La nuova generazione.

di Makil_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'espresso per Hogwarts. ***
Capitolo 2: *** La cerimonia di smistamento ***
Capitolo 3: *** Una serata da vittorioso. ***



Capitolo 1
*** L'espresso per Hogwarts. ***


Rose agitava ancora la mano destra verso l’esterno , appoggiando l’altra sull’infisso dell’espresso. Solo pochi attimi dopo  si rese conto che l’azione corrente fosse inutile , poiché , lo scenario fuori dal treno non era più il binario di partenza. Erano partiti , l’espresso procedeva tortuosamente verso la sua strada. La ragazza , così , si voltò . Condivideva lo stesso scompartimento con i suoi più fedeli familiari , i suoi cugini James e Albus Potter. I ragazzi già dall’arrivo avevano smistato i propri bagagli sotto i posti a sedere , mentre la cugina aveva ancora la sua miriade di bauli tra le gambe e il suo grande fardello pendente dalla spalla. Così , Albus si alzò per aiutare la cugina. Mise il tutto sotto il suo sedile , poi i ragazzi sedettero ognuno al proprio posto. Subito l’ambiente s’ immerse in chiacchiere.  
« Temo di non aver il coraggio di presentarmi allo smistamento »  disse, furiosa ,Rose.
« E quale sarebbe il motivo? » chiese James.
« Lo sai benissimo » biasimò Rose.
« Credo di non ricordarlo » suggerì James con veemenza.
« Presumo tu sappia che una volta arrivati a scuola verremo smistati in una casa , io ho paura di capitare in quella di Serpeverde , sai come la pensa nonno Arthur in riguardo a ciò » disse Rose , velocemente.
« Certo che ne sono a conoscenza , mio padre me ne ha parlato , ad ogni modo non sono molto preoccupato » continuò James .
« Rose , potrei farti compagnia , anche io non ho voglia di ridicolizzarmi davanti l’intera sala » disse Albus mentre fissava la vetrata. « Il figlio di Harry Potter smistato nei Serpeverde… » continuò in tono disgustato.
Per un momento nella cabina parve esserci il silenzio , ad elidere quest’ultimo ,  però , fu la porta scorrevole che si aprì emanando un cigolio fastidioso se non abbastanza acuto. Nel corridoio apparve una donna anziana , con la pelle rugosa e il volto curato . Aveva folti capelli grigiastri e mal curati , vestiva con una camicia grigia , sopra una giacca nera a righe , trainava un grosso carrello argentato sul quale vi erano poggiati un’alta gamma di dolciumi  da poter consumare durante il viaggio .
« Mio padre me ne aveva parlato , e mi ha dato questi  in modo da poter  acquistare qualcosa » sussurrò Rose ai  due cugini , successivamente aprì il bottone sulla tasca e sollevò dal suo interno delle monete.
La signora con la piattaforma scorrevole si avvicinò allo scompartimento , posizionando il carrello verticalmente.
« Qualcosa dal carrello miei cari? » chiese la donna  mentre sorrideva.
« Un pacchetto di api frizzole , se è possibile » rispose educatamente Rose.
James così si voltò , mentre la donna cercava il dolciume nei ripiani.
« Un pacchetto di cosa precisamente? » chiese James confuso.
« Api frizzole , me le ha consigliate mia madre » rispose Rose sorridendo .
« Eccole qui! Sono 4 falci » disse ad alta voce la signora.
Rose cominciò a contare le monete , mentre iniziò a sentirsi in imbarazzo, poi si girò verso la donna.
« Fa nulla signora , mi spiace per averle fatto perdere tempo , le mie monete non bastano » enunciò Rose vedendo che possedeva 3 falci.
« Non c’è problema mia cara , siamo al primo di settembre , la scuola di Hogwarts aspetta nuove , prodigiose e singole menti che solo voi altri potrete donargli » annunciò la signora.
Poi lasciò cadere il pacchetto di api frizzole sul sedile vuoto , chiuse le ante dello scompartimento , girò il carrello verso il corridoio e s’incamminò.
I ragazzi erano senza parole. Ma non restarono molto tempo senza .
« Ragazzi , ci ha donato delle api frizzole , suvvia , mangiamole » illustrò gioiosamente James.
Così Rose afferrò il pacchetto , aveva una forma cubica , era stracolmo di decorazione formate da putti e volti di donne con capigliature serpentesche . Al centro vi era una grande scritta :                                                                                    
“Apri Frizzole , fornite di vero puntale di billywig accuratamente trattato . La celeberrima creatura non viene sottoposta a trattamenti violenti per l’estrazione di tale parte del suo corpo”.
La ragazza tese le dita verso l’estremità , facendola slegare  in modo da poterla aprire. Tutti insieme mangiarono le caramelle fino alla fine di quest’ultime.
«Davvero molto buone » disse Albus mentre deglutiva.
Poi l’apertura improvvisa delle ante dello scompartimento fecero sobbalzare i tre dallo spavento.
Questa volta era un ragazzo , aveva capelli folti , scombinati e biondi. Indossa la divisa nera che i ragazzi avevano ancora nei bagagli (la divisa ufficiale di Hogwarts ).
« Scusate per il disturbo , ragazzi » disse il giovane. «Sono Scorpius , Scorpius Malfoy ».
A queste parole Rose , Albus e James si lanciarono un’occhiata. Sapevano , grazie alle innumerevoli storie dei loro genitori , che i Malfoy non erano una famiglia con la quale  stringere alleanza.
« Sono qui per dirvi che il capotreno ha annunciato di cominciare ad indossare la divisa! » continuò Scorpius.
Rose balzò in aria.
« La divisa! Dov’è il mio bagaglio? Veloci , su! » urlò la ragazza cominciando a scombinare tutti i bagagli in cerca della propria.
«Bene , vi saluto » salutò i ragazzi e chiuse la vetrata alle sue spalle.
Nello scompartimento regnò il caos , i cugini erano in cerca della propria divisa in ogni bagaglio.
«Eccola! Sono davvero una sbadata , mia madre mi aveva ripetuto più volte di indossare la divisa prima dell’arrivo , lei faceva sempre così » disse Rose , nel mentre che indossa la cravatta sopra la camicia grigiastra e la giacca nera.
Successivamente ad uno controllo accurato su ogni tipo di valigia , bagaglio o borsa che sia , anche James e Albus trovarono le loro divise. Indossarono la camicia, la giacca e introdussero la cravatta ancora incolore , tra l’estremità del colletto.
Un suono prolungato e strombazzante da parte del treno , annunciò ai ragazzi di essere arrivati. L’espresso si sommerse di urla e corse , tra gente che doveva acchiappare il proprio bagaglio o altri che scalciavano per scendere puntuali . Nessuno studente era in grado di muovere un solo muscolo , erano bloccati nel corridoio dell’espresso , poiché , troppo stretto per una miriade di studenti affollati. Così procedettero uno per uno. Appena fu il turno di Albus camminò verso l’esterno del treno , non si sentiva più le gambe per via della lunga sosta fatta sul sedile dello scompartimento . Procedette giù per alcuni scalini e si trovò fuori dal mezzo. Dopo lui arrivarono anche gli altri due..
Nella cupa e buia strada illuminata da soli lampioni , sentirono delle urla.
« Primo anno ! Primo anno! Primo anno per di qua! » udirono i ragazzi , così vi si avvicinarono.
Mentre camminavano James inciampò in quello che parve un ramo , poiché indistinguibile nella penombra. C’era qualcosa più in la , che illuminava il tutto. Sembrava essere anche il punto da cui provenivano le urla.
Era un uomo molto grosso (quasi come un gigante) e grande , con lunghi capelli mossi che si fermavano sulle spalle , e una folta barba pendente dal volto. Gli occhi erano quasi del tutto coperti da peluria. Teneva in mano una grossa lanterna illuminata da un lume dentro acceso.
«  Salve a tutti » disse l’uomo  « Io sono Hagrid , il custode delle chiavi ad Hogwarts , nonché vostro futuro guardiacaccia , questa sera mi occuperò di accompagnarvi alla scuola , state certi che non vi deluderò ,arriveremo presto se non ci saranno disastri ».
I ragazzi lo guardavano stupiti.
« C’è qualcuno che soffre di mal di mare? »
Nessuno disse nulla.
« Neanche uno di voi ? Sappiate che non amo assistere a scene vomitevoli , diciamola tutta , a chi piacerebbe? »
Albus sorrise , come molti altri ragazzi.
« Bene , attraverseremo il lago con delle piccole barche , su ognuna imbarcheranno tre studenti alla volta , io starò da solo , non vorrei che affondasse con me qualche studente ,  sapete , per via del mio peso! La preside non vorrebbe di certo questo » spiegò Hagrid.
I ragazzi seguirono Hagrid fino alla riva del lago , lì vi erano attaccate con delle corde tantissime barchette in legno mal ridotto.
«Bene , voi tre ,venite » disse Hagrid indicando tre ragazzi .
Fece imbarcare gli studenti che sembravano impauriti , e spiegò loro che non avrebbero dovuto fare nulla poiché le barche ,incantate , sarebbero  riuscite in un movimento spontaneo .Così la prima barca partì.
« Altri tre , su! » enunciò Hagrid sorridendo.
I due ragazzi chiamati da Hagrid salirono sulla barchetta in legno , il terzo fu sollevato dal possente gigante e posizionato sul mezzo. Poi la gondola partì.
 
«Chi vuole andare? Nessuno? » chiese grattandosi il mento tra la barba « Voi tre , venite ! »
Aveva  indicato Rose , Albus e James che al momento erano  vicini l’un l’altro.
« Abbiamo una Weasley , qui » notò Hagrid « Conoscevo tuo padre » disse , anche se poi parve perplesso
«Umh sì , una Weasley sempre che non sia figlia di Charlie » disse tra se e se.
Albus si incamminò per primo verso l’uomo , seguito da James e Rose. Sedettero sulla gondola in legno e immediatamente il mezzo magico partì. Albus  afferrò la sporgenza sulla gondola e si affacciò dalla barchetta osservando la lunga distesa splendente di acqua torbida che giaceva sotto i loro piedi. Nessuno fiatò durante il viaggio.
Una volta arrivati all’altra riva del lago i ragazzi scesero dall’imbarcazione .
Aspettarono pochi minuti  e anche la combriccola prima lasciata sull’altra sponda era arrivata a destinazione. Hagrid stava ancora remando mentre emanava dei lamenti .
« Come vedete il mio peso non regge neanche la magia! » urlò Hagrid mentre stava per accostarsi davanti alla riva. Successivamente scese e iniziò a camminare verso gli studenti.
« Bene seguitemi ! » disse Hagrid.
Uscirono da un casale molto grande nel quale avevano lasciato le loro imbarcazioni , dopodiché  s’incamminarono verso una ripida scalinata in marmo che girava tra il tortuoso scoglio. Riuscivano già a vedere meglio l’intero castello , che splendeva grazie alle luci che lo illuminavano e rispecchiava su tutto il lago . Attraversata la lunga scalinata , si soffermarono davanti ad un poderoso portone il legno , Hagrid spinse il portale verso l’interno , con la sua grande mano. L’inferriata vibrò e il legno come il celeberrimo portone cigolò , con l’altra mano  , Hagrid , spinse l’altra anta mostrando a tutti gli studenti  l’ingresso al castello. Era illuminato e splendente in confronto all’esterno oscuro e illuminato dalla sola luce lunare. Una grandiosa scalinata si innalzava di fronte al portone oramai aperto. L’ingresso era ricco di quadri , armature e portoni. Accanto alla scalinata si ergeva una statua , raffigurava un mago probabilmente ,un portale, simile a quello iniziale , si apriva subito sulla destra.
« Benvenuti , futuri studenti , ad Hogwarts! » esclamò entusiasta Hagrid.

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Capitolo 2
*** La cerimonia di smistamento ***


Tutti gli studenti passo per passo , si addentrarono nell’ingresso ,immediatamente, quest’ultimo si riempì.
Hagrid fece accomodare gli studenti su una rampa di scalini obliqui dinanzi ad un portone in legno con rifiniture in metallo lucidissimo.
« Bene , ragazzi , adesso attenderemo pochi secondi prima di entrare » enunciò Hagrid mentre indicava il portone alle sue spalle.
« Molti di voi già sanno che una volta arrivati li attende una cerimonia , lo smistamento » continuò Hagrid.
I ragazzi si guardarono in torno e ad Albus ritornò in mente il ricordo che fin ora aveva persuaso la sua mente , lo smistamento nella casa di Serpeverde.
Hagrid stava continuando a parlare ma Albus aveva pensieri altrove , e se fosse capitato nei Serpeverde?
e se non sarebbero riusciti a collocarlo? Tutti questi quesiti stavano facendo rimpiangere al ragazzo di non essere andato via prima.
All’istante il portone alle spalle del gigante cigolò e si aprì , Albus intravide al suo interno una lunga disposizione di posti a sedere e tavoli , c’era molta confusione in quello di fronte a loro. Rischiando di coprire l’apertura del portone da quale si poteva vedere la sala , l’uomo che vi era appena uscito sorrise. Era alto , molto meno di Hagrid , robusto e indossava una giacca marrone molto lunga , così tanto da finire come un mantello. In testa , i capelli erano coperti da un grosso cappello cilindrico anch’esso marrone e ripiegato su se stesso. Sulle gambe premevano , afflosciati , pantaloni mal ridotti che finivano con degli scarponi neri. Sul volto pareva esserci la presenza di peluria molto sottile. Teneva in mano , dalla punta , un cappello rattoppato , stropicciato e vecchio.
« Buona sera , studenti » disse l’uomo con voce rauca. « Sono il docente di erbologia , il professor Longbottom »
Aveva un’aria giovanile e questo parve attirare l’attenzione di molti studenti. Hagrid non si era accorto della presenza del docente.
« Oh , buona sera , professor Longbottom stavo giusto spiegando alcune cose prima di poter entr…» spiegò Hagrid  , non ebbe , però , il tempo di concludere la frase.
« Comprendo pienamente , Hagrid , la professoressa Mcgonagall  crede che sia giusto il momento di poter accedere alla sala grande » concluse il docente , agitando la mano, con la quale teneva il capello , verso il portone in segno di benvenuto.
Il professore aprì il portone cigolante e la massa di studenti vi si addentrò seguendolo mentre girò a destra.
Era una sala abnorme , illuminata da una miriade di focolari accesi pendenti dal soffitto , vi erano quattro tavolate molto lunghe , in fondo alla sala un altro tavolo di fronte si innalzava su una scalinata. Il soffitto non era illuminato da sole luci , ma anche da quello che sembrava essere un cielo stellato , pari a quello che avevano lasciato fuori , vi erano inoltre molte  candele fluttuanti a mezz’aria. Il professor Longbottom fece segno agli studenti , meravigliati , di seguirlo , per poi fermarsi accanto ad uno sgabello in legno.
« Mantenete l’ordine ! » urlò il docente.
A queste parole la moltitudine di studenti si sistemò in fila per quattro , zittendosi del tutto. “Tin”-“Tin” , una donna anziana era apparsa sopra un leggio d’oro sul quale vi era raffigurato un gufo , stava battendo un piccolo mestolo argentato su un calice , probabilmente per far segno della sua presenza. Vestiva con un lungo abito rosso porpora , teneva i capelli grigiastri legati in uno chignon , ed indossa piccole lenti quadrate.
« Sono lieta di dare un caloroso benvenuto a tutti i presenti , che oggi sono riuniti qui per prestare il loro prezioso contributo a questa scuola in un’efficiente carriera da mago o strega che sia , mi presento sono la professoressa Mcgonagall , nonché preside dell’istituto » poi tossì e continuò « Prima di avviare il banchetto di inizio anno , come ben sapete il nostro efficiente sistema di smistamento vi collocherà in una delle quattro case di Hogwarts , esse sono Grifondoro , Serpeverde , Tassorosso e Corvonero. Molti di voi , come me agli antipodi , saranno preoccupati se non spaventati nel pensare di essere posizionati in una casa che reputate peggiore delle altre , con ciò oserei consigliarvi di non badare al nome di qualcosa  , poiché esso , non fa che illudervi su ciò che vi è dietro , ogni casa ha i suoi pregi. Il principale che tutte hanno in comune è quello che stipulerete una volta entrati , un sentimento chiamato amore » illustrò sorridendo.
I ragazzi dopo queste parole parvero rassicurati anche se Albus aveva ancora un solo pensiero tra la mente , il solito , quello che lo assillava dalla partenza dell’espresso.
« Professor Longbottom , sarebbe così gentile da posizionare il cappello sullo sgabello? » chiese la professoressa Mcgonagall.
«Certamente » rispose felice il professore.
« La ringrazio» disse educatamente « Bene , adesso verrete chiamati uno per uno e grazie al cappello parlante posizionato qui in basso , smistati in una delle case. Buona fortuna a tutti! » spiegò la preside indicando il cappello posizionato sullo sgabello sotto il leggio innalzato .
Il professor Longbottom afferrò una pergamena dal giaccone , poi l’aprì.
« Ah , dimenticavo , prima di procedere con lo smistamento il nostro cappello parlante vorrebbe dire qualcosa » continuò la professoressa Mcgonagall , arrestando l’apertura della pergamena da parte del professore.
Il cappello spalancò gli occhi infossati sulla pelle marrone , un ripiegamento laterale forniva esso di una bocca.
Gli studenti guardavano il cappello stranamente.
Poi quest’ultimo aprì la bocca.
« Sono un cappello , non son bello e non ho mento ,
ma son il ferro portante dello smistamento.
Rattoppato , vecchio e ambiguo ,
stropicciato , modesto ed esiguo ,
forse non mi crederete ,
ma sappiate che dovete.
Son qui da molto tempo
e nelle vostre teste non ho mai trovato un lembo.
Nulla mai mi ha resistito  ,
forse perché sono brutto o aggrinzito.
Ma sappiate che mi impegnerò
e in una delle quattro case vi inserirò:
Grifondoro il gran ruggito splendente
ove lì nessuno dissente
coraggioso o modesto che sia ,
sappiate che quella è la casa mia.
Corvonero il falco lucente
come lo è la brillante mente ,
Casa dell’intuito e l’intelligenza
del buon studio e della sapienza.
Serpeverde striscianti e astuti
Capiterete solo se vero compiaciuti
il serpente nello stendardo
agita la cosa come un dardo.
Tassorosso tana della bontà
Ove non regna luce di siccità
Il buon animo di Tosca
non può aver figura losca.
Indossatemi e ve ne sarò grato
sono il capello parlante e non un berretto abbandonato »
Quando il cappello ebbe concluso , tutti gli studenti erano rimasti con il fiato sospeso . Nessuno avrebbe mai creduto che un cappello avesse potuto prendere parola similmente .
« Adesso il professor Longbottom chiamerà ognuno di voi e vi inviterà a sedervi sullo sgabello per lo smistamento » disse la professoressa Mcgonagall.
Il professore srotolò la pergamena , nuovamente , e cominciò a chiamare i primi studenti .
« Aranold Fred »
Il ragazzo biondo si avvicinò allo sgabello , il professore sollevò il cappello e Fred sedette , poi il docente posizionò il cappello sul capo del ragazzo.
« Mh » balbettò all’istante il capello « Interessante , credo sia meglio … TASSOROSSO! » urlò strizzando la punta.
Il professore teneva il cappello con due mani dalla punta, mentre la pergamena fluttuava dinanzi al volto del docente.
« Bole Feringer » urlò il professore posizionando il cappello sul capo della ragazza.
«Sì , comprendo , vediamo un po’ sarà meglio … SERPEVERDE! » urlò il cappello.
« Creyns Florence » continuò il professore.
« Bene , molto bene , direi TASSOROSSO! » urlò il cappello schiacciando l’occhio.
Poi la ragazza si alzò e andò a sedere al suo tavolo.
Il cappello continuò a smistare per circa altri 20 minuti fin ad arrivare al cognome dei Potter.
«Potter James II » disse il professore guardandosi attorno.
La professoressa Mcgonagall sorrise a James.
Il cappello poi fu posizionato sul capo del ragazzo seduto .
« Umh , Potter , tuo padre è stato difficile da collocare , ma GRIFONDORO! » urlò fiero il cappello.
« Potter Albus Severus » gridò il professore posizionando il cappello sul capo del ragazzo.
« Interessante davvero , un po’ come tuo padre , ma oramai lo so , ne sono convinto! GRIFONDORO! » urlò il cappello entusiasta.
I due fratelli presero a sedersi al tavolo dei Grifondoro mentre la lista defluiva correttamente.
Fu , dopo minuti , il turno di Rose.
« Weasley Rose » disse il professore sfinito ,  e posizionò per l’ultima volta il cappello sul capo della ragazza.
« Davvero interessante , grandi cosa , grandi credo sarò meglio Corvonero , anche se GRIFONDORO! » urlò il cappello.
Rose corse al tavolo e abbracciò i suoi cugini , erano finiti tutti e tre insieme poi si mise in punta di piedi e guardò gli altri tavoli , Scorpius Malfoy era capitato nei Corvonero.
« Corvonero? Scorpius? » disse la ragazza scoppiando a ridere.
«Credo che i suoi genitori non saranno molto contenti » enunciò Albus.
Il professor Longbottom si allontanò con la lista che si arrotolò e si introdusse tra le tasche dell’insegnante.
Poi la voce della preside echeggio nella sala.
« Miei prodi , adesso che ognuno è nella propria casa  sarebbe il momento del banchetto! »
Nella sala esplosero ronzii fastidiosi.
«Direttamente dalle cucine di Hogwarts – disse la donna placando il ronzio di voci – ecco a voi il prelibato ed atteso banchetto di inizio anno , buona cena a tutti! »
La professoressa agitò le mani e dai tavoli si innalzarono parecchi piatti argentati e calici d’oro , al centro di ogni ripiano vi erano cibi di ogni tipo , dal più piccolo e curato centrino con le olive aromatizzate alla grande teglia ricca di brodaglia e tacchino. Il tavolo dei docenti , quello posto sul piano innalzato , profumava di pollo allo spiedo. Ogni insegnante  , notò Albus , stava gustando il proprio piatto , anche Hagrid era seduto lì all’estremità del tavolo dei docenti. Solo uno parve essere insensibile a ciò che stava accadendo , vestiva con una giacca abbottonata lievemente , dal color grigio scuro . Aveva folti capelli biancastri che sfioravano le punte delle orecchie, sul naso poggiati vi erano degli occhiali con lenti tonde.
Indossa un cappellino nero e dal collo pendeva una cravatta. Aveva il volto ormai segnato dalle rughe e dal tempo , e assimilava in lui un'espressione di cupa serietà. La professoressa Mcgonagall si alzò:
«E adesso , dopo aver finito la vostra cena , sarà meglio presentarvi i vostri futuri insegnanti »
La sala intera si voltò a guardare la tavolata ove vi erano seduti i docenti.

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Capitolo 3
*** Una serata da vittorioso. ***


La professoressa Mcgonagall tornò sulle scalette del mistico leggio in oro. 
Ogni studente era chinato sul proprio piatto mentre con un occhio osservava il tavolo dei docenti.
Albus stava gustando la coscia di tacchino , che tagliava con un coltello in argento.

«Ragazzi, devo dire che siamo stati fortunati ,non credevo di capitare insieme a voi  » disse Albus felice , mentre sgranocchiava la parte inferiore della coscia di tacchino.
« Già , sono felicissima » disse sorridendo Rose.
James non parlò ma sorrise , comunicando espressivamente la sua felicità .
« Carissimi » riprese la Mcgonagall « Tralasciate per un momento il prelibato cibo , tendete i padiglioni auricolari verso me. E’giunta ora di conoscere il personale della scuola , che sarà con noi fino alla fine dei vostri studi » enunciò la professoressa mentre abbassava le lenti con la mano destra.
In quel momento nella sala riecheggiò il silenzio.
« Cominciando da destra , abbiamo il nostro guardiacaccia Rubeus Hagrid , che presumo già conosciate » disse la professoressa mentre indicava Hagrid.
Il gigante si alzò , pulendosi le labbra con quello che sembrava un grosso grande fazzoletto rosso. Poi risedette sulla sua poltrona.
« Successivamente abbiamo la professoressa  Sybill Trelawney , che occuperà il posto di divinazione » illustrò la professoressa McGonagall spostando la mano verso la figura della docente che immediatamente si alzò.
La donna aveva parecchi capelli bitorzoluti e indossava enormi lenti circolari che le ingrandivano gli occhi. Vestiva con un abito verde smeraldo , molto lungo da finire quasi a coprire le sue mani. Era ricoperta di amuleti e talismani che le ciondolavano dal collo. Aveva una faccia ossuta e mingherlina.
« Alla sinistra dell’insegnante Trelawney , abbiamo il professor Neville Longbottom che si preoccuperà della cattedra di erbologia »
Albus come tutti gli altri primini , avevano già conosciuto il docente prima della cerimonia.
« Al fianco dell’insegnante Longbottom , abbiamo il nostro fedele docente di incantesimi , il professor Filius Flitwick »
L’uomo era seduto su una poltrona ricoperta di cuscinoni per permettere la normale visuale , poiché aveva una statura pari a quella di un bambino.
L’insegnante scavalcò i cuscini e salutò l’intera sala.
Aveva folti baffetti a spazzola color pece , i capelli sembravano scolpiti in quanto interamente posizionati e lucidi come ceramica. Indossa piccoli indumenti bianca e una camicia , sotto un giaccone grigio scuro.
La professoressa Mcgonagall  poi proseguì:
« Da questa parte » disse indicando il fianco del docente Flitwick ,  che stava scendendo dalla pila di cuscini. « Abbiamo la professoressa Paladya Smith , che si occuperà del posto di trasfigurazione » proseguì la Mcgonagall.
La donna si alzò dalla poltrona , indossa un lungo abito viola scintillante e in capo un grosso cappello a punta. Il volto era anziano ma su di esso vi era straripata un’immensa quantità di fondotinta e le labbra erano smaltate con un rosso splendente. Salutò agitando un fazzoletto bianco , sulle mani erano inseriti dei guanti neri . La donna aveva corti capelli bianchi e piccoli occhi che spuntavano da sotto il cappello.
« Qui l’insegnante Sinistra , a cui abbiamo affidato il compito di gestire il corso di Astronomia »disse la Mcgonagall.
La donna si alzò dalla poltrona , era vestita con un lungo abito nero , indossava un cappello oblungo e il suo volto era giovanile , la donna possedeva una carnagione scura.
Salutò l’intera sala con una voce acuta poi si risedette.
« Alcuni insegnanti non sono presenti , finisco col dirvi che li conoscerete seguendo le loro lezioni , per finire con le presentazioni vorrei invitare il nostro custode  Argus Filch a fare un passo avanti» disse vigorosamente la professoressa.
Il custode , un uomo anziano con capello lunghi e lisci si soffermò su quella che parve una risata forzata.
Tra le sue gambe si intrecciava una gatta tigrata , di color grigio scuro.
Poi la professoressa Mcgonagall , si voltò e procedette verso il tavolo dei docenti.
Ad un tratto si sentì un colpo di tosse , probabilmente spinto e finto. L’uomo che fin ora era stato insensibile a tutto si alzò .
« Minerva non vuole che io mi presenti? » disse in tono irritato l’uomo, alla preside.
« Oh , mi perdoni professor  Fudge , me ne ero dimenticata» disse la Mcgonagall voltandosi nuovamente in tono preoccupato e umiliato.
« Si figuri , avevo compreso , faccio solo » disse sorridendo il professor Fudge.
«Salve a tutti , io sono Cornelius Fudge , presumo abbiate già sentito questo nome poiché io sono stato un ministro della magia , molto rinomato. Adesso , data la mia sostituzione , probabilmente per l’età…» disse bloccandosi in un sorrisetto « sono qui ad occupare la cattedra di Cura delle Creature Magiche»
« Sono a conoscenza del fatto che in questa sala , in questo istante c’è il figlio se non i figli di colui che è sopravvissuto alla morte» enunciò il professore.
Albus e James parvero congelarsi come se la morte in persona li avesse toccati.
«Albus Severus e James Sirius Potter » continuò poi « Eccoli lì , al tavolo di Grifondoro proprio come il loro vecchio , questi ragazzi devono essere fieri del proprio padre. Colui che ha sconfitto Lord Voldemort. Un applauso per Albus e James » concluse l’insegnante.
Tutta la sala aveva cominciato ad applaudire , Albus si sentiva in imbarazzo James pareva che stesse amando la scena. Tutti esultavano in coro dicendo:
“Harry Potter!”  “Harry Potter!”  “Harry Potter!” “Harry Potter!”
Sempre in ordine sui tavoli tutti gli studenti avevano cominciato a ghignare e ad urlare , versetti su Potter in modo positivo:
“Harry Potter il nostro idolo! ” “Colui che è sopravvissuto alla morte!”
«Basta! » urlò una voce , placando la folla
Era la professoressa Mcgonagall , che stava intervenendo sul coro che si era appena formato in sala.
« Fine dei canti , non siamo allo stadio di quidditch! » continuò la McGonagall furiosa.
Il professor Fudge era tornato seduto , quasi come spaventato dall’urlo.
«Presumo sia il momento di mettere fine alla cena , adesso ogni prefetto condurrà la propria casa al dormitorio , per un meritato riposo , troverete i vostri bagagli dinanzi al proprio letto» spiegò la preside poi continuò « Ci vediamo domattina per la colazione , qui in sala grande».
La professoressa aveva cominciato ad agitare le mani mentre le prelibatezze oramai scomparse si smaterializzavano del tutto.
Albus , Rose e James come altri studenti della loro casa seguirono il prefetto Oliver Belinger verso l’uscita.
Appena uscirono dal salone principale andarono alle scalinate , erano delle perfette scale in marmo , che si intrecciavano e ruotavano come un puzzle a pezzi da comporre , ognuna di esse portava ad un piano e ruotando avrebbe condotto in un altro livello. I ragazzi seguendo Oliver si incamminarono sulla prima rampa di scale , quest’ultima si girò portandoli in un pianerottolo ,  poi proseguirono verso un androne. Presero nuovamente una scala che si incurvò e si girò verso l’alto , portandoli di fronte ad un quadro di una donna giovane vestita in bianco con della frutta e corde in vimini sul capo.
 «Cielo stellato» biasimò Oliver .
Il ritratto della donna si aprì come una pagina di libro , condendo l’accesso ai nobili grifondoro.
Poi s’incamminarono verso la loro sala comune , che era illuminata da un focolare ardente e ovunque rispecchiava di rosso .
«Come vedete ogni sala è protetta da una parola d’ordine , se qualcuno viene  beccato mentre intromesso in una sala che non appartiene alla propria casa , quest’ultimo farò perdere punti ai Grifondoro» spiegò Oliver.
«Domani avremo modo di parlare meglio , la professoressa McGonagall vi spiegherà come funzionano i punti della casa , per il momento recatevi nei dormitori e andate a dormire , vi farà bene. Domani non dimenticate di indossare la divisa» disse Oliver.
Poi si recò dinanzi ad alcune porte .
«Quello è il dormitorio maschile » disse indicando la porta in legno.
«L’altro sulla scala è quello femminile , è vietato l’accesso di uomini nel dormitorio femminile e viceversa » illustrò Oliver.
«Adesso mi congedo , andate nei propri letti » enunciò Oliver.
Ogni studente si recò al proprio dormitorio , mentre Oliver chiuse il ritratto alle sue spalle.
Albus e James si recarono nella porta affianco .
«Buona notte Rose » dissero in coro verso la cugina che stava salendo la scalinata.
«Buona notte» rispose Rose ai due cugini.
Albus e James aprirono il portone e entrarono.
Ci misero un po’ prima di trovare il proprio baule , ma alla fine ci riuscirono . I loro letti erano affiancati l’un l’altro.
Albus si cambiò e stanco com’era diede solo la buona notte al fratello , per poi distendersi sul letto rosso , chiudendo le tendine.
Per un momento gli ritornarono in mente le urla e i complimenti ricevuti dai compagni e dal professor Fudge , sorrise , non si aspettava un’affiata cerimonia verso se stesso e suo fratello , suo padre aveva fatto davvero grandi cose per il mondo magico. Poi prima di sprofondare in altri pensieri  , sprofondò in un lungo e sereno sonno.

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