I belong to you

di Grace82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro non si scorda mai ***
Capitolo 2: *** Sogni che scottano ***
Capitolo 3: *** Diavolo tentatore ***
Capitolo 4: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro non si scorda mai ***


I belong to you
 
 
Prologo- Il primo incontro non si scorda mai


Erano le 23.30 e Caroline ancora non si decideva ad uscire dal bagno perchè, a suo dire, il trucco era sbagliato e i capelli non avevano la giusta piega.
Siccome avevo già sonno non intendevo aspettare oltre, dato che avremmo trascorso circa tre ore in una misera discoteca, perciò le afferrai il braccio trascinandola  fuori da casa sua.
-Sei bellissima, come sempre- le dissi cercando di convincerla.
In reltà non ce n'era neanche bisogno, quella ragazza riusciva ad essere perfetta in ogni singolo movimento.
-Questa me la paghi- rispose sorridendo.
Arrivate di fronte l'edificio descritto da Caroline come il più fico della città, per quanto Mystic Falls possa essere considerata tale, entrammo, ma non ebbi neanche il tempo di togliermi il cappotto che la mia amica era già in pista.
Io, invece, mi diressi verso il bancone dove servivano da bere, intenzionata a passare lì tutta la serata.
-Una vodka lemon- chiesi gentilmente al barman.
Il primo bicchiere non tardò ad arrivare, seguito dal secondo e dal terzo.
Le litigate dei i miei, i problemi a scuola, le insicurezze: Elena Gilbert non c'era per nessuno.
-Quelli della tua età non dovrebbero bere- mi disse una voce alle mie spalle. 
Mi girai sconsolata, pronta a liquidare lo sconosciuto con una scusa qualsiasi, ma tutta quella decisione andò a farsi benedire quando i miei occhi incrociarono quelli del ragazzo che mi aveva rivolto la parola. A stento riuscii a mantenere chiusa la bocca, ammaliata dai due diamanti azzurri che gli incorniciavano il viso: erano la cosa più bella che avessi mai visto. Non si trattava di un semplice celeste, di quelli se ne trovavano tanti in giro, il loro colore era intenso, così intenso da entrarti dentro e spogliarti di ogni difesa.
Non mi ero mai sentita così vulnerabile di fronte ad una persona.
-Hai perso la lingua ragazzina?- disse sorridendo maliziosamente. Per fortuna quelle parole fecero riaccendere i miei sensori anti-stronzo.
-Mi stavo chiedendo come mai un adulto come te stia perdendo tempo con una ragazzina- colpito.
-Perchè alle ragazzine piace essere corteggiate da un adulto- affondata.
-Mi stai forse corteggiando?- 
-Vorresti forse che lo facessi?- 
-Forse- gli dissi sorridendo.
I sensori si erano improvvisamente sotterrati, ed io mi ritrovavo a flirtare con uno sconosciuto, uno sconosciuto incredibilmente sexy.
-Balliamo?- chiese porgendomi una mano. 
-Tranquilla non mordo- disse notando la mia indecisione.
Poi si avvicinò pericolosamente al mio viso, deviando all'ultimo verso l'orecchio - A meno che non sia tu a chiedermelo-
Il suo respiro si infranse contro la mia pelle, contribuendo ad aumentare la sensazione di calore che avevo nel basso ventre. Per un attimo mi ritrovai a pensare cosa quel ragazzo misterioso sarebbe in grado di farmi provare se con delle semplici parole era riuscito a mandarmi in tilt, e le immagini proiettate dal mio cervello erano tutt'altro che caste.
-Io non ti conosco- sussurrai appena, dando retta al minimo di razionalità che mi era rimasta.
-Ha importanza?- 
No, le uniche cose che meritavano la mia attenzione erano lui e i suoi occhi.
Mentre raggiungevamo la pista mi soffermai ad osservarlo: capelli corvini e leggermente spettinati incorniciavano il suo viso pallido e si intonavano con la camicia nera che indossava, jeans scuri nascondevano un sedere a dir poco magnifico, spalle larghe e fisico slanciato lo rendevano ancora più sexy, mentre un sorriso mozzafiato completava l'incredibile bellezza di cui era dotato. Mancava qualcosa?
Ah sì, ogni suo movimento era calibrato e dotato di un'eleganza fuori dal comune, per questo un turbine di emozioni mi sconvolse quando lentamente e con delicatezza fece avvicinare i nostri corpi, senza farli entrare realmente in contatto. Istintivamente gli circondai il collo con le braccia. 
Quando mi decisi a guardarlo negli occhi lo scoprii intento ad osservarmi, così gli rivolsi un'occhiata sarcastica.
-Un adulto non dovrebbe osservare in questo modo le ragazzine- dissi spinta da un'improvvisa sicurezza, dovuta probabilmente all'alcool.
-Non tutte le ragazzine sono come te-
-E' questa la frase che usi per portartele a letto?-
-No, di solito faccio anche così-
Con una mano abbandonò la mia vita andando a posizionare una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Poi il suo sorriso scomparve, e gli occhi, per quanto fosse possibile, divennero ancora più blu inducendomi a pensare che, qualunque cosa stesse per dirmi, fosse la verità.
-Non ho mai incontrato una ragazza come te-
Deglutii a fatica.
Solo dopo qualche secondo, diminuito leggermente il battito cardiaco, riacquisii l'uso della parola.
-E funziona davvero?- chiesi sarcastica.
Un sorriso beffardo fece nuovamente capolino sul suo viso.
-Di solito. Queste labbra e il mio amichetto lì in basso sono il sogno di ogni ragazza- disse ammiccando.
-Io ne ho tanti di sogni, ma stranamente tu non ci sei-
-Attenta, stai giocando col fuoco-
-Amo giocare- sussurrai avvicinandomi maggiormente e permettendo ai nostri nasi di sfiorarsi. 
Con un rapido movimento fece aderire i nostri bacini e, mentre una scia di brividi percorreva la mia colonna vertebrale, maledii me stessa per essermi lasciata sfuggire un sospiro, dovuto alla sorpresa e all'eccitazione. Sospiro che aumentò la sua sicurezza dato che, poco dopo, cominciò a far scorrere la mano su e giù per la schiena.
Posai lo sguardo sulle sue labbra. 
In quel momento desideravo prenderlo e farlo mio in ogni modo possibile: mi aveva stregata.
Le nostre labbra erano ormai a pochi millimentri di distanza. Avrei dovuto capire quanto fosse sbagliato, quanto fosse sciocco baciare uno sconosciuto che probabilmente si stava solo divertendo, ma il mio istinto insipiegabilmente si fidava di quei due fari azzurri, perciò, stordita dal profumo della sua pelle, abbagliata da quel sorriso magnetico, e incatenata dai suoi occhi glaciali, non potei fare altro che seguirlo.
-Elena! Elena!- una voce richiamò il mio cervello da una piacevole vacanza, ed io giurai a me stessa di uccidere chiunque mi stesse chiamando se non avesse avuto un buon motivo per interromperci.
Controvoglia mi staccai dal suo corpo, notando una chioma bionda che cercava di farsi spazio tra la folla.
-Caroline che succede?-
-Scusami, scusami tanto, ma mia madre è in ospedale, ha fatto un incidente, a me hanno tolto la patente, io non sapevo che fare e..-
-Ehi, ehi, ehi, ti porto da lei. Vai in macchina, io ti raggiungo subito-
-Ok- sussurrò in una piena crisi di panico.
Aspettai che si fosse allontanata per voltarmi e salutare il ragazzo, ancora sconosciuto.
-Io devo andare- gli dissi, non preoccupandomi di nascondere il tono dispiaciuto che accompagnava le mie parole.
-Lo so- 
-Buonanotte...- proferii lasciando volutamente la frase in sospeso sperando mi dicesse il suo nome.
-Damon-
-Buonanotte Damon-
Feci per voltarmi, pronta a classificare quel ragazzo come una delle tante sconfitte di Elena Gilbert, quando la sua mano mi afferrò il gomito e, con una mezza piroetta, fui attirata nuovamente contro il suo corpo, permettendo alle nostre labbra di incontrarsi in un contatto dolce e, seppur lieve, incredibilmente passionale.
Per quanto volessi approfondire quel bacio, sapevo che non potevo lasciare la mia amica da sola.
Per quanto volessi approfondire quel bacio, sapevo che lui era solo uno sconosciuto.
Per quanto volessimo approfondire il quel bacio, entrambi sapevamo che, in quel momento, era giusto così.
Poco dopo si staccò e mi guardò con un'intensità disarmante.
-Buonanotte Elena- sussurrò prima di lasciarmi sola.





---Note----
Ciao ragazze!
Spero che come inizio non faccia schifo! 
E' da tanto tempo che pensavo ad una storia su di loro ma solo ora ho trovato il coraggio di pubblicarla. Per me Damon ed Elena sono la perfezione, in ogni singolo aspetto della loro relazione, per questo ho aspettato tanto, volevo che tutto fosse alla loro altezza.
Siccome ancora non ne sono sicura, vi prego di dirmi se trovate qualcosa che non va già nel prologo.
Spero anche che non siate rimaste deluse dal ''poco contatto'' che c'è tra i due, ma anche per questo li amo: Damon ed Elena sono elettricità allo stato puro, tra loro c'è una tensione incredibile anche in un semplice sfiorarsi.
Che dire, spero vi piaccia!
Grace82


 

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Capitolo 2
*** Sogni che scottano ***


I belong to you
 

Capitolo 1- Sogni che scottano




Caroline continuava a raccontarmi del suo incontro con un fantomatico ragazzo di nome Niklo...Nikle...forse Niklaus, ma la mia mente era rivolta altrove. Non riuscivo a smettere di pensare che due diamanti azzurri mi stessero osservavando da lontano.
-Elena!- mi sentii chiamare. Era lui, la sua voce.
Girai il viso di scatto con il cuore a mille, ma vidi solamente poche persone che parlavano sedute ai tavoli del Grill. Tornai quindi a guardare la mia amica.
-Elena, Elena!- 
Questa volta mi mossi con così tanto impeto che a stento riuscii a non cadere, porca miseria, perchè mi sentivo chiamare se non c'era nessuno?
-Cosa succede?- chiese Caroline.
-Non lo so-
-Dove vai?-
-In bagno, torno subito-
Una volta entrata, mi posizionai davanti lo specchio scrutando il mio volto, e notai solamente due paia di occhiaie che mi imploravano di tornare a letto e rimanerci per un mese. 
Sconsolata e preoccupata di essere stata improvvisamente presa da una forma di pazzia ''sentirsichiamaredalragazzochetivolevifare'' mi sciacquai il viso sperando che la cera migliorasse. Dopo essermi asciugata tornai a guardare lo specchio, e per poco non ebbi un infarto quando vidi la figura di Damon alle mie spalle. Velocemente mi girai, ma trovai solo una ragazza notevolmente preoccupata per la mia espressione da pazza-maniaca. Quando lasciò il bagno, mi diedi due schiaffi in faccia per cercare di far tornare in sè la vecchia Elena, e scacciare quella che vedeva i fantasmi.
Probabilmente Caroline si stava preoccupando, quindi mi diressi verso la porta per uscire ma, aprendola, una mano si posò su di essa chiudendola con violenza. 
Riconobbi il suo profumo all'istante, e una cascata di brividi percorse ogni singola cellula di cui ero dotata quando percepii il respiro di Damon infrangersi contro la pelle.
Lentamente mi voltai, incontrando i suoi occhi e realizzando solo in quel momento quanto mi fossero mancati. 
Lo conoscevo da 24 ore e già ne ero dipendente.
Un fremito di eccitazione mi scosse nel momento in cui il solito sorriso sghembo spuntò sul suo volto.
-C-che ci fai qui?- chiesi balbettando dopo aver posato lo sguardo sulla sua bocca.
-Sono venuto per finire quello che avevamo iniziato ieri sera-
E senza lasciarmi replicare si avventò sulle mie labbra rapendole, mordendole, succhiandole e...



Di colpo mi svegliai sudata, col fiato spezzato come se avessi corso una maratona, e incredibilmente accaldata.
Non potevo andare avanti così.
Erano passati 7 mesi da quella notte e ancora lo sognavo. Capitava minimo una volta a settimana, mi ritrovavo sempre in queste condizioni pietose e, come se non bastasse, ogni volta venivo investita da un po' di nostalgia e dal desiderio di rivederlo ancora.
Per non parlare del sogno.
Era sempre lo stesso, mi sentivo chiamare, mi allontanavo da Caroline e poi mi ritrovavo spiaccicata al suo corpo statuario. L'unica cosa che cambiava erano i luoghi in cui ci incontravamo, ed essendo i 7 mesi composti da tante settimane, lo avevamo fatto praticamente in tutti i posti di questo mondo, persino nel....no, troppo imbarazzante.
Tra i tanti luoghi la casa del mio ragazzo non poteva mancare, anche se non capivo cosa c'entrasse con Stefan.
Era forse un segnale divino per dirmi che lo stavo tradendo anche se involontariamente?
Oppure era il fratello di cui raramente mi parlava?
Sì certo, in quel caso mi sarei sparata.
Guardai sconsolata la sveglia e notai che erano le 7.30.
Presa da un raptus di energia improvvisa, saltai giù dal letto e riuscii ad infilarmi l'uniforme da cheerleader in soli 5 minuti, roba da non credere, dato che ero famosa in tutta Mystic Falls per la mia grande abilità nell'arrivare tardi in qualsiasi situazione di qualsiasi giorno.
Una volta mi avevano dato anche un premio e no, non sto scherzando.
Caroline aveva convinto il sindaco Lockwood a lasciarmi una specie di diploma con scritto: Elena Gilbert, onorevole ritardataria di questa città.
Che grandi amici che avevo.
Scesi le scale in fretta e furia per fare colazione, ma l'occhiataccia lanciata da Jeremy mi fece capire che un uragano stava arrivando.
-Pensi che non lo sappia che è la sgualdrina della tua segretaria a farti tornare in ritardo la sera?- mia madre strepitava già a quest'ora.
-Miranda, te l'ho già detto: questo mese è più impegnativo dei precedenti- mio padre, avvocato e perennemente assente.
-Sì, e lo era anche lo scorso, e lo scorso ancora-
-Mi hai stufato lo sai?-
-Ah io? Sei tu quello che non c'è mai, quindi vedi di...-
-Ciao, io vado!- dissi catapultandomi fuori di casa, consapevole di non aver ricevuto risposta e stanca di quella situazione che andava avanti da un anno.
Non li sopportavo più. 
A passo veloce mi incamminai verso la scuola, tremando per il freddo che caratterizzava quel giorno di febbraio. Nonostante ciò, una sensazione di calore mi invase al ricordo delle sue labbra che, nel sogno, sfioravano ogni singolo angolo del mio corpo. La vibrazione del cellulare mi distrasse da quei pensieri e accorgendomi del sorriso ebete che per colpa di Damon avevo sul volto, scossi la testa per cancellarlo immediatamente.
Estrassi il cellulare dalla borsa e notando il mittente della telefonata mi venne un colpo al cuore: Stefan.
-Pronto?-
-Non ci credo, sei già sveglia?-
-E tu sei sempre simpatico-
-Dai, lo sai che scherzo. Il ritardo è la parte di te che preferisco-
-Mi manchi anche tu-
A quella frase si ammutolì improvvisamente.
-A proposito di questo, devo dirti una cosa-
-Quanto tempo devi rimanere ancora?- 
-Un mese, un mese e mezzo. Mi dispiace, so quanto questa situazione ti ricordi...-
-No Stefan, è tutto ok. Capisco perfettamente che New York è un'opportunità importante per te, i miei genitori sono un'altra storia, davvero-
-Sai quanto ti amo?-
-Ogni tanto me ne scordo ma...diciamo di si- gli dissi sorridendo tra me e me.
-Posso chiederti un favore?-
-Certo-
-Potresti andare dopo scuola a casa mia e inviarmi un pacco di vecchi articoli che sono nel cassetto della scrivania?-
-Al solito indirizzo?-
-Sisi-
-Va bene-
-Ora devo andare, ti chiamo dopo. Ah, se non li trovi chiedi a mio fratello, dovrebbe essere tornato. Ti amo-
-Cosa? Stefan...- ma non riuscii a terminare la frase che lui aveva riagganciato. 
Stavo quindi per conoscere quel fantomatico fratello di cui raramente mi aveva parlato. Sapevo tutto della sua famiglia, ma quello era sempre stato un argomento taboo.
Mi aveva detto che il padre si chiamava Giuseppe, da cui aveva preso la passione per il giornalismo, e avevo anche intuito che tra i due ci fosse un bellissimo rapporto dal dolce sorriso che aveva quando raramente ne parlava.
Mi aveva raccontato che la madre, a cui era molto legato, era morta quando aveva solo 17 anni, e che lui si era dovuto occupare di Giuseppe, poichè era caduto in una forte depressione.
Del fratello sapevo solo che il loro rapporto era peggiorato negli anni per colpa di una ragazza, e che raramente si vedevano o parlavano.
Stefan non si era aperto subito con me, a causa delle storie precedenti, ma alla fine, precisamente la notte di capodanno, si era confidato e per la prima volta aveva detto di amarmi. 
La nostra relazione era cominciata circa 30 giorni dopo l'incontro con quel ragazzo, e mi aveva totalmente coinvolta. Se non ci fosse stato lui sarei già scappata di casa. Tante volte mi ero rifugiata fra le sue braccia piangendo, stufa di sentire i miei genitori urlare e litigare, e ogni volta mi aveva accolta, consolata, e protetta.
Stefan era la mia sicurezza e la mia forza.
Sentivo di amarlo.
Da un mese, però, aveva lasciato Mystic Falls, ed io ero ripiombata nella situazione precedente al suo arrivo nella mia vita, tornando a piangere sempre più spesso. Naturalmente non avrei potuto costringerlo a rimanere qui per farmi da balia, sapevo quanto desiderasse sfondare nel campo del giornalismo ed era il minimo che potessi fare per ripagarlo.
Ovviamente mi mancava tantissimo.
Dato che quando arrivai la campanella non era ancora suonata, raggiunsi Bonnie e Caroline nel cortile antestante l'entrata.
-Ciao splendore!- mi salutarono in coro.
-Buongiorno ragazze-
-Come è andata la nottata? Sei più fresca del solito!- chiese Bonnie.
-Bene, bene- risposi improvvisamente imbarazzata, mentre i ricordi del sogno tornarono a popolare la mia mente.
-Oh, oh- cavolo, Caroline aveva capito tutto.
-Che c'è?-
-Ancora sogni erotici col ragazzo dagli occhi azzurri?-
-No, ma che dici?-
Entrambe mi guardarono sarcasticamente.
-E va bene, forse ho fatto sogni non troppo adeguati per una che è fidanzata, ma non ne voglio parlare. Come sta tua madre?- dissi rivolgendomi a Care sperando di deviarla da quel discorso per nulla allettante.
-Si è quasi ripresa del tutto, e non vede l'ora di tornare a lavoro-
La notte dell'incidente lei stava tranquillamente guidando verso casa quando una macchina le aveva tagliato la strada all'improvviso. L'impatto era stato molto violento, aveva sbattuto la testa, ma per fortuna la situazione si era conclusa per il meglio. Caroline non avrebbe sopportato di perdere sua madre, erano troppo legate. Dopo quella sera la signora Forbes era stata ricoverata per 2 mesi in ospedale, poi l'avevano obbligata a minimo 5 di riposo. 
-Comunque non cambiare discorso!-
-Cosa vuoi che ti dica? Sì, mi sarebbe piaciuto rivederlo, ma ora c'è Stefan nella mia vita, e va bene così!-
-Elena, sembra quasi che tu ti stia accontentando!- mi disse Bonnie.
-Siete proprio testarde-
-Tesoro- disse Caroline -un bel culo e quegli occhi non si dimenticano tanto facilmente-


La giornata scolastica era trascorsa senza molti intoppi, ed io mi ritrovavo nuovamente a camminare, ma quella volta verso casa di Stefan.
Una strana sensazione mi attanagliava lo stomaco. Era come se avessi un presentimento, forse dovuto alla curiosità che avevo di conoscere il fratello del mio ragazzo. Magari era simpatico e gentile, magari era brutto e paffutello, praticamente il contrario di Stefan, e magari avrei potuto scoprire più cose sul loro rapporto.
Eh, sì, Elena Gilbert era un po' curiosa.
Mentre percorrevo gli ultimi metri che mi separavano da quella casa, notai una macchina sconosciuta.
La strana sensazione tornò a farsi spazio prepotentemente.
Per evitare una lunga e noiosa ricerca delle chiavi nella borsa decisi di bussare, quel tizio doveva essere dentro.
Dopo dieci minuti nessuno si era degnato di venirmi ad apirire, così cominciai a frugare per trovare il maledetto pezzo di ferro.
Un sospiro di esasperazione mi sfuggì quando finalmente le trovai ma, nello stesso momento, qualcuno aprì la porta.
Sollevando lo sguardo incontrai quegli occhi, gli occhi che mi avevano letto l'anima, i soli occhi che per sette mesi avevo segretamente sperato di rivedere.
La mascella di entrambi era praticamente arrivata al pavimento, le mie gambe tremavano, il cuore stava uscendo dal petto ma un'inspiegabile e assolutamenete sbagliata felicità mi invase.
Damon era lì, in piedi di fronte a me, dopo sette mesi di sogni erotici.
Damon era lì, oh cavolo, completamente a petto nudo.
Brutto e paffutello eh?





----Note----
Ciao bellezze!
Inizio col ringraziare le splendide fanciulle che hanno lasciato magnifiche recensioni!
Grazie, grazie mille!
Eccoci dunque al nuovo capitolo! Spero sia all'altezza delle vostre aspettative! 
Ci tenevo a chiarire che la vicenda dei genitori di Elena verrà chiarita nei prossimi capitoli e che, dopo quel prologo, non potevo permettere che Elena gli saltasse subito addosso! Ma sappiamo tutte che la nostra amata doppelganger, nonostante quelle eterne insicurezze, ci abbia fatto un pensierino fin da ''Tu devi essere Elena''.
Alzi la mano chi non avrebbe voluto!
Tornando a noi: vi comunico che gli aggiornamenti non saranno frequentissimi, sia perchè è ricominciata la scuola, sia perchè devo portare avanti anche l'altra storia.
Comunque ce la metterò tutta.
Vi avviso anche che Caroline farà la parte dell'amica di Elena, e non quella del ''You and Elena: Epic''
Anche perchè, mio e solo mio personale parere, è l'amore tra Damon ed Elena ad essere epico.
Alla prossima
Grace82

 

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Capitolo 3
*** Diavolo tentatore ***


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Capitolo 2- Diavolo tentatore




-Cosa ci fai tu qui?- chiese lui con un misto di sorpresa e insolenza.
-Cosa ci fai TU qui!- risposi enfatizzando la parola.
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda-
-Come scusa?- 
-Hai sentito bene..che ci fai qui?-
-Vedo che non sei cambiato affatto-dissi  stizzita dall'arroganza che a quanto pareva il tempo non aveva scalfito. Oltre a quella, peró, dovevo ammettere che anche la bellezza era rimasta intatta. Aveva i capelli un po' più corti, e in quel momento bagnati, i soliti occhi azzurri e ahimè, sempre stupendi e penetranti, e, come se non bastasse, c'era in esposizione gratuita il suo corpo statuario con tanto di tartaruga che rasentava la perfezione. In quel momento una maledetta gocciolina gli attraversò il petto e si infiló presuntuosa sotto l'asciugamano.  Io non potei evitare di seguirla con gli occhi e deglutire al ricordo di ciò che facevamo nei miei sogni.
-Vedo che neanche la tua ammirazione per il mio corpo è cambiata- 
Quelle parole mi risvegliarono dallo stato di trance in cui ero caduta e, incrociando il suo sguardo malizioso, sentii immediatamente le guance tingersi di rosso. Volevo ribattere, oltre che prenderlo a calci, ma venni interrotta da una stangona mora che spuntó alle sue spalle.
-Damon io vado e grazie per....sai...tutto- disse con un'espressione da gatta morta eccitata.
-Quando vuoi Andy- rispose lui. 
Dopo essersi soffermato ad ammirarle le labbra, l'avvicinò a sè e le diede un leggero bacio a stampo che in un altro contesto avrei  definito dolce. Una sensazione di fastidio premette sul mio stomaco. Certo, avevo capito subito che Damon non era il ragazzo romantico che dichiarava il suo amore alla propria fidanzata, ma che diamine, pensavo avesse almeno la decenza di evitare sbaciucchiamenti in presenza di una ragazza con cui era stato. Effettivamente tutto ció che avevamo condiviso era un piccolo bacetto, eppure ero sicura che i brividi, le scintille e la passione che mi avevano sconvolta quella sera le avesse percepite anche lui.
Evidentemente mi sbagliavo.
Ma cosa mi aspettavo? Che appena ci saremmo rincontrati mi avrebbe chiesto di fidanzarci e vivere in un castello magico con il suo cavallo bianco?
Damon non era il principe azzurro.
Con Andy era stata sicuramente l'avventura di una notte, un po' come me qualche mese prima, una delle tante.  Un senso di nostalgia mi pervase nel ricordare che quella sera ero stata io al centro della sua attenzione, non Andy-la finta modella bruna.
Damon la seguì con lo sguardo, o meglio seguì il suo sedere, finché con la macchina non si allontanó dalla casa. Poi si ricordò della mia presenza.
-Cos'è un circolo per le tue ragazze?-
-Sbaglio o qualcuno è un po' geloso?-
-Sbaglio o qualcuno crede di essere al centro del modo?- 
-Rimarrei volentieri a discutere con te, ma ho da fare. Allora, cosa vuoi?-
 -Non conosci proprio la parola gentilezza, vero?-
-Senti, ti offrirei una piacevole esperienza con il sottoscritto, ma è chiaro che per ora fingi di non essere interessata, perciò passiamo avanti.-
-Dovevo inviare dei vecchi articoli a Stefan-
-Quindi conosci mio fratello?-
Nonostante avessi ormai compreso il
legame di sangue che avevano quei due, speravo fino all'ultimo si trattasse di uno stupido e pessimo incubo. Non poteva essere vero.
-Sono la sua ragazza- dissi incrociando le braccia sotto il seno.
Damon non si scompose più di tanto, ma per un attimo mi era sembrato di vedere la sua sicurezza vacillare e i suoi occhi essere colpiti da una strana sorpresa, forse delusione.
Mi diedi della stupida per aver pensato una cosa del genere, perché avrebbe dovuto, aveva migliaia di ragazze che facevano la fila per finire nel suo letto, Elena rappresentava una pedina in più alla sua collezione.
Infatti, poco dopo, un sorrisetto fece capolino sul suo volto.
-Stefan, Stefan, Stefan...alle fine prende tutto lui-
-Come scusa?-
Quella frase da dove era uscita?
-Entra, le cartacce che cerchi saranno in qualche cassetto della sua scrivania- disse deviando l'argomento.
-Non mi fido di te-
-E perché mai non dovresti fidarti di questi due meravigliosi occhi azzurri?- Chiese sarcastico.
-Diciamo che il mio istinto raramente sbaglia-
-Se è lo stesso che ti ha guidata quella sera, non credo funzioni-
Il colorito delle mie guance tornó prepotentemente a farmi visita, ma di fronte alla mia occhiata omicida lo stesso Damon mi interruppe prima che potessi linciarlo.
-Starò buono, ma non sai cosa ti perdi- ammiccò fiero.
Poco convinta avanzai per entrare, e
lui fece per spostarsi in modo da lasciarmi lo spazio per passare ma, SICURAMENTE senza farlo apposta, si mosse nella mia stessa direzione ostacolandomi l'ingresso e facendo lievemente sfiorare i nostri petti.
Deglutii a fatica.
Mi spostai verso destra, ma lui fece lo stesso. In un altro contesto avrei pensato che il tutto fosse casuale, ma la malizia negli occhi di Damon dimostravano il contrario. 
-Hai finito?- dissi esasperata.
-Non lo sto facendo di proposito-
-Sì, e ora dirai anche di avere un cervello?-
-Sei sempre così acida?-
-Non sono acida!-
-Sì, e ora dirai anche di essere simpatica?-
-Dio, che odioso!- sbottai spostandolo con forza e riuscendo finalmente ad entrare.
A passo veloce raggiunsi lo studio di Stefan e sospirai sollevata quando constatai che quell'idiota non mi aveva seguita. Aprii il primo cassetto ma non trovai nulla, controllai tutti gli altri ottenendo però sempre lo stesso risultato, e allora, impaziente di lasciare quella casa il più presto possibile, rovistai tra le cartelle ordinatamente riposte sulla scrivania.
Niente, nessun foglio di carta o roba simile.
-Dai un'occhiata sulla libreria, saranno in qualche scaffale-
Sobbalzai nel sentire la sua voce e quando mi girai lo vidi appoggiato allo stipite della porta, fortunatamente vestito.
-Ma sei deficiente o cosa?- gridai scocciata.
-Ora che ho fatto?-
-Stavo per morire d'infarto!-
-Non sapevo che la mia bellezza ti sconvolgesse tanto!-
-Non riesci ad essere serio per un attimo?-
-E tu non ce la fai a rilassarti? Mi chiedo come faccia Stefan a stare con una come te-
-Se non sbaglio quella sera non ti lamentavi tanto- 
Uno a zero.
-Touche...per questa volta-
-Vedremo.- risposi soddisfatta. 
-Allora, dove devo guardare?-
-Terzo scaffale in alto-
Mi avvicinai alla libreria e allungai il braccio per cercare di afferrare il plico di figli che vi erano poggiati ma, grazie alla mia splendida statura, riuscivo a mala pena a sfiorare qualcosa.
-Che nana-
-Taci-
-Vuoi una mano?-
-No-
-Ti rendi conto che passeresti i prossimi trent'anni nella speranza di prendere quei cosi per il tuo fidanzato?- 
Il mio cuore accelerò i battiti nel momento in cui avvertii il rumore dei suoi passi farsi sempre più vicini, e si fermò del tutto quando sentii la mia schiena entrare in contatto con un petto statuario. 
-C-cosa stai facendo?-
-Tu che dici?- proferì lui. 
Nel momento in cui sollevò le braccia per raggiungere lo scaffale, io abbassai le mie. Un vortice di brividi mi scosse nel percepire le nostre mani sfiorarsi di sfuggita e una sensazione di calore mi invase quando il suo respiro si infranse tra i miei capelli dopo che anche lui, presi i fogli, fece scendere le braccia. 
Lentamente mi voltai, decisa a puntare la sua maglietta piuttosto che quei diamanti azzurri: da troppo tempo non eravamo così vicini, non sapevo se sarei stata in grado di gestire la situazione.
-Ecco- disse porgendomi quello che aveva preso per me. 
-Grazie- risposi continuando a tenere gli occhi bassi.
-Elena?-
-Mh?-  sussurrai alzando involontariamente lo sguardo richiamata dal mio nome, e maledissi me stessa per la mia stupidità, dato che compresi troppo tardi di essere caduta nella sua trappola.
Porca paletta, che avesse capito l'effetto che i suoi stramaledetti occhi avevano su di me?
Damon inclinò leggermente il viso studiandomi malizioso ed io, imbarazzata e improvvisamente eccitata, mi morsi il labbro inferiore.
Cominciai a sentire caldo.
-Smettila- sibilai, ma la mia voce non era per nulla convincente.
-Non sto facendo nulla, sei libera di andare- si fece silenzioso un attimo -se vuoi-
Avanti Elena, vattene, corri, scappa!
Purtroppo queste informazioni non arrivarono al cervello.
Damon si avvicinò al mio orecchio.
-Non sai cosa ti avrei fatto quella sera se non fosse arrivata la tua amica- sussurrò mandandomi completamente a fuoco.
Lentamente, con una sensualità disarmante, tornò a guardarmi negli occhi, per poi soffermarsi sulle mie labbra che istintivamente mordicchiai a causa del nervosismo. Lui dovette prendere questo gesto come un via libera, perché cominciò a farsi sempre più vicino. Quando ormai già  avvertivo il sapore delle sue labbra sulle mie, una nevrotica suoneria interruppe quella elettrizzante atmosfera.
Primo squillo. 
Restammo immobili.
Secondo. 
Damon cominciò ad allontanarsi.
Terzo. 
-Salvata dal telefono- disse con una sensualità che non credevo possibile.
Quarto. 
Continuammo a guardarci, fermi. 
Ero paralizzata, totalmente rapita da quell'azzurro agghiacciante, totalmente assuefatta dalla presenza di Damon.
Quinto.
-Non rispondi?- chiese lui.
-Eh? Ah, si si.- risposi come una perfetta idiota. Infilai la mano libera nella tasca destra, poi nella sinistra, non trovando nulla e continuando a mantenere i miei occhi incollati ai suoi. 
-Credo sia qui- disse lui, muovendo lentamente la mano. Quando raggiunse la tasca anteriore dei miei jeans, sfilò pian piano il cellulare, sfiorando a mala pena il mio sedere.
Quel leggero tocco, tuttavia, fece aumentare la sensazione di calore che avevo nel basso ventre. Non sapevo quanto ancora sarei riuscita a trattenermi dal strappargli la camicia nera che indossava e baciarlo fino a perdere il fiato.
L'Elena normale, quella razionale, quella che il mio cervello aveva momentaneamente deciso di sopprimere, non avrebbe mai abbassato la guardia nè si sarebbe fidata di Damon.
 I film erotici che la mia testa stava proiettando vennero infatti interrotti dall'intelligenza del tizio che avevo di fronte.
-Pronto?- rispose lui, cogliendomi letteralmente alla sprovvista.
-Oh, ciao fratellino!- 
Quando Damon pronunciò quella frase, l'altra Elena scacciò immediatamente quella porno diva.
-Ridammelo razza di idiota!- gridai incavolata nera.
In tutta risposta mi diede le spalle, ignorando totalmente i miei movimenti da scimmia in calore che stavo facendo nella speranza di riprendere quel dannato telefono, ostacolata anche dagli articoli che tenevo in mano.
-Non mi avevi detto di avere una ragazza così acida- 
A quel punto non vidi più niente, tirai un ''leggero'' pugno allo stomaco di Damon il quale, piegandosi dal dolore, lasciò cadere il mio telefono per terra. Senza pensarci afferrai il cellulare e corsi fuori, chiudendomi la porta alle spalle e ignorando un lontano ''stronza'' ricevuto dall'essere.
Una volta uscita, il respiro tornò regolare, e decisi di concentrarmi su Stefan.
-Elena?- disse lui dall'altro capo del telefono.
-Sì, sono io- 
-Perché mio fratello aveva il tuo telefono?-
-Perché è un'idiota, stronzo, egocentrico e arrogante del cavolo- Una risata divertita gli sfuggì, e solo in quel momento mi accorsi di aver appena insultato suo fratello.
-Oddio, scusami. Io, n-non volevo-
-Non scusarti, conosco mio fratello. Hai preso gli articoli?-
-Sì, ce li ho in mano.-
-Perfetto, grazie mille. Posso chiederti un altro favore?-
-Dimmi-
-Ecco, preferirei che i rapporti tra te e Damon si limitassero al saluto-
Quella frase mi spiazzó: ok che era un idiota, ma una richiesta del genere mi sembrava un tantino esagerata.
-Stefan, io non voglio averci nulla a che fare, nè desidero andare più di un semplice '' ciao '' , ma..-
-Elena, so che ti devo delle spiegazioni, e le avrai. Ho anche aspettato troppo, e ti chiedo scusa. Però ti prego, per ora fidati di me.-
-Prometti di raccontarmi tutto non appena ci vediamo?-
-Solo se tu mi prometti di stargli il più possibile alla larga-
-Non c'è bisogno di una promessa, lo farei comunque-
-Elena...prometti-
-Davvero non ti fidi?-
-Come ho già detto, conosco mio fratello-
-Va bene, te lo prometto-
-Affare fatto allora, un bacio-
-Ciao- dissi chiudendo la chiamata. Mentre camminavo mi resi conto che Stefan aveva fatto bene a dubitare di me. 
Ero stata una sciocca, un'emerita idiota! Avevo desiderato con tutta me stessa di baciare ed essere baciata dal fratello del mio ragazzo che avevo quasi accusato di non darmi abbastanza fiducia. 
Il senso di colpa mi stava lentamente divorando.
 Dovevo mettermi in testa che Damon era il passato, per quanto poteva essere considerato tale, e Stefan il presente. Dovevo mettermi in testa che la parentesi di oggi era stata un errore da non ripetere.
Stefan meritava tutto il mio amore, il mio rispetto e la mia fedeltà.
Damon Salvatore non era il principe azzurro.
Damon Salvatore era il diavolo tentatore.
Ed io dovevo stargli alla larga.



----Note----
Ciao ragazze! Mi scuso con voi per l'immenso ritardo, ma purtroppo con l'inizio della scuola mi si è incasinato tutto! Ora con l'inizio di TVD avrò più ispirazione! Spero! A proposito! Avete visto quanto erano belli? **
Comunque, tornando a noi, ecco come hanno reagito i personaggi al loro primo incontro...che ne pensate? A me piaceva il fatto che Damon ci provasse un po', magari vuole vedere la sua reazione, o forse si diverte e basta! Chi lo capisce!
Elena sicuramente non è totalmente indifferente, ma ama Stefan. Riuscirà a stargli lontana? Io non lo farei :P 
Per il resto a voi i commenti! Fatemi sapere, se volete, cosa ne pensate: brutto, bello, schifoso ecc..
Ah! Che ne pensate del banner? 
Tutto merito di ELLEcrz che su efp trovate qui! http://www.efpfanfic.net/.php?uid=203297
P.s la sua storia sul klaroline è stupenda! 
Ah! Vi ricordo la sua meravigliosa pagina dove potete contattarla per avere banner:
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A presto e grazie per le magnifiche recensioni a cui sto per rispondere :)

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Capitolo 4
*** AVVISO ***


Ciao ragazze.
 Vi chiedo scusa per l'attesa.
 Ma vi faccio le mie scuse soprattutto perché, per ora, le mie storie sono
 momentaneamente sospese.
 Mi sono bloccata, non so come continuare, cosa scrivere.
 Mi dispiace tantissimo.
 Ci tengo a chiarire che NON ELIMINERÓ le mie storie. Cercherò di dare ordine
 alle tantissime idee che ho in testa e a farci uscire qualcosa di decente, che
 non vi deluda.
 Grazie per il vostro sostegno, e per essere rimaste, nonostante i miei
 continui ritardi.
 Grazie, senza voi per me sarebbe impossibile continuare a scrivere e andare avanti.
 Per qualsiasi informazione, dubbio o domanda vi lascio il mio link di ASK.
http://ask.fm/gracejsefp
 Ve lo devo.
 Grazie.

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