Ultimo incontro

di Vahly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ghiaccio. ***
Capitolo 2: *** Rientro ***
Capitolo 3: *** Treno ***



Capitolo 1
*** Ghiaccio. ***


Ultimo incontro

1.Ghiaccio


Freddo, come i tuoi occhi. Questo vento gelido sembra entrarmi dentro, come se mi penetrasse con i suoi mille aghi.
È davvero solo questo a farmi male?
Non credo.
Le tue parole, pronunciate con quel distacco che non udivo più da mesi ormai, sono ciò che più mi ferisce.
Colpa mia che per un attimo ho quasi creduto che tenessi a ciò che avevamo. Che stupido.

Era una notte molto più limpida e più calda di questa, quando per la prima volta ti avvicinasti a me. Con il tuo solito ghigno beffardo, e quella strafottente aria di chi si sente superiore, mi hai sfidato a duello. Da solo.
Quasi non ci credetti: avevi davvero intenzione di affrontarmi senza l’ausilio dei tuoi amichetti?
Nonostante non capissi la ragione di tale richiesta, accettai. Avrei messo in chiaro una volta per tutte chi di noi era davvero superiore, cosa che non ero mai riuscito a fare durante i vostri subdoli attacchi. Quattro contro uno… davvero vi sentivate dei maghi potenti, di valore, in un simile contesto? Ne dubito. Forse Potter, magari Minus. Non Remus. E probabilmente nemmeno tu.
Per questo, solo per questo eri giunto alla decisione di sfidarmi.
Ma per qualche motivo, la nostra piccola battaglia degenerò, e la sfida per la dominazione divenne di ben altro tipo.

Ed ora sei qui, di fronte a me. Per dirmi ancora una volta che non te ne frega niente.
Mi hai chiamato apposta?” Ne dubito. C’è dell’altro, vero? Ho visto il tuo sguardo allontanarsi da me per un attimo, mentre te lo chiedevo.
Cosa c’è, adesso hai paura?
No.” Mi rispondi. “Non solo. Volevo comunicarti che da stasera pongo termine ai nostri incontri.
La tua voce è talmente lontana da apparire quasi irreale, ma non mi dispererò per questo.
Né mi prostrerò ai tuoi piedi implorandoti di ritornare. Non lo farò mai, sappilo.
Ti faccio un cenno con la testa, unico segno del fatto che ho compreso: non sei degno di una mia risposta.
E mentre te ne vai, mi sento quasi sollevato. Era insopportabile averti a due passi da me e non poterti prendere a pugni, ma se ti avessi sfiorato saremmo finiti a letto ancora una volta.
Ed io non ti voglio, così come non mi vuoi.
La sensazione che provavo quando ero con te, di felicità, quasi… la dimenticherò, così come dimenticherò il sapore delle tue labbra e la consistenza del tuo torace sotto le mie mani.
Non mi importa nulla di te. Non mi importa.
Mentre torno al castello, mi soffermo a guardare i sottili fili d’erba, coperti di un sottile strato di ghiaccio.
Talmente sottile che non appena poso le mie dita su di essi si frantuma in mille pezzi, talmente effimero che seppure nessuno sfiorerà gli altri, domattina sarà impossibile vedere altro se non quella rugiada a cui nessuno fa mai caso.
Delicato come ciò che avevamo e che tu hai distrutto.
Ti odio.

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Capitolo 2
*** Rientro ***


Ultimo incontro

2.Rientro


Non credevo sarebbe stato così facile. Per qualche ragione, mi sarei aspettato urla, insulti, magari qualche fattura.
Invece niente. Niente.
Davvero può scivolar tutto via così, come se i nostri incontri non fossero mai esistiti? Per qualche ragione, un po’ mi dispiace.
Non è da te essere così poco combattivo, stupido di uno Snivellus. Perché non ti sei ribellato?
Me lo chiedo, mentre torno nel mio dormitorio.
E rientrare nella stanza con i miei compagni dopo avergli detto addio è un po’ come rientrare in possesso della mia vita, che stupidamente stavo lasciando che lui cambiasse. Non commetterò mai più un errore simile, di questo ne sono certo: stavo quasi per affezionarmi a lui, come uno sciocco bambino può affezionarsi ad un cane randagio trovato per strada.
Bah. Per fortuna ho aperto gli occhi. Dopotutto sono stato io a troncare, è logico che sia il sottoscritto la parte più forte: sono io quello che non ha bisogno di averlo attorno. E se mi preoccupo per come si sentirà ora è solo perché mi fa pena.

Sebbene le parole che mi ripeto non suonino poi così sincere alla mia mente, mi sforzo di non ripensare alla rabbia sul suo volto, e di non chiedermi se davvero non gliene importasse nulla.
Non mi interessa.
Ho ancora James, il mio James che come sempre passerò la serata con me a progettare scherzi ed a ridere delle nostre avventure, mentre Remus e Peter ci ascolteranno ammirati com’è giusto che sia. Ho ancora la mia vita, nonostante stessi perdendo di vista tutto ciò che mi ha divertito per anni.
Sì, rientrerò nel dormitorio, e sarà tutto come prima.
Tutto.


O niente.
Mi chiedo come posso essere stato tanto cieco da non rendermene conto prima di ora: non ero l’unico ad essermi allontanato. Me ne accorgo solo ora, mentre la vedo tra le sue braccia, entrambi sul punto di addormentarsi, nonostante siano in sala comune.
Allora, mentre criticavi me perché avevo l’aria di un pesce lesso cotto per qualcuno, anche tu ti stavi legando ad un’altra persona?
Devo faticare per sopprimere il sentimento di rabbia che sta nascendo da qualche parte dentro di me.
Lo odio, perché ora è felice con qualcun altro ed ora sarò solo il terzo incomodo. Lo invidio, perché ha una persona che tiene a lui, perché non dovrà più passare tristi notti solitarie.
È così sbagliato questo?
Sto quasi per pentirmi di aver lasciato andare Snivellus, ma so di non poterlo fare.
Nemmeno si accorge di me, mentre mi volto ed esco di nuovo.
Il mio ritorno non è durato che pochi secondi. Ho battuto un record.

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Capitolo 3
*** Treno ***


Ultimo incontro

3.Treno


Sono passati quattro mesi da quando il sottile filo che ci univa si è irrimediabilmente spezzato. Durante tutto questo tempo, non ho fatto nulla per avvicinarlo; ciononostante lo ritrovavo sempre nei paraggi. Mai da solo, chiaro.
Avrei voluto non pensar più a ciò che era accaduto, ma finora ci sono riuscito ben poche volte. Sempre più spesso, infatti, i miei pensieri si sono soffermati sul ricordo del suo volto e delle sue labbra dischiuse a pronunciare il mio nome, mentre affondava dentro di me. Perfino ora, mentre poggio la testa sul freddo vetro del finestrino e rivolgo il mio sguardo al castello sempre più distante, tutto ciò che emerge nella mia mente è che dire addio ad Hogwarts è come dire addio a Black.
Non lo rivedrò mai più, e non sono sicuro che sia un male.
Socchiudo gli occhi, sperando che nell’oblio del sonno potrò trovare un po’ di pace. E quasi senza accorgermene riesco nel mio intento.


James è come al suo solito appiccicato a Lily, oramai la sua fidanzata ufficiale. Non so se mi dispiaccia o meno, ma non credo di poter far nulla per dividerli. Remus sta leggendo un libro babbano, e quando Peter propone di farci un giro, l’ultimo che ci sarà concesso su questo treno, quasi non sente. Neppure io, a dire il vero, sono stato così pronto nel rispondere. Assorto come sono nei miei pensieri, per un attimo ho dovuto ripensare a ciò che aveva appena detto per rielaborare le informazioni.
Patetico.
James è stato subito d’accordo, e Remus con un’alzatina di spalle ha detto solo “Come volete.
Solo io non sono tanto sicuro di volerlo fare… non voglio rischiare d’incontrarlo proprio oggi, non voglio essere assalito dal rimpianto per cose mai fatte, parole mai dette. Ho quasi paura che il mio muro di freddezza possa crollare, nell’attimo in cui i miei occhi si poseranno sul suo volto.
Eppure, alla fine, scioccamente accetto.

Senza quasi accorgermene, passo davanti al suo scompartimento.
La porta non è del tutto chiusa, ma se James non l’avesse notato l’avrei oltrepassato senza neppure uno sguardo.
Guardate, lì c’è Snivellus che dorme! Andiamo a divertirci un po‘!
Scuoto la testa inconsciamente.
Non voglio vederlo. Sarò un vigliacco, ma ora che mi sono reso conto del fatto che un po’ - solo un po’, sia chiaro - mi manca, non posso permettermi di affrontarlo.
Lily lo guarda con aria di rimprovero, ma non dice nulla. Spero quasi che sia lei a parlare, ma non lo fa: si limita ad abbassare la testa e ad allontanarsi un pochino.
James ha già posato la mano sulla porta, quando lo afferro per il braccio.
Lascia perdere, dai.
È quasi una richiesta più che un’affermazione, ma sono troppo impegnato a non sbirciare all’interno per farci caso.
Ma è l’ultimo giorno…” si lamenta.
Appunto. Non ne vale la pena.
Non è questo il motivo, chissà se l’ha capito. Eppure non ribatte, ed accetta il mio volere.
Mentre ci allontaniamo, sento di aver lasciato un pezzetto di cuore lì, ad Hogwarts.
Addio, Severus.

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