30 days OTP challenge

di Ashtart
(/viewuser.php?uid=96270)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holding hands ***
Capitolo 2: *** Cuddling somewhere ***
Capitolo 3: *** Gaming/watching a movie ***
Capitolo 4: *** On a date ***
Capitolo 5: *** Kissing ***
Capitolo 6: *** Wearing eachother's clothes ***
Capitolo 7: *** Cosplaying ***
Capitolo 8: *** Shopping ***



Capitolo 1
*** Holding hands ***


01 – Holding hands
 
 

L’aria era fredda, quella notte di maggio, ma il cielo era terso come raramente accadeva, e si potevano scorgere le stelle.
Era già successo altre volte che si ritrovassero così, seduti schiena contro schiena ad osservare il panorama dei tetti londinesi, la mano guantata di Grell sulla propria, anch’essa avvolta dal guanto di pelle nera.
Sentì Grell spostarsi leggermente per mettersi più comodo – e poggiare il capo sulla propria spalla. Era troppo stanco per scrollarlo via, si disse, e non c’era niente di male a lasciarlo fare.
“Will?” interruppe il silenzio il rosso, con tono petulante.
Sembrava essere un suo talento, quello di aprir bocca e rovinare qualsiasi atmosfera si stesse creando nell’aria. Nell’aria. Non tra loro due. No di certo.
“Che c’è, Sutcliffe?” rispose comunque, alzando gli occhi al cielo, sia metaforicamente che letteralmente. Fu solo per caso, certo, che si ritrovò a poggiare a sua volta il capo sulla spalla di Grell per osservare meglio la miriade di astri luminosi sopra di loro.
“Mi piace quando sei così, Will caro ~ mi ricorda quando eravamo più giovani. Quando ancora ci tenevamo per mano, di tanto in tanto. Te lo ricordi, Will? Né?~”
“No, Sutcliffe. E ora smettila di dire sciocchezze, onestamente.”
William se lo ricordava bene, invece. Rammentava in particolare il giorno in cui erano andati a prendere i loro occhiali da shinigami, e il Padre li aveva squadrati con lo sguardo di chi sa. Ma cosa sapeva, poi? Niente di niente. A tratti nemmeno William stesso sapeva dire cosa ci fosse di preciso tra lui e Grell.
Forse era distratto, forse semplicemente troppo stanco, ma a malapena si rese conto che Grell era riuscito nell’intento di sfilargli un guanto senza stranamente provocare troppo danno. Si accorse però subito della mano calda, e anch’essa senza guanto, che si stava avvolgendo intorno alla propria, intrecciando le dita con le sue.
Era troppo stanco per scrollarlo via, si disse per la seconda volta quella sera, e, di nuovo, non c’era niente di male a lasciarlo fare.




 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Ed eccomi qua, dopo mesi di totale assenza, ad annoiarvi con la ma presenza. Sto attraversando una fase di blocco creativo quasi totale, che mi ha portato ad aver plottato una cosa come sei fic (tra shot e multicapitolo) senza riuscire ad iniziarne davvero nessuna.
Ho deciso quindi, pur di fare qualcosa, di accettare la sfida della "
30 days OTP challenge" (che vi linko, magari vi interessa). Si spera che io riesca a portarla a termine, anche perchè tremo all'idea di dover far indossare un kigurumi a William. XD

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cuddling somewhere ***


02 – Cuddling somewhere
 
 
William non era una persona molto fisica, in genere. Anzi, a dirla tutta rifuggiva il contatto con gli altri come la peste. Era Grell quello che si lanciava in direzione della gente urlando dichiarazioni d’amore eterno a volte, minacce di morte più di frequente.
Quella sera, però, William era stanco, semplicemente stanco, fisicamente, mentalmente e, stranamente, anche emozionalmente. Era reduce da giorni di straordinario non-stop – che probabilmente non gli sarebbe nemmeno stato retribuito, peraltro – per il quale era stato costretto, oltre che ad indossare dei vestiti a dir poco ridicoli, a condividere l’alloggio con un demone e ad avere tra i piedi quel marmocchio viziato del suo padrone.
Per questo, quando riuscì finalmente a tornare a casa, persino lo scoprire che Grell vi si fosse intrufolato in sua assenza non lo sconvolse più di tanto. Anzi, la figura del rosso, seduto sul divano di casa sua ad aspettarlo, per una volta gli sembrò la cosa più bella del mondo. Specie quando questi, vedendolo evidentemente stravolto e stanco, si picchiettò semplicemente un ginocchio con una mano a mo’ di invito.
“Bentornato a casa, Will. ~” sussurrò, e fu il suono più bello del mondo.
Per una delle poche volte nella sua vita, William marciò verso la figura del rosso, soltanto per accoccolarsi ai suoi piedi e poggiare la fronte sulle sue ginocchia, lasciando che Grell gli accarezzasse piano i capelli.
L’abbraccio il cui il collega lo avvolse quando si tirò a sedere sul divano gli sembrò un oasi di pace, e fu bellissimo rendersi conto che finalmente, dopo giorni e notti di tensione, poteva abbassare la guardia e semplicemente lasciare che il rosso gli sfilasse piano gli occhiali e affondasse il viso contro la propria spalla.
“Mi sei mancato così tanto, Will. ~” sospirò di nuovo il dio della morte scarlatto. “E io, invece, ti sono mancata almeno un po’?  Né? ~”
Si, pensò, inspirando il profumo dei suoi capelli, gli era mancato. Gli era mancato da impazzire. Ma era William T. Spears, e non l’avrebbe mai ammesso.



 
 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Dunque, ecco a voi il Day 2, anche detto "la fiera dell'out of characters". Grell è troppo dolce, Will troppo arrendevole. E boh. Tutta questa challenge è troppo, troppo fluff.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Gaming/watching a movie ***


03 – Gaming/watching a movie
 

 
Quando Grell aveva scoperto dell’esistenza dell’enorme quantità di libri, film (e opere in generale) ispirati alle proprie imprese, era andato su di giri. L’idea che il suo periodo da Jack the Ripper avesse lasciato un segno nella storia degli esseri umani, da primadonna egocentrica quale Grell Sutcliffe era, lo esaltava oltre ogni dire.

In pratica, William si era ritrovato costretto davanti alla TV del soggiorno, con il collega avvinghiato ad un proprio braccio, costretto ad ascoltare un infinita sequela di urletti eccitati prima, e commenti sulle inesattezze presenti nel film poi.
La qual cosa era stata anche tollerabile, finchè non erano arrivati al finale.
“Che COSA?” aveva sbottato il rosso, fuori di se. “No, regista dei miei stivali, questo non lo accetto.”
“Sutcliffe, calmati, è solo un film.” Tentò inutilmente il moro, tentando di prevenire la catastrofe.
“Solo un film, dici? Solo un film?” urlò ancora l’altro, visibilmente alterato. “Posso accettare tutto, William, tutto. Le incongruenze storiche – perche si, sono certa che quella che ho ucciso fosse proprio Mary Kelly e non una puttana a caso, grazie tante, credono che io non abbia controllato? Sembro così sprovveduta?”
“Sutcliffe, non…”
“Posso accettare l’assenza totale di Angelina nella vicenda…”
“Sutcliffe, per l’amor del…”
“Posso accettare anche che il merito della mia – peraltro mai avvenuta – cattura venga dato a quell’incapace di Abberline e non a Sebas-chan e al suo moccioso…”
“Sutcliffe, non puoi onestamente prendertela per una cosa del gener…”
“Ma quello che non posso accettare è che la mia parte sia stata recitata da un… un…” gesticolò animatamente in direzione dello schermo “vecchiaccio orribile.”
William sospirò, preparandosi all’inevitabile filippica di lamentele che sarebbe stato costretto a sorbirsi probabilmente per tutto il pomeriggio.
“Ti sembro un vecchiaccio disgustoso, Will?”
“Cosa c’entra, la mia opinione, adess…?”
“No, perché io penso proprio di no.”
“No che non lo sei, Sutcliffe, ma ora calmati.”
“Guarda cosa devo sopportare, Will. Lo vedi? Povera me. Oh ma mi sentiranno.”
 
L’unica cosa che William vedeva, era un imminente mal di testa e tanti, tanti straordinari.



 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Ed eccomi col Day 3, anche detto "Grell era stato buono troppo a lungo, quindi torna a rompere i coglioni", anche se lo fa per un'ottima ragione, a mio parere. Al suo posto avrei reagito allo stesso modo - Will, da bravo, cerca pure di evitare il disastro, ma sii comprensivo.
Ci si becca domani, se l'universo vuole. ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** On a date ***


04 – On a date

 

 
“Oh, Will, vedi che è carino uscire insieme, ogni tanto? ~”
“Per essere precisi, Sutcliffe, non siamo usciti insieme. Io stavo uscendo e tu hai voluto a tutti i costi venire con me.” Precisò William, alzando gli occhi al cielo e sistemandosi meglio sulla poltrona di velluto rosso.
“Ma, Wiiill ~ potevo mica lasciarti venire al cinema tutto solo? ~” cinguettò, poggiando il capo sulla spalla del moro. “E’ nei doveri di una brava fidanzata accompagnare il proprio uomo in occasioni del genere. ~”
Il collega si limitò a sospirare, portando lo sguardo verso lo schermo.
 
William T. Spears, per principio, non si era aspettato troppo da quel film. Sul serio, era andato al cinema aspettandosi già il disastro, perché il trailer non aveva promesso niente di buono, ma non pensava onestamente in tutta franchezza, che sarebbe stato umanamente possibile compiere un tale scempio.
“Nel nome del cielo, cosa ho appena guardato?” articolò, alla fine della visione del film. “Io non so cos’era quello che abbiamo appena visto, Sutcliffe, ma di sicuro non era Star Trek.” Si voltò verso il rosso. “Quello era Kirk, secondo te? No, perché Sutcliffe, ti posso assicurare che quello non era Kirk. E Spock, poi. Non parliamo nemmeno di Spock. La caratterizzazione peggiore che io abbia mai visto nella mia esistenza.”
“Io so solo che quel Khan era un gran figo ~” scosse la testa il rosso.
“Sutcliffe, possibile che tu pensi sempre e solo a quell…?”
“E poi hai sentito la sua voce? Mhhh ~ dici che l’attore è gay?”
William alzò gli occhi al cielo. “Su di lui non so nulla, onestamente, ma quello di Spock sono abbastanza certo di aver letto che lo sia. Ma cosa c’entra? Insomma, Sutcliffe, datti un contegno.”
“Interessante ~ Ma sei sempre tu il mio preferito, sta tranquillo. ~”
William sarebbe stato più tranquillo se qualcuno avesse dato fuoco alla casa di J.J.Abrams per impedirgli ulteriori scempi, ma per il momento si sarebbe fatto andare bene quello.



 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Nessuna offesa ai fan di "Star trek: into darkness", eh. Semplicemente, Will è un purista, e un fan accanito - nella mia mente - e ho sentito un sacco di fan accaniti della serie lamentarsi del film. (Lamentarsi è un eufemismo)
E un plauso al vocione da telefono erotico del Camberbaccio, che Grell pare aver apprezzato molto. Ma gli piace di più la voce di Will, per la cronaca. Molto di più.
Will fanboy è una gran cosa, fa bene all'umanità.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Kissing ***


05 – Kissing

 
La prima volta che Grell era riuscito a rubargli un bacio, William era andato in panico. Black out totale. Il suo cervello aveva chiuso per sciopero.
L’aveva spinto via non appena era riuscito a tornare presente a se stesso, soltanto per trovarsi a fare i conti con il ghigno furbo di Grell e il ricordo della sensazione delle labbra di lui contro le proprie.
 
Pensò a quella prima volta – al brevissimo sfiorarsi selle loro labbra, pelle contro pelle, i loro respiri mischiati – mentre lasciava che il rosso avvicinasse il volto al suo, stavolta completamente conscio di quello che stava per succedere.
Lasciò che il collega affondasse le dita tra i propri capelli, e chiuse gli occhi, inclinando leggermente il capo appena sentì la bocca dell’altro contro la propria. Il rosso mordicchiò, cautamente ma con desiderio, le sue labbra, sospirando contro di esse, e William, nell’attimo di quel sospiro lieve e musicale, si risolse a prenderlo tra le braccia, desiderando, anche se solo per quell’istante, di non doverlo lasciar andare mai più.



 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Flashina di oggi, molto breve, molto fluff e molto in ritardo.
Ci si becca domani ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Wearing eachother's clothes ***


06 – Wearing eachother’s clothes
 
 

Tornare a casa soltanto per trovare Grell Sutcliffe con addosso uno dei suoi completi migliori, non era stata una cosa che l’aveva entusiasmato molto. Sempre meglio di quando il rosso aveva tirato fuori il suo completo da “Suit” e aveva preteso di vederglielo indossato, comunque. O di quando aveva deciso di sedurlo indossando soltanto un paio di mutande pescate dal cassetto del moro… no, quello forse non era stato troppo spiacevole, in effetti. Aveva ancora davanti agli occhi l’immagine del rosso mentre passava un dito sotto l’elastico dell’indumento intimo, facendolo schioccare poi piano contro la sua pelle.
Scacciò dalla mente il pensiero controproducente, soprattutto perché era ragionevolmente certo che, sotto al completo, Grell indossasse di nuovo un delizioso boxer aderente. Onestamente.
Il collega gli si avvicinò, la coda alta in cui aveva raccolto tutti i capelli che ondeggiava piano dietro di lui: “Sei tornato a casa, signor Spears.” Disse, tirando piano il nodo della cravatta di William per scioglierlo. “Sei in ritardo, dovrei darti una nota di demerito.” Ghignò, facendogli scivolare la giacca dalle spalle.
“Sutcliffe, cosa staresti facendo, esattamente?” domandò, sollevando un sopracciglio.
“Non vedi? Mi provo i tuoi vestiti.” Gettò un’occhiata allo specchio. “E per la cronaca, sono un figo. ~ Uscirei con me stessa, se potessi, in questo momento. ~”
William non poteva onestamente contraddirlo. Lasciò che Grell gli passasse le braccia intorno al collo e gli schioccasse un bacio a fior di labbra, prima di accorgersi che il collega aveva in mano il nastro che indossava di solito, e che stava provvedendo ad passarglielo sotto il colletto della camicia, prima di annodarlo.
“Sutcliffe, sul serio, perché?”
“Shhhh…” gli intimò lui, premendogli un dito sulle labbra, prima di sfilare il proprio soprabito rosso dal gancio a cui era appeso e appoggiandolo sulle spalle del moro. “Sempre detto che il rosso ti sta bene. ~” cinguettò.
William alzò gli occhi al cielo, e lasciò che Grell lo attirasse a se e gli passasse le braccia intorno alla vita. Dopotutto, aveva davvero voglia di scoprire quali mutande indossasse il compagno.



 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Ecco a voi il day 6, che mi sono divertita un sacco a scrivere, anche detto come "il giorno in cui usai a mio vantaggio la mia convinzione che William abbia un kink per Grell in abiti maschili."

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cosplaying ***


07 – Cosplaying
 
 
“Oh, insomma Will, sta un po’ fermo.” Si lagnò Grell, armeggiando con un paio di forcine, tutto preso nel tentativo di far star su un paio di morbide e grigie orecchie da lupo sul capo del moro.
“Mi ripeti perché dobbiamo farlo, Sutcliffe?” alzò gli occhi al cielo il collega, cercando di ignorare l’ondeggiare a ogni suo movimento della lunga coda di peluche anch’esso grigio.
“Perché è divertente e perché voglio farti i grattini dietro le orecchie. ~” cinguettò il rosso, gettandosi indietro la mantellina rossa che continuava ad intralciare i suoi movimenti.
“Non mi pare di ricordare che la storia finisse così.” Protestò debolmente, e alquanto inutilmente, doveva ammetterlo.
Il rosso ridacchiò, accarezzando la pelliccia sintetica della coda da lupo. “La nostra è diversa, Will caro. ~” si lisciò le pieghe della gonna, e gli strati di sottogonna frusciarono sotto le sue dita. “Anche perché, continua ad essere un lupacchiotto così adorabile, e alla fine della storia sarò io a mangiare te. ~”



 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Ho riscritto questa roba tre volte, cambiando ogni volta idea sui costumi da far indossare loro. Alla fine mi è venuto in mente un qualcosa che ho portato davvero in fiera, ed eccoci qua. Vi lascio anche le prove qui sotto. XD


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Shopping ***


08 – Shopping
 
 
Grell fremette, i palmi delle mani poggiati sulla lucida vetrina di cristallo, lo sguardo rapito. “Devono essere miei.” Sussurrò,  rivolto ad un paio di stivali col tacco alto di color rosso scuro.
“Sutcliffe, onestamente, hai una quantità di scarpe che basterebbero a mezzo Dipartimento, non credi siano già abbastanza?” commentò esasperato Will, alzando gli occhi al cielo.
“Le scarpe non sono mai abbastanza, Will.” Cinguettò Grell, entrando nel negozio con fare risoluto. “Mai.”
William si limitò a seguirlo, rassegnato, portando con se la miriade di sacchetti di carta che già aveva in mano.




 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Quella di oggi è meno di una drabble.
Sono una brutta persona. Una bruttissima persona.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2715659