navetta, più velocemente che poteva nonostante il peso dell'armatura  e le ferite riportate.
Isabella fece per corrergli dietro ma il fuoco della mitragliatrice della navetta glielo impedì, emise un sibilo furioso per l'impossibilità di rincorrere la sua preda.
«ISABELLA!» Lei guardò chi aveva gridato il suo nome e vide quella soldatessa dai capelli rossi che lei e Dasha avevano incontrato su Virmire, non si ricordava il nome, d'altronde non gli importava. «Abbiamo Dasha, ci troverai qui!» e lanciò verso il phantom un datapad e corse via saltando sulla navetta che decollo via appena sali a bordo.
Solo allora Isabella si accorse del verità di quelle parole e di essere separata da Dasha e un'emozione nuova invase la sua mente: ansia. Dal loro incontro non si era mai trovata in una situazione in cui non potesse almeno contattarla.

*****

Sulla navetta, Dasha si appoggiò con la schiena alla paratia della navetta, al momento era soddisfatta che le avessero ammanettato le mani sul davanti. Dietro era decisamente troppo scomodo.
«Perché sorridi Dasha?» Chiese Olivia.
«Niente di che, di piccole soddisfazioni e mi domandavo come avrei potuto accoppiare le vostre teste nella mia cabina. Preferiresti essere vicina a Steve o a Arturus? In ogni caso vorrei sapere cosa ti proponi di fare.»
«Le nostre teste stano bene dove stanno e riguardo al piano è molto semplice. Non avevo niente con cui trovare un accordo ma ora Isabella ci seguirà di sua volontà come ti avevo detto, e adesso ho qualcosa da offrirti che tu non saprai rifiutare.»
«Davvero? Cosa?»
«La libertà, non sono uno s.p.e.t.t.r.o. e secondo il regolamento dovrei consegnarti, ma non ho avvisato nessuno di qual era il mio piano. Sanno solo che avrei cercato di convincerti a collaborare. Aiutami con Isabella e una volta che avremo finito sarete libere.»
Dasha sorrise «Devo credere che hai intenzioni di lasciar andare due assassine professioniste? Come pensi di evitare che vi uccida tutti una volta libera?». Chiese con un ghigno infernale sul volto.
«Perché non ti vendicherai Dasha, sei una donna d'affari e il Consiglio si aspetta una qualche richiesta da parte tua. Tu farai le tue richieste, io le inoltrerò, loro crederanno che il piano procede come d'accordo e alla fine tutti ci avremmo ricavato qualcosa. Inoltre sei in gamba, ma io e la mia squadra ti possiamo sconfiggere e il fatto che sei qui ne è la prova.»
A sentire la spiegazione la Weaver si era fatta seria «In ogni caso perché dovresti liberarmi?»
«Mi hanno insegnati a mantenere la parola e se ti mettessi in prigione evaderesti e ti vendicheresti. Non sono capace di ucciderti a sangue freddo.»
«Bene...vedo che hai fatto i “compiti”...starò al tuo gioco per adesso e chissà...potrei veramente ricavarne qualcosa di buono. Comunque dove siamo diretti? Una qualche base segreta immagino?»
Stavolta fu Olivia a sorridere «Accademia Grissom. Siamo diretti all'accademia Grissom.»

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Capitolo 4
*** Energia Bianca ***


Sulla nave Atlantic Codex, l'ex-generale della gerarchia turian Tetrius era seduto al tavolo della sala riunioni della nave assorto nei suoi pensieri. Aveva convocato una riunione e sperava che gli altri avessero abbastanza buon senso per parteciparvi.
Dasha non aveva lasciato un secondo in comando, in condizioni normali sarebbe stata Isabella, era la scelta più logica. Ma il phantom era un “cane da guardia”, privo ora dell'unica persona che riconoscesse come “padrone” e capace di agire senza nessuno che la trattenesse.
Invece, sia per attitudine naturale che per inclinazione a prendere il comando per via del suo passato da generale turian, era stato Tetrius a prendere spontaneamente quel ruolo che nessuno aveva richiesto e tutti avevano accettato fosse rivestito da lui.
Ma la squadra di Dasha era composta di criminali e ora che lei era stata catturata niente, tranne il timore che potevano avere per il loro capo o una buona ricompensa poteva obbligarli a rimanere fedeli. Questo e la minaccia di morte incarnata da Isabella.
Questi erano i suoi pensieri quando la porta si aprì e i vari elementi della squadra di Dasha fecero il loro ingresso. Tenus Etiam, il drell assassino, Sunt Quis, il volus esperto informatico, Mores Quod, il krogan signore della guerra e uno scienziato esperto in armi e armamenti di ogni tipo, Naomi Takara, umana, ex soldato N7 esperta nell'uso di tutti le armi.
«Neque, mi senti?» chiese Tetrius
«Si, generale.» Multan Neque, batarian ex pilota militare della nuova egemonia, congedato per comportamento pericoloso e attuale pilota della nave Atlantic Codex. Lui e Takara erano gli unici a parte Dasha a chiamare Tetrius con il suo vecchio grado, un'abitudine rimasta dalle loro rispettive esperienze nelle forze armate.
«Isabella cosa sta facendo?»
«È sul ponte osservatorio di dritta...ha l'aria di una molla pronta a scattare.» commentò il pilota.
«Capisco...che nessuno la disturbi,avvisa nel caso succeda qualcosa.»
Dopo un profondo respiro, «..Hhhhh...Come ci liberiamo di Isabella?» chiese Quis, rendendo subito chiara la domanda che tutti si stavano facendo.
«Perché non ti prendi una bella dose di sabbia rossa, so che su voi volus fa miracoli, ed entri gridando e minacciando di usare i tuoi”onnipotenti” poteri biotici...tranquillo ti copro io in caso di pericoli...puoi farcela.» rispose il drell, aveva un comportamento spensierato che a volte contrastava con la sua figura di pericoloso assassino
Il Volus rispose con un sospiro rabbioso che parve strozzarlo, ma prima che potesse aggiungere altro si senti un lieve tremore e la voce di Neque nella stanza « Generale, Isabella si è scatenata! Si sta sfogando usando spade e poteri biotici su tutto ciò che riesce a colpire, pare un animale che si sta affilando le unghie sulle pareti della nave. Meglio sigillare la stanza.»
«Negativo!! È un animale, se la facciamo sentire in trappola rischiamo che si rivolti contro di noi, lasciamola libera di sfogarsi, fai mettere appena fuori dalla stanza delle bottiglie d'acqua. Gli umani tendono a perdere troppi liquidi sudando.» Lui ebbe una piccola smorfia, i turian regolavano la temperatura corporea in modo più igienico a sua parere.
«Vi comunicano che ho sigillato, per mia sicurezza, la cabina di pilotaggio. Come vada a finire ci sarà bisogno di qualcuno che piloti questa nave.» Annunciò il pilota batarian
«Del veleno nell'acqua!?!» Dichiarò Tenus, ci furono alcuni segni di assenso ma non dal generale.
«Vi dirò come sta la situazione, visto che alcuni di voi non l'hanno ancora afferrata. Abbiamo diverse possibilità: a) Rimaniamo fedeli a Dasha e seguendo la rotta attuale arriveremo all'Accademia Grissom come indicato dai dati che ci sono stati consegnati b) Tradiamo Dasha e uccidiamo, se ci riusciamo, Isabella e ce ne andiamo per la nostra strada. In tal caso i sopravvissuti dovranno vedersela con la vendetta di Dasha sia per il tradimento che per aver ucciso il suo “cane” c) Eliminata Isabella ci precipitiamo all'accademia Grissom e affrontiamo Dasha e chiunque altro ci sia. d) Cerchiamo di fregarle es. appena Isabella scende dalla nave, noi scappiamo. Potremo abbandonarle anche all'accademia, ma significherebbe riunire quelle due e trovarcele assieme mentre cercano di ucciderci oppure far scendere Isabella su un pianeta deserto e poi occuparci di Dasha.»
Quest'ultima proposta piacque a tutti. «Ma commetteremo un errore. Vi comportate come se Isabella fosse veramente stupida...è sanguinaria ma nient'altro. Quando mi ha dato il datapad con le informazioni, mi ha puntato una spada alla gola dicendomi “Qui, nessuna fermata” e se ne è andata. In ogni caso non sarò io ad andarle a parlare, perché per farla cadere in trappola qualcuno deve andare a parlarle per spingerla a uscire e essere con lei quando se ne accorgerà.»
A questo particolare si guardarono tra loro. Nessuno voleva essere in compagnia di un Isabella fuori controllo.
«Per adesso propongo di fare quanto richiesto e decidere una volta giunti all'accademia, Dasha è una donna dai molti mezzi. Potrebbe anche riuscire e liberarsi, inoltre ha lei i codici bancari dove vengono versati i profitti delle varie attività, se lei muore li perdiamo anche se ognuno di noi fino adesso ha guadagnato profumatamente.»
Quell'idea più di tutte le altre fece propendere il gruppo per la scelta di aspettare, almeno per il momento. La riunione terminò e tutti si apprestarono ad uscire dalla stanza.
«Takara» Chiamò il generale mentre l'ex N7 stava uscendo.
L'umana si fermò e rimasero soli nella stanza «Lei è l'unica ad avere una vera preparazione militare, tranne me. La sua opinione sul riuscire ad uccidere Isabella?»
«Per operazioni speciali, s'intendono quelle dove bisogna essere disposti ad affrontare imprevisti verso cui non si può mai essere pronti. Isabella è uno di questi, sicuramente possiamo affrontarla e metterla in difficoltà...ma ucciderla...»
«La ringrazio, è la mia stessa opinione.»
Il turian rimase da solo. Nel silenzio che regnava poteva sentire un rumore sommesso, paragonabile ad un ringhiare minaccioso che gli ricordava che avrebbe fatto meglio a sbrigarsi.

*****

Dasha, sulla Normandy SR3, stava camminando lungo un corridoio della nave e dietro di lei Olivia, la teneva sotto tiro con una pistola.
«La pistola non è un tantino ridicola, visto che ti servo viva?» Chiese la Weaver
«Esatto viva, non integra.»
«In ogni caso su cosa vorresti interrogarmi? Anche se mi interessa di più il come. Chiamerai qualcuno e giocherete al poliziotto buono e cattivo? Oppure farai da sola pestando un prigioniero ammanettato se non parla? O da bravo soldatino farai tutto secondo il regolamento...questa sperò proprio di no.»
«Hai intenzioni di parlare ancora tanto? Dentro l'ascensore.»
Lei entrò ma ignorò il commento di Olivia
«Ci sono…se non collaboro, mi fari stuprare dal tuo equipaggio...magari il turian potrebbe prendermi da dietro e puntarmi una pistola alla nuca, mentre il Krogan mi costringe a succhiargli il cazzo tenendomi giù la testa con le sue grosse mani.»
«Non so chi frequenti, ma noi non siamo così e sono sicura che tu lo sappia.»
«Una volta hanno provata a stuprarmi. Un batarian, grazie a un colpo fortunato, ci aveva catturato dando il permesso ai sui uomini di divertirsi con me, Isabella e un'altra umana.»
«Ci sono...?»
«No...la sua stupidità e la mia fortuna mi hanno permesso di eliminarlo, salvando le mie virtù e quella delle altre...beh, non che la mia virtù all'epoca fosse ancora “integra”.»
«Mmhh...Come donna non ho niente da obiettare, è stata una fine dolorosa?»
Dasha non le rispose, limitandosi a sorriderle. Un sorriso piano di autocompiacimento e soddisfazione per quello che aveva fatto.
Entrarono in una stanza spoglia, niente sulle pareti su cui passavano dei tubi, lo spazio a disposizione era occupato da un paio di scaffali di metallo, un tavolo e due sedie. Sul tavolo una piccola scatoletta di metallo.
Le due donne presero una posizione una di fronte all'altra.
«Dasha, voglio risposte ad alcuni eventi del passato e parlare delle tue richieste.» Dichiarò Oliva. La prigioniera non reagì, rimanendo in attesa delle domande. Le passò un datapad dove avrebbe potuto scrivere ciò che voleva, nel frattempo incominciò con le domande
«Quando il signor Woods e la sua cricca hanno ingaggiato te e Isabella per il furto della SR3. Qual è stato il tuo ruolo? Sapevi quale diversivo avevano in mente?»
Dasha non rispose subito, aveva uno sguardo come se avesse appena capito qualcosa  «Si tratta di questo, hai perso qualcuno allora. Ma di sicuro non per opera mia, di Isabella o degli uomini che avevo con me allora.»
« Questa è un'altra cosa da chiederti, perché non ci furono vittime causate dalla squadra che rubò la nave? Isabella attacca e non uccide nessuno? »
«Prima la tua storia. Chi hai perso?»
Si fissarono negli occhi a vicenda un istante. Gli occhi verde smeraldo di Olivia e quelli nero onice di Dasha.
«Ho perso due compagni di squadra e amici. Uno è morto schiacciato e l'altro è stato investito da un attacco di acido di un divoratore. È successo mentre eravamo senza armatura, ho vista la sue pelle sciogliersi in una pozza nauseante, mi sono avvicinata, sollevandola, sentivo l'acido che mi bruciava le braccia. Lo portata in un reparto docce li vicino sia per trovare protezione che per lavarci da dosso quella schifezza. È morta il mattino dopo in infermeria, i medici hanno potuto solamente riempirla di droghe per non farle provare dolore. Ora rispondi.»
«Rimasi sorpresa nel vedere quale diversivo avevano ideato, di sicuro era di grande efficacia. Ci avvicinammo alla nave appena iniziò, trovammo poco resistenza e come richiesto non uccidemmo nessuno. Il signor Woods e i suoi soci erano fissati col fatto che avrebbe dovuto esserci il minor numero possibile di vittime, noi potemmo solo ubbidire. Da li dovevamo andare ad Omega, caricare quello che dovevamo e grazie all'occultamento a vista della SR3 recarci sulla Cittadella non rilevati.» Spiegò Dasha in tono serio, guardando Oliva negli occhi. Quest'ultima parve soddisfatta, era sicura che le stesse dicendo la verità.
«Ma vi fu un piccolo imprevisto.»
Dasha annuì a quelle parole «Già. Ilary portò Steve sulla nave, sfruttando il fatto che all'interno non avrebbe trovato nessuno per farci una sveltina, da li il piano andò a puttane.»
«Venendo a Woods. Lui e suoi usavano tecnologia dei razziatori per prendere il controllo di chi aveva subito l'indottrinamento durante la guerra. Tu e Isabella dovete avere all'incirca la mia età, è impossibile che siate state indottrinate, inoltre su Nevos hai detto che non eri sicura del tuo nome e su Noveria che Isabella non si sarebbe fatta studiare “di nuovo”. Cosa significa?»
Dasha non si aspettava domande sul suo passato. «Risponderti non mi farà nessun danno. Io da giovane fui presa da un gruppo di schiavisti che mi vendette a delle persone, degli uomini che volevano resuscitare Cerberus. Rimasi in loro potere per un paio d’anni, alla fine fui liberata dall’Alleanza. Io e molti altri fummo sottoposti al programma d'indottrinamento ma in maniera graduale, a pensarci adesso direi che eravamo cavie, ma furono scoperti prima di terminare l'opera, quando fui liberata ero già parzialmente addestrata come nemesis e di fatto senza più la sicurezza che i miei ricordi fossero autentici o no. So solo che in un giorno come tanti mi risveglia consapevole di chiamarmi Dasha Weaver, ma mi è difficile dire se questo sia un ricordo autentico o no. Isabella, penso abbia avuto una storia uguale alla mia, non posso dire di ricordarmi di lei durante gli anni della prigionia, forse ho semplicemente perso anche quei ricordi. Lei è indottrinata come phantom, per sua sfortuna il suo livello di indottrinamento è molto più alto del mio e questo non ha fatto bene al suo cervello. Il primo ricordo che ho di lei risale a quando ci portarono in un campo dopo averci liberate e io scappai, fu allora che vidi una figura che mi seguiva, una ragazzina bionda con un coltello da cucina in mano, le lancia dei sassi per convincerla ad andarsene, li evitò senza problemi e io mi trovai a terra con quel coltello alla gola e tutto quello che mi disse  fu ”Io Isabella. Uccidere!” non era sicura di cosa volesse dire e non lo sono ancora adesso, ma risposi dicendo che l'avrei aiutata ad uccidere. Da allora mi ha sempre seguito di sua volontà.»
«Secondo te perché lo fece? Perché seguirti?»
«In passato le ho offerto di andarsene ma ha sempre rifiutato.»
«Ho come l'impressione che ci tiene a lei, la consideri un'amica. Forse una famiglia?»
Gli occhi neri di Dasha ebbero come un fremito a quelle parole, un attimo d'incertezza. Ma ritrovarono subito la loro compostezza «È uno strumento utile, niente di più.» Rispose.
Olivia era sicura di aver appena segnato un punto a suo favore.
«Come tradiste Woods e soci, se vi controllavano tramite le sfere?»
«Quegli stupidi si affidarono troppo alle loro “sfere”, si credevano intoccabili. Quegli affari permettevano di capire chi era stato indottrinato e credettero che anche noi l'avessimo subito. Neanche presero in considerazione altre possibilità e non tennero in giusta considerazione altre cose come l'età. Mi diedero una delle loro sfere spiegandomi come funzionavano, ma non dicendomi tutto sul loro funzionamento e dandomene una depotenziata, ovviamente non me lo dissero. Ma questo l'aveva immaginato nel momento stesso in cui capì cosa potevano fare. Il fatto di aver subito un indottrinamento diverso, faceva in modo che il controllo su di noi fosse minore e quando Woods fu a portata di Isabella, lei fece quello che sa fare meglio. Usando la mia sfera le avevo ordinato di tagliare la mano che reggeva la sfera della prima persona che l'avesse usata e di uccidere chi stava con lui. Ricordo che Woods rimase piuttosto sorpreso. Mi feci dire da lui tutto quello che volevo sapere, essendo a capo della commissione della SR3 aveva accesso a numerosi conti bancari, li svuotai tutti. Scappai dalla torre del Consiglio, grazie ad un'apertura che si attivò all'ultimo, io e Isabella uscimmo da li, mentre...se ricordo bene... tu eri impegnata a medicare un soldato che avevo ferito...eri tu, sono sicura di non sbagliarmi, anche se ho sempre voluto averne una conferma.»
«Si ero io e il soldato ferito era mia madre.»
«Cosa? Ho quasi ucciso la famosa Ashley Williams, quella si che era una tacca che mi sarebbe piaciuta avere sul mio fucile. Immagino che solo il fatto di aver avuto la meglio su un eroe della Normandy SR2 meriti un brindisi.»
Stavolta fu lo sguardo di Olivia a cambiare, i suoi occhi verdi generalmente accoglienti, ricordarono due lastre di ghiaccio, dando al su sguardo qualcosa di felino «Si è ferita per proteggermi! Non hai avuto la meglio su di lei né su nessuno della Normandy.»
Le due donne si scrutarono in silenzio e dopo un attimo ripresero la loro discussione. Nessuna delle due aveva ceduta all'altra e lo sapevano.
«La tua nave, dove l'hai trovata? Dai nostri dati dovrebbe essere la gemella di una nave di Cerberus, la Elbrus.»
«Nella maniera più ovvia, tutti quelli che lavoravano direttamente per me erano ex- cerberus. Da quello che so, gli indottrinati non mancavano tra le loro fila così ho trovato informazioni su una base ancora sconosciuta e la nave era al suo interno. Trovammo anche le nostre attuali armature da nemesis e phantom, erano dei prototipi, un mio uomo le ha poi aggiornate.»
«Ci sono ancora basi di Cerberus segrete? Sul serio?»
«Qualcuna, ma questa non è un'informazione che ti darò. Non se usi questi sistemi almeno o senza una ricompensa maggiore.»
«Veniamo a tempi recenti, perché quel mech sconosciuto era su Nevos? »
« La mia è solo una supposizione. Qualcuno che lavorava per me aveva cercato di vendere della merce che mi apparteneva, quando l’ho trovato mi ha solo parlato di un misterioso acquirente di cui anche lei ignorava l’identità. »
« Che tipo di merce era? »
« Niente di preciso, tutti pezzi di tecnologia ma estremamente sofisticati. Sembrava quasi un campionario. »
Olivia meditò su quelle parole, fare ricerche sulla tecnologia del nemico era la prassi. I grigi stavano investigando? Quel mech aveva dimostrato un certo interesse per le casse, prima che fossero fatte saltare in aria. Decise che al più presto avrebbe mandato un messaggio al riguardo.
Dasha aveva finito di scrivere sul datapad, lo poggiò sul tavolo e lo passò ad Olivia che lo lesse «Non chiedi poco.»
«Neanche tu.»
Olivia prese la piccola scatola di metallo presente dall'inizio sul tavolo e che per tutto il discorso pareva essere stata dimenticata e la aprì.
La sorpresa di Dasha fu evidente «Come fai ad averne una?» Davanti a lei, nella scatola aperta una sfera metallica che dalle dimensioni sarebbe stata comodamente nel palmo di una mano. Sapeva bene cos'era avendone due nella sua cabina.
«Ho chiesto dei favori e il cognome Shepard apre molte porte e prima che tu lo dica anche chi non è indottrinato può usarla ora, con le giuste modifiche. Gli scienziati della Cittadella ci hanno lavorato duramente per capire come funziona.»
«Perché mostrarmela? Perché non usarla e basta?»
«Non mi piace l'idea di controllare la volontà delle persone, anche se sono delle criminali. Ma creami problemi e la userò, non sei l'unica che può giocare sporco.»
«Così pare.»
«Abbiamo finito.» Annunciò Olivia alzandosi.
«Questo tavolo è di alluminio?» Lei rimase un attimo interdetta dalla stranezza della domanda «Si, credo..»
Un colpo violento al tavolo provenne dal basso e questo volò in aria. Il tavolo era chiaramente leggero e senza il peso di corpo sopra lo si poteva farlo volare in aria, se si dava un calcio bello violento.
Mentre era ancora in aria Dasha si alzò di scatto colpendo il tavolo con una spallata violenta e spingendolo contro Olivia, che si trovò schiacciata tra i tubi sulla parete e il tavolo stesso e dietro di esso la Weaver che lo spingeva.
Un colpo rimbombò nella sala. Dasha alzò gli occhi e vide nel tavolo il segno evidente del foro di un proiettile. «Il prossimo sarà sparato con cura.» Annunciò Olivia
Lei si fece indietro e Olivia si liberò facendosi avanti con la pistola puntata su di lei.
«Cosa dovrebbe significare?»
«Niente…la tua minaccia mi ha fatto incazzare, facendomi ricordare vecchie cose.» Spiegò Dasha
Qualche istante dopo
«CAZZO!! Olivia liberami! Almeno fammi andare in bagno, PORCA TROIA!» Urlò la Weaver dalla sua nuova posizione. Si trovava appesa tramite le manette a uno di tubi attaccati sul soffitto e riusciva a toccare il pavimento solo con la punta dei piedi
«Prima capisci che non ti temo e meglio sarà per tutti. Ho bisogno del tuo aiuto e lo avrò in un modo o nell'altro. Inoltrerò subito le tue richieste, nel frattempo ...riposati.»
«Fanculo!»
Olivi uscì e Dasha fu sola «Dannazione!» Urlò ancora una volta «Però in bagno ci devo andare veramente.» disse a bassa voce.
Uscendo Olivia incrociò Steve «Ha creduto al bluff della sfera?» Chiese lui.
«Non lo so.» gli rispose
Dopo alcune ore la SR3 era attraccata senza problemi all'accademia Grissom. Olivia con il resto della sua squadra e in compagnia di Dasha, stavano percorrendo il corridoio che conduceva dagli attracchi all'ingresso vero e proprio.
«Devo chiedertelo. Una scuola? Stai attirando un assassina che si diverte ad uccidere biotici in una scuola piena di ragazzini con poteri?» Chiese Dasha
«In questo periodo l'accademia è chiusa, rimangono solo poche persone del personale civile che non è stato difficile far evacuare ed è il luogo migliore dove studiare i poteri biotici di Isabella.»
Quando arrivarono all'entrata trovarono due persone ad attenderli.
«Olivia, ragazzi...vedo che siete ancora integri e in mezzo a grossi guai.» Disse una delle due donne. Dasha la osservò per un momento. Doveva avere una cinquantina di anni e le braccia erano ricoperte da tatuaggi che davano l'impressione di proseguire ben oltre il bordo delle maniche.
«Certo direttrice Jack e felice di vederti, lo stesso vale per te Miranda.» Rispose Olivia
«Bene, sono contenta che la tua idea abbia funzionato. Eravamo tutti...in ansia direi, quando hai inviato quel messaggio dopo la partenza della SR3 cogliendoci tutti di sorpresa.» disse il maggiore Miranda Lawson
«Un altro scherzo così Olivia e scoprirai che anche uno Shepard piange, se preso a calci biotici.» - minacciò Jack - «Riservarvi l'intera Accademia non è stato facile, fortunatamente ho potuto evitare di rispondere a molte domande grazie a tua madre. Si è offerta lei di occuparsi della parte burocratica, pare che John abbia già troppo da fare. Al momento siamo solo noi, il personale militare di sicurezza e un piccolo imprevisto. »
«Quale?» Chiese lei
Prima che potesse avere una risposta una porta si aprì e tre ragazzi fecero il loro ingresso. Erano
William Coats ed Henry Coats i gemelli di Miranda Lawson e di Martyn Coats. Dai loro genitori avevano preso intelligenza, intraprendenza e un sfacciataggine a volte esasperante. Entrambi di bell’aspetto, con occhi e capelli scuri che portavano mediamente corti. Studenti di prim’ordine, l'Alleanza aveva messo gli occhi su di loro da molto tempo.  
La terza persona era invece Taiga, la figlia di Jack e Vega ed era la più piccola del loro gruppo. Una bambina dai  castani capelli lunghi fino alla spalla e con occhi del medesimo colore.
Salutarono gli amici tranquillamente, come se la loro presenza lì fosse normale.
«Che diavolo ci fate qui?» Esclamò Olivia. Gli altri non erano meno sorpresi.
Fu Jack a spiegare « Si sono nascosti fino a quando non è partito l'ultimo trasporto e dire che abbiamo controllato che vi salissero. In qualche modo, hanno saputo che voi e la SR3 stavate arrivando e non volevano essere lasciati indietro. Ci occuperemo noi di loro e adesso canaglie che non siete altro, ritornate all'ufficio di sicurezza e non uscite più per nessuna ragione.» I ragazzi dovettero tornare indietro senza possibilità di proferire altro a parte un saluto. «Ora Olivia, dov'è il nostro biotico?»
«Sta arrivando. Lei...» - indicò la persona ammanettata al suo fianco - «è Dasha Weaver.»
«Il soggetto zero di Cerberus e la “donna perfetta”...vi chiederei l'autografo, ma non mi pare il momento. Miranda Lawson, molte organizzazione pagherebbero bene per avvalersi dell'aiuto di una persona così capace...inclusa la mia.»
«Ci conosci benne...eviteremo di perdere tempo. » Rispose Miranda, la donna di ghiaccio in lei riaffiorava quando si trattava di lavoro «In ogni caso quella vita non mi interessa più, mi sono...accasata. Isabella, sarai in grado di gestirla?»
«Posso fidarmi del nostro accordo?» Domandò La Weaver
«Hai letto il messaggio, il Consiglio ha accettato le tue richieste. Non ti basta ?» Chiese Olivia
«No…ma per ora dovrà bastarmi...ora slegatemi, la Atlantic Codex non sarà lontana e datemi un terminale in modo che possa inviare un messaggio e tenete lontano la vostra direttrice fintanto che non sarò sicura che Isabella si sia calmata. Se incontrasse un biotico così potente mentre è su di giri, partirebbe all'attacco e nessuno potrebbe fermarla.. Vale anche per l'asari, Mila e la “donna perfetta”»
Miranda non era ancora convinta e chiese «Come fai a essere sicura che ti abbiano seguito, invece di abbandonarti? Pensi veramente che ti lasceremo da sola e libera di agire?»
«Certo che ci hanno seguiti, hanno Isabella a bordo e sono abbastanza intelligenti da non affrontarla. Inoltre ho io i conti dell'organizzazione e riguardo al rimanere “libera di agire”» Dasha alzò le braccia mostrando un bracciale al polso destro «Olivia mi ha donato questo aggeggino provvisto di carica esplosiva. Pare gli sia venuta l'idea grazie a quella volta che ho fatto esplodere il braccio a Steve, così ha chiesto al suo quarian di fiducia di costruirlo e a dato il comanda alla cara Mila che è ancora arrabbiata con me, perché mi ritiene responsabile della morte di due suoi amici quando ho rubato la SR3 e sarebbe felice di azionarlo nel caso facessi qualche scherzo, come in qualsiasi altra situazione. Mi pare di aver detto esattamente il tuo parere quando me l'hai spiegato Olivia. Ora le manette.» Dasha allungò le mani ammanettate verso di lei.

Mezz'ora dopo la Atlantic Codex attraccò ad uno degli hangar della stazione. A bordo avevano ricevuto il codice di sicurezza di Dasha, segnalava la zona come sicura. Tetrius era abbastanza sicuro che fosse vero, dubitava che soldati dell'Alleanza, per di più figli degli eroi della Normandy, avessero le capacità necessarie per costringere Dasha a parlare.
La squadra d'assalto era pronta lui, Tenus, e Naomi sarebbero sbarcati armi in pugno.
Sunt Quis, il volus esperto informatico avrebbe cercato di fornire supporto prendendo i controlli della stazione.
Mores era salito a bordo del Mech custodito nella stiva pronto a fornire la potenza di fuoco necessario.
Isabella davanti a tutti aspettava l'apertura del portellone della nave. Impugnava una sola spada con entrambe le mani, quella lunga che poteva aumentare la propria capacità di taglio grazie all'uso di poteri biotici.
Il portellone si aprì.
Isabella aveva coltivato in quelle poche ore un profondo odio unito a sete di vendetta da quando Dasha era stata catturata: ora quel sentimento esplose e il phantom si scaglio contro il portellone lanciando un urlo che esprimeva la sua furia incontrollabile
La spada di Isabella, carica di potere calò con forza...

«Cosa è stato?» Chiese Pars vas Lippi, dalla parte interna del portellone d'attracco, con lei Olivia, Steve, Arturus, Mordin e Chrome il suo geth che si era scaricato nel suo corpo metallico in vista della possibilità di combattere e naturalmente Dasha.
«Isabella, mi pare ovvio.» Le rispose la criminale.
Si sentì la voce di Jack dagli altoparlanti, si trovava nella sala di sicurezza situata più in alto con  Miranda, Mila e Asiria e i ragazzi. Seguendo il consiglio di Dasha i biotici erano stati allontanati.
«Quella stronza è riuscita a incidere il portellone di attracco!!» esplose Jack. Dasha sorrise a quella notizia.
«Jack apri il portellone, prima Isabella incontra Dasha , prima si calmerà.» - ordinò Olivia - «Squadra, state pronti a reagire. Armi in pugno.»
Il portellone si aprì e apparve per prima l'inconfondibile armatura da phantom. Stava per eseguire un salto biotico e balzare sui nemici.  Dasha capì cosa aveva in mente, prima che incominciasse a muoversi. Pensava che fosse in pericolo e doveva farle sapere che non era così.
La chiamò a squarcia gola. Il phantom si bloccò, l'aveva sentita. Poi la vide. La spada venne abbassata. Isabella fu tra le braccia di lei.
«Dasha, Dasha, Dasha...» Ripeteva Isabella, il casco le nascondeva il volto ma lei poteva sentire il leggero tremore del suo corpo mentre l'abbracciava , si stava sciogliendo in lacrime, confusa, perché per un brevissimo lascio di tempo erano state separate. Le due donne restarono abbracciate qualche istante, la testa dell'una contro quella dell'altra, quasi senza parlare.
Una voce femminile che entrambe conoscevano, si insinuò in quel momento.
«Dasha, è meglio che spieghi la situazione.» Disse Olivia. Lei poté sentire il corpo di Isabella che si irrigidiva. Il predatore che c'era in lei tornava a svegliarsi. Dasha  prestò attenzione a ciò che accadeva attorno a loro. Concentrata inizialmente solo su Isabella non aveva notato che erano nel mezzo della linea di fuoco tra la squadra di Olivia e quella appena sbarcata composta da Tetrius, Tenus e Naomi.
«Generale, felice di vedervi...abbassate subito le armi, per ora non si uccide nessuno.» - ordinò Dasha, Tetrius la guardò con sospetto - «Come ha detto l'umana, vorrei un chiarimento. Non sembri una prigioniera?»
«Generale,vuole farmi ripetere l'ordine?» Chiese la Weaver. Il tono non ammetteva repliche
«Giù le armi squadra.» - gridò una voce femminile alle sue spalle. Olivia aveva dato ordine a suoi di abbassare le armi, sperando che servisse a sbloccare la situazione.
La squadra dell’Atlantic Codex si convinse a fare altrettanto. Dasha si diresse a parlare con Tetrius. Isabella fece in tempo a fare due passi in avanti, che venne saldamente presa al polso da Dasha che quasi glielo storceva «ISABELLA, NO! Avrai altre occasioni.»
Il phantom serrò l'impugnatura sulla spada fino a farsi male: pronta a uccidere, si trovava di colpo privata della prede, dovette respirare a lungo e affannosamente per riuscire con fatica a riportare il corpo sotto il controllo della sua volontà.
Alla fine Dasha la lasciò andare senza aggiungere altro, andando a parlare col resto dei suoi uomini. Isabella cominciò a camminare lungo il corridoio, avvicinandosi ad Olivia e dandole la massima attenzione.
Olivia ebbe l'impressione che li stesse valutando, poteva vedere gli altri, ognuno col dito sul grilletto. Anche Lei. Le ricordava una leonessa indecisa se le prede che aveva davanti valevano la sua fatica, alla fine voltò loro le spalle tornado da Dasha. Olivia non avvertì il sospiro di sollievo degli altri, era troppo impegnata con il proprio e fu lieta di aver seguito il suggerimento di non aver tenuto nessun biotico, nel dare l'accoglienza ai nuovi arrivati.
«Generale...avete discusso se tradirmi era vantaggioso o meno, avere Isabella a bordo deve aver pesato molto sulla decisione. Qual è stato il verdetto?» Dasha aveva parlato come se stesse esponendo un semplice dato di fatto, come se parlare di tradirla, ucciderla, fosse una cosa normale.
Il turian non poté che ammirarla per la sua franchezza «Si ne abbiamo parlato. Abbiamo deciso di verificare di persona la tua situazione prima di decidere.»
«Posso avere un datapad e un comunicatore?» Il drell glieli porse. Parlò a tutti i presenti e a quelli in ascolto sulla nave «Ho messo i codici e i conti di quello che spetta ad ognuno di voi qui dentro.» indicò il datapad «Sono molti crediti e vi potete sistemare. Chi vuole può andarsene, ma sappiate questo...La Atlantic Codex non si muoverà da qui senza di me. Se in futuro mi attraverserete la strada vi ucciderò. Ho un accordo con il Consiglio e coloro che se ne andranno ne saranno esclusi, ma non vi dirò di cosa si tratta se prima non saprò la vostra risposta. Mi hanno collocato adesso una bomba a uomo morto.» indicò il bracciale al polso «Se non rispetto i patti mi faranno saltare, se loro non rispettano i patti Isabella potrà eliminarli.» il phantom giocherello con l'impugnatura della spada, ormai rinfoderata, a sentire quelle parole «Scegliete! Ora!»
Il generale si consultò con gli altri. Isabella era l'unica a non interessarsi di cosa stava accadendo, avendo già scelto. Alla  fine arrivarono le risposte. Tutti rimasero con Dasha. «Bene, questione risolta!» - rispose - «Adesso l'accordo che ho stretto in cambio della nostra collaborazione. Hanno bisogno di informazioni sui poteri di Isabella, gli ho concesso una settimana per fare i loro esami al termine della quale noi otterremo, che loro abbiano quello che volevano o no, l'amnistia completa per ogni nostro crimine.» Tutti rimasero un attimo in silenzio. La prospettiva che si profilava davanti a loro era sbalorditiva.
Avevano compiuto i peggiori crimini e sapevano che sarebbero stati costretti per tutta la vita a prendere precauzioni, ma sapevano che prima o poi qualcuno li avrebbe uccisi. Ora forse avrebbero potuto godersi onestamente, quello che disonestamente avevano ottenuto infrangendo la legge. A quella prospettiva ognuno di loro non poté evitare di sorridere, avevano la sensazione stare giocando col destino usando dadi truccati e di star vincendo.
Lei ritornò da Olivia dicendole «Hai il tuo accordo, ti consiglio di mantenerlo.»
«Ti consiglio altrettanto» le rispose Olivia che però aggiunse con tono divertito - «Cos'era quella scena di prima? Te e Isabella? Ripetimi un po’ che Isabella è solo uno strumento?»
«Io mi sono commosso.» S'intromise Steve divertito, il tono di chi sta prendendo per il culo qualcuno.
Dasha rimase in silenzio, stava studiando cosa dire quando una voce giunse dagli altoparlanti
« Sono la direttrice Jack. Qui, che siete criminali o soldati, si seguono solo le MIE regole. Benvenuti all'accademia Grissom!»
Due giorni dopo, la Atlantic Codex era ancora alla stazione, dalla parte opposta rispetto alla SR3, l'unico con il permesso di salire a bordo era Tetrius.
Il primo giorno si era concluso dopo tutta una lunga serie di esami approfonditi su Isabella. Jack con Miranda, Olivia, Asiria e Dasha stavano discutendo del risultato. Avere accesso alle informazioni ottenute dagli esami faceva parte dell'accordo. Le due esperte di biotica umana stavano parlando del risultato dell'esame anatomico. I noduli di elemento zero incorporati nei tessuti del corpo di Isabella, base per qualsiasi potere biotico, erano molto al di sopra del numero normalmente presente negli umani.
Superata una certa soglia si cercava di intervenire chirurgicamente per rimuoverli fin dalla nascita in quanto un loro numero eccessivo poteva portare a gravi problemi mentali e alla morte. Ma il numero posseduto da Isabella, il loro totale non varia nel corso della vita, era tale da rendere certa la morte già alla stadio fetale per contaminazione. Eppure era viva.
«Questo spiega molto del suo stato mentale» - aggiunse Miranda - « con tutti quei nuclei la sua sanità mentale deve essere stata messa a dura prova fin dalla nascita, se a questo aggiungiamo l'indottrinamento forzato a cui è stata sottoposta...potrei dire che è ancora incredibilmente buona.»
«Trova divertente uccidere le persone!» Disse scandalizzata  Asiria
«Si e allora? È come molti altri la fuori.» - le rispose Jack - «Quello che è interessante è stabilire la sua vera forza. Il numero di nuclei indica anche quanto potere biotico l'individuo disponga e qua siamo di fronte a una miniera ambulante di eezo. Mi piacerebbe spingerla al limite.»
«Non lo consiglio.»- intervenne Dasha - «avete visto cosa ha fatto alla parte esterna del portellone d'attracco che da direttamente sullo spazio, quindi corazzato. Se poi volete sapere cosa fa al massimo chiedetelo all'eroina qui presente.» indicò Olivia « Hanno affrontato Isabella mentre amplificava i suoi poteri nella tuta. Sanno cosa vuol dire affrontarla al massimo. In ogni cosa avete il Mio permesso solo per scoprire come ha fatto fuori quel mech, non per altro.»
Miranda riprese la spiegazione «L'analisi del suo impianto biotico non è meno interessante. Si tratta di un normale impianto L5, decisamente datato se consideriamo il periodo temporale in cui le è stato inserito. Immagino che i nuovi fondatori di Cerberus non potessero permettersi di meglio.»
Jack evidenziò una zona in particolare «L'impianto ha fatto il suo dovere. Ma guadate qui, ci sono segni di usura, hanno usato un modello standard per qualcuno che è unico. Un vecchio impianto L3 o 4 sarebbero già bruciati, con gravi conseguenze per il suo possessore.»
«Tuttavia questo non spiega l'enorme quantità di energia usata dall'impianto.» - continuò Jack - « Una cosa positiva di questi ultimi e che indipendentemente dal numero di nuclei, usano sempre la stessa quantità d'energia per sollecitarli. Alla fine l'energia usata dall'impianto è trascurabile nell'insieme da quella consumata da un biotico. Ma non qui. Perché?»
Prima che qualcuno potesse rispondere si senti Mila urlare «Fermi! Non potete entrare!» Era rimasta fuori dalla porta, di guardia. Due figure fecero il loro ingresso come se fossero padroni di tutto ciò che li circondava. «Noi sappiamo il motivo!» dissero all'unisono.
«Piccole pesti fuori di qui. Se non volete che lo faccia io facendovi rimbalzare sulle pareti come se foste palloni.» Li minacciò Jack.
I gemelli avevano fatto il loro ingresso. «Ascoltaci zia Jacki, noi lo sappiamo.» disse Henry
«È vero mamma, sai che non ti interromperò mai durante il lavoro se il motivo non fosse serio.» intervenne William rivolgendosi a Miranda, in sostegno del fratello.
«Va bene..diteci la vostra teoria e spero per voi che sia buona.»  Rispose la madre. I gemelli esultarono per la possibilità che gli veniva data. Per la prima volta avevano potevano farsi belli con i più grandi, in qualcosa che fosse più impegnativo di qualche banale esame.
«Teoria dell'energia bianca!» Dichiararono all'unisono.
Miranda e Jack si scambiarono un'occhiata incredula, mentre gli altri si guardarono tra loro chiedendosi cosa fosse.
«Quella è solo una teoria, non è mai stata provata, ci solo alcuni risultati approssimativi in laboratorio.» Spiegò Miranda ai propri figli, come una maestra a degli alunni.
«E allora?» - chiese William -« Non provata non significa che è sbagliata.»
Intervenne quindi Henry « Mi sembra abbiano detto la stessa cosa dei razziatori...gli eroi della Normandy hanno visto cose ben più strane. Sbaglio?»
Prima di ricevere una riposta fu Olivia a chiedere spiegazioni di cosa stessero parlando. Di nuovo Miranda come una maestra spiegò la teoria menzionata.
«È in pratica la teoria dell'antimateria applicata all'energia oscura. In fisica l'antimateria è formata da particelle che costituiscono la materia ordinaria, ma aventi carica di segno opposto.  Invece di avere un elettrone, particella con carica negativa, si ha un positrone, particella con carica positiva a ruotare intorno al nucleo dell'atomo. Avendo l'energia oscura anche proprietà elettromagnetiche si è ipotizzata l'esistenza di una energia oscura con cariche invertite. Ma anche se ne venisse dimostrata l'esistenza, gli stessi test di laboratorio che la ipotizzano hanno affermato che le particelle di energia bianche sarebbero una per ogni  1 × 10 34 particelle di energia oscura. Sempre secondo la teoria l'energia bianca si originerebbe quando i nuclei di eezo 19, un isotopo piuttosto raro, si romperebbero originando, raramente, particelle con carica opposta. Queste però risulterebbero inerti alle normali correnti di energia che attivano le particelle di eezo, richiedendone molta di più per essere attivate. Una quantità che non può essere presente in un corpo umano.» disse Miranda terminata la sua spiegazione e soddisfatta di aver spiegato perché non poteva essere possibile.
[Nota autore: ISOTOPO: Di atomi, che hanno lo stesso numero atomico ma diverso numero di massa atomica]
William intervenne da dove la madre si era fermata «Giusto ma lei accumula l'energia nelle spade, non la lancia subito in attacchi biotici. L'energia nella spada non rimane di certo ferma, ma passa da Isabella alla spada e nuovamente a Isabella almeno fino a quando non viene lanciata. L'energia che le ritorna indietro attiva quelle particelle che normalmente risulterebbero inerti e più a lungo la trattiene maggiore sarà il numero di particelle attivate.»
«Questo è il motivo per cui quell'armatura da phantom che le potenzia i poteri funziona. Non è certo stato il primo progetto al riguardo» - esclamò Henry - «Molti altri ci hanno provato prima, ottenendo tute funzionanti ma col risultato che i biotici che le usavano si stancavano dopo pochi minuti. Da li si è preferito passare agli equipaggiamenti odierni che danno prestazioni minori limitandosi ad aumentare l'effetto dei poteri intorno al quattro per cento o agendo su singoli aspetti. Isabella a questo non succede perché le particelle dell'energia bianca attivate rilasciano una  quantità di energia maggiore, si calcola almeno il quintuplo di quella usata per attivarle. Questo evita che Isabella esaurisca subito l'energia a disposizione per i suoi poteri.»
Olivia si fece avanti a «Scusate, ma se queste tute sono considerate così....inefficienti...perché Isabella è stata equipaggiata con una di queste?» Tutti si voltarono a guardare Dasha che si schiarì la gola
«Mores, il nostro esperto in armi, ha detto che secondo lui su Isabella potevano funzionare per la grande quantità di energia che possedeva. Abbiamo fatto dei test e non ci sono stati problemi.» rispose --Sara meglio che faccia due chiacchiere con Mores per assicurarmi che non mi abbia taciuto qualcosa-- pensò.
Miranda stava esaminando velocemente i documenti che aveva davanti e alla fine disse «Potrebbe essere.» - con un sussurro di voce - « E' assurdo ma questo spiegherebbe tutto. Se ipotizziamo che energia oscura a contatto con la bianca abbia lo stesso effetto di materia e anti-materia. Ovvero la distruzione della prima. La materia oscura di cui è fatto il mech recuperato ha molte proprietà simili all'energia oscura di cui condivide l'origine, è quindi possibile che l'energia bianca oltre all'energia oscura possa distruggere a livello atomico la materia oscura quando ne viene a contatto e il consumo fuori scala dell'impianto potrebbe essere dovuto allo sforzo per mantenere sotto controllo i noduli di eezo che richiamerebbero una quantità di energia per cui non è stato progettato.» Miranda alzo lo sguardo dai documenti rivolgendolo ai figli « È assurdo...una possibilità infinitissima....ma è una possibilità da non scartare.»
Henry e William non poterono fare almeno di sentirsi più alti di mezzo metro a quelle parole, mostrando un sorriso da orecchio a orecchio.
«Avrei anch'io una domanda per voi due.» Asserì Jack, rivolgendosi ai due geni che conosceva da anni e alunni della sua accademia «Come sapevate di cosa stavamo parlando? Sono certa che da fuori non si sente niente.»
I due ragazzi si guardarono allarmati, quando erano entrati, sopraffatti dell'entusiasmo, non avevano pensato che qualcuno avrebbe badato a quel particolare.
« Henry? William?» Chiese Miranda incrociando le braccia e guardandoli minacciosi
«Potremmo...aver usato una “cimice”» Disse Henry
«Si ecco..ma non era per voi....sappiamo che a volte i professori si riuniscono qui per parlare di quello che non dovremmo sentire.»
«Come degli esami da sostenere durante l'anno?» Commentò Jack
I due ragazzi erano chiaramente allarmati, non sapevano più che pesci pigliare, quando Taiga fece il suo ingresso ansimante in sala. «Tesoro che succede?» chiese Jack più preoccupata che mai, terrorizzata che Isabella nonostante la sorveglianza avesse deciso di uccidere qualcuno. Non era stato infatti possibile disarmarla delle sue spade e tutti attualmente giravano armati oltre al personale di sicurezza.« Steve ..» disse ansimante « Steve sta picchiando una guardia nella caffetteria! Gli ha rivolto qualche battuta.»
Olivia corse via dalla stanza, allarmata e con una mezza idea di cosa poteva essere successo. Con suo fratello c'era un unica regola da tenere presente: non prenderlo mai in giro per il suo difetto
La guardia era piegata in due: gemeva, tenendosi le mani in mezzo alle gambe. Sanguinava dal naso e aveva un altro paio di lividi in faccia. A qualche passo da lui Steve era in piedi, trattenuto da Ilary, il volto l'immagine stessa della rabbia. Olivia arrivò in quel momento.
«Steve!» Disse avvicinandosi, lui la ignorò, non voleva neanche vederla in faccia ma solo andarsene in un posto isolato. «Tenente, mi spieghi l'accaduto è un ordine o farò un rapporto ufficiale...» Olivia faceva pesare il fatto di essere lei al comando con il fratello. Lui si fermò, si voltò cercando di assumere un espressione impassibile «Vuoi far valere il tuo grado con me? Riguardo a cosa sia successo penso che tu lo sappia, ora, “Tenente” se non ha ordini vorrei andare in camera e starmene da solo.» e se ne andò.

Nessuno delle persone coinvolte si accorse di Isabella che dal piano superiore della vetrata aveva assistito alla scena. A una decina di metri da lei, Mordin e Arturus non la perdevano d'occhio  L'accaduto l'aveva eccitata. Aveva riconosciuto il soldato che aveva combattuto contro di lei su Nevos e Noveria, nella persona che aveva avuto la meglio su quella semplice guardia.
Si era divertita con lui mentre combattevano per uccidersi. Era bravo ma c’era dell’altro in lui che lei fino a quel momento aveva solo intuito senza comprendere.
A quel soldato piaceva umiliare i nemici come a lei, le lacrime del vinto e la sua disperazione erano il vero premio per il vincitore.
Aveva il vizio e lo sapeva, di tirare alle lunghe un combattimento quando era entusiasta con lo scopo di ferire e immobilizzare il suo avversario. Tutto per far aumentare la sua disperazione, l’aveva fatto anche con lui ma era sempre stata interrotta.
Adesso era contenta che fosse successo, quando fosse giunto il momento di ucciderlo si sarebbe presa tutto il tempo necessario per ogni istante.
A mettere a terra quella guardia era bastato il primo attacco, gli altri che erano seguiti erano solo per rabbia e per piacere.
Le dispiaceva che quella Olivia fosse intervenuta, interrompendo quello che stava accadendo.
Da quando era alla Grissom indossava solo tenute da allenamento che mantenevano freschi, oltre alle sue spade portate ai fianchi, ma avvertì un'improvvisa vampata di calore e il suo corpo reagire. Sentiva il bisogno di sfogarsi.
La guardia era ancora piegata in due dal dolore a borbottare «Maledetto bastardo, farò rapporto a chi di dovere.»
«Soldato» disse Olivia con tono autoritario « come conoscete il tenente Steve Williams?»
Lui si era intanto rimesso in piedi, anche un po’ piegato ancora dal dolore che avvertiva «Non lo conosco, almeno non di persona, eravamo nello stesso campo reclute ma in sezioni differenti. Si diceva fosse bravo, ma era soprannominato da tutti “mitraglia” e quando l'ho riconosciuto e ho visto il tenente timoniere» - indicò Ilary - « non distante che stava prendendo qualcosa al bancone gli ho detto...»
«Si?»
«Ehi...”se l’hai conquistata con la sua parlantina, sarà perché l’ha fatta ridere. ”» Dichiarò la guardia con un leggero sorriso, pensando di aver detto qualcosa di divertente.
Ilary gli tirò una ginocchiata nei testicoli ancora doloranti. Come aveva detto la guardia lei era al bancone e non sapeva perché Steve aveva reagito violentemente. Ora lo sapeva.
«Soldato...» Chiese Olivia inginocchiandosi per essere più vicina alla guardia che era nuovamente sdraiata a terra «Questa pilota è la ragazza del Tenente. Se lei farà rapporto non troverà nessun testimone che confermi la sua versione, le consiglio di rinunciare e di evitar di dire cose stupide...Metta del ghiaccio, dicono che aiuta.» Si alzò quindi per andarsene e trovò davanti a se Dasha e Mila. Quest'ultima era presente solo perché non voleva perdere di vista la prima.
«Pare che entrambe abbiamo qualcuno da controllare e da tenere a freno.» Dichiarò a un tratto la criminale. Lei la ignorò, non aveva voglia di discutere.
Steve stava dormendo profondamente quando si svegliò a causa di una sensazione di pesantezza che avvertiva su di se. Appena sveglio gli ci vollero un paio di secondi per capire che quell'impressione non era solo tale, ma c'era veramente qualcosa su di lui. Anche se al buio e con la vista ancora annebbiata poté vedere una sorta di sagoma più scura sovrastarlo, alla fine allungò il braccio e accese la luce della stanza.
«Isabella!» Esclamò stupefatto. Il phantom era seduta sopra il suo inguine, indossava una delle aderenti tutte da allenamento costituita da una maglietta e pantaloncini corti, che accentuavano ancora di più le curve del suo corpo.
Steve si senti strozzare quando con la mano destra l'afferrò saldamente alla gola, togliendogli la possibilità di parlare. Era più preoccupato che mai, se a fatica riusciva a misurarsi con lei per situazione in cui si preparava al meglio, non riteneva di avere alcuna possibilità in questa. Non pensando che ci fosse pericolo con la porta chiusa, aveva fatto l'errore di non mettere un arma a portata di mano. Isabella si piegò in avanti.
La sua lingua lecco una ferita ancora fresca che lei stessa gli aveva procurato sulla guancia, poi un altra sul collo, una sul braccio. Nel farlo i suoi fianchi presero a muoversi con un certo ritmo. Steve incominciò ad avvertire un erezione, al suo corpo quale fosse la sua intenzioni o la situazione in cui si trovava non importava.
Isabella si rialzò in viso un sorriso indecifrabile, allungò la mano sinistra lunga la gamba di Steve fino a raggiungere la medicazione della ferita che lei gli aveva procurato al di spora del ginocchio. Gliela premette con forza. Steve avvertì una fitta di dolore e appoggiò i palmi della mani sulla fronte per cercare di resistere. Isabella prese a muoversi e a strusciarsi contro di lui con più energia. Il corpo di Steve prese a muoversi con più energia seguendo i suoi stessi movimenti. Anche se erano troppo vestiti per farlo, ai loro corpi non parve importare. Steve inarcò la schiena mimando l'atto della penetrazione, mentre Isabella accompagnava quei movimenti verso l'alto con i propri. Ad un certo punto incominciò a rallentare fino a fermarsi, sul volto aveva un espressione che Steve interpretò come soddisfazione, ma non era sicuro di essere obiettivo.  Isabella gli lasciò la gola e senza dire una parola o voltarsi se ne andò.
Steve rimase disteso sul letto, ancora confuso e senza un idea chiara di cosa avrebbe dovuto fare. Alzò la testa e seppe cosa avrebbe fatto come prima cosa «CAZZO!» Imprecò.
Sui suoi pantaloncini si stava formando una macchia di bagnato. Scese dal letto, aveva bisogno di una doccia e di un cambio.
Il mattino seguente in caffetteria Olivia stava facendo colazione, seduti davanti a lei Dasha e Isabella facevano lo stesso. Seguiva la Weaver ovunque, darle fiducia sarebbe stato da irresponsabili. Oltre a loro c'era qualche altro avventore, era anche passato quel turian che lavora per Dasha e che lei chiamava “generale” a fare rapporto su alcuni fatti. Dasha gli diede piena libertà d'azione.
«Avresti mantenuto quanto detto se qualcuno avesse voluto andarsene?» Le chiese Olivia.
«No, avrei detto a Isabella di portarmi la sua testa.» Lei non fu stupita della risposta.
«Come fai ad essere sicura che non ti tradiranno, mentre sei qui adesso e non li puoi tenere d'occhio?»
«Sanno che dovevano farlo mentre io e Isabella eravamo separate. Adesso per loro è solo troppo pericoloso.»
Fu allora che arrivò Steve, salutò la sorella e fece un cenno del capo alle altre due donne che lo ignorarono. Quindi riferì l'accaduto.
Isabella si comportava  come se non fosse coinvolta, Dasha stava sputacchiando in giro per il ridere e Olivia lo guardava ad occhi sbarrati.
«Sorellina è inutile che mi guardi così, di certo la colpa non è mia. Ma spero che non accada più, ho una ragazza e parlando di Isabella ho pensato che sarei veramente morto alla fine.»
Dasha si porse in avanti con fare malizioso «Oh-oh...davvero...eppure molti uomini si riterrebbero fortunati se Isabella desse a loro certe attenzioni.» - e aggiunse con un tono più divertito - «O forse preferisci le brune come? Magari me e Isabella assieme, ti piacerebbe?»
Steve scosse la testa con fare infastidito, evitando di rispondere. Non era sicuro che ci fosse una risposta giusta da dare, ma che soprattutto fosse credibile.
«Hai intenzioni di dirlo a Ilary?» Chiese Olivia
«Si, meglio dirlo subito. Più aspetto, più sembro colpevole e possono crearsi fraintendimenti. Se dovrà arrabbiarsi meglio che lo faccia ora.» Spiegò Steve
Come sempre in queste situazioni, la persona interessata fece il suo ingresso.  Lui attese che presa la colazione si dirigesse verso di loro, prima di andarle in contro a meta strada. Si sedettero da soli in un tavolo in disparte.
Olivia e Dasha non smisero di osservarli. Preoccupata la prima e incuriosita la seconda. Steve stava parlando. Ilary si alzò di scatto andandosene. Lui le poggiò una mano sulla spalla. Lei si fermò. Lui colpì violentemente il suolo, aveva scordato che Ilary era campionessa di autodifesa del suo corso di piloti.
Nella sala d'allenamento, l'uomo venne colpito violentemente al volto e cadde a terra dolorante accanto al suo compagno. Isabella sputò su di loro, il fatto di essersi misurata con quei due l'aveva innervosita. Provava la stessa sensazione di un uomo che in attesa di dare un primo morso al suo cibo preferito, aveva scoperto che qualcuno l'aveva cucinato da schifo.
Dall'alto della cabina di controllo numerose figure l'avevano osservata.
«Perché diavolo non ha usato i poteri biotici come le è stato chiesto?» - Chiese Jack indispettita - «Così non raccoglieremo nessuna informazione utile.»
«Cosa vi aspettavate? » -Le rispose in tono furente Dasha -«Non può uccidere, deve usare quegli affari d'allenamento al posto delle sue spade, non sapete quanto ho faticato perché le lasciasse qui e deve affrontare degli avversari che normalmente schiferebbe. Non avete qualcuno di decente che la possa affrontare o almeno da lasciare che uccida? O devo chiamare io dei delinquenti da far uccidere?»
«Qualcuno di decente? Ha affrontato un paio di istruttori con un enorme esperienza militare alle spalle e nell'uso dei poteri biotici.» le rispose Jack inferocita. Sembravano sul punto di picchiarsi
«Possiamo litigare oppure trovare una soluzione.» Asserì Miranda con tono calmo, ma deciso dalla postazione che avrebbe dovuto analizzare i dati che i diversi sensori su Isabella avrebbero dovuto inviare «Dasha, perché pensi che Isabella non abbia usato i suoi poteri?»
« Sta tenendo il muso. Sa che sta venendo studiata e lo odia, non può uccidere, i suoi avversari le fanno schifo e non può usare le  sue spade. Se volete che s’impegni datele lei.» - Disse indicando  Asiria - «So che si vuole regolare i conti con lei fin da quando si sono misurate sulla torre del Consiglio. Da quello che so, il suo è stato l'unico potere che con le sue spade non è riuscita ad annullare.»
L’asaria fu tutto tranne che entusiasta a quell’idea.
«Si, ho letto nei rapporti di questo. Pare che quando un fendente biotico di Isabella incroci un altro attacco biotico questo venga annullato o diviso e deviato, ma come riferito da Asiria più volte sembra che nel suo caso questo non avvenga. Ma ci sia un'esplosione...mmhh» Miranda parve rifletterci sopra « I campi elettrici dei poteri di Asiria sono leggermente diversi come anche il fatto che siano di colore verde e non blu...tutto merito dell'eredità paterna. È possibile che i diversi campi elettrici creino una qualche reazione con quelli rilasciati dall'energia bianca e....»
«Adesso credi anche tu a questa storia Miranda?» Chiese esasperata Jack.
«Beh... Ci ho riflettuto bene è spiegherebbe praticamente tutto, come il fatto che un suo attacco riesca a annullarne uno nemico e colpire il bersaglio. Sai anche te che annullare un potere con un potere non è difficile, ma fare in modo che non venga annullato a sua volta richiede un enorme quantità di energia.»
«Appunto è dal 2186 che insegno alla Grissom e nessuno né è mai stato capace.» Obiettò la direttrice
«Eppure...»
«BASTA! Tagliamo la testa al toro...» Jack uscì velocemente dalla stanza, prese le spade di Isabella e si diresse alla stanza d'allenamento. Mentre andava sentiva gli altri che le gridavano di fermarsi.
Intanto dalla cabina tutti guardavano incapaci di distogliere lo sguardo. Era uno di quegli scontri che non si sarebbero visti spesso. «La vostra amica è pazza, è troppo vecchia per competere con Isabella» Commentò Dasha
«Meglio che non ti fai sentire da Jack.» Gli rispose Mordin
«Jack ha vinto tutti i tornei clandestini di biotici che si sono tenuti nella galassia, negli ultimi cinque anni.» Aggiunse Arturus
Dasha era sorpresa «L'Alleanza permette che una persona così insegni nella prestigiosa Grissom?»
«L'Alleanza chiude un occhio se sei stato sulla Normandy SR2 e se queste cose rimangono sconosciute ai media, è inoltre la migliore istruttrice che l’accademia abbia mai avuto.» gli confermo Steve
Un grido echeggiò nella sala «ISABELLA!» Era Jack che faceva  il suo ingresso, aveva protezioni di metallo sugli avambracci e sulle gambe ed era armata di tira pugni.  Alzò la mano che teneva le spade e le lanciò, usando i suoi poteri biotici, a Isabella che le prese al volo.
Jack scagliò una potentissima onda d'urto. Isabella aspettò fino all'ultimo sguainando le spade in un istante, le loro custodie sbatterono contro le pareti e lanciò un doppio fendete biotico. Al loro incontro l'onda d'urto venne divisa in due parti che deviarono dalla loro linea retta, mentre il fendete di Isabella prosegui dritto.
Jack caricò il suo potere in un pugno e colpì direttamente fisicamente l'attacco di Isabella che si disperse. La sua avversaria rimase sorpresa. «Ok quella cosa di tagliare e annullare i poteri è vera.» disse Jack rivolta più verso se stessa che agli altri.
Isabella era ritta in piedi. Le due donne si fissarono un momento; Jack avanzava sicura, mentre la sua avversaria si dondolava agilmente avanti e indietro sui talloni.
Jack gridò «Isabella! Questa volta facciamo sul serio!». Caricò i suoi poteri biotici e una luce blu la avvolse.
Nel mondo animale quando due occhi fissano qualcosa vuol dire che un predatore che ha trovato la preda. Era quello che Isabella stava facendo.
Sapeva di aver di fronte a se una preda unica. Sperò che Dasha non si sarebbe arrabbiata troppo se si fosse dimenticata dell'avviso di non uccidere. Le spade di Isabella brillarono e con un salto biotico fu addosso a Jack.
Isabella reagiva, ora, sempre più forte, sempre con più potere, attaccava incalzando il nemico con colpi fitti, martellanti, combattendo come invasata. Jack fino adesso sulla difensiva visto uno spiraglio nella guardia del nemico, scattò in un diretto che Isabella non riuscì ad evitare e che la fece rotolare nella polvere. Gli fu addosso prima che potesse scansarsi e calò con tutta forza un colpo in faccia a Isabella. Cadde nuovamente a terra, perdeva sangue, era sicura che il naso doveva essersi rotto e di sicuro qualcos'altro.
Jack le rivolse uno sguardo torvo «Fatto male? Tutto qui?»
Il phantom si rimise in piedi e sorrise.
La direttrice si lanciò verso di lei e Isabella le andò incontro. Erano avvolti dai loro poteri, quando questi entrarono in collisione vi fu un rumore simile a un tuono. Le due donne combatterono con furia silenziosa, in una serie di parate, schivate e affondi. Con un balzo si separarono, grondanti di sudore, ansimanti per lo sforzo.
La direttrice della Grissom era spiazzata, gli attacchi frontali a corto raggio erano la sua specialità. Aveva la potenza e lo sapeva, in passato lo aveva anche fatto altrove, per sfondare una paratia di metallo. Avrebbe potuto sfondare ogni paratia della Grissom con quell’attacco, invece il phantom aveva resistito. Per quanto energia richiamasse, era sicura che buona parte di essa venisse dispersa dal contatto con quella dell’avversaria.
Jack decise di riprovarci, attaccò ma il phantom era troppo agile. Isabella schivò il colpo e ruotò su se stessa, abbassandosi e accovacciandosi supina. Jack perse l'equilibrio a causa della spinta in avanti che si era data ora che le era mancata la presa sull’avversario.
Il phantom balzò in aria mentre la sua avversaria era sbilanciata, aiutata dalla spinta verso il basso la colpì violentemente da dietro con una ginocchiata ai reni, a Jack sfuggì un grugno di dolore però fu abbastanza abile e pronta da afferrarla trascinandola con se nella caduta. Le due donne rotolarono avvinghiate a terra per un momento, poi si fermarono.
A terra giaceva Isabella, sovrastata da Jack che le premeva la gola con uno dei tira pugni. L’esperienza le aveva suggerito la strategia, poca energia biotica ma accuratamente indirizzata l’aveva messa in vantaggio nel corpo a corpo. «Sai...una mossa e ti posso rompere l'osso del collo...misera fine per la pericolosa Isabella...meglio se rimani ferma.»
Sempre sorridente Isabella liberò un ondata della propria energia.
Jack venne respinta all'indietro quasi sollevata in aria da quella ventata di energia oscura, Isabella ne approfittò per rotolare velocemente di lato liberandosi della pressione contro la sua gola e del peso dell'avversaria che le gravava addosso. Entrambe scattarono in piedi, ma ora il phantom era in vantaggio. La direttrice era stanca, i suoi poteri dovevano ricaricarsi quelli del phantom apparentemente no. Prima che Jack potesse reagire, Isabella eseguì una rapida finta, ruotando su se stessa, si portò alle spalle dell'avversaria, la spada puntata con mano ferma contro la schiena. Jack si immobilizzò. Isabella si ricordava ancora delle istruzioni che aveva avuto, ma stava fantasticando su come si sarebbe divertita a rompere il carattere forte della donna che minacciava con la sua spada. Si passò la lingua sulle labbra a quell’idea.
«Dasha fermala!» Le gridò Olivia
«Rivediamo l'accordo» - Le rispose con voce ferma - «Voglio aggiungere una richiesta.»
«Cosa? Ora? Sei impazzita?»
Una mano l'afferrò da dietro facendola ruotare. Dasha si trovava faccia a faccia con Mila che gli disse « Abbiamo questo ricordi?» e le mostrò il trasmettitore del bomba che lei portava la suo braccio «D'accordo usalo o vattene. Le minacce sono per i dilettanti. Olivia la tua risposta?»
«D'accordo, anche se me ne pentirò.»
Dasha si mise al microfono e anche se non lo ammise si preoccupò quando nei primi istanti Isabella non sembrava intenzionata ad ascoltarla, alla fine rinfoderò la spada. «Sperò abbiate ottenuto quello che desideravate. Al prossimo incontro lei ucciderà che io glielo dica o no.»
Era sera inoltrata e Isabella stava percorrendo un corridoio deserto. Dopo lo scontro con quella potente biotica, aveva la sensazione di doversi liberare di energie inespresse e si stava dirigendo verso la camera di quel soldato. Steve l'aveva chiamato Dasha, quando lo avevano visto a colazione.
Era quasi arrivata quando una donna con divisa dell'Alleanza e i gradi di tenente timoniere gli sbarrò la strada «Da quello che ho sentito immaginavo che ti saresti recata da Steve anche questa sera.» le disse Ilary «Mettiamo in chiaro una cosa, lui è mio e non ho paura di te.» l'ultima parte era un bluff, sapeva che con o senza armi e corazza sarebbe morta se l'avesse affrontata. Era un pilota lei, non un soldato da prima linea.
Si sentì il rumore della spada che veniva estratta e i vestiti di Ilary si squarciarono. Prima che potesse reagire venne sbattuta al muro. Una mano sulla gola la teneva ferma. Non era sicura di cosa fosse successo, era stato tutto troppo veloce ma non le sembrava che a parte i vestiti fosse stato tagliato altro. Il viso si Isabella si avvicino quasi a sfiorarla, come le su labbra. Poteva sentire il suo respiro leggermente accelerato su di lei.
Isabella, rinfoderò la spada e infilo la mano sotto gli abiti laceri e le afferrò il seno destro strizzandoglielo. Ilary mandò dei gemiti. La mano prese quindi a scendere mentre le accarezzava la pelle. Ilary si dibatteva nel tentativo di liberarsi.
«ISABELLA! LASCIALA ANDARE!» Ordinò una voce maschile. Entrambe guardarono verso la direzione da cui proveniva e videro Steve con una pistola puntata contro Isabella.
La sua camera non era lontana ed era stato richiamato dai rumori. Lei si chinò in avanti e lecco la guancia di Ilary come ad assaggiarla e la lasciò andare. Tornando indietro come se niente fosse accaduto.
Steve fu subito accanto a Ilary e la aiutò a rimanere in piedi. Lei lo afferrò saldamente per la maglietta tirandolo a se. Poteva sentirla tremare « Steve...per favore...posso venire in camera tua? Non posso andare in giro così. » disse con voce sommessa, lui annuì e lei aggiunse « Stammi vicino...se incontrassimo qualcuno…non avrei niente con cui coprirmi. » Così con lui che la nascondeva si avviarono alla sua camera.

Dasha aveva appena aperto la porta della sua camera che Isabella, sulla soglia, la baciò. Duro alcuni istanti, lei sorpresa non si ritrasse e poté sentire la punta della lingua di Isabella che cercava di farsi largo. Le afferrò dolcemente la testa e la allontanò. Aveva bisogno di un attimo per riflettere. Sul volto di Isabella un 'espressione che lei non aveva mai visto. Le lasciò il viso e questa volta fu lei a baciarla. Non lo aveva mai fatto con una donna, ma come sempre sarebbe stato alle sue condizioni e avrebbe condotto lei. La condusse in stanza e la aiutò a spogliarsi per poi adagiarla sul letto.
La baciò nuovamente sulle labbra, poi sul collo e prese lentamente a scendere. Lei poteva sentire la lingua di Dasha che scendeva sempre più in basso. Quando la sentì sul suo sesso Isabella inarcò la schiena per il piacere e l’afferrò con un mano per i capelli. Intorno a lei c'era uno sfavillare di luci blu. Dasha continuò. Isabella afferrò con forzale coperte, il luccichio attorno a lei aumentava d'intensità, come quello che provava. Quando parve che quella luce avesse raggiunto il massimo d'intensità, la mano,con cui teneva la coperta, si aprì di scatto da tutto il suo corpo venne rilasciando una minuscola quantità di energia oscura, simile a una nuvola di fumo e con la stessa facilità di disperse. Poteva sentire il suo battito che rallentava.
Dasha si tirò su e incominciò a spogliarsi. Isabella aveva sempre pensato che fosse bella.
Quando Dasha si svegliò aveva un braccio attorno al seno di Isabella di cui vedeva la schiena ed erano entrambe nude. Fece per muovere il braccio per cercare di liberarlo e Isabella si voltò a guardarla. Fronte contro fronte, si fissavano negli occhi.
«È stato bello. Per essere la prima volta con una donna, direi che ho spinto tutti i pulsanti giusti.»
«Parte della mia anima. Ovidio. Metamorfosi 8,406.» Le rispose Isabella
Dasha si fece avanti e la baciò. Sembrava la risposta giusta.
Isabella chiuse per un istante gli occhi, la testa le aveva preso a farle male. Sarebbe passato presto, era un dolore che conosceva bene. Il programma phantom se fosse stato completo l’avrebbe privata della sua personalità, della capacità di prendere decisioni e di ogni emozione.
Secondo il volere di chi le impiantò il programma, le uniche relazioni che lei avrebbe dovuto avere con altri individui dovevano riguardare la loro eliminazioni o prendere ordini dai suoi padroni.
Aldilà di queste condizioni lei sarebbe stata punita con fitte di dolore lancinante.
Nella sua incompletezza faceva ad avvertire Isabella, una fitta di dolore quando recepiva segni di individualità.
A quel dolore aveva imparato a sopravvivere, non poteva contare le volte che in un giorno questo sopraggiungeva. Quel dolore era il primo ricordo che aveva della sua vita.
Anche in questa sua prima esperienza sessuale con Dasha era stato presente, facendole provare dolore per ogni grammo di felicità che aveva provato nell’animo.
Il programma phantom era ciò che l’aveva addestrata e permesso di sopravvivere, ma era anche quello che le avrebbe impedito per sempre di essere una persona o di relazionarsi in maniera normale con chiunque.
Quando eseguiva le direttive del programma su combattere e uccidere questo si spegneva e lei stava bene.
Ubbidire a Dasha la faceva star bene, il suo programma nemesis veniva riconosciuto da quello phantom. In qualche modo era segnata come unità alleata.
Ma non era per quello che la seguiva, tutto era cominciato tanto tempo fa.
Dasha la tirò verso di se e l’abbracciò, lei si sentì felice. Abbastanza da ignorare il dolore che provava come punizione per quell’emozione.
Entrambe le donne si riaddormentarono serene.

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Capitolo 5
*** Oscurità ***


Sulla Normandy SR2, Shepard alla scrivania della sua cabina, stava leggendo i rapporti sul dispiegamento della rete di Ascolto oltre i margini della galassia. Tutto era andato come previsto e le ultime sonde avrebbero raggiunto la loro posizioni tra circa nove ore. Traynor e IDA si erano occupate della questione nel migliore dei modi.
Nel frattempo altri segnali venivano registrati, ma non erano in grado di far niente tranne osservare. I “grigi”si muovevano troppo velocemente, anche se un paio di volte, navi dell'Agenzia N7 si erano trovate molto vicine a dove un segnale terminava ma quando arrivavano non trovavano niente e Ascolto aveva registrato un altro “salto”, così avevano chiamato quegli spostamenti. Sperava solo che il nemico non sapesse di essere osservato.
Passò quindi a un'altra questione più interessante. Aveva ricevuto i rapporti di Miranda e Olivia riguardanti lo studio all'Accademia Grissom, sul phantom Isabella. La parte più importante verteva sui risultati delle analisi dei suoi poteri e dell'uso della teoria dell'energia bianca per spiegarli. Ringraziò che Miranda gli avesse mandato un riassunto, non ci avrebbe capito molto altrimenti. Ma seppe subito cosa farne. Mandò tutto a Tali e Liara, occupate nello studio del mech dei grigi. Chiuse il rapporto e aprì quello inviato da Coats, Vega e Ashley
L'intelligence dell'Alleanza aveva registrato qualche sporadico segnale della durata di alcuni secondi, ignorato da tutti come errori del sistema. La storia si era ripetuta ovunque. Nessuno aveva indagato.
Non poteva dare la colpa di questo a qualcuno, anche se avrebbe voluto, lui stesso non avrebbe prestato la minima attenzione a quei fatti se il Leviatano non gliene avesse parlato. Potendo coinvolgere più persone, forse...ma il Consiglio non lo avrebbe mai permesso. A loro avviso già troppi individui erano informati dei fatti.
Garrus non era stato più fortunato, neanche su Palaven c'erano tracce. Per un attimo pensò di chiamare Grunt e Wrex, per metterli al corrente della situazione e verificare se sapevano qualcosa, ma ci ripensò. Al momento i loro ordini erano di muoversi in silenzio e i Krogan non erano i tipi più adatti in questo, anche quando uno di loro era uno s.pe.t.t.r.o.
Sorrise un attimo all'idea di come gliela avrebbero fatta pagare, sicuramente costringendolo ad ascoltarli mentre raccontavano delle loro prodezze in guerra e lui gli offriva da bere tutto quello che potevano mandare giù.
Spense il terminale si appoggiò allo schienale della sedia, massaggiandosi la gamba.
In effetti, avrebbe gradito un messaggio su tutto il corpo. Sentiva gli occhi arrossati e irritati per il continuo leggere di rapporti su rapporti.
 --Quando è troppo è troppo-- pensò, poi si alzò e si stiracchio fino a far scricchiolare le giunture e uscì dalla cabina.
*****
Isabella era abbracciata al collo di Dasha, le sue gambe intorno alla vita di lei. Entrambe le donne erano nude. Poteva sentirla dentro di se, mentre muoveva le dita delicatamente. A volte si chiedeva il perché di quella attenzione, ma non le importava veramente. Qualsiasi cosa facesse Dasha a lei andava bene.
Un inatteso dolore la colse di sorpresa. Isabella sibilò: non era abituata a quella situazione. Le piaceva. Il suo corpo fremette per alcuni momenti e si calmò. Lasciò la presa cadendo all'indietro sul letto e addormentandosi alcuni secondi dopo, non prima di essersi chiesta perché aveva aspettato così tanto per la sua prima esperienza di sesso.
Dasha la osservò per alcuni istanti, quindi si alzò recandosi in bagno dove fece una breve doccia, si vestì e uscì dalla sua stanza. Aveva bisogno di una boccata d'aria.
«Salve Dasha.» disse una voce appena varcò la soglia. Olivia era appoggiata con la schiena alla parete e aveva tutta l'aria di aver aspettato per un bel po' «Direi che la vostra relazione ha avuto uno scatto in avanti.»
La Weaver non rispose, camminò fino a raggiungere la balaustra e guardare fuori dalla vetrata. Il bello dell'essere nello spazio era che c'era sempre qualcosa da guardare. «Problemi?» chiese
«No ma avevi detto di avere un'altra richiesta da aggiungere, quando Isabella stava per fare di Jack uno spiedino. Ma ancora non mi hai detto cosa?»
«Tra 36 ore il nostro accordo si concluderà, avresti potuto semplicemente ignorare la cosa.» 
«Non sono quali sono le tue intenzioni. Ho preferito affrontare la cosa prima di avere qualche sorpresa poco gradita.»
Dasha sorrise a quelle parole, si voltò a guardarla. «Ho bisogno che il Consiglio metta la sua firma su un documento. Se sono davvero disperati firmeranno.»
«Il documento cosa tratta?»
«Accordi commerciali, niente di interessante per te.» - ma prima che Olivia potesse chiedere chiarimenti lei continuò - «Desidero sapere che succede? Hai detto che la galassia è in pericolo. Questo non mi riguarda, ma voglio essere preparata se c'è una tempesta in arrivo e vorrei sapere quali sono le “vere” motivazioni che ti spingono a lasciarmi libera.»
Olivia ci rifletté, mentre si appoggiava anche lei alla balaustra «C'è la possibilità, che la galassia venga invasa da una specie sconosciuta. Quel mech su Nevos, apparteneva a loro e sappiamo solo di non sapere come distruggerlo. Isabella ci è riuscita, dobbiamo capire in che modo. Sicuramente useranno gli studi su di lei per creare armi appropriate.»
Dasha ci rifletté sopra «In pratica...l'intera galassia è affidata a un'assassina biotica omicida furiosa. Mi stai dicendo questo?»
«Più o meno.»
«Non potrà far peggio dei politici.» - disse ridacchiando ma tornò seria. - «Ho però un favore da chiederti. Fai in modo, che tutti i dati che collegano Isabella all'energia bianca vengano segretati o distrutti. Isabella è già un biotico raro, ma adesso è diventato unico. C'è gente che se lo venisse a sapere proverebbe a catturarla.»
«Morirebbero.»
«Sicuro, ma non prima di aver causato molti problemi.»
«D'accordo..» - le rispose Olivia - «So a chi chiedere questo favore.»
«Decisamente comprensiva, considerando che parli con chi ha fatto saltare un braccio a tuo fratello.» La stuzzicò Dasha, voleva metterla alla prova.
Lei le fu improvvisamente vicina, un'espressione dura in volto « Per quello ti lascerei a contorcerti per terra con un coltello nella pancia! » - dichiarò Olivia parendo calmarsi subito dopo - « Per quello e per aver ferito mia madre, ma sono un soldato e un ufficiale dell’Alleanza. Devo saper valutare le priorità. »
Dasha ebbe un attimo di brivido a quelle parole, riconosceva una minaccia e quella non lo era. Si trattava di una possibilità che Olivia aveva preso in considerazione e scartato.
In quel momento, dalla stanza uscì Isabella con addosso la tenuta d'allenamento e le immancabili spade ai fianchi. La sua fronte si corrucciò nel vedere quel soldato, tropo vicino alla Weaver per i suoi gusti.
«Meglio che vada, mi pare gelosia quella che vedo.» Asserì Olivia con un sorrisetto divertito e recandosi in caffetteria.
Isabella si mise al fianco di Dasha. A loro volta  si diressero a far colazione.
*****
 In uno dei laboratori della Grissom, Miranda e Jack studiavano i risultati dei test del phantom
«Non mi piace.» Affermò Jack
«Non ci sono dubbi.» - le rispose Miranda - «Le letture sono esatte. Se confrontiamo l'andamento dei vostri poteri. I tuoi Jack hanno, come quelli di tutti, una fase ascendente, un picco massimo, una fase stabile e alla fine una discendente. Quelli di Isabella invece non scendono. Sono presenti a intervalli non regolari diverse fasi ascendenti e picchi. Possiamo ipotizzare che ogni picco corrisponda all'energia rilasciata da una particella di energia bianca , è come se i suoi poteri venissero costantemente ricaricati. Inoltre avendo i suoi poteri cariche invertite quando incontrano un altro potere biotico si annullano a vicenda, ma avendone lei di più l'energia biotica spesa viene ripristinata all'istante.»
«Ma nessun impianto è progettato per questo. Se quello che ha in testa dovesse cedere crollerà a terra, il suo corpo sarà percorso da spasmi di dolore, avvertirà un intollerabile pressione all'interno della testa e la sensazione che le tempie vengano schiacciate. Infine gli occhi si rovesceranno all'indietro e morirà.»
«La sua armatura da Phantom di certo non aiuta. Funziona in una maniera interessante. Normalmente il 10% del totale dell'energia biotica viene semplicemente disperso, un po' sotto forma di luce, ma sopratutto per irradiazione dell'ambiente circostante e rappresenta una valvola di sfogo per il potere in eccesso per il corpo. Ma quell'armatura evita ogni dispersione. Non c'è da sorprendersi, se quando la usa Isabella riesce a combattere per un periodo di tempo limitato. Con la su grande energia possiamo stimare che quello che disperde naturalmente corrisponda al 15%, forse al 20% del potere totale di un biotico medio. Con l'armatura in funzione, l'energia viene invece convogliata e usata, sono sicura che questo favorisca e acceleri l'attivazione delle particelle di energia bianca. Provocando ulteriore lavoro al suo impianto.»- Spiegò Miranda e fissò per un attimo Jack - «Ti vedo pensierosa? La sorte di quel phantom ti sta forse in pensiero?»
«So cosa vuol dire avere problemi per via dei poteri biotici.» - disse Jack in tono assolutamente seria. - «Sia per mia esperienza, che per aver assistito alcuni dei ragazzi meno fortunati che sono giunti alla Grissom...in più è stata indottrinata da Cerberus e ha perso i suoi ricordi per questo...» - Attorno a lei un lieve bagliore bluastro.- « Non so, non voglio un'assassina biotica pazza in giro per la galassia ma non le auguro una morte simile. Che mi dici dei nuovi impianti Icore 7?»
Miranda era sorpresa, anche se la conosceva da anni Jack ancora la stupiva per i suoi cambiamenti
La schermata scomparve sostituita da un'altra «Funzionano, non sono stati ancora utilizzati ma sono sicuri. Davvero pensi di montarne uno su Isabella?» Chiese Miranda.
«Non la renderanno più forte ma faranno in modo che il cervello non le esploda e da quello che so, pare sia la nostra unica arma al momento.»
 
Arturus era seccato. Da dov'era seduto, in caffetteria, poteva vedere Ilary e Steve che si comportavano da perfetti fidanzatini, ma ancora peggio era vedere Dasha e Isabella.
Le due umane non si comportavano in maniera differente, ma l'atmosfera attorno a loro era cambiata.
«Non  c'è dubbio che ci sia qualcosa fra di loro.» Gli disse Asiria seduta al suo stesso tavolo, osservando la direzione in cui guardava.
«La verità è che speri solo che quell'umana pazza si dimentichi di te, Asiria.» Commentò Mordin. Il Krogan era seduta al suo fianco.
«Non ci vedrei niente di male. In ogni caso, l'unico ad avere problemi è Arturus. Invidioso che questa settimana, Olivia ha passato più tempo con Dasha e Isabella che con te?»
Il turian non rispose, stava masticando e sfruttò la cosa per prendere tempo «L'ha fatto perché non si fida, per tenerle sempre d'occhio. Come abbiamo fatto anche noi.» Anche se l'atmosfera era serena, tutti erano armati.
L'unica senza armi nella sala era Dasha, non che gliene servissero con Isabella al suo fianco.
«Mila dov'è finita? Stamattina non si è ancora vista.» - chiese Arturus - «Anche se cerca di restare il più lontano possibile da Dasha, le è sempre abbastanza vicina da poter usare il comando esplosivo del braccialetto.»
Gli altri non seppero rispondere. «In ogni caso, se non sarà lei a farla saltare in aria l'umana lo faro io!» Affermò  il Krogan. Olivia aveva fatto sapere a Dasha che aveva dato il comando a Mila, una persona che l'avrebbe uccisa molto volentieri, perché voleva la morte di chi secondo lei era responsabile della morte di due loro compagni di squadra quando aveva rubato la SR3.
La verità e che aveva dato un comando a ciascuno di loro. Giusto per avere un piano di riserva se la Weaver avesse tentato qualche trucco per scappare. Neanche Arturus si sarebbe fatto problemi ad ucciderla, ma non per odio. Aveva conosciuto i loro compagni di squadra, ma per un periodo di tempo molto breve. Inoltre ai turian veniva insegnato fin da piccoli che la morte in battaglia era una cosa normale e a non lasciarsi travolgere dalle loro emozioni.
La porta del refettorio si aprì e Mila fece il suo ingresso, tra lo stupore generale, in corazza da combattimento. Dietro di lei altre figure si mossero prendendo posizione nella sala. Salarian. Una decina. Per ultima entrò una figura incappucciata. Non si vedeva il volto o altro che la potesse identificarla.
«Mila che significa? Chi sono? Esigo una spiegazione!» Ordinò Olivia. Alzatasi prontamente e mettendosi di fronte alla compagna di squadra.
«L'avrai» - le rispose Mila - « Non ho dimenticato i nostri amici morti a causa loro, capisco la necessita di trovare un accordo per usare quel phantom ma non il fatto di rispettarlo. Ho contattato il primo ministro Lynch. Conrad, l'uomo messo al seguito di tuo padre dal primo ministro, è stato così gentile da mettermi in comunicazione diretta con lui. Non è stato contento di sapere che soldati dell'Alleanza collaboravano con dei criminali, ma è stato ancora più interessato alla storia dell'eezo 19 contenuto in Isabella e alla teoria dell'energia bianca. Per qualche motivo ha contatto i salarian e stretto un accordo con loro che hanno inviato diverse squadre SOS. Dasha e la sua squadra finiranno in carcere per sempre, Isabella farà la cavia da laboratorio per il resto della sua vita, nel mentre Salarian e Umani saranno i primi a beneficiare di qualsiasi nuova scoperta. Olivia fatti da parte e consegnacele. Per favore.»
«Non posso farlo.» - le rispose - «Farò revocare l'ordine.»
«So che lo faresti, per questo le comunicazioni della Grissom non funzionano. Ho avuto i codici necessari a far in modo che le squadre SOS arrivassero senza essere scoperte. Non preoccuparti per il personale di sicurezza della stazione, gli ho comunicato l'ordine di non interferire qualsiasi cosa accada e di trovarsi un luogo sicuro. Per loro sarà come se non fosse successo niente.»
«Chi è l'ufficiale al comando?» Chiese una voce che arrivava alle spalle di Oliva. Era stata Dasha a parlare, adesso in piedi attendeva una risposta.
«Dasha arrenditi e forse vivrai, ed è più di quello che meriti.» le rispose Mila, mostrandogli il comando del detonatore in mano.
«Chi è l'ufficiale al comando?» Domandò nuovamente, ignorando Mila. Un salarian si fece avanti
«Io, sono...» ma prima che potesse terminare la frase. Dasha si tolse il braccialetto esplosivo dal polso, tirandolo verso il volto al salarian. A pochi centimetri di distanza, la deflagrazione lo colpì in faccia, scaraventandolo più in là. Rimase disteso a terra. Non si mosse. L'esplosione gli aveva fracassato la testa. Frammenti di cervello erano ben visibili.
I salarian aprirono il fuoco, Olivia fece appena in tempo a buttarsi in cerca di un riparo, mentre i compagni di squadra rovesciavano i tavoli per ripararsi e usavano qualsiasi cosa di utile ci fosse per proteggersi. Fortunatamente tutti avevano delle armi, anche se per altri motivi.
 
Risposero al fuoco ma erano in svantaggio. Gli avversari erano troppo ben armati e in posizione favorevole. Isabella riparata dietro una colonna poteva fare ben poco senza scudi o occultamento, in una situazione che non permetteva di aggirare il nemico. Non poteva che attendere.
Una porta laterale si aprì e il lato destro della testa di un salarian esplose. Il resto della SOS fu colta di sorpresa, mentre altri colpi esplodevano seguiti da attacchi biotici. Fu la volta  della squadra della SR3 a farsi avanti e incalzare il nemico in difficoltà. La situazione si era ribaltata.
In pochi minuti era tutto finito. Olivia ringraziò le loro salvatrici. Miranda e Jack «Avete ancora alcuni trucchi da imparare voi ragazzi. Ora chi sono questi tizi e perché ho dovuto ucciderli?» chiese la direttrice della Grissom
«Ho io una domanda. Dov'è Isabella?»Volle sapere Miranda all'improvviso. Tutti si guardarono attorno. Asiria con più apprensione di tutti. Mancavano Isabella, Mila e la figura incappucciata.
Guidati da Olivia andarono allo loro ricerca che nel frattempo raccontava l'accaduto, ponendosi essa stessa alcune domande – Come aveva fatto Dasha a liberarsi del braccialetto?--, ma soprattutto «Dasha, cosa sta facendo Isabella?»
«Sta cacciando, vi avevo detto che alla prima occasione avrebbe ucciso e adesso deve aver trovato qualcuno d'interessante. Prima ci giocherà e poi la ucciderà.»
Olivia non chiese non volendo sapere cosa intendesse per “giocarci”, ma sperava lo stesso di trovarla prima di Isabella.
 
Mila stava correndo disperatemene nel tentativo di raggiungere le altre squadre SOS che avrebbero dovuto assaltare la Atlantic Codex. Era disarmata, nella mischia non aveva sparato. Non voleva uccidere nessuno dei membri della SR3. All'improvviso Isabella le era apparsa davanti, ma invece di ucciderla il colpo di spada era calato sull'arma rendendola inutilizzabile.
L'aveva guardata negli occhi e davanti a quello sguardo era scappata. Qualcosa in esso le aveva messo una paura terribile.
Era una biotica, aveva i suoi poteri, ma sapeva che sarebbero stati inutili. All'improvviso avvertì una rumore davanti a se, come di qualcosa che fendeva l'aria e le parve di scorgere un'ombra che si muoveva. Era già successo prima. Corse in un'altra direzione. Era sicura che qualcuno la seguisse e sapeva chi: Isabella. Aveva la sensazione di essere in un labirinto. Alla fine entrò in un corridoio e con suo orrore si accorse che era un vicolo cieco. Si voltò. Il phantom l'attendeva a una decina di metri.
Isabella aveva percorso il lungo e largo la stazione, imparandone a memoria la mappa. Un predatore, imparava sempre alla perfezione il proprio territorio di caccia. Adesso aveva condotto la sua “preda” dove voleva, era sicura che fosse abbastanza potente da farla divertire e una volta accortasi di essere inerme sarebbe caduta nel panico e allora sarebbe iniziato il vero divertimento, almeno per lei. Prese a comminare in direzione di Mila, normalmente, senza fretta. Tenendo le spade in mano, le rivolse i palmi, sembrava dire “Eccomi, sono davanti a te. Colpiscimi”. Vide Mila scattare con il braccio destro, una luce blu e fu immobilizzata.
--Stasi—pensò, intuendo quale potere avesse usato su i lei. Dalla sua posizione poteva vedere il viso di Mila che passava dalla paura, alla sorpresa di averla immobilizzata, alla speranza di potercela fare. Le spade si illuminarono e il potere svanì. Isabella si morse un labbro, per il piacere che provò nel vedere la sua preda perdere la speranza appena ottenuta.
Un altro movimento. Questa volta Isabella sentì sollevarsi. “Sollevamento”, le piaceva quella sensazione di leggerezza, ma lo trovava un gioco infantile. Le spade si illuminarono e toccò nuovamente il pavimento. Avanzò ancora.
Provò una terza volta. Qualcosa apparve di fronte a Isabella, “Singolarità”, una delle spade tagliò il piccolo buco nero che scomparve e con esso i suoi effetti.
Mila si mosse per un altro tentativo. Isabella fece una scattò parandosi immobile di fronte alla sua avversaria. Lei non si mosse, si era bloccata a meta con il braccio piegato in avanti non ancora disteso. Davanti a lei Isabella le sorrideva. Aveva paura.
Il phantom dondolò una spada che disegnò un arco argenteo mentre falciava l'aria e tagliava con precisione all'altezza del polso la mano destra di Mila. Questa rimbalzò per terra. Il sangue sgorgò dal moncherino gorgogliando come acqua da una fontana.
Mila cadde in ginocchio e nonostante tentasse, non riuscì a franare la fuoriuscita di sangue dalla ferita che stringeva con l'altra mano. Aveva freddo, il corpo le tremava mentre guardava la sua avversaria che la fissava e sorrideva. Paura. Una pozza si sangue si stava formando fra loro.
La percezione di un pericolo fece voltare Isabella.
Una figura con il volto nascosto da un cappuccio era immobile a una cinquantina di metri da lei. Questo venne abbassato rivelando una femmina turian. Si mise in posizione di combattimento, non aveva armi ma dei guanti da cui spiccavano delle fiale. Era l’armamento caratteristico delle Cabal, gli agenti segreti e biotici della gerarchia turian. Costavano care, ma non era impossibile assoldarne qualcuna che si era messa a fare il mercenario.
La turian aveva tutti i vantaggi tra armatura, barriera biotica e armamento e da come si comportava era davvero esperta. Si sentiva sicura di se stessa e della situazione.
Il phantom aveva solo le sue spade, i propri poteri e una tuta d’allenamento.
Isabella sorrise.
*****
Olivia con appresso tutti gli altri stavano seguendo il segnalatore di Mila, nella speranza di trovare lei e Isabella, quando si udì un urlo lacerante seguito da un altro più intenso. Appena giunti videro il phantom, in piedi, voltato di spalle che all'udire i passi si scansò mostrando il suo operato.
Saziata, forse, dal tormento appena inflitto, Isabella stava sorridendo, il suo soddisfatto compiacimento per la crudeltà era evidente.
La testa della turian era piegata con un angolazione impossibile, perché il collo era stato spezzato e lo sguardo fisso e vitreo. Gli arti erano staccati dal corpo.
«Quello è un agente turian Cabal o più probabilmente un ex-agente.» disse Miranda
Prima che potesse aggiungere altro una specie di miagolio attirò la loro attenzione. Mila era a terra con la schiena al muro e stringeva il suo moncherino. Olivia con gli altri della SR3 si precipitarono da lei. Ma lei non li vide. Il suo sguardo era vuoto, le pupille dilatate e le labbra si muovevano silenziosamente. Di tanto in tanto batteva le palpebre o faceva smorfie e si tirava indietro come se scorgesse un nemico invisibile. Qualcuno le applico del medigel sulla ferita.
Olivia le prese tra le mani il mento, voltandole la testa.
«Mila?» disse dolcemente
«Un mostro.»
Il labbro inferiore tremava e la voce era gutturale.
«Quale mostro?»
Premette l'unica mano sul lato del volto. «  Le urla...il sangue che sprizza.» Chiuse gli occhi e inspirò
Isabella in quel momento si piegò in due vomitando e si accasciò sulle ginocchia e rimase in quella posizione, toccandosi le cosce come se non avesse avuto sensibilità.
«Veleno!» - Dichiarò Miranda - «Gli agenti cabal sono addestrati all'uso di veleni e di lame avvelenate!»
«Tienila seduta!» ingiunse a Dasha, fatta avanti per sostenere Isabella con il braccio e la spalla.
Miranda le iniettò qualcosa « Questo ci farà guadagnare tempo, ora muoviamoci. Mordin prendi in braccio Isabella e portala in infermeria.»
Il krogan la sollevò senza problemi. Isabella era svenuta.
 
Dasha seduta nella plancia dell'Atlantic Codex, si sentiva nervosa e insoddisfatta. Isabella stava bene, le cure della Lawson avevano funzionato, adesso riposava in infermeria e la sua squadra aveva eliminato le SOS incaricate di catturare la nave. Subito dopo era stata contattata da Tetrius desideroso di abbandonare una posizione a suo dire compromessa, tutti condividevano la sua opinione.
Con Isabella non in grado di combattere avevano finito per accettare una proposta che non condivideva a pieno, ma sapeva che temporaneamente la sua autorità era incrinata. Era stata catturata e ora non era neanche sicura di averci ricavato qualcosa, nutrendo dei dubbi sull'amnistia accordata dal Consiglio. Aveva bisogno di fornire una piccola dimostrazione che lei rimaneva la migliore, anche se aveva avuto uno scivolone.
La porta dell'ascensore si aprì e Naomi, accompagnata da qualcuno, entrò sul ponte. Da dov'era poteva vedere Dasha seduta sulla sedia che le dava le spalle.
«Dasha abbiamo un problema.» Disse informandola. Lei si voltò accigliata, non capendo a cosa si potesse riferire e sgranò gli occhi.
L'urlo e le imprecazione di Dasha si sentirono su tutto il ponte e in quello sottostante.
 
La SR3 si stava dirigendo alla Cittadella, a bordo di essa Olivia si stava chiedendo come avesse fatto ad andare tutto a rotoli. Sperava di poter convincere Dasha e Isabella a collaborare ancora per un po' di tempo, ma il tradimento di Mila aveva reso questo impossibile.
L'amica e compagna di squadra era sotto sedativi in infermeria e al momento non sapeva come comportarsi con lei. Aveva ubbidito agli ordini dei superiori dopo che lei per prima gli aveva informati agendo all'insaputa di Olivia, ma si era rifiutata di prendere parte al conflitto a fuoco contro i Salarian o di minacciare la squadra della SR3.
Qualunque fosse stata la sua decisione, doveva ricordare che un ufficiale doveva poter aver assoluta fiducia negli uomini al suo comando. Al momento dubitava di se stessa come ufficiale di comando. Era convinta di aver messo a Dasha un “collare” di cui non poteva liberarsi, invece la criminale se l'era tolto usandolo come arma. Alla sua domanda su come avesse fatto, le aveva spiegato che un abile hacker volus non aveva avuto problemi a manomettere il sistema, dopo che la Atlantic Codex era attraccata alla Grissom.
Il suo terminale privato suonò, avvertendola dell'arrivo di un messaggio. Rimase un attimo sorpresa a vedere che era di Jack e Miranda. Il contenuto del messaggio la stupì ulteriormente.
*****
Nella sala operativa di “Ascolto” Shepard era seduto a una scrivania, deciso a capire il da farsi. La rete esterna di ascolto non aveva trovato niente, ma aveva lo stesso rivelato qualcosa di insolito, un andamento anomalo nelle “onde” di energia oscura. L'analisi di quella porzione di spazio avevano ricreato un modello teorico su vasta scala e il risultato era stato una sorta di gorgo, rimanendo all'uso di termini marini, il cui centro era situato oltre la rete esterna. Riprogrammando i sensori presenti nella galassia scoprirono che tale fenomeno riguardava almeno un quarto della galassia. Tale evento si attenuava man mano che si allontanava dal centro, non era stato inizialmente rivelato dai sensori delle resti di comunicazione perché troppo deboli. Da quello che suggerivano i dati, l'energia oscura si stava accumulando in un determinato punto e la notizia non tranquillizzò nessuno.
Mentre cercava di stilare un rapporto per il Consiglio, ricevette un messaggio da Olivia, in cui veniva riportata ogni cosa successa alla Grissom. Già era sconvolto che ci fosse stato un attacco da parte delle SOS, ma sapere che i gemelli e Taiga erano spariti dalla stazione spaziale lo fu ancora di più.
*****
Sull'Atlantic Codex, i due ragazzi e la ragazza erano dritti in piedi sul ponte di comando della nave. Dasha sedeva davanti a loro, la sorpresa della loro presenza mise a dura prova il suo autocontrollo.
«Qualcuno mi dica perché mi ritrovo sempre con clandestini a bordo, ogni volta che la mia strada incrocia quella di Olivia e amici.»
«Dasha.» Salutò Taiga, mentre William e Henry fecero un cenno con la testa.
«Cosa succede?» Domandò lei la cui pazienza, a giudicare dal tono, era quasi esaurita.
«Li ho trovati...»- spiegò Naomi-« ...Nascosti nella stiva, non so cosa ci facessero o le loro intenzioni.»
Dasha si sporse in avanti « Spiegatemi.»
Taiga prese la parola « Purtroppo, ho acconsentito all'idea di seguirli nel loro piano che non è andato come previsto. Farci sparire per te sarebbe un problema, siamo ostaggi di valore.» puntualizzò la ragazza. Ci teneva a chiarirlo.
«Siete un problema, non diverso da una nave con i cessi rotti. Il piano qual’era e come siete saliti a bordo?» chiese rivolgendosi ai due gemelli.
Tutto quello che ottenne fu una serie di «Ehm..» interrotti solo da Taiga « Volevano piazzare un segnalatore sulla tua nave. L'avevano preparato fin dal tuo arrivo, aspettavano l'occasione giusta per salire. Quando l'accademia è stata attaccata hanno deciso che era il momento era quello e hanno messo anche me al corrente del loro piano. Preciso che ho cercato di fermarli. Sono entrati nei sistemi di sicurezza della nave e ci siamo diretti alla stiva, ma prima di quanto ci aspettassimo è entrato qualcuno del tuo equipaggio, ci siamo nascosti dove ci ha trovato questa tipa. Il resto lo sai.»
Dasha rifletté che avrebbe fatto bene a farsi spiegare come avevano superato i codici della nave. Questi erano opera di Sunt, il suo volus esperto d'informatica e hacker/assassino, superarli sarebbe dovuto essere impossibile per dei ragazzi.
«Cosa speravate di ottenere se tutto fosse andato bene?»
Fu sempre Taiga a rispondere « Gli altri hanno già avuto le loro avventure, noi siamo ancora troppo giovani per entrare ufficialmente nell'Alleanza e almeno fino a quando non avremo terminato l'accademia. Questo piano aveva lo scopo di farci notare dagli altri.»
«Naomi portali da Sunt e dirgli che deve farsi spiegare come hanno superato le nostre difese. Avete la vostra avventura, vediamo se riuscirete a non finire morti ammazzati. A voi maschietti vi consiglio di tirare fuori le palle.»
Mentre Naomi li spingeva in malo modo fuori dal ponte di comando, Tetrius la contattò al comunicatore «Cosa ne facciamo Dasha?»
«Un colpo in testa e li gettiamo nello spazio?» Suggerì lei, il turian non rispose subito «Normalmente si, ma in questo caso...»
«Sarebbe un'idiozia che quasi sicuramente ci ammazzerebbe. Si rilassi generale, scherzavo, li scaricherò al primo porto sicuro e lascerò un messaggio su dove trovarli. Non voglio essere presa di mira dalla famiglia Shepard e dai suoi “adoratori”»
«Concordo.» Disse il turian terminando la chiamata. Dasha si diresse in infermeria a vedere come stava Isabella. Quando vi entrò la vide distesa sul lettino. Lei girò la testa nella sua direzione sorridendole.
Una cosa aveva lo stesso accigliato Dasha a quella vista e chiamò il medico «Galba!» una figura uscì dal cesso in quel momento. Era Galba Beine medico della Atlantic Codex, un tempo medico stimato aveva visto la sua carriera distrutta a causa dei vizi che comprendevano qualsiasi vizio esistente, per questo era stato radiato dall'ordine dei medici e aveva perso l'abilitazione. Ora lavorava per Dasha, per il semplice fatto che guadagnava molto di più rispetto a dove l'aveva trovato, una clinica su Omega. Abbastanza da appagare tutte le sue voglie e avere ancora qualcosa.
Al momento aveva la barba di una settimana, puzzava, aveva chiaramente bevuto e le pupille erano molto dilatate.
« Come sta Isabella?» Chiese lei
«Bene, ha solo bisogno di riposo.»
«Questo lo capisco ma perché è mezza nuda?» chiese. Isabella era distesa a pancia in giù sul lettino ed era nuda dalla vita in su, con una specie di lampada che le proiettava luce sulla schiena. Una volta, per prudenza aveva fatto controllare di nascosto a Sunt il terminale privato del dottore, era saltato fuori che conteneva solo immagini pornografiche. «Non le avrà fatto qualcosa mentre dormiva?»
Prima di rispondere, il dottore prese da una scatola sulla scrivania del tabacco e incominciò a masticarlo «Tabacco Turco...un sapore molto deciso.. no, non le ho fatto niente. Dovresti capirlo dal fatto che sono vivo. Lamentava dolori alla schiena, un effetto del veleno che ha provocato una contrattura dei muscoli. Ho suggerito l'uso di una terapia di calore per rilasciarli. Tutto qui.»  Sputo un po' di tabacco in una tazza. Dasha notò che quella era anche la tazza dove solitamente il dottore beveva il caffé.
Fu allora che senza preavviso l'energia andò via e lei e il dottore rischiarono di cadere per la brusca decelerazione della nave, prima che potesse commentare su cosa stava accadendo fu raggiunta da un messaggio di Tetrius « L'energia principale è fuori uso, l'eezo non riesce a creare un campo FTL stabile e non so il perché. Abbiamo l'energia d'emergenza ma anche quella è instabile, non durerà per molto se le cose non cambiano, al massimo mezzora.»
Mores entrò in infermeria sorreggendo Tenus da sotto la spalla e mettendolo su un lettino. «L'ho trovato dolorante a terra.» Aggiunse come spiegazione.
«Che diavolo succede?» Chiese Dasha.
*****
La SR3 era arrivata alla stazione e anche Miranda e Jack. Shepard aveva parlato con il primo ministro Lynch, che senza problemi aveva confessato il proprio operato. Ritenendo che alla fine Isabella e Dasha non sarebbe più state di nessuna utilità, aveva stretto un accordo con i Salarian.  Questi ultimi avevano perso molto del loro prestigio dal termine della guerra, per via del limitato numero di navi inviate nella battaglia della Terra e con il sorgere di nuovi equilibri di potere, erano stati messi leggermente in ombra ed erano alla ricerca di qualcosa che li mettesse di nuovo in lustro. Lynch si era rivolto a loro e avevano stretto un accordo, avrebbero condiviso i risultati ottenuti studiando Isabella in una base dell'Alleanza, con personale scientifico Salarian e un'altra serie di accordi politici per l'aiuto prestato.
Shepard interruppe la comunicazione, ribolliva di rabbia. Si chiese se tenere Conrad al suo servizio, l'ufficiale non aveva fatto niente per cui essere rimproverato. Aveva ricevuto una domanda di un contatto con il primo ministro e dopo aver controllato chi fosse il soldato che la richiedeva, aveva girato la richiesta al primo ministro che aveva accettato di contattarla. Conrad da parte sua non aveva mai cercato di nascondere o negare niente.
Si alzò per dirigersi al Consiglio per dare e ricevere spiegazioni. Come aveva richiesto erano tutti presenti.
«Cosa sta succedendo?» chiese Shepard.  Audit aveva interrotto all'improvviso l'incontro parlando di un'emergenza, nella sala venne proiettata una olo-immagine di quanto riportato dai sensori. Qualsiasi cosa stesse accumulando energia oscura aveva smesso e ora i sensori segnalavano una enorme anomalia di quest'ultima che si stava allargando a macchio d'olio e ogni segnale svaniva appena veniva raggiunto. L'immagine incominciò a deteriorarsi fino a scomparire, quando lo fece l'anomalia era a poca distanza dalla Cittadella e aveva raggiunta una trentina di sistemi tra cui Terra, Thessia e molte altri..
«Mi dispiace Shepard. Non so cosa stia succedendo, i sensori stanno smettendo di funzionare a partire da quelli più vicini all'anomalia. Ricevo strane letture e pare ci siano problemi nelle comunicazioni e...» la comunicazione s'interruppe.
«John che succede?»
«Non lo so Ashley ma..» non fece in tempo a terminare la frase che tutti i presenti caddero a terra sorpresi inaspettatamente da una scossa. Da dove si trovavano, sembrava che l'intera torre del consiglio stesse tremando.
«Cos'è successo?» Chiese Garrus, mentre aiutava Tali a rialzarsi.
«È stato come se qualcosa avesse colpito la Cittadella.» Gli ripose la moglie.
«Sono più interessata a sapere perché le comunicazioni non funzionano e andiamo con l'energia d'emergenza.» Osservò Miranda. In quel momento lei e chiunque fosse dotato di un potere biotico crollò al suolo dolorante. Ma anche Chrome, il geth di Pars,  segnalò un malfunzionamento e cadde a terra. Subito vennero aiutati e assistiti.
Il consiglio, tranne il consigliere Tevos, stava bene ma non riuscivano ad avere notizie nonostante fossero nel centro politico della galassia. Fu deciso che l'equipaggio della SR2 e SR3 si sarebbero divisi in squadre e avrebbero raggiunto i punti chiave della Cittadella come il QG del C-sec e il centro operativo degli s.p.e.t.t.r.i., rimanendo in contatto tra loro con i comunicatori, mentre Shepard con Traynor e IDA rimaneva nella torre sia per tenere aggiornato il consiglio.
Era passato meno di un minuto quando ricevette, sorpreso, la prima comunicazione da Garrus «Siamo appena fuori dalla torre. Questa dovresti vederla.»
Seguendo il suo consiglio dell'amico, lui con chi riusciva a stare in piedi e li vide appena fuori l'edificio, con lo sguardo verso l'alto. Istintivamente fece lo stesso.
Era come se un'aurora boreale fosse apparsa nel cielo, solo che qui non vi era un cielo ma lo spazio e non vi erano colori, ma uno solo, il nero e più scuro di quello dello spazio. Gli ci volle un momento per notare cos'altro non andava. Quando le luci della Cittadella calavano per simulare la notte le stelle erano visibili, ma con solo l'energia d'emergenza il sistema d'illuminazione era ridotto al minimo o spento eppure nel cielo non vi erano stelle.
Ovunque guardasse solo un nero senza fine. Gli venne in mente che secondo molto leggende di vari popoli, l'universo sarebbe finito quando un qualche mostro ne avesse ingoiato la luce.
--Di sicuro questo gli si avvicina molto!-- Pensò. Gli parve che gelide dita gli strisciassero lunga la schiena.
Un forte schianto, seguito da molti altri, riportò tutti alle realtà. Le astro-auto si stavano schiantando ,precipitando tutte assieme al suolo.
«Ritorniamo nella torre è il luogo più sicuro, fino a quando non avranno finito di precipitare.» disse Garrus. Tutti lo ascoltarono, dentro di se Shepard fu contento che quasi tutte le persone a lui care fossero alla torre dove vigeva il divieto di volo.
Si chiese come stessero Miranda, Coats, Vega e Jack con i loro figli la fuori e distrattamente si domandò se avrebbe ancora visto una nuova alba.
*****
Tenus era sdraiato sul lettino in preda a violenti capogiri e vertigini, seduta a terra anche Taiga avvertiva un senso di malessere generale. Ma quello che irritava di più Dasha erano le voci dei due ragazzi, avevano il tono di chi sapeva tutto e poteva fare tutto.
«Ci devi ascoltare Dasha! Sappiamo cosa fare, serve l’eezo di Isabella per sistemare la nave e raggiungere la Cittadella.» Annunciò William, come se si stesse rivolgendo a qualcuno che gli avesse chiesto spiegazioni.
Dal loro incontro, dove non avevano proferito parola, parevano essersi ripresi e appena tutti i sistemi erano andati fuori si erano scatenati scappando da Sunt e portando a spalle la ragazza fino in infermeria, dove avevano incontrato Dasha che ora stavano assillando.
L'interessata, a sentire il proprio nome, sposto il separè che la nascondeva in infermeria. I due ragazzi ammutolirono, Isabella non aveva ancora terminato il trattamento del dottore. Dasha prontamente rimise il divisore.
«Non mi servono due ragazzi in crisi ormonale! Se avete un'idea per sistemare la nave vi ascoltò, andare sulla Cittadella, no. Vi scaricherò in qualche porto sicuro per me e da li ve la sbrigherete. Ehi! Mi ascoltate?»
«S-Si» Risposerò all'unisono leggermente trasognanti alla vista del phantom mezzo nudo.
«La vostra idea e...poi potrete usare il bagno dell'infermeria per intrattenervi con la vostra mano destra» disse. I gemelli arrossirono.
«Beh...ecco…Isabella ha noduli di eezo con l'isotopo 19, ne estraiamo uno e lo mettiamo nel nucleo a eezo della nave. Accendiamo il motore, eezo 19 non dovrebbe risentire di quello che sta succedendo fuori all'energia oscura, libera energia causando una reazione a cascata che attiva il resto delle particelle eezo. Il risultato sarà un campo FTL a energia bianca, anche se debole. Il primo della storia.» disse Henry
«Come pensate possa funzionare? Mi pare che ogni argomento al riguardo sia puramente teorico.»
«Seriamente...è una teoria che abbiamo sviluppato quando eravamo sulla Grissom. Nessuna prova ma secondo noi c'è il 50% di possibilità che funzioni. Ora non farci spiegare ogni dettaglio, francamente è una teoria molto complessa e non penso che capiresti, non ne hai le abilità.» Dichiarò Henry concludendo la sua spiegazione e William al suo fianco annuì in segno di approvazione
«Dottore che problemi ci sono se asportiamo uno dei noduli di eezo da Isabella?»
Prima di rispondere il medico sputo il tabacco. «Nessuno, con tutti quelli che ha.»
I due ragazzi si irrigidirono nel sentire le mani di Dasha che accarezzavano i loro menti e quando mettendo il viso tra di loro due soffiò nelle orecchie di entrambi, ebbero un fremito e...urlarono di dolore quando le loro teste si scontrarono.
«Stupidi verginelli!» disse Dasha odiava la situazione e aveva bisogno che quei due rimanessero concentranti non che pensassero alle tette del phantom «Isabella abbiamo bisogno di toglierti uno dei tuoi noduli di eezo. Se al termine ritieni che il dottore non abbia fatto un buon lavoro puoi ucciderlo»
Una mano sbuco da sopra il separè, facendo gesto positivo. Il medico fisso Dasha e poi il separè, sospirò e sputò nuovamente.
Era passata all'incirca un'ora, ma anche se lentamente la nave si stava muovendo. Il campo FTL ottenuto era piuttosto debole, in quanto secondo i gemelli sarebbe servito un numero maggiore di isotopo 19 per stabilizzarlo, era stato piuttosto preoccupante affidare tutto quanta l'operazione a degli studenti, ma era andata bene.
Dasha era sul ponte con la sua squadra, ad eccezione di Tenus sempre in infermeria assieme a Taiga,vi era anche Isabella su cui il veleno aveva perso ormai ogni effetto e che non aveva risentito dell'operazione. Dai pochi dati di cui disponeva, sembrava che la sua fosse la sola nave in grado di muoversi. Da quello i gemelli avevano riferito usando le letture dei sensori, qualcosa stava distorcendo l'energia oscura e questo aveva effetto su tutti i biotici tranne che su quelli con eezo 19, Isabella.
«Generale, rotta per la Cittadella.»
«Sicura Dasha?» Chiese il turian.
«Certamente è questa volta il Consiglio dovrà accettare ogni nostra richiesta»-  quindi si rivolse ai gemelli - «Se alla Cittadella provate a scappare da qualche parte, vi amputo a entrambi una gamba all'altezza del ginocchio con un colpo di Javelin.» I due si limitarono a fare si con la testa, il tono non invoglia a commentare o scherzarci sopra.
 
Shepard era nella sala del Consiglio, cercava con l'aiuto di tutti di tenere sotto controllo la situazione per quanto fosse impossibile. Il problema maggiore era la mancanza di comunicazioni rapide.
Erano riusciti a costruire un improvvisato ponte radio, usando tecnologia risalente a un centinaio di anni fa, ma rimaneva lo stesso il problema dell'energia e delle navi. Tutte le navi in orbita attorno alla Cittadella e quelle attraccate erano incapaci di generare un campo FTL o anche solo di muoversi. I viaggi attraverso i portali erano bloccati, questi ultimi però risultavano ancora funzionanti.
L'energia per qualche motivo veniva consumata molto più rapidamente del normale, non poteva evitare di pensare cosa sarebbe successo se la Cittadella l'avesse esaurita. L'atmosfera artificiale era mantenuta dai sistemi della stazione, se questi si disattivavano nel giro di qualche ora l'atmosfera sarebbe svanita dispersa nello spazio. Altro problema erano i feriti.
Quando “l'oscurità”, questo era il nome che avevano dato al fenomeno, era arrivata i mezzi di trasporto e le astroauto erano precipitate tutte assieme, il numero di morti e feriti era impressionante e gli ospedali avevano superato in poco tempo il proprio limite.
C-sec, N7 e ogni persona adatta alla sicurezza, compresi gli s.p.e.t.t.r.i. stava aiutando a soccorre i feriti. Altro motivo di preoccupazione Jack e Miranda, arrivate rapidamente dalla Grissom per mettersi a cercare i propri figli, Liara, Asiria, il consigliere Tevos erano in preda a un forte malessere ed erano sedute a terra. Al momento per loro non poteva fare niente e portale all'ospedale sarebbe stato inutile.
Era giunta notizia che tutti i biotici della stazione si erano sentiti male quando lo strano fenomeno era incominciato e i medici non potevano fare niente. Aveva inviato l'equipaggio della SR3 nei punti più distanti e difficoltosi, odiava ammetterlo ma il tempo della sua generazione stava passando, --Asari escluse-- pensò.
«Speravo in una vecchiaia dorata dopo aver sconfitto i razziatori.» Commentò Garrus.
Lui e l'amico erano rimasti alla torre del Consiglio per fungere da centro di comando, gli altri ,chiunque fosse in grado di aiutare, avevano un'area di cui occuparsi.
A parte loro, i consiglieri, i biotici che non potevano muoversi e qualche messaggero che arrivava per chiedere istruzioni l'unica altra figura nella sala era una donna umana. La dott.ssa Ann Bryson, Shepard aveva ottenuto che fosse portata alla torre appena possibile, sperava che i leviatani si sarebbero fatti sentire ma continuavano a tacere.
«Mi dispiace, Shepard.» Disse consolata la scienziata.
«Non è colpa sua Dottoressa,forse i leviatani sono usciti un attimo per fare una passeggiata.» non gli sembrava che fosse il caso di scherzare, ma sentiva di dover alleggerire un po' l'atmosfera.
Gli venne segnalato un messaggio in entrata, inviato da una nave in arrivo. Solo questa notizia era di per sé una sorpresa, non ritenendo che ci fossero navi operative.
«Sono Dasha Weaver, Cittadella mi ricevette? C'è qualcuno?» Chiesero dalla nave
«Qui Cittadella. Sono John Shepard...»
«L'eroe! Immagino che dovrei sentirmi onorata.»
«Dasha anche tu se piuttosto conosciuta....in ogni caso perché la tua nave si muove? Come stanno Henry,William e Taiga?»
«Ragazzi in gamba, devo ringraziare loro e la mia fortuna se siamo la sola nave operativa. Vorrai assicurarti che stiano bene.»
Negli altoparlanti seguirono le loro voci. Jack e Miranda rimaste fino in quel momento in disparte sia perché stavano troppo male che per fiducia in Shepard, si fecero avanti per far sapere che c'erano anche loro e minacciando Dasha delle peggiori ritorsioni se non fossero tornati perfettamente sani.
«Molto toccante.» - rispose lei.- «Capitano Shepard, voglio un incontro. Ho una possibile soluzione al problema che ci ha colpito tutti, ma in cambio il Consiglio dovrà fare una cosa per me. Se accadrà come alla Grissom qualsiasi collaborazione sarà preclusa.»
«D'accordo!»
«Bene capitano, vedo che hanno ragione a dire che è un uomo ragionevole. Dovrei arrivare fra venti minuti.» Annunciò Dasha e chiuse la comunicazione
«Garrus contata gli altri, li voglio tutti qui. Soprattutto Olivia, Steve e i ragazzi.»
Per il tempo rimanente Shepard dovette anche sopportare il consigliere umano e salarian che discutevano sull'opportunità di trattare con dei criminali.
Il primo perché il primo ministro era direttamente coinvolta nell'incidente nella Grissom e aveva agito di sua iniziativa, andando contro il  volere del Consiglio ed era una scandalo già abbastanza grosso, il secondo perché aveva spinto lui per mandare le squadre SOS e la mercenaria turian e temeva una ritorsione.
Shepard fu salvato dalla consigliera Tevos, per via del malessere aveva perso la sua solita pazienza ed esplose in una serie d'insulti verso i propri colleghi che avrebbe fatto inorridire chiunque. Segui un assoluto silenzio, rotto da Jack che disse «Wow! Finalmente so come ci si sente a scandalizzarsi!»
Dasha arrivò puntuale, quello che non era stato menzionato fu che l'Atlantic Codex avrebbe parcheggiato in bella vista, esattamente davanti alla sala del Consiglio. Nello stato attuale delle cose era sicuramente la soluzione migliore visto lo stato dei trasporti, ma così il Consiglio era sotto tiro dei cannoni dell'unica nave operativa e senza niente che le si opponesse.
Dasha accompagnata da Isabella, precedevano Tetrius e Naomi rimasti indietro con i gemelli e Taiga, fece il suo ingresso nella Sala del Consiglio. Quest'ultimo si era riunito cercando di assumere un aria composta e risoluta. Vennero ignorati. Davanti a loro, più in basso Shepard con tutti gli altri.
«Dasha, non sono sicuro sia un piacere conoscerti.» disse John
«Chi ha mai parlato di piacere. Questo è un affare.» - quindi si rivolse ad Olivia - « Ogni volta che ci incontriamo mi ritrovo con gente indesiderata a bordo e invischiata in qualche casino di enormi proporzioni. La prossima volta che mi cercherai, prima ti ucciderò poi ti chiederò cosa vuoi.»
«Ehi! Provaci e ti ucciderò prima che tu te ne accorga. » Le rispose Ash d'istinto. A quelle parole Isabella mise una mano per spada pronta a combattere. La tensione stava salendo, varie mani corsero alle armi quando Olivia si fece avanti «Bene, ora che abbiamo fatto conoscenza che ne dite di parlare del motivo per cui siamo tutti qui.»
Dasha estrasse un datapad e lo porse a Shepard « Questi sono degli accordi commerciali. Voglio che il Consiglio li autorizzi. Quando lo avrà fatto vi dirò tutto e riavrete i ragazzi. Non c'è trattativa.»
Il Consiglio era visibilmente imbarazzato, era in uno stato d'emergenza e doveva autorizzare degli accordi che avrebbero richiesto giorni per essere valutati. A far pendere l'ago della bilancia da una parte fu il Consigliere Deos «Per gli spiriti! Ci preoccuperemo degli accordi commerciali quando e se esisterà ancora un commercio e navi che lo possano effettuare.» Il Consiglio approvò a scatola chiuso.
«Quasi non ci speravo, non mi sembravano così intelligenti da capire le priorità.» disse Dasha
«Ora mantiene la tua parte.» intimò il primo s.p.e.t.t.r.o. umano
Lei si volse e fece segno a Tetrius e Naomi, erano rimasti indietro e tenevano i ragazzi. Questi furono liberi e corsero dai loro genitori. Dopo gli iniziali abbracci, la promessa di una punizione esemplare a situazione risolta fece sparire da loro ogni sorriso.
Dasha raccontò perché la sua nave si muoveva e il resto fu spiegato dai gemelli, sempre desiderosi di mettersi in mostra con i loro amici.
«Interessante.» Commentò IDA e cominciò a parlare con Traynor per una possibile soluzione.
«Bene, la mia parte l'ho fatta voi divertitevi. Io me ne vado.» Disse la Weaver allontanandosi.
«Aspetta...» - Chiese Shepard - «La situazione è critica e anche se mi dispiace dirlo abbiamo bisogno di ogni nave che possa funzionare. Anche la tua. Inoltre è evidente che per uscire da questa situazione Isabella è fondamentale, essendo al momento l'unica fonte disponibile sulla Cittadella di eezo 19»
«Se pensi che vi permetterò di usarla come una miniera....»
«Abbiamo anche noi qualcosa che può interessarti, dagli esami eseguiti sulla Grissom risulta che l'impianto di Isabella da segni di usura. È inevitabile che prima o poi ceda e non credo che tu posso trovare facilmente le componenti necessarie...»
«Non è neanche detto che non ci riesca....»
«Vero ma non potrai mai trovare nessuno migliore di Miranda e Jack per eseguirne l'installazione, devi saperlo. Aiutaci fino alla fine e a Isabella non esploderà il cervello, se l'impianto dovesse cedere di botto se però non t'importa di lei…»
Shepard capì di averla vinta dallo sguardo che le lanciò, era quello di qualcuno irritato quando si rende conto che era il rivale ad avere ragione.
«Un esemplare davvero unico, ma ci sono altre possibilità.» Dichiarò una voce cavernosa che sembrava provenire da distante, in netto contrasto con la figura femminile che l'aveva pronunciata.
«Chi è quella donna?» Chiese Dasha
«Finalmente vi fatte sentire che sta succedendo, avete una soluzione?» Domandò Shepard evitando la domanda, di certo non aveva intenzione di svelare l'esistenza dei Leviatani a una criminale.
«Quest'attacco è opera dei “grigi”. Questa profonda alterazione dell'energia oscura avrà effetti più profondi di quelli che immaginate. Destabilizzerà l'orbita, rotazione e i poli magnetici dei pianeti. Hanno usato lo stesso metodo anche nel loro ciclo, anche se non in maniera così estesa. Hanno dominato non perché hanno conquistato le altre razze, ma perché queste volevano essere governate da loro. È una tattica che richiede decenni per funzionari. Prima cambiavano le condizioni di un pianeta, il risultato era una drastica diminuzione della popolazione e la perdita di ogni avanzamento tecnologico per via dei numerosi disastri naturali, malattie, carestie e guerre interne, riportando tutto allo stadio primitivo. In seguito, loro giungevano dopo che i sopravvissuti avevano perso qualsiasi retaggio e ricordo della loro precedente cultura e conoscenza tecnologica, risolvendone i problemi e presentandosi come salvatori, tenendoli ad uno stadio sempre tecnologicamente inferiore, facendosi adorare come dei e controllandone lo sviluppo. Ora vogliono riportare lo sviluppo tecnologico dell'intera galassia a non oltre l'uso della pietra.»
«Hai parlato di una soluzione?»
«Si! Dovette raggiungere il dispositivo che provoca queste anomalie nell'energia oscura e distruggerlo. Ma è impossibile con una nave con una quantità di eezo 19 così esigua. L'abbiamo esaminata appena giunta nella Cittadella. »
Shepard si chiese come fosse stato possibile, poi guardò la sfera luminosa poggiata a terra in un punto della sala.
«Il suo nucleo non genera una cascata d'attivazione abbastanza potente da poter durare a lungo e respingere gli effetti della distorsione. Ne serve una maggior quantità e l'unica fonte disponibile si trova su Rothla, nel sistema Draken.»
«Aspetta non vorrai dirmi che la tua fonte è...»
«Si, il motivo per cui non fermarono i razziatori era che i loro nuclei contenevano elevate quantità di eezo 19 e questo li rendeva immuni alle loro armi ad energia oscura. Dovrete salire a bordo dell'Araldo e prelevare quello che vi serve, direttamente dal nucleo. Questa è l'unica soluzione.»

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Capitolo 6
*** Rothla ***


Ci fu un momento di silenzio imbarazzante in cui i membri della SR2 e il Consiglio si fissarono a vicenda.
A bassa voce, Steve chiese a chi gli stava attorno «Ok…Rothla...l'Araldo...devo far finta di aver capito di cosa parlano?» La prima risposta che ricevette fu da Olivia che gli era vicina. Una gomitata sulle costole.
I Consiglieri, Shepard e gli altri incominciarono a parlottare fra loro. Era chiaro che non volevano essere disturbati o ascoltati.
Fu Mordin a intervenire, parlando di quello che sapeva su Rothla, pianeta che si trovava nella zona Krogan o ex zona Krogan demilitarizzata «Una volta Rothla era un pianeta ghiacciato. Negli ultimi anni della ribellione Krogan vi fu una gigantesca esplosione che frantumò parte del pianeta creando un campo di detriti ancora oggi formato da migliaia di corpi, molti dei quali abbastanza grandi da schiacciare una nave, che ruotano l'uno intorno l'altro, scontrandosi e rimbalzando. Alcuni ritengono che questa sia la prova che sul pianeta stessero studiando una qualche super arma. Qualsiasi cosa stessero facendo non si è mai saputo. Tutti gli appartenenti al clan Krogan che aveva eseguito l'esperimento morirono nell'esplosione. Le navi di passaggio nel sistema riferirono di un abbagliante cono di luce e di estreme anomalie gravitazionale intorno a Rothla immediatamente prima della sua esplosione, ma senza altri indizi. Una leggenda su Extranet parla di una “super razza biotica” di krogan geneticamente modificati che sarebbero stati allevati su Rothla prima dell'esplosione. Prima della guerra dei razziatori era altamente sconsigliato andarci per i pericoli che il campo di detriti comportava per la navigazione, dopo è stato semplicemente proibito andarci e sono stati piazzate boe di comunicazione tutte attorno l'area per segnalare il divieto.»
Gli altri avevano ascoltato il krogan in silenzio «Non ci hai detto niente che non sapessimo già!» Sentenziò Pars, la quarian era china su Chrome nel tentativo di rimetterlo in funzione, al momento senza successo «Tuo padre è il capo dei clan Krogan, non hai niente di meglio di quello riportato sui libri di storia e delle dicerie di Extranet?» Disse con voce stizzita, innervosita a causa della preoccupazione per il suo geth.
Un ringhio minaccioso provenne dal krogan, ignorato però da Pars che proseguiva nel tentativo di riparazione.
«Calma.» - intervenne Olivia - « Cosa vi dice invece il nome Araldo? La cosa più logica sarebbe pensare al famoso Razziatore, il più antico e potente, ma...»
Termino per lei la frase Arturus « Ogni rapporto riferisce, che tranne pochi frammenti, il corpo di ogni razziatore è stato distrutto buttandolo dentro alla stella più vicina. Incluso quello dell'Araldo. Fu l'unico Razziatore la cui distruzione fu mandata in diretta su tutti i canali. Doveva essere una delle immagini che la guerra era finita e vinta.»
«Il fatto stesso che la sua distruzione è stata ripresa risulta strano.» - suggerì Dasha rimasta in disparte - «Ogni tanto una nave si reca sul pianeta. Lo so perché pensavo venisse usato come base per operazioni di contrabbando, ma una volta capito che non ci avrei ricavato niente mi sono fatta subito indietro. La sua opinione generale?»
«Depistaggio.» Sentenziò il turian in tono di assoluta certezza, Dasha e Naomi si dimostrarono della sua stessa opinione. Isabella rimase in silenzio, non c’era niente che le interessasse.
«Odio la complessità della politica.» Borbottò Steve rivolgendosi a tutti e a nessuno in particolare. Si fece largo fino a trovarsi davanti solo il Consiglio e il gruppo di genitori e amici. Olivia ebbe una bruttissima sensazione.
«Olivia, voleva sapere se il razziatore Araldo si trova su Rothla?» Esclamò Steve rivolgendosi volutamente solo ai suoi genitori per non balbettare, ma dicendolo a voce talmente alta che per chiunque fosse presente fu impossibile non sentirlo. Olivia rimase a bocca aperta a causa dello stupore...suo fratello gli aveva giocato un bruttissimo scherzo.
«Olivia, avvicinati. Avvicinatevi tutti.» Disse Bakara, il consigliere Krogan
Lei fu la prima ad incamminarsi e mosse solo le labbra quando passò accanto a Steve. Lui cercò di non ridere, avendo perfettamente capito il labiale della sorella, ma rimase stupito quando lo afferrò per il braccio e lo tenne accanto a se, un attimo prima che potesse defilarsi dietro la sagoma di Mordin. Lui aveva smesso di ridere.
«Quello che stiamo per dirvi è assolutamente confidenziale. Ma non c'è altra scelta.» Dichiarò Xen, la consigliera Quarian.
«Si, il razziatore noto come Araldo non è stato distrutto. Il suo corpo è stato preservato per essere studiato, si trova su Rothla custodito da una guarnigione formata da tutte le razze del Consiglio.» Spiegò Deos, il consigliere turian.
«Pare che ora sia la nostra unica possibilità di riuscita. Dasha non importa cosa tu abbia fatto o ottenuto dagli accordi che hai stretto con noi. Se questa informazione divenisse pubblica, puoi star certa che metteremo i nostri s.p.e.t.t.r.i. alla tua ricerca.» La minacciò Jerond il Consigliere salarian.
La criminale non ebbe reazioni.
«La cosa migliore a questo punto sarebbe portare una nave su Rathlon, caricare il suo nucleo con  eezo 19 e usarla per condurre una squadra  sul dispositivo che causa l'anomalia e distruggerlo.» Suggerì Xen.
«Non mi piace molto d'idea di avere personale dell'Alleanza e agenti del Consiglio sulla mia nave.» Obiettò Dasha, parlando seriamente. Ma prima che la discussione andasse avanti, furono i gemelli a prendere la parola.
«Potrebbe non essere necessario.» Disse Henry
«L'eezo estratto da Isabella era più che sufficiente per due astronavi, a patto di andare con un campo FTL ridotto al minimo.» Spiegò William. Entrambi erano contenti di essere al centro dell'attenzione
«Adesso basta!» Ruggì una voce alle loro spalle. Era il colonnello Martyn Coats, loro padre « Parlate chiaro e dopo avrete la vostra punizione, perché vi assicuro che ce ne sarà una.» Fecero quanto gli era stato intimato.
«Abbiamo fatto in modo di avanzare dell'eezo estratto da Isabella, pensavamo di usarlo sulla SR3.» Continuò William.
«È vero, non abbiamo mai pensato di tenervelo nascosto. Volevamo solo dirvelo al momento giusto.» Aggiunse Henry, come scusante.
«Dov'è ora?» Chiese il padre. Dasha era altrettanto interessata.
«Qui!» Fece una voce femminile. Taiga tirò fuori qualcosa da sotto i vestiti, un cilindro di metallo non più grande della sua mano. Aveva sfruttato il fatto di star male, per tenere la mani costantemente sull'addome e nessuno si era preso il disturbo di controllare.
Dasha guardava quei tre ragazzi che l'avevano ingannata con un trucco da bambini, valutandoli attentamente.
«Bene, allora non abbiamo più bisogno di quella criminale e della sua nave.» Disse Jerod
«Non ho problemi ad andarmene, ho quello che voglio.» Rispose l'interessata e si voltò dando le spalle a tutti.
«Aspetta Dasha!»- La chiamò Olivia e si rivolse ai Consiglieri - «Abbiamo bisogno di Dasha, ma sopratutto di Isabella. Propongo di allestire una missione formata da due squadre, con due navi alimentate con il nucleo dell'Araldo.»
«Appoggio in pieno la proposta del Tenente.» Affermò John mettendosi accanto alla figlia.
I consiglieri annuirono fra loro e fu Deos a farsi avanti «Mi rendo conto che fino ad ora non siamo stati di molto aiuto, ma abbiamo intenzione di rimediare e di aiutarvi seppur indirettamente.»
«Olivia Williams Shepard faccia un passo avanti!» - e continuò - «Il Consiglio ha deciso di conferirle tutti i poteri e privilegi degli specialisti in tattica e ricognizione della Cittadella.»
«Gli S.P.E.T.T.R.I. vengono selezionati non addestrati. Sono individui forgiati dal fuoco di mille battaglie.» Continuò Xen e prosegui De Falco, la Consigliera Umana «Le cui azioni gli elevano al di sopra di tutti gli altri menti gli spettri sono un ideale un simbolo l'incarnazione del coraggio, determinazione , della fiducia in se sono il braccio destro del consiglio gli strumenti del nostro volere.»
«Hanno un enorme responsabilità. Sono i protettori della pace galattica la nostra prima e ultima linea di difesa. Spetta a loro preservare la stabilità e la sicurezza della galassia. Lei ora è uno s.p.e.t.t.r.o.» Terminò Bakara
Olivia, stupefatta, non si capacitava di essere appena diventata uno S.P.E.T.T.R.O. « Grazie. E' un grande onore.» Si odiò nel momento stesso in cui lo disse. Aveva visto il video in cui suo padre veniva nominato s.p.e.t.t.r.o. così tante volte che aveva risposto allo stesso modo.
«Ora veniamo a cose pratiche.» - Suggerì Deos, con il consigliere asari indisposto il turian era diventato intraprendente - «Essere uno s.p.e.t.t.r.o. è inutile se non si hanno mezzi adeguati. Dalla fine della guerra abbaino fatto in modo che gli s.p.e.t.t.r.i. avessero accesso a una loro armeria, sono sicuro che vi troverà tutto ciò che può servire e a chi la seguirà. Buona fortuna!» Concluse Deos e seguì qualche momento di congratulazioni e festeggiamenti.
Le parve di scorgere un po' di tristezza  sul volto del fratello, mentre le faceva gli auguri. Vega si fece avanti «Ehi! Oli, viene, ti mostro io l'armeria, l'abbiamo costruita di fatto io e Garrus. Sei d'accordo John? Tu e Cicatrici mi sembrate fin troppo impegnati a tenere in piedi la situazione.»
I due si dissero d'accordo.

*****

Isabella stava girovagando nell'armeria quando trovò qualcosa di suo interesse, prese la spada da assassino N7 e la provò, quindi passò a quella di un'Ombra N7.
Le piacevano quelle spade e capiva a vista che erano migliori delle sue, non era abituata a combattere con spade di lunghezza uguale, ma quello non sarebbe stato un problema. Alla fine scelse un paio di quelle da assassino che potevano essere caricate con poteri biotici. Fu mentre le provava che vide altro.
Vega stava parlando con Dasha e Olivia su quali armi, secondo lui, era meglio portare quando un improvviso spostamento d'aria li fece voltare. A pochi passi da loro vi era una Furia N7 con due spade in mano.
«Isabella ?» Chiese Dasha. La figura fece cenno di si con la testa, quindi di fronte a tutti sparì per riapparire qualche metro più in là
«Teletrasporto? Non sapevo che Isabella potesse farlo.» Disse Olivia
«Neanch’io, ma oramai ho smesso di stupirmi di quello che riesce a fare.» Commentò Dasha
«È l'armatura!» - Affermò Vega - « È stata studiata per facilitare quell'abilità, dopotutto il punto forte di una furia è l’alta velocità negli spostamenti.» Mentre parlavano Isabella continuava a sparire e riapparire «Ma dovrebbe andarci piano. Le prime volte...» e di colpo lei si tolse di fretta il casco e vomitò «...può dare nausea. Appunto! Notevole il fatto che ci sia riuscita al suo primo tentativo, senza un addestramento alle spalle. Ma che non tolga mai il casco mentre lo esegue. I caschi delle armature biotiche sono diverse da quello di tutti gli altri per buoni motivi. I polmoni umani collasserebberò durante lo spostamento di fase, il casco impedisce che questo accada. Queste armature sono tutte di ultima generazione e quelle per biotici sono fatte per accentuare determinati poteri. In ogni caso sapranno fornirvi una protezione migliore di quelle vecchie, anche se sono riuscite lo stesso a mantenervi in vita.» Spiegò il terzo s.p.e.t.t.r.o. umano
Mentre Dasha andava a dare supporto “morale” a Isabella, un movimento al limite del suo campo visivo catturò l'attenzione di Olivia.
«Steve, Mordin! Che diavolo pensate di fare con quella cosa?»
La “cosa” era un'armatura Distruttore N7 «Forse non te ne sei accorto, ma sicuramente i suoi micromotori a eezo saranno fuori uso. Muoversi con quella addosso non è fattibile!»
«Ho pensato a tutto!» - gli rispose il fratello, appassionato di armature pesanti aveva ottenuto il brevetto per l’armatura da distruttore insieme al titolo di N4 - «Metterò qualche particella di eezo 19 al suo interno e i motori riprenderanno a funzionare, nel frattempo Mordin mi aiuta a portarla a bordo. Pesa una tonnellata.»
«Infatti!» - insistette lei - « Non puoi prenderne un'altra più leggera? Quella del paladino? E tu Mordin sei sicuro di saper usare un martello elettrico da signore della guerra Krogan?»
«È un martello...lo alzo, lo abbasso e qualcosa viene polverizzato.» Disse ridendo il krogan.
«Lasciali fare Olivia, possono comportarsi da bambini ma sai che non andrebbero mai in missione con un equipaggiamento che non sia perfetto.» Commentò Arturus e Olivia non poté fare a meno di ammirare il proprio ragazzo.
Il turian aveva trovato e indossato un'armatura da sabotatore della sua razza e teneva il casco in mano. Approfittando della distrazione di lei, i due se la svignarono.
«Lo so, è solo che mi sembra strano. Si stanno comportando in maniera così allegra da quando ci hanno aperto l'armeria, che mi sembra assurdo vista la crisi in cui ci troviamo e i morti che ci sono già stati.»
«Vero...ma dovresti ricordarti delle storie di famiglia. Sai quello foto dei nostri genitori tutti assieme nel vostro appartamento sulla Cittadella durante la guerra. Ti suggerisce niente?»
«Giusto, con Tali ubriaca in bagno e Grunt nell'altro sotto una doccia aperta a bofonchiare cose senza senso. Non parlano mai di quella fatta a guerra vinta.» Osservò Olivia
«Il morale degli uomini è importante e un buon comandate ne tiene conto.» - a parlare era stato Tetrius l'ex-generale turian al seguito di Dasha - «Per la riuscita della missione il numero dei morti e chi è morto è privo d'importanza. Anche se il numero reale, fosse il triplo di quello che immaginiamo sarebbe trascurabile ai fini della missione. Chi è al comando non deve farsi influenzare dai moralismi, ma agire esclusivamente secondo necessità.»
A lei non gli era mai piaciuto e dopo aver indagato su di lui, gli piaceva ancora di meno. Abile stratega sembrava impassibile a qualsiasi cosa. Il suo dossier parlava per lui, per far capire ai batarian pirati che creare problemi all'impero turian non era una saggia idea, aveva trucidato in maniera plateale un'intera banda fatta prigioniera. Dopo essersi fatto dire dove avevano il loro rifugio, aveva recuperato i beni rubati massacrando i pirati rimasti di guardia e un gruppo di civili che ne erano la famiglia. I saccheggi erano cessati ma non era stato possibile far finta di non vedere.
«Certo! Scommettono che tutti sono pronti a seguire i consigli di un ex-generale colpevole di crimini di guerra.» Gli rispose Arturus.
«La tua ironia è fuori luogo...recluta.» - dal tono in cui lo disse sembrava che avesse appena sputato qualcosa di disgustoso - «I miei metodi forse non avranno l'approvazione di quei grassi maiali della gerarchia, ma funzionano e nessuno ha mai messo in dubbio le mie strategie.»  e si allontanò. Olivia osservò che per l'occasione aveva scelto un'armatura da “fantasma” turian, nel farlo vide un'altra persona del seguito di Dasha, l'umana che a quanto ricordava si chiamava Naomi.
Era assorta a osservare un’armatura Ombra N7 o più precisamente il logo «Vecchi ricordi?» chiese Olivia.
«Cosa?» - la mercenaria sembrò sorpresa - «Già, possiamo dire così.»
«Nel tuo fascicolo risulta che sei un N7. Eri un’ombra?»
«Sorpresa? Si una volta era il mio ruolo, poi le cose andarono male e abbandonai tutto, anche il mio modo di combattere. Passai da agire nell'ombra a usare armi di grosso calibro che facevano un sacco di rumore. In ogni caso non sono più un N7.»
«Penso...» - rispose lei - « …Che N7 sia un titolo che non si può mai togliere. Probabilmente qui dentro sei l'unica che può portare con diritto una di queste armature.»
Lei guardò Olivia con aria interrogativa. «Nonostante il nostro nome io non ho mai fatto il corso N, voglio entrate nelle sfere di comando dell'Alleanza e non escludo di frequentarlo in futuro e Steve è segnato come N4. Come sai N7 si viene scelti indipendentemente quale sia il tuo ruolo nell'Alleanza, solo in base alle tue capacità e non è possibile farsi avanti. Una volta ho conosciuto un pilota di navetta N7.»
«Già.» Rispose Naomi.
«Ti lascio ai tuoi pensieri.» Olivia salutò andandosene. Era ora che pensasse a se stessa.

Dasha si guardava in giro ma senza troppa convinzione, si fidava di quello che conosceva e la sua armatura da nemesis e lo javelin potenziato che portava si erano sempre rivelati all'altezza di ogni compito. Non poté evitare che un oggetto su una rastrelliera attirasse la sua attenzione « Ma ciao bellezza. Fatti ammirare.»
Olivia aveva optato per un'armatura da incursore da semplice soldato dell'Alleanza, trovava molto utile poter disporre dell'occultamento e di granate che si attaccavano al bersaglio soprattutto per il suo ruolo da cecchino. Stava riflettendo che con lei la squadra aveva tre abili tiratori contando Dasha e Arturus, quando venne strappata dai suoi pensieri da un respiro affannoso che si avvicinava, voltandosi vide un volus.
«hhhhh...Dimmi dove trovare Dasha?»
«Tu chi saresti?» Chiese lei accigliata, anche se aveva un'idea al riguardo.
«Sunt, cosa vuoi? Mi pare di avervi detto chiaramente di prepararvi.» Si lamentò Dasha giunta in quel momento. Olivia scoprì che aveva indovinato, il volus era l'abile hacker che aveva liberato Dasha dal braccialetto esplosivo.
«Dasha non ci siamo uniti a te per questo, che provveda il Consiglio a mandare qualcuno, non sono affari nostri e di sicuro non miei.» - Affermò Sunt con un tono vicino all'ira - « Mores la pensa come me!»
Lo scienziato signore della guerra krogan apparve dietro a Dasha.
«Proprio così. Noi rimaniamo qui, vogliamo quello che ci spetta e andarcene, i problemi della galassia non sono mai stati i nostri.» Dichiarò il krogan.
Dasha sorrise tranquillamente «Davvero? Se non fossi d'accordo?»
«Ti obbligheremo!» La minacciò il volus.
«Isabella fermati!» Gridò Dasha. Il phantom si fermò di colpo, le lame cariche di potere biotico rimasero bloccate a mezz'aria. Era apparsa alla loro sinistra, in una posizione che le avrebbe permesso di colpirli ed eliminarli contemporaneamente con un singolo fendete ciascuno.
«Cosa significa Sunt? Mi avevi garantito che Isabella, a seguito dell'intervento, non avrebbe potuto usare i suoi poteri per almeno un giorno!» Chiese il krogan furioso.
«È quello che mi ha detto quell'idiota del medico.» Protestò il volus.
«È quello che IO gli ho chiesto di dire» - spiegò Dasha - «Immaginavo che ci fosse del malcontento visto quello che è successo ultimamente. Così ha chiesto a Galba di raccontare a tutti questa storia e voi siete stati così idioti da crederci.»
Mentre parlava Dasha incominciò a fare qualche passo all'indietro, verso il krogan «Risolviamo la cosa alla vecchia maniera, a mani nude.» I due sorrisero a questa notizia e Dasha lasciò cadere l'arma presa dalla rastrelliera. Il fucile non fece in tempo a toccare il suolo che lei si girò di scatto, colpendo il krogan mentre un coltello compariva nella sua mano dalla manica. Un fiotto di sangue schizzò, quando la lama penetrò vicino alla placca frontale sulla testa. Il krogan urlò di dolore e cade al suolo vivo ma inerme, Dasha prese la pistola dalla cintura di lui e sparò al volus su un fianco della tuta. Un forte fischio provenne da questa, segnalando che la pressione interna stava scendendo.
«Avevi detto a mani nude.» Ebbe ancora il coraggio di dire il volus disteso a terra.
«Sunt, ti prego, taci...o potrebbe venirmi voglio di regalarti a Isabella come suo giocattolino.» - disse Dasha con un tono distratto - «Per ora mi servite e siete ancora i migliori nei vostri campi ovviamente se un giorno trovassi qualcuno migliore, potrei ricordarmi di oggi...andate a farvi medicare e tenetevi pronti a partire.»
I due se ne andarono a fare come gli era stato detto. Tutti i presenti avevano assistito a quanto era accaduto.
«Piaciuto lo spettacolo?» Chiese Dasha alla piccola folla che si era radunata
«Tu sapevi che sarebbe successo?» Domandò Olivia
«Più o meno. Ero sicura che nella mia organizzazione, dopo la mia cattura su Noveria si fosse formata qualche “frattura”, ora il problema è risolto.»
«Non mi piace. Ti potrai fidare di loro in questa missione?»
«Naturalmente no, ma sapendo che cercheremo di fregarci a vicenda riusciremo a collaborare. Generale faccia in modo di tenerli in riga fino al termine della missione.»
«Con piacere.» Rispose il turian.
Si rivolse quindi nuovamente ad Olivia «Nel mio mondo le cose si risolvono così e penso che anche tu abbia qualcosa da sistemare prima di partire?»
«Forse? Ma le decisioni che prendo sulla mia squadra non ti riguardano.»
«Potrei dire altrettanto.» Le due donne si fissarono in cagnesco.
Una voce squillante le distrasse « Davvero pesante quest'affare Dasha. Vuoi davvero portatelo dietro?» Chiese Pars Vas Lippi in una tenuta da ingegnere quarian «Peccato che Chrome non funzioni, si sarebbe caricato in un Juggenaught e avremo avuto tutto la potenza di fuoco che volevamo.»
«Questo per quello che mi riguarda è la soluzione a ogni problema della galassia: un
N-290 Abram, ideato per prendere il posto del vecchio M-920 Cain. Un proiettile radioattivo viene sparato a grande potenza da un campo elettromagnetico. Spara un colpo unico, ha un tempo di ricarica abbastanza lungo e richiede grande precisione, ma i danni sono notevoli.»
Olivia ricevette un messaggio. Tutto pronto per la partenza, eezo 19 era stato inserito nel nucleo della Normandy SR3.

Nonostante le difficoltà era stato possibile usare i moli più vicini alla torre del Consiglio e ora li si trovarono tutti.«Spero siate pronti?» - disse Shepard avvicinandosi con gli altri - «Ascoltate tutti, abbiamo mandato un messaggio alla base di Rothla, tuttavia non sappiamo se l'abbiano ricevuto. In questo datapad abbiamo messo tutte gli ordini e le autorizzazioni necessarie.» - e lo passò ad Olivia. - «Ora Tali vi illustrerà cos'altro c'è da sapere.»
L'ammiraglio quarian si fece avanti «Prima che i “grigi” sferrassero il loro attacco, io con Liara e Miranda ho lavorato a un modo per migliorare i nostri armamenti contro di loro. Purtroppo non abbia trovato niente di significativo, ma  riteniamo lo stesso di aver trovato un modo per darvi una copertura sufficiente dalle loro armi ad energia oscura. Copiando le vecchie armature dei guardiani di Cerberus, abbiamo contatto Rothla prima che tutto questo iniziasse per comunicargli di produrre degli scudi di queste unità ottenuti direttamente dalla corazza dell'Araldo, sappiamo da fonte sicura che la sua corazza è in grado di resistere a quella tecnologia. Ne avevamo chiesti una decina, speriamo che a quest'ora li abbiano terminati. Abbiamo inoltre trasferito sui terminali della SR3 ogni nostra informazione sui “grigi”.» Terminò e Shepard riprese la parola.
«Sappiamo che la distorsione dell'energia oscura è destinata ad aumentare, tra venti sarà in grado d'influenzare l'assetto di ogni pianeta e stella della galassia. La missione dovrà essere completata entro questo tempo.»
Olivia uscì dal gruppo e a rivolse a tutti un breve discorso.
«È molto semplice» - disse infine, sollevando il tono di voce - «Se falliamo, siamo rovinati, perché non ci rimane un pianeta sicuro dove tornare, quindi tenete duro e fate vedere a questi bastardi di cosa siete capaci. Credo sia tutto.»
Non ottenne un applauso ma la cosa non gli importò: la sua squadra e quella di Dasha apparivano pronti e privi di paura.
Fu il momento dei commiati. Vi erano tutti, nessuno voleva mancare neanche chi possedendo i poteri biotici stava male. Asiria cercava di convincere Olivia che stava abbastanza bene da partecipare, Liara fece capire di non essere d'accordo con la figlia.
Miranda e Coats diedero alcuni consigli tecnici mentre tenevano ben fermi i gemelli, temevano una loro fuga a bordo della SR3. Jack e Taiga augurarono a tutti buona fortuna, mentre Vega cercava di approfittare dell'occasione per parlargli. L'ultima volta che si erano visti avevano litigato di fronte alla figlia, non era la prima volta e non sarebbe stata l'ultima ma finora erano sempre riusciti a far pace, per ora gli bastava sapere che stavano bene ed averle vicine.
Arturus salutò calorosamente Tali e Garrus, mentre Mordin prometteva a Bakara di ritornare coperto di sangue nemico. Joker e IDA parlavano con la Ilary, il padre si offriva di fare da copilota alla figlia.
Ashley e John stavano parlando con Olivia e Steve «Siete fratello e sorella aiutatevi a vicenda come avete sempre fatto e niente vi potrà fermare.» disse la madre mentre li abbracciava «Baderò io al piccolo Steve.» Le rispose la figlia, il fratello si limitò a scompigliarne la capigliatura rossa in un gesto d'affetto.
«Olivia, vorrei far venire qualcuno con te, Vega o Garrus ma...»  Disse il padre, mentre Steve rispondeva a monosillabi alla madre.
«Se lo facessi, non si saprebbe se a comandare sarei io o un altro e ci può essere un solo comandate su una nave. Oltre al fatto che questo solleverebbe dubbi sulle mie capacità di comando o sulla scelta del Consiglio a nominarmi S.P.E.T.T.R.O. e io sarei la prima ad avere dubbi sulle mia capacità. Senza contare che anche tu avrai bisogno di gente fidata per tenere in piedi la situazione.»
«Pare che qualcuno abbia capito quali sono i problemi ad essere un ufficiale.» Commentò John fiero dell’analisi della figlia. Lei stava per dire qualcosa quando vide Pars in disparte che si strofinava le mani.
Si sentiva chiaramente fuori luogo, aspettando che i compagni di squadra e amici salutassero famigliari e conoscenti. Lei era l'unica lì a non avere nessuno da salutare o che le augurasse buona fortuna. Fu allora che si sentì chiamare.
«Pars, penso che tu non li abbia ancora conosciuti. Ti presento i miei genitori e di Steve: John Shepard e Ashley Williams. Questa è Pars vas Lippi.»
La quarian era piena di uno stupore quasi reverenziale, quando i coniugi Shepard la salutarono e pregò che questo non trapelasse dalla faccia. Mai come in quel momento, oltre alla tuta avrebbe voluto che fosse stata mantenuta anche la tradizione della visiera.
«È un onore conoscervi.» Disse in fretta, quasi sputando fuori l'intera frase. Avrebbe voluto buttarsi fuori lei...conosceva gli eroi della galassia ed era il meglio che sapeva dire.
«Shepard, sempre a intimorire gli ultimi arrivati?» Disse Tali che sopraggiungeva .
«Cosa? Non ho fatto niente.» Obiettò lui.
«Ammiraglio Tali Zora vas Normandy è un onore. Primo capo sezione Pars Vas Lippi distaccata alla Normandy SR3...è un onore conoscervi, ma questo di averlo già detto.» Ora avrebbe voluto veramente sparire.
«Pars dovrò chiamare il medico se a breve non ricominci a respirare. Ho visto una del mio popolo in disparte, ho solo pensato fosse una buona idea venire a scambiare due parole. So quanto è brutto partire, senza avere nessuno da salutare.» Disse con gentilezza Tali.
 «I-Io...la ringrazio ammiraglio.» e le due quarian incominciarono a parlare. Fu allora che Steve si avvicinò alla sorella e le disse qualcosa all'orecchio. Lei si fece seria e lo ringraziò.
Alla fine venne il momento della partenza, l'unico a non aver ancora terminato con i saluti fu Joker. Nella cabina della SR3 si poteva sentire la sua voce provenire da quella della SR2.
«Ricorda di mandare i bruciatori a un quarto di giro per...»
«Mi hai insegnato questa mossa prima ancora di andare all'accademia. La conosco, parleremo al mio ritorno. Vi voglio bene.» Disse Ilary e chiuse il collegamento.
«Qui Normandy SR3 stiamo partendo, rotta per la zona krogan sistema Draken, pianeta Rothla.» -disse negli altoparlanti - «Cercherò di rendere il viaggio più comodo possibile, ma anche così non sarà facile, attenti a non cadere.»
Le due navi lasciarono i moli della Cittadella.
 
Qualche ora dopo, Olivia entrò nel hangar e camminò fino a raggiungere una parete e appoggiarvi contro. Davanti a lei, Steve stava lavorando sulla sua nuova armatura da Distruttore N7.
«Grazie di avermi informata che le condizioni di Mila all'ospedale si sono stabilizzate.»
«Sapevo che ti avrebbe fatto piacere, io non mi sarei preso tale disturbo. Hai deciso?»
«Si, ma lo dirò a Mila una volta che avrà ripreso coscienza, prima di renderlo pubblico. Non posso fare a meno di pensare a quella parte della storia di famiglia, quando i nostri genitori si puntarono la pistola l'uno contro l'altro per salvare il Consiglio da Cerberus.»
Lui fece una smorfia «Punto esaltante della storia, ma preferisco ignorarlo.» Olivia sapeva bene che Steve dava un peso enorme alla pace famigliare, quelle poche volte che c'erano stati problemi in famiglia si metteva in disparte come inebetito, incapace di prendere una decisione.
Era stata lei a muoversi e a fare l'impossibile l'unica volta che dopo una lite, loro padre se ne era andato di casa per due settimane, in quel periodo si era parlato di divorzio e come non mai lui si era fatto taciturno. Alla fine la cosa si era risolta nel migliore dei modi.
«Tu cosa stai facendo?» Chiese lei.
«Sto passando il settaggio dalla vecchia armatura alla nuova. Anche gli altri si stanno occupando del proprio equipaggiamento e tu?»
Prima che potesse rispondere ci fu un brusco movimento della nave «Mi pare che la guida di Ilary sia più movimentata del solito. Anche con i motori non al massimo.» Aggiunse Steve.
«Il nostro campo FTL è al minimo e in più è impegnata a non farsi superare dall'Atlantic Codex. Qualcosa a che fare con l'orgoglio dei piloti. Per quello che mi riguarda, ho terminato la messa appunto del mio equipaggiamento.» Spiegò la sorella.
«Sempre la più veloce.» - disse lui e continuò - «Dopo che avrò finito, ci penserò io da buon Distruttore N7 a farvi strada e a beccare ogni colpo diretto a te e a salvarti se dovessi metterti nei guai...a qualunque costo e come al solito.»
Il fratello si espresse in quel tono parzialmente scherzoso che usava spesso, ma Olivia si accorse che diceva sul serio, e la cosa le diede un senso di piacere e al tempo stesso d'irritazione
«Grazie» - rispose - «Ma credo che me la caverò. Sono io la maggiore.»
Steve le rivolse un cenno di assenso.

*****

Sull'Atlantic Codex, Dasha era convinta che ci fossero momenti quotidiani di relax nella vita di ognuno che nessuno aveva il diritto di disturbare. Per questo, era seccata dell'improvvisa apparizione di Isabella che si stava divertendo a girare la nave usando il trasferimento di fase o teletrasporto.
«Isabella! FUORI DAL MIO BAGNO!» Le urlò contro Dasha mentre era seduta sul gabinetto.
Colta di sorpresa l'ospite indesiderata si girò di scatto, sbattendo violentemente contro la porta.
La reazione di Dasha, le aveva fatto dimenticato che il trasporto di fase per funzionare necessitava di una buona concentrazione e che la persona doveva essere in movimentò.
Il bagno non era abbastanza grande da permettergli di avere abbastanza energia cinetica. Schiacciò il bottone della porta e uscì nel più classico dei modi. La porta automaticamente si richiuse.
Dasha ancora seccata, poté tornare alle sue occupazioni.

*****

«Tenente, ricevo segnale di emergenza dal pianeta.» Disse Ilary all'interfono, quando ormai si trovavano nei pressi del pianeta Rothla, dopo un attimo poté udire Olivia che le diceva di mandare il segnale in sala tattica.
Attorno al simulatore tattico olografico, era disposta tutta la squadra della SR3 e avevano appena finito di visionare il segnale. La descrizione di chi aveva attaccato la guarnigione non lasciava dubbi, erano i mach dei grigi.
«La colpa è nostra.» - disse Olivia - «Siamo stati stupidi a non prevedere la loro presenza qui. Temevano i Razziatori e qui c'è l'Araldo pronto per essere studiato o distrutto.» Chiamò l'Atlantic Codex e scoprì che Dasha era già informata dell'accaduto, aveva intercettato e decodificato la comunicazione anche se era su un canale protetto «Sunt, sta cercando di farsi perdonare.» Aggiunse, come se fosse una motivazione accettabile.
«Dovremo improvvisare, è meglio che spieghi e prepari Isabella all'azione. Non riusciamo a metterci in contatto e a sapere com'è la situazione.»

*****

Ci fu un boato nell'atmosfera quando le due navi vi entrarono a grande velocità e una serie di esplosioni che liberarono la zona di sbarco, vicino al campo base.
Con un tonfo profondo fecero la loro comparsa, mentre due navette con il resto della squadra erano ancora in arrivo, un mako M-35 dell'Alleanza e un mech simile ad un Atlas con entrambe le braccia artigliate e su di esse compariva la scritta“Bambino”. Era dotato di diverse mitragliatrici pesanti e un paio di lanciamissili,.
Steve alla guida del mako si era dovuto accontentare dell'armatura da soldato semplice di scorta sulla nave, quella del Distruttore non era ancora operativa. Con lui vi erano Mordin e Olivia. Guardando dal posto di guida, vide subito qualcosa che si dirigeva su di loro.
Non sapeva come descrivergli, ma quei mech, perché di macchine si trattavano, gli sembravano dei grossi gorilla con un cranio fuori misura e leggermente più piccoli di un Ymir. « Sembrano dei Gorilla! » Disse nel comunicatore.
Questi si stavano lanciando in quella che poteva essere definita una corsa su “quattro zampe”.

Quando il Mako e “Bambino” fecero fuoco, i colpi andarono a segno e alcuni bersagli finirono a terra, ma rialzandosi subito dopo. Una cosa l'avevano scoperta, non erano fatti di materia oscura potevano danneggiarli con le armi convenzionali.
«Grazie del passaggio, noi scendiamo qui!» Disse Olivia e senza aspettare risposta lei e Mordin furono all'esterno.
Mentre iniziava una battaglia tra mezzi corazzati, atterrarono le due navette. Mordin senza attendere nessuno caricò al grido «Potenza Krogan!» Su un “gorilla” appena finito a terra, estrasse il martello elettrico che portava sulla gobba e lo schianto sull'enorme “cranio”. Questo venne sfondato come il guscio di un uovo. Ma il mech rimase operativo, colpì il krogan con uno degli arti scagliandolo distante, stava per rialzarsi ma intervenne Arturus che lanciò una granata nel foro, un paio di secondi dopo vi fu esplosione. Questa volta il mech crollò a terra immobile e fumante.
Un gorilla superò la difesa improvvisava a saltò sul Mako, nonostante le manovre di Steve questo non cadde, ma colpì violentemente il cannone del mezzo mettendolo fuori uso.
Fu allora che il pilota a bordo di “Bambino” afferrò con uno dei bracci artigliati un arto del gorilla. Questo si avvinghiò al mech, provocando danni a ogni nuovo colpo. Finalmente “Bambino” afferrò col 'altro braccio quello del gorilla e lo bloccò. Stese al massimo le due articolazioni, mentre dalle mitragliatrici disposte lateralmente lo crivellava di colpi, da parte sua il “gorilla” non si risparmiava colpendolo con gli arti inferiori.
Alla fine in uno stridore d'acciaio le braccia del gorilla cedettero, cadde al suolo dove venne finito da un pesante colpo di piede del mech avversario.
Gli altri nel frattempo avevano capito come fare, cercavano prima di bucare la corazza della testa dei mech “gorilla”, un lavoro in cui Mordin si dimostrò il migliore, una volta fatto chi era occultato lanciava delle granate nell'apertura.
Olivia dovette ammettere che la squadra di Dasha valeva qualcosa dopotutto, ma gli fece ancor più male riconoscere che Tetrius conosceva il proprio lavoro di stratega.
Isabella su ordine di Dasha rimase in disparte, volevano farle risparmiare energia per quelli più grossi se fossero comparsi.
Stavano finendo gli ultimi “gorilla”, quando da due diverse direzioni apparsero due e poi tre mech come quello incontrati su Nevos. Senza aspettare questi fecero uso delle loro armi, una luce blu invase il campo.
Steve scivolò fuori dal mezzo e come gli altri trovò riparo dietro al Mako e a “Bambino”. Giudicò che il Mako non avrebbe retto a un secondo colpo e neanche il mech, a giudicare dal fumo che mandava. Come conferma il pilota, in uniforme da ombra N7 lo abbandonò e svanì nell'occultamento.
Olivia si guardò intorno, Dasha le fece un cenno d’assenso. Isabella era svanita.
Nessuno notò la figura fino a quando non apparve dal nulla a meno di dieci metri dal primo dei due mech che arrivavano dalla sinistra. Fece un balzo estraendo le spade e dandosi una lieve torsione, quando fu all'altezza delle testa del primo scomparve nel nulla.
Isabella riapparve esattamente dietro a quello che seguiva il primo già voltata verso le sue spalle e colpì in maniera decisa e profonda dove Dasha le aveva spiegato. Senza aspettare di vedere il risultato, usò il corpo del mech sotto di lei che sentiva cadere per darsi la spinta e sparire nuovamente, riapparve qualche metro più in la proprio sulla nuca dell'altro che solo allora cominciava a voltarsi, ma non abbastanza velocemente.
Isabella rimase ferma un istante sul corpo del mech abbattuto. Non era soddisfatta. Distruggere macchine non le interessava e se anche le avevano spiegato che uccideva il pilota, non vederne la sofferenza non le dava piacere.
Due gorilla ancora operativi si buttarono su di lei, uno venne arrestato da un attacco alle spalle portato da un nemico invisibile, l'altro da un Mores che si scagliò colpendolo al fianco con un poderoso colpo causato da un martello da guerra che gli causò una rovinosa caduta. Nel rialzarsi, un patina bianca si formò su di loro e una torretta lanciafiamme e diverse granate lanciate da un soldato li finirono.
«Bel lavoro, con quell'esplosione criogena Pars.»
«Grazie Steve. Bel tiro di granate.»
Rimanevano ancora tre mech dall'aspetto umanoide. Chi li pilotava aveva capito cos'era accaduto ai compagni, si erano messi spalla contro spalla. Isabella non aveva modo di usare la stessa strategia di prima e non potevano dargli l'occasione di usare le loro armi, dovevano muoversi.
«Te lo rubo un attimo.» Annunciò Olivia a Steve che non capì a cosa si riferisce. Un momento dopo lei era alla guida del mako, sperando di ricordarsi i consigli paterni al riguardo.
Steve con gli occhi sgranati vide il mako, con alla guida della sorella, scagliarsi contro i tre nemici e la sorella saltare giù dal mezzo appallottolandosi prima che questo accadesse.
Il nemico di fronte al mako tirò un poderoso pugno al mezzo, questi s'impenno ma non fermò la sua corsa e si schiantò sul suo obiettivo. Erano fatti di un materiale quasi indistruttibile, ma nessuno aveva detto che un mezzo del peso di qualche tonnellata lanciato in folle corsa non li potesse spostare, quella era l'intenzione di Olivia e fu quello che accadde. I nemici non riuscirono a mantenere la loro posizione.
In quel trambusto di metallo e polvere Isabella apparve dal nulla eliminandone un altro, ma prima che potesse fare altro un nemico, riuscì ad afferrarla.
Aveva le braccia libere, ma le spade non affondava a sufficienza da provocare un danno tale da permetterle di liberarsi. Sentiva la morsa della mano del mech stringersi e il sapore del sangue in bocca, sicura che presto la sua cassa toracica avrebbe ceduto e lei sarebbe diventata solo un impasto di sangue e carne.
«SONO IL CACCIATORE E VOI LE PREDE!» Urlò all'improvviso e all'istante un'esplosione biotica provenne da lei. Un'esplosione blu che investì i due mech nemici, la cui luce rimase sui di loro come si trattasse di qualcosa di viscido e appiccicoso. Le spade di Isabella si piantarono nel braccio che la teneva e questo cedette, mentre altri colpi danneggiavano il mech che l'aveva tenuta  prigioniera e non più invulnerabile. Lo stesso accadeva all'altro.
I due voltarono le spalle e scapparono, uno cadde colpito dai colpi. Quello senza braccio venne privato di una gamba da Isabella che con piacere vide che era caduto rivolto al cielo. Conficcò le spade in quello che sapeva essere il vano della cabina, prima che potesse reagire questo si aprì e una figura più agile di quello che potesse sembrare corse via.
Il piccolo alieno grigio stava correndo, quando senti mancare l'appoggio e i suoi occhi registrarono qualcosa di simile al suo braccio davanti a se. Cadde a terra e solo allora si accorse che gamba e braccio sinistro mancavano.
Un'ombra si erse su di lui.
Isabella lo fissava, sentiva la paura a pelle e sapeva che il “grigio” non la provava. Si tolse il casco e guardò con interesse la figura. Da quando aveva visto una foto di questi esseri, la sua curiosità le aveva fatto nascere una domanda riguardo quei grandi occhi neri.
L'alieno urlò, le grida ricordava il miagolio di un gatto, quando le punte delle spade penetrarono di poco negli occhi. Isabella era soddisfatta, aveva pensato che occhi così grandi dovevano essere punti sensibili al dolore, era felice nel constatare che la sua supposizione era esatta. Le spade penetrarono di un altro po'.
«Fermala Dasha!» - le urlò Olivia - «Ci serve vivo, in ogni caso non possiamo permettere che lo torturi.» La criminale non si mosse «Inutile se...» non riuscì a finire la frase.
Davanti a loro l'alieno incominciò a gonfiarsi in maniera disgustosa, quando le spade brillarono. Il corpo esplose in un tripudio di viscere e sangue, in un maleodorante odore di bruciato. Tutti ne furono disgustati tranne Isabella, rallegrata da quella breve pioggia di interiora e tutta contenta nella sorpresa generale abbracciò Olivia.
«Penso che sia grata che le hai dato la possibilità di farlo. Portandola qui.» Le spiegò Dasha.
«Beh, non era quello che volevo!» Rispose Olivia sempre più contrariata, mentre cercava di liberarsi da manifestazioni d'affetto non richieste.

In più Isabella aveva usato l’attacco biotico “campo oscuro”, caratteristico delle furie per cui il suo programma phantom non poteva averla preparata. Ammettendo che l’armatura l’avesse aiutata ad usarlo, non capiva lo stesso come lei ci fosse riuscita.
«Correte qui!» Fu Pars a richiamare la loro attenzione. Il quarian si era attardato a controllare l'altro mech, scoprendo che anche l'altro alieno era vivo, questi era balzato fuori, ma una volta fatto riusciva solo a barcollare. Non era chiaramente in grado di scappare.
Isabella scattò in avanti, si ricordava che non poteva fare il teletrasporto senza il casco. La lama si abbassò pronta a fare scempio, quando un’altra lama la bloccò. Un’ombra N7 le sbarrava la strada. L'espressione di lei fu di stupore e curiosità.
«Naomi cosa significa?» - chiese Dasha - « Sai cosa stai facendo?»
«Non penso, ma sono d'accordo con Olivia. Un prigioniero ci può essere utile, dovresti saperlo.»
Fece un paio di passi indietro per respingere un paio di fendenti di Isabella. Era chiaro che non faceva sul serio, l'aveva vista in azione e sapeva riconoscere i colpi portati per uccidere da quelli che non lo erano. Isabella stava cercando di capire di che livello era l'avversario che aveva davanti. Naomi sperava solo che Dasha fosse d'accordo con lei e la richiamasse.
Isabella si sentì trattenere da una spalla, voltandosi vide Dasha che le faceva no con la testa. La sua espressione non sarebbe potuta essere più triste.
«No! Ti sei divertita con l'altro. Accontentati!» Disse con tono severo e deciso.
Isabella rinfoderò le spade e si allontanò, prendendo a calci un pezzo dell'alieno ucciso più grande degli altri.
«Possiamo stare tranquilli?» Chiese Steve. In armatura semplice da soldato si sentiva terribilmente scoperto, dubitava di poter fare qualcosa contro Isabella se perdeva il controllo.
«Si, sta solo tenendo il muso non è arrabbiata.» Lo rassicurò Dasha. Quindi concentrarono le loro attenzioni sull'alieno ancora a terra. Si era formato un capannello, tutti lo guardavano non sapendo bene che fare.
«Chi sei?» Domandò Olivia, si sentiva stupida ad aver fatto quella domanda, ma da qualche parte bisognava incominciare, sperava solo che i traduttori potessero funzionare con loro.
«Mi capisci?»
Prima di avere risposta si udì un rumore nel cielo, sopra di loro era apparsa un’astronave sconosciuta, un’astronave dei grigi.
L'intera area fu invasa da una luce blu e ogni cosa venne vaporizzata.

*****

Il cielo si riempì di esplosioni. La Normandy SR3 e la Atlantic Codex avevano ingaggiato la nave nemica.
Ilary sperava che stessero tutti bene , ma al momento per loro non poteva fare niente. Lei e il pilota dell'Atlantic Codex avevano una nave nemica alle calcagna ed entrambi stavano spingendo i motori oltre il limite che potevano permettersi vista la situazione attuale e non avevano energia per l'occultamento né visivo o tattico. La cosa peggiore era però constatare che i loro attacchi non avevano avuto effetto.
«Umana ,andiamo nella fascia di detriti che circonda il pianeta.» Sentì alla radio
«D'accordo, giochiamo a nascondino.» La velocità li non serviva, solo la bravura.

Ilary all'improvviso ebbe un'idea «Hai mai giocato a flipper? È un gioco terreste.»
«No, mai.»
«Beh, è ora che qualcuno t'insegni.»
Le due navi si separarono e Ilary fece in modo in modo che fosse lei a essere seguita, provocando il nemico. La SR3 sfrecciò alla velocità massima che i suoi motori e l'abilità del suo pilota le permettevano, dirigendosi dove i detriti erano più numerosi e pericolosi .
La nave dei grigi passò brutalmente in mezzo a essi polverizzandoli.

Multan aveva spento ogni sistema non necessario e aspettava alle coordinate stabilite, aveva ottenuto abbastanza energia da occultare la nave. Poi il radar passivo segnalò qualcosa, la SR3 stava arrivando e sorrise non potendo evitare di ammirare l'abilità di quel pilota.
La nave era atterrata su un asteroide abbastanza grosso da essere segnalato sulla mappa per le dimensioni, uno dei pochi con una rotta stabile in quell'ammasso di detriti che si scontravano costantemente tra loro in modo imprevedibile.

Ilary immaginava di sentirsi come suo padre mentre guidava la SR2 oltre il portale di omega quattro. Arrivò davanti a un asteroide di notevole dimensioni, ma non rallentò, sfruttando tutta la potenza che aveva lanciò la nave in verticale, in una manovra a candela. La nave protestò a quella manovra facendo udire ogni possibile cigolio. Ilary temette il peggio quando sentì le ali sfiorare la superficie rocciosa, ma la nave si riprese anche se a giudicare dagli allarmi la manovra non sarebbe riuscita una seconda volta.

Multan fissava il radar, concentrato al massimo. Dalla sommità in cui si trovava vide passare la SR3, calcolò i tempi e fece fuoco. L'astronave nemica venne colpita appena sbucò dal profilo del corpo celeste. I due piloti poterono vedere la nave nemica, seppur senza nessun danno apparente, perdere il controllo e andare a sbattere contro detriti di notevole dimensioni come in un flipper e alla fine giacere immobile conficcata per verticale in un altro asteroide.

«Mi fa pensare a quando qualcosa ti si incastra tra il sedile e la base laterale e sai che è perso per sempre.» Disse Multan.
«Ti capisco.» Ilary poté finalmente smettere di trattenere il respiro, ancora non credeva di avercela fatta.
«Sei coraggiosa umana, o forse pazza.» Si sentì dire dal pilota dell'altra nave.
«Probabilmente entrambe le cose, considerando la mia famiglia. Anche tu sai come si porta nave.» Lo considerava un rivale, ma non poteva non riconoscere la sua bravura.
«Meglio ritornare sul pianeta e accettarsi delle condizioni degli altri.» Suggerì Multan.
Ilary si disse d'accordo, anche se dentro di se dovette ammettere che se ne era dimenticata al momento. Fortunatamente non sarebbe stata costretta ad ammetterlo con nessuno. Però poté  tranquillizzarsi solo quando riuscirono a stabilire un contatto e a sapere che tutti stavano bene.
Le due navi incominciarono la discesa che le avrebbe fatte atterrare.

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Capitolo 7
*** Il Brucia Pianeti ***


Olivia stava aspettando con gli altri l'arrivo del comandante della base annunciato dal soldato. Nel frattempo erano tenuti sotto stretta sorveglianza da una decina di individui, appena oltre le porte del bunker che li aveva accolti e protetti. Purtroppo non erano riusciti a portare con se l’alieno catturato, per fuggire all’attacco della nave nemica l’avevano abbandonato. Non era rimasto niente di lui, ogni cosa in superficie colpita da quel cono di luce era vaporizzata.
Osservò che la guarnigione era formata da soldati di ogni razza del consiglio. Il comandante arrivò in quel momento, un turian che rispondeva la nome di Saepe Denegat.
«Penso abbiate qualcosa per me.» Disse senza perdere tempo in gentilezze. Olivia ne fu seccata, se lui e suoi uomini avevano avuto una giornata pesante lo stesso valeva per loro e chiunque in giro nella galassia, con quello che stava accadendo. Ben conscia che dirlo non sarebbe servito a niente, si limitò a tirare fuori il datapad consegnatagli da suo padre.
«Qui troverà tutto. Adesso dica ai suoi uomini di abbassare le armi.».Il turian prese il datapad e ignorò il resto.
«È tutto in regola.» - estrasse la pistola e la puntò dritta in fronte ad Olivia - «Vorrei sapere perché Tetrius, un ex-generale turian accusato di crimini di guerra è qui? Si parla di dare tutto l'aiuto necessario a lei e ai suoi uomini, ma da nessuna parte si dice che avrei dovuto aprire le porte a dei criminali.»
«Sono uno s.p.et.t.r.o. comandante e non devo spiegazione a lei. Faccia quello che le è stato chiesto e ordinato. Tetrius rimarrà qui e non avrà accesso alla base se è questo il problema. Se rifiuta le assicurò che ci sarà un conflitto a fuoco e non saremo noi ad avere la peggio.» Ordinò sperando che la sua voce fosse sufficientemente autoritaria.
Sentì la pistola staccarsi dalla fronte e un sospiro generale farsi largo. «Seguitemi. Tetrius lei rimarrà qui sotto sorveglianza. Se non le sta bene basta che dia ai miei uomini un motivo qualsiasi per spararle.» Disse Saepe.
Il generale fissò per un momento Dasha che gli fece cenno di rimanere e prima di andare gli chiese
«Un suo conoscente generale?»
«Non saprei, purtroppo non tutti quelli con cui ho lavorato nella gerarchia sono già morti.»
Seguirono Saepe lungo un corridoio e infine in un ascensore che essendo per carichi pesanti poté portare i presenti in un unico viaggio. All'uscita, giunta prima di quanto si aspettassero, nessun parlò non sapendo come commentare ciò che videro.
Davanti a loro era adagiato l'enorme corpo dell'Araldo.
«Senza parole vero?» - chiese Saepe  - «Da quasi l'impressione di essere di fronte a un dio.»
Olivia si limitò ad annuire, non aveva mai visto un razziatore dal vivo e ora le sembrava...non sapeva quello che le sembrava, non aveva un metro di comparazione abbastanza grande.
La colpì il pensiero che quello era il nemico contro cui suo padre aveva guidato l'intera galassia. Si chiese dove lui avesse trovato la forza di non mollare, anche se quello che aveva di fronte era un cadavere si sentiva lo stesso schiacciata da quella presenza. D'un tratto il nome che portava le sembrava terribilmente pesante, più di qualsiasi altra volta in precedenza.
Si voltò in direzioni di Steve. Il fratello era come lei perso nei suoi pensieri mentre fissava ciò che rimaneva del nemico sconfitto. Venne come risvegliata quando sentì una mano stringere la sua, voltandosi vide che era Arturus.
«Generale siamo sicuri che sia morto?» Domandò lei. Diversamente da quello che pensava, il comandante non si mise a ridere « È quello che si chiedono tutti i nuovi arrivati e anche chi è qui da prima. Da l'impressione di potersi alzare in qualsiasi momento vero? Non sappiamo come siano stato disattivati, sappiamo solo che dopo l'attivazione del Crucibolo hanno smesso di muoversi ma il motivo è ancora ignoto. A volte gli uomini parlano di strani rumori, ombre oppure luci. Tutto frutto del autosuggestione ve lo posso assicurare e siamo dotati tutti di dispositivi anti-indottrinamento per sicurezza, anche così però ci sono stati un paio di casi che non sono riuscito a spiegare.»
Olivia sentì i peli della schiena drizzarsi a quell'affermazione, decise di cambiare argomento «Com'è stato costruito questo posto? Nascondere l'Araldo sottoterra mi sembra...complicato.» Chiese lei
«È stato più facile di quello che sembra. Conosce la storia di questo pianeta vero?» - Al segno affermativo di Olivia proseguì - «Questo posto era un enorme cratere. Ci abbiamo adagiato all'interno l’Araldo e dopo non è rimasto che costruire la parte superiore e ricoprirla di terra.»
«Cosa mi può dire dell'attacco?»
«Che siete arrivati in tempo. Non abbiamo potuto fare niente. Ho perso molti uomini la fuori, senza infliggere nessun danno apparente. La porta del bunker da dove siete entrati oltre a essere l'unico punto d'ingresso o uscita, era la nostra ultima difesa. Non è crollata solo perché siete arrivati mentre cercavano di sfondarla e ci sarebbero riusciti, allora saremo tutti morti. »
Dopo queste parole parve un attimo pensieroso «Immagino di non aver ringraziato nel modo appropriato lei e i suoi uomini, anche se alcuni non hanno l'aria dei soldati.» il suo sguardo si posò su gruppo composto da una nemesis, una furia , un krogan e un'ombra. Olivia preferì sorvolare la questione.
« Mi pare che avevate lo stesso il modo di resistere anche se le porte cedevano. Vedo ancora un buon numero di uomini e diverse postazioni dov'è possibile allestire una difesa.» Commentò lei, osservando lo spazio interno della struttura sotterranea.
«Normalmente si. Ma gli ordini del Consiglio sono chiari, se c'è la possibilità che l'Araldo cada in mani nemiche, distruggere tutto facendo detonare gli ordigni nucleari all'interno del razziatore. Per questo il vostro arrivo è stato accolto con un sollievo da tutti. Ora ditemi come posso aiutarvi.» Un'idea aveva iniziato a formarsi nella mente di Olivia.

*****

Ne discusse nell'ufficio di Saepe con Arturus, Dasha e Mores. Aveva insistito per la sua presenza  del krogan in quanto avrebbe avuto bisogno delle sue competenze sulle armi, mentre i tecnici stavano effettuando il lavoro necessario per sostituire l'eezo delle loro navi con quello del Razziatore.
Una scossa improvvisa fece rovesciare la tazza e il suo contenuto a terra, tra le imprecazioni del comandante. Guardando fuori dalla finestra Olivia vide cosa l'aveva causato.
Steve stava provando la sua nuova armatura da Distruttore N7,  ora funzionante.
«È sicura del suo piano tenente?» Chiese Saepe
«No comandante, ma ritengo che se funziona possa darci le maggior probabilità di successo. Sempre se Mores riesce a fare quanto promette. Ancora la ringrazio per averci concesso l'uso di alcuni degli ordigni nucleari che avete qui.»
«Se fallite dovrò lo stesso farli esplodere prima o poi, ne basta uno per uccidere tutti e distruggere ogni cosa.»
«Sono passate diverse ore, il nucleo delle navi dovrebbe essere stato sistemato e gli scudi ottenuti dalla corazza dell'Araldo sono a bordo e il tempo non è dalla nostra parte...purtroppo. È ora di andare.» Dichiarò Olivia piena di risolutezza, congedandosi dal comandante.
Prima di recarsi alla nave andò da Steve, intento a sistemare gli ultimi aspetti dell'armatura.
«Sembri allegra.» Le disse il fratello vedendola arrivare.
«Si, perché ora ho un piano.» Glielo spiegò.
«Direi che segui le tradizioni di famiglia, com'è che questo piano è venuto a te? Solitamente per idee stupide e impensabili ti rivolgi a me.»
«Vero...» - si fece seria in volto - «...per questo ti chiedo: Che ne pensi?»
«Se le tue premesse sono giuste e non ci sono sorprese funzionerà e faciliterà di molto le cose, ma è pericoloso.»
«Hai dei dubbi o ripensamenti?» Se il fratello gli avesse risposto di si, anche lei probabilmente li avrebbe avuti.
Lui inclinò leggermente le testa, in quello che era un'azione di comando e udì una voce computerizzata dire «Modalità devastatore, attivata.»
Fu la risposta che lei sperava.

*****

Nella sua cabina Olivia ricontrollava il piano di volo. Sarebbero dovuti arrivare due ore prima delle scadere del tempo, dove dai dati presumeva si trovasse la struttura dei “grigi” responsabile “dell'oscurità”.
Alzò la testa guardando fuori dal finestrino e vide solo il nero assoluto « Tempo di bonaccia.» Mormorò, si sentiva stanca. Sapeva di aver fatto tutto quello che poteva, ma il peso del comando le dava la sensazione che non fosse mai abbastanza, qualsiasi cosa facesse. Si alzò dirigendosi alla cabina di pilotaggio.
«Rapporto Ilary.»
«Siamo in rotta e rispettiamo i tempi di marcia, signore.» - rispose il pilota - «Sta bene Tenente?»
Olivia si accigliò a quelle parole «Si sto bene, grazie...eh...smettiamola con questa storia del “signore” al momento ho solo bisogno di qualcuno con cui parlare.»
«Sei venuta nel posto giusto, ultimamente non ho neanche la solita vista ad intrattenermi.» Fece cenno all'amica di sedersi al posto del co-pilota e si misero a parlare. Mentalmente Olivia si disse che prima o poi avrebbero dovuto trovare qualcuno per quel ruolo, il problema era che nessuno teneva testa a Ilary nel pilotare la nave.
Mentre parlavano arrivò Dasha, visibilmente scontenta di trovarsi di nuovo sulla SR3 anche se come ospite e in compagnia di Isabella, Naomi, Tetrius e Mores. In caso diverso sarebbero dovuti partire divisi e questo avrebbe causato solo problemi.
«Quanto possiamo fidarci del tuo piano Olivia? Molto si basa sulle abilità di Isabella e sulla possibilità che ci riesca. Per non parlare che Mores sta rimaneggiando diversi ordigni nucleari per aggiungerci dell'eezo creando un “Brucia Pianeti”»
«Hai visto anche tu cosa Isabella ha fatto a quei mech nemici. Li ha resi vulnerabili alle nostre armi. Vega ci ha detto che le nuove armature per biotici sono in grado di stimolare determinati attacchi, in base allo scopo per cui sono state ideate. Il campo distruttivo è un potere standard dalla Furia N7, normalmente genera un campo biotico rotante che ustiona i nemici con cui viene a contatto, ma in questo caso mi sembra sensato dire che quando ha colpito i mech nemici ha avuto un effetto in più. Se può fare questo a quei mech e facile che possa farlo con qualsiasi corazza di materia oscura.»
«Da qui la tua idea che di qualsiasi struttura si tratti sarà corazzata in quel modo, usare Isabella per fare un buco metterci dentro la bomba e scappare. Un piano semplice, fin qui mi piace tranne il fatto che è pura teoria e non sappiamo cosa troveremo. Ma chiedere a Mores di realizzare un “Brucia Pianeti” beh...mi hai sorpresa.»
«Per quello che ne sappiamo l'intera struttura potrebbe essere realizzata in materia oscura e situata in un complesso sotterraneo, anche se abbiano visto che usano anche leghe normali come quei mech “gorilla” su Rothla hanno dimostrato, se così fosse i poteri di Isabella sarebbero inutili ma potremo lo stesso distruggere tutto. Inoltre non dobbiamo dimenticare che secondo Miranda anche la lega in materia oscura può essere distrutta con la giusta potenza di fuoco.»
«Ed ecco spiegato del perché di un "Brucia Pianeti", un ordigno nucleare alimentato da plutonio e eezo che distrugge all'istante tutto in un raggio di almeno 2.000 km con una potenza pari a 296 miliardi di tonnellate di TNT.  L'esplosione crea una sovrappressione di 7 chilogrammi per  centimetro quadrato per gli ulteriori otto chilometri fuori di essa. Il calore sviluppato è tale che la crosta stessa del pianeta si fonde lasciando solo una lastra che sembra vetro nero. Per questo il Consiglio ha proibito a chiunque di realizzare queste armi. Ovviamente questi divieti non hanno senso per uno scienziato krogan, esperto in armamenti che ha come sogno di far esplodere un ordigno simile su Palaven e Sur'Kesh.» Disse divertita Dasha.
«Purtroppo non posso offrirti nessuna certezza  al momento, sempre se non hai idee migliori. In ogni caso se non basta un “Brucia Pianeti” per far fuori la loro struttura, niente potrà farlo. Non male quella di applicare un dispositivo di occultamento all'armatura da Furia di Isabella.» Disse in un evidente tentativo di sviare l'argomento.
«Non è potente come in quella da phantom, ma fa il suo dovere.»
«Dov'è Isabella, ora che ci penso?»
«Non lo so.» - Questo allarmò Olivia - «Forse starà cercando Steve per farci sesso.» Affermò Dasha lanciando un'occhiata alla pilota che rispose alzando il dito medio.
Lei si allontanò ridendo, la nave ebbe un brusco scossone mentre era sull'uscio della cabina, perse equilibrio e picchio la testa su un pannello.
«Devi fare più attenzione quando cammini, ci sono molti scossoni.» Le consigliò Ilary sorridendole
Dasha si passò la mano sulla fronte, ma l'unica vera ferita era nel suo orgoglio .
«Pare di si.» Rispose in tono gelido. Una volta sole, Olivia chiese al pilota «Hai sempre un'arma a portata di mano in cabina?»
« Certamente!» Le assicurò l’amica, una volta che Olivia fu andata via, infilò la mano sotto il sedile e fu rassicurata nel sentire che l'arma c'era veramente.

*****

Steve stava cercando di decidere gli ultimi ritocchi alla sua armatura ma essere fissato mentre lavorava non lo aiutava, tanto meno da un'assassina sexy pazza biotica.
Isabella si era presentata nel hangar con l'aria di chi non aveva niente da fare, mettendosi a fissare annoiata gli altri che lavoravano sul proprio equipaggiamento, per poi sedersi su una cassa vicina alla sua postazione.
Steve avrebbe voluto che sparisse, ma non aveva idea di come dirglielo. Offenderla e trovarsi con la gola tagliata non entrava nei suoi piani. Cercò lo stesso di tenere la mente concentrata sul suo lavoro.
Lei si mosse distendendosi sulla cassa per sgranchirsi. A guardarla a Steve ricordò una tigre, no meglio, un leopardo che faceva le fusa. Cercò anche di non indugiare su alcuni particolari che l'armatura da Furia metteva in risalto e che aveva potuto vedere meglio quando lei era entrata nella sua camera alla Grissom.
Come allarmata Isabella si mise in piedi in un singolo e veloce movimento. Tutti avvertirono che la nave rallentava e la voce di Olivia nell'interfono «Abbiamo raggiunto la nostra destinazione. Fatevi trovare tutti nella sala tattica.»
Come previsto arrivarono all'origine “dell'oscurità” che aveva inghiottito la galassia. Davanti a loro si parava una gigantesca stazione spaziale che aveva la forma di un diapason, due lunghe braccia parallele che si incontravano e si univano a un singolo corpo centrale. La superficie era perfettamente liscia e continua come se fosse un blocco unico, in mezzo alle due braccia ruotava una sfera di energia oscura del tutto eguali a quella dei portali tranne che nelle dimensioni. Da sola la sfera era più grande di qualsiasi portale e la struttura, nel suo complesso, poteva rivaleggiare con la Cittadella.
«Abbiamo un problema.» - esordì subito Olivia - «La corazza della stazione è si in materia oscura ma è troppo spesa per bucarla anche con i poteri di Isabella.» ed espose i dati che i sensori avevano raccolto.
«Perché non posiamo la bomba su un punto qualsiasi della stazione e la facciamo esplodere?» Domandò Arturus
Mores si vece avanti a rispondere « Nello spazio la potenza di qualsiasi ordigno nucleare si riduce enormemente e un “Brucia Pianeti” non fa differenza. Se si trattasse di una base con materiale ordinario direi “Facciamolo!”, ma non ne so abbastanza sulla materia oscura per rispondere. Ma se fosse piazzata all'interno…» il krogan concluse con una risatina.
Pars confermò le parole di Mores, ma essendo una quarian aveva notato anche altro. «Questa zona è senz'altro il più delicato.» - e indicò l'esatto punto in cui le due braccia e il corpo centrale della struttura s'incontravano - «Non posso darne la certezza, ma se subisce sufficiente danni in quel punto la struttura crollerà, è in ogni caso il punto migliore dove attaccare.»
Fu Dasha a far rivelare un particolare. «Portiamo la bomba fino a li, ma come si torna indietro? Se volete una missione suicida, noi ce ne torniamo indietro.»
«In ogni caso fare due volte il percorso per entrare e uscire non è fattibile in nessun caso. Ci serve un'alternativa» - Dichiarò Olivia, ebbe un'idea improvvisa - «Ingrandite quel punto!» Disse indicando col dito l'immagine olografica della struttura. L'immagine ingrandita mostrò delle linee nella parete, le uniche in una superficie perfettamente liscia. «Avviate una ricerca. Trovatene altre.» ordinò.
Il programma della nave si diede da fare e individuò altre di quelle zone, « A voi cosa sembrano?» chiese «A me delle porte.»
«Se anche fosse. Cosa cambia Olivia? Solo lo stesso troppo spesse per provare a sfondarle.» Fece notare Pars
«Non voglio sfondarle ma...» Olivia spiego il proprio piano e sorrise nel farlo.
«Ah, mi piace. Ci sarà da combattere e l'occasione di spaccare qualche testa.» Dichiarò Mordin, primo a esternare la propria opinione.
«Sapevo che le rosse sono pazze» - intervenne Dasha - « ma ritengo sia la nostra miglior alternativa. Generale che ne pensa? Questo è il suo campo dopotutto.»
«Sfruttare il fatto che il nemico sappia della nostra presenza  in modo ad indurlo ad aprire le porte per attaccarci e usare quell'occasione per introdurre la bomba. Piano molto anticonformista e audace, la fortuna avrà un ruolo importante...mmhh...lo ritengo fattibile.» Commentò Tetrius

*****

La SR3 occultata si avvicinò alla base nemica il più possibile, arrivata alla distanza giusta l'hangar si aprì e due navette kodiak uscirono, dirette verso la superficie. Atterrarono senza problemi e da esse uscirono Olivia , Isabella, Dasha, Naomi, Tetrius, Steve, Arturus e Pars e per ultimi Mores e Mordin. I due Krogan stavano trasportando a spalle l'ordigno nucleare.
Fortunatamente l'assenza di gravità facilitava di molto il trasporto anche se non permetteva di correre, vi era il rischio che gli stivali magnetici perdessero aderenza e di trovarsi dispersi nello spazio. A difesa dei due krogan si dispose il resto della squadra che teneva in mano gli scudi ottenuti dalla corazza dell'Araldo.
«Avanziamo!» Ordinò Olivia . Il loro obiettivo era una delle supposte porte, la più vicina al punto d'incontro tra braccia e corpo centrale della struttura. In quell'istante, numerosi cilindri si staccarono dalla struttura e fluttuarono intorno a loro.
«Fuoco e avanzate!» Gridò Olivia. Da entrambe le parti venne aperto il fuoco. I cilindri  erano una specie di droni e sparavano un raggio di energia oscura decisamente più debole, anche se un solo colpo bastava per abbattere gli scudi energetici di qualsiasi armatura, ma quelli in solido metallo ottenuti dalla corazza dell'Araldo si rivelarono all'altezza della situazione, una copertura perfetta.

I droni nemici  risultarono essere corazzati, ma non cosi pesantemente da non poter essere distrutti. La squadra di Olivia riusciva, nonostante tutto, a procedere. La cosa più difficile era garantire la sicurezza dei due krogan e dell'ordigno nucleare.
Lei con Arturus e Dasha si occupava di questo, mentre i membri restanti cercava di fare spazio pulito dei nemici, ma per ogni drone distrutto altri prendevano il suo posto. Isabella forniva falsi bersagli continuando ad apparire e sparire troppo velocemente perché i droni potessero rispondere efficacemente e distruggendone il più possibile.
Diverse delle supposte porte si aprirono, confermando la fondatezza dell'idea. «Gorilla!» Urlò Steve. Olivia poté contarne almeno sei, tre coppie che si avvicinavano da direzioni differenti. Avrebbero dovuti fermarli prima che arrivassero al corpo a corpo, in tal caso non avrebbero avuto speranze. «Dasha volevi usarlo? Hai la tua occasione!»
Senza farselo ripetere imbracciò N-290 Abrams «Ho due colpi. Contro chi li vuoi?»
«Colpisci le coppie che ci arrivano ai lati.» - e si rivolse agli altri - «Concentrate il fuoco sui due Gorilla che abbiamo davanti!» - e tornando a rivolgersi nuovamente a Dasha le disse - «Non sbagliarmi mira!» In parte scherzando e in parte sapendo quando fosse difficile mirare con quel tipo di armi.
«Mai!» Le rispose, mentre premeva il grilletto. Se fosse stato in un ambiente con atmosfera sarebbe stata un'esplosione che avrebbe costretto tutti a terra con un rumore assordante.
Nello spazio nessun avverti niente tranne una luce improvvisa, ma mise lo stesso fuori gioco due gorilla che ora fluttuavano nel vuoto siderale.
Dasha aveva sfruttato il fatto di essere nello spazio a proprio vantaggio, facendo il modo che l'esplosione più che distruggerli li scaraventasse nel cosmo. Lo stesso successe ai gorilla che stavano arrivando sull'altro fianco. «Due minuti per ricarica.»
«Penso che non ne avresti lo stesso il tempo.» Commentò Olivia. I mech nemici che avevano attaccato frontalmente erano stati distrutti ma altri ne avevano preso il posto, sia gorilla che umanoidi.
«Serrate la formazione. Tenete duro e rendetegli la cosa difficile.» Urlò mentre altri gorilla si lanciavano furiosamente all'attacco. Fu allora che fece cenno a Dasha e attivò il comunicatore. L'altra fece lo stesso «SR3 intervenite!»
La Normandy SR3 e la Atlantic Codex fino a qual momento occultate e invisibili sia ai sensori che a occhio nudo, si lanciarono all'attacco, attivando le armi e abbandonando l'invisibilità solo all'ultimo. Le difese della stazione non si fecero attendere, nonostante la bravura dei piloti diversi colpi andarono a segno. Le navi fecero un solo, veloce, passaggio bombardando la superficie. La squadra sbarcata si protesse dietro gli scudi. Numerosi nemici vennero distrutti, altri finirono nello spazio.
«Più veloci che potete!» Gridò Olivia decisa ad approfittare del varco aperto e conscia che una seconda occasione non ci sarebbe stata.  Non pensava che sarebbe mai successo, ma fu sollevata nel vedere mech umanoidi emergere da quello che era il loro obiettivo.
Isabella apparve del nulla davanti ai due mech eseguendo un campo distruttivo per indebolire le loro corazze. Le sue spade si conficcarono per la loro intera lunghezza nei corpi metallici dei nemici, all'altezza della cabina di comando.
Quando le estrasse non era olio, quello che si staccava da esse e formava piccole goccioline nel vuoto spaziale. Comparve però un problema di cui nessuno aveva tenuto conto. Le porte si stavano chiudendo quando loro non erano ancora abbastanza vicini per lanciarvi dentro il “Brucia Pianeti”, incitò tutti alla corsa nella speranza di farcela.
Una figura ruppe la formazione, gettando da parte lo scudo e mettendosi in mezzo alla porte impedendogli di chiudersi. «Muovetevi...cazzo!» Gridò Steve che sentiva la corazza che stava cedendo, nonostante stesse sforzando i micromotori al massimo.
Gli mancò il fiato quando le braccia cedettero e le porte si chiusero su di lui certo che l'armatura avrebbe ceduto e lui sarebbe morto schiacciato e tagliato in due. Ma senti la pressione alleggerirsi e della mani tirarlo fuori. Erano arrivati appena in tempo per  riuscire a forzare le porte e a tenerle aperte usando i possenti martelli da guerra Krogan.
«Pazzo!» Gli gridò Olivia assestandogli un pugno in volto. Lui ringraziò che il casco fosse robusto.
«Bomba armata. Timer partito, un minuto e cinquanta secondi all'esplosione!» Gridò Mores chiudendo violentemente il pesante involucro dell'ordigno che doveva servire a proteggerla da eventuali manomissioni. Olivia lanciò un'occhiata appena oltre le porte e sorrise nel vedere una rampa.
«Lanciatela!» Ordinò rivolta ai due krogan che usando i loro poderosi muscoli fecero quanto detto e videro la bomba sparire giù lungo lo scivolo fino a svanire alla vista.
«Via!» Urlò Olivia conscia che avrebbero dovuto correre fino alle navette e riuscire ad allontanarsi il più possibile.
«Collaborazione finita!» - le disse Dasha passandole accanto mentre correva - «Una navetta è solo per noi.» Olivia avrebbe voluto imprecare perché non era ancora finita e non le sembrava saggio dividersi. Ma Dasha aveva ragione, oramai non aveva più bisogno di lei se le cose fossero andate bene.
«Ilary vieni a prenderci!!» Gridò nel comunicatore, quando furono nella navetta incredula che ci fossero ancora tutti mentre i primi colpi nemici esplodevano sulle paratie del mezzo. «Andiamo!»
Con Arturus e Pars ai comandi la navetta si alzò in volo eseguendo manovre evasive, temendo il peggio quando sentì il turian mormorare «Per gli spiriti!»
Precipitatasi a vedere, anche lei non poté evitare un'imprecazione che sembrava più una preghiera, anche se per motivi che mai avrebbe immaginato. Ilary per raccoglierli e evitare il fuoco nemico stava eseguendo una manovra folle, stranamente non poté fare a meno di pensare che ignorava che la sua nave potesse fare cose simili.

*****

Olivia stava ancora cercando di capire da che parte fosse il sopra e dove il sotto, nel tentativo di mettersi in piedi quando riuscì ad aprire la porta alla navetta e ad uscire, solo allora fu in grado di ammirare l'atterraggio o forse era il caso di dire lo schianto d'emergenza che la navetta aveva eseguito, quando la SR3 l'aveva fagocitata nel proprio hangar come un predatore.
Un altro scossone, sarebbe finita a terra se non si fosse tenuta a qualcosa. La nave si era fermata «Ma che diavolo...» e corse all'ascensore decisa ad andare alla cabina di pilotaggio e capire cosa combinava Ilary che al momento non rispondeva alle sue chiamate.
Quando arrivò in cabina strillò «Ilary rapporto!», mentre il pilota sembrava incredibilmente indaffarato. Lei non rispose, limitandosi a indicare fuori dal finestrino.
Se la Cittadella, i portali e la struttura dei grigi potevano essere considerate strutture colossali allora non aveva idea di come definire cosa vedeva. Immobile nello spazio la SR3 fluttuava a qualche centinaio di chilometri di distanza dalla superficie della più gigantesca struttura che le due donne avessero mai visto, indubbiamente trattenuta da essa in qualche modo.
La struttura era una sfera perfetta, anche se dalla loro posizione le due donne potevano vederne solo una sezione i sensori rispondevano alle loro domande. La superficie era perfettamente liscia e lucida come se fosse un blocco unico, lo stile di costruzione non lasciava spazio ai dubbi anche se non c'è ne erano. Quella cosa apparteneva ai grigi. I sensori riportavano altre informazioni, la corazza esterna era realizzata interamente in materia oscura e il diametro raggiungeva i novecento chilometri.
Le due donne ammutolite la fissarono troppo incredule per reagire, Olivia nel tentativo di formulare un piano d'azione si ricordò di aver letto nei rapporti che i grigi erano scappati dai razziatori su quella che il leviatano aveva definito un'arca. Quando gli venne in mente non ebbe più dubbi su cosa stava guardando.
L'intera nave tremò e detriti colpirono sia la SR3 liberandola dalla presa nemica che la gigantesca super struttura. Il “brucia pianeti” era esploso e la struttura nemica era collassata sotto l'incredibile potenza che si era sviluppata dal suo ventre. Come se si fossero destate da un sonno Olivia gridò «Portaci via! Non importa dove!»
«Contaci!» Le rispose il pilota.
La SR3 fuggì in direzione del bordo della galassia più velocemente che potè. Olivia diede un'ultima occhiata ai sensori, incredibilmente la gigantesca struttura era sparita cosi come era apparsa.
Un rumore di passi la fece girare, Arturus e Steve erano arrivati a vedere cosa succedeva dopo aver aiutato gli altri ad uscire dalla navetta. Olivia tentò di raccontargli cos'era successo, ma le ci volerò diversi minuti per trovare le parole necessarie per farlo e alla fine le credettero solo grazie a ai dati registrati dai sensori e all'insistenza di Ilary. Solo allora si ricordò che doveva fare anche altro.
«Ilary manda un messaggio in cui avverti che la missione ha avuto successo.»
«Si signore, ma penso che lo sappiano già. Rilevo nuovamente tutte le stelle, “l'oscurità” sta scomparendo e i sistemi funzionano molto meglio.»
Steve trasse un profondo respiro «Se non c'è altro me ne andrei in infermeria, essere preso tra quelle due porte non mi ha fatto bene.» e senza attendere risposta s'incamminò.
Inaspettatamente fu il turian a rispondere «Finché siamo in argomento, grazie alla bella manovra di Ilary, Mordin ha vomitato appena uscito dalla navetta...e Pars si è espressa in maniera cosi colorata sulla sanità mentale dei piloti dell'Alleanza che nei io ne i traduttori simultanei conosciamo il significato di quelle espressioni.»
«Ehi!Vi ho salvato tutti è questo quello che ci guadagno?» Borbottò il pilota  con finta indignazione.
«Ma scherzi a parte Olivia, pensi sia finita? Dasha e Isabella?»
«Spero di si e riguardo a quelle due, sono sicuro che ne sentiremo ancora parlare.»

*****

Nell'hangar dell'Atlantic Codex, Naomi stava riponendo l'armatura da Ombra, quando udendo un rumore famigliare si buttò a terra giusto in tempo per evitare una lama che urtò contro la cassa con cui lei un attimo prima stava lavorando. Alzando lo sguardo incrociò quello di Isabella che fece alcuni passi indietro, mettendosi a distanza di qualche metro.
Lei si alzò, non sicura di cosa stesse succedendo ma per niente rassicurata nel vedersela con il phantom, con un rapido movimento della mano afferro la spada dell'ombra che per fortuna non aveva ancora risposto, stava per prendere anche la pistola quando risuonò una voce.
«Quella non la toccherei. Vuole solo divertirsi, per ora. »
Naomi fu in parte rassicurata nel vedere arrivare Dasha, significava che forse avrebbe ancora potuto cavarsela « Che significa? Richiama Isabella.»
« Richiamare? Non è mica un cane, come ho detto vuole solo divertirsi. Da quello che ho capito, adesso che ha scoperto che sai come usare una spada vorrebbe affrontarti alla pari, senza armatura e poteri biotici...ti consiglio di assecondarla o potrebbe decidere di fare come al solito. »
Naomi non era sicuro di aver capito bene, era possibile che Isabella volesse un incontro di scherma? Guardandola meglio si accorse subito di alcune cose che nell'immediato aveva trascurato, come lei non aveva indosso nessuna armatura e portava solo una spada.
Sorprendendola ancora Isabella eseguì un perfetto saluto di apertura come in un incontro regolare, quindi si mise in guardia.
Naomi sapeva che come biotica Isabella non aveva uguali e che era anche abile con le spade, ma in che misura le due cose la rendessero pericolosa non lo sapeva.

Strinse saldamente l'impugnatura, ripensando che erano anni che aveva smesso di esercitarsi nell'arte della spada e da altrettanti non ne stringeva in pugno una. Trasse un respiro e guardò davanti verso la sua avversaria che l'attendeva, rispose al saluto e scattò in avanti. Le lame si scontrarono.

*****

La Normandy SR3 era nel sistema di Palaven, tutti si erano concessi alcune ora di riposo dopo aver risposto ai messaggi che erano arrivati dal Consiglio e dai loro genitori. Tutto era tornato alla normalità, i sistemi funzionavano nuovamente, i biotici stavano nuovamente bene e anche i geth compreso Chrome.
Stavano per attraversare il portale che dalla Cresta di Aspen li avrebbe portati alla Cittadella quando ricevettero un messaggio prioritario da Wrex. Il krogan chiedeva che tutti loro si recassero immediatamente su Tuchanka per affrontare un'emergenza che non poteva aspettare.
Inizialmente Olivia ne fu frastornata avendo appena finito di affrontarne una, chiese a Mordin ma l'amico si dimostrò ignaro di cosa stesse parlando il padre nel messaggio. Ma la cosa si fece ancora più preoccupante, quando ricevette un messaggio da suo padre che gli ordinava di fare quanto chiesto dal vecchio compagno di squadra.
«Immagino che essere uno s.p.e.t.t.r.o. voglio dire anche questo.» disse più rivolta a se stessa che al krogan «Ilary rotta per Tuchanka. Portaci li il prima possibile. Le comunicazioni funzionano ancora male e siccome per raggiungere la zona krogan dobbiamo passare del portale della Cittadella prepara un drone messaggero da rilasciare appena entriamo nello spazio della stazione.»
«Non ci fermiamo neanche per un saluto?» Chiese il pilota in tono un po' afflitto e speranzoso. A tutti avrebbe fatto bene rivedere i propri cari e riposare per un po', ma un messaggio prioritario non poteva aspettare «No, ma prometto a tutti una meritata licenza.»
Il pilota fece come le era stato detto e alla fine la SR3 entrò nello spazio di Tuchanka. Ilary si era messa ad ascoltare le comunicazioni in entrata e uscita dal pianeta, ma queste risultavano normali, anche se Mordin non era riuscito a contattare Wrex e Grunt in nessun modo, per tutto il tragitto.
Mentre la SR3 atterrava dove gli era stato indicato, Olivia lanciò un'occhiata alla propria squadra. Erano stanchi e Steve era quello che stava peggio, avvertiva dolore ogni volta che respirava  che equivaleva a dire sempre, ma anche così non si era tirato indietro anche se era stato costretto nuovamente ad indossare l'armatura da soldato, quella del distruttore aveva bisogno di una buona manutenzione. A interrompere le sue riflessioni fu la risata di Ilary all'interfono, ma prima che potesse chiedere spiegazioni l'hangar si aprì e Olivia decise che dopotutto avrebbe visto di persona cosa succedeva.
Appena scesero trovarono Wrex e Grunt che indossavano l'alta uniforme krogan. Dietro di loro un battaglione di guerrieri krogan disposto ai lati della pista, tenevano in mano e in posizione di saluto un'arma tradizione del loro popolo, simile ad un'ascia umana ma dall'aria decisamente più pesante.
«Salutiamo l'arrivo dei valorosi guerrieri!» Annunciò Wrex in tono formale. Mordin si fece avanti e di fronte a Wrex dichiarò «Padre torniamo ricoperti del sangue dei nemici dei Krogan e di Tuchanka e senza ferite sulla schiena.» con la massima serietà possibile.
«Ben detto figliolo.» Disse Wrex e colpì violentemente il figlio con una testata che non cadde, ma sorridendo a sua volta ricambiò il saluto alla stessa maniera e tutta la tensione e la formalità del momento fu dimenticata.
«Cosa succede?» Chiese Olivia visibilmente scocciata e stanca, era arrivata pensando fosse un'emergenza, ma era chiaro che questa non c'era e anche se si trattava di Wrex si sarebbe arrabbiata se si fosse trattata solo di uno scherzo. Il krogan però lo capì all'istante.
«S.p.e.t.t.r.o. eh?..Buon sangue non mente, ora lascia che ci occupiamo noi di voi e della vostra nave. Avete bisogno di riposo, di vero riposo...seguitemi...abbiamo preparato delle cavalcature per voi.»
«Prego...cavalcature? Intende dire dei mezzi.» Domandò Pars con un moto di preoccupazione.
I suoi dubbi si dileguarono quando si trovò davanti a un Kakliosaurs, simile a un'iguana gigante con un paio di corna sul davanti e di lato, che la scrutava come a chiedersi cosa voleva da lui.
Tranne Pars gli altri non ebbero problemi a salire sulle loro cavalcature, avendo visitato Tuchanka molte volte in passato e non erano mancate le occasioni di montare quegli animali. Al loro passaggio i Krogan schierati emisero un grido gutturale e resero a loro gli onori.
«Insomma Wrex, che succede?» Domandò Olivia che ci capiva sempre di meno e irritata dal fatto che gli altri avessero accolto tranquillamente la situazione tanto da mettersi a chiacchierare fra loro, mentre Mordin teneva per il guinzaglio la cavalcatura di Pars che incontrava più problemi del previsto, Steve e Arturus si vantavano con Grunt delle loro prodezze.
«Eh,eh...tuo padre si è tenuto tutto il divertimento per se e anche Bakara mi ha detto poco o nulla della storia. Non mi sembra un comportamento giusto quello di volermi escludere.»
Olivia stava per rispondere che gli sembrava ridicolo, ma il krogan proseguì «Così ho organizzato una piccola festicciola in stile krogan al palazzo del capo dei capi clan sia per celebrare la vostra vittoria sui “grigi”...non fare quella faccia, non sono arrivato a settecento anni senza imparare l'importanza di tenermi informato e condividere l'alcova con la consigliere krogan aiuta...e la tua entrata nelle fila degli s.p.e.t.t.r.i.»
Durante il tragitto per le via della capitale Krogan, Urdnot, la popolazioni li incitava a gran nome e più di tutti gli altri un nome veniva nominato di frequente «Shepard! Shepard! Shepard...» non era di certo un segreto che tra gli eroi acclamati vi erano i figli dell'eroe della galassia.
«Cos'è quello?» Chiese Pars, indicando l'enorme monumento nella  più grande piazza della città situata davanti al palazzo.
«Quello...è il monumento a John Shepard.» - gli rispose Steve - «Dalla parte opposta a dove ci troviamo, vi è invece nella piazza gemella un monumento a Mordin Solus. Invece i giardini interni del palazzo sono intitolati a nostra nonna.»
«Vostra nonna e perché?» Domandò la quarian.
«Non conosco tutti i particolari....ma subito dopo la guerra l'ammiraglio Hannah Shepard ha avuto da ridere con i superiori. Siccome al momento cercavano qualcuno che facesse da spola con una nave tra Terra e Tuchanka per portare avanti gli accordi commerciali che erano stati presi scelsero lei convinti di togliersela di torno dandole un misero incarico. In verità nonna ne fu felicissima e andò d'accordo fin da subito con i krogan che da parte loro, essendo la madre e la femmina che aveva cresciuto il grande eroe, la trattarono con ogni onore possibile, un paio di volte successero anche cose imbarazzanti. Una volta, mentre accompagnava l'ambasciatore dell'Alleanza sul pianeta, le venne dato il posto d'onore ad una cena ufficiale in onore del politico, ma è successo di meglio.» Steve si porse quindi in avanti urlando per farsi sentire «Wrex! Perché non racconti dell'incidente con mia nonna?»
«Quello stupido, non mi sono mai vergognato tanto di essere un krogan.» - borbottò l'interpellato che rimuginò un momento e prese a raccontare - «Era una grandiosa festa krogan, come testimoniavano le ventine di risse che vi erano state e il ryncol scorreva a fiumi, quando a un certo puntò un capo krogan blaterando di qualche stupida discendenza di cui era l'ultimo erede, si presenta ubriaco al tavolo dove lei sedeva con me e Bakara e gli dice “Sono l'unico krogan degno di riempirti il ventre e che ti possa dare un guerriero ancora più grande!” e come se non bastasse urla la frase che tutti i maschi krogan dicono quando reclamano una femmina“Questa femmina mi appartiene!” giuro che mi sarei alzato a uccidere quell'idiota per il disonore che portava ad un ospite della mia casa, se da sotto il tavolo Hannah non mi avesse tenuto un braccio, a quel punto lei scoppia in una fragorosa risata, propri in faccia all'idiota che rimane allibito. Questo sta per aggiungere altro quando interviene Bakara che solleva l'intero tavolo tirandoglielo addosso, è stata una delle migliori risse che abbia mai visto...fortuna che ai Krogan ricrescono sempre i denti.» e terminò il racconto con una risatina.
Erano ormai giunti davanti al palazzo e stavano scendendo dalle cavalcature quando Olivia si sentì chiamare voltandosi vide Okasa la figlia di Grunt e di qualche femmina, a volte era difficile seguire o comprendere il comportamento delle coppie krogan, con addosso i paramenti da sciamano del suo popolo.
«Okasa felice di vederti, mi pare sia una vita che non ci vediamo.» Commentò lei.
«Hai ragione.» Le rispose la femmina krogan
«Certo...sono felice di vederti e di vedere tutti voi...ma sinceramente non mi pare una ragione valida per strapparmi dai miei impegni. Devo presentarmi al Consiglio, fare rapporto, dire quello che ho visto e...». Wrex arrivò in quel momento chiese ad Okasa di occuparsi degli ospiti mentre lui parlava con Olivia. «Cucciolo...credi davvero che ci faremo sorprendere o perderemo tempo che non ci possiamo permettere. Dopo che avete fatto saltare in aria i piani del nemico e il vostro rapporto su quella incredibile stazione spaziale, i leviatani si sono nuovamente manifestanti al Consiglio affermando che per un bel po' i “grigi” non saranno più un problema, anche se rimarranno la fuori in attesa della prima occasione per saltarci alla gola e dimostrandosi stranamente soddisfatti.»
«Ok...ma perché mandare un messaggio in cui ci si ordinava di non perdere tempo alla Cittadella e di dirigermi subito qui. Non hanno neanche risposto quando ho provato a contattarli mentre eravamo nello spazio della Cittadella.»
Con sua sorpresa vide il krogan abbassare lo sguardo e dondolarsi un attimo sui talloni prima di rispondergli. «Politica.» Mormorò a bassa voce, come se avesse trovato escrementi  di varren all'entrata del palazzo.
Si guardò attorno e trasse Olivia in disparte «Al Consiglio non è piaciuto come hai sistemato la cosa....un “Brucia Pianeti”...Jerod, il consigliere Salarian ha richiesto una riunione d'emergenza allarmato dal fatto che uno scienziato ribelle krogan avesse accesso a informazioni su come costruirne uno...ha chiesto inoltre la tua rimozione dagli s.p.e.t.t.r.i e l'arresto immediato di tutto l'equipaggio della SR3.»
Olivia era alla stesso tempo stupita e disgustata da quello che sentiva, era quella la gratitudine che mostrava il consigliere per il pericoloso lavoro che avevano svolto. Ma Wrex non aveva ancora finito «Anche se erano per posizioni più miti anche gli altri consiglieri erano preoccupati per l'uso di tale ordigno e si sono schierati con Jerod, tranne Bakara mentre il consigliere umano non si è pronunciato… pare che all'umanità non interessi la sorte di un loro s.p.e.t.t.r.o. adesso che ne hanno altri. Il vero problema per loro è il nome che porti, per questo tutta la vecchia squadra della SR2 si è messa di traverso al volere del Consiglio e ti hanno ordinato di venire qui. I krogan hanno un debito troppo grande con Shepard perché possa essere dimenticato o offuscato da altro. Qui il Consiglio non oserà mandare qualcuno con l'ordine di arrestarvi.» Quella possibilità ad Olivia non era neanche venuta in mente
« Stiamo facendo tutti il possibile per salvare la tua...le vostre carriere... ma non temere..» - aggiunse vedendo l'espressione di Olivia - «Non è la prima volta che capita e non sarà ultima e se qualcuno sarà cosi stupido da fare qualche scherzo a tuo padre ci  penseremo noi krogan.» dDsse mostrando quel sorriso che Olivia aveva sempre trovato divertente e che nonostante gli anni passati non era cambiato «In ogni caso potrai vederli qui tra qualche giorno ne sono sicuro.»
«Cosa? È perché?»
« Perché voi siete qui e adesso...che si FESTEGGI!» - gridò Wrex e aggiunse a bassa voce - «Preferirei non dicessi niente agli altri per ora, che lo sappiano o meno la situazione non cambierà e avete bisogno di riposo.»  Olivia si morse il labbro, ma dovette ammettere che il vecchio krogan aveva ragione.

*****

Steve si svegliò di soprassalto senza un motivo apparente, si sentiva sudato e con un orribile sapore in bocca, in compenso la poltrona dove si era addormentato era larga e comoda, un posto più decoroso di quello trovato da altri.
Mordin era disteso a terra pancia all'aria e un rivolo di bava gli scendeva dalla bocca. 
Steve mosse appena le testa e solo allora si accorse che il peso che sentiva, non era dovuto solo a quello che aveva bevuto. Ilary si era addormentata su di lui.
«Diavolo...donna a volte sei possessiva.» Disse sorridendo.
Facendo piano con le braccia riuscì a mettersi in piedi, con Ilary in braccio quindi la adagiò dolcemente sulla poltrona. Uscì e giungendo su un balcone tirò un profondo respiro che gli  confermò che era lui l'origine del pessimo odore che sentiva, gli serviva una doccia.

Quello era il mattino del loro terzo giorno su Tuchanka e forse sarebbe stato il caso di riposare sul serio almeno una volta pensò, nei giorni precedenti aveva fatto di tutto tranne riposarsi.
Da dov'era scrutò l'orizzonte e vide la SR3 e al suo fianco la SR2. I loro genitori erano arrivati ieri sera, quando la festa non era ancora nel vivo. Loro avevano cercato di fare rapporto e di presentarsi sull'attenti nel modo opportuno, ma dall'espressione dei genitori era chiaro che non vi erano riusciti. Si ricordava solo che avevano detto e ripetuto più volte che per adesso la questione dei “grigi” poteva dirsi risolta e che Ascolto non aveva registrato neanche un segnale, in ogni caso la sua rete sarebbe stata ampliata per sicurezza.
Olivia continuò un bel po' a fare domande e raccontò varie volte di quella gigantesca astronave sferica, alla fine si ritirò con tutti quelli della vecchia guardia che volevano discutere della cosa. Lui da parte sua, aveva deciso che la cosa non gli importava al momento. I suoi avevano detto che la situazione era risolta e siccome non c'era niente che potesse fare in ogni caso si era dedicato ai festeggiamenti, aveva però la sensazione che ci fosse qualcosa di cui non era al corrente.
Alcuni muscoli della faccia di Olivia si era contratti diversamente dal solito e gli sembrava che anche il tono di voce di sua madre fosse differente, ma non ne era sicuro per via di quanto aveva bevuto. Fu allora che sentì una porta aprirsi e vide Olivia uscire da una stanza «Ehi!» la salutò Steve
«Sempre il primo a svegliarsi.» Gli rispose la sorella che lo raggiunse per fargli compagnia
«Quindi tutti risolto? Lieto fine e vissero tutti felici e contenti?»
«Parrebbe proprio di si.» Quella risposta gli fece venire nuovi dubbi, ma se Olivia non gliene voleva parlare non avrebbe chiesto.
«Bene storia chiusa, in quale nuovo guaio mi caccerai sorell-ina?»
«Dice questo la persona che con la sua stupida domanda ha fatto venire in mente al Consiglio di nominarmi s.p.e.t.t.r.o. Le male lingue e la stampa ci andranno a nozze. Ti ricordi i problemi che ci ha causato l'invidia altrui? Magari ora faranno film porno con attrici che si fingeranno me, oltre che farne sui nostri genitori?»
Steve non rispose non sapendo bene cosa dire, perché la cosa agli occhi di Olivia era un vero problema. Per lui non lo era mai stato, aveva avuto dei litigi sul lavoro ma l'invidia non era mai stato uno dei motivi, era chiaro che per le donne le cose erano diverse.
«Però non abbiamo finito Steve.» - gli disse la sorella e lui la guardò non capendo a cosa si riferisce - «Devo parlare ancora con Mila.»
«Brutta storia.» Riuscì solo a dire, dentro di se fu contento che non toccasse a lui.

*****

Olivia camminava per la silverstrip della Cittadella, le pareva di avere in bocca della cenere. Mila era cosciente quando ed era andata a parlarle da sola all'ospedale, avrebbe gradito della compagnia ma riteneva fosse giusto così. Non si erano scambiate parole al suo ingresso e nel tono più distaccato possibile le aveva comunicato la sua decisione.
Veniva  rimossa come membro effettivo della SR3 e presto avrebbe ricevuto una nuova destinazione. Non ci sarebbe stato nessun provvedimento disciplinare, ufficialmente aveva ubbidito agli ordini dei superiori che ora volevano dimenticare tutta la faccenda. Olivia stava uscendo dalla porta senza aggiungere altro quando Mila disse «Sei destinata a grandi cose Olivia, ma non mi pento di quello che ho fatto...Isabella non è umana, non nell'anima almeno...farò meglio che potrò per eliminare lei e Dasha, se l'Alleanza me ne darà l'occasione.»
« Buona Fortuna.» Le disse di spalle ed uscì.
I notiziari parlarono per alcune settimane di quanto accaduto e dei innumerevoli morti e dispersi che vi erano stati durante “l'oscurità” e della nomina a s.p.e.t.t.r.o. di Olivia Williams Shepard. Poi come sempre accade i media si concentrarono su avvenimenti più recenti.
In tutto lo spazio della Cittadella e fuori, innumerevoli bande criminali erano state sgominate dai rappresentanti della legge e molti nomi famosi erano sotto inchiesta. Alcuni parlavano del più grande successo contro la criminalità organizzata che ci fosse mai stato, i più azzardati arrivarono a dire che il crimine organizzato era virtualmente un ricordo.
Olivia era diretta a uno dei locali della Cittadella su invito di Kasumi, poliziotto del C-sec con lo pseudonimo di Misu Tokago e ladra nel tempo libero.
La trovò subito e si sedettero a un tavolo, presero da bere e la poliziotta fece intendere al locandiere Krogan di non voler essere disturbata.
«Hai notizia di Dasha ?» Chiese subito l’amica. Olivia sussultò a quella domanda completamente inaspettata.
«Niente che non sappia anche tu. L'ultima notizia che ho di lei, riguarda la sua presenza alla Grissom per installare il nuovo impianto ad Isabella e un messaggio da parte sua in cui spera di non incontrarmi mai più, pare che la mia presenza le complichi la vita. Non capisco da dove nasca questa idea.» Commentò lei sorridendo.
La poliziotta sospirò, questo la fece sembrare stanca e forse lo era veramente.
«Hai sentito dei grandi successi contro il crimine?» - Al segno affermativo proseguì. - «Quello che non è riportato da nessuna parte e che quello che abbiamo confiscato, i locali chiusi e il resto apparteneva tutto all'impero criminale di Dasha.»
Olivia non era sicura di quello che aveva sentito «Stai dicendo che ha perso la sua organizzazione?»
Kasumi scosse la testa « È quello che sto cercando di capire. I beni e le società erano sicuramente sue, ma chi abbiamo arrestato apparteneva a piccole organizzazioni che sono subentrate da poco, solo alcune settimane e tutte assieme. Come se di colpo il suo impero si fosse sgretolato e diviso. Altra cosa strana, abbiamo ricevuto diverse soffiate che ci dicevano esattamente quando e dove colpire. Qualcuno potrebbe averla fatta fuori?»
Anche Olivia aveva riflettuto su questa possibilità, ma non le pareva credibile. « Avete trovato mucchi di cadaveri fatti a pazzi?» Chiese.
«No, solo qualcuno con la gola tagliata, generalmente gente addetta alla contabilità o a tenere i contatti con chi era sopra di loro.»
«È sicuramente viva. Se fosse morta ora stareste raccogliendo i resti del passaggio di Isabella e avreste un'ondata di omicidi senza precedenti.»
«Pensavo la stessa cosa. Ma perché rinunciare a tutto quello che aveva? Anche ammettendo che si sia ritirata da qualche parte con abbastanza crediti per far per sempre la bella vita ha lo stesso perso una fortuna, sicuramente di più di quello che può aver portato via. Inoltre non c'è la vedo a condurre una vita tranquilla e pacifica, soprattutto con Isabella al fianco.»
Olivia era dello stesso parere, ma non sapeva cosa pensare riguardo al resto. Un annunciò straordinario della sezione economica dei notiziari attirò la loro attenzione, una conduttrice asari apparve sullo schermo del locale.
«Signori, ci è appena giunta la notizia più straordinaria che la comunità economica galattica abbia mai assistito. Una nuova compagnia appena sorta ha acquistato per intero i diretti di sfruttamento del pianeta Noveria, di fatto è da adesso possibile considerarlo come una proprietà privata. Per la precisione tutte le compagnie facenti parte della Corporazione per lo Sviluppo di Noveria e altre esterne hanno annunziato una fusione totale fra di loro e la creazione della Noveria Corps. Una compagnia che stando ai numeri risulta essere la più grande della galassia, con investimenti in qualsiasi settore dall'armamento delle forze armate a quello dell'intrattenimento. Si parlerebbe di un fatturato superiore a quello di alcune delle maggiori compagnie di Illium, con un numero di dipendenti totali, tra presenti su Noveria e altrove, da poter considerare questa compagnia quasi uno stato piuttosto che un'azienda. Sembra che stiano assumendo in massa, soprattutto tra chi proviene dai Sistemi Terminus, la parte povera della galassia, e i disoccupati che normalmente riempiono i centri dell’impiego. Il motivo di questo successo, sembra essere una serie di accordi commerciali approvati dalla stesso Consiglio che hanno svincolato le singole società da alcuni obblighi, permettendo questo incredibile avvenimento. Le società escluse da questo accordo stanno gridando alla scandalo e richiedono un’inchiesta ufficiale da parte del Consiglio. Ma non c'è dubbio che il Presidente della Noveria Corps. farà il possibile per difendere la sua neonata creatura…Si...ecco…Mi comunicano che è pronto il collegamento diretto con la conferenza stampa. A voi la linea.»
Sullo schermo apparve una donna umana in un elegantissimo abito, le dava un'aria professionale mantenendo intatta la sua femminilità. Kasumi e Olivia rimasero bloccate da quello che videro.
«Sono Dasha Weaver, Presidente e Amministratore delegato della Noveria Corps.» Annunciò la donna.

FINE

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