Gothic Memories (by Gabri90rules & Nel Chan)

di gabri90rules
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Corsa tra la vita e la morte ***
Capitolo 2: *** Il viandante col flauto ***
Capitolo 3: *** Incubo nella cattedrale ***
Capitolo 4: *** Un debito all'oscuro ***
Capitolo 5: *** La strada che porta all'Overture ***
Capitolo 6: *** Il cancello della Morte ***



Capitolo 1
*** Corsa tra la vita e la morte ***


Era notte fonda,una di quelle notti in cui la foschia avvolge ogni dove e impedisce una nitida visuale,ma correva...I suoi inseguitori non davano tregua,e continuava a correre,con i segni della fatica che segnavano il suo volto...Continuava imperterrito nella sua corsa contro la vita o la morte,cercando di escogitare a mente fredda un piano per liberarsi di loro,ma la sua testa era sovraffollata da mille pensieri,con il respiro affannato che non gli dava tregua e che si faceva sempre più pesante...Ma all'improvviso ebbe il barlume d'arguzia che forse avrebbe potuto rendere salva la sua preziosa pelle:un cimitero diroccato si ergeva imponente in quella selva intricata in cui fuggiva,quasi fosse stato piazzato lì in suo soccorso da quel dio di cui aveva persino perso la memoria...Aumentò il vantaggio dagli inseguitori con uno scatto e scomparve tra i rovi che avvolgevano l'ingresso del complesso funerario. Il gruppo di uomini imperterrito nell'inseguirlo,alla vista del cimitero sussultarono:un'alta cinta di mura decadenti cingeva l'intero complesso,avente come ingresso un'enorme cancellata in ferro lavorato,ma ormai usurato dal tempo,la cui serratura sembrava essere stata forzata. La loro reazione era più che scontata alla vista del luogo,in quanto le voci che circolavano su di esso,sembravano narrare di strani avvenimenti riguardanti l'apparizione di bestie oscure o addirittura delle riunioni notturne di queste,durante le quali sembravano svolgersi riti alquanto macabri,spesso aventi come punto nodale il sacrificio di esseri umani. Alla fine il gruppo d’uomini si fece coraggio e decise di addentrarsi nell'infausto luogo con torce alla mano e spade sguainate. La vista che si aprì davanti ai loro occhi non fu delle più rassicuranti:teschi,ossa rotte ovunque e teste umane infilzate su pali,facevano da elementi caratterizzanti del paesaggio già decorato dagli antichi monumenti funerari caratterizzati soprattutto dalle enormi statue con le fattezze di angeli armati da lance. Intanto lui aspettava nascosto, nell’attesa del momento giusto per attaccare i poveri sventurati che si erano dati al suo inseguimento...Il gruppo d’uomini si sciolse disperdendosi tra le intricate viuzze snodate tra le tombe,alla ricerca della loro fantomatica preda...E lui intanto ghignava ormai conscio della sua vittoria...Le nubi d'improvviso oscurarono la pallida luna piena,oscurando anche gli ultimi raggi di luce...E fu la tenebra...In quel momento si sentirono strazianti,le urla quasi disumane di due del gruppo di inseguitori,terrorizzando i compagni. In quello stesso istante una forte folata di vento si abbatté,spostando le nubi e mostrando la luna,la quale ora sembrava intenta a rischiarare la sagoma umana che si ergeva sulla sommità di un monumento funerario...Costui aveva in una mano le teste dei due inseguitori morti e dall'altra una lunga alabarda...Il fuggiasco era entrato in azione...Alla sua vista gli uomini s'impaurirono ancora di più,perdendo quasi il lume della ragione:il fuggiasco lanciò le teste in direzione degli uomini e iniziò a scrutarli con sguardo beffardo...Alla vista delle teste a mezz’aria,gli uomini istintivamente si scansarono e si guardarono tra loro terrorizzati iniziando a confabulare,quando all'improvviso,quello che sembrava essere il loro capo,esclamò in tono rassicurante a voce alta:

-Uomini di cosa vi preoccupate?Tutte le leggende circolanti su questo luogo sono solo delle favolette per bambini e poi il nostro avversario non è nemmeno alla nostra portata-ridacchiando a queste sue ultime parole...

Nel sentire ciò,il gruppo si rincuorò e iniziò a guardare l'individuo incappucciato con occhiate di scherno...In controbattuta,il fuggiasco iniziò a ghignare soddisfatto delle parole appena udite e rispose:

-A volte le leggende non sono solo favolette per bambini...-. Udito ciò, gl'inseguitori si guardarono perplessi e nello stesso istante una nuova folata di vento scoprì il capo dell'individuo incappucciato:una folta chioma di capelli lunghi ora si librava nell'aria,illuminata dai pallidi raggi lunari...Gl'inseguitori ormai,erano sempre meno consci di quello che stava accadendo loro e approfittando di questo clima di irrequietezza provocato dalle sue parole,il fuggiasco esclamò con ghigno malefico:

- Purtoppo per voi,io sono Dark Hood,e ormai per voi è giunta la fine...-.In quell'istante balzò giù dal monumento funerario,roteando l'alabarda e mozzando con quel gesto,le teste di altri due inseguitori...Ormai il massacro era inevitabile:alla vista dei compagni decapitati,gli uomini in prima linea passarono all'attacco puntando le proprie mazze e daghe contro il fuggiasco e questo in tutta risposta,parava ogni colpo,quando all'improvviso,con un scintillio degli occhi alquanto sinistro,Dark Hood fece vorticare di nuovo la sua alabarda,squartando i ventri dei suoi avversari...Alla cruenta visione dei corpi senza vita dei suoi sottoposti a terra,il capo tirò fuori la sua mazza attaccando Dark Hood,il quale in tutta risposta,respinse con forza l'attacco dell'uomo,scaraventandolo al suolo.A questo punto costui,conscio ormai del suo inevitabile destino,con un'espressione terrorizzata,cercò implorante la pietà dell'avversario,il quale con sguardo gelido fulminò l'uomo,infilzandolo alla gola con la lama della sua alabarda...Alla vista di tutto ciò,i sopravvissuti del gruppo d'inseguitori,iniziarono a scappare terrorizzati,dileguandosi tra le selve da cui erano venuti...Dark Hood entusiasta dell'impresa compiuta,guardò il macabro paesaggio composto ora da grovigli di cadaveri e capi mozzati,sorridendo soddisfatto,ma ad interrompere il cupo silenzio del cimitero,un rumore di passi provenire dalle sue spalle...Dark Hood,conscio dell'individuo che aveva alle spalle si voltò tranquillamente,esclamando con tono pacato:- Come mai tu qui?-.

 

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Capitolo 2
*** Il viandante col flauto ***


gothic memories capitolo 2

 

Pioveva sulla strada che portava all’ingresso della città. L’ora era tarda e nessuno si aggirava sul sentiero della vecchia via di pietre levigate. Nessuno, tranne un misterioso individuo. Avvicinandosi, costui divenne un uomo dai capelli bagnati e con un mantello a coprirgli il volto. Un paio di spalline di metallo a coprirgli parte delle maniche di un vestito di buona fattura, ma logoro dal tempo. A tracolla una borsetta e un fodero laceri,che dovevano contenere probabilmente delle armi. Il viandante camminava fiaccato da un lungo viaggio, anelando e desiderando un luogo per abbeverarsi. A pochi passi dalla città due uomini dal manto vermiglio lo bloccarono e chiedendogli l'identità...

- Sono solo un povero viandante, cari signori. Sono due giorni che vago per boschi,con meta un luogo che a voi non ho l’obbligo di rivelare – esclamò l’uomo con voce roca provocata dalla gola riarsa. Uno dei due guardiani al suo cospetto si spazientì, ma l’altro, fissando le vesti logore, fece cenno al compare di lasciar correre e indicò le strade al poveraccio, concedendogli il lasciapassare e indicandogli la locanda più vicina. Continuava a piovere.

Il poveretto non sprecò parole di ringraziamento, e chinandosi su se stesso, si avviò verso la locanda indicatagli. Non appena l’insegna entrò nel suo campo visivo, si abbassò il bavero, mostrando un giovane volto. Bussò alla porta di rovere. Ad aprirgli, un uomo calvo dai baffi bianchi e veste da barista, caratteristiche che lo facevano credere il proprietario del locale. Lo fece accomodare al bancone e il ragazzo si sedette su di uno sgabello. Si guardò le spalle e scorse gruppi composti di non più di quattro uomini, tutti intenti a discorrere delle loro giornate. Il più di quegli uomini erano soldati o guardie, il resto gabellieri e contadini. Lo sguardo del misterioso straniero si volse su dei volantini affissi al fianco delle finestre. Portavano un ritratto molto somigliante ad egli e recavano la scritta:

“La Santa Eccellenza, per suo volere, vuole processare quest’uomo. Sarà offerto una cospicua somma di denaro a colui che riuscirà a catturare vivo il qui presente assassino”.

- Scusate, signore oste – disse il forestiero – quell’uomo… cosa mi dice di lui?-

- Ah quello… Mmm… A quanto pare ha cercato di assassinare alti dirigenti della Sede Sacra, Ah quanto dice la gente del paese,costui gira con una spada dalla lama lunga e stretta, forse di forgia straniera. Diversi cantastorie raccontano che quest’uomo, per avvertire la vittima, suoni una macabra sonata con un flauto… Ma perché vuole sapere ciò? – rispose l’oste.

- Semplice curiosità… Anche perché sono un cacciatore di taglie e quei soldi mi farebbero comodo… - disse il ragazzo.

- Stia attento, signore, se è riuscito ad avvicinarsi alla Santa Eccellenza in barba alle sue guardie del corpo vuol dire che è un soggetto pericoloso…-.

- Mi porta una birra? – terminò il viandante.

Più tardi uscì dal locale un signore dai capelli bruni vestito di un cappotto color porpora, pagando l’oste.

- Oste, le pago la birra, e vado a cercare un alloggio per la notte…sa dirmi dove posso trovare riparo? – chiese lo straniero, alzandosi dallo sgabello.

- Lungo questo viale c’è un albergo… "Il Nome del Destino"... Non può sbagliare, porta sull’insegna una Luna nera e un teschio. La padrona è strana… faccia attenzione -.

Il viandante era già uscito senza lasciar finire l’oste. Aprì una sacca attaccata alla cintura ed estrasse un flauto d’argento con le fattezze di un dragone e l’avvolse nel mantello lacero.

 

- Lei deve uccidere quest’uomo – disse il barone De Hauvre al suo interlocutore: un uomo sui venticinque anni circa, capelli scuri, vestito di un manto e delle spalline di metallo a coprire una veste viola dalle rifiniture dorate, il ricercato assassino a pagamento denominato Overture Red blood, dal nome della melodia che suona in onore delle sue vittime ormai in punto di morte.

- Mi esponga il motivo… e poi tiri fuori i soldi… Non sono gratis… - esclamò l’assassino. Il Barone De Hauvre tirò fuori i soldi e spiegò che quell’uomo era l’erede del feudo da lui confiscato, dopo una conseguente repressione ad un conflitto contadino. Overture intascò i soldi e uscì, garantendo la sua morte.

 

L’uomo col cappotto porpora camminava sotto la pioggia piuttosto impaurito. Aveva lasciato il feudo in cui nacque, per sfuggire dalle diatribe interne e al dominio di De Hauvre, ma aveva paura e l'acqua non lo aiutava certo a distarglielo da quella sensazione. Camminava guardandosi intorno con circospezione. Senza accorgersene, era arrivato ad una radura al quale centro vi era un tronco di quercia,e lì l’uomo ne approfittò per sedersi. Si coprì il volto con le mani, ripensando nostalgicamente ai ricordi passati, ai giorni felici, finché il suono di un flauto non lo riportò alla triste, lurida realtà. Si trattava di una melodia dolce, sognante, portatrice di bontà d’animo e di voglia di vivere. Dal sentiero che portava alla radura, una figura ammantata,che si avvicinava con lentezza alla sua vittima. Le note del flauto si fecero sempre più gravi, fino a sembrare tristi e addirittura ad assumere, dopo le tonalità tristi, una melodia macabra. L’uomo dal cappotto porpora sobbalzò.

- N-n-n-n-n-n-non è possibil-possibile! T-t-t-t-t-t-t-tu sei…- balbettò terrorizzato.

L’uomo tolse dalla bocca il flauto d’argento e con gli occhi chiusi estrasse una spada.

- La mia coscienza, uomo, è molto sporca. Morirai prima che i sensi di colpa mi prendano…- esclamò l’uomo.

- S-s-s-s-sei Overture Rosso sangue!!- gridò, ribaltandosi dal ceppo e annaspando nella pioggia per scappare.

- Magnifica deduzione…- Overture rosso sangue fece uno scatto verso l’uomo.

In quel momento una folata violenta scosse le fronde degli alberi del posto.

La testa della vittima rotolò ai piedi dell’assassino prima che egli stesso potesse assolvere al suo compito. Una figura oscura, fissò Overture:

Una donna dai capelli neri, che brandiva un’alabarda dal bastone in oro, vestita di un cappuccio nero e un abito blu e nero, che terminava con due ali pendenti ai pantaloni, e segno particolare di costei, una catena avvolta al braccio sinistro. Senza proferire parole, s'avventarono l'uno contro l'altra. Overture cercò di spezzare la difesa dell'avversaria con la lama della sua spada, ma Dark Hood si piegò all’indietro, ricambiando l’affondo. Lui, con una gomitata al bastone, costrinse la sua avversaria ad abbassare l’arma e con un calcio in viso la fece cadere. Dark Hood si rialza e Overture gli lanciò l’alabarda, ripartendo all’attacco. Dark Hood la prese al volo e voltandosi provò un taglio trasversale, alla destra del nemico. La lama tagliò il mantello, senza infliggere danni apparenti all'avversario. Intanto la sua spada tentò di mirare alla mantella incappucciata: Dark Hood si voltò scansando il colpo. Un calcio agli stinchi di costei fece cadere Overture red blood e un altro calcio allo stomaco, aumentò la sua velocità d’atterraggio. Con un colpo di reni, l’uomo si rialzò e fece roteare la sua spada con un movimento molto simile ad una danza, colpendo più volte la sua avversaria. Aiutandosi con la catena al braccio sinistro, Dark Hood parò i colpi evitando in questo modo anche le ferite. Aspettò il momento propizio, poi con un fulmineo fendente della sua alabarda, riuscì a lacerare le carni d’Overture rosso sangue senza ferire mortalmente l’avversario, il quale sbalzò all’indietro e cadendo a terra.

Si rialzò ridendo, mostrando in una delle mani, un ciondolo a forma di teschio,un grosso rubino abilmente lavorato,con due canini sporgenti e una catena d’oro spezzata. Dark Hood si portò una mano al collo, rendendosi conto, che le mancava qualcosa:quel ciondolo.

- ridammelo! – ordinò con voce glaciale.

- Ahahahahahah!E se non lo facessi? – rise beffardo l’uomo, tossendo e sputando sangue poi a causa delle ferite.

- RIDAMMELO!!! – alzò la voce lei. 

- Vieni a prenderlo – ribatte lui,e con le poche forze rimastegli,saltò su uno degli alberi. Dark Hood lo imitò e i due iniziarono un accanito inseguimento tra i robusti rami di quelle querce, lanciandosi pugnali e altri oggetti da taglio per ferirsi e costringersi a vicenda a rallentare. Arrivati alla strada maestra per il villaggio, Overture Red blood fece perdere le sue tracce, nascondendosi dietro un enorme arbusto. Dark Hood si fermò a cercare nell’oscurità più totale, disturbata dall’acquazzone, quell’assassino che le rubò il ciondolo. Calpestò una macchia di sangue, ma non se ne curò, anche se apparteneva alla sua preda,la quale stava acquattata pochi metri più in là.

- Maledetto… T’inseguirò in capo al mondo, Overture… - disse, coprendosi il volto con il suo Cappuccio, correndo in mezzo ai cespugli in cerca di un riparo.

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Capitolo 3
*** Incubo nella cattedrale ***


gothic memories 3

Un individuo oscuro si ergeva alle sue spalle,in quel cimitero dove si era appena consumata la sanguinolente carneficina...I raggi lunari illuminavano l'oscuro cappuccio che nascondeva il suo volto...Dall'aria sospetta e apparentemente disarmato,si accompagnava a un lungo bastone dagli intarsi molto particolari:un lungo dragone lo avvolgeva per tutta la sua lunghezza,per finire nella sua sommità,con la bocca spalancata,dalla qualle sputava una fiamma dall'insolito colore scarlatto.Costui,con voce grave si rivolse a Dark Hood:<>.La ragazza,irritata dalla battuta,esclamò:<>.L'individuo nel sentire la pungente battuta cambiò espressione in volto e replicò:<>.Dark Hood,con aria insofferente,s'incamminò sul sentiero sterrato che portava al paese fecendo cenno all'uomo di seguirla,e iniziò a narrare del combattimento con Overture,di come questo sia riuscito a seminarla,della sua fuga che ebbe come epilogo lo scontro nel cimitero con le guerdie di ronda per il coprifuoco vigente in città...Ma soprattutto del modo in cui le fu rubato il ciondolo a forma di teschio,da Overture...Silenzioso,il vecchio ascoltò tutta la serie di eventi,ma nel sentire la faccenda della collana sussultò e si fermò di colpo esclamando con voce sconvolta:<>,e Dark Hood replicò:<>.Il vecchio rimase in silenzio,e tra i due si venne a creare una strana atmosfera che li fece rimanere in silenzio per tutto il tragitto,finchè a un certo punto,con tono riluttante l'uomo disse:<>.Sorpresa da questo intervento,Dark Hood rispose:<>e il Broker:<>e la ragazza replicò con tono sarcastico:<>.A quella battuta,sul volto di entrambi si stampò simultaneamente un ghigno malefico,e facendo cenno col capo di acconsentire alla richiesta della ragazza,il Broker la salutò,e s'infilò in una delle stradine che scorrevano nel paesello. Dark Hood ritrovatasi sola,si guardò le spalle,ed accertatasi di non essere seguita,imboccò una strettoia segreta che usava come scorciatoia per il suo rifugio.In poco tempo si ritrovò al cospetto di un'enorme cattedrale gotica semicrollata,dall'aspetto decadente,ma che mostrava ancora i fregi che ne facevano la gloria dell'antica epoca in cui era stata costruita.La ragazza entrò dall'enorme portone ormai marcio,e si avviò passando dalla navata centrale,scavalcando i blocchi di pietra delle statue e degli elementi strutturali del complesso architettonico crollati...Dai pochi finestroni colarati rimasti integri,filtravano i raggi lunari che creavano sul freddo pavimento di pietra semidistrutto,degli incredibili disegni e giochi cromatici.Delle statue che adornavano i locali della cattedrale,ben poco era rimasto,o almeno minima era la parte di queste giunte al presente integra,sopravvivendo alle razzie,ma soprattutto le battaglie che videro coinvolta il sacro monumento. Ben pochi inoltre erano i pilastri rimasti integri,a svolgere la loro funzione di sostenimento dell'alto soffitto di cui ben poco era rimasto...Dark Hood si diresse verso una scaletta il legno malferma,che portava nel punto in cui una volta doveva sorgere l'organo della chiesa.Anche questo punto non era stato risparmiato dall'ondata generale di distruzione che ha colpito la cattedrale,e infatti ben poco era rimasto della balconata che ormai affacciava all'esterno.Dark Hood si diresse alla sporgenza più esterna di questo ballatoio,sedendosi con le spalle al muro,ma con lo sguardo rivolto al paesaggio,vista che non poteva essere definita delle più suggestive,in quanto quello che si mostrava era fuoco,devastazioni e distruzione generale dei paesi circostanti alla cattedrale.Ma nel cielo che sembrava quasi iniettato di sangue grazie ai "giochi cromatici" provocati dagli incendi circostanti,la luna piena splendeva alta nel cielo,e con i suoi raggi illuminava il volto di Dark Hood,la quale guardava pensierosa il panorama...Rimase a lungo in questa posizione,finchè a un certo punto il suo interesse si rivolse a un gargoyle che adornava la facciata esterna della chiesa e che sorgeva non molto lontano da lei...Lo fissò a lungo,finchè ad un certo punto le tenebre le affollarono la mente,portandola in un sonno profondo...

 

Il sole sorgeva alto nel cielo sgombro...La popolazione sembrava in fermento e si riunì tutta nel piazzale principale del paese...Un grosso avvenimento sembrava svolgersi immediatamente...Dark Hood cercò in ogni modo di scavalcare l'enorme massa di gente,per poter riuscire a vedere quale fosse la ragione per cui la gente sembrava tanto curiosa...Quando riuscì a scostarsi le ultime schiene,un'insolita  vista si materializzò davanti i suoi occhi:un enorme patibolo sovrastava l'intera piazza,e il boia camminava su di esso con un'andatura quasi eccitata per il suo lavoro molto vicino al compimento.A un certo punto un gruppo di uomini armati si fece largo tra la folla di curiosi,trascinando con loro una donna incappucciata.Le fecero salire a forza la scaletta del palco allestito per la sua esecuzione e le tolsero il mantello che le copriva il capo. Alla visione del volto della donna,Dark Hood rimase sconvolta,in quanto quel viso le era familiare.Gli uomini legarono la condannata nella posa più ottimale al boia per compiere la sua macabra esibizione...A quel punto costui tolse la benda che copriva gli occhi della donna e costei rimase scioccata nel vedere il volto sconvolto di Dark Hood alla quale urlò con voce tremante:<>,ma non riuscì a terminare la frase in quanto il boia le troncò di netto il capo che rotolò sul palco.A quella vista Dark Hood urlò:<>,e con gli occhi ancora colmi di lacrime,estrasse la sua alabarda roteandola in ogni direzione,colpendo i civili e le guardie che la stavano attaccando...La ragazza sembrava una furia colpendo ovunque senza risparmiare nemmeno donne e bambini che si trovavano lì solo per assistere all'esecuzione.Uccisi tutti coloro che si trovavano sotto il palco,Dark Hood spiccò un salto verso di questo e con l'alabarda fresca del sangue delle sue vittime,la puntò alla gola del boia,il quale rimasto scioccato dall'accaduto si inginocchiò quasi avesse perso le forze.La ragazza lo guardò con sguardo infuocato e con voce malefica esclamò:<>e scagliò la sua lama nella gola dell'uomo,troncandogli di netto in collo...In preda alla rabbia,Dark Hood scagliò la testa con un violentissimo calcio contro il ceppo che sorreggeva il corpo senza vita della condannata...A questo punto prese la testa del boia e la sua lama con cui compiva le sue esecuzioni,la ficcò con forza tra le travi del palco,e sulla sommità vi cacciò con violenza il capo ormai sfigurato dell'uomo...Ora sola tra quei cadaveri,Dark Hood si ritrova ricoperta di sangue dalla testa ai piedi,come del resto era diventata la piazza in cui si era appena conclusa la carneficina...A questo punto la ragazza si diresse verso la testa della condannata a morte...La raccolse da terra e se la strinse al petto piangendo con gli occhi ricolmi di rabbia...Continuava ad accarezzarla,a parlargli...Come se quasi sperasse che da un momento all'altro,la donna dovesse terminare la frase che le era stata impedito di concludere dal boia...

 

Dark Hood,scossa,spalancò gli occhi di colpo e quando si rese conto di essere nella cattedrale,si guardò attorno confusa da quando sognato...Un turbine di domande affollavano la sua mente,su quanto aveva visto in sogno...Ma all'improvviso,a distorgliela da questo stato confusionale,fu il cigolio del portone d'ingresso e resasi conto della situazione,entrò in azione...

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Capitolo 4
*** Un debito all'oscuro ***


Non sono passate che ventiquattro ore dall’incontro tra l’assassino a pagamento Overture Red blood e la misteriosa dama col cappuccio nero pece. Overture, con incredibile resistenza, camminava ancora ritto in piedi alla ricerca di un posto dove medicare la ferita che cominciava a dimostrarsi preoccupante. Girava senza meta per un’antica via lastricata e giunse finalmente ad un paese. Era arrivato nei pressi della via centrale e notò che non vi era alcun rumore, nemmeno il minimo. Prese dalla sacca che porta a tracolla un unguento e, una volta spalmato su una fascia, lo mette a contatto con la ferita. Strinse i denti per non gridare dal dolore che quella medicina provocava. Fece due passi che rimbombarono e in quel momento assieme al rumore del suo passo se n’affianco un altro, più veloce. - Ehi tu, cosa ci fai in giro a quest’ora? – grido la voce roca di un uomo. - Niente, signore, sto tornando a casa, mi sono trattenuta troppo da mia sorella – rispose la voce velata e melodiosa di una donna. - Balle! Tu stai tornando dal bosco! Dì la verità, puttanella, ti eri appartata in mezzo agli alberi con qualche cliente?- s’intromise un terzo uomo. - Dovresti sapere che per ordine di Lord Sheridan c’è il coprifuoco dopo il tramonto e chi è sorpreso dopo deve essere punito con la morte? – ricomincia il primo uomo. - Ve lo giuro, signori, ho fatto tardi, ora torno a casa –. - No, mia cara… Tu resti qui con noi… ci fai compagnia…-. - E ci fai divertire…- si frappose una quarta voce d’uomo. Overture, appiattito al muro, si era avvicinato al luogo della discussione e seguiva attentamente il discorso. Quegli uomini non gli piacevano per niente. Estrasse il flauto e provò ad intonare la melodia. Dopo quattro note poco udibili si sentì mancare il fiato. - Devo fare a meno della musica… Cazzo quella donna mi ha proprio ridotto male… Chissà quanto varrà il ciondolo?- esclama l’assassino toccando nella sua sacca dove c’era il ciondolo del teschio di Dark Hood. Nel frattempo la donna gridava e Overture si affacciò all’angolo per vedere cosa succedeva. Un uomo molto robusto le strappava la gonna e aveva intenzione di stuprarla, mentre gli altri due la tenevano per le mani. La donna era veramente una bellezza straordinaria: capelli lunghi color castano chiaro, occhi azzurri, labbra carnose e un viso perfettamente ovale. Una corporatura esile con due gambe lunghe in precedenza nascoste da un vestito di raso color blu scuro bordato di pizzi. - Quel tipo non sa bene cos’è l’educazione – commentò Overture massaggiandosi il fianco – resisti o corpo straziato, perché ora si va in azione – e tirò fuori dalla stessa sacca uno stiletto. Senza poter mirare con precisione lo lanciò, colpendo con molta fortuna il cervelletto dell’uomo di spalle. Cadde a terra con i pantaloni abbassati e in una pozza di sangue. - Ma cosa diavolo ?- disse uno dei compagni lasciando andare la donna. Overture girò l’angolo per poter comparire alle spalle dei due confusi avversari, sembrava per un attimo dimenticare il dolore lancinante dello squarcio infertogli dalla donna incappucciata il giorno prima. - Sporco cane, vieni fuori e non ti verrà recisa la testa!- mentì uno dei due “gendarmi”, un uomo alto e calvo. Overture con un passo fu dietro di lui e si avvinghiò poggiando la parte tagliente della spada alla carotide di chi lo stava chiamando a gran voce. - E chi ti dice che sarà la mia testa a cadere? – ironizzò con voce gelida Overture, tagliando di netto il collo. Forti zampilli di sangue arterioso uscirono dal collo del corpo senza vita. Il terzo uomo rimase pietrificato, mentre la donna si era rifugiata dietro un angolo per non vedere la scena. - Corri finché sei in tempo, uomo. Tanto tutti dobbiamo morire prima o poi…- e intanto il tipo spaventato intraprendeva una corsa sfrenata -… peccato che per te è arrivata l’ora -. Overture rimase ritto a guardare, intanto l’ultimo soldato di quel gruppo inciampava cadendo sopra i cocci di vetro di una bottiglia rotta al fianco di un ubriacone addormentato. L’assassino fece due passi poi stramazzo definitivamente a terra. Il corpo non aveva più resistito agli sforzi. Riaprì gli occhi e si sentiva la testa pesante. Si mise una mano sulla fronte e sentì un panno bagnato e se lo tolse, mettendosi a sedere. Overture Red blood era in un letto di una casa. La stanza era piuttosto spoglia: gli unici mobili erano il letto, un comodino e un mobile con specchio mangiato dalle tarme. Vide dallo specchio che aveva il corpo fasciato nella zona della ferita. E non si trattavano delle sue medicazioni. Cercò istintivamente il flauto e i suoi vestiti. - Buongiorno viandante – rimbomba una voce. Overture si volge di scatto verso la porta: c’era la stessa donna che i soldati cercavano di stuprare la notte prima. Portava la colazione su un vassoio d’argento e vestiva di una veste bianca. L’assassino prese la colazione e la divorò con molta voracità, mentre la ragazza, seduta su una sedia, lo fissava appoggiando la mano sinistra a pugno chiuso sulla guancia. - Signor viandante grazie di avermi aiutata ieri notte… Ho visto che ha una ferita che, nonostante non sia particolarmente profonda, sta aggravandosi… Io ho parenti medici, so qualcosa su come si guariscono queste ferite. Ci penso io a farla rimarginare… Poi vedrò di ricambiare il favore…- disse lei. Overture finì di mangiare e depose a terra il vassoio. - Non mi serve che si sdebiti… non era per lei che ho ucciso quegli uomini – concluse lui. - Io mi chiamo Helena, signore viandante, e lei? – assente lei. - Io non ho alcun nome da esporle, e se l’avessi non posso dirglielo – reclama scocciato Overture, alzandosi dal letto. - Ho notato, frugando nei suoi vestiti, un flauto in argento di gran pregio…- Overture si girò di scatto e la fissava con ira. - Stia tranquillo signore, non mi sono presa niente di suo… Lei è per caso un antiquario? Sembra piuttosto antico quello strumento -. - Non sono un antiquario, dov’è la mia spada? – reclamò Overture, spazientendosi. - Bella anche quella… Una fattura non di questo continente… Ha amicizie straniere? – Overture Red Blood si spazientì ulteriormente e dal nervoso prese la donna per il bavero del vestito e la fissò negli occhi: mostrava una dolcezza, ingenuità e innocenza mai vista prima dall’assassino, però tutte quelle domande gli davano sui nervi. - NON sono obbligato a dirle chi io sono e non le risponderò. Ora mi dica dov’è la mia spada!- urlava Overture. Lei, con molta calma, le rispose dicendogli dove era l’arma. Overture la prese e la porto al fianco del letto. Overture rimase quattro giorni in compagnia di quella donna, per potersi riprendere dal dolore di quella ferita e dalla stanchezza che il suo corpo aveva patito in seguito alla sua testardaggine nel voler a tutti i costi uccidere. Lui non mostrava alcun segno di cordialità nei suoi confronti, che invece mostrava molta gentilezza e disponibilità in tutto e per tutto. Dal primo giorno Helena smise di chiedere le origini del suo ospite e continuava a chiamarlo Viandante. Il quinto giorno, oramai ristabilito, il suo ospite riuscì ad alzarsi e decise di accompagnare la sua infermiera al mercato per la spesa. Overture rimise i suoi panni non più logori e sfilacciati, ma risistemati al meglio da quella caritatevole signora. Durante la permanenza in quel luogo Overture scopriva che in quella regione vigeva un ferreo regime dove c’erano regole ben precise (per esempio il coprifuoco) e chi le infrangeva faceva una brutta fine. Quel giorno c’era molto trambusto nella via principale del paesino e molti uomini e donne si raggruppavano e gridavano. Un ragazzino sbatté contro Helena, che gli chiese cosa accadeva. - E’ arrivato un uomo dalla Santa Sede!! Andiamo a vederlo! Voglio vedere un vero Chierico, voglio vedere un vero Chierico – si dibatteva il bambino. Overture si mise in guardia non dimenticando che è proprio la Santa Sede a cercarlo per omicidio. Helena afferrò per il braccio Overture e lo trascinò nella mischia a vedere il Chierico. Non appena fu visibile tutti rimasero stupefatti. Si trattava di un gigantesco uomo dai tratti di uno straniero, ma la carnagione era bianca. I capelli bianchi e gli occhi senza pupilla erano affiancati ad una veste totalmente bianca, sul cui petto troneggiava una croce pomettata incoronata, che facevano collegare quel personaggio all’idea di un fantasma. - Oh mio signore…- esclamò Helena. Overture fissò quell’uomo per qualche minuto, poi girò i tacchi e, assieme a lei, tornò all’abitazione. Quella sera Overture, dopo essersi accertato che Helena dormisse, recupera tutta la sua roba e scavalcata la finestra saltò sul ramo dell’albero al fianco della dimora. Sceso a terra camminò fino all’uscita dal paese, ma una volta vicino all’entrata del bosco sentì un rumore e, roteando su se stesso, si nascose. Un’ascia di grandi dimensioni si era conficcata nella corteccia del tronco dell’albero, fino ad arrivare a scalfire il libro. Sentiva nuovamente dei passi e Overture passò lo sguardo alla via. - Overture rosso sangue, assassino a pagamento, colpevole di aver provato a uccidere sua Sacra Eccellenza, lei è perseguitato dalla Religione – L’assassino capì che quella voce doveva appartenere al gigantesco Chierico visto il pomeriggio. - Non vi è religione in questo mondo… ora che il vero papa è destituito – rispose Overture, sguainando la spada. Il gigante albino camminò con molta calma fino all’albero per recuperare la gigantesca scure. Overture, oramai riabilitato, saltò sul ramo sopra la sua testa e si lanciò all’attacco verso il gigantesco Chierico. L’uomo lo aveva afferrato con una sola mano e lo teneva sospeso per aria. - Può anche darsi, ma tu morirai prima di averne la conferma -. Overture di risposta sferra un calcio allo stomaco, ma inutilmente, l’uomo sotto il manto bianco portava un’armatura. - E’ ora che vai a far visita alle tue vittime, eretico!- gridava l’uomo. La sua vittima però ebbe il tempo di recuperare dalla sacca uno stiletto che gli servì per tagliare un dito all’avversario, costringendolo a mollare la presa. - Maledetto bastardo… Non dovevi osare… Qui io comando e chi mi contraddice la pena è la morte – ulula l’uomo fasciandosi la falange. - Allora ho il piacere di battermi con Lord Sheridan. Almeno so cosa scrivere sulla lapide una volta che ti farò fuori – ribadisce Overture Red Blood, estraendo il flauto e iniziando la litania macabra. Il gigante albino guardava l’assassino intonare le prime note, ma non lo lasciò finire. Ufficialmente era iniziato lo scontro tra il Chierico Lord Sheridan, signorotto del paese, e il ricercato assassino a pagamento Overture rosso sangue. All’inizio sia la lama della scure che quella della spada cozzò violente in un frontale dove a sconfiggere per potenza fisica era il signorotto del paese, e il suo opponente era costretto a mollare la presa e saltare all’indietro per evitare di essere tagliato in due. Il gigantesco Lord Sheridan si tolse il manto bianco crociato, rimase in armatura e alzò l’arma per un altro attacco. Fortunatamente la lentezza con cui alzava l’arma consentì all’avversario di poter assestare un colpo al tallone e sbilanciarlo. Overture salta alzando la lama sopra la sua testa per poi calarla sul corpo in caduta dell’oppositore che, con sorprendente forza, girò l’ascia in modo da poter difendere il viso da un’eventuale ferita che l’avrebbe sfregiato. - Pentiti di ciò che fai maledetto – urla il chierico sferrando un pugno al mento. Overture cadde a terra. In pochi istanti si rialzava e massaggiandosi il mento gli rispondeva: - Non sono sicuro che in paradiso ci sia ancora posto per me… ammesso che esista, il paradiso – e riprese la lama, ripartendo all’attacco. Menò diversi fendenti per fiaccare la difesa di Lord Sheridan e poter colpire mortalmente alla prima occasione. Non appena trovò l’occasione per poterlo ferire, Lord Sheridan piegò la testa. Di risposta al fendente un colpo di scure rischiò di porre fine alla vita dell’assassino. All’improvviso una nube di fumo nascose alla vista di Lord Sheridan il suo rivale. Overture n’approfittò per spostarsi, ma non era stato lui a creare quella coltre. - Viandante! Scappa! – una voce familiare ruppe il silenzio del momento. Overture rimase ritto a guardare chi lo chiamava, anche se aveva capito chi fosse. - Chi osa interrompere la condanna a morte dell’assassino? – dice Lord Sheridan voltandosi. - Assassino o no, io gli devo la vita. Devo ripagare il favore che mi ha fatto! Viandante scappa – era Helena. Aveva con sé a tracolla un arco e stava mirando alla testa di Lord Sheridan. Scoccò la freccia, ma un movimento di Sheridan deviò la traiettoria dalla testa alla spalla. - Arrivederci Lord Sheridan, se non ci vediamo più, di sicuro all’inferno c’è posto per noi – diceva Overture girando le spalle al nemico che era intrattenuto da Helena. L’assassino corse verso l’interno della macchia senza voltarsi indietro. Quella sciocca donna, con la scusa di dovergli un favore, si era messa in pericolo. Overture, poiché freddo assassino macchiato d’indicibili delitti, non voleva aiutarla e sfruttò quella distrazione per scampare un’altra volta al taglio della falce della morte. Non appena si era addentrato di più nella fitta boscaglia l’uomo si bloccava di colpo. Riprese fiato, ma una misteriosa voce lo mise in guardia. - Overture rosso sangue… è tanto tempo che non ci si vede, non le pare? -. Un uomo sedeva su un ramo di una quercia e con la schiena poggiata al tronco e con un filo d’erba in bocca fissava il fuggiasco. Aveva i capelli lunghi di un colore scarlatto e un tribale di rovi sulla mandibola. Con un salto scese a terra e si ritrovava di fronte all’interlocutore. - Ero convinto di averti ucciso – esclamava Overture. - Se morivo potevo farti questo? – e gli tira un pugno in pieno volto. Overture cerca di rispondere sguainando la spada, ma l’uomo la evita. - Non t’arrabbiare! Sono qui per proporti un affare… Che ne dici di venire al mio servizio? Con adeguato compenso… più che ovvio… - continua. Overture rimise la spada nella guaina e iniziò ad ascoltare cosa consisteva la faccenda. L’uomo dai capelli scarlatti vide luccicare qualcosa dalla sua sacca e chiese cosa fosse. L’assassino tirò fuori il ciondolo di teschio in rubino che aveva in precedenza rubato alla dama nera. Il tizio dai capelli scarlatti si fece più insistente, ma Overture non era troppo convinto. - Ti assicuro che potrai fare tutto quello che vuoi… avrai libertà di agire, tranne che per agire contro di me… - - Mmm…- sibila Overture – qualsiasi cosa? Anche vendicarmi? -. - Esaaatto – rispose l’uomo. Overture gli strinse la mano.

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Capitolo 5
*** La strada che porta all'Overture ***


Dark Hood saltò abilmente di maceria in maceria, nascondendosi abilmente in quell’ampia oscurità che avvolgeva i resti della chiesa distrutta. Si accorse però infine che l’inaspettato visitatore era ancora Broker. - Ah sei tu… - dice lei freddamente. - Ho bisogno di un tuo favore, Dark Hood – sussurrò nervoso l’uomo, levandosi il cappuccio e mostrandosi nelle sue fattezze di centenario. - Lo sai che non sono uno scudiero ne un paggio – rispose Dark Hood. - Una donna sta sfidando Lord Sheridan in un paese poco distante da qui. Quella donna ha nascosto e guarito l’assassino che tu stai cercando – a quell’affermazione la giovane assassina si incuriosì. - Dove si trova questo posto? – sorride lei, passando un dito sulla lama dell’alabarda, ferendosi e leccandosi la ferita. - Prendi la via del cimitero monumentale, non quello del tuo scontro, quello più avanti e introduciti nella selva di là di esso – sussurrò Broker. La donna incappucciata uscì dal portone senza nemmeno salutare il vecchio ma lui la fermò. - Fatto bei sogni? – chiese enigmatico lui. La donna diede peso alle sue affermazioni, sempre più misteriose e si mise in cammino, per salvare la donna e farsi dire dove si trovava l’assassino suonatore. Helena tendeva con le dita insanguinate la robusta corda dell’arco, puntando una freccia contro il signorotto Lord Sheridan, gigante bianco armato di ascia. - Sciocca ragazzina – urlò con voce roca il gigante. Cominciò a piovere a dirotto. Helena scoccò una decina di frecce in direzione dei piedi e delle gambe del suo avversario, cercando di indebolirlo laddove vi è il punto debole di tutti gli uomini di grande stazza e di limitata agilità ma Lord Sheridan la stupì con un movimento veloce. Un fulmine si abbatté molto vicino e squarciò il silenzio mentre il lampo illuminò il volto già cereo del Chierico. - Non cercare di opporti alla Religione… tutti coloro che non si sono piegati hanno provato torture indicibili-. Helena perse d’un tratto la sua determinazione, mostrandosi titubante di fronte al nemico. Le gambe non resistettero al peso del corpo e lentamente scivolava a terra, col capo chino. Piangeva. - L’ho fatto… - gemette – solo per aiutare una persona che mi ha sottratto a una fine certa e piena di dolore – si coprì il volto con le mani. Sheridan, con la scure appoggiata alla spalla sinistra e un ghigno quasi demoniaco, camminava con calma verso la donna. - Povera sciocca… Perdere la vita per allungare, anche se di pochi attimi, quella di un assassino… - e alzò la scure oltre la sua testa per calarla violentemente sull’esile collo della giovane e bellissima donna, colta da un attimo di debolezza. Helena chiuse gli occhi, rassegnata all’imminente sorte. Un altro fulmine scosse il silenzio e un tonfo sordo gli succedette. La dolce e ingenua ragazza apre gli occhi e di fronte a sé, con suo orrore, vede la testa di Sheridan, mozzata e orribilmente sfigurata. Seguì il rumore del gigantesco corpo che cadeva con tutto il peso sul terreno. Una figura nera si stagliava tra la fitta pioggia del temporale e teneva al suo fianco un’alabarda dal bastone dorato. - Alzati – gli ordinò quell’oscura figura, senza scomporsi. Helena rimase un attimo attonita e quando la figura gli ripeté l’ordine ella ubbidì. - Perché l’ha fatto? – chiese ingenuamente Helena. La figura non rispose. - L’hai incontrato? – cominciò l’incappucciato, con voce di donna. Helena tacque. - L’hai incontrato? – ripeté la donna incappucciata. Helena tacque ancora. L’incappucciata Dark Hood si spazientisce e prende la testa di Lord Sheridan e gliela mostra. - Vuoi fare la sua fine? Dimmi se l’hai incontrato! – gridò Dark Hood. La ragazza non rispose e Dark Hood spazientita gli tirò uno schiaffo e alzandosi roteò l’alabarda, voltando le spalle per pochi secondi all’avversaria. - C – cosa vuole da lui? – balbetta Helena, alzandosi tremante da terra. - Sei sorda? L’hai incontrato? Hai la minima idea di chi sia quell’uomo? – chiede l’assassina. La ragazza barcolla. - Mi hanno detto che è un assassino… ma non m’importa… mi ha salvato comunque la vita dalle guardie di quest’uomo – indicando il chierico decapitato – e questo mi basta per essergli in debito -. Il respiro affannoso e il tremore impediscono al proprio corpo di stare in piedi e cadde sulle ginocchia. - Il suo nome conosciuto è Overture Rosso Sangue… e lo sto cercando… dov’è andato? – chiese fredda Dark Hood. - S- si è addentrato nel bosco. Poco più avanti c’è la via che porta alla città delle Maschere. Tra due settimane alla luna piena c’è il Carnevale… Perché lo sta cercando? – chiese Helena. Dark Hood posò l’alabarda e rimase in silenzio. - MI VUOI RISPONDERE? – urlò con tutto il fiato in corpo Helena. Dark Hood si scosse dall’immobilità e senza proferir parola le alzò il capo, con un calcio la fece cadere di schiena sul manto erboso ed estrasse un pugnale dalle tasche interne della veste, premendolo nella carne del dorso della mano destra. La lama trapassò la mano di Helena, che si morse forte le labbra per non gridare dal dolore, e bloccando al suolo la ragazza. - Così non mi sarai d’intralcio – e detto questo l’incappucciata le volge le spalle e corre via, verso la strada che porta all’Overture.

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Capitolo 6
*** Il cancello della Morte ***


La corsa era frenetica. La pioggia le tagliava il viso, ma non se ne rendeva conto in quanto il suo unico pensiero era solo quello di raggiungere al più presto la città delle maschere. Un solo dubbio le corrodeva la conoscenza...Era forse stata una buona idea salvare quella donna da quel monaco albino? E costei le aveva dato delle informazioni veritiere o erano solo fandonie per sviarla dalla sua preda? Mentre si faceva queste domande, Dark Hood rallentò improvvisamente il passo fino ad assumere un'andatura normale e con un ghigno maligno pensò che alla fine, se quella ragazza le avesse mentito, avrebbe potuto sempre rintracciarla per poterle regalarle una bella mozzata di capo inferta con la sua alabarda assetata di sangue...Ma a squoterla improvvisamente da questi pensieri, furono i rintocchi del campanile del villaggio diroccato non molto distante da lei: era passata la mezzanotte...Resasi conto di ciò che poteva signicare farsi trovare in giro dalle guardie a quell'ora, decise di scovare un rifugio per la notte. L'alba aveva appena iniziato a schiarire pallidamente il cielo, ma Dark Hood era già in viaggio da almeno un'ora...La premura di scovare l'avversario era troppa e la la brama di riavere ciò che le era stato rubato, forse era anche di più. Improvvisamente alle spalle iniziò a sentire sempre più nitidamente, mentre questo si avvicinava, un rumore sempre più sospetto e a lei molto famigliare. Che ci facevano a quell'ora le truppe reali in marcia, soprattutto in un sentiero di campagna? Dark Hood si acquattò tra i cespugli curiosa di osservare la scena...Dentro di lei un'idea si fece man mano sempre più strada, finchè non decise di entrare in azione. Infilò la mano destra sotto il mantello e ne estrasse un pugnale intersiato dalla lama ricurva. Quando vide che il piccolo corteo era terminato, saltò fuori dai cespugli e silenziosamente si avvicinò al soldato più vicino a lei. Costui, doveva essere il chiudifila in quanto non aveva compagni ai lati e teneva in mano un alto stendardo. In un lampo Dark Hood gli mise una mano davanti alla bocca e con un abile colpo da maestro, gli spezzò di netto il collo...Nello stesso istante in cui il corpo senza vita del soldato stava per accasciarsi a terra, Dark Hood più veloce di un battito d'occhi, afferò il lungo bastone da parata e lo lanciò tra i cespugli e trascinò con se il corpo esanime per privarlo delle vesti necessarie per il suo travestimento. Finita la fase di vestizione, s'intrufolò subitaneamente tra i soldati senza dare nel'occhio cammuffando come stendardo la propria alabarda. Il piccolo corteo ormai marciava da ore senza sosta e i soldati stanchi e affamati iniziarono a lamentarsi finchè non spuntò all'orizzonte crepuscolare, un cancello di frontiera con un piccolo seguito di sentinelle a vedetta. Colui che doveva essere il capo fece segno al piccolo gruppo di fermarsi e iniziò a discutere col capitano. In meno di 5 minuti scattarono i controlli e Dark Hood incredula del tranello in cui era cascata travestendosi e unendosi al piccolo plotone nella speranza di raggiungere nel modo più sicuro la sua meta, iniziò a elaborare senza alcun risultato una via di fuga...In men che non si dica si fa il turno dell'assassina e alla domanda <>, la donna incappucciata risponde in tono sarcastico: -CREPA BASTARDO!-. Come se fosse stata una folata di vento, il cappuccio militare che copriva il suo volto si librò nell'aria esibendo al cielo la sua folta chioma di lunghi capelli castani. La guardia incredula balbettò - C-C-C-C-C-C-Cosa?-. Dark Hood scosse l'asta che aveva fra le mani e con la lama del suo lungo bastone, squarciò la stoffa dello stendardo e roteandolo, tranciò di netto il ventre del povero sventurato, schizzando completamente di sangue l'assassina travestita. Divertita dal colore rosso assunto dalla sua veste bianca, avvicina la mano insanguinata alla bocca. Nello stesso istante, le altre guardie, che per un momento rimasero pietrificate davanti alla scena, urlando le furono subito addosso. Dark Hood, come se fosse in un gioco, cominciò a far roteare come un bastone da majorette la propria alabarda, staccando di netto tutte le membra delle guardie che le capitavano sotto tiro...In 5 minuti l'intero plotone di guardia era stato abbattuto, ma Dark Hood ormai sovraeccittata dalla brama di uccidere, si affrettò a varcare in una corsa sfrenata la cancellata in direzione dei soldati che l'avevano "accompagnata" nel tragitto giornaliero. Come in una gara di salto con l'asta, Dark Hood spiccò il volo facendo leva sul suo bastone che con grande leggiadria, in un attimo fece librare in aria puntandola sulla testa del primo soldato capitatole sotto tiro. In un attimo il corpo dell'uomo si apre a metà come una forbice, riversando sui colleghi ai lati fiotti di sangue. Costoro increduli si voltarono di scatto verso il compagno, ma senza che avessero il tempo di rendersene conto si ritrovarono con la testa mozzata. Gli altri soldati quindi spinti da desiderio di vendetta nei confronti dei compagni appena uccisi iniziarono a combattere contro la donna ricoperta fin sopra i capelli del sangue dei loro commilitoni. Costei ancora più eccitata, iniziò a roteare su se stessa, tenendo l'alabarda in posizione perpendicolare a se, staccando i busti e le teste degli arditi combattenti. Abbattuto l'intero gruppo, tra quei resti organici l'unico sopravvisuto era il capitano che terrorizzato dalla scena appena passata davanti ai suoi occhi, cercò di scappare impietosamente, scivolando sulla testa senza vita di un suo compagno, cadendo di conseguenza a terra, sfracellandosi il naso. In un attimo Dark Hood gli fu di fronte, e scocciata dalla troppa efficacia della sua alabarda, la ripone e tira su per i capelli il soldato, il quale aveva la faccia tumefatta e insanguinata per la rovinosa caduta. Tirato su a portata di calcio, la donna mollò la presa della testa, e iniziò a colpirlo con gli stivali dalle punte metalliche intarsiate, ripetutamente, finchè una volta stanca, decise di sguinare la spada nel fodero dell'uomo, e facendola vibrare nell'aria staccò di netto la testa del povero sventurato. Non contenta di ciò, conficcò la spada nel terreno ormai fanghiglia per l'alto contenuto di sangue, e sollevando la testa tumefatta appena troncata, con un calcio, la conficcò nell'elsa della spada. Quindi soddisfatta strappò il mantello bianco dal cadavere e vi pulì l'alabarda sporca di sangue. Una volta toltisi anche i vestiti insangunati, Dark Hood riprese il suo cammino con aria innocente, come se il massacro appena compiuto, non fosse stato nemeno concepito da quel volto incappucciato dall'apparente aria innoquo, illuminato dai pallidi raggi lunari.

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