Someday... I'll arrive... di Smiry90 (/viewuser.php?uid=55755)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Il mio nome è Marilyn ***
Capitolo 3: *** Ci avrei scommesso, baby! ***
Capitolo 4: *** Io ti amo, Two Hands! ***
Capitolo 5: *** Perchè ti ostini tanto? ***
Capitolo 6: *** La telefonata di Balalaika ***
Capitolo 7: *** Fino alla fine del mondo! ***
Capitolo 8: *** Someday... I'll arrive... ***
Capitolo 1 *** introduzione ***
Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Introduzione
Normal
Il vento passava leggero sul volto di Rock, in piedi
davanti a quelle due lapidi, dove comparivano quei due volti così innocenti,
così dolci, eppure… Le lacrime gli salivano agli occhi ogni volta che si recava
lì… ricordava ancora la prima volta che ci era andato, dopo quella telefonata di
Balalaika; sentire da lei quelle parole gli sembrò un sogno, non pensava che lo
avrebbe mai fatto… ed invece… lei personalmente aveva chiesto che i due bambini
fossero seppelliti in quel cimitero, sopra il mare… e non sapendo cosa scriverci
sopra, aveva semplicemente fatto scolpire i nomi con cui li avevano conosciuti:
Hansel e Gretel… Si era recato lì immediatamente, e aveva pianto la prima
volta che aveva rivisto il visino dolce di Gretel stampato su quel freddo marmo…
e ogni volta che passavano di lì, per lui era inevitabile fermarsi e parlare un
po’ con loro… gli pareva ancora di vederla mentre scendeva dalla Black Lagoon
con quel cappello e gli proponeva di fare un pic-nik… “Rock!!! Ti vuoi
muovere porco di un cane??? È un’ora che ti aspetto cazzo!!!” la solita dolce
grazia di Revy aveva fatto tornare il ragazzo sulla terra; si voltò per scusarsi
e la guardò mentre se ne stava appoggiata ad un alberello… “scusami… lo so
che ti faccio aspettare, ma cerca di capirmi…” “Rock, erano due mocciosi
fastidiosi ed ora sono morti! Che cosa devi venire a fare ogni volta
qui??” “se vuoi puoi tornare alla nave… non c’è bisogno che mi aspetti sempre
qui…” “tze…” era bravo a farle prendere i sensi di colpa, tanto che la
ragazza, per quella volta, si rigirò pronta ad andarsene; quando ad un tratto
qualcosa catturò le loro attenzioni… “Someday I want to run away… to the
world of midnight…” Revy si fermò di scatto: il sangue le si gelò nelle vene
nel sentire quella canzone, quella vocina che la cantava, era come tornare
indietro nel tempo… La voce continuava a cantare… “Where the darkness fill
the air… where it’s icy cold…” Revy sentì dei brividi di terrore
percorrerla; si voltò di scatto sperando fermamente che quello che immaginava
non si fosse avverato e non vide più Rock… lo cercò con lo sguardo e lo
riconobbe mentre correva verso quella voce “brutto idiota!!! Ti farai
ammazzare!!” Rock era come rapito da quella canzone che le ricordava tanto la
piccola Gretel e sperò nel profondo del suo cuore, anche se sapeva perfettamente
che non poteva accadere, di rivederla cantare e poi fare quell’inchino davanti a
lui… “Where nobody has a name… where living is not a game… “ La voce
ormai era vicina… veniva da dietro una lapide… ormai il momento della verità era
vicino; Rock si sporse da quella lapide timoroso e… vide una ragazza
inginocchiata… ma, come immaginava, non era Gretel… era una ragazza dalla pelle
leggermente scura, i capelli castani chiari, sui quattordici anni a occhio e
croce, seduta davanti ad una lapide, che cantava quella canzone dedicandola
probabilmente alla persona sepolta lì… La sua voce era dolce e malinconica, e
Rock non poté fare a meno che restare a guardarla finché il canto non fosse
finito… ma… la ragazzina si era già accorta di lui; Rock non aveva notato che a
terra c’era una fondina con una pistola, che ora si ritrovava puntata in faccia…
“chi sei?? Cosa vuoi?” quando la ragazza si alzò e guardò Rock, la sua
espressione cambiò radicalmente, ed il ragazzo riconobbe lo stesso istinto
omicida di Revy… ma quello era molto più deciso… deciso a farlo fuori! “eih
eih aspetta!! Non volevo spiarti, veramente, è solo che…” le giustificazioni di
Rock non le importavano affatto, la presa alla pistola fu più forte, il dito sul
grilletto, le parole amare… “muori schifoso uomo!!!” Lo scoppio dello
sparo rimbombò nel silenzio di quel cimitero; dopo di che nemmeno una mosca
mosse più l’aria, mentre la pistola della ragazzina giaceva a terra e il fumo
della Cutlass di Revy si dissipava nel vento… “ no no baby non ci siamo…
possibile che senza la balia sei perso?” Rock era a terra e guardava Revy come
se fosse stata un super eroe, mentre la ragazzina la fissava con occhi
sbalorditi e quasi tremava alla sua presenza… “tu… tu… tu sei Two Hands!!!”
Revy sbarrò gli occhi senza capirci più un acca, quando quella ragazzina gli
corse incontro continuando a ripetere “tu sei Two Hands” sorridendo felice come
una pasqua… “si sono io, e allora??” rispose semplicemente con la sua
grazia “era una vita che ti stavo cercando”
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Il mio nome è Marilyn ***
Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Cap 2
Erano già otto volte che quella
ragazzina le ripeteva che cercava proprio lei, ma Revy ancora non ci poteva
credere… certo che però non esistevano molte Two Hands in giro, quindi il
cerchio si stringeva per forza di cose… all’ennesimo “non ci credo” di Revy,
Rock decise di spezzare quel circolo…
“em… tu come ti chiami?” la ragazza
lo guardò con uno sguardo a dir poco raggelante, senza rispondere alla sua
domanda, e fu allora che Rock realizzò che doveva avere qualcosa contro di
lui… Si limitò solo a guardarla:
era bassina, dai capelli lunghi, e lo sguardo dolce coronato dagli occhioni
azzurri; e, a distruggere tale dolcezza, il suo abbigliamento rude: un paio di
jeans mezzi strappati, una maglietta nera con un teschio stampato sulla spalla
destra e una cinta nera che riportava una scritta metallica; Rock tentò di
leggere cosa ci fosse scritto e piano piano riuscì a leggere la scritta
“Marilyn”… che fosse stato il suo nome? Avrebbe voluto chiederglielo, ma aveva
timore di un altro sguardo fulminante da parte di quella ragazzina, che gli
ricordava tanto quello di Revy…
così guardò la sua compagna e tentò di spuntarla con
lei
“ Revy, sembra che con me lei non
voglia comunicare… perché non gli chiedi tu qualcosa…?”
“per
esempio??”
“be, che ne so… almeno sapere come
si chiama… e che vuole da te…”
“oh… e va bene… che palle che sei…
senti mocciosa… come cacchio ti chiami?? E si può sapere che diavolo vuoi da
me??” la grazia di Revy non aveva turbato minimamente la ragazzina, che anzi
sembrava ancora più felice ora….
“sei proprio come mi avevano detto…
io mi chiamo Marilyn! Piacere Two Hands!!!”
“si si… ma non mi hai risposto alla
seconda domanda… e non starmi così appiccicata!!!” Revy si spinse via la
ragazzina, che continuava a scodinzolarle attorno, e meditava seriamente di
sparargli…
“ io ho bisogno del tuo aiuto! Devi
accompagnarmi a Tenerife!!”
“Tenerife??? Ma è dall’altra parte
del mondo!! Tu sei pazza…”
“ma non è questo il tuo
lavoro?”
“si ma noi non facciamo la carità!
Se ci paghi ti portiamo anche all’inferno!”
“di questo non ti devi preoccupare!
Io vi pagherò!! Dimmi solo quanto, io vi pagherò tutto!!”
“e dove li vai a prendere tutti
quei soldi?” Rock non riusciva più a stare in disparte, ed era intervenuto nel
discorso, consapevole della reazione della ragazzina
“questi non sono affari che ti
riguardano…”
“almeno dicci perché vuoi arrivare
a Tenerife…”
“non sono costretta a dire certe
cose a uno come te!!”
“Rock! Lascia perdere! Non ci
interessano queste stronzate! Ne parleremo con Dutch! Mocciosa tu vedi di avere
i soldi che dici e poi potrai arrivare dove ti pare…” Revy aveva definitivamente
posto fine a quel discorso; Marilyn approvò la decisione di Revy e prima di
andarsene le disse
“ci vediamo dopo Two Hands! Grazie
mille!!” e poi si allontanò decisa, a testa alta; Rock la osservava mentre
camminava e più la guardava, più rivedeva Revy, in tutti i suoi modi di fare…
l’unica cosa era che con quella ragazzina non riusciva ad infrangere il muro che
si creava davanti e questo lo avviliva, non perché fosse talmente ambizioso da
credere che dovesse essere simpatico a tutti, semplicemente perché capiva che
alla base di quella remissività c’era sicuramente qualche trauma infantile,
ormai ne aveva viste così tante di quelle cose che avrebbe potuto scriverci un
libro, e sinceramente non avrebbe voluto trovarsi davanti un’altra pazza omicida
dal cervello distorto dalla violenza… aveva giurato a se stesso che non avrebbe
mai più visto una cosa del genere… mai più… Mentre pensava a tutte quelle cose
si accorse che Revy lo fissava mentre si accendeva una sigaretta; aveva uno
sguardo strano in quel momento: da una parte sembrava dire “lo so che devi
rompermi i coglioni con una delle tue solite massime”, ma Rock si era accorto
che era cambiato improvvisamente quando lui si era accorto dei suoi occhi su di
lui, e aveva timore che anche Revy avesse preso esempio dalla ragazzina e avesse
deciso di lasciarlo indietro…
“Mi fai accendere?” le chiese
tirando fuori una sigaretta dal taschino
“perché non usi il tuo
accendino?”
“l’ho lasciato alla nave… non
pensavo di trovare quest’imprevisto e così l’ho lasciato dov’era… credevo che ci
avremmo messo meno…”
“se fumi devi sempre portarti
dietro l’accendino idiota! E poi te lo sei cercato tu quest’imprevisto!! Che
palle, devi sempre cacciarti in qualche casino! Ed io ti devo sempre parare il
culo! Se non fossi rimasta lì adesso saresti vestito di bianco a suonare l’arpa
brutto idiota!” mentre sbraitava e si avvicinava, l’accendino gli scappò di mano
e cadde a terra con una violenza tale che se fosse stato qualcosa di poco poco
più fragile non si sarebbero distinti più i pezzi “ che palle!” Revy lo raccolse
svogliatamente e quando fece per accendere si accorse che, probabilmente,
l’aveva rotto… “ e che cazzo! Ci mancava solo questa!!!”
“dai non ti arrabbiare… non ti
preoccupare non fumo…”
“ma che cazzo stai dicendo? Dai
vieni qui, ti faccio accendere io” Revy si avvicinò a lui con la sigaretta e la
fece aderire a quella di Rock per accenderla; la carta si consumava lentamente
al contatto con la sigaretta accesa, e quella vicinanza, seppur così lontana,
rendeva Revy sempre nervosa… non le piaceva stare troppo a contatto con le
persone, le dava fastidio trovarsi così vicino a qualcuno, la faceva sentire
senza difese, stretta, con le spalle al muro, e non vedeva mai vie d’uscita… e
se lei non comandava il gioco non si sentiva al sicuro… ma Rock non era di certo
un qualcuno qualunque… e per quanto fosse nervosa ogni volta, lui era l’unico al
quale permetteva di fare una cosa del genere, era l’unico che sfidava in quel
contatto, in quel gioco di sguardi; ma il suo ora era totalmente perso altrove,
nemmeno la guardava, era come se stesse usando un cazzo di accendino qualunque,
e questo la rese, stranamente, molto irritata… si staccò immediatamente e si
voltò, dandogli le spalle
“muoviamoci torniamo alla nave…”
disse con la voce che le tremava
“sei arrabbiata?”
“tu cosa credi??”
“non lo so… si tu sei sempre
incavolata, ma oggi mi sembri particolarmente sulle tue… è per quello che è
successo oggi? Per quella bambina?”
Quella bambina… Revy sapeva che
l’avrebbe tirata di nuovo in ballo… possibile che non capiva che il problema non
era quella dannata mocciosa? Revy ebbe un sussulto… ma allora… qual’era il
problema?
“ma che cazzo ne vuoi sapere tu?”
si limitò a tagliare il discorso a quel modo, e iniziò ad avviarsi verso la
nave, seguita da Rock, che in quel momento sembrava totalmente perso in pensieri
tutti suoi… il silenzio che era calato sui due era pesante, rotto solamente dai
passi forti di Revy e delicati di Rock… Ma, forse non molto la voglia di rompere
quel silenzio, quanto quella di dire la sua, Rock iniziò a parlarle, insicuro
che lei lo stesse ascoltando…
“Revy dove pensi troverà i soldi
per pagarci?”
“non me ne frega un cazzo”
“ma è solo una ragazzina… io credo
che abbia sofferto molto in passato… prima mi ha chiamato amaramente “uomo”, e
l’ha detto in un modo molto aspro… credo che se non mi voglia parlare ci sia un
motivo profondo perché…”
“CREDI DI STARE SIMPATICO A
TUTTI???” Revy si era voltata di scatto e aveva urlato verso di lui in modo
incondizionato… Rock era rimasto di
sasso a quella sua reazione, e aveva paura di averle fatto qualcosa per la quale
ora lei si fosse arrabbiata così… ma sapeva, o almeno lui ne era convinto, di
non averle fatto nulla…
“ Solo perché tu mi odi non vuol
dire che debbano farlo tutti, non credi?” Rock era rimasto ferito, a suo modo,
dalle parole amare di Revy, e aveva risposto con uno sguardo di pietra; Revy
sentì come un’esplosione dentro di sé e si risentì di aver detto quelle cose… ma
lui la stava veramente facendo incazzare con quel suo modo di fare… eppure…
perché la stava facendo incazzare tanto? Non capiva perché si sentisse così
irritata da lui, sapeva solo che quella confusione la rendeva ancora più
nervosa… possibile che lui non si fosse accorto che c’era una certa volontà nel
far cadere quell’accendino poco prima? Forse non se ne era accorta nemmeno lei…
Si voltò di nuovo… si morse le labbra per ciò che stava per dire, non era da
lei, lo sapeva bene, ma sentiva di doverlo dire, altrimenti sarebbe stata un
veleno tutto il giorno…
“Rock…
scusami…”
Il ragazzo sbarrò gli occhi: cosa
aveva detto? La grande Revy che chiedeva scusa?? Quello era un evento da
annoverare! Avrebbe voluto dire qualcosa ma lei riprese a camminare e Rock capì
che era meglio finirla lì…
Fino alla nave regnò il silenzio…
Revy salì senza dire una parola a nessuno, sbatté la porta della sua cabina
talmente forte da far vibrare la nave e si stese sul tetto con le cuffie nelle
orecchie…
Rock salì dopo di lei, e si ritrovò
puntati addosso tutti gli sguardi di Dutch e Benny…
“che c’è?” chiese sentendosi
osservato
“che ha fatto sta volta??” Disse
Dutch sconsolato
“veramente non ne ho idea…”
“possibile che ogni volta che sta
con te torna alla nave incazzata nera? Io credo che voi due siate proprio
incompatibili…” rise Benny, strofinandosi gli occhi
“si lo credo anche io…” Rock
ripensò ancora alle parole che Revy gli aveva urlato contro, e si sentì
rattristare… così per non pensarci decise di parlare a Dutch di Marilyn “ ah
Dutch, mi sa che abbiamo un lavoro da fare…”
Rock raccontò l’accaduto, e Dutch
decise di attendere se quella ragazzina si fosse fatta viva con i soldi…
“tre ore… le do tre ore… riposatevi
nel frattempo… se non si fa viva per le sette ce ne andiamo… non possiamo
perdere tempo qui…” questa fu la condizione posta da Dutch, e Rock si vide
costretto ad accettare… Se ne andò nella sua cabina e si stese sul letto,
cercando di riposare… ma le tornava sempre in mente quella ragazzina, Marilyn… e
più ci pensava, più aveva voglia di conoscerla, di aiutarla… non voleva che
anche lei diventasse come loro… come i gemelli…
Nel frattempo Revy aveva
scaraventato a terra l’mp3 e fissava il soffitto della cabina, pensando alle
cose più disparate; ma le tornava sempre in mente Rock, quando, poco prima,
avevano acceso le sigarette, come lui l’avesse totalmente ignorata e l’avesse
trattata come una sciacquetta qualunque… più ci pensava più aveva voglia di
tirargli un pugno sulla faccia, sentiva le mani formicolargli, non ce la faceva
più: sbatté forte il pugno sulla parete, arrossandosi tutta la
mano
“cazzo!! Che male porca troia!!” si
strofinò la mano, sentendo una gran noia crescerle dentro, mista ad una rabbia
che nemmeno lei si spiegava… sapeva che quando si sentiva così solo una persona
poteva tirarla su… Eda… prese il
cellulare e decise di chiamarla… il telefono squillava… alla fine Eda
rispose
'razza di scimmia, che diavolo
vuoi? E se stessi dicendo una messa?'
“tu non dici una messa da quando
sei nata, razza di idiota… come minimo ti starai strafacendo di
alcol…”
'sei di cattivo umore?? Be se
pensi che io sia il tuo antistress ti sei sbagliata scimmia
isterica!'
“va bene, allora me ne vado a fan
culo con qualcun altro, visto che ti rompo tanto i coglioni! Che amica del
cazzo…”
Eda sentì un certo tremolio
nella voce di Revy, come se lei stesse per piangere… non aveva mai sentito
quel tremolio nella sua voce e la sua attenzione all’amica cambiò immediatamente '
va tutto bene Revy?'
“cos’è che non dovrebbe andare
bene?”
'ti sento strana… come mai mi
hai chiamato??'
“perché non sapevo dove sbattere la
testa… avevo bisogno di sentirti…”
Quella era la goccia… ora Eda era
sicura che le fosse successo qualcosa… Revy non le avrebbe mai detto quelle
parole altrimenti…
' senti ho del rum che è una
favola da parte! Avevo meditato di non dirtelo per scolar melo da sola, ma… ti
va di passare da me? Ce lo scoliamo in cappella dai!'
“così chi la sente la
vecchia??”
'tu pensa solo a bere! Tanto la
vecchia rompe le palle a me, non a te! Allora ci stai?'
Revy stette un po’ prima di
rispondere… “ok… passo sta sera…”
'bene! Vedi di non tardare o ti
riempio il culo di buchi extra, ok?'
Revy chiuse il telefono… ma si, un
po’ di rum le avrebbe fatto bene…
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Ci avrei scommesso, baby! ***
Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Cap 2
NormalLa porta della cabina di Revy si spalancò
al’improvviso e Rock si precipitò dentro urlando qualcosa che per la
ragazza, appena svegliata, era incomprensibile… “eih eih!! Si può sapere che
cazzo vuoi razza di idiota??? Mi hai fatto quasi crepare per la paura!” sbraitò
con il suo solito fare “Revy corri, vieni sul ponte!! Presto, prima che
succeda il peggio!” “ma di che diavolo stai parlando??” “corri!!” Rock
tagliò corto con le parole e prese Revy per mano strattonandola per portarla
fuori; Revy urlava parole alla rinfusa, che nemmeno arrivavano alle orecchie di
Rock e faceva resistenza alla presa del ragazzo: la infastidiva essere presa e
trascinata a quel modo; poi notò quello che non avrebbe dovuto notare… Rock la
teneva per mano. L’aveva fatto senza pensare nella foga del momento, e Revy non
capiva se quel gesto la rendesse felice o la facesse incazzare da morire, capiva
solo le parole che le stavano uscendo dalla bocca, da sole,
involontarie… “Rock lasciami la…” “guarda!” Senza accorgersene erano
arrivati sul ponte, dove Dutch puntava la pistola addosso ad una ragazzina; Revy
la riconobbe subito e una rabbia le salì in corpo: Rock l’aveva di nuovo cercata
per quella ragazzina! Non sapeva se imbracciare la pistola e fare un bel buco in
testa a quel bastardo o ammazzare direttamente quella ragazzina… Ma non ebbe il
tempo di fare né l’una né l’altra cosa, perché Dutch l’aveva vista
arrivare “Revy!! Questa pazza vuole parlare solo con te!” alle parole di
Dutch Marilyn si voltò verso Revy e spalancò un radioso sorriso “Two Hands!!
Sei tu!! Pensavo che questi schifosi bastardi volessero fregarmi e invece…”
Marilyn notò ciò di cui né Rock né Revy si erano accorti… si stavano ancora
tenendo per mano… Vedere quella scena mandò la ragazzina in tilt, fu presa da un
istinto omicida e spostò la pistola da Dutch a Rock “lasciala
immediatamente…” “cosa?” fece Rock innocentemente “lasciale subito la
mano!!” la presa alla pistola si fece più forte, lo sguardo della ragazzina
feroce; fu allora che entrambi notarono di tenersi per mano, ed anche Dutch e
Benny ci fecero caso… I due si lasciarono la mano rapidamente; arrossirono, ed
in cuor suo Revy sperò vivamente di no… non voleva dare spiegazioni, perché
nemmeno lei le sapeva… “calmati marmocchia! Se ammazzi tutto l’equipaggio
poi ci vai col cazzo a Tenerife o dove diavolo vuoi arrivare!” Revy si era
cacciata in bocca una sigaretta e si stava stropicciando gli occhi, quando si
ritrovò quella ragazzina appiccicata “allora è vero! Mi ci porterai
davvero!!” “e staccati…! Si basta che hai quei maledetti soldi!!” “certo,
eccoli!!” Marilyn tirò fuori da un borsone centinaia e centinaia di dollari,
tanto che Revy non poté fare a meno di strabuzzare gli occhi! “ma dove
li hai presi tutti quei soldi?!” si stupì Rock “chiudi il becco Rock!” lo
zittì Revy “ per me li può anche aver presi all’inferno! Sono un casino di
quattrini Dutch!!! Che aspetti fa partire questa nave!!” “con calma dolcezza,
prima dobbiamo passare a Roanapur!” le fece Dutch con fare ironico “ah
giusto, sta sera devo andare da quella racchia di Eda…” “vai alla chiesa
della violenza?” le chiese Rock “si mammina vuoi anche sapere a che ora
torno?” “no scusami… hai ancora la luna storta eh?” “posso venire anche
io?” le chiese Marilyn con occhi dolci “che cosa?? Non sentito bene… credo
che tu mi stessi prendendo per il culo… mi hai presa per una balia??”
“guarda che ho tredici anni non sono piccola!!” “gliene avevo dati
quattordici…” Rock parlava praticamente da solo “scordatelo!!” continuava ad
urlare Revy “ te ne stai in camera, o dove cazzo ti pare, ma non credere di
venirmi a rompere! Hai compreso??” Marilyn arrossì leggermente e
sorrise “e adesso che ti prende?” chiese Revy sorpresa dalla reazione;
Marilyn la abbracciò, premendo forte verso di lei, lasciando la ragazza
sbigottita “va bene farò come dici!” rispose poi; Revy arrossì, mentre tutti
la guardavano e si staccò la ragazzina di dosso “e smettila di accollarti!!
Dutch muoviti che se faccio tardi mi tocca riempire la bocca di Eda di piombo
prima che mi massacri le orecchie con le sue rotture!!” “agli ordini
Revy!” La Black Lagoon partì alla volta di Roanapur ed arrivò lì in circa
un’ora… E poco dopo Revy era già con Eda nella cappella a scolarsi rum un
bicchiere dopo l’altro… “Eda…” “si?” “questa roba è uno schifo…
ma dove cazzo l’hai presa?” “ma che cavolo dici? Si vede che non capisci
proprio un cacchio eh Revy! Eh, l’amore ti da alla testa!” “che avresti
detto??” Eda rideva a perdifiato alla reazione di Revy, che aveva sentito si e
no, dato che era già piena come una spugna di alcol, tanto che Eda continuò a
prenderla in giro “ah ah ah!! Quanto mi fai ridere! Basta che si parli di
Rock e subito ti incazzi!!” A quel nome Revy si zittì… si portò il bicchiere
alla bocca e sorseggiò, cambiando radicalmente espressione… quando Eda si fu
ripresa dalle risate si accorse dello stato dell’amica, e si ricordò della sua
voce al telefono… “Revy… ma che hai? È da prima che ti sento strana… è
successo qualcosa con Rock?” “mpf… qualcosa con Rock… certo… come no…” Eda
la guardava con occhi a punto interrogativo, e le allungò un altro bicchiere di
rum… “oggi si è trovato la fidanzata sai? È una ragazzina di tredici anni…
che palle… ce l’ha sempre con lei… Marilyn di qua…. Marilyn di là… lei non lo
può vedere, sono già tre volte che prova ad ammazzarlo e lui no! Deve per forza
farsi accettare anche da lei! E poi viene a rompere a me! Revy c’è Marilyn! Revy
non credi che dovremmo aiutarla… che palle!!! Che palle che palle!!!” “adesso
ho capito dove sta il problema…” Eda aveva un sorrisino talmente idiota sulle
labbra che Revy avrebbe voluto tirarle il bicchiere che teneva in mano, ma aveva
troppo bisogno di lei, in quel momento… continuò a parlare, dopo che ebbe bevuto
l’ennesimo bicchiere… “sai… oggi voleva accendere e non aveva l’accendino… e
allora io mi incazzo perché non se lo porta mai dietro… poi mi fa “fammi
accendere” e io mi incazzo ancora di più… e mentre strillo scaravento a terra
l’accendino, così mi tocca fargli accendere la sigaretta con la mia…. E lui
nemmeno mi guarda! Fa come se io fossi una cazzo di troietta qualunque!!! Che
idiota!! Quel brutto schifoso bastardo! Non si è nemmeno accorto che ho buttato
per terra l’accendino a posta!!” “come come? Non ho capito bene Revy… hai
detto a posta?” “eh?? Ma no, che cazzo dici suora rimbambita! Hai sentito
male di sicuro!” “io non ho sentito male per un cazzo! Dai tieni Revy
fatti un altro goccetto!” “lasciami stare stronza!” Revy tirò in dietro
la testa e si fermò a fissare la cupola decorata con dei mosaici “quel
bastardo…” fece con la voce mozzata “lo odio…” Eda si fermò. Revy aveva di
nuovo quella voce… sembrava abbattuta, triste… era come se fosse sull’orlo di
una crisi di nervi… “eih Revy… ma tu ci sei rimasta davvero così male per
questa storia della ragazzina?” “eh?! Ma chi se ne frega di quella! Una
volta portata a Tenerife la scarichiamo lì e tanti saluti!” “allora cos’è che
ti fa stare tanto male? Ti vedo che sei strana…” “Eda, tu come ti sentiresti
se un tuo compagno, un tuo fottutissimo compagno, che hai fatto tanto per farti
andare a genio, con il quale per una volta sei gentile, ti tratta come se fossi
il suo accendino!? E tutto per una poppante!” “tu sei gelosa, Revy…” “ma
che cazzo dici?? Sta sera stai sparando una cazzata dopo l’altra!!” “e
ammettilo che ti piace! Parli sempre di lui, lo difendi, ti da fastidio se non
ti guarda! E dai Revy, tu lo vuoi, di la verità!” “basta, io me ne vado… che
cazzo ci sono venuta a fare qui per sentire le cazzate di una suora fatta di
incenso!” “lo vedi! Ti incazzi sempre! Questa è la conferma! Revy! Revy!!
Fermati dai, torna qua!!” Eda si alzò e le corse dietro; quando l’ebbe
raggiunta la prese per una mano e la fermò… Revy sentì il calore della mano di
Eda che avvolgeva la sua e le tornò in mente quel pomeriggio, quando Rock le
aveva preso la mano… si fermò di scatto e rimase in silenzio, arrossendo…
“Revy? Che ti prende?” “e io che ne so che mi prende!!! Cazzo! Non
capisco più niente questi giorni!! Era tutto tanto facile prima, quando lo
odiavo, quando mi stava sulle palle! Poi mi sveglio una mattina e lui è li che
mi sorride come se fossi la persona che aspettava di vedere! E li per lì mi da
fastidio, poi piano piano mi faceva sempre più piacere vedere un sorriso, un
fottuto sorriso verso di me! E poi, un giorno, mi ritrovo a pensarlo, a pensare
a quel suo cazzo di sorriso, a quel suo fottuto modo di trattarmi e mi sento
strana… adesso lo guardo, e più mi dico di lasciar perdere più i miei occhi
rimangono incollati a lui!! Non ci riesco, non ci riesco a mandarlo a fanculo
come ho fatto con tutti gli altri! Ho perfino ammazzato quel fottuto giapponese
perché l’aveva picchiato, mi sono quasi fatta affettare una gamba per
proteggerlo da quel samurai del cavolo!! Che diavolo mi succede Eda???” “te
lo dico io, Revy… tu ti sei presa una bella cotta per Rock…” “no… no non è
vero!!! Io non mi sono presa proprio niente per nessuno!!!” “facciamo una
prova! Chiudi gli occhi e prova ad immaginare di fare sesso con lui!” “ma che
cazzo di prova sarebbe!?” “avanti Revy, non avrai mica paura? L’immaginazione
non ti manca sicuro!! Dai provaci!” “che palle!! Sei una piattola! Che
rottura!! Se lo faccio mi lascerai in pace??” “va bene va bene!” Revy
sbuffò e chiuse gli occhi…
Intanto Marilyn girava per l’appartamento della Lagoon
company, lucidando la sua pistola… Poi si trovò davanti alla camera di Revy e la
voglia di entrare fu troppa, aveva un desiderio irrefrenabile di entrare nella
camera della sua mitica Revy! Aprì la porta e scivolò nella camera: era un
casino! Ma a lei non importava, le bastava sapere che quella era la camera di
Revy! Si guardava intorno, respirava l’odore della polvere da sparo che
aleggiava nella camera e non si accorse di Rock, che passava di lì… lui la vide
e si affacciò dalla porta semi aperta… aveva timore di parlarle, temeva che gli
avrebbe puntato di nuovo la pistola, ma alla fine decise di tentare ancora…
“guarda che se Revy ti trova qui si incavola…” Marilyn si voltò di
scatto, la mano già sulla pistola, ma sta volta Rock notò in lei uno sguardo
impaurito, come se un ricordo l’avesse trafitta… Rock la guardò con occhi misti
di dolcezza e dubbio… “va tutto bene?” “perché…” le fece lei “perché
continui a provarci?” “a fare cosa?” “a parlare con me… lasciami stare… la
prossima volta che lo fai ti ammazzo…” la ragazzina uscì dalla stanza, passando
davanti a Rock; poi si voltò verso di lui e gli lanciò quello che al ragazzo
sembrò una minaccia, o forse un avvertimento “lascia stare Two Hands… lei è
solo mia!” Rock sbarrò gli occhi… cosa aveva voluto dire? Cosa significava
lei è solo mia? Ora il ragazzo era ancora più convinto che quella bambina avesse
un qualche trauma forte alle spalle… forse cercava di essere come Revy… forse
vedeva in lei una figura protettiva… Si voltò a guardare il letto vuoto di Revy
e sospirò… “solo tua eh…?!” sogghignò… “ mi sa che hai ragione…” sospirò di
nuovo e poi uscì dalla stanza, chiudendosi dietro la porta… Nella mente di
Revy si materializzarono le cose più assurde, mentre cercava di immaginare lei e
Rock che si rotolavano tra le lenzuola… Poi li vide… Vide lui che la prendeva
per i fianchi e la spingeva sul letto… lo vide mentre la baciava… e iniziò a
sentire tutto… sentiva i suoi addominali premere su di lei, sentiva le sue mani
correre sicure sul suo corpo, sentiva la sua spinta forte dentro di lei… ansimò…
una, due, tre volte… arrossì… e spalancò gli occhi prima che… ormai era tardi…
perché Eda la guardava sorridente, come a dire “vedi che avevo ragione”… non
poteva più negarlo… ormai non poteva… si era tradita da sola… “cazzo… io lo
voglio… lo desidero un casino…” “ih ih!! Ci avrei scommesso, baby!!”
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Io ti amo, Two Hands! ***
Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Cap 3
Quando Revy si era svegliata si era
ritrovata stesa sotto il crocifisso della cappella, con Eda vicino… Avevano
continuato a bere tutta la notte, parlando di varie cose… ma la principale
rimaneva sempre la recente scoperta di Revy: il suo desiderio verso Rock! Revy
si stropicciò gli occhi e diede un calcio a Eda, che si rigirò mugugnando
qualcosa di incomprensibile
“muoviti cretina svegliati!!! Non
ho tempo da perdere con te!!”
Eda emise dei versi
incomprensibili, che, incredibilmente, Revy interpretò alla
perfezione
“non me ne frega un cazzo se hai
mal di testa! Muoviti ad alzarti!”
“ma si può sapere che vuoi razza di
scimmia urlatrice??? Che palle lasciami dormire e vattene dalla
cappella!”
“brutta idiota! Mi hai detto tu di
svegliarti ieri notte! Hai detto che volevi venire con
me!”
“ho cambiato idea… lasciami
dormire!”
“fottuta bastarda!! Sei una stronza
Eda!”
“questa è la vendetta per non
avermi accompagnato alla macchina quella volta che c’erano in giro quei due
demoni! Quasi mi ammazza quella mocciosa!!”
“fottiti…”
Revy si alzò, raccolse le Cutlass e
uscì dalla chiesa; si fermò un momento fuori e respirò a pieni polmoni l’aria
mattutina, fermandosi ad osservare le nuvole bianche che si muovevano lentamente
nel cielo… Ricordò quando, da bambina, immaginava che fossero fatte di panna, e
sognava di volare lassù…
“la verità è sempre amara…” si
disse tra sé e sé…
“che fai parli anche da sola
adesso?”
Revy si voltò e vide Eda che si
grattava la testa, sbadigliando
“non eri tu che volevi
dormire?”
“ho cambiato idea! Non potrei mai
perdermi la tua perfomance con Rock!!”
“ma va a farti
fottere!!”
“ih ih! Ci sarà da divertirsi, ne
sono sicura!!”
“e alla vecchia? Non lo dici che
vieni via con me?”
“gli ho lasciato un biglietto nella
cappella! Forza andiamo!”
“ci vieni così? Da
suora?”
“mi cambio nella Black Lagoon! A
proposito prestami dei vestiti Revy!”
“te lo scordi! Tu non ti metti di
certo la mia roba!”
“bella amica che sei! Tanto la tua
roba da puttanella non me la sarei mai messa!! Hai anche le tette troppo
piccole, il mio seno non ci starebbe mai nei tuoi top!”
“che cosa?? Allora vuoi proprio
morire!!”
Uno squillo ruppe le urla delle due
ragazze, uno squillo che provenne da sotto la veste di Eda; la suora tirò fuori
un telefonino, guardò chi la stesse chiamando, poi allargò un sorrisino idiota
fissando Revy, e rispose al telefono
“ciao Rock!! Dimmi tutto piccolo!”
“Rock??!! Ti ha chiamato davvero
quel bastardo?? Quando rientro lo ammazzo!!”
“calma calma… si è qui accanto a
me… Ei Revy vuole parlare con te! Ce la fai a rispondere o ti prende un attacco
di panico!? Ah ah ah!”
“da qua maledetta suora
rincoglionita! Rock, ma che diavolo ti passa per la testa di chiamare
Eda?”
‘Revy se tu ti portassi dietro il
telefono ogni tanto! Che li abbiamo comprati a fare??’
“non mi rompere! Che
vuoi?”
‘Dutch mi ha detto di chiamarti!
Muoviti a tornare, Marilyn si sta spazientendo e…’
Revy gli chiuse in faccia il
telefono…
“e ti
pareva…”
“che cos’è
successo?”
“Marilyn… Marilyn! Sempre quella
dannata mocciosa, ce l’ha sempre sulla bocca!!! Ma perché non se la scopa
allora!!!”
“oh-oh! Come siamo gelose sta
mattina eh?!”
“ma muori tu! Forza che Dutch mi ha
mandato a chiamare… non vorrei sentirlo rompere di prima mattina…”
Non appena furono arrivate alla
Black Lagoon, Eda vide una ragazzina seduta sul ponte… era strana, sembrava
tanto innocente, eppure si vedeva perfettamente che era un’esperta
nell’ammazzare… un po’ come Revy…
“ei Revy… è quella la
ragazzina?”
“si è
quella…”
“mi sembra di rivederti, quella
volta all’orfanotrofio, quando ci hanno presentate…”
“non dire cazzate
Eda…”
Marilyn si accorse di Revy, e,
prima che la ragazza potesse dire ah, se la ritrovò
appiccicata
“sei tornata!!! Ti ho aspettata
tanto Two Hands!!”
“te la vuoi smettere!! Mi hai rotto
con questi abbracci!”
“già, li preferirebbe da qualcun
altro!!” rise Eda, dandogli delle gomitate
“scommetti che sta volta ti spacco
la faccia!!” sbraitò Revy, staccandosi Marilyn di dosso “ ti vuoi spiccicare??”
“Eda! Ci sei anche tu?” Rock era
uscito sul ponte insieme a Dutch e Benny, ed era rimasto sorpreso nel vedere
anche Eda al porto
“si! Vengo anche io, sei contento
vero Rock?” e gli lanciò un bacetto; Rock arrossì…
“vuoi morire??! Se ci tieni tanto
posso accontentarti!!”
“avanti Revy non ti scaldare
tanto!” le risate di Eda colorirono quella mattina, mentre le ragazze salivano a
bordo; Revy si sedette sul ponte, fumandosi una sigaretta, e dichiarando
espressamente di non voler essere disturbata. Marilyn si sedette poco lontana da
lei, osservandola intensamente… Eda guardò le due e scrollò le spalle, seguendo
Rock nelle cabine, dopo essersi cambiata…
“ei Rock, ma quella ragazzina…
insomma… che rapporto ha con Revy? Le sembra molto
affezionata…”
“ in realtà non si sono mai viste,
anche se Marilyn sembra conoscere Revy molto bene… ha detto che la cercava da
molto tempo… e… io credo che sia… be si ecco… credo che sia innamorata di
lei…”
“eh??! Ma che diavolo
dici??”
“quella ragazzina… credo ce l’abbia
con gli uomini per qualche motivo inspiegabile… ieri sera l’ho trovata nella
camera di Revy e… mi ha detto che devo lasciarla stare, perché lei è solo
sua…”
“oh… Revy mi aveva detto che aveva
tentato di ammazzarti ma… non pensavo che l’avesse fatto per
questo…”
“ieri ecco che mi fa secco perché
la tenevo per mano…”
Eda divenne di pietra “ tu la
tenevi per mano?? E perché scusa?”
Rock divenne rosso come una mela “
no no, non pensare male! È solo che l’avevo prese di fretta per portarla sul
ponte e non mi ero accorto di averla presa per mano! Te lo giuro
Eda!!”
“perché l’idea di tenerla per mano
non ti piaceva?”
“eh? Ma che
dici?”
“dai Rock, a te Revy non piace
nemmeno un po’?”
“ma perché mi fai queste
domande?”
“per parlare… e perché mi piace
farmi i cazzi degli altri…” Eda allargò un sorrisino idiota “dai dimmelo! Non ti
piace nemmeno un po’?”
“be… io non ci ho mai pensato…”
Rock divenne interamente rosso
“no eh… davvero… per me tu sei un
vero pervertito! Dai quante volte te la sei immaginata nuda davanti
eh??”
“ma che dici Eda!!! No non è
vero!!” Rock era sempre più rosso, mentre Eda si divertiva un casino con quella
conversazione
“e dai Rock, stavo scherzando! Su,
non fare così!”
“non mi sembrano discorsi degni di
una suora, questi…”
“scherzi a parte… Rock, veramente a
te Revy non piace?”
“be… non posso dire che non mi
piaccia… ecco io…”
Ora Eda stava arrivando a sapere
quello che voleva, anche se Rock era ancora remissivo nel parlarne…
“si, la trovo carina, non si può
dire che non lo sia… però… non saprei… ecco…”
Eda iniziava a spazientirsi, sapeva
che anche a Rock piaceva Revy, doveva essere così, e se così non fosse stato lei
avrebbe fatto si che lo fosse! Perché Eda non voleva più sentire quel tremolio
nella voce di Revy, non voleva più vederla con quella tristezza sul viso… perché
a modo suo, Revy era la migliore amica che aveva, l’unica vera amica forse… e
lei voleva aiutarla… Guardò Rock, che diceva tante di quelle cavolate superflue,
senza arrivare a quello che interessava a lei… all’ottavo “ecco” del ragazzo, la
suora si stancò di aspettare, e sperimentò un metodo più veloce e rapido… si
gettò addosso a Rock e lo baciò sulle labbra! Rock era sbigottito e rigido,
rosso in viso come non mai! Ma che diavolo le prendeva in quel momento? Stavano
parlando tanto bene, e lei le era saltata addosso… Eda si staccò da lui e lo
guardò in modo malizioso…
“Eda, ma che ti
prende?”
“ti voglio Rock… dai
facciamolo…”
“ma che stai
dicendo?”
“è da parecchio che volevo dirtelo,
ma avevo paura che tu mi avresti respinta per via di Revy… ma tu hai detto che
non ti piace, no?”
“non ho detto che non mi
piace…”
“ma non hai nemmeno detto che sei
innamorato di lei… dai Rock, fallo con me! Nella tua cabina, adesso!! Ti
desidero Rock!”
“ma io,
ecco…”
“che c’è? Non ti piaccio? Trovi che
sia brutta?”
“no, assolutamente,
però…”
Che doveva fare? Rock non aveva mai
visto Eda diversamente dalla suora con la pistola… non poteva certo negare che
le piacesse quella proposta, infondo era un uomo anche lui, e di certo Eda era
una bella ragazza… E allora che problema c’era? C’era Revy… Revy… lui non capiva
se l’amava o no… sapeva solo che Revy lo trattava sempre male… e salvo quelle
scuse che gli aveva fatto il giorno prima, poi lo aveva sempre odiato… perché
questo doveva essere! Revy non lo sopportava, per lei se lui fosse sparito dalla
faccia della terra sarebbe stato meraviglioso! E allora perché amarla? Perché
tentare di farsi amare…? Se tanto lei lo odiava… Guardò Eda, che aveva tramutato
la sua espressione in tanti punti interrogativi, la strinse e le
disse
“e va bene,
Eda!”
“eh?! Come va bene?”
“si, ci sto! Andiamo nella mia
cabina!”
“no, aspetta… come va bene…
io…”
“c’è qualche
problema?”
Che doveva fare ora Eda? Si era
messa in un bel casino… lei voleva solo fargli ammettere di essere attratto da
Revy, e sembrava invece che a lui non importasse davvero niente di lei! Che
fare? Non poteva di certo dirgli “ no guarda, l’ho fatto solo per farti
ammettere che ti piace Revy”, ma d’altra parte non poteva tradire Revy… anche
perché se l’avesse fatto lei l’avrebbe di sicuro riempita di piombo… Rock la
guardava, aspettando una sua risposta, perché ormai lui la sua l’aveva data… Eda
era nel panico, non sapeva più dove guardare, e maledì il momento in cui le era
venuto in mente di sperimentare quella dannata cosa!
“non ti va più?” le chiese Rock,
non staccandole gli occhi di dosso… continuavano a stare abbracciati, e Eda
sapeva bene che in quel corridoio era molto facile che Revy li vedesse… forse
nella sua cabina avrebbe potuto spigargli meglio la situazione, e le probabilità
che Revy li vedesse diminuivano… e poi non è che non gli andasse, in realtà… si
era sempre chiesta come sarebbe stato, quella curiosità l’aveva sempre avuta, e
le sarebbe piaciuto provare ad andare a letto con Rock, ma quello non era di
certo il momento! Non ora che sapeva che Revy era innamorata di lui! Stette al
gioco per portarlo via di lì, e meditò su come spiegargli quella strana
situazione…
“si, certo che mi va Rock!
Andiamo!!”
Revy aveva ormai acceso la terza
sigaretta, con l’accendino che aveva fregato a Rock prima di andare da Eda…
Sentiva lo sguardo di quella ragazzina addosso, e questo la rendeva molto
nervosa, non solo perché quella ragazzina era sempre nella testa di Rock, ma
anche perché non le piaceva essere osservata a quel modo…
“si può sapere che hai da guardare?
Nemmeno ci potresti stare qui, tu! Dovresti startene nella
stiva!”
“non voglio starti lontana, Two
Hands!”
“si può sapere perché vuoi tanto
stare con me??”
“perché…” Marilyn si alzò e camminò
leggermente verso di lei “perché tu sei tutto quello che io vorrei essere! Sei
la donna più forte di questo mondo, Two Hands! Tu sei forte, spietata, vivi ogni
giorno sul filo del rasoio, non ti importa di morire o vivere, ti fai rispettare
da tutti e poi…”
Revy arrossì e sobbalzò, quando
Marilyn la abbracciò da dietro, premendo forte su di lei “ tu sei bellissima!”
terminò la ragazzina. Revy era immobile, talmente scandalizzata che non riusciva
a muoversi…
“che diavolo… stai facendo…?”
riuscì a farfugliare, mentre Marilyn le poggiava la testa sulla spalla…
“io… io ti amo Two
Hands!”
“ma che cavolo
dici??”
“ti ho cercata così tanto… e quando
ti ho vista davvero, davanti ai miei occhi… io ho sentito un brivido dopo
l’altro!! Tu sei fantastica! Io odio gli uomini… non voglio nemmeno sentirne
parlare… e quando ti ho vista, così straordinariamente decisa, come trattavi
quell’uomo, quel Rock, io… mi sono innamorata di te!”
“ma non dire idiozie!! Sei solo una
bambina! Che vuoi saperne dell’amore?”
“credimi… tu dovresti saperlo bene…
quelle come me e te, che nella vita hanno ricevuto solo odio, solo botte, solo
cattiveria… l’amore lo capiscono meglio di tutti… perché quando lo incontrano lo
desiderano profondamente… dato che non lo hanno mai
avuto…”
Quelle parole erano vere… Revy capì
che quella ragazzina non era poi tanto diversa da lei… non le interessava
minimamente cosa le avessero fatto gli uomini per odiarli tanto, perché lei
sapeva di cosa fossero capaci… e sapeva anche che era facile comportarsi a quel
modo a quell’età… perché anche lei lo aveva fatto… a tredici anni odiava tutto e
tutti, odiava suo padre, odiava quei maledetti sbirri che l’avevano picchiata
talmente tanto da farle vomitare sangue una notte intera, odiava gli uomini
perché non l’avevano mai aiutata… e anche lei, quando aveva incontrato Eda, che
tanto le somigliava, che viveva la sua vita cercando di metterla in culo a tutti
quei bastardi là fuori, lei se ne era innamorata… ma ora era diverso… perché ora
lei era legata a qualcun altro… qualcuno che le aveva fatto capire che non tutti
gli uomini erano cattivi, che non esistevano solo fottuti bastardi in quel
mondo…
“Marilyn… è normale che tu reagisca
così… non me ne frega niente di cosa ti è successo in passato… ma so che in
futuro anche tu capirai che non esiste solo questo mondo schifoso… al di fuori
di questa vita di merda… ce ne è un’altra… e se sarai fortunata allora anche tu
troverai quell’uomo che te lo farà capire…”
La presa di Marilyn si allentò… si
staccò da Revy e la sua espressione cambiò…
“tu… tu stai parlando di quel
bastardo, vero? Parli di Rock, non è così?”
Revy non rispose, fece solo un
piccolo cenno con la testa, guardando il mare che si stagliava al passaggio
della nave…
“perché… perché? Perché vuoi
tradirmi anche tu Two Hands?? Perché? Gli uomini sono tutti dei bastardi!
Nessuno di loro è diverso! Ti tradiscono, ti sfruttano, ti ammazzano! Ti tolgono
la tua vita in un soffio! Nessuno di loro è diverso!! Nessuno!!”
“ti sbagli… anche io lo credevo…
ma…”
“ma che cosa?? Hai incontrato
Rock?? Vuoi davvero rammollirti per andare dietro ad uno come
quello??”
Revy si voltò di scatto e tirò un
pugno dritto in faccia a quella ragazzina; non riusciva più a sentire quei
discorsi… perché quelli… quelli erano i discorsi che faceva lei, da bambina… e
non voleva più sentirli, mai più! Non voleva che quella ragazzina diventasse
come lei… voleva che anche lei incontrasse un Rock nella sua vita, ora che era
in tempo, ora che poteva ancora cambiare… Marilyn era a terra e guardava Revy
con gli occhi pieni di lacrime…
“non ti azzardare ancora a parlare
così… di lui… Rock non è come gli altri…”
“e cos’ha di diverso…?
Spiegamelo!”
“io non lo so cos’ha di diverso! Ma
so che è così!! Lui non è come tutti i fottutissimi uomini di questo schifoso
mondo!! E quello che dici è vero, ma non lasciare che ti pervada la testa! Non
diventare come me! Io non credo più in niente! Amore, amicizia, giustizia, per
me tutte quelle merde non esistono!! Ma lo so da sola che questo non è giusto,
che questa vita non è bella! Per quanto una bambina come me poteva sperare solo
nei soldi e nelle pistole so da sola che esiste un altro mondo al di fuori di
questo fatto di violenza e odio! Ma io ormai ci sono dentro, io ormai non so più
venirne fuori! So solo ammazzare e odiare! Ma tu, tu puoi andartene da questo
fottuto mondo fatto di merda! Non tentare di diventare come
me…”
Revy cadde in ginocchio, mentre
Marilyn lasciava cadere le lacrime che tentava di reprimere… guardava Revy e
ancora più di prima ora la amava… perché sotto quella rude corazza si nascondeva
ancora la bambina che credeva che le nuvole fossero fatte di panna, e quella
bambina non era morta, ma non poteva più venire fuori, non poteva più sognare,
perché ormai conosceva la dura verità del mondo…
“Two Hands… tu non sei così
orribile come dici… tu… sei ancora in grado di amare…”
“non piangere stupida… le lacrime
non risolvono niente…”
“perché? Perché tu non piangi?
Eppure il tuo animo vorrebbe tanto…”
“tanto tempo fa giurai a me stessa
che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi sarei asciugata le lacrime…
piangere non serve a nulla… devi avere la forza di combattere, di arrivare dove
vuoi con determinazione, di lottare fino alla fine del mondo…”
Marilyn le si abbracciò forte,
tentando di reprimere le lacrime; Revy per quella volta, solo per quella volta,
glielo lasciò fare…
Mentre camminavano verso la cabina
di Rock, Eda tentava di trovare il discorso giusto per spiegare a Rock quella
situazione, ma aveva timore che se gli avesse detto che Revy era innamorata di
lui, poi si sarebbe ritrovata appesa a testa in giù e l’amica l’avrebbe usata
come bersaglio per le sue Cutlass… Mentre pensava a come mettere su i discorsi
più strani e contorti, non si accorse di essere arrivata già alla cabina e di
essere entrata… se ne rese conto solo dopo che Rock ebbe chiuso la porta… Si
voltò verso di lui per iniziare il suo discorso, che in realtà nemmeno lei
sapeva quale essere…
“Rock vedi
io…”
Non
fece in tempo a finire di parlare, che lui le aveva già serrato la bocca con la
sua… La baciava e la stringeva a sé, accarezzandole la schiena; Eda era nel
panico! La sua testa le diceva di dire la verità, anche se avrebbe rischiato la
fucilazione da parte di Revy, ma il suo corpo rispondeva al bacio di Rock… In
fondo anche lei ci aveva sempre fatto un pensierino, e ora stava scoprendo che
non era affatto male… D’altra parte anche in quel modo avrebbe rischiato la
fucilazione… mentre pensava, non si era resa conto di aver risposto ad ogni
movimento di Rock e di averlo assecondato in ogni sua mossa; era già stesa sul
letto, lui continuava a baciarla e quel piacere, alla fine, prevalse su ogni suo
buon proposito… si abbandonò completamente a lui...
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Perchè ti ostini tanto? ***
Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Cap 4
Normal
Mentre Revy e Marilyn si erano addormentate sul ponte,
Eda riaprì gli occhi, respirando forte il profumo di Rock, che respirava
leggermente… Eda non era affatto felice di quello che aveva fatto, anche se le
era piaciuto, ma si rallegrò di aver raggiunto il suo scopo… “Rock… sei
sveglio…?” “si…” le passò una mano sulla schiena nuda, fino ad arrivare ad
accarezzarle i capelli… Eda sorrise leggermente… “ti è piaciuto?” le chiese
Rock “certo che mi è piaciuto… ma…” “ma cosa?” “ti sei accorto di una
cosa…?” “di che cosa?” “mi hai chiamata Revy… mentre lo facevamo mi hai
chiamata Revy…” “co… cosa???! Veramente??!” “già… ti è venuto spontaneo…
vedi che avevo ragione io… lei ti piace..” “io… mi dispiace Eda, io non me ne
sono accorto…” “hai pensato a lei tutto il tempo, vero?” “credo proprio di
si… cavolo…” “Rock ma va bene così” Eda si alzò sulle braccia e guardò Rock
negli occhi; i suoi capelli biondi ricadevano leggeri in avanti, dandole un’aria
molto sexy… “Eda…” “m?” “mi stai facendo solletico con i
capelli…” “oh scusa!” Rock la abbracciò e la fece stendere, stringendosi
forte a lei, quasi come fosse stata sua madre… Eda arrossì leggermente, sentendo
i capelli morbidi di Rock solleticarle il seno… “Eda… mi sa che io sono
cotto di Revy… ma lei mi tratta sempre così male… mi odia Eda, lei mi
odia…” Eda era lì ed ascoltava ogni sua parola… che doveva fare? Doveva
dirgli di Revy? In fondo ormai fucilazione più, fucilazione meno… “Rock…
perché sei convinto che ti odi?” “avanti, non vedi come mi tratta?” “e tu
non vedi come è gelosa quando io ti faccio qualcosa?” “cosa? Ma che
dici?” “razza di idiota! Non vedi come si incavola se solo ti sfioro? Rock
lei me lo ha detto, è innamorata di te! Lei ti ama!! È pazza di te razza di
stupido!!” “Revy è… innamorata… di me?” Rock non poteva credere a quello
che Eda gli aveva appena detto… no, non poteva essere vero… Se così fosse stato
allora perché lo trattava a quel modo? Ma… ora che ci pensava… lei era sempre
rimasta al suo fianco… anche il giorno prima… era rimasta con lui al cimitero, e
gli aveva salvato la vita… forse era vero… “Eda… ma se tu lo sapevi…
perché…” “sono venuta a letto con te? Questo è stato un imprevisto non
calcolato… ecco prima ti ho provocato per farti ammettere che ti piaceva Revy,
ma tu hai fatto il contrario, e che dovevo fare? In fondo ho sempre avuto la
curiosità di venire a letto con te! E poi ce l’ho fatta no? Ti ho fatto
ammettere che ami Revy!” “tu hai sempre avuto la curiosità di…” “si hai
capito bene! E allora? Sono pur sempre una donna no?!” Mentre parlavano, non
si accorsero che la porta si stava aprendo piano piano e Benny stava entrando
nella cabina “ei Rock.. mi hanno mandato questo pezzo che avevo richiesto per
il computer ma è scritto tutto in giapponese… non è che mi daresti una mano
a…” Quando Benny si accorse della situazione ci fu un minuto di silenzio
molto imbarazzante… “em… ho forse interrotto qualcosa…?” “no, avevamo già
finito, non ti preoccupare!” rise Eda, guardando la faccia allibita di Benny…
“em… ti aspetto fuori Rock…” furono le uniche parole che riuscì a dire
Benny, mentre chiudeva la porta della cabina… Eda si alzò dal letto e si
rivestì, guardando Rock ancora seduto sul letto; certo che quella era stata
un’esperienza divertente per lei, e non era rimasta delusa! Salì a cavalcioni
sopra a Rock, gli arrivò vicinissima alle labbra e gli fece “ cmq se ti va di
passarmi a trovare alla chiesa della violenza posso farti un ripassino…” Rock
sorrise leggermente, e lei lo baciò… dopo di che uscì dalla stanza, lasciandolo
lì da solo; Rock si stese sul letto, sospirò e si disse “però, mica male questa
vita…”
Benny stava ancora impiccandosi per cercare di capire
cosa ci fosse scritto su quei fogli dannati, ma più cercava di leggere e più gli
sembrava di avere davanti un sacco di scarabocchi… “ attenzione, non
scuotere energicamente o esporre a temperature eccessivamente elevate o basse…
c’è scritto questo…” Benny si voltò e vide Rock dietro di lui, che sorrideva
mentre leggeva le istruzioni in giapponese “Rock! Sei arrivato, eh latin
lover?! Certo che Eda è davvero una bella presa!” “ah Benny, ti pregherei di
non farne parola con Revy…” “perché?” Rock raccontò in breve quello che
era successo con Eda, ma omise quello che lei aveva detto riguardo Revy… “ok
ok… sarò una tomba! Non una parola!!” “ti ringrazio!!”
Mentre Benny e Rock decifravano le istruzioni, Revy stava
accompagnando Marilyn nella stiva, ancora confusa per le parole che le aveva
detto… sapeva di aver detto cose estranee alla sua natura, al suo modo di fare,
ma erano cose che voleva dire da tanto tempo, che non poteva più portarsi
dentro… Mentre camminava sovrappensiero, vide Eda, aggirarsi con aria
stranamente soddisfatta, ma anche piuttosto perplessa… Anche lei si accorse di
Revy, e lì per lì ebbe un sussulto… Revy la guardò e, chissà perché, arrossì…
“ei Revy?! Ma che hai? Ti sei presa la febbre??” le fece Eda vedendola
rossa “ma non dire cazzate… non ho niente…” “ma se sei tutta rossa! Che ti
prende?” “Two Hands io vado a riposare…” Revy annuì e Marilyn si chiuse nella
stiva, senza neanche voltarsi “che tirchia che sei, potevi farla riposare
nella tua cabina! Povera mocciosa!” “non rompere Eda, è lei che ci è voluta
andare! E poi quella è la stanza degli ospiti! Non vorrai andarci anche tu,
no?” “oh, ma come siamo irascibili oggi! Che palle Revy, con te con si può
parlare! Fai sempre l’incazzata!” “sarà perché tu mi fai saltare i nervi solo
a guardarti!!” “ei voi due fate piano c’è gente che cerca di lavorare qui!!”
urlò Benny dalla cabina dei computer, rigirandosi tra le mani alcuni fogli,
mentre Rock leggeva e tentava di capire come montare quel dannato pezzo!
“non rompere Benny, torna al tuo cazzo di computer e non scassare!!” fu la
dolce risposta della principessa Revy “sua maestà Rebecca oggi è di cattivo
umore!” rise Eda, battendo una mano sulla spalla di Revy “be ma non è una
novità, no?” Rock uscì dalla cabina con in mano alcuni pezzi del computer e un
foglio di istruzioni; appena uscì si ritrovò davanti Revy e Eda, e
involontariamente ebbe uno strano pensiero in testa… arrossì visibilmente…
“e adesso che hai colletto bianco? Sei rosso come un cocomero!” fece Revy
vedendolo arrossire “brutta idiota, i cocomeri sono verdi!” Eda cercava di
nascondere l’imbarazzo di trovarsi insieme a Rock e Revy “ma dentro sono
rossi rincoglionita!” Ad un tratto Revy notò che Rock la guardava con la coda
dell’occhio, come se stesse cercando di leggerle nella testa, come se aspettasse
una qualche parola da lei… Revy non poteva nascondere che le facesse piacere
essere guardata da lui, ma non poteva fare finta di niente, altrimenti sarebbe
caduta la sua maschera, e lei aveva paura di mettersi a nudo “si può sapere
che vuoi??” gli fece guardandolo in faccia… sperava che lui le chiedesse di
andare a fare quattro chiacchiere sul ponte, solo loro; ma lui la guardò e le
fece l’unica domanda che non avrebbe dovuto fargli… “no niente… è solo che mi
chiedevo… dov’è Marilyn? Prima era con te…” Revy non riuscì a trattenersi…
quella era la goccia! Non ne poteva più di sentirgli parlare di quella moccio
setta, che oltre tutto somigliava a lei! Se doveva proprio pensare ad una sua
copia in miniatura, una stupida ragazzina alla quale non era nemmeno cresciuto
il seno, perché non poteva pensare a lei?? La rabbia le saliva dentro, voleva
prenderlo a pugni; alla fine scaraventò un calcio alla prima cosa che le era
capitata sotto mano ed iniziò ad urlare “ E’ NELLA STIVA CAZZO!!!” Revy si
girò e se ne andò sul ponte; si rigirò solo una volta, guardò Rock e tirò fuori
il suo accendino “E RIPRENDITI IL TUO CAZZO DI ACCENDINO!!” e scaraventò a
terra l’accendino, facendolo andare in pezzi, per poi uscire… Dutch corse fuori
richiamato dalla botta e vide Revy allontanarsi e alcune casse mezze
sfondate “REVY!! Sei stata tu?? Quella roba ci serve cazzo, dobbiamo
venderla!! Se la rovini dovrai dare via il culo per ripagarla!!” “non
rompere Dutch o oggi è la volta buona che non si sentirà più parlare della
Lagoon Company…” Dutch si spaventò nel vedere gli occhi di Revy, mentre lei
strofinava la pistola nella fondina: era lo sguardo assassino di Two Hands,
quando era talmente incazzata che cadeva in una sorta di trance omicida, e per
sfogarsi doveva vedere tutto morto… tutto… “ma cosa diavolo le è preso?”
Dutch guardò Rock, che scosse la testa… “lo so io… cazzo adesso chi la
sente…” Prima che i due potessero chiederle spiegazioni, Eda era già corsa
dietro a Revy; sapeva che in quello stato Revy avrebbe potuto ammazzare anche
lei, ma doveva rischiare… La vide seduta sul ponte… il vento le passava leggero
sul viso e lasciava svolazzare i suoi capelli… Le si avvicinò tremante, la
guardò ancora, deglutì a vuoto e pregò quel Dio che diceva di servire perché
quello non fosse stato il suo ultimo giorno… Si avvicinò a Revy, le mise una
mano sulla spalla e si sedette accanto a lei… “avanti, perché te la prendi
tanto? Infondo lei è solo una ragazzina… non può essere innamorato di lei, no? E
poi…” Eda si fermò… non sapeva se dirle di Rock oppure no… come le avrebbe
spiegato come lo aveva saputo? Revy nemmeno la guardò, ma le rispose “ e poi
cosa?” “em… ecco… lui… lui è pazzo di te Revy!” “si certo… e Madonna è
una santa…” “ma non sto scherzando! Te lo giuro Revy..” “Eda non ho la
minima voglia di parlare o sentire parlare di lui… forse la mocciosa ha ragione…
sono tutti uguali… tutti… e io che credevo fosse diverso… se non credo più in
niente è perché niente esiste… me ne ero dimenticata… non farò più un errore del
genere…” “Revy… questi discorsi li facevi all’orfanotrofio… quando eri anche
tu una piccoletta rompi palle… adesso tu sei Two Hands… sei cambiata…” “no
Eda… io sono solo peggiorata… ormai sono marcia, come questo mondo… dentro di me
non c’è spazio per l’amore, per l’amicizia… non c’è spazio per nulla che non sia
la morte… basta… dovevo capirlo da subito… devo lasciarlo perdere… lui non sarà
mai giusto per questo mondo, e questo è un bene…” “Revy… mi pare di vederti
ancora… quando entrasti da quella porta, quel giorno… Ogni volta che io ti
facevo vedere qualche strafigo su un giornale, tu facevi questi discorsi… ma ti
ricordi? Ricordi cosa mi dicesti una volta arrivate a Roanapur? Ricordi Revy??”
“Siamo arrivate, Revy! Che farai ora qui?” “non lo
so… solo di una cosa sono sicura Eda…” “ossia?” “la vecchia Revy è morta…
non voglio più avere a che fare con quella bambinetta che credeva nelle favole…
non voglio più fare discorsi assurdi sull’amore, sull’esistenza della giustizia,
sull’amicizia, sulla lealtà…perché per me quella roba non esiste più… Eda io non
soffrirò mai per nessuno, ricordatelo…” “combatterai allora?” “si…
combatterò… fino alla fine del mondo…”
“tu stessa hai detto che la vecchia Revy è morta! Basta
fare la bambina Revy! Combatti, fino alla fine del mondo! Combatti per quello
che vuoi! Lo hai detto tu! Non avresti più sofferto per nessuno, non ti saresti
più asciugata le lacrime!! E allora fallo, Revy!!” Le parole di Eda avevano
aperto gli occhi di Revy, erano penetrate dentro di lei con una forza impetuosa,
l’avevano fatta ricordare… mai più sofferto per qualcuno… mai più asciugato
lacrime… mai più… se lo voleva doveva combattere, doveva farsi valere… perché
lei era Revy! Ormai la piccola Rebecca era morta, non c’era più… la piccola
Rebecca era morta quella notte, sotto le botte dei manganelli di quei
poliziotti… La piccola Rebecca, che credeva nei sogni, che pensava che le nuvole
fossero fatte di panna, ormai conosceva la verità… e ormai non esisteva più… ora
c’era solo lei… c’era solo Revy! “Eda…” Revy continuava a non guardarla e a
fissare a terra; Eda la osservava invece, sudando a freddo: sperava che lei non
avesse estratto la pistola per farla fuori… ma lei, forse solo lei, poteva
permettersi di parlare a Revy a quel modo, lei, l’unica amica che aveva…
“anche io mi ricordo quando ci siamo incontrate… mi ricordo tutto di quel
periodo… e ricordo che anche io odiavo tutto… odiavo gli uomini, odiavo il
mondo, e volevo solo sparire… ma poi tu… tu mi hai dato quella via d’uscita,
Roanapur… dove altro sarei potuta andare a rifugiarmi? Io odiavo ancora tutti,
Eda… tutti tranne te… tu eri quello che io volevo essere… decisa… forte… pronta
a combattere…” “fino alla fine del mondo…” Eda terminò la frase di Revy,
sorridendole… Revy si alzò in piedi, guardò Eda e poi si diresse all’interno
della nave… “dove vai Revy?” “a scusarmi con quel coglione…” Eda
sorrise “a proposito…” Revy non si voltò completamente verso di lei, ma
quello che bastava per vederla e sapere che anche lei vedeva i suoi occhi “parla
di quello che ci siamo dette oggi e ti apro la testa, tanto che potrai usarla
come portagioie, intesi?” Eda annuì, e poi si mise a ridere… Mentre Revy si
allontanava, lei era ancora lì a ridere, ripensando alla piccola Rebecca che si
buttava imbronciata sul letto e imprecava perché la vecchia dell’orfanotrofio
puzzava di marcio…
Rock stava tentando di raccogliere i pezzi del suo
defunto accendino; erano riusciti a far funzionare il computer di Benny e quando
era uscito dalla cabina e aveva visto quei pezzi, le convinzioni che Eda gli
aveva messo in testa avevano iniziato a vacillare… Pensava che fosse colpa sua
se Revy lo trattasse a quel modo, ed era tremendamente convinto di averle fatto
qualcosa involontariamente… il suo sguardo così duro, quelle parole… non le
aveva dette al solito modo… Revy le aveva dette riempiendole d’odio, di questo
era convinto… Era amareggiato, triste… e solo allora capì quanto lei fosse
importante per lui… quanto lui desiderasse le sue attenzioni, quanto la
desiderasse accanto… e quanto soffrisse nel vederla allontanarsi da lui… Forse
in quei giorni non le aveva dato molte attenzioni, era stato lui il bastardo di
turno, ma fino ad allora non aveva mai capito quanto la volesse! Mentre
raccoglieva i pezzi, non si accorse che Revy era arrivata proprio davanti a lui
e gli aveva teso qualcosa… “prendi questo…” “eh?” quando Rock alzò lo
sguardo la vide… era davvero bellissima… i suoi occhi ora non erano più pieni di
rabbia… erano diversi… “cos’è?” “un accendino, idiota… l’ho fregato a Eda…
non se è accorta nemmeno… tieni prendilo… ” “perché lo dai a me?” “perché
ti ho distrutto quello…” Rock tese la mano, abbozzò un sorriso e prese
l’accendino: quando le loro mani si sfiorarono il silenzio calò tra i due… Per
un momento Rock tenne la sua mano su quella di Revy, per sentire il suo calore
pervaderlo lentamente… quando sentì che Revy mosse leggermente la mano, forse
per sollecitarlo a sbrigarsi, prese l’accendino e ritrasse la sua… “Revy…
scusami… forse in questi giorni ti ho trascurata, vero? Insomma, tu eri
evidentemente irritata dal mio comportamento, ed io nemmeno me ne sono accorto…
è normale che tu mi abbia odiato…” Revy non ce la faceva più… aveva due occhi
così dolci in quel momento, Rock, un’espressione talmente attraente… se fosse
rimasta lì un secondo di più probabilmente gli sarebbe saltata a dosso, si
sarebbe abbandonata tra le sue braccia… ma non voleva… non così… non lì… “è
impossibile odiarti, Rock…” disse solo questo, prima di allontanarsi da lui;
Rock sbarrò gli occhi, ed ebbe la voglia irrefrenabile di fermarla… ma lei era
già sparita nella sua cabina… Rock sospirò e l’occhio gli cadde
inevitabilmente sulla stiva, dove c’era Marilyn… Si disse che se non avesse
risolto le cose con lei, prima di tutto, non si sarebbe mai potuto concentrare
su Revy… e lui voleva poter pensare solo a lei… Guardò fuori da un oblò: ormai
era il tramonto… Prese qualcosa da portare a Marilyn e scese nella stiva… La
ragazzina si rigirava a terra, tenendo tra le mani una foto… I ricordi si
ammassavano nella sua mente, misti alle parole di Revy… se quello era davvero un
mondo tanto alieno a quello che Two Hands diceva essere tanto migliore, perché
lei ci era finita dentro? E se davvero ci si poteva arrivare, all’altro mondo,
tanto bello, lei come ci sarebbe potuta mai andare? Con tutti i peccati che
aveva accumulato nella vita… strinse forte la maglietta, sotto la quale
luccicava un crocefisso… il crocefisso di sua madre… Sospirò, e baciò quella
foto… “un giorno arriverò, mammina…” Poi strinse la foto al petto ed
intonò ancora una volta quella canzone… “someday I want to run away… to the
World of midnight… Where The darkness fill the air… Where it’s icy
cold Where, nobody has a name… Where, living is not a game. There, I’ll
hide my broken heart Dying to survive. There, no one can see me cry, the
tears of my lonely soul. I’ll find peace ok mind. In the dark and cold
world of Midnight…”
Rock era rimasto fuori della porta, ad ascoltare quel
canto per l’ennesima volta; aveva un che di mistico, quella canzone, un potere
accattivante che lo portava ogni volta a perdersi in quelle parole… E poi lì,
proprio lì l’aveva sentito per la prima volta… da Gretel… come poteva
dimenticarlo… Sentì una morsa stringergli il cuore… temeva che entrando lì
avrebbe dovuto ascoltare un’altra storia straziante da parte di un’innocente
bambina… era stanco di ascoltare storie di pedofilia, di bambini costretti ad
uccidere sin da piccoli, di povere menti distorte dall’odio e dalla morte… Oltre
quella porta avrebbe trovato questo, ne era sicuro… ma ormai doveva andare fino
in fondo… Si decise ed allungò la mano alla porta, fino ad aprirla… Marilyn
si girò immediatamente, gettò a terra la foto che stringeva tra le mani ed
estrasse la pistola, puntandola verso Rock; lui non sussultò questa volta, non
fece il minimo movimento, tanto che Marilyn rimase perplessa… “ti ho portato
da mangiare… avrai fame…” iniziò lui, guardandola con un sorrisino dolce…
Marilyn abbassò la pistola e raccolse la foto, infilandosela in
tasca… “…perché?” le chiese lei “be ho pensato che anche tu dovevi avere
fame…” “no… perché ti ostini tanto a volermi parlare?” “ah…” Rock posò a
terra il vassoio e si sedette, lì, dove era seduto ad ascoltare la canzone di
Gretel “mpf… perché promisi a me stesso che non avrei mai più voluto lasciar
andare le persone come te…” “lasciar andare?” “già… tempo fa ci ritrovammo
a trasportare una bambina… era una pazza… questo lo sapevo anche io… ma la sua
mente era stata distrutta dall’odio, il suo animo completamente sepolto dal
sangue e dalle botte che aveva ricevuto… per lei ormai uccidere era un gioco, un
meraviglioso gioco che la faceva sentire viva… ed io la lasciai andare… mi
lasciai convincere a lasciare tutto così come era, e lei morì, proprio sotto i
miei occhi… sai, le ultime parole che disse furono “che bello, il cielo…”… non
ti pare che quella bambina sarebbe potuta cambiare, se solo io avessi deciso di
aiutarla fino in fondo? Se solo io ci avessi provato?” “al mondo non si può
aiutare proprio nessuno… ognuno vive la sua vita con i suoi problemi… non si ha
il tempo di concentrarsi su gli altri…” “ti sbagli. Forse questo è il mondo
che hai conosciuto tu… e non stento a crederlo… ma non è sempre così… se io
avessi trovato la forza di adottare quella bambina, allora forse lei avrebbe
capito cos’era l’amore… e sarebbe ancora qui ora…” “credi di essere il nuovo
Gesù Cristo, che accoglie tutte le pecorelle smarrite?” “no, Marilyn… credo
solo di essere un uomo vissuto felicemente al pari di quelli che vivono qui… e
voglio solo provare a rallegrare la vita di chi non è stato fortunato come me…
tutto qua…” “quindi è questo che pensi anche di me, eh…? Allora dimmi,
messia, come vorresti aiutarmi?” l’atteggiamento strafottente di Marilyn
ricordava tanto a Rock Revy… erano così simili… più rimaneva lì e più sentiva la
voglia di abbracciare la sua Revy crescergli dentro… ma si era ripromesso di
chiudere le cose con la ragazzina, prima di tutto… lui non l’avrebbe
abbandonata… non avrebbe lasciato andare via anche lei… “ be… io non lo so
Marilyn… vorrei solo che tu me ne dessi la possibilità..” “mpf…” la ragazzina
emise un risolino “ sai, tu sei il primo che me lo chiede…” Ancora delle
parole familiari… Proprio come Gretel gli aveva detto che lui era stato il primo
ad essere così gentile con lei… il cuore di Rock era stretto in una morsa, e gli
doleva… ma doveva rimanere lì… “Marilyn… perché vuoi tanto arrivare a
Tenerife?” “lì… è nata mia madre… non so in che paese… so solo che lei è lì,
da qualche parte… la sua tomba è su quella scogliera, ma lei è lì, a Tenerife… e
io voglio raggiungerla..” “allora era la sua quella tomba… quella dove
cantavi… te lo ha insegnato lei quel canto?” Marilyn annuì “ ogni volta
partivo convinta di trovare Two Hands… ma ovunque andassi lei non c’era… e ogni
volta tornavo sconfitta alla tomba della mamma e le cantavo il canto che lei mi
ha insegnato… e pregavo perché Dio mi facesse incontrare Two Hands…” “sei
cattolica?” “mia madre lo era… lei mi ha insegnato tutto… anche ad amare il
prossimo… ma io non posso proprio porgere l’altra guancia a quei bastardi… no
non posso…” “Marilyn… perché ce l’hai tanto con gli uomini?” “perché mi
chiedi..? mpf… ma si, perché no… a te posso dirlo… sai, sono nata in un
quartiere malfamato… ma non ostante questo mia madre ha sempre cercato di darmi
una vita decente.. era venuta qui seguendo l’amore e poi… quel bastardo l’aveva
abbandonata e lasciata in cinta… ogni notte lei usciva… non sapevo dove andasse,
mi diceva che doveva lavorare e poi mi lasciava a casa con una ragazza… ma un
giorno…un giorno lei si ammalò e non poté uscire… aveva la febbre, era ammalata
e io le stavo accanto… ad un tratto entrò un uomo, sfondando la porta… la
ragazza che mi badava era morta e lui la teneva per i capelli… poi si fiondò su
mia madre, urlandole “chi ti ha detto che puoi prenderti delle ferie, puttana?!”
ed iniziò a picchiarla… io ero lì, urlavo di smettersela, la mia mamma era
malata… lui si voltò verso di me e rise… disse solo “allora potrebbe
rimpiazzarti lei…” mia madre mi urlò di fuggire, ma davanti a me c’era già un
altro uomo che mi aveva afferrata… mi portò in un camion… mentre mi portava via
riuscivo a sentire le grida di mia madre mentre veniva violentata da quel
bastardo… avevo otto anni, sai..” Rock ascoltava ogni parola, cercando di
trattenere, almeno per quella volta, le lacrime… Marilyn continuò il suo
agghiacciante racconto… “quell’uomo mi fece di tutto in quel camion…
più di un volta persi i sensi, sperando ogni volta che quello fosse solo un
brutto sogno… ma quando mi svegliavo, ogni volta, lui era ancora lì… ero solo
una bambina, ma ricordo tutto… sai cosa si materializza nella tua mente quando
vieni violentata, quando la tua innocenza viene portata via? Io ero piccola,
Rock, ma ancora lo ricordo come fosse ieri… alla fine… notai che la pistola gli
era caduta dalla fondina… la afferrai e gliela puntai in faccia… quello rideva,
dicendomi di metterla giù… sparai… gli sparai in fronte, osservando ogni momento
in cui il sangue gli colava giù dalla fronte… io non ebbi paura, non mi sentii
triste dopo averlo ammazzato… anzi… ero felice… felice di averlo fatto fuori,
felice di sapere che non avrebbe violentato più nessuno… raccolsi quello che
rimaneva dei miei vestiti ed uscii dal camion… l’altro uomo usciva in quel
momento da casa mia… non aveva notato che avevo la pistola… si mise a ridere nel
vedermi, poi notò il sangue che usciva dal camion e tentò di estrarre la sua
pistola… ma io seccai anche lui… più ne ammazzavo più ero felice… mia madre era
morta… inizia a correre per i vicoli, con quella pistola tra le mani… incontravo
solo sciacalli assetati di sangue che cercavano di derubarmi, di uccidermi… li
ammazzai tutti, uno dopo l’altro, finché le cartucce non finirono… allora
imparai anche a rubare… poi un giorno incontrai una donna… lei mi parlò di Two
Hands… sapevo che lei poteva portarmi a Tenerife… la cercai in lungo e in largo,
senza mai trovarla… tutti quelli che incontravo e a cui chiedevo di lei, mi
rispondevano male, mi picchiavano anche… imparai ad uccidere… senza avere paura…
tanto uccidere gli uomini mi rendeva felice… non ti dico che mi piacesse… ma mi
faceva sentire soddisfatta…” Quando Marilyn ebbe finito il racconto, Rock
giurò di svenire… sapeva che avrebbe ascoltato un’altra storia agghiacciante lì
entro… voleva abbracciare quella ragazzina, ma cosa poteva dirle? Dire anche a
lei che il mondo esisteva per farla felice? Ormai non ci avrebbe più creduto
nemmeno lei… ma non poteva restare lì, a sentire le sue interiora contorcersi
per la rabbia e la disperazione… le si avvicinò… le fece una carezza sul viso e
le sorrise “vedrai che ti porteremo a Tenerife… lì potrai ricominciare…
potrai essere libera… ti ci porterò, fosse l’ultima cosa che faccio!!” Il
cuore di Marilyn scoppiò in quel momento, tanto batteva forte! Ma chi era
quello? Un angelo caduto dal cielo, forse? Possibile che fosse tanto diverso da
tutti quegli uomini che esistevano al mondo? Two Hands aveva davvero ragione?
Non aveva timore di quella carezza, non aveva timore di lui, non sentiva più il
desiderio di vederlo in una pozza di sangue… Sentiva… sentiva solo… sentiva solo
un calore pervaderle le gote! Nessuno prima di lui era stato così buono con lei…
nessuno le aveva mai offerto il suo aiuto… arrossì…e poi lo abbracciò. Rock
rimase piacevolmente sorpreso da quella sua reazione, forse ci era riuscito,
forse per quella volta era riuscito ad aiutare qualcuno… Marilyn si stringeva a
Rock per cercare di sentire come fosse l’abbraccio vero di chi ti vuole bene, di
un uomo che ti vuole bene… e più si stringeva a Rock più sentiva dentro di lei
crescere un calore tanto piacevole, che non aveva mai sentito prima d’ora… non
si era mai stretta a suo padre, a un fratello, a qualcuno che avesse potuto
darle mai quella sensazione… aveva ragione, Revy… lui era diverso… lui era
davvero diverso… e fu lì che… tutto il mondo che si era costruita Marilyn
crollò… perché… perché lei… lei si era innamorata di un uomo!! Aveva paura di
quell’emozione mai provata! Temeva che non avrebbe mai più potuto compiere a
sangue freddo quella vendetta, che tanto la rendeva felice, verso gli uomini. Ma
quella sensazione era troppo bella, quel calore era troppo avvolgente… le tornò
in mente sua madre… ed in quel momento realizzò che, una volta arrivata a
Tenerife, sarebbe stata libera… perché lei lo aveva deciso… sarebbe arrivata da
sua madre e sarebbe stata libera… Si staccò da Rock, lo guardò negli occhi,
mentre lui sorrideva e… lo baciò! Rock rimase sbigottito da quell’azione, non se
lo aspettava di certo… se la staccò immediatamente “ma cosa fai?” “volevo
provare… almeno una volta… cosa vuol dire baciare la persona che si ama…” “la
persona…” Rock arrossì “che si ama?” “si… tu sei il primo ad avermi voluto
bene… ed io… io te lo voglio ricambiare… e poi… non potrò mai baciare la persona
che amo davvero… quindi ho voluto baciare te… perché ti voglio bene,
Rock…” “tu… tu stai parlando di Revy, vero?” “si… parlo di lei…” “avevo
capito da subito che tu ne eri innamorata… ed ora ne comprendo il perché… ma
allora perché non fai come hai fatto con me?” “oh no… non posso… perché Two
Hands non potrà mai accettarlo come hai fatto tu… perché lei è già innamorata di
un altro…” “ah… davvero…?” Rock per un momento ebbe paura… lei aveva detto di
un altro… poteva essere chiunque… Marilyn si voltò e gli sorrise “è
innamorata di te… Rock…” Rock ebbe un sussulto… arrossì “di me?” “ma ceto…
non me lo ha detto espressamente, ma è così… me lo ha fatto capire quando mi ha
picchiata perché parlavo male di te… e dovevi sentire le cose che ha detto su di
te.. si capisce subito che è innamorata di te…” Rock credeva di vivere un
sogno… non solo Eda, ma anche Marilyn le aveva detto che Revy si era innamorata
di lui… non poteva crederci… se così era, allora era arrivato il momento di
chiarire tutto… non poteva più aspettare… ma Marilyn ancora gli stava
abbracciata, serena come non l’aveva mai vista.. non poteva abbandonarla ora…
decise di rimanere lì, ancora un po’… “Rock…” “m?” “grazie… non mi
dimenticherò mai di te…”
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** La telefonata di Balalaika ***
Someday i'll arrive
Someday i'll arrive
Cap 4
L’alba stava ormai sorgendo, e
la Black Lagoon
ancora viaggiava senza sosta… Eda si era da poco svegliata mezza infreddolita
sul ponte… si era addormentata lì
la notte prima, dopo essere rimasta a pensare per tutto il tempo a lei e Revy da
bambine, all’orfanotrofio, alla loro amicizia… e alla fine si era addormentata…
si alzò sistemandosi i capelli… si diresse all’interno della nave ed andò a fare
visita a Dutch, che ancora non si era stancato di pilotare la vecchia e cara
bagnarola…
“ancora in piedi? Ma tu non dormi
mai?” esordì Eda, ridendo,mentre dava una pacca sula spalla di
Dutch
“senti chi parla… ti ho vista sta
notte… sei stata in piedi fino alle cinque di mattina… e scommetto che se avevi
una bottiglia di tequila avresti fatto mattina, giusto?”
“eh eh… non hai poi tutti i
torti…”
La luce dell’alba avvolgeva il
mare, e piano piano tutta la nave, e la brezza marina rinfrescava piacevolmente
Eda, che respirava a pieni polmoni il profumo del mare…
“Revy? Ancora dorme?” chiese poi
lei, strofinandosi gli occhi
“si… dormono tutti… Rock è ancora
di sotto nella stiva, Benny nella sua cabina…”
“Rock è ancora con la ragazzina???
Non hai paura che l’abbia ammazzato?”
“no… sono stato allerta… non ho
sentito spari o cose varie…”
“alla fine si è fatto ben volere
anche da lei… ha un talento naturale quello…”
“mpf… Rock è bravo a farsi ben
volere dalla gente… nemmeno Balalaika è riuscita ad ammazzarlo… e pensa che se
prima Revy lo odiava ora lo difende da tutto…”
“certo, Revy è pazza di
lui…”
“eh?!”
“oh porca troia!!” Eda si tappò la
bocca, pensando a lei che scappava e le pallottole di Revy che la inseguivano…
“questo tu non lo hai mai sentito, ok?”
Dutch si mise a ridere; ad un
tratto squillò la radio della nave… Quando Dutch rispose non fu sorpreso di
sentire chi c’era dall’atro capo, ma ne fu intimorito…
“Balalaika? Cosa ti
serve…?”
‘ciao Dutch… come ti va,
eh?’
“che succede Balalaika…? Come mai
mi hai chiamato? Ora non posso fare lavori, sono impegnato in una
consegna…”
‘è proprio a proposito che ti
chiamo Dutch… sai, la dolcezza che trasportate ha fatto qual cosina che era
meglio che si risparmiava…’
“ossia?”
‘sai dove si è procurata i soldi
con cui vi ha pagato?’
“no, non ci parla con me… e io non
me ne sono preoccupato…”
‘già, lo supponevo… be te lo dirò
io allora… ha assalito quattro dei maggiori spacciatori dell’hotel Moscow… ci ha
fottuto parecchio denaro, sai? Oh certo che lo sai… perché ora è nelle tue mani,
vero?’
“Balalaika io non ne sapevo niente…
non me ne frega una mazza di dove prendano i soldi i miei committenti, basta che
mi paghino… sai che questo è il mio lavoro, no?”
‘ma certo… non è nulla di personale
Dutch… solo che non potevo lasciar correre…’
“che vuoi dire,
Balalaika??”
“Dutch… mi sa che quelli ce l’hanno
con noi…” Eda fissava due navi che si avvicinavano ad alta velocità
“Balalaika! Le hai mandate tu,
vero?”
‘vedo che sei sempre sveglio,
Dutch… si prenderanno la ragazzina e le daranno la lezione che merita… poi
potrete portarla dove vi pare…’
“lo sai che Rock non ce lo farà mai
fare…”
‘mi pare che sia tu a comandare,
lì, no? Allora comportati da capo, Dutch!’
“che cazzo sta succedendo??” Revy
si era appena svegliata ed era arrivata mezza insonnolita…
“guai in vista, Revy…” disse Eda,
senza staccare gli occhi dalle navi…
“m? e quelle? Chi sono
Dutch??”
“ le manda Balalaika… pare che la
nostra cara ragazzina…” in quel momento uscirono Rock e Marilyn dalla stiva, ma
nessuno se ne accorse “ abbia derubato e ucciso quattro dei maggiori spacciatori
dell’Hotel Moscow… e Balalaika è incazzata nera, perché quel bel gruzzoletto che
abbiamo ora noi era suo…”
“e quindi, cosa vogliono??” Rock si
era intromesso nella conversazione, facendo sobbalzare Revy per la
paura…
“vogliono prendere la ragazzina e
darle la lezione che merita… poi ce la ridaranno…”
“e tu che gli hai
detto??”
“che tu non glielo avresti lasciato
fare, Rock…”
Rock sorrise all’affermazione di
Dutch…
“Revy” riprese il colosso
“preparati! I nostri clienti sono sotto la nostra protezione.. e poi la
ragazzina ci ha pagato davvero bene!”
“sarà divertente fare fuori gli
scagnozzi della sorellona! Eda tu vieni?”
“ma certo!”
“con permesso…” fece Marilyn,
passando avanti ed estraendo la pistola dalla fondina “me ne occupo
io…”
“cosa? Ma sei impazzita?” fece
Rock, cercando di fermarla
“non ti preoccupare Rock… questo
sarà l’ultimo peccato che compio… non voglio recarvi altro
fastidio…”
“ma… non puoi andare da sola!
Revy!! Fa qualcosa!” Rock continuava ad incalzare… Revy avrebbe voluto puntargli
la pistola alla tempia e dirgli “questo ti sta bene”, ma l’idea di combattere
contro quelli dell’hotel Moscow le piaceva…
“ei mocciosa! Non me ne frega
proprio niente se creperai o meno… ma la soddisfazione di metterla in quel posto
alla sorellona me la devo togliere! Non gli ho ancora perdonato quando mi ha
tolto dalle mani la pistola contro la servetta! Eda, io e te ci prendiamo quella
nave! Al resto ci pensa la mocciosa!”
“ti farò vedere di cosa sono
capace, Two Hands!”
Una volta arrivate sul ponte, le
tre si ritrovarono davanti le due navi ferme; un soldato gli parlò da un
megafono
“consegnate la ragazzina e non vi
sarà fatto niente…”
“ma certo eccola, non la vedete! È
tutta vostra!” Fece Revy, ridendo al pensiero dello scontro imminente…
Marilyn avanzò di qualche passo, a
testa bassa… non appena fu abbastanza vicina alla nave, saltò sul ponte, ed
estrasse la pistola. Gli uomini, non preparati a quella reazione, si scossero,
appena Marilyn iniziò a sparare sull’equipaggio, uccidendo uomini su uomini…
Revy e Eda la osservavano da lontano
“cazzo, se la cava!” fece
Eda
“sicuramente meglio una mezza
calzetta come te…”
“ah si? Te la faccio vedere io
Revy!!” iniziò la caccia anche per loro. Revy e Eda si gettarono tra
l’equipaggio della seconda nave, iniziando a fare strage di tutti quelli che le
andavano contro… Revy sfogava tutta la sua rabbia in quelle pistole, facendo
morti su morti.
Marilyn volteggiava tra i soldati
nella nave, sparando colpi precisi, che andavano sicuri al bersaglio; sembrava
un’acrobata tra quei proiettili. Si nascose dietro una cassa e gettò via il
caricatore, rifornendo la sua pistola, e dalla fondina che teneva sulla cinta
estrasse una mitraglietta INGRAM; poi si rigettò nella
mischia
“morite tutti! Questa sarà l’ultima
volta che dirò questa frase!” iniziò a sparare: saltò addosso ad uno dei
soldati, gli sparò in testa e poi lo usò come scudo dai proiettili, mentre
avanzava verso i restanti membri dell’equipaggio; poi gettò l’uomo che aveva tra
le mani verso gli altri e sparò ancora dei colpi in avanti, mentre camminava
indietro verso il bordo della nave… infilò la mitraglietta nella fondina e saltò
verso la Black
Lagoon: mentre era in aria, estrasse una granata, che teneva
nello zainetto, e la lanciò verso la nave, che esplose…
“ma quella ci va davvero pesante!”
fece Revy, mentre teneva fermo un soldato per sparargli in
testa…
“sembri proprio tu Revy! Ti
somiglia un casino!” se la rideva Eda, dietro una cassa
Marilyn atterrò sulla Lagoon e
guardò Rock con occhi colmi di sangue e odio…
“scusami, ma ho ancora da fare…”
gli disse senza mutare la sua espressione; poi saltò anche sull’altra nave,
atterrando sopra a Revy, che stava per essere bersaglio di un soldato, e sparò
verso di lui.
“ma che cazzo fai!?” urlò
Revy
“ti ha salvato il culo, idiota!” le
fece Eda, mentre sparava al resto dell’equipaggio; Marilyn tenne sotto
osservazione la situazione, fino a che non rimase solo un uomo a bordo: quello
con il megafono… Fermò Revy e Eda con una mano e si diresse verso di lui, che
era disarmato… era a terra, tremante, in un angoletto, mentre osservava la
ragazzina che si avvicinava a lui
“eccomi… allora, dov’è la mia
punizione…?” gli disse, quasi posseduta
“ non… non ti avvicinare
ragazzina…”
“tu sarai l’ultimo… tu sarai
davvero l’ultimo…” disse solo quelle parole, poi estrasse un coltello, che
teneva in una fondina attaccata alla coscia, e pugnalò quell’uomo dritto al
cuore, premendo forte per farglielo penetrare nella carne… si rialzò e lo lasciò
lì, nel petto di quel soldato…
“non lo raccogli?” le chiese Revy,
una volta che si trovarono sul bordo della nave, pronte a saltare di nuovo sulla
Lagoon
“no… non mi servirà più… d’ora in
poi…” disse lei, prima di saltare sul ponte della nave… Rock la guardava, mentre
lei si avvicinava a lui, pulendosi il sangue dal viso; lo guardò e si abbracciò
a lui, sotto lo sguardo impietrito di tutti. Revy sentì una rabbia crescerle
dentro, una gelosia che sembrava distruggerla piano piano, che tentava di farle
perdere la ragione… mentre Rock accarezzava i capelli di quella ragazzina, Revy
si voltò dall’atra parte, per non guardare… sapeva che altrimenti avrebbe fatto
qualche cazzata, e per quanto ne avesse fatte tante nella sua vita, decise che
quello non era il momento di farne altre…
“questa era l’ultima volta, Rock…
te lo prometto…” disse Marilyn, stringendosi forte al petto di Rock…
“ne sono sicuro, Marilyn… non
dovrai più imbracciare delle armi..”
“oh no… ti ho sporcato tutta la
camicia… scusami…”
“non preoccuparti… non importa…”
Rock se la strinse forte e in quel
momento le tornò in mente Gretel, lì, quel giorno, mentre scendeva dalla nave
dicendogli che avrebbe voluto rivederlo… Guardò verso il cielo e sorrise,
pensando dentro di sé “ hai visto, alla fine ce l’ho fatta… quello che non sono
riuscito con te…”. Gli sembrò di sentire la voce di Gretel sussurrargli un
grazie, per non aver smesso di tentare, per averci creduto fino alla fine…
mentre il vento passava leggero su di loro il sole era ormai sorto del tutto e
scaldava i due con il suo calore…
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Fino alla fine del mondo! ***
Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Cap 6
Normal
Il viaggio era stato lungo e, prima di arrivare a
Tenerife, Dutch decise di fermarsi in un porto per fare rifornimenti e dare una
controllata alla nave… erano in un albergo di piccole dimensioni, che sembrava
minacciare di crollare da un momento all’altro… Era sera ormai… Rock uscì dalla
stanza di Marilyn, dopo che lei si fu addormentata, e percorse il corridoio
lentamente… Ora nella sua testa c’era solo un pensiero… le parole che le aveva
detto Marilyn… “lei è innamorata di te”… non riusciva a togliersele dalla testa,
gli risuonavano come un mantra… sentiva un’emozione grandissima solo a pensarci,
sentiva di volerla stringere, sentiva… sentiva solo di volerlo udire da lei… ti
amo… chissà se glielo avrebbe mai detto… mentre camminava sentì cantare… veniva
da una camera… ma non una qualunque… era la camera di Revy… Rock strinse forte
l’accendino che lei le aveva dato e si appostò dietro la porta, per ascoltare
fino in fondo quella canzone e la sua voce… “I Have a big gun, I took it
from my Lord Sick with Justice I just wanna feel you I’m your angel,
only a ring away You make violate you, no matter who you are. It’s all up
to you No one lives forever Been burn in Hell, for those the pigs out
there It always been Hell, from where I was born You make me violate you,
no matter who you are. Get down on your knees Get a good head on your
shoulders It’s for you guys Go to the end of (the) earth Do what you
think, give it with dedication I’ll put out your misery You made a mess,
for Christ’s sake, this rotten world Shit out luck, go with my
vision Light on the fire, Right on the power Weapon… I have it
all! Weapon… I have it all!” La riconosceva in quelle parole… la
riconosceva in quel testo… sembrava parlare proprio di lei… non aveva mai
sentito Revy cantare così da vicino, senza che il rumore delle pistole
soffocasse la sua voce… Aveva davvero una bella voce… quando lei ebbe finito di
cantare, si fece forza e bussò alla porta… “avanti…” disse lei scocciata…
Rock tentò di aprire la porta, ma era chiusa a chiave… “Revy è chiusa…” forse
lei lo aveva fatto solo per accertarsi che fosse Rock dietro quella porta, e una
volta che ne fu sicura, andò ad aprirgli la porta… Era bellissima in quel
momento! Aveva i capelli bagnati, completamente sciolti, e non indossava né i
pantaloncini né gli anfibi… Rock rimase lì a guardarla… si scambiarono qualche
sguardo, finché lei non lo invitò ad entrare… “allora devi restare tutto il
tempo sulla porta? Entra muoviti!” Rock entrò e si sedette sul letto,
fissando Revy mentre si pettinava i capelli, che piano si asciugavano… era così
seducente, così tremendamente bella… in quel momento gli sembrava una di quelle
ragazze che conosceva in Giappone: no, non sembrava la pistolera assassina che
tutti conoscevano con il nome di Two Hands… Lei lo osservava, cercando di non
farsi vedere, mentre si pettinava energicamente i capelli… Il silenzio che c’era
tra i due era magico, ma anche piuttosto pesante.. perché entrambi sapevano di
desiderarsi, ma nessuno dei due aveva il coraggio di ammetterlo… ad un tratto
Rock decise di rompere quel silenzio “ho sentito che cantavi..” “ah
davvero…?” “già… sai, ti rivedo in quella canzone… sembra che l’abbia scritta
tu… e poi, quella frase… vai fino alla fine del mondo… la ripetete spesso con
Eda, vero?” “diciamo che è un po’ il nostro credo… combattere fino alla fine
del mondo, non arrendersi mai, fare ciò che si vuole con dedizione… questo
abbiamo promesso di fare tanto tempo fa…” “già… fare quello che si vuole con
dedizione…” Rock rimase colpito da quelle ultime parole… ormai non poteva più
stare lì fermo a guardarla… Si alzò dal letto e le andò vicino… “poi… c’è
anche quella frase che ripete due volte… mi porti a violarti, non mi importa chi
tu sia… forse lì non ti rivedo molto…” il sorrisetto malizioso di Rock attraeva
molto Revy, in quel momento… non ce la ricedeva? Ma se se lo sarebbe fatto a
occhi chiusi? Gli sarebbe saltata addosso senza pensarci, ma… ma allora perché
non lo faceva? Aveva paura… paura di mettersi a nudo, paura di ritrovarsi con le
spalle al muro… anche se doveva combattere… decise di sfidarlo… “ah no? Non
mi ci vedi?” fece lei, in modo accattivante… “be.. non eri tu ha dire che
non ti interessa né legare né essere legata?” “è vero… ma chi lo sa… forse
per qualcuno non vale questa affermazione…” Rock non poteva più resistere… le
si avvicinò ancora… la guardò negli occhi, poi le mise una mano sulle gote, le
si avvicinò ad un orecchio e le sussurrò… “posso essere io quel non mi
importa chi tu sia?” “credi di dovermelo chiedere?” alla risposta di Revy,
Rock sentì che il mondo iniziava a girare dal verso giusto! Allora era vero! Non
attese oltre e la baciò con passione, stringendosela forte… Revy sentiva i
brividi al passaggio delle sue mani sulla sua schiena, mentre facevano su e giù
lungo la sua colonna vertebrale… poi passarono leggermente sulle sue natiche, e
lì la pressione si fece più forte; Revy sentì di essere con le spalle al muro,
la presa di Rock era forte, ma… stranamente ne era felice! Si sentiva bene, le
piaceva essere stretta nella sua morsa, le piaceva stare al suo gioco… quando si
staccarono, lei le chiese “ma che stiamo facendo?” “le hai disposte te le
carte, Revy… ora il gioco deve andare avanti…” “e allora giochiamo, baby…!!”
Revy gli mise le mani tra i capelli e se lo portò di nuovo alla bocca; ora era
lei a comandare le danze: la sua lingua soffocava quella del ragazzo,
lasciandola senza via d’uscita… poi lei la ritrasse, per lasciare spazio anche a
lui… Rock sentiva di desiderarla, la sua eccitazione saliva sempre di più… fece
una pressione più forte sul sedere di Revy, e lei gli si avvinghiò con le gambe,
continuando a baciarlo… Lui passò a baciarla sul collo, mentre la teneva con la
schiena appoggiata al muro; Revy sentiva il piacere salire ad ogni bacio che lui
le dava sul collo, voleva averlo, solo per lei, voleva sentirsi sua, voleva
strappargli via quella camicia… tra i gemiti di piacere riuscì a
dirgli “prendimi Rock!!” Lui non poteva rifiutare quella proposta troppo
invitante, così la portò sul letto, lasciandosela stendere sopra; Revy gli
sbottonò la camicia e, bottone dopo bottone, sentiva di volerlo sempre di più…
poi iniziò a baciarlo sul petto, fino a risalire alla bocca… Si alzò di nuovo da
lui, ed iniziò a giocare con il top: lo tirò su fino ad un pezzo e poi lo ritirò
giù immediatamente, tanto per mettere ancora più malizia in quel gioco che
stavano facendo… Rock la osservava e la lasciava fare… Revy si tolse
definitivamente il top, poi si abbassò su di lui, facendo aderire fortemente il
suo seno al suo petto; lui sentiva un calore inimmaginabile spandersi dal suo
petto fino a riempirlo tutto… lei gli si avvicinò all’orecchio e gli mormorò
“il resto toglimelo tu…” Per quanto non rimanesse molto da toglierle,
quel gioco piaceva a Rock, che la stese sotto di lui, baciandola ovunque,
partendo dal collo e scendendo sempre più; arrivò all’ombelico, poi risalì, per
poi scendere di nuovo… Sentiva che l’eccitazione di Revy saliva sempre di più,
così non ci mise molto a toglierle tutto quello che le era rimasto addosso; si
fermò poi a guardarla, sotto di lui, con i capelli completamente sparsi sul
letto, con quegli occhi così desiderosi… era così bella, così meravigliosamente
stupenda! Rock non riuscì a tenerselo per lui, così la guardò e le intimò “ti
amo, Revy!” Revy sentì di sciogliersi… non pensava che lui glielo avrebbe
detto in quel momento… sentiva di volergli rispondere, ma non era solita dire
quelle parole, erano estranee alla sua natura; lo prese e se lo portò ancora una
volta alle labbra, serrandogli le sue con un bacio… Rock si aspettava una
risposta da lei, ma si accontentò di quello, per quel momento… Quando furono
entrambi nudi tra quelle lenzuola, Revy passò di nuovo sopra, ansimando come mai
aveva fatto, godendosi ogni istante mentre lui la penetrava, assaporando fino in
fondo quel momento che aveva immaginato quel giorno, nella chiesa della
violenza, quel desiderio che ora prendeva forma…
Eda passava per caso davanti alla camera d Revy, dove
incontrò Dutch che tornava in camera con una birra in mano; i due si fermarono
per salutarsi, quando sentirono qualcosa che li scosse da dietro la porta della
camera di Revy… “non mi dire che…” iniziò Dutch “shh!! Zitto, altrimenti
non sento!” lo zittì Eda, appiccicata alla porta “Eda! Sei davvero
incorreggibile!!” “senti senti! Ci stanno dando dentro! Ce l’hanno fatta
alla fine!! Porca troia!! Lo sapevo! Ce l’ho fatta! M, certo che però potevo
passarmelo un’altra volta prima di lasciarglielo!” “ma tu ti sei fatta
Rock??” “si e allora?” “mpf… certo che se la cava per essere un colletto
bianco, eh?” “cazzo se se la cava! Senti che roba!!” Passò di lì anche
Benny, che era appena uscito dalla sua camera “ma che succede qui? Che state
facendo? Ei ma quella non è la camera di Revy??” “si, ecco vedi Benny Boy…
forse è meglio se ci andiamo a fare un goccetto al bar..” fece Dutch,
grattandosi la testa… “e perché?” fece Benny… Eda lo afferrò per la camicia e
lo appiccicò alla porta; Benny aveva gli occhi a punto interrogativo, fino a che
non udì quello che anche Eda stava ascoltando “ma è Revy???” urlò lui
allibito “zitto!! Certo che è Revy ma se ci scopre ci ammazza a tutti e tre!”
Fece Dutch, già immaginandosi Revy che gli correva dietro con un
lanciarazzi “e con chi sta?” “con Rock!!” rispose Eda con un sorrisino
idiota “ma Rock non stava con te??” Benny stava impazzendo “no, ci siamo
solo fatti una sana scopata, tutto qua!! Quei due sono fatti per stare insieme!”
“adesso basta! Venite via di lì!!” Dutch li prese entrambi per la collottola
e li trascinò via dalla porta della camera di Revy… mentre si allontanavano Eda
urlava stile cheerleader “Forza Revy!! Vai così!! Su!!!! Giùù! Di lato, come
vi pare, insomma!!” “finiscitela!!” urlarono Dutch e Benny in coro…
Nella camera non volava una mosca, mentre Revy respirava
profondamente sul petto di Rock, che le accarezzava delicatamente la schiena…
Non aveva mai fatto una cosa come quella, Revy… non si era mai sentita amata a
quel modo… nessuno le aveva mai detto ti amo mentre se la faceva… ma Rock non se
l’era semplicemente fatta, questo lei lo sapeva per certo… decise che era
arrivato anche il suo turno… ormai, tanto, si era messa completamente a nudo con
lui, in tutti i sensi… non si alzò dalla sua posizione, ma prese tutto il
coraggio che aveva e gli disse “Rock… ti amo…” Rock sobbalzò. Non poteva
crederci, non poteva essere vero! Aveva sentito quelle parole uscire dalla bocca
di Revy! Voleva sentirlo ancora, e ancora, e ancora. “come?” “ti
amo…” “come?” Revy si spazientì, così gli andò sopra, guardandolo negli
occhi “ho detto che ti amo!! Quante volte te lo devo ripetere?” “dieci,
cento, mille volte Revy… non voglio mai smettere di sentirtelo dire…” Rock le
sorrise e la baciò, poi si stese di nuovo sul letto… Revy allora tornò a
distendersi sul suo petto… “sei uno stupido…” “però ti piaccio…” “sarà
perché sono una stupida anche io… che ci posso fare…” “ti amo Revy…” Rock
se la strinse forte, respirando a pieni polmoni il suo profumo…
Seduti al bancone del bar, Eda Benny e Dutch erano in
silenzio… sapevano che l’argomento principale erano Rock e Revy, ma ognuno dei
tre non sapeva se ritirarlo fuori.. alla fine Eda decise di parlare “allora!
Io direi di brindare alla nuova coppia, no?” “io aspetterei a dirlo, magari è
stata solo una cosa così, no?” rise Benny, afferrando il bicchiere “no
biondino, la sveltina tra me e Rock era una cosa così! Ma con Revy è diverso!”
“ma, sarà lei a dircelo, visto che stanno scendendo tutti e due…” Dutch
aveva attirato l’attenzione di Eda e Benny; Eda sorrideva a trentadue denti,
guardando fissa Revy… lei se ne accorse, non appena le fu davanti… sentiva gli
sguardi di tutti addosso “be, che avete da guardare?” “non so…vuoi forse
parlarci di qualcosa?” fece Eda, con quel suo sorrisino sulla faccia “eh?!”
fece Revy, sedendosi accanto a Rock e versandosi un bicchiere di Rum… Eda la
fissava ancora, insieme a Dutch e Benny, e rideva a denti stretti “vuoi fare
un brindisi? Di solito si fa così… certo si fa ai matrimoni, ma anche ai
fidanzamenti…” Revy sentì un brivido gelido percorrerle la schiena; si voltò
verso i tre ed ebbe paura a chiedere quello che voleva domandare “voi… voi
non ci avrete mica sentiti, vero..?” Rock sputò tutto il rum che aveva appena
messo in bocca, mentre Eda rideva a perdifiato… “era impossibile non
sentirvi!! Bravi complimenti!!” fece la suora tra le risate “ci tengo a farti
sapere che io non ho origliato!” disse Dutch rivolto a Revy “io sono stato
trascinato da Eda…” fece Benny, sfregandosi gli indici… “che cosa???!! Come
cazzo vi siete permessi!!! Io vi ammazzo!!!” Revy sbraitava, sbattendo il pugno
sul bancone del bar; ad un tratto sentì le braccia di Rock cingerla da dietro, e
si azzittì subito, arrossendo… “calmati Revy… tanto ormai ci hanno scoperti,
è inutile che ti arrabbi, no?” le fece lui “cazzo…” riuscì a dire Revy… Gli
altri risero.. “adesso ci vuole un bacio!!” fece Eda “te lo scordi
ninfomane di una suora! Ti affitti un filmino porno!!” le rispose Revy,
ripresasi dall’incanto di Rock, che l’aveva lasciata “e dai!! Non fare la
stronza!! E su dai!!” “puoi morire per me…” ma non riuscì a finire di
parlare, che Rock l’aveva già baciata; Revy era incazzata perché l’aveva fatto
davanti a tutti, ma non poteva dire certo di no ad uno dei suoi baci, così si
abbracciò a lui e gustò il suo ennesimo bacio. “oh bravi!! Era ora!!” Eda
batté le mani “barista, portaci altro rum! Sta sera si festeggia!!!” Rock e
Revy si staccarono, guardandosi negli occhi per alcuni minuti… “ti va di
farlo?” gli fece Revy “cosa?” si girò Eda verso di loro; Rock aveva capito
benissimo di cosa stesse parlando Revy, così annuì “tanto ti batto,
bellezza!” le fece lui “non ne sarei convinta, Baby!” rise lei “barista!”
fecero insieme “ porta tutto il rum che hai!!” “ma che cazzo di modo! Vi
pare che festeggiate facendo a gara a chi beve di più??” Eda era sconvolta…
“dai, lasciali fare… non lo vedi, quei due sono fatti l’uno per l’altra,
l’hai detto tu..!” le sorrise Benny, porgendole il bicchiere… “mpf… hai
ragione…”
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Someday... I'll arrive... ***
Someday I'll arrived
Someday I'll arrived
Cap 7
Normal
Il viaggio ormai volgeva al termine; dal ponte della
nave era già possibile vedere le spiagge delle Canarie, così meravigliosamente
pacifiche… Marilyn era là, sul ponte della nave, insieme a Rock, e i suoi occhi
cercavano di riempirsi il più possibile di quelle immagini meravigliose che
componevano il paesaggio davanti a lei… “qual è Tenerife?” chiese la
ragazzina a Rock “è quella che vedi più vicina… sai, tra tutte è davvero la
più bella! È un luogo meraviglioso!” “Tenerife…” ripeteva quella parola come
un mantra, ormai, inebriandosi del profumo di quel mare, che sembrava del tutto
diverso da quello che vedeva tutte le volte dalla scogliera, dove era la tomba
di sua madre. Revy e Eda osservavano i due poco più in là… Revy sospirò “non
mi dire che sei ancora gelosa?!” le fece Eda, con sguardo interrogatorio “ma
non dire cazzate Eda!” fece Revy, senza far trapelare la minima emozione; poi si
girò verso di lei e fece un sorrisetto come di chi sa di aver vinto già in
partenza “Rock adesso è mio, solo mio! Non ci si deve avvicinare più nessuno!!”
“ah ah ah! Già ti immagino con il vestito da sposa!!” rise Eda “ma
tienitele per te queste stronzate sballata di una suora schizzo frenica!” ma
ormai Eda rideva senza sosta… Revy sospirò di nuovo e guardò verso il cielo,
dove le nuvole le passarono davanti come un meraviglioso corteo… e, forse fu la
stanchezza a giocarle quel brutto scherzo, ma lei sentì la voce della piccola
Rebecca ringraziarla… quella bambina che credeva che le nuvolo fossero fatte di
panna era lassù, con loro, ed ora la ringraziava… perché Revy non l’aveva
soffocata… ed ora le aveva dato una via d’uscita… anche se lei sapeva che non
era merito suo… il merito era solo di Rock… La brezza che spirava
nell’arcipelago delle Canarie sembrava trasportare pace e serenità, come se
stessero attraccando al paradiso… Non appena la nave fu abbastanza vicina al
porto, Marilyn saltò giù dal ponte, lasciando volare i suoi capelli sospinti dal
vento; Rock la osservò, ed anche lì ebbe un ricordo… di Gretel.. guardò Marilyn,
che si era voltata verso di lui, e gli sorrideva gioiosamente… e non seppe
perché, ma in quel momento Rock ebbe una strana sensazione… sentì uno strano
brivido… come se ancora lo aspettasse qualcosa, come se tutto non fosse ancora
finito… “Rock!! Vieni a darmi una mano razza di scansafatiche!!” le urla di
Revy, che cercava di ormeggiare la nave, lo riportarono sulla terra; si avvicinò
a lei “bel modo! Non puoi mica far faticare così la tua ragazza!!” li prese
in giro Eda; Revy arrossì “per quanto ancora dovrai prender mici per il
culo??!” fece lei incavolata; Rock la abbracciò, guardandola negli occhi “che
ti importa Revy…” “niente… hai ragione…” Mentre loro si baciavano,
Marilyn correva verso la spiaggia, gettando via le armi che aveva addosso…
tutte, tranne la pistola.. quella pistola con cui tutto era iniziato… e con cui
tutto doveva finire.. “Rock… va a vedere se ha bisogno di qualcosa..” ordinò
Dutch al ragazzo; lui guardò la figura di Marilyn che si allontanava e le andò
dietro… anche Revy lo seguì.. Marilyn era ormai arrivata in riva al mare, si
era tolta le scarpe, e gustava il mare che le solleticava i piedi nudi sul bagno
asciuga… Respirava a pieni polmoni quella brezza, riempiendosi di
quell’orizzonte che man mano si schiariva… Se esisteva davvero quel mondo di cui
parlava Revy, be allora lei c’era arrivata! Ed ora che l’aveva visto, era
felice! Si, lì sarebbe dovuta arrivare, lì tutto doveva avere fine: quella vita
orribile, quei ricordi agghiaccianti, quei peccati commessi uno dopo l’altro… Si
voltò verso Rock e Revy, che si guardavano e si tenevano per mano, e sorrise
leggermente… lei non poteva avere nessuna delle persone che amava, perché
nessuna delle persone che poteva avere erano lì… la aspettavano da un’altra
parte… “Rock! Two Hands!” li chiamò da lontano; loro la guardarono “la
vedete? È qui! La mamma è qui! Mi sta aspettando! Sapevo che un giorno sarei
arrivata da lei! Grazie grazie tante! Io… io vi ho amato! Entrambi!” Sia
Rock che Revy arrossirono a quell’affermazione; poi l’espressione sul volto
della bambina cambiò, e divenne più serena, ma strana… Rock se ne accorse e quel
brivido tornò ad intimorirlo “io ho commesso tanti peccati…” riprese Marilyn
“ ma ormai non serve più pensarci! Perché sono qui, con la mia mamma! Tra poco
la abbraccerò come un tempo! E i miei peccati saranno perdonati dal
signore!” No! Rock aveva capito ormai! Lasciò la mano di Revy, ma prima che
potesse provare a fermarla “grazie di tutto! Addio…” Marilyn estrasse la
pistola che aveva lasciato nella fondina, se la puntò alla tempia e premette il
grilletto… il sangue della piccola colorì di rosso quella spiaggia bianca,
mentre il mare continuava a farle delle carezze sul viso. “no!!!” Rock urlò
mentre le correva incontro; la prese tra le braccia, stringendosela forte
“perché? Perché? Ormai eri libera! Eri qui, non dovevi più preoccuparti di
nulla!” le lacrime di Rock scendevano amare sul viso della bambina,
completamente arrossato dal sangue che le colava… Revy si avvicinò a Rock,
mettendogli una mano sulla spalla… “Rock… non fare così… sai anche tu che
questo era l’unico modo… così sarà davvero libera… come la giovane Washinime…
ricordi? Lo dicesti proprio tu…” “è vero Revy… ma lei era così piccola! Lei
poteva ancora avere una vita migliore! Perché? Perché?” “Rock… guarda… lei
sta sorridendo…” Rock guardò la bambina, che aveva un sereno sorriso sul
volto, un’espressione calma e felice; si, ora era libera… Rock si asciugò le
lacrime e la prese in braccio… “voglio darle una sepoltura…” Revy annuì e
lo accompagnò… la pistola rimase lì… trasportata dal mare che piano portava via
anche il sangue che era rimasto a riva…
Rock era in piedi davanti a quella tomba… per l’ennesima
volta aveva visto morire davanti ai suoi occhi una persona cara… una bambina…
un’anima innocente… ma non era triste… “guarda, Revy… le vedi?” “m? cosa
Rock?” “Marilyn e sua madre… sono lì… giocano… e sono felici…” Revy
sorrise leggermente “si… le vedo Rock…” Lui la strinse forte, guardando
ancora la tomba della bambina… Poi decise che non serviva più a nulla rimanere
lì, a piangere sul passato, così si avviò insieme a Revy alla nave… “ei
Rock…” “si?!” “adesso non vorrai mica venire anche qui ogni volta
no?” Rock si mise a ridere… rise, in quella giornata che tanto gli sembrava
triste, e che invece non era altro che un giorno come tanti altri, per lui, per
loro, che ne vedevano tutti i giorni di cose come quelle… “no, non ti
preoccupare!” Rock la prese per la vita e se la strinse forte “mi basti tu,
Revy!” Mentre loro si baciavano, Dutch slegava gli ormeggi, pronti per
ripartire; anche quel capitolo si stava chiudendo, un altro dei tanti capitoli
della loro storia… Rock sapeva che non lo avrebbe mai dimenticato, come tutto
del resto… Ma ormai era tutto passato… ormai si stava aprendo un nuovo capitolo…
quello di lui e di Revy… Rock la prese per mano, la tirò per farla
correre… “vieni Revy! Dai andiamo sbrigati!” “Rock! Fa piano! Ma si può
sapere che vuoi?” Lui si fermò, la guardò ancora e la strinse “solo te,
Revy…” E mentre la Lagoon salpava, lasciandosi dietro anche quell’avventura,
a Rock sembrò si sentire nell’aria quel canto, che l’aveva sempre accompagnato
in quelle storie; chissà, forse era Gretel che lo cantava ancora per lui, o
magari Marilyn… a lui non importava… a lui bastava sapere di averla accanto… di
avere accanto Revy…
FINE
DEDICA: Dedico questa fan alle persone più
importanti della mia vita! La mia famiglia e le mie amiche! Si capisce che gira
tutto intorno ai personaggi dei gemelli, che io amo con tutto il cuore! Perché
siamo io e il mio fratellino! Quindi attenti a voi…
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=271365
|