The choice

di Itwastobe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** A real nightmare ***
Capitolo 3: *** Donami il tuo presente ***
Capitolo 4: *** E' la scelta giusta (?) ***
Capitolo 5: *** Premio di consolazione ***
Capitolo 6: *** We have to say goodbye ***
Capitolo 7: *** Flashbacks ***
Capitolo 8: *** La quiete dopo la tempesta ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio ***


Il salotto era ricoperto da una nuvola di fumo ed io riuscivo a malapena a guardare il film d'amore strappalacrime che avevo deciso di vedere quella sera, giusto per peggiorare il mio stato d'animo.
Mi aveva scoperta, ci aveva scoperti anzi.

Sapevo di avere sempre meno tempo e che avrei dovuto dirglielo prima che lo scoprisse da solo, o peggio, dal suo migliore amico, ma non ne avevo avuto il coraggio. Lo amavo troppo e la paura di poterlo perdere per sempre mi angosciava.

Era nel periodo in cui frequentavo Ashton che avevo conosciuto Luke, ma per gli amici di Ash io ero semplicemente un'amica, nessuno sapeva dei nostri 'incontri segreti'. Usava i paparazzi e i fan come scusa, diceva che non voleva espormi al suo stesso stress, ma io sapevo che non era così, sapevo che in realtà appena qualche modella gli si fosse avvicinata lui avrebbe colto la palla al balzo.
Ed era proprio per quel motivo che avevo accettato l'invito a cena di Luke e avevo iniziato una storia seria con lui. Lui non si vergognava di me, non mi teneva nascosta, nonostante anche a lui stessero sempre intorno paparazzi, fan e, soprattutto, modelle.

Ash mi aveva pregata di mantenere il segreto e, benchè io non volessi, avevo ceduto alle sue preghiere, sapeva come convincermi, e lo odiavo per questo. Contro la mia volontà, lasciavo che Ash mi deridesse e prendesse in giro in quel modo perchè lo amavo come non avevo mai amato nessun altro. Ma ora i miei sentimenti erano cambiati. Ora amavo Luke, ma avevo paura di chiamarlo e chiedergli come stesse, avevo paura della sua reazione .

In un flashback mi tornarono i mente tutti i momenti passati con Ashton, nella sua casa a Sidney, prima di conoscere la band. Stavo bene solo quando ero con lui, non mi importava del fatto che mi stesse usando come passatempo, io stavo bene, ed ero con lui, queste erano le uniche due cose importanti.

Poi un giorno, mentre eravamo stesi sul divano, si accorse che ero soprappensiero, ero zitta e non ridevo alle sue battute, cosa impossibile. In altri momenti avrei riso anche per la battuta più squallida pur di vederlo felice e compiaciuto, ma non questa volta.
Avevo deciso di parlargli, perchè volevo di più. Volevo vivere la nostra relazione alla luce del sole, avrei affrontato paparazzi, folle di ragazzine urlanti e in piene crsi di pianto, uragani e qualsiasi tipo di tempeste per lui.

Finito di parlare, avevo le lacrime agli occhi, e, forse, fu proprio per questo che decise di invitarmi ad una cena con tutta la band la sera dopo.



Mi guardavo allo specchio aspettando che Ash passasse a prendermi. Indossavo un vestitino nero non molto scollato e le Jeffrey Campbell dalle quali non mi separo mai. Ho centinaia di scarpe con il tacco, ma quelle sono le mie scarpe portafortuna. Avevo optato per un look elegante ma non troppo, un pò provocante, finalmente io e Ash avremmo fatto la nostra prima apparizione di coppia e non volevo sembrare una cozza agli occhi degli altri.
Squilla il mio iPhone, e, mentre rispondo, prendo borsa e chiavi: "Emma, mi passa a prendere Calum, ci vediamo direttamente al ristorante, ciao piccola."
Non mi aveva dato neanche il tempo di rispondere, ma tanto non avrei avuto alternative. Decisi di non farci caso e mi avviai a piedi verso il ristorante, tanto non era molto lontano da casa mia, un paio di isolati e sarei stata lì.
Quando arrivai erano gia tutti seduti al tavolo e stavano aspettando me. Arrivata al tavolo, Ashton disse: "Ragazzi, questa è Emma, la mia amica della quale vi avevo parlato."

Il mio sorriso si spense: AMICA? Pensavo di essere stata chiara sul voler fare un passo avanti nella nostra relazione, ma a quanto pare non avevamo affatto una relazione. Mi girai a guardarlo ma il suo sguardo era rivolto verso il tavolo di una coppia, o meglio, verso la ragazza seduta ad un tavolo con suo marito.
Il nostro tavolo era da sei posti, e due erano liberi: uno accanto ad Ash ed uno accanto a Luke. Senza esitare mi sedetti accanto a Lucas, ma Ashton sembrava del tutto indifferente, come se non ci avesse neanche fatto caso.
La cena sembrò la più lunga della storia e tutto ciò che volevo fare era tornare a casa, infilare il mio enorme pigiama e consumare una vaschetta di gelato davanti al pc. Non ne ero sicura, ma Luke sembrava essersi accorto che qualcosa non andava e mi chiese di accompagnarlo fuori per fare quattro passi. Michael e Calum erano un pò brilli e Ash avrebbe dovuto tenerli a bada.
 
Accettai per ripicca nei confronti di Ash e così io e Luke salutammo tutti e lasciammo il ristorante.




L'imbarazzo iniziale era già svanito dopo pochi passi e Luke mi stava raccontando degli avvenimenti divertenti della sua vita che non avessi già letto su qualche sito di gossip, ma ad un certo punto calò uno strano silenzio tra di noi.

"Sei sempre così silenziosa?" mi chiese.

"No, in realtà sono completamente l'opposto, ma diciamo che ho avuto serate migliori", sorrisi timidamente.

"Ah.."disse un pò deluso, "Mi dispiace che ti sia annoiata, noi..."

"No no no!", mi affrettai a dire, "non mi sono affatto annoiata, anzi, se non ci foste stati voi probabilmente ora starei aprendo la seconda scatola di biscotti seduta sul divano.."

Mi sorrise mentre si avvicinava pericolosamente. Lo scanzai, "Vorrei conoscerti un pò meglio prima", dissi guardandolo e incrociando le braccia.

"Sono contento che tu l'abbia detto" sorrise.

"Perchè?"

"Perchè vuol dire che ti rivedrò." Mi stampò un bacio sulla guancia e ognuno continuò per la propria strada.



Ero a letto da ormai un'ora, ma non riuscivo a prendere sonno. Forse avrei dovuto dire a Luke che ero già impegnata in modo da non illuderlo, ma non lo avevo fatto perchè sapevo di non esserlo. Anzi, mi avrebbe fatto piacere rivederlo, avrei dimostrato ad Ashton che anche senza di lui la mia vita andava avanti, che non ero subordinata a lui, come poteva chiaramente sembrare.



Ripensandoci le mie scarpe mi avevano portato fortuna anche quella volta. La mia storia con Luke andava avanti da più di un anno, l'anno più bello della mia vita oserei dire, era tutto perfetto, persino le nostre litigate lo erano.
Non potevo lasciare che l'improvviso cambio di umore di Ash e la sua gelosia mi portassero via tutto questo. "Ho capito solo ora di amarti" aveva urlato poco prima nella cucina dove io e Luke stavamo cenando tranquillamente, e non si era fatto scrupoli nel raccontare a Luke il nostro passato. So quanto per luke sia importante la sincerità, ci siamo sempre detti tutto. E so anche che il vero problema non è nella relazione che ho avuto prima di conoscerlo, lui avrà sicuramente pensato che io lo abbia preso in giro per tutto questo tempo continuando a vedermi con Ashton.
Ma ero pronta a giurargli che il mio rapporto con Ashton si era ridotto al minimo indispensabile dal nostro primo appuntamento.
All'improvviso la porta d'ingresso si apre con un rumore assordante...


Ciao a tutti/e, sono una ragazza di 18 anni che scrive per passione. Questa è una storia completamente inventata e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo, se vi è piaciuto o se vi è sembrato noioso, se vi va di leggerne la continuazione...insomma aspetto dei vostri commenti! Grazie per aver letto il primo capitolo della mia storia <3

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Capitolo 2
*** A real nightmare ***


Corro verso la porta, convinta che fosse Luke, ma in realtà mi ritrovo davanti ad un Ashton in ginocchio e in lacrime.
'Ashton, cosa ci fai ancora qui?' dico, più sorpresa che arrabbiata. 'Lo sai che non riesco ad aspettare. Voglio che tu ritorni con me, ti prego' 'Come possiamo tornare insieme se non lo siamo mai stati? Hai bisogno che ti ricordi come mi trattavi, davvero lo hai dimenticato?' ora ho un tono molto più duro. In realtà vorrei soltanto che se ne andasse, ma vorrei che fosse ben chiaro che non mi farò più trattare come l'anno scorso. 'Tutti commettiamo degli sbagli. Non mi sono mai reso conto di quanto fossi speciale finchè non ho capito di averti persa. Perdonami.' Si asciuga una lacrima, si alza, e si avvicina a me. Con uno slancio mi abbraccia, ma io rimango come pietrificata.
In questo momento mille sensazioni mi attraversano corpo e mente contemporaneamente. Vorrei stringerlo a me ma allo stesso tempo spingerlo via, baciarlo, passare le mie mani tra i suoi capelli che tanto amo, tirargli uno schiaffo, poi baciarlo di nuovo. E' come se in un attimo l'ultimo anno non ci fosse mai stato, è come se fossimo tornati nel suo appartamento a Sidney, in uno dei tanti weekend passati nascosti tra quelle quattro mura bianche. Ed è strano, perchè non mi sento amareggiata, delusa da me stessa o indignata, sento di aver trovato la mia pace, sento per la prima volta da quattro ore di essere finalmente tranquilla.
Ma non può essere così, non posso più rivivere come un anno fa, ho dato una svolta alla mia vita, o almeno penso. Ritorno in me e mi sciolgo dal suo abbraccio.
'Non puoi stare qui Ashton, devi andartene', e senza aspettare una risposta lo conduco sul pianerottolo e chiudo la porta alle mie spalle, tornando a letto.
Mi sveglio attorcigliata tra le lenzuola bianche, abbracciata ad un cuscino, con la luce del sole in pieno viso. Un risveglio a dir poco perfetto, finchè non squilla il mio iPhone. Non faccio in tempo a rispondere, sblocco lo schermo e trovo venti chiamate perse. Le tre quotidiane di mia madre, mi preoccuperei se non ci fossero, una dalla mia migliore amica, il resto sono tutte di Ashton, Michael e Calum e risalgono a circa 5 ore fa. Considerando che sono le 10 del mattino, Ashton non deve aver chiuso occhio. Mi meravigliano le chiamate di Michael e Calum, ma sicuramente vogliono prendere le parti dei loro amici fingendo di rimanere neutrali.
Richiamo mia madre mentre mi alzo dal letto per prepararmi la colazione. 'Pronto mamma?'
'Tesoro, tutto bene? Sono due giorni che non mi richiami' dice in tono di rimprovero.
'Mamma, ho vent'anni, ed una casa da portare avanti, senza dimenticare l'università, scusami se non sono sempre attaccata al telefono. Quando ho lasciato l'Italia siamo rimaste d'accordo che avrei chiamato il prima possibile, in questi giorni ho avuto molto a cui pensare. L'università mi porta via la maggior parte del tempo, e in questi giorni ho avuto molti pensieri.' Lo so, non dovrei essere così dura, ma ho sempre avuto questo tipo di rapporto con mia madre, non sono tipa da chiamate sdolcinate.
'Posso aiutarti in qualche modo? Prendo il primo aereo se necessario.'
'Mamma, sta tranquilla, ho solo litigato con Luke, si risolverà tutto. Ora devo andare, non ho avuto neanche il tempo di mettere a posto la casa, e sai quanto io odi il disordine.' dico, sperando che se la beva e mi lasci pensare in pace. 'Oh si certo, ricordo bene quanto odi il disordine. Puoi trovare scuse migliori se ti impegni, fatti sentire, baci.'
dice ridendo.
Chiudo la telefonata, e mentre mangio il mio yogurt controllo le email, ma ne trovo solo una in cui mi viene offerto un posto di lavoro part-time in un negozio nel centro di Sidney. Forse potrei iniziare a fare la commessa, per riempire il mio tempo libero ora che non sto più con Luke.
Gia, Luke. Non mi ha chiamata neanche una volta, non ho idea di dove sia, di cosa stia facendo. Cerco su internet, lo avrà sicuramente seguito qualche paparazzo ieri sera. 'Incidente stradale, investito cantante dei 5sos Luke Hemmings'.
Il mio cuore perde un battito. Poi un altro ancora. Poi un altro e ancora un altro. Cazzo cazzo cazzo. E' successo ieri notte, intorno alle 4.30. Merda! Ecco perchè tutte quelle chiamate.
Provo a chiamare Calum, ma non risponde, stessa cosa Michael. Mi affretto a chiamare Ashton.
'Hai saputo?' risponde.
'Ti prego Ashton, portami da lui.' scoppio a piangere a dirotto, non riesco a calmarmi.
'Tra cinque minuti sono sotto casa tua.' Corro in bagno a lavarmi e metto i primi jeans e la prima maglietta che mi capitano tra le mani, e in due minuti di orologio sono giù ad aspettare Ashton.
'Hai sue notizie? Dimmi che sta bene!' continuo a piangere mentre salgo in macchina.
'E' fuori pericolo Emma, stai tranquilla. Lo terranno lì per pochi giorni, se l'è cavata con una frattura al braccio sinistro.'
'Oh, grazie al cielo!' le lacrime scendono da sole, ma sono lacrime di sollievo.
Il tragitto da casa mia all'ospedale è abbastanza lungo, e direi troppo silenzioso. La radio è spenta e nessuno dei due dice una parola. Ad un certo punto Ashton rompe il silenzio. 'Non puoi capire quanto invido Luke', sbotta.
'Ashton. E' in ospedale perchè è stato investito in piena notte, cosa ha di invidiabile?'
'Ha te. Vorrei che tu ci tenessi a me quanto tieni a lui.'
'Io ci tenevo, finchè non mi hai spezzato il cuore. E credimi, lo hanno fatto in tanti, ma non è stato mai difficile rimetterlo insieme come questa volta. Io ti amavo davvero', e per la prima volta mentre lo dico, riesco a guardarlo in faccia, anche se lui è concentrato a guardare la strada.
Si ferma di colpo e spegne l'auto. 'Io ti amo ora, e per me è il presente quello che conta. Ti ho fatto del male, ora vorrei aggiustare tutto. Non ho detto cancellare, perchè so che è impossibile, ma sono sicuro che riuscirei a farti stare bene questa volta. Se mi hai amato davvero, non hai mai smesso di farlo, se mi hai amato davvero, mi ami anche ora', e mentre lo dice mi trafigge con lo sguardo.
Per un attimo rivedo gli occhi verdi dei quali ero perdutamente innamorata, dei quali sono stata schiava per tanti mesi, e mi stupisco di provare lo stesso sentimento ora. Ma preferisco mentire, ora Luke ha bisogno di me, è anche colpa mia se la situazione ora è così complicata.
'Ashton, per favore, portami da Luke.'
'Vorrei credere che diresti la stessa cosa se ora io fossi al suo posto e lui al mio.'
Mi guarda mentre io guardo fisso un punto indefinito davanti a me, e quando capisce che non riceverà nessuna risposta, riparte facendo finta di niente.
Certo che lo farei anche per lui, salterei da questa macchina in corsa in questo preciso istante per lui, farei di tutto solo per un accenno di un suo sorriso, ma non deve saperlo, o almeno non finchè non si saranno calmate le acque. So che con Luke niente tornerà come era prima, ma non posso prendere una decisione ora.
Senza rendermene conto, mi ritrovo a salire le scale in direzione della camera di ospedale di Luke, ma arrivata alla porta non riesco ad andare avanti e a varcare quella maledettissima soglia. Buonaseraaaa!! Come state? Ecco a voi il secondo capitolo, scusate se ci ho messo tanto, ma volevo che fosse migliore dell'altro e quindi ci ho lavorato un pò di più. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, quindi mi aspetto qualche recensione o messaggio in posta, ci conto eh? Grazie per aver letto il capitolo <3

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Capitolo 3
*** Donami il tuo presente ***


'Perchè ti fermi?' chiede Ashton mentre si mette davanti a me, guardandomi con stupore.
'Non ce la faccio. Non vorrà vedermi, non dovevo venire', mi giro per andarmene ma Ashton mi prende per un braccio e avvicina il mio viso al suo.
'Emma, ormai quel che è fatto è fatto. Probabilmente questa visita non cambierà niente, peggiorerà le cose, ma potrebbe anche essere il punto di svolta. Credimi, tu vuoi entrare in quella stanza, ed è quello che farai. Possiamo aspettare qui finchè ti sentirai pronta ad affrontarlo, ma non andartene ora.'
Ashton aveva ragione. Ero lì perchè volevo esserlo, dovevo farmi coraggio. Annuisco guardandolo, prendo un lungo respiro, gli stampo un bacio sulla guancia e afferro la maniglia della porta.'



Avanzo verso il suo letto guardandolo, non so neanche io come. Probabilmente la mia faccia è sconvolta e pallida, con gli occhi gonfi, le guance arrossate, le labbra gonfie e tremanti, si insomma, non penso di essere stata molto presentabile in quel momento, ma non mi importava.
Appena si accorge della mia presenza, posa il cellulare che aveva in mano sul comodino, e mi guarda aspettando che arrivi il più vicino possibile a lui.
Mi sembra come se mi guardasse con aria di rimprovero, non dice niente, e capisco che non ha intenzione di farlo.
-Ok-, penso -ho due alternative. -posso chiedergli come si sente, cosa ha provato al suo risveglio oppure posso iniziare a disperarmi chiedendogli scusa. Penso che sceglierò la prima.-
'Luke', inizio a piangere, proprio come previsto, 'ti prego, Luke, perdonami. E' tutta colpa mia, cercherò di rimediare, voglio solo che tu ora stia bene e torni a fidarti di me come un tempo.'
'Emma, non piangere.' Il suo tono è duro, la sua espressione troppo seria.
Mi asciugo le lacrime per permettergli di continuare.
'Io sto bene, il mio braccio guarirà molto presto. Per quello che è successo mi servirà più tempo però.'
'Luke, io ti giuro che non ti ho mai tradito, mai! E' successo tutto prima che ci conoscessimo, è una storia chiusa. Anzi, non era neanche una storia, non era niente, ero solo il suo passatempo', mi affretto a dire.
'E' questa la cosa che mi fa infuriare. Non conoscevo questo aspetto di Ashton, e mi rendo conto che ora mi ritrovo a dover scegliere tra il mio migliore amico e la mia ragazza. Perchè, se noi dovessimo continuare a stare insieme, non riuscirò più a guardarlo negli occhi sapendo come ti ha fatta soffrire, ma se io e te chiudessimo qui, dovrei solo imparare ad accettare questo altro lato di lui, come un vero amico.' Adesso il suo tono è più dolce, ma non riesco a decifrare la sua espressione, non credo di averlo mai visto in questo stato.
'Non puoi fare entrambe le cose? Non voglio essere la ragazza che ha rovinato una storica amicizia, ma non voglio neanche essere esclusa dal tuo mondo, non riuscirei a sopportarlo, non posso perderti senza un motivo. Non c'è un motivo Luke, te lo avrei detto prima o poi, in un altro modo, in un'altra circostanza, ma prima o poi lo avresti saputo. La conclusione sarebbe stata la stessa anche tra un anno o due? Vuoi davvero dover scegliere? Ti sto semplificando le cose, io sono riuscita a passarci sopra, a dimenticare tutto e a vivere lo stesso con Ashton sempre intorno, puoi farcela anche tu, con l'unica differenza che la vostra amicizia non dovrà finire come è finito il mio amore per lui', dico tutto d'un fiato, a bassa voce, con le lacrime agli occhi, speranzosa di riuscire a convincerlo.
'Ho bisogno di tempo per riflettere, per parlare con Ashton, per cercare un punto d'incontro. Non pensare che io voglia escluderti dalla mia vita o perderti in alcun modo, io ti amo. Ma finchè le acque non si saranno calmate, se non del tutto, almeno un pò, la mia decisione è quella di prendermi una pausa da entrambi. Ora ho bisogno di riposare, ti chiamerò io.'
'Certo. Se dovessi aver bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi. Fammi sapere quando tornerai a casa, cosa ti diranno i medici. Ci conto, guarisci presto', mi sporgo per dargli un bacio sulla guancia e mi dirigo verso la porta. 'Ah, quasi dimenticavo. Anche io ti amo.'




Per tutto il viaggio di ritorno nessuno dei due si azzarda a dire un parola, entrambi siamo persi nei nostri pensieri.
'Ti riporto a casa?' chiede Ash.
Abbasso la testa, 'Non mi va di stare da sola.'
'Allora andiamo in un ristorante, o a fare una passeggiata, dimmi tu'
'Andiamo a casa tua', dico, e non me ne pento neanche per un secondo.
Ashton annuisce senza replicare e in dieci minuti siamo già nel suo appartamento.
'Perchè sei voluta venire qui?', sapevo che prima o poi lo avrebbe chiesto.
'Luke non è l'unico che ha bisogno di schiarirsi le idee, okay? Io lo amo, ma ho amato anche te in passato. E ora che sei tornato, inizia a mancarmi tutto questo.' Sono seduta sul divano, quello che chiamavo il nostro divano, perchè passavamo la maggior parte del tempo lì. Era il mio posto preferito.
'Tutto questo cosa?' chiede
'Sapevo che non avresti capito, per te non era davvero niente quello che avevamo.'
'Non intendevo quello. Davvero ti manca il fatto di essere nascosti in questo buco tutto il giorno? So benissimo che avresti preferito una cena fuori o una festa. Ho capito i miei errori, e ora sono disposto a darti più di quanto non ti abbia dato in passato. Sono cambiato, Emma, che tu ci voglia credere o no.'
'Ti credo, è proprio questo il problema. Perchè se non ti credessi non mi porrei lo scrupolo di andare fino in fondo per vedere fin dove puoi arrivare.'
'Bene, allora se mi credi, credimi anche sul fatto che mi manchi, che non riesco più a stare senza di te. Se riuscissi a tornare indietro rifare tutto in modo migliore, ma non posso, quindi ti chiedo di donarmi il tuo presente, di unirlo al mio, di dimenticare tutto e di cominciare esattamente da qui, come se ci fossimo appena conosciuti.' E' ad un millimetro dalle mie labbra.
Non riesco a credere a tutto quello che ha appena detto, lo guardo come se fosse la cosa più bella che io abbia mai visto, deglutisco a fatica e chiudo gli occhi per lasciarmi cullare dalle sue braccia.
'Posso?' mi chiede, e io non capisco il perchè. Non ci vuole tanto a capire che sono sua e lo sono sempre stata.
Annuisco e le nostre labbra si riuniscono per la prima volta dopo un anno che in realtà è sembrato un'eternità.



Buonasera, ecco a voi il terzo capitolo. Sono molto contenta delle critiche positive che ha ricevuto il secondo e spero che per questo capitolo sia lo stesso. Grazie per averlo letto, aspetto una vostra recensione o un messaggio in posta con consigli eccetera. <3

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Capitolo 4
*** E' la scelta giusta (?) ***


Erano passati due mesi da quel giorno, ed io non avevo ancora notizie da Luke.
Nei primi giorni che seguirono il nostro bacio, non avevo risposto alle chiamate di Ash, avevo un grande bisogno di fare chiarezza e di smettere di mentire a me stessa. Cosi decisi di prendermi una settimana di vacanza, volando a Londra.
Volevo solo stare da sola, infatti staccai il telefono per tre giorni, e mi persi tra le strade e gli immensi giardini di Londra. Lì era tutto così semplice, o almeno così mi sembrava in quel momento. Nessuno si soffermava a guardarmi in modo curioso e circospetto, come se non sapessere che ero la fidanzata di Luke Hemmings, o magari davvero non lo sapevano.
Comunque sia, non mi importava, ero lì per prendermi cura di me stessa e prendere una pausa dalla mia vita, sperando di ritornare a Sidney con una decisione.
Era già giovedì, i primi tre giorni erano volati! Mi trovavo a Kew Garden, distesa al sole su di una sedia a sdraio, quelle che ci sono in mezzo al parco per i turisti. Decido di accendere il cellulare, giusto per vedere quante persone avessero notato la mia assenza. Trovai le solite chiamate mattutine di mia madre, l'unica che sapeva dove mi trovassi in quel momento, centinaia di chiamate di Ashton da Lunedì mattina, i messaggi quotidiani delle mie amiche insieme a quelli preoccupati per non aver ricevuto una risposta. Nessuna traccia di Luke.
Ma quel giorno mi sentivo diversa, quasi come se il fatto di non sentirlo da ormai due settimane non mi dispiacesse. La lontananza mi avrebbe aiutato a capire di chi ero davvero innamorata? O mi avrebbe semplicemente portato verso la scelta sbagliata?
Aprì una nota sull'iPhone e iniziai a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente, di getto, senza pensarci. Una volta finito, mi alzai e mi incamminai verso l'hotel in cui alloggiavo, fermandomi al supermercato per comprare qualche schifezza da mangiare come 'cena'.
Forse per la troppa euforia, o forse per il troppo cibo spazzatura, quella notte non riuscivo a chiudere occhio. Così decisi di prendere il telefono e rileggere la lunga nota che avevo scritto il pomeriggio: -Vorrei solo che Ashton fosse qui con me-, -Mi mancano le sue braccia muscolose, i suoi ricci, i suoi occhi verdi e la sua risata assordante-, -Vorrei sentire la sua voce sussurrarmi parole dolci nelle orecchie, come non aveva mai fatto-.
Ad un tratto tutto mi fu più chiaro. Il nome di Ashton compariva almeno una trentina di volte in tutto il testo, quello di Luke, invece, era del tutto assente. In quel momento non potevo essere più convinta di quale sarebbe stata la mia scelta. Ma non potevo affrettare le cose, magari erano soltanto dei pensieri remoti, decisi quindi che avrei aspettato un segno da uno dei due.



Venni svegliata alle quattro di notte dallo squillo del mio cellulare, non guardai neanche lo schermo, risposi senza pensarci.
'Pronto?', farfugliai con la voce assonnata.
'Emma?' La voce di Luke, però, risuonava forte e chiara.
'Luke? Luke! Oddio, Luke, come stai?'. All'improvviso mi sento sveglissima e in preda al panico.
'Io sto bene. Ashton mi ha detto che sei sparita da qualche giorno e che non hai risposto alle sue chiamate, così ho iniziato a preoccuparmi. Che fine hai fatto?'
'Ah, ora ti preoccupi? Luke, in due settimane non mi hai mai chiamata, nè mandato uno stupidissimo messaggio per farmi avere tue notizie, era come se non esistessi! Se Ashton non ti avesse chiesto mie notizie, non avresti mai saputo che sono partita senza dire niente a nessuno!' sbotto incazzata. Avrebbe benissimo potuto dirmi che aveva voglia di sentirmi, ma in realtà mi ha chiamato solo perchè sentiva il dovere di farlo.
'Sei partita per dove?' chiede ignorando il mio rimprovero.
'E' incredibile quanto in questo momento mi sembra che tu non mi conosca. Ho bisogno di stare un pò da sola Luke, e, tra l'altro qui è notte fonda, ci sentiamo quanto torno magari', e così interruppi la chiamata.
Speravo che quel 'magari' avesse espresso tutto il mio disappunto. Non so quante volte gli ho detto che il mio più grande sogno era visitare Londra da sola, e che quando avrei avuto un momento difficile lo avrei sicuramente fatto. Ma lo aveva dimenticato, come aveva dimenticato quanto mi facesse stare male il fatto che evitasse l'argomento con altre domande quando gli faccio notare i suoi sbagli. Mi sembrava come se avessimo fatto mille passi indietro senza nemmeno accorgercene, ma come se lo volessimo.



Inutile dire che per il resto della notte non chiusi occhio. Sono convinta che lui non si aspettasse una reazione del genere, ma se voleva giocare io avevo deciso di non stare al suo gioco.
Erano le dieci del mattino ed io ero ancora nel mio letto a crogiolarmi. Ad un certo punto bussarono alla porta, ma io non avevo intenzione di alzarmi. Il tizio lì fuori però iniziava a farsi sempre più insistente.
Apro la porta con uno scatto e mi ritrovo davanti Ashton, con una valigia in una mano e un mazzo di fiori nell'altra. con un enorme slancio gli salto addosso, stringendolo a me il più possibile.
'Come hai fatto a trovarmi?' chiedo con sguardo sognante. 'Mi sono ricordato di tutte le volte che fantasticavi sul tuo viaggio perfetto a Londra e poi...tua madre mi adora.' dice con un sorriso compiaciuto.
Era come se il destino mi stesse spianando la strada verso la scelta giusta, e fu proprio in quel momento che non ebbi più dubbi.



Eravamo stesi sul mio letto abbracciati, in silenzio. Ma non era come le altre volte, questa volta era la cosa più pura che ci potesse essere, era tutto naturale. Non lo avevamo fatto, lui non sapeva ancora che era lui la mia scelta, in realtà lui non sapeva neanche che mi stessi costringendo a scegliere. Mi stava raccontando di come aveva rischiato di diventare pazzo non trovandomi a casa e non ricevendo nessuna risposta alle centinaia di telefonate che mi aveva fatto ed io iniziai a sentirmi in colpa. Pensai a come si fosse sentito smarrito, quasi abbandonato, ma ora eravamo insieme e tutto il resto era lontano da noi.



Buonaseraaa! Come avrete potuto notare, in questo capitolo lo svolgimento della storia prende una piega importante, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Grazie per averlo letto <3

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Capitolo 5
*** Premio di consolazione ***


Più le ore passavano, più mi rendevo conto di come fosse tutto più semplice, ora che lui era qui con me. Era come se tutte le mie ansie e le mie paure fossero scomparse per lasciare posto a mille altre emozioni.
Era quasi sera ormai, e noi eravamo ancora nel letto, ancora abbracciati, e nessuno dei due accennava a volersi muovere.
'Che ne dici di tornare al mondo reale e uscire per cena?' chiedo stampandogli un bacio sulle labbra.
'Ancora', piagnucola lui con gli occhi chiusi, ed io, ovviamente, non me lo faccio ripetere due volte.
Continuiamo a baciarci per una buona mezz'ora, finchè il mio stomaco si fa sentire. Controvoglia mi alzo e faccio una doccia veloce, seguita da Ashton, ed un'ora dopo siamo entrambi pronti per andare a cena.
So che però Ash è molto stanco per il lungo viaggio, e l'hotel dove alloggiamo ha un buonissimo ristorante a quanto pare, quindi propongo di rimanere lì.




'Ieri notte mi ha chiamata Luke' inizio, pensando sia il momento migliore per dirglielo.
'Ah', è più stupito di quanto mi aspettassi. 'Cosa voleva?', chiede con tono secco.
'Ha deciso di chiamarmi dopo che tu gli hai detto che non ti rispondevo alle telefonate da giorni.'
'E tu cosa hai risposto?'
'Gli ho detto che non era il momento adatto per certe formalità e abbiamo discusso, poi ho chiuso la chiamata.'
Non risponde. Rimane a fissare il suo bicchiere. Annuisce con la testa ed infine dice 'Sai, in realtà, pensavo foste andati da qualche parte insieme per ricominciare, ecco perchè gli ho confidato il fatto che fossi sparita, altrimenti non lo avrei mai fatto.' E' come se volesse scusarsi.
'Il punto non è questo Ashton, sono due settimane che non mi fa avere sue notizie, e tutto ad un tratto ricomincia a preoccuparsi per me? Per quanto ne so, in queste due settimane potrebbe essermi successa qualsiasi cosa, e lui non lo saprebbe, perchè troppo preso dalla sua pausa di riflessione, che già so che durerà mesi e sarà una tortura.'
Non risponde, di nuovo, e fissa il suo bicchiere, di nuovo. 'Ashton, ti prego, esprimiti, ho bisogno di sapere cosa ne pensi. Prima o poi dovremmo affrontarlo', dico, forse un pò troppo insistente, ma giacchè abbiamo aperto l'argomento, tanto vale trattarlo fino in fondo, no?
'Io penso solo che lui è il mio migliore amico e tu la ragazza della quale mi sono innamorato. Non posso farmene una colpa e non può farlo lui. Ma capirai che come non voglio perdere te, non voglio perdere lui. Vorrei solo trovare il modo giusto per parlargli e sistemare la situazione, non mi piace avere segreti con le persone che amo.'
'Ho la camera prenotata fino a Domenica, quindi entro Lunedì saremo già a Sidney. Ma so che lui ora non ha voglia di parlarci, quindi aspetterei una sua telefonata prima di mettere le cose in chiaro. Nel frattempo andremo avanti come sempre.' dico con sguardo convincente, non credo che a Luke ora serva un altro dispiacere, sta cercando di rimettere a posto il suo braccio per poter tornare a suona la chitarra, penso che per ora sia abbastanza.
'Si, sono d'accordo. Ma ora voglio escludere Luke e parlare di noi. Io voglio stare con te..'
'E io voglio stare con te', rispondo senza lasciarlo finire. Nel frattempo arriva ciò che avevamo ordinato, ovvero, una delle poche cose secondo me mangiabili qui a Londra, la zuppa di verdure. E' la mia preferita e ad Ashton non dispiace.
'Sarò troppo affrettato, ma ho bisogno di dirti che ti amo', dice con sguardo speranzoso, come se temesse una risposta negativa e cercasse di evitarla.
'Anche io ti amo, ti ho sempre amato Ash', mi chino per dargli un leggero bacio ed entrambi finiamo la cena.



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Ero tornata a Sidney da due mesi ormai e, come ho già detto, non avevo nessuno notizia da Luke. Io ed Ashton eravamo molto affiatati ormai, avevamo deciso di ricominciare tutto d'accapo, e andava alla grande. Era come se vivessimo insieme, un pò nel mio appartamento, un pò nel suo, e ovviamente stavamo ben attenti a non farci fotografare insieme.
Avevamo deciso che quella sarebbe stata la sera in cui saremmo andati a casa di Luke senza avvisarlo, e gli avremmo detto la verità. Come avevo previsto, il suo periodo di pausa sarebbe stato lungo e torturante.
Mentre preparo la colazione per entrambi, Ashton entra in cucina e mi abbraccia da dietro, iniziando a riempirmi le spalle di baci.
'Lo sai che mi piaci tanto quando sei tutta seria a cucinare?', anche a prima mattina ha una voce adorabile.
Mi giro per dargli un buongiorno con la b maiuscola e metto in tavola i pancakes con il caffè, e facciamo colazione parlando di ciò ce avremmo fatto quel pomeriggio.
Optiamo per una passeggiata in città, e compriamo anche dei cioccolatini per Luke, anche se io non sono molto d'accordo.
'E' ridicolo, è come se gli stessimo dicendo che ha perso ad una gara e quello è il suo premio di consolazione!' insisto.
'Appunto!', continua a scherzare lui. 'Seriamente ora, conosco Luke, sarà felice di riceverli perchè avrà già finito tutti quelli che gli hanno regalato fino ad ora.'
'Se lo dici tu', dico, poco convinta mentre ci incamminiamo verso casa.



Siamo in macchina sulla strada che porta alla casa di Luke, il mio stomaco è in subbuglio, non riesco a dire neanche una parola. Ashton fa finta di essere tranquillo, ma tutto quello che riesce a dire è un 'Andrà tutto bene' privo di decisione e significato. Arriviamo al campanello ma entrambi esitiamo. 'Suona tu', dice lui.
'Complimenti per il coraggio mister! E' il tuo migliore amico, suona tu!' dico stizzita.
Andiamo avanti così per dieci minuti finchè qualcuno suona il campanello al posto nostro. 'Suono io', dice Calum, molto tranquillamente.
'Calum, cosa hai fatto?' urlo io in preda al panico, e quando la porta si apre piano piano, inizio a sentirmi mancare l'aria.



Buonasera ragazze, ecco a voi il quinto capitolo! E' un pò corto, lo so, ma avevo voglia di postarlo comunque, perchè mi piace ugualmente! Spero sia piaciuto anche a voi, grazie per averlo letto. <3

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Capitolo 6
*** We have to say goodbye ***


Un Luke troppo magro mi appare davanti agli occhi, seguito da Michael alle prese con un budino al cioccolato.
Io fisso Luke, Luke fissa Ashton, Ashton fissa prima me, poi Calum, poi Luke, poi di nuovo Calum che si sta avventando su Michael e il suo budino, poi il budino di Michael, segno che non sta capendo nulla della situazione. Alla fine Luke ci dice di entrare, senza neanche degnarmi di uno sguardo, e grazie a questo inizio a sentirmi ancora più in ansia.
'Emma non ti vedo da un secolo, come stai?' Esclama Michael, ormai rassegnato alla perdita del suo budino che Calum mangia vittorioso seduto sulla schiena di Ashton, che a sua volta è disteso sul divano.
'Emh, si hai ragione! Più o meno tutto bene comunque', rispondo, spostando lo sguardo su Luke alla fine della frase e noto che finalmente mi sta guardando.
'Ti sei divertita a Londra?', mi chiede ancora Michael, annuendo.
'Beh sai, io amo Londra, mi divertirei anche se dovessi dormire sotto un ponte ogni notte', rispondo, cercando di sviare il discorso, era proprio la questione 'Londra' che volevo evitare come primo argomento.
'Cosa hai fatto?', continua a chiedermi Michael, non capendo i segnali che cerco di mandargli furtivamente con gli occhi per fargli capire di smetterla di farmi domande.
'Emma hai qualcosa nell'occhio?', mi chiede Calum con aria interrogativa. Possibile che nessuno capisca i miei segnali?!
'No, è tutto a posto Calum', dico rassegnata, sospirando e abbassando lo sguardo. 'Luke! Sei cosi silenzioso, come stai?', chiedo. Non mi conviene girarci intorno ancora, qui nessuno sembra capire l'imbarazzo che sto provando.
'Cerco di non pensarci', risponde facendo spallucce e fissando un punto davanti a lui.
In realtà avrei voluto che quel giorno ci fossimo soltanto io, lui e Ashton per poter parlare di noi, ma non eravamo da soli e ovviamente non era il caso di introdurre il discorso.
Annuisco, facendo finta di non aver colto il suo tono freddo, 'Cosa ti hanno detto i medici? Il braccio guarira presto immagino'
'Si, ma non è a quello che evito di pensare.' Ora mi guarda con aria di sfida, come se mi stesse dicendo che in realtà sa già tutto e che quella visita ce la saremmo anche potuta risparmiare perchè non servirà a niente.
'Capisco..' rispondo, evidentemente in imbarazzo.
'Vi va se ordiniamo delle pizze e ceniamo insieme?' esclama Calum all'improvviso. Lo invidio tanto, è sempre così allegro e spontaneo. Si comporta come se niente potesse buttarlo giù.
'Credo che Ashton ed Emma abbiano altri programmi per stasera', risponde Luke.
'No, veramente noi...' sta per dire Ashton, ma io, avendo capito che Luke non ci vuole tra i piedi ad oltranza, mi affretto a dire, 'Esatto, eravamo solo passati per vederti e per un saluto veloce, dobbiamo proprio andare via ora.'
Ashton mi guarda con aria interrogativa, mentre io lo guardo per fargli capire che non è il caso di rimanere e così usciamo da casa di Luke, con un ciao generale.




'Ashton, Luke sa già tutto. Non saremmo dovuti andare, ora non riusciremo più a parlargli! Ha avuto la conferma di quello che sospettava, e, sicuramente, ora farà di tutto per evitare di parlarci.' Siamo nel mio appartamento ora, Ashton è steso sul divano e io provo a cucinare qualcosa per cena.
'Emma, non farti paranoie inutili. Oggi abbiamo tastato il terreno e abbiamo capito che dobbiamo andarci molto piano. Non era questa la reazione che mi aspettavo da parte sua, ma dobbiamo solo adeguarci e comportarci nel modo migliore possibile affinchè si riprenda. Torneremo da lui la settimana prossima, dirò ai ragazzi della situazione così ci lasceranno da soli e cercheremo di parlargli', dice lui mentre si avvicina a me per abbracciarmi.
Non sono molto in vena di chiacchere questa sera, in realtà non mi va neanche di cenare, ed Ashton se ne accorge. 'Cos'hai? Non starai così per Luke?'.
'Non ho nulla Ash, sono solo stanca', mento e non lo guardo.
'Non è vero, stai evitando il mio sguardo. Parlami!'
Scoppio a piangere. 'Non riesco a vedere Luke in quel modo! Si sta consumando, lo hai visto anche tu! Chissà da quanto tempo non mangia o non esce, è chiuso a casa da mesi ormai, e di certo la causa non è il suo braccio che ormai è guarito! E' colpa mia Ashton, è tutta colpa mia! Lui sta così per me e io non riesco a stare qui ora a fare finta di niente mentre lui si scervella cercando di capire perchè gli ho fatto questo e in cosa ha sbagliato. Io gli voglio bene, non voglio vederlo soffrire.'
Con uno scatto Ashton mi abbraccia e mi stringe più forte che può, per farmi sentire che lui è lì con me, sempre e comunque. Un anno fa, sentendo quelle parole, avrebbe preso la sua giacca e sarebbe uscito dall'appartamento sbattendo la porta. E' veramente cambiato.
'Lascia stare la cena', mi sussurra, 'andiamo a letto, hai bisogno di riposarti.'




Siamo stesi ormai da ore, e nessuno dei due accenna a muoversi. Ashton fissa il soffitto, ed io, appoggiata sul suo petto, osservo un angolo della stanza. Lui mi accarezza dolcemente i capelli, dandomi qualche bacio di tanto in tanto, vorrei restare così per sempre e dimenticare tutto e tutti. Ma il pensiero fisso di Luke mi assilla, ho bisogno di risolvere questa situazione.
'Io vado a casa sua', dico ad un certo punto alzandomi dal letto e prendendo le chiavi della macchina di Ashton.
'Emma, sono le tre di notte, dove vuoi andare a quest'ora?' dice Ash, seguendomi fino alla porta.
'Io non ce la faccio a starmene con le mani in mano Ashton', cerco di aprire la porta ma lui la sbatte richiundendola.
'Pensi che a me faccia piacere sapere che il mio migliore amico si è ridotto così a causa mia? Noi lo conosciamo, sappiamo come dobbiamo affrontarlo, ne abbiamo già parlato. Cerca di calmarti ora, andiamo a dormire, domani starai già meglio e ci andremo a parlare appena svegli, non aspettiamo altro tempo. Va bene?'. E' incredibile! Come fa ad essere così dolce e lucido? Io sto solo cercando un vaso da spaccare per terra (per fortuna in casa non ne ho) o una porta possibilmente non di vetro da prendere a pugni!
Annuisco debolmente e mi lascio trascinare in camera da letto e appena poggio la testa sul cuscino, crollo in un sonno profondo.




Ciao a tutte!! Scusate se ci ho messo qualche giorno, ma finalmente sono riuscita a postare il capitolo! Spero vi sia piaciuto, mi farebbe piacere sapere cose ne pensate della storia!
Ho aperto da poco un account su twitter, segutemi se vi va! :) https://twitter.com/Itwastobe21

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Capitolo 7
*** Flashbacks ***


Il sole questa mattina è più caldo rispetto agli altri giorni, ed è come se lo sentissi in piena faccia, quasi come se lo avessi di fronte, deve essere molto tardi.
Il braccio di Ashton mi blocca e mi tiene stretta a lui, ma riesco comunque a girare la testa per guardarlo. E' così bello anche quando dorme, con i ricci che gli cadono sulla fronte e le labbra schiuse. Vorrei baciarlo, ma ho paura di svegliarlo, così mi giro e guardo il panorama dalla finestra della mia stanza.
Sidney è quasi sempre soleggiata, calda e accogliente, il luogo perfetto per una come me.
Inizio a pensare a quando due anni fa sono venuta a vivere in Australia. Era tutto così diverso, a partire dalle stagioni. A casa, in Italia, ero abituata a festeggiare il Natale con almeno un maglione di lana addosso, e mi ricordo che a tavola, il posto vicino al camino era riservato a me, mentre qui il giorno di Natale tutti vanno a mare e le temperature sono altissime! Non riuscivo ad abituarmi a nulla, neanche alla cosa più insignificante, o agli orari per esempio. Mi ritrovavo a dormire di giorno e a stare sveglia di notte, e grazie a questo ora ho una cultura sui film pari a quella che che c'è dietro metà della storia di Hollywood! Stavo prendendo seriamente in considerazione l'idea di tornare a casa finchè ho incontrato Ashton.
Premetto che la mia memoria non sia delle migliori, ma quel giorno, non credo che riuscirò mai a dimenticarlo.




Ero in un piccolo takeaway vicino a casa di Ashton, ma allora non sapevo ancora che lui abitasse lì. Avevo sentito dire che quello era il quartiere delle ville enormi e supercostose, il quartiere dei VIP, ma non avevo mai avuto la curiosità di farci un giro.
Quel giorno però, mi ero svegliata più tardi del solito, quindi avevo deciso di non presentarmi all'università e fare un giro in uno dei quartieri che non avevo mai visitato a Sidney.
Mi era capitato tra le mani un volantino di un pub aperto anche all'ora di pranzo, e avendo una certa fame, decisi di andare alla ricerca di questo posto.
C'era una marea di gente e mi misi in coda. Davanti a me c'era un tipo un pò strano: aveva una bandana tra i capelli ricci, degli occhiali da sole dalle lenti molto scure, ed era vestito interamente di nero.
Mentre pensavo a come facesse ad indossare vestiti di quel colore in piena estate mi accorgo che si sta rivolgendo a me, ma non avendolo ascoltato non ho idea di cosa mi stia dicendo.
'Scusami, puoi ripetere? Ero distratta', dico gentilmente, accennando un sorriso. Tendo sempre a sorridere alle persone, soprattutto agli estranei. Non si sa mai, potrei migliorare la giornata a qualcuno di loro.
'Dicevo che non ti ho mai vista da queste parti, non sei di qui, vero?'
Che strana domanda da fare ad una che hai appena visto, 'No, infatti, sono Italiana', rispondo un pò scettica, ma la sua voce mi è familiare.
'Wow! Come mai sei qui?'
Non so perchè, ma il suo tono confidenziale mi mette sicurezza, e decido di rispondergli anche se non ho idea di chi sia. 'Sono qui per l'università, volevo lasciare l'Italia subito dopo aver finito la scuola.'
'Capisco, anche se l'Italia è un bel paese.' risponde lui, annuendo con la testa.
'Beh sai, la maggior parte delle persone che ci sono nate non la pensano esattamente così, ed io sono una di quelle.'
Poco dopo arriva il suo turno. 'Ehi ti va di mangiare qualcosa insieme?'
Non so neanche quale sia il suo nome, ma quando mi sono trasferita qui, mi sono ripromessa di accettare tutte le occasioni che il destino mi avrebbe offerto, mi ero ripromessa di essere diversa, di lasciarmi alle spalle la vecchia me, sempre troppo perfettina.
'Volentieri!' sorrido sicura.
'Perfetto', sorride anche lui, 'ordiniamo allora'.
Il suo sorriso mi ricorda quello di un batterista di una band che se non sbaglio era proprio Australiana, che ascoltavo durante gli anni del liceo. Non sono mai stata una di quelle ragazzine che sanno persino la marca delle mutande del proprio cantante preferito, io mi limitavo ad ascoltare le canzoni che mi piacevano ma che poi finivo per cancellare dall'iPod a causa della mia ossessiva voglia di cambiare.
Usciti dal pub si presenta. 'Comunque piacere, io mi chiamo Ashton, per gli amici Ash', e mi porge la mano che io stringo immediatamente dicendo il mio nome.
Siamo seduti in un prato ed entrambi stiamo mangiando con gusto i nostri panini, quando io decido di togliermi quel dubbio che mi ronza in testa da quando mi ha sorriso.
'Ashton, tu sei il batterista dei 5 Seconds of Summer, giusto?
'Ahahah, si sono proprio io, sei una fan?'
'Ascolto le vostre canzoni, ma non mi definirei tale, non sono neanche mai stata ad un vostro concerto. Come mai non sei seguito da una folla di fan urlanti?'
'Sai, non ti nascondo che la mia vita è un pò frenetica, come penso immagini, ma le fan sono molto rispettose, e quando abbiamo due giorni di pausa si limitano a chiedere un autografo con una foto e poi ci lasciano trascorrere la giornata come meglio crediamo', sorride orgoglioso, come se stesse parlando di persone alle quali è molto affezionato.
'Beh, sei molto fortunato, questo è sicuro', ribatto, non sapendo che dire.
'Si, lo siamo tutti quanti. Prima o poi ti porterò ad un nostro concerto, tra qualche mese dovrebbe uscire il nostro terzo album e molto probabilmente ci sarà un tour, se tutto andrà bene.'
'Si, mi piacerebbe molto', sorrido felice.
Finito il pranzo, ci distendiamo sull'erba, uno accanto all'altro, e guardando il cielo iniziamo a parlare un pò di noi. In quel momento era come se l'unico limite fosse davvero il cielo. Raccontavo qualsiasi cosa mi passasse per la mente, anche la più stupida, senza vergognarmi, senza la paura di essere giudicata. E lui faceva lo stesso.
Le ore passarono velocemente tra una chiacchera e l'altra, ed il sole iniziava a tramontare. Che ci crediate o no, quel tramonto non fu come tutti gli altri. In diciotto anni non avevo mai visto un tramonto così bello. O forse mi sembrò qualcosa di spettacolare perchè ero con la persona giusta.
'Guardare il sole tramontare mi rilassa sempre. E' come se la parte più ansiosa di me tramontasse con lui', mi confidò Ash ad un certo punto. 'E' in assoluto la parte della giornata che preferisco.'
Io non dissi nulla, mi limitai ad annuire contonuando a guardare verso il tramonto, ma dentro il cuore mi scoppiava, perchè lui stava condividendo una delle sue cose preferite con una perfetta sconosciuta, con me!
Restammo tutto il resto della giornata stesi sull'erba in quel parco, come vecchi amici, a raccontarci le nostre vite. La sera stessa avrei giurato di conoscerlo da sempre per quante cose mi aveva raccontato, e, dopo esserci scambiati i numeri, si offrì di riaccompagnarmi a casa mia, che non era molto lontana dalla sua.




Mentre sto ancora sognando ad occhi aperti, sento il respiro di Ashton sul mio orecchio e, subito dopo, inizia a stamparmi dei leggeri baci sulla guancia e sul collo. Adoro quando lo fa, è il risveglio più dolce che possa avere.
'Sei sveglia da un pò, ti stavo osservando..a cosa pensavi?'
Mi giro in modo da guardarlo negli occhi, 'Al giorno in cui ci siamo conosciuti', gli sorrido. 'Sai che non ho ancora capito perchè mi hai rivolto la parola?' chiedo ridendo.
'Mi ero girato per caso verso la porta e all'improvviso ho visto te che eri intenta ad osservare il locale. Eri talmente bella che decisi che dovevo conoscerti', mi risponde guardandomi intensamente. 'Poi il fatto che tu abbia accettato il mio invito a pranzare con me nonostante mi conoscessi da soli cinque minuti mi ha tolto ogni dubbio, ho capito da subito che saresti stata importante. E, non te l'ho mai detto, ma non ho più visto un tramonto così bello da quel giorno.'
Mi viene quasi da piangere, nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.
Iniziamo a baciarci e per il resto della mattinata rimaniamo tra quelle lenzuola bianche, solo io e lui, dimostrandoci il nostro amore nel modo migliore che conoscevamo.



Buonasera!! Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, quindi se ne avete voglia potete scrivermi in posta o lasciare una recensione! :) Grazie per averlo letto <3

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Capitolo 8
*** La quiete dopo la tempesta ***


Era sera ormai, e per quanto mi dispiacesse, dovevo alzarmi dal letto e prepararmi, soprattutto psicologicamente, all'incontro decisivo con Luke.
Nelle ultime due ore, mentre Ash dormiva beato, ho pensato tanto a cosa dirgli, a come presentarmi...ho addirittura pensato che forse sarebbe meglio andarci da sola, alla fine la questione riguarda me e lui...e la nostra fine a causa del ritorno di Ashton.
Scossi la testa. No. Non era stata colpa di Ashton, la decisione di ritornare con lui l'avevo presa io. Avevo solo cercato di annegare quella parte di me che lo amava, e che era ritornata prepotentemente a galla la sera in cui Ashton si era presentato quasi in lacrime a casa mia.
Mi infilo sotto la doccia, e mentre l'acqua scorre sui miei capelli e sul mio corpo, chiudo gli occhi, sperando di uscire da quella doccia più motivata di come ci sono entrata.
Squilla il telefono, è Gemma, la mia migliore amica. Ultimamente ci stiamo sentendo poco, anche se le ho più o meno accennato al casino che è successo. Dopo le solite due frasi consolatorie, ha spostato l'attenzione sulla sua vita alquanto perfetta, ed è per questo che ora non ho voglia di parlarle. E' sempre stata un pò impulsiva in realtà, sempre concentrata sull'essere un gradino più in alto di tutti, e io ho sempre accettato la cosa, a patto che non mi giudicasse. Fortunatamente non l'ha mai fatto, fino a qualche giorno fa, e, dopo aver litigato, le ho chiuso il telefono in faccia, sparendo per alcuni giorni.
Dopo aver deciso che questo non è il momento migliore per rifarmi viva, sveglio Ashton e inizio a vestirmi.




Due ore dopo, siamo appena scesi dall'auto e ci stiamo avviando verso la porta d'ingresso di casa di Luke.
'Hai avvisato Calum e Michael di lasciarci da soli?' chiedo, ricordandomi all'improvviso di quello che era successo la volta prima con Calum all'ingresso.
'Si, è tutto a posto, tranquilla,' mi stringe a sè e mi dà un bacio sui capelli.
Appena arrivati allungo un dito e suono, senza esitare, tanto non cambierebbe le cose. Durante il viaggio in macchina io e Ashton abbiamo improvvisato un dialogo con le cose da dirgli, e ci siamo divisi le battute, sperando che non ci siano imprevisti o intoppi. Siamo entrambi decisi a chiarire.
La porta si apre e ci ritroviamo un ragazzo biondo, dallo sguardo e dal look alquanto spento, che ci fissa con sguardo annoiato, come se volesse dirci 'Di nuovo voi?'.
Decido che è meglio non farci caso, altrimenti rimarrei lì per mezz'ora a farmi mille paranoie, e, spedita, entro dentro casa seguita da Ash, costringendolo a spostarsi di lato per farmi passare.
'Cosa siete venuti a fare?' chiede Luke in un tono alquanto brusco.
'Ascolta Luke,' inizia Ashton, 'sei il mio migliore amico, e sai benissimo che l'ultima cosa che voglio è vederti così, a causa mia tra l'altro. Ma...insomma, ti ricordi tutti i discorsi che facevamo di notte, quando non riuscivamo a dormire, sul vero amore? Eri tu quello che diceva di non farci scappare una ragazza a cui tenevamo per nessun motivo. A costo di far soffrire qualcuno, tanto gli sarebbe passata, prima o poi. Invece il rimpianto di non essersi preso quello che si voleva più di ogni altra cosa al mondo, rimane per tutta la vita.'
'Ashton, io ero innamorato! Come hai potuto fare questo al ragazzo che consideri il tuo migliore amico?' la voce di Luke sembra quasi strozzata, come se avesse un nodo in gola.
'Luke', tenta invano Ashton.
'No Ashton, no! Lasciami finire. Tu dovresti conoscermi forse meglio di chiunque altro. Tutte le notti insonni io le ho passate confidandomi con te. Ero certo di potermi fidare! E quella maledetta sera il mondo mi è crollato addosso, assieme alle mie uniche due certezze.' Il suo sguardo lascia trapelare qualsiasi sentimento, rabbia, risentimento, quasi odio. 'E poi tu', si gira verso di me, venendomi incontro a piccoli passi, che d'istinto mi costringono ad indietreggiare, 'dove sono finiti tutti i nostri sogni, tutti i nostri progetti? Tutte le cose che mi dicevi? Insieme, ovviamente, a quelle che mi hai tenuto nascoste per più di un anno!'
E' a un palmo dal mio naso, tanto che i nostri respiri si confondono, e giurerei che da un momento all'altro potrebbe perdere il controllo.
'Luke, io ti voglio bene.'
'Non prendermi in giro! Basta, mi hai stancato!' mi urla in faccia.
Inizio a perdere il controllo della situazione, è come se mi sentissi in una bolla, ma riesco ancora a capire che Ashton è intervenuto e sta cercando di farlo allontanare da me facendogli pressione con la mano sul petto.
'Non mi toccare, sei un traditore!' urla Luke, e gli sferra un pugno in piena faccia.
Io d'istinto urlo, ma non mi azzardo a correre da Ashton. Mi metto tra i due, sperando di poter calmare la situazione, ma, soprattutto, sperando che Ashton non reagisca.
Con uno slancio abbraccio Luke, più forte che posso, e scoppio a piangere.
'Luke, io non ho mai voluto farti del male, in alcun modo. Tu sei una persona fantastica, e io non ti merito. So di essere la persona che odi più di ogni altra in questo momento, so che vorresti sbattermi fuori da casa tua,' dico tra un singhiozzo e l'altro, 'si di averti ridotto in questo stato, e, credimi se puoi, questo sta distruggendo anche me. Non sono mai stata la ragazza affidabile che tu credevi che fossi, ma la colpa è mia per non avertelo dimostrato prima, non tua per averlo creduto.'
Mi blocco per riprendere fiato, e noto che le sue braccia mi stanno stringendo e che la sua testa e incurvata sulla mia spalla. Sta piangendo, in silenzio.
'Spero che un giorno tu possa perdonarmi Luke. Tu ed Ashton però, sarete sempre migliori amici, tra di voi non cambia nulla. Puoi avercela con me, ma la colpa non è sua. Non si può scegliere chi amare, Luke.'
'Il pensiero che tu mi abbia preso in giro per un anno, mi tormenta' mi sussurra, come se le lacrime gli avessero portato via la voce.
'Non devi assolutamente pensarlo. Io non ti ho mai preso in giro, neanche per un secondo. Ogni cosa, anche la più semplice, che c'è stata tra di noi, era vera, ed io ci ho messo tutta me stessa. Ma non tutto dura per sempre Luke. Se non mi importasse di te, secondo te, sarei qui ora?'
Fa di no con la testa, mi dà un bacio sulla guancia, e staccandosi da me, si avvicina ad Ashton che è rimasto per tutto il tempo a fissare la scena, anche un pò incredulo per il pugno di Luke.
'Scusami fratello', gli dice Luke abbracciandolo e ricominciando a piangere.
'E' tutto a posto..scusami tu', risponde Ashton ricambiando l'abbraccio.
E' decisamente la scena più bella che abbia mai visto, ed è come se il mio cuore si riempisse di gioia fino a quasi scoppiare.
Non so se mi ha perdonata, ma so che ha perdonato Ashton, ed una parte di me è troppo felice per far prevalere quella triste e preoccupata.




Siamo finalmente a casa, e siamo davvero soddisfatti per come sono andate le cose. Ashton continua a parlarne con una scintilla negli occhi, come se fosse l'avvenimento più bello della sua vita, e probabilmente è così.
Siamo riusciti a sistemare ogni cosa, ma sappiamo che all'inizio non sarà facile. Luke ci metterà un pò a fidarsi di nuovo di noi, ma meglio di niente, no?
Sia io che Ashton andiamo a dormire, soddisfatti di noi stessi ma anche completamente esausti.




Buonasera! Inizio col dire che mi rendo conto di quanto il capitolo sia scadente e corto, e mi scuso. Stavo pensando di far finire qui la storia, per diversi motivi. Il primo è che non riceve l'interesse che vorrei: i capitoli vengono letti da sempre meno persone, ogni capitolo non supera le due recensioni, esagerando. Poi ho un pò perso l'ispirazione, infatti ci ho messo più di una settimana a decidermi di postare il capitolo, e, tra l'altro, mi sembra anche che stia perdendo di significato ad ogni capitolo. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate voi a questo punto, grazie per aver letto il capitolo, baci.

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