Someday... I'll arrive...

di Smiry90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Il mio nome è Marilyn ***
Capitolo 3: *** Ci avrei scommesso, baby! ***
Capitolo 4: *** Io ti amo, Two Hands! ***
Capitolo 5: *** Perchè ti ostini tanto? ***
Capitolo 6: *** La telefonata di Balalaika ***
Capitolo 7: *** Fino alla fine del mondo! ***
Capitolo 8: *** Someday... I'll arrive... ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Someday I'll arrive

Someday I'll arrive

Introduzione

Normal

 

 

 

 

 

Il vento passava leggero sul volto di Rock, in piedi davanti a quelle due lapidi, dove comparivano quei due volti così innocenti, così dolci, eppure… Le lacrime gli salivano agli occhi ogni volta che si recava lì… ricordava ancora la prima volta che ci era andato, dopo quella telefonata di Balalaika; sentire da lei quelle parole gli sembrò un sogno, non pensava che lo avrebbe mai fatto… ed invece… lei personalmente aveva chiesto che i due bambini fossero seppelliti in quel cimitero, sopra il mare… e non sapendo cosa scriverci sopra, aveva semplicemente fatto scolpire i nomi con cui li avevano conosciuti: Hansel e Gretel…
Si era recato lì immediatamente, e aveva pianto la prima volta che aveva rivisto il visino dolce di Gretel stampato su quel freddo marmo… e ogni volta che passavano di lì, per lui era inevitabile fermarsi e parlare un po’ con loro… gli pareva ancora di vederla mentre scendeva dalla Black Lagoon con quel cappello  e gli proponeva di fare un pic-nik…
“Rock!!! Ti vuoi muovere porco di un cane??? È un’ora che ti aspetto cazzo!!!” la solita dolce grazia di Revy aveva fatto tornare il ragazzo sulla terra; si voltò per scusarsi e la guardò mentre se ne stava appoggiata ad un alberello…
“scusami… lo so che ti faccio aspettare, ma cerca di capirmi…”
“Rock, erano due mocciosi fastidiosi ed ora sono morti! Che cosa devi venire a fare ogni volta qui??”
“se vuoi puoi tornare alla nave… non c’è bisogno che mi aspetti sempre qui…”
“tze…” era bravo a farle prendere i sensi di colpa, tanto che la ragazza, per quella volta, si rigirò pronta ad andarsene; quando ad un tratto qualcosa catturò le loro attenzioni…
“Someday I want to run away… to the world of midnight…”
Revy si fermò di scatto: il sangue le si gelò nelle vene nel sentire quella canzone, quella vocina che la cantava, era come tornare indietro nel tempo… La voce continuava a cantare…
“Where the darkness fill the air… where it’s icy cold…” 
Revy sentì dei brividi di terrore percorrerla; si voltò di scatto sperando fermamente che quello che immaginava non si fosse avverato e non vide più Rock… lo cercò con lo sguardo e lo riconobbe mentre correva verso quella voce
“brutto idiota!!! Ti farai ammazzare!!”
Rock era come rapito da quella canzone che le ricordava tanto la piccola Gretel e sperò nel profondo del suo cuore, anche se sapeva perfettamente che non poteva accadere, di rivederla cantare e poi fare quell’inchino davanti a lui…
“Where nobody has a name… where living is not a game… “
La voce ormai era vicina… veniva da dietro una lapide… ormai il momento della verità era vicino; Rock si sporse da quella lapide timoroso e… vide una ragazza inginocchiata… ma, come immaginava, non era Gretel… era una ragazza dalla pelle leggermente scura, i capelli castani chiari, sui quattordici anni a occhio e croce, seduta davanti ad una lapide, che cantava quella canzone dedicandola probabilmente alla persona sepolta lì… La sua voce era dolce e malinconica, e Rock non poté fare a meno che restare a guardarla finché il canto non fosse finito… ma… la ragazzina si era già accorta di lui; Rock non aveva notato che a terra c’era una fondina con una pistola, che ora si ritrovava puntata in faccia…
“chi sei?? Cosa vuoi?” quando la ragazza si alzò e guardò Rock, la sua espressione cambiò radicalmente, ed il ragazzo riconobbe lo stesso istinto omicida di Revy… ma quello era molto più deciso… deciso a farlo fuori!
“eih eih aspetta!! Non volevo spiarti, veramente, è solo che…” le giustificazioni di Rock non le importavano affatto, la presa alla pistola fu più forte, il dito sul grilletto, le parole amare…
“muori schifoso uomo!!!”
Lo scoppio dello sparo rimbombò nel silenzio di quel cimitero; dopo di che nemmeno una mosca mosse più l’aria, mentre la pistola della ragazzina giaceva a terra e il fumo della Cutlass di Revy si dissipava nel vento…
“ no no baby non ci siamo… possibile che senza la balia sei perso?” Rock era a terra e guardava Revy come se fosse stata un super eroe, mentre la ragazzina la fissava con occhi sbalorditi e quasi tremava alla sua presenza…
“tu… tu… tu sei Two Hands!!!” Revy sbarrò gli occhi senza capirci più un acca, quando quella ragazzina gli corse incontro continuando a ripetere “tu sei Two Hands” sorridendo felice come una pasqua…
“si sono io, e allora??” rispose semplicemente con la sua grazia
“era una vita che ti stavo cercando” 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il mio nome è Marilyn ***


Someday I'll arrive

Someday I'll arrive

Cap 2

 

 

 

Erano già otto volte che quella ragazzina le ripeteva che cercava proprio lei, ma Revy ancora non ci poteva credere… certo che però non esistevano molte Two Hands in giro, quindi il cerchio si stringeva per forza di cose… all’ennesimo “non ci credo” di Revy, Rock decise di spezzare quel circolo…

“em… tu come ti chiami?” la ragazza lo guardò con uno sguardo a dir poco raggelante, senza rispondere alla sua domanda, e fu allora che Rock realizzò che doveva avere qualcosa contro di lui…  Si limitò solo a guardarla: era bassina, dai capelli lunghi, e lo sguardo dolce coronato dagli occhioni azzurri; e, a distruggere tale dolcezza, il suo abbigliamento rude: un paio di jeans mezzi strappati, una maglietta nera con un teschio stampato sulla spalla destra e una cinta nera che riportava una scritta metallica; Rock tentò di leggere cosa ci fosse scritto e piano piano riuscì a leggere la scritta “Marilyn”… che fosse stato il suo nome? Avrebbe voluto chiederglielo, ma aveva timore di un altro sguardo fulminante da parte di quella ragazzina, che gli ricordava tanto quello di Revy…  così guardò la sua compagna e tentò di spuntarla con lei

“ Revy, sembra che con me lei non voglia comunicare… perché non gli chiedi tu qualcosa…?”

“per esempio??”

“be, che ne so… almeno sapere come si chiama… e che vuole da te…”

“oh… e va bene… che palle che sei… senti mocciosa… come cacchio ti chiami?? E si può sapere che diavolo vuoi da me??” la grazia di Revy non aveva turbato minimamente la ragazzina, che anzi sembrava ancora più felice ora….

“sei proprio come mi avevano detto… io mi chiamo Marilyn! Piacere Two Hands!!!”

“si si… ma non mi hai risposto alla seconda domanda… e non starmi così appiccicata!!!” Revy si spinse via la ragazzina, che continuava a scodinzolarle attorno, e meditava seriamente di sparargli…

“ io ho bisogno del tuo aiuto! Devi accompagnarmi a Tenerife!!”

“Tenerife??? Ma è dall’altra parte del mondo!! Tu sei pazza…”

“ma non è questo il tuo lavoro?”

“si ma noi non facciamo la carità! Se ci paghi ti portiamo anche all’inferno!”

“di questo non ti devi preoccupare! Io vi pagherò!! Dimmi solo quanto, io vi pagherò tutto!!”

“e dove li vai a prendere tutti quei soldi?” Rock non riusciva più a stare in disparte, ed era intervenuto nel discorso, consapevole della reazione della ragazzina

“questi non sono affari che ti riguardano…”

“almeno dicci perché vuoi arrivare a Tenerife…”

“non sono costretta a dire certe cose a uno come te!!”

“Rock! Lascia perdere! Non ci interessano queste stronzate! Ne parleremo con Dutch! Mocciosa tu vedi di avere i soldi che dici e poi potrai arrivare dove ti pare…” Revy aveva definitivamente posto fine a quel discorso; Marilyn approvò la decisione di Revy e prima di andarsene le disse

“ci vediamo dopo Two Hands! Grazie mille!!” e poi si allontanò decisa, a testa alta; Rock la osservava mentre camminava e più la guardava, più rivedeva Revy, in tutti i suoi modi di fare… l’unica cosa era che con quella ragazzina non riusciva ad infrangere il muro che si creava davanti e questo lo avviliva, non perché fosse talmente ambizioso da credere che dovesse essere simpatico a tutti, semplicemente perché capiva che alla base di quella remissività c’era sicuramente qualche trauma infantile, ormai ne aveva viste così tante di quelle cose che avrebbe potuto scriverci un libro, e sinceramente non avrebbe voluto trovarsi davanti un’altra pazza omicida dal cervello distorto dalla violenza… aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai più visto una cosa del genere… mai più… Mentre pensava a tutte quelle cose si accorse che Revy lo fissava mentre si accendeva una sigaretta; aveva uno sguardo strano in quel momento: da una parte sembrava dire “lo so che devi rompermi i coglioni con una delle tue solite massime”, ma Rock si era accorto che era cambiato improvvisamente quando lui si era accorto dei suoi occhi su di lui, e aveva timore che anche Revy avesse preso esempio dalla ragazzina e avesse deciso di lasciarlo indietro…

“Mi fai accendere?” le chiese tirando fuori una sigaretta dal taschino

“perché non usi il tuo accendino?”

“l’ho lasciato alla nave… non pensavo di trovare quest’imprevisto e così l’ho lasciato dov’era… credevo che ci avremmo messo meno…”

“se fumi devi sempre portarti dietro l’accendino idiota! E poi te lo sei cercato tu quest’imprevisto!! Che palle, devi sempre cacciarti in qualche casino! Ed io ti devo sempre parare il culo! Se non fossi rimasta lì adesso saresti vestito di bianco a suonare l’arpa brutto idiota!” mentre sbraitava e si avvicinava, l’accendino gli scappò di mano e cadde a terra con una violenza tale che se fosse stato qualcosa di poco poco più fragile non si sarebbero distinti più i pezzi “ che palle!” Revy lo raccolse svogliatamente e quando fece per accendere si accorse che, probabilmente, l’aveva rotto… “ e che cazzo! Ci mancava solo questa!!!”

“dai non ti arrabbiare… non ti preoccupare non fumo…”

“ma che cazzo stai dicendo? Dai vieni qui, ti faccio accendere io” Revy si avvicinò a lui con la sigaretta e la fece aderire a quella di Rock per accenderla; la carta si consumava lentamente al contatto con la sigaretta accesa, e quella vicinanza, seppur così lontana, rendeva Revy sempre nervosa… non le piaceva stare troppo a contatto con le persone, le dava fastidio trovarsi così vicino a qualcuno, la faceva sentire senza difese, stretta, con le spalle al muro, e non vedeva mai vie d’uscita… e se lei non comandava il gioco non si sentiva al sicuro… ma Rock non era di certo un qualcuno qualunque… e per quanto fosse nervosa ogni volta, lui era l’unico al quale permetteva di fare una cosa del genere, era l’unico che sfidava in quel contatto, in quel gioco di sguardi; ma il suo ora era totalmente perso altrove, nemmeno la guardava, era come se stesse usando un cazzo di accendino qualunque, e questo la rese, stranamente, molto irritata… si staccò immediatamente e si voltò, dandogli le spalle

“muoviamoci torniamo alla nave…” disse con la voce che le tremava

“sei arrabbiata?”

“tu cosa credi??”

“non lo so… si tu sei sempre incavolata, ma oggi mi sembri particolarmente sulle tue… è per quello che è successo oggi? Per quella bambina?”

Quella bambina… Revy sapeva che l’avrebbe tirata di nuovo in ballo… possibile che non capiva che il problema non era quella dannata mocciosa? Revy ebbe un sussulto… ma allora… qual’era il problema?

“ma che cazzo ne vuoi sapere tu?” si limitò a tagliare il discorso a quel modo, e iniziò ad avviarsi verso la nave, seguita da Rock, che in quel momento sembrava totalmente perso in pensieri tutti suoi… il silenzio che era calato sui due era pesante, rotto solamente dai passi forti di Revy e delicati di Rock… Ma, forse non molto la voglia di rompere quel silenzio, quanto quella di dire la sua, Rock iniziò a parlarle, insicuro che lei lo stesse ascoltando…

“Revy dove pensi troverà i soldi per pagarci?”

“non me ne frega un cazzo”

“ma è solo una ragazzina… io credo che abbia sofferto molto in passato… prima mi ha chiamato amaramente “uomo”, e l’ha detto in un modo molto aspro… credo che se non mi voglia parlare ci sia un motivo profondo perché…”

“CREDI DI STARE SIMPATICO A TUTTI???” Revy si era voltata di scatto e aveva urlato verso di lui in modo incondizionato…  Rock era rimasto di sasso a quella sua reazione, e aveva paura di averle fatto qualcosa per la quale ora lei si fosse arrabbiata così… ma sapeva, o almeno lui ne era convinto, di non averle fatto nulla…

“ Solo perché tu mi odi non vuol dire che debbano farlo tutti, non credi?” Rock era rimasto ferito, a suo modo, dalle parole amare di Revy, e aveva risposto con uno sguardo di pietra; Revy sentì come un’esplosione dentro di sé e si risentì di aver detto quelle cose… ma lui la stava veramente facendo incazzare con quel suo modo di fare… eppure… perché la stava facendo incazzare tanto? Non capiva perché si sentisse così irritata da lui, sapeva solo che quella confusione la rendeva ancora più nervosa… possibile che lui non si fosse accorto che c’era una certa volontà nel far cadere quell’accendino poco prima? Forse non se ne era accorta nemmeno lei… Si voltò di nuovo… si morse le labbra per ciò che stava per dire, non era da lei, lo sapeva bene, ma sentiva di doverlo dire, altrimenti sarebbe stata un veleno tutto il giorno…

“Rock… scusami…”

Il ragazzo sbarrò gli occhi: cosa aveva detto? La grande Revy che chiedeva scusa?? Quello era un evento da annoverare! Avrebbe voluto dire qualcosa ma lei riprese a camminare e Rock capì che era meglio finirla lì…

Fino alla nave regnò il silenzio… Revy salì senza dire una parola a nessuno, sbatté la porta della sua cabina talmente forte da far vibrare la nave e si stese sul tetto con le cuffie nelle orecchie…

Rock salì dopo di lei, e si ritrovò puntati addosso tutti gli sguardi di Dutch e Benny…

“che c’è?” chiese sentendosi osservato

“che ha fatto sta volta??” Disse Dutch sconsolato

“veramente non ne ho idea…”

“possibile che ogni volta che sta con te torna alla nave incazzata nera? Io credo che voi due siate proprio incompatibili…” rise Benny, strofinandosi gli occhi

“si lo credo anche io…” Rock ripensò ancora alle parole che Revy gli aveva urlato contro, e si sentì rattristare… così per non pensarci decise di parlare a Dutch di Marilyn “ ah Dutch, mi sa che abbiamo un lavoro da fare…”

Rock raccontò l’accaduto, e Dutch decise di attendere se quella ragazzina si fosse fatta viva con i soldi…

“tre ore… le do tre ore… riposatevi nel frattempo… se non si fa viva per le sette ce ne andiamo… non possiamo perdere tempo qui…” questa fu la condizione posta da Dutch, e Rock si vide costretto ad accettare… Se ne andò nella sua cabina e si stese sul letto, cercando di riposare… ma le tornava sempre in mente quella ragazzina, Marilyn… e più ci pensava, più aveva voglia di conoscerla, di aiutarla… non voleva che anche lei diventasse come loro… come i gemelli…

Nel frattempo Revy aveva scaraventato a terra l’mp3 e fissava il soffitto della cabina, pensando alle cose più disparate; ma le tornava sempre in mente Rock, quando, poco prima, avevano acceso le sigarette, come lui l’avesse totalmente ignorata e l’avesse trattata come una sciacquetta qualunque… più ci pensava più aveva voglia di tirargli un pugno sulla faccia, sentiva le mani formicolargli, non ce la faceva più: sbatté forte il pugno sulla parete, arrossandosi tutta la mano

“cazzo!! Che male porca troia!!” si strofinò la mano, sentendo una gran noia crescerle dentro, mista ad una rabbia che nemmeno lei si spiegava… sapeva che quando si sentiva così solo una persona poteva tirarla su… Eda…  prese il cellulare e decise di chiamarla… il telefono squillava… alla fine Eda rispose

'razza di scimmia, che diavolo vuoi? E se stessi dicendo una messa?'

“tu non dici una messa da quando sei nata, razza di idiota… come minimo ti starai strafacendo di alcol…”

'sei di cattivo umore?? Be se pensi che io sia il tuo antistress ti sei sbagliata scimmia isterica!'

“va bene, allora me ne vado a fan culo con qualcun altro, visto che ti rompo tanto i coglioni! Che amica del cazzo…”

Eda sentì un certo tremolio nella voce di Revy, come se lei stesse per piangere… non aveva mai sentito quel tremolio nella sua voce e la sua attenzione all’amica cambiò immediatamente ' va tutto bene Revy?'

“cos’è che non dovrebbe andare bene?”

'ti sento strana… come mai mi hai chiamato??'

“perché non sapevo dove sbattere la testa… avevo bisogno di sentirti…”

Quella era la goccia… ora Eda era sicura che le fosse successo qualcosa… Revy non le avrebbe mai detto quelle parole altrimenti…

' senti ho del rum che è una favola da parte! Avevo meditato di non dirtelo per scolar melo da sola, ma… ti va di passare da me? Ce lo scoliamo in cappella dai!'

“così chi la sente la vecchia??”

'tu pensa solo a bere! Tanto la vecchia rompe le palle a me, non a te! Allora ci stai?'

Revy stette un po’ prima di rispondere… “ok… passo sta sera…”

'bene! Vedi di non tardare o ti riempio il culo di buchi extra, ok?'

Revy chiuse il telefono… ma si, un po’ di rum le avrebbe fatto bene…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Ci avrei scommesso, baby! ***


Someday I'll arrive

Someday I'll arrive

Cap 2

NormalLa porta della cabina di Revy si spalancò al’improvviso e Rock si precipitò dentro  urlando qualcosa che per la ragazza, appena svegliata, era incomprensibile…
“eih eih!! Si può sapere che cazzo vuoi razza di idiota??? Mi hai fatto quasi crepare per la paura!” sbraitò con il suo solito fare
“Revy corri, vieni sul ponte!! Presto, prima che succeda il peggio!”
“ma di che diavolo stai parlando??”
“corri!!” Rock tagliò corto con le parole e prese Revy per mano strattonandola per portarla fuori; Revy urlava parole alla rinfusa, che nemmeno arrivavano alle orecchie di Rock e faceva resistenza alla presa del ragazzo: la infastidiva essere presa e trascinata a quel modo; poi notò quello che non avrebbe dovuto notare… Rock la teneva per mano. L’aveva fatto senza pensare nella foga del momento, e Revy non capiva se quel gesto la rendesse felice o la facesse incazzare da morire, capiva solo le parole che le stavano uscendo dalla bocca, da sole, involontarie…
“Rock lasciami la…”
“guarda!”
Senza accorgersene erano arrivati sul ponte, dove Dutch puntava la pistola addosso ad una ragazzina; Revy la riconobbe subito e una rabbia le salì in corpo: Rock l’aveva di nuovo cercata per quella ragazzina! Non sapeva se imbracciare la pistola e fare un bel buco in testa a quel bastardo o ammazzare direttamente quella ragazzina… Ma non ebbe il tempo di fare né l’una né l’altra cosa, perché Dutch l’aveva vista arrivare
“Revy!! Questa pazza vuole parlare solo con te!” alle parole di Dutch Marilyn si voltò verso Revy e spalancò un radioso sorriso
“Two Hands!! Sei tu!! Pensavo che questi schifosi bastardi volessero fregarmi e invece…” Marilyn notò ciò di cui né Rock né Revy si erano accorti… si stavano ancora tenendo per mano… Vedere quella scena mandò la ragazzina in tilt, fu presa da un istinto omicida e spostò la pistola da Dutch a Rock
“lasciala immediatamente…”
“cosa?” fece Rock innocentemente
“lasciale subito la mano!!” la presa alla pistola si fece più forte, lo sguardo della ragazzina feroce; fu allora che entrambi notarono di tenersi per mano, ed anche Dutch e Benny ci fecero caso… I due si lasciarono la mano rapidamente; arrossirono, ed in cuor suo Revy sperò vivamente di no… non voleva dare spiegazioni, perché nemmeno lei le sapeva…
“calmati marmocchia! Se ammazzi tutto l’equipaggio poi ci vai col cazzo a Tenerife o dove diavolo vuoi arrivare!” Revy si era cacciata in bocca una sigaretta e si stava stropicciando gli occhi, quando si ritrovò quella ragazzina appiccicata
“allora è vero! Mi ci porterai davvero!!”
“e staccati…! Si basta che hai quei maledetti soldi!!”
“certo, eccoli!!” Marilyn tirò fuori da un borsone centinaia e centinaia di dollari, tanto che Revy non poté fare  a meno di strabuzzare gli occhi!
“ma dove li hai presi tutti quei soldi?!” si stupì Rock
“chiudi il becco Rock!” lo zittì  Revy “ per me li può anche aver presi all’inferno! Sono un casino di quattrini Dutch!!! Che aspetti fa partire questa nave!!”
“con calma dolcezza, prima dobbiamo passare a Roanapur!” le fece Dutch con fare ironico
“ah giusto, sta sera devo andare da quella racchia di Eda…”
“vai alla chiesa della violenza?” le chiese Rock
“si mammina vuoi anche sapere a che ora torno?”
“no scusami… hai ancora la luna storta eh?”
“posso venire anche io?” le chiese Marilyn con occhi dolci
“che cosa?? Non sentito bene… credo che tu mi stessi prendendo per il culo… mi hai presa per una balia??”
“guarda che ho tredici anni non sono piccola!!”
“gliene avevo dati quattordici…” Rock parlava praticamente da solo
“scordatelo!!” continuava ad urlare Revy “ te ne stai in camera, o dove cazzo ti pare, ma non credere di venirmi a rompere! Hai compreso??”
Marilyn arrossì leggermente e sorrise
“e adesso che ti prende?” chiese Revy sorpresa dalla reazione; Marilyn la abbracciò, premendo forte verso di lei, lasciando la ragazza sbigottita
“va bene farò come dici!” rispose poi; Revy arrossì, mentre tutti la guardavano e si staccò la ragazzina di dosso
“e smettila di accollarti!! Dutch muoviti che se faccio tardi mi tocca riempire la bocca di Eda di piombo prima che mi massacri le orecchie con le sue rotture!!” 
“agli ordini Revy!”
La Black Lagoon partì alla volta di Roanapur ed arrivò lì in circa un’ora… E poco dopo Revy era già con Eda nella cappella a scolarsi rum un bicchiere dopo l’altro… 
“Eda…”
“si?”
“questa roba è uno schifo… ma dove cazzo l’hai presa?”
“ma che cavolo dici? Si vede che non capisci proprio un cacchio eh Revy! Eh, l’amore ti da alla testa!”
“che avresti detto??” Eda rideva a perdifiato alla reazione di Revy, che aveva sentito si e no, dato che era già piena come una spugna di alcol, tanto che Eda continuò a prenderla in giro
“ah ah ah!! Quanto mi fai ridere! Basta che si parli di Rock e subito ti incazzi!!”
A quel nome Revy si zittì… si portò il bicchiere alla bocca e sorseggiò, cambiando radicalmente espressione… quando Eda si fu ripresa dalle risate si accorse dello stato dell’amica, e si ricordò della sua voce al telefono…
“Revy… ma che hai? È da prima che ti sento strana… è successo qualcosa con Rock?”
“mpf… qualcosa con Rock… certo… come no…”
Eda la guardava con occhi a punto interrogativo, e le allungò un altro bicchiere di rum…
“oggi si è trovato la fidanzata sai? È una ragazzina di tredici anni… che palle… ce l’ha sempre con lei… Marilyn di qua…. Marilyn di là… lei non lo può vedere, sono già tre volte che prova ad ammazzarlo e lui no! Deve per forza farsi accettare anche da lei! E poi viene a rompere a me! Revy c’è Marilyn! Revy non credi che dovremmo aiutarla… che palle!!! Che palle che palle!!!”
“adesso ho capito dove sta il problema…” Eda aveva un sorrisino talmente idiota sulle labbra che Revy avrebbe voluto tirarle il bicchiere che teneva in mano, ma aveva troppo bisogno di lei, in quel momento… continuò a parlare, dopo che ebbe bevuto l’ennesimo bicchiere…
“sai… oggi voleva accendere e non aveva l’accendino… e allora io mi incazzo perché non se lo porta mai dietro… poi mi fa “fammi accendere” e io mi incazzo ancora di più… e mentre strillo scaravento a terra l’accendino, così mi tocca fargli accendere la sigaretta con la mia…. E lui nemmeno mi guarda! Fa come se io fossi una cazzo di troietta qualunque!!! Che idiota!! Quel brutto schifoso bastardo! Non si è nemmeno accorto che ho buttato per terra l’accendino a posta!!”
“come come? Non ho capito bene Revy… hai detto a posta?”
“eh?? Ma no, che cazzo dici suora rimbambita! Hai sentito male di sicuro!” 
“io non ho sentito male per un cazzo! Dai tieni Revy fatti un altro goccetto!”
“lasciami stare stronza!”
Revy tirò in dietro la testa e si fermò a fissare la cupola decorata con dei mosaici
“quel bastardo…” fece con la voce mozzata “lo odio…”
Eda si fermò. Revy aveva di nuovo quella voce… sembrava abbattuta, triste… era come se fosse sull’orlo di una crisi di nervi…
“eih Revy… ma tu ci sei rimasta davvero così male per questa storia della ragazzina?”
“eh?! Ma chi se ne frega di quella! Una volta portata a Tenerife la scarichiamo lì e tanti saluti!”
“allora cos’è che ti fa stare tanto male? Ti vedo che sei strana…”
“Eda, tu come ti sentiresti se un tuo compagno, un tuo fottutissimo compagno, che hai fatto tanto per farti andare a genio, con il quale per una volta sei gentile, ti tratta come se fossi il suo accendino!? E tutto per una poppante!”
“tu sei gelosa, Revy…”
“ma che cazzo dici?? Sta sera stai sparando una cazzata dopo l’altra!!”
“e ammettilo che ti piace! Parli sempre di lui, lo difendi, ti da fastidio se non ti guarda! E dai Revy, tu lo vuoi, di la verità!”
“basta, io me ne vado… che cazzo ci sono venuta a fare qui per sentire le cazzate di una suora fatta di incenso!”
“lo vedi! Ti incazzi sempre! Questa è la conferma! Revy! Revy!! Fermati dai, torna qua!!”  Eda si alzò e le corse dietro; quando l’ebbe raggiunta la prese per una mano e la fermò… Revy sentì il calore della mano di Eda che avvolgeva la sua e le tornò in mente quel pomeriggio, quando Rock le aveva preso la mano… si fermò di scatto e rimase in silenzio, arrossendo…
“Revy? Che ti prende?”
“e io che ne so che mi prende!!! Cazzo! Non capisco più niente questi giorni!! Era tutto tanto facile prima, quando lo odiavo, quando mi stava sulle palle! Poi mi sveglio una mattina e lui è li che mi sorride come se fossi la persona che aspettava di vedere! E li per lì mi da fastidio, poi piano piano mi faceva sempre più piacere vedere un sorriso, un fottuto sorriso verso di me! E poi, un giorno, mi ritrovo a pensarlo, a pensare a quel suo cazzo di sorriso, a quel suo fottuto modo di trattarmi e mi sento strana… adesso lo guardo, e più mi dico di lasciar perdere più i miei occhi rimangono incollati a lui!! Non ci riesco, non ci riesco a mandarlo a fanculo come ho fatto con tutti gli altri! Ho perfino ammazzato quel fottuto giapponese perché l’aveva picchiato, mi sono quasi fatta affettare una gamba per proteggerlo da quel samurai del cavolo!! Che diavolo mi succede Eda???”
“te lo dico io, Revy… tu ti sei presa una bella cotta per Rock…”
“no… no non è vero!!! Io non mi sono presa proprio niente per nessuno!!!”
“facciamo una prova! Chiudi gli occhi e prova ad immaginare di fare sesso con lui!”
“ma che cazzo di prova sarebbe!?”
“avanti Revy, non avrai mica paura? L’immaginazione non ti manca sicuro!! Dai provaci!”
“che palle!! Sei una piattola! Che rottura!! Se lo faccio mi lascerai in pace??”
“va bene va bene!”
Revy sbuffò e chiuse gli occhi…

Intanto Marilyn girava per l’appartamento della Lagoon company, lucidando la sua pistola… Poi si trovò davanti alla camera di Revy e la voglia di entrare fu troppa, aveva un desiderio irrefrenabile di entrare nella camera della sua mitica Revy! Aprì la porta e scivolò nella camera: era un casino! Ma a lei non importava, le bastava sapere che quella era la camera di Revy! Si guardava intorno, respirava l’odore della polvere da sparo che aleggiava nella camera e non si accorse di Rock, che passava di lì… lui la vide e si affacciò dalla porta semi aperta… aveva timore di parlarle, temeva che gli avrebbe puntato di nuovo la pistola, ma alla fine decise di tentare ancora…
“guarda che se Revy ti trova qui si incavola…”
Marilyn si voltò di scatto, la mano già sulla pistola, ma sta volta Rock notò in lei uno sguardo impaurito, come se un ricordo l’avesse trafitta… Rock la guardò con occhi misti di dolcezza e dubbio…
“va tutto bene?”
“perché…” le fece lei “perché continui a provarci?”
“a fare cosa?”
“a parlare con me… lasciami stare… la prossima volta che lo fai ti ammazzo…” la ragazzina uscì dalla stanza, passando davanti a Rock; poi si voltò verso di lui e gli lanciò quello che al ragazzo sembrò una minaccia, o forse un avvertimento
“lascia stare Two Hands… lei è solo mia!”
Rock sbarrò gli occhi… cosa aveva voluto dire? Cosa significava lei è solo mia? Ora il ragazzo era ancora più convinto che quella bambina avesse un qualche trauma forte alle spalle… forse cercava di essere come Revy… forse vedeva in lei una figura protettiva… Si voltò a guardare il letto vuoto di Revy e sospirò…
“solo tua eh…?!” sogghignò… “ mi sa che hai ragione…” sospirò di nuovo e poi uscì dalla stanza, chiudendosi dietro la porta…
Nella mente di Revy si materializzarono le cose più assurde, mentre cercava di immaginare lei e Rock che si rotolavano tra le lenzuola… Poi li vide… Vide lui che la prendeva per i fianchi e la spingeva sul letto… lo vide mentre la baciava… e iniziò a sentire tutto… sentiva i suoi addominali premere su di lei, sentiva le sue mani correre sicure sul suo corpo, sentiva la sua spinta forte dentro di lei… ansimò… una, due, tre volte… arrossì… e spalancò gli occhi prima che… ormai era tardi… perché Eda la guardava sorridente, come a dire “vedi che avevo ragione”… non poteva più negarlo… ormai non poteva… si era tradita da sola…
“cazzo… io lo voglio… lo desidero un casino…”
“ih ih!! Ci avrei scommesso, baby!!” 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Io ti amo, Two Hands! ***


Someday I'll arrive

Someday I'll arrive

Cap 3

 

 

 

 

 

 

Quando Revy si era svegliata si era ritrovata stesa sotto il crocifisso della cappella, con Eda vicino… Avevano continuato a bere tutta la notte, parlando di varie cose… ma la principale rimaneva sempre la recente scoperta di Revy: il suo desiderio verso Rock! Revy si stropicciò gli occhi e diede un calcio a Eda, che si rigirò mugugnando qualcosa di incomprensibile

“muoviti cretina svegliati!!! Non ho tempo da perdere con te!!”

Eda emise dei versi incomprensibili, che, incredibilmente, Revy interpretò alla perfezione

“non me ne frega un cazzo se hai mal di testa! Muoviti ad alzarti!”

“ma si può sapere che vuoi razza di scimmia urlatrice??? Che palle lasciami dormire e vattene dalla cappella!”

“brutta idiota! Mi hai detto tu di svegliarti ieri notte! Hai detto che volevi venire con me!”

“ho cambiato idea… lasciami dormire!”

“fottuta bastarda!! Sei una stronza Eda!”

“questa è la vendetta per non avermi accompagnato alla macchina quella volta che c’erano in giro quei due demoni! Quasi mi ammazza quella mocciosa!!”

“fottiti…”

Revy si alzò, raccolse le Cutlass e uscì dalla chiesa; si fermò un momento fuori e respirò a pieni polmoni l’aria mattutina, fermandosi ad osservare le nuvole bianche che si muovevano lentamente nel cielo… Ricordò quando, da bambina, immaginava che fossero fatte di panna, e sognava di volare lassù…

“la verità è sempre amara…” si disse tra sé e sé…

“che fai parli anche da sola adesso?”

Revy si voltò e vide Eda che si grattava la testa, sbadigliando

“non eri tu che volevi dormire?”

“ho cambiato idea! Non potrei mai perdermi la tua perfomance con Rock!!”

“ma va a farti fottere!!”

“ih ih! Ci sarà da divertirsi, ne sono sicura!!”

“e alla vecchia? Non lo dici che vieni via con me?”

“gli ho lasciato un biglietto nella cappella! Forza andiamo!”

“ci vieni così? Da suora?”

“mi cambio nella Black Lagoon! A proposito prestami dei vestiti Revy!”

“te lo scordi! Tu non ti metti di certo la mia roba!”

“bella amica che sei! Tanto la tua roba da puttanella non me la sarei mai messa!! Hai anche le tette troppo piccole, il mio seno non ci starebbe mai nei tuoi top!”

“che cosa?? Allora vuoi proprio morire!!”

Uno squillo ruppe le urla delle due ragazze, uno squillo che provenne da sotto la veste di Eda; la suora tirò fuori un telefonino, guardò chi la stesse chiamando, poi allargò un sorrisino idiota fissando Revy, e rispose al telefono

“ciao Rock!! Dimmi tutto piccolo!”

“Rock??!! Ti ha chiamato davvero quel bastardo?? Quando rientro lo ammazzo!!”

“calma calma… si è qui accanto a me… Ei Revy vuole parlare con te! Ce la fai a rispondere o ti prende un attacco di panico!? Ah ah ah!”

“da qua maledetta suora rincoglionita! Rock, ma che diavolo ti passa per la testa di chiamare Eda?”

‘Revy se tu ti portassi dietro il telefono ogni tanto! Che li abbiamo comprati a fare??’

“non mi rompere! Che vuoi?”

‘Dutch mi ha detto di chiamarti! Muoviti a tornare, Marilyn si sta spazientendo e…’

Revy gli chiuse in faccia il telefono…

“e ti pareva…”

“che cos’è successo?”

“Marilyn… Marilyn! Sempre quella dannata mocciosa, ce l’ha sempre sulla bocca!!! Ma perché non se la scopa allora!!!”

“oh-oh! Come siamo gelose sta mattina eh?!”

“ma muori tu! Forza che Dutch mi ha mandato a chiamare… non vorrei sentirlo rompere di prima mattina…”

 

Non appena furono arrivate alla Black Lagoon, Eda vide una ragazzina seduta sul ponte… era strana, sembrava tanto innocente, eppure si vedeva perfettamente che era un’esperta nell’ammazzare… un po’ come Revy…

“ei Revy… è quella la ragazzina?”

“si è quella…”

“mi sembra di rivederti, quella volta all’orfanotrofio, quando ci hanno presentate…”

“non dire cazzate Eda…”

Marilyn si accorse di Revy, e, prima che la ragazza potesse dire ah, se la ritrovò appiccicata

“sei tornata!!! Ti ho aspettata tanto Two Hands!!”

“te la vuoi smettere!! Mi hai rotto con questi abbracci!”

“già, li preferirebbe da qualcun altro!!” rise Eda, dandogli delle gomitate

“scommetti che sta volta ti spacco la faccia!!” sbraitò Revy, staccandosi Marilyn di dosso “ ti vuoi spiccicare??”

“Eda! Ci sei anche tu?” Rock era uscito sul ponte insieme a Dutch e Benny, ed era rimasto sorpreso nel vedere anche Eda al porto

“si! Vengo anche io, sei contento vero Rock?” e gli lanciò un bacetto; Rock arrossì…

“vuoi morire??! Se ci tieni tanto posso accontentarti!!”

“avanti Revy non ti scaldare tanto!” le risate di Eda colorirono quella mattina, mentre le ragazze salivano a bordo; Revy si sedette sul ponte, fumandosi una sigaretta, e dichiarando espressamente di non voler essere disturbata. Marilyn si sedette poco lontana da lei, osservandola intensamente… Eda guardò le due e scrollò le spalle, seguendo Rock nelle cabine, dopo essersi cambiata…

“ei Rock, ma quella ragazzina… insomma… che rapporto ha con Revy? Le sembra molto affezionata…”

“ in realtà non si sono mai viste, anche se Marilyn sembra conoscere Revy molto bene… ha detto che la cercava da molto tempo… e… io credo che sia… be si ecco… credo che sia innamorata di lei…”

“eh??! Ma che diavolo dici??”

“quella ragazzina… credo ce l’abbia con gli uomini per qualche motivo inspiegabile… ieri sera l’ho trovata nella camera di Revy e… mi ha detto che devo lasciarla stare, perché lei è solo sua…”

“oh… Revy mi aveva detto che aveva tentato di ammazzarti ma… non pensavo che l’avesse fatto per questo…”

“ieri ecco che mi fa secco perché la tenevo per mano…”

Eda divenne di pietra “ tu la tenevi per mano?? E perché scusa?”

Rock divenne rosso come una mela “ no no, non pensare male! È solo che l’avevo prese di fretta per portarla sul ponte e non mi ero accorto di averla presa per mano! Te lo giuro Eda!!”

“perché l’idea di tenerla per mano non ti piaceva?”

“eh? Ma che dici?”

“dai Rock, a te Revy non piace nemmeno un po’?”

“ma perché mi fai queste domande?”

“per parlare… e perché mi piace farmi i cazzi degli altri…” Eda allargò un sorrisino idiota “dai dimmelo! Non ti piace nemmeno un po’?”

“be… io non ci ho mai pensato…” Rock divenne interamente rosso

“no eh… davvero… per me tu sei un vero pervertito! Dai quante volte te la sei immaginata nuda davanti eh??”

“ma che dici Eda!!! No non è vero!!” Rock era sempre più rosso, mentre Eda si divertiva un casino con quella conversazione

“e dai Rock, stavo scherzando! Su, non fare così!”

“non mi sembrano discorsi degni di una suora, questi…”

“scherzi a parte… Rock, veramente a te Revy non piace?”

“be… non posso dire che non mi piaccia… ecco io…”

Ora Eda stava arrivando a sapere quello che voleva, anche se Rock era ancora remissivo nel parlarne…

“si, la trovo carina, non si può dire che non lo sia… però… non saprei… ecco…”

Eda iniziava a spazientirsi, sapeva che anche a Rock piaceva Revy, doveva essere così, e se così non fosse stato lei avrebbe fatto si che lo fosse! Perché Eda non voleva più sentire quel tremolio nella voce di Revy, non voleva più vederla con quella tristezza sul viso… perché a modo suo, Revy era la migliore amica che aveva, l’unica vera amica forse… e lei voleva aiutarla… Guardò Rock, che diceva tante di quelle cavolate superflue, senza arrivare a quello che interessava a lei… all’ottavo “ecco” del ragazzo, la suora si stancò di aspettare, e sperimentò un metodo più veloce e rapido… si gettò addosso a Rock e lo baciò sulle labbra! Rock era sbigottito e rigido, rosso in viso come non mai! Ma che diavolo le prendeva in quel momento? Stavano parlando tanto bene, e lei le era saltata addosso… Eda si staccò da lui e lo guardò in modo malizioso…

“Eda, ma che ti prende?”

“ti voglio Rock… dai facciamolo…”

“ma che stai dicendo?”

“è da parecchio che volevo dirtelo, ma avevo paura che tu mi avresti respinta per via di Revy… ma tu hai detto che non ti piace, no?”

“non ho detto che non mi piace…”

“ma non hai nemmeno detto che sei innamorato di lei… dai Rock, fallo con me! Nella tua cabina, adesso!! Ti desidero Rock!”

“ma io, ecco…”

“che c’è? Non ti piaccio? Trovi che sia brutta?”

“no, assolutamente, però…”

Che doveva fare? Rock non aveva mai visto Eda diversamente dalla suora con la pistola… non poteva certo negare che le piacesse quella proposta, infondo era un uomo anche lui, e di certo Eda era una bella ragazza… E allora che problema c’era? C’era Revy… Revy… lui non capiva se l’amava o no… sapeva solo che Revy lo trattava sempre male… e salvo quelle scuse che gli aveva fatto il giorno prima, poi lo aveva sempre odiato… perché questo doveva essere! Revy non lo sopportava, per lei se lui fosse sparito dalla faccia della terra sarebbe stato meraviglioso! E allora perché amarla? Perché tentare di farsi amare…? Se tanto lei lo odiava… Guardò Eda, che aveva tramutato la sua espressione in tanti punti interrogativi, la strinse e le disse

“e va bene, Eda!”

“eh?! Come va bene?”

“si, ci sto! Andiamo nella mia cabina!”

“no, aspetta… come va bene… io…”

“c’è qualche problema?”

Che doveva fare ora Eda? Si era messa in un bel casino… lei voleva solo fargli ammettere di essere attratto da Revy, e sembrava invece che a lui non importasse davvero niente di lei! Che fare? Non poteva di certo dirgli “ no guarda, l’ho fatto solo per farti ammettere che ti piace Revy”, ma d’altra parte non poteva tradire Revy… anche perché se l’avesse fatto lei l’avrebbe di sicuro riempita di piombo… Rock la guardava, aspettando una sua risposta, perché ormai lui la sua l’aveva data… Eda era nel panico, non sapeva più dove guardare, e maledì il momento in cui le era venuto in mente di sperimentare quella dannata cosa!

“non ti va più?” le chiese Rock, non staccandole gli occhi di dosso… continuavano a stare abbracciati, e Eda sapeva bene che in quel corridoio era molto facile che Revy li vedesse… forse nella sua cabina avrebbe potuto spigargli meglio la situazione, e le probabilità che Revy li vedesse diminuivano… e poi non è che non gli andasse, in realtà… si era sempre chiesta come sarebbe stato, quella curiosità l’aveva sempre avuta, e le sarebbe piaciuto provare ad andare a letto con Rock, ma quello non era di certo il momento! Non ora che sapeva che Revy era innamorata di lui! Stette al gioco per portarlo via di lì, e meditò su come spiegargli quella strana situazione…

“si, certo che mi va Rock! Andiamo!!”

 

Revy aveva ormai acceso la terza sigaretta, con l’accendino che aveva fregato a Rock prima di andare da Eda… Sentiva lo sguardo di quella ragazzina addosso, e questo la rendeva molto nervosa, non solo perché quella ragazzina era sempre nella testa di Rock, ma anche perché non le piaceva essere osservata a quel modo…

“si può sapere che hai da guardare? Nemmeno ci potresti stare qui, tu! Dovresti startene nella stiva!”

“non voglio starti lontana, Two Hands!”

“si può sapere perché vuoi tanto stare con me??”

“perché…” Marilyn si alzò e camminò leggermente verso di lei “perché tu sei tutto quello che io vorrei essere! Sei la donna più forte di questo mondo, Two Hands! Tu sei forte, spietata, vivi ogni giorno sul filo del rasoio, non ti importa di morire o vivere, ti fai rispettare da tutti e poi…”

Revy arrossì e sobbalzò, quando Marilyn la abbracciò da dietro, premendo forte su di lei “ tu sei bellissima!” terminò la ragazzina. Revy era immobile, talmente scandalizzata che non riusciva a muoversi…

“che diavolo… stai facendo…?” riuscì a farfugliare, mentre Marilyn le poggiava la testa sulla spalla…

“io… io ti amo Two Hands!”

“ma che cavolo dici??”

“ti ho cercata così tanto… e quando ti ho vista davvero, davanti ai miei occhi… io ho sentito un brivido dopo l’altro!! Tu sei fantastica! Io odio gli uomini… non voglio nemmeno sentirne parlare… e quando ti ho vista, così straordinariamente decisa, come trattavi quell’uomo, quel Rock, io… mi sono innamorata di te!”

“ma non dire idiozie!! Sei solo una bambina! Che vuoi saperne dell’amore?”

“credimi… tu dovresti saperlo bene… quelle come me e te, che nella vita hanno ricevuto solo odio, solo botte, solo cattiveria… l’amore lo capiscono meglio di tutti… perché quando lo incontrano lo desiderano profondamente… dato che non lo hanno mai avuto…”

Quelle parole erano vere… Revy capì che quella ragazzina non era poi tanto diversa da lei… non le interessava minimamente cosa le avessero fatto gli uomini per odiarli tanto, perché lei sapeva di cosa fossero capaci… e sapeva anche che era facile comportarsi a quel modo a quell’età… perché anche lei lo aveva fatto… a tredici anni odiava tutto e tutti, odiava suo padre, odiava quei maledetti sbirri che l’avevano picchiata talmente tanto da farle vomitare sangue una notte intera, odiava gli uomini perché non l’avevano mai aiutata… e anche lei, quando aveva incontrato Eda, che tanto le somigliava, che viveva la sua vita cercando di metterla in culo a tutti quei bastardi là fuori, lei se ne era innamorata… ma ora era diverso… perché ora lei era legata a qualcun altro… qualcuno che le aveva fatto capire che non tutti gli uomini erano cattivi, che non esistevano solo fottuti bastardi in quel mondo…

“Marilyn… è normale che tu reagisca così… non me ne frega niente di cosa ti è successo in passato… ma so che in futuro anche tu capirai che non esiste solo questo mondo schifoso… al di fuori di questa vita di merda… ce ne è un’altra… e se sarai fortunata allora anche tu troverai quell’uomo che te lo farà capire…”

La presa di Marilyn si allentò… si staccò da Revy e la sua espressione cambiò…

“tu… tu stai parlando di quel bastardo, vero? Parli di Rock, non è così?”

Revy non rispose, fece solo un piccolo cenno con la testa, guardando il mare che si stagliava al passaggio della nave…

“perché… perché? Perché vuoi tradirmi anche tu Two Hands?? Perché? Gli uomini sono tutti dei bastardi! Nessuno di loro è diverso! Ti tradiscono, ti sfruttano, ti ammazzano! Ti tolgono la tua vita in un soffio! Nessuno di loro è diverso!! Nessuno!!”

“ti sbagli… anche io lo credevo… ma…”

“ma che cosa?? Hai incontrato Rock?? Vuoi davvero rammollirti per andare dietro ad uno come quello??”

Revy si voltò di scatto e tirò un pugno dritto in faccia a quella ragazzina; non riusciva più a sentire quei discorsi… perché quelli… quelli erano i discorsi che faceva lei, da bambina… e non voleva più sentirli, mai più! Non voleva che quella ragazzina diventasse come lei… voleva che anche lei incontrasse un Rock nella sua vita, ora che era in tempo, ora che poteva ancora cambiare… Marilyn era a terra e guardava Revy con gli occhi pieni di lacrime…

“non ti azzardare ancora a parlare così… di lui… Rock non è come gli altri…”

“e cos’ha di diverso…? Spiegamelo!”

“io non lo so cos’ha di diverso! Ma so che è così!! Lui non è come tutti i fottutissimi uomini di questo schifoso mondo!! E quello che dici è vero, ma non lasciare che ti pervada la testa! Non diventare come me! Io non credo più in niente! Amore, amicizia, giustizia, per me tutte quelle merde non esistono!! Ma lo so da sola che questo non è giusto, che questa vita non è bella! Per quanto una bambina come me poteva sperare solo nei soldi e nelle pistole so da sola che esiste un altro mondo al di fuori di questo fatto di violenza e odio! Ma io ormai ci sono dentro, io ormai non so più venirne fuori! So solo ammazzare e odiare! Ma tu, tu puoi andartene da questo fottuto mondo fatto di merda! Non tentare di diventare come me…”

Revy cadde in ginocchio, mentre Marilyn lasciava cadere le lacrime che tentava di reprimere… guardava Revy e ancora più di prima ora la amava… perché sotto quella rude corazza si nascondeva ancora la bambina che credeva che le nuvole fossero fatte di panna, e quella bambina non era morta, ma non poteva più venire fuori, non poteva più sognare, perché ormai conosceva la dura verità del mondo…

“Two Hands… tu non sei così orribile come dici… tu… sei ancora in grado di amare…”

“non piangere stupida… le lacrime non risolvono niente…”

“perché? Perché tu non piangi? Eppure il tuo animo vorrebbe tanto…”

“tanto tempo fa giurai a me stessa che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi sarei asciugata le lacrime… piangere non serve a nulla… devi avere la forza di combattere, di arrivare dove vuoi con determinazione, di lottare fino alla fine del mondo…”

Marilyn le si abbracciò forte, tentando di reprimere le lacrime; Revy per quella volta, solo per quella volta, glielo lasciò fare…

 

Mentre camminavano verso la cabina di Rock, Eda tentava di trovare il discorso giusto per spiegare a Rock quella situazione, ma aveva timore che se gli avesse detto che Revy era innamorata di lui, poi si sarebbe ritrovata appesa a testa in giù e l’amica l’avrebbe usata come bersaglio per le sue Cutlass… Mentre pensava a come mettere su i discorsi più strani e contorti, non si accorse di essere arrivata già alla cabina e di essere entrata… se ne rese conto solo dopo che Rock ebbe chiuso la porta… Si voltò verso di lui per iniziare il suo discorso, che in realtà nemmeno lei sapeva quale essere…

“Rock vedi io…”

Non fece in tempo a finire di parlare, che lui le aveva già serrato la bocca con la sua… La baciava e la stringeva a sé, accarezzandole la schiena; Eda era nel panico! La sua testa le diceva di dire la verità, anche se avrebbe rischiato la fucilazione da parte di Revy, ma il suo corpo rispondeva al bacio di Rock… In fondo anche lei ci aveva sempre fatto un pensierino, e ora stava scoprendo che non era affatto male… D’altra parte anche in quel modo avrebbe rischiato la fucilazione… mentre pensava, non si era resa conto di aver risposto ad ogni movimento di Rock e di averlo assecondato in ogni sua mossa; era già stesa sul letto, lui continuava a baciarla e quel piacere, alla fine, prevalse su ogni suo buon proposito… si abbandonò completamente a lui...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Perchè ti ostini tanto? ***


Someday I'll arrive

Someday I'll arrive

Cap 4

Normal

 

 

 

 

Mentre Revy e Marilyn si erano addormentate sul ponte, Eda riaprì gli occhi, respirando forte il profumo di Rock, che respirava leggermente… Eda non era affatto felice di quello che aveva fatto, anche se le era piaciuto, ma si rallegrò di aver raggiunto il suo scopo…
“Rock… sei sveglio…?”
“si…” le passò una mano sulla schiena nuda, fino ad arrivare ad accarezzarle i capelli… Eda sorrise leggermente… “ti è piaciuto?” le chiese Rock
“certo che mi è piaciuto… ma…”
“ma cosa?”
“ti sei accorto di una cosa…?”
“di che cosa?”
“mi hai chiamata Revy… mentre lo facevamo mi hai chiamata Revy…”
“co… cosa???! Veramente??!”
“già… ti è venuto spontaneo… vedi che avevo ragione io… lei ti piace..”
“io… mi dispiace Eda, io non me ne sono accorto…”
“hai pensato a lei tutto il tempo, vero?”
“credo proprio di si… cavolo…”
“Rock ma va bene così” Eda si alzò sulle braccia e guardò Rock negli occhi; i suoi capelli biondi ricadevano leggeri in avanti, dandole un’aria molto sexy…
“Eda…”
“m?”
“mi stai facendo solletico con i capelli…”
“oh scusa!”
Rock la abbracciò e la fece stendere, stringendosi forte a lei, quasi come fosse stata sua madre… Eda arrossì leggermente, sentendo i capelli morbidi di Rock solleticarle il seno…
“Eda… mi sa che io sono cotto di Revy… ma lei mi tratta sempre così male… mi odia Eda, lei mi odia…”
Eda era lì ed ascoltava ogni sua parola… che doveva fare? Doveva dirgli di Revy? In fondo ormai fucilazione più, fucilazione meno…
“Rock… perché sei convinto che ti odi?”
“avanti, non vedi come mi tratta?”
“e tu non vedi come è gelosa quando io ti faccio qualcosa?”
“cosa? Ma che dici?”
“razza di idiota! Non vedi come si incavola se solo ti sfioro? Rock lei me lo ha detto, è innamorata di te! Lei ti ama!! È pazza di te razza di stupido!!”
“Revy è… innamorata… di me?”
Rock non poteva credere a quello che Eda gli aveva appena detto… no, non poteva essere vero… Se così fosse stato allora perché lo trattava a quel modo? Ma… ora che ci pensava… lei era sempre rimasta al suo fianco… anche il giorno prima… era rimasta con lui al cimitero, e gli aveva salvato la vita… forse era vero…
“Eda… ma se tu lo sapevi… perché…”
“sono venuta a letto con te? Questo è stato un imprevisto non calcolato… ecco prima ti ho provocato per farti ammettere che ti piaceva Revy, ma tu hai fatto il contrario, e che dovevo fare? In fondo ho sempre avuto la curiosità di venire a letto con te! E poi ce l’ho fatta no? Ti ho fatto ammettere che ami Revy!”
“tu hai sempre avuto la curiosità di…”
“si hai capito bene! E allora? Sono pur sempre una donna no?!”
Mentre parlavano, non si accorsero che la porta si stava aprendo piano piano e Benny stava entrando nella cabina
“ei Rock.. mi hanno mandato questo pezzo che avevo richiesto per il computer ma è scritto tutto in giapponese… non è che mi daresti una mano a…”
Quando Benny si accorse della situazione ci fu un minuto di silenzio molto imbarazzante…
“em… ho forse interrotto qualcosa…?”
“no, avevamo già finito, non ti preoccupare!” rise Eda, guardando la faccia allibita di Benny…
“em… ti aspetto fuori Rock…” furono le uniche parole che riuscì a dire Benny, mentre chiudeva la porta della cabina…
Eda si alzò dal letto e si rivestì, guardando Rock ancora seduto sul letto; certo che quella era stata un’esperienza divertente per lei, e non era rimasta delusa! Salì a cavalcioni sopra a Rock, gli arrivò vicinissima alle labbra e gli fece “ cmq se ti va di passarmi a trovare alla chiesa della violenza posso farti un ripassino…” Rock sorrise leggermente, e lei lo baciò… dopo di che uscì dalla stanza, lasciandolo lì da solo; Rock si stese sul letto, sospirò e si disse “però, mica male questa vita…”

Benny stava ancora impiccandosi per cercare di capire cosa ci fosse scritto su quei fogli dannati, ma più cercava di leggere e più gli sembrava di avere davanti un sacco di scarabocchi…
“ attenzione, non scuotere energicamente o esporre a temperature eccessivamente elevate o basse… c’è scritto questo…”
Benny si voltò e vide Rock dietro di lui, che sorrideva mentre leggeva le istruzioni in giapponese
“Rock! Sei arrivato, eh latin lover?! Certo che Eda è davvero una bella presa!”
“ah Benny, ti pregherei di non farne parola con Revy…”
“perché?”
Rock raccontò in breve quello che era successo con Eda, ma omise quello che lei aveva detto riguardo Revy…
“ok ok… sarò una tomba! Non una parola!!”
“ti ringrazio!!”  
  
Mentre Benny e Rock decifravano le istruzioni, Revy stava accompagnando Marilyn nella stiva, ancora confusa per le parole che le aveva detto… sapeva di aver detto cose estranee alla sua natura, al suo modo di fare, ma erano cose che voleva dire da tanto tempo, che non poteva più portarsi dentro… Mentre camminava sovrappensiero, vide Eda, aggirarsi con aria stranamente soddisfatta, ma anche piuttosto perplessa… Anche lei si accorse di Revy, e lì per lì ebbe un sussulto… Revy la guardò e, chissà perché, arrossì…
“ei Revy?! Ma che hai? Ti sei presa la febbre??” le fece Eda vedendola rossa
“ma non dire cazzate… non ho niente…”
“ma se sei tutta rossa! Che ti prende?”
“Two Hands io vado a riposare…” Revy annuì e Marilyn si chiuse nella stiva, senza neanche voltarsi
“che tirchia che sei, potevi farla riposare nella tua cabina! Povera mocciosa!”
“non rompere Eda, è lei che ci è voluta andare! E poi quella è la stanza degli ospiti! Non vorrai andarci anche tu, no?”
“oh, ma come siamo irascibili oggi! Che palle Revy, con te con si può parlare! Fai sempre l’incazzata!”
“sarà perché tu mi fai saltare i nervi solo a guardarti!!”
“ei voi due fate piano c’è gente che cerca di lavorare qui!!” urlò Benny dalla cabina dei computer, rigirandosi tra le mani alcuni fogli, mentre Rock leggeva e tentava di capire come montare quel dannato pezzo!
“non rompere Benny, torna al tuo cazzo di computer e non scassare!!” fu la dolce risposta della principessa Revy
“sua maestà Rebecca oggi è di cattivo umore!” rise Eda, battendo una mano sulla spalla di Revy
“be ma non è una novità, no?” Rock uscì dalla cabina con in mano alcuni pezzi del computer e un foglio di istruzioni; appena uscì si ritrovò davanti Revy e Eda, e involontariamente ebbe uno strano pensiero in testa… arrossì visibilmente…
“e adesso che hai colletto bianco? Sei rosso come un cocomero!” fece Revy vedendolo arrossire
“brutta idiota, i cocomeri sono verdi!” Eda cercava di nascondere l’imbarazzo di trovarsi insieme a Rock e Revy
“ma dentro sono rossi rincoglionita!”
Ad un tratto Revy notò che Rock la guardava con la coda dell’occhio, come se stesse cercando di leggerle nella testa, come se aspettasse una qualche parola da lei… Revy non poteva nascondere che le facesse piacere essere guardata da lui, ma non poteva fare finta di niente, altrimenti sarebbe caduta la sua maschera, e lei aveva paura di mettersi a nudo
“si può sapere che vuoi??” gli fece guardandolo in faccia… sperava che lui le chiedesse di andare a fare quattro chiacchiere sul ponte, solo loro; ma lui la guardò e le fece l’unica domanda che non avrebbe dovuto fargli…
“no niente… è solo che mi chiedevo… dov’è Marilyn? Prima era con te…”
Revy non riuscì a trattenersi… quella era la goccia! Non ne poteva più di sentirgli parlare di quella moccio setta, che oltre tutto somigliava a lei! Se doveva proprio pensare ad una sua copia in miniatura, una stupida ragazzina alla quale non era nemmeno cresciuto il seno, perché non poteva pensare a lei?? La rabbia le saliva dentro, voleva prenderlo a pugni; alla fine scaraventò un calcio alla prima cosa che le era capitata sotto mano ed iniziò ad urlare
“ E’ NELLA STIVA CAZZO!!!”
Revy si girò e se ne andò sul ponte; si rigirò solo una volta, guardò Rock e tirò fuori il suo accendino
“E RIPRENDITI IL TUO CAZZO DI ACCENDINO!!” e scaraventò a terra l’accendino, facendolo andare in pezzi, per poi uscire… Dutch corse fuori richiamato dalla botta e vide Revy allontanarsi e alcune casse mezze sfondate
“REVY!! Sei stata tu?? Quella roba ci serve cazzo, dobbiamo venderla!! Se la rovini dovrai dare via il culo per ripagarla!!”
“non rompere Dutch o oggi è la volta buona che non si sentirà più parlare della Lagoon Company…” Dutch si spaventò nel vedere gli occhi di Revy, mentre lei strofinava la pistola nella fondina: era lo sguardo assassino di Two Hands, quando era talmente incazzata che cadeva in una sorta di trance omicida, e per sfogarsi doveva vedere tutto morto… tutto…
“ma cosa diavolo le è preso?” Dutch guardò Rock, che scosse la testa…
“lo so io… cazzo adesso chi la sente…” Prima che i due potessero chiederle spiegazioni, Eda era già corsa dietro a Revy; sapeva che in quello stato Revy avrebbe potuto ammazzare anche lei, ma doveva rischiare… La vide seduta sul ponte… il vento le passava leggero sul viso e lasciava svolazzare i suoi capelli… Le si avvicinò tremante, la guardò ancora, deglutì a vuoto e pregò quel Dio che diceva di servire perché quello non fosse stato il suo ultimo giorno… Si avvicinò a Revy, le mise una mano sulla spalla e si sedette accanto a lei…
“avanti, perché te la prendi tanto? Infondo lei è solo una ragazzina… non può essere innamorato di lei, no? E poi…” Eda si fermò… non sapeva se dirle di Rock oppure no… come le avrebbe spiegato come lo aveva saputo? Revy nemmeno la guardò, ma le rispose
“ e poi cosa?”
“em… ecco… lui… lui è pazzo di te Revy!”
“si certo… e Madonna è una santa…”
“ma non sto scherzando! Te lo giuro Revy..”
“Eda non ho la minima voglia di parlare o sentire parlare di lui… forse la mocciosa ha ragione… sono tutti uguali… tutti… e io che credevo fosse diverso… se non credo più in niente è perché niente esiste… me ne ero dimenticata… non farò più un errore del genere…”
“Revy… questi discorsi li facevi all’orfanotrofio… quando eri anche tu una piccoletta rompi palle… adesso tu sei Two Hands… sei cambiata…”
“no Eda… io sono solo peggiorata… ormai sono marcia, come questo mondo… dentro di me non c’è spazio per l’amore, per l’amicizia… non c’è spazio per nulla che non sia la morte… basta… dovevo capirlo da subito… devo lasciarlo perdere… lui non sarà mai giusto per questo mondo, e questo è un bene…”
“Revy… mi pare di vederti ancora… quando entrasti da quella porta, quel giorno… Ogni volta che io ti facevo vedere qualche strafigo su un giornale, tu facevi questi discorsi… ma ti ricordi? Ricordi cosa mi dicesti una volta arrivate a Roanapur? Ricordi Revy??”

“Siamo arrivate, Revy! Che farai ora qui?”
“non lo so… solo di una cosa sono sicura Eda…”
“ossia?”
“la vecchia Revy è morta… non voglio più avere a che fare con quella bambinetta che credeva nelle favole… non voglio più fare discorsi assurdi sull’amore, sull’esistenza della giustizia, sull’amicizia, sulla lealtà…perché per me quella roba non esiste più… Eda io non soffrirò mai per nessuno, ricordatelo…”
“combatterai allora?”
“si… combatterò… fino alla fine del mondo…”

“tu stessa hai detto che la vecchia Revy è morta! Basta fare la bambina Revy! Combatti, fino alla fine del mondo! Combatti per quello che vuoi! Lo hai detto tu! Non avresti più sofferto per nessuno, non ti saresti più asciugata le lacrime!! E allora fallo, Revy!!”
Le parole di Eda avevano aperto gli occhi di Revy, erano penetrate dentro di lei con una forza impetuosa, l’avevano fatta ricordare… mai più sofferto per qualcuno… mai più asciugato lacrime… mai più… se lo voleva doveva combattere, doveva farsi valere… perché lei era Revy! Ormai la piccola Rebecca era morta, non c’era più… la piccola Rebecca era morta quella notte, sotto le botte dei manganelli di quei poliziotti… La piccola Rebecca, che credeva nei sogni, che pensava che le nuvole fossero fatte di panna, ormai conosceva la verità… e ormai non esisteva più… ora c’era solo lei… c’era solo Revy!
“Eda…” Revy continuava a non guardarla e a fissare a terra; Eda la osservava invece, sudando a freddo: sperava che lei non avesse estratto la pistola per farla fuori… ma lei, forse solo lei, poteva permettersi di parlare a Revy a quel modo, lei, l’unica amica che aveva…
“anche io mi ricordo quando ci siamo incontrate… mi ricordo tutto di quel periodo… e ricordo che anche io odiavo tutto… odiavo gli uomini, odiavo il mondo, e volevo solo sparire… ma poi tu… tu mi hai dato quella via d’uscita, Roanapur… dove altro sarei potuta andare a rifugiarmi? Io odiavo ancora tutti, Eda… tutti tranne te… tu eri quello che io volevo essere… decisa… forte… pronta a combattere…”
“fino alla fine del mondo…” Eda terminò la frase di Revy, sorridendole… Revy si alzò in piedi, guardò Eda e poi si diresse all’interno della nave…
“dove vai Revy?”
“a scusarmi con quel coglione…”
Eda sorrise
“a proposito…” Revy non si voltò completamente verso di lei, ma quello che bastava per vederla e sapere che anche lei vedeva i suoi occhi “parla di quello che ci siamo dette oggi e ti apro la testa, tanto che potrai usarla come portagioie, intesi?”
Eda annuì, e poi si mise a ridere… Mentre Revy si allontanava, lei era ancora lì a ridere, ripensando alla piccola Rebecca che si buttava imbronciata sul letto e imprecava perché la vecchia dell’orfanotrofio puzzava di marcio…

Rock stava tentando di raccogliere i pezzi del suo defunto accendino; erano riusciti a far funzionare il computer di Benny e quando era uscito dalla cabina e aveva visto quei pezzi, le convinzioni che Eda gli aveva messo in testa avevano iniziato a vacillare… Pensava che fosse colpa sua se Revy lo trattasse a quel modo, ed era tremendamente convinto di averle fatto qualcosa involontariamente… il suo sguardo così duro, quelle parole… non le aveva dette al solito modo… Revy le aveva dette riempiendole d’odio, di questo era convinto… Era amareggiato, triste… e solo allora capì quanto lei fosse importante per lui… quanto lui desiderasse le sue attenzioni, quanto la desiderasse accanto… e quanto soffrisse nel vederla allontanarsi da lui… Forse in quei giorni non le aveva dato molte attenzioni, era stato lui il bastardo di turno, ma fino ad allora non aveva mai capito quanto la volesse! Mentre raccoglieva i pezzi, non si accorse che Revy era arrivata proprio davanti a lui e gli aveva teso qualcosa…
“prendi questo…”
“eh?” quando Rock alzò lo sguardo la vide… era davvero bellissima… i suoi occhi ora non erano più pieni di rabbia… erano diversi… “cos’è?”
“un accendino, idiota… l’ho fregato a Eda… non se è accorta nemmeno… tieni prendilo… ”
“perché lo dai a me?”
“perché ti ho distrutto quello…”
Rock tese la mano, abbozzò un sorriso e prese l’accendino: quando le loro mani si sfiorarono il silenzio calò tra i due… Per un momento Rock tenne la sua mano su quella di Revy, per sentire il suo calore pervaderlo lentamente… quando sentì che Revy mosse leggermente la mano, forse per sollecitarlo a sbrigarsi, prese l’accendino e ritrasse la sua…
“Revy… scusami… forse in questi giorni ti ho trascurata, vero? Insomma, tu eri evidentemente irritata dal mio comportamento, ed io nemmeno me ne sono accorto… è normale che tu mi abbia odiato…”
Revy non ce la faceva più… aveva due occhi così dolci in quel momento, Rock, un’espressione talmente attraente… se fosse rimasta lì un secondo di più probabilmente gli sarebbe saltata a dosso, si sarebbe abbandonata tra le sue braccia… ma non voleva… non così… non lì…
“è impossibile odiarti, Rock…” disse solo questo, prima di allontanarsi da lui; Rock sbarrò gli occhi, ed ebbe la voglia irrefrenabile di fermarla… ma lei era già sparita nella sua cabina…
Rock sospirò e l’occhio gli cadde inevitabilmente sulla stiva, dove c’era Marilyn… Si disse che se non avesse risolto le cose con lei, prima di tutto, non si sarebbe mai potuto concentrare su Revy… e lui voleva poter pensare solo a lei… Guardò fuori da un oblò: ormai era il tramonto… Prese qualcosa da portare a Marilyn e scese nella stiva…
La ragazzina si rigirava a terra, tenendo tra le mani una foto… I ricordi si ammassavano nella sua mente, misti alle parole di Revy… se quello era davvero un mondo tanto alieno a quello che Two Hands diceva essere tanto migliore, perché lei ci era finita dentro? E se davvero ci si poteva arrivare, all’altro mondo, tanto bello, lei come ci sarebbe potuta mai andare? Con tutti i peccati che aveva accumulato nella vita… strinse forte la maglietta, sotto la quale luccicava un crocefisso… il crocefisso di sua madre… Sospirò, e baciò quella foto…
“un giorno arriverò, mammina…”
Poi strinse la foto al petto ed intonò ancora una volta quella canzone…
“someday I want to run away… to the World of midnight…
Where The darkness fill the air…
Where it’s icy cold
Where, nobody has a name… Where, living is not a game.
There, I’ll hide my broken heart
Dying to survive.
There, no one can see me cry, the tears of my lonely soul.
I’ll find peace ok mind.
In the dark and cold world of Midnight…”

Rock era rimasto fuori della porta, ad ascoltare quel canto per l’ennesima volta; aveva un che di mistico, quella canzone, un potere accattivante che lo portava ogni volta a perdersi in quelle parole… E poi lì, proprio lì l’aveva sentito per la prima volta…  da Gretel… come poteva dimenticarlo… Sentì una morsa stringergli il cuore… temeva che entrando lì avrebbe dovuto ascoltare un’altra storia straziante da parte di un’innocente bambina… era stanco di ascoltare storie di pedofilia, di bambini costretti ad uccidere sin da piccoli, di povere menti distorte dall’odio e dalla morte… Oltre quella porta avrebbe trovato questo, ne era sicuro… ma ormai doveva andare fino in fondo… Si decise ed allungò la mano alla porta, fino ad aprirla…
Marilyn si girò immediatamente, gettò a terra la foto che stringeva tra le mani ed estrasse la pistola, puntandola verso Rock; lui non sussultò questa volta, non fece il minimo movimento, tanto che Marilyn rimase perplessa…
“ti ho portato da mangiare… avrai fame…” iniziò lui, guardandola con un sorrisino dolce… Marilyn abbassò la pistola e raccolse la foto, infilandosela in tasca…
“…perché?” le chiese lei
“be ho pensato che anche tu dovevi avere fame…”
“no… perché ti ostini tanto a volermi parlare?”
“ah…” Rock posò a terra il vassoio e si sedette, lì, dove era seduto ad ascoltare la canzone di Gretel “mpf… perché promisi a me stesso che non avrei mai più voluto lasciar andare le persone come te…”
“lasciar andare?”
“già… tempo fa ci ritrovammo a trasportare una bambina… era una pazza… questo lo sapevo anche io… ma la sua mente era stata distrutta dall’odio, il suo animo completamente sepolto dal sangue e dalle botte che aveva ricevuto… per lei ormai uccidere era un gioco, un meraviglioso gioco che la faceva sentire viva… ed io la lasciai andare… mi lasciai convincere a lasciare tutto così come era, e lei morì, proprio sotto i miei occhi… sai, le ultime parole che disse furono “che bello, il cielo…”… non ti pare che quella bambina sarebbe potuta cambiare, se solo io avessi deciso di aiutarla fino in fondo? Se solo io ci avessi provato?”
“al mondo non si può aiutare proprio nessuno… ognuno vive la sua vita con i suoi problemi… non si ha il tempo di concentrarsi su gli altri…”
“ti sbagli. Forse questo è il mondo che hai conosciuto tu… e non stento a crederlo… ma non è sempre così… se io avessi trovato la forza di adottare quella bambina, allora forse lei avrebbe capito cos’era l’amore… e sarebbe ancora qui ora…”
“credi di essere il nuovo Gesù Cristo, che accoglie tutte le pecorelle smarrite?”
“no, Marilyn… credo solo di essere un uomo vissuto felicemente al pari di quelli che vivono qui… e voglio solo provare a rallegrare la vita di chi non è stato fortunato come me… tutto qua…”
“quindi è questo che pensi anche di me, eh…? Allora dimmi, messia, come vorresti aiutarmi?” l’atteggiamento strafottente di Marilyn ricordava tanto a Rock Revy… erano così simili… più rimaneva lì e più sentiva la voglia di abbracciare la sua Revy crescergli dentro… ma si era ripromesso di chiudere le cose con la ragazzina, prima di tutto… lui non l’avrebbe abbandonata… non avrebbe lasciato andare via anche lei…
“ be… io non lo so Marilyn… vorrei solo che tu me ne dessi la possibilità..”
“mpf…” la ragazzina emise un risolino “ sai, tu sei il primo che me lo chiede…”
Ancora delle parole familiari… Proprio come Gretel gli aveva detto che lui era stato il primo ad essere così gentile con lei… il cuore di Rock era stretto in una morsa, e gli doleva… ma doveva rimanere lì…
“Marilyn… perché vuoi tanto arrivare a Tenerife?”
“lì… è nata mia madre… non so in che paese… so solo che lei è lì, da qualche parte… la sua tomba è su quella scogliera, ma lei è lì, a Tenerife… e io voglio raggiungerla..”
“allora era la sua quella tomba… quella dove cantavi… te lo ha insegnato lei quel canto?”
Marilyn annuì “ ogni volta partivo convinta di trovare Two Hands… ma ovunque andassi lei non c’era… e ogni volta tornavo sconfitta alla tomba della mamma e le cantavo il canto che lei mi ha insegnato… e pregavo perché Dio mi facesse incontrare Two Hands…”
“sei cattolica?”
“mia madre lo era… lei mi ha insegnato tutto… anche ad amare il prossimo… ma io non posso proprio porgere l’altra guancia a quei bastardi… no non posso…”
“Marilyn… perché ce l’hai tanto con gli uomini?”
“perché mi chiedi..? mpf… ma si, perché no… a te posso dirlo… sai, sono nata in un quartiere malfamato… ma non ostante questo mia madre ha sempre cercato di darmi una vita decente.. era venuta qui seguendo l’amore e poi… quel bastardo l’aveva abbandonata e lasciata in cinta… ogni notte lei usciva… non sapevo dove andasse, mi diceva che doveva lavorare e poi mi lasciava a casa con una ragazza… ma un giorno…un giorno lei si ammalò e non poté uscire… aveva la febbre, era ammalata e io le stavo accanto… ad un tratto entrò un uomo, sfondando la porta… la ragazza che mi badava era morta e lui la teneva per i capelli… poi si fiondò su mia madre, urlandole “chi ti ha detto che puoi prenderti delle ferie, puttana?!” ed iniziò a picchiarla… io ero lì, urlavo di smettersela, la mia mamma era malata… lui si voltò verso di me e rise… disse solo “allora potrebbe rimpiazzarti lei…” mia madre mi urlò di fuggire, ma davanti a me c’era già un altro uomo che mi aveva afferrata… mi portò in un camion… mentre mi portava via riuscivo a sentire le grida di mia madre mentre veniva violentata da quel bastardo… avevo otto anni, sai..”
Rock ascoltava ogni parola, cercando di trattenere, almeno per quella volta, le lacrime… Marilyn continuò il suo agghiacciante racconto… 
“quell’uomo mi fece di tutto in quel camion… più di un volta persi i sensi, sperando ogni volta che quello fosse solo un brutto sogno… ma quando mi svegliavo, ogni volta, lui era ancora lì… ero solo una bambina, ma ricordo tutto… sai cosa si materializza nella tua mente quando vieni violentata, quando la tua innocenza viene portata via? Io ero piccola, Rock, ma ancora lo ricordo come fosse ieri… alla fine… notai che la pistola gli era caduta dalla fondina… la afferrai e gliela puntai in faccia… quello rideva, dicendomi di metterla giù… sparai… gli sparai in fronte, osservando ogni momento in cui il sangue gli colava giù dalla fronte… io non ebbi paura, non mi sentii triste dopo averlo ammazzato… anzi… ero felice… felice di averlo fatto fuori, felice di sapere che non avrebbe violentato più nessuno… raccolsi quello che rimaneva dei miei vestiti ed uscii dal camion… l’altro uomo usciva in quel momento da casa mia… non aveva notato che avevo la pistola… si mise a ridere nel vedermi, poi notò il sangue che usciva dal camion e tentò di estrarre la sua pistola… ma io seccai anche lui… più ne ammazzavo più ero felice… mia madre era morta… inizia a correre per i vicoli, con quella pistola tra le mani… incontravo solo sciacalli assetati di sangue che cercavano di derubarmi, di uccidermi… li ammazzai tutti, uno dopo l’altro, finché le cartucce non finirono…  allora imparai anche a rubare… poi un giorno incontrai una donna… lei mi parlò di Two Hands… sapevo che lei poteva portarmi a Tenerife… la cercai in lungo e in largo, senza mai trovarla… tutti quelli che incontravo e a cui chiedevo di lei, mi rispondevano male, mi picchiavano anche… imparai ad uccidere… senza avere paura… tanto uccidere gli uomini mi rendeva felice… non ti dico che mi piacesse… ma mi faceva sentire soddisfatta…”
Quando Marilyn ebbe finito il racconto, Rock giurò di svenire… sapeva che avrebbe ascoltato un’altra storia agghiacciante lì entro… voleva abbracciare quella ragazzina, ma cosa poteva dirle? Dire anche a lei che il mondo esisteva per farla felice? Ormai non ci avrebbe più creduto nemmeno lei… ma non poteva restare lì, a sentire le sue interiora contorcersi per la rabbia e la disperazione… le si avvicinò… le fece una carezza sul viso e le sorrise
“vedrai che ti porteremo a Tenerife… lì potrai ricominciare… potrai essere libera… ti ci porterò, fosse l’ultima cosa che faccio!!”
Il cuore di Marilyn scoppiò in quel momento, tanto batteva forte! Ma chi era quello? Un angelo caduto dal cielo, forse? Possibile che fosse tanto diverso da tutti quegli uomini che esistevano al mondo? Two Hands aveva davvero ragione? Non aveva timore di quella carezza, non aveva timore di lui, non sentiva più il desiderio di vederlo in una pozza di sangue… Sentiva… sentiva solo… sentiva solo un calore pervaderle le gote! Nessuno prima di lui era stato così buono con lei… nessuno le aveva mai offerto il suo aiuto… arrossì…e poi lo abbracciò.
Rock rimase piacevolmente sorpreso da quella sua reazione, forse ci era riuscito, forse per quella volta era riuscito ad aiutare qualcuno… Marilyn si stringeva a Rock per cercare di sentire come fosse l’abbraccio vero di chi ti vuole bene, di un uomo che ti vuole bene… e più si stringeva a Rock più sentiva dentro di lei crescere un calore tanto piacevole, che non aveva mai sentito prima d’ora… non si era mai stretta a suo padre, a un fratello, a qualcuno che avesse potuto darle mai quella sensazione… aveva ragione, Revy… lui era diverso… lui era davvero diverso… e fu lì che… tutto il mondo che si era costruita Marilyn crollò… perché… perché lei… lei si era innamorata di un uomo!! Aveva paura di quell’emozione mai provata! Temeva che non avrebbe mai più potuto compiere a sangue freddo quella vendetta, che tanto la rendeva felice, verso gli uomini. Ma quella sensazione era troppo bella, quel calore era troppo avvolgente… le tornò in mente sua madre… ed in quel momento realizzò che, una volta arrivata a Tenerife, sarebbe stata libera… perché lei lo aveva deciso… sarebbe arrivata da sua madre e sarebbe stata libera…
Si staccò da Rock, lo guardò negli occhi, mentre lui sorrideva e… lo baciò! Rock rimase sbigottito da quell’azione, non se lo aspettava di certo… se la staccò immediatamente
“ma cosa fai?”
“volevo provare… almeno una volta… cosa vuol dire baciare la persona che si ama…”
“la persona…” Rock arrossì “che si ama?”
“si… tu sei il primo ad avermi voluto bene… ed io… io te lo voglio ricambiare… e poi… non potrò mai baciare la persona che amo davvero… quindi ho voluto baciare te… perché ti voglio bene, Rock…”
“tu… tu stai parlando di Revy, vero?”
“si… parlo di lei…”
“avevo capito da subito che tu ne eri innamorata… ed ora ne comprendo il perché… ma allora perché non fai come hai fatto con me?”
“oh no… non posso… perché Two Hands non potrà mai accettarlo come hai fatto tu… perché lei è già innamorata di un altro…”
“ah… davvero…?” Rock per un momento ebbe paura… lei aveva detto di un altro… poteva essere chiunque… Marilyn si voltò e gli sorrise
“è innamorata di te… Rock…”
Rock ebbe un sussulto… arrossì “di me?”
“ma ceto… non me lo ha detto espressamente, ma è così… me lo ha fatto capire quando mi ha picchiata perché parlavo male di te… e dovevi sentire le cose che ha detto su di te.. si capisce subito che è innamorata di te…”
Rock credeva di vivere un sogno… non solo Eda, ma anche Marilyn le aveva detto che Revy si era innamorata di lui… non poteva crederci… se così era, allora era arrivato il momento di chiarire tutto… non poteva più aspettare… ma Marilyn ancora gli stava abbracciata, serena come non l’aveva mai vista.. non poteva abbandonarla ora… decise di rimanere lì, ancora un po’…
“Rock…”
“m?”
“grazie… non mi dimenticherò mai di te…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La telefonata di Balalaika ***


Someday i'll arrive

Someday i'll arrive

Cap 4

 

 

L’alba stava ormai sorgendo, e la Black Lagoon ancora viaggiava senza sosta… Eda si era da poco svegliata mezza infreddolita sul ponte…  si era addormentata lì la notte prima, dopo essere rimasta a pensare per tutto il tempo a lei e Revy da bambine, all’orfanotrofio, alla loro amicizia… e alla fine si era addormentata… si alzò sistemandosi i capelli… si diresse all’interno della nave ed andò a fare visita a Dutch, che ancora non si era stancato di pilotare la vecchia e cara bagnarola…

“ancora in piedi? Ma tu non dormi mai?” esordì Eda, ridendo,mentre dava una pacca sula spalla di Dutch

“senti chi parla… ti ho vista sta notte… sei stata in piedi fino alle cinque di mattina… e scommetto che se avevi una bottiglia di tequila avresti fatto mattina, giusto?”

“eh eh… non hai poi tutti i torti…”

La luce dell’alba avvolgeva il mare, e piano piano tutta la nave, e la brezza marina rinfrescava piacevolmente Eda, che respirava a pieni polmoni il profumo del mare…

“Revy? Ancora dorme?” chiese poi lei, strofinandosi gli occhi

“si… dormono tutti… Rock è ancora di sotto nella stiva, Benny nella sua cabina…”

“Rock è ancora con la ragazzina??? Non hai paura che l’abbia ammazzato?”

“no… sono stato allerta… non ho sentito spari o cose varie…”

“alla fine si è fatto ben volere anche da lei… ha un talento naturale quello…”

“mpf… Rock è bravo a farsi ben volere dalla gente… nemmeno Balalaika è riuscita ad ammazzarlo… e pensa che se prima Revy lo odiava ora lo difende da tutto…”

“certo, Revy è pazza di lui…”

“eh?!”

“oh porca troia!!” Eda si tappò la bocca, pensando a lei che scappava e le pallottole di Revy che la inseguivano… “questo tu non lo hai mai sentito, ok?”

Dutch si mise a ridere; ad un tratto squillò la radio della nave… Quando Dutch rispose non fu sorpreso di sentire chi c’era dall’atro capo, ma ne fu intimorito…

“Balalaika? Cosa ti serve…?”

‘ciao Dutch… come ti va, eh?’

“che succede Balalaika…? Come mai mi hai chiamato? Ora non posso fare lavori, sono impegnato in una consegna…”

‘è proprio a proposito che ti chiamo Dutch… sai, la dolcezza che trasportate ha fatto qual cosina che era meglio che si risparmiava…’

“ossia?”

‘sai dove si è procurata i soldi con cui vi ha pagato?’

“no, non ci parla con me… e io non me ne sono preoccupato…”

‘già, lo supponevo… be te lo dirò io allora… ha assalito quattro dei maggiori spacciatori dell’hotel Moscow… ci ha fottuto parecchio denaro, sai? Oh certo che lo sai… perché ora è nelle tue mani, vero?’

“Balalaika io non ne sapevo niente… non me ne frega una mazza di dove prendano i soldi i miei committenti, basta che mi paghino… sai che questo è il mio lavoro, no?”

‘ma certo… non è nulla di personale Dutch… solo che non potevo lasciar correre…’

“che vuoi dire, Balalaika??”

“Dutch… mi sa che quelli ce l’hanno con noi…” Eda fissava due navi che si avvicinavano ad alta velocità

“Balalaika! Le hai mandate tu, vero?”

‘vedo che sei sempre sveglio, Dutch… si prenderanno la ragazzina e le daranno la lezione che merita… poi potrete portarla dove vi pare…’

“lo sai che Rock non ce lo farà mai fare…”

‘mi pare che sia tu a comandare, lì, no? Allora comportati da capo, Dutch!’

“che cazzo sta succedendo??” Revy si era appena svegliata ed era arrivata mezza insonnolita…

“guai in vista, Revy…” disse Eda, senza staccare gli occhi dalle navi…

“m? e quelle? Chi sono Dutch??”

“ le manda Balalaika… pare che la nostra cara ragazzina…” in quel momento uscirono Rock e Marilyn dalla stiva, ma nessuno se ne accorse “ abbia derubato e ucciso quattro dei maggiori spacciatori dell’Hotel Moscow… e Balalaika è incazzata nera, perché quel bel gruzzoletto che abbiamo ora noi era suo…”

“e quindi, cosa vogliono??” Rock si era intromesso nella conversazione, facendo sobbalzare Revy per la paura…

“vogliono prendere la ragazzina e darle la lezione che merita… poi ce la ridaranno…”

“e tu che gli hai detto??”

“che tu non glielo avresti lasciato fare, Rock…”

Rock sorrise all’affermazione di Dutch…

“Revy” riprese il colosso “preparati! I nostri clienti sono sotto la nostra protezione.. e poi la ragazzina ci ha pagato davvero bene!”

“sarà divertente fare fuori gli scagnozzi della sorellona! Eda tu vieni?”

“ma certo!”

“con permesso…” fece Marilyn, passando avanti ed estraendo la pistola dalla fondina “me ne occupo io…”

“cosa? Ma sei impazzita?” fece Rock, cercando di fermarla

“non ti preoccupare Rock… questo sarà l’ultimo peccato che compio… non voglio recarvi altro fastidio…”

“ma… non puoi andare da sola! Revy!! Fa qualcosa!” Rock continuava ad incalzare… Revy avrebbe voluto puntargli la pistola alla tempia e dirgli “questo ti sta bene”, ma l’idea di combattere contro quelli dell’hotel Moscow le piaceva…

“ei mocciosa! Non me ne frega proprio niente se creperai o meno… ma la soddisfazione di metterla in quel posto alla sorellona me la devo togliere! Non gli ho ancora perdonato quando mi ha tolto dalle mani la pistola contro la servetta! Eda, io e te ci prendiamo quella nave! Al resto ci pensa la mocciosa!”

“ti farò vedere di cosa sono capace, Two Hands!”

Una volta arrivate sul ponte, le tre si ritrovarono davanti le due navi ferme; un soldato gli parlò da un megafono

“consegnate la ragazzina e non vi sarà fatto niente…”

“ma certo eccola, non la vedete! È tutta vostra!” Fece Revy, ridendo al pensiero dello scontro imminente…

Marilyn avanzò di qualche passo, a testa bassa… non appena fu abbastanza vicina alla nave, saltò sul ponte, ed estrasse la pistola. Gli uomini, non preparati a quella reazione, si scossero, appena Marilyn iniziò a sparare sull’equipaggio, uccidendo uomini su uomini… Revy e Eda la osservavano da lontano

“cazzo, se la cava!” fece Eda

“sicuramente meglio una mezza calzetta come te…”

“ah si? Te la faccio vedere io Revy!!” iniziò la caccia anche per loro. Revy e Eda si gettarono tra l’equipaggio della seconda nave, iniziando a fare strage di tutti quelli che le andavano contro… Revy sfogava tutta la sua rabbia in quelle pistole, facendo morti su morti.

Marilyn volteggiava tra i soldati nella nave, sparando colpi precisi, che andavano sicuri al bersaglio; sembrava un’acrobata tra quei proiettili. Si nascose dietro una cassa e gettò via il caricatore, rifornendo la sua pistola, e dalla fondina che teneva sulla cinta estrasse una mitraglietta INGRAM; poi si rigettò nella mischia

“morite tutti! Questa sarà l’ultima volta che dirò questa frase!” iniziò a sparare: saltò addosso ad uno dei soldati, gli sparò in testa e poi lo usò come scudo dai proiettili, mentre avanzava verso i restanti membri dell’equipaggio; poi gettò l’uomo che aveva tra le mani verso gli altri e sparò ancora dei colpi in avanti, mentre camminava indietro verso il bordo della nave… infilò la mitraglietta nella fondina e saltò verso la Black Lagoon: mentre era in aria, estrasse una granata, che teneva nello zainetto, e la lanciò verso la nave, che esplose…

“ma quella ci va davvero pesante!” fece Revy, mentre teneva fermo un soldato per sparargli in testa…

“sembri proprio tu Revy! Ti somiglia un casino!” se la rideva Eda, dietro una cassa

Marilyn atterrò sulla Lagoon e guardò Rock con occhi colmi di sangue e odio…

“scusami, ma ho ancora da fare…” gli disse senza mutare la sua espressione; poi saltò anche sull’altra nave, atterrando sopra a Revy, che stava per essere bersaglio di un soldato, e sparò verso di lui.

“ma che cazzo fai!?” urlò Revy

“ti ha salvato il culo, idiota!” le fece Eda, mentre sparava al resto dell’equipaggio; Marilyn tenne sotto osservazione la situazione, fino a che non rimase solo un uomo a bordo: quello con il megafono… Fermò Revy e Eda con una mano e si diresse verso di lui, che era disarmato… era a terra, tremante, in un angoletto, mentre osservava la ragazzina che si avvicinava a lui

“eccomi… allora, dov’è la mia punizione…?” gli disse, quasi posseduta

“ non… non ti avvicinare ragazzina…”

“tu sarai l’ultimo… tu sarai davvero l’ultimo…” disse solo quelle parole, poi estrasse un coltello, che teneva in una fondina attaccata alla coscia, e pugnalò quell’uomo dritto al cuore, premendo forte per farglielo penetrare nella carne… si rialzò e lo lasciò lì, nel petto di quel soldato…

“non lo raccogli?” le chiese Revy, una volta che si trovarono sul bordo della nave, pronte a saltare di nuovo sulla Lagoon

“no… non mi servirà più… d’ora in poi…” disse lei, prima di saltare sul ponte della nave… Rock la guardava, mentre lei si avvicinava a lui, pulendosi il sangue dal viso; lo guardò e si abbracciò a lui, sotto lo sguardo impietrito di tutti. Revy sentì una rabbia crescerle dentro, una gelosia che sembrava distruggerla piano piano, che tentava di farle perdere la ragione… mentre Rock accarezzava i capelli di quella ragazzina, Revy si voltò dall’atra parte, per non guardare… sapeva che altrimenti avrebbe fatto qualche cazzata, e per quanto ne avesse fatte tante nella sua vita, decise che quello non era il momento di farne altre…

“questa era l’ultima volta, Rock… te lo prometto…” disse Marilyn, stringendosi forte al petto di Rock…

“ne sono sicuro, Marilyn… non dovrai più imbracciare delle armi..”

“oh no… ti ho sporcato tutta la camicia… scusami…”

“non preoccuparti… non importa…”

Rock se la strinse forte e in quel momento le tornò in mente Gretel, lì, quel giorno, mentre scendeva dalla nave dicendogli che avrebbe voluto rivederlo… Guardò verso il cielo e sorrise, pensando dentro di sé “ hai visto, alla fine ce l’ho fatta… quello che non sono riuscito con te…”. Gli sembrò di sentire la voce di Gretel sussurrargli un grazie, per non aver smesso di tentare, per averci creduto fino alla fine… mentre il vento passava leggero su di loro il sole era ormai sorto del tutto e scaldava i due con il suo calore…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Fino alla fine del mondo! ***


Someday I'll arrive

Someday I'll arrive

Cap 6

Normal

 

 

 

 

 

Il viaggio era stato lungo e, prima di arrivare a Tenerife, Dutch decise di fermarsi in un porto per fare rifornimenti e dare una controllata alla nave… erano in un albergo di piccole dimensioni, che sembrava minacciare di crollare da un momento all’altro… Era sera ormai… Rock uscì dalla stanza di Marilyn, dopo che lei si fu addormentata, e percorse il corridoio lentamente… Ora nella sua testa c’era solo un pensiero… le parole che le aveva detto Marilyn… “lei è innamorata di te”… non riusciva a togliersele dalla testa, gli risuonavano come un mantra… sentiva un’emozione grandissima solo a pensarci, sentiva di volerla stringere, sentiva… sentiva solo di volerlo udire da lei… ti amo… chissà se glielo avrebbe mai detto… mentre camminava sentì cantare… veniva da una camera… ma non una qualunque… era la camera di Revy… Rock strinse forte l’accendino che lei le aveva dato e si appostò dietro la porta, per ascoltare fino in fondo quella canzone e la sua voce…
“I Have a big gun, I took it from my Lord
Sick with Justice
I just wanna feel you
I’m your angel, only a ring away
You make violate you, no matter who you are.
It’s all up to you
No one lives forever
Been burn in Hell, for those the pigs out there
It always been Hell, from where I was born
You make me violate you, no matter who you are.
Get down on your knees
Get a good head on your shoulders
It’s for you guys
Go to the end of (the) earth
Do what you think, give it with dedication
I’ll put out your misery
You made a mess, for Christ’s sake, this rotten world
Shit out luck, go with my vision
Light on the fire, Right on the power
Weapon… I have it all!
Weapon… I have it all!”
La riconosceva in quelle parole… la riconosceva in quel testo… sembrava parlare proprio di lei… non aveva mai sentito Revy cantare così da vicino, senza che il rumore delle pistole soffocasse la sua voce… Aveva davvero una bella voce… quando lei ebbe finito di cantare, si fece forza e bussò alla porta…
“avanti…” disse lei scocciata… Rock tentò di aprire la porta, ma era chiusa a chiave…
“Revy è chiusa…” forse lei lo aveva fatto solo per accertarsi che fosse Rock dietro quella porta, e una volta che ne fu sicura, andò ad aprirgli la porta… Era bellissima in quel momento! Aveva i capelli bagnati, completamente sciolti, e non indossava né i pantaloncini né gli anfibi… Rock rimase lì a guardarla… si scambiarono qualche sguardo, finché lei non lo invitò ad entrare…
“allora devi restare tutto il tempo sulla porta? Entra muoviti!”
Rock entrò e si sedette sul letto, fissando Revy mentre si pettinava i capelli, che piano si asciugavano… era così seducente, così tremendamente bella… in quel momento gli sembrava una di quelle ragazze che conosceva in Giappone: no, non sembrava la pistolera assassina che tutti conoscevano con il nome di Two Hands… Lei lo osservava, cercando di non farsi vedere, mentre si pettinava energicamente i capelli… Il silenzio che c’era tra i due era magico, ma anche piuttosto pesante.. perché entrambi sapevano di desiderarsi, ma nessuno dei due aveva il coraggio di ammetterlo… ad un tratto Rock decise di rompere quel silenzio
“ho sentito che cantavi..”
“ah davvero…?”
“già… sai, ti rivedo in quella canzone… sembra che l’abbia scritta tu… e poi, quella frase… vai fino alla fine del mondo… la ripetete spesso con Eda, vero?”
“diciamo che è un po’ il nostro credo… combattere fino alla fine del mondo, non arrendersi mai, fare ciò che si vuole con dedizione… questo abbiamo promesso di fare tanto tempo fa…”
“già… fare quello che si vuole con dedizione…” Rock rimase colpito da quelle ultime parole… ormai non poteva più stare lì fermo a guardarla… Si alzò dal letto e le andò vicino…
“poi… c’è anche quella frase che ripete due volte… mi porti a violarti, non mi importa chi tu sia… forse lì non ti rivedo molto…” il sorrisetto malizioso di Rock attraeva molto Revy, in quel momento… non ce la ricedeva? Ma se se lo sarebbe fatto a occhi chiusi? Gli sarebbe saltata addosso senza pensarci, ma… ma allora perché non lo faceva? Aveva paura… paura di mettersi a nudo, paura di ritrovarsi con le spalle al muro… anche se doveva combattere… decise di sfidarlo…
“ah no? Non mi ci vedi?” fece lei, in modo accattivante…
“be.. non eri tu ha dire che non ti interessa né legare né essere legata?”
“è vero… ma chi lo sa… forse per qualcuno non vale questa affermazione…”
Rock non poteva più resistere… le si avvicinò ancora… la guardò negli occhi, poi le mise una mano sulle gote, le si avvicinò ad un orecchio e le sussurrò…
“posso essere io quel non mi importa chi tu sia?”
“credi di dovermelo chiedere?” alla risposta di Revy, Rock sentì che il mondo iniziava a girare dal verso giusto! Allora era vero! Non attese oltre e la baciò con passione, stringendosela forte… Revy sentiva i brividi al passaggio delle sue mani sulla sua schiena, mentre facevano su e giù lungo la sua colonna vertebrale… poi passarono leggermente sulle sue natiche, e lì la pressione si fece più forte; Revy sentì di essere con le spalle al muro, la presa di Rock era forte, ma… stranamente ne era felice! Si sentiva bene, le piaceva essere stretta nella sua morsa, le piaceva stare al suo gioco… quando si staccarono, lei le chiese
“ma che stiamo facendo?”
“le hai disposte te le carte, Revy… ora il gioco deve andare avanti…”
“e allora giochiamo, baby…!!” Revy gli mise le mani tra i capelli e se lo portò di nuovo alla bocca; ora era lei a comandare le danze: la sua lingua soffocava quella del ragazzo, lasciandola senza via d’uscita… poi lei la ritrasse, per lasciare spazio anche a lui… Rock sentiva di desiderarla, la sua eccitazione saliva sempre di più… fece una pressione più forte sul sedere di Revy, e lei gli si avvinghiò con le gambe, continuando a baciarlo… Lui passò a baciarla sul collo, mentre la teneva con la schiena appoggiata al muro; Revy sentiva il piacere salire ad ogni bacio che lui le dava sul collo, voleva averlo, solo per lei, voleva sentirsi sua, voleva strappargli via quella camicia… tra i gemiti di piacere riuscì a dirgli
“prendimi Rock!!”
Lui non poteva rifiutare quella proposta troppo invitante, così la portò sul letto, lasciandosela stendere sopra; Revy gli sbottonò la camicia e, bottone dopo bottone, sentiva di volerlo sempre di più… poi iniziò a baciarlo sul petto, fino a risalire alla bocca… Si alzò di nuovo da lui, ed iniziò a giocare con il top: lo tirò su fino ad un pezzo e poi lo ritirò giù immediatamente, tanto per mettere ancora più malizia in quel gioco che stavano facendo… Rock la osservava e la lasciava fare… Revy si tolse definitivamente il top, poi si abbassò su di lui, facendo aderire fortemente il suo seno al suo petto; lui sentiva un calore inimmaginabile spandersi dal suo petto fino a riempirlo tutto… lei gli si avvicinò all’orecchio e gli mormorò
“il resto toglimelo tu…”
Per quanto non rimanesse molto da toglierle, quel gioco piaceva a Rock, che la stese sotto di lui, baciandola ovunque, partendo dal collo e scendendo sempre più; arrivò all’ombelico, poi risalì, per poi scendere di nuovo… Sentiva che l’eccitazione di Revy saliva sempre di più, così non ci mise molto a toglierle tutto quello che le era rimasto addosso; si fermò poi a guardarla, sotto di lui, con i capelli completamente sparsi sul letto, con quegli occhi così desiderosi… era così bella, così meravigliosamente stupenda! Rock non riuscì a tenerselo per lui, così la guardò e le intimò
“ti amo, Revy!”
Revy sentì di sciogliersi… non pensava che lui glielo avrebbe detto in quel momento… sentiva di volergli rispondere, ma non era solita dire quelle parole, erano estranee alla sua natura; lo prese e se lo portò ancora una volta alle labbra, serrandogli le sue con un bacio… Rock si aspettava una risposta da lei, ma si accontentò di quello, per quel momento…
Quando furono entrambi nudi tra quelle lenzuola, Revy passò di nuovo sopra, ansimando come mai aveva fatto, godendosi ogni istante mentre lui la penetrava, assaporando fino in fondo quel momento che aveva immaginato quel giorno, nella chiesa della violenza, quel desiderio che ora prendeva forma…

Eda passava per caso davanti alla camera d Revy, dove incontrò Dutch che tornava in camera con una birra in mano; i due si fermarono per salutarsi, quando sentirono qualcosa che li scosse da dietro la porta della camera di Revy…
“non mi dire che…” iniziò Dutch
“shh!! Zitto, altrimenti non sento!” lo zittì Eda, appiccicata alla porta
“Eda! Sei davvero incorreggibile!!”
“senti senti! Ci stanno dando dentro! Ce l’hanno fatta alla fine!! Porca troia!! Lo sapevo! Ce l’ho fatta! M, certo che però potevo passarmelo un’altra volta prima di lasciarglielo!”
“ma tu ti sei fatta Rock??”
“si e allora?”
“mpf… certo che se la cava per essere un colletto bianco, eh?”
“cazzo se se la cava! Senti che roba!!”
Passò di lì anche Benny, che era appena uscito dalla sua camera
“ma che succede qui? Che state facendo? Ei ma quella non è la camera di Revy??”
“si, ecco vedi Benny Boy… forse è meglio se ci andiamo a fare un goccetto al bar..” fece Dutch, grattandosi la testa…
“e perché?” fece Benny… Eda lo afferrò per la camicia e lo appiccicò alla porta; Benny aveva gli occhi a punto interrogativo, fino a che non udì quello che anche Eda stava ascoltando
“ma è Revy???” urlò lui allibito
“zitto!! Certo che è Revy ma se ci scopre ci ammazza a tutti e tre!” Fece Dutch, già immaginandosi Revy che gli correva dietro con un lanciarazzi
“e con chi sta?”
“con Rock!!” rispose Eda con un sorrisino idiota
“ma Rock non stava con te??” Benny stava impazzendo
“no, ci siamo solo fatti una sana scopata, tutto qua!! Quei due sono fatti per stare insieme!”
“adesso basta! Venite via di lì!!” Dutch li prese entrambi per la collottola e li trascinò via dalla porta della camera di Revy… mentre si allontanavano Eda urlava stile cheerleader
“Forza Revy!! Vai così!! Su!!!! Giùù! Di lato, come vi pare, insomma!!”
“finiscitela!!” urlarono Dutch e Benny in coro…

Nella camera non volava una mosca, mentre Revy respirava profondamente sul petto di Rock, che le accarezzava delicatamente la schiena… Non aveva mai fatto una cosa come quella, Revy… non si era mai sentita amata a quel modo… nessuno le aveva mai detto ti amo mentre se la faceva… ma Rock non se l’era semplicemente fatta, questo lei lo sapeva per certo… decise che era arrivato anche il suo turno… ormai, tanto, si era messa completamente a nudo con lui, in tutti i sensi… non si alzò dalla sua posizione, ma prese tutto il coraggio che aveva e gli disse
“Rock… ti amo…”
Rock sobbalzò. Non poteva crederci, non poteva essere vero! Aveva sentito quelle parole uscire dalla bocca di Revy! Voleva sentirlo ancora, e ancora, e ancora.
“come?”
“ti amo…”
“come?”
Revy si spazientì, così gli andò sopra, guardandolo negli occhi “ho detto che ti amo!! Quante volte te lo devo ripetere?”
“dieci, cento, mille volte Revy… non voglio mai smettere di sentirtelo dire…” Rock le sorrise e la baciò, poi si stese di nuovo sul letto… Revy allora tornò a distendersi sul suo petto…
“sei uno stupido…”
“però ti piaccio…”
“sarà perché sono una stupida anche io… che ci posso fare…”
“ti amo Revy…”
Rock se la strinse forte, respirando a pieni polmoni il suo profumo…

Seduti al bancone del bar, Eda Benny e Dutch erano in silenzio… sapevano che l’argomento principale erano Rock e Revy, ma ognuno dei tre non sapeva se ritirarlo fuori.. alla fine Eda decise di parlare
“allora! Io direi di brindare alla nuova coppia, no?”
“io aspetterei a dirlo, magari è stata solo una cosa così, no?” rise Benny, afferrando il bicchiere
“no biondino, la sveltina tra me e Rock era una cosa così! Ma con Revy è diverso!”
“ma, sarà lei a dircelo, visto che stanno scendendo tutti e due…” Dutch aveva attirato l’attenzione di Eda e Benny; Eda sorrideva a trentadue denti, guardando fissa Revy… lei se ne accorse, non appena le fu davanti… sentiva gli sguardi di tutti addosso
“be, che avete da guardare?”
“non so…vuoi forse parlarci di qualcosa?” fece Eda, con quel suo sorrisino sulla faccia
“eh?!” fece Revy, sedendosi accanto a Rock e versandosi un bicchiere di Rum… Eda la fissava ancora, insieme a Dutch e Benny, e rideva a denti stretti
“vuoi fare un brindisi? Di solito si fa così… certo si fa ai matrimoni, ma anche ai fidanzamenti…”
Revy sentì un brivido gelido percorrerle la schiena; si voltò verso i tre ed ebbe paura a chiedere quello che voleva domandare
“voi… voi non ci avrete mica sentiti, vero..?” Rock sputò tutto il rum che aveva appena messo in bocca, mentre Eda rideva a perdifiato…
“era impossibile non sentirvi!! Bravi complimenti!!” fece la suora tra le risate
“ci tengo a farti sapere che io non ho origliato!” disse Dutch rivolto a Revy
“io sono stato trascinato da Eda…” fece Benny, sfregandosi gli indici…
“che cosa???!! Come cazzo vi siete permessi!!! Io vi ammazzo!!!” Revy sbraitava, sbattendo il pugno sul bancone del bar; ad un tratto sentì le braccia di Rock cingerla da dietro, e si azzittì subito, arrossendo…
“calmati Revy… tanto ormai ci hanno scoperti, è inutile che ti arrabbi, no?” le fece lui
“cazzo…” riuscì a dire Revy… Gli altri risero..
“adesso ci vuole un bacio!!” fece Eda
“te lo scordi ninfomane di una suora! Ti affitti un filmino porno!!” le rispose Revy, ripresasi dall’incanto di Rock, che l’aveva lasciata
“e dai!! Non fare la stronza!! E su dai!!”
“puoi morire per me…” ma non riuscì a finire di parlare, che Rock l’aveva già baciata; Revy era incazzata perché l’aveva fatto davanti a tutti, ma non poteva dire certo di no ad uno dei suoi baci, così si abbracciò a lui e gustò il suo ennesimo bacio.
“oh bravi!! Era ora!!” Eda batté le mani “barista, portaci altro rum! Sta sera si festeggia!!!”
Rock e Revy si staccarono, guardandosi negli occhi per alcuni minuti…
“ti va di farlo?” gli fece Revy
“cosa?” si girò Eda verso di loro; Rock aveva capito benissimo di cosa stesse parlando Revy, così annuì 
“tanto ti batto, bellezza!” le fece lui
“non ne sarei convinta, Baby!” rise lei
“barista!” fecero insieme “ porta tutto il rum che hai!!”
“ma che cazzo di modo! Vi pare che festeggiate facendo a gara a chi beve di più??” Eda era sconvolta…
“dai, lasciali fare… non lo vedi, quei due sono fatti l’uno per l’altra, l’hai detto tu..!” le sorrise Benny, porgendole il bicchiere…
“mpf… hai ragione…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Someday... I'll arrive... ***


Someday I'll arrived

Someday I'll arrived

Cap 7

Normal

 

 

 

 

Il viaggio ormai volgeva al termine; dal ponte della nave era già possibile vedere le spiagge delle Canarie, così meravigliosamente pacifiche… Marilyn era là, sul ponte della nave, insieme a Rock, e i suoi occhi cercavano di riempirsi il più possibile di quelle immagini meravigliose che componevano il paesaggio davanti a lei…
“qual è Tenerife?” chiese la ragazzina a Rock
“è quella che vedi più vicina… sai, tra tutte è davvero la più bella! È un luogo meraviglioso!”
“Tenerife…” ripeteva quella parola come un mantra, ormai, inebriandosi del profumo di quel mare, che sembrava del tutto diverso da quello che vedeva tutte le volte dalla scogliera, dove era la tomba di sua madre. Revy e Eda osservavano i due poco più in là… Revy sospirò
“non mi dire che sei ancora gelosa?!” le fece Eda, con sguardo interrogatorio
“ma non dire cazzate Eda!” fece Revy, senza far trapelare la minima emozione; poi si girò verso di lei e fece un sorrisetto come di chi sa di aver vinto già in partenza “Rock adesso è mio, solo mio! Non ci si deve avvicinare più nessuno!!”
“ah ah ah! Già ti immagino con il vestito da sposa!!” rise Eda
“ma tienitele per te queste stronzate sballata di una suora schizzo frenica!” ma ormai Eda rideva senza sosta… Revy sospirò di nuovo e guardò verso il cielo, dove le nuvole le passarono davanti come un meraviglioso corteo… e, forse fu la stanchezza a giocarle quel brutto scherzo, ma lei sentì la voce della piccola Rebecca ringraziarla… quella bambina che credeva che le nuvolo fossero fatte di panna era lassù, con loro, ed ora la ringraziava… perché Revy non l’aveva soffocata… ed ora le aveva dato una via d’uscita… anche se lei sapeva che non era merito suo… il merito era solo di Rock… 
La brezza che spirava nell’arcipelago delle Canarie sembrava trasportare pace e serenità, come se stessero attraccando al paradiso…
Non appena la nave fu abbastanza vicina al porto, Marilyn saltò giù dal ponte, lasciando volare i suoi capelli sospinti dal vento; Rock la osservò, ed anche lì ebbe un ricordo… di Gretel.. guardò Marilyn, che si era voltata verso di lui, e gli sorrideva gioiosamente… e non seppe perché, ma in quel momento Rock ebbe una strana sensazione… sentì uno strano brivido… come se ancora lo aspettasse qualcosa, come se tutto non fosse ancora finito…
“Rock!! Vieni a darmi una mano razza di scansafatiche!!” le urla di Revy, che cercava di ormeggiare la nave, lo riportarono sulla terra; si avvicinò a lei
“bel modo! Non puoi mica far faticare così la tua ragazza!!” li prese in giro Eda; Revy arrossì
“per quanto ancora dovrai prender mici per il culo??!” fece lei incavolata; Rock la abbracciò, guardandola negli occhi
“che ti importa Revy…”
“niente… hai ragione…”
Mentre loro si baciavano, Marilyn correva verso la spiaggia, gettando via le armi che aveva addosso… tutte, tranne la pistola.. quella pistola con cui tutto era iniziato… e con cui tutto doveva finire..
“Rock… va a vedere se ha bisogno di qualcosa..” ordinò Dutch al ragazzo; lui guardò la figura di Marilyn che si allontanava e le andò dietro… anche Revy lo seguì..
Marilyn era ormai arrivata in riva al mare, si era tolta le scarpe, e gustava il mare che le solleticava i piedi nudi sul bagno asciuga… Respirava a pieni polmoni quella brezza, riempiendosi di quell’orizzonte che man mano si schiariva… Se esisteva davvero quel mondo di cui parlava Revy, be allora lei c’era arrivata! Ed ora che l’aveva visto, era felice! Si, lì sarebbe dovuta arrivare, lì tutto doveva avere fine: quella vita orribile, quei ricordi agghiaccianti, quei peccati commessi uno dopo l’altro… Si voltò verso Rock e Revy, che si guardavano e si tenevano per mano, e sorrise leggermente… lei non poteva avere nessuna delle persone che amava, perché nessuna delle persone che poteva avere erano lì… la aspettavano da un’altra parte…
“Rock! Two Hands!” li chiamò da lontano; loro la guardarono “la vedete? È qui! La mamma è qui! Mi sta aspettando! Sapevo che un giorno sarei arrivata da lei! Grazie grazie tante! Io… io vi ho amato! Entrambi!”
Sia Rock che Revy arrossirono a quell’affermazione; poi l’espressione sul volto della bambina cambiò, e divenne più serena, ma strana… Rock se ne accorse e quel brivido tornò ad intimorirlo
“io ho commesso tanti peccati…” riprese Marilyn “ ma ormai non serve più pensarci! Perché sono qui, con la mia mamma! Tra poco la abbraccerò come un tempo! E i miei peccati saranno perdonati dal signore!”
No! Rock aveva capito ormai! Lasciò la mano di Revy, ma prima che potesse provare a fermarla
“grazie di tutto! Addio…” Marilyn estrasse la pistola che aveva lasciato nella fondina, se la puntò alla tempia e premette il grilletto… il sangue della piccola colorì di rosso quella spiaggia bianca, mentre il mare continuava a farle delle carezze sul viso.
“no!!!” Rock urlò mentre le correva incontro; la prese tra le braccia, stringendosela forte “perché? Perché? Ormai eri libera! Eri qui, non dovevi più preoccuparti di nulla!” le lacrime di Rock scendevano amare sul viso della bambina, completamente arrossato dal sangue che le colava… Revy si avvicinò a Rock, mettendogli una mano sulla spalla…
“Rock… non fare così… sai anche tu che questo era l’unico modo… così sarà davvero libera… come la giovane Washinime… ricordi? Lo dicesti proprio tu…”
“è vero Revy… ma lei era così piccola! Lei poteva ancora avere una vita migliore! Perché? Perché?”
“Rock… guarda… lei sta sorridendo…”
Rock guardò la bambina, che aveva un sereno sorriso sul volto, un’espressione calma e felice; si, ora era libera… Rock si asciugò le lacrime e la prese in braccio…
“voglio darle una sepoltura…”
Revy annuì e lo accompagnò… la pistola rimase lì… trasportata dal mare che piano portava via anche il sangue che era rimasto a riva…

Rock era in piedi davanti a quella tomba… per l’ennesima volta aveva visto morire davanti ai suoi occhi una persona cara… una bambina… un’anima innocente… ma non era triste…
“guarda, Revy… le vedi?”
“m? cosa Rock?”
“Marilyn e sua madre… sono lì… giocano… e sono felici…”
Revy sorrise leggermente “si… le vedo Rock…”
Lui la strinse forte, guardando ancora la tomba della bambina… Poi decise che non serviva più a nulla rimanere lì, a piangere sul passato, così si avviò insieme a Revy alla nave…
“ei Rock…”
“si?!”
“adesso non vorrai mica venire anche qui ogni volta no?”
Rock si mise a ridere… rise, in quella giornata che tanto gli sembrava triste, e che invece non era altro che un giorno come tanti altri, per lui, per loro, che ne vedevano tutti i giorni di cose come quelle…
“no, non ti preoccupare!” Rock la prese per la vita e se la strinse forte “mi basti tu, Revy!”
Mentre loro si baciavano, Dutch slegava gli ormeggi, pronti per ripartire; anche quel capitolo si stava chiudendo, un altro dei tanti capitoli della loro storia… Rock sapeva che non lo avrebbe mai dimenticato, come tutto del resto… Ma ormai era tutto passato… ormai si stava aprendo un nuovo capitolo… quello di lui e di Revy… Rock la prese per mano, la tirò per farla correre…
“vieni Revy! Dai andiamo sbrigati!”
“Rock! Fa piano! Ma si può sapere che vuoi?”
Lui si fermò, la guardò ancora e la strinse “solo te, Revy…”
E mentre la Lagoon salpava, lasciandosi dietro anche quell’avventura, a Rock sembrò si sentire nell’aria quel canto, che l’aveva sempre accompagnato in quelle storie; chissà, forse era Gretel che lo cantava ancora per lui, o magari Marilyn… a lui non importava… a lui bastava sapere di averla accanto… di avere accanto Revy…

FINE

 


DEDICA: Dedico questa fan alle persone più importanti della mia vita! La mia famiglia e le mie amiche! Si capisce che gira tutto intorno ai personaggi dei gemelli, che io amo con tutto il cuore! Perché siamo io e il mio fratellino! Quindi attenti a voi…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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